DIFENDERE LA LINGUA ITALIANA: UN APPROCCIO GEOPOLITICO
DIFENDERE LA LINGUA ITALIANA:
UN APPROCCIO GEOPOLITICO di Aldo Braccio
“Gwlad heb iaith, gwlad heb galon”
(“Una terra senza lingua, una terra senza cuore”, proverbio gallese)
Un “Manifesto in difesa della lingua italiana”, sottoscritto nell’anno 2000 da alcune
personalità di cultura ma poco rilanciato dai media nazionali, osservava che “in questi anni la disattenzione teorica per l’idioma nazionale è stato totale” e che lo stesso risulta minacciato “da chi si augura la sua rapida estinzione per poter approdare, quanto prima, a un mondo globalizzato”. È veramente necessario ribadire – di fronte alla vera e propria invasione culturale e linguistica operata dall’angloamericano – la realtà dei fatti. Naturalmente non è solo l’italiano a essere minacciato; per altre culture la situazione è anzi decisamente più grave: nel mondo attuale la pluralità linguistica si è considerevolmente impoverita, un centinaio di lingue vengono parlate da circa il 90% della popolazione mondiale, mentre sono migliaia (2.500 secondo l’Unesco, 3.500 secondo una ricerca del “National Geographic”) gli idiomi che – parlati ormai da un numero ristretto di persone – rischiano a breve o medio termine l’estinzione. È una situazione che, in queste dimensioni, non trova riscontro nella storia umana, e che non va trascurata. In un recente passato alcune lingue sono state cancellate con l’uso esplicito della violenza: è poco noto, ma esemplare, il caso della Tasmania, ove tutto il gruppo delle lingue locali è scomparso in seguito al sistematico massacro dei residenti compiuto dai coloni britannici fra il 1825 e il 1830. Si ritiene che l’ultima parlante una delle cinque lingue tasmaniane sia morta nel 1877. Un altro caso, fra i tanti, è quello degli Arawak, testimoniato da Bartolomeo de las Casas nella sua “Brevissima relazione della distruzione delle Indie” all’inizio del XVI secolo: sterminati dagli spagnoli, ne rimangono attualmente poche centinaia nella Dominica, dove parlano esclusivamente inglese. Oggi la cancellazione degli idiomi nazionali e locali avviene sull’onda dello strapotere EURASIA
della lingua inglese, o meglio, come accennavamo, dell’angloamericano (è l’inglese