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PLOTINO

VITA

Massimo esponente della scuola neoplatonica, fu discepolo di Ammonio Sacca ad


Alessandria d'Egitto; seguì poi l'imperatore Gordiano III nella sua campagna contro i
Persiani per conoscere alla fonte le filosofie indiana e persiana. Dopo la sconfitta di
Gordiano III riparò a Roma, dove fondò una scuola. Visse gli ultimi anni nella pace agreste
in Campania. I suoi scritti vennero raccolti dal discepolo Porfirio in sei Enneadi (sei libri,
ciascuno contenente 9 trattati).

PENSIERO
Al centro della filosofia plotiniana è l'idea di trascendenza, ereditata da Platone, ma da
Plotino arricchita di altri elementi, che egli raccoglie con acuto senso sincretistico dalle
varie scuole filosofiche greche: mutua infatti il concetto di Uno da Parmenide, di Pensiero
da Aristotele, di Spirito da Eraclito e dagli stoici e li fonde in una nuova triade: Uno,
Intelletto, Anima. In questo processo di pensiero però si scolorano la problematica
platonica, gli argomenti scientifici e le finalità strettamente filosofiche per dare prevalenza
al carattere religioso, in cui l'Uno è la realtà assoluta (cioè Dio), dal quale ogni molteplice
si deduce: impossibile è infatti per Plotino concepire la natura senza riferimento all'Uno,
perché ogni essere è tale in quanto a esso legato. Ma se tutte le cose rimandano all'Uno
come a loro origine, questa realtà è per ciò stesso diversa da tutti gli altri esseri e nella
sua entità rientra tutto ciò che noi non vediamo nel mondo. È quindi una realtà
inconoscibile, tanto assoluta da essere inesprimibile. Diverso dal mondo, l'Uno può essere
in relazione con esso solo in quanto realtà superiore. In questa relazione l'unità e la
trascendenza dell'essere assoluto sono salvaguardate da Plotino, mediante l'introduzione
del concetto di emanazione: Dio, nella pienezza del suo essere, trabocca da sé e si
espande sugli esseri inferiori con la stessa veemenza con cui la luce emana dal sole, il
calore dal fuoco, l'acqua dalla fonte. Ma emanazione non significa creazione nel tempo,
perché questa sovrabbondanza dell'essere divino è da sempre e quindi eterna è pure
l'emanazione come sua conseguenza. Dio però non opera direttamente sul mondo, ma si
serve di sussistenze intermedie, l'una inferiore all'altra e tutte inferiori a Dio: prima
emanazione è l'intelletto (o Lógos di Dio), seconda l'anima e, ai suoi confini, ma tutt'uno
con essa, la materia. L'anima infatti da una parte prende alimento dall'intelletto e dall'altra
lo offre alla natura dominandola e governandola. Partecipe del mondo della natura, l'uomo
tuttavia è chiamato a superarlo per identificarsi nella luce di Dio: egli compie la sua ascesa
per gradi fin quando giunge all'estasi, lontano da ogni finalità pratica, ma solo percorrendo
la strada della conoscenza, nel distacco dal molteplice per ascendere verso l'Uno. Alla
conclusione di questo processo è evidente che il grado più alto spetta alla visione di Dio,
mentre la filosofia siede su di un gradino inferiore: è la posizione che le assegneranno
anche i mistici, che ripercorreranno questa strada pur con il viatico della parola di Cristo.

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