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Aleksandr Romanov
Dal 1801 al 1825 l'impero russo ebbe come zar Alessandro I Romanov, il principale
artefice della disfatta dell'impero napoleonico, colui che dopo la caduta di Napoleone
divenne il più potente sovrano d'Europa. Era il figlio primogenito dello zar Paolo I di
Russia.
Il giovane Zarevič Alessandro fu educato dalla nonna, la zarina Caterina II.
Sin dall'infanzia ricevette un'eccellente anche se contraddittoria istruzione:
• Dall'ambiente illuminista della corte della nonna, assorbì i principi di Rousseau
sul vangelo dell'umanità.
• Dall'istruttore militare, apprese le tradizioni di autocrazia russa.
• Per l'istruzione religiosa fu scelto un sacerdote ortodosso che avendo vissuto
per lungo tempo in Inghilterra e che fu un eccellente insegnante di inglese.
• Infine, alla morte di Caterina, il padre, divenuto zar con il nome di Paolo I lo
iniziò all'amore per l'esercito e le parate militari.
Queste tendenze discontinue rimasero con lo zar per tutta la vita facendo oscillare la
politica estera ed interna della Russia da periodi di maggiore liberalismo ad altri
in cui furono più forti le tendenze conservatrici, specialmente negli ultimi anni di
regno dello zar.
Con la morte di Caterina II , le successe il figlio Paolo, persona introversa e poco
amata dalla zarina e dal popolo:
Il regno di Paolo I fu assai breve e tormentato da una persistente ostilità della nobiltà
del regno nei confronti dello zar il quale, diffidente dell'aristocrazia, aveva abrogato
le leggi materne che avevano ripristinato le punizioni corporali per i contadini e
appesantito le condizioni dei servi della gleba e tentato di risanare il tesoro, esausto
per gli scandalosi intrallazzi nobiliari.
Queste ed altre misure dello zar scatenarono l'ostilità nobiliare che ben presto
degenerò in tentativi di assassinare lo zar. Qui entra in gioco Alessandro, che ascende
al trono dopo la morte del genitore. Le opinioni sul suo coinvolgimento sono
controverse.
Il suo regno: Alessandro, apparve ai suoi sudditi come un'alba radiosa. Alto, forte,
piacevole, umano e pieno di entusiasmo, voleva un regno prospero e sognava di
grandi e necessarie riforme. Formò un Consiglio Privato, affidandolo a conisglieri a
lui vicini, il suo scopo era inquadrare “buone leggi, che sono la fonte del benessere
della nazione.”
→ Curarono soprattutto l'istruzione pubblica mediante la fondazione di scuole di
formazione per il personale e la costituzione di scuole secondarie e tre università.
Tuttavia, nonostante le idee umanitarie e nonostante il suo desiderio di rendere felice
la sua gente, lo Zar non portò a compimento la riforma più urgente, cioè
l'abolizione della servitù della gleba. Provvedere ad un atto simile gli avrebbe
garantito l'inimicarsi della nobiltà e degli ecclesiastici con la conseguenza di
destabilizzare lo stato, per cui lo zar si limitò soltanto a ridurre il peso dei tributi in
danaro e natura che i servi della gleba dovevano pagare. In quegli anni la condizione
dei servi della gleba migliorò dunque, lo zar Alessandro estese inoltre a tutti i sudditi
il diritto di acquistare terreni.
Sempre per la stessa motivazione, si astenne anche da un ulteriore progetto : la
concessione di una costituzione, mai promulgata per evitare di imporre con la forza
un grande cambiamento alla nobiltà. Lo Zar dunque aveva un potenziale potere , ma
che era di gran lunga limitato.
Politica interna >> Nei primi anni, il sovrano, del tutto preso dal comitato di amici e
dai progetti di riforma, lasciò ben poco spazio alla chiesa ortodossa e all'antiquata
burocrazia il cui vertice era rappresentato dal collegio, istituito da Pietro il Grande.
Dopo aver istituito il consiglio privato, lo zar fondò il primo nucleo di quello che poi
diventò il Consiglio di Stato, composto da 12 consiglieri che aveva come obbiettivo
la razionalizzazione e l'unificazione del diritto e di risolvere gli eventuali conflitti tra
le varie matrici sociali. In realtà erano proprio questi, sotto le spoglie di amici dello
Zar, a tenerlo in pugno ed avere un largo potere decisionale.
NB: Funzionario aiutante della corona fu Michail Speranskij , che divenne, nel 1808,
segretario dello zar e che resse la politica interna ed estera dell'impero fino alla
campagna di Russia del 1812. Fu grazie alle sue capacità e grazie alla confidenza
con lo zar che si ebbe la riforma dell'istruzione e della tesoreria.
Dichiarazione politica e poi sistema politico che regolò la vita dei principali Stati
europei dal 1815 al 1830. Firmata a Parigi il 26 settembre 1815 da Alessandro I di
Russia, Federico Guglielmo III di Prussia e Francesco II d’Austria, fu voluta dallo zar
e affermò il principio che i tre sovrani, rappresentanti delle confessioni
ortodossa, protestante e cattolica, dovevano restare sempre uniti come fratelli e
governare i popoli con paterna sollecitudine per alimentare in essi lo spirito di
fratellanza evangelica e l’amore della religione, della pace, della giustizia.
In seguito aderirono anche i re di Francia, dei Paesi Bassi, di Svezia e di Sardegna;
non aderirono invece Pio VII e il principe reggente d’Inghilterra. Entrò in crisi con la
rivoluzione francese del 1830.
Si trattava di un'alleanza di sovrani contro i loro stessi popoli. L'obiettivo infatti era
quello di prevenire lo sviluppo dei movimenti rivoluzionari e in ogni caso di
distruggerne l'esistenza, ovunque si manifestassero. Nel 1818 vi fu addirittura una
sorta di "Quadruplice Alleanza", tra Russia, Prussia, Austria e Inghilterra, per
impedire che in Francia avvenisse qualunque forma di cambiamento.
• da un lato proprietari terrieri, militari di alto rango, funzionari statali, clero che
erano convinti di poter continuare ancora per molto tempo sulla strada
dell'autocrazia feudale,
La morte di Alessandro I è avvolta dal mistero e ben presto sorse la leggenda che in
realtà abbia inscenato tale fatto allo scopo di potersi ritirare a vita privata e che
avrebbe vissuto ancora lunghi anni, sotto le spoglie di un monaco eremita. Molte
volte infatti era stato sorpreso nelle sue stanze in preda a deliri e vaneggiamenti
riguardo una fuga ed una possibile abdicazione per ritirarsi ad una vita meno
frenetica. Le teorie riguardo la sua morte sono diverse, ma l'unico fatto certo è
l'assenza delle spoglie dello zar nella sua tomba, sita nella cattedrale di San Pietro e
Paolo a San Pietroburgo, aperta nel 1921.
Con il nuovo secolo inizia anche la nuova letteratura. L’Ottocento russo rappresenta
un’epoca di eccezionale fioritura intellettuale. Tuttavia, tale straordinaria e
tumultuosa fioritura riguarda la sola letteratura e con il passare del tempo si può
addirittura circoscrivere a un solo genere letterario: il romanzo.
La cultura russa di questo periodo è infatti in gran parte cultura di salotti e di circoli
culturali: nel corso di riunioni che si tengono a giorni fissi nei salotti delle famiglie in
vista, lo scrittore legge le sue opere più recenti, viene corteggiato dal bel mondo, ha
la possibilità di saggiare il giudizio del pubblico e di influire sugli ambienti di corte;
nei circoli culturali, gli scrittori partecipano a discussioni e a progetti sociali spesso
utopistici, si scambiano idee e letture al di fuori del controllo della censura,
conoscono la parte intellettualmente più vivace del Paese.
Nasce nei primi anni del secolo in Russia il gruppo della “AMICHEVOLE
SOCIETA' LETTERARIA”:
→ società numericamente limitata , ma estremamente innovativa come
raggruppamento intellettuale.
Infatti finora si erano manifestate solo due forme di diffusione della cultura:
• la società – un organo ufficiale sotto la protezione della corte.
• Il salone, organo privo di organizzazione e di programma, fluido anche nel
numero dei partecipanti.
Modelli occidentali
Culto amicizia
Figura poeta, ispirato dalle Muse
Contemplazione della natura
Poesia civile, tipico del Romanticismo
Musicalità del verso, con sperimentazione
ricerca di nuove forme metriche
Traduzione
La società è innovativa anche per gli orientamenti culturali e poetici in essa coltivati:
patriottismo eroico e spirito nazional-popolare, ossia ricerca di un legame organico
con la massa e con la cultura tradizionale.
La vita culturale degli anni '10 non termina qui, infatti, come abbiamo accennato, in
Russia inizia a fermentare anche altre tendenze e forme di aggregazione:
E' sempre in questo periodo che si sviluppa la prosa narrativa russa, fino a quel
momento definita come piuttosto scarna e che anticipa la creazione di una letteratura
nazionale.
Tra le principali traduzioni ricordiamo:
✗ la Nouvelle Heloise d Rousseau 1769,
✗ Il Wherter di Goethe 1781
✗ Pamela di Richardson 1787
Tra le principali imitazioni:
La Pamela russa di L'vov, 1789
il Wherter russo di Suskov ,1801