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moglie disse: Per quanto sia raro un uomo onesto, una donna onesta e capace di farlo felice pi rara

a ancora; e ci mi fa paura. Ebbe magnifiche offerte, ma non si lasci sedurre. Temeva che il matrimonio limita sse la libert che gli era tanto cara. (Revue bleue, 15 settembre 1900). 2723. Il principe Eugenio aveva una grandissima stima del suo nemico Catinat. I Francesi stavano organizzando una spedizione contro di lui, e si diceva che essi fossero ancora incerti se nominare come capo Catinat o Vendme e Villeroi. Il pri ncipe Eugenio allora osserv ridendo: Se nominano Villeroi, io lo batto; se Vendme, ci batteremo; se Catinat, sono gi ba ttuto. (Encyclopdie mthodique). 2724. Negli ultimi anni della sua vita, Catinat si ritir a San Graziano, e si dic eva che avesse scelto questo modesto soggiorno perch si trovava in cattive acque. Il re seppe questo, e per accertarsi se era vero che il suo prode maresciallo e ra povero, lo chiam a corte e gli domand se avesse bisogno di niente. Il marescial lo rispose di no. Infatti disse il re si diceva che voi siete povero, ma io stentavo a crederlo, p erch, oltre alle vostre rendite, che devono ammontare a settemila lire annue, ave te quindicimila lire all'anno di pensione che vi siete guadagnate col vostro san gue. vero, Maest, rispose allora Catinat vero che una volta godevo di questa pensione, ma da parecchi anni, non so per qual ragione, non mi stata pi pagata. Il re s'inform dal suo tesoriere. Era proprio cos: costui s'era da parecchi anni d imenticato di pagargli la pensione, e probabilmente Catinat non l'avrebbe pi avut a, se il re non l'avesse chiamato quel giorno alla sua reggia. (Encyclopdie mthodi que). 2725. I suoi domestici avevano una gran devozione per lui; e quando volle licenz iarne alcuni non avendo da pagarli, questi lo scongiurarono di non mandarli via, dichiarandosi pronti a servirlo senza salario, piuttosto che abbandonarlo. (Rev ue bleue, 15 settembre 1900). 2726. Il maresciallo Catinat passava il suo tempo a San Graziano a fare lunghe p asseggiate solitarie, vestito al solito con molta modestia. Un giorno l'incontr u n giovane di Parigi, che era venuto nel paese per cacciarti ed era molto stordit o e maleducato. Vedendo il venerabile vegliardo, lo apostrof familiarmente e, sen za levarsi il cappello: O tu, buon uomo, sai dirmi di chi questo campo? Io vorrei cacciare, e non so se il proprietario me lo permetter. Ma io sai che faccio? Entro senz'altro a cacciar e; e vuol dire che, se non c' il permesso, me lo accordo da me. Catinat non rispose nulla e continu la sua passeggiata. Alcuni contadini, che ave vano inteso tutto, si avvicinarono allo screanzato e gli dissero chi era quel vecchio. II giovane corse allora verso il maresciallo, lo raggiunse e si sc uso col pretesto che non sapeva con chi aveva a che fare. Caro mio, gli rispose tranquillamente il maresciallo non occorre conoscere una p ersona per cavarsi il cappello nel parlargli. Ma lasciamo questi discorsi e veni te a pranzo con me. (Encyclopdie mthodique). 2627. A San Graziano, faceva vita umile ma cordiale con tutti. Entrava nelle pov ere case degli operai e dei contadini e, aprendo le madie, cercava del pane. Come? Non avete pane? volgendosi al suo domestico: - Vincenzo, vanne a comprare. Non era ricco, ma quel che era suo apparteneva a tutti i poveri. Quando mor, il v illaggio era desolato e tutti dicevano: Come faremo adesso, senza il nostro buon padre? Spesso lo abbiamo veduto far a m eno di mangiar il pane o mangiarne di quello duro, per darne a noi. (Revue bleue , 15 settembre 1900). CATONE IL CENSORE n. 234 - m. 149 a. C.; magistrato romano, famoso per la sua severit e per la sua lotta contro il fasto e i costumi corrotti. 2728 Catone, da giovane, era sempre taciturno e meditabondo: in realt si preparav

a di nascosto a parlare in pubblico. Un tale rimproverandolo gli disse: Bada che gli uomini biasimano questo tuo eterno tacere. Non importa rispose Catone ad ogni modo sta certo che, quando comincer a parlare, sar perch avr da dire cose che meritano di essere dette. (Russo, Oratori). 2729. In fatto di costumi, la sua severit era tanta che cancell dalla lista dei Se natori un uomo di nome Manilio, perch aveva dato un bacio alla propria moglie in presenza della figlia. (Dictionnaire de l'Amour). 2730. Catone il Censore, uomo rigidissimo e severo, era invece oltremodo tenero con suo figlio. Non volle che nessun altro all'infuori di lui si occupasse della sua educazione. Una volta un suo amico gli domand perch mai non ne affidasse la e ducazione e l'istruzione a uno schiavo, come era l'uso dei Romani, invece di pre ndersi lui stesso questa briga fastidiosa. Anzitutto rispose Catone questa occupazione non affatto fastidiosa; ma poi, se a nche lo fosse, credi tu che io potrei sopportare che uno schiavo tirasse le orec chie a mio figlio? (PLUTARCO, Vita di Catone). 2731. Un soldato si present a Catone tutto spaventato, raccontandogli di aver avu to un presagio che non augurava niente di buono. - Che ti accaduto? gli domand Catone. - Mi accaduto che, mentre io dormivo, un topo mi ha rosicchiato una scarpa. Ques to strano avvenimento avr conseguenze che gi sento terribili. Confortati gli disse Catone. Nel fatto non c' niente di strano e di spaventoso. I l tuo spavento sarebbe giustificato, se fosse accaduto il rovescio, che la tua s carpa avesse mangiato il topo. (E. GUERARD, Dictionnair d'anecdotes). 2732. Dopo che la Grecia fu prsa dai R~ani, molti medici greci vennero a esercita re la loro professione a Roma, Catone diceva: I Greci, gelosi della gloria militare di Roma, non avendo potuto vn,cerla in camp o, han mandato qui tutti i loro medici per uccidere i soldati romani nei loro le tti. (PANCKOUCKE). 2733. noto nella storia il famoso Delenda Carthago che Catone il Censore soleva ripetere al Senato per ammonirlo a non addormentarsi sugli allori delle due prim e vittoriose guerre paniche. Poich a molti pareva esagerata la preoccupazione della concorrenza di una citt che si trovava al di l del Mediterraneo sulla costa africana, Catone fece venire da Cartagine un cesto di fichi e li fece distribuire in Senato. Tutti ne lodarono l a bont e la freschezza. Ebbene disse Catone due giorni fa erano nei giardini di Cartagine. Voi vedete du nque che essa non poi tanto lontana. (A. PADOVAN, Il libro degli aneddoti). 2734. Un tale domandava a Catone come mai, in un'epoca in cui tutti i Romani app ena celebri avevano la loro statua, lui non avesse ancora la sua. Preferisco rispose il savio uomo che mi si domandi perch non mi stata innalzata u na statua, piuttosto che mi si domandi perch me l'hanno innalzata. (PLUTARCO, Vit a di Catone). 2735. Catone il Censore, essendo ormai vecchio, soleva dire che di sole tre cose si pentiva nella vita: di aver passato un giorno senza aver imparato niente; di aver una volta confidato un segreto a sua moglie; e di aver fatto per mare un v iaggio, quando avrebbe potuto benissimo viaggiare per terra. (PLUTARCO). 2736. A un vecchio maligno disse: - La vecchiaia gi di per s una cosa tanto brutta, che non capisca come tu a tante bruttezze possa aggiungere la nequizia. 2737. Far maraviglia sapere che questo austero censore pecc tuttavia anche lui in amore. Quando divenne vedovo, spos suo figlio a una sorella di Scipione Emiliano, e lui aveva iniziato una tresca con una schiava che si recava di notte nella su a camera da letto. Se non che, essendo la casa di Catone' molto modesta, questa schiava doveva passare per la camera dei giovani sposi; e sebbene facesse ci con molta cautela, una volta costoro si accorsero di quel maneggio e dimostrarono ap ertamente al rispettivo padre e suocero il loro disappunto. Allora Catone si rec in piazza, e l incontr Solonio, che era un suo protetto. Ho trovato un marito per tua figlia gli disse. Ma un po' vecchio.

Purch stia bene a te rispose Solonio , io per me sono contento. Tu sei il protett ore mio e di mia figlia, e non puoi aver scelto che bene. - Quel marito sono io! esclam Catone. poco dopo infatti spos la ragazza. (Dictionnaire de l'Amour). 2738. Quando suo figlio seppe che Catone, vecchio com'era, stava per riprender m oglie, se ne stup e chiese al padre perch mai si risposava. - Sono stato tanto contento di te rispose Catone che vorrei aver degli altri fig li che ti rassomigliassero. (Dictionnaire de l'Amour). 2739. La nuova sposa giovane di Catone aveva una -gran paura del tuono, e ogni v olta che c'era un temporale ella sceglieva come suo asilo le braccia del marito. Catone era contento di queste carezze straordinarie della sposina e, raccontand o questo segreto domestico ai suoi amici, osserv: In tal modo, mia moglie mi fa desiderare il temporale, poich non sono mai tanto c ontento come quando rimbomba il tuono. (Dictionnaire de l'Amour). CATONE L'UTICENSE Romano celebre per l'integrit del carattere combatt contro Giulio Cesare e si ucci se in Utica, piuttosto che cadere suo prigioniero (95-46 a. C.). 2740. Catone l'Uticense aveva appena quattordici anni, quando il suo pedagogo Sa rpedone lo port a vedere alcune esecuzioni capitali: erano le famose proscrizioni di Silla. Chi domand il ragazzo il mostro che assassina cos tanti Romani? Il pedagogo gli rispose che quelle esecuzioni si facevano per ordine di Silla. Come! esclam Catone. Silla li fa ammazzare, e lui vive ancora? il giovane voleva a tutti i costi una spada, per andare a uccidere il tiranno. ( PLUTARCO). 2741. Tanta era la stima che si aveva universalmente di Catone, che un avvocato, difendendo un suo cliente, contro il quale era la deposizione di un solo testim onio, esclam: Non si pu condannare un cittadino con un solo testimonio, persino se questo fosse Catone. (PLUTARCO). 2742. Catone aveva pi volte rifiutato di conoscere un tale che passava per uomo g hiottissimo. Perch mai non vuoi conoscerlo? gli domand un amico. Io non amo affatto rispose l'i llustre uomo una persona che ha il palato pi delicato dell'animo. (E. GUERARD, Di ctionnaire d'anecdotes). 2743. Catone Uticense fu di severi costumi. Tanto che egli era vergine quando sp os Attilia, figlia di Sorano. Se non che l'esempio del marito non trattenne Attil ia dai disordini di una vita libertina, tanto che Catone, accortosi della sua im pudicizia, dovette ripudiarla. Questa disgrazia coniugale avrebbe dovuto rendere Catone pi avveduto; tuttavia volle tentar ancora l'avventura, e spos Marzia. Ma p oco dopo si accorse che essa amava Ortensio, il famoso oratore, e non trov alla s ua situazione altro rimedio che questo, di cedere la moglie al suo amante. Quand o Ortensio mor, egli riprese Marzia con s. Cosa di cui Cesare molto si maravigli. Se aveva bisogno di una donna diceva perch cederla a un altro? E se non ne aveva bisogno perch riprenderla? (Dictionnaire de l'Amour). 2744. Tale era la reputazione di virt, di cui godeva Catone, che avendo Giulio Ce sare accusato il grande uomo di ubriacarsi, Seneca affermava: Ebbene, se questo vero, piuttosto di credere Catone vizioso, ritengo che l'ubria chezza possa essere una virt. (PLUTARCO). 2745. Catone Uticense al tempo della guerra civile fra Cesare e Pompeo, disse: Se vince Pompeo, mi esilio da Roma; se vince Cesare, mi esilio dalla vita. Infatti, dopo la vittoria di Cesare, si uccise. (PLUTARCO). 2746. Quando Cesare ebbe sconfitto gli ultimi pompeiani, in Africa, Catone si ri tir nella piccola citt di Utica, provvide ai suoi amici i mezzi per fuggire, e non avendo pi speranze di poter salvare ormai la libert, stabil di darsi la morte. I p ochi amici che gli erano restati accanto volevano persuaderlo a interrogare l'or acolo di Giove Ammone; ma Catone rispose: Lasciate gli oracoli alle donnicciole, ai vili e agli ignoranti. L'uomo di corag gio sa vivere e morire a suo talento, e sa affrontare il suo destino, noto o ign oto che sia. (PLUTARCO).

2747. Dopo la vittoria di Cesare, Catone, deciso di uccidersi, preg i suoi amici di portargli una spada, ed ai loro lamenti rispose che muterebbe idea se essi gl i potessero dimostrare non indegna cosa il chiedere la vita al proprio nemico. E ssi non seppero rispondergli, onde gli mandarono la spada. Contemplando la quale , egli esclam: Ora mi sento padrone di me! (CANT, Storia Universale). 2748. Quando Giulio Cesare seppe che Catone s'era ucciso, esclam: - Catone, quanto invidio la tua morte gloriosa, dal momento che mi hai impedito la gloria di salvarti la vita! (PLUTARCO). CATTANEO Carlo n. 1801 - m. 1869; celebre economista, filosofo, patriota e uomo politico italia no. 2749. Quando, dopo l'eroica rivoluzione delle Cinque Giornate, i Milanesi ebbero liberato la loro citt dagli Austriaci, il popolo scoperse, nascosto in un abbain o, il capo dell'odiata polizia. Allora Carlo Cattaneo, alla folla che gli domand ava consiglio, rispose: Se lo ammazzate fate una cosa giusta; ma se non lo ammazzate fate una cosa santa . Il popolo fece una cosa santa, e non gli torse un capello. (PIETRO ORSI, L'Itali a moderna). 2750. Carlo Cattaneo e Carlo Tenca, esuli a Lugano, erano un giorno insieme a ta vola e discutevano sul tema appassionante che li divideva: unit d'Italia o federa lismo. - Un'Italia a pezzi diceva il Tenca non mi va gi. - Vedi, ribatt scherzosamente il Cattaneo, mentre trinciava un pollo - come potre sti mandarlo gi, questo pollo, se non fosse a pezzi? (R. BARBIERA, Il Salotto del la contessa Maffei). 2751. Quando Manzoni stava per sposare in seconde nozze la Teresa Stampa, Cattan eo disse scherzosamente a un amico: Io credevo che Manzoni fosse un liberale. Invece... egli vuole attentare alla li bert della Stampa! (Almanacco della Famiglia Meneghina ). CATULLO (Calo Valerlo) famoso poeta latino, nato a Verona nell'87 a. C. - morto a Roma nel 54 a. C. 2752. Un avvocato, che sembra fosse piuttosto mediocre, dopo una sua arringa in cui aveva cercato di commuovere i giudici, domand a Catullo che aveva assistito a l processo: Vi pare che abbia mosso gli uditori a compassione? Certo rispose Catullo. Non credo che ci sia stato nel pubblico nessuno di cuore cos duro a cui la tua arringa non abbia fatto compassione. (GARZONI, La piazza un iversale di tutte le professioni). CAULAINCOURT (Armando Agostino, marchese di) nato a Caulaincourt nel 1773 - morto a Parigi nel 1827; militare diplomatico fra ncese; fu anche aiutante di campo di Napoleone. 2753. -Era ambasciatore di Francia in Russia e accompagn l'imperatore Alessandro al convegno di Erfurt. Durante questo convegno, si sparse improvvisamente la voc e dell'arrivo imminente della regina Luisa di Prussia, e i 'diplomatici arzigogo lavano sulle ragioni misteriose di tale visita. Caulaincourt, trovatosi in un sa lotto dove si parlava di questo arrivo, intervenne nella discussione con queste parole brutali: -- Non c' nessun mistero in questo viaggio. La regina di Prussia viene sempliceme nte per andar a letto con l'imperatore Alessandro. (PALEOLOGUE, Alexandre I). 2754. Il 17 agosto 1812 Napoleone d battaglia all'esercito russo sotto le mura di Smolensk; ma verso sera l'esercito russo riesce abilmente a ritirarsi dando fuo co alla citt. Smolensk ora tutta in fiamme. Sembra l'eruzione del Vesuvio! esclama Napoleone, rivolto a Caulaincourt; non ve ro che uno spettacolo magnifico? Orribile, vorrete dire, Sire rispose Caulaincourt. - Ricordatevi conclude Napoleone con un sorriso il detto dell'imperatore romano: che l'odore del cadavere di un nemico ucciso sempre un buon odore! (PALEOLOGUE, Alexandre I).

2755. Caulaincourt era accusato dall'opinione pubblica di aver collaborato al ra pimento e all'arresto del duca d'Enghien; ma egli giurava di non aver avuto ness una parte nel tenebroso affare che ebbe il suo tragico epilogo nel fossato di Vi ncennes. Quando Napoleone diede al Caulaincourt il titolo di duca di Vicenza , la Gazzetta di Francia che ne dava l'annunzio, per un deplorevole errore tipografico, stamp che era fatto duca di Vincennes . I salotti legittimisti di Parigi avevano riso a ssai di questo svarione, e le accuse ebbero modo d'essere rinnovate. Cos il fanta sma del duca d'Enghien perseguitava Caulaincourt inesorabilmente. (PALEOLOGUE, A lexandre I). CAVAIGNAT Luigi Eugenio generale francese, nato nel 1802 - morto nel 1857; fu governatore dell'Algeria, ministro della guerra e capo del potere esecutivo dopo la rivoluzione del 1848. 2756. I nemici del generale Cavaignac asserivano che egli avesse detto un giorno : Alla repubblica si deve sacrificare tutto, anche il proprio onore! Un uomo di spirito, l'accademico Rrnusat, diceva di lui: Cavaignac passa la vita a spolverare il proprio piedestallo. (. MNIRE, Journal). 2757. Dittatore, comp la sua opera con fermezza, e quando dovette cedere il posto al principe Luigi Napoleone Bonaparte, s'inchin dinanzi al suffragio del paese e si ritir a vita privata. Il giorno stessobruci una gran quantit di lettere di pers one che lo ringraziavano per benefici da lui avuti e che adesso, da ingrati, era no gi passati a Bonaparte, rinnegando lui e l'idea da lui rappresentata. - Perch rinunciare a queste armi? gli disse il suo segretario. - Perch potrei esser tentato a servirmene rispose fieramente il generale. (Les no uvelles littraires, 10 gennaio 1931). 2758. Quando il generale Cavaignac lasci il potere, era gi un uomo di una certa et e pareva fosse votato al celibato. Una sera, in una famiglia di conoscenti, egli afferm che non avrebbe mai sposato una donna molto pi giovane di lui. A quest'aff ermazione, la giovanissima figlia del padrone di casa svenne; fu necessario mett erla in letto e curarla, e da quella improvvisa scenetta nacque un matrimonio, c he era in perfetto contrasto con le idee del generale, ma che fu felicissimo (no n ostante che fra i due sposi la differenza di ,et fosse di quasi trent'anni) e b en presto allietato dalla nascita di una bambina. (. MNIRE, , Journal). CAVALLOTTI Felice nato a Milano nel 1842, morto a Roma nel 1898; poeta, giornalista, patriota, uom o politico italiano. 2759. Si compiaceva di raccontare che, essendo nato all'improvviso, -prima del t empo previsto, i suoi, non avendo fasce pronte in cui avvolgerlo, lo avvolsero i n un giornale. La colpa non mia diceva;, ma io sono nato proprio in un giornale! (Nuova Antolog ia, 1901). 2760. Studiava legge, a diciotto anni, quando sent della spedizione dei Mille. Pi ant gli studi e corse ad arrolarsi volontario; se non che lo respinsero perch trop po giovane. Cavallotti non si perdette d'animo: falsific fl suo certificato di na scita, in modo da sembrare uscito di minorit, e raggiunse la spedizione. Ricordav a sempre il suo bagaglio di guerra: Molto entusiasmo, un paio di calze e cinque lire in saccoccia. (VASSALLO, Gli uo mini che ho conosciuto). 2761. Nel 1860 Cavallotti, respinto dai Mille che dovevano partire da ,Quarto pe rch troppo giovane, s'impadron del certificato di nascita di un suo fratello maggi ore e part per la Sicilia con la spedizione Medici: aveva cinque lire in tasca, a vute in prestito. Partecip alle principali battaglie, pass lo -stretto, and a Napol i e qui s'incontr con Alessandro Dumas padre. Le due nature erano fatte per inten dersi e infatti divennero amici e insieme scrissero nel giornale l'Indipendenza. (Nuova Antologia, 1901). 2762. Quando a Napoli scoppi il colera, l suo amico Bovio gli tele:graf: Qui si muo re di colera e di fame . E Cavallotti gli rispose: Allora il mio posto. Vengo . E E, a chi cercava sconsigliarlo, rispondeva:

Posto che un giorno o l'altro bisogna morir tutti, preferisco sempre rischiare d i far una bella fine, utile al paese, che, invecchiando, di metter pancia.. Subi to s'unirono a lui molti giovani. Erano troppi e bisognava scegliere. Io ho fatto cinque campagne con Garibaldi diceva l'uno per esser-prescelto. Ho pi diritto io di altri osserv un tale, diventando rosso nel dirlo perch io non l ascio nessuno: sono un trovatello. Partirono per Napoli, e Cavallotti diceva tra s: Chi sa che dove la. scienza non giunge, possa arrivare l'amore! (Nuova Antologia, 1901). 2763. Nel 1884, Cavallotti era a Napoli, nel tempo stesso di Umberto I,. al cape zzale dei colerosi; egli aveva portato con s tutta una squadra di giovani repubbl icani toscani e lombardi, e si prodigava con loro in atti di sublime eroismo, sf idando cento volte la morte. Il re Umberto fu colpito da quegli atti di coraggio e fece sapere a persone che erano andate a trovarlo che avrebbe volentieri stre tto la mano a Cavallotti e ai suoi eroici compagni all'Osteria dell'Allegria , ch e era la locanda in cui Cavallotti abitava coi suoi volontari. Questo proposito regale fu riferito a Cavallotti, che fece rispondere al re: Il re trover all'Allegria, presso i democratici, un'accoglienza degna: dellesue n obili azioni e del suo intrepido coraggio. (Revue de Paris, 1 aprile 1895). 2764. Cavallotti era allora giovane, e il suo amico Giovanni Emanuel. recitava c on entusiasmo i suoi lavori teatrali e in ispecie Alcibiade. Ma a quei tempi i d iritti d'autore erano ancora lasciati alla merc del capocomico, che, dava ogni ta nto qualche piccola sommetta all'autore. ma senza regola. Cavallotti, un giorno, stizzito che Emanuel non gli mandasse mai un soldo, gli telegraf: Emanuel, Teatr o di Pisa. Tu rappresenti Alcibiade, senza dirmi nemmeno crepa. Tuo Cavallotti . E l'insigne attore, di rimando: Felice Cavallotti, Roma. Perch dovrei dirti crepa , se ti voglio bene? Tuo Emanuel . (RE RICCARDI, I segreti delle- attrici). 2765. Felice Cavallotti, se una sua commedia non piaceva, dopo aver' sforacchiat o le quinte, quasi credendo di battersi a duello con il pubblico, sbraitava con tutti che dell'insuccesso lui non aveva alcuna colpa. Una volta il critico del F anfulla stronc i Messevi. Il Cavallotti scrisse al critico: Se il lavoro non piac iuto, stato per causa dei partiti politici . E il giornale rispose: Assicuriamo l'onorevole autore che quelli che fischiavano non erano i partiti, ma i restati . 2766. Una sera Cavallotti stava spiegando ai suoi amici la trama di una sua comm edia, quando Fulvio Fulgonio, autore di vari libretti d'opera,. interruppe: Anch'io ho scritto... Cavallotti, seccato dell'interruzione, protest: Tu? Che vuoi scrivere tu? Scriverai I tre salami in barca . E il Fulgonio, pronto: Li scriver; ma saranno I due salami , perch te, non ti ci metto! (BLANCHE, Sui margini della storia). 2767. Dopo l'insuccesso di una sua commedia, il Cavallotti affront uno dei pi mode sti attori della compagnia Pietriboni, il Fabbrichesi, e gli -disse con voce ira ta, fulminandolo con uno sguardo feroce: Sfido io che il pubblico si disorientato! Lei nel secondo atto venuto in scena c on lo stesso abito che aveva nel primo, ed erano passati ben ventiquattro mesi! Scusi, maestro! Io porto questo che ho addosso da sette anni, e il pubblico non ha mai fiatato! 2768. Il Cavallotti era povero; e un brutto giorno, essendo deputato a Roma dove doveva spender molto per vivere, si trov senza un soldo e con la vecchia madre d a mantenere. Cairoli, che era allora Presidente del Consiglio e gli voleva bene, gli offr la cattedra di letteratura all'Universit di Palermo, ma Cavallotti rifiu t, dicendo: Un deputato non deve accettare impieghi dal governo. (Romussi, Glorie viventi). 2769. C'era stata rottura tra Benedetto Cairoli e Agostino Bertani, e la ragione era questa, che Agostino Bertani aveva scritto una lettera molto vivace al Cair oli, e la signora Cairoli, donna Elena, pensando che si trattasse di cosa urgent e, l'aveva, in assenza del marito, aperta e poi, dato il tono vivace, per evitar gli un dolore, non gliel'aveva data. Bertani aveva scritto una seconda lettera s ecca secca, dicendogli: Non sapevo che tu avessi la censura a casa . Cavallotti,

amico di tutt'e due, soffriva di quella rottura e, per rappacificare i due vecch i amici, li invit in una sua villetta dove stava a far campagna, senza che l'uno sapesse di trovarvi l'altro. Bertani fu il primo ad arrivare. Poco dopo arrivaro no i coniugi Cairoli. Donna Elena, saputo che di l c'era Bertani, and difilata da lui e, prima che quello si fosse rimesso dalla sorpresa di quella visita inaspet tata, con la sua simpatica voce gli disse: Bertani, baci la mano alla Censura, subito! Bertani, confuso, esegu subito il baciamani, dopo il quale i due vecchi amici si rappacificarono. Ma il pi felice di tutti era Cavallotti. (VASSALLO, Gli uomini c he ho conosciuto). 2770. Un giorno, mentre Cavallotti parlava alla Camera, il Presidente del Consig lio, Depretis, lo interruppe, come egli era solito fare, con una barzelletta. Senza scomporsi, il Cavallotti continu: Depretis di buon umore. Brutto segno! Deve averne fatta una delle sue. Ilarit di tutti i deputati. (Revue de Paris, 1 aprile 1895). 2771. Svolgendo un'interpellanza contro il ministero Depretis, ne aveva dette di cotte e di crude. Ma Depretis, rispondendo, aveva coperto d'elogi il deputato d emocratico. Cavallotti allora prese la parola. Io ho detto contro Depretis ogni sorta di contumelie; a mia grande mortificazion e, Depretis mi ha coperto d'elogi. E dire che io avevo sperato di farlo salire i n bestia! Se avessi saputo prima che egli si diverte a sentirsi dire delle cose dure, avrei rincarato la dose. Viva ilarit nella Camera. (Revue de Paris, 1 aprile 1895). 2772. Felice Cavalletti era della scuola del Rovani... per quel che riguardava l a predilezione spiccata per il buon vino. E anche lui, come il Rovani, diceva ch e l'acqua stata creata per uso esterno . Allora era di moda chiamare Cavalletti il bardo della democrazia ; ma l'arguto pi ttore Bertivi, alludendo alla sua passione per il vino, diceva: Quel l' minga el bardo, quel l l' el Bardolino. (BLANCHE, Sui margini della storia) . 2773. I duelli di Cavalletti sono celebri nella storia; il loro numero fu sorpas sato soltanto dal suo amico Achille Bazzoni. Una volta, avendo una biblioteca di Bologna tolto dal catalogo le sue opere, Cavalletti, dichiarandosi offeso da qu ell'esclusione, sfid a duello tutti i trentatr membri che formavano il Consiglio d irettivo della Biblioteca; e li sconfisse uno dopo l'altro, tutti. Cavalletti portava sul terreno un tale ardore, che un giorno, ferito di un colpo di sciabola al mento, avendo il padrino Bazzoni chiesto che il duello fosse dic hiarato chiuso, Cavalletti volle a tutti i costi battersi con lui. (Revue de Par is, 1 aprile 1895). CAVOUR (Camillo Benso, conte di) nato a Torino nel 1810 - morto nel 1861; sommo statista e patriota italiano, uno dei massimi fattori dell'unit e indipendenza d'Italia. 2774. Cavour fu molto precoce in amore. Aveva sei anni, quando scrisse una lette ra a una fanciulletta della sua et, certa Franchonette, rimproverandola di averlo indegnamente abbandonato. E l'astuto diplomatico in erba dava prova sin da allo ra della sua conoscenza del cuore umano, perch, per ridestar l'amore della. picco la Franchonette, ricorreva alla gelosia e le scriveva di aver stretto conoscenza con una ragazza pi grande di lei, dotata di pregi straordinari, la quale gi due v olte l'aveva condotto con s in una carrozza dorata. Non sappiamo come la gentile Franchonette rispondesse al suo innamorato. (GHIRON, Aneddoti sulla vita di Cavour). 2775. A sei anni, Cavour dimostr d'essere di carattere fermo e cocciuto. Accompag nato da Torino a Presigne sul lago di Ginevra, quando vi arriv, disse al nonno di suo cugino De la Rive, presso il quale andava ospite: Il mastro di posta ci ha dato a Ginevra dei cavalli pessimi. Deve essere licenzi ato. lo domando che sia GSPLIT:uPalazzi-Zanichelli 1.txtArchivio GSplit&{5F9160D168ED-4692-9DC5-DA0556BA26AC}sm9

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