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IL RIDOTTO

anno 4
numero 26
marzo 2010

ORGANO UFFICIALE DELLA COMPAGNIA DE CALZA I ANTICHI - BOLLETTINO MENSILE


venezia
san marco 2677
campo san maurizio

direttore Luca Colferai ♥ – divertirsi divertendo – ♥ priore Roberto Bianchin

D onne meraviglio-
se ed uomini stupen-
di, ebbene sì! Quello
che avete sotto gli occhi è il più
grosso numero del Ridotto mai
Ed è anche diventato una te-
stata a tutti gli effetti di legge.
Non cambia niente, dal pun-
to di vista organizzativo, pe-
rò adesso è un giornale come
in questo numero
Speciale Carnevale
uscito dalla tremenda redazio- gli altri, anzi meglio degli altri.
ne de I Antichi: ben trentaquat- Registrato. Anche no. Il circo a Venezia – Il gatto nell’Arte
tro pagine di parole immagini , Pagine specialissime sono
sogni pensieri ricordi. dedicate al Carnevale, de I Cartoline dall’altra sponda – Uccelli dal Brasile
Antichi, dei Giova-
ni Antichi, e anche Tarocchi: il Folle – Sogni: un negroni al Negresco
degli altri; con le po-
esie vincitrici della Poesia – Musica – Libri – Il Marinaio Johnny
18.ma edizione del Fe-
stival «Baffo Zancopè» (da 3 a L’Oroscopo della Strega Jurubeba
15). Dato che ad ogni carneva-
le siamo sempre occupati con L’ora della Moleca
le nostre cose abbiamo chie-
sto a Giorgio Bertossi, fotogra-
fo appassionato, un contribu-
to per immagini del carneva- ia sono aumentati i collabora- (27); Michael Krondl a Istanbul
le degli altri. E an- tori: la nostra deliziosa e pre- per i baklava (19); Neno Brazil
che Sebastiano ziosa Valeria Bolgan, cui tan- e i suoi uccelli brasiliani(21); la
Casellati si to dobbiamo per l’insostituibi- cartolina di David Vatovec(16);
è unito con le aiuto nel «Casanova e il Pia- un sogno del Priore con aperiti-
una breve cere dei Sensi 2009» ha afferra- vo del Procuratore (29), il Mari-
cronaca to le redini delle pagine dedica- naio Johnny (31), moleche a ta-
fotogra- te al circo (17); mentre inizia la vola con I Antichi (28), la Stre-
fica. sua collaborazione il grandis- ga Jurubeba (34) e tante altre
C o n simo Andrea Vitali, compagno belle cosette sono pronte per
nostra de calza da anni, tra i massimi deliziarvi.
grande gio- esperti europei di iconologia Buona lettura. ◉
dei Tarocchi, con il Folle, primo
degli arcani maggiori (25). Pao-
¥ in programma in marzo µ lo Fiorindo e una disavventu-
ra sulle strade del contado (18);
Alessandro Burbank e i gio-
RIPOSO ASSOLUTO! vani poeti (22); Lucas Christ e
Didone (23); Marilù inizia una
lunga storia dei gatti nell’arte

leggete e diffondete
« il ridotto » il ridotto è una testata
de i antichi un po' abbronzata
e anche registrata
è divertente non è una puttanata
e anche neanche una bischerata
e men che meno una puttanata
intelligente o una stupida vaccata
o un'emerita stronzata
ilridotto@iantichi.org – www.iantichi.org o una brutta scivolata
direi che è una trovata
una furbata
una genialata
un'impennata
un'alzata
una ventata
non è mica una sbandata!
pagina 2 marzo 2010 anno 4 numero 26 IL RIDOTTO venezia san marco 2677 campo san maurizio

APPELLO ELETTORALE DEL GRAN PRIORE DELLA CALZA


M i chiedono in molti, amici di vecchia data e
semplici conoscenti, quale dei candidati a Sin-
daco di Venezia verrà appoggiato dalla Com-
pagnia de Calza «I Antichi». Domanda legittima. Al-
trettanto legittima è la mia e nostra risposta: nessuno.
eventi che potevano avere –e sicuramente avevano– un
segno politico e sociale preciso e ben individuato.
E come abbiamo rispetto per la politica, abbiamo lo
stesso rispetto per le opinioni politiche dei singoli com-
pagni de calza. Che sono molti ed hanno, inevitabilmen-
È la stessa risposta che, come Compagnia de Calza, te, molte idee diverse. E' per questo che non abbiamo mai
diamo da ventinove anni, cioè da quando esistiamo. La voluto, e non vogliamo, piegare la Compagnia de Cal-
stessa risposta che abbiamo dato, in tempi remoti e anche za a pressioni e sudditanze politiche in favore dell'una o
recenti, quando diversi partiti politici, anche di diverso dell'altra parte in competizione. Non abbiamo mai sot-
orientamento, ci avevano chiesto un appoggio esplicito tomesso la Compagnia de Calza a chicchessia, a nessun
in cambio di posti e prebende, finanziamenti e incarichi partito, a nessun potere. Tra i compagni de calza esisto-
di gestione di vari eventi cittadini, tra cui il Carnevale, no, come in ogni associazione, le idee politiche più diver-
giungendo fino a ipotizzare un loro sostegno a un'even- se. Noi le rispettiamo tutte. Perciò ciascun compagno de
tuale lista civica della Calza che i sondaggi accreditava- calza voterà, se riterrà di andare a votare, secondo le pro-
no di alcune migliaia di voti e di almeno un paio di con- prie inclinazioni, senza alcuna indicazione di un tipo o
siglieri comunali. dell'altro da parte del Gran Priore e degli organi dirigen-
Non abbiamo mai accettato, noi che siamo un'associa- ti dell'associazione. Perché questa è libertà. Perché que-
zione culturale senza scopo di lucro formata da liberi cit- sta è la nostra civiltà.
tadini veneziani di venticinque famiglie di ogni ceto so- La Compagnia de Calza non è mai stata e non è in ven-
ciale, di mescolarci agli affari della politica cittadina, co- dita. La Compagnia de Calza rimane fiera e indomabi-
me hanno fatto e fanno, con esiti peraltro sconfortanti, le nella sua assoluta indipendenza. Nella sua splendida
altri esponenti della vita associativa e culturale della cit- e civile anarchia. Amata dal popolo, com'è stato scritto, e
tà. E non certo per qualunquismo, che non ci appartiene temuta dai potenti. Anche perché i politici (peggio per lo-
culturalmente, o per disprezzo della politica. Il contrario. ro) passano. La Compagnia de Calza invece, inesorabil-
Proprio perché abbiamo considerazione e rispetto del- mente, rimane.
la politica, pensiamo che la politica non vada fatta dai Compagnia de Calza «I Antichi»
saltimbanchi, pur avendo fatto, noi saltimbanchi, molti Il Gran Priore Roberto «Bob R. White» Bianchin

Roberto Bianchin la storia e le spezie


NON RICORDO PIÙ NULLA venezia - amsterdam - lisbona

una girandola di racconti passato e presente


Quindici racconti, alcuni dei quali inedi-
un libro di michael krondl
RobeRto bianchin ti, altri pubblicati su quotidiani, riviste e in
vari volumi, tratteggiano in questo libro,
con pennellate a colori vivaci, il mondo
in inglese e in portoghese
Non ricordo più nulla onirico, surreale e magico, che ha già fatto
arditamente capolino nei romanzi di Ro-
berto Bianchin.
Autore di nicchia, minoritario per voca-
zione, sempre fedele al suo linguaggio
Racconti spiazzante attraversato da un’ironia surre-
ale in bilico fra il comico e il malinconico,
lo scrittore veneziano dà vita a una stupe-
facente galleria di personaggi folli e stra-
vaganti, poetici e romantici, che si muo-
vono sullo sfondo degli scenari a lui più
RobeRto bianchin – non RicoRdo più nulla

cari. Dal mondo della musica come ne «Il


batterista dei Navigli», a quello del circo
come in «Delia, l’acrobata dell’Alzaia» e
«L’uomo che moriva due volte al giorno»,
da quello degli spettacoli di Carnevale co-
me in «Non ricordo più nulla» e «Mi chia-
mi pure Casanova, Mister Bond», a quel-
lo dello sport come in «Sventolano ancora
le bandiere» e «Le partite incominciavano
in cucina».
Ma qui l’autore spazia anche oltre. Fino
a piombare nei temi culturali e in quel-
li di più stretta attualità, come in «Faccia
da schiaffi», «La mattina dei fogli parlan-
ti», «Nessuna fine mai». Per arrivare a de-
dicare un’attenzione tutta particolare alle
suggestioni che gli provengono dalla sua
città natale, la Serenissima Venezia, e dai
suoi molti problemi, visti sempre sotto la
lente d’ingrandimento di un’ironia sottile,
spesso dissacrante, che a volte si stempe-
ra nella nostalgia del tempo andato come
in «Ma che flash la vita» e ne «E i fantasmi
salirono dall’acqua dei canali», e altre vol-
te diventa invece perfida, e si trasforma in
sarcasmo, come in «La notte che crollò il
ponte di Calatrava», «Il mistero della diga
lunata», «Il giorno che Nando tornò a Ve-
neland».
Una girandola di invenzioni e colpi di sce-
na, sostenuti da una scrittura strepitosa,
e dipinti all’acquerello con i colori auda-
i antichi ci del burlesque.
i antichi editori
editori
venezia

di Enzo Rossi Ròiss


venezia

IN LIBRERIA! numero X - L’amore mi trascina in un universo insolito, ove in al-


tri momenti non mi avventuro. Alle prese con l’amore, la mia lo- lo trovate su
I Antichi Editori – 20 € gica è impotente. La mia sensualità si può paragonare soltanto
a un Mistero. www.spicehistory.net
venezia san marco 2677 campo san maurizio IL RIDOTTO marzo 2010 anno 4 numero 26 pagina 3

V entinove anni. Sem-


pre fedeli alla linea. La
nostra. Quella di diver-
tire divertendosi. Tanti ne so-
no passati da quel febbraio del
Marchetto, mentre l’indoma-
bile Monica «Mobu» Busetto
ha tenuto saldamente le redi-
ni della premiazione dei «Ca-
valchina Award» destinati a
1981 quando la Compagnia
de Calza «I Antichi» di Pao- Xè finio e Carneval: tuti sente qualche mal. Ornella Vanoni e Grace Jones,
condotta quest’ultima in pal-
lo Emanuele Zancopè detto
Zane Cope debuttò al Carne-
vale di Venezia con il «Trion-
Noi no. Oddio, un pochino sì. In compenso... co su una gondola bianca abil-
mente governata dal Priore Vi-
cario degli Antichi, il Principe
fo della morte» in campo San
Maurizio. Da allora non abbia-
.
di roberto bob r white bianchin gran priore de i antichi Maurice Agosti.
Non potevamo, natural-
mo saltato un Carnevale, caso mente, non fare la nostra par-
unico in laguna, e abbiamo fat- te anche nel salotto buono del-
to centinaia e centinaia di feste la città, piazza San Marco, do-
e spettacoli in numerose città ve in collaborazione con l’ami-
italiane, europee ed africane. co Marco Balich, scoppiettan-
Sempre unici, inimitabili, mai te direttore artistico del Car-
uguali a nessuno tranne che a nevale, e sotto l’esperta guida
noi stessi. Incuranti dei tem- della storica Cortigiana del-
pi, delle mode, dei governanti la Calza, Donna Lucrezia, af-
e dei registi di turno, come del- fiancata dalla «ballerona» Jo-
le solite polemiche che ci han- hn Carnem Miranda Mattews,
no francamente annoiato. colonna degli Antichi, abbia-
Siamo invecchiati, nel frat- mo presieduto e governato le
tempo, cercando di ammazza- premiazioni dei concorsi per le
re il tempo prima che il tempo Drag Queen e per le maschere
ammazzasse noi. Ma per for- più belle.
tuna mentre noi invecchiava- Chiusura trionfale, infi-
mo, altri, più giovani, cresceva- ne, a San Maurizio, per il Fe-
no al nostro fianco. Nostri figli stival Internazionale di Poe-
e amici dei nostri figli, ma non sia Erotica «Baffo-Zancopè»
solo, figli di questa città d’ac- che è diventato maggioren-
que, figli migliori, come nel- ne, arrivando imperterrito al-
la più limpida tradizione cin- la diciottesima edizione, ar-
quecentesca delle compagnie ricchita quest’anno dalla no-
de calza. E proprio «I Giovani vità assoluta del «Premio Pa-
Antichi» nati dalle nostre co- pi». Sullo stesso tema dell’ero-
stole e guidati dal Gran Priore tismo declinato in chiave col-
Zanzorzi Zancopè, figlio d’ar- ta e ironica, il nostro grandissi-
te, sono stati tra i protagonisti mo esperto Enzo Rossi Roiss ha
più felici del Carnevale 2010 deliziato vari luoghi della città
della Compagnia de Calza, con le sue «priapeidi» e «vul-
inanellando nel nostro storico veidi» sempre sorprendenti.
campo di San Maurizio una se- Sono stati sette appunta-
rie di preziose ed allegre sera- menti, tutti coronati da suc-
te di balli, di racconti, di poesie cesso, che ci hanno impegna-
e di arte varia, con musiche dal to severamente ma anche soa-
vivo, che hanno colmato il vuo- giocare, una serie di numeri di nebbia, idee, spartiti, ambienti vemente deliziato, e che ci im-
to di appuntamenti giovanili in classe sul palco, e l’esuberan- e ispirazione. pongono di ringraziare tut-
città. A loro verrà presto il mo- za dei personaggi della Com- Come è stata un successo, an- ti i compagni de calza che co-
mento di consegnare le redini pagnia de Calza, con i Gemel- cora una volta, la quarta edi- me al solito hanno dato il loro
del comando della Calza. lini Casanova, la loro Mamma zione dell’ormai prestigiosa meglio con passione e dedizio-
Ma anche noi «vecchi» ab- e le loro imprese di volo, la dan- «Cavalchina» del Gran Teatro ne, e tutti quelli che ci sono ve-
biamo fatto quest’anno qual- za del ventre della conturban- La Fenice, l’appuntamento più nuti a trovare e si sono diver-
cosa di nuovo. Con l’amico re- te «Schiava Ranira» interpre- importante del Carnevale ve- titi insieme a noi. Ora non c’è
gista Antonio Giarola abbiamo tata ancora una volta dalla se- neziano, dove gli Antichi han- tempo per fiatare. Siamo già al
dato vita al primo «Gran Ga- ducente Giulia Renier, il po- no fatto da par loro i padroni lavoro per altri nuovi e impor-
la di Carnevale» nello splen- eta errante Paolo Fiorindo e il di casa, curando le animazio- tanti appuntamenti nei prossi-
dido Teatro Salieri di Legna- giovane Antonio Salieri (Lu- ni d’epoca, e dove il Gran Prio- mi mesi. E tra breve li annun-
go, nel veronese. Una scom- cas Christ) in guerra contro re, elegantissimo nel suo frac ceremo. Perché solo una cosa è
messa. Una sfida vinta. Un luo- Wolfgang Amadeus Mozart di paillette rosa, ha introdot- sicura: gli altri passano (peg-
go splendido, un pubblico cor- («Strunz») accusato di avergli to come si conviene la perfor- gio per loro), noi restiamo! Ba-
diale ed elegante, disposto a rubato, in una notte di alcol e di mance del grandissimo Ennio ci rosa a tutti dal Gran Priore. ◉
pagina 4 marzo 2010 anno 4 numero 26 IL RIDOTTO venezia san marco 2677 campo san maurizio

Carneval de Venetia MMX


galleria di Antichi ritratti
immagini di ilze jaunberga
venezia san marco 2677 campo san maurizio IL RIDOTTO marzo 2010 anno 4 numero 26 pagina 5

Carneval de Venetia MMX


galleria di Antichi ritratti
immagini di ilze jaunberga
pagina 6 marzo 2010 anno 4 numero 26 IL RIDOTTO venezia san marco 2677 campo san maurizio

È stato bellissimo, in-


credibile e visto il tem-
po ottimo quasi miraco-
loso. Ebbene sì I giovani anti-
chi, incredibile ma vero, han-
tante dell «Licet Insanire» (il
primo sono io ma non vi dico a
cosa mi riferisco) capeggiato da
Michele Moi (violino elettrico)
con Mattia Dalla Pozza (sax)
no fatto ben cinque giorni di
festa in campo san Maurizio
coinvolgendo decine, centina-
Licet Insanire con i Giovani Antichi Riccardo Terrin (tromba): show
musicale che unisce il dj-set
all’improvvisazione dal vivo
ia, migliaia di persone. Grazie di zanzorzi zancopè Priore de I Giovani Antichi di violino elettrico, sax, trom-
l'appoggio morale e fisico di al- ba e percussioni su basi electro-
cuni fantastici pazzi giovani jazz, electro-swing, house ed
sognatori e con la loro magni- elettronica, a dir poco travol-
fica energia abbiamo progetta- 1 genti ma attenti ai famosi «salti
to un nuovo palco, una nuova di Moi» che sfreccia all’impaz-
scenografia, e un nuovo spet- zata tra palco e pubblico saltan-
tacolo, Più luci, più colori, più do come una gazzella mentre il
giovani e più belli. Questi fan- Mago Nicola Calore fa appari-
tastici ragazzi sono Alessan- re ogni sorta di cose da chiun-
dro Burbank, Nicola Candre- que gli stia a tiro, incredibili sul
va, Michele Moi, Giovanni Mi- serio e instancabili di saltare da
lanese, unici nel loro genere e palco a palco, che sono riusci-
come dire questi folli non pos- ti a creare in un unico gruppo
sono rimanere al di fuori del una struttura completa di mu-
gruppo dei giovani è grazie an- sica, performance artistiche e
che alla loro genialità e alla lo- di intrattenimento: balli, musi-
ro forza di volontà che il «Licet ca e magia.
insanire» si è realizzato quin- I Geloso (3), con il loro indie–
di nomina stante li procla- rock bucolico strumentale ca-
mo «Giovani Antichi» hono- peggiati dalla narrazione di
ris causa per meriti sul campo. Nicola Candreva con Gabrie-
Partendo con discrete difficol- le Piazza (batteria) Nicola Mar-
tà logistiche dovute alla terri- chesin (chitarra) Claudio Ban-
bile burocrazia italiana che per 2 doli (basso): pathos, interpre-
fortuna – come dice il Procu- tazione e coinvolgimento de-
rator Grando Colo de Fero: «il gno di un palco teatrale. Le at-
suo bello è che non funziona» mosfere oniriche, con accenti a
– siamo riusciti a trionfare e ad volte duri, a volte giocosi, rac-
avere i nostri permessi, even- 3 contano un percorso emozio-
to unico anche questo, e siamo nale che oltrepassa i confini
partiti scatenandoci come se della dimensione reale e quo-
non ci fosse un domani. tidiana. I titoli dei brani danno
Le giornate si sono susseguite senso, o forse è più appropriato
come un tornado vorticoso con dire il non-sense, a questa schi-
picchi di delirio e attimi di cal- zofrenica e surreale linea musi-
ma. I gruppi e gli attori e i bal- cale, che parla senza l’uso del-
li si sono susseguiti senza dare la parola.
tregua a nessuno. Alessandro Poi come per incanto più di un
Burbank, magnifico pilastro centinaio di persone che balla-
e omogrosso della compagnia no mascherate grazie al Grup-
dei «Giovani Antichi», poe- po di Danze Popolari di Mar-
ta patafisico dell’ignoto eroti- ghera: Alvise Meo, Chiara
co, con i suoi Burbank band (1) Cecchinel, Christian Doni e
una banda di folli che sanno a Paolo Ticozzi, che con una pre-
memoria il Baffo vestiti tutti in stanza fisica non indifferen-
accappatoio come dei maniaci te hanno ballato e fatto ballare
dell’erotico sonoro meraviglie per ore e ore tutti i presenti e i
dell’impossibile – Alan Dal- passanti, volenti o nolenti.
co (chitarra voce) Stefano De Poi è la volta dei Bacaro Tour,
Marzi (Viola), «Il Bol» France- ska rock nonché trangugiato-
sco Gibaldi (artigiano e alchi- ri di ettolitri di birra, con Bru-
mista del suono) – musica e po- no «Brunello» Grandese, voce
esia, clitoridi volanti, erotismo Dario «Dada» Rosati, chitarra
anarchico e venezianità. Zigan Francesco «Ciccio» Ravagnan,
Caffè (2), secondo tronco por- batteria Tobia «Tob» Ronco,

Per le immagini ringraziamo: Giacomino Fammiunfiltro, Nicolò Drugo Milanese, David Angeli, Zanzorzi Zancopè, Nicola Candreva, Jurubeba, Mariodis Faber Alvarez, Francesco Quagliati.
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basso Pablo «Paul» Sanchez, tarra, Silvia Rova al aax e alto.


sax e cori Matteo «Lion» Lio- Belli come sempre, incasinati, e
nello, sax Nicolò «Nick» Mi- bravi. È il terzo anno che par-
lanese, tromba e cori Simone tecipano ai deliri in campo san
«Ciube» Dilaria, tastiere, tan- Maurizio (dei Giovani Antichi)
tissimo colorati e pieni di brio, da notare che il gruppo ormai
partiti con un eccezionale col- è uno dei più affermati di Ve-
po di scena, arrampicandosi fi- nezia e dintorni e inoltre si so-
no al secondo piano di un pa- no raffinati ed evoluti musical-
lazzo adiacente al palco, i tre 4 mente parlando (loro come per-
fiati hanno fatto la loro com- sone stanno regredendo ma
parsa musicale dal balconcino, non si può avere tutto, però dal-
per poi scendere in campo a rit- la teoria: «datemi mille scim-
mo di ska e continuare la frene- mie con una macchina per scri-
tica festa con testi in venezia- vere e scriverò la Divina Com-
no umoristici e di protesta ma media») uno di loro, Leonardo
anche di puro divertimento; il Calcaterra, ha creato con le sue
batterista «Ciccio» ha suona- mani una batteria «carretto»
to con tanta foga da far precipi- smontabile, ripiegabile, lumi-
tare pezzi di scenografia non- nescente, trasportabile e subi-
ché pezzi stessi della batteria, to pronta, una meraviglia della
in quell’occasione anche il pal- tecnica. Comunque spero e in-
co ballava. Comunque la gente 5 vito nuovamente i Funkazzisti
si è scatenata cosi tanto che a fi- a tornare tutti gli anni a venire.
ne serata ho ritrovato sui ma- Da non dimenticare che
segni del campo tre cellulari, quando meno ce lo aspettava-
due borse, tre mutande, scar- mo è entrata in scena la nostra
pe e rotoli di carta igienica. Mi- fantastica Giulia Renier (7)
tici. Edward The Crow, grup- che con la sua danza del ventre
po giovanissimo cosi giovane ha lasciato tutti senza fiato, co-
che neanch’io pensavo esistes- me al solito, la mossa del cam-
se quella data di nascita si sono mello ha mietuto almeno quat-
difesi molto bene dai «vecchi» 6 tro vittime accertate. Per ri-
musicisti (diciamo così) con il prenderci, con Nicolò Polesel-
loro rock blues in veneziano\in- lo aka Augustus Bastongran-
glese, con testi molto profondi e do e Cornelius Magoduro (8),
pregni di uno spirito giovane e abbiamo subito estratto i por-
combattivo; componenti: Omar nocchi per profetizzare le di-
Venza voce, Giacomo Mazzu- sgrazie o i successi dei presen-
cato chitarra, Francesca Memo ti, estraendo questa incredibile
batteria, Marco Centasso basso scienza esatta ma ermetica che
e cori, Pablo Sanchez sax. unisce l'erotismo, la preveggen-
Dalle lontanissime monta- za, Enzo Rossi Ròiss, i tarocchi,
gne discesi come i fiumi fino al- l'alcol e il misticismo. Probabil-
la laguna i Moebius (4), favolo- 8 mente mi sono dimenticato di
so gruppo originario di Tren- qualcuno (come al solito) ma
to dalla composizione strana ciò non importa perché la Com-
ma incredibilmente persuasi- pagnia de Calza «I giovani An-
va, gruppo con un ascendente tichi» ha in mente altri spetta-
incredibile capeggiato dal ro- coli e altre feste, e come non mai
mantico sassofonista rubacuo- pronti a entrare in gioco più ri-
ri Jacopo Giacomoni (che ci fre- gogliosi, più belli, più numero-
ga tutte le donne) con Antonio 7 si e più folli. Dopo questo mera-
Chemotti alla chitarra, Giama- viglioso successo un po rocam-
ria Stelzer al violoncello, An- bolesco ma bellissimo, abbia-
na Demutiis alla batteria e al- lo classico elettrificato e legger- chi sarà? chi sarà? sorpresa... mo deciso di fare qualcosa an-
lo jambe – durante la loro esi- mente distorto sassofono e bat- Funkazzisti (5) con l'ormai che al caldo magari questa esta-
bizione sono stati assaliti dal- teria jazz, genere che va dall’in- mitologico Sebastiamo Vascon te. Ovviamente non vi anticipo
le bellissime Marie (6) con tan- die all’onirico al rock-jazz. Ha e l'ingegnoso batterista Leo- nulla perché è bello sorprende-
to di ancelle e zio Bruno – han- anche lasciato una traccia in- nardo Calcaterra i due pila- re! Mille baci...
no scatenato in campo un deli- delebile sui cuori di molti vene- stri del gruppo insieme a: Fran-
rio internazionale di cori e bal- ziani e presto uno di loro verrà cesca Cracolici tastiera e vo- Zanzorzi Zancopè
li, con un genere musicale uni- nominato anche controvoglia ce, Francesco Placella al basso, Priore dei
co con chitarra blues, violoncel- Giovane Compagno de Calza; Francesco Quagliati alla chi- «Giovani Antichi».

Per le immagini ringraziamo: Giacomino Fammiunfiltro, Nicolò Drugo Milanese, David Angeli, Zanzorzi Zancopè, Nicola Candreva, Jurubeba, Mariodis Faber Alvarez, Francesco Quagliati.
pagina 8 marzo 2010 anno 4 numero 26 IL RIDOTTO venezia san marco 2677 campo san maurizio

speciale xviii festival internazionale di poesia erotica «baffo zancopè»


venezia san marco 2677 campo san maurizio IL RIDOTTO marzo 2010 anno 4 numero 26 pagina 9

speciale xviii festival internazionale di poesia erotica «baffo zancopè»

S i è conclusa trionfal-
mente di fronte ad una
folla osannante la diciot-
tesima edizione del Festival In-
ternazionale di Poesia Eroti-
della maggiore età del Festival
e dedicato a tutti i minori (o mi-
norati) celebranti le virtù dei
loro pigmalioni, si è classifica-
to Giandomenico Cagnone,
ca «Baffo Zancopè». Dei ven- costituzionalista emerito, stu-
ticinque partecipanti, prove- dioso delle tradizioni del nord
nienti da tutta Italia e quest'an- padano, con «È finito». I due
no anche dall'Inghilterra (le premi collaterali intitolati al-
scatenate Pantegane Eleonor la memoria del grande poeta e
& Lucy), la giuria de I Antichi amico Mario Stefani e alla Re-
a suo insindacabile giudizio ha gina delle Cortigiane di Vene-
trascelto tre poeti: al terzo po- zia Mafalda Malpighi sono
sto la deliziosa Roberta da Ve- andati, rispettivamente a:
rona con «I Consigli», kama- Paolo Fiorindo con la sepol-
sutra veneto espresso; al secon- cralmente erotica «Dea» (pre-
do posto Silvia Parma da Bolo- mio Mario Stefani) e al giova-
gna con «Diario di una Sbarbi- ne Alessandro Burbank con la
na Moderna» in versione can- scatenata «Il futuro della ma-
tata con orsetto di pelouche e sturbazione» (premio Mafal-
cellulare; al primo posto il ve- da Malpighi. Il Festival è sta-
neziano Nicolò Polesello con to incessantemente corrobo-
«Zoofilia» in bilico tra carto- rato dalla grappa della Di-
ni animati e disavventure da stilleria Bottega, sponsor uf-
letargo. Per il premio Papi, isti- ficiale de I Antichi, magni-
tuito quest'anno in occasione ficata da Donna Lucrezia. ◉
pagina 10 marzo 2010 anno 4 numero 26 IL RIDOTTO venezia san marco 2677 campo san maurizio

speciale xviii festival internazionale di poesia erotica «baffo zancopè»


Primo premio: Niccolò Polesel – Zoofilia Secondo premio: Silvia Parma – Diario di una sbarbina moderna
Mi avventuro nella selva È glorioso l'elefante Caro diario….
spinto dalla mia passione e mi guarda con disprezzo
vo cercando qualche belva a scappare è assai pesante Sono nel mio letto di flanella
che mi doni un'emozione inchiapparlo non ha prezzo C’è anche la abat jour a paperella
il cellulare dentro il comodino
Son poeta, è risaputo, Guarda lì il rinoceronte Il mio preservativo è lì sotto il cuscino
rinomato son dal volgo porta un fallo sulla fronte
cacciatore molto astuto solitario e un po' iracondo Oggi è stata una giornata molto dura
ogni sfizio al dì mi tolgo sol sin quando non lo sfondo A scuola mi son presa assai paura

Ma non caccio col fucile Che animal brutto è quello? La prof di mate è entrata in bagno sul più bello
non mi abbasso a tali gesta tutti dicono il cammello ha beccato me e la Ketty che eravamo col bidello
non son mica così vile ha due gobbe sulla schiena Io la Ketty ci stavam dando di brutto
è ben altra la mia pesta me lo trombo a pranzo e a cena E Matilde riprendeva proprio tutto
Sapevamo già a chi vendere il filmato
Ve lo voglio raccontare: Un'upupa colorata ...pensa, al babbo della Rosy, quello dell’ipermercato
gli animal mi piace amare! si ritrova deflorata
Ma non tanto castamente al saltare del canguro Sono una sbarbina assai moderna
non ci troverei un bel niente già mi viene il cazzo duro Al passo coi tempi , di corsa, alla scoperta
Di tutto quello che la vita mi può offrire
Voglio proprio possederli Della lonza e del furetto Prendo il meglio... Anzi no, me lo faccio regalare
un po' tutti devo averli io m'intrufolo nel retto
non importa se son tanti con la timida gazzella Caro diario, io ti devo confessare
marsupiali o ruminanti mi s'ingrossa la cappella Del futuro non mi devo preoccupare
me li trombo nel poema Seppur giovane ho già un bel gruzzoletto
senza farmi alcun problema Col fagiano colorato un computer, una web cam ,e lo specchio sopra al letto
già mi sono sollazzato
Gli animali del mio bosco dalla morbida civetta che gran cosa credi è la tecnologia…che figata!
sono molto spaventati io pretendo una pugnetta [ assieme alla telefonia
si nascondono nel fosco non ci sono più confini ne barriere
per non esser molestati Con la tigre e col leopardo ora mi posso toccare anche davanti al barbiere
è amore al primo sguardo
Io però che son più furbo un torbida passione Ho un bel vestito rosa scacchi
mi camuffo da marmotta rendea il bosco meraviglia E tra un po’ metterò i miei primi tacchi
mi avvicino mi masturbo ma una grande delusione E Se tutto fila liscio anche quest’anno
e ai più lenti do una botta scatenò un parapiglia Farò il primo seno nuovo proprio verso capodanno

Se la bella tartaruga Mi lanciai in un cespuglio Sono una sbarbina assai moderna


non si affretta a dipartire tra le frode fui letale ma coi suoi valori, nel cassetto dei tesori
interrompo la sua fuga venne fuori dal subbuglio Anch’io un giorno avrò una casa, ed un solitario al dito
e per un po' dovrà soffrire una guardia forestale
E un gran bertolo di marito Che mi dirà
La mia calda lingua lenta Mi arrestò e mi mise in cella [ “Quando ti infighisci mi stupisci”
scava dentro la pelliccia poi mi fece processare
un po' tutti li tormenta pagai multa e poi parcella
finché il pelo non si arriccia non smettendo di pensare
che anche l'orso
Il cinghiale setoloso andrà in letargo
con quel posterior peloso con il culo
mentre rumina le ghiande un po' più largo.
già mi calo le mutande
venezia san marco 2677 campo san maurizio IL RIDOTTO marzo 2010 anno 4 numero 26 pagina 11

speciale xviii festival internazionale di poesia erotica «baffo zancopè»


Terzo premio: Roberta da Verona – I consigli Premio «Papi» prima edizione: Giandomenico Cagnone – È finito
I le ciama passera, topa, mona, figa... Sempre duro mi fu, ed ora è molle.
l'è quel ciuffo de pel con in meso na riga. Questa siepe di peli, che da tanto
Tanti no i sa che par ben usarla io rimiro sbiancata il glande esclude.
bison prima risveiarla! Ma sedendo e mirando interminati
Un bel lavoro co la manina orgasmi di là da quella e sovrumani
e la diventa bela caldina... ululati e profondissima quiete
se po ghe metemo la boca io nel pensier mi fingo; ove per poco
vedarì come la se gode la gnoca! il cul non si spaura. E come il vento
Na olta bagnada... odo stormir tra questi peli, quelle
l'è pronta par essar penetrada, infinite trombate a questa gora
ma stasì a partir de bruto vo comparando. E mi sovvien Noemi
e metarlo drento tuto e della moderna pompetta i fasti,
partì pian pianin e Patty , quella che pagavo cara
ogni tanto un tochetin per fingermi gagliardo e trombazzone.
e per un gran finale In questa morta stagione io che resto
sbatighe in costo anca el bale! senza congegni, pillole e viagra
L'è un dono de natura vo governardo stanco, e omai scazzato
la fa vegnir la renga dura, annego il pensier mio nella passata
sia i giovanoti che i attempadi figa che fu, e per lo più pagata.
la diventar bei arrapadi. E il naufragar m’è gramo in questo mare.
se seguì ste dritte che ve go dà
sarì amanti da primà...
e un ultimo consiglio sempre dito in dialeto
finché la ciavì , un diel nel culeto...

distilleria bottega - grappa alexander - vino dei poeti

dal 1993 sponsor ufficiale de i antichi


pagina 12 marzo 2010 anno 4 numero 26 IL RIDOTTO venezia san marco 2677 campo san maurizio

speciale xviii festival internazionale di poesia erotica «baffo zancopè»


Dea (Delitto d’amore) saprei e vorrei
Premio «Mario Stefani»: Paolo Fiorido – Dea (Delitto d’Amore) e ti muovi
Dea e mi
la prima e la sola Dea (antefatto) Sono passati quindici anni, ma ricordo ancora cerchi
la pura la vergine e pia tutto, perfettamente, come fosse ora. (...) La luce di quella unica però non ti vedo
la mia candela color oro ebbe un fremito, un sussulto proprio mentre lei e mi trovi e mi fai
rosa dei venti si toglieva di dosso l’ultimo lembo di pizzo finemente ricamato. Io e ti sento che mi ami
di carne e di spine non saprei scrivere di me, di quello che ho fatto, di quello che lei mi che ti amo e
l’infanzia il principio e la fine ha costretto a fare. Scrivo di lei, della sua pelle immacolata, senza che gemi
di pieghe, del suo corpo incolore, dei suoi lunghi chiari capelli d’avo- che piangi che ridi e che tremi
me e della vita rio adagiati su quel lenzuolo rosso, rosso veneziano. So solo che un che soffri e che godi
la mia irreale soffio di fiato spense la fiammella che ancora ci disegnava e che sudi -
così addosso confusi confini di ombre. Fu quella l’ultimo attimo che le così
parlai, che la toccai, che ci consolammo insieme nella gioia, nella per oggi stanotte per ieri e
viva disperazione e nel pianto. L’uccisi, poiché mi aveva tradito. [ domani
di buio di sole di notte Misi sotto il suo cuscino, nella bara, la mia più bella lirica d’amo- e per sempre e per mai
nell’alba che arriva re, che lei stessa a suo tempo aveva ispirato. E poi... quindici an- così sia
ancora una volta per niente ni maledetti! Qualche settimana fa ho incontrato una donna... ci con te
ma lascia ch’io viva amiamo, vorrei scrivere anche per lei una nuova poesia d’amore che sei mia
che sfiori leggero i tuoi seni ma... ho capito di non esserne più capace e così, l’altra notte, sono per me che son tuo
divini andato in cimitero. Ho aperto la bara e mi sono ripreso la mia po- per questo pugnale
nel buio esia d’ amore. che taglia che fende
e che beva che
il tuo latte insapore incolore e anch’io ti ho e che mi hai incide che prende che uccide
insipido amaro adesso che che ti so e che mi sai la carne di Dea
di Dea che finisca
più prezioso dell’oro e che muoia e scompaia
fin quando si plachi la sete d’un tratto l’amore
e il tuo seno si asciuga la lama
e l’amante potente
la bocca che nutri che penetra il cuore e che prende
sia sazia e che vada il respiro il sapore il calore
e che lenta [ del sangue
si sposti la lingua di schiava innocente
e che oblìo
cada
su labbra dischiuse amare e io
di bava e saliva ho
e che viva di gocce di rosa ucciso la Dea
d’ orrore - delitto
amore e di Dea castigo dolore supplizio
e così sia dannato in eterno
che mi dai e mi togli macchiato di sangue incolore
e ti tolgo e ti dò [ insapore
anche la mia inamore
di bocca di mano insipido amaro
e di sangue insapore incolore di Dea
insipido amaro
di Dea la mia
freddo la
ghiacciato gelato prima e la sola
e poi tiepido caldo bollente la pura la vergine e pia
che sciogli con mani per oggi per ieri per sempre e
con dita [ per mai
leggere ora sì
sicure impazienti sottili che sei Dea.
[ sapienti gentili
di Dea E sei mia.
venezia san marco 2677 campo san maurizio IL RIDOTTO marzo 2010 anno 4 numero 26 pagina 13

speciale xviii festival internazionale di poesia erotica «baffo zancopè»


Premio «Mafalda Malpighi Regina delle Cortigiane di Venezia»
Alessandro Burbank – Il futuro della masturbazione
Quale sarà, dunque, il futuro della masturbazione?
quest’arte manovale in cui siamo tutti maestri
e con la quale teniamo allenata la mente ma anche i coglioni?
Se per ogni dannata azione corrisponde
uno stramaledetto bottone?
Pulsanti tecnologici che cambiano canale al televisore,
Levette per azionare il contatore
bottoni più volte premuti per suonare il campanello
ma per menarsi l’uccello? NO! voglio lo sforzo sovrumano
di render lode alla mia sferza
desidero con ardore stringere, brandire...
...la cornetta del telefono
sentire l’odore delle pagine di un libro
o il caratteristico sfogliarsi del giornale
Dove stiamo andando fratelli?
Forse verso masturbazioni wire-less?
NO! Voglio ancora immaginare
chiudermi in bagno ed ascoltare
il mio manganello agitarsi contro l’aria
ed aspettare gli schizzi caldi sfiorarmi la mano...
e non appena la cappella
esalerà quell’ultimo respiro (coriandoli)...
...risorgerò nel mio glorioso sperma...
e non aspetterò 3 giorni per riapparire
durante l’agognato godimento
tanto su-dato (anzi su-e-giù-dato)
ricomincerò! e volerò! sulle tue ali pelose
Pene mio!
Stringendomi alla verga come s’abbracciassi mia madre,
con tanto amore da esplodere in atomiche convulsioni
Pene mio!
preparati pene preparati stai pronto!
Stiamo volando verso vorticose fessure
verso sessi femminili a pieno diritto
verso l’orgasmo fino al soffitto!
Si Siiiiiiiiiiii! Vorrei soffriggerti nel mio sperma
golosa vongola-vagina
Si Siiiiiiiiiii! Fammi entrare a leggere le iscrizioni primitive
nascoste nel tuo ventre
Si! leccamelo tutto! questo venoso ceppo Oh Ninfa del Boschetto
Scah...ppellamelo Venere coi tuoi baci
e io vedrò, vedrò l’olimpo di un orgasmo
farò visita a giacigli delle principesse di tutte le fiabe
tenendo per ultima Biancaneve
che
inonderò con la forza di un vulcano
lentamente
di sborrata lavica incandescente!
al suo cuore pene mio, devi puntare!
al suo cuore pene! voglio il suo cuore!
AHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!
(coriandoli ovunque)
pagina 14 marzo 2010 anno 4 numero 26 IL RIDOTTO venezia san marco 2677 campo san maurizio

Varda ti! I carnevali degli altri


racconto per immagini di giorgio bertossi

P resi come siamo dalle nostre attività va poi a finire che del
carnevale degli altri vediamo ben poco. E anche se quel po-
co ci piace poco, almeno c’è qualcuno che ci aiuta. Il caro
amico Giorgio Bertossi, fotografo appassionato, ha rovistato nel
suo archivio accondiscendendo a pubblicare questa panoplia di
immagini variamente datate dal presente in giù. Nella pagina che
segue il grande Sebasex ha scattato lo svolo de la pantegana. ◉
venezia san marco 2677 campo san maurizio IL RIDOTTO marzo 2010 anno 4 numero 26 pagina 15

I carnevali degli altri: el svolo de la pantegana


immagini di sebastiano sebasex casellati
pagina 16 marzo 2010 anno 4 numero 26 IL RIDOTTO venezia san marco 2677 campo san maurizio

Cartoline dall’altra sponda Tanti Auguri!!!


da Capodistria david vatovec

La Loggia di
I l 25 marzo Venezia compie
gli anni, secondo tradizio-
ne. Sulla leggendaria data
di nascita scrive Marin Sanu-
do, in De Origine Urbis Venete
Capodistria et Vita omnium Ducum Vene-
tiorum: «La cità di Veniexia al
Si affaccia al presente in Italia primaria e po-
Palazzo Pretorio tentissima ne la region di Vene-
che abbiamo visto tiam, nell'intimo sino dil mare
nell'ultimo numero. Adriatico situada, ne le aque
Purtroppo oggi
vuota, un tempo
la loggia ospitava
dibattiti politici
e di importanza
per il comune a
cui tutti potevano
partecipare. Poi,
dopo la caduta
veneziana fu
trasformata in caffè
elegante.
Adesso in piena salse et torniata di paludi,[...]
democrazia e ne l'anno dil 421 al zorno vige-
Unione Europea simo quinto di marzo ave prin-
rimane appunto cipio non da pastori, come ave
vuota - perché le Roma, ma da potenti e nobeli,
decisioni importanti i quali fugendo la persecutione
si effettuano a porte di Athila, [...] a dì XXV di mar-
chiuse da pochi eletti zo, in dì de vènere, zercha hor-
(in tutti i sensi). ra di nona, acendendo come
Un nostalgico saluto ne la astrologicha figura apar
a tutti i veneziani (vedi sopra), gradi 25 di Can-
di cuore dall'altra cro, posta la prima piera di fon-
sponda! damenta, come molti scrive,
David di la chiexia di san Iacomo de
Scattata il 28 Rivoalto...» Millecinquecen-
febbraio 2010. toottantanove compleanni! ◉

U scirà a fine marzo


l'ultima produzione di-
scografica del Principe
Maurice a cura del produttore
Baxx su etichetta D-Star e di-
Nuovo cd per il Principe Maurice, a fine mese L'atmosfera è inevitabilmen-
te elegante e sensuale e, tran-
ne nella suggestiva versione
«a cappella» (cioè quella do-
ve ci sono solo le voci senza ac-
stribuito in tutta Europa dalla compagnamento musicale) il
Self. Il titolo del cd è «No strong ritmo è incalzante. Del brano
enough» (si legge «no strong sono state realizzate dieci ver-
inaf» e si traduce come «non sioni da dj di fama internazio-
abbastanza duro»). nale e la promozione comince-
È un brano più recitato che rà durante l'evento di teatrodi-
cantato (in inglese) che rac- sco «La favola» in program-
conta di un viaggio nel qua- ma alla discoteca Extra-Ex-
le il protagonista desidera rag- tra di Padova e proseguirà a
giungere il suo amore ed è an- Milano, in molti locali di pre-
sioso di riabbracciarlo, di dan- stigio in Italia, Francia, Spa-
zare tutta la notte e di attende- gna, Germania e Inghilterra,
re l'alba per vedere i primi raggi a Londra. Notizie ulteriori sui
di sole baciarne il volto gioioso siti di myspace e facebook de-
ed appagato. dicati al Principe Maurice. ◉
venezia san marco 2677 campo san maurizio IL RIDOTTO marzo 2010 anno 4 numero 26 pagina 17

Andiamo al Circo!
E ra il tardo pomerig-
gio del 19 luglio 1954.
La stazione di Santa Lu-
cia si preparava ad accoglie-
re un treno speciale, di quelli
Chapiteaux galleggianti: il Circo Togni a Venezia I
di valeria bolgan
bandiera italiana nomade per
definizione da vantare nelle
tournées europee. Un univer-
so intero, storicamente viag-
giante, fascinoso per defini-
che la memoria di nessuno, for- zione, custodito all’interno di
se, osava ricordare. I passegge- uno scrigno di tela verde. Ac-
ri delle carrozze parlavano una carezzato dal silenzio ovattato
lingua d’altri tempi o forse par- di una notte da poco iniziata la
lavano un’altra lingua e ba- grande famiglia del circo lavo-
sta, fatta di ruggiti e pachider- rò per ore silenziosa, abbigliata
mi che salutavano i veneziani con quel misterioso fascino an-
sventolando le proboscidi dai cestrale da sfiorare l’eterno ti-
finestroni. pico dei viaggianti. La mattina
Per la prima volta il centro seguente, il 20 luglio, il popolo
storico della città lagunare dei fermi trovò eretto in Cam-
avrebbe ospitato uno spettaco- po S. Polo il grande Circo Na-
lo con la S maiuscola, che anda- zionale Togni con poltroncine,
va oltre il teatro di tradizione, pista rigorosamente di segatu-
che oltrepassava quella risata ra, attrezzi ai limiti della follia,
ad arte che il cinema aveva in- quelli che rendono possibile al-
segnato tramite i nomi immor- le sapienti abilità dei circensi
tali del cali- ciò che nor-
bro di Char- malmente
lot, che en- sarebbe im-
fatizzava il possibile ai
varietà fi- più. E come
no ad allo- la più anti-
ra tanto am- ca tradizio-
mirato. Ep- ne voleva,
pure non era non mancò
teatro, né ci- nemmeno la
nem a , né parata fat-
ava nspet- ta di artisti
tacolo. Non e animali ad
era palco- annunciare
scenico mu- le prodezze
sicale an- di uno spet-
che se quel- tacolo d’al-
le pareti (di- tri tempi.
ciamo co- Tra le cal-
sì) avevano li che respi-
conosciuto ravano i fa-
i miti cano- sti artistici
ri e sportivi della Sere-
dell’epoca. nissima Re-
Erano tutti lì, i veneziani, ad Momenti della sfilata veneziana del Circo Togni nel luglio del 1954. Gli elefanti pubblica, a capitanare la sfilata
attendere l’arrivo di una sor- sul Ponte degli Scalzi li potete vedere in movimento (filmato 8 mm del prof. di sinuosi arabi e bianchi di Li-
presa che prometteva di brilla- Alviano Boaga) qui: http://www.youtube.com/watch?v=6MEwe6XL_ck pizza, eleganti pachidermi, leo-
re non soltanto di lustrini dan- ni e tigri del Bengala, lui, Prin-
do vita ad un evento da desti- mica, funamboli che avevano tina di artisti divisi per spe- cipe sovrano dei felini, la leg-
nare alla storia. Tra i vagoni di sancito segretissimi patti con cialità e uniti da una passione genda Darix, erede universale
quel treno la historia più anti- la gravità in persona, clown fi- che poi, in fondo, è la Vita per di un’arte senza tempo nel cuo-
ca del circo italiano. Sempli- gli di una scuola comica presti- chi sceglie la pista come sen- re vivo di uno chapiteau... ◉
ci vagoni, quelli, non lo erano giosa nel nome di Ercole, il vec- tiero su cui passeggiare: era-
mai stati. Acrobati che sapeva- chio Tete, e tutta la severa tra- no loro l’anima del Circo To-
no sfidare le leggi della fisica e dizione della più rigorosa e leg- gni, quello che aveva ottenuto
vincerle, giocolieri che hanno gendaria dinastia di domatori il prestigioso titolo di Naziona- continua
scardinato quelle della dina- italiani: i Togni. Una cinquan- le da Vittorio Emanuele III. La nel prossimo numero...
pagina 18 marzo 2010 anno 4 numero 26 IL RIDOTTO venezia san marco 2677 campo san maurizio

L o dice anche Colo de


Fero: «Anni fa, alle pri-
me edizioni del festival
di poesia erotica dei Antichi,
Cronache dal contado.
Dove anche la miseria è un lusso.
vano seduti e ridevano. Poi pe-
rò la smise e mi disse: «Dai, sa-
li in macchina che torniamo a
casa.»
ci pareva di essere troppo esa-
gerati nei termini. Oggi inve-
ce la realtà ci ha superato... non
Avventure on the road: Via dei Campi «No – risposi – guarda, sono
stato seduto per ore, ho voglia
di fare due passi, vado a casa a
l’avremmo certo immaginato. dal nostro corrispondente a Torre di Mosto paolo fiorindo piedi.»
Già. E Colo de Fero, priore Loro rimasero lì, e io presi la
onorario della Compagnia de via dei campi. Che conoscevo
Clza I Antichi, vive al Lido. E ra mi trovavo con gli amici al a far passare inosservata la mia benissimo, ma che di notte era
il Lido è la Venezia di Venezia. bar, e l’unica nostra risorsa per assenza notturna (che illuso). tutta un’altra cosa. Anche se
Cioè, per capirsi, se Venezia è stemperare la noia dell’apatia Poco meno di due chilometri c’era la luna quasi piena che il-
una città-isola magica fuori dal paesana era dire stupidaggini da casa mia, sulla provincia- luminava tutto con la sua luce
mondo, il Lido è l’isola magica e bere. Quella sera arrivò il Ti- le ma sempre in piena campa- di cenere, avevo terrore degli
di Venezia. zio, con la macchinona, assie- gna, il Tizio alla guida fermò uccelli spaventati che svolaz-
Ci siamo capiti, no? me ad altri due. Mi videro (ave- il macchinone. Scese, si acce- zavano qua e là, e di scivolare
Una lingua di terra effime- vo il bicchiere in mano) e mi se una sigaretta e si appoggiò al nella guazza e cadere nel fos-
ra e lieve sospesa nell’incredi- dissero di salire, che saremmo cofano, mentre gli altri due ab- so, che in quella stagione pote-
bile, certo, col suo bel va e vie- andati a bere una cosa all’auto- bassarono i finestrini. Poi si av- va essere pericoloso perché era
ni di una bella cifra di variega- grill dell’autostrada per vedere vicinò a me (che ero ancora un pieno d’acqua.
ta umanità, certo... ma anche gente nuova. Una cosa svelta, ragazzo, il più giovane di tutti, Non so se fu un caso, oppu-
un posto senza affanni e sen- saremmo tornati subito. e avevo ancora in mano il bic- re destino, ma quella fu l’uni-
za stress, dal quale si può anco- Salii in auto, col bicchiere in chiere con cui ero partito), che ca sera in vita mia che andai a
ra riuscire a ragionare e a vede- mano, ma il trio mi svelò subi- stavo seduto davanti. Mi guar- puttane. E che capii che non era
ci chiaro su come va il mondo. to le sue intenzioni: «Andiamo dò con un certo interesse, alla mestiere per me.
Anch’io abito in un’iso- a tanapu, e tu vieni con noi.» luce della luna. Buttò la cicca Qui in paese siamo ancora
la. L’antica isola di Melidissa, Lì per lì volevo scendere al nel fosso, si avvicinò e mi disse: un po’ isolati, non solo mental-
(in medio lidis), divenuta ter- volo, ma poi mi rassegnai. La «È tutta la sera che ti guardo. mente, e passeggiatrici lungo
raferma dopo grandi lavori tournée fu lunga, attraversam- Che bello che sei, sembri una le strade non se ne sono anco-
d’arginatura e bonifica. E an- mo ben tre province: Venezia donna!» e allungò una mano ra mai viste.
che qui è rimasto ben presen- (quella della partenza) Porde- per toccarmi il viso. Quei tre sono ancora che gi-
te quell’atavico senso d’isola- none (città) e poi Treviso (sini- «Aspetta che scendo» gli ri- rano, ogni tanto. Gli chiede-
mento (un’isola gli tocca essere stra Piave). I tre conoscevano sposi, alzando il finestrino rò se vanno ancora a “tana-
isolata per forza, lo dice il no- molto bene i luoghi frequenta- con la manovella e aprendo la pu”, ma non so se me lo diran-
me stesso) che ci fa dividere il ti dalle graziose, ma caso vol- portiera. no: ora sono tutti e tre sposa-
mondo tra noi (paesani) e gli le che quella sera fosse, come Poi non mi ricordo più be- ti con figli e non abbiamo più
altri, quelli di fuori. Senza ren- avrebbe detto il Vate pescarese ne, mi pare che lui mi fece una la confidenza di una volta. ◉
derci conto invece che quel- del Vittoriale, «sficatissima». mossa, mentre gli altri rimane-
li fuori siamo proprio noi. Sa- Insomma, per farla breve, più
rà forse per questo che quando di cento chilometri di ricerca,
ci avventuriamo per le prime compresa qualche sosta
volte nel mondo poi facciamo per ricaricarsi di bibita,
sempre le nostre belle figure da con un unico esito: put-
campagnoli ingenui. tane zero.
Vabbè, il tema era un altro: Il panettiere di Vittorio
volevo parlarvi di signorine, di Veneto apriva alle quattro e
graziose, di passeggiatrici, di mezza di mattina: arrivam-
puttane insomma. Qui al mio mo puntuali per le brioches
paese non ce ne sono. Cioè, cal- calde, mentre il caffè lo pren-
ma, prima di tirare giù anche il demmo al ritorno, al grill
soffitto dal ridere... per la stra- dell’autostrada che di
da intendevo. Non se ne sono solito raggiungevamo
mai viste, qui, ed è per questo per una stradina sul
che gli aficionados devono an- retro, saltando la tran-
darle a cercare altrove. senna che avrebbe dovu-
Successe anche a me, una se- to tenere lontani i malan-
ra d’estate. Ero ancora un ra- drini notturni. Poi risa-
gazzo, avevo forse il motorino, limmo in auto, mentre
non facevo ancora teatro ed già disperavo di poter
ero studente, ma qualche sol- tornare a ca-
darello in tasca ce l’avevo per- sa ancora
ché d’estate facevo la stagione col buio
nella fabbrica dei polli. Alla se- per riuscire
venezia san marco 2677 campo san maurizio IL RIDOTTO marzo 2010 anno 4 numero 26 pagina 19

Q ualche mese fa ho
avuto la fortuna di sta-
re ad Istanbul. Solo per
qualche ora, però. Era
una tappa del mio strano viag-
Dal mondo: la supremazia del baklava
dal nostro corrispondente a New York michael krondl
uno spessore così sottile, figu-
riamoci decidere dove quando
e se aggiungere farina. Ci vuo-
le almeno un anno di pratica,
se non di più, per riuscire a ti-
gio europeo – crociera mi pare rare la pasta come si deve; al-
un po' esageratamente lussuo- ficio molto high tech, con alle del mattino. I lavoranti pren- cuni non ci riescono mai. Spas-
sa come parola – a bordo della spalle la gigantografia del suo dono un grumo di pasta di gra- sionatamente la famiglia Gül-
Princess, di cui i meno smemo- papà, Faruk Güllü, che lo guar- no del peso di circa un chilo lü confida di non avere alcuna
rati tra voi ricorderanno il rac- da serafico. che fuoriesce dalle impastatri- ragione sentimentale o affetti-
conto pubblicato nell'autunno Fatih sembra più giovane ci meccaniche e lo infilano tra i va o tradizionale per continua-
scorso proprio su queste pagi- dei suoi trentuno anni e, no- rulli di quello che sembra una re a lavorare a mano la sfoglia:
ne. Oltre all'impellente neces- nostante sia stato in piedi tut- macchina per le lasagne deci- semplicemente non riescono a
sità di evadere dalla nave, dai ta la notte a supervisionare la samente molto grossa. Il risul- trovare una macchina che sia
suoi ritmi, dai suoi passeggeri e produzione, è fresco e vivace, e tato è un sottile foglio di pasta, in grado di farlo. Se la pasta,
anche dall'equipaggio, ero co-
me sempre spinto dalla curio-
sità riguardo i confini, le nazio-
nalità, il linguaggio e la cuci-
na. Tutte cose che in una me-
ganave di linea è molto diffici-
le trovare.
Così mi sono arrangiato per
visitare il più grande pasticcie-
re di baklava di tutta la Turchia
e deciso di non slogarmi le ver-
tebre cervicali nel tentativo di-
sperato di ammirare le mera-
viglie di Hagia Sophia in una
manciata di decine di minu-
ti. L'osso del collo però l'ho ri-
schiato lo stesso, a bordo di un
taxi che sicuramente aveva un
doppio guasto: uno al pedale
del freno e uno, più grave, al-
la molla di ritorno del pedale
dell'acceleratore.
«Avresti dovuto arrivare più
presto!» Così mi accolto Fatih
Güllü, sull'uscio del suo gigan-
tesco laboratorio di baklava, e
a me stavano ancora tremando
un poco le ginocchia per la cor-
sa in taxi. Erano le 9.15. Ma più interamente entusiasta del suo ma questo non è ancora lo yuf- yufka, viene fatta a macchina
presto, nelle intenzioni di Fatih mestiere ereditario: «Ero sicu- ka (o phyllo, come lo chiamano i occorre per forza usare una fa-
Güllü significa le tre del mat- ro che, Bismillah (a Dio piacen- Greci e le riviste femminili nel- rina più grossa e più dura; e la
tino, quando tutto lo stabile è do), avrei fatto questo lavoro: le rubriche di cucina) quella fo- caratteristica dei baklava pro-
in preda ad un'attività freneti- fin dall’età di tre anni» affer- glia leggerissima di strati sot- dotti in questo modo è una pa-
ca. Non c'è niente di pittoresco, ma con una certa gravità. Fa- tili come buccia di cipolla ne- sta più spessa, più dura e neces-
niente di bizzarro, niente di an- tih Güllü rappresenta la sesta cessaria per fare i baklava e gli sariamente più fragile.
tico, nei settemila (dico: sette- generazione della famiglia nel altri pasticcini similari. Nello «Quando mangi un baklava
mila) metri quadri dello stabi- ramo baklava, e si è fatto tut- stabilimento Güllüoğlu la fase fatto da noi, si scioglie in boc-
limento Güllüoğlu nella peri- ta la gavetta: dal pulire i pavi- successiva è fatta tutta a mano. ca» è la spiegazione non per-
feria di Istanbul. Tutti gli im- menti al servizio ai tavoli e fi- Si taglia la sfoglia in dieci parti fettamente imparziale di Fatih.
pianti di produzione dei pro- nalmente passando alla prepa- si infarina e si tira la pasta ag- «Non devi mordere. Ma quan-
dotti da forno del genere bakla- razione dei dolci. «Un baklava giungendo farina se e quando è do un baklava è fatto di farina
va sono ospitati in un enorme è come un’opera d’arte – mi di- necessario: è in questa fase che dura è come mettere in bocca
scatolone bianco simile ad una ce – in un pezzo di baklava ci l’occhio e la mano dell’esse- un pugno di spilli».
spropositata ed anonima zol- sono trentacinque strati di pa- re umano battono ancora i ro- Non sono sicuro che spin-
letta di zucchero, che potrebbe sta. Imparare a farlo è come an- bot. Si tira la sfoglia fino a che gerei così avanti, ma devo di-
stare bene ovunque, anche sul dare all’università: ci voglio- lo spessore non si misura più re che la delicatezza dei bakla-
Terraglio. Fatih amministra no anni per imparare». Il pro- nemmeno in millimetri, ma va Güllüoğlu è decisamente e
il suo lavoro quotidiano da un cedimento per fare i baklava in micron, e nessuna macchi- infinitamente superiore alla
ufficio al primo piano, un uf- comincia nelle primissime ore na può misurare e maneggiare gommosità e all’umidore
pagina 20 marzo 2010 anno 4 numero 26 IL RIDOTTO venezia san marco 2677 campo san maurizio

appiciccaticcio dei baklava che il governo turco presentava al


trovate in giro per il mondo. Consiglio dell’Unione europea
Non ci sarebbe bisogno di le sue vibrate proteste.
dirlo, ma io lo dico lo stesso: i Causa scatenante, oltre a mil-
Turchi non sono gli unici al le anni di storia anche sangui-
mondo a fare i baklava. Il dol- nosa, un poster della presiden-
ce è diffuso in tutte le regioni za dell’Unione Europea con il-
un tempo dominate dall’impe- lustrati i dessert dei venticin-
ro Ottomano e raggiunge an- que membri. Bella idea, dol-
che la Persia, che gli Ottoma- ce anche, se non fosse stato che
ni non hanno mai conquistato. in un angolino, in piccolo, un
È probabilmente il più diffuso piccolo baklava rappresenta-
elemento comune in più di una va Cipro.
dozzina di paesi, con almeno Lo so, capisco che secoli di
cinque religioni diverse e una storia sanguinosa fanno sal-
babele di lingue differenti. Si tare la mosca al naso – anch’io
sarebbe portati a credere che vengo da una nazione che è
questa tradizione così diffu- stata dominata, e mica con le
sa e questo piccolo rombo dol- buone maniere, da molti stra-
ce di pasta, zucchero, mandor- nieri, inclusi per un po’ di de-
le, nocciole o pistacchi, possa- cenni anche gli Ottomani, at-
no in qualche modo tenere uni- torno al 1618 – ma mi dà una
te tutte queste culture differen- profonda e disperante tristez-
ti. Ma ci sono differenze sotti- za pensare che non si possa
li, quasi impercettibili, che fan- trovare un punto d’accordo in
no, appunto, la differenza. Fa- una cosa così deliziosa e non
tih racconta che i turchi non sostanziale come un baklava.
amano molto i baklava siriani, Come, appunto, se non ci fos-
e che i siriani contraccambiano se più un futuro per il genere
sentitamente il fastidio. Detta umano. Eppure sembra esser-
così sembra facile, ma lo scio- ci un barlume di speranza, an-
vinismo culinario ha preso po- che se la maggior parte dei pa-
chi anni fa una piega da teatro sticceri di Istanbul marciava-
dell’assurdo. no ostentando il loro nazio-
Nel 2006 in prima pagina nalismo alcuni di loro hanno
sull’ Hürriyet, uno dei quoti- sollevato cartelli con la scrit-
diani turchi più diffusi, si leg- do di «il baklava è turco». Al- clami il suo tesoro naziona- ta: «il baklava dovrebbe unir-
geva: «Cresce la tensione sul la conferenza stampa, il pre- le. I Turchi hanno portato con ci, non dividerci». Bismillah. ◉
baklava, proteste a Istanbul»: i sidente dell’Associazione dei loro i baklava in ogni regione
pasticcieri turchi erano in agi- produttori di baklava e des- dell’Asia centrale. Ci sono do-
tazione e alcune centinaia ave- sert, Mehmet Yildirim, aveva cumenti ufficiali che provano www.spicehistory.net
vano in programma una mar- dichiarato: «è giunta l’ora che che il baklava appartiene a pie- traduzione e adattamento
luca colferai
cia sul centro della città al gri- la Turchia sollevi la testa e re- no diritto alla Turchia» Mentre

Anch’io voglio fare i baklava!


Ingredienti per sei persone (anche meno se siete golosi). Forse è meglio non mettersi a preparare la pasta (yufka) fin dall’inizio, quindi, visto che in ogni
caso non riusciremo mai ad eguagliare l’originale, prenderemo: mezzo chilo di pasta fillo o di pasta sfoglia (anche surgelata); quattro etti di mandorle
tritate; due etti di pistacchi tritati; cannella in polvere; due etti di burro. Per lo sciroppo, che deve essere dolcissimo: mezzo etto di miele; mezzo chilo
scarso di zucchero; 300 ml di acqua; due cucchiai di succo di limone. Ci serviranno anche: una teglia da forno rettangolare con i bordi alti, un pentoli-
no, un cucchiaio, un pennello da cucina, un mattarello, un coltello molto affilato, e un po’ di farina se avete comprato la sfoglia normale.
Per prima cosa si prepara lo sciroppo di zucchero, facendo sciogliere a fuoco dolce lo zucchero nell'acqua, con il miele ed il succo di limone (filtrato). Do-
po qualche minuto di cottura, quando comincia ad addensarsi e vela il cucchiaio, va tolto dal fuoco e lasciato raffreddare in frigorifero.
Ora preparate il dolce. Imburrate lussuriosamente una teglia da forno. Se usate la pasta fillo è un’operazione rapida: scartate la confezione e dispone-
te un solo strato di pasta. Spennellate di burro fuso. Ripetete per altre quattro o cinque volte arrivando così a cinque o sei strati di pasta imburrata. Se
avete comprato la pasta sfoglia e non la fillo, prima dovete lavorare un poco: dividete la pasta in una dozzina di parti e tiratela con il mattarello fino a
ottenere una decina o una dozzina di sfoglie sottilissime e poi procedete come sopra. Su questi primi strati disponete le mandorle ed i pistacchi tritati
non troppo grossi, vengono meglio se usate il mattarello per schiacciarli (senza guscio) in un canovaccio ripiegato; cospargete di cannella in polvere.
Ricoprite con le altre sfoglie, ognuna spennellate di burro, inclusa la superficie dell'ultima. Con un coltello tagliente, dalla lama preventivamente e ri-
petutamente immersa in acqua bollente, tagliate il dolce (fino a toccare il fondo della teglia) con tagli diagonali incrociati in modo da ottenere dei lo-
sanghe come nel caso della crema alla veneziana. Infornate a 180º per circa quaranta minuti, oppure fino a che la pasta sia ben cotta e bella dorata. To-
gliete la baklava dal forno e versate subito con dovizia lo sciroppo di zucchero freddo, soprattutto nei tagli. Fate raffreddare e servite. Potete usare no-
ci (baklavi in arabo vuol dire proprio noci) e altra frutta secca nelle proporzioni che preferite. Potete usare come spezie anche chiodi di garofano, car-
damomo, o altro, e acqua di rose nello sciroppo. E potete anche tagliarlo a rettangoli.
venezia san marco 2677 campo san maurizio IL RIDOTTO marzo 2010 anno 4 numero 26 pagina 21

Passarazzi: disavventure di piccole civette


dal nostro corrispondente nell’Isola di Santa Catarina in Brasile neno brazil
www.ekkobrasil.org.br

I mpegnato nella prepa-


razione di una spedizione
scientifica ed ecologica lun-
go il fiume Uruguay (che in lin-
gua guaranì significa «fiume
trovato il tempo di fotografa-
re questa piccola disavventu-
ra di due pulcini di civetta nel-
la Spiaggia degli Inglesi, nel
nord di Santa Catarina che, co-
la, ma non per questo libera da
subnormali che gettano i rifiu-
ti dove capita. Neno Brazil ri-
salirà il fiume in canoa, per al-
cune settimane, in uno studio
te pubblicheremo. Un tempo
la civetta era sacra ad Atena,
dea della Ragione e protettrice
dell’omonima città culla del-
la civiltà occidentale, ma oggi
degli uccelli colorati») il nostro me si può dedurre dal nome, è approfondito che darà frutti in- non più: si dice che porti male.
grandissimo Neno Brazil ha una delle zone più chic dell’iso- teressantissimi che sicuramen- Come pensare, appunto. ◉
pagina 22 marzo 2010 anno 4 numero 26 IL RIDOTTO venezia san marco 2677 campo san maurizio

S e dovessi scegliere una


parola per sostituire po-
esia potrei pensare solo
a Venezia. Perché, basta guar-
darsi attorno mentre si visi-
Poesia: nuovi poeti a Venezia parte prima
a cura di alessandro burbank
nei campi, nelle agorà contem-
poranee, nei polmoni della cit-
tà e i poeti sono l’ossigeno op-
portuno alla sopravvivenza di
una società sempre meno inte-
ta la città lungo le calli, i pon- ressata all’arte in sé, volta so-
ti, magari la sera verso i campi, mo di musica è rarissima se lo alla commercializzazione
su percorsi cartacei o seguen- come quando qualcuno pro- della cultura e al denaro faci-
do semplicemente l’istinto car- siamo innamo- va a cercarla le. Vorrei sottoporvi tre nomi
diaco, che ci sembra di rivivere rati e abbiamo nei palazzi do- fra i tanti che ho avuto il piace-
un’epoca dimenticata e incan- fame dell’altro. ve una volta av- re di conoscere nelle serate in
tata. E mentre muoviamo i pie- Venezia è me- venivano let- campo S.Margherita o in Er-
di al passo e la testa per gesti- tafora d’amore: ture tra sfarzo- baria dei quali leggo giornal-
re lo sguardo incredulo, lo sto- è poesia. La po- si drappi e buf- mente poesie e deliri lettera-
maco si attorciglia, pulsa a rit- esia a Venezia fet. Oggi vive ri tramite i social-network. ◉
Un tipo solitario ma loquace con la risata ra- Una ragazza poliedrica e sincera rara- Un’altra ragazza timida ma coraggiosa,
ra e la sincerità di un pazzo il suo nome è Egon mente triste, all’apparenza dura e inpe- espansiva ma di poche parole, per lei contano
Thompson, 20 anni, è stato in grado di stupire netrabile, che mescola sperimentazioni i fatti, cioè le sue poesie dolci e crude assieme
senza alcun ritegno la mia cinica visione delle visuali e letterearie immersa in costanti nell’analisi sincera di se stessa, l’introspezio-
cose con la sola forza delle sue poesie. letture ama il dialogo e i concetti. Cosi- ne e la metafora caratterizzano la sua poetica.
ma Montavoci, 20 anni costruisce tra le Tullia, 20 anni, sforna perle nella sfera poetica
Battello paranoie generazionali e la vita ricca di veneziana...resteranno ai porci?
Rumore & luce stranezze e spunti le sue istintive poesie.
nel non riflesso Zahir
della notte
Costruire sulla sabbia con la pioggia
nodi scorsoi alla gola ah...
sfumano fossi io grande come la mia angoscia mi gocciola addosso
in pensieri tribolanti d’onde, naufrago nel mare della solitudine il mio zahir
in grembo mortale ad onda pietosa pensiero vivente
sull’acqua scivolante, che in guerra fatale pura presenza
l’incanto del galleggio. e felicità di occhi di ghiaccio
mi ritorni agli arenili striati dell’oblio. neri come le mie paure
ricorda
Ricorda di come si annodavano i corpi Venezia invece
danzavano le lacrime sul pavimento del tuo volto.
Come tremavano le gambe umide Venezia un salto
ballerine magre senza scarpe. oggi segue il ritmo incerto nel vuoto
Dei solchi tra le dita dei miei tacchi dell’insicurezza -
dolci pieni di sporcizia che rimbombano nella notte istante distillato
degli angoli scomposti su tappeto di coriandoli odore di buono
di natura senz’ordine. colorati. zoccoli sabbia sudore
Capelli scapigliati come prosa macabra voci stridule d’uccelli bianchi visione di bello
e poesie non finite ormai sovrani, campi croccanti dalla crosta dorata
romanzi al cuore danno un tono alla mia musica.
introduzioni nell’atrio a scacchi alla fine del buio tunnel l`acqua non ha occhi
e conclusioni in ventricoli ottusi brilla di stelle,
di melma sotto a palazzi il mio zahir
sforzate firmati d`ancestrale.
labbra sbucciate prosegue la marcia
squame di carne da masticare. sui tasselli d’un puzzle di pietra. Bellezza
Le orecchie fine lame taglienti che strano.
le ossa sotto affilate canti africani rimbombano nell’oblio.... dicono sei bella
spigoli di carne velina. e sorde risate
Mani forbici arrotondate e frasi moleste Ma bellezza
saliva colla per mobili antichi e non è in me.
Unghie slabbrate immerse nel te caldo parole straniere.
al freddo di rughe d’espressione. in queste notti Su di me si posa,
Piste di emozioni identità comune. danzatrice incostante
calore nel corpo che dorme come i sovietici. mentre cammino nelle vergini pozze
affianco respiro di fiato della luce mattutina.
pensiero svuotato Acrobata del circo delle mie pupille,
e ripetersi prestigiatrice del mio corpo;
costante dai suoi incantesimi riemergo
infinito onda fiore fiocco di neve -
pieno e bellezza
danzante è luna delle mie maree.
di Quando il suo fango mi plasma
felicità immaginata gli ingenui
vita già vissuta in un attimo
d’incroci di dita. dicono sei bella
venezia san marco 2677 campo san maurizio IL RIDOTTO marzo 2010 anno 4 numero 26 pagina 23

« H ainz! Der Kar-


neval ist zu ende!
... und Jeder fühlt
ein mancher Schmerz...!»
«...Ma professor
Da sentire: remember me, remember me
di lucas christ con rudolf stainer & professor hainz
la osservazione personale, for-
se l’opera sarebbe rimasta co-
munque nella storia perché è
scritta con grande raffinatezza
musicale e indubbia
Hainz, cosa sta di- padronanza tecni-
cendo?! ...guardi ziano!! Il tutto nell’inti- ca; ma c’è una co-
che il Dottor Kranz mo Teatro Malibran a sa che l’ha portata
è andato via da un San Giovanni Crisosto- al di sopra di molte
bel pezzo...! ora dob- mo! Sabato 13 marzo altre, che l’ha anco-
biamo illustrare ai alle ore 17.00. Abbina- rata per sempre nella
nostri cari lettori gli av- to a questa esecu- lista delle cose da senti-
venimenti musicali per il pros- zione del Pierino re almeno una volta nella vita.
simo mese... e non delirare sul in Veneziano Si tratta appunto del finale. Gli
carnevale, che è finito, e tanto avremo la pos- ultimi dieci minuti sono scolpi-
meno in tetesko! ...proffessor, sibilità di sentire ti nella volta celeste e, sia pri-
adesso basta!» – «ah si... skusi un’altra opera de- ma che dopo, raramente qual-
karo colleka... ma kqando par- dicata ai giovani, cuno ha scritto qualcosa di più
to a parlare tanto in gèrmani- ma di carattere più bello e sublime dell’aria d’ad-
ko ci metto un poko a ricollega- formativo. Si trat- dio di Didone e del coro fina-
re i neuroni latini... main Kai- ta della Guida del le dei Cupidi. Giunti a questo
ser!!» – «... si Hainz, va bene... giovane all’orche- punto dell’opera e come se la
tranquillo... ci penso io ai no- stra di Benjamin musica si staccasse da ogni sti-
stri lettori e anzi mi scuso an- Britten e si trat- le e corrente artistica e si apris-
che apertamente per il mio col- ta di una compo- se al di sopra di tutto. Quan-
lega, protagonista di questo sizione orchestra- do Didone canta le sue ulti-
momento assai imbarazzan- le in cui ogni strumento viene opera che è rimasta e rimar- me parole «remember me, but
te.» – « Main Kaiser!!!» – «... presentato ed è udibile chiara- rà nelle orecchie per sempre. ah, forget my fate» (ricordami,
ecco appunto. Comunque ca- mente, oltre alla grande massa «Dido and Aeneas» (14, 16, ma ah, dimentica il mio desti-
ri amici! Bentornati dal deli- orchestrale... quindi una pic- 18, 20 e 21 marzo) tratta chia- no) succede qualcosa, qualcosa
rio carnevalesco! Dalle follie cole guida al ascolto del suo- ramente dalle vicende narra- che ha toccato l’animo umano
mascherate! Dalle pazzie culi- no di ogni strumento che si tro- te nell’Eneide di Virgilio: Mu- trecento anni fa, succede oggi e
narie! Siamo a marzo... mar- va in orchestra, per giovani e sica splendidamente barocca, succederà fra cinquecento an-
zo pazzo! Musica pazza! E mu- non!» – «... ja, main Kaiser!» – il testo lucidamente in inglese ni... misterioso…» – «!!Jawohl
sica bellissima! ...mi pare giu- « ma la smetta, caro collega! ... è musicato con sublime mae- main Kaiser!!» – «ma BASTA-
sto partire dopo un periodo di e posi quel wodka-orange che stria. Il tutto sarà anticipato da AA!!... la vuole smettere?!?!» ◉
feste e pazzie con un’altra fol- ha in mano... grazie. Dopo fac- una performance coreografica
lia delirante: tutti noi conoscia- ciamo una chiacchieratina... su musiche di Bruno Maderna
mo la favola di Pierino e il Lu- Proseguiamo... passiamo ad dello stesso direttore, il giappo- Sotto: Pierre-Narcisse Guerin (1774
po... forse non tutti conosco- un’opera! (Chiaramente al Te- nese Saburo Teshigawara, in- - 1833) Enea (con Ascanio) racconta
no la versione di codesta favo- atro La Fenice!) Un capolavo- terpretata da una compagnia a Didone la guerra di Troia (c. 1815).
la musicata, unita ad una voce ro...! del lontano anno 1689 (da- di danza di Tokyo. Abbiamo Sopra Pierino e il lupo nella copertina
recitante, dal grandissimo Ser- ta comunque incer- così un’altra dimostrazione di di un album da colorare per bambini
gei Prokoffiev! Forse la cono- ta)! Composta da come tra la musica (antica) ba- del 1947.
scono per lo più i bambini, vi- un grandissimo... rocca e quella (contemporanea)
sto che è proprio per loro che il inglese: Henry moderna corre un legame invi-
genio russo ha creato questa Purcell! Scom- sibile... io personalmente sono
meraviglia... una voce che parso a soli 36 assai curioso: vedo tutti i pre-
recita la storia accompagna- anni ha fat- supposti per una serata di al-
to da un orchestra dal vi- to comunque to livello artistico, musicale ed
vo che crea le musiche in tempo a emotivo! Ma tornando alla
e le atmosfere relati- scrivere un «Didone ed Enea», se mi
ve... meravig-lioso! posso permettere
...e il fatto di avere una picco-
una voce recitan-
te permette la tra-
duzione in qualsia-
si lingua senza mo-
dificare la parte musica-
le. E quindi, com’è d’uo-
po, nel nostro caso la fa-
vola ci verrà narrata dal
funambolo Lino Toffolo...
e rigorosamente in vene-
pagina 24 marzo 2010 anno 4 numero 26 IL RIDOTTO venezia san marco 2677 campo san maurizio

U n piccolo libro, ma
molto bello. Brillante
di una prosa ben scrit-
ta e luminosa come il mare e il
cielo che racconta, profuma-
Libri: una grande laguna, storia e cucina
di luca colo de fero colferai profesor de letere a riposo
Gritti ghiotto di bisatti; un gio-
vane Giacomo Girolamo Ca-
sanova alle Fondamente No-
ve che si pregusta ad un tem-
po giochi erotici e una lingua
ta e gustosa come le ricette de- salmistrata. E foresti come il
scritte. Due sono i grandi pregi maschissimo Ernst Heming-
di questo libro. Il primo l'idea, zioni della Grande Laguna, bi- ca e sociale talmente profon- way tra martini e doppiette a
di una Grande Laguna, di un sogna allontanarsi da Venezia da che al confronto fanno ride- Torcello. E lo scirocco, e la bo-
legame profondo che non è so- città madre, in direzione della re le odierne invenzioni di area ra. E i pescatori chioggiotti che
lo storia e retorica che lega le costa opposta, andare sull'al- e città metropolitane, spesso pescavano il pesce che gli iso-
genti che popolano le sponde tra sponda. Lì la Grande la- solo strumentali. Basti pensa- lani montanari non volevano
dell'Adriatico, non a caso un guna vive in uomini e donne re alla lontananza tra il dialet- pescare.
tempo detto Golfo di Venezia. che sono nati italiani, si posso- to veneziano e quello dell'en- Le sedici ricette (saor, bisato
Il secondo pregio è l'onestà in- no ascoltare i giovani che più troterra veneto e per contro al- in tecia, risoto de go, spaghet-
tellettuale di scrivere bene sen- dell'inglese imparano e ado- la sua vicinanza - e paternità - ti con le malgarote, uova con
za patemi e senza presunzione. perano la lingua franca del con quello diffuso nella Gran- asparagi selvatici, castraure o
L'autore di questo è Lucia- dialetto, la vera lingua del po- de Laguna». Parole sacrosante. botoli, sardoni, riso in cavro-
no Menetto, poeta e artista (di sto con la quale comunicano Così in questa Grande La- man, mazoro, risi e bisi, bac-
carta e colori) veneziano, che con lgi altri abitanti - ora turi- guna rivivono veneziani anti- calà mantecato, bigoli in sal-
ha scritto molti libri di poesia sti maggioritari - della Gran- chi sapientemente descritti: un sa, sepe in nero, canoce, spien-
e partecipato a varie iniziati- de Laguna. È una realtà stori- vecchio e potente doge Andrea za, busara) sono giuste e scritte
ve con il Centro Internazionale molto bene, con correttezza fi-
della Grafica. lologica senza scadere nella so-
Il mare unisce i Paesi che se- lita tronfia retorica veneziana
para, diceva il grande poeta sa- o nella tediosissima pignoleria
tirico inglese Alexander Po- Titolo: La Grande Laguna, da dei tanti saccenti che infestano
pe (la citazione l'ha suggerita Venezia al Quarnero. Sottotitolo: il mondo.
il grandissimo Stefano Stipiti- Storie e ricette delle isole di San Chiude il viaggio la vera ri-
vich) e questo delizioso libret- Marco. Autore: Luciano Menetto. cetta della buzara, che co-
to ricorda in piccole cose ap- Collana: Venezia Story. Numero: 6. me giustamente finalmen-
punto il sogno di questa unio- Casa editrice: Supernova. te Luciano Menetto scri-
ne che è stata viva e vera fino Rilegatura: Brossura. Dimensioni:. ve, è nata prima del pomo-
ai tempi recenti e di cui anco- cm 12,5x19,5x0,6. Pagine: 64. Peso: doro. E che non vi scrivo per-
ra oggi si possono trovare trac- 101 gr. Data di acquisto: 5 febbraio ché altrimenti non compra-
ce. Citiamo di stecca: «Per ren- 2010. Prezzo d'acquisto: euro 10. te più il libro. Che purtrop-
dersi conto del rapposto che - Anno di pubblicazione: 2009. po avrebbe meritato maggio-
nonostante le mutevoli volon- Copyright (anno): 2009. re cura editoriale. Minimali-
tà politiche - unisce le popola- Num. ISBN: 978-88-96-22017-7. sta va bene, ma miserello no. ◉

S tiamo lavorando ala-


cremente e sarà presto
in libreria, giusto all’ini-
zio di questa primavera, un
piccolo grande libro di poesie
Anteprima stampa I Antichi Editori
Paolo Fiorindo e «Un trucco di Fata Morgana»
come al solito geniali di Paolo
Fiorindo. Pluripremiato a varie la lunghezza delle sue introdu- scarpe consunte rievoca le at-
edizioni del nostro Festival In- zioni, spesso irresistibilmente mosfere medievali e incanta le
ternazionale di Poesia Erotica estenuanti. dame con le sue trovate intri-
– anche quest’anno con «Dea» Di questa piccola raccolta po- ganti e leggiadre, facendo mu-
si è aggiudicato il premio al- etica, corredata di una mirabi- sica delle parole. Un libriccino
la memoria del grande Ma- le introduzione alla lettura di soave, romantico e gentile, da
rio Stefani – nonché indomito Gemma Weichs e di gotiche il- tenere sul cuore. Per ragazze
compagno di deliranti avven- lustrazioni dell’autore, dicia- sempre innamorate».
ture della Calza, Paolo Fiorin- mo senza meno e senza fallo Uscirà, come detto, tra la fine
do, in quel di Torre di Mosto, (alcuno) che: «È una raccolta di di marzo e i primi di aprile. ◉
dipinge fate, streghe e imma- canzoni e ballate d’amore (con
gini religiose. Scrive per l’edi- laude finale) tessuta fra Vene- a fianco la copertina di
toria, la radio e il teatro. Tra i zia, Verona e i borghi assola- «Un trucco di Fata Morgana»
suoi libri: Equilo, Romantico ti e festanti dell’Italia centrale. cm 10x21
Bazuka, Quaderni di Stagio- Tra feste di piazza e castelli af- 48 pag. con illustrazioni
ne, Almanacco delle Ore Se- facciati su panorami da sogno, brossura
rene, Bissa bògoea. È noto per un ramingo troubador dalle Euro 5
venezia san marco 2677 campo san maurizio IL RIDOTTO marzo 2010 anno 4 numero 26 pagina 25

L a follia, secondo una


concezione comune, è
l'agire senza ragione.
Cesare Ripa così la descrive
nella sua Iconologia del 1603:
Iconologia: «Il folle» primo dei Tarocchi
a cura di andrea vitali presidente dell’associazione culturale «Le Tarot»
antichi, i simboli della veloci-
tà. II Cartari nella sua opera
Imagini de gli Dei de gl’Anti-
chi del 1647 ci parla a più ripre-
se degli attributi di Apollo-So-
«Non è altro l’esser pazzo, se- le. Fra questi anche ali e piume
condo il nostro modo di parla- a significare la velocità dell’in-
re, che far le cose senza deco- Andrea Vitali, professore e medievalista, ha scritto moltissimi sag- gegno di Apollo e del percor-
ro, e fuor dal comune uso de- gi sul simbolismo dei Tarocchi, ed è considerato uno dei maggio- so del Sole. A proposito della
gli uomini per privazioni di di- ri esperti d’Europa nell’iconologia dei Trionfi. Compagno de Cal- presenza di piume sul capo di
scorso senza ragione verosi- za dai primi anni de I Antichi, è stato il fondatore delle Feste me- Mercurio, l’autore si esprime in
mile o stimolo di Religione». dievali di Brisighella ed è curatore di importanti mostre interna- questo modo: «Furono date le
Nel Vangelo l’uomo che non zionali sui Tarocchi. Lo abbiamo inevitabilmente costretto a ri- penne a Mercurio, perché nel
crede è considerato folle e spes- versare nelle pagine del Ridotto la sua competenza in una se- parlare, di ché egli era il Dio,
so figure di folli appaiono nel- rie lunghissima di poderosi articoli. le parole se ne volano per
le Bibbie del XV e XVI se- l’aria non altrimenti, che
colo ad illustrare il Salmo se havessero l’ali. On-
52 «Lo stolto dice nel suo de Omero chiama sem-
cuore: non esiste Dio!». pre le parole veloci, ala-
Ho trovato in una Bib- te e che hanno penne».
bia del sec. XVI la mede- Sebastian Brant nel-
sima rappresentazione la sua opera Der Nar-
del folle quale si ritro- renschiff (La nave dei
va nelle minchiate di folli) del 1494 nel so-
Firenze (qui subito a netto LVII Della Divi-
destra): un uomo ve- na Provvidenza, così
stito di stracci, con si esprime a proposi-
penne nei capelli, to dei folli presuntuo-
cammina a cavallo si: «Matti è dato per-
di un bastone; tie- sino di trovare che
ne un mano una con lo scritto pre-
girella e attorno tendon d’indora-
a lui appaiono re le loro penne, e si
dei fanciulli. credono sapienti».
Una identica Le penne presen-
descrizione ti sul capo del fol-
la fornisce le rappresentano
sempre il pertanto ciò che al
Ripa: «Un folle stesso man-
uomo di età vi- ca, cioè velocità
rile starà ridente e a cavallo d’ingegno e d’in-
sopra una canna, nella destra telletto, oltre al-
mano terrà una girella di car- le adeguate pa-
ta istromento piacevole, e tra- rili e di nessun momento». role. Infatti il
stullo de fanciulli, li qua- Il riso del folle, quale si ritrova lucchetto che si
li con gran studio lo nella carta del cosiddetto Ta- trova nella bocca dello stol-
fanno girare al ven- rocco di Carlo VI e in quella di pra, a destra). Una figu- to, come dipinto da Giot-
to». Dallo stes- Ercole I d’Este, è «facilmen- ra simile è stata dipinta to, assume questa funzio-
so autore sia- te indicio di pazzia, secondo il da Giotto nella Cappel- ne poiché il matto altrimen-
mo inoltre in- detto di Salomone; però si ve- la degli Scrovegni a Pa- ti direbbe solo stoltezze, co-
formati che «re- de che gli uomini reputati savii dova, quale raffigurazione me descritto nel pas-
putandosi sa- poco ridono e Christo N. S. che della «Stultitia» (in basso so biblico: «Lo
viezza nella cit- fu la vera saviezza, e sapienza, a sinistra). In questo affre-
tà ad un huomo non si legge, chi ridesse giam- sco, il folle tiene tra le lab-
di età matura mai». Un’incisione di anonimo bra un oggetto che gli im-
trattare de reg- del 1500 mostra un folle che ri- pedisce praticamente di
gimenti della fa- de davanti ad un angelo il qua- parlare. Il concetto di fol-
miglia e della Re- le si chiude gli occhi con le ma- lia presente in questa alle-
pubblica, Pazzia ni per non vedere tanta scel- goria viene ampliato ulterior-
si dirà ragione- leratezza (in basso a destra). mente dalla presenza delle piu-
volmente alie- Nella carta miniata dei Taroc- me sulla testa del personaggio.
na rsi da que- chi Visconti-Sforza, il folle por- Occorre innanzitutto consi-
ste attioni, per eser- ta sulla testa delle penne e tiene derare che ali, piume e pen-
citare giuochi pue- un bastone su una spalla (so- ne rappresentavano, per gli
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stolto è rovinato dalla pro- chie d’asino a significazione ne del Figliol Prodigo e
pria lingua. Le prime paro- della sua natura bestiale ed in- del Cammino del-
le delle sue labbra sono scioc- dossa uno slip dall’incredibile la Vita nel «Trit-
chezze e la fine del suo discor- foggia moderna (qui sotto a si- tico del Fie-
so follia» (Ecclesiaste 10:12,13 ). nistra). L’immagine è pratica- no» di Bosch
Una versione praticamente mente simile a quella di un Fol- (qui a lato).
identica a quella del Folle della le raffigurato in un codice bo- Di estre-
carta Visconti-Sforza appare in lognese della seconda metà del mo inte-
una copia del precedente origi- XV secolo che reca il solito ba- resse a ta-
stone, ma in le propo-
modo che que- sito appa-
sto sembra tra- re un’in-
figgergli il pal- cisione del
mo (rapporto sec. XV di
allegorico con Israel van
le stimmate di Meckenem
Nostro Signo- (in basso a de-
re) come lo si ri- stra). II simboli-
trova in modo smo diabolico col-
più evidente in legato agli strumen-
una xilografia ti a fiato - piffero e cornamu-
della già men- sa, contrapposti ai «celestiali» sc iat i » (S onet to LV I I ).
zionata opera strumenti a corda - connota il Sulla divinità del folle in rap-
del Brant. carattere negativo dell’incisio- porto ai tarocchi, è illuminan-
La presenza ne. D’altra parte la presenza del te un sonetto manoscritto di
di una canna, cane accomuna il giullare-folle anonimo del sec. XVI che sco-
che ha la stes- al misero, creando un ponte fra prii presso la Biblioteca Esten-
sa funzione del le due varianti iconografiche. se di Modena e che posi in se-
bastone, è co- A questo punto occorre con- guito all’attenzione di Pie-
si giustificata siderare un altro importante tro Marsilli. Per conquistare
«Chi mercede aspetto della follia, quello lega- il cuore di una dama di corte,
illimitata vuol to alla sua visione mistico-sa- una certa Mamma Riminaldi,
godere, l’ap- crale. L’Epistola ai Corinti go- all’anonimo autore non rima-
poggio di una dette nel Rinascimento di una ne altro che estrarre una car-
canna potrà grande importanza. Alcuni ta dal mazzo dei tarocchi, cioè
avere fragile» suoi passi riflettono il rappor- il Matto «ch’e cervel divino».
(Sonetto LVII). to esistente fra la Follia e il Di- Per questo motivo la più anti-
Una varian- vino: «La parola della Croce ca lista di tarocchi conosciuta,
te iconogra- per quelli che si perdono è una il Sermones de ludo cum aliis,
f ica r ig ua r- pazzia» (I, 1, 18); «Nessuno in- pone «El matto» accanto a «El
do la rappre- ganni se stesso: se alcuno fra mondo», cioè a Dio Padre. ◉
sentazione del voi crede di essere savio del-
Folle si trova la sapienza di questo seco-
nale sempre di epoca quattro- nei cosiddetti Tarocchi del lo, diventi stolto per essere
centesca, derivante dallo stes- Mantegna, dove la figura di sapiente. Poiché la sapienza
so mazzo di Trionfi di cui già si un misero viene aggredita di questo mondo dinanzi
conoscono la carta del Sole, del da un cane ad un polpaccio. a Dio è stoltezza» (I, 3,
Fante di Spade e degli Amanti Questa tipologia figurativa ri- 18-19). Solo la rinuncia
della collezione Amedeo Coc- marrà stabile per tutta la pro- di sé e dei propri beni
chi (Le altre due carte della me- duzione seguente dei taroc- materiali può, secon-
desima collezione, cioè il Cin- chi. In cima al bastone ap- do il pensiero cristia-
que di Danari e il Due di Cop- poggiato sulla spalla, appari- no, condurre l’uomo
pe sono di poco più tarde e fan- rà anche una specie di fardel- a Dio. II folle, per que-
no parte di un altro mazzo). lo. La presenza di un cane vi- ste prerogative che pos-
Nel Tarocco di Ercole I d’ Este cino ad un misero viandante è sedeva, veniva a vol-
il Folle appare praticamen- tipica nell’arte figurativa me- te considerato un ispira-
te nudo. A questo proposi- dievale, non discostandosi da to e a un passo dal Divi-
to il Ripa scrive che «La Stol- quella che fu la realtà ogget- no. Sempre Brant così sa-
tizia si dipinge ignuda per- tiva, in quanto quest’anima- tireggia nel riguardi di
ché il pazzo palesa i suoi difet- le abbaiava ed aggrediva so- folli vanaglorio-
ti ad ognuno, senza vergogna». vente i vagabondi che si avvi- si: «Credon che
Nel cosiddetto Tarocco di Car- cinavano alle case per chiede- Dio li ha benefi-
lo VI il Folle porta sul capo un re la carità. Un celebre esempio cati e i suoi doni
berretto con due grandi orec- si trova nella rappresentazio- per sempre lor la-
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L e più antiche testimo-


nianze del legame tra
uomo e gatto risalgo-
no all'antico Egitto circa sette-
mila anni fa. Nel 1922 durante
L’indispensabile gatto nella storia e nell’arte
di maria luisa marilù pavanini zennaro
giocato un ruo-
lo importante
nell'espugna-
zione della cit-
tà egiziana di
gli scavi a Bodari e Mostagedd Pelusio.
nell'Alto Egitto furono porta- Uno stor ico
te alla luce le ossa di un gatto. greco racconta lo
I gatti erano tollerati nelle so- stratagemma
cietà contadine non foss'altro a cui ricor-
per il loro ruolo nella lotta al- sero i per-
la piaga dei topi, ma non si era siani per
ancora giunti al loro addome- spezzare la
sticamento e alla loro presenza resistenza degli
nelle case degli uomini. Qual- secondo la bibbia erano schia- stiene che «Quanto più un po- egiziani: fecero cattu-
che secolo più tardi, nel Medio vi in Egitto, dovevano odiare polo è elevato tanto più il gatto rare tutti i gatti della zona e du-
Regno, troviamo immagini fu- il gatto, che se la passava me- è diffuso». rante l'attacco li fecero scaglia-
nerarie e i primi gatti mummi- glio di loro, senza contare che Intorno al 1000 a.C., i naviga- re contro gli egiziani. I difenso-
ficati con relative iscrizioni a era anche adorato, una vera tori Fenici si spinsero in tutto il ri inorriditi preferirono cedere
loro dedicate all'interno delle bestemmia! Dopo la loro fuga bacino del Mediterraneo e fon- la città piuttosto che difenderla
piramidi. correndo il rischio di uccidere
Secondo la mitologia egi- o ferire i loro dei gatti. Il pittore
ziana il gatto non sarebbe al- francese Paul Lenoir ha fissato
tro che la leonessa placata dal questa battaglia in un dipinto
dio Thot. La dea leonessa si fu- esposto al Salone di Parigi nel
se con la dea gatto Bastet che 1873. Si vede in primo piano il
incarnava il lato imprevedibi- re persiano che cavalca verso le
le e pericoloso della leonessa, mura della città mentre con il
ma anche la dolcezza e la for- braccio destro sta per lanciare
za tranquillizzante del gatto. un gatto. Nel dipinto sono rap-
L'egittologo Erik Hornung so- presentati altri cinque sei gat-
stiene che da quel momento ti che volano oltre le mura sca-
tutte le cerimonie dedicate al- gliati dagli aggressori.
la dea servivano per impedire Se questo racconto fosse vero
che tornasse alla sua furia sel- vorrebbe dire che gli egiziani
vaggia e distruggesse l'umani- persero la loro indipendenza a
tà. I gatti erano protetti e non causa dei gatti. Comunque sia
potevano essere esportati. Il con l'incoronazione di Cambi-
periodo di adorazione dei gat- se a re d'Egitto finì definitiva-
ti durò duemila anni. In quel mente il regno dei faraoni. Se
tempo il gatto era trattato me- si esclude una breve parente-
glio di molti esseri umani. Non si l'Egitto tornò indipendente
soffriva né la solo nel 1952. Nel frattempo il
fame,né la se- da quella terra è logico che non darono numerose colonie. Si paese venne sistematicamen-
te, la sua li- vollero nemmeno sentirne pro- stabilirono a Cipro,in Sicilia, a te spogliato di tutto anche delle
bertà e la sua nunciare il nome. Malta, in Spagna e nell'Africa necropoli feline. Nel 1890 due
vita erano in- Con il crollo del regno settentrionale ed è questo po- navi da carico salparono da Li-
violabili. Per egiziano,anche il trono del gat- polo ,che Desmond Morris de- verpool con a bordo trecento-
gli egiziani il to cominciò a vacillare nono- finisce l'equivalente nell'anti- mila mummie di gatto. Furo-
gatto era ga- stante la festa di Bastet si te- chità dei nostri commercian- no vendute come concime, si è
rante della nesse anche durante la domi- ti di articoli di seconda mano, salvato un solo teschio esposto
benevolen- nazione romana. Fu proibita che portò il gatto fuori dalla al British Museum di Londra.
za di Bastet, ufficialmente solo nel 390 d.C. terra d'Egitto. Nonostante il di- Fine della prima puntata. Pros-
che era an- Per il gatto privato del rango vieto i Fenici riuscirono,di na- simamente i gatti a Roma. ◉
che dea del- divino si preparavano tempi scosto, ad esportare i gatti per
la fertilità, difficili. L'epoca della sua con- venderli a clienti ricchi. Così i Al centro: «Cambise all’assedio di
dell'amore e danna e relativa persecuzione gatti arrivarono nell'Europa Pelusio» stampa tratta dal dipinto di
della salute. sarebbe durata quanto la sua meridionale e sulle grandi iso- Paul Marie Lenoir del 1873.
Quel perio- divinazione. le del Mediterraneo. In alto a destra: Bastet in versione
do e l'Egit- Quello che è degno di no- La conquista dell'Egitto da gatto in una statua conservata al
to fu per il gat- ta è che il gatto si è avvicinato parte del persiano Cambi- Museo Archelogico di Instanbul;
to il paese della all'uomo solo quando questi ha se, aprì al gatto la strada per in bsso a sinistra Bastet in versione
cuccagna. raggiunto un certo livello di ci- l'India. Si racconta che i gatti leonessa tra le antichità egizie al
Gli Israeliti che vilizzazione. Alfred Brehm so- avrebbero involontariamente Museo del Louvre di Parigi.
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È con l’inizio di marzo


che l’umile granchio co-
mune torna in laguna
dalle profondità marine in cui
ha svernato per dedicarsi alle
A Tavola con I Antichi: l’ora della moleca
di luca colo de fero colferai
re quando l’acqua è tranquil-
la e ha acquistato la sua mas-
sima temperatura giornaliera,
nei due momenti di stanca del-
la marea: prima che cresca, o
ambite e laboriose attività del- prima che cali.
la crescita e della riproduzione. di quantità di granzi con delle stante i pellestrinotti ne buttas- La cura dei granzi in muta è
Su questo multiforme crosta- reti fisse dette trezze, rigettano sero via, apposta, anche di buo- quotidiana: si scelgono le mo-
ceo i pescatori lagunari hanno in acqua i granzi matti e tengo- ni per confondere le acque, e le leche pronte; si dividono gli al-
affinato millenni di conoscen- no gli altri rigorosamente a di- idee. Aggiungiamo che le fem- tri secondo la fase; si gettano i
ze e tecniche, ancor oggi for- giuno in appositi contenitori mine, dette mazanete, mutano morti e le molande (i cascami,
tunatamente vive e deliziosa- (vieri) separandoli per tipo ses- durante l’estate, i granchi ma- tecnicamente le exuvie) perché
mente applicate. so ed età. I vieri sono disposti in schi adulti mutano in primave- il granzio, soprattutto se spian-
L’apice della bontà culinaria vivai (cavria, antica parola ma- ra e in autunno, mentre i granzi tano, ha bisogno di spazio. Le
del granchio è la fase venezia- rinara che indica due pali verti- giovani, invece, da marzo a set- moleche devono stare fuori
namente detta di moleca: quan- cali uniti da un palo orizzonta- tembre crescono moltissimo e dall’acqua sennò diventano su-
do per le aumentate dimensio- le) in modo da poter essere im- perciò mutano almeno quattro bito mastruzi e poi granzi du-
ni delle sue membra ha appe- mersi e salpati dall’acqua. I mo- volte. La produzione di moleche ri. Tipicamente ogni tre gior-
na abbandonato la vecchia ar- lecanti seguono attentamente si concentra così tra marzo e ni si controllano i granzi bo-
matura (tecnicamente detta lo sviluppo dei granzi sceglien- maggio e tra la fine di ottobre e ni per raccogliere gli spianta-
esoscheletro) divenuta ormai do al tatto e alla vista gli esem- novembre. Le mazanete, inve- ni e due volte al giorno si con-
stretta, per la nuova che è sot- plari destinati a divenire mole- ce, a fine estate restano ingravi- trollano gli spiantani per rac-
tile e molle. Questa fase dura ca. L’abilità nella scelta è spe- date, le loro gonadi si riempio- cogliere le moleche. Uno dei
ovviamente poche ore, ma da- cializzazione ambita e ben re- no di uova in formazione (coral) più grandi pericoli è la presen-
to che il granchio così rammol- munerata, visto i prezzi stra- di un bellissimo color arancio, e za nei vieri di mazanete sfug-
lito è ottimo mangiato fritto, gli tosferici che le moleche riesco- vengono perciò deliziosamente gite alla cernita. Non solo si ci-
accorti pescatori hanno preso le no a raggiungere sui banchi dei divorate dai buongustai, sapi- bano cannibalisticamente del-
loro contromisure e lo tengono mercati. Un tempo i pescatori di damente condite con olio aglio le moleche facendone scempio,
fuori dall’acqua ritardandone a Pellestrina erano gli unici a sa- e abbondante prezzemolo, dopo ma a causa dell’irrefrenabile
lungo l’indurimento. perlo fare e si spostavano nel- esser state bollite bin acqua sa- ardore dell’amore, cui il gran-
La muta dei granchi passa at- la laguna di isola in isola, ma lata e pazientemente sgusciate zio è in genere particolarmente
traverso vari stadi, e in ciascu- con un’accorta di reverse ingi- con l’ausilio delle forbici. sensibile, inducono i granzi bo-
no esso muta anche il suo no- neering primordiale (ingegne- La produzione di moleche, ni a trasformarsi subito in matti
me. Quando è lontano dal cam- ria roversa diciamo ecco) i riva- che si aggira annualmente sul- senza molecarsi per potersi ac-
biamento viene detto gran- li buranelli riuscirono a carpire le cento tonnellate in laguna, coppiare selvaggiamente con le
zo matto o granzo duro; gran- loro il segreto, studiando atten- segue le condizioni climatiche: femmine. Matti per la mazane-
zo bon, quando mancano po- tamente i granzi scartati, nono- i granchi preferiscono muta- ta, appunto.
chi giorni alla muta; spianta- Le moleche, senza meno e
no quando manca pochissimo PUBBLICITÀ MASCHERATA PUBBLICITÀ MASCHERATA PUBBLICITÀ MASCHERATA senza fallo, si prendono co-
e sotto l’esoscheletro è pronta sì come sono, si infarinano e si
la nuova scorza, in questa fase Bevi queo che ti vol: il Vino dei Poeti rosè gettano nell’olio bollente sino
piace tantissimo alle anguille a quando non sono dorate e si
e ai branzini, e viene venduto a Per la gioia dei Gemellini Ca- e di frutti di bosco, prevalente- mangiano caldissime in un sol
caro prezzo come esca; capelùo, sanova La Distilleria Bottega mente lamponi e ribes. I legge- boccone, o anche due con ab-
durante la muta, quando il vec- ha ampliato la gamma del Vi- ri sentori speziati ne accresco- bondantissimo vino bianco
chio esoscheletro si sta staccan- no dei Poeti con uno spuman- no la già spiccata personalità. ◉ secco e freddo. Da decenni al-
do e appare, appunto, come un te rosato di immediato appe- cuni sprovveduti consigliano
cappello sopra il vecchio, que- al. È ottimo come aperitivo ed la barbara e inspiegabile tecni-
sta fase e i contorcimenti adot- egregiamente si abbina ad an- ca di affogare nell’uovo sbattu-
tati dal granchio per sguscia- tipasti, primi piatti leggeri e pe- to le bestiole per tutta la notte
re sé medesimo da sé stesso sce. È una cuvée innovativa ot- prima di friggerle, facendo co-
con le otto zampe e le due che- tenuta da uve di Pinot Nero e di sì in modo di riempirle di bavo-
le sono molto interessanti; mo- Raboso raccolte a mano in pic- se proteine colloidali e ottenen-
leca, appena compiuta la mu- coli cesti e pigiate entro due, do alla fine delle uova strapaz-
ta; mastruzo, (da mastruzzar tre ore dalla raccolta. La pres- zate fritte e rivestite di pelle di
«gualcire, schiacciare, rompe- satura estremamente soffi- granchio al vago sentore di pe-
re», nel senso traslato di fragile) ce determina una resa in mo- sce un poco stantio (freschin, in
quando dopo poche ore la mo- sto limitata che esalta gli aro- veneziano). Il tutto a ventine di
leca rimasta in acqua ricalcifi- mi e i profumi delle uve d’ori- euro al chilo. Ma voi ciò non fa-
ca l’esoscheletro. gine. Il vino di colore rosato in- rete. Vero?
Per seguire da vicino que- tenso è arricchito da una spu- Nota: una moleca con le zam-
ste fasi, e non farsi cogliere im- ma ricca e persistente. Morbi- pe ripiegate sul ventre è il per-
preparati, gli esperti allevato- do, fresco e vivace, si caratteriz- ché del leon in moleca con-
ri di moleche raccolgono gran- za per gli aromi di mela Golden trapposto al leone andante. ◉
venezia san marco 2677 campo san maurizio IL RIDOTTO marzo 2010 anno 4 numero 26 pagina 29

I l sole era una lampado-


na. Una lampadona gial-
la che illuminava a giorno,
difatti era giorno, mezzogior-
no o giù di lì, la baia degli ange-
Un Negroni al Negresco, che sogno!
.
cronaca onirica di roberto bob r white bianchin gran priore de i antichi
o persona. La mandria urlante
dei demoni passò loro davanti
come un tornado spettinando
oltraggiosamente i pettinatis-
simi capelli del Priore Onora-
li, e tappezzava il mare calmo rio passato e le pettinatissime
di lunghi e sottili fili d’oro co- d’Audiffret de Gréoux, e cer- zarono l’incanto di quel lumi- piume del boa del Prior Gran-
me i capelli di Jemanjià. La luce cavano di ammazzare il tempo noso mattino inoltrato e feri- do in carica. Il Priore Onorario
era così accecante che era fati- prima che il tempo ammazzas- rono come punte di lancia acu- presente fu costretto a ripulir-
coso tenere gli occhi aperti. Bi- se loro. Con uno di loro ci aveva minate i delicatissimi timpani si delicatamente gli occhi con
sognava tenerli socchiusi. Due già provato. dei tre gentiluomini. un preziosissimo fazzolettino
feritoie. L’aria era tiepida. Do- Stavano conversando ama- Voltando delicatamente il ca- di Batista (un amico brasiliano
veva essere primavera. O forse bilmente del tempo e delle mo- po nello stesso momento verso che glielo aveva regalato per il
era l’inizio dell’autunno. Non de, alternando lunghi silenzi e la fonte del turpe e imprevisto suo compleanno) da una giran-
ricordo. Non ricordo più nulla. pause di meditazione profonda clamore, i tre Priori si accorsero dola di granelli di polvere che i
Non ci fu alcun segnale. Ma alle conversazioni colte e bril- con raccapriccio che una man- micidiali pattini rotanti aveva-
come a un segnale convenu- lanti cui erano adusi, quando dria di piccoli demoni urlanti no sollevato nel loro indemo-
to, tutti e tre distesero le gam- furono sorpresi da un improv- montati su terribili pattini a ro- niato passaggio.
be in avanti nello stesso mo- viso e inatteso brusìo che ve- telle, forse una scolaresca in gi- Il Priore Onorario passato
mento, appoggiando delicata- niva di lontano e che ben pre- ta, o un gruppo di una qualche non disse niente. Si limitò a pie-
mente una caviglia sopra l’al- sto si trasformò in un orribile associazione sportiva, si sta- gare il labbro inferiore in una
tra propria caviglia. Il Priore e insopportabile rumore misto va pericolosamente dirigen- specie di smorfia molto com-
Onorario a vita (passata) del- a gridolini di voci eccitate, im- do verso di loro, travolgendo passata. Anche il Priore Ono-
la Compagnia de Calza «I An- pertinenti e strozzate, che spez- nella sua folle corse ogni cosa rario presente non disse nien-
tichi», l’immaginifico Con- te. E neppure il Prior Grando
te Emile Targhetta d’Audif- in carica. Cercarono di con-
fret de Gréoux, sbadigliò edu- centrarsi nuovamente sul pa-
catamente, tre dita davanti al- esaggio, e di riprendere il filo
la boccuccia disegnata a cuo- delle loro meditazioni così bru-
ricino. Il Priore Onorario a vi- talmente interrotte. Ma non
ta (presente) nonché Procura- fu possibile. Dietro l’armata
tore Grando della Compagnia dei pattini rotanti arrivarono
de Calza «I Antichi», l’imma- nell’ordine: un plotone di ra-
ginifico professore di lettere a gionieri evidentemente usciti
riposo volontario Luca Colo dagli uffici, tutti vestiti di gri-
de Fero Colferai, alzò educa- gio con lo stesso vestito grigio,
tamente le sue lunghe braccia che in una mano avevano del-
dietro la testa e vi appoggiò al- le borse di pelle, anch’esse gri-
trettanto educatamente il capo. gie, e nell’altra dei panini di un
Il Gran Priore in carica, nonché inquietante colore grigiastro
Direttore Artistico della Com- con delle lattine dall’etichet-
pagnia de Calza «I Antichi», ta grigia di un qualcosa da be-
l’immaginifico scrittore-po- re, che procedevano frettolosa-
eta-giornalista-saltimbanco- mente indaffarati verso chissà
musicista Roberto Bob R. Whi- quale meta, discutendo anima-
te Bianchin, si stiracchiò edu- tamente tra loro mentre man-
catamente allungando le sue giavano e sputacchiavano in
lunghe braccia verso il mare giro pezzetti grigi di cotolet-
turchino. Al largo incrociava- ta e di panino. Seguirono una
no vele screziate. carovana di badanti di colore
I tre Priori della Calza indos- impegnate in una gara di cor-
savano preziosi abiti del Set- sa con le loro carrozzelle alcu-
tecento ed erano tutti vestiti ne piene di bambini altre di an-
di rosa. Uno di loro aveva an- ziani, una sfilata di giocolieri
che un lungo boa, naturalmen- di strada, una parata di men-
te rosa, che usava come scialle. dicanti, una teoria di venditori
Ogni tanto qualche passante si cinesi di paccottiglie, una sfilza
voltava a guardarli con sguar- di rappresentanti di aspirapol-
di colmi di ammirazione. Sta- vere, e una processione di ven-
vano seduti su una panchina di ditori ambulanti di palloncini
legno dipinto di rosa sulla Pro- colorati, elefantini di pelouche
menade des Anglais, nel cuore e narghilé.
di Nizza, città natale del Prio- Quasi contemporaneamen-
re Onorario Conte Targhetta te la baia degli angeli rimbom-
pagina 30 marzo 2010 anno 4 numero 26 IL RIDOTTO venezia san marco 2677 campo san maurizio

I
bò come di un rumore di tuono. l Negroni è forse il cocktail alcolico più maschiamente buono che ci mo spuntò sulle labbra delica-
Una trentina di motoscafi di al- sia, altrettanto potente del Martini ma molto più impegnativo per i te del Priore Onorario passa-
to mare, tutti colorati, con dei sensi e meno rapido nell'ebbrezza. Si narra che sia stato inventato a to. Successe lo stesso anche agli
numeri e delle scritte incom- Firenze nel 1919 o forse nel 1920 dal conte Camillo Negroni. Come molto altri due Priori. Il Priore Ono-
prensibili dipinti sulle fianca- conti anche il conte Negroni era un appassionato viaggiatore e un bril- rario passato si alzò. Molto len-
te, solcò le acque quiete trasfor- lante poliglotta. Un giorno, stanco del solito aperitivo avrebbe chiesto al tamente. Gli altri due Priori fe-
mando il mare in un inferno di barman una dose di gin in sostituzione del seltz nel suo Americano, in cero lo stesso. Anche loro mol-
spruzzi, di scatarrate di motori onore agli ultimi viaggi a Londra, terra di sfrenati appassionati del lim- to lentamente. «Penso pvopvio
e di scie maleodoranti di ben- pido liquore di origini olandesi. Nacque così l’Americano alla manie- che sia il caso di andave», dis-
zina. La stessa scena si ripetè ra del conte Negroni ovvero un «Americano con un’aggiunta di gin». se ancora il Priore Onorario
sulla terra. La strada principa- passato. Gli altri due Priori an-
le, proprio dietro la panchina di Cosa userete: nuirono. «Divei che è giunta
legno dipinto di rosa, dove fi- un bicchiere basso e largo e grosso pieno di cubetti di ghiaccio; un terzo l’ova dell’apevitivo», aggiun-
no a pochi minuti prima sede- di gin; un terzo di vermouth rosso; un terzo di bitter Campari; una mez- se il Priore Onorario passato.
vano beati i tre Priori, si popolò za fetta di arancia. Gli altri due Priori annuirono
d’improvviso, come per un se- Come farete: nuovamente.
gnale convenuto, ma non c’era mettete due o tre cubetti di ghiaccio nel bicchiere convenientemente raf- «Un Negroni?», azzardò il
stato alcun segnale, di un de- freddato e aggiungete gli altri ingredienti; mescolate bene con un’asticel- Priore Onorario presente con
lirio paranoico di automobi- la di vostro gradimento e guarnite con la mezza fetta d’arancia. uno strano sorrisino di auto-
li rombanti, che come impaz- compiacimento. «Natural-
zite facevano stridere le gom- Si conviene che il Negroni sia discendente dell’Americano, perché ap- mente, un Negroni al Negre-
me e urlare i cavalli dei motori. punto gli assomiglia molto (il gin al posto del seltz). L’Americano si pre- sco!», rispose con fierezza il
Andavano a cento e più all’ora para solo con ingredienti italiani (altrimenti non si chiamerebbe così, è Gran Priore in carica. Stavol-
e nella loro folle corsa travol- ovvio): bitter Campari e vermouth rosso in parti uguali e seltz a com- ta fu il Priore Onorario passa-
gevano tutto, dai filari di pal- pletare. Per noi veneziani è sempre stato uno spritz potenziato. Esso è to ad annuire. I tre Priori vesti-
me che costeggiavano la stra- molto semplice da preparare: si versano gli ingredienti direttamente nel ti di rosa, elegantissimi nei lo-
da agli incauti pedoni che ave- bicchiere con alcuni cubetti di ghiaccio e si mescolano con maschia de- ro abiti del Settecento, attra-
vano tentato suicidariamente cisione. Si spruzza seltz a riempimento e si decora con una mezza fetta versarono elegantemente la
di attraversare pensando che d’arancia e una scorzetta di limone. La storia dell’Americano è alquan- strada che li separava dal mi-
il verde del semaforo li avreb- to confusa e, secondo tutte le testimonianze (per il valore che hanno) è tico ed elegante hotel Negre-
be risparmiati. nato dopo del suo diretto discendente, il Negroni. Secondo alcuni sareb- sco che spuntava proprio alle
Fu a questo punto che il Priore be stato creato negli anni Trenta; secondo altri deriverebbe il suo nome spalle della panchina di legno
Onorario passato sentì dentro in onore di una vittoria di Primo Carnera in terra d’America. Secondo dipinto di rosa. La folle corsa
di sé, e lo avvertì molto chiara- altri, più storicamente avveduti, il primo Americano sarebbe stato ser- delle auto indemoniate si fer-
mente, che era davvero troppo. vito nel 1860 al Campari’s bar a Milano. mò di colpo al loro passaggio.
Gli altri due Priori erano della Come spesso accade, tutti vogliono mettere le loro manine negli affari Non si sentiva più neanche il
stessa opinione anche se non lo degli altri e sono nate così varie varianti, più o meno inutili e alcune an- rombo dei motori. Sul volto dei
avevano detto. Nessuno aveva che vomitevoli, del celebre Negroni. Citiamo ad esempio il Bencini (che tre Priori si era stampato nel-
detto niente. Il Priore Onorario si legge bençini) con rhum bianco a sostituire il gin. Il Negroni sbaglia- lo stesso momento un sorriso
passato guardò con uno sguar- to, creato a Milano negli anni sessanta del secolo scorso, con spumante serenissimo.
do severo ma compassionevo- brut al posto del gin e una goccia di angostura opzionale (solo a Milano A questo punto il sogno del
le l’inferno che gli si era scate- poteva nascere una cosa così). A Torino invece si usa una variante det- Gran Priore in carica si inter-
nato intorno. Si sistemò la spil- ta Redhuvber in cui si sostituisce al bitter il Campari Soda e si riducono ruppe. Temendo di dimenticar-
la di acquamarina sullo jabot, le dosi di gin e martini per non svampire le bollicine; agghiacciante la lo, lo raccontò appena sveglio,
che nel trambusto si era imbiz- versione digestiva con il fernet (sempre al posto del bitter). Vi sono poi (te cioè verso mezzogiorno, al
zarrita, e disse con voce bassa, pareva) il Negrosky, con la vodka al posto del gin; un innominato con il Priore Onorario presente, che
molto calma: «Mah». Seguì un mitico Punt-e-mes al posto del Martini rosso per un sapore ancora più gli suggerì di scriverlo subito
silenzio lungo come una Qua- amaro; il Negroni Seal (con doppio Vermouth), e a Genova il Negroni del proprio per non dimenticarlo.
resima. Gli altri due Priori si Babbo con addirittura succo d’arancio e angostura, e il Negroni della Il Gran Priore in carica, anco-
girarono a guardarlo, certi che mamma, senza angostura. ra capace di una certa precisio-
avrebbe proseguito, aspettan- Diciamo per ghiribizzo di storia alimentare che l’adozione dei cocktail ne anche nei dettagli più insi-
do le sue parole come una rive- fu un importante passo avanti nell’evoluzione dei costumi umani che gnificanti, lo ha fatto imman-
lazione. Così fu. Il Priore Ono- come aperitivo prevedevano fino a alla fine dell’Ottocento e anche ol- tinente. Ma dopo alcuni giorni
rario passato proseguì. Sempre tre l’assunzione di liquori puri amari e devastanti; ancora nel 1905 l’al- è capitato qualcosa. Qualcosa
con voce bassa, molto calma: lora celebre divulgatore di medicina per le masse, il professor Giovan- di strano. Di inspiegabile, per
«Non viesco a capive pevché ni Galli ammoniva: «Lo stimolo del cibarsi è l’appetito, ma il vero ap- molti versi. Il Gran Priore in
oggi il mondo ha tutta questa petito, non quello spurio e falso che può essere procacciato dal dannoso carica non si è sentito più sicu-
fvetta...» Nessuno rispose. Lui uso abituale del vermout o degli amari ante prandium»*. Con l’inven- ro del sogno. Non tanto di non
si girò verso gli altri due Prio- zione del cocktail, finalmente, la funzione dell’aperitivo si è completa- averlo ricordato bene, di aver
ri. «Guavdate me -continuò, mente svincolata dalle necessità dell’apparato digerente, divenendo in- dimenticato qualche dettaglio,
adesso la sua voce sembrava vece un’attività puramente e piacevolmente ricreativa. qualche particolare importan-
arrivare da molto lontano- io te. No. Semplicemente, il Gran
non ho avuto fvetta neanche di *Prof. Giovanni Galli «Come posso mantenermi sano e prolungarmi la vita?» II ed. Ul- Priore in carica non è più sicuro
movive!». Un sorriso dolcissi- rico Hoepli Milano 1905, pag 89.
che si sia trattato di un sogno. ◉
venezia san marco 2677 campo san maurizio IL RIDOTTO marzo 2010 anno 4 numero 26 pagina 31

I NSOMMA ADESSO BA-


STA!!! –La voce, potentissi-
ma, echeggia nel Sommer-
gibile Rapido ed Invisibile as-
sordandoci mostruosamen-
Romanzo d’appendice: puntata quattrodieci
Le avventure del Marinaio Johnny: surf!
Il Marinaio Johnny dice: –
Non potevi farlo prima? So-
no quattro puntate che van-
no avanti, non ne potevo più!
Bloccati qui sotto, con il Con-
te. Non è una voce, è un rombo di luca colo de fero colferai sole Inconsolabile e il Tortura-
potentissimo ed apocalittico, tore di Maracas che ci tempe-
un tuono immane che squarcia stano di bombe di profondità, e
l’universo da parte a parte. Mi Riassunto delle puntate precedenti loro due che...
sento malissimo: io, che sono il E TU NON POTEVI USA-
Marinaio Johnny, so in preda ... bzzz! bzzzzzzzzzz! scraccccccccccc... crec!!!! RE LE BOMBE ALTIME-
al mal di mare! Dopo essersi trovati nei pressi di Yuma in un terribile western TRICHE DI MAURITIUS
Per fortuna, un benefico ef- e sull’Enterprais nelle profondità dello spazio, e in uno studio BESTIANETTO?
fetto collaterale della voce tita- in rosso macabramente giallo e in una strana piazza San Marco Il Marinaio Johnny dice: – Le
nica è che il Corsaro Rosa e il a sbevazzare e parlare d’amore mentre sopra di loro la flotta del che? Non potresti parlare più
Principe Maurice rimangono terribile Don Antonio de Jarola li sta braccando, comandata dallo piano? Non riesco a capire bene
pietrificati dal terrore. Il Cor- spietato Console Inconsolabile coadiuvato dal trmendo Francisco de con tutto il rimbombo nelle pa-
saro Rosa sta lanciando il piu- Andrade, detto il Torturatore di Maracas... ratie, e ho già un po’ di mal di
mino della cipria al Principe bzzz! bzzzzzzzzzz! scraccccccccccc... crec!!!! testa e neanche più un goccio
Maurice, con lo sguardo ma- di cachaça Bebedera da trop-
levolo e la chiara intenzione di munemente conosciuta come neamente. In un groviglio di po tempo.
procurargli un devastante e ir- Dio? membra. Il tacco a rocchetto – Be’ si, immagino che ades-
refrenabile attacco di starnu- Il Corsaro Rosa dice: – Ma è dello stivaletto anfibio di vitel- so che i due idioti stanno fer-
ti per poterlo immobilizzare e un miracolo! lino pervinca del Corsaro Ro- mi posso anche smetterla con
quindi torturarlo a piacere con Il Marinaio Johnny dice: – sa (il destro) è conficcato nelle questa sceneggiata dell’essere
una piuma di struzzo; mentre Ma no! Il nostro creatore, con le pudenda del Principe Mauri- onnipotente.
il Principe Maurice incalza con minuscole iniziali... ce, mentre lo spazzolino a tor- – Ecco, adesso va un po’ me-
il pettinino a torciglione del INSOMMA VOLETE FAR- ciglione del mascara da lui abi- glio... tutte quelle maiuscole...
mascara a mo’ di fioretto nel- LA FINITA OPPURE NO? lente manovrato si trova infila- – Dicevo: le bombe altime-
la mano destra e lo scrigno dei JOHNNY VARDA CHE TE to molto addentro nella narice triche inventate dal celebre in-
nei finti, in argentone cesella- CANCEO, TI, EL PRINCIPE E sinistra del Corsaro Rosa. ventore pazzo Mauritius Be-
to con scene di caccia al cervo, QUEL RECION DEL CORSA- ORA RESTERANNO CO- stianetto. Sono come le bom-
pronto nella sinistra per usar- RO ROSA! ANZI... SÌ PER UN PO’. POI VEDIA- be di profondità, solo al con-
lo come scudo, o arma contun- Il Corsaro Rosa e il Principe MO. SPERO CHE GLI FAC- trario: una tipica invenzione
dente, a seconda della bisogna. Maurice svengono. Simulta- CIA MALE, DOPO! bestianettiana.
STATE ASSOLUTAMEN- – Ma non le ho!
TE FERMI IMMOBILI ZITTI! – Ma come no. Ma ti xè
Il Corsaro Rosa dice: – Ma chi insemenio?
è? Ma cosa succede? Ma cosa – Senti: questo è il mio som-
vuole questo qua? mergibile! Saprò o no cosa c’è
ZITTI! dentro?
Il Principe Maurice dice: – – Oh casso! Me so’ proprio
Non stavamo facendo niente desmentegà!
di male, ma se proprio devo, al- – Ecco, visto? E poi in queste
lora smetto subito. avventure il turpiloquio non è
ZITTI! gradito.
Il Marinaio Johnny dice: – – Scusa.
Ecco, ve l’avevo detto di sta- – Scuse accettate. E adesso
re buoni! Adesso l’avete fatto cosa facciamo?
incazzare. – C’è un’unica soluzione:
VI HO DETTO DI STARE lo tsunami delle diciassette e
ZITTI! trentacinque. Sta proprio per
Il rombo è tremendo, ma co- arrivare...
me spesso succede, ci si abi- – Lo tsunami delle diciasset-
tua a tutto, anche alle cose te e trentacinque?
migliori. – Proprio lui: sono settimane
Il Corsaro Rosa dice: – Ma chi che scateno terremoti sulle co-
è? Ma cosa vuole? ste dei Sette Mari nella speran-
Il Marinaio Johnny dice: – È za che mi servano a qualche
lui, il nostro creatore, ed è an- cosa. Non ricordavo cosa, ma
che alquanto incazzato. adesso so a cosa miravo. Ades-
Il Principe Maurice dice: – so sveglio i due idioti. Prepara-
Il nostro Creatore, il Signore, tevi a un po’ di surf!!!
vuoi dire l’Entità Suprema co- continua nel prossimo numero...
pagina 32 marzo 2010 anno 4 numero 26 IL RIDOTTO venezia san marco 2677 campo san maurizio

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Paolo Fiorindo EFFETTI DE «IL RIDOTTO»SUL LETTORE


ENZO ROSSI RÒISS
Bissa bògoea
Una fiaba nera, una tragica storia d'amore,
un racconto teatrale orrido e inquieto.
Calembour ...one ROISS POEMI DOPING
Il barONE BeppONE, cicciONE, CANZONIERE
minchiONE, mascalzONE e cornutONE,
diede un ceffONE a SimONE, imbrogliONE,
cafONE, pigrONE e testONE,
per la sotttraziONE del cartellONE di
cartONE in previsONE dell’operaziONE
di divisiONE per la ripartiziONE del
polmONE, col ditONE, del bestiONE in
missiONE nella naziONE della produziONE
del cotONE.
Nella ricreaziONE, Il leONE ZenONE
maschiONE secchiONE,
prese posiziONE, col pitONE OddONE,
gran spendacciONE,
per la decisiONE di moltiplicaziONE
Ritorna il mito dell’anguana, creatura di borsONE nello stanzONE del termosifONE
acquatica del bestiario pagano che di ottONE.
vive negli abissi torbidi del ventre della Fece sensaziONE, il dì dell’AscensiONE, Ho quanto valgo di più non spendo
Livenza, la Grande madre regina Acqua. il bottONE marrONE del pedONE, Il prezzo da pagare per avermi è fisso

IN LIBRERIA! più che il maccherONE col limONE.


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«I Antichi»
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april
mmx

m
Ariete
n
Toro
21 marzo 21 aprile
20 aprile 20 maggio

luni marti mercore zioba venere sabo domenega

29 30 31 1
S. UGOVESCOVO
a. 5.53 – t. 18.35
2
S. FRANCESCO DI P.
a. 5.52 – t. 18.36
3
S. RICCARDOVESCOVO
a. 5.50 – t. 18.37
4
PASQUA
a. 5.48 – t. 18.39
6.43 t. – l. 21.54 7.22 t. – l. 23.01 8.08 t. 0.02 l. – 9.00 t.
00:12 +73 12:56 +51 00:33 +69 13:33 +43 00:52 +63 14:17 +35 01:05 +56 15:30 +28
06:46 -26 18:25 -02 07:18 -23 18:45 +07 07:51 -18 18:56 +16 08:30 -11 18:39 +24

5
L’ANGELO
a. 5.47 – t. 18.40
6
S. GUGLIELMO
a. 5.45 – t. 18.41
7
S. ERMANNO
a. 5.43 – t. 18.42
8
S. ALBERTO, S.WALTER
a. 5.42 – t. 18.43
9
S. MARIA CLEOFE
a. 5.40 – t. 18.44
10 11
S.TERENZIO MARTIRE
a. 5.38 – t. 18.45
D. IN ALBIS
a. 5.37 – t. 18.46
0.54 l. – 9.57 t. 1. 37 l. – 10.57 t. 2.13 l. – 11.58 t. l. 2.43 – 12.59 t. 3.09 l. – 14.00 t. – l. 3.32 l. – 15.00 t. – l. 3.54 l. – 16.00 t. – l.
01:07 +49 00:18 +43 22:03 +44 13:41 -02 04:13 +20 14:32 -06 04:03 +11 15:06 -09 04:11 +03 15:34 -10 04:27 -06 15:59 -11
09:25 -04 11:39 +01 21:40 +49 08:06 +27 21:44 +54 09:01 +34 21:54 +59 09:38 +40 22:07 +63 10:09 +45 22:22 +67

12 13 14 15 16 17 18
S. GIULIO PAPA
a. 5.35 – t. 18.47
S. MARTINO PAPA
a. 5.33 – t. 18.48
S. ABBONDIO
a. 5.32 – t. 18.50
S. ANNIBALE
a. 5.30 – t. 18.51
S. LAMBERTO
a. 5.29 – t. 18.52
S. ANICETO PAPA
a. 5.27 – t. 18.53
S. GALDINOVESCOVO
a. 5.25 – t. 18.54
4.15 l. – 17.02 t. – l. 4.38 l. – 18.04 t. 5.02 l. – t. 19.09 t. 5.31 l. – 20.16 t. 6.04 l. – 21.23 t. 6.45 l. – 22.28 t. 7.34 l. – 23.28 t.
04:46 -14 16:23 -11 05:08 -22 16:47 -09 05:33 -27 17:11 -06 06:01 -30 17:36 -02 06:31 -31 18:02 +04 00:08 +72 13:30 +44 00:35 +67 14:23 +39
10:39 +49 22:39 +71 11:09 +52 22:59 +74 11:40 +52 23:20 +75 12:13 +51 23:44 +75 12:49 +48 07:04 -29 18:30 +10 07:43 -25 19:01 +18

19 20 21 22 23 24 25
S. ERMOGENE MARTIRE S. ADALGISAVERGINE S. ANSELMO , S. SILVIO
a. 5.24 – t. 18.55 a. 5.22 – t. 18.56 a. 5.21 – t. 18.57
S. CAIO
a. 5.19 – t. 18.58
S. GIORGIO MARTIRE S. FEDELE , S. GASTONE
a. 5.18 – t. 19.00 a. 5.16 – t. 19.01
S. MARCO - LIBERAZIONE
a. 5.15 – t. 19.02
l. 8.33 0.21 t. – l. 9.40 1.05 t. – l. 10.52 1.43 t. – l. 12.06 2.15 t. – l. 13.20 2.43 t. – l. 14.35 3.11 t. – l. 15.48
01:02 +59 15:46 +35 01:31 +49 18:23 +38 02:07 +37 19:46 +46 02:19 +24 12:54 -07 02:53 +11 13:59 -10 03:24 -01 14:47 -12 03:54 -12 15:27 -12
08:30 -19 19:42 +27 09:36 -12 22:21 +35 11:16 -07 05:46 +28 20:23 +55 07:51 +33 20:55 +63 08:55 +40 21:24 +69 09:43 +46 21:52 +74

26 27 28 29 30
S. CLETO, S. MARCELLINO.
a. 5.14 – t. 19.03
3.38 t. – l. 17.03
S. ZITA
a. 5.12 – t. 19.04
4.06 t. – l. 18.17
S.VALERIA, S. PIETRO CHANEL S. CATERINA DA SIENA
a. 5.11 – t. 19.05
4.38 t. – l. 19.30
a. 5.09 – t. 19.06
5.15 t. – l. 20.41
S. PIOV PAPA , S. MARIANO
a. 5.08 – t. 19.07
5.58 t. – l. 21.46
1 2
04:25 -22 16:02 -10 04:56 -29 16:35 -07 05:26 -33 17:05 -02 05:57 -35 17:34 +05 06:28 -33 18:00 +12
10:24 +51 22:19 +76 11:04 +53 22:45 +77 11:42 +53 23:09 +75 12:20 +51 23:33 +72 13:00 +47 23:54 +67

Giovanni Antonio Canal, detto il Canaletto (Venezia, 7 ottobre 1697 – Venezia, 19 aprile 1768) Capriccio (circa 1740, olio su tela, 60 x 82 cm, Galleria Nazionale, Parma)
compagnia de calza «i antichi» venezia IL RIDOTTO DE I ANTICHI 30124 san marco 2677 campo san maurizio

D
Toro – Questo è un mese favore-
vole per le grandi trasformazio-
ni. Se non sei soddisfatto nelle
relazioni, è ora di mettere un punto fina-
L’Oroscopo del mese: febbraio 2010 ra per poco tempo. Dedica un po' del tuo
tempo a un buon programma di alimen-
tazione e esercizi per recuperare le ener-
gie perse.
le. Tua felicità sarà garantita se riuscirai a
fare dei cambiamenti intelligenti. Se avrai a cura di strega jurubeba Scorpione – Cerca di non lasciar-
coraggio per nuove sfide, otterrai molte
conquiste professionali. In questo mese il
motto è: abbandona il pessimismo per at- ARIETE
J ti andare con pensieri negativi. Le
energie sono in generale buone.
All'inizio del mese sarai impegnato con
trarre buona fortuna. Avrai più disponi- questioni domestiche e familiari. Avrai
bilità e coraggio nell'amore. dal 23 marzo al 20 aprile voglia di stare tranquillo a casa. Nel lavo-
ro dovrai affrontare alcuni problemi che
Gemelli – Una serie di pianeti risolverai con le buone energie che hai in

E compatibili al tuo segno porte-


rà momenti di piacere mentali
e emozionali, facendoti guardare più ap-
questo periodo (e potrai creare dei proget-
ti che daranno ottimi risultati in futuro).
Questa energia movimenterà la tua vita
passionatamente il futuro. Stai facendo sentimentale. Vivrai momenti di molta
piani per il futuro ma stai attento con l'ag- passione e complicità con la persona ama-
gressività di alcune persone intorno a te. ta. Mantenga una buona dieta alimenta-
Cerca di essere tranquillo e non farti coin- re e fai esercizi rivitalizzanti come Tai Chi
volgere dalle provocazioni. Nell'amo- e Yoga. Non frequentare ambienti cari-
re deve comportate più seriamente e non chi di energie negative. Il mese finisce con
prenderlo come qualcosa di leggero. Non un grande astrale, dove sarai privilegiato
avere paura di compromesso. Responsa- con momenti di piacere.
bilità è la parola chiave.
Sagittario – I piani per il futuro

F
Cancro – Mese di trasfor-
mazioni emozionale profon-
da giorno dopo giorno. In que-
K saranno ogni giorno più chiari
nella tua mente. Adesso è ora di
studiare i dettagli per riuscire a realizzare.
sta condizione, dovrai revisionare il pas- Pianifica dettagliatamente, Marte chiede
sato che ancora è dentro di te e che ti im- attenzione. Hai cominciato un anno fa in
pedisce di pensare il futuro pieno di pos- una fase sensibile e decisiva nel campo fi-

I
sibilità. Momenti di cambiamento che a nanziario. Avrai questo anno per defini-
te è molto difficile ma che devi affronta- l mese comincia agitato, c’è il sole in Venere nel tuo segno. Il re strategie e mettere in pratica tutto che
re. Rompi le catene con il passato. Il nuovo tuo rapporti amorosi e familiari passeranno per una serie di è in relazione alla crescita e stabilità ma-
bussa alla tua porta. Le tue relazioni con- prove del fuoco. Tenta di ragionare con calma. Giove è in Pesci teriale. Riuscirai a mantenere un livello di
tinuano a essere un palcoscenico. Giove vita corrispondente ai tuoi desideri mate-
e Pesci ti portano benefici, con possibili- e comincia a inviare energia nel tuo mondo emozionale e menta- riali. Entrerai in una fase di studi e que-
tà di viaggi e studi. È un momento diffici- le, portando luce e guarendo sentimenti del passato. Comincerai sto ti fa' sentire più sicuro, perché percepi-
le per le finanze con miglioramento a par- a sentirti più ispirato e con il cuore più aperto. Ti aiuterebbe fare sci che disponi di elementi per dare i primi
tire da metà mese. Non fare investimen- passi ai tuoi progetti. È possibile che alcu-
ti rischiosi. dello Yoga per un maggiore equilibrio fisico e mentale. Alcune de- ne aziende, istituzioni, associazioni ecc, si
cisioni non potranno essere prese, mettendo alla prova la tua pa- interessino e ti propongano una collabo-
Leone – Marte con Venere con- razione. Con energia nella professione e

G tinua a influenzare ancora per


poco questa energia che ti pro-
voca irritabilità e intolleranza con tutto
zienza e tolleranza davanti a situazioni di impotenza.
L’amore resterà in primo piano. Sarà quasi impossibile contenere
l’impeto e il desiderio. Un periodo affascinante, pieno di magne-
nella vita familiare inizia il cammino per
il successo.

intorno a te. Il tuo rapporto è quello che Capricorno – Mese buono per
più soffre con le tue attitudini arroganti.
L’energia è molto intensa e le insoddisfa-
zioni e le frustrazioni ti fanno venire vo-
tismo e con molta forza per conquistare i tuoi obiettivi e anche un
pazzo amore. Impara a amare e concederti. È una grande lezione.
Non mettere i carri davanti i buoi.
L gli affari. Sei in un ottimo mo-
mento finanziario per accordare
negoziazione, riunioni, ecc. ma stai atten-
glia di buttare tutto per aria. Stai attento. to alle spese eccessive. Ci saranno cam-
Devi avere pazienza per evitare catastro- Durante il mese Mercurio in Acquario faciliterà le negoziazioni. biamenti uno dietro l'altro. Viaggi in vi-
fi. Tolleranza e riflessione per chiarire la Comincia l’anno astrale, il Sole entra nel tuo Segno. sta. Vita emozionale in valutazione e buo-
mente. Attenti con le parole che possono Più pazienza in amore. na per riconciliazioni con parenti e ami-
ferire. Cura di più le amicizie. ci. Sei in un momento di grande simpatia.

Vergine – Il lavoro è la meta Caratteristiche: indipendenza, coraggio, aggressività, testar- Acquario – Niente romantici-

H principale in questo mese dove


molte cose possono succedere:
promozione, cambiamento di lavoro, ecc.
daggine, egoismo. Pianeta reggente: Sole. Elemento: fuoco. Se-
gno complementare: Bilancia. Pietra: Topazio.
A smo in questa fase in quanto non
capisci che il materiale e la men-
te funzionano parallelamente. L'energia
Dopo tutto proseguirà tranquillo e tutti i segue il pensiero e per questo deve ave-
settori saranno beneficiati. Un po' di me- re delle mete definite, senza confusione
no è quello delle finanze che chiede una o dubbi. Momento ottimo ma è necessa-
riduzione delle spese. Questo anno l'Uni- ria una organizzazione mentale e rivalu-
verso ti chiede di strutturare e stabilire la tare le tue forze. Le tue emozioni si stan-
tua vita materiale. Un lavoro continuo e no muovendo profondamente. Cerca di
organizzato è importante. Niente cade meditare, perché attraverso questa prati-
dal cielo. Vedrai più avanti gli effetti e i ri- ca puoi ottenere l'equilibrio, la pace e le ri-
sultati della tua lotta. L'euforia nell'amore sposte che da molto cercavi.
finisce e si i rapporti diventeranno più ra-
zionali e tranquilli. È un buon momento. Pesci – Da febbraio è comincia-
Il cuore batte forte.

Bilancia – L’influenza di Saturno


Piccolo rito di macumba detto simpatia buono per tutti.
Per togliere le cattive energie. B ta una nuova fase che continua
bene. Va bene nell'amore, finan-
ze e anche nel lavoro. Sole, Giove Venere,

I continua portando dei buoni risul-


tati nei tuoi progetti. Devi aver pa-
zienza senza desistere di tuoi piani. Resi-
Con la luna crescente, lavare tutti i pavimenti
di casa con acqua pulita e mezzo chilo di sale grosso,
portando tutto all’esterno della casa.
Urano e Mercurio nel tuo segno ti portano
molte possibilità positive. Metti i piedi per
terra e se trovi difficoltà per concentrar-
sti. È un momento di grandi benefici nel- ti, aiutati con una meditazione. Ti farà be-
la creatività, nel piacere e nell'amore. Vi- Contemporaneamente accendere una candela alla canfora. ne per organizzare la vita interna e conse-
ta sociale intensa. Approfitta di tutto ciò Quando finisce, buttare la candela e l'acqua sporca guentemente la vita esterna. Passato e fu-
che di buono ti portano gli astri. Usa le tue nell'acqua corrente. turo ti disturbano, devi saper razionaliz-
energie divertendoti. Nell'ambito fami- zare questo conflitto. La nuova fase dure-
liare avrai un po' di problemi che supere- Dopo fai un bagno dalla testa ai piedi rà per dodici anni, pertanto abbi coraggio
rai molto presto. Marte renderà un po' dif- con petali di rose bianche. e decidi la strada che dovrai seguire, sen-
ficile gli sviluppi del tuo lavoro ma anco- za guardare indietro.

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