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TOMMASO D’AQUINO

LA VITA E LE OPERE

Nacque a Roccasecca (FR) nel 1225, vicino ad Aquino, da una famiglia


nobile e morì a Fossanova (Latina) nel 1274.

Tommaso venne educato in un primo momento nell’abbazia di


Montecassino e successivamente si trasferì a Napoli per frequentare
l’Università fondata pochi anni prima da Federico II.  

Nel 1247 entrò nell’ordine dei Domenicani di Napoli (contro la volontà


della famiglia che lo voleva benedettino) e divenne allievo del tedesco
Alberto Magno (un illustre pensatore domenicano), seguendolo nella sua
docenza prima a Parigi e poi a Colonia.

Tornato a Parigi nel 1252 iniziò il suo magistero all’Università dove


ottenne un notevole successo, venendo nominato maestro, nel 1257.

Nel 1272 rientrò definitivamente in Italia assumendo la docenza di


teologia all’Università di Napoli.

La sua OPERA più nota è la Summa Theologiae (SOMMA DI TEOLOGIA).

Tommaso è l’esponente più noto della filosofia Scolastica, un movimento

di pensiero che si sviluppò tra il IX e il XV secolo.

La Scolastica costituisce la seconda fase della filosofia del Cristianesimo

dopo quella Patristica.

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LE PROVE DELL’ESISTENZA DI DIO: LE CINQUE “VIE TOMISTICHE”

Secondo Tommaso è possibile dimostrare l’esistenza di Dio.

Nell’opera Summa theologiae egli individua cinque vie “a posteriori”,


che partono dagli effetti per risalire alla loro causa: si muove, cioè,
dall’esistenza del mondo per provare l’esistenza di Dio.

1) la prima via, dai movimenti risale a un primo motore immobile.


È la prova cosmologica, che prende le mosse dal principio aristotelico
secondo cui tutto ciò che si muove è mosso da altro.
E il primo motore immobile non può che essere Dio.

2) la seconda via, dagli effetti risale alla loro causa efficiente.


È la prova causale: se ogni fenomeno è nello stesso tempo causa ed
effetto di altri, allora deve esistere una Causa prima, non causata, che è
Dio.

3) la terza via, dal contingente (eventuale, possibile) risale a ciò che è


necessario. È la prova del possibile e del necessario, che individua in
Dio, quel qualcosa di necessario dal quale tutte le cose possibili
discendono.
Se le cose del mondo non possono essersi costituite da sole, è d’obbligo
risalire ad un Essere assolutamente necessario, per l’appunto Dio.

4) la quarta via è quella dei gradi di perfezione: dai gradi di perfezione


risale a un criterio sommo con cui valutarli.
Essendoci nelle cose che osserviamo un grado minore o maggiore di
perfezione, bisogna anche presupporre un grado massimo di perfezione,
appunto Dio, essere Perfettissimo.    

5) la quinta e ultima via è la prova della finalità delle cose.

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Dalla constatazione che vi è un ordine tra le cose del mondo, si risale
all’esistenza di un’intelligenza che ha ordinato il tutto, appunto Dio.     

Attraverso la ragione l’uomo può arrivare a cogliere altri aspetti della


natura di Dio, pur nella consapevolezza del mistero irriducibile di Dio.

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