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LETTERATURA LATINA

23/02/15- LEZIONE 1
Primo testo tratto da Valerio Massimo (I sec.) tratto da Memorabilia
Valerio Massimo, Facta et dicta memorabilia 3.1: de indole
Aemilius Lepidus puer etiam tum progressus in aciem hostem interemit, ciuem
seruauit. Cuius tam
Relativo tra i connettivi pi stretti, Cuius si lega con memorabilis e operis;

memorabilis operis index est in Capitolio statua bullata et incincta praetexta senatus
consulto posita:
memorabilis operis (gen. Di opus,operis; c anche opera della I decl. in lat. Ma opera in senso pi astratto) index
nesso unico, index viene da indico un termine tecnico del linguaggio giudiziario e vuol dire che sto accusando
qualcuno, poi usato nei notabilia per indicare le cose importanti e infine nel nostro uso comune (rimane persino
nellindicare come dire qualcosa su qualcuno), index tutto ci che denuncia qui la verit di ci che stato detto
(indizio in italiano). Capitolio il Campidoglio (ora sede del sindaco di Roma), il colle per eccellenza, il pi scosceso;
consulto viene da consulo e non vuol dire consigliare maprendere provvedimenti, consio lassemblea dei soldati dove
vengono emessi le decisioni del consilium (deriva la parola italiana concionare, cio parlare demagogicamente a un
pubblico dove ci sono quelli che sanno e quelli che non sanno). La pueritia era contrassegnata dallinviolabilit
simboleggiata dalla bulla, collana da portare al collo come amuleto di protezione, era un nodo di cuoio originariamente
poi evoluto in oro ecc. per i pi ricchi, e dalla toga orlata di rosso (come i magistrati in carica) a indicare linviolabilit,
praetexta perch prae (a capo di qualcosa) + textum (supino del v. texo, texere cio tessere). Statua = fino allet
cesariana non era abituale vedere statue umane quindi particolare che ci sia addirittura la statua di uno neanche
considerato ancora uomo.

iniquum enim putauit eum honori nondum tempestiuum uideri, qui iam uirtuti maturus
fuisset. Praecucurrit
costruzione della frase particolare, il soggetto prima era statua ma cambia perch il soggetto non pu reggere putavit,
allora il soggetto immediatamente ricavato: senatum; in+iquum = in negazione, vuol dire ingiusto. Maturus ha
connotazione botanica, quasi come se fosse un frutto. Prae+ cucurrit particolare perch deriva da praecurro (altri
verbi di raddoppiamento: sto-stiti, do-dedi, disco- didici, pendo-pependi, tendo-tetendi, curro-cucurri, spondeospopondi, mordo-momordi; altre forme per fare il perfetto sono aggiunta di v, aggiunta di s e cambiamento della
quantit vocale del verbo es. venio-veni).

igitur Lepidus aetatis stabilimentum fortiter faciendi celeritate duplicemque laudem e


proelio retulit, cuius
stabilimentum viene da stabilis quindi da sto; igitur un connettivo, stabilimentum la possibilit astratta di restare
fissi, in questo caso la possibilit di rimanere fermi sulal base dellet, isnomma non si spaventato anticipando la
fermezza dellet matura, que postposto indica una coordinazione che identit di concetti ( un endiadi cio due
parole che possono anche essere tradotte con una sola).

eum uix spectatorem anni esse patiebantur: arma enim infesta et destricti gladii et
discursus telorum et
da arma infesta ripete le ragioni per cui il puer non avrebbe dovuto essere in combattimento, elenco di nominativi.
Infesta ha radice del verbo fendo; destricti viene da destrendo, la spada tirata via da dove era stretta, cio sguainata.

aduentantis equitatus fragor et concurrentium exercituum impetus iuuenibus quoque


aliquantum terroris
iuvenibus quoque= indica che quelle cose avrebbero fatto paura anche ai giovani.

incutit, inter quae gentis Aemiliae pueritia coronam mereri, spolia rapere ualuit.
connettivi
Valerio racconta la prodezza di Emilio Lepido, personaggio det repubblicana a noi
sconosciuto, che, ancora minorenne, partecip a un combattimento e vi si distinse
per due atti di coraggio. Il tema quello del puer sua aetate maior, il bambino che
riesce in unimpresa che la giovane et sembrerebbe vietargli. Emilio diventa cos

simbolo dellindolis, le (buone) doti naturali di ogni essere umano. Lexemplum


costruito per essere utilizzato dai futuri retori. Valerio introduce nel thema, la frase
iniziale, largomento del racconto. Circolarmente, la frase finale ridice la stessa cosa,
con disposizione a chiasmo delle due imprese di Emilio e passaggio dal concreto
(Aemilius Lepidus puer) allastratto (gentis Aemiliae pueritia). In mezzo, un lungo colon
rafforza lincredibile racconto con il riferimento a ci che ne costituisce la prova
(index), la statua di Emilio fatta erigere sul Campidoglio dal senato, onore inconsueto
in et repubblicana, ma qui mitigato dalla giovane et del protagonista e dal fatto che
proprio quella giovane et la statua stessa enfatizza, attraverso la bulla (amuleto che
indica la minore et di Emilio) e la toga praetexta (toga orlata di rosso, simbolo di
inviolabilit, portata dai ragazzi e dai magistrati in carica). Il resto pura disquisizione
retorica. Valerio prima ripete lidea del grande exploit compiuto da Emilio, con termini
fortemente reboanti (praecucurrit, enfatico; aetatis stabilimentum, in luogo del pi
semplice e concreto stabilem aetatem; il nesso allitterante fortiter faciendi ecc.), poi si
limita a una elencazione ribattuta, in paratassi e in asindeto, degli elementi che
rendono pericolose le battaglie, ma che non hanno evidentemente spaventato Emilio.
La sua opera un enorme repertorio di battutine ed esempi catalogati perch lautore
deve sapere dove andare a pescare. Due categorie: titolo specifico e serie di exempla
che spiegano doti e vizi morali, prima tutti di ambito romano poi in externo cio non
romani.
Inizio del III libro (De indole): lindole in latino la serie di doti innate di una persona,
sono una serie di exempla che raccontano di come una persona sin dalla nascita s
stessa e nulla, n cultura n educazione, possono cambiarlo. 3 esempi di ambito
romano: Emilio Lepido (forse progenitore della gens dei Lepidi ma non sappiamo chi
sia), Catone Uticense (che Dante mette nellAntipurgatorio, uomo ferreo: durante
unambasciata delle guerre italiche e Roma, ambasciata fatta quando Catone aveva 4
anni e assisteva, quando lambasciatore non riesce a convincere lo zio di catone allora
afferra il bambino e lo minaccia di buttarlo gi ma Catone non cede alla minaccia) e
Cassio (il futuro cesaricida, in et scolare 7-12 anni compagno di classe del figlio di
Silla, il dittatore, e quando il figlio si vanta cvhe alla morte del padre diventer lui il
dittatore, Cassio gli risponde che lo ammazzer) -> tre capitoli profondamente studiati
da Curtius, Medioevo Latino, che usa il termine topos per indicare la ricorrenza delle
situazioni. Il bambino ha gi le caratteristiche che ha da adulto quindi. Ogni periodo
formato da cola, cio singole unit in cui si struttura la frase: dividendole si mostra
come tradurre il testo. Inoltre la frase latina costruita diversamente dallitaliano: alla
dislocazione sx/dx preferisce la dislocazione dove il tema alla fine, non
allontanamento ma questa la costruzione basica. La frase iniziale del testo
corrisponde perfettamente a questa costruzione col verbo alla fine. Si racconta di
come Emilio lepido hostem interevit et civem servavit (ha ucciso il nemico e salvato
la vita a un cittadino) in contrapposizione quindi nemico/concittadino; in mezzo c
quindi la cosa importante della rubrica, cio che ha fatto queste cose quando era un
puer (chiosa lessicale: 4 tappe giuridiche della vita: pueritia-puer non ha pienezza di
diritti e non combatte, fino alla leva militare erano intoccabili quindi sui 17-18 anni
mediamente, iuvenis dal verbo iuvare, colui che auta la comunit prendendo le armi
e che pu essere arruolato, nel momento della sua pienezza diventa vir, maschio
maturo che combatte e si riproduce, quindi vir indica anche il marito, da vir che
derivano virile, virago, virtus, infine lultimo stadio la senectus/senex, che non
combatte -> mentalit giuridica perch distinzione tra diritti giuridici e militari),
infans deriva da in+fas cio colui che non parla (=/= fante che quindi luomo che
parla, anche se in latino per fanteria si usa pedes). Quindi Emilio Lepido, in unet in

cui non avrebbe dovuto combattere, marci comunque in avanti per andare al
combattimento. La salvezza della vita di un concittadino a Roma veniva premiata con
una corona civica, quando si uccide un nemico inoltre si ha diritto alla sua armatura, le
spolia.
Andamento circolare del discorso, noi pensiamo che il racconto debba avere
progressione lineare, invece gli antichi non hanno questa visione. Variazioni: passaggio
da concreto a astratto (azioni fatte-conseguenze delle sue azioni), dislocazione delle
azioni a chiasmo (prima mette luccisione del nemico che invece sta nellazione finale,
viceversa dopo il salvataggio che va prima). La frase iniziale il thema (si legge fema)
nelle esercitazioni retoriche il titolo dellargomento poi sviluppato e il riassunto.
Importanza del lessico e della struttura delle frasi, non particolarmente complicate.
09/03/15 LEZIONE 2
Secondo testo: Galileo Galilei, De siderebus nuntiis.
Praeclarum sane atque humanitatis plenum eorum fuit institutum, qui excellentium
virtute virorum res
Praeclarum va collegato a institutum (da statuo, che a sua volta deriva da sto quindi una cosa fissata e destinata a
rimanere in piedi), poi c eorum collegato a qui. Tutte le righe dopo sono un elenco di cose immediatamente derivte
dal tentativo dellistituto di persone che voglione salvare le gesta dallinvidia (si passa da imago a statue a colonne e
piramidi e poi infine alle citt quindi con grandezza sempre maggiore). Plenum il nostro aggettivo che vuol dire
riempito, anzich mettere il terzo agg. Mette il complemento di spec. eorum qui . virtus ha radice di vir quindi spono
le cvaratteristiche delluomo maschio

praeclare gestas ab invidia tutari, eorumque immortalitate digna nomina ab oblivione


atque interitu
tutari viene da tueor, vul dire guardare con grande attenzione quindi anche con protezione; invidia non si trtaduce con
litalianno invidia ma p pi generico perch rimanda allidea di movimento di ppposizione e il guardare, il guardare
copn maocchio cio invidia e fatistidio, cos quindi tutari ab invidia vuol dire proteggere dallostilit. Interitu vuol dire
morirre perch uno che muore ha attraversato tutta la vita

vindicare, conati sunt. Hinc ad memoriam posteritatis proditae imagines, vel


marmore insculptae, vel ex
conati sunt =viene da cono, cio sforzarsi. Ci sono due cola (gli eorum) legati dal que che indica lassoluta equivalenza
delle due cose espicitata sia nei concetti che nelle strutture, il secondo termine per sempre pi ampio nella retorica
classica pewrch c tendenza a maiora. Imago era tutto ci che si vede in una superficie riflettente, quidni qualsiasi
immagine riflessa. Vindicare non i nostro vendicare (chwe in latino si dice ulciscere). I latini hanno mente fortemente
giuridica, vindicare richiamare lo schiavo allalibert, qui ha scelta di immagine di liberare le persone. Pro di proditae
comunque moto a luogo figurato. Posteritas astratto ricavato da post

aere fictae; hinc positae statuae, tam pedestres quam equestres; hinc columnarum
atque pyramidum, ut
qui specifica la questione dellimmagine (i romani non amano costruire statue per persone, un eccesso di omaggio
che d troppa gloria); colonne e piramidi sono monum enti gradi per dimesioni e di origine orientale

inquit poeta (Propertius), sumptus ad sidera ducti; hinc denique urbes aedificatae,
eorumque insignitae nominibus,
sumptus, nominativo della 4*, vuol dire rendere in forma legale, cio le spese di costruzione. Qui sidera
esagerazione per dire che le spese arrivano fino alle stelle

quos grata posteritas aeternitati commendandos existimavit. Eiusmodi est enim


humanae mentis conditio,
commedare vuol dire affidare alleternit, tutte le cose che ha elencato sono stati i mezzi per affidaer alleternit le
persone. La causa principale di tutto ci la mente umana, da cui esce (ex) affluendo se non si fissa con certi
strumenti; si parla di urbes edificate (immagine -> statua -> pirsamidi-> citt). Questi escamotages sono stati

inventati perch la mente umana tende a dimenticare (frase tendenziosa, un thema che pur rientrndo nellargomento
principale sposta il campo della riflessione: conditio della mente delluomo

ut nisi assiduis rerum simulacris in eam extrinsecus irrumpentibus pulsetur, omnis ex


illa recordatio facile
pulsetur in forma passive, simuletori sono le immagini; extrinsecus ha radice di portare dentro

effluat. Verum alii firmiora ac diuturniora spectantes, aeternum summorum virorum


praeconium non saxis
alii da alius si usa per indicare un altro non della stessa tipologia del primo (senn si userebbe alter).

ac metallis, sed Musarum custodiae et incorruptis litterarum monumentis


consecrarunt. At quid ego ista
at= congiunzione coordinante ma con significato avversativo; le muse sono le dee dellespressione artistica, quindi la
moemoria espressa dalle lettere pi duratura<; monumentum d mono cio le cose da ricordare, il ricordo non
spontaneo della mente (cio la ricordazio), consecrarnt =affidarono

commemoro? Quasi vero humana solertia, his contenta regionibus, ulterius progredi
non sit ausa; attamen
domanda retorica che introduce prima lidea dellhumana solertia (luomo non sta mai fermo, concetto ribadito dal
migrans della frase successiva); quasi vero = come se

longius illa prospiciens, cum optime intelligeret, omnia humana monumenta vi,
tempestate ac vetustate
prospiciens = guardare lontan, avanti; tempestate non la tempesta ma ha radice di tempus e vuol dire passare il
tempo.

tandem interire, incorruptiora signa excogitavit, in quae tempus edax atque invidiosa
vetustas nullum sibi
incorruptiora =pi duraturi; edax = da edo, in questo caso il tempo che tutto mangia, che tutto corrode

ius vindicaret. In caelum itaque migrans, clarissimorum siderum notis sempiternis illis
orbibus eorum nomina consignavit qui ob egregia ac prope divina facinora digni habiti
sunt, qui una cum astris aevo
habiti sunt =uso speciale di habeo come coloro che sono stati ritenuti; facinora = deriva da facio, un qualunque
tipo di azione senza avere un giudizio morale (a diferenza di scelo)

sempiterno fruerentur.
Dedicato a Cosimo de Medici, parla anche del Perspicillum (il cannocchiale ->
Perspicillum = per cio azione protata fino in fondo, un intensificazione + spicio cio
verbo del vedere + illum cio diminutivo, piccolo strumento che serve a vedere). il
momento della dedica, visto che dedicher questi satelliti a Cosimo de Medici.
16/03/15- LEZIONE 4
Il proemio di Galileo, scritto per ultimo, rientra nella tradizione retorica: la struttura
infatti la stessa di un testo classico, con riferimenti impliciti alla cultura classica.
Costrutto la climax (dal greco scala), che in latino viene chiamato gradatio o
amplificatio, largomento sempre lo stesso ma riproposto in un livello sempre pi
ampio: lidea fissa chele imprese degli uomini eccellenti devono essere tramandate.
La differrenza tra questo brano e valerio massimo che qui il tema nelle prime sei
righe, mentre Valerio massimo lha concentrato in una. Preclarus si accompagna a un
aggettivo a sx, mentre a destra c institutum (tradotto come uso tradizionale). (vedi
analisi sotto il brano). Finito il proemio deve sviluppare il tema: 4 hinc in successione

immediata, sono tutti casi di conservazione di uomini eccellenti e del ricordo delle loro
gesta, 4 possibilit sempre pi grandi.
Traduzione: Insigne istituzione certo e assai civile fu quella di coloro che tentarono di
proteggere dall'invidia le opere famose di uomini eccellenti per virt e salvare
dall'oblio e dalla morte inomi loro degni d'immortalit. Perci si tramandarono alla
memoria dei posteri immagini scolpite nel marmo o fuse in bronzo, perci si posero
statue pedestri ed equestri, perci le spese per colonne e piramidi giunsero, come
disse il poeta, alle stelle, per questo infine si costruirono le citt e fu loro imposto il
nome di quelli che i grati posteri vollero imperituri. Tale infatti la condizione
dell'umana mente che, se non stimolata da immagini che di continuo le si presentino
dall'esterno, ogni ricordo facilmente svanisce. Alcuni per che guardano a cose pi
salde e durature consacrarono la fama eterna di uomini sommi non a marmi o metalli,
ma alla custodia delle Muse e agli incorrotti monumenti delle lettere. Ma perch
ricordo queste cose? quasi che l'ingegno umano, contento di queste regioni, non abbia
osato andar oltre: invece, guardando pi lontano, avendo ben compreso che tutti i
monumenti umani per violenza di tempeste o per vecchiezza alfine muoiono, pens
pi incorruttibili monumenti, sui quali il tempo vorace e l'invidiosa vecchiezza non
potessero reclamare diritti. E scrutando il cielo affid a quei noti eterni Globi di
chiarissime Stelle i nomi di coloro che per opere egrege e quasi divine furono stimati
degni di godere insieme agli Astri l'eternit.
TESTO NUMERO 3: Francesco Bacone,
Videntur nobis homines nec opes nec vires suas bene nosse; verum de illis maiora
quam par est, de his
Verbo fondamentale nosse, perfetto sincopato di nosco, co conosciuto (nobilis = famoso); verum avversativa,
indica contrapposiuzione scandita da parallelismo in cui i temini del parallelismo sono scanditi dal de illis e de his, le
due cose citate sono quindi le forze e le opere. Da verum a nosse il thema, che si sviluppa retoricamente nella frase
succcessiva che riprende ampliando e contrapponendo i concetti (verum); illis= si riferisce a opes, his= a vires.
Comparatio compendiaria dove co il parallelismo si mettono in relazione tutti i temrini

minora credere. Ita fit, ut aut artes receptas insanis pretiis aestimantes nil amplius
quaerant, aut seipsos
con ita fit inizia la frase vera e propria (avviene perci che), introdotta poi da ut e dai due aut, insomma quello che
segue la conseguenza di quello che stato detto in precedenza. Ita fit mette in evidenzia la consequenzialit di
quello che sta dicendo Bacone, evidenziando il rapporto causa-oggetto.primo aut correlato al secondo, come in galileo
la costruzione della frase fatta da rimandi (aut-artes receptas-aestimantes- nil ampius- quaerant/ aut- seipsoscontemnentes- vires in levioribus-consumant)

plus aequo contemnentes vires suas in levioribus consumant, in iis quae ad summum
rei faciant non
variatio agli au taut fatta dal non experiantur.

experiantur. Quare sunt et suae scientiis columnae tamquam fatales, cum ad ulterius
penetrandum homines
quare sunt =inzizia il vero ragionamento, idea delle colonne dErcole coem i confini della scienza copnosciuta, in realt
sono confini che luomo si posto da solo che nel novum horganum saranno messi in discussione. Rapporto di forte
consequenzialit creato dal quare. Cum+ congiuntivo correlato allaltro cumque nella frase successiva. Bacone nel
momento in cui prende le distanze dalla cultura classica si dicverte a far riferimento ai miti pi conosciuti. Se si
rapporta limmagine delle colonne alla scienza, la scienza antica si comportata come mettendo dei piastri che
impediscono la progressione del sapere, ma la scienza deve sempre progredire.

nec desiderio nec spe excitentur; cumque opinio copiae inter maximas causas inopiae
sit, atque ex fiducia

praesentium vera auxilia negligantur in posterum. Nam si quis in omnem illam


librorum varietatem qua
infatti se qualcuno guarda pi attentramente nella variet dei libri trover le ripetizioni numerosiaaime, diverse solo
nella forma

artes et scientiae exultant diligentius introspiciat, ubique inveniet eiusdem rei


repetitiones infinitas,

tractandi modis diversas, inventione praeoccupatas; ut omnia, primo intuitu


numerosa, facto examine
ut introduce prima conseguenza

pauca reperiantur. Et de utilitate aperte dicendum est, sapientiam istam quam a


Graecis potissimum
introduce argomento dellutilitas con let, oggettiva retta da dicendum est (oggettiva : sapientiamviderim) la
sapienza che abbiamo appreso dai greci sembra una puerizia (da puer, nel senso di imperfetta, no formata fino in
fondo) della scienza

hausimus pueritiam quandam scientiae videri, atque habere quod proprium est
puerorum, ut ad garriendum
prompta, ad generandum invalida et immatura sit. Controversiarum enim ferax,
operum effeta est. Adeo ut
adeo ut introduce consequenzialita un po retorica e iperbolica

fabula illa de Scylla in litterarum statum, qualis habetur, ad vivum quadrare videatur;
quae virginis os et
ad vivum quadrare = si adatta perfettamente. Bordata della cultura antica, riferimento alla fabula di Scilla (compare
per la prima volta nellodissea, compare in virgilio in bucoliche e eneide, una fanciulla bellissima di cui si innamora
Glauco, che chiede aiuto per conquistarla a una fattucchiera, ma la maga circe si innamora di lui e gli d un filtro per
danneggiare la rivale, lui versa il filtro nelle acque dove lei si fa il bagno e lei so trasforma con la parte sopra della
superficie marina sempre fanciulla bellissima, il sotto fatto da cani latranti e orrendi).

vultum extulit, ad uterum vero monstra latrantia succingebantur et adhaerebant. Ita


habent et scientiae
scilla che ha volto e bocca di fanciulla e nel ventre mostra cani latranti (come scilla ha il busto bello e poi quando ti
avvicini vewdi la mostruosit, cos la sicenza antica a prima vista sembra funzinare, poi quando ti avvicini sterile).

quibus insuevimus generalia quaedam blandientia et speciosa, sed cum ad


particularia ventum sit, velut ad

partes generationis, ut fructum et opera ex se edant, tum contentiones et oblatrantes


disputationes

exoriuntur, in quas desinunt, et quae partus locum obtinent.


Testo che fa parte della cultura moderna in latino, si pone come obiettivo una nuova
scienza: Bacone prende le distanze dalla cultura classica, in particolare da quella
greca. Pauper quello che costretto a lavorare per vivere, inops il vero povero che
fa l.elemosina.

Traduzione: Gli uomini sembrano non conoscere bene n le loro forze combattive n le
loro forze costruttive. Ma mi sembra che credano che le opere siano maggiori di
quanto non debbano, le forze credono invece minori. Ne consegue che o stimando gli
insegnamenti ricevuti a prezzi di follia non ricercano nulla di pi oppure disprezzando
s stessi pi del giusto consumano le loro forze in cose di poco conto: non fanno
esperienza in quelle cose che sono le pi importanti (lett. Fanno alla cosa pi
importante). Perci ci sono anche alle scienze delle colonne dercole imposte dal fato
dal momento che non sono pi spinti n dal desiderio n dalla speranza ad andare
oltre dal momento che lopinione dellabbondanza tra le massime ragioni della
povert e dalla fiducia delle cose che sono a disposizione si trascurano i veri aiuti.
Dimostra qwusto il fatto che se qualcuno guardasse attentamente nella grande variet
di libri, in virt della quale il sapere tramandato salta fuori con maggior diligenza,
trover da tutte le parti ripetizioni delle stesse cose che verranno trovate poche pur
essendo a primo sguardo numerose. Riguardo lutilit di questo sapere trasmesso
degli antichi bisogna dire che queste dottrine di organizzare le cose del modno che dai
greci abbiamo trangugiato sembrano invece una semplice puerizia della scienza e
infatti sembrano avere ci che proprio dei fanciulli, cio che sono pronte a fare
frastuono ma incapaci di dare vita ad alcunch e immature alla produzione perch
tutta questa scienza fertile di constroversie e (lett.fuori dalla generazione) sterile di
ptodotti reali al punto che il mito di scilla (lettnella forma delle lettere che si hanno)
come ci hanno tramandoato sembra adattarsi alla realt delle cose dato che scilla
porta fuori il volto e laspetto di fanciulla bella e invece sul ventre si cingevano ed
erano fissati latranti mostri (latranti mostri fissati cit. dalla VI egloga delle bucoliche).
Cos hanno anche le scienze nelle quali siamo abituati a vedere certi aspetti generali
che sembrano belli alla vista e accattivanti ma quando si giunti alle cose particolari
come alla parte bassa e generativa del corpo di scilla perch producano frutti e
prodotti allora sorgono contese e dispute di scienziati che si abbaiano lun laltro,
dispute nelle quali le scienze terminano e occupano il luogo di una vera produzione.
Fabula= in latino indica il testo teatrale (es. fabula acta est detto da augusto quando
muore) e il contenuto mitologico
Os e vultus valgono in latino come sinonimi e fa parte della retorica latina usarli
insieme e al plurale.
TESTO N*4
Treviri 1835, testo di maturit scritto da Karl Marx, esercizio della composizione (c
titolo il principato di augusto pu essere meritatamente considerato tra le et pi
felici dellimpero romano?): d tre risposte, nel testo c solo la prima, dove fa
comparatio rispetto alle altre et, nella seconda dice che let di augusto
considerata felice nellet dei suoi contemporanei (ma riporta tacito, che non
contemporaneo n scrive proprio il bene di augusto, anzi motlo duro quindi Marx
sbaglia non capendo il meccanismo di doppio discorso dove quello forte quello
contro), nella terza la quantit di autori importanti che corrispondono allet
augustea. Vorrebbe distaccarsi dallAncient regime e quindi dal latino come lingua
elitaria ma alla fine la cultura borghese non ne ha mai dato equivalente, se la lingua
latina per un Bacone o un Galileo era cosa normale ora non lo pi; nel caso di Marx
luso del latino totalmente occasionale, quello che interessante luso attivo del
latino che viene usato non solo traducendo dei testi ma con una scrittura che
composizione ex nihilo quasi. Per questa ragione la composizione era rimasta nel
sistema scolastico fino al novecento (es. caso di Hegel che avendo avuto dubbi sul
latino si mise a scrivere con lottativo in latino), quando stata tolta questa

applicazione della lingua venuta ritraduzione del latino. La domanda del titolo ha gi
risposta nel titolo stesso (viene definito felix, cio protetto dagli dei).
AN PRINCIPATUS AUGUSTI MERITO INTER FELICIORES REIPUBLICAE ROMANAE AETATES
NUMERETUR?
Quaerenti, qualis Augusti aetas fuerit, plura occurunt, ex quibus de ea judicari potest;
primum comparatio
A chi si chiedacome let di augusto sia stata, gli vengono in mente pi risposte in base alle quali possibile giudicare

cum aliis Romanae historiae aetatibus, nam, si ostenderis, aetatibus prioribus, quas
felices appellant,
con altre et della storia romana, infatti s se avrai dimosrtrato che let di augusto stata simile alle precedenti che
chiamano felici

similem fuisse Augusti aetatem, illis vero, quas aequalium et recentium judicium,
versis et mutatis moribus
ed stata invece dissimile da quelle et per cui dal giudizio dei contemporanei stata trerribile

in pejorem partem, republica in factiones divisa, in bello etiam rebus male gestis,
dissimilem, de ea ex aliis
potrai trarre unopinione riguardo queste cose dalle altre cattive in cui stato mutato in peggio, stato diviso in parti
lo stato, sono state condotte

conjecturam facere potes; tum quaerendum est, quae veteres de ea ipsa dixerint,
quid externae gentes de
imprese di guerra nefaste;in secondo luogo bisogna cercare cosa abbiano detto di essa gli antichi, che cosa abbiano
sentito di roma le genti

imperio habuerint, an id veriti sint aut contemserint, denique vero quales artes
litteraeque fuerint. Ne vero
straniere, se lo abbiano temuto o disprezzato e come furono le arti e le lettere.

longius sim, quam necesse, pulcherrimam aetem ante Augustum, quam morum
simplicitas, virtutis studia,
Per non tiralra lunga confronter let prima di augusto, wquella che la semplicit dei costumi, lapplicazione della virt
e e lintegrit dei magistrati hanno reso la pi felice di tutte, in cui

magistratuum plebisque integritas felicem fecerunt, aetas, qua Italia inferior


subigebatur, illamque
litalia meridiodnale veniva aggiogata come un bue, e quella di nerone, di cui nulla pi triste, con quella di Augusto .

Neronis, qua nulla miserior, cum Augusti aetate comparabo.


Nullo tempore magis a studiis optimarum artium Romani abhorruere, quam aetate
ante bella punica,
mai i romani si allontanarono dagli studi letterari pi che nellepoca precedente alle guerre puniche, essendo il sapere
poco valutati

eruditione minime aestimata, cum in agriculturam summi illarum aetatum homines


praecipue studium
poich grandi uomini di quelle epoche soprattutto si davano da fare in ambito agricolo, essendo leloquenza ritenuta
inutilissima,

operamque collocarent, eloquentia supervacua, cum paucis verbis de rebus agendis


dicerent neque
dal momento che parlavano su quello che dovevano fare con poche parole n ricercavano leleganza del dire

orationis elegantiam, sed sententiarum vim peterent, historia vero eloquentiae non
egente, cum res gestas
ma cercavano di conquistare la forza delle parole, non avendo bisogno la storia di eloquenza vera, dal momento che
riferiv<a solamente imprese

tantum referret solumque in Annalium confectione consisteret. Tota vero aetas


patrum plesbisque lite
compiute e consisteva solamente nel realizzare annali. Tutta wquesta et stata riempita dalle liti dei senatori e della
plebe, infatti dal momento

impleta; nam ab expulsis regibus usque ad primum bellum punicum de utriusque jure
certatur et magna
dellespulsone dei re fino alla pirma repubblica si combatte sul diritto di uno o dellaltro e la maggiora prte delle opere
storiche riporta solo le leggi che

historiae pars leges tantum refert, quas tribuni aut consules, magna utrimque cum
contentione, fecere.
hanno fatto solo i tribuni o i ocnsoli, da una e dallaltra parte con grande contesa. Ma che cosa ci sia da lodare in
questo tempo gi lho detto.

Quid eo tempore laudandum sit, jam diximus.


Analisi: primum e tum sono i segnali di articolazione del discorso. Compara letas
augustea con et repubblicana, felix per antonomasia (gli antenati sono i maiores, cio
maggiori e quindi meliores, migliori), e con quella neroniana: let della repubblica a
cui fa riferimento, su 700 anni di storia circa. Confornto costuito con costrutto
latineggiante, usa si ipotetico per quella che non una vera ipotesi ma porpone di
ostendere se quella di augusto stata felice, ma nel momento in cui fai il confronto
che lo scopri wuindi anzich si poteva usare cum + congiuntivo. Parallelismo
sottolineato da verus e illis prioribus. Pulcherrimam aetate ante augustum (la
repubblica) quella che fecerun felice (allitterazione) e parla delle conquiste di roma
nellitalia, quam il secondo termine di paragone per introdurre let di nerone,
miserrimam (delinea la sofferenza dellanimo). Differenza tra iudex e arbiter: larbiter
ha possibilit di deliberare su una questione tra due privati o cittadini, iudex invece
ufficilae e implicante il riconoscimento delle comunit e dello stato. Factio il modo
latino per indicare i partiti, le correnti, insomma le suddivisioni politiche. Il verbo
gestum il supino del verbo gero, si trasforma in s per il fenomeno del rotacismo,
come in mos-moris (alcune parole come divisum hanno s da divido perch c una
dentale da ricostruite a casa dellincontro di due dentali, una sorda e una sonora, che
han dato vita alla s). antiquus quello che vissuto prima, senex non quello vecchio
di et ma quello che non pu pi prendere le armi, i maiores sono gli avi come
antenati (vissuti in un epoca precedente e quidi vissuti in un tempo migliore e quindi
migliori), externes sono quelli fuori al confine di roma (gli alieni sono qualcosa di
externo a roma anche dal punto di vista culturale), el gentes sono le opolazioni
straniere e barbariche (perch sentiti fondati su clan, gentilis colui che
extraromano) oppure le genti di roma, i pagani derivano da pagus, il villaggio, che
quindi rappresenta colui che non combatte contrapposto alla milizia di cristo,
imperium il potere del magistrato in carica sui concittadini e poi l potere di roma
acquisito, auctoritas deriva da augeo che il potere derivato dal carisma personale, la

potestas il potere personale di dire s o no. Distinzione tra historia e annales: historia
il racconto di cose che chi sta scrivendo ha visto, non necessariamente di persona,
ma il racconto di fatti contemporanei, mentre gli annales sono il racconto affidato a
fonti perch troppo anteriori allautore.
Testo di Cristoforo Colombo (testo n*5):
lui descrive lesito della sua prima spedizione (1492) e chiede al re, dopo aver fornito
la descrizione di quello che ha fatto, il finanziamento per la seconda spedizione. una
lettera ben costruita retoricamente, problema su chi labbia scritta perch se
pensiamo che colombo fosse un letterato di salamanca allora lha scritta lui, se invece
stato un marinaio sin da bambino allora meno credibile. Parla dellisola di Hispana
(oggi santo domingo, in particolare haiti). Ci sono due temi sviluppati, apparentemente
separati tra loro, anche se tra i due c uan logica: tipico nella descrizione di luoghi
geografici, tratta delle coordinate dellisola (com fatta, quali prodotti pu fornire), e
lessere imbelli degli abitanti dellisola (sono gente cje non combatter mai, che
offrono sempre doni e che fanno tutto ci che uno chiede). Quando colombo lascia
Ispaniola, lascia una piccola guarnigione di uomini ma quanod torna sono morti tutti,
uccisi dagli indigeni.
In ea autem insula, quam Hispanam supra diximus nuncupari, maximi sunt montes ac
pulchri, vasta rura,
in questa isola invece, che come prericordato chiamiamo Hispana, ci sono altissimi monti e belli, vasti campi, boschi,
campi ricchissimi epr essere

nemora, campi feracissimi seri pascuisque et condendis aedificiis aptissimi. Portuum


in hac insula
seminati e adattissimi ai pascolie a fondare citt.

commoditas et praestans fluminum copia, salubritate admixta, hominum quae nisi


quis viderit credulitatem superat. Haec praeterea insula diverso aromatis genere,
auro metallisque abundat. Cuius quidem et omnium aliarum, quas ego vidi et quarum
cognitionem habeo, incolae utriusque sexus nudi semper incedunt, quemadmodum
eduntur in lucem, praeter aliquas feminas, quae folio frondeve aliqua aut bombicino
velo operiuntur, quod ipsae sibi ad id negotii parant. Carent hi omnes quocumque
genere ferri. Carent et armis, utpote sibi ignotis, nec ad ea sunt apti; non propter
corporis deformitatem (cum sint bene formati), sed quia sunt timidi ac pleni formidine.
Gestant tamen pro armis harundines sole perustas, in quarum radicibus hastile
quoddam ligneum siccum et in mucronem attenuatum figunt; neque his audent uti.
Nam saepe evenit, cum miserim duos vel tres homines ex meis ad aliquas villas, ut
cum earum loquerentur incolis, exiisse agmen glomeratum ex Indis et, ubi nostros
appropinquare videbant, fugam celeriter arripuisse, despretis a patre liberis, et e
contra; et hoc non, quod cuipiam eorum damnum aliquod vel iniuria illata sit. Immo,
ad quoscumque appuli et quibuscum verbum facere potui, quicquid habebam, sum
elargitus. Sed sunt natura pavidi ac timidi. Ceterum ubi se cernunt tutos, omni metu
repulso sunt admodum simplices ac bonae fidei et in omnibus, quae habent,
liberalissimi. Roganti, quod possidet, inficiatur nemo, quin ipsi nos ad id poscendum
invitant. Dant quaeque magna pro parvis, minima licet re nihilove contenti.
In poesia per i lmiti del metro si usano i casi per i complementi anzich le preposizioni
(caso pi usato il dativo che inidic compl di termine e il punto di vista da cui guardi
lazione): qui sviluppo del dativo nella seconda frase con valore di fine (campi da
coltivare, da costruire citt).

Recupero lezione 13/04/2015


20/04/15 LEZIONE
Institutio oratoria, Quintiliano (testo 6). La quaestio di apertura se sia mneglio per lo
studente studiare in casa o a scuola. Lidea che viene esposta contiuna nel quod che
viene recuperato dislocato a sinistra col placuisset che indica accettazioen della
proposta. Correlazione espressa dal tum-cum che vogliono dire le due possibilit rette
poi dal placuisse. (iis- i fondatori della citt e in particolare coloro che han dato la
costituzione/ eminentissimus auctorem- gli scrittori esclusi gli storici). Doppia
negazione per rendere il pensiero pi elegante (non bisogna nascondere= si dichiara
apertamente). Allitterazione della r in prope more privata persuasione da capire che
largomento topico. Reor= v. deponente, significa pensare intendendo la divisione tra
pensare un concetto (intelligere, si astrae dai dettagli sensibili, speculazione
filosofica) e reri (che connette i concetti alla realt). Consilium= assemblea dei
comandanti, di coloro che possono decidere; contio = assemblea di tutti (italiano,
verbo concionare che discorso pubblico un po populista); consultor= quello che d i
pareri, il giurisperito che si poteva consultare in occasione di una causa, una
specie di avvocato. Quintilaino non accetta la teoria secondo cui i giovani se stanno a
studiare insieme linterazioen tra coetanei giovani pericolsa perch i giovani sono
inclini a cadere nel torto, e dice che questo comunque la realt dei fatti.
Contrapposizone nel paragone tra unus e plures. Impensurus =da impendo. La prima
motivazione pi grave eprch alla seconda si pu rimediare creando classi pi
piccole, mentre un fattore che danneggia i mores non si risolve. Nocere ha la o lunga
perch in italiano d esito nuocere.
Hoc igitur potissimum loco tractanda quaestio est, utiliusne sit domi atque intra
privatos parietes studentem continere, an frequentiae scholarum et velut publicatis
praeceptoribus tradere. Quod quidem cum iis a quibus clarissimarum civitatium mores
sunt instituti, tum eminentissimis auctoribus video placuisse. Non est tamen
dissimulandum esse nonnullos qui ab hoc prope publico more privata quadam
persuasione dissentiant. Hi duas praecipue rationes sequi videntur: unam, quod
moribus magis consulant fugiendo turbam hominum eius aetatis quae sit ad vitia
maxime prona, unde causas turpium factorum saepe extitisse utinam falso iactaretur:
alteram, quod, quisquis futurus est ille praeceptor, liberalius tempora sua inpensurus
uni videtur quam si eadem in plures partiatur. Prior causa prorsus gravis: nam si
studiis quidem scholas prodesse, moribus autem nocere constaret, potior mihi ratio
vivendi honeste quam vel optime dicendi videretur. Sed mea quidem sententia iuncta
ista atque indiscreta sunt: neque enim esse oratorem nisi bonum virum iudico et fieri,
etiam si potest, nolo. De hac igitur prius. Corrumpi mores in scholis putant: nam et
corrumpuntur interim, sed domi quoque, et sunt multa eius rei exempla, tam hercule
quam conservatae sanctissime utrubique opinionis.
Traduzione: A questo punto dobbiam porci il problema se sia meglio far studiare i
giovani a scuola o in una scuola pubblica; questultima possibilit piaciuta sia a
coloro che hanno stabilito le leggi delle pi grandi citt sia ad autori molto eminenti.
Non bisogna nascondere che ci sono alcuni che non sono daccordo con questo
costume praticamente diffuso ovunque per una loro persuasione. Questi sembrano
seguire principalmente due ragionamenti: uno, il fatto che in questo modo pensano di
provvedere di pi ai boni costumi, evitando la masse dei giovani essendo la loro et
pi facile a cadere nei difetti. Da dove (let) magari venisse fuori per sbaglio riguardo
la causa delle pi brutte azioni! La seconda che chiunque sia il lroo maestro
destinato a distribuire il suo tempo a uno solo piuttosto che spartirlo con altri. Il primo

argomento certamente grave: infatti per la ragione che se risultasse che le scuole
giovano allo studio ma sono di danno ai costumi, mi sembra meglio che uno abbia un
buon carattere piuttosto che diventi un buon oratore. E anche se fosse possibile che
una persona disonesta lo diventi non lo voglio. Coloro che sostengono queste
argomentazioni ritengono che i costumi siano corrotti nelle scuole. Infatti talvolta si
corrompono ma anche a casa. E ci sono molte prove di questo fatto; tanto quanto di
un modo di pensare mantenuto in modo assolutamente esemplare nelluna e nellaltra
situazione assieme.
Testo numero 7
Gellio scrive le notti attiche, dove raccoglie argomenti di vario interesse (XX libri)
dedicati al figlio. Ogni capitolo di gellio un racconto a s, viene meno rispettoa
aValerio Massimo lo scopo moraleggiante dellexeplum, qui solo diletto (qualcosa
con cui ha discusso con gli amici, in particolare Favorinus Filosofus, durante la
giornata). Piacere per quello che narrativamente iteressante (fantasmi, storia del
leone, digressioni grammaticali e linguistiche, messe in discussioni di leggi).
In legibus Solonis illis antiquissimis, quae Athenis axibus ligneis incisae sunt quasque
latas ab eo
In quelle leggi antichissime di Solone che as atene sono incise su assi di legno e che piu tardi da quello sono portate

Athenienses, ut sempiternae manerent, poenis et religionibus sanxerunt, legem esse


Aristoteles refert
agli ateniesi, affinch perdurassero , stabiliscono conpene e con consuetudini, c una legge che

scriptam ad hanc sententiam: "Si ob discordiam dissensionemque seditio atque


discessio populi in duas
Aristotele riferisce scritta per questa sentenza si per la discordia o il dissenso per sedizone e avvine eche il popolo

partes fiet et ob eam causam irritatis animis utrimque arma capientur pugnabiturque,
tum qui in eo
si divide in due parti e per questa ragione, alterati gli animi, le armi siano prese da entrambe le parti e si combatta,

tempore in eoque casu civilis discordiae non alterutrae parti sese adiunxerit, sed
solitarius separatusque a
allora chi in quel temp, in quel caso di discordia civile non prende le parti di uno o dellaltro ma solitario e separato

communi malo civitatis secesserit, is domo, patria fortunisque omnibus careto, exul
extorrisque esto." Cum
dai mali comuni abbandona la citt, egli alla casa, alla patria e alla sorte di tutti manchevole, esule e ripudiato sia .

hanc legem Solonis singulari sapientia praediti legissemus, tenuit nos gravis quaedam
in principio
Dopo aver letto questa legge di Solone, che fu uomo di eccezionale saggezza, fummo
colti sulle prime da una profonda meraviglia: perch mai egli riteneva degno di essere
punito chi si fosse estraniato dalla sedizione e dalla guerra civile? 3 Ma chi aveva
compreso fino in fondo lo scopo e lo spirito della legge osservava che essa era fatta
non per aggravare, ma per far cessare la sedizione. In effetti le cose stanno cos.
admiratio requirentes, quam ob causam dignos esse poena existimaverit, qui se
procul a seditione et civili

pugna removissent. Tum, qui penitus atque alte usum ac sententiam legis
introspexerat, non ad augendam,

sed ad desinendam seditionem legem hanc esse dicebat. Et res prorsum se sic habent.
Nam si boni omnes,
infatti se gli uomini buoni Se tutti gli onesti che non furono in grado di soffocare la
sedizione sul nascere non abbandoneranno il popolo eccitato e irragionevole e si
aggregheranno separatamente all'una o all'altra delle due fazioni,
qui in principio coercendae seditioni impares fuerint, populum percitum et amentem
non deseruerint, ad
che allinizio erano stati non schierati per
alterutram partem dividi sese adiunxerint, tum eveniet, ut cum socii partis seorsum
utriusque fuerint

eaeque partes ab his, ut maioris auctoritatis viris, temperari ac regi coeperint,


concordia per eos
allora essi risulteranno associati chi a una fazione e chi all'altra e queste fazioni
cominceranno ad essere moderate e governate da loro, che sono i cittadini di pi
autorevole prestigio, e grazie a loro ci sar la pi favorevole oppurtunit di restituire la
pace e conciliare le parti, nella misura in cui essi dirigono e mitigano il partito in cui si
trovano e dei loro avversari desiderano piuttosto il recupero che la rovina.

potissimum restitui conciliarique possit, dum et suos, apud quos sunt, regunt atque
mitificant et

adversarios sanatos magis cupiunt quam perditos. Hoc idem Favorinus philosophus
inter fratres quoque aut
Questo medesimo atteggiamento il filosofo Favorino riteneva opportuno anche nel
caso di un dissidio tra fratelli o tra amici. Quelli - diceva - che sono neutrali tra due
parti opposte e vogliono bene ad emtrambe, se nello sforzo di metter pace risultano
poco autorevoli perch fanno figura di amici ambigui, conviene che si schierino chi per
una parte e chi per l'altra e, facendo valere questa benemerenza, si assicurino la
strada verso la concordia delle due parti.

amicos dissidentis oportere fieri censebat, ut qui in medio sunt utriusque partis
benivoli, si in concordia
censebat regge oportere (essere necessario) che a sua volta regge fieri
adnitenda parum auctoritatis quasi ambigui amici habuerint, tum alteri in alteram
partem discedant ac per

id meritum viam sibi ad utriusque concordiam muniant.


Dopo aver letto questa legge di Solone, che fu uomo di eccezionale saggezza, fummo
colti sulle prime da una profonda meraviglia: perch mai egli riteneva degno di essere
punito chi si fosse estraniato dalla sedizione e dalla guerra civile? 3 Ma chi aveva
compreso fino in fondo lo scopo e lo spirito della legge osservava che essa era fatta
non per aggravare, ma per far cessare la sedizione. In effetti le cose stanno cos. 4 Se
tutti gli onesti che non furono in grado di soffocare la sedizione sul nascere non
abbandoneranno il popolo eccitato e irragionevole e si aggregheranno separatamente
all'una o all'altra delle due fazioni, allora essi risulteranno associati chi a una fazione e
chi all'altra e queste fazioni cominceranno ad essere moderate e governate da loro,
che sono i cittadini di pi autorevole prestigio, e grazie a loro ci sar la pi favorevole
oppurtunit di restituire la pace e conciliare le parti, nella misura in cui essi dirigono e
mitigano il partito in cui si trovano e dei loro avversari desiderano piuttosto il recupero
che la rovina. 5 Questo medesimo atteggiamento il filosofo Favorino riteneva
opportuno anche nel caso di un dissidio tra fratelli o tra amici. Quelli - diceva - che
sono neutrali tra due parti opposte e vogliono bene ad emtrambe, se nello sforzo di
metter pace risultano poco autorevoli perch fanno figura di amici ambigui, conviene
che si schierino chi per una parte e chi per l'altra e, facendo valere questa
benemerenza, si assicurino la strada verso la concordia delle due parti.

Recupero 27/04

04/05/15 LEZIONE
Testo n*8: De divinatione, I-57, Cicerone
Quid? illa duo somnia, quae creberrume commemorantur a Stoicis, quis tandem potest
contemnere? Unum de Simonide: qui, cum ignotum quendam proiectum mortuum
vidisset eumque humavisset haberetque in animo nave conscendere, moneri visus est,
ne id faceret, ab eo quem sepultura adfecerat; si navigavisset, eum naufragio esse
periturum; itaque Simonidem redisse, perisse ceteros, qui tum navigassent. 57
Alterum ita traditum clarum admodum somnium: cum duo quidam Arcades familiares
iter una facerent et Megaram venissent, alterum ad cauponem devertisse, ad
hospitem alterum. Qui ut cenati quiescerent, concubia nocte visum esse in somnis ei
qui erat in hospitio illum alterum orare ut subveniret, quod sibi a caupone interitus
pararetur; eum primo, perterritum somnio, surrexisse; dein, cum se conlegisset idque
visum pro nihilo habendum esse duxisset, recubuisse; tum ei dormienti eundem illum
visum esse rogare, ut, quoniam sibi vivo non subvenisset, mortem suam ne inultam
esse pateretur; se interfectum in plaustrum a caupone esse coniectum et supra
stercus iniectum; petere, ut mane ad portam adesset, prius quam plaustrum ex oppido
exiret. Hoc vero eum somnio commotum mane bubulco praesto ad portam fuisse,
quaesisse ex eo, quid esset in plaustro; illum perterritum fugisse, mortuum erutum
esse, cauponem re patefacta, poenas dedisse. Quid hoc somnio dici potest divinius?
Chi poi pu negar fede a quei due sogni che sono tante volte citati dagli Stoici? Il
primo riguarda Simonide: egli vide il cadavere di uno sconosciuto abbandonato a terra
lo seppell e si proponeva poi d'imbarcarsi; quel tale a cui egli aveva dato sepoltura gli
apparve in sogno e lo dissuase dal suo proposito: se si fosse imbarcato sarebbe perito

in un naufragio. Simonide allora torn indietro gli altri che si erano imbarcati perirono.
57. L'altro sogno famosissimo il seguente: due Arcadi amici intimi viaggiavano
insieme e arrivarono a Mgara. Uno dei due prese alloggio in casa d'un taverniere
l'altro presso un suo ospite. Cenarono e andarono a dormire. A notte gi inoltrata
quello dei due che dormiva presso l'ospite vide in sogno l'altro che lo pregava di
recargli soccorso perch il taverniere si apprestava a ucciderlo. In un primo momento
egli balz su atterrito dal sogno; poi riavutosi dallo spavento pens che a
quell'apparizione non si dovesse dar peso e torn a letto. Di nuovo allora gli apparve in
sogno l'amico e lo preg che non avendogli recato aiuto quando era ancora vivo
almeno non lasciasse invendicata la sua morte; il suo cadavere era stato buttato dal
taverniere su un carro e vi era stato sparso sopra del letame; gli chiedeva di trovarsi
alla porta della citt all'alba prima che il carro uscisse verso la campagna. Emozionato
da questo sogno egli si rec di buon mattino alla porta ferm il carrettiere gli domand
che cosa c'era nel carro. Quello atterrito scapp via; il morto fu tratto fuori; il
taverniere venuto in luce il suo delitto fu condannato a morte. Quale sogno si pu
considerare pi profetico di questo?
Analisi: parte dedicata al sogno; de div in due libri (primo racconta sogni del passato
di roma che si sono dsiostrati- mexzzo delle divinit per colloquiare con gli umani, nel
secondo libro cicerone scettico prende in mano gli stessi auspici e sogni del primo libro
e li confuta dimostrandone la fallacia). I sogni per gli anticvhi sono di due tipologie:
simbolici (sono gli dei che atraverso i simboli guidano il cammino degli uomini,
anticipa ci che accadr dopo con premonizione, es. sogno di andare a letto con la
madre che un simbolo di successo e di acquisto di potere perch il sognante assume
il ruolo del padre, oltretutto madre= terra quindi violentare la madre conquistare
roma, songno che fece cesare e che anticipa la potenza ); altro sogni sono espliciti
cio fanno vedere in songo direttamente il futuro (etichetta sotrica perch il sogno che
in chiaro la messa in chiaro di un ragionamento implicito del soggetto sognante,
Cicerone mnostra che sono effetto di una logica interna alla mente di simonide che sa
che mettersi epr mare pericoloso e quindi esplicita questa idea non completamente
chiara sognando che il naufrago, simbolo della pericolosit del navigare, gli appaia e
glielo dice; nel caso dellarcade si sa che gli osti son pericolosi e perci sogna che
lamico nellosteria stia subendo una situazione pericolosa). Quid uno dei segnali di
passaggio da un argomento a quello successivo, dove il secondpo non si contrappone
al primo ma lo rafforza. Possibilit infinita di portare avanti la discussione, forma
totalemtne retorica che cicerone ama impiegare perch+ tipica del parlato, dando
realismo alla situazione. Due sogni, il primo e secondo sono identici e sostituibili tra di
loro (usa altrum e non aliud), intordotto dalla scansioen uno e due nella sostanza
Quinto, fratello di cicerone, fornsce largomento di uno e dellaltro, nel primo caso in
modo evidentissimo riportando il nome perch simonide famosissimo, anche il prim
sogno ha cum+congiuntivo. Costrutto cum+congiuntivo (circostanziale) tipico in
questi contesti, tipico anche labl.assoluto. simonide ricordato come colui che ha
trovato u cadavere sulla spiaggia e in un atto di generosit lo ha seppellito, poi quando
deve partire in un altro tempo gli appare in sogno (visus est il tempo storico
dellaneddotica, cicerone mette in evidenza limmediatezza del sogno che arriva prima
dellirrimediabile), verbo principale moneri (ricordare pi che ammonire), adfeciat
dato di fatto storico irreale che viene espresso con un piuccheperfetto. Redisse-perisse
asono tutti infiniti retti da un dicunt sottinteso. Nel secondo racconto introdotto da un
traditum (verbo di memoria, tramandare alla memoria, lett. Trasportare dallaltra
parte), concubia nocte = avv. Con cotruzione particolare che indica nel cuore della
notte, illum alterum il soggetto (sembr a quello che era ospitato che laltro lo
pregasse di venire in aiuto), due amici in viaggio verso latttica, uno viene ucciso

dalloste durante la notte, laltro che sta dormendo tranquillo vede in sogno
lapparizione dellamico che lo prega di venirgli in aiuto che sta per essere ucciso,
laltro crede sia solo un incubo e si riaddormenta ma gli riappare lamico che gli chiede
di essere vendicato. Utilizzo di exem,pla anzich usare una spiegazione teoretica,
tipico del gusto degli antichi. La letteratura progressivamente diventa pettegolezzo,
vale anche per la retorica che raccolta di exempla da utilizzare (ricordando anche
che non ci sono raccolte di leggi da usare e gli exempla servono). La struttura
sempre identica per laneddoto, considerazioni geneali racocntate in sfroma diretta o
indiretta. Lui che era statao ucciso era stato gettato dalloste su un carro con sopra lo
sterco, retto da tradunt, come anche sembrasse chiedere (peteret ut) che lamico al
mattino fosse presente alla poreta della citt (Megara, evidentemente la pi vicina
allosteria) prima che il carro uscisse dalla citt (ripetizione di ex-exiret per
ridondanza). Laltro commosso da questo sogno al mattino (bubulco= bifoco, quello
che porta il carro dei buoi, dativo etico quindi sa quello che successo) si fosse recat
alla porta vicino al bifolco e gli avesse chiesto che cosa ci fosse nel carro [raccontano
che] quello (il bifolco) fuggisse spaventatissimo e che il cadavere fosse tirato fuori
(eruo, da cui rovina) e che loste fu condannato, reso evidente il delitto (ablativo
assoluto). Che cosa potrebbe essere detto pi divino (nel senso proiveniente dagli dei)
di questo sogno?
Testo numero 9- Cicerone, De officiis
Cicerone, De Officiis I 36
Argomento: quale deve essere il coportamento virtuoso davanti alla vita, scrittotestamento di un padre al figlio nel momento in cui Roma dopo la morte di Cesare
allo sfacelo. Poi diventa manuale di morale per tutto il mondo antico anche tardo
(Seneca, Ambrogio) e nel mondo moderno (adda scrive racconto dove zio ella ricca
borghesia milanese scrive un de officiis al nipote 19enne, cosa divertente e irridente
che lo zio affida il manoscritto alla serva di casa che avvenente, quando lei lo porta
al giovinetto inizia il momento erotico). Per cicerone lidea di guerra giusta la guerra
che ha rispettato tutte le sanzioni giuridiche per la dichiarazione per la guerra
Facillime intellegi potest nullum bellum esse iustum, nisi quod sanctissime perficiatur.
Popilius imperator
(Frase ampia, non dialogo) Si pu capire facilissimamente che nessuna guerra pu essere considerata giusta se non
quella che sia compiuta in tutte le sue parti giuridicamente (non indica santit morale, ma da sancio, cio mantenendo
tutte le clausole del patto).

tenebat provinciam, in cuius exercitu Catonis filius tiro militabat. Cum autem Popilio
videretur unam
il comandante Popilio (imperator comandante che ha gi vinto una campagna, pi di dux, se poi vince campagna
definitivamente ha diritto a riconoscimento dal senato coem lovatio o il trionfo-celebrazione del comandante come
immagine terrrena degli dei, visto che la processione del trionfo terminava sul tempio di giove/ princeps, per noi
limperatore vero propprio, letteramente colui che prende per primo parola in senato) governava un esercito
provinciale, sotto le cui armi combatteva il figlio di Catone come recluta.

dimittere legionem, Catonis quoque filium, qui in eadem militabat, dimisit. Sed cum
amore pugnandi in
sembrando bene a Popilio congedare una delle suelegioni gli sembr bene cnfedare anche Catone che mlitava in
quella. ma

exercitu remansisset, Cato ad Popilium scripsit, ut, si eum patitur in exercitu remanere,
secundo eum

essenndo rimasto indietro nellesercito epr combattere, Catone (il padre) mand una lettera al comandante affinch lo
legasse con un secondo

obliget militiae sacramento, quia, priore amisso iure, cum hostibus pugnare non
poterat. Adeo summa erat
giuramento alla milizia, se accettava che quello rimanesse nellesercito al suo fianco, poich andato via il precedente
giuramento, non poteva combattere contro i nemici.

observatio in bello movendo. M. quidem Catonis senis est epistula ad Marcum filium, in
qua scripsit se
quelllo era stato nella quale disse che era stato congedato dal console trovandos a combattere in Macedonia contro
Perseo.

audisse eum missum factum esse a consule cum in Macedonia bello Persico miles
esset. Monet igitur ut

caveat ne proelium ineat; negat enim ius esse, qui miles non sit cum hoste pugnare. In
quo etiam illud
lo ammonisce che stia bene attento a nnon entrare in combattimento; nega infatti che sia giusto che combatta il
nemico chi non soldato.

animadvertendum est: multa verba aliud nunc ostendunt, aliud antea significabant, ut
hostis. Nam tum eo
in tutto ci bisogna prtestare attenzione ancxhe a questo fatto:

verbo maiores nostri dicebant peregrinum qui suis legibus uteretur, nunc dicimus eum
quem tum dicebant
infatti poich in passato i nostri avi ciamavano hostis il forestiero che non soggetto alle leggi romane, ora chiamiamo
hostis quello che allora chiamavano perduellem.

perduellem. At qui proprio nomine perduellis erat, is hostis vocatur, lenitate verbi rei
tristitia mitigata. Quid
e daltra parte quello che veniva chiamato perduellem (uno che combatto fino a farlo scomparire dalla favccia della
terra) era chiamato nemico, avendo mitigato la bruttezza della situazione con la dolcezza della parola(ablativo
strumentale).

ad hanc mansuetudinem addi potest, eum cum quo bellum geras tam molli nomine
appellare? Quamquam
che cosa si pu aggiungere di pi di fronte a questa dolcezza di comportamento, chiamare con un nome cos delicato
quello co cui combatti?

id nomen durius effecit nostra aetas; a peregrino enim recessit et proprie in eo, qui
arma contra ferret,
sebbene la contemporaneit rese questo nome pi duro (sottinteso: che in passato); si ritirato dal senso del forestiero
ed rimasto ad indicare propriamente quello contro cui si portano le armi.

remansit.
Dotati di un animo fondamentale giuridico e pragmatico, i Romani consideravano
giusta non la guerra combattuta per una giusta causa, reale o ipotetica che sia
(sanno che gli eserciti si presentano sempre alla lotta convinti di essere dalla parte
della ragione), ma quella combattuta nel rispetto delle formule giuste, si richiamino
esse a una legge sacrale (rite) o positiva (sancte). Discutendo nel De officiis del
contrasto possibile fra utile e giusto, Cicerone dibatte il problema della guerra

giusta e ne fornisce una rapida definizione e una pi ampia esemplificazione, sempre


partendo dalla figura di Catone il Censore. Tutto ci porta a unulteriore divagazione,
sul tema del significato della parola hostis, a dimostrazione del fatto che il lessico
anche in latino non era immobile e cristallizzato una volta per tutte.
Il racconto in s da Popilius imperatur fiino a non poterat. Nel secondo racconto
la frase in quo segnala che c un secondo sottotema, cio qualcsaltro degno di
nota. Nunc= avverbio anche di tempo, qui vale come anticamente. Ut hostis
lexemplum che fa. Provincia: 1) luogo geografico annesso a roma e dato a proconsoli,
propretori e proquestori 2) carica che riceve il magistrato sudove deve amministrare.
Il racconto dimostra che la guerra giusta solo se legale perch catopne manda la
lettera a popilio icendo di rinnovare al filgio il giuramento perch era scadutro il primo
e non era legalizzato.
Per gli antichi la contemporaneit p sempre pi brutta rispetto al passato, anche in
campo lessicale.
CATENE LINGUISTICHE
Sancte = nel rispetto di tutte le formule
Ius iurandum = giuramento
Termini connessi: sancire, fissare un patto; sanctus; pi incerta la connessione con
sacer; sacrare; sacramentum (il giuramento militare), sacerdos, sacellum (il piccolo
tempio) Derivati italiani: esecrare (togliere il carattere sacrale, con debite formule),
esecrabile, esecrazione
PERFICERE = compiere fino in fondo, composto di per- che indica lazione portata a
compimento e facere
Derivati italiani: perfetto (che non ha bisogno di nessun ritocco), perfezione,
perfezionabile
TIRO = la recluta militare, ancora sottoposta alladdestramento alle armi
Derivati italiani: tirocinio (addestramento professionale), tirocinante (a roma cera
anche la possibilit di fare un tirocinio giuridico presso un avvocato famoso)
DEMITTERE = mandar via, congedare, composto di de- indicante allontanamento e
mittere = mandare
Derivati italiani: dimissioni, dimesso
AMOR = amore, affetto, desiderio
Termini connessi: amicus, inimicus, amicitia, inimicitia
REMANERE = restare in servizio, composto di re- che indica movimento allindietro
(cfr. re- mansit e recessit nel corso del brano) e manre = restare
PATI = subire, accettare passivamente
Termini connessi: patiens, patientia, impatientia
Derivati italiani: patire passione, paziente, compatire, compassione, simpatia (soffrire
assieme e degli stessi motivi), passivo, passivit, passibile, impassibile
OBLIGARE = legare strettamente (dal davanti, dal di contro)

Derivati italiani: legare, obbligare, collegare, rilegare, relegare, alleare


MONERE = ricordare, richiamare alla memoria
Termini connessi: monimentum/monumentum, monstrum (= ammonimento divino),
monstrare, meminisse (= ricordare), mens (la sede della memoria), demens, amens
(fuori di s)
Derivati italiani: ammonire, ammonimento, monumento, mostro, mostrare, mente,
demente, mentecatto (mente captus), commentare, commento, commentario, monito,
reminiscenza, premonitore
CAVERE = guardarsi da, badare a q.cuno o q.cosa
Termini connessi: cautus
Derivati italiani: caveat (giur.) = ci si guardi bene, attenzione, cauto, cautela,
cauzione, precauzione
ANIMADVERTERE = rivolgere lanimo a q.cosa, badare a q.cosa
SIGNIFICARE = indicare, composto di signum e facere
OSSERVAZIONI STILISTICO-GRAMMATICALI La struttura complessiva del brano ricorda
quella del testo di Seneca letto in precedenza, al quale corrisponde anche per
intenzioni complessive. Cicerone predilige per forme pi complesse, sia nello sviluppo
della frase, sia in quello dellargomentazione. In luogo dellunico esempio articolato
portato avanti da Seneca troviamo perci due esempi differenziati, aventi lo stesso
protagonista (Catone), e una divagazione solo in parte connessa con il corpo principale
delle idee. Le tre fasi sono ben distinte: allinizio troviamo il thema, che richiama
lattenzione del lettore su che cosa definisca una guerra come giusta; segue il primo
esempio, di cui sono fornite le circostanze narrative (cronotopo: Popilius imperator
ecc.) e lo sviluppo vero e proprio del racconto; una frase riassuntiva, introdotta da
Adeo posto in netta evidenza, a sinistra, indica la fine dellaneddoto e la sua morale,
qui esplicitamente riassunta. Viene poi il secondo aneddoto, con in netta evidenza, a
sinistra, il protagonista (M. quidem Catonis) e di seguito lo sviluppo vero e proprio del
racconto, anche questa volta suddiviso fra una parte intesa a fornire le circostanze di
tempo e di luogo, e una pi esattamente narrativa. La digressione introdotta da In
quo etiam illud animadvertendum est espressione molto pi secca delle precedenti, e
in cui etiam sottolinea il cambio di argomento e laccumulo di nuove parti. La
digressione suddivisa a sua volta in due, con At a segnalare lo stacco. La prima parte
si rivolge alluso antico dei termini perduellis e hostis, la seconda al loro uso moderno.
Prima frase: facillime, in netta evidenza, dislocato a inizio di periodo, porta il giudizio
su quanto segue. Segue la definizione del thema, riassunto dallespressione nullum
bellum esse iustum, con poi lindicazione della sanctitas necessaria a che una guerra
possa essere detta tale (in relazione al verbo sancire, santissime in perfetto
bilanciamento alliniziale facillime sottolinea la necessit di patti e regole sanciti
dalluso, non da un giudizio morale).
Seconda frase: Popilio, personaggio indispensabile a che si creino le premesse del
racconto, si vede assegnare la posizione di maggiore evidenza, assieme allelenco
delle qualit necessarie al racconto ( un magistrato a capo di eserciti e province; al
suo servizio milita il giovane Catone, figlio del Censore, in qualit di semplice recluta,
tiro; decide di rimandare a casa una legione, e sceglie proprio quella in cui si trova il
ragazzo).

Terza frase: laneddoto inizia solo qui, e si condensa in un unico periodo, pi


strutturato dei prece- denti. Un cum narrativo presenta il rifiuto del giovane Catone di
tornare a casa (elemento indispensabile alle premesse del racconto). Segue il nome
del padre, il Censore, in netta evidenza, e lazione da lui compiuta, linvio di una
lettera al summenzionato Popilio. Largomento della lettera rapidamente sintetizzato
ricordando prima lo scopo dellinvio (utobliget, una richiesta formale avanzata nei
riguardi del figlio) e dunque il contenuto vero e proprio poi le condizioni che hanno
determinato la richiesta (sipatitur rimanere) e le cause che la giustificano (quia
pugnare non poterat). Idea di Catone che se la legione cui il figlio apparteneva
stata congedata, anche il giuramento (sacramentum, termine tecnico del linguaggio
militare; ius iurandum, termine pi generico, qui condensato nel semplice ius) a suo
tempo formulato non ha pi valore, e deve quindi essere ripetuto. In caso contrario,
Catone jr. non sarebbe un soldato dellexercitus populi Romani (cfr. Cesare, testo nr. 4),
ma un qualsiasi privato cittadino.
Quarta frase: la conclusione dellaneddoto viene riassunta con espressione breve e
concisa, il cui valore di chiusa sottolineata dalla dislocazione a sinistra di adeo (a
volte intensivo, a volte come qui genericamente conclusivo di un ragionamento) e
dalla ripresa di summa observatio, che si ricollega, variandolo, al sanctissime perficere
della frase iniziale.
Quinta frase: il secondo aneddoto riprende, nella sostanza, il precedente, e in parte
anche ne rif anche il contenuto. La forma per variata, come diverse sono le
circostanze cronologiche e locali
entro le quali si sviluppa il racconto (il che spiega linsistenza su di loro) e il
destinatario della missiva di Catone sr. che ora si rivolge direttamente al figlio. Il
parallelismo fra le due situazioni sottolineato dalla ripresa Cato scripsit / Catonis est
epistula in qua [Cato] scripsit. Il contenuto della lettera si articola poi nella
successione di verbi scripsit / monet ( ricorda, segnala) e negat. La struttura
sintattica vede il prevalere della normale infinitiva rispetto ai costrutti pi articolati
utilizzati in precedenza.
Sesta frase: una frase di nuovo nuda e secca, contrassegnata dalla presenza di autem
e dalla perifrastica passiva (dovere morale e ineludibile del lettore prestare
attenzione a quanto Cicerone propone), che si amplia nellespressione del nuovo
thema, fondato sulla contrapposizione (linguistica) fra tempi antichi e tempi moderni,
nettamente separati ma messi in reciproca relazione dalla ripetizione di aliud /
aliud e dallopposizione ossimorica nunc / antea. La nuova esemplificazione poi
introdotta dallesplicativo e causale nam.
Settima frase: alla serie di contrapposizioni tum / nunc, maiores nostri / nos, dicebant /
dicimus, corrisponde la contrapposizione ultima e finale, che giustifica tutte le
precedenti, peregrinus / perduellis, che sono rispettivamente il sinonimo/ la definizione
di hostis, il termine in causa, rispettivamente nel tempo passato (peregrinus =
forestiero, che ha attraversato tutta la campagna per arrivare) e in quello presente
(perduellis = che va combattuto fino in fondo, in anticipo sul virgiliano debellare
superbos).
Ottava frase: lultima parte del testo completa la contrapposizione precedente,
ribadendo il nuovo valore assunto dal termine hostis. Cicerone offre anche un giudizio
in merito alla trasformazione linguistica da lui segnalata. Attraverso un verbum (=
parola) pi lene (= che propriamente dovrebbe esprimere un concetto meno forte:
forestiero e non nemico) viene mitigata la spiacevolezza (tristitia) della situazione

descritta. Il finale ha valore pi marcatamente retorico: dopo una domanda con


risposta incorporata, che sottolinea quanto appena detto e completa la climax
sinonimica di lenitas / mansuetudo / mollitia, lautore osserva che la perdita di senso
storico connesso alluso originario delle parole di fatto ha cristallizzato di nuovo il
termine hostis in un valore negativo, che contraddice lintenzione eufemistica con la
quale il termine era stato utilizzato nel suo nuovo significato.

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