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INTRODUZIONE
guglielmo d’ockham
Guglielmo è uno dei principali antagonisti dell’etica di tommaso, egli vuole infatti difendere
i diritti i Dio che altrimenti venendo incasellato perderebbe il suo ruolo. Egli è convinto che
Dio mantenga la sua onnipotenza e libertà e che il mondo sia stato creato assolutamente
contingente e non necessario. Quindi il mondo dipende dalla libera volontà di Dio. Un’altra
idea di guglielmo è il fatto che sia Dio a mettere in essere le cose singole e ogni essere è
singolo per se stesso.
Inoltre gugliemo d’ockham sostiene l’idea epistemologica del linguaggio, la quale dice che il
linguaggio che noi usiamo deve essere compreso nella sua verità e che è Dio a dirci cosa
dobbiamo fare perché il bene è generato proprio da un comando di Dio.
giusnaturalismo
L’etica del giusnaturnalismo o etica delle legge naturale ha lo scopo di eliminare il conflitto
e quindi toglie il tema del conflitto (Dio), basandosi su altri elementi come la ragione.
I Caratteri sintetici del giusnaturalismo sono:
• la ragione umana è in grado di conoscere la verità > è sia l’essenza dell’uomo e i
suoi obbiettivi sia un insieme di principi auto- evidenti da cui derivano le leggi del
comportamento umano.
• esiste un diritto naturale (basato sulle leggi della natura) modello per il diritto
positivo > le norme essendo anteriori ad ogni sistema normativo positivo sono il
modello di base su cui vengon formulate e giudicate le leggi positive.
• l’etica è giustificata anche “etsi deus non daretur”> ugo gorzio nel suo testo “nel
diritto di guerra e di pace” esprime questa nuova architettura del sapere, cioè egli
pensa che la sua teoria sia valida anche quando Dio non è ammesso
Il tema Dio, a causa della sua semantica contesa, viene di fatto sterilizzato e collocato in una
posizione innocua. Infatti, il giusnaturalismo non lo esclude formalmente, ma lo considera
come il garante delle leggi morali: Dio il grande orologiaio, ma una volta che ha messo in
moto il complesso meccanismo il suo compito termina.
I contenuti del diritto naturale sono:
o doveri verso se stessi > hanno come obbiettivo tutelare la vita e la vita viene
considerata non disponibile, ossia il suicidio è inaccettabile, e si cerca di capire come
renderla degna.
o doveri verso gli altri > stabilisce dei vincoli nei confronti della famiglia, della
autorità ecc
o doveri verso Dio > diritto di rispetto nei confronti di Dio
Un’altra distinzione è quella di:
o doveri imperfetti > sono doveri lasciati alla libertà delle persone es generosità
o doveri perfetti > sono doveri da compiere cioè son obbligatori e li richiedo dagli altri
es patto tra due persone
etiche utilitaristiche
Mentre Kant lavora sul dovere, le etiche utilitaristiche lavorano sul piacere e sulla
sofferenza di un gruppo di persone. L’utilitarismo viene fondato da jeremy bentham e
prende il nome dalla centralità dell’utilità, definita come ciò che riesce a produrre piacere ed
evita qualsiasi tipo di sofferenza, e l’utilità riguarda non il singolo ma un gruppo di persone.
Inoltre non esiste una sola forma di utilitarismo ma nel tempo si è “adattato” e ci son vari
autori:
1)JEREMY BENTHAM
Egli è il fondatore e la sua idea si può riscontrare nella tesi dei due padroni: esiston due
padroni della natura umana il dolore e il piacere e ogni singolo persegue sempre il piacere
spingendo via il dolore (visione egoistica). Quindi per un legislatore l’elemento essenziale
per costruire una società è l’utilità e bisogna trovare un modo per far coesistere tutte le
utilità individuali e crearne una collettiva. Questo si può fare:
1. stabilendo una tassonomia dei piaceri delle persone e misurandoli dal punto di vista
quantitativo per trovare l’utilità collettiva
2. elaborando degli strumenti incentivi e repressivi per far sì che ognuno si identifichi
nell’utilità collettiva
Importante è capire quali azioni incrementano l’utilità collettiva cioè il bene e quali la
diminuiscono cioè il male, ecco perché l’utilitarismo è una etica
consecuenzialista\teolologica cioè bene e male non sono predeterminati ma si capiscon in
base all’utilità collettiva.
2)JOHN STUART MILL
Egli nel suo testo principale cerca di difendere bentham e fa una rielaborazione
dell’utilitarismo. Due aspetti sono importanti:
1. utilitarismo e liberalismo > c’è una distinzione tra pubblico e privato e l’etica rientra
solo nella sfera pubblica perché le azioni di una persona ricadono sugli altri, mentre
ognuno è sovrano dei propri piaceri e questo rientra nella sfera privata. Quindi questa
etica non descrive il campo di tutte le azioni.
2. valutazione quantitativa e qualitativa del piacere > non basta una valutazione solo
quantitativa dei piaceri ma ci vuole una determinazione anche qualitativa. La
misurazione qualitativa viene fatta dai soggetti con una maggiore esperienza di vita e
si intendon sia donne che uomini senzienti. Mill aggiunge il parametro della qualità
perché in bentham non si potevano riconoscere piaceri “alti e bassi”.
3)VARI UTILITARISMI del XX sec
In particolare ce ne sono tre:
o nuovo contenuto dell’utilità > cioè cosa è da massimizzare e alcuni sostengono che
bisognerebbe solo minimizzare il dolore perché massimizzare la felicità è troppo
difficile es politiche di riduzione del danno
o rispetto alle modalità di calcolo > per rispondere alle critiche di equità e giustizia
o rispetto alle modalità di dipendenza dalle conseguenze > cioè l’unità minima da
considerare per valutare le conseguenze
CRITICHE
Le principali critiche che son state mosse sono:
o la coppia piacere-dolore che è alla base è capace di esprimere la complessità
dell’essere umano
o il conseguenzialismo è incompleto perché bisognerebbe vederlo per la coppia
piacere-dolore ma se essa non basta sorge un problema
o la metodologia è ingestibile perchè bisogna affidarsi agli esperti e il singolo non è in
grado
o l’alternativa tra etiche deontologiche e teolologiche falsa il problema di fondo perché
l’etica di mill\bentham sono teolologiche (male e bene si ricavano) perciò restringon
il campo, mentre le altre deontologiche (bene e male sono predeterminati) allargano
la catena degli effetti con il rischio che non si tenga conto dell’effetto che modifica la
percezione
etiche egoistiche
L’etichetta “etiche egoistiche” appare una contraddizione di termini anche se il ‘900 ha
elaborato così la propria etica: esse ritengono che gli uomini siano mossi solo da
motivazioni del tutto personali ed egoistiche e cerchino solo la soddisfazione dei propri
interessi. Ci sono motivi che giustificano queste prospettive:
- di ordine prudenziale rinviano al generale clima di sfiducia che caratterizza i rapporti
umani
- quelli di ordine economico riguardano elementi storici e fattuali (rivoluzione industriale,
capitalismo, logiche di mercato, realizzazione del massimo vantaggio individuale)
Un esponente dell’egoismo etico è Bernard de Mandeville, personaggio vissuto a londra del
primo 700, dove vede l’inizio della rivoluzione industriale. Nel suo testo satirico la “favola
delle api” nota che il moltiplicarsi dei bisogni umani, motore dell’economia, è strettamente
legato a ciò che la morale tradizionale chiamava i vizi, il male morale. Quindi c’è un bivio:
o si recupera la morale tradizionale che vuole far sparire i vizi, ma così si abbandona anche
l’economia di mercato o cede al capitalismo e alle sue logiche. Mandeville pone a confronto
l’immagine di due tipi di società:
o economia di sussistenza > una società piccola e pacifica senza commercio ne denaro,
i consumi dipendon dai prodotti locali e gli abitanti usan le loro virtù per il bene
comune
o economia di mercato > una società vasta e popolosa, commerciale e militare,
caratterizzata da un certo sviluppo e soddisfazione dei bisogni e dove l’elemento
principale è la cooperazione interessata (ognuno realizza i propri fini lavorando per
gli altri)
L’autore sostiene che il vero motore di una società è in parte la reazione dell’uomo alle
avversità della natura, il cosiddetto male naturale, ma soprattutto da quell’insieme di
passioni che la morale tradizionale chiama i vizi\male morale. Se si vuole una società
fiorente, bisogna accettare il fatto che i vizi ne siano il principale alimento. L’uomo non è in
radice morale, ma essendo educabile può essere convinto ad apprezzare o a respingere
determinate condotte umane. Mandeville parla poi del self-liking cioè una una funzione
biologica legata alla autoconservazione quindi l’uomo è egoista e autointeressato.
etiche neocontrattualiste
Pet Thomas Hobbes gli uomini allo stato di natura vivon senza tendenze e passioni che
garantiscono la pace e la collaborazione e non san distinguere bene e male; egli ritiene che
si possa uscire da questa condizione tramite un contratto sociale.
Rawls sviluppa il contrattualismo sociale il quale sostiene che i principi dell’etica possono
essere individuati attraverso una procedura detta posizione originaria:
1. gli individui nella posizione originaria son individui rappresentativi non concreti
2. nessun individuo sa nulla su quale sarà la sua condizione di vita così che tutti sono in
una situazione di uguaglianza e indieterminazione del proprio futuro
3. le scelte dipendon dal principio del maximum (il massimo dei minimi) per cui si deve
preferire quell’alternativa che permette di massimizzare le esigenze degli individui
rappresentativi delle condizioni di vita peggiori
Rawls definisce i due principi fondamentali che scaturiscon dal contratto: il primo dice che
ognuno ha un eguale diritto al più esteso sistema di libertà fondamentali compatibilmente
con simile sistema di libertà per tutti gli altri e questo è sopra il benessere sociale, il secondo
sostiene che le disuguaglianze economiche e sociali son giuste solo se collegate a cariche
aperte a tutti e se producon vantaggi per tutti sopprattutto i più svantaggiati.
conclusione
Il pluralismo etico distingue due livelli di etica:
o il primo definisce regole e principi minimi condivisi da tutti ed è necessario per la
stabilità della vita associata ed è compito del diritto e della politica
o il secondo riguarda valori e ideali etici che ciascuno può assumere per definire lo
stile di vita perfetto quindi riguarda le libere scelte degli individui
Il pluralismo etico si distacca dal relativismo perché esso dice che ci son diverse etiche e
non ci son vere ragioni per scegliere un’etica piuttosto che un’altra. Il pluralismo si distacca
dal fanatismo morale perché questo interpreta il pluralismo etico come una fase di mezzo
per arrivare al relativismo e dunque da combattere.
PARTE SECONDA: LA MORALE CRISTIANA ALLA LUCE DEI
RECENTI DOCUMENTI DEL MAGISTERO
presentazione documenti del magistero
Lo sfondo è il concilio vaticano II e i documenti son divisi in tre grandi categorie:
• costituzioni > sono quattro e definiscono in termini sia dogmatici che operativi i
pilastri fondamentali della vita della Chiesa cioè Sacrosanctum Concilium (liturgia e
sacramenti) Dei Verbum (ripercorre il senso della rivelazione e della parola di dio),
Lumen Gentium (descrive la Chiesa in sé stessa), Gaudium et Spes (parla della
Chiesa nel suo relazionarsi agli altri).
• decreti > sono nove e ripensano le convinzioni di fondo soprattutto quelle di Lumen
Gentium, in rapporto a temi intra-ecclesiali specifici.
• dichiarazioni > sono tre e si rivolgono ad interlocutori esterni alla chiesa e tentano di
proporre temi condivisibili anche da non cristiani.
I documenti da tener a mente sono:
o gaudium et spes > viene detta costituzione pastorale e ciò indica che il testo propone
il corretto disporsi della chiesa nei confronti del mondo e dell’uomo di oggi. C’è un
nuovo atteggiamento ossia quello per cui la dottrina certa e immutabile va presentata
in modo da rispondere alle esigenze contemporanee e per fare ciò bisogna dimostrare
la validità di ciò che i credenti affermano, piuttosto che condannare coloro che
sbagliano.
o catechismo chiesa cattolica > esso contiene una sintesi completa della dottrina
morale cristiana e risente molto dell’opera di Tommaso.
o veritas splendor > affronta alcune questioni fondamentali del cristianesimo e i temi
derivano da dibattiti emersi nella riflessione contemporanea e per i quali viene
offerto un giudizio qualitativo.
semantica di libertà
La semantica li libertà che emerge dalla rivoluzione francese afferma che ognuno è libero
finchè non si lede un altro. In particolare quattro sono i punti fondamentali:
o gli uomini nascon liberi e uguali e questo è necessario per organizzare la vita
associata > in realtà in questo modo si occulta la genesi reale perché gli uomini non
nascon tutti liberi e uguali allo stesso modo
o gli uomini si incontrano sul limitare delle loro libertà > ma il secondo soggetto
diventa anche l’ostacolo alla nostra libertà
o l’uomo si autopossiede e si può autodeterminare > alcuni elementi diventano vincoli
come la legge, la storia, la religione ecc
o l’uomo è libero ma per cosa e un autore dice che la libertà è il mezzo per compiere i
propri desideri > in realtà non si è veramente se stessi quando si compiono i desideri
perché son stati eliminati i vincoli es sono veramente se stesso se possiedo l’ultimo
iphone?
Nella realtà si può dire che la libertà si origina dalla dipendenza (cioè io son libero perché
qualcun altro si è posto per me) e la libertà si realizza nella cura dell’altro.
contemporaneità
• colpa e peccato > non posson esser adeguatamente distinte perché dentro il senso di
colpa nasce la percezione del peccato, il problema è capire come leggere il
dinamismo interiore e affrontare il tema di dio.
• struttura sociale e peccato > oggi la società è complessa e si pensa è inutile fare
qualcosa perché non cambia la situazione, in realtà noi abitiamo dentro questa
situazione e quindi si può lavorare insieme per cambiare.
• dio e peccato > tommaso è del 1200 e vive degli assunti della sua epoca come:
-dio è vincolo dell’ordine cosmico
-dio è il sovrano di tutti i sovrani e ledere la sua persona è gravissimo
-se mi dedico a qualcosa di secondario divento concorrenziale a dio
L’idea che tommaso ha di dio non è la stessa idea evangelica di dio e quindi l’azione
malevola che commettiamo deve esser semantizzata all’idea che oggi si ha di dio,
non tutte distruggon dio.
• mediazione ecclesiale e peccato > la chiesa quando determina il comandamento deve
avere l’accortezza che ci son diversi livelli in cui si colloca perché il mondo di oggi è
complesso e la chiesa deve rialaborarlo.