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EMPIRISMO

l'empirismo è una corrente filosofica che attraversa


l'Europa tra il 600 e 700 se non oltre dato che il
razionalismo era la filosofia tipica del 600 europeo.
l'empirismo è una filosofia che si oppone completamente
al razionalismo, ad esempio, per i razionalisti la conoscenza
dipendeva dalle idee innate mentre per gli empiristi la
conoscenza inizia dall'esperienza perché le idee innate
non esistono. La Realtà, pertanto, non parte da un
presupposto di origine razionale da una priori mentale ma
la realtà e la conoscenza della realtà si basa
fondamentalmente sulla percezione della realtà stessa
quindi del fenomeno e questo è possibile appunto
attraverso l'esperienza sensibile. I razionalisti dovevano
individuare delle sostanze che per gli empiristi non
esistono, i razionalisti rappresentavano l’esistenza di Dio
con una prova a priori, mentre gli empiristi rappresentano
l'esistenza di Dio con una prova a posteriori. Se per i
razionalisti la libertà è ragione per gli empiristi la libertà
esiste come valore assoluto e come possibilità di scelta
che non ha dei vincoli, non ha dei limiti nella ragione,
inoltre, se per i razionalisti l'anima è un’essenza e quindi
intesa come essenza e sostanza universale (res cogitans) è
immortale, l’anima qui invece è interpretata
essenzialmente come cogito quindi come coscienza e
pertanto nella maggior parte dei casi l'anima viene
considerata come mortale.
L’empirismo è una filosofia che nasce in Inghilterra, tutti e
tre gli empiristi generalmente scrivono il ‘’trattato sulla
natura umana’’ e sui ‘’principi della conoscenza’’ proprio
perché il loro punto di partenza nello studio dell’attivismo
è il capire come ciascun soggetto umano può conoscere la
realtà. Questi empiristi sono tre filosofi tutti e tre inglesi
Locke, Barkley e Hume ma ciascuno di questi tre filosofi
puntualizza un aspetto fondamentale dell'empirismo: per
Locke non esistono idee innate tanto che Locke diventa
famoso non solo dal punto di vista politico, per la sua
concezione del liberalismo di uno stato liberale, ma
proprio perché critica le idee innate di Cartesio. Sulla base
della filosofia Lockiana si pone il concetto che è invece ha
fondamento della filosofia di Berkeley che è appunto
‘’ESSE EST PERCEPI’’: ‘’l'essere ed essere percepito’’,
l'esistenza come percezione. Infine, c’è Hume che è noto
per essere scettico cioè per mettere in crisi tutti i
fondamenti del sapere, quando vogliamo ragionare in
termini scientifici, chiari, razionali dobbiamo utilizzare
sempre la causalità cioè dobbiamo vedere quali sono le
cause e quali sono gli effetti e quindi a quali cause
corrispondono determinati effetti e quali effetti generano
quelle cause. Questo principio di causalità viene messo in
discussione perché Hume ci dice che il principio di causalità
non esiste è un'invenzione assolutamente umana perché la
causalità è semplicemente l'abitudine a vedere due
fenomeni correlati l'uno all'altro ma non c'è nulla di
scientifico. Allora ovviamente viene anche a mancare ogni
presupposto della conoscenza scientifica della conoscenza
razionale e non abbiamo più riferimenti e quindi l'approdo
di tutto questo diventa lo scetticismo cioè credere ancora
una volta che non esista più nessuna verità che non esista
più nessuna conoscenza assoluta. Tutto è frutto
dall’abitudine. ma è anche frutto eventualmente del caso
ma non della causalità. Locke parla nel saggio sull'intelletto
umano del 1690 in quest’opera, che è la sua più grande
opera, critica le idee innate contestando che la
conoscenza possa dipendere dalle idee innate; secondo
Locke non esistono semplicemente perché se esistessero,
come diceva Cartesio, le avrebbero tutti anche i bambini
anche i folli, ma ciò non è vero perché se noi esaminiamo il
ragionamento di un bambino oppure quello di uno matto
queste persone non ragionano nella stessa maniera in cui
ragioniamo noi. Le sensazioni si formano sulla base
dell'esperienza contratta e sulle quali poi si costruiscono le
percezioni come conoscenza più completa dell'oggetto.
-La sensazione è l'azione singola di un solo senso sulla
realtà esterna per esempio vedere,
mentre una
-percezione è già un'azione più complessa nella quale c'è
la possibilità di coordinare più sensi tra di loro, per
esempio, vedere e sentire e quindi avere una
consapevolezza molto più chiara della realtà fuori di noi, e
infatti secondo Locke dalle percezioni si formano le idee
generali che possono essere condivise con gli altri ma
senza alcuna pretesa di conoscenza assoluta o scientifica. Il
secondo filosofo che si occupa dell'empirismo è Barkley,
anche Barkley sostiene come Locke che tutta la conoscenza
umana muova dalla sensazione e dall'esperienza percettiva
a tal punto che l'espressione che caratterizza la filosofia di
Barkley è ‘’esse est percipi’’ essere ed essere percepiti,
percepire gli altri ed essere percepiti dagli altri, solo questo
è conoscere, anche i nomi che noi diamo alle cose secondo
Barkley sono convenzioni linguistiche scelte da ogni
comunità per comunicare quindi per intendersi al proprio
interno, questo è provato dal fatto che esistono più
linguaggi se il nome caratterizzasse l'essenza dell'oggetto o
della persona a cui ci riferiamo noi non avremmo i
linguaggi, le lingue… noi avremmo un solo linguaggio
universale questo viene definito: nominalismo e
convenzionalismo. Tutta la realtà è costruita attraverso le
idee ma queste idee derivano solo dalla percezione e non
hanno nulla di assoluto, questo è anche d'altra parte è una
forma di spiritualismo, di idealismo, di materialismo cioè la
realtà non la posso descrivere per com’è ma la descrivo per
come appare per come la percepisco, e quella realtà così
come io la percepisco forma la mia conoscenza, ma forma
anche il mio mondo mentale, il mio mondo ideale. Per cui
cosa ne so di com'è il mondo davvero se il mondo passa
attraverso le mie idee, infatti, si parla già di idealismo è
proprio la capacità di conoscere il mondo in una maniera
soggettiva.
Infine, c’è Hume: scrive il suo trattato sulla natura umana
nel 1738 ma abbiamo già capito che approda allo
scetticismo, è uno scettico, se tutte le conoscenze
muovono dall'esperienza tutte le conoscenze sono
soggettive, non esiste alcuna oggettività nel sapere umano,
quindi non esiste alcuna verità. Viene messo in
discussione il principio cardine della conoscenza scientifica,
il fondamento della scienza, che è il principio di causalità.
se la causalità non esiste ma è solo frutto dell'abitudine
non c'è legge scientifica che tenga a percepire in
successione determinati fenomeni, non esiste nessuna
conoscenza certa, nessuna conoscenza causale quindi
nessuna conoscenza razionale e con Hume approdiamo
proprio allo scetticismo dell'empirismo filosofico.

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