Sei sulla pagina 1di 98

Jos Saramago

Il viaggio dellelefante

Traduzione di Rita Desti

Einaudi

Titolo originale A Viagem do Elefante

2008 Jos Saramago e Editorial Caminho


Se Gilda Lopes Encarnao non fosse lettrice di portoghese allUniversit di Salisburgo, se io non
fossi stato invitato ad andare a parlare agli studenti, se Gilda non mi avesse invitato a cena nel
ristorante LElefante, questo libro non esisterebbe. C voluto che gli ignoti fati si coniugassero
nella citt di Mozart perch io potessi domandare: Che cosa sono quelle figure? Le figure erano
delle piccole sculture di legno disposte in fila, la prima delle quali, guardando da destra a sinistra,
era la nostra Torre di Belm. Venivano di seguito rappresentazioni di vari edifici e monumenti
europei che chiaramente enunciavano un itinerario. Mi fu detto che si trattava del viaggio di un
elefante che, nel XVI secolo, precisamente nel 1551, sotto il re Dom Joo III, fu portato da Lisbona
a Vienna. Intuii che l poteva esserci una storia e lo feci sapere a Gilda Lopes Encarnao. Lei
pens che s, o che forse, e si offr di aiutarmi a ottenere lindispensabile informazione storica. Il
libro che ne risulta qui e deve molto, moltissimo, alla mia provvidenziale commensale, alla quale
desidero esprimere pubblicamente i miei pi sentiti ringraziamenti e anche lespressione della mia
stima e del mio maggior rispetto.

JOS SARAMAGO
A Pilar, che non ha permesso che io morissi

Il viaggio dellelefante

Arriviamo sempre nel luogo dove ci aspettano.

LIBRO DEGLI IRINERARI


Per quanto incongruente possa sembrare a chi non tenga in attenta considerazione limportanza
delle alcove, siano esse sacramentate, laiche o irregolari, nel buon funzionamento delle
amministrazioni pubbliche, il primo passo dello straordinario viaggio di un elefante verso laustria
che ci proponiamo di narrare fu fatto negli appartamenti reali della corte portoghese, pi o meno
allora di andare a letto. Si registri sin da subito che non un semplice caso se sono state utilizzate
qui queste parole imprecise, pi o meno. Ci siamo dispensati cos, con notevole eleganza, di entrare
in particolari di ordine fisico e fisiologico un po sordidi, e quasi sempre ridicoli, che, tirati in ballo
sulla carta, offenderebbero il cattolicesimo rigoroso di dom joo, il terzo, re di portogallo e degli
algarvi, e di donna caterina daustria, sua sposa e futura nonna di quel dom sebastio che andr a
combattere ad alccer-quibir e laggi morir al primo assalto, o al secondo, quantunque non manchi
chi afferma che trapass per malattia alla vigilia della battaglia. Col sopracciglio aggrottato, ecco
ci che il re cominci col dire alla regina, Sono in dubbio, signora, Su che, mio signore, Il presente
che abbiamo dato al cugino massimiliano per le sue nozze, quattro anni fa, mi sempre parso
indegno del suo lignaggio e dei suoi meriti, e ora che ce labbiamo qui tanto vicino, a valladolid,
come reggente di spagna, per cos dire a un tiro di schioppo, vorrei offrirgli qualcosa di pi
prezioso, qualcosa che desse nellocchio, che ve ne pare, signora, Un ostensorio andrebbe bene,
signore, ho notato che, forse per la virt congiunta del suo valore materiale con il suo significato
spirituale, un ostensorio sempre ben accetto dallomaggiato, La nostra santa chiesa non gradirebbe
una tale liberalit, di sicuro avr ancora presenti nella sua infallibile memoria le confesse simpatie
del cugino massimiliano per la riforma dei protestanti luterani, luterani o calvinisti, non lho mai
saputo con certezza, Vade retro, satana, non ci avevo neppure pensato, esclam la regina, facendosi
il segno della croce, domani dovr confessarmi di buon mattino, Perch domani in particolare,
signora, se vostro costume confessarvi tutti i giorni, domand il re, Per la nefanda idea che il
nemico mi ha posto nelle corde vocali, pensate che sento ancora la gola bruciare come se avesse
sfiorato lalito dellinferno. Abituato agli eccessi sensoriali della regina, il re fece spallucce e torn
allo spinoso compito di scoprire un dono in grado di soddisfare larciduca massimiliano daustria.
La regina bisbigliava unorazione, ne aveva gi iniziata unaltra quando, allimprovviso, si
interruppe e quasi grid, Abbiamo salomone, Che cosa, domand il re, perplesso, senza capire
lintempestiva invocazione al re di giudea, S, signore, salomone, lelefante, E che centra ora
lelefante, domand il re ormai piuttosto esasperato, Per il dono, signore, per il dono di matrimonio,
rispose la regina, alzandosi in piedi euforica, eccitatissima, Non un dono di nozze, Fa lo stesso. Il
re annu lentamente con il capo tre volte di seguito, fece una pausa e annu altre tre volte, dopo di
che concesse, Mi sembra unidea interessante, pi che interessante, unidea buona, unidea
eccellente, rintuzz la regina con un gesto di impazienza, quasi di insubordinazione, che non fu
capace di reprimere, sono pi di due anni che quellanimale arrivato dallindia e, da allora, non ha
fatto altro che mangiare e dormire, il tino sempre pieno dacqua, e mucchi di foraggio, come se
stessimo mantenendo una bestia allingrasso, e senza speranze di profitto, Quel povero animale non
ha colpa, qui non c lavoro che gli si addica, a meno che non lo mandassi nei cantieri del tago a
trasportare assi, ma quel poverino ne patirebbe, perch la sua specialit professionale sono i tronchi,
che per la curvatura si adattano meglio alla proboscide, Allora che se ne vada a vienna, E come ci
andr, domand il re, Ah, questo non ci riguarda, se il cugino massimiliano ne diverr il padrone,
che se la sbrighi lui, suppongo si trovi ancora a valladolid, Non ho alcuna notizia in contrario, Certo
che a valladolid salomone dovr andarci con le sue zampe, del resto ha delle buone dande, E a
vienna altrettanto, non c altro modo, Una bella tirata, disse la regina, Una bella tirata, assent il re
gravemente, e aggiunse, Domani scriver al cugino massimiliano, se accetter ci sar da combinare
date e prendere accordi, per esempio, quando avrebbe intenzione lui di partire per vienna, di quanti
giorni avr bisogno salomone per andare da lisbona a valladolid, da l in poi non pi affar nostro,
noi ce ne laviamo le mani, S, ce ne laviamo le mani, disse la regina, ma nel suo intimo profondo,
laddove si dibattono le contraddizioni dellessere, avvert un subitaneo dolore allidea di lasciar
andare salomone cos solo soletto verso terre tanto distanti e tanto estranee genti.

Il giorno seguente, di buon mattino, il re mand a chiamare il segretario pro de alcova carneiro e
gli dett una lettera che non gli venne bene alla prima, n alla seconda, n alla terza, e che dovette
essere affidata per intero allabilit retorica e alla sperimentata conoscenza della pragmatica e delle
formule epistolari in uso tra i sovrani che esornavano il competente funzionario, il quale aveva
studiato nella migliore delle scuole possibili, in quella di suo padre, antnio carneiro, da cui, per
morte, aveva ereditato la carica. La lettera risult perfetta tanto nella calligrafia come nelle
motivazioni, non omettendo neppure la possibilit retorica, diplomaticamente espressa, che il dono
potesse non essere gradito allarciduca, il quale per avrebbe avuto tutte le difficolt del mondo a
rispondere con un diniego, giacch il re del portogallo affermava, in un passaggio strategico della
lettera, che in tutto il suo regno non possedeva nulla di pi prezioso dellelefante salomone, vuoi per
il sentimento unitario della creazione divina che lega e imparenta tutte le specie lun laltra, c
persino chi afferma che luomo fu fatto con gli avanzi dellelefante, vuoi per i valori simbolico,
intrinseco e mondano dellanimale. Chiusa e sigillata la lettera, il re diede ordine che si presentasse
il decano staffiere, gentiluomo della sua massima fiducia, al quale riassunse la missiva, dopo di che
gli ordin di scegliere una scorta degna della sua qualit, ma, soprattutto, allaltezza della
responsabilit della missione che gli era affidata. Il gentiluomo baci la mano al re, che gli rivolse,
con la solennit di un oracolo, queste parole sibilline, Che siate tanto rapido come laquilone e tanto
sicuro come il volo dellaquila, S, mio signore. Dopo, il re cambi tono e diede alcuni consigli
pratici, Non avete bisogno che vi rammenti che dovrete cambiare i cavalli ogniqualvolta sia
necessario, le stazioni di posta ci sono proprio per questo, non il momento di fare economie, far
potenziare le cavalcature, e, sin dora, se possibile, per guadagnare tempo, ritengo che dovreste
dormire sul vostro cavallo mentre questi andr galoppando sulle strade della castiglia. Il messaggero
non comprese la battuta scherzosa o prefer lasciarla passare, e si limit a dire, Gli ordini di vostra
altezza saranno eseguiti punto per punto, in questo impegno la mia parola e la mia vita, e cominci
a ritirarsi a ritroso, ripetendo gli inchini ogni tre passi. il migliore dei decani staffieri, disse il re. Il
segretario decise di tacere ladulazione che sarebbe consistita nellaffermare che il decano staffiere
non avrebbe potuto essere e comportarsi altrimenti, dato che era stato scelto personalmente da sua
altezza. Aveva limpressione di aver detto qualcosa di simile non molti giorni addietro. Gi allora
gli era venuto alla mente un consiglio del padre, Attenzione, figlio mio, unadulazione ripetuta
finir inevitabilmente per divenire insoddisfacente, e dunque ferir come unoffesa. Ragion per cui
anche il segretario, sebbene per motivi diversi da quelli del decano staffiere, prefer tacere. Fu in
quel breve silenzio che il re diede voce, infine, a uninquietudine che gli era sopraggiunta al
risveglio, Stavo pensando, credo che dovrei andare a vedere salomone, Desidera vostra altezza che
faccia chiamare la guardia reale, domand il segretario, No, due paggi sono pi che sufficienti, uno
per i messaggi e laltro per andare a scoprire perch il primo non sia ancora tornato, ah, e anche voi,
signor segretario, se volete accompagnarmi, Vostra altezza mi fa grande onore, al di sopra dei miei
meriti, Forse perch possiate meritare sempre di pi, come vostro padre, che dio labbia in gloria,
Bacio le mani di vostra altezza, con lamore e il rispetto con cui baciavo le sue, Ho limpressione
che sia questo a essere ben al di sopra dei miei meriti, disse il re, sorridendo, Quanto a dialettica e
risposta pronta nessuno superiore a vostra altezza, Ma badate che c anche chi dice che le fate
che presiedettero alla mia nascita non mi destinarono allesercizio delle lettere, Non tutto nel mondo
lettere, mio signore, andare questoggi a far visita allelefante salomone , come forse si verr a
dire in futuro, un atto poetico, Che cos un atto poetico, domand il re, Non si sa, mio signore, lo
scopriamo solo quando ormai avvenuto, Ma io, per ora, avevo solo annunciato lintenzione di
andare a trovare salomone, In quanto parola di re, suppongo che sar stato abbastanza, Credo di
aver sentito dire che, in retorica, questa la chiamano ironia, Chiedo perdono a vostra altezza, Siete
perdonato, signor segretario, se tutti i vostri peccati fossero di tale gravit, avreste il cielo garantito,
Non so, mio signore, se questo sar il tempo migliore per andare in cielo, Che significa, C
linquisizione, mio signore, finita coi salvacondotti di confessione e assoluzione, Linquisizione
manterr lunit fra i cristiani, questo il suo obiettivo, Santo obiettivo, senza dubbio, mio signore,
resta da sapere con che mezzi lo raggiunger, Se lobiettivo santo, santi saranno anche i mezzi di
cui si servir, rispose il re con una certa asprezza, Chiedo perdono a vostra altezza, inoltre, Inoltre,
che, La imploro di dispensarmi dalla visita a salomone, sento che oggi non sarei una compagnia
piacevole per vostra altezza, Non vi dispenso, ho assoluto bisogno della vostra presenza nel recinto,
A che pro, mio signore, se non sono troppo ardito nel domandarlo, Non ho lumi per cogliere se
avverr quel che avete definito atto poetico, rispose il re con un mezzo sorriso in cui la barba e i
baffi disegnavano unespressione maliziosa, quasi mefistofelica, Attendo i vostri ordini, mio
signore, Che alle cinque in punto quattro cavalli siano alla porta del palazzo, raccomandate che
quello a me destinato sia grosso, grasso e mansueto, le cavalcate non sono mai state il mio forte, e
adesso ancora meno, a questa et e con gli acciacchi che essa ha portato, S, mio signore, E
sceglietemi bene i paggi, che non siano di quelli che se la ridono di tutto e di niente, mi vien voglia
di torcergli il collo, S, mio signore.

Fu solo dopo le cinque e mezza che partirono perch la regina, saputo dellescursione che si stava
preparando, dichiar che voleva andare anche lei. Fu difficile convincerla che non aveva alcun
senso far uscire un cocchio solo per andare a belm, che era il luogo dove si era eretto il recinto per
salomone. E certamente, signora, non vorrete andare a cavallo, disse il re, perentorio, deciso a non
ammettere replica. La regina soggiacque alla mal dissimulata proibizione e si ritir mormorando
che salomone non aveva, in tutto il portogallo, e persino in tutto luniverso mondo, chi gli volesse
pi bene. Evidentemente, le contraddizioni dellessere erano in aumento. Dopo aver definito il
povero animale bestia mantenuta allingrasso, il peggiore degli insulti per un irrazionale che in india
avevano fatto lavorare sodo, senza salario, per anni e anni, caterina daustria mostrava ora indizi di
un paladino pentimento che lavevano quasi portata a sfidare, almeno nelle forme, lautorit del suo
signore, marito e re. In fondo si trattava di una tempesta in un bicchier dacqua, una piccola crisi
coniugale che inevitabilmente dovr dissiparsi con il ritorno del decano staffiere, qualunque sia la
risposta che porter. Se larciduca accetter lelefante, il problema si risolver da s, o meglio, lo
risolver il viaggio a vienna, e se non accetter, allora sar il caso di dire, una volta ancora, con la
millenaria esperienza dei popoli, che, malgrado le decezioni, le frustrazioni e i disinganni che sono
il pane quotidiano degli uomini e degli elefanti, la vita continua. Salomone non ha la minima idea di
quanto lo aspetta. Il decano staffiere, emissario del suo destino, cavalca in direzione di valladolid,
ormai riavutosi dal pessimo risultato del tentativo fatto di dormire in groppa al cavallo, e il re del
portogallo, con la sua scarna comitiva di segretario e paggi, sta arrivando alla spiaggia di belm, in
vista del monastero dei gerosolimitani e del recinto di salomone. Dando tempo al tempo, tutte le
cose delluniverso finiranno per incastrarsi le une nelle altre. Ecco lelefante. Pi piccolo dei suoi
parenti africani, sindovina per, sotto lo strato di sporcizia che lo copre, la bella figura di cui la
natura lo aveva dotato. Perch mai questo animale tanto sporco, domand il re, dov il custode,
suppongo che ci sar un custode. Si avvicinava intanto un uomo dai tratti indiani, coperto da
indumenti che si erano quasi convertiti in cenci, una mistura di capi di vestiario di origine e fattura
nazionale, coperti a stento o a stento coprendo resti di panni esotici venuti, con lelefante, su quello
stesso corpo, due anni prima. Era il cornac. Il segretario si accorse subito che luomo non aveva
riconosciuto il re, e dato che non era il caso di presentazioni formali, altezza, permettete che vi
presenti il guardiano di salomone, signor indiano, le presento il re del portogallo, dom joo, il terzo,
che passer alla storia con lappellativo di pio, diede ordine ai paggi di entrare nella rotonda e
informare linquieto cornac dei titoli e delle qualit del personaggio con la barba che gli stava
rivolgendo uno sguardo severo, foriero dei peggiori effetti, il re. Luomo si blocc, quasi fosse
colpito da un fulmine, e accenn una mossa come per fuggire, ma i paggi lo afferrarono per gli
stracci e lo spinsero fino alla staccionata. Dallalto di una rustica scala mobile collocata allesterno,
il re osservava lo spettacolo con irritazione e ripugnanza, pentito di aver ceduto allimpulso
mattutino di andare a fare una visita sentimentale al bruto pachiderma, a questo ridicolo
proboscideo alto pi di quattro cubiti che, cos voglia iddio, fra breve andr a scaricare le sue
maleodoranti escrezioni nella pretenziosa vienna daustria. La colpa, almeno in parte, era del
segretario, di quel suo discorso sugli atti poetici che ancora gli ronzava nella testa. Guard con aria
di sfida lo stimato per altre ragioni funzionario, e questi, quasi ne avesse indovinato lintenzione,
disse, Atto poetico, mio signore, che vostra altezza sia venuta qui, lelefante solo il pretesto,
nulla di pi. Il re farfugli qualcosa che non si pot udire, poi disse con voce ferma e chiara, Voglio
questanimale lavato allistante. Si sentiva re, era un re, e la sensazione comprensibile se
pensiamo che non aveva mai pronunciato una frase uguale in tutta la sua vita di monarca. I paggi
trasmisero al cornac la volont del sovrano e luomo corse sotto una tettoia dove si tenevano delle
cose che sembravano attrezzi e cose che forse lo erano, insieme ad altre che nessuno avrebbe saputo
dire a cosa servivano. Accanto alla tettoia cera una costruzione di assi coperte da tegole, che
doveva essere lalloggiamento del custode. Luomo torn con uno spazzolone di piassava dal lungo
manico, riemp un secchio grande nel tino che serviva da abbeveratoio e si mise allopera. Fu palese
il piacere dellelefante. Lacqua e la frizione della spazzola dovevano aver risvegliato in lui qualche
gradevole ricordo, un fiume in india, un tronco dalbero rugoso, prova ne sia che durante tutto il
tempo che dur il lavaggio, una buona mezzora, non si mosse dal punto in cui si trovava, saldo
sulle potenti zampe, come se fosse stato ipnotizzato. Note come sono le eccelse virt delligiene
corporale, non c da stupirsi che laddove cera stato un elefante ne fosse comparso un altro. La
sporcizia che lo copriva prima e che a stento lasciava vedere la sua pelle era sparita sotto limpeto
combinato dellacqua e dello spazzolone, e salomone si mostrava ora agli sguardi in tutto il suo
splendore. Alquanto relativo, a ben notare. La pelle dellelefante asiatico, e questo uno di loro,
spessa, di un colore tra cenere e caff, chiazzata di macchiettature e peli, una disillusione
permanente anche per lui, malgrado i suggerimenti della rassegnazione che continuava a ripetergli
sempre che si sarebbe dovuto accontentare di ci che aveva, e che rendesse grazie a vishnu. Si era
lasciato lavare come se si aspettasse un miracolo, come in un battesimo, e il risultato eccolo l, peli
e macchiettature. Era da pi di un anno che il re non vedeva lelefante, ne aveva dimenticato i
particolari, e ora non gli piaceva affatto lo spettacolo che gli si offriva. Si salvavano i lunghi incisivi
del pachiderma, di un biancore splendente, appena leggermente curvi, come due spade puntate in
avanti. Ma il peggio doveva ancora venire. Allimprovviso, il re del portogallo, e anche degli
algarvi, prima allauge della felicit per il fatto di poter omaggiare n pi n meno che un genero
dellimperatore carlo quinto, si sent come se stesse per cadere dalla scala a capofitto e precipitare
nelle fauci fameliche dellignominia. Ecco ci che il re si domandava fra s e s, E se allarciduca
non gli piace, se lo trova brutto, immaginiamo che dapprima accetti il dono, dato che non lo
conosce, e poi lo restituisca, come potr resistere alla vergogna di vedermi insultato davanti agli
sguardi di compassione o ironici della comunit europea. Che ve ne pare, che idea vi d lanimale,
si decise a domandare il re al segretario, bramando un appiglio di salvataggio che gli sarebbe potuto
venire unicamente da l, Bello o brutto, mio signore, sono mere espressioni relative, per la civetta
persino i suoi piccoli sono bellini, quello che sto vedendo da qui, per applicare a questo caso
particolare una legge generale, un magnifico esemplare di elefante asiatico, con tutti i peli e le
macchiettature cui obbligato per sua natura e che incanter larciduca e affasciner non solo la
corte e la popolazione di vienna ma anche, ovunque passi, la gente comune. Il re tir un sospiro di
sollievo, Suppongo abbiate ragione, Spero di averla, mio signore, se dellaltra natura, lumana,
conosco qualcosa, e se vostra altezza me lo permette, oserei aggiungere che questo elefante con peli
e macchiettature si tramuter in uno strumento politico di primordine per larciduca daustria, se
cos astuto come deduco dalle dimostrazioni che ha dato finora, Aiutatemi a scendere, questa
conversazione mi ha fatto venire le vertigini. Con laiuto del segretario e dei due paggi, il re riusc a
scendere senza maggiori difficolt quei pochi gradini su cui era salito. Tir un profondo respiro
quando sent la terraferma sotto i piedi e questo, senza alcun motivo apparente, salvo, diciamo
forse, giacch ancora troppo presto per saperlo in tutta sicurezza, la subitanea ossigenazione del
sangue e il conseguente rinnovo della circolazione nei meandri del cervello, lo indusse a pensare a
qualcosa che in circostanze normali non gli sarebbe mai sovvenuto. E fu, Questuomo non pu
andare a vienna cos conciato, coperto di stracci, ordino che gli si facciano due abiti, uno da lavoro,
per quando dovr andare sullelefante, e un altro di rappresentanza sociale per non fare brutta figura
alla corte austriaca, senza lussi, ma degno del paese che ce lo manda, Cos sar fatto, mio signore,
E, a proposito, come si chiama luomo. Si sped un paggio a scoprirlo, e la risposta, trasmessa dal
segretario, risult essere pi o meno la seguente, Subhro. Subro, ripet il re, che diavolo di nome
mai questo, Con lacca, mio signore, per lo meno quello che ha detto lui, chiar il segretario,
Avremmo dovuto chiamarlo joaquim quando arrivato in portogallo, borbott il re.

Tre giorni dopo, sul far della sera, il decano staffiere, alla testa della sua scorta, alquanto meno
lustra ormai per la sporcizia delle strade e gli inevitabili e maleodoranti sudori, tanto gli equini
come gli umani, smont alla porta del palazzo, si scosse la polvere, sal la scalinata ed entr
nellanticamera che premurosamente era accorso a indicargli il primo lacch, titolo che, meglio
confessarlo subito, non sappiamo se a quel tempo esistesse realmente, ma che ci parso adeguato
per la composizione dellolezzo corporale, un misto di presunzione e falsa umilt, che a volute
esalava dal personaggio. Ansioso di conoscere la risposta dellarciduca, il re ricevette
immediatamente il neo-arrivato. La regina caterina era l presente nel salone di gala, il che,
considerando la trascendenza del momento, non dovr sorprendere nessuno, tanto pi sapendo che,
per decisione del re suo marito, lei partecipa regolarmente alle riunioni di stato, dove non si mai
comportata come passiva spettatrice. Cera unaltra ragione per cui voleva udire la lettura della
missiva appena giunta, la regina nutriva infatti la vaga speranza, sebbene lipotesi non le sembrasse
plausibile, che la lettera dellarciduca massimiliano fosse scritta in tedesco, nel qual caso ci sarebbe
gi stata l pronta al servizio, per cos dire a portata di mano, la pi ben disposta delle traduttrici.
Nel frattempo, il re aveva ricevuto il rotolo dalle mani del decano staffiere, personalmente lo srotol
dopo avere snodato i nastri sigillati con lo stemma dellarciduca, ma fu sufficiente gettarvi uno
sguardo per capire che era scritta in latino. Orbene, dom joo, il terzo del portogallo con questo
nome, sebbene non ignorante in latinorum, perch degli studi li aveva pur fatti al tempo della sua
giovent, aveva piena coscienza che gli inevitabili dubbi, le pause troppo prolungate, i pi che
probabili errori di interpretazione avrebbero dato ai presenti una misera e tutto sommato non
meritata immagine della sua regale figura. Con la prontezza di spirito che ormai gli conosciamo e la
conseguente fluidit di riflessi, il segretario aveva fatto due passi discreti in avanti e aspettava. In
tono naturale, come se la coreografia della scena fosse stata provata in precedenza, il re disse, Il
signor segretario ne dar lettura, traducendo al portoghese il messaggio nel quale il nostro amato
cugino massimiliano certamente risponde allofferta dellelefante salomone, mi pare superfluo fare
una lettura integrale della lettera, in questo momento ci basta conoscerne lessenziale, Cos sar
fatto, mio signore. Il segretario diede una scorsa con gli occhi alle estese e ridondanti formule di
cortesia che lo stile epistolare del tempo faceva proliferare come funghi dopo la pioggia, cerc poco
pi gi e trov. Non tradusse, si limit ad annunciare, Larciduca massimiliano daustria accetta e
ringrazia per lofferta del re del portogallo. Sul volto regale, tra la massa pelosa costituita da barba e
baffi fece capolino un sorriso di soddisfazione. Anche la regina sorrise, nel mentre che congiungeva
le mani in un gesto di ringraziamento che, passando in primo luogo per larciduca massimiliano
daustria, aveva dio onnipotente come ultimo destinatario. Le contraddizioni che da tempo si
dibattevano nellintimo della regina erano giunte a una sintesi, la pi banale di tutte, ossia, che
nessuno sfugge al proprio destino. Prendendo nuovamente la parola, il segretario diede a conoscere,
con una voce in cui la gravit monacale del latino pareva riecheggiare nellelocuzione del
portoghese corrente in cui si esprimeva, altre disposizioni che la lettera conteneva, Dice che non ha
chiaro in che periodo partir per vienna, forse verso la met di ottobre, ma non sicuro, E siamo
agli inizi di agosto, annunci superfluamente la regina, Dice ancora larciduca, mio signore, che
vostra altezza, volendo, non ha bisogno di aspettare che si avvicini la data della partenza per inviare
il solimano a valladolid, Chi questo solimano, domand il re, piccato, lelefante non ce lha ancora
l e gi vuole cambiargli il nome, Solimano, il magnifico, mio signore, il sultano ottomano, Non so
che farei senza di voi, signor segretario, come sarei riuscito a sapere chi sia questo famoso solimano
se non ci fosse la vostra brillante memoria a illuminarmi e orientarmi continuamente, Chiedo
perdono, mio signore, disse il segretario. Ci fu un silenzio imbarazzato in cui tutti i presenti
evitarono di guardarsi. La faccia del funzionario, dopo un rapido afflusso di sangue, adesso era
livida. Sono io che devo chiedere perdono, disse il re, e lo chiedo senza alcun imbarazzo, se non
quello della mia coscienza, Mio signore, balbett pro de alcova carneiro, non sono nessuno per
perdonarvi alcunch, Siete il mio segretario, cui ho appena mancato di rispetto, Vi prego, mio
signore. Il re fece un gesto a imporre silenzio, e infine disse, Salomone, che cos continuer a
chiamarsi fintanto che si trover qui, non immagina gli scompigli che ha originato fra noi dal giorno
in cui ho deciso di darlo allarciduca, credo che, in fondo, nessuno voglia che lui se ne vada, che
strano, non un gatto che viene a strofinarsi sulle nostre gambe, non un cane che ci guarda come
se fossimo il suo creatore, eppure siamo qui tutti afflitti, quasi alla disperazione, come se qualcosa
ci venisse strappato, Nessuno lo avrebbe espresso meglio di vostra altezza, disse il segretario,
Torniamo alla questione, a che punto eravamo rimasti in questa storia dellinvio di salomone a
valladolid, domand il re, Scrive larciduca che sarebbe bene non tardasse troppo in modo che
possa abituarsi piano piano al cambiamento delle persone e dellambiente, la parola latina utilizzata
non significa esattamente questo, ma il meglio che posso trovare ora, Non sar necessario girarci
ancora intorno, noi comprendiamo, disse il re. Dopo un minuto di riflessione aggiunse, Il nostro
decano staffiere si assumer la responsabilit di organizzare la spedizione, due uomini per aiutare il
cornac nel suo lavoro, qualcun altro per occuparsi dellapprovvigionamento di acqua e foraggio, un
carro di buoi per quel che si renda necessario, trasportare il tino, ad esempio, per quanto sia certo
che nel nostro portogallo non mancheranno n fiumi n torrenti dove salomone possa bere e
sguazzare, il peggio quella maledetta castiglia, secca e strasecca come un osso esposto al sole, e,
per concludere, un plotone di cavalleria per limprobabile eventualit che qualcuno intenda rubare il
nostro caro salomone, voi, signor decano staffiere informerete via via dellandamento della
questione il signor segretario di stato, cui chiedo scusa di coinvolgerlo in queste trivialit, Non sono
trivialit, mio signore, come segretario, questa faccenda mi riguarda particolarmente perch ci che
ora stiamo facendo n pi n meno che alienare un bene dello stato, Salomone non deve aver mai
pensato di essere un bene dello stato, disse il re con un mezzo sorriso, Basterebbe che avesse capito
che lacqua e il foraggio non gli cadevano gi dal cielo, mio signore, Quanto a me, intervenne la
regina, ordino e comando che a nessuno sovvenga di venirmi a comunicare che salomone andato
via, sar io a domandarlo quando lo riterr, e allora mi si dar la risposta. Lultima parola si colse a
stento, come se il pianto, improvvisamente, avesse strozzato la gola regale. Una regina che piange
uno spettacolo da cui, per decenza, tutti siamo obbligati a sviare lo sguardo. Cos fecero il re, il
segretario di stato e il decano staffiere. Dopo, quando ormai lei era uscita e non si udiva pi il
fruscio delle sue gonne che spazzavano il pavimento, il re ricord, Era quello che dicevo io, non
vogliamo che salomone se ne vada, Vostra altezza ancora a tempo per pentirsi, disse il segretario,
Pentito lo sono, credo, ma ormai fatta, salomone gi in cammino, Vostra altezza ha questioni pi
importanti da trattare, non permetta che un elefante divenga il centro delle sue preoccupazioni,
Come si chiama il cornac, domand improvvisamente il re, Subhro, credo, signore, Che significa,
Non so, ma posso domandarglielo, Domandateglielo, voglio sapere in che mani si ritrover
salomone, Le stesse in cui stava gi prima, mio signore, mi permetta di ricordarle che lelefante
venuto dallindia con questo cornac, diverso che stia lontano o stia vicino, fino a oggi non mi era
mai importato di sapere come si chiamava quelluomo, ora s, Lo comprendo, mio signore, quel
che gradisco nella vostra persona, non avete bisogno che si pronuncino tutte le parole per capire di
che si sta parlando, Ho avuto un buon maestro in mio padre e vostra altezza non lo meno, A prima
vista lelogio non vale granch, ma se la misura vostro padre mi ritengo soddisfatto, Mi permette
vostra altezza di ritirarmi, domand il segretario, Andate, andate al vostro lavoro, e non dimenticate
gli abiti nuovi per il cornac, come avete detto che si chiamava, Subhro, mio signore, con lacca,
Bene.

A dieci giorni da questa conversazione, con il sole che stava appena spuntando sullorizzonte,
salomone usciva dal recinto dove per due anni aveva mal vissuto. La carovana era quella
preannunciata, il cornac, che presiedeva, lass, seduto sulla schiena dellanimale, i due uomini per
aiutarlo in quel che si rendesse necessario, gli altri che avrebbero dovuto assicurare
lapprovvigionamento, il carro di buoi con il tino dellacqua, che gli accidenti della strada facevano
continuamente riversare di qua e di l, e un gigantesco carico di balle di foraggio vario, il plotone di
cavalleria che avrebbe risposto della sicurezza del viaggio e dellarrivo di tutti a buon porto, e,
infine, qualcosa di cui il re non si era ricordato, un carro delle salmerie delle forze armate tirato da
due mule. Lora, ben mattutina, e il segreto con cui si era organizzata la partenza, spiegavano la
mancanza di curiosi e testimoni vari, dovendosi peraltro eccettuare la presenza di una carrozza del
palazzo che si mise in moto verso lisbona quando elefante e compagnia scomparvero dietro la prima
curva della strada. Dentro, cerano il re del portogallo, dom joo, il terzo, e il suo segretario di stato,
pro de alcova carneiro, che forse non vedremo pi, o forse s, perch la vita se la ride delle
previsioni e mette parole dove noi abbiamo immaginato dei silenzi, e repentini rientri quando
pensavamo che non ci saremmo incontrati pi. Ho dimenticato il nome del cornac, comera poi,
stava domandando il re, Bianco, mio signore, subhro significa bianco, ancorch non lo sembri. In
una camera del palazzo, nella semioscurit del baldacchino, la regina dorme e ha un incubo. Sogna
che hanno portato via salomone da belm, sogna che domanda a tutti, Perch non mi avete avvisato,
ma, quando si decider a svegliarsi, a met mattina, non ripeter la domanda n sapr dire se, di sua
iniziativa, la far mai. Pu darsi che nel giro di due o tre anni qualcuno, casualmente, pronunci
davanti a lei la parola elefante, e allora, s, allora la regina del portogallo, caterina daustria,
domander, Gi che si parla di elefante, che ne di salomone, si trova ancora a belm o lhanno gi
recapitato a vienna, e quando le risponderanno che, sia pure trovandosi a vienna, in realt in una
specie di giardino zoologico con altri animali selvatici, dir, facendo finta di non capire, Che sorte
che ha avuto infine quellanimale, l a godersi la vita nella citt pi bella del mondo, e io qui,
inguaiata tra loggi e il futuro, e senza speranza in nessuno dei due. Il re, se sar presente, finger di
non sentire, e il segretario di stato, quello stesso pro de alcova carneiro che gi conosciamo,
bench non sia uomo da preci, basti ricordare ci che ha detto dellinquisizione e soprattutto quello
che ha ritenuto prudente tacere, rivolger una supplica muta ai cieli perch occultino lelefante con
uno spesso manto di oblio che ne modifichi le forme e lo confonda, nelle immaginazioni oziose, con
un dromedario qualsiasi, anchessa bestia dallaspetto raro, o con un cammello, cui la fatalit di
trasportarsi appresso due gobbe davvero non arreca beneficio, e tanto meno lusinga la memoria di
chi sinteressi di queste storie insignificanti. Il passato unimmensa pietraia che tanti vorrebbero
percorrere come se si trattasse di unautostrada, mentre altri, pazientemente, vanno di sasso in sasso,
e li sollevano, perch hanno bisogno di sapere che cosa c sotto. A volte ne spuntano fuori
scorpioni e scolopendre, grosse spire bianche o crisalidi appena schiuse, ma non impossibile che,
almeno una volta, appaia un elefante, e che quellelefante abbia sulle spalle un cornac chiamato
subhro, nome che significa bianco, una parola, questa, totalmente inadatta alla figura che, alla vista
del re del portogallo e del suo segretario di stato, si presentata nel recinto di belm immonda come
lelefante cui doveva badare. Ragioni ce n per comprendere quel detto che saggiamente ci avverte
che non c stoffa su cui non cada macchia, e questo quanto successo al cornac e al suo elefante.
Quando furono gettati l, la curiosit popolare and alle stelle e anche la corte arriv a organizzare
selezionate escursioni a belm di nobiluomini e nobildonne, di dame e cavalieri per vedere il
pachiderma, ma in poco tempo linteresse cominci a declinare, e il risultato si visto, i vestiti
indiani del cornac si sono trasformati in cenci e i peli e le macchiettature dellelefante sono quasi
scomparsi sotto la crosta di sporcizia accumulata nei due anni. Non , per, la situazione attuale. A
parte linfallibile polvere delle strade che gli sta gi insudiciando le zampe fino a met, salomone
avanza elegante e pulito come una patena, e il cornac, seppure senza i variopinti vestiti indiani,
risplende nel suo nuovo abito da lavoro che, per giunta, o per dimenticanza, o per generosit, non ha
dovuto pagare. A cavalcioni sulla giuntura del collo con il tronco massiccio di salomone,
maneggiando il bastone con cui conduce la cavalcatura, vuoi grazie a leggere toccatine vuoi con
punitive punzecchiature che lasciano il segno sulla pelle dura, il cornac subhro, o bianco, si prepara
a essere la seconda o terza figura di questa storia, di cui la prima, per naturale primato e obbligato
protagonismo, lelefante salomone, e a seguire, disputandosi il posto, ora questo, ora quello, ora
per questo, ora per quello, il suddetto subhro e larciduca. In questo momento, per, chi fa la voce
cantante il cornac. Guardando da un lato e dallaltro la carovana, vi ha colto una certa sciatteria,
comprensibile se teniamo conto della diversit di animali che la compongono, cio, elefante,
uomini, cavalli, mule e buoi, ciascuno con la propria andatura, tanto naturale come forzata, poich
chiaramente in questo viaggio nessuno potr andare pi in fretta del pi lento, e questo, si sa, il
bue. I buoi, disse subhro, subitaneamente allarmato, dove sono i buoi. Non si vedeva lombra n di
loro n del pesante carico che trascinavano, il tino pieno dacqua, le balle del foraggio. Sono rimasti
indietro, pens, tranquillizzandosi, non c altro da fare che aspettare. Si preparava a lasciarsi
scivolare gi dallelefante, ma rinunci. Poteva aver necessit di risalire, e non riuscirci.
Teoricamente, era lelefante stesso che lo sollevava con la proboscide e praticamente lo deponeva
nel suo sedile. Tuttavia, dettava la prudenza di prevedere quelle situazioni in cui lanimale, per
cattiva disposizione, per irritazione, o solo per contrariare, si negasse a prestare servizio come
ascensore, ed l che sarebbe entrata in azione la scala, sebbene fosse difficile da credere che un
elefante scocciato avrebbe accettato di fungere da semplice punto di appoggio e consentire, senza
alcun tipo di resistenza, la salita del cornac o di chiunque fosse. Il valore della scala era meramente
simbolico, come un reliquiario al petto o una medaglietta con limmagine di una santa. In questo
caso, comunque, la scala non poteva essergli daiuto, era nel carro dei ritardatari. Subhro chiam
uno dei suoi aiutanti perch andasse ad avvisare il comandante del plotone di cavalleria che
avrebbero dovuto aspettare il carro dei buoi. Il riposo avrebbe fatto bene ai cavalli che, diciamo la
verit, non avevano neanche avuto di che sforzarsi molto, non un galoppo, non un trotto, tutto a
passetto corto sin da lisbona. Niente che assomigliasse alla spedizione del decano staffiere a
valladolid, ancora nella memoria di alcuni di quelli che procedevano l, veterani di quelleroica
cavalcata. I cavalieri smontarono, gli uomini appiedati si sedettero o sdraiarono a terra, non pochi
ne approfittarono per dormire. Appollaiato sullelefante, il cornac fece il bilancio del viaggio e non
ne fu soddisfatto. A giudicare dallaltezza del sole, dovevano aver camminato circa tre ore, un modo
di dire troppo conciliante perch una parte non piccola di quel tempo salomone laveva spesa a fare
bagni nel tago, alternandoli con voluttuose sguazzate nel fango, il che, a sua volta, era motivo,
secondo la logica elefantina, per nuovi e pi prolungati bagni. Era evidente che salomone era
eccitato, nervoso, averci a che fare avrebbe richiesto molta pazienza, soprattutto di non prenderlo
troppo sul serio. Avremo perso unora con le birichinate di salomone, pens il cornac, e poi,
passando da una riflessione sul tempo a una meditazione sullo spazio, Quanta strada avremo fatto,
una lega, due, si domand. Crudele dubbio, trascendente questione. Se fossimo ancora tra gli antichi
greci e romani, diremmo, con la tranquillit che sempre conferiscono i saperi acquisiti nella vita
pratica, che le grandi misure itinerarie erano, a quellepoca, lo stadio, il miglio e la lega. Lasciando
in pace lo stadio e il miglio, con la loro divisione in piedi e passi, soffermiamoci sulla lega, che la
parola impiegata da subhro, una distanza che pure si componeva di passi e piedi, ma che ha
lenorme vantaggio di collocarci in terra conosciuta. Suvvia, le leghe lo sanno tutti che cosa sono,
diranno con linevitabile sorriso di facile ironia i contemporanei che ci sono toccati in sorte. La
risposta migliore che possiamo dare la seguente, S, anche tutti quelli che vissero allepoca lo
sapevano, ma solo e unicamente nellepoca in cui vissero. Lantica parola lega, o lgua, ad esempio,
che, si direbbe, pareva uguale per tutti e per tutti i tempi, ha fatto un lungo viaggio dai settemila e
cinquecento piedi o mille e cinquecento passi che aveva tra i romani e il basso medioevo fino ai
chilometri e metri in cui oggi dividiamo la distanza, niente di meno che cinque e cinquemila
rispettivamente. Troveremmo casi simili in qualsiasi area di misura. E per non lasciare
laffermazione senza prova, prendiamo in considerazione lo staio, una misura di capacit che si
divideva in dodici fiaschi e quarantotto quartini, e che a lisbona equivaleva, cifre tonde, a sedici litri
e mezzo, e, a porto, a venticinque litri. E come si capivano fra loro, domander il lettore curioso e
amante del sapere, E come ci capiremo noi, domanda, schivando la risposta, chi ha portato nel
discorso questo argomento di pesi e misure. Un argomento che, una volta esposto con questa
chiarezza meridiana, ci permetter di adottare una decisione assolutamente cruciale, in un certo
senso rivoluzionaria, vale a dire, mentre il cornac e quelli che lo accompagnano, giacch non
avrebbero altro modo di intendersi, continueranno a parlare di distanze secondo gli usi e i costumi
del loro tempo, noi, per poter capire quello che sta succedendo in questa materia, useremo le nostre
moderne misure itinerarie, senza dover ricorrere continuamente a fastidiose tavole di conversione.
In fondo sar come se in un film, sconosciuto in quel sedicesimo secolo, avessimo messo dei
sottotitoli nella nostra lingua per supplire allignoranza o a uninsufficiente conoscenza della lingua
parlata dagli attori. Avremo dunque in questo racconto due discorsi paralleli che non si
incontreranno mai, uno, questo, che potremo seguire senza difficolt, e un altro, che, da questo
momento in poi, entra nel silenzio. Interessante soluzione.

Tutte queste osservazioni, ponderazioni e cogitazioni portarono infine il cornac a scendere


dallelefante, scivolando lungo la proboscide, e a incamminarsi con passo baldanzoso verso il
plotone di cavalleria. Era facile distinguere dove si trovava il comandante. Cera infatti una specie
di tendale che serviva forse a proteggere dal castigante sole dagosto un personaggio, dunque la
conclusione era facilissima da trarre, se cera un tendale, cera un comandante sotto, se cera un
comandante, doveva esserci un tendale per ripararlo. Il cornac aveva in mente unidea che non
sapeva come introdurre nella conversazione, ma il comandante, senza saperlo, gli facilit il
compito, Allora quei buoi, compaiono o non compaiono, domand, Sappia la signoria vostra che
ancora non li vedo, ma in base al tempo dovrebbero essere l l per arrivare, Speriamo che sia cos.
Il cornac trasse un respiro profondo e disse con la voce roca per lemozione, Se la signoria vostra
me lo permette, ho avuto unidea, Se lhai gi avuta non hai bisogno del mio permesso, La signoria
vostra ha ragione, ma io, il portoghese, lo parlo male, Ebbene, dimmi qual lidea, La nostra
difficolt sta nei buoi, S, ancora non sono comparsi, Quello che voglio dire, vostra signoria, che il
problema continuer anche dopo che saranno comparsi, Perch, Perch i buoi sono lenti per natura,
mio signore, Fin l, ci arrivo anchio, e non mi serviva nessun indiano, Se avessimo unaltra coppia
di buoi e lagganciassimo al carro, davanti a quella che c ora, andremmo di sicuro pi in fretta e
tutti allo stesso ritmo, Lidea mi pare buona, ma dove andiamo a scovarla una coppia di buoi, Ci
saranno pure dei paesi, mio comandante. Il comandante aggrott la fronte, non poteva negare che da
quelle parti dovevano esserci dei paesi, si poteva comprare una coppia di buoi. Comprare, si
domand, nientaffatto, i buoi si requisiscono in nome del re e al ritorno da valladolid li si lascia
qua, in condizioni altrettanto buone di come spero siano adesso. Si ud un clamore, finalmente i
buoi erano comparsi, gli uomini applaudirono e persino lelefante alz la proboscide ed emise un
barrito di soddisfazione. La vista cattiva non gli permetteva di distinguere le balle di foraggio laggi
in lontananza, ma nellimmensa caverna del suo stomaco echeggiavano le proteste che lora di
mangiare era gi passata. Ci non significa che gli elefanti debbano alimentarsi a orari precisi come
agli esseri umani si dice che convenga per il bene che fa alla salute. Per quanto stupefacente sembri,
un elefante necessita quotidianamente di circa duecento litri dacqua e fra centocinquanta e trecento
chili di vegetali. Non possiamo dunque immaginarlo col tovagliolo al collo, seduto a tavola, l a fare
i suoi tre pasti giornalieri, un elefante mangia quello che pu, quanto pu e dove pu, e il suo
principio non lasciarsi dietro niente di cui dopo potrebbe sentire la mancanza. Si dovette aspettare
ancora quasi mezzora prima che il carro dei buoi arrivasse. In questo frattempo, il comandante
diede ordine di bivaccare, ma fu necessario cercare alluopo un luogo meno castigato dal sole,
prima che militari e civili si ritrovassero trasformati in ciccioli. Cera a circa cinquecento metri un
boschetto di pioppi e fu da quella parte che sincammin la compagnia. Le zone dombra erano
rade, ma meglio quel poco piuttosto che rimanere l ad abbrustolire sotto linclemente cappa
dellastro re. Gli uomini che erano venuti per lavorare, e cui finora non si era ordinato granch, per
non dire un bel niente, avevano con s il loro cibo nelle bisacce o negli zaini, lo stesso di sempre, un
grosso tozzo di pane, qualche sardina, dei fichi secchi, un pezzo di formaggio di capra, quello che
quando indurisce diventa come un sasso, e che, a rigore, non si lascia masticare, lo rosicchiamo
pazientemente, con il vantaggio di goderci pi a lungo il sapore del manicaretto. Quanto ai militari,
avevano la loro organizzazione. Un soldato di cavalleria che, spada sguainata o lancia in resta,
galoppa alla carica contro il nemico, o che semplicemente sta portando un elefante a valladolid, non
deve certo preoccuparsi delle questioni di salmerie. Non gli interessa domandare da dove venga il
cibo n chi labbia preparato, ci che conta che la scodella arrivi piena e la zuppa non sia del tutto
immangiabile. Qua e l, a gruppi, sono gi tutti occupati nelle loro attivit masticatorie e deglutive,
manca solo salomone. Subhro, il cornac, ha ordinato di portare due balle di foraggio dove lui sta
aspettando il suo turno, di scioglierle e poi lasciarlo tranquillo, Se ci sar bisogno, gli si porta
unaltra balla, ha detto. Questa descrizione, che a molti sembrer disprezzabile per leccessiva
minuzia cui siamo deliberatamente ricorsi, ha un fine utile, quello di attivare la mente di subhro
perch giunga a una conclusione ottimistica sul futuro del viaggio, Dato che salomone dovr
mangiare almeno tre o quattro balle al giorno, ha pensato alla fine, il peso del carico ne sar via via
sollevato, e se, per giunta, riusciremo ad avere la famosa coppia di buoi, allora, per quante
montagne ci capiteranno nel cammino non ci sar nessuno che potr acchiapparci. Con le buone
idee, e a volte anche con le cattive, succede la stessa cosa che succedeva con gli atomi di democrito
o con le ciliegie della cesta, se ne vengono agganciate le une alle altre. Nellimmaginare i buoi l a
tirare il carro su per un erto pendio, subhro cap che era stato commesso un errore nella disposizione
originale della carovana e quellerrore non era stato corretto per tutto il tempo che era durata la
camminata, una mancanza di cui si considerava responsabile. I trenta uomini che erano venuti come
aiuto, subhro si prese la briga di contarli a uno a uno, non avevano fatto niente sin dalla partenza da
lisbona, salvo approfittare del mattino per una gita in campagna. Per slegare e trascinare le balle di
foraggio sarebbero stati pi che sufficienti gli aiutanti diretti e, in caso di necessit, lui stesso
avrebbe potuto dare una mano. Che fare, allora, rimandarli indietro, liberarmi da questo peso, si
domand subhro. Lidea sarebbe stata buona se non ne avesse avuta una migliore. Il pensiero fece
schiudere un sorriso splendente sul viso del cornac. Con un grido richiam gli uomini, li riun
davanti a s, alcuni stavano ancora masticando lultimo fico secco, e disse loro, Dora in poi, divisi
in due gruppi, voi l e voi l, comincerete a dare una mano al carro dei buoi, tirando e spingendo, a
quanto pare il carico eccessivo per gli animali, che per di pi sono lenti per natura, ogni due
chilometri i gruppi si daranno il cambio, questo sar il vostro lavoro principale fino allarrivo a
valladolid. Ci fu un mormorio che aveva tutta laria di essere di scontento, ma subhro fece finta di
non sentire e prosegu, Ogni gruppo sar governato da un capoccia che, oltre a rispondere a me dei
buoni risultati del lavoro, dovr mantenere la disciplina e promuovere lo spirito di coesione sempre
necessario a qualsiasi compito collettivo. Il linguaggio non doveva essere piaciuto agli ascoltatori,
giacch il mormorio si ripet. Molto bene, disse subhro, se qualcuno non soddisfatto degli ordini
che ho appena impartito, si rivolga al comandante, lui lautorit suprema qui, come rappresentante
del re. Fu come se laria si fosse raffreddata allimprovviso, il mormorio fu sostituito da uno
strascico forzato di piedi. Subhro domand, Chi si propone come capoccia. Si alzarono tre mani
esitanti, e il cornac precis, Due capoccia, non tre. Una delle mani si ritir, scomparve, le altre
rimasero alzate. Tu e tu, indic subhro, scegliete i vostri uomini, ma fatelo in maniera corretta, cos
che le forze dei due gruppi siano equilibrate, e ora andate pure, ho necessit di parlare con il
comandante. Prima, per, fu ancora costretto ad ascoltare uno degli aiutanti, che si era avvicinato
per informare che avevano aperto unaltra balla di foraggio, ma che salomone sembrava soddisfatto
e, da tutti gli indizi, desideroso di dormire, Non c da stupirsi, ha mangiato bene e di solito questa
lora della sua siesta, Il peggio che ha bevuto quasi tutta lacqua del tino, Dopo aver mangiato
tanto, naturale, Potremmo portare i buoi al fiume, ci sar pure una strada, Non se la berrebbe,
lacqua, a questa altezza del fiume, ancora salata, Come lo sa, domand lassistente, Salomone si
bagnato uninfinit di volte, lultima qui vicino, e non ha mai immerso la proboscide per bere, Se
lacqua del mare arriva fin dove ci troviamo adesso, ci dimostra quanta poca strada abbiamo fatto,
vero, ma, da oggi in poi, stai pur certo che andremo pi svelti, parola di cornac. Lasciandosi
dietro questo impegno solenne, subhro and in cerca del comandante. Lo trov che dormiva sotto
lombra di un pioppo pi frondoso, con quel sonno leggero che contraddistingue il buon soldato,
pronto a balzare sulle armi al minimo rumore sospetto. Gli facevano la guardia due militari che, con
gesto imperativo, ordinarono a subhro di fermarsi. Questi fece un segnale che aveva capito e si
sedette a terra, in attesa.

Il comandante si svegli mezzora dopo, si stiracchi e sbadigli, torn a sbadigliare, torn a


stiracchiarsi, finch si sent effettivamente desto alla vita. Dovette comunque accertarsi una seconda
volta per accorgersi che il cornac era l, Che vuoi adesso, domand con voce roca, non dirmi che hai
avuto altre idee, Sappia la signoria vostra che s, Avanti, parla, Ho diviso gli uomini in due gruppi
che, ogni due chilometri, alternandosi, si metteranno ad aiutare i buoi, quindici uomini per volta a
spingere il carro, la differenza si noter, Ben pensato, non c dubbio, vedo che quello che hai sulle
spalle ti serve a qualche cosa, chi ne verr a guadagnare sono i miei cavalli, che di tanto in tanto
potranno trottare, invece di procedere bighellonando a quel passo da parata, Sappia la signoria
vostra che ho pensato anche a questo, E hai pensato a qualcosaltro, te lo leggo in faccia, domand
il comandante, Sappia la signoria vostra che s, Sentiamo un po, La mia idea che dovremmo
organizzarci in funzione delle abitudini e necessit di salomone, in questo preciso momento, noti la
signoria vostra, sta dormendo, se lo svegliassimo ne sarebbe irritato e ci darebbe solo problemi, Ma
com che pu dormire, se l in piedi, domand incredulo il comandante, A volte si sdraia per
dormire, ma la norma che lo faccia in piedi, Credo che non capir mai gli elefanti, Sappia la
signoria vostra che io ci convivo da quando sono nato e non sono ancora riuscito a capirli, E come
mai, Forse perch lelefante assai di pi di un elefante, Basta con le chiacchiere, che avrei
ancora unaltra idea da presentarvi, comandante, Unaltra idea, rise il militare, alla fin fine tu non
sei un cornac, sei una cornucopia, La signoria vostra troppo buona, Cosaltro hai prodotto nella
tua testa privilegiata, Ho pensato che procederemmo bene organizzati se la signoria vostra si
piazzasse dietro con i soldati a chiudere la carovana, col carro dei buoi in testa in quanto lui che
segna il passo dellandatura, poi io con lelefante, e dietro quelli a piedi e il carro delle salmerie,
Molto bene, questa s che si chiama unidea, Infatti, mi pareva, Unidea stupida, voglio dire, Perch,
domand subhro, urtato, senza rendersi conto della gravissima mancanza di educazione, una vera e
propria offesa, che linterpellazione diretta rappresentava, Perch io e i miei soldati verremmo a
mangiare la polvere che tutte le vostre zampe alzerebbero, Ah, che vergogna, avrei dovuto pensarci
e non ci ho pensato, imploro la signoria vostra, per tutti i santi della corte celeste, che mi perdoni,
Cos potremo fare di tanto in tanto una galoppata e aspettare avanti che arriviate, S, mio signore,
la soluzione perfetta, permettete che mi ritiri, domand subhro, Ho ancora due questioni da trattare
con te, la prima che se torni a domandarmi perch, nel tono in cui lo hai fatto ora, dar ordine che
ti diano una buona razione di frusta sul groppone, Sissignore, mormor subhro, a capo chino, La
seconda ha a che vedere con questa tua testolina e con il viaggio che a stento cominciato, se in
quella zucca ti rimane ancora qualche traccia di idee utilizzabili, gradirei sapere se per caso tu abbia
voglia che noi si resti qui eternamente, fino alla consumazione dei secoli, Salomone sta ancora
dormendo, mio comandante, Allora adesso chi governa qui lelefante, domand il militare tra
lirritato e il divertito, No, mio comandante, di certo rammenterete che vi ho detto che ci saremmo
dovuti organizzare in funzione, confesso che non so da dove mi sia uscita questa parola, delle
abitudini e necessit di salomone, S, e allora, domand il comandante, che ormai stava perdendo la
pazienza, Allora, mio comandante, salomone, per stare bene, perch possiamo consegnarlo in buona
salute allarciduca daustria, dovr riposare nelle ore di caldo, Daccordo, rispose il comandante,
leggermente turbato dal riferimento allarciduca, ma la verit che lui non ha fatto altro in tutto il
santo giorno, Questo giorno non conta, mio comandante, stato il primo, e si sa che il primo giorno
le cose funzionano sempre male, Allora, che facciamo, Dividiamo i giorni in tre parti, la prima, a
cominciare dal mattino presto, e la terza, fino al tramonto, per avanzare pi in fretta che si pu, la
seconda, questa in cui ci troviamo, per mangiare e riposare, Mi pare un buon programma, disse il
comandante, optando per la benevolenza. Il cambiamento di tono incoraggi il cornac a manifestare
linquietudine che lo aveva tormentato per tutto il giorno, Mio comandante, c qualcosa in questo
viaggio che non capisco, Che cos che non capisci, Lungo tutta la strada non abbiamo incrociato
nessuno, secondo la mia modesta opinione non normale, Ti sbagli, abbiamo incrociato abbastanza
persone, tanto da una direzione come dallaltra, Come, se non le ho viste, domand subhro con gli
occhi sgranati per lo stupore, Stavi facendo il bagno allelefante, Vuol dire che ogni volta che
salomone si stava bagnando passata gente, Non farmelo ripetere, Strana coincidenza, sembra
addirittura che salomone non voglia farsi vedere, Pu darsi, s, Ma anche ora, che siamo accampati
qui da non poche ore, non passato nessuno, Adesso il motivo un altro, la gente vede lelefante da
lontano, come uno spettro, e se ne torna indietro o imbocca qualche sentiero, chiss che magari non
credano sia qualcuno inviato dal diavolo, Sento la testa che mi duole, ho addirittura pensato che il
nostro signor re avesse ordinato di sgomberare le strade, Non sei poi cos importante, cornac, Io, no,
ma salomone, s. Il comandante prefer non rispondere a quello che sembrava linizio di una nuova
discussione e disse, Prima che te ne vada voglio farti una domanda, Sono tuttorecchi, Ti ricordi di
avere invocato poco fa tutti i santi della corte celeste, S, mio comandante, Questo vuol dire che sei
cristiano, pensaci bene prima di rispondere, Pi o meno, mio comandante, pi o meno.

Luna piena, chiaro di luna dagosto. A eccezione delle due sentinelle che, sui loro cavalli, senzaltro
rumore che non sia lo stridere dei finimenti, fanno la ronda nellaccampamento, tutta la carovana
dorme. Gode di un riposo pi che meritato. Dopo aver dato, nella prima parte del giorno, la brutta
impressione di una banda di vagabondi e poltroni, gli uomini arruolati per spingere il carro dei buoi
si erano ringalluzziti e avevano dato unautentica lezione di professionalit. Vero che il terreno
pianeggiante aveva fornito un bellaiuto, ma ci si potrebbe scommettere, ed essere sicuri di vincere,
che nella venerabile storia di quel carro di buoi non si era mai visto un viaggio cos. Nelle tre ore e
mezza che dur la corsa, e malgrado alcune brevi soste, percorsero pi di diciassette chilometri. Fu
questo il numero infine annotato dal comandante del plotone dopo un vivace scambio di parole con
il cornac subhro, che pensava non fossero cos tanti e che non valesse la pena di stare l a
imbrogliarsi da soli. Il comandante riteneva che s, che era di stimolo per gli uomini, Che
importanza ha se ne abbiamo percorsi solo quattordici, i tre mancanti li faremo domani e alla fine
vedrai che il conto torner. Il cornac rinunci a convincerlo, quanto di meglio potevo fare, se i
suoi conti fasulli lavranno vinta, questo non modificher la realt dei chilometri che avremo
percorso realmente, non discutere con chi comanda, subhro, impara a vivere.

Si era appena svegliato, ancora con limpressione di aver avuto un dolore acuto al ventre mentre
dormiva, ma non gli pareva che stesse per ripetersi, per si sentiva dentro tutto un subbuglio, dei
borborigmi sordi negli intestini, e, allimprovviso, il dolore torn come una pugnalata. Si alz come
pot, fece un segnale alla sentinella pi vicina che andava laggi e tornava subito, e cominci a
risalire, in direzione di un filare compatto di alberi, il dolce pendio dove si erano accampati,
talmente dolce che era come se fossero distesi su un letto con la parte della testiera leggermente
sollevata. Arriv allultimo secondo. Sviamo lo sguardo mentre lui si libera dei vestiti che,
miracolosamente, non ha ancora insudiciato, e aspettiamo che alzi il capo per vedere quello che noi
abbiamo gi visto, quel paese bagnato dal meraviglioso chiaro di luna dagosto che modellava tutti i
rilievi, addolciva le stesse ombre che aveva creato, e nel contempo faceva risplendere le zone che
illuminava. La voce che stavamo aspettando alla fine si manifestata, Un paese, un paese.
Probabilmente perch erano stanchi, a nessuno era venuto in mente di risalire il pendio per vedere
cosa poteva esserci al di l. Vero che sempre il momento di vedere un paese, se non uno
laltro, mentre dubbio che giusto al primo che sincontri possa esserci l ad attenderci una possente
coppia di buoi, capaci di raddrizzare la torre di pisa con un solo strattone. Liberatosi del grosso, il
cornac si ripul alla belle meglio con le erbe che crescevano intorno, gran fortuna per lui che da
quelle parti non ci fossero le centinodie, dette anche sanguinarie, quelle s che lo avrebbero fatto
saltellare come se fosse colpito dal ballo di san vito, tali sarebbero stati i bruciori e i pruriti che gli
avrebbero aggredito la delicata mucosa inferiore. Una spessa nube oscur la luna, e il paese divenne
allimprovviso nero, scomparve come un sogno nelloscurit circostante. Non importava, a suo
tempo il sole avrebbe fatto irruzione e mostrato il cammino verso la stalla, dove i buoi, che ora
stavano ruminando, avevano il presentimento di un cambiamento di vita. Subhro attravers il fitto
filare di alberi e torn al suo posto nella camerata comune. Via facendo, pens che se il comandante
fosse stato sveglio gli avrebbe dato, per dirla in termini planetari, la pi grande soddisfazione del
mondo. E la gloria di avere scoperto il paese sarebbe mia, mormor. Perch non valeva la pena
nutrire illusioni. Durante quel che ancora restava da passare della notte altri uomini potevano aver
bisogno di dare di corpo e lunico posto dove avrebbero potuto farlo con discrezione era in mezzo a
quegli alberi, ma, supponendo che ci non dovesse succedere, allora non dovremo fare altro che
aspettare che faccia giorno per assistere alla sfilata di quanti hanno dovuto obbedire agli imperativi
degli intestini e della vescica. Questi, in fondo, sono animali, non c da stupirsi. Ma il cornac non
si rassegnava, e decise di fare una deviazione verso il lato dove dormiva il comandante, chiss, a
volte le persone hanno linsonnia, si svegliano angosciate perch nel sogno credevano di essere
morte, o magari una cimice, una delle tante che si nascondono negli orli delle coperte, che
venuta a succhiare il sangue del dormiente. Resta linformazione che la cimice stata
linconsapevole inventrice delle trasfusioni. Speranza vana, il comandante dormiva, e non solo
dormiva, ma russava. Una sentinella si avvicin a domandare al cornac che cosa voleva l e subhro
rispose che aveva un messaggio da dare al comandante, ma, visto che lui stava dormendo, se ne
tornava a letto, A questora non si danno messaggi a nessuno, si aspetta che faccia giorno, Era
importante, rispose il cornac, ma, come dice la filosofia dellelefante, se non si pu, non si pu, Se
volete dare il messaggio a me, glielo comunico appena si sveglia. Il cornac si fece il suo calcolo
delle probabilit favorevoli e pens che valesse la pena puntare su questunica carta, quella che il
comandante fosse gi stato informato dalla sentinella dellesistenza del paese quando, alle prime
luci del mattino, si udisse il grido, Ricompensa, ricompensa, qui c un paese. La dura esperienza
della vita ci ha dimostrato che non consigliabile confidare troppo nella natura umana, in generale.
Dora in poi, sapremo pure che, almeno per mantenere dei segreti, non dobbiamo fidarci neanche
dellarma della cavalleria. Fu cos che prima che il cornac avesse ripreso sonno, laltra sentinella era
gi al corrente della notizia, e subito dopo i soldati che dormivano pi vicino. Leccitazione fu
enorme, uno di loro propose addirittura di fare un sopralluogo nel paese per raccogliere
informazioni oculari che rafforzassero, per lautenticit della rispettiva fonte, la strategia da definire
lindomani mattina. Il timore che il comandante si svegliasse, si alzasse dal suo giaciglio e non
vedesse nessuno dei soldati, o, peggio ancora, ne vedesse alcuni e non gli altri, li fece desistere dalla
promettente avventura. Passarono le ore, un pallido chiarore cominci a disegnare a oriente la curva
della porta da cui sarebbe dovuto entrare il sole, mentre allopposto la luna si abbandonava
dolcemente fra le braccia di unaltra notte. Ma mentre noi eravamo l, a ritardare il momento della
rivelazione, ancora in dubbio se non vi fosse modo di trovare una soluzione pi drammatica o, e
questo sarebbe la ciliegina sulla torta, di maggiore potenza simbolica, si ud il grido fatale, Qui c
un paese. Assorti nelle nostre elucubrazioni, non ci eravamo accorti che un uomo si era alzato e
aveva risalito il pendio, ma adesso s, lo vedevamo spuntare tra gli alberi, lo sentivamo ripetere
lannuncio trionfale, anche senza chiedere ricompense, come avevamo immaginato, Qui c un
paese. Era il comandante. Il destino, quando ne ha voglia, capace di scrivere su righe torte e
contorte altrettanto bene di dio, o ancora meglio. Seduto sulla sua coperta, subhro pens, Meglio
cos che peggio, avrebbe sempre potuto dirgli che si era alzato di notte ed era stato il primo a vedere
il paese. Si metter a rischio che il comandante gli domandi con voce strascicata, come sappiamo
che gli domander, E testimoni, ne hai, al che lui potr rispondere soltanto, mettendosi,
metaforicamente parlando, la coda fra le gambe, Negativo, comandante, ero da solo, Lo avrai
sognato, Non lho sognato affatto tant che ho passato linformazione a uno dei soldati che stavano
di guardia per quando il mio comandante si fosse svegliato, Nessun soldato ha parlato con me, Ma
voi, comandante, potete parlare con lui, ve lo dico io chi era. Il comandante reag male alla
proposta, Se non avessi bisogno di te per guidare lelefante, ti rispedirei subito a lisbona, immagina
in che razza di situazione andresti a metterti, sarebbe la tua parola contro la mia, traine la
conclusione, a meno che tu non voglia essere deportato in india. Risolta la questione di sapere chi
era stato, ufficialmente, il primo a scoprire il paese, il comandante stava per voltare le spalle al
cornac, quando questi disse, La cosa principale non questa, la cosa principale sapere se ci sar
una coppia di buoi capace, Non tarderemo a scoprirlo, tu occupati delle tue faccende, che io
mincarico del resto, La signoria vostra non vuole che io vada al paese, domand subhro, No, non
voglio, mi bastano il sergente, per organizzare il gruppo, e il bovaro. Subhro pens che, almeno per
una volta, il comandante aveva ragione. Se qualcuno doveva entrarci, per diritto naturale, quello era
il bovaro. Il comandante si era gi messo allopera, dando istruzioni di qua e di l, al sergente, al
personale delle salmerie, che era sua intenzione mettere al lavoro per approvvigionare di cibo
sufficiente gli uomini di fatica, da cui certo non si sarebbero riavuti se avessero continuato a nutrirsi
di fichi secchi e pane raffermo, Chi ha disegnato la strategia per questo viaggio ha preso una vera e
propria cantonata, i pezzi grossi della corte devono proprio pensare che noi si possa vivere solo
dellaria che si respira, mormor fra i denti. Laccampamento era gi smontato, si arrotolavano le
coperte, si riordinavano gli attrezzi, che ce nerano a bizzeffe, di cui la maggior parte probabilmente
non sarebbe mai servita, salvo se lelefante fosse caduto in un burrone e ci fosse bisogno di
recuperarlo con un argano. Lidea del comandante era di mettersi in marcia al suo ritorno dal paese,
con coppia di buoi o senza coppia di buoi. Il sole si era ormai staccato dalla linea dellorizzonte, era
giorno fatto, solo qualche nuvola a fluttuare qua e l nel cielo, speriamo che non faccia troppo
caldo, i muscoli si rammolliscono, a volte sembra addirittura che il sudore cominci a bollire sulla
pelle. Il comandante chiam il bovaro, gli spieg cosa andavano a fare e gli raccomand di
osservare bene gli animali, nel caso ce ne fossero, perch da essi dipendevano la rapidit della
spedizione e un pronto ritorno a lisbona. Il bovaro ripet sissignore due volte, sebbene a lui gliene
importasse poco, non viveva a lisbona, ma in un paese non lontano chiamato mem martins, o
qualcosa di simile. Siccome il bovaro non sapeva cavalcare, un caso flagrante, come si vede, delle
conseguenze negative di una eccessiva specializzazione professionale, si iss con difficolt sulla
groppa del cavallo del sergente e cos si avvi, recitando, con una voce che persino lui riusciva a
udire a stento, un interminabile paternostro, preghiera di suo particolare gradimento per quella frase
in cui si dice di rimettere i nostri debiti. Il male, che si trova in tutto, e a volte lascia addirittura fuori
la coda perch non ci restino illusioni sulla natura dellanimale, viene nella frase subito appresso,
quando si dice che nostro dovere di cristiani rimetterli ai nostri debitori. Qui c qualcosa che non
quadra, o una cosa o laltra, borbottava il bovaro, se certuni li rimettono e altri non pagano ci che
devono dove sta il beneficio dellaffare, si domandava. Imboccarono la prima via del paese che
incontrarono, sebbene fosse un segnale di spirito delirante definire via quella roba, un cammino che
era quanto di pi somigliante allora ci fosse a una montagna russa, e alla prima persona che
incontrarono il comandante domand come si chiamava e dove abitava il principale agricoltore del
posto. Luomo, un vecchio contadino con la zappa in spalla, conosceva le risposte, Il principale il
signor conte, ma non c, Il signor conte, ripet il comandante, vagamente inquieto, S, sappia la
signoria vostra che tre quarti di queste terre, o pi, gli appartengono, Ma hai detto che non in casa,
Che la signoria vostra parli con il fattore, il fattore che governa la barca, Sei andato per mare,
Sappia la signoria vostra che s, ma era un tale massacro, tra annegati e afflitti da scorbuti e miserie
varie, che ho deciso di venire a morire in terra, E dove posso trovare il fattore, Se non gi nei
campi, si trova nel podere del palazzo, C un palazzo, domand il comandante, guardandosi
intorno, Non uno di quei palazzi alti e con le torri, c solo un pianterreno e un piano, ma dicono
che ci siano dentro pi ricchezze che in tutti i palazzi e palazzetti di lisbona, Puoi guidarci fin l,
domand il comandante, Per questo mi hanno portato qui i miei passi, Il conte conte di che. Il
vecchio glielo disse, e il comandante fece un fischio di ammirazione, Lo conosco, disse, non sapevo
per che avesse terre da queste parti, E non solo qui, dicono.

Il paese era un paese come al giorno doggi non se ne vedono pi, se fossimo in inverno sarebbe
simile a un porcile gocciolante dacqua e schizzi di fango dappertutto, ora suggerisce tuttaltro, i
resti pietrificati di unantica civilt, coperti di polvere, come prima o poi accade ai musei allaria
aperta. Sboccarono in una piazza e l cera il palazzo. Il vecchio and a suonare la campanella di
una porta di servizio, nel giro di un minuto comparve qualcuno ad aprire e il vecchio entr. Le cose
non stavano andando come il comandante si era immaginato, ma forse era meglio cos. Del primo
approccio sincaricava il vecchio e, dopo, lui si sarebbe occupato del nocciolo del problema.
Trascorsi buoni quindici minuti comparve alla porta un uomo grasso, con un paio di baffoni che gli
pendevano gi come la ramazza di una nave. Il comandante gli and incontro sul suo cavallo e da
lass, perch fossero ben chiare le differenze sociali, pronunci le prime parole, Sei il fattore del
signor conte, Per servirvi, vostra signoria. Il comandante smont e, dando prova di unastuzia poco
comune, approfitt di ci che arrivava sul vassoio, In tal caso, servire me sar come servire il signor
conte e sua altezza il re, La signoria vostra far il favore di spiegarmi cosa desidera, per tutto ci
che non sia contro la salvezza della mia anima e gli interessi del mio signore che mi sono impegnato
a difendere, sono il suo uomo, Da me non saranno offesi gli interessi del tuo padrone n si perder
la tua anima, e ora veniamo al dunque che mi ha portato qui. Fece una pausa, un rapido cenno al
bovaro di avvicinarsi, e cominci, Sono un ufficiale della cavalleria di sua altezza, che mi ha
affidato lincarico di condurre a valladolid, spagna, un elefante da consegnare allarciduca
massimiliano daustria che dimora proprio l, nel palazzo dellimperatore carlo quinto, suo suocero.
Al fattore gli si sgranarono gli occhi, il mento gli cadde sulla pappagorgia, effetti incoraggianti che
il comandante registr mentalmente. E continu, Ho con me nella carovana un carro di buoi che
trasporta le balle di foraggio con cui lelefante si alimenta e il tino dellacqua con cui ammazza la
sete, il carro tirato da una coppia di buoi che fino a ora ha fatto il suo dovere, ma ho gran timore
che non saranno sufficienti quando si dovranno affrontare le ardue pendici delle montagne. Il fattore
annu con il capo, ma non profer parola. Il comandante trasse un profondo respiro, salt un tot
numero di frasi di contorno che si era elencato nella testa e and dritto allo scopo, Ho bisogno di
unaltra coppia di buoi da attaccare al carro e pensavo di poterla trovare qui, Il signor conte non c,
solo lui pu. Il comandante gli tronc la frase, A quanto pare tu hai sentito che sono qui in nome del
re, non sono io quello che ti sta chiedendo in prestito una coppia di buoi per qualche giorno, ma sua
altezza il re del portogallo, Ho udito, mio signore, ho udito, per il mio padrone, Non c, lo so, ma
c il suo fattore che conosce i suoi doveri verso la patria, La patria, signore, Non lhai mai vista,
domand il comandante lanciandosi in un rapimento lirico, vedi quelle nuvole che non sanno dove
vanno, esse sono la patria, vedi il sole che a volte c e altre no, esso la patria, vedi quel filare di
alberi da dove, reggendomi i calzoni, ho avvistato il paese allalba, essi sono la patria, dunque non
puoi negarti n opporre difficolt alla mia missione, Se lo dice la signoria vostra, Ti do la mia
parola di ufficiale di cavalleria, e ora basta con le chiacchiere, andiamo alla fattoria a vedere i buoi
che hai l. Il fattore si lisci il baffo penzolante come se lo stesse consultando, e infine si decise, la
patria al di sopra di tutto, ma, ancora timoroso degli effetti della propria arrendevolezza, domand
allufficiale se gli lasciava una garanzia, al che il comandante rispose, Ti lascio un foglio
manoscritto di mio pugno nel quale assicurer che la coppia di buoi sar da me personalmente
restituita al mittente non appena lelefante sar consegnato allarciduca daustria, non aspetterai pi
del tempo di andare da qui a valladolid e da valladolid a qui, Andiamo allora alla stalla, dove si
trovano i buoi da lavoro, disse il fattore, Questo qui il mio bovaro, entrer con me, io me ne
intendo di pi di cavalli e guerra, quando c, disse il comandante. Nella stalla cerano otto buoi. Ne
abbiamo altri quattro, disse il fattore, ma ora sono nei campi. A un cenno del comandante, il bovaro
si avvicin agli animali, li esamin attentamente, uno per uno, ne fece alzare due che erano sdraiati,
esamin pure quelli, e alla fine dichiar, Questo e questo, Buona scelta, sono i migliori, disse il
fattore. Il comandante si sent pervadere da unondata di orgoglio dal plesso solare alla gola.
Realmente, ogni suo gesto, ogni passo che faceva, ogni decisione che prendeva, rivelavano uno
stratega di primissima qualit, meritevole dei pi alti riconoscimenti, una pronta promozione a
colonnello, tanto per cominciare. Il fattore, che era uscito, rientrava con carta e penna, e limpegno
fu siglato l stesso. Quando il fattore prese il documento, le mani gli tremavano dallemozione, ma
riacquist la serenit quando sent dire al bovaro, Ci servono ancora le giuntoie, Sono l, indic il
fattore. Non sono mancate in questo racconto considerazioni pi o meno precise sulla natura umana,
e tutte le abbiamo fedelmente riferite e commentate secondo la rispettiva pertinenza e lumore del
momento. Quello che non ci aspettavamo, francamente, era che sarebbe arrivato il giorno di dover
registrare un pensiero cos generoso, cos eccelso, cos sublime come quello che attravers la mente
del comandante con il fulgore di un lampo, e cio che nello stemma del conte proprietario di quegli
animali, in memoria di questo avvenimento, si sarebbero dovuti apporre due gioghi, o canghe, come
pure li si chiama. Speriamo che laugurio si compia. I buoi erano ormai agganciati, il bovaro li stava
gi conducendo fuori dalla stalla, quando il fattore domand, E lelefante. Formulata in questa
maniera, tanto rustica quanto diretta, la domanda poteva essere semplicemente ignorata, ma il
comandante pens che a questuomo dovesse un favore e dunque fu un sentimento parente della
gratitudine che gli fece dire, Sta dietro quegli alberi, dove abbiamo passato la notte, Non ho mai
visto un elefante in vita mia, disse il fattore con voce triste, come se dal vedere un elefante
dipendessero la sua felicit e quella dei suoi, Uomo, a questo c un buon rimedio, vieni con noi, La
signoria vostra cominci ad andare, che io bardo la mula e la raggiungo subito. Il comandante usc
nella piazza, dove lo aspettava il sergente, e disse, Adesso abbiamo i buoi, Sissignore, sono gi
passati, pareva che il bovaro avesse ingoiato un bastone, tantera vanitoso l alla loro guida,
Andiamo, disse il comandante montando in sella, Sissignore, disse il sergente montando pure lui.
Raggiunsero lavanguardia in breve, e l si present al comandante un dilemma serio, o galoppare
allaccampamento e annunciare la vittoria alle armate riunite, o accompagnare la coppia di buoi a
ricevere gli applausi alla presenza del premio vivente del suo ingegno. Gli ci vollero cento metri di
riflessione intensa per trovare la risposta al problema, un ricorso che, anticipando cinque secoli,
potremmo definire terza via, e cio mandare avanti il sergente con la notizia per predisporre gli
animi alla pi entusiastica delle accoglienze. Cos si sarebbe fatto. Non avevano percorso molta
strada quando udirono il grossolano scalpitare della mula, cui non si era mai chiesto un trotto, e
tanto meno un galoppo. Il comandante si ferm per cortesia, lo stesso fece il sergente senza sapere
perch, solo il bovaro e i buoi, come se appartenessero a un altro mondo e si regolassero su leggi
differenti, continuarono con il loro passo di sempre, cio, al passo. Il comandante diede ordine al
sergente di precederlo, ma non tard a pentirsi di averlo fatto. La sua impazienza cresceva di minuto
in minuto. Era stato un errore madornale mandare il sergente avanti. A questora star gi ricevendo
lui i primi applausi, i pi calorosi, quelli che accolgono una buona notizia di prima mano, e se
alcuni, o forse anche molti, dovessero manifestarsi in seguito, avranno pur sempre un sapore di
minestra riscaldata. Si sbagliava. Quando il comandante arriv allaccampamento, e ci sarebbe da
discutere se accompagnato da oppure accompagnando il bovaro e i buoi, gli uomini erano tutti l
schierati in due file, i braccianti da un lato, i militari dallaltro, e al centro lelefante con il suo
cornac seduto sopra, tutti ad applaudire con entusiasmo, lanciando esclamazioni di gioia, se questa
fosse una nave di pirati sarebbe il momento di dire, Un doppio rum per tutti. Sia come sia, forse pi
avanti si presenter loccasione per far servire un quartino di vino rosso a tutta la compagnia.
Placate le effusioni, la carovana cominci a organizzarsi. Il bovaro attacc al carro i buoi del conte,
pi forti e pi freschi, e davanti, per farli riposare, quelli che venivano da lisbona. Pu darsi che il
fattore fosse dellopinione contraria, ma, in sella alla sua mula, continuava a farsi e rifarsi il segno
della croce, a stento credendo a quello che vedevano i suoi occhi, Un elefante, allora quello il
famoso elefante, mormorava, non meno di quattro cubiti di altezza, e la proboscide, e i denti, e le
zampe, che grosse che sono le zampe. Quando la carovana si mise in marcia, la segu fino alla
strada principale. Si conged dal comandante, cui augur un buon viaggio e un migliore ritorno, e
rimase l a guardarli mentre si allontanavano. Faceva grandi gesti di saluto. Non tutti i giorni che
ci compare nella vita un elefante.

Non vero che il cielo sia indifferente alle nostre preoccupazioni e ansiet. Il cielo non fa che
mandarci continuamente segnali, avvertimenti, e se non diciamo buoni consigli perch
lesperienza da un lato e dallaltro, cio la sua e la nostra, ha ormai dimostrato che non vale la pena
sforzare la memoria, che ce labbiamo tutti pi o meno debole. Segnali e avvertimenti sono facili da
interpretare se stiamo l con locchio attento, come nel caso del comandante quando sopra la
carovana, a un certo momento del tragitto, si rivers un rapido ma abbondante acquazzone. Per gli
uomini di fatica, impegnati nel penoso lavoro di spingere il carro dei buoi, quella pioggia fu una
benedizione, un atto di carit per la sofferenza cui vivono soggette le classi basse. Lelefante
salomone e il suo cornac subhro si godettero quel subitaneo rinfresco, il che non imped alla guida
di pensare a quanto gli avrebbe fatto comodo in futuro un parapioggia in situazioni come queste,
soprattutto nel viaggio verso vienna, appollaiato lass e protetto dallacqua che cadesse dalle
nuvole. Chi non apprezz affatto il liquido meteorologico furono i soldati della cavalleria,
solitamente tronfi nelle loro uniformi colorate, ora macchiate e gocciolanti, come se stessero
tornando sconfitti da una battaglia. Quanto al comandante, lui, con la sua ormai provata agilit di
spirito, aveva capito immediatamente che l cera un problema molto serio. Ancora una volta si
dimostrava che la strategia per questa missione era stata delineata da persone incompetenti, incapaci
di prevedere gli avvenimenti pi comuni, come questo che piova in agosto, quando gi dalla notte
dei tempi che la saggezza popolare continua ad avvisare che linverno, vero e proprio, in agosto
che comincia. A meno che lacquazzone non fosse stato una cosa momentanea e che il bel tempo
tornasse per restare, erano finite le notti dormite allaria aperta sotto la luna o larco stellato del
cammino di santiago. E non solo questo. Dovendo pernottare in luoghi abitati, cera bisogno di uno
spazio coperto per riparare i cavalli e lelefante, i quattro buoi, e qualche decina di uomini, e questo,
come si pu immaginare, era piuttosto difficoltoso da trovare nel portogallo del sedicesimo secolo,
dove non si era ancora imparato a costruire capannoni industriali n insediamenti turistici. E se la
pioggia ci prende per la strada, non un acquazzone come questo, ma una pioggia continua, di quelle
che non smettono per ore e ore, si domand il comandante, e concluse, Non avremo altro rimedio
che prendercela tutta sulle spalle. Alz il capo, scrut lo spazio e disse, Per ora sembra che si sia
rasserenato, speriamo sia stata solo una minaccia. Purtroppo non era stata solo una minaccia. Per
due volte, prima che arrivassero a un porto sicuro, se cos si potevano definire due decine di
casupole distanti luna dallaltra, con una chiesa scapitozzata, cio, solo con mezza torre, senza
navata a vista, gli si riversarono addosso altri due scrosci, che il comandante, ormai esperto in
questo sistema di comunicazioni, interpret subito come due nuovi avvertimenti del cielo, di sicuro
spazientito nel vedere che si stavano prendendo le misure preventive necessarie, quelle che
avrebbero risparmiato alla fradicia carovana raffreddori, costipazioni, infreddature e pi che
probabili polmoniti. Ecco qual il grande equivoco del cielo, siccome per lui nulla impossibile,
immagina che gli uomini, fatti, a quanto si dice, a immagine e somiglianza del suo potente
inquilino, godano dello stesso privilegio. Vorremmo proprio vedere che succederebbe al cielo nella
situazione del comandante, l a girare di casa in casa con la stessa cantilena, Sono un ufficiale di
cavalleria in missione di servizio ordinata da sua altezza il re del portogallo, quella di accompagnare
un elefante alla citt spagnola di valladolid, e non vedere altro che facce diffidenti, peraltro pi che
giustificatamente, dato che in quei paraggi non si era mai sentito parlare della specie elefantina n
cera la minima idea di cosa fosse un elefante. Vorremmo proprio vedere il cielo l a domandare se
avessero da quelle parti un granaio grande o, in sua mancanza, un capannone industriale, dove
potessero ripararsi per una notte gli animali e le persone, il che non sarebbe del tutto impossibile, ci
basta ricordare la perentoria affermazione di quel famoso ges di galilea che, nei suoi tempi
migliori, si vant di esser capace di distruggere e ricostruire il tempio dalla mattina alla sera di un
solo giorno. Si ignora se fu per mancanza di manodopera o di cemento che non lo fece, o se fu
perch giunse alla sensata conclusione che il lavoro non valeva la pena, considerando che se
qualcosa si va a distruggere per poi ricostruirlo, sar meglio lasciare tutto come stava prima. Una
vera prodezza, quella s, fu lepisodio della moltiplicazione dei pani e dei pesci, che se qui citiamo a
proposito solo perch, per ordine del comandante e per impegno del reparto salmerie della
cavalleria, oggi verr servito del cibo caldo a quanti esseri umani vi siano nella carovana, il che non
certo piccolo miracolo se consideriamo la mancanza di comodit e linstabilit del tempo.
Fortunatamente non piover. Gli uomini si tolsero gli abiti pi pesanti e li appesero ad asciugare su
dei bastoni cos da sfruttare il calore dei fal nel frattempo accesi. Poi ci fu solo da attendere
larrivo del calderone con la pietanza, sentire la consolante contrazione dello stomaco nel fiutare
che la sua fame sarebbe stata finalmente soddisfatta, sentirsi un uomo come quegli altri cui, a orari
precisi, come se si trattasse di una benefica fatalit del destino, qualcuno viene a servire un piatto
con qualcosa da mangiare e una fetta di pane. Questo comandante non come gli altri, pensa ai suoi
uomini, inclusi gli aggregati, come se fossero figli suoi. Inoltre, si preoccupa poco delle gerarchie,
per lo meno in circostanze come le attuali, tant che non andato a mangiare in disparte, se ne sta
qui, occupa un posto intorno al fuoco, e, se fino a ora ha partecipato poco alle conversazioni, stato
solo per lasciare gli uomini a loro agio. Proprio ora uno della cavalleria ha domandato quello che sta
passando nella testa di tutti, E tu, oh cornac, che diavolo ci vai a fare tu con lelefante a vienna,
Probabilmente lo stesso che a lisbona, niente di importante, rispose subhro, gli faranno molti
applausi, uscir tanta gente per la strada, e poi si dimenticheranno di lui, cos la legge della vita,
trionfo e oblio, Non sempre, Per gli elefanti e gli uomini, sempre, per quanto degli uomini non
dovrei parlare, io non sono che un indiano in un paese che non il suo, ma, che io sappia, solo un
elefante sfuggito a questa legge, Quale elefante, domand uno degli uomini di fatica, Un elefante
che era moribondo e a cui tagliarono la testa dopo morto, Allora fin tutto l, No, la testa fu messa
sul collo di un dio che si chiamava ganesha e che era morto. Parlaci di questo tal ganesha, disse il
comandante, Comandante, la religione induista assai complicata, solo un indiano qualificato per
comprenderla, e non tutti ci riescono, Credo di ricordare che mi hai detto di essere cristiano, E io
ricordo di avere risposto, pi o meno, signor comandante, pi o meno, Che vuol dire in realt, sei o
non sei cristiano, Mi battezzarono in india quando ero piccolo, E dopo, Dopo, niente, rispose il
cornac stringendosi nelle spalle, Non hai mai praticato, Non sono stato chiamato, signore, devono
essersi dimenticati di me, Non ci hai perso niente, disse la voce sconosciuta che non fu possibile
localizzare, ma che, sebbene ci non sia credibile, parve essere sprizzata fuori dal fal. Si fece un
grande silenzio interrotto solo dal crepitare della legna che ardeva. Secondo la tua religione, chi fu a
creare luniverso, domand il comandante, Brahma, mio signore, Allora, quello il dio, S, ma non
lunico, Spiegati, che non basta aver creato luniverso, c bisogno anche di chi lo conservi, e
questo il compito di un altro dio, uno che si chiama vishnu, Ci sono altri di oltre a questi, cornac,
Ne abbiamo migliaia, ma il terzo in importanza shiva, il distruttore, Vuoi dire che quello che
vishnu conserva, shiva lo distrugge, No, mio comandante, con shiva, la morte intesa come
principio generatore della vita, Se ben intendo, i tre fanno parte di una trinit, sono una trinit, come
nel cristianesimo, Nel cristianesimo sono quattro, mio comandante, chiedendo scusa per laudacia,
Quattro, esclam il comandante, stupefatto, chi questo quarto, La vergine, mio signore, La vergine
non centra, quelli che abbiamo sono il padre, il figlio e lo spirito santo, E la vergine, Se non ti
spieghi, ti taglio la testa, come hanno fatto allelefante, Non ho mai sentito chiedere niente a dio, n
a ges, n allo spirito santo, ma la vergine non ha mani per contare le tante implorazioni, preci e
sollecitazioni che le arrivano a casa a tutte le ore del giorno e della notte, Attento, che c
linquisizione, per il tuo bene non metterti su terreni pantanosi, Se arrivo a vienna, non torno pi,
Non tornerai in india, domand il comandante, Ormai non sono pi indiano, In ogni caso vedo che
del tuo induismo sembri saperne molto, Pi o meno, mio comandante, pi o meno, Perch, Perch
queste sono tutte parole, e solo parole, al di fuori delle parole non c niente, Ganesha una parola,
domand il comandante, S, una parola che, come tutte le altre, si potr spiegare solo con altre
parole, ma, siccome le parole che hanno tentato di spiegarla, vuoi che siano riuscite a farlo oppure
no, a loro volta, devono essere spiegate, il nostro discorso andr avanti senza una rotta, alterner,
come per maledizione, lerrato con il giusto, senza rendersi conto di ci che va bene e di ci che va
male, Raccontami chi era ganesha, Ganesha figlio di shiva e di parvati, chiamata anche durga o
kali, la dea dalle cento braccia, Se invece che braccia fossero state gambe, potevamo chiamarla
millepiedi, disse uno degli uomini dissimulando un sorriso, gi pentito del commento non appena
gli era uscito di bocca. Il cornac non gli prest attenzione e prosegu, C da dire, come accadde con
la vostra vergine, che ganesha fu generato da sua madre, parvati, senza lintervento del marito,
shiva, il che si spiega con il fatto che questi, essendo eterno, non sentiva alcun bisogno di avere dei
figli. Un giorno, avendo parvati deciso di fare un bagno, volle il caso che intorno non ci fossero le
guardie a proteggerla da chi volesse eventualmente entrare nella sala. Allora lei cre un idolo a
forma di bambino, fatto con limpasto che aveva preparato per lavarsi, e che non doveva essere altro
che sapone. La dea infuse la vita nel pupazzo, e questa fu la prima nascita di ganesha. Parvati
ordin a ganesha di non consentire lingresso a nessuno e lui segu alla lettera gli ordini della
madre. Poco dopo, shiva fece ritorno dalla foresta e voleva entrare in casa, ma ganesha non glielo
permise, il che, com naturale, fece infuriare shiva. Si ebbe allora il seguente dialogo, Sono lo
sposo di parvati, dunque la sua casa la mia casa, Qui entra solo chi vuole mia madre, e lei non mi
ha detto che tu potevi entrare. Shiva perse la pazienza e ingaggi una feroce battaglia con ganesha,
che si concluse con il dio che tagliava la testa allavversario con il suo tridente. Quando parvati usc
e vide il corpo senza vita del figlio, le sue grida di dolore si trasformarono ben presto in urla
infuriate. Ordin a shiva di restituire immediatamente la vita a ganesha, ma, per disgrazia, il colpo
che lo aveva decapitato era stato talmente potente che la testa era stata scagliata lontanissimo e non
la videro mai pi. Allora, come ultima risorsa, shiva and a chiedere aiuto a brahma, che gli sugger
di sostituire la testa di ganesha con quella del primo essere vivente che avesse incrociato sul
cammino, purch si trovasse in direzione nord. Shiva mand allora il suo esercito celestiale a
prendere la testa di qualsiasi creatura incontrassero addormentata con il capo in direzione nord.
Trovarono un elefante moribondo che dormiva in questa posizione e, dopo la sua morte, gli
tagliarono la testa. Ritornarono da shiva e parvati e consegnarono loro la testa dellelefante, la quale
testa fu collocata sul corpo di ganesha, riportandolo in vita. E fu cos che nacque ganesha dopo
avere vissuto ed esser morto. Balle, borbott un soldato, Come la storia di quello che, dopo morto,
risuscit il terzo giorno, rispose subhro, Attenzione, cornac, stai andando troppo oltre, lo rimprover
il comandante, Neanche io ci credo al racconto del bambino di sapone che arriv a diventare un dio
con un corpo da uomo panciuto e una testa da elefante, ma mi stato chiesto di spiegare chi era
ganesha, e io mi sono limitato a obbedire, S, ma hai fatto delle considerazioni poco amabili su ges
cristo e la vergine che allanimo delle persone qui presenti non sono piaciute per niente, Chiedo
scusa a chi si sentito offeso, non era mia intenzione, rispose il cornac. Si ud un mormorio di
pacificazione, la verit che a quegli uomini, tanto i soldati come i civili, poco gliene importava
delle dispute religiose, quello che li inquietava era che si toccassero argomenti cos tortuosi proprio
sotto la volta celeste. Si suole dire che le pareti hanno orecchi, simmagini di che grandezza saranno
quelli delle stelle. Fosse come fosse, era lora di andare a letto, lenzuola e coperte erano ci che
avevano indosso, limportante era che non gli piovesse sopra, e questo il comandante laveva
ottenuto andando di casa in casa a chiedere che ospitassero, per quella notte, due o tre dei suoi
uomini, avrebbero dormito nelle cucine, nelle stalle, nei pagliai, ma stavolta con la pancia piena, il
che avrebbe compensato questi e altri inconvenienti. Insieme a loro si dispersero un certo numero di
abitanti del paese, quasi tutti uomini, che erano convogliati l, attirati dalla novit dellelefante, al
quale, per paura, non erano riusciti ad avvicinarsi a meno di venti passi. Avvolgendo con la
proboscide una porzione di foraggio che sarebbe bastata a soddisfare il primo appetito di uno
squadrone di vacche, salomone, malgrado la sua vista corta, lanci loro uno sguardo severo, dando
chiaramente a intendere che non era un animale da concorso, bens un lavoratore onorato che certe
disavventure, di cui sarebbe troppo lungo riferire qui, avevano lasciato senza lavoro e, per cos dire,
affidato alla carit pubblica. Allinizio, uno degli uomini del paese, a mo di bravata, fece ancora un
bel po di passi oltre la linea invisibile che subito dopo si sarebbe trasformata in frontiera compatta,
ma salomone gli mand un calcio di avvertimento che, sia pure non raggiungendo il bersaglio,
diede luogo a un interessante dibattito fra di loro su famiglie o clan di animali. Mule, muli, asini,
asine, cavalli, cavalle, sono quadrupedi che, come tutti quanti sanno, e alcuni per dolorosa
esperienza, danno calci, il che ben comprensibile, dato che non dispongono di altre armi, vuoi
offensive che difensive, ma un elefante, con quella proboscide e quei denti, con quelle zampone
enormi che ricordano dei martelli pneumatici, capace per giunta, come se non bastasse quello che
ha gi, di scalciare. Suggerisce la mansuetudine in persona quando lo si guarda, ma, se necessario,
potr trasformarsi in una fiera. Lo strano che, appartenendo alla famiglia degli animali
summenzionati, cio, alla famiglia di quelli che danno calci, non abbia le ferrature. Alla fin fine,
disse uno dei paesani, in un elefante non c poi granch da vedere, ci fai un giro intorno ed tutto
l. Gli altri concordarono, Ci fai un giro intorno e hai visto tutto. Avrebbero potuto ritirarsi nelle
loro case, al conforto dei loro focolari, ma uno disse che sarebbe rimasto ancora un po, che voleva
udire quello che stavano dicendo intorno a quel fal. Ci andarono tutti. Allinizio non compresero di
cosa si trattava, non capivano i nomi, avevano degli accenti strani, finch tutto divenne chiaro
quando giunsero alla conclusione che si stava parlando dellelefante e che lelefante era dio. Ora s,
procedevano verso casa, verso il conforto dei focolari, ciascuno portando con s due o tre ospiti fra
militari e uomini di fatica. Con lelefante rimasero di guardia due soldati della cavalleria, il che li
consolid nellidea che fosse urgente andare a parlare con il curato. Le porte si chiusero e il paese si
rannicchi tutto nelloscurit. Poco dopo alcune tornarono ad aprirsi segretamente e i cinque uomini
che ne uscirono sincamminarono verso la piazza del pozzo, punto di riunione che avevano
concordato. Lidea loro era di andare a parlare con il prete, che a quellora doveva gi essere a letto
e probabilmente a dormire. Il reverendo era noto per il suo pessimo umore quando lo svegliavano a
orari sconvenienti, che per lui erano tutti quelli in cui stesse tra le braccia di morfeo. Uno degli
uomini ventil anche unalternativa, E se venissimo di mattina, domand, ma un altro, pi
determinato, o semplicemente pi propenso alla logica delle previsioni, obiett, Se dovessero
decidere di partire allalbeggiare, rischieremmo di non trovare nessuno, e cos resteremmo con un
palmo di naso. Erano l davanti alla porta della parrocchia e sembrava che nessuno dei visitatori
notturni si sarebbe azzardato a sollevare il batacchio. Il batacchio ce laveva anche la porta della
canonica, ma era troppo piccolo per riuscire a svegliare linquilino. Alla fine, come una cannonata
nel silenzio pietrificato del paese, il batacchio della parrocchia diede segni di vita. Dovette sparare
altre due volte prima che dallinterno si udisse la voce roca e irritata del curato, Chi . Ovviamente,
non era prudente n comodo parlare di dio in piena strada, separati da qualche muro e da un portone
di legno massello. Non ci sarebbe voluto molto perch i vicini mettessero lorecchio in ascolto delle
voci alte con cui sarebbero state obbligate a comunicare le parti dialoganti, trasformando cos una
gravissima questione teologica nella favola della stagione. Finalmente, la porta della canonica si
apr e comparve la testa rotonda del curato, Che volete a questora di notte. Gli uomini varcarono il
portone della parrocchia e avanzarono, in punta di piedi, verso laltra porta. C qualcuno che sta
morendo, domand il curato. Tutti dissero nossignore. Allora, insistette il servo di dio, riparandosi
meglio con la coperta che si era gettata sulle spalle, Per la strada non possiamo parlare, disse uno
degli uomini. Il curato borbott, Allora, se non potete parlare per la strada, venite domani in chiesa,
Dobbiamo parlare ora, signor curato, domani potrebbe essere tardi, largomento che ci ha portato
qui molto serio, un argomento di chiesa, Di chiesa, ripet il curato, subitaneamente inquieto,
pensando che fosse crollata la travatura marcia del soffitto, Sissignore, di chiesa, Allora entrate,
entrate. Li spinse verso la cucina dove, nel camino, ardevano ancora le braci della legna bruciata,
accese una candela, si sedette su uno sgabello e disse, Parlate. Gli uomini si guardarono a vicenda,
dubbiosi su chi dovesse essere il portavoce, ma era chiaro che ne aveva realmente legittimit solo
quegli che aveva detto che avrebbe ascoltato ci che si stava dicendo nel gruppo in cui si trovavano
il comandante e il cornac. Neanche ci fu bisogno di votare, luomo in questione aveva preso la
parola, Signor curato, dio un elefante. Il prete tir un sospiro di sollievo, meglio questo che il tetto
crollato, e, oltre tutto, leretica affermazione era di facile risposta, Dio sta in tutte le sue creature,
disse. Gli uomini mossero il capo affermativamente, ma il portavoce, ben consapevole dei suoi
diritti e delle sue responsabilit, ribatt, Ma nessuna di esse dio, Ci mancherebbe altro, rispose il
curato, ci ritroveremmo con un mondo pieno zeppo di di, e non si capirebbe pi nessuno, ciascuno
a tirare lacqua al suo mulino, Signor curato, quello che abbiamo udito noi, con queste orecchie che
la terra dovr mangiare, che quellelefante l dio, Chi che ha proferito una simile barbarie,
domand il curato usando una parola duso non corrente nel paese, cosa che in lui era un chiaro
segno di fastidio, Il comandante della cavalleria e luomo che viaggia sopra, Sopra che, Sopra dio,
lanimale. Il curato trasse un respiro profondo, represse lanimo che lo stava spingendo a maggiori
eccessi e domand, Siete per caso ubriachi, No, signor curato, rispose il coro, difficile essere
ubriachi con i tempi che corrono, il vino costa caro, Allora, se non siete ubriachi, se malgrado
questa fanfaluca continuate a essere dei buoni cristiani, ascoltatemi bene. Gli uomini si
avvicinarono per non perdere una parola, e il curato, dopo essersi schiarito il raspio che sentiva in
gola e che, pensava lui, era il risultato del fatto di essere uscito bruscamente dal calduccio delle
lenzuola nel freddo ambiente esterno, attacc il sermone, Potrei mandarvi a casa con una penitenza,
un bel numero di paternostri e tante avemarie, e non pensarci pi, ma siccome mi sembrate tutti in
buonafede, domani mattina, prima del sorgere del sole, ci recheremo insieme, io e voi, con le vostre
famiglie, pi tutti gli altri vicini del paese, che dovrete avvisare, nel luogo in cui si trova lelefante,
non per scomunicarlo, dato che, essendo un animale, non ha ricevuto il santo sacramento del
battesimo n ha potuto rifugiarsi nei beni spirituali concessi dalla chiesa, ma per mondarlo da
qualsiasi possessione diabolica che sia stata introdotta dal maligno nella sua natura di bruto, come
accadde ai duemila porci che annegarono nel mare della galilea, come ben ricorderete. Si concesse
una pausa, e subito dopo domand, Intesi, Sissignore, risposero tutti, eccetto il portavoce che
cominciava a prendere sempre pi sul serio la sua funzione, Signor curato, disse, quella storia mi ha
sempre causato confusione nella testa, Perch, Non capisco per quale motivo quei porci dovessero
morire, daccordo che ges aveva fatto il miracolo di scacciare gli spiriti immondi dal corpo del
geraseno, ma consentire che questi entrassero in quei poveri porci che non avevano niente a che fare
con quella storia, non mi pare sia stata una bella maniera di concludere il lavoro, tanto pi che i
demoni erano immortali, perch se non lo fossero stati dio avrebbe fatto fuori la loro razza fin dalla
nascita, quello che voglio dire che prima che i porci finissero nellacqua i demoni erano gi
scappati, a mio parere ges non la pens bene, E chi sei tu per dire che ges non la pens bene, Sta
scritto, padre, Ma tu non sai leggere, Non so leggere, ma so ascoltare, C qualche bibbia in casa
tua, No, padre, solo i vangeli, facevano parte di una bibbia, ma qualcuno li ha strappati via, E chi li
legge, La mia figlia maggiore, vero che ancora non riesce a leggere di filato, ma, grazie alle volte
che ha gi letto la stessa cosa, stiamo cominciando a capirla meglio, In compenso, il peggio che,
con simili pensieri e opinioni, se qui ci arriva linquisizione tu sarai il primo a finire sul rogo, Di
qualcosa si dovr pure morire, padre, Non venirtene con queste stupidit, piantala con i vangeli e
presta pi attenzione a quello che dico io in chiesa, indicare il retto cammino missione mia e di
nessun altro, ricordati che chi lascia la via vecchia per la nuova, sa quel che lascia ma non sa quel
che trova, S, padre, Di quanto si detto qui, neanche una parola, se qualcuno, al di fuori dei
presenti, verr a parlarmi di questi argomenti, chi di voi avr dato fiato alle trombe subir la pena di
scomunica maggiore, fossanche dovessi andare a roma per darne testimonianza personalmente. Il
curato fece una pausa drammatica, e poi domand con voce cavernosa, Intesi, S, padre, intesi,
Domani, prima che nasca il sole, vi voglio tutti riuniti sul sagrato della chiesa, io, il vostro pastore,
vi preceder, e insieme, con la mia parola e la vostra presenza, battaglieremo per la nostra santa
religione, ricordatevi, el pueblo unido jams ser vencido.

Il giorno albeggi nebbioso, ma non si era perduto nessuno, trovarono tutti, nel pieno di una foschia
quasi altrettanto spessa di una zuppa fatta solo di patate bollite, una strada per arrivare alla chiesa
come prima avevano trovato laccampamento gli ospiti a cui i paesani avevano dato accoglienza.
Cerano tutti, dalla pi tenera creatura in braccio alla madre fino allanziano pi vecchio del paese
ancora in grado di camminare, grazie allausilio del bastone che fungeva da terza gamba. Non ne
aveva tante come i millepiedi, che quando arrivano alla vecchiaia hanno bisogno di una gran
quantit di bastoni, il che in definitiva risulta un saldo a favore della specie umana, cui ne servono
solo tre, salvo casi pi gravi, quando i suddetti bastoni cambiano nome e passano a chiamarsi
stampelle. Di questi, grazie alla divina provvidenza che veglia su noi tutti, nel paese non ce nerano.
La colonna procedeva a passo alquanto deciso, tramutando in forze le proprie debolezze, pronta a
scrivere una nuova pagina di abnegato eroismo negli annali del paese, le altre non avevano molto da
offrire alla lettura degli eruditi, soltanto che nasciamo, lavoriamo e moriamo. Quasi tutte le donne
erano armate dei loro rosari e mormoravano preci, probabilmente per rinvigorire lanimo del curato,
che procedeva in testa, munito dellaspersorio e dellampollina con lacqua benedetta. Per via della
nebbia, gli uomini della carovana non si erano dispersi come sarebbe stato naturale, aspettavano a
piccoli gruppi la sbobba del mattino, inclusi i militari, che, pi mattinieri, avevano gi sellato i
cavalli. Quando i paesani cominciarono a uscire dalla zuppa di patate, il personale responsabile
dellelefante si mosse istintivamente per andargli incontro, portandosi in avanguardia, per dovere
dufficio, i soldati della cavalleria. Quando quelli giunsero a portata di voce il curato si ferm, alz
la mano in segno di pace, rivolse loro il buongiorno e domand, Dov lelefante, vogliamo vederlo.
Il sergente consider ragionevoli tanto la domanda come la richiesta e rispose, Dietro quegli alberi,
ma per vedere lelefante dovrete parlare prima con il comandante del plotone e con il cornac, Chi
il cornac, luomo che ci va sopra, Sopra che, Sopra lelefante, sopra che doveva essere, Vuol dire
che cornac significa quello che va sopra, Non so cosa significhi, so solo che ci va sopra, mi pare che
la parola venga dallindia. La conversazione, di questo andazzo, minacciava di diventare eterna se
non fosse che si stavano avvicinando il comandante e il cornac, attirati dalla curiosit di avere
intravisto, nella nebbia che in quel punto aveva iniziato a dissiparsi un po, quelli che potevano
essere due eserciti fronteggiarsi. Ecco che sta arrivando il comandante, disse il sergente, felice di
uscirsene da una conversazione che cominciava gi a renderlo nervoso. Il comandante disse,
Buongiorno a tutti, e domand, In che posso servirvi, Vorremmo vedere lelefante, Lora non la
migliore, intervenne il cornac, lelefante ha un pessimo risveglio. A questo il prete rispose, che
oltre al fatto di vederlo le mie pecorelle e io personalmente, vorrei anche benedirlo per il viaggio,
ho qui con me laspersorio e lampollina con lacqua benedetta, una buona idea, disse il
comandante, fino a ora nessuno dei sacerdoti che abbiamo incontrato lungo il cammino si era
offerto di benedire salomone, Chi salomone, domand il curato, Lelefante si chiama salomone,
rispose il cornac, Non mi pare adatto dare a un animale il nome di una persona, gli animali non sono
persone e tanto meno le persone sono animali, Di questo non sono tanto sicuro, rispose il cornac,
che cominciava a infastidirsi per quelle chiacchiere, la differenza tra chi ha fatto degli studi e chi
no, concluse, con censurabile alterigia, il curato. Detto ci, si gir verso il comandante e domand,
Concede la signoria vostra licenza che io compia il mio obbligo di sacerdote, Per me, s, padre,
ancorch lelefante non sia sotto il mio potere, ma del cornac. Invece di aspettare che il curato gli
rivolgesse la parola, subhro soggiunse in tono sospettosamente gentile, Visto che lei, signor
curato, salomone tutto suo. Orbene, tempo di avvisare il lettore che qui ci sono due personaggi
che non sono in buonafede. In primissimo luogo, il curato che, al contrario di ci che ha detto, non
ha con s nellampollina dellacqua benedetta, ma acqua del pozzo, travasata direttamente dalla
brocca della cucina, senza alcun passaggio, reale o simbolico, per lempireo, in secondo luogo il
cornac, che spera che accada qualcosa e sta rivolgendo preghiere al dio ganesha perch questo
accada per davvero. Non si avvicini troppo, avvert il comandante, badi che misura tre metri di
altezza e pesa circa quattro tonnellate, se non di pi, Non sar poi tanto pericoloso come la bestia
del leviatano, e quello lha soggiogato per tutta la vita la santa religione cattolica, apostolica e
romana cui appartengo, Io lho avvisata, la responsabilit sua, disse il comandante, che nella sua
esperienza di militare aveva udito tante bravate e constatato il triste risultato di quasi tutte. Il curato
immerse laspersorio nellacqua, fece tre passi avanti e ne spruzz la testa dellelefante, mentre
mormorava delle parole che avevano tutta laria di essere latine, ma che nessuno cap, neppure la
ridottissima parte istruita degli astanti, cio, il comandante, che era stato alcuni anni in seminario,
risultato di una crisi mistica che avrebbe finito per guarire da sola. Il reverendo continuava il suo
lavoro e, a poco a poco, si avvicinava allaltra estremit dellanimale, movimento che coincise con
laccelerazione delle preghiere del cornac al dio ganesha e con la subitanea scoperta, da parte del
comandante, che le parole e i gesti che il prete stava facendo appartenevano al manuale
dellesorcismo, come se il povero elefante potesse essere posseduto da qualche demonio.
Questuomo matto, pens il comandante e, nellattimo stesso in cui lo pens, vide il curato
scagliato a terra, ampollina di qua, aspersorio di l, acqua benedetta rovesciata. Le pecorelle si
fecero avanti per soccorrere il loro pastore, ma i soldati si interposero per evitare disordini e
confusioni, e, se ben lo pensarono, meglio lo fecero, perch il curato, aiutato dagli ercoli locali,
stava gi tentando di alzarsi, chiaramente dolorante allanca sinistra, ma, da tutti gli indizi, senza
nessun osso rotto, il che, tenendo conto dellet avanzata e della flaccida corporatura dellindividuo,
si sarebbe quasi potuto considerare uno dei pi riusciti miracoli della santa patrona del posto. Quel
che realmente successe, e non verremo mai a conoscerne la causa, mistero inspiegabile da
aggiungere a tanti altri, fu che salomone, a meno di un palmo dal bersaglio del tremendo calcio che
aveva cominciato a sferrare, fren e addolc limpatto, in modo che gli effetti non andassero oltre
quelli che sarebbero risultati da uno spintone serio, ma senza acredine, e tanto meno con
lintenzione di uccidere. Mancandogli, come a noi, questa importante informazione, il curato si
limitava a dire, rintontito, stato un castigo del cielo, stato un castigo del cielo. Da oggi in poi,
quando si parler di elefanti in sua presenza, e saranno davvero tante le volte, tenendo conto di ci
che accaduto qui, in una mattina brumosa, davanti a tanti testimoni oculari, dir sempre che questi
animali, apparentemente bruti, sono cos intelligenti che, oltre ad avere dei rudimenti di latino, sono
anche capaci di distinguere lacqua benedetta da quella che non lo . Zoppicando, il curato si lasci
condurre verso una sedia di legno nero con i braccioli, di stile conventuale, una preziosa opera di
intagliatore che quattro dei suoi pi devoti servitori erano andati a prendere in chiesa. Ormai non
saremo pi qui quando sar organizzato il ritorno al paese. La discussione sar tumultuosa, com
naturale attendersi da esseri poco dediti agli esercizi della ragione, uomini e donne che per un
nonnulla vengono alle mani, anche quando, come in questo caso, si tratti di decidere su unopera
tanto pia come quella di trasportare il loro pastore fino a casa e metterlo a letto. Il curato non sar di
grande aiuto per dirimere la contesa in quanto cadr in un torpore che preoccuper tutti quanti,
tranne la strega del paese, Tranquillizzatevi, disse, non ci sono segni di morte prossima, n per oggi,
n per domani, niente che non si possa risolvere con delle belle frizioni sulle parti colpite e qualche
tisana per depurare il sangue e non lasciarlo corrompere, e piantatela immediatamente con le zuffe
che vanno sempre a finire con qualche testa spaccata, quello che dovete fare darvi il cambio ogni
cinquanta passi, e tutti amiconi. Aveva ragione la strega.

La carovana di uomini, cavalli, buoi ed elefante stata inghiottita definitivamente dalla bruma, non
si distingue neppure la macchia dellestesa sagoma dellassembramento che formano. Dovremo
correre per raggiungerla. Fortunatamente, considerando il poco tempo che ci siamo fermati ad
assistere alla discussione degli ercoli del paese, non potranno andare molto lontano. In una
situazione di visibilit normale o di bruma meno simile di questa a una purea, basterebbe seguire le
tracce delle grosse ruote del carro dei buoi e del carro delle salmerie sul terreno ammorbidito, ma,
ora, neppure sfiorando col naso la terra si riuscirebbe a scoprire che qui c passata gente. E non
solo gente, anche animali, come si detto, alcuni di una certa stazza, come i buoi e i cavalli, e
specialmente il pachiderma conosciuto alla corte portoghese come salomone, i cui piedi, gi di per
s, avrebbero lasciato sul suolo il segno di certe impronte enormi, quasi circolari, come quelle dei
dinosauri dai piedi rotondi, se mai sono esistiti. Giacch stavamo parlando di animali, ci che
sembra impossibile che nessuno a lisbona abbia pensato di far venire due o tre cani. Un cane
unassicurazione sulla vita, un fiutatore di piste, una bussola a quattro zampe. Basterebbe dirgli,
Cerca, e in meno di cinque minuti ce lavremmo di ritorno, con la coda scodinzolante e gli occhi
brillanti di felicit. Non c vento, eppure la nebbia sembra muoversi in mulinelli lenti come se
borea in persona la stesse soffiando dal pi recondito nord e dai ghiacci eterni. Quello che non va
bene, confessiamolo, che, in una situazione tanto delicata come questa, qualcuno si sia messo a
tirare a lustro la prosa per cavarne dei riflessi poetici senza un pizzico di originalit. A questora i
compagni della carovana si sono gi accorti di sicuro della mancanza dellassente, due di loro si
sono offerti volontari per tornare indietro e salvare lo sventurato naufrago, e di questo ci sarebbe
tanto da ringraziare se non fosse per la fama di poltrone che finirebbe per accompagnarlo per il
resto della vita, Pensate, direbbe la voce pubblica, quel tipo seduto l, in attesa che spuntasse
qualcuno a salvarlo, c gente che non ha nessuna vergogna. vero che se nera stato seduto, ma
ora si alzato e ha fatto coraggiosamente il primo passo, la gamba destra avanti, per scongiurare i
malefici del destino e dei suoi potenti alleati, la sorte e il caso, poi la gamba sinistra tutta un tratto
dubbiosa, e ce nera ben donde, giacch il terreno non si riusciva pi a vedere, come se una nuova
marea di nebbia avesse cominciato a montare. Al terzo passo non riesce pi neanche a vedere le
proprie mani tese in avanti, quasi a proteggersi il naso dalla botta contro una porta inattesa. allora
che gli si presentata unaltra idea, e cio che la strada facesse delle curve da un lato o dallaltro, e
che la rotta presa, una linea che non solo voleva essere retta, ma intendeva pure mantenersi costante
in quella direzione, finisse per condurlo allo sprofondo dove la perdizione del suo essere, tanto
dellanima come del corpo, sarebbe stata garantita, in questultimo caso con conseguenze
immediate. E tutto questo, oh sorte sventurata, senza un cane l ad asciugargli le lacrime quando
fosse giunto il grande momento. Ha pensato ancora di tornare indietro, di chiedere ospitalit nel
paese finch il banco di nebbia non si fosse dissipato da solo, ma, perduto il senso
dellorientamento, confusi i punti cardinali come se si trovasse in uno spazio esterno di cui non
conoscesse nulla, non ha trovato risposta migliore che risedersi a terra e aspettare che il destino, la
casualit, la sorte, uno qualsiasi di loro o tutti insieme, riconducessero gli abnegati volontari al
minuscolo palmo di terra in cui si trovava, come unisola nelloceano, senza possibilit di
comunicare. Con maggiore propriet, un ago nel pagliaio. Nel giro di tre minuti, dormiva. Strana
bestia questo animale uomo, altrettanto capace di terribili insonnie per una sciocchezza che di
dormire spaparacchiato alla vigilia della battaglia. proprio ci che successo. sprofondato nel
sonno, e c da credere che ancora oggi sarebbe l a dormire se salomone non avesse emesso,
allimprovviso, in qualche parte del nebbione, un barrito assordante i cui echi sarebbero di sicuro
arrivati alle lontane sponde del gange. Stordito dal brusco risveglio, non riuscito a distinguere in
che direzione potesse trovarsi lemittente sonoro che aveva deciso di salvarlo da un congelamento
fatale, o peggio ancora, giacch questa terra di lupi, e un uomo solo e disarmato non ha salvezza
davanti a un branco o anche un solo esemplare della specie. Il secondo richiamo di salomone stato
ancora pi potente del primo, cominciato con una specie di gorgoglio sordo negli abissi della gola,
come un rullare di tamburi, cui ha fatto immediatamente seguito il clangore sincopato che forma il
grido di questo animale. Ecco che luomo sta attraversando la bruma come un cavaliere alla carica,
con la lancia in resta, mentre mentalmente implora, Di nuovo, salomone, per favore, di nuovo. E
salomone lo ha accontentato, ha emesso un altro barrito, meno forte, come una semplice conferma,
perch il naufrago che era prima ormai non lo era pi, ecco che sta arrivando, ecco arrivato il carro
delle salmerie della cavalleria, non se ne riescono a distinguere i particolari perch le cose e le
persone sono come schizzi confusi, ma adesso ci sovvenuta unaltra idea, alquanto pi molesta,
supponiamo infatti che questo nebbione sia di quelli che corrodono le pelli, la pelle delle persone, la
pelle dei cavalli, la pelle dello stesso elefante, malgrado sia cos spessa che non c tigre che riesca
a conficcarci il dente, le nebbie non sono tutte uguali, un giorno si grider gas, e allora meschino chi
non avr sul capo una celata ben aderente. A un soldato che passa, tenendo il cavallo per la cavezza,
il naufrago domanda se i volontari siano gi rientrati dalla missione di salvataggio e recupero, e
questi risponde allinterpellanza con uno sguardo diffidente, come se avesse davanti un provocatore,
che quanto a essercene ce nerano gi in abbondanza nel sedicesimo secolo, basta consultare gli
archivi dellinquisizione, e dice, seccamente, Dov che sei andato a pescare queste fantasie, qui
non c stata nessuna richiesta di volontari, con un nebbione cos lunico atteggiamento sensato
quello che abbiamo preso, mantenerci uniti finch non si decida ad alzarsi da solo, daltronde,
chiedere volontari non tanto nello stile del comandante, in genere si limita a indicare tu, tu e tu,
voi, avanti, marsch, il comandante dice che, eroi, eroi, o lo saremo tutti, o nessuno. Per rendere pi
chiara la volont di troncare la conversazione, il soldato si issato sul cavallo, ha salutato ed
scomparso nella nebbia. Non era soddisfatto di s. Aveva dato spiegazioni che nessuno gli aveva
chiesto, fatto commenti a cui non era autorizzato. Eppure, lo tranquillizzava che luomo, bench
non sembrasse avere il fisico adatto, doveva probabilmente appartenere, altra possibilit non cera,
almeno, al gruppo di quanti erano stati assoldati per aiutare a spingere e tirare i carri dei buoi nei
frangenti difficili, gente di poche parole e, teoricamente, scarsissima immaginazione. Teoricamente,
diciamo, perch alluomo perduto nella nebbia limmaginazione non pare che fosse mancata, si
pensi alla destrezza con cui ha tirato fuori dal nulla, dal non accaduto, i volontari che sarebbero
dovuti andare a salvarlo. Fortunatamente per la sua credibilit pubblica, lelefante unaltra cosa.
Grande, enorme, panciuto, con una voce tale da terrorizzare anche i meno timorati e una proboscide
come nessun altro animale della creazione la possiede, lelefante non potrebbe mai essere frutto di
unimmaginazione, per quanto fertile e propensa al rischio fosse. Lelefante, semplicemente, o
esisteva, o non esisteva. dunque il momento di andare a fargli visita, di ringraziarlo per lenergia
con cui ha usato la proboscide salvatrice che dio gli ha dato, se questa fosse la valle di giosafat
sarebbero risuscitati i morti, ma visto che soltanto questo, un pezzo agreste di terra portoghese
soffocato dalla nebbia dove qualcuno, chi, stato sul punto di morire di freddo e di abbandono,
diremo, per non perdere del tutto la laboriosa comparazione in cui ci siamo infilati, che ci sono
risurrezioni tanto ben amministrate che addirittura possibile operarle prima del trapasso del
soggetto stesso. come se lelefante avesse pensato, Quel povero diavolo morir, ora lo risuscito.
Ed ecco che abbiamo il povero diavolo che si profonde in ringraziamenti, giuramenti di gratitudine
per tutta la vita, finch il cornac si deciso a domandare, Cos che ti ha fatto lelefante perch tu
gli sia tanto grato, Se non fosse per lui, sarei morto di freddo o sarei stato divorato dai lupi, E come
c riuscito, se non si mosso da qui da quando si svegliato, Non c stato bisogno che si
allontanasse, gli bastato soffiare nella sua trombetta, io ero perduto nella nebbia ed stata la sua
voce a salvarmi, Se qualcuno pu parlare delle opere e delle gesta di salomone, quello sono io, che
apposta sono il suo cornac, dunque non venirtene con questa frottola di avere udito un barrito, Un
barrito, no, i barriti che queste orecchie che la terra dovr corrodere hanno udito sono stati tre. Il
cornac ha pensato, Questo tipo matto da legare, andato fuori di testa per la febbre della nebbia,
pi che sicuro, di casi del genere se n sentiti. Dopo, a voce alta, Per non starcene qui a discutere,
barrito s, barrito no, barrito forse, domandate voi a questi uomini che stanno venendo se hanno
udito qualche cosa. Gli uomini, tre sagome i cui contorni sfumati sembravano oscillare e tremare a
ogni passo, facevano venir voglia immediatamente di domandare, Dov che volete andare voi, con
un tempo simile. Sappiamo che non questa la domanda che il maniaco dei barriti gli faceva in
questo momento e conosciamo la risposta che gli stavano dando. Non sappiamo, invece, se alcune
di queste cose siano tra loro collegate, e quali, e come. Certo che il sole, come unimmensa
spazzola luminosa, ha squarciato dimprovviso la nebbia e lha spinta lontano. Il paesaggio
divenuto visibile tale e quale era sempre stato, pietre, alberi, burroni, montagne. I tre uomini non ci
sono pi. Il cornac apre la bocca per parlare, ma la richiude. Il maniaco dei barriti ha cominciato a
perdere consistenza e volume, a contrarsi, diventato quasi rotondo, trasparente come una bolla di
sapone, ammesso che i pessimi saponi che si fabbricano di questi tempi siano in grado di formare
quelle meraviglie cristalline che qualcuno ha avuto la genialit di inventare, e dimprovviso
scomparso alla vista. Ha fatto plof ed sparito. Certe onomatopee sono provvidenziali. Simmagini
se avessimo dovuto descrivere il processo di sparizione del soggetto con tutti i particolari. Ci
sarebbero volute, almeno, dieci pagine. Plof.

Casualmente, forse per effetto di qualche alterazione atmosferica, il comandante si ritrov a pensare
alla moglie e ai figli, lei, incinta di cinque mesi, loro, un maschietto e una femminuccia, di sei e
quattro anni rispettivamente. Le rudi genti di queste epoche che ancora a stento sono uscite dalla
barbarie primeva prestano cos poca attenzione ai sentimenti delicati che ben di rado ne fanno uso.
Sebbene gi si cominci a notare da queste parti un certo fermento di emozioni nella laboriosa
costituzione di unidentit nazionale coerente e coesa, la nostalgia e i suoi sottoprodotti non sono
ancora stati integrati nel portogallo come filosofia abituale di vita, il che ha dato origine a non
poche difficolt di comunicazione nella societ in generale, come pure a non poche perplessit nel
rapporto di ciascuno con se stesso. In nome del pi ovvio senso comune, ad esempio, non sarebbe
per noi consigliabile avvicinarci alla staffa del comandante per domandare, Mi dica, comandante, ha
nostalgia di sua moglie e dei suoi figlioletti. Linterpellato, ancorch non del tutto sprovvisto di
gusto e sensibilit, come gi si devesser potuto osservare in diversi passaggi di questo racconto,
mantenendo sempre, chiaro, la pi riguardosa discrezione per non scioccare il pudore del
personaggio, ci guarderebbe sorpreso per la nostra palese mancanza di tatto e ci darebbe una
risposta vaga, astratta, senza capo n coda, lasciandoci, quanto meno, con serie preoccupazioni sulla
vita intima della coppia. Vero che il comandante non ha mai cantato una serenata n scritto, che si
sappia, un sonettino, fossanche uno solo, ma ci non significa che non sia, diciamo per natura,
assai competente per apprezzare le cose belle che via via sono state create dallingegno dei suoi
simili. Una di queste, ad esempio, avrebbe potuto portarla con s, avvolta nello zaino tra gli
indumenti, come aveva gi fatto in altri spostamenti pi o meno bellici, ma stavolta ha preferito
lasciarla al sicuro a casa. Data la scarsezza del soldo che riscuote, non di rado in ritardo, il quale,
come evidente, non stato calcolato dalle finanze per i lussi della truppa, il comandante, se ha
voluto il suo gioiello, ormai una buona dozzina danni fa, ha dovuto vendere una bandoliera ricca in
materiali, delicata nel disegno e notevole nella decorazione, in ogni caso pi adatta a brillare nei
saloni che sul campo di battaglia, un magnifico pezzo di equipaggiamento militare un tempo di
propriet del nonno materno e che, da allora, si era tramutato in oggetto del desiderio di quanti la
vedevano. Al suo posto, ma non per gli stessi scopi, si trova, sin da allora, un grosso volume, dal
titolo di amadigi di gaula, unopera di cui sar stato autore, come giurano certi eruditi pi patrioti,
un tal vasco de lobeira, portoghese del quattordicesimo secolo, la quale opera sarebbe stata
pubblicata a saragozza, in traduzione castigliana, nel mille e cinquecento otto da garci rodrguez de
montalvo, che vi aggiunse alcuni capitoli di avventure e amori ed emend e corresse gli antichi
testi. Sospetta il comandante che il suo esemplare provenga da un ceppo bastardo, da una di quelle
edizioni che oggi chiamiamo pirata, il che dimostra da quanto lontano vengano certe illecite
pratiche commerciali. Salomone, altre volte lo abbiamo detto, stiamo parlando del re di giudea, non
dellelefante, aveva ragione quando scrisse che non c niente di nuovo sotto il sole. Si stenta a
immaginare che tutto fosse uguale a tutto gi in quelle bibliche ere, quando la nostra pertinace
innocenza continua a ostinarsi a immaginarle liriche, bucoliche e pastorali, solo perch sono ancora
tanto vicine ai primi abbozzi della nostra civilt occidentale.

Il comandante sta leggendo per la quarta o quinta volta il suo amadigi. Come in qualsiasi altro
romanzo di cavalleria, non mancano battaglie sanguinose, gambe e braccia amputate di netto, corpi
troncati allaltezza della vita, il che la dice lunga sulla forza bruta di quei cavalieri spirituali, dato
che a quellepoca non erano note, n immaginabili, le virt sezionatrici di metalli come il vanadio e
il molibdeno, oggi facili da trovare in qualsiasi coltello da cucina, e questo dimostra quanto siamo
venuti a progredire nella giusta direzione. Il libro racconta con minuzia e diletto i tribolati amori di
amadigi di gaula e oriana, entrambi figli di re, cosa che per non fu di ostacolo a che la madre di lui
avesse deciso di rifiutarlo, ordinando di portare il piccino fino al mare e l, in una cassa di legno,
con una spada accanto, abbandonarlo alla merc delle correnti marittime e dellimpeto delle onde.
Quanto a oriana, la poveretta, contro la sua volont, si vide promessa in matrimonio dal padre
allimperatore di roma, mentre tutte le sue illusioni e i suoi desideri erano riposti in amadigi, che lei
amava dallet di sette anni, quando il giovinettino ne aveva dodici, sebbene per la costituzione
fisica ne dimostrasse gi quindici. Vedersi e amarsi era stata questione di un attimo abbagliante che
rimase intatto per tutta la vita. Era il tempo in cui lerrante cavalleria si era proposta di terminare
lopera di dio, eliminare cio il male dal pianeta. Era anche il tempo in cui lamore lo era soltanto se
fosse stato estremo, radicale, in cui la fedelt assoluta era un dono dello spirito tanto naturale come
il mangiare e il bere lo erano del corpo. E, giacch si parla di corpo, c da domandarsi in che stato
si potrebbe trovare quello di amadigi, tutto ricucito da cicatrici, abbracciato al corpo perfetto
dellimpari oriana. Le armature, senza il molibdeno e il vanadio, a ben poco sarebbero potute
servire, e il narratore della storia non nasconde la fragilit delle lamiere e delle cotte di maglia. Un
semplice colpo di spada rendeva inutile un elmo e apriva la testa che cera dentro. stupefacente
come quella gente sia riuscita ad arrivare viva al secolo in cui ci troviamo. A me sarebbe piaciuto,
sospir il comandante. Almeno per qualche tempo non gli sarebbe importato di cedere il suo grado
di capitano in cambio di cavalcare, nella figura di un novello amadigi di gaula, lungo le spiagge
dellisola ferma o tra i boschi e i monti dove si rifugiavano i nemici del signore. La vita di un
capitano di cavalli portoghese, in tempo di pace, un totale bighellonare, c da scervellarsi per
trovare qualcosa in cui occupare con sufficiente profitto ricreativo le ore morte del giorno. Il
capitano immagina lamadigi che cavalca fra queste rupi agresti, con limpietosa sassaia l a
castigare gli zoccoli del cavallo e lo scudiero gandalino l a dire allamico che tempo di riposare.
Il fantasioso desio fece deviare la rotta del suo pensiero verso una questione estranea alla letteratura,
ristretta alla disciplina militare in ci che vi sia di pi basilare, lesecuzione degli ordini ricevuti. Se
il comandante fosse potuto entrare nelle cogitazioni del re dom joo terzo nel momento, sopra
descritto, in cui la regal persona immaginava salomone e la sua comitiva l a coprire le estese e
monotone distanze della castiglia, ora non sarebbe qui a fare su e gi fra questi burroni,
costeggiando queste pericolose erte, mentre il bovaro tenta di scoprire dei percorsi non troppo
deviati ogni volta che le incipienti e mal definite carrarecce scompaiono sotto i massi rotolati gi e i
pezzi di scisto. Sebbene il re non fosse giunto a esprimere la sua opinione e nessuno avesse ardito
chiedergliela per un motivo tanto insignificante, lufficiale comandante generale della cavalleria
aveva dato la sua approvazione, il tragitto attraverso le pianure della castiglia era davvero il pi
indicato, il pi dolce, praticamente, come si detto, una passeggiata in campagna. Si era a questo
punto, e si direbbe che non ci fosse alcuna ragione per una riconsiderazione dellitinerario, quando
il segretario pro de alcova carneiro, casualmente informato dellaccordo, aveva deciso di
intromettersi nella faccenda. Disse lui, Non mi pare una buona cosa, signore, questa che definite
una passeggiata in campagna, se non adotteremo cautela, potrebbe finire per avere conseguenze
negative molto serie, persino gravi, Non vedo perch, signor segretario, Immagini che dovessero
presentarsi dei problemi di approvvigionamento con le popolazioni durante la traversata della
castiglia, tanto per via dellacqua come per il foraggio, immagini che la gente di quelle zone si
neghi a qualsiasi accordo di compravendita con noi, sia pure andando contro i propri interessi del
momento, S, potrebbe succedere, riconobbe lufficiale, Immagini anche che i gruppi di banditi, che
da quelle parti ce n, assai di pi che da noi, vedendo cos ridotta la protezione che diamo
allelefante, trenta soldati di cavalleria sono niente, Mi permetta di non concordare con lei, signor
segretario, se trenta soldati portoghesi fossero stati alle termopili da un lato o dallaltro, per
esempio, il risultato della battaglia sarebbe stato diverso, Le chiedo scusa, signore, lungi da me
lintenzione di offendere lamor proprio del nostro glorioso esercito, ma, torno a dire, immagini che
quei banditi, che certamente sanno cos lavorio, si uniscano per attaccarci, uccidere lelefante e
strappargli i denti, Ho sentito dire che le pallottole non attraversano la pelle di questi animali,
possibile, ma ci saranno certo altre maniere di ucciderlo, ci che chiedo a vostra altezza, soprattutto,
che pensi alla vergogna che sarebbe per noi perdere il dono per larciduca massimiliano in una
scaramuccia con dei banditi spagnoli e in territorio spagnolo, Che pensa allora, signor segretario,
che dobbiamo fare, Per raggiungere la castiglia c solo unalternativa, la nostra, lungo la frontiera,
in direzione nord, fino a castelo rodrigo, Sono brutte strade, disse lufficiale, lei, signor segretario,
non le conosce, Infatti no, ma non abbiamo altra soluzione, e questa, per giunta, ha un vantaggio
complementare, Quale, signor segretario, Quello di poter fare la maggior parte del percorso in
territorio nazionale, Dettaglio importante, senza dubbio, lei, signor segretario, pensa a tutto.

Due settimane dopo questa conversazione si rese evidente che il segretario pro de alcova
carneiro, in definitiva, non aveva pensato a tutto. Un messaggero del segretario dellarciduca arriv
con una lettera che, fra altre sciocchezzuole che parevano messe l per sviare lattenzione, si
domandava da che punto della frontiera sarebbe entrato lelefante, giacch sul posto si sarebbe
trovato un distaccamento militare spagnolo o austriaco a riceverlo. Il segretario portoghese rispose
per la stessa via, informando che lentrata sarebbe avvenuta attraverso la frontiera di castelo
rodrigo, e, senza perdere un istante, cominci a organizzare il suo contrattacco. Ancorch queste
parole possano sembrare unesagerazione fuori luogo, tenendo conto che tra i due paesi iberici
regna la pace, la verit che al sesto senso di cui pro de alcova carneiro dotato non era
piaciuto affatto vedere nella lettera del suo collega spagnolo quella parola ricevere. Luomo avrebbe
potuto usare i termini accogliere o dare il benvenuto, invece no, o aveva detto pi di quel che
pensava o, come si suole dire, la bocca se nera andata appresso alla verit. Un bel po di istruzioni
al capitano di cavalli sul procedimento da seguire eviteranno malintesi, aveva pensato pro de
alcova carneiro, se la controparte sar altrettanto disponibile. Il risultato di questi piani strategici
sta per essere annunciato dal sergente, altrove e un bel po di giorni dopo, in questo preciso istante,
Stanno arrivando in lontananza due cavalieri, mio comandante. Il comandante guard, era evidente
che i ginnetti, al trotto ampio ed efficace, venivano di fretta. Il sergente ordin lalt alla colonna e,
per il s, per il no, mise i visitatori sotto la mira discreta di un bel numero di schioppi. Con le
membra frementi e le bocche schiumanti, i cavalli rifiatarono quando li fecero fermare. I due
uomini salutarono, e uno disse, Siamo latori di un messaggio del segretario pro de alcova
carneiro per il comandante della forza che accompagna lelefante, Sono io quel comandante.
Luomo apr la bisaccia, ne trasse un foglio piegato in quattro, sigillato con il bollo ufficiale della
segreteria del regno, e lo consegn al comandante, che si allontan una decina di passi per leggerlo.
Quando torn gli brillavano gli occhi. Chiam il sergente in disparte e gli disse, Sergente, faccia
rifocillare questi uomini e che sia loro approntata una provvista per il viaggio, S, mio comandante,
Avvisi tutti quanti che, dora in poi, avanzeremo a marce forzate, S, mio comandante, E che il
tempo della siesta sar ridotto a met, S, mio comandante, Dobbiamo arrivare a castelo rodrigo
prima degli spagnoli, dobbiamo farcela, loro non sono preavvisati, noi s, E se non ci riusciremo,
ard domandare il sergente, Ci riusciremo, comunque sia, chi arriva per primo, aspetta. Niente di pi
semplice, chi arriva per primo, aspetta, per questo non cera bisogno che il segretario pro de
alcova carneiro scrivesse la lettera. Ci sar qualcosaltro.

I lupi comparvero il giorno seguente. Tanto ne abbiamo parlato che, alla fine, hanno deciso di farsi
vedere. Non sembrano venire con animo bellicoso, forse perch il risultato della caccia, nelle ultime
ore della notte, bastato a rifocillargli lo stomaco, oltre al fatto che una colonna del genere, di pi
di cinquanta uomini, di cui buona parte armati, impone rispetto e prudenza, i lupi saranno pure
cattivi, ma stupidi certo che no. Esperti nella valutazione relativa delle forze in campo, le proprie e
le altrui, non si lasciano trascinare dagli entusiasmi, non perdono la testa, forse perch non hanno n
bandiere n bande per condurli alla gloria, quando si lanciano allattacco per vincere, regola che,
in ogni caso, come si vedr poco pi avanti, ammette qualche eccezione. Questi lupi non avevano
mai visto un elefante. Non c da stupirsi che qualcuno di loro, pi fantasioso, avesse pensato,
ammesso che i lupi abbiano un pensiero parallelo ai processi mentali umani, alla gran fortuna che
sarebbe stata per il branco disporre di quelle tonnellate di carne non appena usciti dalla tana, la
tavola sempre apparecchiata, colazione, pranzo e cena. Non sa lingenuo canis lupus signatus, nome
latino del lupo iberico, che in quella pelle neanche le pallottole riescono a penetrare, sia pur
dovendo riconoscere lenorme differenza che c tra una pallottola di quelle antiche, che non
sapevano quasi mai dove andavano, e i denti di questi tre rappresentanti del popolo lupino che,
dallalto della collinetta su cui si sono arrampicati, contemplano lanimato spettacolo della colonna
di uomini, cavalli e buoi che si prepara a una nuova tappa nel viaggio verso castelo rodrigo. anche
possibile che la pelle di salomone non avrebbe potuto resistere a lungo allazione concertata di tre
dentature allenate nel duro ufficio di mangiare qualsiasi cosa capiti per sopravvivere. Gli uomini
fanno commenti sui lupi, e uno di loro dice ad altri l vicino, Se mai foste attaccati da uno di questi
animali e aveste solo un bastone per difendervi, fate in modo che non riesca a conficcarci i denti,
Perch, domand qualcuno, Perch il lupo avanzer a poco a poco lungo il bastone, sempre coi
denti conficcati nel legno, fino ad arrivare alla tua portata per poi saltarti addosso, Diavolo di un
animale, C da dire che i lupi non sono, per natura, nemici delluomo, e, se a volte lo sembrano,
perch per loro siamo un ostacolo al libero godimento di ci che il mondo ha da offrire a un lupo
onorato, In ogni caso quei tre non sembrano dare mostra di ostilit o di cattive idee al nostro
riguardo, Avranno gi mangiato, e inoltre siamo troppi perch si azzardino ad assalire, per esempio,
uno di questi cavalli, che per loro rappresentano una prelibatezza di prima classe, Se ne vanno,
grid un soldato. Era vero. Limmobilit in cui si erano mantenuti per tutto il tempo da quando
erano arrivati si era spezzata. Ora, stagliati prima contro lo sfondo di nuvole e muovendosi come se
invece di camminare scivolassero, i lupi, uno dopo laltro, sono scomparsi. Li rivedremo, domand
il soldato, possibile, non fossaltro per sapere se siamo ancora da queste parti o se magari non sia
rimasto indietro qualche cavallo azzoppato, disse luomo che ne sapeva di lupi. L avanti, la
trombetta fece udire lordine di prepararsi alla marcia. Pi o meno mezzora dopo la colonna,
lentamente, cominci a muoversi, alla testa il carro di buoi, a seguire lelefante e gli uomini di
fatica, poi la cavalleria, e, a chiudere il corteo, il carro delle salmerie. La spossatezza era generale.
Eppure il cornac aveva gi detto al comandante che salomone era stanco, e non tanto per via della
distanza percorsa da lisbona ma pi per il pessimo stato delle strade, se vogliamo continuare a
chiamarle cos. Il comandante gli aveva risposto che nel giro di un altro giorno, al massimo due,
avrebbero avvistato castelo rodrigo, Se saremo i primi ad arrivare, aggiunse, lelefante potr
riposare i giorni o le ore che gli spagnoli tarderanno, riposer salomone e tutti quanti procedono qui,
uomini e bestie, E se saremo noi ad arrivare dopo, Dipende dalla fretta che avranno loro, dagli
ordini che avranno, suppongo che vorranno riposarsi anche loro almeno un giorno, La signoria
vostra sa che siamo ai suoi ordini, quanto a me desidero soltanto che, sino alla fine, il suo beneficio
sia il nostro beneficio, Cos devessere, disse il comandante. Spron il cavallo e and avanti, a
incoraggiare il bovaro, dalla cui scienza di conduzione dipendeva di gran lunga la velocit di
progressione della colonna, Andiamo, amico, stuzzicami questi buoi, grid, castelo rodrigo ormai
vicino, fra non molto potremo dormire una notte sotto un tetto, E mangiare come cristiani, spero,
sbott il bovaro in sordina, perch non lo udissero. In ogni caso, gli ordini dati dal comandante non
caddero nel vuoto. Il bovaro accost il puntale del pungolo alla collottola dei buoi, con effettivo e
immediato risultato url alcune parole di incitamento nel dialetto comune, uno strattone brusco che
si manterr forse per i prossimi dieci minuti o magari un quarto dora, purch il bovaro non lasci
smorzare la fiamma. Si accamparono ormai con il sole tramontato e i primi accenni della sera, pi
morti che vivi, affamati ma senza voglia di mangiare, tantera la fatica. Fortunatamente, i lupi non
tornarono. Se lo avessero fatto avrebbero potuto circolare a loro piacimento nellaccampamento e
scegliere, tra i cavalli, la vittima pi succulenta. Vero che un furto tanto sproporzionato non
avrebbe potuto prosperare, un equino un animale troppo grande da portar via cos a strascico, ma
se dovessimo descrivere qui lo spavento dei partecipanti alla spedizione nel momento in cui si
fossero accorti della presenza dei lupi infiltrati, di sicuro non troveremmo parole abbastanza forti,
sarebbe un si salvi chi pu. Rendiamo grazie al cielo per essere sfuggiti a questa prova. E rendiamo
grazie al cielo anche perch gi si avvistano le imponenti torri del castello, viene voglia di dire
come laltro, Oggi starai con me in paradiso, o, ripetendo le parole pi terrene del comandante,
Oggi dormiremo sotto un tetto, proprio vero che i paradisi non sono tutti uguali, ce n con uri e
senza uri, ma per sapere in che paradiso ci troviamo basta che ci lascino sbirciare dalla porta. Una
parete che protegga dalla tramontana, un tetto che difenda dalla pioggia e dallumidit, e di
pocaltro c bisogno per vivere nel pi grande comfort del mondo. O nelle delizie del paradiso.
Chi stia seguendo con sufficiente attenzione questo racconto avr gi trovato strano che, dopo il
divertente episodio della zampata che salomone ha mollato al prete del paese, non ci sia stato
riferimento ad altri incontri con gli abitanti di queste terre, come se stessimo attraversando un
deserto e non un paese europeo civilizzato che, per giunta, come neppure la giovent nelle scuole
ignora, ha dato nuovi mondi al mondo. Incontri ce ne sono stati, ma di passaggio, nel senso pi
diretto del termine, cio, le persone uscivano dalle case per vedere chi arrivava e simbattevano
nellelefante che certuni li spingeva a farsi il segno della croce per lo sgomento e lapprensione
mentre in altri, sia pure anchessi con apprensione, suscitava il riso, c da credere per via della
proboscide. Niente, dunque, di comparabile allentusiasmo e alla quantit di ragazzi e qualche
adulto disoccupato che sta accorrendo dalla cittadina alla notizia del viaggio dellelefante, che non
si sa come abbia fatto ad arrivare qui, ci riferiamo alla notizia, non allelefante, che questo ancora
tarder. Nervoso, eccitato, il comandante diede ordine al sergente che qualcuno andasse a
domandare a uno dei ragazzi pi grandi se i militari spagnoli erano gi arrivati. Il ragazzo doveva
essere gallego perch rispose alla domanda con unaltra domanda, Che ci vengono a fare qua, ci
sar guerra, Rispondi, sono arrivati o non sono arrivati gli spagnoli, No, signore, non sono arrivati.
Linformazione fu trasmessa al comandante sulle cui labbra, nello stesso istante, comparve il pi
radioso dei sorrisi. Non cera dubbio, la sorte sembrava decisa a favorire le insegne del portogallo.

Tardarono ancora quasi unora prima di entrare nella cittadina, una carovana di uomini e animali
stanchi morti, che avevano a stento le forze per alzare il braccio o muovere le orecchie in segno di
ringraziamento per gli applausi con cui gli abitanti di castelo rodrigo la accoglievano. Un
rappresentante dellalcalde li guid fino alla piazza darmi della fortificazione, dove sarebbero
potute entrare almeno dieci carovane come quella. L li attendevano tre membri della famiglia dei
castellani, che poi accompagnarono il comandante a ispezionare gli spazi disponibili per ospitare gli
uomini, senza dimenticare quelli di cui avrebbero avuto bisogno gli spagnoli casomai non
bivaccassero fuori del castello. Lalcalde, a cui il comandante and a presentare i suoi rispetti dopo
lispezione, disse, La cosa pi probabile che monteranno laccampamento fuori dalle mura del
castello, e questo, oltre tutto, avrebbe il grande vantaggio di ridurre la possibilit di scontri, Perch
la signoria vostra pensa che potranno esserci degli scontri, domand il comandante, Con questi
spagnoli non si sa mai, da quando hanno un imperatore si sentono i padroni del mondo, e sarebbe
anche peggio se invece di venire gli spagnoli arrivassero gli austriaci, brutta gente, domand il
comandante, Si ritengono superiori agli altri, Questo un peccato generale, io, per esempio, mi
ritengo superiore ai miei soldati, i miei soldati si ritengono superiori agli uomini che sono venuti per
il lavoro pesante, E lelefante, domand lalcalde, sorridendo, Lelefante non fa parte del gioco, non
di questo mondo, rispose il comandante, Lho visto arrivare mentre ero alla finestra, in effetti un
animale superbo, mi piacerebbe guardarlo pi da vicino, tutto suo quando vuole, Non saprei che
farmene, se non dargli da mangiare, Preavviso la signoria vostra che questa bestia richiede molto
cibo, Lho sentito dire, e non mi presento in quanto proprietario di un elefante, io sono un semplice
alcalde di provincia, Cio, n re n arciduca, Proprio cos, n re n arciduca, dispongo solo di ci
che posso definire mio. Il comandante si alz, Non le sottraggo altro tempo, signore, tante grazie
per lattenzione con cui mi ha ricevuto, stato servizio del re, servizio mio sarebbe solo se
accettasse di essere ospite di questa casa fintanto che soster a castelo rodrigo, Ringrazio per
linvito, che mi onora assai pi di quanto potrebbe immaginare, ma devo stare con i miei uomini,
Capisco, ho lobbligo di capire, tuttavia spero che non si negher a una cena uno dei prossimi
giorni, Con il massimo piacere, sebbene dipenda dal tempo che dovr attendere, immagini che gli
spagnoli compaiano gi domani, o addirittura anche oggi, Ho delle vedette dallaltro lato incaricate
di darne lavviso, Come lo fanno, Con i piccioni viaggiatori. Il comandante assunse unespressione
dubbiosa, Piccioni viaggiatori, si meravigli, ne ho sentito parlare, ma, francamente, non credo che
un piccione sia in grado di volare per tante ore come dicono, su distanze enormi, per andare a
ritrovare, senza sbagliarsi, la piccionaia in cui nato, Allora avr occasione di verificare con i suoi
stessi occhi, se mi permette la mander a chiamare quando il piccione arriver per farla assistere al
ritiro e alla lettura del messaggio che porter legato a una zampa, Se questo avverr, ci mancher
solo che i messaggi comincino ad arrivarci attraverso laria senza bisogno delle ali di nessun
piccione, Suppongo che sarebbe un po pi difficile, sorrise lalcalde, ma, se il mondo ci sar, tutto
potr succedere, Se il mondo ci sar, Non esiste altra maniera, comandante, il mondo
indispensabile, Non devo rubarle altro tempo, Mi ha dato una grande soddisfazione conversare con
vostra grazia, Per me, signor alcalde, dopo questo viaggio, stato come un bicchiere dacqua fresca,
Un bicchiere dacqua fresca che non le ho offerto, Sar per la prossima volta, Non si dimentichi del
mio invito, disse lalcalde quando il comandante stava ormai scendendo la scalinata di pietra, Sar
puntuale, signore.

Neanche entrato nel castello, ordin che si presentasse il sergente, al quale diede istruzioni sul
destino prossimo dei trenta uomini venuti al seguito per i lavori pesanti. Dato che non erano pi
necessari, si sarebbero trattenuti a riposare ancora lindomani, ma sarebbero ripartiti il giorno
seguente, Si avvisi il personale delle salmerie perch prepari una ragionevole quantit di cibo, trenta
uomini sono trenta bocche, trenta lingue e unenorme quantit di denti, ovviamente non sar
possibile rifornirli di cibo per tutto il tempo che impiegheranno ad arrivare a lisbona, ma se la
sbrigheranno loro via facendo, lavorando o, O rubando, soggiunse il sergente alla sospensione per
non lasciare la frase inconclusa, Che si arrangino come possono, disse il comandante, ricorrendo, in
mancanza di meglio, a una delle frasi che compongono la panacea universale, alla cui testa si
esibisce, come esempio perfetto della pi sfacciata ipocrisia personale e sociale, quella che
raccomandava pazienza al povero cui si era appena negata lelemosina. Gli uomini che avevano
esercitato le funzioni di capoccia vollero sapere quando avrebbero potuto riscuotere per il lavoro, e
il comandante mand a dire che non sapeva, ma che si presentassero a palazzo e mandassero un
messaggio al segretario o a chi per lui potesse rispondere, Ma vi consiglio, la frase la ripet il
sergente, parola per parola, di non andare tutti insieme, per la brutta impressione che darebbero
trenta straccioni alla porta del palazzo come se volessero assaltarlo, a mio parere dovranno andarci i
capoccia, e nessun altro, e che facciano in modo di andarci quanto pi ben vestiti gli sia possibile.
Uno di loro, poco dopo, incontrando per caso il comandante, gli chiese il permesso di parlare,
voleva dirgli solo che era assai dispiaciuto di non poter andare a valladolid. Il comandante non
seppe che rispondere, per qualche secondo si guardarono in silenzio, e poi ciascuno se ne and per
la sua strada.

Ai soldati, il comandante fece un rapido sunto della situazione, avrebbero aspettato l larrivo degli
spagnoli, non si sa ancora quando avverr, per il momento non ci sono notizie, su questo punto
represse allultimo istante il riferimento ai piccioni viaggiatori, consapevole della sconvenienza di
qualunque tipo di allentamento della disciplina. Non sapeva che tra i subordinati cerano due amanti
dei piccioni, due piccionofili, parola che forse allepoca ancora non esisteva, salvo forse tra gli
iniziati, ma che doveva essere gi sul punto di bussare alle porte, con quellaria falsamente distratta
che hanno le parole nuove, chiedendo di farle entrare. I soldati erano l in piedi, in posizione di
riposo, una postura, questa, che veniva eseguita ad libitum, senza alcuna preoccupazione
dellarmonia corporale. Tempo verr in cui stare a riposo formale coster a un militare quasi
altrettanto sforzo della pi rigida delle sentinelle, col nemico in agguato al di l della strada. A terra,
distese, cerano bracciate di fieno dallo spessore sufficiente perch le ali delle omoplate non
dovessero soffrire troppo nel contatto con la durezza intrattabile del lastricato. In piedi, gli schioppi
erano tutti allineati lungo un muro. Voglia iddio che non venga a esser necessario farne uso, pens
lufficiale, preoccupato alla possibilit che la consegna di salomone finisse per degenerare, per
mancanza di tatto da un lato o dallaltro, in un casus belli. Aveva ben presenti nella memoria le
parole del segretario pro de alcova carneiro, anche le esplicite, chiaro, ma soprattutto quelle
che, nonostante non fossero state scritte, si sottintendevano, cio, se gli spagnoli, o gli austriaci, o
gli uni e gli altri, dovessero mostrarsi antipatici o provocatori, si dovr procedere di conseguenza. Il
comandante non riusciva a immaginare con quale pretesto i soldati che stavano arrivando, spagnoli
o austriaci che fossero, si sarebbero mostrati provocatori, o quanto meno solo antipatici. Un
comandante di cavalleria non ha i lumi n lesperienza politica di un segretario di stato, pertanto
far bene a lasciarsi guidare da chi ne sa di pi, finch arriva, nel caso che arrivi, il momento
dellazione. Stava girando e rigirando il comandante questi pensieri quando subhro fece il suo
ingresso nellimprovvisata camerata dove per intervento del sergente gli erano state riservate alcune
bracciate di fieno. Nel vederlo, il comandante prov un disagio che si sarebbe potuto attribuire solo
alla scomoda consapevolezza di non essersi interessato dello stato di salute di salomone, non era
andato a vederlo, come se, con larrivo a castelo rodrigo, la sua missione fosse terminata. Come sta
salomone, domand, Quando lho lasciato, dormiva, rispose il cornac, Valente animale, esclam
con falso entusiasmo il comandante, venuto dove lhanno portato, la forza e la resistenza sono
nate con lui, non sono una virt propria, Ti vedo molto severo con il povero salomone, Forse per
via della storia che uno degli aiutanti mi ha appena raccontato, Che storia mai questa, domand il
comandante, La storia di una mucca, Le mucche hanno storia, torn a domandare il comandante,
sorridendo, Questa, s, furono dodici giorni e dodici notti su certi monti della galizia, con freddo, e
pioggia, e gelo, e fango, e pietre simili a rasoi, e vegetazione tale e quale a unghie, e brevi intervalli
di riposo, e altri combattimenti e assalti, e ululati, e muggiti, la storia di una mucca che si perse nei
campi con il suo vitello da latte, e si vide circondata dai lupi per dodici giorni e dodici notti, e fu
costretta a difendersi e a difendere il figlio, una battaglia lunghissima, langoscia di vivere sulla
soglia della morte, un circolo di denti, di fauci spalancate, gli assalti improvvisi, le cornate che non
potevano fallire, dover lottare per se stessa e per una bestiola che ancora non si poteva dare aiuto, e
poi quei momenti in cui il vitello cercava le mammelle della madre e succhiava lentamente, mentre
i lupi si avvicinavano, col dorso rigido e le orecchie ritte. Subhro trasse un respiro profondo e
prosegu, Trascorsi dodici giorni la mucca fu ritrovata e salvata, insieme al vitello, e furono portati
in trionfo al paese, ma il racconto non finisce qui, continu cos per altri due giorni, in capo ai quali,
dato che si era inselvatichita, dato che aveva imparato a difendersi, dato che nessuno riusciva pi a
dominarla o almeno ad avvicinarsi, la mucca fu uccisa, lammazzarono dunque non i lupi ai quali
per dodici giorni aveva resistito, ma quegli stessi uomini che lavevano salvata, forsanche il suo
proprietario, non potendo capire che, avendo imparato a lottare, quellanimale prima accomodante e
pacifico non si sarebbe potuto fermare mai pi.

Un rispettoso silenzio regn per alcuni secondi nella grande sala di pietra. I soldati presenti,
sebbene non molto esperti di guerre, basti dire che i pi giovani non avevano mai odorato la polvere
da sparo nei campi di battaglia, si meravigliavano in cuor loro per il coraggio di un irrazionale, una
mucca, pensate, che aveva dimostrato di possedere dei sentimenti tanto umani come lamore per la
famiglia, il dono del sacrificio personale, labnegazione portata allestremo. Il primo a parlare fu il
soldato che la sapeva lunga sui lupi, La tua storia bella, disse a subhro, e quella mucca meritava,
almeno, una medaglia al valore e al merito, ma nel racconto ci sono alcune cose poco chiare, se non
addirittura alquanto dubbie, Per esempio, domand il cornac nel tono di chi gi si preparava alla
lotta, Per esempio, chi ti ha raccontato questo episodio, Un gallego, E come lo conosceva, lui, Deve
averlo udito da qualcuno, Oppure letto, Non credo che sappia leggere, Lo ha udito e imparato a
memoria, Pu darsi, io mi sono limitato a ripeterlo come meglio ho potuto, Hai buona ricezione,
tanto pi che la storia raccontata in un linguaggio nientaffatto corrente, Grazie, disse subhro, ma
ora vorrei sapere che cose poco chiare e alquanto dubbie ci trovi nel racconto, La prima il fatto
che si dia a intendere, o meglio, chiaramente affermato che la lotta tra la mucca e i lupi dur
dodici giorni e dodici notti, il che significherebbe che i lupi attaccarono la mucca sin dalla prima
notte e si ritirarono, probabilmente con qualche perdita, lultima, Noi non ceravamo, non abbiamo
potuto vedere, S, ma quelli che i lupi li conoscono un po sanno che questi animali, sebbene vivano
in branco, cacciano da soli, Dove vuoi arrivare, domand subhro, Voglio arrivare a che la mucca
non avrebbe potuto resistere a un attacco concertato di tre o quattro lupi, non dico per dodici giorni,
ma neppure unora, Allora, nella storia della mucca battagliera tutto menzogna, No, menzogna
sono solo le esagerazioni, le infiocchettature del linguaggio, le mezze verit che vogliono passare
per verit intere, Come credi allora che sia andata, domand subhro, Credo che la mucca si perse
davvero, che fu attaccata da un lupo, che lott contro di lui e lo costrinse a fuggire magari ferito, e
poi se ne rimase l a pascolare e allattare il vitello, finch fu ritrovata, E non pu essere successo
che venisse un altro lupo, S, ma questo sarebbe gi immaginare molto, per giustificare la medaglia
al valore e al merito un lupo gi abbastanza. Gli astanti applaudirono pensando che, a ben vedere
le cose, la mucca gallega meritava la verit tanto quanto la medaglia.
Riunita alle prime ore del mattino, lassemblea generale degli scaricatori decise, senza voti contro,
che il ritorno a lisbona si sarebbe dovuto compiere seguendo dei percorsi meno duri e pericolosi di
quelli dellandata, su strade pi benevole e terreni morbidi e senza il timore degli sguardi gialli dei
lupi e dei sinuosi aggiramenti con cui, a poco a poco, vanno accerchiando i cervelli delle loro
vittime. Non che i lupi non si facciano vedere nelle regioni costiere del mare, al contrario, si
mostrano, eccome, e fanno grandi razzie nelle greggi, ma c una differenza enorme tra camminare
in mezzo a dirupi che solo a guardarli il cuore si mette a tremare e calpestare la sabbia fresca delle
spiagge di pescatori, brava gente sempre pronta a offrire una mezza dozzina di sardine in
pagamento di un aiuto, sia pure soltanto simbolico, per trascinare la barca. Gli scaricatori sono gi
muniti delle loro provviste e ora aspettano larrivo di subhro e dellelefante per i saluti Qualcuno ha
avuto questidea, sicuramente lo stesso cornac. E non si sa come gli sar venuta, dato che non c
niente di scritto sullargomento. Una persona pu essere abbracciata da un elefante, ma non c
assolutamente alcun modo di immaginare il gesto contrario corrispondente. E quanto alle strette di
mano, sarebbero semplicemente impossibili, cinque insignificanti dita umane non potranno
giammai cingere una zampona grossa come un tronco dalbero. Subhro li aveva fatti schierare in
doppia fila, quindici avanti e quindici dietro, lasciando la distanza di un cubito ogni due uomini, il
che indicava come probabile che lelefante non avrebbe dovuto far altro che sfilare davanti a loro
come se stesse passando in rivista la truppa. Subhro prese di nuovo la parola per dire che ciascuno,
quando salomone gli si fermasse davanti, doveva tendere la mano destra, con il palmo allins, e
aspettare il saluto. E non abbiate paura, salomone triste, ma non arrabbiato, si era abituato a voi
e ora ha scoperto che ve ne andate via, E come lo ha saputo, Questa una di quelle cose che non
vale neanche la pena domandare, se lo interrogassimo direttamente, pi che sicuro che non ci
risponderebbe, Perch non lo sa o perch non vuole, Credo che nella testa di salomone il non volere
e il non sapere si confondano in un grande interrogativo sul mondo in cui lo hanno messo a vivere,
daltronde, penso che in un simile interrogativo ci ritroviamo tutti, noi e gli elefanti.
Immediatamente, subhro pens di avere appena proferito una frase stupida, una di quelle frasi che
potrebbero occupare un posto donore nella lista dei luoghi comuni, Per fortuna nessuno mi ha
capito, mormor mentre si allontanava per andare a prendere lelefante, una delle cose buone
dellignoranza che ci difende dai falsi saperi. Qua fuori gli uomini cominciavano a spazientirsi,
non vedevano lora di mettersi in cammino, avrebbero seguito la sponda sinistra del fiume douro
per maggiore sicurezza, fino ad arrivare alla citt di porto, che aveva la reputazione di accogliere
bene le persone e dove alcuni, purch si risolvesse la questione della riscossione del salario, la qual
cosa si sarebbe potuta fare solo a lisbona, pensavano gi di stabilirsi. Si era a questo punto, ciascuno
con i propri pensieri, quando comparve salomone, muovendo pesantemente le sue quattro tonnellate
di carne e ossa e i suoi tre metri di altezza. Alcuni uomini meno intrepidi sentirono una contrazione
alla bocca dello stomaco al solo immaginare che qualcosa potesse andare storto in questo
commiato, argomento, quello dei commiati tra specie animali differenti, sul quale, come abbiamo
detto, non esiste una bibliografia. Assistito dai suoi aiutanti, ai quali non manca molto perch
finisca il dolce far niente in cui hanno vissuto da quando sono partiti da lisbona, subhro viene
seduto sullampia collottola di salomone, cosa che servita solo ad aumentare linquietudine degli
uomini schierati. La domanda ronzava in tutte le teste, Come potrebbe aiutarci stando seduto lass
in alto. Le due file oscillarono una e due volte, quasi fossero state scosse da un vento fortissimo, ma
gli scaricatori non si dispersero. Daltronde, sarebbe stato inutile perch lelefante si stava ormai
avvicinando. Subhro lo fece trattenere davanti alluomo che si trovava allestremit destra della
prima fila e disse con voce chiara, La mano tesa, il palmo allins. Luomo fece quanto gli si
ordinava, ecco l la mano, in apparenza ferma. Allora lelefante pos sulla mano aperta lestremit
della proboscide e luomo rispose al gesto istintivamente, stringendola come se fosse la mano di una
persona, e intanto cercava di dominare la contrazione che gli si stava formando in gola e che, se
lasciata libera, sarebbe potuta terminare in lacrime. Tremava dalla testa ai piedi, mentre subhro, da
lass, lo guardava con simpatia. Con luomo a fianco si ripet pi o meno la mimica, ma ci fu anche
un caso di rifiuto reciproco, n luomo volle tendere il braccio n lelefante avanz la proboscide,
una sorta di antipatia fulminante, istintiva, cui nessuno avrebbe saputo dare spiegazione, dato che
durante il viaggio non cera stato niente tra i due che potesse annunciare una simile ostilit. In
compenso, ci furono momenti di emozione vivissima, come nel caso di quelluomo che scoppi in
un pianto convulso come se avesse ritrovato un essere amato di cui non aveva notizie da tanti anni.
Questuomo, lelefante lo tratt con particolare compiacenza. Gli sfior con la proboscide le spalle
e il capo con carezze che parevano quasi umane, tali erano la dolcezza e la tenerezza che si
sprigionavano al minimo movimento. Per la prima volta nella storia dellumanit, un animale prese
commiato, in senso letterale, da alcuni esseri umani come se dovesse loro amicizia e rispetto, cosa
che i precetti morali dei nostri codici di comportamento sono ben lungi dal confermare, ma che
forse si trovano iscritti a lettere doro nelle leggi fondamentali della specie elefantina. Una lettura
comparativa dei documenti di entrambe le parti sarebbe di certo alquanto illuminante e forse ci
aiuterebbe a comprendere la reazione negativa reciproca che, con nostro grande dispiacere, per
amore della verit, abbiamo dovuto descrivere poco sopra. In fondo, gli uomini e gli elefanti forse
non arriveranno mai a capirsi. Salomone ha appena emesso un barrito che di sicuro sar stato udito
a una lega nei dintorni di figueira de castelo rodrigo, non una lega delle nostre, ma delle altre, quelle
pi antiche e pi corte. I motivi e le intenzioni dellurlo stridente che irruppe dai suoi polmoni non
sono facilmente decifrabili da persone come noi, che di elefanti ne sappiamo tanto poco. E se
andassimo a domandare a subhro che cosa, nella sua qualit di esperto, ne pensa sullargomento,
pi che sicuro che non vorrebbe compromettersi dandoci una risposta evasiva, una di quelle risposte
che chiudono la porta a qualsiasi altro tentativo. Nonostante le incertezze, sempre presenti quando si
parlano idiomi diversi, pare giustificato ammettere che allelefante salomone gli era piaciuta la
cerimonia di addio. Ormai gli scaricatori si erano messi in marcia. La convivenza con i militari li
aveva portati, quasi senza accorgersene, ad acquisire certe abitudini di disciplina come quelle che
potrebbero risultare dallordine di schieramento, scegliere ad esempio di organizzare una colonna in
fila per due o per tre, in quanto non lo stesso che trenta uomini si dispongano in un modo o
nellaltro, nel primo caso la colonna avrebbe quindici file, unestensione eccessiva facilmente
rompibile alla minima commozione personale o collettiva, mentre nel secondo caso le file si
ridurrebbero a un solido blocco di dieci, cui mancherebbero solo gli scudi per assomigliare alla
tartaruga romana. Comunque, la differenza soprattutto psicologica. Pensiamo che questi uomini
hanno davanti una lunga marcia ed naturale che, strada facendo, si mettano a chiacchierare per
ingannare il tempo. Orbene, due uomini che debbano camminare insieme per due o tre ore di
seguito, sia pure immaginando che sia grande il desiderio di comunicazione, finiranno fatalmente,
prima o poi, per cadere in silenzi forzati, magari pure a odiarsi. Qualcuno di quegli uomini potrebbe
non esser capace di resistere alla tentazione di gettare laltro gi da un argine. Hanno ragione,
dunque, quelli che dicono che tre il conto che ha fatto dio, il conto della pace, il conto della
concordia. In tre, per lo meno, uno potr starsene zitto per qualche minuto senza che si noti troppo.
Il peggio se uno di loro che abbia pensato di eliminare laltro per prendergli le provviste, ad
esempio, invita il terzo a collaborare nella deprecabile azione, e questi gli risponde, spiacente, Non
posso, mi sono gi impegnato ad aiutare per uccidere te.

Si ud il trotto convulso di un cavallo. Era il comandante che veniva a salutare gli scaricatori e
augurargli buon viaggio, unattenzione che non ci si aspetterebbe da un ufficiale dellesercito per
quanto notoriamente onesto sia il suo fondo morale, ma che non sarebbe vista di buon occhio dai
superiori, acerrimi sostenitori di un precetto vecchio come il cucco, quello secondo cui dovr
esserci un posto per ogni cosa affinch ogni cosa abbia il suo posto e non ne fuoriesca. Come
principio basilare di un ordine domestico efficace, niente di pi lodevole, il brutto quando allo
stesso modo si vuole distribuire la gente nei vari scomparti. La cosa apparentemente pi che
evidente che gli scaricatori, casomai venissero a concretizzarsi le cospirazioni di assassinio che
germinano in alcune di quelle teste, non meritano queste delicatezze. Lasciamoli dunque alla loro
sorte e vediamo cosa vuole quelluomo che si sta avvicinando in tutta fretta anche se, per let, le
gambe non lo reggono pi tanto. Le affannate parole che pronunci una volta giunto a portata di
voce furono queste, Il signor alcalde manda ad avvisare la signoria vostra che il piccione arrivato.
Alla fin fine, allora era vero, i piccioni viaggiatori tornano a casa. Labitazione dellalcalde non era
lontana, ma il comandante lanci il cavallo a una velocit tale che era come se intendesse entrare a
valladolid ancor prima dellora di pranzo. Dopo neanche cinque minuti smontava davanti alla porta
della magione, saliva la scala correndo e al primo servitore che incontr chiese di esser condotto
dallalcalde. Non ci fu bisogno di andare a cercarlo perch quello stava gi arrivando, con
unespressione di soddisfazione sul viso come si suppone ce labbiano solo gli amanti dei piccioni
dinanzi ai trionfi dei loro pupilli. arrivato, arrivato, venga con me, diceva con entusiasmo.
Uscirono su unampia terrazza coperta dove unenorme gabbia di canne occupava buona parte della
parete a cui era fissata. Ecco leroe, disse lalcalde. Il piccione aveva ancora il messaggio legato alla
zampa, situazione che il proprietario ritenne conveniente chiarire, In genere, ritiro il messaggio non
appena il piccione si posa e lo faccio perch non voglio che cominci a pensare di aver fatto un
lavoro inutile, ma in questo caso ho preferito aspettare il suo arrivo per darle completa
soddisfazione, Non so come ringraziarla, signor alcalde, creda che questo per me un grande
giorno, Non ne dubito, comandante, non tutto nella vita sono alabarde, alabarde, schioppi, schioppi.
Lalcalde apr lo sportello della gabbia, introdusse il braccio e afferr il piccione, che non fece
resistenza n tent di fuggire, come se si fosse stupito che non gli avessero prestato attenzione
prima. Con movimenti rapidi ma cauti lalcalde disfece i nodi, srotol il messaggio, una strisciolina
di carta che doveva essere stata tagliata alluopo per non intorpidire i movimenti del volatile. Con
frasi brevi, la vedetta informava che i soldati erano corazzieri, una quarantina, tutti austriaci, come
austriaco era pure il capitano che li comandava, e non li accompagnava alcun personale civile o
comunque non lo si notava. Leggeri di equipaggiamento, comment il comandante dei cavalieri
lusiadi, Cos pare, disse lalcalde, E armi, Di armi non parla, immagino che non avr ritenuto
prudente includere informazioni di questo tipo, in compenso dice che, dallandatura che
mantengono, dovrebbero arrivare alla frontiera domani, verso le dodici, Arrivano in fretta, Forse
dovremmo invitarli a pranzo, Quaranta austriaci, signor alcalde, neanche a pensarci, per quanto
leggeri di equipaggiamento si presentino, del cibo lavranno pur portato o denaro per pagarlo, e
inoltre, pi che sicuro che non gradiscano ci che mangiamo noi, per non dire che alimentare
quaranta bocche non cosa da farsi con uno schiocco di dita e noi, per parte nostra, ormai
cominciamo a essere a corto di viveri, la mia opinione, signor alcalde, che ciascuno pensi a s,
mentre dio pensa a tutti, Comunque sia, non la dispenso dalla cena di domani, Su di me pu contare,
ma o mi sbaglio della grossa o sta pensando di invitare anche il capitano degli austriaci, Lode alla
sua perspicacia, E perch un tale invito, se non abuso troppo della sua confidenza a domandarlo,
Sar un gesto di pacificazione politica, Si aspetta davvero che sia necessario un simile gesto di
pacificazione, volle sapere il comandante, Lesperienza ormai mi ha insegnato che da due
distaccamenti militari messi luno di fronte allaltro su una frontiera ci si pu attendere di tutto,
Far quel che potr per evitare il peggio, non voglio perdere uno solo dei miei uomini, ma se dovr
usare la forza, non dubiter un istante, e ora, signor alcalde, mi dia licenza di ritirarmi, i miei soldati
avranno molto da fare, a cominciare dal rinfrescare le uniformi al meglio possibile, col sole e con la
pioggia sono due settimane che le abbiamo indosso, ci abbiamo dormito e ci siamo alzati, pi che
un distaccamento militare sembriamo un manipolo di mendicanti, Molto bene, signor comandante,
domani, quando gli austriaci arriveranno, sar con lei, com mio obbligo, Daccordo, signor
alcalde, se avr bisogno di me sino ad allora, sa dove trovarmi.

Di ritorno al castello, il comandante fece riunire le truppe. Larringa non fu lunga, ma tutto quello
che conveniva sapere vi fu detto. In primo luogo, qualunque fosse il pretesto, non sarebbe stata
permessa lentrata degli austriaci nel castello, sia pur che ci fosse da ricorrere alle armi. Allora
sarebbe guerra, continu, e mi auguro che non dovremo arrivare a un tale estremo, ma quanto pi
facilmente otterremo ci che vogliamo tanto pi in fretta saremo capaci di convincere gli austriaci
che stiamo parlando sul serio. Aspetteremo il loro arrivo fuori dalle mura, e da l non ci muoveremo
quandanche facessero cenno di voler entrare. Come comandante, io mincaricher di parlamentare,
da voi, in quei primi momenti, desidero solo che ciascun volto sia come un libro aperto a una pagina
in cui siano scritte queste parole, Qui non entrate. Se otterremo questo, e, costi quel che costi,
dovremo ottenerlo, gli austriaci saranno obbligati a bivaccare fuori dalle mura, il che li metter, sin
dal principio, in una posizione di inferiorit. possibile che non tutto vada con la facilit che le mie
parole pare stiano promettendo, ma vi garantisco che far di tutto perch gli austriaci odano dalla
mia bocca una risposta che non arrecher ingiuria a questarma di cavalleria a cui abbiamo dedicato
le nostre vite. Quandanche non vi sia contesa, quandanche non si arrivi a sparare un colpo, la
vittoria dovr essere nostra, come altrettanto nostra dovr essere se ci obbligheranno a fare uso delle
armi. Questi austriaci, in teoria, verrebbero a figueira de castelo rodrigo unicamente per darci il
benvenuto e accompagnarci a valladolid, ma abbiamo motivo di sospettare che abbiano il proposito
di portar loro salomone e lasciarci qui come degli allocchi. Quant vero che sono il comandante,
resteranno con un palmo di naso. Domani, prima delle dieci, voglio due vedette sulla torre pi alta
del castello, nel caso abbiano sparso la voce che arriveranno a mezzogiorno e finiscano per
sorprenderci che abbeveriamo i cavalli. Con gli austriaci non si sa mai, concluse il comandante,
senza soffermarsi a pensare che, in materia di austriaci, questi sarebbero stati i primi e
probabilmente gli unici nella sua vita.

Il comandante aveva avuto ragione nelle sue diffidenze, erano da poco passate le dieci quando
dallalto della torre risuonarono le grida di allarme delle vedette, Nemico in vista, nemico in vista.
Vero che gli austriaci, per lo meno nella loro versione militare, non godono di buona reputazione
fra questa truppa portoghese, ma da l a chiamarli niente di meno che nemici c una distanza che il
senso comune non pu non recriminare severamente, richiamando lattenzione degli imprudenti sui
pericoli dei giudizi precipitosi e della tendenza alle condanne senza prove. Il caso, per, ha una
spiegazione. Alle vedette si era ordinato di lanciare una voce dallarme, ma nessuno, neanche il
comandante, in genere tanto previdente, aveva pensato di dirgli in che sarebbe dovuta consistere
quella voce. Dinanzi al dilemma di scegliere tra Nemico in vista, che qualsiasi civile in grado di
capire, e un tanto poco marziale Le visite stanno arrivando, luniforme che vestivano prese la
risoluzione di decidere per suo conto, esprimendosi con il vocabolario e la voce che le sono propri.
Vibrava ancora nellaria lultima risonanza dellallerta che gi i soldati accorrevano ai merli per
vedere il famoso nemico che, a questa distanza, un quattro o cinque chilometri, non era pi che una
macchia quasi nera che a stento pareva avanzare e che, contrariamente alle aspettative, non faceva
brillare le corazze che avevano indosso. Un soldato dissip il dubbio, Non c da stupirsi, hanno il
sole alle spalle, il che, riconosciamolo, molto pi bello, molto pi letterario che dire, Sono in
controluce. I cavalli, tutti zaini e sauri con il mantello nelle diverse tonalit del marrone, di l la
macchia scura che formavano, avanzavano a trotto corto. Sarebbero anche potuti venire al passo che
la differenza non si sarebbe notata, per questo avrebbe fatto perdere leffetto psicologico di
unavanzata che intende presentarsi come inarrestabile, ma che, nello stesso tempo, sa gestire i
mezzi di cui dispone. evidente che un buon galoppo a spade levate, tipo carica da brigata leggera,
avrebbe offerto alla galleria degli effetti speciali ben pi spettacolari, ma, per una vittoria tanto
facile come questa promette di essere, sarebbe assurdo stancare i cavalli pi dello stretto necessario.
Questo aveva pensato il comandante austriaco, uomo di vasta esperienza nei campi di battaglia
delleuropa centrale, e questo fece trasmettere ai militari ai suoi ordini. Intanto, castelo rodrigo si
preparava al combattimento. I soldati, dopo aver sellato gli animali, li condussero al passo
allesterno e li lasciarono l sorvegliati da una mezza dozzina di commilitoni, i pi qualificati per
una missione che sarebbe sembrata di semplice pascolo se alla porta del castello ci fosse stato
qualcosa da mangiare. Il sergente era andato ad avvisare lalcalde che laustriaco stava gi
arrivando, Tarderanno ancora un poco, ma dobbiamo essere preparati, disse, Molto bene, rispose
lalcalde, vengo con voi. Quando arrivarono al castello, le truppe erano gi schierate davanti
allentrata, ostruendone laccesso, e il comandante si preparava a fare la sua ultima arringa. Attirata
dallesibizione equestre gratuita e dalla possibilit che uscisse anche lelefante, una buona parte
della popolazione di figueira de castelo rodrigo, uomini, donne, infanti e anziani, era venuta a
radunarsi nella piazza, il che port il comandante a dire sottovoce allalcalde, Con tutta questa gente
che guarda, le ostilit sono poco probabili, Lo penso anchio, ma con laustriaco non si sa mai, Ha
avuto brutte esperienze con loro, domand il comandante, N brutte n belle, nessuna, ma so che
laustriaco esiste sempre e questo, per me, quanto basta. Sebbene avesse annuito col capo facendo
segno di aver capito, il comandante non riusc a cogliere la sottigliezza, a meno di non voler
considerare austriaco come sinonimo di avversario, di nemico. Decise perci di passare
immediatamente alla prelezione con cui sperava di risollevare lanimo che stava venendo meno ad
alcuni degli uomini. Soldati, disse, il distaccamento austriaco vicino. Verranno a reclamare
lelefante per portarlo a valladolid, ma noi non accoglieremo la richiesta, quandanche dovesse
venire a trasformarsi in imposizione sostenuta dalla forza. I soldati portoghesi seguono
disciplinatamente gli ordini del loro re e delle loro autorit militari e civili. Di nessun altro. La
promessa del re, di offrire lelefante salomone a sua altezza larciduca daustria, sar puntualmente
compiuta, ma solo con il totale rispetto per le forme da parte degli austriaci. Quando, a testa alta,
torneremo a casa, potremo avere la certezza che questo giorno sar ricordato per sempre, di
ciascuno di noi si dovr dire fintanto che ci sar il portogallo, Lui stato a figueira de castelo
rodrigo. Il discorso non pot arrivare alla sua naturale conclusione, quando, cio, leloquenza si
esaurisce e si perde in luoghi comuni anche peggiori, perch gli austriaci stavano ormai entrando
nella piazza, con il loro comandante in testa. Ci furono gli applausi del popolo riunito, ma scarsi e
con poca convinzione. Con lalcalde a fianco, il comandante dellarmata lusitana fece avanzare il
cavallo di quei pochi metri necessari affinch si notasse che stava accogliendo i visitatori secondo le
pi raffinate regole di educazione. Fu in quellistante che una manovra dei soldati austriaci fece
risplendere di colpo, sotto il sole, le corazze di acciaio levigato. Leffetto sugli astanti fu
fulminante. Dinanzi agli applausi e alle esclamazioni di sorpresa che si levavano ovunque, era
evidente che limpero austriaco, senza sparare un solo colpo, aveva vinto la scaramuccia iniziale. Il
comandante portoghese cap che doveva contrattaccare immediatamente, ma non vedeva come. Lo
salv dal frangente lalcalde dicendo sottovoce, Come alcalde, devo essere il primo a parlare,
manteniamo la calma. Il comandante arretr di poco il cavallo, consapevole dellenorme differenza,
in potenza e bellezza, della propria cavalcatura a paragone con la cavalla saura che montava
laustriaco. Lalcalde aveva gi preso la parola, A nome della popolazione di figueira de castelo
rodrigo, di cui mi onoro di essere alcalde, do il benvenuto ai valenti militari austriaci che ci rendono
visita e ai quali auguro i migliori trionfi nello svolgimento della missione che li ha portati qui, certo
come sono che essi contribuiranno al rafforzamento dei legami di amicizia che uniscono i nostri due
paesi. Siate dunque benvenuti a figueira de castelo rodrigo. Un uomo in groppa a una mula si fece
avanti e parl allorecchio del comandante austriaco, che allontan il viso spazientito. Era il
dragomanno, linterprete. Quando la traduzione fu terminata, il comandante alz la voce possente,
abituata a non essere ascoltata da orecchi disattenti e tanto meno disobbedienti, Sapete il motivo per
cui ci troviamo qui, sapete che siamo venuti a prendere lelefante per portarlo con noi a valladolid,
importante che non perdiamo tempo e cominciamo subito con i preparativi del trasferimento, in
modo da poter partire domani il pi presto possibile, sono queste le istruzioni che ho ricevuto da chi
poteva darmele e che far rispettare con lautorit di cui mi trovo investito. Era chiaro che non si
trattava di un invito al ballo. Lalcalde mormor, La cena se n andata a scatafascio, A quanto
pare, disse il comandante. Dopo, prese a sua volta la parola, Le mie istruzioni sono differenti, quelle
che ho ricevuto, anchio da chi poteva darmele, sono semplici, portare lelefante a valladolid e
consegnarlo allarciduca daustria personalmente, senza intermediari. A partire da queste parole,
deliberatamente provocatorie e che forse verranno ad avere conseguenze serie, saranno eliminate
dal racconto le versioni alternate dellinterprete allo scopo non solo di facilitare la contesa verbale,
ma anche perch venga abilmente insinuata lidea precorritrice che la schermaglia di
argomentazioni da un lato e dallaltro verr percepita da entrambe le parti in tempo reale. Ora si ode
il comandante austriaco, Ho il timore che il suo poco comprensivo atteggiamento stia per impedire
una soluzione pacifica della controversia che ci oppone, evidente che il punto centrale sta nel fatto
che lelefante, chiunque sia a condurvelo, dovr andare a valladolid, ma ci sono alcuni dettagli
prioritari da prendere in considerazione, il primo dei quali il fatto che larciduca massimiliano,
dichiarando di accettare il dono, divenuto ipso facto proprietario dellelefante, il che significa che
le idee di sua altezza larciduca sullargomento dovranno prevalere su qualsiasi altra, per quanto
meritevole di rispetto presuma di essere, dunque insisto, lelefante mi deve essere consegnato
allistante, senza ulteriore dilazione, come unico modo di evitare che i miei soldati penetrino nel
castello con la forza e simpadroniscano dellanimale, Vorrei proprio vedere come ce la farebbero,
perch io ho trenta uomini l a coprire lentrata del castello e non penso certo di andargli a dire di
ritirarsi o di fare ala per lasciar passare i suoi quaranta. A questo punto lo spiazzo era ormai quasi
deserto di borghesi, lambiente cominciava a puzzare di bruciato, in casi del genere c sempre la
possibilit di una pallottola vagante o di una piattonata alla cieca sulla schiena, fintanto che la
guerra non che uno spettacolo, va bene, il brutto quando pretendono di tramutarci nei suoi
figuranti, per di pi senza preparazione n esperienza. Furono, dunque, ormai ben pochi quelli che
udirono ancora la replica del comandante austriaco allinsolenza del portoghese, I corazzieri al mio
comando potranno, a un semplice ordine, spazzare dal campo, in meno tempo di quanto impiego a
dirlo, la debole forza militare che si oppone loro, pi simbolica che effettiva, e cos verr fatto se
non sar immediatamente deposta linsensata ostinazione di cui il suo comandante sta dando
mostra, il che mi obbliga ad avvisare che le inevitabili perdite umane, che dalla parte portoghese, a
seconda del grado di resistenza, potrebbero arrivare a essere totali, saranno di sua completa e unica
responsabilit, poi non venite a lamentarvi, Dato che la signoria vostra, se ho ben inteso, si propone
di ucciderci tutti, non vedo come potremo poi lamentarci, suppongo comunque che avr qualche
difficolt a giustificare unazione a tal punto violenta contro dei soldati che non fanno altro che
difendere il diritto del loro re di stabilire le regole per la consegna dellelefante regalato allarciduca
massimiliano daustria, che, in questo caso, mi sembra sia stato molto mal consigliato, tanto sul
piano politico come sul piano militare. Il comandante austriaco non rispose immediatamente, lidea
di dover giustificare dinanzi a vienna e lisbona unazione dalle conseguenze cos drastiche gli dava
il capogiro, e a ogni giro la questione gli pareva pi complicata. Finalmente, ritenne di aver trovato
una piattaforma conciliatoria, proporre che gli fosse consentito, a lui e ai suoi uomini, di entrare nel
castello per accertarsi dello stato di salute dellelefante. Suppongo che i suoi soldati non siano dei
maniscalchi, rispose il comandante portoghese, quanto alla signoria vostra, non so, ma non credo
che sia specializzata nellarte di curare bestie, dunque non vedo alcuna utilit nel lasciarvi entrare,
per lo meno prima che mi sia riconosciuto il diritto di andare a valladolid a fare, personalmente, la
consegna dellelefante a sua altezza larciduca daustria. Nuovo silenzio del comandante austriaco.
Vedendo che la risposta non arrivava, lalcalde disse, Parlo io con lui. In capo ad alcuni minuti
ritornava con unespressione di contentezza sul volto, daccordo, Gli dica allora, chiese il
comandante portoghese, che per me sar un onore accompagnarlo nella visita. Mentre lalcalde
andava e veniva, il comandante portoghese diede ordine al sergente di far schierare le truppe in due
ali. Quando la manovra fu conclusa, fece avanzare il cavallo, fino ad affiancarsi alla cavalla
dellaustriaco, e chiese allinterprete di tradurre, Sia di nuovo benvenuto a castelo rodrigo, andiamo
a vedere lelefante.

A parte una rissa senza troppa importanza fra alcuni soldati, tre per lato, la marcia per valladolid
decorse senza incidenti rilevanti. In un gesto di pace degno di nota, il comandante portoghese
cedette lorganizzazione della carovana, cio decidere chi va in testa e chi va in coda, al buon
arbitrio del capitano austriaco, il quale fu molto esplicito nella sua opzione, Noi andiamo in testa, il
resto si disponga come meglio crede o, dal momento che avete gi esperienza, secondo la
disposizione della colonna con cui siete partiti da lisbona. Cerano due eccellenti e ovvie ragioni per
la scelta di andare in testa, la prima era il fatto che, praticamente, si trovavano in casa, la seconda,
ancorch non confessata, perch in caso di cielo scoperto, come ora, e finch il sole non avesse
raggiunto il suo zenit, cio, la mattina, avrebbero avuto il cosiddetto astro re di fronte sin dalla
prima fila, con evidente beneficio per il fulgore delle corazze. Quanto a ripetere la disposizione
della colonna, noi sappiamo che ci non sar possibile, dato che gli scaricatori sono ormai sulla via
del ritorno a lisbona, con passaggio per quella che sar, in un futuro ancora lontano, linvitta e
sempre leale citt di porto. Comunque sia, non cera da girarci troppo intorno. Se si mantiene in
vigore la norma che il pi lento di una carovana sar quello che segner il passo, e dunque la
velocit di avanzamento, allora non c dubbio, i buoi marceranno dietro i corazzieri, che avranno
naturalmente campo libero per galoppare ogniqualvolta ne avranno voglia, affinch la gente che
eventualmente si riversasse per la strada a vedere la sfilata non possa confondere churras con
merinas, proverbio castigliano che utilizziamo proprio perch ci troviamo in castiglia e non
ignoriamo la capacit suggestiva di un leggero tocco di colore locale, dove le churras, per chi non lo
sappia, sono le lane sporche e le merinas quelle pulite. O, in altre parole, una cosa sono i cavalli, per
giunta montati da corazzieri placcati di sole, e unaltra, ben diversa, due coppie di buoi scheletrici l
a tirare un carro caricato con un tino dacqua e un certo numero di balle di foraggio per un elefante
che lo segue a ridosso e porta un uomo a cavalcioni sulla collottola. Solo dopo lelefante viene il
distaccamento di cavalleria portoghese, ancora fremente di orgoglio per il suo valoroso intervento
della vigilia, l a ostruire con i propri corpi lentrata del castello. A nessuno dei soldati qui presenti
svanir dal ricordo, per quanti anni viva, il momento in cui dopo la visita allelefante il comandante
austriaco aveva dato lordine di montare il bivacco proprio l, nella piazza, solo per una notte, si
era giustificato, al riparo di un boschetto di querce che, sebbene per let ne avessero viste tante,
mai dei soldati l a dormire indiscutibilmente alladdiaccio accanto a un castello dove avrebbero
potuto alloggiare comodamente tre divisioni di fanteria con le rispettive bande musicali. Il trionfo
sulle abusive pretese degli austriaci, che era stato assoluto, era anche, cosa rara in casi come questi,
il trionfo del senso comune, giacch, per quanto sangue fosse potuto scorrere a castelo rodrigo,
qualsiasi guerra tra portogallo e austria sarebbe stata non solo assurda, ma impraticabile, a meno
che i due paesi non avessero affittato, per esempio dalla francia, una porzione del suo territorio, pi
o meno a met strada fra i due contendenti, per schierare le truppe e organizzare i combattimenti.
Insomma, tutto bene quel che finisce bene.

Subhro non ha la certezza di arrivare a cogliere qualche vantaggio dal detto tranquillizzante. I
babbaccioni che lo vedono passare lungo la strada, appollaiato a tre metri di altezza e con indosso il
suo nuovo abbigliamento colorato, quellabito da visita alla madrina se ce lavesse, che ha messo,
non per vanit personale, ma perch il paese da cui viene fosse ben rappresentato, immaginano che
quello lass sia un essere dotato di poteri straordinari, mentre in realt il povero indiano trema al
solo pensiero del suo prossimo futuro. Lui convinto che fino a valladolid avr un impiego
garantito, qualcuno dovr pure pagarlo per il tempo e il lavoro, sembra poca cosa viaggiare sulla
schiena di un elefante, ma questo lo dice chi non ha mai provato a obbligarlo, per esempio, ad
andare a destra quando lui vuole andare a sinistra. Da l in poi, per, i cieli si rabbuiano. Che sin dal
primo giorno abbia pensato che la sua missione era accompagnare salomone a vienna, di motivi
riteneva di averne, giacch questo rientrava nel dominio dellimplicito, visto che se un elefante ha il
suo cornac personale, naturale che dove va uno dovr andare laltro. Ma che glielo avessero detto,
occhi negli occhi, questo non glielo hanno mai detto. A valladolid, s, ma niente di pi. dunque
naturale che limmaginazione di subhro lo abbia portato a raffigurarsi la peggiore delle situazioni
possibili, arrivare a valladolid e trovare un altro cornac in attesa del testimone per proseguire il
viaggio e, giunto a vienna, vivere a sbafo nella corte dellarciduca massimiliano. Al contrario, per,
di ci che chiunque potrebbe pensare, abituati come siamo a mettere i bassi interessi materiali al di
sopra degli autentici valori spirituali, non erano il mangiare e il bere, il letto rifatto tutti i giorni a far
sospirare subhro, ma una rivelazione subitanea che, in quanto rivelazione, subitanea non lo era in
senso rigoroso, giacch anche gli stati latenti contano, quella di amare quellanimale e di non
volersene separare. S, ma se a valladolid ci sar gi un altro guardiano in attesa di prendere
possesso del carico, le ragioni del cuore di subhro non avranno alcun peso nellimparziale bilancia
dellarciduca. Fu allora che subhro, ondeggiando al ritmo dei passi dellelefante, disse a voce alta,
lass in cima, dove nessuno poteva udirlo, Ho bisogno di fare un discorso serio con te, salomone.
Fortunatamente non cera nessun altro presente, avrebbero creduto che il cornac si fosse ammattito
e che, di conseguenza, la sicurezza della carovana corresse seri rischi. Da questo momento i sogni
di subhro hanno preso unaltra direzione. Come in un caso di amori male accettati, di quelli che
tutti, non si sa perch, decidono di contrastare, subhro fuggiva con lelefante attraverso pianure,
colline e montagne, contornava laghi, attraversava fiumi e boschi, eludendo linseguimento dei
corazzieri, ai quali non serviva a molto il rapido galoppare dei loro sauri, perch anche un elefante,
quando vuole, capace del suo bel galoppo. Quella notte subhro, che non dormiva mai lontano da
salomone, gli si avvicin un po di pi, attento a non svegliarlo, e cominci a parlargli allorecchio.
Riversava le parole dentro lorecchio, un sussurro inintelligibile, che poteva essere tanto hindi come
bengali, oppure un linguaggio noto soltanto a loro due, nato e cresciuto in anni di solitudine, che
solitudine lo era stata per davvero, anche quando la interrompevano i gridolini dei nobilucci della
corte di lisbona o gli scherni della plebaglia della citt e dintorni, o, primancora, nel lungo viaggio
in nave che li aveva portati in portogallo, gli sberleffi dei marinai. Per assoluta disconoscenza delle
lingue, non possiamo rivelare che cosa abbia detto subhro allorecchio di salomone, ma,
conoscendo le inquietanti aspettative che preoccupano il cornac, non impossibile immaginare in
che sar consistita la conversazione. Subhro, semplicemente, stava chiedendo aiuto a salomone,
dandogli dei suggerimenti pratici di comportamento, come ad esempio manifestare, con i processi
espressivi alla portata di qualsiasi elefante, inclusi quelli radicali, la sua scontentezza per la
separazione forzata dal cornac, se tale dovesse essere il caso. Uno scettico obietter che non ci si
pu aspettare molto da una conversazione del genere, dato che lelefante non solo non diede alcuna
risposta alla petizione, ma continu pure a dormire placidamente. Significa non conoscere gli
elefanti. Se gli si parla allorecchio in hindi o in bengali, soprattutto quando stanno dormendo, sono
tali e quali al genio della lampada che, non appena uscito dalla bottiglia, domanda, Che ordina il
mio signore. Sia come sia, siamo in grado di anticipare che a valladolid non accadr niente. Gi
lindomani sera, mosso dal pentimento, subhro and a dire a salomone di non far caso a ci che gli
aveva detto, che si era comportato peggio del peggiore degli egoisti, che non era cos che si
risolvevano i problemi, Se accadr ci che temo, sono io che dovr assumermi le responsabilit e
fare in modo di convincere larciduca a lasciarci continuare a stare insieme, dunque, ascoltami,
succeda quel che succeda, tu non fare niente, hai sentito, non fare niente. Lo stesso scettico, se fosse
qui, non potrebbe fare altro che deporre per un istante il suo scetticismo e riconoscere, Bel gesto,
questo cornac davvero un bravuomo, non c dubbio che le migliori lezioni ci vengono sempre
dalla gente semplice. Con lo spirito pacificato, subhro se ne torn al suo giaciglio di paglia e dopo
pochi minuti si addormentava. Quando si svegli lindomani mattina e ramment la decisione che
aveva preso, non pot evitare di domandarsi, E perch mai larciduca dovrebbe volere un cornac se
gi servito con questo. E continu a esporre le sue ragioni, Ho il capitano dei corazzieri come
testimone e garante, ci ha visti al castello ed impossibile che non abbia notato che ben poche volte
si sar avuta una congiunzione pi perfetta tra un animale e una persona, pur vero che di elefanti
ne capir poco, ma di cavalli ne sa abbastanza, e questo gi qualcosa. Che salomone abbia una
buona base di natura, tutti lo riconoscono, ma io mi domando se con un altro cornac si sarebbe
comportato come ha fatto al commiato dagli scaricatori. Non che lo avessi istruito, sia ben chiaro,
stato qualcosa che gli uscito spontaneamente dallanima, persino io pensavo che, una volta
arrivato l, avrebbe fatto al massimo un cenno con la proboscide, lanciato un barrito, accennato due
passi di danza e addio, ci vediamo, ma, conoscendolo come lo conosco io, ho sospettato che
avrebbe congetturato in quel capoccione qualcosa che ci avrebbe lasciati tutti stupefatti. Immagino
che tanto sar gi stato scritto sugli elefanti come specie e assai di pi si dovr scrivere nel futuro,
ma dubito che qualcuno di quegli autori sia stato testimone o semplicemente abbia sentito parlare di
un prodigio elefantino che si possa paragonare a quello a cui, a stento credendo a ci che i miei
occhi vedevano, ho assistito a castelo rodrigo.

Nella colonna dei corazzieri ci sono diversit di opinione. Alcuni, forse perch pi giovani e
intrepidi, ancora con il sangue bollente, sostengono che il loro comandante avrebbe dovuto
mantenersi fino allultimo baluardo, a qualsiasi costo, sulla linea strategica con cui entrato a
castelo rodrigo, ossia, la consegna immediata e incondizionata dellelefante, quandanche fosse
stato necessario luso persuasivo della forza. Tutto tranne quellistantanea resa dinanzi alle
provocazioni successive del capitano portoghese, che pareva addirittura ansioso di passare alle vie
di fatto, sebbene dovesse avere la certezza matematica che nello scontro sarebbe finito sconfitto.
Pensavano questi che sarebbe bastato un semplice gesto a effetto, come sguainare simultaneamente
quaranta spade allordine di attaccare perch lapparente intransigenza degli squallidi portoghesi si
sgretolasse e le porte del castello venissero spalancate ai vincitori austriaci. Altri, trovando
altrettanto incomprensibile latteggiamento rinunciatario del capitano, consideravano che il primo
errore era stato arrivare al castello e, senzaltre parole, imporre, Passateci lelefante, che non
abbiamo tempo da perdere. Qualsiasi austriaco, nato e cresciuto nelleuropa centrale, sa che in un
caso del genere si dovrebbe saper dialogare, dimostrarsi amabili, interessarsi alla salute della
famiglia, fare un commento lusinghiero sul bellaspetto dei cavalli portoghesi e limponente
maestosit delle fortificazioni di castelo rodrigo, e dopo, allora s, come ricordandosi
improvvisamente che c unaltra faccenda da trattare, Ah, vero, lelefante. Altri militari ancora,
pi attenti alle dure realt della vita, argomentavano che se le cose fossero andate come volevano i
colleghi, ora sarebbero in cammino con lelefante e senza niente da dargli da mangiare, dato che
non avrebbe avuto alcun senso che i portoghesi avessero lasciato andare il carro di buoi con le balle
di foraggio e il tino dellacqua e fossero rimasti a castelo rodrigo, chiss per quanti giorni, in attesa
del loro ritorno, A questo c solo una spiegazione, concluse un caporale che aveva la faccia di uno
che ha studiato, il capitano non aveva ricevuto ordini dallarciduca o da chicchessia per esigere la
consegna immediata dellelefante, e solo dopo, durante il viaggio o gi a castelo rodrigo, gli era
venuta lidea, Se potessi escludere i portoghesi da questa partita a carte, ha pensato, gli onori
sarebbero tutti per i miei uomini e per me. legittimo domandarsi come sia possibile arrivare a
ufficiale dei corazzieri austriaci con pensieri del genere e una cos grave mancanza di sincerit, e
infatti, come persino un bambino capirebbe facilmente, lamichevole allusione ai soldati non stata
altro che una mera tattica per dissimulare la propria ed esclusiva ambizione. Peccato. Ancora una
volta, siamo i difetti che abbiamo, non le qualit.
La citt di valladolid decise di mettere in mostra le sue migliori pompe per laccoglienza del
pachiderma atteso da lungo tempo, arrivando al massimo, come se si trattasse di una processione
maggiore, di appendere ai balconi un bel po di parati e far fluttuare alla brezza ormai quasi
autunnale una quantit di gonfaloni che non avevano ancora perso del tutto il colorito. Vestite di
fresco fin dove lo consentiva la poca igiene in quelle epoche difficili, le famiglie percorrevano le
vie, queste ultime alquanto meno pulite, e spinte, le famiglie, da due idee centrali, scoprire dove si
trovasse lelefante e cosa sarebbe accaduto dopo. Cerano i guastafeste che affermavano che
lelefante era solo una diceria, che forse un giorno sarebbe arrivato, s, ma che intanto non cera
modo di sapere quando ci sarebbe accaduto. Cera chi giurava che il povero animale, esausto,
stava riposando da quando era arrivato, ieri, dopo i lunghi e duri cammini che aveva dovuto
percorrere per arrivare a valladolid, prima, tra lisbona e figueira de castelo rodrigo, dopo, tra la
frontiera portoghese e questa citt che aveva lonore di ospitare da due anni, in qualit di reggenti
della spagna, le eccelse persone di sua altezza reale larciduca massimiliano e la sua sposa, maria,
figlia dellimperatore carlo quinto. Questo lo si scrive perch si veda quanto fosse importante
questo mondo di personaggi, tutti appartenenti alle regalit pi alte, che vissero al tempo di
salomone e che, in un modo o nellaltro, non solo ebbero conoscenza diretta della sua esistenza, ma
anche delle epiche ancorch pacifiche prodezze da lui compiute. Proprio ora, larciduca e la
consorte assistono, estasiati, alla pulizia dellelefante, alla presenza di illustri membri della corte e
del clero e di alcuni artisti espressamente chiamati per immortalare sulla carta, su tavola o su tela il
sembiante dellanimale e la sua imponente mole. Orienta le operazioni, in cui, una volta ancora, non
mancano lacqua a spruzzi e la spazzola di piassava dal lungo manico, lalter ego di salomone che
lindiano subhro. Subhro felice perch non ha visto, da quando arrivato, pi di ventiquattrore fa,
alcun segno di intrusione di un altro cornac, ma gi stato informato ufficialmente dal capo delle
salmerie dellarciduca che salomone, dora in avanti, si chiamer solimano. Gli dispiaciuto
profondamente il cambiamento del nome, ma, come si suole dire, via gli anelli purch restino le
dita. Laspetto di solimano, rassegniamoci, non possiamo fare altro che chiamarlo cos, era
migliorato molto con il lavaggio generale cui era stato sottoposto, ma divenuto un autentico
splendore, persino abbagliante diremmo, quando, con grande sforzo, un gruppo di servitori gli ha
lanciato sopra unenorme gualdrappa a cui pi di venti ricamatori avevano lavorato per settimane,
senza interruzione, unopera per cui difficilmente si trover pari nel mondo, tale era labbondanza di
pietre che, pur non essendo del tutto preziose, brillavano come se lo fossero, in aggiunta al filo
doro e agli opulentissimi velluti. Tutto male impiegato, bofonchi fra s larcivescovo, seduto a
poca distanza dallarciduca, con quanto si dilapidato per questa bestia si poteva ricamare un
magnifico palio per la cattedrale, per non dover uscire sempre con lo stesso, come se fossimo,
invece che valladolid, uno di quei tanti paesini miserabili. Un gesto del reggente interruppe quei
sovversivi pensieri. Non fu necessario capire le parole, bast il gioco delle regali mani che
indicavano, salivano, scendevano, era chiarissimo, larciduca voleva parlare con il cornac.
Accompagnato da un dignitario minore della corte, parve a subhro che stesse sognando un sogno
gi sognato quando, nellimmondo recinto di belm, era stato condotto davanti a un uomo con la
barba lunga che era il re del portogallo, joo terzo. Questo signore che ora lha fatto chiamare non
ha la barba, la sua faccia perfettamente rasata, ed , senza favoritismi, un uomo di bellaspetto. Al
suo fianco seduta la bellissima sposa, larciduchessa maria, sul cui viso e corpo la bellezza non
durer molto perch partorir n pi n meno che sedici volte, dieci maschi e sei femmine. Una
barbarie. Subhro ora fermo dinanzi allarciduca e aspetta le domande. Qual il tuo nome, fu,
comera pi che prevedibile, la prima, Il mio nome subhro, mio signore, Sub, che, Subhro, mio
signore, questo il mio nome, E significa qualche cosa, questo tuo nome, Significa bianco, mio
signore, In che lingua, In bengali, mio signore, una delle lingue dellindia. Larciduca tacque per
alcuni secondi, poi domand, Sei nativo dellindia, S, mio signore, sono andato in portogallo con
lelefante, due anni fa, Ti piace il tuo nome, Non lho scelto, il nome che mi hanno dato, mio
signore, Ne sceglieresti un altro, se potessi, Non so, mio signore, non ci ho mai pensato, Che ne
diresti se ti facessi cambiare nome, Vostra altezza avr di certo una ragione, Ce lho. Subhro non
rispose, sapeva sin troppo bene che non permesso rivolgere domande ai re, sar questo il motivo
per cui sempre stato difficile, e a volte addirittura impossibile, strappare loro una risposta ai dubbi
e alle seccature dei sudditi. Disse allora larciduca massimiliano, Il tuo nome faticoso da
pronunciare, Me lhanno gi detto, mio signore, Sono certo che a vienna nessuno lo capir, Il male
sar per me, mio signore, Ma a questo male c rimedio, dora in poi ti chiamerai fritz, Fritz, ripet
con voce addolorata subhro, S, un nome facile da ricordare, e inoltre c una quantit enorme di
fritz in austria, tu sarai uno in pi, ma lunico con un elefante, Se vostra altezza me lo permette, io
preferirei mantenere il mio nome di sempre, Ormai ho deciso, e sei avvisato che mi irriter con te se
tornerai a chiedermelo, mettiti in testa che il tuo nome fritz e nessun altro, S, mio signore. Poi
larciduca, alzandosi dal sontuoso sedile che occupava, disse con voce alta e sonora, Attenzione,
questuomo ha appena accettato il nome di fritz che gli ho dato, questo, pi la responsabilit del
fatto che sia il guardiano dellelefante solimano, mi portano a determinare che sia trattato da voi
tutti con considerazione e rispetto, pena, in caso di disobbedienza, che i responsabili subiscano le
conseguenze del mio scontento. Lavvertimento non fu ben accolto dagli animi, ci fu di tutto nel
brevissimo mormorio che fece seguito, deferenza disciplinata, ironia benevolente, irritazione offesa,
simmagini, dover dare rispetto a un cornac, a un domatore, a un uomo che puzza di animali
selvatici, come se fosse una figura di primo piano nel regno, quello che ci salva che ben presto
allarciduca gli passer il capriccio. Si dica tuttavia, per amore della verit, che un altro mormorio
non tard a udirsi, un mormorio in cui non si coglievano sentimenti ostili o contraddittori, perch fu
di pura ammirazione, quando lelefante alz il cornac sulla proboscide e su uno dei denti e lo
depose sulla sua ampia nuca, spaziosa come unaia. Disse allora il cornac, Eravamo subhro e
salomone, ora saremo fritz e solimano. Non si rivolgeva a nessuno in particolare, lo diceva a se
stesso, sapendo che questi nomi non significano niente, pur essendo venuti a occupare il posto di
altri che, quelli s, avevano un significato. Sono nato per essere subhro, e non fritz, pens. Guid i
passi di solimano verso il recinto che gli era stato assegnato, un patio del palazzo che, sebbene fosse
interno, aveva facile comunicazione con lesterno, e l lo lasci con il suo foraggio e il suo tino
dellacqua, oltre alla compagnia dei due aiutanti che erano venuti da lisbona. Subhro, o fritz, ci sar
difficile abituarci, ha necessit di parlare con il comandante, il nostro, ch quello dei corazzieri
austriaci non si pi visto, sar l a fare penitenza per la pessima figura che ha fatto a figueira de
castelo rodrigo. Non sar ancora per congedarsi, i lusiadi partono solo domani, subhro vuole solo
parlare un po della vita che lo aspetta, annunciare che gli hanno cambiato i nomi, a lui e
allelefante. E augurargli, insieme ai suoi soldati, un buon viaggio di ritorno, insomma, a mai pi
rivederci. I militari sono accampati a poca distanza dalla citt, in un luogo alberato, con un ruscello
di acque chiare correnti, dove la maggior parte di loro si gi bagnata. Il comandante and incontro
a subhro e, trovandolo con una faccia di circostanza, domand, successo qualcosa, Ci hanno
cambiato i nomi, ora sono fritz, e salomone diventato solimano, Chi ha fatto questo, Lha fatto chi
poteva, larciduca, E perch, Lo sapr lui, nel mio caso perch subhro gli pare difficile da
pronunciare, Finch non ci abituiamo, S, ma lui non ha nessuno che gli dica che dovrebbe abituarsi.
Ci fu un silenzio forzato, che il comandante ruppe come meglio pot, Partiamo domani, disse, Gi
lo sapevo, rispose subhro, verr per congedarmi, Ci rivedremo, domand il comandante, pi che
sicuro che no, vienna lontana da lisbona, Mi dispiace, ora che eravamo diventati amici, Amico
una parola grossa, signore, io non sono altro che un cornac cui hanno appena cambiato il nome, E io
un capitano di cavalleria dentro cui pure qualcosa cambiato durante questo viaggio, Suppongo per
aver visto i lupi per la prima volta, Ne vidi uno tanti anni fa, quando ero piccolo, a stento me ne
ricordo, Lesperienza dei lupi deve cambiare molto le persone, Non credo che la causa siano stati
loro, Allora lelefante, pi probabile, sebbene, pur potendo comprendere pi o meno un cane o un
gatto, io non riesca a capire un elefante, I cani e i gatti vivono al nostro fianco, questo facilita molto
il rapporto, anche quando ci equivochiamo, la convivenza continua risolver il problema, loro
invece, non sappiamo se si equivocano e ne siano consapevoli, E lelefante, Con lelefante, glielo
dicevo gi laltro giorno, diverso, in un elefante ci sono due elefanti, uno che apprende ci che gli
viene insegnato e laltro che persister nellignorare tutto, E questo, tu, come lo sai, Ho scoperto di
essere tale e quale allelefante, una parte di me apprende, laltra ignora ci che laltra parte ha
appreso, e tanto pi continua a ignorare quanto pi tempo continuer a vivere, Non sono in grado di
seguirti in questi tuoi giochi di parole, Non sono io che gioco con le parole, sono loro che giocano
con me, Quando parte larciduca, Ho sentito dire fra tre giorni, Sentir la tua mancanza, E io la sua,
disse subhro, o fritz. Il comandante gli tese la mano, subhro gliela strinse con poca forza, come se
non volesse fargli male, Ci vediamo domani, disse, Ci vediamo domani, ripet il militare. Si
voltarono le spalle a vicenda e si allontanarono. Nessuno dei due si guard indietro.

Il giorno seguente, presto, subhro torn allaccampamento, portando con s lelefante. Lo


accompagnavano i due aiutanti, che montarono immediatamente sul carro dei buoi, dove pensavano
di godere della pi gradevole delle passeggiate. I soldati aspettavano lordine di montare in sella. Il
comandante si avvicin al cornac e disse, Qui ci separiamo, Vi auguro buon viaggio, capitano, a lei
e ai suoi uomini, Tu e salomone avete ancora molta strada da fare fino a vienna, calcolo che sar
inverno quando ci arriverete, Salomone mi porter sulla schiena, non mi stancher molto, A quanto
credo di sapere, quelle sono terre di freddo, neve e ghiaccio, disagi che a lisbona non hai mai
dovuto soffrire, Freddo, un po, bisogna riconoscerlo, signore, Lisbona la citt pi fredda del
mondo, disse il comandante sorridendo, quel che le giova trovarsi dove si trova. Anche subhro
sorrise, la conversazione era interessante, si sarebbe potuti rimanere l per il resto della mattina e il
pomeriggio, e partire solo lindomani, che differenza avrebbe fatto, mi domando, arrivare a casa
ventiquattrore pi tardi. Fu in quel momento che il comandante decise di fare il suo discorso di
addio, Soldati, subhro venuto a congedarsi da noi e ha portato, per la nostra gioia, lelefante la cui
sicurezza abbiamo avuto la responsabilit di proteggere nelle ultime settimane. Condividere le ore
con questuomo stata una delle esperienze pi felici della mia vita, forse perch lindia conosce
alcune cose che noi ignoriamo. Non sono certo di essere arrivato a conoscerlo bene, mentre lo sono,
questo s, che lui e io avremmo potuto essere, pi che semplici amici, fratelli. Vienna lontana,
lisbona ancora pi lontana, probabile che non ci vedremo mai pi, e forse meglio cos,
serberemo il ricordo di questi giorni in modo da poter dire che anche noi, modesti soldati
portoghesi, abbiamo una memoria delefante. Il capitano continu a parlare ancora per buoni cinque
minuti, ma lessenziale era ormai stato detto. Mentre lui parlava, subhro pensava a cosa avrebbe
fatto lelefante, se avrebbe pensato a qualcosa di simile a quello che era stato il commiato dagli
scaricatori, ma la verit che le ripetizioni sono quasi sempre deludenti, perdono il brio, si nota che
mancano di spontaneit, e, se manca la spontaneit, manca tutto. Sarebbe meglio che ci separassimo
e basta, pens il cornac. Lelefante, per, non era daccordo. Quando il discorso fu terminato e il
capitano si avvicin a subhro per abbracciarlo, salomone fece due passi avanti e sfior con
lestremit della proboscide, quella specie di labbro palpitante, la spalla del militare. Il commiato
dagli scaricatori era stato, diciamo, pi scenografico, ma questo, forse perch i soldati sono abituati
a un altro genere di addio, tipo Onorate la patria, che la patria vi osserva, tocc loro le corde
sensibili, e non furono n uno n due che, vergognosi, dovettero asciugarsi le lacrime con la manica
della giacca o della giubba, o comunque si chiamasse allepoca questo capo del vestiario militare. Il
cornac accompagn salomone in rivista, ritenendosi anchegli accomiatato. Non era uomo da
consentire al cuore di sciogliersi in pubblico, anche quando, come ora, lacrime invisibili gli
scorrono sul viso. La colonna si messa in movimento, con il carro dei buoi in testa, finita, non li
rivedremo in questo teatro, la vita cos, gli attori si presentano, poi escono di scena, perch la
norma, ci che sempre dovr accadere prima o poi, declamare le parole che hanno imparato e
sparire dalla porta di fondo, quella che d sul giardino. Pi avanti il cammino fa una curva, i soldati
trattengono i cavalli per alzare un braccio e accennare lultimo addio. Subhro imita il loro gesto e
salomone lascia uscire dalla gola il suo barrito pi intenso, tutto ci che a loro permesso fare,
questo sipario chiuso non si riaprir pi.

Il terzo giorno albeggi piovoso, cosa che infastid particolarmente larciduca, in quanto, anche se il
personale per organizzare in maniera pi funzionale ed efficiente la carovana non gli mancava, ci
teneva a essere lui a decidere in che posizione del corteo doveva marciare lelefante. Era semplice,
proprio davanti al cocchio che avrebbe trasportato lui e larciduchessa. Un confidente di fiducia lo
supplic di prendere in considerazione il fatto noto che gli elefanti, proprio come i cavalli, ad
esempio, defecano e urinano in movimento, Lo spettacolo offenderebbe inevitabilmente la
sensibilit delle loro altezze, anticip il confidente esprimendo col viso la pi profonda inquietudine
civica, al che larciduca rispose di non preoccuparsene, ci sarebbe stato sempre nella carovana
qualcuno a ripulire la strada ogniqualvolta si producessero tali deposizioni naturali. Il brutto era la
pioggia. Allelefante, storicamente abituato al monsone, tant vero che ne aveva sentito la
mancanza negli ultimi due anni, non gli si sarebbero alterati n gli umori n il ritmo dei passi, il
problema, che realmente richiedeva una soluzione, era larciduca. Comprensibile. Attraversare
mezza spagna dietro un elefante per il quale era stata ricamata quella che forse era la pi bella
gualdrappa del mondo e non poterla usare perch la pioggia lavrebbe danneggiata seriamente tanto
da non servire pi neanche per un palio di paese, sarebbe stata la peggiore delle frustrazioni del suo
arciducato. Orbene, massimiliano non avrebbe fatto un passo fintanto che solimano non fosse stato
debitamente coperto, con gli ornamenti della gualdrappa rifulgenti sotto il sole. Ecco dunque ci
che disse, Questa pioggia dovr pure cessare una buona volta, aspettiamo che spiova. E cos fu. Per
due ore la pioggia non cess, ma in capo a questo tempo il cielo cominci a schiarirsi, nuvole ce
nerano ancora, ma meno scure, e allimprovviso smise di piovere, laria divenne pi leggera,
trasparente alla prima luce del sole, infine limpida. Era talmente contento, larciduca, che si permise
di dare una manata intenzionalmente maliziosa sulla coscia dellarciduchessa. Riacquistata la
compostezza, fece venire un aiutante di campo al quale ordin di galoppare fino alla testa della
colonna, dove brillavano i corazzieri, Che si muovano immediatamente, disse, dobbiamo recuperare
il tempo perduto. In questo frattempo, i servitori responsabili, con grande sforzo, avevano gi
portato limmensa gualdrappa e, seguendo le indicazioni di fritz, la stesero sul possente dorso di
solimano. Indossando un abito che in qualit di tessuti e lusso di confezione superava di gran lunga
quello che aveva portato da lisbona e che tanto aveva minato lequilibrio dellerario pubblico locale,
fritz fu issato sulla collottola di solimano, da dove, avanti e dietro, poteva godere dellimponente
vista della carovana in tutta la sua estensione. Al di sopra di lui non viaggiava nessuno, neppure
larciduca daustria con tutto il suo potere. Capace di cambiare i nomi a un uomo e a un elefante,
ma con gli occhi allaltezza della pi comune delle persone, era trasportato dentro un cocchio dove i
profumi non riuscivano a coprire del tutto i cattivi odori esterni.

naturale che si voglia sapere se questa carovana sia tutta in cammino per vienna. Chiariamo
subito che no. Una buona parte di quelli che ora sono in viaggio in gran pompa non andr oltre il
porto marittimo della cittadina di rosas, alla frontiera francese. L si congederanno dagli arciduchi,
assisteranno probabilmente allimbarco, e soprattutto osserveranno con preoccupazione che
conseguenze avr il subitaneo caricamento delle quattro tonnellate brute di solimano, se il casseretto
della nave sopporter tanto peso, insomma, se non finiranno per tornare a valladolid con la storia di
un naufragio da raccontare. I pi aruspici prevedono danni causati alla navigazione e alla sicurezza
della nave dallelefante, spaventato per il dondolio dellimbarcazione, insicuro, incapace di
mantenersi in equilibrio sulle zampe, Non voglio neanche pensarci, dicevano compunti ai pi vicini,
lusingandosi alla possibilit di poter un giorno arrivare a dire, Io s che lavevo previsto.
Dimenticano i guastafeste che questo elefante venuto da lontano, dallindia remota, sfidando
impavido le tormente delloceano indiano e dellatlantico, ed eccolo qui, ben saldo, deciso, come se
nella vita non avesse fatto altro che navigare. Per il momento, per, si tratta solo di camminare. E
tanto. Uno guarda la mappa e gi si ritrova stanco. Eppure, tutto l sembra vicino, per cos dire a
portata di mano. La spiegazione, ovviamente, sta nella scala. facile accettare che un centimetro
sulla mappa equivalga nella realt a venti chilometri, ma quello cui di solito non pensiamo che
anche noi subiamo in questa operazione una riduzione dimensionale equivalente, ed per questo
che, essendo gi una cosa tanto minuscola nel mondo, lo siamo infinitamente di pi nelle mappe.
Sarebbe interessante sapere, ad esempio, quanto misurerebbe un piede umano su quella stessa scala.
O la zampa di un elefante. O tutta la comitiva dellarciduca massimiliano daustria.

Non sono passati pi di due giorni e il corteo ha gi perso una buona parte del suo splendore. La
pioggia persistente che caduta la mattina della partenza ha avuto unazione nefasta sui panneggi
dei cocchi e delle vetture, ma anche sugli indumenti di quelli che, per dovere di carica, hanno
sfidato le intemperie per pi o meno tempo. Ora la carovana avanza in una zona dove sembra non
abbia piovuto sin dal principio del mondo. La polvere comincia a sollevarsi sin dal passaggio dei
corazzieri, che gi la pioggia non aveva comunque risparmiato, giacch una corazza non una
scatola ermetica, le parti che la compongono non sempre si congiungono perfettamente le une con
le altre e le giunzioni fatte con le cinghie lasciano degli spazi dove le spade e le lance possono
penetrare quasi senza ostacolo, alla fin fine, tutto quello splendore, orgogliosamente esibito a
figueira de castelo rodrigo, non serve a molto nella vita pratica. Segue poi una fila enorme di carri,
carrozze e vetture di tutti i tipi e finalit, i carri da trasporto, gli squadroni della servit, e tutto
questo alza la polvere che, per mancanza di vento, rimarr sospesa nellaria fino alla conclusione
del pomeriggio. Questa volta non si rispettato il precetto che la velocit del pi lento determiner
la velocit generale. I due carri di buoi che trasportano il foraggio e lacqua per lelefante sono stati
relegati in coda al corteo, il che significa che di tanto in tanto bisogna fermare tutto perch linsieme
possa ricostituirsi. Quello che infastidisce e irrita tutti, a cominciare dallarciduca, che ormai
dissimula a stento la sua contrariet, la siesta obbligatoria di solimano, quel riposo di cui nessun
altro beneficia se non lui, ma che tutti, in definitiva, finiscono per godersi, sebbene persistano nelle
critiche, dicendo, Cos non arriveremo mai. La prima volta che la carovana si fermata e ha
cominciato a circolare la notizia che la causa era la necessit di riposo di solimano, larciduca ha
mandato a chiamare fritz per domandargli chi era che comandava l, una domanda che non stata
formulata proprio cos, un arciduca daustria non si abbasserebbe mai ad ammettere che potrebbe
esserci qualcuno che comandasse pi di lui ovunque si trovasse, ma, dal come labbiamo formulata,
con una espressione dal tono decisamente popolare, lunica risposta confacente alla situazione
avrebbe dovuto essere che fritz, per la vergogna, sprofondasse sottoterra. Abbiamo avuto occasione
di verificare, per, nel corso di questi giorni, che subhro non tipo da spaventarsi facilmente, e ora,
in questa sua nuova trasfigurazione, difficile, se non impossibile, immaginarlo zitto per un attacco
di timidezza, con la coda tra le gambe, l a dire, Mi dia i suoi ordini, mio signore. La sua risposta fu
esemplare, Se larciduca daustria non ha fatto cessione della sua autorit, il comando assoluto gli
appartiene per diritto, tradizione e riconoscimento dei suoi sudditi naturali o acquisiti, com il mio
caso, Parli come un letterato, Sono semplicemente un cornac che ha fatto qualche lettura nella vita,
Come va con solimano, cos questa storia che deve riposare nelle prime ore del pomeriggio, Sono
costumi dellindia, mio signore, Ora siamo in spagna, non in india, Se vostra altezza conoscesse gli
elefanti come io ho la pretesa di conoscerli, saprebbe che per un elefante indiano, di quelli africani
non parlo, non sono di mia competenza, qualunque posto in cui si trovi india, unindia che,
succeda quel che succeda, rimarr sempre intatta dentro di lui, Tutto ci molto bello, ma io ho un
lungo viaggio davanti e questo elefante mi fa perdere tre o quattro ore al giorno, da oggi in poi
solimano riposer unora, e basta, Mi sento un miserabile per il fatto di non poter essere daccordo
con vostra altezza, ma, creda a me e alla mia esperienza, non baster, Vedremo. Lordine fu
impartito, ma annullato subito il secondo giorno. Bisogna essere logici, diceva fritz, cos come non
sto a calcolare che a qualcuno possa venire in mente di ridurre a un terzo la quantit di foraggio e
acqua di cui solimano necessita per vivere, non posso neppure consentire senza protestare che gli
venga sottratta la maggior parte del suo giusto riposo, senza il quale pure non potrebbe sopravvivere
allo sforzo titanico che gli si richiede tutti i giorni, vero che un elefante nella selva indiana
percorre molti chilometri dal mattino sino allimbrunire, ma sta nella sua terra, non in una landa
desolata come questa, senza unombra sotto cui possa ripararsi un gatto. Non dimentichiamoci che
quando fritz si chiamava subhro non ha sollevato alcuna obiezione alla riduzione del riposo di
salomone da quattro a due ore, ma allora erano altri tempi, il comandante della cavalleria
portoghese era un uomo con cui si poteva parlare, un amico, non un arciduca autoritario come
questo che, oltre a essere genero di carlo quinto, non si vede che altri meriti possieda. Fritz era
ingiusto in quel momento, avrebbe dovuto essere obbligato almeno a riconoscere che mai nessuno
aveva trattato solimano come questo arciduca daustria tutta un tratto cos male apprezzato. La
gualdrappa, ad esempio. Neanche in india gli elefanti appartenenti ai maragi erano vezzeggiati
cos. Comunque fosse, larciduca non era contento, cera troppa ribellione nellaria che si respirava.
Punire fritz per le sue arditezze dialettiche sarebbe stato pi che giustificato, ma larciduca sapeva
benissimo che a vienna non avrebbe trovato un altro cornac. E se, per miracolo, questo uccello raro
fosse esistito, sarebbe stato indispensabile un periodo di compenetrazione reciproca tra lelefante e
il nuovo custode, senza il quale ci sarebbe stato da temere il peggiore dei comportamenti da un
animale di quella stazza, il cui cervello, per qualsiasi essere umano, inclusi gli arciduchi, altro non
era che una scommessa in cui le speranze di vincere si presentavano praticamente nulle. Lelefante
era davvero un essere diverso. Talmente diverso che non aveva niente a che vedere con questo
mondo, si governava su regole che non potevano rientrare in alcun codice morale conosciuto, al
punto da essergli indifferente, come si visto subito, viaggiare davanti o dietro al cocchio
arciducale. Per la verit, gli arciduchi non potevano sopportare pi a lungo lo spettacolo ripetuto
delle deiezioni di solimano, oltre al fatto di dover ricevere nei loro nasi delicati, abituati ad altri
aromi, i fetidi odori che ne esalavano. In fondo, chi larciduca voleva punire era fritz, relegato ora a
una posizione secondaria dopo essere apparso per giorni agli occhi di tutti come una delle grandi
figure della comitiva. Viaggia alla stessa altezza di prima, ma del cocchio dellarciduca non potr
vedere mai pi che la parte posteriore. Fritz ha il sospetto che lo stiano punendo, ma non pu
reclamare giustizia, perch la stessa giustizia, nel decretare il cambiamento di posto dellelefante
nella carovana, non faceva altro che impedire le molestie sensoriali da lui causate allarciduca
massimiliano e alla sua sposa maria, figlia di carlo quinto. Risolto questo problema, si risolse anche
laltro, e fu quella stessa sera. Incoraggiata dal confino dellelefante alla qualit di mero seguitore,
maria chiese al marito che si liberassero di quella gualdrappa, Credo che portarla addosso sia una
punizione che il povero solimano non merita, e inoltre, Inoltre, che cosa, domand larciduca, Con
quella specie di paramento da chiesa sulla schiena, un animale tanto grande, tanto imponente,
passato il primo effetto della sorpresa, diviene rapidamente ridicolo, grottesco, e sar ancora peggio
quanto pi lo guarderemo, Lidea stata mia, disse larciduca, ma penso che tu abbia ragione, far
mandare la gualdrappa al vescovo di valladolid, gli trover lui una destinazione, probabilmente, se
rimanessimo in spagna, torneremmo a vedere, sotto un palio, un generale tra i pi ben visti dalla
santa madre chiesa.

Cera persino chi aveva pronosticato che il viaggio dellelefante sarebbe terminato qui, su questo
mare di rosas. O perch il pontile di accesso alla coperta, non in grado di sopportare le quattro
tonnellate di peso, si sarebbe spezzato, o perch un dondolio pi forte dellonda gli avrebbe fatto
perdere lequilibrio e lo avrebbe lanciato a capofitto nel pelago, lora finale era forse arrivata per
lantico e felice salomone, ora tristemente battezzato con il barbaro nome di solimano. La maggior
parte dei nobili personaggi convenuti a rosas per prendere congedo dallarciduca non aveva mai
visto nella vita un elefante, neanche dipinto. Non sanno che un animale del genere, soprattutto se in
qualche momento della vita ha viaggiato per mare, ha quello che si suole definire il piede marino.
Non gli si chieda di aiutare nelle manovre, di arrampicarsi sugli alberi a terzarolare le vele, di
maneggiare lottante o il sestante, ma mettetelo l al timone, saldo sui grossi pali che gli fungono da
zampe, e fate venire una tempesta di quelle possenti. Vedrete allora come lelefante affronti i pi
furiosi venti contrari, navigando di bolina con leleganza e lefficacia di un pilota di prima classe,
come se quellarte fosse contenuta nei quattro libri dei veda imparati a memoria nella pi tenera
infanzia e mai dimenticati, anche quando le congiunture della vita avevano determinato che si
dovesse guadagnare il triste pane quotidiano trasportando tronchi dalbero da una parte allaltra o
tollerando la curiosit grossolana di certi amanti di spettacoli circensi di cattivo gusto. Le persone si
sbagliano della grossa riguardo agli elefanti. Immaginano che si divertano quando sono obbligati a
mantenersi in equilibrio su una pesante sfera metallica, su una ridotta superficie curva su cui le
zampe riescono a stento a trovare appoggio. Ma per fortuna nostra c il buon carattere degli
elefanti, specialmente di quelli originari dellindia. I quali pensano che ci voglia molta pazienza per
sopportare gli esseri umani, persino quando li perseguitiamo e uccidiamo per segargli o strappargli i
denti per via dellavorio. Tra gli elefanti si ricordano sovente le famose parole pronunciate da uno
dei loro profeti, quelle che dicono, Perdonate loro, signore, perch non sanno ci che fanno. Loro
siamo tutti noi, e specialmente questi che sono accorsi solo per leventualit di vederlo morire e che
in questo momento hanno iniziato il viaggio di ritorno a valladolid, frustrati come quello spettatore
che seguiva una compagnia circense ovunque andasse per essere presente il giorno in cui lacrobata
fosse precipitato fuori dalla rete. Ah, vero, una dimenticanza che siamo ancora in tempo a
correggere. Oltre alla sua indiscutibile competenza nel manovrare la ruota del timone, in tanti secoli
di navigazione non si mai trovato niente di meglio di un elefante per lavorare con largano.
Installato solimano in uno spazio del ponte delimitato da correnti, la cui funzione, nonostante
lapparente robustezza della struttura, sarebbe pi simbolica che reale, dato che dipenderebbe
sempre dagli umori dellanimale, di frequente mutevoli, fritz and in cerca di novit. La prima, e la
pi ovvia di tutte, dovrebbe rispondere alla domanda, A che porto diretta la nave, domand a un
marinaio ormai di una certa et, con una faccia da brava persona, e ne ricevette la pi pronta,
sintetica ed esplicativa delle risposte, A genova, E genova, dov che si trova, domand il cornac.
Luomo parve avere qualche difficolt a capire comera possibile che qualcuno a questo mondo
ignorasse dove si trovava genova, per cui si accontent di indicare il levante e dire, Da quel lato, In
italia, dunque, domand fritz, le cui ridotte conoscenze geografiche gli consentivano, comunque, di
correre certi rischi. S, in italia, conferm il marinaio, E vienna, dove si trova, insistette fritz, Molto
pi su, al di l delle alpi, Che cosa sono le alpi, Le alpi sono delle montagne grandi, enormi, assai
faticose da attraversare, soprattutto dinverno, no, io non ci sono mai stato, ma lho sentito dire da
certi viaggiatori che ci sono passati, In tal caso, il povero salomone se la vedr brutta, viene
dallindia, che una terra calda, non ha mai conosciuto cosa siano i grandi freddi, in questo siamo
uguali, lui e io, che pure da l son venuto, Chi questo salomone, domand il marinaio, Salomone
era il nome che aveva lelefante prima di passare a chiamarsi solimano, proprio com successo a
me che, dopo essere stato subhro da quando sono venuto al mondo, ora sono fritz, Chi vi ha
cambiato i nomi, Chi ne aveva il potere, sua altezza larciduca che viaggia su questa nave, lui il
padrone dellelefante, torn a domandare il marinaio, S, e io sono il custode, il guardiano, o il
cornac, che la parola giusta, salomone e io abbiamo passato due anni in portogallo, che non il
peggiore dei posti dove vivere, e ora ci stiamo recando a vienna, che dicono sia ancora meglio, Per
lo meno, ha questa fama, Speriamo che il beneficio sia della stessa qualit, e che finalmente diano
un po di riposo al povero salomone, che non nato per questi vagabondaggi, quanto a viaggi gi
sarebbe dovuto bastare quello che abbiamo dovuto fare tra goa e lisbona, salomone apparteneva al
re del portogallo, dom joo terzo, che lha regalato allarciduca, a me toccato accompagnarlo,
prima nella navigazione verso il portogallo e ora in questa camminata fino a vienna. Questo s che si
chiama vedere il mondo, disse il marinaio, Non tanto come andare di porto in porto, rispose il
cornac, che non sarebbe arrivato a terminare la frase perch si stava avvicinando larciduca
portandosi appresso linevitabile seguito, ma stavolta senza larciduchessa, alla quale, a quanto
pare, salomone non era pi simpatico. Subhro arretr dal percorso, come se immaginasse cos di
passare inosservato, ma larciduca lo vide, Fritz, accompagnami, vado a vedere lelefante, disse. Il
cornac si fece avanti senza sapere bene dove potersi mettere, ma larciduca gli tolse ogni dubbio,
Vai avanti e vedi se tutto in ordine, comand. Fu una fortuna perch, in assenza del cornac,
solimano aveva deciso che le assi del ponte erano quanto di meglio potesse esserci per depositarvi
le sue urgenze fisiologiche, e, di conseguenza, pattinava, letteralmente, su un tappeto pastoso di
escrementi e urina. Accanto, per soddisfare senza alcun indugio una sete repentina, si trovava,
ancora quasi pieno, il tino dellacqua, oltre ad alcune balle di foraggio, solo alcune, giacch le altre
erano state calate nella stiva. Subhro ragion rapidamente. Chiese aiuto ad alcuni marinai e, tutti
insieme, un cinque o sei uomini, tutti discretamente forzuti, alzarono da un lato il tino e fecero
uscire lacqua dallaltro lato, a cascata, diretta in mare. Leffetto fu quasi istantaneo. Sotto limpulso
dellacqua, e grazie anche alle sue qualit dissolventi, la maleodorante brodaglia di escrementi fu
gettata fuori bordo, a eccezione di quanto era rimasto appiccicato sotto le zampe dellelefante, ma
che un secondo getto, meno abbondante, si incaric di lasciare in uno stato pi o meno accettabile,
cos dimostrandosi, ancora una volta, non solo che lottimo nemico del buono, ma anche che il
buono, per quanto si sforzi, non arriver mai ai calcagni dellottimo. Ora s che larciduca pu
comparire. Intanto per che arriva e non arriva, tranquillizziamo i lettori, che sono ancora tanto
preoccupati per la mancanza di informazioni sul carro dei buoi che, lungo le centoquaranta leghe
che separano valladolid da rosas, ha trasportato il tino dellacqua e le balle di foraggio. Sono soliti
dire i francesi, e gi iniziavano a dirlo in questo periodo, che pas de nouvelles, bonnes nouvelles,
siano dunque i lettori sollevati dalla preoccupazione con cui stanno vivendo, il carro dei buoi se ne
va per la sua strada, rotta su valladolid, dove donzelle di tutte le condizioni stanno intessendo
corone di fiori per adornarci la cornatura dei bovini al loro arrivo, e non gli si domandi per quale
ragione particolare lo facciano, a quanto pare una di quelle giovani ha sentito dire, non si sa pi da
chi, che era un costume antico, forse del tempo dei greci e romani, quello di incoronare i buoi da
lavoro, e, tenendo conto che coprire, tra landare e il venire, duecento e ottanta leghe, non era fatica
da poco, lidea stata accolta con entusiasmo dalla comunit di nobili e plebei di valladolid, che
stanno gi pensando allorganizzazione di un grande festeggiamento popolare con tornei, fuochi
dartificio, distribuzione di cibo ai poveri e quantaltro venisse in mente alleccitata immaginazione
degli abitanti. Con queste spiegazioni, peraltro indispensabili per la tranquillit presente e futura dei
lettori, abbiamo mancato larrivo dellarciduca dallelefante, con la qual cosa, peraltro, non si
perso molto, poich nel corso di questo racconto, tra il descritto e il non descritto, lo stesso arciduca
gi arrivato tante volte qua e l, senza sorprese, giacch le etichette della corte ce lo obbligano, o
altrimenti non sarebbero etichette. Sappiamo che larciduca si interess della salute e del benessere
del suo elefante solimano e che fritz gli diede le risposte appropriate, soprattutto quelle che sua
altezza arciducale pi avrebbe voluto sentire, il che dimostra quanto lantico e cencioso cornac sia
progredito nellapprendistato delle gentilezze e astuzie del perfetto cortigiano, questi a cui la
novellina corte portoghese, in questo particolare pi incline alle bigotterie da confessionale e
sagrestia che alla raffinatezza dei saloni mondani, non era servita da guida, tanto pi che al cornac,
confinato com sempre stato nel poco igienico recinto di belm, non erano mai state fatte proposte
per migliorare la propria educazione. Si osservato che larciduca arricciava il naso di tanto in tanto
e faceva continuamente uso di un fazzolettino profumato, il che, inevitabilmente, doveva
sorprendere gli olfatti di ferro dellequipaggio, abituato a ogni specie di pestilenza, dunque del tutto
insensibili al puzzo che, dopo il travaso, era rimasto ancora l, ad aleggiare nellatmosfera, malgrado
il vento. Assolto lobbligo di proprietario preoccupato per la sicurezza dei suoi averi, larciduca si
affrett a ritirarsi, portandosi dietro, come sempre, la variopinta coda di pavone dei parassiti di
corte.
Concluso lo stivaggio del carico, per cui stavolta ci vollero calcoli pi complessi del solito per via
delle quattro tonnellate di elefante sistemate in uno spazio ridotto del ponte, la nave fu pronta a
salpare. Levata lancora, issate, oltre a una rotonda, le vele triangolari, recuperate da un secolo e
poco pi dal loro remoto passato mediterraneo dai marinai portoghesi e cui si sarebbe dato in
seguito il nome di latine, la nave ondeggi pesantemente nellondulazione e, dopo il primo crepitare
della velatura, fece rotta su genova, in direzione levante, proprio come aveva annunciato il
marinaio. La traversata dur tre lunghi giorni, quasi sempre in mare agitato, con venti forti e una
pioggia che si riversava a scrosci furiosi sul dorso dellelefante e sui telacci con cui i marinai addetti
alla manovra tentavano di proteggersi dal grosso. Larciduca, al calduccio con larciduchessa, non si
fece vedere, tutte le probabilit indicano che se ne stava l ad allenarsi per il terzo figlio. Quando la
pioggia cess e la tormenta di vento sfiat, i passeggeri, con andatura incerta, strizzando gli occhi,
cominciarono a emergere dallinterno della nave alla fiacca luce del giorno, per lo pi con il viso
disfatto dalla nausea e certe occhiaie da fare paura, senza che a nulla potesse giovargli, nel caso dei
corazzieri dellarciduca, ad esempio, quellaria di posticcia marzialit che tentavano di recuperare
dai remoti ricordi della terraferma, ivi compresi, se a tanto fosse stato necessario ricorrere, quelli di
castelo rodrigo, nonostante la vergognosa sconfitta subita, senza che fosse stato necessario sparare
un colpo, di fronte agli umili ginnetti portoghesi, male armati e ancor peggio montati.
Allalbeggiare del quarto giorno, con un mare calmo e un cielo limpido, lorizzonte era la costa
della liguria. La luce del faro di genova, cui gli abitanti della citt avevano dato affettuosamente il
nome di lanterna, impallidiva sempre di pi man mano che si schiudeva il chiarore mattutino, ma
era ancora sufficientemente brillante per guidare con sicurezza qualsiasi imbarcazione che andasse
in cerca del porto. Due ore pi tardi, ottenuto il pilota, la nave penetrava nella baia e scivolava
lentamente, con le vele quasi tutte raccolte, verso uno spazio sgomberato del molo dove, comera
palese e manifesto, cerano carri e carrozze di vario tipo e finalit, quasi tutte attaccate a mule, in
attesa della carovana. Essendo le comunicazioni quello che erano allora, lente, laboriose e poco
efficaci, c da presumere che, una volta ancora, i piccioni viaggiatori avessero avuto una parte
attiva nella complessa operazione logistica che rese possibile laccoglienza della nave in tempo e in
orario, senza indugi n ritardi e senza che vi fosse necessit di stare gli uni in attesa degli altri. Si
riconosca, sin da subito, che un certo tono ironico e sgradevole introdotto in queste pagine ogni
volta che abbiamo dovuto parlare dellaustria e dei suoi naturali, non solo stato aggressivo, ma
anche chiaramente ingiusto. Non che fosse questa la nostra intenzione, ma ormai lo sappiamo che,
in queste cose della scrittura, non raro che una parola tiri laltra solo perch suonano tanto bene
insieme, spesso sacrificandosi cos il rispetto per la leggerezza, letica per lestetica, ammesso che
rientrino in un discorso come questo dei concetti tanto solenni, e per giunta senza profitto per
nessuno. con queste e con altre che, quasi senza accorgercene, finiamo per farci tanti nemici nella
vita.

I primi a comparire furono i corazzieri. Conducevano i cavalli per la briglia perch non scivolassero
sulla passerella di sbarco. Le cavalcature, normalmente oggetto delle massime premure e attenzioni,
hanno un aspetto trascurato in cui evidente la mancanza di una spazzolata a fondo che gli rassetti
il pelo e faccia brillare i crini. Da come si presentano adesso, si dir che sono la vergogna della
cavalleria austriaca, giudizio inadeguato di chi pare aver dimenticato il lunghissimo viaggio da
valladolid a rosas, per settecento chilometri con marce continue, pioggia e venti impetuosi, un po
di sole sudorifico ogni tanto e, soprattutto, polvere, tanta polvere. Non c da stupirsi che i cavalli
appena sbarcati abbiano quellaspetto da animali di seconda mano. Nonostante tutto, si osservi
come, un po appartati dal molo, dietro la cortina formata da carri, carrozze e carrette varie, i
soldati, al comando diretto del capitano che ormai conosciamo, si sforzano di migliorare
lapparenza delle loro cavalcature, perch la guardia donore di sua altezza, quando arriver il suo
momento di sbarcare, abbia la dignit che ci si aspetta in qualsiasi atto attinente allillustre casata
degli asburgo. Siccome gli arciduchi saranno gli ultimi a scendere dalla nave, sono grandi le
probabilit che i cavalli abbiano il tempo di recuperare almeno in parte il loro abituale splendore. In
questo momento si stanno scaricando i bagagli, le decine di forzieri, arche e bauli dentro cui
viaggiano labbigliamento e i mille e uno oggetti e ornamenti che costituiscono il corredo in
continuo aumento della nobile coppia. Adesso c anche il pubblico, e quanto numeroso. Come
una miccia, era corsa voce per la citt che stava sbarcando larciduca daustria, e insieme a lui un
elefante dellindia, la qual cosa ebbe leffetto immediato di far accorrere al porto decine di uomini e
donne, altrettanto curiosi gli uni quanto le altre, che in poco tempo erano gi centinaia e
cominciavano a ostacolare le manovre di carico e scarico in corso. Larciduca non lo vedevano, che
ancora non era uscito dai suoi alloggi, ma lelefante era l, in piedi sul ponte, enorme, quasi nero,
con quella grossa proboscide tanto flessibile come una frusta, con quelle zanne che erano come
sciabole puntate, le quali, nellimmaginazione dei curiosi, ignoranti del temperamento pacifico di
solimano, dovevano essere potenti armi da guerra prima di arrivare a trasformarsi, come
inevitabilmente succeder, nei crocifissi e reliquiari che hanno ricoperto davorio intarsiato lorbe
cristiano. Il personaggio che sta gesticolando e dando ordini sul molo il capo delle salmerie del
duca. Al suo sguardo consumato basta un rapido colpo docchio per decidere che carro o che
carrozza dovr trasportare questo forziere, questarca o quel baule. una bussola che per quanto la
facciano girare da un lato e dallaltro, per quanto la inclinino di qua e di l, punter sempre verso
nord. Arrischiamoci a dire che sar da studiare limportanza delle salmerie, ma anche degli spazzini
stradali, nel regolare funzionamento delle nazioni. Adesso si sta scaricando il foraggio che ha
viaggiato nella stiva in compagnia dei lussi dellarciduca, ma che dora in avanti sar trasportato nei
carri la cui caratteristica principale la funzionalit, e cio, capaci di dare accoglienza al maggior
numero possibile di balle. Insieme a loro va il tino, ma vuoto, dato che, come si vedr pi avanti,
per gli invernali cammini delle terre italiche del nord e dellaustria lacqua per riempirla non
mancher tutte le volte che siano necessarie. Ora sbarcher lelefante solimano. Il rumoroso
assembramento di popolani genovesi freme dimpazienza, di nervosismo. Se a queste donne e
questi uomini si andasse a domandare quale personaggio erano, in questo momento, pi interessati a
vedere da vicino, se larciduca, se lelefante, siamo certi che lelefante vincerebbe con ampia
differenza di voti. Lansiosa aspettativa della piccola folla si sfog in un grido, lelefante aveva
appena fatto salire sopra di s, con laiuto della proboscide, un uomo con tutto il suo sacco di beni.
Era subhro o fritz, a seconda di come si preferisca, il guardiano, il custode, il cornac, colui che era
stato tanto umiliato dallarciduca e che ora, di fronte al popolo di genova riunito sul molo, verr a
godere di un trionfo quasi perfetto. A cavalcioni sulla nuca dellelefante, col sacco tra le gambe,
indossando adesso il suo sudicio abbigliamento da lavoro, osservava con la superbia di un vincitore
la gente che lo guardava a bocca aperta, segnale assoluto di stupore a quanto si dice, ma che, per la
verit, forse proprio perch assoluto, non si mai potuto riscontrare nella vita reale. Quando
montava salomone, a subhro gli era sempre parso che il mondo fosse piccolo, ma oggi, nel molo del
porto di genova, bersaglio degli sguardi di centinaia di persone letteralmente estasiate dallo
spettacolo che gli si offriva, vuoi con la sua stessa persona vuoi con un animale sotto tutti gli aspetti
cos smisurato che obbediva ai suoi ordini, fritz contemplava con una specie di disdegno la
moltitudine, e, in un insolito istante di lucidit e relativismo, pens che, a ben vedere le cose, un
arciduca, un re, un imperatore non valgono di pi dei cornac in groppa a un elefante. Con un tocco
del bastone, fece avanzare solimano verso la passerella. La parte degli astanti che si trovava pi
vicino indietreggi spaventata, pi ancora quando lelefante, a met della passerella, non si saputo
n mai si sapr il perch, decise di emettere un barrito che, con un pessimo paragone, risuon agli
orecchi di quella gente come le trombe di gerico e fece disperdere i pi timorati. Non appena
approdato sul molo, per, forse per unillusione ottica, lelefante parve improvvisamente essere
diminuito di altezza e corpulenza. Bisognava ancora guardarlo dal basso verso lalto, ma non era
pi necessario torcere tanto il collo. Ecco cosa fa labitudine, quella fiera, sia pur continuando a
terrorizzare per la sua dimensione, pareva aver perso laureola dellottava meraviglia del mondo
sublunare con cui allinizio si era presentata ai genovesi, ora un animale che si chiama elefante, e
nientaltro. Ancora compenetrato nella sua recente scoperta sulla natura e i supporti del potere, a
fritz non piacque affatto quel cambiamento che si era appena verificato nella coscienza della gente,
per, mancava ancora il colpo di misericordia della comparsa degli arciduchi sul ponte
accompagnati dal loro seguito pi ristretto, in cui si notava stavolta la novit di due creature portate
in braccio da due donne che di sicuro erano state o ancora sono le loro balie. Una di quelle creature,
una femminuccia di due anni, possiamo annunciarlo subito, sar la quarta moglie di filippo secondo
di spagna e primo re del portogallo. Come sempre si suole dire, piccole cause, grandi effetti. Ed
ecco cos soddisfatto linteresse di quei lettori che stiano gi trovando strana la mancanza di
informazioni sulla numerosa prole degli arciduchi, sedici figli, ricordiamolo, inaugurata proprio
dalla piccola anna. Orbene, come stavamo dicendo, bast la comparsa dellarciduca che
scoppiarono gli applausi e gli evviva, che lui ringrazi con un gesto condiscendente della mano
destra guantata. Non scesero per la passerella che fino ad allora era servita per lo scarico, ma per
unaltra a fianco, lavata e strofinata di fresco, per evitare il minimo contatto con le lordure risultanti
dagli zoccoli dei cavalli, dalle zampone dellelefante e dai piedi scalzi degli scaricatori. Dovremmo
felicitarci con larciduca per la competenza del suo responsabile delle salmerie, che proprio ora
appena salito sulla nave per procedere a unispezione, non sia mai che qualche braccialetto di
diamanti sia caduto fra due assi male accostate. Qua fuori, la cavalleria di corazzieri, disposta in due
file serrate perch centrino tutti gli animali, venticinque per lato, aspettava il passaggio di sua
altezza. A questo punto, se non fosse per il timore di commettere un gravissimo anacronismo, ci
piacerebbe immaginare che larciduca percorse la distanza fino al suo cocchio sotto un baldacchino
di cinquanta spade sguainate, ma pi che probabile che questo tipo di omaggio sia stato lidea di
qualcuno dei frivoli secoli successivi. Larciduca e larciduchessa sono ormai entrati nel brillante e
decorato, ancorch solido, cocchio che li attendeva. Ora c solo da aspettare che la carovana si
organizzi, venti corazzieri in testa, ad aprire la marcia, trenta dietro, a chiuderla, come forza di
pronto intervento per il caso poco probabile, ma non impossibile, di un assalto di banditi. Vero
che non ci troviamo in calabria o in sicilia, bens nelle terre civili della liguria, alle quali dovranno
seguire la lombardia e il veneto, ma, siccome non c stoffa su cui non cada macchia, come tante
volte ha avvisato la saggezza popolare, fa bene larciduca a mantenersi la retroguardia protetta.
Resta da sapere cosa verr dallalto dei cieli. In questo frattempo, a poco a poco, la trasparente e
luminosa mattina aveva cominciato a coprirsi di nuvole.

La pioggia li aspettava alluscita da genova. Non c da stupirsi molto, lautunno inoltrato, e


questo rovescio non che il preludio del concerto, con ampio assortimento di contrabbassi,
percussioni e tromboni, che le alpi hanno gi riservato per rendere omaggio alla carovana.
Fortunatamente per i meno difesi contro il maltempo, ci riferiamo in particolare ai corazzieri e al
cornac, quelli rivestiti, come se fossero cappucci di nuovo tipo, di un freddo e scomodo acciaio,
appollaiato questo sulla collottola dellelefante, dove pi contundenti si manifestano le raffiche di
tramontana e i gatti a nove code della neve, massimiliano secondo ha infine dato ascolto
allinfallibile sapienza popolare, quella che sin dai primi albori del mondo continua a ripetere che
prevenire sar sempre meglio che rimediare. Nel tragitto fino alluscita da genova, fece fermare per
ben due volte la carovana per acquistare nelle botteghe di abbigliamento pronto degli indumenti per
i corazzieri e per il cornac, i quali indumenti, non potendo, per ragioni facilmente comprensibili,
data la mancanza di pianificazione della produzione, essere armonici nella fattura e nel colore,
avrebbero almeno protetto dal peggior assalto del freddo e della pioggia i loro fortunati destinatari.
Grazie alla previdenza dellarciduca abbiamo potuto assistere alla rapidit con cui i soldati
sganciarono dagli arcioni i pastrani che erano stati distribuiti e come, senza interrompere la marcia,
ci sinfilavano facendo mostra di una gioia militare ben poche volte osservata nella storia degli
eserciti. Lo stesso fece, ancorch con maggiore discrezione, il cornac fritz, un tempo chiamato
subhro. Una volta al riparo nello spesso pastrano, gli sovvenne che la gualdrappa lasciata al pio
godimento del vescovo di valladolid sarebbe stata di grande utilit per un solimano che la pioggia,
lass nellalto dei cieli, impietosamente maltrattava. Il risultato del temporale che tanto rapidamente
era seguito ai primi e distanziati rovesci fu che pochissima gente si rivers per le strade a
festeggiare solimano e a salutare sua altezza. Peggio per loro, giacch unaltra occasione non ce
lavranno per veder passare, in tempi pi prossimi, un elefante al naturale. Quanto al passaggio
dellarciduca, la colpa dellincertezza dellinsufficienza di informazione anticipata sugli
spostamenti brevi della quasi imperial persona, pu darsi che passi, pu darsi che no. Ma, per
quanto riguarda lelefante, non abbiamo dubbi, non torner a calcare questi cammini. Il tempo si
rimise ancor prima che entrassero a piacenza, il che consent un attraversamento della citt pi
confacente alla grandezza dei personaggi che viaggiavano nella carovana, giacch i corazzieri
poterono spogliarsi dei pastrani e apparire in tutto il loro ben noto splendore, invece della ridicola
figura che avevano fatto sin dalluscita da genova, con il casco da guerra in testa e un pastrano di
bigello sulle spalle. Questa volta si radun molta gente nelle strade, e, se larciduca fu applaudito
perch era quello che era, lelefante, per lo stesso motivo, non lo fu meno. Fritz non si era tolto il
pastrano. Trovava che quel rozzo indumento gli avrebbe conferito, per lampiezza della fattura, pi
tipo cappa che semplice pastrano, unaria di superba dignit che si addiceva perfettamente alla
maestosa andatura di solimano. A dire la verit, ormai non gliene importava pi tanto che larciduca
gli avesse cambiato il nome. Vero che fritz non conosceva quel ritornello classico che dice che per
vivere a roma bisogner farsi romano, ma, sebbene non si sentisse affatto incline a essere austriaco
in austria, credeva fosse consigliabile per la sua ambizione di vivere unesistenza tranquilla dare il
meno possibile nellocchio del volgo, sia pur dovendosi presentare agli sguardi della gente
cavalcando un elefante, il che, per, sin dallentrata, gi faceva di lui un essere eccezionale. Eccolo
dunque, infagottato nel suo pastrano, che aspira con delizia il leggero puzzo esalato dai panni umidi.
Marciava, come gli era stato ordinato sulla via di valladolid, dietro al cocchio dellarciduca, sicch
dava lidea a chi lo vedesse da lontano che stesse trascinandosi appresso lenorme fila di carrozze e
carri da trasporto che componevano il corteo, e in primo luogo, calcando le sue orme, i carri con le
balle di foraggio e il tino dellacqua che la pioggia faceva ormai traboccare. Era un cornac felice,
ben lungi dalle angustie della vita in portogallo dove, praticamente, lo avevano lasciato a vegetare
per due anni nel recinto di belm, l a vedere le navi dellindia partire e udire i canti dei frati
gerosolimitani. possibile che il nostro elefante pensi, se quel testone enorme capace di una
simile prodezza, e almeno lo spazio non gli manca, di avere ragioni per rimpiangere lantico far
niente, ma questo potrebbe succedere solo grazie alla sua ignoranza naturale ch lindolenza
quanto di pi pregiudizievole vi sia per la salute. Di peggio, c solo il tabacco, come un bel po pi
avanti si avr modo di vedere. Ora, per, dopo trecento leghe di cammino, di cui la gran parte su
certe strade che persino il diavolo, nonostante i suoi piedi di caprone, si rifiuterebbe di calcare,
solimano non merita pi di essere definito indolente. Lo sar pure stato durante la permanenza in
portogallo, ma ormai acqua passata, gli bastato mettere piede sulle strade delleuropa per vedere
immediatamente risvegliarsi dentro di s certe energie di cui neanche lui aveva mai sospettato
lesistenza. Un fenomeno, questo, che si osservato assai di frequente nelle persone che, per le
circostanze della vita, povert, disoccupazione, sono state costrette a emigrare. Frequentemente
apatiche e indifferenti nel paese in cui sono nate, diventano, quasi da unora allaltra, attive e
diligenti come se gli fosse entrato nel corpo quel tanto citato ma mai studiato insetto-falegname,
proprio di quello parliamo, e non degli altri, comuni, che si alimentano con il legno che corrodono e
sono anche noti coi nomi di tarlo o tarma. Senza aspettare che laccampamento nei dintorni di
piacenza finisse di essere montato, solimano riposa gi tra le braccia del morfeo degli elefanti. E
fritz, l accanto, intabarrato nel suo pastrano, russa come un angioletto. Di buon mattino, suon la
tromba. Aveva piovuto durante la notte, ma il cielo si presentava limpido. Speriamo non finisca per
coprirsi di nuvoloni grigi, com successo ieri. Lobiettivo pi prossimo la citt di mantova, gi in
lombardia, famosa per molte ed eccellenti ragioni, una delle quali un certo buffone della corte
ducale di nome rigoletto, le cui grazie e disgrazie, un po pi avanti, il grande giuseppe verdi
metter in musica. A mantova la carovana non si tratterr per apprezzare le eccelse opere darte che
abbondano nella citt. Ancor di pi abbonderanno a verona verso cui larciduca, vista la stabilit del
tempo, aveva ordinato di procedere e che sar lo scenario scelto da william shakespeare per la sua
the most excellent and lamentable tragedy of romeo and juliet, non perch massimiliano secondo
daustria sia particolarmente curioso di amori che non lo riguardino, ma perch verona, se non
contiamo padova, sar lultimo passo importante prima di venezia, dopo di che sar tutto un risalire
in direzione delle alpi, verso il freddo nord. A quanto risulta, gli arciduchi conoscono gi da altri
viaggi la bella citt dei dogi, dove, daltro canto, sarebbe tuttaltro che facile far entrare le quattro
tonnellate di solimano, supponendo che pensassero di portarselo come mascotte. Un elefante non
certo animale da poter sistemare in una gondola, ammesso che a quellepoca esistessero di gi,
almeno con laspetto che hanno adesso, con la prua alzata e il funebre colore nero che le distingue
fra tutte le marine del mondo, e tanto meno con un gondoliere l a cantare a poppa. In fin dei conti,
forse gli arciduchi decideranno di fare un giro nel canal grande e saranno ricevuti dal doge, ma
solimano, i corazzieri tutti e il resto dellequipaggio rimarranno a padova, di fronte alla basilica di
santantonio, che di lisbona, rivendichiamolo, e non di padova, in uno spazio libero da alberi e
vegetazioni varie. Ciascuno al proprio posto sar sempre la condizione migliore per conseguire la
pace universale, salvo se la saggezza divina abbia disposto altrimenti.

Fatto sta che, lindomani mattina, si present nel bivacco ancora mezzo addormentato un emissario
della basilica di santantonio. Sebbene non avesse usato esattamente questi termini, disse di venire
su ordine di un superiore della squadra ecclesiastica del tempio per parlare con il custode
dellelefante. Tre metri di altezza si vedono da lontano, e la sagoma di solimano riempiva quasi lo
spazio celeste, ma il prete, comunque, chiese che lo conducessero fin l. Il corazziere che lo
accompagnava and a scuotere il cornac, il quale, avvolto nel suo pastrano, dormiva ancora, C un
prete, disse. Aveva optato per parlare in castigliano, ed la cosa migliore che avrebbe potuto fare,
dato che le limitate conoscenze della lingua tedesca di cui il cornac si era dotato fino a oggi ancora
non gli bastavano per comprendere una frase tanto complessa. Fritz apr la bocca per domandare
che cosa volesse da lui quel prete, ma la richiuse subito, non sia mai che dovesse crearsi una
confusione linguistica che non si sa dove li avrebbe portati. Si alz, dunque, e si diresse verso il
sacerdote, che aspettava a prudente distanza, Vostra paternit vuole parlare con me, domand,
Infatti, figliolo mio, rispose il visitatore mettendo in queste tre parole tutte le riserve di unzione di
cui poteva disporre, Allora dica pure, padre, Tu sei cristiano, fu la domanda, Sono stato battezzato,
ma dal colore della mia pelle e dai miei lineamenti, vostra paternit avr gi visto che non sono di
qua, S, suppongo che tu sia indiano, ma ci non dimpedimento che sia un buon cristiano, Non
sar io a dirlo, giacch ho capito che elogio in bocca propria vituperio, Sono qui per farti una
richiesta, ma prima voglio che mi dica se il tuo elefante di quelli ammaestrati, Ammaestrato,
quello che si dice ammaestrato, nel senso di possedere un certo numero di abilit da circo, non lo ,
ma di solito si comporta con la dignit di un elefante che si rispetti, Sarai capace di farlo
inginocchiare, fossanche con una gamba sola, Sappia vostra paternit che non ho mai provato, ma
ho osservato che solimano si inginocchia motu proprio quando vuole sdraiarsi, quello per di cui
non posso avere la certezza che lo faccia se glielo ordino, Puoi provare, Sappia vostra paternit
che loccasione non la migliore, la mattina solimano quasi sempre mal disposto, Posso tornare
pi tardi, se lo ritieni conveniente, quello che mi porta qui non cosa impellente, sebbene
converrebbe assai agli interessi della basilica che avvenisse oggi, prima che sua altezza larciduca
daustria partisse per il nord, Avvenisse oggi, che cosa, se non sono troppo ardito a domandarlo, Il
miracolo, disse il prete congiungendo le mani, Che miracolo, domand il cornac mentre sentiva la
testa girargli, Se lelefante andasse a inginocchiarsi alla porta della basilica, non ti sembra che
sarebbe un miracolo, uno dei grandi miracoli della nostra epoca, domand il sacerdote
congiungendo di nuovo le mani, Io non so niente di miracoli, nella mia terra, laggi dove sono nato,
non ce n sin da quando il mondo fu creato, immagino che tutta la creazione sar stata un miracolo
continuo, ma poi sono finiti, Ora s, vedo che in definitiva non sei un buon cristiano, Che lo decida
vostra paternit, a me hanno dato un impiastricciamento di cristianesimo e battezzato lo sono, ma
forse si coglie ancora quello che c sotto, E cos che c sotto, Ganesha, per esempio, il dio
elefante, quello l che sta scuotendo le orecchie, e ora vostra paternit mi vorr domandare come
faccio a sapere che lelefante solimano un dio, e io risponder che se c, come c, un dio
elefante, potr essere tanto quello come qualsiasi altro, Per ci che ancora mi aspetto da te, ti
perdono le blasfemie, ma, quando sar tutto terminato, dovrai confessarti, E che si aspetta vostra
paternit da me, Che tu conduca lelefante alla porta della basilica e lo faccia inginocchiare, Non so
se ne sar capace, Provaci, Immagini vostra paternit che io conduca lelefante fin l e lui si rifiuti
di inginocchiarsi, anche se non me ne intendo molto di questi argomenti, suppongo che peggio di un
miracolo che non c sia ritrovarsi con un miracolo fallito, Non sar mai fallito se ne resteranno dei
testimoni, E chi saranno questi testimoni, In primo luogo, tutta la comunit religiosa della basilica e
quanti cristiani disponibili riusciremo a riunire allentrata del tempio, in secondo luogo, la voce
pubblica che, come sappiamo, capace di giurare ci che non ha visto e affermare ci che non sa,
Incluso credere in miracoli che non sono mai esistiti, domand il cornac, Sono questi i pi gustosi,
si fatica a prepararli, ma lo sforzo che richiedono in genere compensato, e inoltre, solleviamo da
maggiori responsabilit i nostri santi, E quelle di dio, Dio non lo importuniamo mai perch faccia
un miracolo, bisogna rispettare la gerarchia, al massimo ricorriamo alla vergine, che pure dotata di
talenti taumaturgici, Mi parrebbe, disse il cornac, che nella vostra chiesa gira molto cinismo, Forse,
ma, se ti parlo con tanta franchezza, rispose il sacerdote, per farti capire che abbiamo davvero
necessit di questo miracolo, questo o qualche altro, Perch, Perch lutero, nonostante sia morto, sta
causando grande pregiudizio alla nostra santa religione, tutto quanto possa aiutarci a ridurre gli
effetti della predicazione protestante sar benvenuto, rammenta che soltanto poco pi di trentanni
fa sono state affisse le sue nefande tesi alle porte della chiesa del castello di wittenberg e gi il
protestantesimo sta dilagando come uninondazione in tutta leuropa, Io non so niente di quelle tesi,
o quel che sono, N c bisogno che tu lo sappia, basta che abbia fede, Fede in dio, o nel mio
elefante, domand il cornac, In entrambi, rispose il prete, E quanto ci guadagner con questo, Alla
chiesa non si chiede, si d, In tal caso, vostra paternit dovrebbe parlare piuttosto con lelefante,
visto che solo da lui dipender il buon risultato delloperazione miracolosa, Hai una lingua
sfrontata, attento a non perderla, Che cosa mi accadr se porter lelefante alla porta della basilica e
lui non si inginocchier, Niente, a meno che noi non si sospetti che sia colpa tua, E se cos fosse,
Avresti forti motivi per pentirtene. Il cornac trov pi conveniente arrendersi, A che ora desidera
vostra paternit che porti lanimale, domand, Ti voglio l a mezzogiorno in punto, non un minuto
dopo, E io spero che il tempo mi basti per far entrare in testa a solimano che dovr inginocchiarsi ai
piedi delle vostre paternit, Non ai nostri, che noi siamo indegni, ma del nostro santantonio, e con
queste pie parole il prete si ritir per riferire ai superiori sui risultati dellevangelico approccio, Ma
ci sono speranze, gli domandarono, Le migliori, anche se siamo nelle mani dellelefante, Un
elefante non un cavallo, non ha mani, un modo di dire, come a significare, per esempio, che
siamo nelle mani di dio, Con la grande differenza che siamo, effettivamente, nelle mani di dio,
Lodato sia il suo nome, Sempre sia lodato, ma, tornando al dunque, perch mai saremmo nelle mani
dellelefante, Perch non sappiamo che cosa far quando si trover davanti alla porta della basilica,
Far ci che gli ordiner il cornac, a questo serve linsegnamento, Confidiamo nella benevolente
comprensione divina dei fatti di questo mondo, se dio, come supponiamo, vuole essere servito,
converr che dia un aiuto ai suoi stessi miracoli, quelli che meglio parleranno della sua gloria,
Fratelli, la fede pu tutto, dio operer in ci che manchi, Amen, vocifer in coro la congregazione
sacerdotale, preparandosi mentalmente larsenale di preghiere coadiuvanti.

Fritz, intanto, cercava con tutti i mezzi di far capire allelefante quello che voleva da lui. Non era un
compito facile per un animale dalle opinioni decise, che immediatamente avrebbe associato lazione
di piegare le ginocchia allazione seguente di sdraiarsi a dormire. Poco alla volta, per, dopo molte
pungolate, uninfinit di imprecazioni e qualche supplica disperata, cominci a farsi luce nel
cervello di solimano fino ad allora renitente, cio che doveva mettersi in ginocchio, ma non
sdraiarsi. La mia vita, arriv a dirgli fritz, nelle tue mani, il che dimostra come le idee possano
propagarsi, non solo per via diretta, dalla bocca allorecchio, ma semplicemente perch aleggiano
nelle correnti atmosferiche che ci circondano, costituendo, per cos dire, un autentico bagno a
immersione nel quale si apprende senza rendersene conto. Data la scarsezza di orologi, ci che
dettava allepoca erano laltezza del sole e la dimensione dellombra che questi faceva proiettare sul
suolo. cos che fritz ha saputo che si avvicinava il mezzogiorno, e dunque il momento di condurre
lelefante alla porta della basilica, dopo di che sar quello che dio vuole. Eccolo l, a cavallo sulla
collottola di solimano, come altre volte lo abbiamo visto, ma ora gli tremano le mani e il cuore,
come se fosse un misero apprendista cornac. Preoccupazioni sprecate, tutte. Giunto alla porta della
basilica, davanti a una folla di testimoni che per tutti i tempi a venire attesteranno il miracolo,
lelefante, obbedendo a un leggero tocco sullorecchio destro, pieg i ginocchi, e non soltanto uno,
con la qual cosa gi si sarebbe ritenuto soddisfatto il prete che aveva presentato la sua richiesta, ma
tutti e due, sottomettendosi cos alla maest di dio nel cielo e dei suoi rappresentanti sulla terra.
Solimano ricevette in cambio una generosa aspersione di acqua benedetta che arriv a schizzare
anche il cornac lass in cima, mentre gli astanti, allunanimit, cadevano in ginocchio e la mummia
del glorioso santantonio fremeva di godimento nel suo tumulo.

Quello stesso pomeriggio, due piccioni viaggiatori, un maschio e una femmina, si alzarono in volo
dalla basilica diretti a trento portando la notizia del portentoso miracolo. Perch a trento e non a
roma, dove si trova la testa della chiesa, ci si domander. La risposta facile, perch a trento in
corso, dal mille e cinquecento quarantacinque, un concilio ecumenico in cui, almeno da quanto si ha
notizia, si sta preparando il contrattacco contro lutero e i suoi seguaci. Basti dire che sono gi stati
promulgati decreti sulla sacra scrittura e la tradizione, sul peccato originale, sulla redenzione e i
sacramenti in generale. Si capisce dunque che la basilica di santantonio, pilastro della fede pi
genuina, necessita di essere perennemente edotta su come vanno le cose a trento, proprio l accanto,
a meno di venti leghe di distanza, una vera e propria passeggiata vol doiseau per dei piccioni che,
da anni, non fanno altro che andare continuamente di qua e di l. Questa volta, per, il primato di
notizie spetta a padova, giacch non da tutti i giorni che un elefante singinocchi solennemente
davanti alla porta di una basilica, dando cos testimonianza che il messaggio evangelico si rivolge a
tutto il regno animale e che il deprecabile annegamento di quelle centinaia di porci nel mare della
galilea fu solo il risultato della mancanza di esperienza, quando non erano state ancora ben
lubrificate le ruote dentate del meccanismo dei miracoli. Ci che oggi importa sono le lunghe file di
fedeli che si stanno formando nellaccampamento per vedere lelefante e beneficiare dellaffare
della vendita di peli dellanimale che fritz ha rapidamente organizzato per sopperire al mancato
pagamento che dalla tesoreria della basilica ingenuamente si era atteso. Non censuriamo il cornac,
altri che pure non hanno fatto tanto per la fede cristiana non per questo hanno mancato di essere
lautamente prebendati. Domani si dir che uninfusione di pelo di elefante, tre volte al giorno, il
pi efficace dei rimedi nei casi di diarrea acuta e che il suddetto pelo, macerato in olio di mandorle,
risolve, grazie a frizioni energiche del cuoio capelluto, sempre tre volte al giorno, le situazioni pi
disperate di alopecia. Fritz non sa pi a chi dar retta, nel borsellino che si legato alla cintura le
monetine cominciano a pesare, se laccampamento restasse qui una settimana diventerebbe ricco. I
clienti non sono soltanto quelli di padova, sta accorrendo gente anche da mestre e persino da
venezia. Si dice che gli arciduchi oggi non torneranno, forse non torneranno neanche domani, che
stiano gradendo assai la permanenza nel palazzo del doge, tutti motivi di gioia per fritz, che non
avrebbe mai creduto di avere tante ragioni per esser grato alla casa degli asburgo. Si domanda
perch non gli sia mai venuto in mente di vendere peli di elefante fintanto che ha vissuto in india, e,
nel suo intimo pi profondo, pensa che, nonostante lesagerata copiosit di di, sottodi e demoni
che le infestano, ci sono assai meno superstizioni nelle terre dove nato che in questa parte della
civile e cristianissima europa, capace di comprare alla cieca un pelo di elefante e credere piamente
alle fandonie del venditore. Dover pagare per i propri sogni devessere la peggiore delle
disperazioni. Alla fine, contrariamente ai pronostici del cosiddetto giornale di caserma, larciduca
torn il pomeriggio del giorno seguente, propenso a rimettersi in viaggio quanto prima. La notizia
del miracolo era arrivata al palazzo del doge, ma in maniera alquanto ingarbugliata, risultato, dal
resoconto incompleto di qualche testimone pi o meno oculare fino a quelli che semplicemente ne
avevano parlato per sentito dire, delle trasmissioni successive di fatti autentici o supposti, avvenuti
o immaginati, giacch, come sappiamo fin troppo bene, chi racconta un racconto non manca di
aggiungerci un punto, e talvolta una virgola. Larciduca mand a chiamare il capo delle salmerie
perch gli chiarisse laccaduto, non tanto il miracolo in s, ma le ragioni che avevano portato al suo
compimento. Su questo aspetto particolare della questione, allufficiale mancavano le conoscenze,
per cui fu deciso di chiamare il cornac fritz, che, grazie alla natura delle sue funzioni, qualcosa di
pi sostanziale doveva pur sapere. Larciduca affront senza tergiversare largomento, Mi dicono
che qui c stato un miracolo durante la mia assenza, S, mio signore, E che lha fatto solimano,
Cos , mio signore, Cio, lelefante ha deciso, per suo conto, di andare a inginocchiarsi alla porta
della basilica, Io non lo direi proprio cos, mio signore, Allora come lo diresti, domand larciduca,
Sono stato io a condurre solimano, Lo supponevo, dunque una tale informazione superflua, quello
che voglio sapere in quale testa nata lidea, Io, mio signore, ho solo dovuto insegnare
allelefante a inginocchiarsi al mio ordine, E a te, chi ti ha dato lordine di farlo, Mio signore, non
mi permesso parlare dellargomento, Qualcuno te lo ha proibito, Non posso dire che me lo
abbiano proibito espressamente, ma a buon intenditor mezza parola basta, Chi che ha proferito
codesta mezza parola, Mio signore, Avrai motivi per pentirti amaramente se non risponderai
senzaltre obiezioni alla domanda, stato un prete della basilica, Spiegati meglio, Ha detto che
avevano necessit di un miracolo e che quel miracolo poteva essere solimano a farlo, E tu, che hai
detto, Che solimano non era abituato a fare miracoli e che il tentativo poteva andare male, E il prete,
Mi ha minacciato che avrei avuto forti motivi per pentirmi se non avessi obbedito, quasi le stesse
parole che ha appena usato vostra altezza, E che successo dopo, Ho passato il resto della mattina a
insegnare a solimano a inginocchiarsi a un mio segnale, non stato per niente facile, ma alla fine ci
sono riuscito, Sei un buon cornac, Vostra altezza mi confonde, Vuoi un consiglio, S, mio signore,
Ti consiglio di non parlare ad altri di questa nostra conversazione, Cos far, mio signore, Perch tu
non debba avere a pentirtene, S, mio signore, non lo dimenticher, Vai pure e togli dalla testa di
solimano questidea balzana di andarsene in giro a fare miracoli inginocchiandosi alla porta delle
chiese, da un miracolo ci sarebbe da attendersi ben altro, per esempio che crescesse una gamba
laddove fosse stata tagliata, immagina la quantit di prodigi del genere che si potrebbero fare
direttamente sul campo di battaglia, S, mio signore, Vai pure. Rimasto solo, larciduca cominci a
pensare che forse aveva parlato troppo, che la divulgazione di queste sue parole, se il cornac avesse
dato fiato alle trombe, non avrebbe arrecato alcun beneficio alla delicata politica di equilibrio che
sta cercando di mantenere tra la riforma di lutero e la reazione conciliare ormai avviata. In fin dei
conti, come dir enrico quarto di francia in un futuro ormai non pi lontano, parigi val bene una
messa. Malgrado ci, una pungente malinconia traspare nellesile volto di massimiliano, forse
perch poche cose nella vita dolgono di pi della coscienza di aver tradito gli ideali della giovent.
Larciduca si disse fra s e s che ormai aveva unet sufficiente per non piangere sul latte versato,
che le pletoriche mammelle della chiesa cattolica erano l, come al solito, in attesa di mani esperte
che le mungessero, e i fatti, fino a ora, avevano mostrato che le arciducali mani non erano del tutto
sprovviste di quel diplomatico talento mungitore, a condizione che la suddetta chiesa prevedesse
che il risultato dellaffare della fede sarebbe stato, col tempo, vantaggioso per i suoi interessi.
Comunque fosse, la storia del falso miracolo dellelefante oltrepassava i limiti del tollerabile, Quelli
della basilica, pens, hanno perso la testa, possiedono un santo come quello, capace di fare coi cocci
di una brocca una brocca nuova o, stando a padova, di andare via aerea a lisbona per salvare il padre
dalla forca, eppure se ne vanno a chiedere a un cornac di prestargli lelefante per simulare un
miracolo, ah, lutero, lutero, quanta ragione avevi. Sfogatosi cos, larciduca mand a chiamare il
capo delle salmerie, cui ordin di predisporre la partenza per la mattina seguente, diretti a trento in
una sola tappa se possibile, oppure dormendo ancora una volta lungo il cammino, se non ci fosse
stato altro rimedio. Rispose il capo delle salmerie che lalternativa gli pareva pi prudente, giacch
lesperienza aveva dimostrato che non si poteva contare su solimano per delle prove di velocit,
piuttosto un fondista, concluse, per proseguire subito dopo, Abusando della credulit della gente, il
cornac sta vendendo peli dellelefante per rimedi curativi che non cureranno nessuno, Digli da parte
mia che se non la smette subito con questo affare avr motivi di lamentarsene per tutto il tempo di
vita che gli rester, che certamente non sar molto, Gli ordini di vostra altezza saranno
immediatamente eseguiti, necessario porre fine alla truffa, la storia dei peli dellelefante sta
demoralizzando la carovana, specialmente i corazzieri calvi, Voglio che la faccenda sia risolta, non
posso impedire che la fama del miracolo di solimano ci perseguiti per tutto il viaggio, ma che
almeno non si dica che la casa di asburgo trae profitto dalle malefatte di un cornac che fa il
truffatore, riscuotendo limposta sul valore aggiunto come se si trattasse di unoperazione
commerciale coperta dalla legge, Corro a risolvere il caso, mio signore, il cornac non se la spasser
pi a lungo, un peccato che abbiamo tanto bisogno di lui per condurre lelefante a vienna, ma
spero che gli serva da lezione quel che successo, Vai, spegnimi questo fuoco prima che qualcuno
cominci a bruciarsi. A ben vedere le cose, fritz non meritava giudizi tanto severi. Daccordo che si
accusi e si denunci il delinquente, ma una giustizia bene intesa dovr tenere sempre in
considerazione le attenuanti, la prima delle quali, nel caso del cornac, sarebbe riconoscere che lidea
dellingannevole miracolo non stata sua, che sono stati i preti della basilica di santantonio a
tramare limpostura, senza la quale a fritz non sarebbe mai passata per la testa lidea di sfruttare il
sistema peloso del protagonista dellapparente prodigio per arricchirsi. Tanto il nobile arciduca
come il suo servizievole capo delle salmerie avevano lobbligo di ricordarsi, a riconoscimento dei
loro peccati maggiori e minori, dato che a questo mondo nessuno esente da colpa, e loro meno di
tanti altri, di quel famoso detto sulla trave e la pagliuzza che, adattato alle nuove circostanze,
insegna che pi facile vedere la trave nellocchio del vicino che il pelo dellelefante nellocchio
proprio. Ad ogni modo, questo non un miracolo destinato a perdurare nella memoria dei popoli e
delle generazioni. Al contrario di quel che teme larciduca, la fama del falso prodigio non lo
perseguiter nel resto del viaggio e in breve tempo comincer a dissiparsi. Le persone che viaggiano
nella carovana, che siano nobili o plebei, militari o civili, avranno ben altro cui pensare quando le
nuvole che si ammassano sopra la regione di trento, sulle prime montagne che precedono la
muraglia delle alpi, inizieranno a disfarsi in pioggia, forsanche in violenta grandine, sicuramente in
neve, e i cammini si copriranno di ghiaccio scivoloso. E allora probabile che qualcuno dei
viaggiatori riconosca, infine, che il povero elefante non che un complice innocente in questo
grottesco episodio della storia contabile della chiesa e che il cornac non altro che il prodotto
insignificante dei tempi corrotti in cui ci toccato vivere. Addio, mondo, sempre peggiore.

Nonostante il desiderio espresso dallarciduca, non fu possibile coprire in una sola tappa la distanza
tra padova e trento. Vero che solimano si sforz pi che pot, tanto quanto pot forzarlo il cornac,
che pareva volersi vendicare del fiasco del suo ben avviato e mal concluso affare, ma gli elefanti,
anche quando siano tra quelli che raggiungono le quattro tonnellate di peso, hanno anchessi,
fisicamente, i loro limiti. Aveva davvero ragione il capo delle salmerie quando lha classificato
come fondista. A ben dire, stato meglio cos. Invece di arrivare tra il lusco e il brusco del
pomeriggio, quasi sera, entrarono a trento al mezzod, con le strade affollate di gente e i conseguenti
applausi. Il cielo era ancora coperto da quella che sembrava ununica nuvola, da orizzonte a
orizzonte, ma non pioveva. I meteorologi della carovana che, per vocazione, erano quasi tutti quelli
che ci viaggiavano, furono unanimi, Questa neve, dicevano, e di quella buona. Giunto il corteo a
trento, lo attendeva una sorpresa nella piazza della cattedrale di san virgilio. Nel centro geometrico
della suddetta piazza si ergeva, pi o meno alla met della grandezza naturale, la statua di un
elefante, o, per meglio dire, una costruzione di assi che avevano tutta laria di essere state
approntate un po alla svelta, la quale statua, senza eccessive preoccupazioni di precisione
anatomica, anche se non gli mancava una proboscide arcuata n certi denti in cui lavorio era stato
sostituito da una mano di pittura bianca, stava di certo l a rappresentare solimano, o poteva
rappresentare soltanto lui, dato che un altro animale della stessa specie non era atteso in quei
paraggi n risultava che un altro avesse mai fatto parte della storia di trento, almeno nel passato
recente. Quando si trov davanti alla figura elefantina, larciduca cominci a tremare. Erano dunque
confermati i suoi peggiori timori, la notizia del miracolo era arrivata fin qui e le autorit religiose
del borgo, che gi traevano alquanto profitto, materialmente e spiritualmente, dalla celebrazione del
concilio allinterno delle sue mura, avevano visto confermata la santit, per cos dire adiacente, di
trento rispetto a padova e alla basilica di santantonio, e deciso cos di manifestarlo erigendo di
fronte alla cattedrale in cui da anni continuavano a riunirsi i cardinali, i vescovi e i teologi,
unintelaiatura sommaria che raffigurava la miracolosa creatura. Aguzzando meglio la vista,
larciduca not che sul dorso dellelefante cerano dei grandi portelli, delle sorte di botole che
immediatamente gli fecero rammentare quel famosissimo cavallo di troia, sebbene fosse pi che
evidente che nella pancia della statua non doveva esserci spazio sufficiente neppure per una squadra
di fanti, a meno che non fossero lillipuziani, e allepoca non avrebbero mai potuto esserlo, dato che
la parola non esisteva ancora. Per togliersi ogni dubbio, il turbato arciduca diede ordine al capo
delle salmerie di andare a verificare che diavolo ci stesse facendo l quel mostriciattolo male
assemblato che tanta inquietudine gli stava causando. Questi and in cerca di notizie e torn
informato. Non cera motivo di spaventarsi. Lelefante era stato costruito per festeggiare il
passaggio di massimiliano daustria per la citt di trento, e la sua altra finalit, che realmente ce
laveva, sarebbe stata fungere da supporto per i fuochi dartificio che al calar della sera avrebbero
fatto irruzione dalla rispettiva carcassa. Larciduca tir un sospiro di sollievo, alla fin fine la
prodezza dellelefante non aveva meritato a trento alcuna speciale considerazione, salvo forse
quella di finire ridotto in cenere, giacch cerano forti probabilit che le micce dei fuochi dartificio
finissero per attaccare il legno, offrendo agli astanti un finale che molti anni dopo, infallibilmente,
avrebbe ricevuto laggettivo di wagneriano. Fu quel che successe. Dopo un turbinio di colori, in cui
il giallo del sodio, il rosso del calcio, il verde del rame, il violetto del potassio, il bianco del
magnesio, il dorato del ferro, operarono dei prodigi in cui le stelle, gli zampilli, le lente candele e le
cascate di luminarie sprizzarono dallinterno dellelefante come da uninesauribile cornucopia, la
festa si concluse in un grande fal di cui non pochi trentini approfittarono per riscaldarsi le mani,
mentre solimano, al riparo sotto una pensilina appositamente costruita, portava lattacco alla sua
seconda balla di foraggio. A poco a poco il fal fin per convertirsi in un braciere ardente, ma il
freddo non consent che durasse a lungo, le braci si trasformarono rapidamente in ceneri, per a
questo punto, terminato lo spettacolo principale, larciduca e larciduchessa si erano ormai ritirati.
La neve cominci a cadere.

L ci sono le alpi. S, ci sono, ma si vedono a stento. La neve scende lentamente, come leggeri
batuffoli di bambagia, ma una soavit ingannevole, questa, lo dica pure il nostro elefante, che ha
sulla schiena, sempre pi visibile, una macchia di ghiaccio che avrebbe gi dovuto essere oggetto
dellattenzione del cornac se non fosse che lui oriundo delle terre calde dove questo genere di
inverno non concepibile neanche con la fantasia. Certo, nella vecchia india, lass verso nord, non
mancheranno le montagne, e pure coperte di neve, ma subhro, ora fritz, non ha mai goduto di mezzi
con cui viaggiare per suo piacere e vedere il mondo. La sua unica esperienza di neve lha avuta a
lisbona poche settimane dopo larrivo da goa, quando, in una notte fredda, vide scendere dal cielo
un pulviscolo bianco, tipo farina che cadeva gi dal setaccio, e che si scioglieva non appena toccava
il suolo. Niente dunque che assomigli alla vastit bianca che ha davanti agli occhi, fin dove la vista
pu giungere. In poco tempo, i batuffoli di bambagia si erano tramutati in fiocchi grandi e pesanti
che, spinti dal vento, venivano a fustigare come schiaffi la faccia del cornac. A cavalcioni sulla
nuca di solimano, imbacuccato nel suo pastrano, fritz non sentiva troppo il freddo, ma quei colpi
continui, incessanti, lo inquietavano come una minaccia pericolosa. Gli avevano detto che da trento
a bolzano era, per cos dire, una passeggiata, qualche decina di leghe, o poco meno, ossia, il salto di
una pulce, ma non con questo tempo, quando la neve sembra avere unghie con cui afferrare e
ritardare ogni e qualsiasi movimento e persino lo stesso respiro, come se non fosse disposta a lasciar
allontanare da l limprudente. Lo dica pure solimano che, malgrado la forza di cui la natura lo ha
dotato, solo penosamente che riesce a trascinarsi sugli erti pendii del cammino. Non sappiamo che
cosa pensi, ma di una cosa, almeno, possiamo essere certi su queste alpi, non un elefante felice. A
parte i momenti in cui i corazzieri passano cavalcando alla belle meglio sui loro cavalli intirizziti,
su e gi per i monti, per controllare lassetto della carovana cos da evitare dispersioni o deviazioni
che potrebbero essere causa di morte per chi si perdesse in questi paraggi ghiacciati, il cammino
sembra esistere solo per lelefante e il suo cornac. Abituato sin da valladolid alla vicinanza della
vettura degli arciduchi, il cornac si stupisce di non vederla davanti a s, che dellelefante non ci
azzarderemo a parlare perch, come abbiamo gi detto prima, non sappiamo che cosa pensi. Il
cocchio arciducale l da qualche parte, ma non se ne scorge neppure la traccia, e tanto meno si
hanno notizie del carro del foraggio, che dovrebbe venire appresso. Il cornac guard in quella
direzione, per vedere se era quella giusta, e fu questa occhiata provvidenziale che gli fece notare lo
strato di ghiaccio che copriva i quarti posteriori di solimano. Sebbene non ne sapesse nulla di sport
invernali, gli parve che il ghiaccio fosse piuttosto sottile e avesse un aspetto fragile, il che
probabilmente era dovuto al calore del corpo dellanimale, che non lo avrebbe lasciato indurire
completamente. Tra i mali, il minore, pens. In ogni caso, prima che la cosa andasse oltre,
bisognava toglierlo da l. Con mille cautele, non sia mai che dovesse sdrucciolare, il cornac gatton
sulla schiena dellelefante fino allintrusa placca di ghiaccio, che alla fin fine non era poi tanto
sottile n tanto fragile quanto gli era parso prima. Del ghiaccio non c mai da fidarsi, prima lezione
che indispensabile apprendere. Camminando su un mare che il freddo ha ghiacciato possiamo dare
agli altri lidea che siamo in grado di avanzare sulle acque, ma una falsa illusione, altrettanto falsa
di quanto lo stato il miracolo di solimano alla porta della basilica di santantonio, allimprovviso il
ghiaccio sprofonda e non si sa mai che cosa potr accadere. Il problema che fritz ha da risolvere
adesso la mancanza di uno strumento con cui poter staccare quel maledetto ghiaccio dalla pelle
dellelefante, una spatola dalla lama sottile e la punta arrotondata, ad esempio, sarebbe lideale, ma
spatole del genere qui non se ne trovano, ammesso che gi a questi tempi ci sia gente che le
fabbrichi. Lunica soluzione, dunque, sar lavorare di unghie, e non lo diciamo in senso figurato. Il
cornac aveva ormai le dita intirizzite dal freddo quando si rese conto dove stava il nodo gordiano
della questione, niente di pi, niente di meno che i grossi e duri peli dellelefante avevano fatto
causa comune col ghiaccio, ragion per cui ogni piccolo avanzamento veniva a costare una dura
battaglia, giacch se non cerano spatole con cui potersi aiutare per staccare il ghiaccio dalla pelle,
tanto meno cerano forbici con cui tagliare via via il garbuglio peloso. Staccare uno per uno quei
peli fu un lavoro che ben presto si rivel molto al di l delle possibilit fisiche e mentali di fritz,
costretto infine a desistere dalloperazione prima di trasformarsi lui pure in una deplorevole statua
di neve cui sarebbero mancati solo una pipa in bocca e una carota al posto del naso. Quegli stessi
peli che erano stati fonte di un affare promettente, subito frustrato dagli scrupoli morali
dellarciduca, erano adesso causa di un fiasco le cui conseguenze per la salute dellelefante si
sarebbero viste in seguito. Come se ci fosse poco, unaltra questione, apparentemente con carattere
di urgenza, si era presentata negli ultimi minuti. Sconcertato dallo spostamento del peso familiare
del cornac dalla nuca verso i quarti posteriori, lelefante dava chiari segni di disorientamento, quasi
avesse perduto la nozione del cammino e non sapesse dove andare. Fritz non pot fare altro che
gattonare rapidamente fino al suo consueto sedile e riprendere le redini della guida. Quanto alla
placca di ghiaccio che rimasta laggi, imploriamo il dio degli elefanti affinch eviti mali
maggiori. Se qui ci fosse un albero con un ramo abbastanza forte a tre metri di altezza e
modicamente parallelo al suolo, solimano stesso sincaricherebbe di liberarsi dalla scomoda e
magari pericolosa cappa di ghiaccio, gli basterebbe potersi strofinare com tradizione
immemorabile che si strofinino gli elefanti sui tronchi degli alberi quando un prurito incalza pi del
sopportabile. Adesso che la neve si era intensificata, e ci non vuol dire che una cosa fosse la
conseguenza dellaltra, il cammino si era fatto pi scosceso, come se si sentisse stanco di trascinarsi
rasoterra e volesse ascendere al cielo, ancorch fosse a uno dei suoi livelli inferiori. Anche le ali del
colibr non possono sognare il possente battito dali della procellaria contro la violenza del vento n
il maestoso aleggiare dellaquila reale sopra le valli. Ciascuno fatto per ci per cui nato, ma sha
da contare sempre sulla possibilit che ci si presentino davanti eccezioni importanti, come nel caso
di solimano, che non nato per questo, ma che altro non ha potuto fare se non inventarsi da solo
qualcosa per compensare linclinazione del terreno, come protendere in avanti la proboscide, il che
gli conferisce laspetto inconfondibile di un guerriero lanciato alla carica e cui lo attendono la morte
e la gloria. E tutto, intorno, neve e solitudine. Questo biancore, lo dica chi la regione la conosce,
occulta un paesaggio di straordinaria bellezza. Nessuno, infatti, lo direbbe, e noi, che ci troviamo
qui, men che meno. La neve ha divorato le valli, ha fatto scomparire la vegetazione, se nei dintorni
ci sono case abitate si vedono a stento, qualche filo di fumo che sale dal comignolo lunico
segnale di vita, l dentro ci sar qualcuno che avr dato fuoco a un ciocco di legno umido e aspetta,
con la porta praticamente bloccata dalla tempesta di neve, il soccorso di un sanbernardo con la
fiaschetta di brandy al collo. Quasi senza accorgersene, la salita era finita, ormai solimano potr
normalizzare la respirazione, ridurre a una tranquilla andatura da passeggio il tremendo sforzo che
stava facendo, per di pi con un cornac a cavalcioni sopra la nuca e una placca di ghiaccio l a
comprimergli i quarti posteriori. La cortina di neve si era un po rischiarata, consentendo di
distinguere, pi o meno, tre o quattrocento metri di cammino, come se il mondo avesse deciso,
finalmente, di recuperare la perduta normalit meteorologica. Forse era questa, realmente,
lintenzione del mondo, ma qualcosa di anormale doveva pur essere successa perch laggi si fosse
creato un assembramento di persone, cavalli e carri, come se avessero trovato un buon posto per un
picnic. Fritz fece allungare il passo a solimano e ben presto vide che si era riunito alla sua gente,
alla carovana, il che, peraltro, non richiedeva grande perspicacia, giacch, come sappiamo, di
arciduca daustria c solo questo e nessun altro. Scese dallelefante e la domanda che fece alla
prima persona che incontr, Che cosa accaduto, ottenne una pronta risposta, Si spezzato lasse
anteriore del cocchio di sua altezza, Che disgrazia, esclam il cornac, Il carpentiere dei carri e gli
aiutanti stanno gi sostituendo lasse, nel giro di unora saremo pronti per proseguire la marcia, E
dove ce lavevano, Dove ce lavevano, che cosa, Laltro asse, Sugli elefanti la saprai pure lunga, ma
non ti passa per la testa che nessuno si avventura in un viaggio del genere senza portarsi appresso
qualche pezzo di ricambio, E le loro altezze, hanno riportato qualche danno per laccaduto,
Nessuno, solo un grande spavento perch il cocchio si reclinato su un lato, Dove si trovano ora, Al
riparo in unaltra vettura, l davanti, Fra poco sar buio, Con una nevicata del genere, c sempre
luce per la strada, nessuno si perde, disse il sergente dei corazzieri, che era linterlocutore. E aveva
ragione, perch stava proprio per arrivare il carro che trasportava le balle di foraggio, e veniva al
momento giusto perch solimano, dopo essersi trascinato su per i monti le sue quattro tonnellate,
era pi che bisognoso di rimettersi in forze. In meno di un amen, fritz sciolse due balle l stesso, e il
secondo amen, se ci fu, trov lelefante che gi ingollava avidamente la pietanza. Subito dietro
comparvero i corazzieri di coda della carovana e insieme a loro quanto restava dellequipaggio,
intirizzito dal freddo, indebolito dal tremendo sforzo fatto per leghe e leghe, ma felice di vedersi
reintegrato nel collettivo viaggiante. Pensandoci bene, lincidente subto dal cocchio arciducale
poteva essere solo opera della divina provvidenza. Come insegna la mai abbastanza lodata saggezza
popolare, e come una volta ancora si dimostrato, dio scrive diritto su righe storte, e sono proprio
queste che preferisce. Quando la sostituzione dellasse fu terminata e comprovata la solidit della
riparazione, gli arciduchi tornarono al conforto del cocchio e la carovana, raggruppata, si mise in
marcia, dopo che i suoi componenti, tanto militari che borghesi, ebbero ricevuto ordini
assolutamente perentori che la coesione fisica andava difesa a ogni costo, per non ricadere nella
deprecabile dispersione precedente, che solo per grande fortuna non aveva avuto le pi funeste
conseguenze. Era notte fonda quando la carovana entr a bolzano.

Il giorno seguente la carovana dorm sino a tardi, gli arciduchi a casa di una famiglia nobile del
borgo, il resto sparpagliato nella cittadina di bolzano, alcuni qui, altri l, i cavalli dei corazzieri
distribuiti fra le scuderie con posti ancora disponibili, e gli umani alloggiati in case di privati, che
questa storia di accamparsi allaria aperta non aveva certo niente di appetitoso, e del resto neppure
di possibile, salvo se alla compagnia fossero ancora rimaste le forze per trascorrere il resto della
notte a spalare neve. Quello che pi diede lavoro fu trovare un riparo per solimano. Dopo avere a
lungo cercato, si fin per scoprire una tettoia che altro non era che questo, una sorta di pensilina
senza fiancate che ben poca protezione in pi avrebbe potuto offrirgli che se avesse dovuto dormire
la belle toile, una maniera lirica che usano i francesi per dire ao relento, espressione questa, ma
portoghese, anchessa impropria, giacch relento non altro che umidit notturna, rugiada, brina,
bazzecole meteorologiche se le paragoniamo a questa tempesta di neve delle alpi che avr ben
giustificata la designazione di manto immacolato, letto magari mortale. Proprio l furono lasciate
niente di meno che tre balle di foraggio per soddisfare gli appetiti, tanto immediati che notturni, di
solimano, a essi altrettanto avvezzo di qualsiasi essere umano. Quanto al cornac, ebbe la fortuna di
beneficiare, nella distribuzione degli alloggiamenti, di un misericordioso giaciglio a terra e di una
non meno misericordiosa coperta, il cui potere calorifero ampli stendendogli sopra il pastrano,
malgrado fosse ancora un po umido. Nella camera dellaccogliente famiglia cerano tre letti, uno
per il padre e la madre, un altro per i tre figli maschi, di et fra i nove e i quattordici anni, e il terzo
per la nonna settuagenaria e due serve. Lunico pagamento che a fritz si reclam fu di raccontare
qualche storia di elefanti, alla qual cosa il cornac acconsent di buon grado, cominciando con la sua
pice de rsistance, cio la nascita di ganesha, e terminando con la recente e, a suo parere, eroica
ascensione delle alpi di cui crediamo di avere dato un sufficiente resoconto. Fu allora che il padre
disse, l dal suo letto, mentre si udiva il russare della moglie, che pi o meno per questi paraggi
delle alpi, secondo antichissime storie e le susseguenti leggende, erano passati pure, dopo avere
attraversato i pirenei, il famoso generale cartaginese annibale e il suo esercito di uomini ed elefanti
africani che tanti dispiaceri avrebbero dato ai soldati di roma, anche se, secondo versioni moderne,
non si trattava degli elefanti africani propriamente detti, quelli con le orecchie grandi e la
straordinaria corporatura, bens dei cosiddetti elefanti delle foreste, non molto pi grandi di cavalli.
Quelle di allora, s, che erano tempeste di neve, aggiunse, e allepoca non cerano neppure le strade,
Pare che i romani non le piacciano molto, insinu fritz, La verit che noi qui siamo pi austriaci
che italiani, in tedesco la nostra citt si chiama bozen, A me piace bolzano, disse il cornac, mi suona
meglio allorecchio, Sar perch siete portoghese, Il fatto che venga dal portogallo non fa di me un
portoghese, Allora di dov la signoria vostra, se non sono ardito a domandarlo, Sono nato in india e
sono cornac, Cornac, Sissignore, cornac il nome che si d a quelli che guidano gli elefanti, In tal
caso, anche il generale cartaginese avr avuto nel suo esercito dei cornac, Non avrebbe condotto gli
elefanti da nessuna parte se non ci fosse stato qualcuno a guidarli, Li condusse alla guerra, Alla
guerra degli uomini, A ben dire, altre non ce ne sono. Luomo era filosofo.

Primo mattino, riprese le forze e con lo stomaco pi o meno riconfortato, fritz ringrazi per
lospitalit e and a vedere se cera ancora un elefante cui badare. Aveva sognato che solimano era
partito da bolzano nottetempo e se nera andato a scorrazzare su per i monti e le valli circostanti,
colto da una specie di ubriachezza che poteva essere stata solo leffetto della neve, sebbene la
bibliografia conosciuta sulla materia, se escludiamo quella dei disastri della guerra di annibale sulle
alpi, si sia limitata, negli ultimi tempi, a registrare, con noiosa monotonia, le gambe e le braccia
rotte degli amanti dello sci. Bei tempi erano quelli in cui uno cadeva dallalto di una montagna per
andare a schiantarsi, mille metri sotto, nel fondo di una valle gi coperta di costole, tibie e crani di
altri avventurieri altrettanto sfortunati. Quella, s, era vita. Nella piazza si era gi riunito un bel
numero di corazzieri, alcuni gi a cavallo, altri no, e quelli che ancora mancavano stavano
arrivando. Nevicava, ma poco. Fedele alle sue abitudini di curioso per necessit, dato che nessuno
lo informava di prima mano, and a domandare al sergente che notizie ci fossero. Non ebbe bisogno
di pronunciare pi che un educato buongiorno perch il militare, sapendo in anticipo quello che lui
voleva, gli trasmise le novit, Andiamo a bressanone, o brixen, come diciamo in tedesco, oggi il
viaggio sar breve, non arriver a dieci leghe. Dopo una pausa destinata a creare aspettativa, il
sergente aggiunse, Pare che a brixen avremo alcuni giorni di riposo, che davvero ne abbiamo
necessit, Non lo dica a me, solimano riesce a stento a mettere una zampa davanti allaltra, questo
non clima per lui, non vorrei che mi si prendesse una polmonite, e poi voglio vedere cosa ne far
sua altezza delle ossa di quel poverino, Tutto si sistemer, disse il sergente, fino a ora le cose non
sono andate male. Fritz non pot fare altro che concordare e and in cerca dellelefante. Lo trov
sotto la pensilina, apparentemente tranquillo, ma al cornac, ancora con limpressione dello
sgradevole sogno, parve che stesse dissimulando, come se davvero avesse lasciato bolzano nel
cuore della notte per andare a divertirsi tra le nevi, forsanche sino alle vette pi alte, dove si dice
che siano eterne. A terra non cera la minima traccia del foraggio che gli avevano lasciato, neanche
una sola pagliuzza, il che, almeno, faceva ben sperare che lanimale non si sarebbe messo a
brontolare per la fame come fanno i bambini piccoli, ancorch sia, cosa peraltro poco nota, lui pure,
lelefante, una specie diversa di bambino, se non nel fisico, per lo meno nellimperfetto intelletto.
Per la verit, noi non sappiamo che cosa pensi un elefante, ma non sappiamo neppure che cosa
pensi un bambino, salvo quello di cui ritenga di metterci a parte, dunque, teoricamente, nulla in cui
si debba riporre troppa fiducia. Fritz fece segno che voleva salire e lelefante, premuroso, con tutta
laria di volersi far perdonare per qualche birichinata, gli offr il dente su cui appoggiare il piede,
proprio come se si trattasse di una staffa, e lo cinse alla vita con la proboscide, come un abbraccio.
Con uno slancio unico lo iss sulla collottola, dove lo lasci comodamente installato. Fritz guard
indietro e, contrariamente a quanto si aspettava, non vide la minima traccia di ghiaccio sui quarti
posteriori. Ecco dunque un mistero che probabilmente non sarebbe in suo potere decifrare. O
lelefante, uno qualsiasi, e questo in particolare, dispone di un sistema di autoregolazione termica
alloccasione capace, dopo una necessaria concentrazione mentale, di sciogliere uno strato di
ghiaccio di spessore discreto, oppure lesercizio di salire e scendere per le montagne in marcia
accelerata aveva fatto s che il suddetto ghiaccio si staccasse dalla pelle malgrado il labirintico
garbuglio di peli che tanto daffare aveva dato al cornac fritz. Certi misteri della natura sembrano a
prima vista impenetrabili e forse la prudenza consiglia di lasciarli tali, non sia mai che da una
conoscenza acquisita al grezzo finisca per venircene pi male che bene. Si veda, ad esempio, il
risultato del fatto che adamo nel paradiso abbia mangiato quella che sembrava una normale mela.
Pu anche darsi che il frutto propriamente detto fosse opera deliziosa di dio, sebbene vi sia pure chi
affermi che non era una mela, ma che si trattasse, piuttosto, di una fetta di melagrana, comunque i
semi, in ogni caso, quelli s, ci furono messi dal diavolo. Per giunta, neri.

Il cocchio degli arciduchi gi in attesa dei suoi nobili, illustri, egregi passeggeri. Fritz incammina
lelefante verso il posto che gli riservato nel seguito, cio dietro al cocchio, ma a una distanza
prudente, non sia mai che larciduca sinfastidisca per la vicinanza di un imbroglione che, sia pure
non arrivando alleccesso classico di vendere fischi per fiaschi, si faceva comunque beffe degli
infelici calvi, ivi compresi i pi valorosi corazzieri, con la promessa di una capigliatura altrettanto
folta di quella del mitico e sventurato sansone. Fu una preoccupazione inutile, questa, perch
larciduca semplicemente non guard indietro, a quanto pare doveva avere altro a cui pensare,
voleva arrivare a bressanone con la luce del giorno ed erano gi in ritardo. Sped laiutante di campo
a trasmettere i suoi ordini alla testa della carovana, ordini riassumibili in tre parole praticamente
sinonime, rapidit, velocit, prestezza, sempre fatti salvi, chiaro, gli effetti ritardanti della neve
che aveva cominciato a cadere con maggiore forza, nonch la condizione delle strade, in genere
brutte e ora peggiori. Saranno solo dieci leghe, aveva informato il servizievole sergente, ma se, sulla
base dei conti attuali, dieci leghe sono cinquantamila metri, o un bel po di decine di migliaia di
passi degli antichi, e a questo non si pu sfuggire, i conti sono conti, questa gente e questi animali
che hanno appena levato le tende per unaltra penosa tappa avranno molto da soffrire, soprattutto
quelli ai quali mancato il favore di un tetto, che sono quasi tutti. Com bella la neve vista da
dietro i vetri, disse ingenuamente larciduchessa maria allarciduca massimiliano, suo marito, ma l
fuori, con gli occhi accecati dalle raffiche di vento e gli stivali ridotti a una pappa, con i geloni ai
piedi e alle mani l a bruciare come un fuoco dellinferno, il caso di domandare ai cieli che cos
che abbiamo fatto per meritarci un tale castigo. Come scrisse il poeta, i pini bene interrogano, ma il
cielo non risponde. Come del resto non risponde neppure agli uomini, malgrado questi, nella gran
parte, conoscano sin da piccoli le preghiere giuste, il problema sta nellazzeccare la lingua che dio
sia in grado di capire. Anche il freddo, quando nasce, per tutti, si dice, ma non tutti se lo beccano
sulla schiena nella stessa dose. La differenza sta nel viaggiare in un cocchio foderato di pellicce e
termocoperte e dover procedere sotto la sferza della neve con i propri piedi o con il piede infilato in
una staffa ghiacciata che opprime come un arganello. Ci che comunque valse fu che
linformazione trasmessa dal sergente a fritz sulla possibilit di un buon riposo a bressanone si era
diffusa come una brezza primaverile per tutta la carovana, ma ecco che i pessimisti, uno dopo laltro
e tutti insieme, rammentarono agli smemorati i pericoli del passo dellisarco, per non parlare per il
momento di qualcosa di ben peggiore che sar laltro pi avanti, quello del brennero, gi in
territorio austriaco. Se annibale avesse osato attraversarli, probabilmente non avremmo dovuto
aspettare la battaglia di zama per assistere, nel cinema di quartiere, allultima e definitiva sconfitta
dellesercito cartaginese per mano di scipione lafricano, lungometraggio di romani prodotto dal
figlio di benito, vittorio mussolini. Questa volta, al grande annibale, gli elefanti non servirono a
nulla.

Seduto sulla nuca di solimano, prendendosi in pieno viso la fustigazione della neve che veniva
scagliata dallincessante vento impetuoso, fritz non si trova nella migliore delle situazioni per
elaborare e sviluppare pensieri elevati. Malgrado ci, si sta scervellando per scoprire come poter
migliorare i suoi rapporti con larciduca, che gli ha tolto non solo la parola, ma anche lo sguardo. A
valladolid le cose erano cominciate bene, ma solimano, con i suoi stravolgimenti di ventre sulla via
per rosas, ha apportato serio danno alla nobile causa dellarmonizzazione di classi sociali tanto
distanti luna dallaltra come quella dei cornac e quella degli arciduchi. Con buona volont, si
sarebbe potuto dimenticare tutto, ma il suo delitto, suo di subhro o di fritz, o di chi diavolo sia, quel
delirio che lo ha portato a volersi arricchire con mezzi illeciti e moralmente riprovevoli, ha posto
fine a qualsiasi speranza di ricomposizione della quasi fraterna stima che, per un magico istante,
aveva avvicinato il futuro imperatore daustria allumile conducente di elefanti. Hanno ragione gli
scettici quando affermano che la storia dellumanit uninterminabile successione di occasioni
perdute. Fortunatamente, grazie allinesauribile generosit dellimmaginazione, siamo qui a supplire
alle carenze, colmando le lacune al meglio, frazionando passaggi in vicoli senza uscita e che senza
uscita continueranno a essere, inventando chiavi per aprire porte orfane di serratura o che mai
lhanno avuta. quello che sta facendo fritz in questo momento mentre solimano, alzando le
pesanti zampe con difficolt, uno, due, uno, due, cammina sulla neve che continua ad accumularsi
sulla strada, mentre la pura acqua di cui la neve fatta si va tramutando nel pi scivoloso dei
ghiacci. Amareggiato, fritz pensa che solo un atto di eroismo da parte sua potr restituirgli la
benevolenza dellarciduca, ma, per quanto si scervelli, non trova niente di sufficientemente
grandioso per attirare, almeno per un secondo, uno sguardo compiacente di sua altezza. allora che
immagina che lasse della vettura di gala, dopo essersi spezzato una prima volta, si possa spezzare
di nuovo e che, spalancatasi la portiera del cocchio per limprovviso squilibrio, ne precipiti fuori
abbandonata a se stessa larciduchessa che, scivolando sulle molteplici gonne gi per una scarpata
non troppo ripida, riesca a fermarsi solo in fondo al burrone, fortunatamente illesa. Era arrivato il
momento del cornac fritz. Con un tocco energico del bastone che gli fa le veci di un volante,
incammina solimano verso il bordo del burrone e lo fa scendere con fermezza e sicurezza fin dove
si trova, ancora mezzo stordita, la figlia di carlo quinto. Alcuni corazzieri si accingono a scendere
anchessi, ma larciduca li trattiene, Lasciamolo stare, vediamo come si cava dimpiccio. A stento
aveva terminato la frase che larciduchessa, issata dalla proboscide dellelefante, era gi seduta a
cavalcioni tra le gambe di fritz, in una prossimit corporale che, in altre circostanze, sarebbe stata
motivo di gravissimo scandalo. Fosse stata regina del portogallo, avremmo una confessione
assicurata. Lass in cima, i corazzieri e il resto del seguito applaudivano con entusiasmo alleroico
salvataggio, mentre lelefante, che pareva cosciente della propria prodezza, risaliva al passo, con
rinnovata fermezza, il costone. Arrivati sulla strada, larciduca ha accolto tra le braccia la moglie e,
alzando il capo per guardare il cornac negli occhi, ha detto in castigliano, Muy bien, fritz, gracias.
Lanima di fritz sarebbe scoppiata l stesso di felicit, supponendo che un fenomeno del genere si
potesse verificare in qualcosa che ancora meno di un puro spirito, se tutto ci che si descritto
non fosse altro che il frutto morboso di unimmaginazione colpevole. La realt lo mostrava tale e
quale era, curvo sopra lelefante, quasi invisibile sotto la neve, la desolante immagine di un
trionfatore sconfitto, dimostrandosi ancora una volta che il campidoglio accanto alla rupe tarpea,
che l tincoronano di alloro e qui ti spingono gi verso dove, sfumata la gloria, perduto lonore,
finirai per lasciare le tue misere ossa. Lasse del cocchio non si spezzato, larciduchessa
dormicchia pacifica sulla spalla del marito, senza sospettare che labbia salvata un elefante e che un
cornac venuto dal portogallo sia servito da strumento alla divina provvidenza. Nonostante tutte le
critiche che su di esso si vanno facendo, il mondo sta scoprendo giorno dopo giorno dei modi di
funzionamento tant bien que mal, ci si permetta questo piccolo omaggio alla cultura francese, prova
ne sia che quando le cose belle non succedono da sole nella realt, la libera immaginazione d un
aiuto alla composizione equilibrata del quadro. Vero che il cornac non ha salvato larciduchessa,
ma dato che lha immaginato potrebbe averlo fatto, e questo ci che conta. Malgrado si veda
restituito senza piet alla solitudine e ai morsi del freddo e della neve, fritz, grazie a certe
convinzioni fataliste che aveva avuto il tempo di interiorizzare, cio di mettersi nella testa, a
lisbona, pensa che se nelle tavole del destino previsto che larciduca far la pace con lui, quel
momento dovr giocoforza arrivare. Con questa confortevole certezza, si abbandonato al dondolio
dei passi di solimano, solo soletto nel paesaggio perch, ancora una volta, per via della neve che
continuava a cadere, il retro del cocchio non era possibile scorgerlo. La scarsa visibilit consentiva
appena di distinguere dove si mettevano i piedi, ma non dove essi avrebbero portato. Lorografia,
intanto, era venuta a modificarsi, prima in un modo che si sarebbe potuto definire discreto,
mansueto, quasi una semplice ondulazione, adesso con una violenza che dava da pensare, come se
le montagne avessero avviato un processo apocalittico di fratture in progressione geometrica. Venti
leghe erano state sufficienti per passare dai contrafforti arrotondati, che erano come false colline,
allagitazione tumultuosa delle masse rocciose, squarciate in valichi, erte in pinnacoli che scalavano
il cielo e da dove, di tanto in tanto, precipitavano, lungo il versante, veloci slavine che andavano a
configurare nuovi paesaggi e nuove piste per il futuro diletto degli amanti dello sci. A quanto pare
ci stiamo avvicinando al passo dellisarco, che gli austriaci insistono a chiamare eisack. Bisogner
camminare ancora unora per arrivarci, ma una provvidenziale attenuazione della spessa cortina di
neve ha consentito di avvistare in lontananza, per un breve istante, uno squarcio verticale nella
montagna, Lisarco, disse il cornac. Infatti. Una cosa che si stenta a capire che larciduca
massimiliano abbia deciso di fare il viaggio di ritorno in questepoca dellanno, ma cos che la
storia lha lasciato registrato come fatto incontroverso e documentato, avallato dagli storici e
confermato dal romanziere, cui si dovranno perdonare certe libert in nome, non solo del suo diritto
a inventare, ma anche della necessit di colmare i vuoti perch non andasse del tutto perduta la
sacra coerenza del racconto. In fondo, c da riconoscere che la storia non solo selettiva, anche
discriminatoria, della vita coglie solo ci che le interessa come materiale socialmente ritenuto
storico e disprezza tutto il resto, proprio l dove forse si potrebbe trovare lautentica spiegazione dei
fatti, delle cose, della porca realt. In verit vi dir, in verit vi dico che vale di pi essere
romanziere, narratore, menzognero. O cornac, nonostante le bizzarre fantasie a cui, per origine o
professione, sembrano essere inclini. Sebbene a fritz non rimanga altro rimedio che lasciarsi portare
da solimano, dobbiamo riconoscere che questa istruttiva storia che siamo qui a raccontare non
sarebbe la stessa se unaltra fosse la guida dellelefante. Fino a ora, fritz stato un personaggio
decisivo in tutti i momenti del racconto, sia drammatici che comici, rasentando persino il ridicolo
ogniqualvolta lo si sia ritenuto conveniente per il buon condimento della narrativa, o solo
tatticamente consigliabile, dissimulando le umiliazioni senza alzare la voce, senza alterare
lespressione del viso, cauto nel non lasciar trasparire che, se non fosse stato per lui, non ci sarebbe
nessuno l a portare la lettera al destinatario, lelefante a vienna. Pu darsi che queste osservazioni
siano considerate superflue dai lettori pi interessati alla dinamica del testo che a manifestazioni
ipoteticamente solidali, e in certo qual modo ecumeniche, ma fritz, come si visto, piuttosto
scoraggiato in conseguenza degli ultimi disastrosi accadimenti, aveva bisogno di qualcuno che gli
posasse una mano amica sulla spalla, ed solo questo ci che abbiamo fatto, posargli la mano sulla
spalla. Quando il cervello divaga, quando ci trascina via sulle ali del vaneggiamento, non ci
accorgiamo neppure delle distanze percorse, soprattutto quando i piedi che ci portano non sono i
nostri. A parte qualche fiocco qua e l che si era perduto nel tragitto, si pu dire che ha smesso di
nevicare. Lo stretto sentiero che abbiamo davanti il famoso passo dellisarco. Di qua e di l,
praticamente a piombo, le pareti della gola sembra che stiano per abbattersi sulla strada. Il cuore di
fritz si contrasse per la paura, un freddo diverso da tutto ci che aveva conosciuto sino ad allora gli
penetr nelle ossa. Era l da solo in quella terribile minaccia che lo circondava, gli ordini
dellarciduca, quegli ordini imperativi per cui la carovana si doveva mantenere unita e coesa come
unica garanzia della sua sicurezza, come fanno gli alpinisti che si legano con le corde gli uni con gli
altri, erano stati semplicemente ignorati. Un proverbio, se un tale nome si pu applicare al detto, e
che tanto avr di portoghese come di indiano e universale, riassume in maniera elegante ed
eloquente situazioni come questa, quando ti raccomanda che dovrai fare ci che ti dico, ma non fare
ci che faccio. Cos si era comportato larciduca, aveva ordinato, Manteniamoci uniti, ma,
alloccasione, invece di restare l, come gli competeva, ad aspettare lelefante e il suo cornac che
procedevano dietro, tanto pi come proprietario di uno e signore dellaltro, aveva spronato, in senso
figurato, il cavallo, e via come il vento, diretto allo sbocco del pericoloso passo prima che si facesse
troppo tardi e il cielo gli crollasse addosso. Simmagini ora che lavamposto dei corazzieri fosse
penetrato nella gola e si fosse fermato l ad aspettare, come altrettanto simmagini che fossero
rimasti in attesa quelli che stavano arrivando, larciduca e la sua arciduchessa, lelefante solimano e
il cornac fritz, il carro con il foraggio, e infine il resto dei corazzieri che chiudevano la marcia,
insieme alle vetture intermedie, quelle che trasportavano i forzieri, le arche e i bauli, e pure la folla
della servit, tutti fraternamente riuniti, in attesa che la montagna se ne venisse gi o che una
slavina come non se nera mai viste li avvolgesse tutti in un sudario, ostruendo la gola fino alla
primavera. Legoismo, generalmente ritenuto uno degli atteggiamenti pi negativi e riprovevoli
della specie umana, pu avere, in certe circostanze, le sue buone ragioni. Avendo salvato cos la
nostra ricca pelle, sottraendoci rapidamente alla trappola mortale in cui il passo dellisarco si
sarebbe potuto tramutare, abbiamo salvato anche la pelle dei compagni di viaggio che, arrivato il
loro turno di avanzare, hanno potuto proseguire il viaggio senza essere frenati da imbottigliamenti
di traffico inopportuni, dunque, la conclusione facilissima da trarre, ciascuno per s in modo che
ci si possa salvare tutti. Chi lo direbbe che la morale non sempre quella che sembra e che pu
essere morale tanto pi efficace quanto pi contraria a se stessa si manifesti. A fronte di queste
cristalline evidenze e stimolato dallimpatto improvviso, un centinaio di metri indietro, di una
massa di neve che, senza aspirare al nome di slavina, fu pi che sufficiente perch lo spavento fosse
di una certa entit, fritz fece a solimano il segnale di proseguire, subito, subito. Allelefante parve
poco. Pi che il semplice passo la situazione, tantera pericolosa, richiedeva un trotto, o, meglio
ancora, un galoppo che lo mettesse rapidamente in salvo dalle minacce dellisarco. Fu rapido,
dunque, altrettanto rapido di santantonio quando us la quarta dimensione per andare a lisbona a
salvare il padre dalla forca. Il male che solimano aveva preteso troppo dalle sue forze.
Ansimando, pochi metri dopo essersi lasciato alle spalle la bocca della gola, gli vennero meno le
zampe anteriori e le ginocchia finirono a terra. Il cornac, per, ebbe fortuna. La norma sarebbe che
il colpo lo avesse proiettato violentemente in avanti oltre il capo dellinfelice cavalcatura, dio solo
sa con quali nefaste conseguenze, ma la tanto celebrata memoria da elefante fece rammentare a
solimano comera andata con il prete del villaggio che intendeva esorcizzarlo, quando, allultimo
secondo, nellattimo estremo, era riuscito ad ammortizzare la zampata, probabilmente mortale, che
gli aveva sferrato. La differenza con il caso attuale che solimano riusc ancora a ricorrere a quel
pochissimo di energia che gli restava per ridurre la velocit della propria caduta, facendo s che le
grosse ginocchia toccassero il suolo con la leggerezza di un fiocco di neve. Come ci sar riuscito,
non si sa, n del resto cosa da andargli a domandare. Proprio come i prestigiatori, anche gli
elefanti hanno i loro segreti. Tra parlare e tacere, un elefante preferir sempre il silenzio, per
questo che gli cresciuta tanto la proboscide che, oltre a trasportare tronchi dalbero e a funzionare
da ascensore per il cornac, ha il vantaggio di rappresentare un ostacolo serio per qualsiasi
incontrollata loquacit. Cautamente, fritz cerc di far capire a solimano che era giunto il momento
di fare un piccolo sforzo per alzarsi. Non ordin, non fece ricorso al suo vario repertorio di
toccatine di bastone, certune pi aggressive di altre, cerc solo di farglielo capire, il che dimostra
ancora una volta come il rispetto per i sentimenti altrui sia la condizione migliore per una prospera e
felice vita di relazioni e affetti. la differenza tra un categorico Alzati e un dubitativo E se ti
alzassi. C anche chi sostenga che questa seconda frase, e non la prima, fu quella che ges
pronunci realmente, prova provata che la risurrezione, in definitiva, dipendeva, soprattutto, dalla
libera volont di lazzaro e non dai poteri miracolosi, per quanto sublimi fossero, del nazareno. Se
lazzaro risuscit fu perch glielo dissero con le buone maniere, niente di pi semplice. E che il
metodo continua a dare buoni risultati si visto quando solimano, raddrizzando prima la zampa
destra, poi la sinistra, ha restituito fritz alla sicurezza relativa di una oscillante verticalit, lui che
fino a quel momento si era potuto servire solo della durezza di un ciuffo di peli sulla nuca
dellelefante per non precipitare gi lungo la proboscide. Ecco dunque solimano ormai saldo sulle
sue quattro zampe, eccolo subitaneamente animato per larrivo del carro con il foraggio che,
oltrepassato, dopo laboriosa lotta delle due coppie di buoi, il mucchio di neve di cui dicevamo
prima, avanzava baldanzosamente verso luscita della gola e il vorace appetito dellelefante. La sua
quasi esanime anima riceveva ora il premio per la prodezza di aver riportato in vita il suo stesso
corpo prostrato, quasi non dovesse pi alzarsi, in quel bianco e crudele paesaggio. L stesso fu
apparecchiata la tavola e, mentre fritz e il bovaro festeggiavano la salvezza con un bel po di sorsate
di acquavite, di propriet delluomo dei buoi, solimano divorava una balla dopo laltra con un
entusiasmo che faceva tenerezza. Ci mancava solo che dalla neve sbocciassero i fiori e gli uccellini
primaverili venissero a intonare nel tirolo i loro dolci canti. Non si pu avere tutto. gi tanto che
fritz e il bovaro, moltiplicando luna per laltra le rispettive intelligenze, avessero trovato il rimedio
per la preoccupante tendenza alla separazione dei diversi componenti della carovana, come se non
avessero niente a che vedere gli uni con gli altri. Era una soluzione, diciamo, parcellare, ma senza
dubbio precorritrice di un modo diverso di affrontare i problemi, e cio, anche se lobiettivo
servire i miei interessi personali, sempre conveniente far conto sullaltra parte. In una parola,
soluzioni integrate. Dora in poi i buoi e lelefante viaggeranno indiscutibilmente insieme, il carro
con le balle di foraggio avanti, lelefante, per cos dire allodore della paglia, dietro. Per quanto
logica e razionale si presenti la distribuzione topografica di questo gruppo ridotto, fatto che nessuno
oser negare, niente di quanto si ottenuto qui, grazie alla deliberata volont di arrivare a un
accordo, sar applicabile, ci mancherebbe altro, agli arciduchi, il cui cocchio ormai ben avanti,
pu anche darsi che sia gi arrivato a bressanone. In tal caso, siamo autorizzati a rivelare che
solimano godr di un meritato riposo di due settimane in questa nota localit turistica,
concretamente in una locanda che ha il nome di am hohen feld, il che significa, mai definizione fu
migliore, campo alto. naturale che a qualcuno sembri strano che una locanda situata in territorio
italiano abbia un nome tedesco, ma la cosa spiegabile se pensiamo che la maggior parte degli
ospiti che la frequentano sono in effetti austriaci e tedeschi ai quali piace sentirsi come a casa
propria. Ragioni affini porteranno un giorno a che, nellalgarve, come qualcuno avr la premura di
scrivere, ogni spiaggia che si rispetti non sia spiaggia, ma beach, qualsiasi pescatore fisherman,
tant che si rispetti o meno, e se si tratta di villaggi turistici, invece che di paesi, siamo al corrente
che pi gradito che si dica holidays village, o village de vacances, o ferienorte. Si arriva
alleccesso che non ci sia un nome per il negozio di moda, che sar, in un portoghese di adozione,
boutique, e, necessariamente, fashion shop in inglese, meno necessariamente modes in francese, e
francamente modegeschft in tedesco. Una calzoleria si presenta come shoes, e non se ne parli pi.
E se il viaggiatore potesse frugare, come si fa coi pidocchi, fra nomi di bar e locali, una volta
arrivato a sines sarebbe ancora alle prime lettere dellalfabeto. Talmente disprezzato nellassetto
lusitano che dellalgarve si pu dire, in questi periodi in cui i civilizzati calano nella barbarie, che
sia la terra dove il portoghese tace. Cos bressanone.

Si dice, dopo che per primo lo avrebbe detto tolstoj, che le famiglie felici non hanno storia. Anche
gli elefanti felici pare che non ce labbiano. Si veda il caso di solimano. Nelle due settimane in cui
rimasto a bressanone si riposato, ha dormito, mangiato e bevuto a quattro ganasce, fino a non
poterne pi, qualcosa come quattro tonnellate allincirca di foraggio e un tremila litri dacqua, con
la qual cosa riuscito a compensare le numerose diete forzate cui era stato costretto a sottoporsi
durante il lungo viaggio per terre di portogallo, spagna e italia, quando non sempre era stato
possibile rifornirgli regolarmente la dispensa. Ora solimano ha recuperato le forze, grasso,
bellissimo, nel giro di una settimana la pelle flaccida e rugosa non gli faceva pi quelle pliche tipo
un cappotto appeso male su una scapola. Le buone notizie sono arrivate allarciduca che non ha
tardato a compiere personalmente una visita a casa dellelefante, e cio nella sua stalla, invece di
farlo uscire nella piazza, perch mostrasse dinanzi allarciducale autorit e alla popolazione riunita
leccellente figura, il look magnifico di cui ora dispone. Com naturale, fritz stato presente
allatto, ma, consapevole che la pace con larciduca non era ancora stata formalizzata, ammesso che
mai lo sar, si mostrato discreto e attento, senza attirare troppo le attenzioni, ma aspettando che
larciduca si lasciasse sfuggire, quanto meno, una parola di congratulazione, un breve elogio.
andata proprio cos. Alla fine della visita, larciduca gli ha rivolto passando una rapida occhiata e ha
detto, Hai fatto un buon lavoro, fritz, solimano sar soddisfatto, al che lui ha risposto, Non desidero
altro, mio signore, la mia vita al servizio di vostra altezza. Larciduca non ha risposto, si limitato
a bofonchiare, laconico, Uhm, uhm, suono primitivo, se non iniziale, che ciascuno penser a
interpretare come gli convenga meglio. Per fritz, sempre incline, per temperamento e filosofia di
vita, a una visione ottimistica degli avvenimenti, quel borbottio, malgrado la durezza e
linopportunit di un tale linguaggio sulla bocca di unarciducale e un domani imperiale persona,
stato come un passo, un piccolo ma sicuro passo verso la tanto anelata concordia. Aspettiamo di
arrivare a vienna per vedere che cosa succede.

Da bressanone al valico del brennero la distanza tanto breve che di sicuro non ci sar tempo
perch la carovana si disperda. N tempo n distanza. Il che significher che ci ritroveremo unaltra
volta con lo stesso dilemma morale di prima, quello del passo dellisarco, se procederemo, cio, in
compagnia o separati. Spaventa il solo pensiero che lestesa carovana potr vedersi, tutta quanta, dai
corazzieri in testa fino ai corazzieri nella retroguardia, come strozzata fra le pareti del valico e sotto
la minaccia delle slavine di neve o degli smottamenti di rocce. Sar meglio probabilmente lasciare
la risoluzione del problema nelle mani di dio, che sia lui a decidere. Noi cominciamo ad andare,
cominciamo ad andare, e poi si vedr. Tuttavia questa preoccupazione, per quanto sia
comprensibile, non dovr farci dimenticare laltra. Dicono i conoscitori che il passo del brennero
dieci volte pi pericoloso di quello dellisarco, altri dicono venti volte, e che tutti gli anni riscuote le
sue vittime, sepolte sotto le slavine o schiacciate dalle frane che rotolano gi dalla montagna, anche
se al principio della caduta non sembrava che avessero in s questo infausto destino. Speriamo che
arrivi il tempo in cui grazie alla costruzione di viadotti che uniscano le vette luna allaltra si
eviteranno questi passi profondi in cui, sebbene ancora vivi, procediamo gi mezzi sepolti. La cosa
interessante della faccenda che quelli che devono utilizzare questi passi lo fanno sempre con una
specie di rassegnazione fatalista che, se pure non evita che la paura li aggredisca nel corpo, sembra
almeno lasciargli lanima intatta, serena, come una luce sicura che nessun uragano potr mai
spegnere. Si raccontano tante cose e non tutte saranno giuste, ma lessere umano fatto cos,
altrettanto capace di credere che il pelo dellelefante, dopo un processo di macerazione, faccia
crescere i capelli come di immaginare che abbia dentro di s ununica luce che lo condurr sui
cammini della vita, compresi i valichi. In una maniera o nellaltra, diceva il saggio eremita delle
alpi, dovremo pur sempre morire.

Il tempo non bello, il che, in questepoca dellanno, come abbiamo gi avuto abbondanti
dimostrazioni, non una novit. Vero che la neve cade senza esagerare e la visibilit quasi
normale, ma il vento soffia come lame affilate che ti tagliano i vestiti, per quanto sembra che ti
riparino. Che lo dicano i corazzieri. Secondo la voce messa in giro nella carovana, se il viaggio
riprender oggi perch per domani ci si attende un peggioramento della situazione meteorologica,
e anche perch, una volta percorsi un tot numero di chilometri verso nord, il peggio delle alpi,
teoricamente, comincer a rimanere alle spalle. O, in altre parole, prima che il nemico ci attacchi,
attacchiamolo noi. Una buona parte degli abitanti di bressanone venuta ad assistere alla partenza
dellarciduca massimiliano e del suo elefante e in cambio ha avuto una sorpresa. Quando larciduca
e la sua sposa si accingevano a entrare nel cocchio, solimano ha puntato le due ginocchia sul terreno
ghiacciato, la qual cosa ha suscitato tra gli astanti uno scroscio di applausi ed evviva assolutamente
degno di nota. Larciduca ha cominciato col sorridere, ma subito dopo ha aggrottato il sopracciglio,
pensando che questo nuovo miracolo fosse una manovra sleale di fritz, disperato per fare la pace.
Non ha ragione il nobile arciduca, il gesto dellelefante stato del tutto spontaneo, gli venuto
fuori, per cos dire, dallanima, sar stato forse un suo modo di ringraziare chi di diritto per il buon
trattamento ricevuto nella locanda am hohen feld in questi quindici giorni, due settimane di vera e
propria pacchia e, dunque, senza storia. In ogni caso, non sar da escludersi la possibilit che il
nostro elefante, giustamente preoccupato per la palese freddezza dei rapporti tra il suo cornac e
larciduca, avesse voluto contribuire con un gesto tanto bello a riappacificare gli animi in
disaccordo, come si dir nel futuro e poi si smetter di dire. O, per non essere accusati di
imparzialit perch stiamo fittiziamente omettendo il vero nocciolo della questione, non si pu
escludere lipotesi, che non puramente accademica, che fritz, o per calcolo o semplicemente per
una svista, abbia toccato con il bastone lorecchio destro di solimano, organo miracoloso per
eccellenza come si dimostrato a padova. Come ormai dovremmo sapere, la raffigurazione pi
esatta, pi precisa, dellanima umana il labirinto. Con questa tutto possibile.
La carovana pronta a partire. C un sentimento generale di apprensione, una tensione tuttaltro
che dissimulabile, si avverte che le persone non riescono a togliersi dalla mente il passo del
brennero e i suoi pericoli. E il cronista di questi avvenimenti non ha pudore a confessare che teme
di non esser capace di descrivere il famoso valico che pi avanti ci aspetta, proprio lui che, gi
quando si trattato del passo dellisarco, ha dovuto mascherare come meglio poteva la propria
insufficienza, divagando per materie secondarie, forsanche di qualche importanza in s, ma
eludendo chiaramente il fondamentale. Peccato che nel sedicesimo secolo la fotografia non fosse
stata ancora inventata, perch allora la soluzione sarebbe facilissima, basterebbe inserire a questo
punto un bel po di immagini dellepoca, soprattutto se scattate da un elicottero, e il lettore avrebbe
tutti i motivi per considerarsi ampiamente compensato e riconoscere limponente sforzo informativo
della nostra redazione. A proposito, il momento di dire che la piccola cittadina che viene a
seguire, a pochissima distanza da bressanone, si chiama in italiano, giacch in italia ancora ci
troviamo, vipiteno. Che gli austriaci e i tedeschi la chiamino sterzing qualcosa che va oltre la
nostra capacit di comprensione. Ci nonostante, ammettiamo come possibile, ma senza metterci la
mano sul fuoco, che litaliano sia meno taciuto da queste parti di quanto non lo sia il portoghese
nellalgarve.

Ormai siamo fuori bressanone. Si stenta a credere che in una regione accidentata come questa, dove
abbondano le vertiginose catene montuose accavallate le une sulle altre, ci sia stato ancora bisogno
di squarciare le cicatrici profonde dei passi dellisarco e del brennero, invece di andare a metterle in
altri luoghi del pianeta meno favoriti dai beni della natura, dove leccezionalit dello stupefacente
fenomeno geologico potesse, grazie allindustria del turismo, beneficiare materialmente le modeste
e sofferte vite degli abitanti. Al contrario di quanto sar lecito pensare, tenendo in considerazione i
problemi narrativi francamente esposti a proposito dellattraversamento dellisarco, questi
commenti non sono destinati a supplire per anticipazione alla prevedibile scarsezza di descrizioni
del passo del brennero in cui siamo sul punto di entrare. Sono, piuttosto, lumile riconoscimento di
quanta verit vi sia nella ben nota frase, Mi mancano le parole. In effetti, ci mancano le parole. Si
dice che in una delle lingue parlate dagli indigeni del sudamerica, forse in amazzonia, esistono pi
di venti espressioni, un ventisette, credo di ricordare, per designare il colore verde. A paragone con
la povert del nostro vocabolario circa questa materia, sembrer che per loro dovrebbe essere facile
descrivere le foreste in cui vivono, in mezzo a tutti quei verdi dettagliati e differenziati, separati
unicamente da sottili e quasi impercettibili sfumature. Non sappiamo se lo abbiano mai tentato e
siano rimasti soddisfatti del risultato. Quello che, invece, sappiamo che un monocromatismo
qualsiasi, lapparente bianco assoluto di queste montagne, ad esempio, per non andare pi lontano,
neanche quello risolve la questione, forse perch vi sono pi di venti sfumature di bianco che
locchio non pu cogliere, ma di cui intuisce lesistenza. La verit, se vogliamo accettarla in tutta la
sua crudezza, che, semplicemente, non possibile descrivere un paesaggio con le parole. O
meglio, quanto a essere possibile, lo , ma non ne vale la pena. Mi domando se valga la pena di
scrivere la parola montagna se non sappiamo che nome darebbe a se stessa la montagna. Con la
pittura gi unaltra cosa, riesce a creare sulla tavolozza anche ventisette tonalit di verde tutte sue
che sono sfuggite alla natura, pi qualcunaltra che non lo sembra, e questo, come compete, lo
chiamiamo arte. Agli alberi dipinti le foglie non cadono.

Ormai ci troviamo sul passo del brennero. Per ordine espresso dellarciduca, in silenzio totale. Al
contrario di quanto era successo sino a ora, la carovana, come se la paura avesse prodotto un effetto
aggregante, non ha mostrato la tendenza a disperdersi, i cavalli del cocchio arciducale quasi
sfiorano con i musi i quarti posteriori delle ultime cavalcature dei corazzieri, solimano procede
talmente vicino alla boccetta delle essenze dellarciduchessa che riesce ad aspirare deliziato la
fragranza che ne emana ogni volta che la figlia di carlo quinto sente il bisogno di rinfrescarsi. Il
resto della carovana, a cominciare dal carro dei buoi con il foraggio e il tino dellacqua, segue la
pista come se non ci fosse altro modo di arrivare a destinazione. Si trema di freddo, ma soprattutto
di paura. Nelle anfrattuosit delle altissime scarpate si accumula la neve che di tanto in tanto si
stacca e viene a cadere sulla carovana con un rumore sordo in piccole slavine che, senza maggior
pericolo di per s, hanno come conseguenza di aumentare i timori. Non c nessuno qui che si senta
tanto sicuro da servirsi degli occhi per godere della bellezza del paesaggio, per quanto non manchi
comunque un esperto che sta dicendo al suo vicino, Senza neve molto pi bello, pi bello,
come, ha domandato il compagno curioso, Non si pu descrivere. E davvero, la pi grande
irriverenza verso la realt, qualunque essa, la realt, sia, che si potr commettere quando ci
dedichiamo allinutile lavoro di descrivere un paesaggio di farlo con parole che non sono nostre,
che non sono mai state nostre, si badi bene, parole che sono gi passate per milioni di pagine e di
bocche prima che arrivasse il nostro turno di utilizzarle, parole stanche, esauste dopo essere andate
di mano in mano lasciando in ciascuna una parte della propria sostanza vitale. Se scriviamo, ad
esempio, le parole ruscello cristallino, cos tanto applicate proprio nella descrizione dei paesaggi,
non ci soffermiamo a riflettere se il ruscello continui a essere tanto cristallino come quando lo
abbiamo visto per la prima volta, o se abbia cessato di essere un ruscello per trasformarsi in un
fiume impetuoso, oppure, misera sorte questultima, nel pi infetto e maleodorante dei pantani.
Ancorch non lo sembri a prima vista, tutto questo ha molto a che vedere con quella coraggiosa
affermazione, pronunciata prima, che semplicemente non possibile descrivere un paesaggio e, per
estensione, qualsiasi altra cosa. In bocca a una persona di fiducia che, da quello che dimostra,
conosce i luoghi come essi ci si presentano nelle diverse stagioni dellanno, parole del genere danno
da pensare. Se una tale persona, con la sua onest e il suo sapere fatto di esperienza, dice che non si
pu descrivere ci che gli occhi vedono, traducendolo in parole, sia essa neve o rigoglioso frutteto,
come potrebbe azzardarsi a farlo chi in vita sua non ha mai attraversato il passo del brennero e
neppure in sogno in quel sedicesimo secolo, quando mancavano le autostrade e le stazioni di
rifornimento di benzina, croissant e tazzine di caff, oltre che un motel per passare la notte al caldo,
mentre qua fuori imperversa la tempesta e un elefante smarrito lancia il pi angosciante dei barriti.
Noi non ceravamo, ci siamo basati solo su informazioni, e vai a sapere quanto valgano, una stampa
antica, ad esempio, rispettabile solo per la sua et provetta e il disegno ingenuo, mostra un elefante
dellesercito di annibale che precipita gi in un burrone, quando certo che durante la laboriosa
traversata delle alpi da parte dellesercito cartaginese, cos almeno ce lha affermato chi la materia
la conosce, non si perse alcun elefante. Anche qui non si perder nessuno. La carovana ancora
compatta, salda, qualit che non sono meno lodevoli per il fatto di essere fondamentalmente
determinate, come si gi spiegato prima, da sentimenti egoisti. Ma ci sono delle eccezioni. La
maggiore preoccupazione dei corazzieri, ad esempio, non ha niente a che vedere con la sicurezza
personale di ciascuno, bens con quella dei loro cavalli, costretti ora ad avanzare su un terreno
scivoloso, di ghiaccio duro, grigio-azzurro, dove un metacarpo rotto avrebbe la pi fatale delle
conseguenze. Fino a questo momento, il miracolo compiuto da solimano alla porta della basilica di
santantonio a padova, per quanto ci possa pesare allancora incallito luteranesimo dellarciduca
massimiliano secondo daustria, ha protetto la carovana, non solo i potenti che ci viaggiano, ma
anche la gente comune, il che prova, se ancora fosse necessaria la dimostrazione, le rare ed
eccellenti virt taumaturgiche del santo, al secolo fernando de bulhes, che due citt, lisbona e
padova, continuano a contendersi da secoli, piuttosto pro forma, bisogna dirlo, perch ormai
chiaro a tutti quanti che stata padova a issare alla fine il gonfalone della vittoria, mentre lisbona si
accontentata delle processioni popolari dei quartieri, il vino rosso e le sardine arrostite alla brace,
oltre ai palloncini e ai vasi di basilico. Non basta sapere come e dove nacque fernando de bulhes,
c da aspettare per vedere come e dove andr a morire santantonio.

Continua a nevicare e, scusate la banalit dellespressione, fa un freddo boia. Sul terreno conviene
muoversi con mille e una cautela per via del maledetto ghiaccio, ma, sebbene le montagne non
siano finite, sembra che i polmoni comincino a respirare meglio, con ben altro sfogo, liberi dalla
strana oppressione che preme dalle alture inaccessibili. La prossima citt innsbruck, sulla sponda
del fiume inn, e, se larciduca non si pentito dellidea comunicata al capo delle salmerie ancora a
bressanone, gran parte della distanza che ci separa da vienna sar percorsa in barca, navigazione
fluviale, dunque, discendendo la corrente, prima sullinn, fino a passau, e dopo sul danubio, fiumi di
grande portata, specialmente il danubio, che in austria chiamano donau. pi che probabile che
verremo a godere di un viaggio tranquillo, come tranquilla stata la permanenza di due settimane a
bressanone, durante la quale non successo niente che fosse degno di nota, nessun episodio
burlesco da narrare nelle serate, nessuna storia di fantasmi da raccontare ai nipoti, e per questo ci si
sentiti fortunati come pochissime altre volte, tutti in salvo nella locanda am hohen feld, la famiglia
lontana, le preoccupazioni rinviate, i creditori l a dissimulare limpazienza, nessuna lettera
compromettente caduta in mani sbagliate, insomma, lavvenire, come dicevano e credevano gli
antichi, appartiene solo a dio, noi pensiamo a vivere loggi, che del domani non si sa mai.
Lalterazione dellitinerario non si deve a un capriccio dellarciduca, anche se erano state incluse
nel suddetto itinerario due visite per ragioni di cortesia, ma anche di alta politica centro-europea, la
prima a wasserburg, al duca di baviera, la seconda, pi prolungata, a mhldorf, al duca ernst di
baviera, amministratore dellarcivescovo di salisburgo. Tornando ai percorsi, vero che la strada da
innsbruck a vienna relativamente comoda, senza quei catastrofici accidenti orografici come lo
sono stati le alpi e, seppure non vada in linea retta, almeno abbastanza sicura di dove vuole
arrivare. Il vantaggio dei fiumi, per, che sono come delle strade erranti, procedono per conto
loro, specialmente questi, con le loro possenti portate dacqua. Chi dal cambiamento trarr
maggiore beneficio sar solimano che, per bere, dovr solo avvicinarsi al bordo della zattera,
immergere la proboscide nellacqua e aspirare. Eppure, non sarebbe affatto contento se potesse
sapere che un cronista della cittadina costiera di hall, poco pi avanti di innsbruck, uno scrivano di
nome franz schweyger scriver, Massimiliano tornato fastosamente dalla spagna, portando con s
un elefante, dellaltezza di dodici piedi e di color topo. La rettifica di solimano, per quanto lo
conosciamo, sarebbe rapida, diretta e incisiva, Non lelefante che ha il colore del topo, il topo
che ha il colore dellelefante. E aggiungerebbe, Pi rispetto, per favore.

Oscillando al passo ritmato di solimano, fritz si asciuga la neve che gli si appiccicata alle
sopracciglia e pensa a quello che sar il suo futuro a vienna, cornac , cornac continuer a essere, n
potrebbe mai essere altro, ma il ricordo di quello che stato il suo periodo a lisbona, dimenticato da
tutti dopo essere stato motivo di gaudio della popolazione, inclusi i gentiluomini di corte che, a
rigore, popolazione sono anchessi, lo porta a domandarsi se anche a vienna lo metteranno in un
recinto con una staccionata insieme allelefante, a marcire. Qualcosa dovr capitarci, salomone,
disse, questo viaggio stato solo un intervallo, e ringrazia sin dora che il cornac subhro ti abbia
restituito il tuo vero nome, bella o brutta, avrai la vita per cui sei nato e a cui non potrai sfuggire, ma
io non sono nato per essere cornac, per la verit nessun uomo nasce per essere cornac anche quando
in tutta la sua esistenza non gli si apra nessunaltra porta, in fondo sono una specie di parassita tuo,
un pidocchio sperduto fra le setole della tua schiena, immagino che non vivr tanto a lungo come te,
le vite degli uomini sono corte paragonate a quelle degli elefanti, questo noto, mi domando che ne
sar di te se io non sar al mondo, chiameranno un altro cornac, chiaro, qualcuno dovr pure
occuparsi di solimano, chiss che non si offra larciduchessa, sarebbe buffo, unarciduchessa l a
servire un elefante, oppure uno dei principi quando saranno cresciuti, in un modo o nellaltro, caro
amico, tu avrai sempre un avvenire garantito, io no, io sono il cornac, un parassita, unappendice.

Stanchi dopo una camminata cos lunga, siamo arrivati a innsbruck in una data segnalata nel
calendario cattolico, il giorno dellepifania, correndo lanno del mille e cinquecento cinquantadue.
La festa stata fantastica come cera da aspettarsi dalla prima grande citt austriaca che accoglieva
larciduca. Quello che invece non si sa molto bene se gli applausi siano per lui o per lelefante, ma
questo poco importa al futuro imperatore per il quale solimano , oltre tutto, uno strumento politico
di prima grandezza, la cui importanza non potrebbe mai essere condizionata da ridicole gelosie. Il
successo degli incontri a wasserburg e a mhldorf sar in parte dovuto anche alla presenza di un
animale finora sconosciuto in austria, come se massimiliano secondo lo avesse fatto uscire dal nulla
per la soddisfazione dei suoi sudditi, dai pi umili ai principali. Questa parte finale del viaggio
dellelefante costituir, tutta quanta, un clamore di costante giubilo che passer da una citt allaltra
come una miccia, oltre al fatto che sar un motivo di ispirazione per gli artisti e i poeti delle varie
localit di passaggio che si distingueranno con pitture e incisioni, con medaglie commemorative,
con iscrizioni poetiche quali quelle del noto umanista caspar bruschius, destinate al municipio di
linz. E, a proposito di linz, dove la carovana abbandoner imbarcazioni, battelli e zattere per coprire
a piedi quanto ancora manca del cammino, naturale che qualcuno voglia sapere per quale motivo
larciduca non abbia continuato a usare la comoda via fluviale, dato che lo stesso danubio che li ha
portati a linz poteva anche portarli a vienna. Pensare cos uningenuit, o, nel peggiore dei casi,
significa ignorare o non comprendere limportanza di una pubblicit ben orientata nella vita delle
nazioni in generale e nella politica e altri commerci in particolare. Immaginiamo che larciduca
massimiliano daustria commettesse lerrore di sbarcare nel porto fluviale di vienna, s, avete sentito
bene, nel porto fluviale di vienna. Orbene, i porti, siano essi grandi o piccoli, di fiume o di mare,
non si sono mai distinti per lordine e la pulizia, e quando casualmente ci si presentano con
unapparenza di normalit organizzata conviene sapere che si tratta solo di una delle innumerevoli e
non di rado contraddittorie raffigurazioni del caos. Immaginiamo larciduca l a sbarcare con tutta la
sua carovana, incluso un elefante, su un molo ingombro di casse, di sacchi di ogni genere, di balle
di questo e di quello, in mezzo alla spazzatura, con la folla l a creare confusione, diteci voi come
potrebbe farsi strada per arrivare ai nuovi viali e l preparare la sfilata. Sarebbe una triste entrata
dopo pi di tre anni di assenza. Non sar cos. A mhldorf larciduca dar ordini al capo delle
salmerie di cominciare a elaborare un programma di accoglienza a vienna allaltezza
dellavvenimento, o degli avvenimenti, prima di tutto, come ovvio, larrivo della sua persona e
dellarciduchessa, in secondo luogo quello di quel prodigio della natura che lelefante solimano, il
quale incanter i viennesi proprio come ha gi incantato tutti quelli che hanno posato lo sguardo su
di lui in portogallo, spagna e italia, che, per amore di giustizia, non sono propriamente dei paesi
barbari. Dei corrieri a cavallo partirono per vienna con le istruzioni per il borgomastro e in cui si
esprimeva il desiderio dellarciduca di vedere ricambiato nei cuori e nelle strade tutto lamore che
lui e larciduchessa nutrivano per la citt. A buon intenditor poche parole. Altre istruzioni furono
trasmesse, ma queste per uso interno, che si riferivano alla convenienza di approfittare della
navigazione sullinn e sul danubio per procedere a un lavaggio generale di persone e animali, il
quale lavaggio, non potendo, per ragioni comprensibili, includere bagni nellacqua gelata, avrebbe
dovuto essere minimamente efficace. Agli arciduchi era fornita tutte le mattine una buona quantit
di acqua calda per le abluzioni, cosa che ad alcuni della carovana, pi preoccupati della propria
igiene personale, fece mormorare con un sospiro di rammarico, Se io fossi larciduca. Non volevano
il potere che deteneva larciduca nelle sue mani, forse non avrebbero saputo neppure che farsene,
ma desideravano lacqua calda, sulla cui utilit non sembravano avere dubbi.

Quando sbarc a linz, larciduca aveva ormai le idee ben chiare sul nuovo modo di organizzare la
carovana cos da trarne i migliori profitti possibili, specialmente per quanto si riferiva agli effetti
psicologici del suo ritorno nellanimo della popolazione di vienna, testa del regno e, dunque, sede
della pi acuta sensibilit politica. I corazzieri, fino ad allora divisi in avanguardia e retroguardia,
furono riorganizzati in una formazione unica, che apriva la strada alla carovana. Subito dopo veniva
lelefante, il che, bisogna riconoscerlo, era una mossa strategica degna di un alekhin, tanto pi
quando ben presto verremo a sapere che il cocchio dellarciduca occuper solo il terzo posto in
questa sequenza. Lobiettivo era chiaro, dare il massimo protagonismo a solimano, e questo aveva
tutto il senso del mondo, giacch gli arciduchi daustria vienna li conosceva gi, mentre in materia
di elefanti questo era il primo. Da linz a vienna ci corrono trentadue leghe, e sono previste due
fermate intermedie, una a melk e laltra nella citt di amstetten, dove dormiranno, piccole tappe con
le quali si vuole che la carovana possa entrare a vienna in un discreto stato di freschezza fisica. Il
tempo non dei migliori, la neve continua a cadere e il vento non ha perso quel filo tagliente, ma, in
confronto ai passi dellisarco e del brennero, questa strada si potrebbe benissimo paragonare al
paradiso, ancorch sia dubbio che in quel luogo celeste ci siano delle strade, dato che le anime, non
appena compiute le formalit di accesso, sono immediatamente dotate di un paio dali, unico mezzo
di locomozione l autorizzato. Dopo amstetten non vi saranno altre soste. La gente dei paesi scese
tutta in strada per vedere larciduca e si ritrov davanti un animale di cui aveva sentito parlare
vagamente e che suscitava le curiosit pi giustificate e le spiegazioni pi assurde come capit con
quel ragazzino che, domandato al nonno perch lelefante si chiamasse elefante, ricevette per tutta
risposta che era per via della proboscide. Un austriaco, sia pur che appartenga alle classi basse, non
una persona come qualsiasi altra, deve sempre sapere tutto di quanto vi sia da sapere. Unaltra
idea che era nata fra questa brava gente, come siamo soliti dire con questaria di protezione, fu che
nel paese da cui veniva lelefante tutti ne possedevano uno, come qui un cavallo, una mula o pi di
frequente un asino, e che tutti erano abbastanza ricchi da poter mantenere un animale di quelle
dimensioni. La dimostrazione che era proprio cos la ebbero quando ci fu bisogno di fermarsi in
mezzo alla strada per dare da mangiare a solimano che, per una ragione sconosciuta, aveva storto il
naso davanti alla colazione. Tuttintorno si radun una piccola folla stupefatta dalla rapidit con cui
lelefante, con laiuto della proboscide, sinfilava in bocca e inghiottiva le fascine di paglia dopo
averle rigirate due volte tra quei potenti molari che, non potendo vedersi da fuori, era facile
immaginare. Man mano che si avvicinavano a vienna si cominciava a notare, poco per volta, un
certo miglioramento nelle condizioni del tempo. Niente di straordinario, le nuvole erano ancora
basse, ma aveva smesso di nevicare. Qualcuno disse, Se continua cos, a vienna avremo un cielo
limpido e il sole che brilla. Non sarebbe andata proprio cos, ma ben altro gallo sarebbe stato a
cantare in questo viaggio se la meteorologia generale avesse seguito lesempio di questa che un
giorno sar nota come la citt dei valzer. Di tanto in tanto la carovana era costretta a fermarsi perch
i paesani e le paesane dei dintorni volevano mostrare le loro abilit nel canto e nella danza, le quali
erano particolarmente gradite allarciduchessa di cui larciduca condivideva la soddisfazione in una
maniera benevola, quasi paternalistica, che corrispondeva a un pensiero assai comune, allora e
sempre, Che ci si pu fare, le donne sono cos. Le torri e le cupole di vienna erano gi allorizzonte,
le porte della citt spalancate e la popolazione nelle vie e nelle piazze, tutti in pompa magna in
onore degli arciduchi. Cos era stato a valladolid per larrivo dellelefante, ma i popoli iberici si
mostrano contenti per qualsiasi cosa, sono come i bambini. Qui, in questa vienna daustria, si
coltivano la disciplina e lordine, c qualcosa di teutonico in questa educazione, come il futuro
sincaricher di spiegare meglio. Sta per entrare in citt la massima espressione dellautorit
pubblica e un sentimento di rispetto e riverenza incondizionata quello che prevale tra la
popolazione. La vita, per, ha molte carte nel mazzo e non di rado le gioca quando meno ci si
aspetta. Procedeva lelefante con il suo passo misurato, senza premura, il passo di chi sa che per
arrivare non sempre necessario correre. Allimprovviso, una bambina sui cinque anni, che let
fosse questa lo si seppe in seguito, la quale assisteva con i genitori al passaggio del corteo, si stacc
dalla mano della madre e corse verso lelefante. Un grido di spavento usc dalla gola di quanti si
accorsero della tragedia imminente, le zampe dellanimale che travolgevano e calpestavano il
povero corpicino, il ritorno dellarciduca segnato da una disgrazia, un lutto, una terribile macchia di
sangue nello stemma della citt. Significava non conoscere salomone. Avvilupp con la proboscide
il corpo della bambina come se labbracciasse e la sollev in aria come una nuova bandiera, quella
di una vita salvata allultimo istante, quando ormai era perduta. I genitori della bambina, piangendo,
corsero da salomone e accolsero tra le braccia la figlia recuperata, risuscitata, mentre tutta la gente
applaudiva, non pochi scoppiando in lacrime per lemozione, qualcuno dicendo che era stato un
miracolo, e per di pi non sapendo di quello che salomone aveva compiuto a padova,
inginocchiandosi alla porta della basilica di santantonio. Come se mancasse ancora qualcosa
allepilogo del drammatico episodio cui abbiamo appena assistito, si vide larciduca scendere dal
cocchio, porgere la mano allarciduchessa per aiutarla a scendere anche lei, e tutti e due insieme,
tenendosi per mano, sincamminarono verso lelefante, che le persone continuavano a circondare e
festeggiare come leroe di quel giorno e per molto tempo ancora, giacch la storia dellelefante che
a vienna salv da morte sicura una bambina sar narrata mille volte, e ampliata altrettante, fino a
oggi. Quando le persone si avvidero che gli arciduchi si stavano avvicinando fecero silenzio e si
aprirono ad ala. La commozione era visibile in molti di quei visi, cera ancora chi si asciugava con
difficolt le ultime lacrime. Fritz era sceso dallelefante e aspettava. Larciduca si ferm davanti a
lui, lo guard dritto negli occhi. Fritz chin il capo e si trov davanti la mano destra, aperta e in
attesa, Signore, non oso, disse, e mostr le proprie mani, sudice per il continuo contatto con la pelle
dellelefante, che, comunque, tra i due era il pi pulito, dato che fritz ha perso memoria di cosa sia
un bagno completo e solimano non pu vedere una pozzanghera senza correre a sguazzarci dentro.
Siccome larciduca non ritraeva la mano, fritz non ebbe altra soluzione che sfiorarla con la propria,
la pelle spessa e callosa di un cornac e la pelle fine e delicata di chi neppure si veste con le proprie
mani. Allora larciduca disse, Ti ringrazio di avere evitato una tragedia, Io non ho fatto niente, mio
signore, i meriti sono tutti di solimano, Sar pure cos, ma immagino che in qualcosa avrai
contribuito, Ho fatto ci che potevo, mio signore, per questo sono il cornac, Se tutti quanti facessero
ci che possono, il mondo sarebbe certo migliore, Basta che vostra altezza lo dica perch sia giusto,
Sei perdonato, non hai bisogno di adularmi, Grazie, mio signore, Che tu sia benvenuto a vienna e
che vienna ti meriti, te e solimano, qui sarete felici. E con queste parole massimiliano secondo si
ritir verso il cocchio tenendo per mano larciduchessa. La figlia di carlo quinto di nuovo incinta.

Lelefante mor quasi due anni dopo, di nuovo inverno, nellultimo mese del mille e cinquecento
cinquantatre. La causa della morte non si arriv a conoscere, non era ancora tempo di analisi del
sangue, radiografie del torace, endoscopie, risonanze magnetiche e altre osservazioni che oggi sono
il pane quotidiano per gli umani, non tanto per gli animali, che semplicemente muoiono senza
uninfermiera che metta loro la mano sulla fronte. Oltre a scuoiarlo, gli tagliarono le zampe
anteriori perch servissero, dopo le necessarie operazioni di pulizia e conciatura, da recipienti,
allentrata del palazzo, per depositarvi i bastoni da passeggio, i parapioggia e gli ombrellini da sole.
Come si vede, a salomone non serv a nulla che si fosse inginocchiato. Il cornac subhro ricevette
dalle mani del capo delle salmerie il resto del soldo di cui era in debito, con laggiunta, per ordine
dellarciduca, di una mancia alquanto generosa, e, con quel denaro, compr una mula che gli
fungesse da cavalcatura e un asino su cui caricare la cassa con i suoi pochi averi. Annunci che
sarebbe tornato a lisbona, ma non c notizia del suo ingresso nel paese. O cambi idea, o mor
durante il viaggio.

Settimane dopo arriv alla corte portoghese una lettera dellarciduca. Vi si informava che lelefante
solimano era morto, ma che gli abitanti di vienna non lo avrebbero mai dimenticato, giacch aveva
salvato la vita di una bambina il giorno stesso in cui era arrivato nella citt. Il primo lettore della
missiva fu il segretario di stato pro de alcova carneiro che la consegn al re, mentre diceva,
morto salomone, mio signore. Dom joo terzo fece un gesto di sorpresa e unombra di dolore gli
rabbui il viso. Mandate a chiamare la regina, disse. Donna caterina non tard, come se indovinasse
che la lettera recava notizie che le interessavano, forse una nascita, forse un matrimonio. Ma di
nascita e matrimonio non doveva trattarsi, lespressione del marito raccontava ben altro. Dom joo
terzo mormor, Dice qui il cugino massimiliano che salomone. La regina non lo lasci finire, Non
voglio sapere, grid, non voglio sapere. E corse a chiudersi nella sua camera, dove pianse per tutto
il resto del giorno.

Potrebbero piacerti anche