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DISPENSA DI TEOLOGIA III MEDINA

INTRODUZIONE

definizione etica e morale


La parola etica viene dal greco “ezos” che significa costumi\consuetudini e diventa poi
“eticos” aggettivo inventato da Aristotele per indicare il ramo della filosofia che fa
riferimento al comportamento umano, infatti per aristotele bisognerebbe tornare sull’ezos
per avere un comportamento umano adeguato. La parola morale deriva dal latino “mos-
moris” che vuol dire sempre costume\agire umano ed è stato importato da Cicerone.
Nell’800 Hegel dice che etica e morale sono diverse. Secondo la visione contemporanea
abbiamo due filoni:
1. etica e morali sono due modi diversi di elaborare la riflessione filosofica > fare
morale vuol dire partire dalla fede e non è per tutti mentre fare etica vuol dire partire
dalla ragione
2. filosofia analitica > la morale indica l’insieme dei costumi e norme del
comportamento umano, l’etica è la riflessione sulla morale

oggetto riflessione morale


Ora cerchiamo di definire l’oggetto della riflessione morale distinguendo in oggetto morale
e oggetto formale.
Per l’oggetto materiale si può prendere come esempio quello della nostra vita in cui
dobbiamo agire e le azioni che dobbiamo fare creano delle domande interiori quindi la
riflessione morale diventa la risposta alla domanda morale. In particolare sono due le
domande che si sono posti:
1. “ogni azione ha sempre un interrogativo morale?” > San Tommaso ha distinto tra
atti umani, che sono quelli che compie l’uomo in quanto uomo e che controlla con
ragione e volontà, e atti dell’uomo, le quali non sono dell’uomo in quanto l’uomo
e non le può controllare con la volontà (es digestione)
2. “l’astenersi dall’agire crea un problema morale”? > distinzione non compimento
di un atto dove non c’è un problema morale e l’omissione di un atto dove c’è un
problema morale. In particolare l’omissione c’è solo se il soggetto deve compiere
l’azione, ha una reale occasione di compiere l’atto e è capace di compiere
l’azione.
Per l’oggetto formale si intende cercare di capire quale prospettiva usa la morale perché ci
son altre discipline che si occupano di questo oggetto materiale ma con prospettive diverse.
La pretesa della morale è quella di trovare dei criteri per dire se una azione è da fare o da
evitare oppure è quella di trovare dei criteri che realizzano l’uomo o lo sviliscono. Quindi
una domanda che sorge è “c’è sempre una risposta pronta a tutto?” Di fronte alle situazioni
non sempre abbiamo una risposta pronta ma posson sorgere criteri contrastanti dentro di noi,
quindi la riflessione morale significa evidenziare i criteri e poi capire cosa seguire.

definizione di teologia morale


La teologia morale è la riflessione che riguarda la moralità, ossia il bene e il male degli atti
umani e della persona che li compie, e che riguarda anche la teologia in quanto riconosce
l’origine e lo scopo dell’agire morale in Dio. Quindi la teologia morale riguarda gli atti
umani ma cerca anche di raggiungere Dio.
PARTE PRIMA: COSTITUZIONE E CRISI DELLA TEOLOGIA
MORALE
san tommaso d’acquino e la costituzione della morale nella tradizione cristiana
San tommaso d’acquino rappresenta una svolta perché ha rivoluzionato il pensiero morale ed
è considerato il campione del cattolicesimo. Egli è vissuto durante il basso medioevo e
solitamente se si pensa al medioevo si pensa ad una epoca “buia”, anche se in realtà soprattutto
il basso medioevo è una fase molto ricca (università, dante, mercati, banche) e tra 1100-1150
l’europa sta recuperando spazio dall’area dominata dai musulmani in spagna, è in quel
momento che gli europei si accorgon che non sono così sapienti e c’è tutta una cultura rimasta
nascosta da scoprire. Una delle grande operazioni che si compie è la traduzione delle opere di
aristotele, filosofo che sa interpretare il reale in maniera sistematica, e la teologia stessa decide
di acquisire gli scritti di aristotele. San tommaso acquisendo il linguaggio di aristotele dà una
idea di teologia come scienza del tutto, prima invece la teologia era più un insieme di saperi
variegati e quindi san tommaso cerca di dare unione e sintesi.
Ora analizziamo come egli struttura la riflessione morale e in particolare per lui servon quattro
elementi per crearla:
• ragione > è un criterio interno e i suoi sinonimi sono intelligenza o intelletto. La
ragione è quella facoltà data agli uomini grazie alla quale si riesce a leggere non solo
l’apparenza ma anche la realtà e si riesce quindi a capire la costituzione intima e
profonda delle sue componenti.
• natura umana > è un fondamento immediato e a natura sta ad indicare il principio alla
base di tutte le cose in grado di nascere, crescere e morire. Sia la natura umana che
vegetale che animale sono teologiche e hanno una natura instriseca che dà indicazioni
sul proprio svolgimento. La felicità è il raggiungimento della propria natura.
Nb l’edonismo crede che lo scopo dell’uomo è quello di esser immediatamente felice,
quindi è una etica diversa da quella di aristotele e tommaso.
• ordinamento sociale > è un criterio esterno e indica il bene che viene oggettivizzato.
Ai tempi dei greci l’ordinamento sociale era la polis greca stabilita dai singoli, ai
tempi dei romani era l’impero romano però non stabilito dai romani ma da dio. Chi si
opponeva all’autorità si opponeva a Dio.
• dio > è il fondamento ultimo. Egli è visto come artefice perché è la causa finale e
formale di tutte le cose.
Questi quattro elementi funzionano tra di loro in maniera coerente.

critica all’etica di tommaso


All’interno della tradizione cristiana non tutti condividono la visione di tommaso perché egli
tende ad “incasellare tutte le cose” e anche lo stesso incasellamento di Dio lo porterebbe ad
avere un ruolo sterile, quasi inutile. Coloro che criticano tommaso ritengono che l’unica etica
possibile sia l’etica del comando divino e al centro di essa ci sono obblighi e doveri che hanno
origine e validità di esistere dal fatto che sono comandi di una autorità superiore e
trascendente.

guglielmo d’ockham
Guglielmo è uno dei principali antagonisti dell’etica di tommaso, egli vuole infatti difendere
i diritti i Dio che altrimenti venendo incasellato perderebbe il suo ruolo. Egli è convinto che
Dio mantenga la sua onnipotenza e libertà e che il mondo sia stato creato assolutamente
contingente e non necessario. Quindi il mondo dipende dalla libera volontà di Dio. Un’altra
idea di guglielmo è il fatto che sia Dio a mettere in essere le cose singole e ogni essere è
singolo per se stesso.
Inoltre gugliemo d’ockham sostiene l’idea epistemologica del linguaggio, la quale dice che il
linguaggio che noi usiamo deve essere compreso nella sua verità e che è Dio a dirci cosa
dobbiamo fare perché il bene è generato proprio da un comando di Dio.

fondamentalismi religiosi contemporanei


Per quanto riguarda il 900 analizzeremo i fondamentalismi religiosi visti in maniera
negativa poiché ricordano il terrorismo, ma in realtà essi nascono con le grandi religioni. Il
primo fondamentalismo della storia è quello protestante americano, non quello islamico
come è comune pensare, nato nel 1910 circa dal testo “the foundamental” scritto durante
una riunione di vescovi protestanti americani e viene usato in maniera positiva: la bibbia è
una verità globale, che si spiega da se stessa e vanno abolite le teologie secolari che si son
sviluppate. Questi protestanti americani creano delle enclave (educare figli a casa) perché
non riescon a conquistare la cultura, visto il loro pensiero un po’ retrogrado agli occhi degli
altri, e dagli anni 60’ invece si aprono al pubblico. Un altro fondamentalismo è quello
islamico nato nel 1795 dove l’islam si accorge di essersi perso perché non riesce a
difendersi dalla conquista degli europei e riparte quindi dalla propria cultura delle origini e
la reinventa (es webbismo). Infine il fondamentalismo è anche quello induista, in particolare
modi ha fondato un induismo esclusivo per cui in india ci deve esser l’induismo e non
vanno accettati cristianesimo e islam.
Il fondamentalismo in generale dichiara che le moderne società di massa sono incapaci di
dar senso alle vite umane e voglioni quindi rifondarle a partire dal primato della legge
religiosa, normalmente racchiusa dentro un testo rivelato.
Il fondamentalismo si basa su quattro elementi:
o reattivo > il fondamentalismo è una reazione alla secolarizzazione e alla
modernizzazione che avevan invece messo la religione in disparte e lasciato l’uomo
come singolo incapace di dire qualcosa e bisognoso di un senso forte comune.
o selettivo > si selezionano alcuni aspetti della tradizione religiosa ritenuti assoluti e
vincolanti, questi elementi vengon poi stilizzati e reinventati in ragione di una serie
di convinzioni. Questo elemento è molto presente nell’islamismo secondo cui solo
l’islam degli antenati è giusto mentre quello che è venuto dopo non va bene, quindi è
necessario reinventarlo.
o totalitario > desiderano riconquistare il mondo e far si che tutti gli ambiti della vita
siano ridotti ad un unico principio dominante cioè la legge divina e questo permette
di produrre un modello integrale di società perfetta. Chiesa e stato non son più due
elementi separati ma vengon così uniti.
o settario > il gruppo si sente carismaticamente eletto a portare avanti qualcosa di
nuovo e quindi è autorizzato da Dio a compiere le cose. Questa caratteristica si vede
molto nel mondo protestante dove si creano molte chiese perché secondo loro dio li
autorizza e se han successo è perché dio glielo ha ordinato. Anche nel mondo
islamico ciò è visibile perché gli ulema, ossia coloro che devon mantenere la
tradizione, hanno fatto una riedificazione educativa dell’esperienza islamica.
I settari criticano sia il mondo secolarizzato che coloro che vivon la religione in
maniera media.
Oggi il mondo sta cambiando e si sta un po’ diffondendo questa idea per cui i paesi stanno
crescendo ma non si sa più dove stanno andando, è quindi necessario un principio comune
di fondo.
crisi della fondazione religiosa
A partire dal 1517 il cristianesimo spacca l’europa perché nascon i protestanti e i cattolici, i
quali nel tentativo di annunciare un unico Dio si fan lotta a vicenda con la violenza per
affermare le proprie idee sull’altro. Questa situazione è diventa ingestibile e si son cercate
delle soluzioni:
1. confessalizzazione dell’europa > i re scelgon la propria religione e i sudditi devon
rispettarla
2. privatizzazione dell’esperienza religiosa > si mette in disparte Dio che è argomento
di discussione e si chiede all’ordinamento pubblico di diventare progressivamente
mondano, di secolarizzarsi.La religione viene spinta a diventare sempre più una
faccenda personale e la ragione invece è comune a tutti quindi é pubblica. Questo è il
binomio fede-regione,
ag ossia è la trascrizione della soluzione trovata per questo
conflitto.

giusnaturalismo
L’etica del giusnaturnalismo o etica delle legge naturale ha lo scopo di eliminare il conflitto
e quindi toglie il tema del conflitto (Dio), basandosi su altri elementi come la ragione.
I Caratteri sintetici del giusnaturalismo sono:
• la ragione umana è in grado di conoscere la verità > è sia l’essenza dell’uomo e i
suoi obbiettivi sia un insieme di principi auto- evidenti da cui derivano le leggi del
comportamento umano.
• esiste un diritto naturale (basato sulle leggi della natura) modello per il diritto
positivo > le norme essendo anteriori ad ogni sistema normativo positivo sono il
modello di base su cui vengon formulate e giudicate le leggi positive.
• l’etica è giustificata anche “etsi deus non daretur”> ugo gorzio nel suo testo “nel
diritto di guerra e di pace” esprime questa nuova architettura del sapere, cioè egli
pensa che la sua teoria sia valida anche quando Dio non è ammesso
Il tema Dio, a causa della sua semantica contesa, viene di fatto sterilizzato e collocato in una
posizione innocua. Infatti, il giusnaturalismo non lo esclude formalmente, ma lo considera
come il garante delle leggi morali: Dio il grande orologiaio, ma una volta che ha messo in
moto il complesso meccanismo il suo compito termina.
I contenuti del diritto naturale sono:
o doveri verso se stessi > hanno come obbiettivo tutelare la vita e la vita viene
considerata non disponibile, ossia il suicidio è inaccettabile, e si cerca di capire come
renderla degna.
o doveri verso gli altri > stabilisce dei vincoli nei confronti della famiglia, della
autorità ecc
o doveri verso Dio > diritto di rispetto nei confronti di Dio
Un’altra distinzione è quella di:
o doveri imperfetti > sono doveri lasciati alla libertà delle persone es generosità
o doveri perfetti > sono doveri da compiere cioè son obbligatori e li richiedo dagli altri
es patto tra due persone

crisi dell’ordinamento sociale


La rivoluzione francese rappresenta un altro momento di svolta e di presa di consapevolezza
perché definisce l’uomo come animale sociale\politico in maniera nuova rispetto al passato.
Quindi esiston due diverse correnti:
• l’uomo secondo la visione antica e medievale > la figura che meglio descrive la vita
dell’uomo è una piramide formata da 4 simboliche:
-cosmica, dice che se l’uomo guarda in alto vede un mondo al di sopra dove risiede
Dio e l’uomo rimane l’essere che sta nel mezzo e non deve diventare una bestia
-religiosa, secondo cui c’è Dio nell’alto dei cieli contornato dalle persone che han
scelto la strada di Dio e in basso c’è l’uomo che cammina verso il cielo
-familiare, è il nucleo più ristretto dove quando si nasce si è un essere totalmente
dipendente dagli altri ovvero i propri genitori
-politica, dove c’è un sovrano che è come un padre e i sudditi che son come i figli
In questa visione la legge è l’esplicitazione di questo ordine cosmico dove l’uomo è
collocato. Quindi la società antica e medievale è:
-organica perché esiston varie parti in funzione del tutto e il singolo uomo trova il
suo senso all’interno del tutto
-gerarchica ovvero con un andamento dall’alto verso il basso, quindi ogni uomo
riconosce qualcuno al di sopra di lui ha responsabilità e diritti maggiori dei suoi
-naturale perché il mondo si pensa che sia fatto così e non potrebbe esser altrimenti
• l’uomo secondo la visione della rivoluzione industriale > questa visione risponde a
delle esigenze concrete che ha l’Europa in termini di mercato e di strutture. Nasce la
classe sociale detta borghesia la quale deve gestire la trasformazione dell’agricoltura,
del commercio, dell’industria ma non ha un riconoscimento vero per queste
responsabilità. Questa classe inizia a progettare un nuovo mondo e quindi crea una
nuova simbolica: non generare più la società a partire dall’immagine familiare ma a
partire da alcune riflessioni che affermano che gli individui sono già dati.
In questa visione di società la legge è la regolamentazione delle intersezioni delle
libertà tra soggi uguali e con la stessa libertà iniziale. Quindi la società a partire dalla
rivoluzione industriale è:
-individualistica perché l’individuo è il mattoncino fondamentale della società
-paritetica perché dice che i soggetti han pari uguaglianza non c’è gerarchia
-artificiale perché le regole vengon elaborate progressivamente dalla società non son
già date

etica dei diritti


Per diritti si intendono le rivendicazioni legittime degli individui di fronte alla comunità e
tramite la comunità nei confronti degli altri individui. Per capire questo concetto possiamo
pensare ai primi tre articoli presenti nella dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e
del cittadino, frutto della rivoluzione industriale:
• art 1 “Gli uomini nascono e rimangono liberi e uguali nei diritti. Le distinzioni sociali
non possono essere fondate che sull’utilità comune” > sancisce i concetti di libertà e
uguglianza di tutti gli uomini, prima non era scontato
• art 2 “Il fine di ogni associazione politica è la conservazione dei diritti naturali ed
imprescrittibili dell’uomo. Questi diritti sono la libertà, la proprietà, la sicurezza e la
resistenza all’oppressione.” > L’istruzione ha degli obblighi di tutela dell’individuo e
i diritti sono imprescrittibili cioè non si perdono. Il limite imposto dalla legge per i
diritti è che “la mia libertà inizia quando finisce quella dell’altro”. Inoltre sancisce
diritti quali la sicurezza e la resistenza all’oppressione.
• art 3 “Il principio di ogni sovranità risiede essenzialmente nella Nazione. Nessun
corpo o individuo può esercitare un’autorità che non emani direttamente da essa.” >
dice essenzialmente che la nazione è il titolare della sovranità ed è unico e
indivisibile. La nazione è la somma algebrica di tutti i cittadini.
Le critiche storiche a questa nuova concezione sono tre:
1. i cristiani affermano la rottura tra trono e altare
2. i reazionari dicon che è troppo astratta
3. sinistre afferman che è troppo concreta
L’appello etico ai diritti nasce come correttivo e precisazione del giusnaturalismo, piuttosto
che come un’alternativa ad esso. Il giusnaturalismo riguarda la legge naturale che dichiara i
tratti essenziali dell’esperienza umana intesi in modo complessivo (uomo come animale
naturale e quindi in stretto rapporto con gli altri animali) ed è più una visione organicistica, i
sostenitori dell’etica dei diritti invece sono convinti che bisognerebbe basarsi su una visione
più individualistica.. I diritti umani plasmano un nuovo modo di intendere la vita associata e
lo stato, con due punti di forza rispetto al mondo antico:
1. cambia il soggetto del dovere > nel mondo antico era l’essere umano che aveva dei doveri
di obbedienza e di riconoscimento dell’autorità nei confronti della società, nella concezione
nuova il soggetto del dovere è lo stato che ha dei doveri di diritto nei confronti del cittadino
e il diritto fondamentale è la libertà.
2. l’uomo costruttore del proprio destino > nel mondo antico la nascita effettiva del soggetto
colloca quella persona all’interno di un mondo dato, nel mondo nuovo è tutto più
individualistico e le leggi vengono pattuite dal principio di maggioranza.
Esistono dei limiti di questo modello individualistico:
-il rapporto con gli altri viene messo da parte e occultato, quindi quando ci si riconosce
individuo si ha in mente che prima del soggetto stesso non ci sia nulla
-la legge è il frutto di un accordo tra le parti
L’etica dei diritti ha una sorta di promozione dopo la seconda guerra mondiale come
unificante per il vivere sociale.

crisi dell’idea di natura umana


Per comprendere le critiche all’idea di natura umana è necessario ricordare alcuni
avvenimenti dell’epoca moderna:
• il conflitto religioso
• la trasformazione della percezione della vita associata
• scienze sperimentali > nascon con Galileo intorno al ‘500 e si consolidano tra ‘700 e
‘800. Le scienze sperimentali afferman che:
-la natura umana non è gerarchica ma uniforme e senza centro > il cosmo di aristotele
era di tipo gerarchico e contiene la terra (luogo del divenire), il cielo e dio (motore).
Galileo afferma che il sole non si trova al centro del cosmo e inoltre newton nel 1600
tramite il canocchiale si accorge che ciò che accade sulla terra e sugli altri pianeti è la
stessa cosa, quindi l’universo perde la sua gerarchia ma diventa uniforme e forse
senza centro e l’uomo si pone dei dubbi sulla sua natura perché diventa come un
puntino nell’universo e nel tempo.
-la natura umana non è una totalità evidente ma una macchina complessa > il mondo
antico pensa la natura umana come una totalità evidente, ma le scienze segmentano i
vari elementi della natura e paragonano l’uomo alle macchine inventate da lui stesso.
Cartesio definisce l’uomo come un essere pensante e diverso dalla natura dove si
muove.
-la natura non è da contemplare ma oggetto dell’agire tecnico > la natura diventa una
estensione e viene paragonata ad un oggetto perché l’uomo può utilizzarla a suo
piacere. Nel mondo antico le scoperte eran casuali mentre il metodo scientifico di
galileo grazie ad esperimenti controllabili teorizza la natura e la usa per i suoi
benefici.
• la terra abitata si amplia (americhe…) > inizia nel 1492 con la scoperta dell’america
da parte di cristoforo colombo, il quale vuole superare l’islam e trovare le indie ma
alla fine scopre un nuovo continente con popolazioni indigene. Gli europei credon
che gli indigeni siano uomini di livello inferiore rispetto a loro infatti i conquistatori
si recan in america per reperire le materie prime di quei popoli mentre i frati
afferman che tutto ciò non ha senso. Il tempo porta invece a riconoscere queste
civiltà diverse e proprio per la diversità si mette in dubbio la natura umana.
Tre critiche ottocentesche della natura umana sono:
1. la natura umana è un costrutto artificiale > tutte le volte che chiunque nomina la
natura umana non si rende conto che sta nominando un costrutto artificiale
2. la natura umana è un concetto che non discrimina nulla > la natura umana è un
concetto generico che non fa ricavare le idee di bene e male ma bisogna seguire
percorsi diversi
3. la ragione è inabile a raggiungere l’essenza dell’uomo > prima si pensava che per
cogliere la natura umana era necessaria la ragione, ma poi verso ‘700-800 ci si rende
conto che la ragione non è in grado di farlo

etica del dovere


L’etica del dovere è l’etica di Kant. Kant si domanda come mai le scienze sperimentali
stiano cambiando il mondo mentre i filosofi non progrediscon su questi temi, quindi per lui
è necessario riformulare la strategia della filosofia: l’uomo non si rapporta a oggetti già dati
ma il mondo e gli oggetti sono già il risultato della sintesi delle operazioni di sensibilità e
intelletto che formano la conoscenza dell’uomo. Questa nuova strategia viene detta
rivoluzione kantiana e modifica moltissimo la visione precedente. Le scienze sperimentali
funzionano perché utilizzano questa strategia mentre la metafisica ha la pretesa di conoscere
il mondo ma sbaglia strategia. Quindi della filosofia di Kant due sono le cose importanti:
1. la conoscenza è reale solo se prodotto da un rapporto sistematci tra sensibilità e
intelletto
2. Dio e i fenomeni della natura umana non posson esser oggetto di un sapere reale
perché non rientrano in un regime conoscitivo universale
Kant a partire da questi due punti delinea una nuova morale basata su quattro percorsi:
• moventi dell’azione > per kant il valore morale di una azione è determinato dal suo
movente e non dalle sue conseguenze, quindi bisogna capire perché compio l’azione
e ci sono due moventi:
-inclinazione sono gli interessi personali, i desideri, le preferenze
-dovere è fare quello giusto per la giusta ragione
L’inclinazione è un agire prudente ma non può aspirare ad esser morale perché non
può esprimere qualcosa di universale (ognuno ha i propri bisogni) e dire che un uomo
è felice non vuol dire dire che sia anche buono. Kant sottolinea la differenza tra una
cosa legale (fare ciò che la legge dice) e una cosa morale (comportamento esprime
intenzione legge, non faccio solo ciò che la legge dice) e dice che deve esser morale.
Kant si domanda se esiston altre strategie ma non ce ne sono.
• origine dell’azione > esiston:
-eteronomia significa l’esser governato da una legge esterna, quando soddisfiamo un
desiderio vogliamo soddisfare un fine esterno e la voce esterna è quella
dell’inclinazione
-autonomia significa l’esser governato da se stesso, quindi è la voce interiore che
dice che è giusto o meno fare qualcosa e questa è la voce del dovere cioè una voce
che ha origine da noi stessi e ci autovincola
La prima voce che appare è quella del dovere e segue poi la libertà dell’uomo.
Il dovere ha alcune caratteristiche:
o è coercitivo in quanto nasce in contrapposizione ai desideri
o la legge morale ha un fondamento possibile che è la libertà perché senza
libertà non ci può esser in noi una legge morale e dall’altra parte la legge
morale ha la possibilità di conoscere la libertà perché se la legge morale non
viene pensata dalla nostra ragione non ci considereremo ammessi a pensare a
qualcosa come libertà
o la libertà si compie solo se obbedisce alla legge morale infatti libertà non è
fare ciò che si pensa ma ciò che si deve nb i diritti umani pensan che libertà
sia fare ciò che si vuole
o la ragione può esser legislatrice (crea dovere) solo se pura e pratica (non deve
far riferimento alla sensibilità)
o la coscienza è il luogo dove avviene il dramma della scelta e dove l’individuo
decide di aderire alla morale
→l’etica di Kant è l’etica del dovere e della coscienza
• struttura della doverosità > ci sono due tipi di dovere:
-imperativo categorico che significa sempre valido e fa riferimento alla frase “devo
fare qualcosa perché è giusto, lo dice il dovere”
-imperativo ipotetico che vuol dire che non è sempre vero e fa riferimento alla frase
“devo fare qualcosa perché voglio qualcos’altro”
L’agire segue l’imperativo categorico.
• prospettiva in cui mi colloco > ci son due punti di vista in cui l’uomo si può
considerare:
-regno intellegibile fa riferimento al libero agire degli uomini e qui l’uomo è soggetto
alla legge del dovere
-regno sensibile che comprende la fisica e la biologia quindi l’uomo è soggetto alle
leggi della natura e della eteronomia
Colui che agisce moralmente si colloca nel regno intellegibile.
Le due critiche principali mosse all’etica del dovere di Kant:
1. si accusa Kant di avere un tratto rigoristico della sua etica > l’opposizione tra dovere
e inclinazione è reale (esiste) oppure è il risultato del pensiero di kant
2. lo si accusa di formalismo > il tentativo di kant di creare una riflessione morale
universale e senza contraddizioni rischia di produrre un formalismo perché
l’universalità non giustifica i contwnuti della sua etica e dall’altra parte kant avrebbe
di nascosto preso i contenuti dai temi classici della legge morale.

etiche utilitaristiche
Mentre Kant lavora sul dovere, le etiche utilitaristiche lavorano sul piacere e sulla
sofferenza di un gruppo di persone. L’utilitarismo viene fondato da jeremy bentham e
prende il nome dalla centralità dell’utilità, definita come ciò che riesce a produrre piacere ed
evita qualsiasi tipo di sofferenza, e l’utilità riguarda non il singolo ma un gruppo di persone.
Inoltre non esiste una sola forma di utilitarismo ma nel tempo si è “adattato” e ci son vari
autori:
1)JEREMY BENTHAM
Egli è il fondatore e la sua idea si può riscontrare nella tesi dei due padroni: esiston due
padroni della natura umana il dolore e il piacere e ogni singolo persegue sempre il piacere
spingendo via il dolore (visione egoistica). Quindi per un legislatore l’elemento essenziale
per costruire una società è l’utilità e bisogna trovare un modo per far coesistere tutte le
utilità individuali e crearne una collettiva. Questo si può fare:
1. stabilendo una tassonomia dei piaceri delle persone e misurandoli dal punto di vista
quantitativo per trovare l’utilità collettiva
2. elaborando degli strumenti incentivi e repressivi per far sì che ognuno si identifichi
nell’utilità collettiva
Importante è capire quali azioni incrementano l’utilità collettiva cioè il bene e quali la
diminuiscono cioè il male, ecco perché l’utilitarismo è una etica
consecuenzialista\teolologica cioè bene e male non sono predeterminati ma si capiscon in
base all’utilità collettiva.
2)JOHN STUART MILL
Egli nel suo testo principale cerca di difendere bentham e fa una rielaborazione
dell’utilitarismo. Due aspetti sono importanti:
1. utilitarismo e liberalismo > c’è una distinzione tra pubblico e privato e l’etica rientra
solo nella sfera pubblica perché le azioni di una persona ricadono sugli altri, mentre
ognuno è sovrano dei propri piaceri e questo rientra nella sfera privata. Quindi questa
etica non descrive il campo di tutte le azioni.
2. valutazione quantitativa e qualitativa del piacere > non basta una valutazione solo
quantitativa dei piaceri ma ci vuole una determinazione anche qualitativa. La
misurazione qualitativa viene fatta dai soggetti con una maggiore esperienza di vita e
si intendon sia donne che uomini senzienti. Mill aggiunge il parametro della qualità
perché in bentham non si potevano riconoscere piaceri “alti e bassi”.
3)VARI UTILITARISMI del XX sec
In particolare ce ne sono tre:
o nuovo contenuto dell’utilità > cioè cosa è da massimizzare e alcuni sostengono che
bisognerebbe solo minimizzare il dolore perché massimizzare la felicità è troppo
difficile es politiche di riduzione del danno
o rispetto alle modalità di calcolo > per rispondere alle critiche di equità e giustizia
o rispetto alle modalità di dipendenza dalle conseguenze > cioè l’unità minima da
considerare per valutare le conseguenze
CRITICHE
Le principali critiche che son state mosse sono:
o la coppia piacere-dolore che è alla base è capace di esprimere la complessità
dell’essere umano
o il conseguenzialismo è incompleto perché bisognerebbe vederlo per la coppia
piacere-dolore ma se essa non basta sorge un problema
o la metodologia è ingestibile perchè bisogna affidarsi agli esperti e il singolo non è in
grado
o l’alternativa tra etiche deontologiche e teolologiche falsa il problema di fondo perché
l’etica di mill\bentham sono teolologiche (male e bene si ricavano) perciò restringon
il campo, mentre le altre deontologiche (bene e male sono predeterminati) allargano
la catena degli effetti con il rischio che non si tenga conto dell’effetto che modifica la
percezione

crisi della ragione


All’inizio del ‘900 entra in crisi l’idea di ragione come coscienza la quale serve per la
morale e due sono gli autori che portano questa crisi ossia:
• friedrich nietzsche > egli dice che l’origine del bene è storica, cioè è frutto di rapporti
di forza nella società (impone il bene) e nel singolo (partecipando alla società). Egli
inoltre afferma che Dio è morto, ossia il sistema occidentale in cui han concorso
platonismo e cristianesimo.
• sigmund freud > si occupa della cura della malattia psichica e poi analizza la civiltà
contemporanea dicendo che le istanze superiori sono elementi fondamentali per la
costituzione dell’individuo. Tutte le esigenze che van sotto il nome di coscienza e di
dovere sono il prodotto della psiche umana per cercare di regolamentare l’es di fronte
al rischio di autodistruzione e di fronte all’incontro con gli altri.

etiche egoistiche
L’etichetta “etiche egoistiche” appare una contraddizione di termini anche se il ‘900 ha
elaborato così la propria etica: esse ritengono che gli uomini siano mossi solo da
motivazioni del tutto personali ed egoistiche e cerchino solo la soddisfazione dei propri
interessi. Ci sono motivi che giustificano queste prospettive:
- di ordine prudenziale rinviano al generale clima di sfiducia che caratterizza i rapporti
umani
- quelli di ordine economico riguardano elementi storici e fattuali (rivoluzione industriale,
capitalismo, logiche di mercato, realizzazione del massimo vantaggio individuale)
Un esponente dell’egoismo etico è Bernard de Mandeville, personaggio vissuto a londra del
primo 700, dove vede l’inizio della rivoluzione industriale. Nel suo testo satirico la “favola
delle api” nota che il moltiplicarsi dei bisogni umani, motore dell’economia, è strettamente
legato a ciò che la morale tradizionale chiamava i vizi, il male morale. Quindi c’è un bivio:
o si recupera la morale tradizionale che vuole far sparire i vizi, ma così si abbandona anche
l’economia di mercato o cede al capitalismo e alle sue logiche. Mandeville pone a confronto
l’immagine di due tipi di società:
o economia di sussistenza > una società piccola e pacifica senza commercio ne denaro,
i consumi dipendon dai prodotti locali e gli abitanti usan le loro virtù per il bene
comune
o economia di mercato > una società vasta e popolosa, commerciale e militare,
caratterizzata da un certo sviluppo e soddisfazione dei bisogni e dove l’elemento
principale è la cooperazione interessata (ognuno realizza i propri fini lavorando per
gli altri)
L’autore sostiene che il vero motore di una società è in parte la reazione dell’uomo alle
avversità della natura, il cosiddetto male naturale, ma soprattutto da quell’insieme di
passioni che la morale tradizionale chiama i vizi\male morale. Se si vuole una società
fiorente, bisogna accettare il fatto che i vizi ne siano il principale alimento. L’uomo non è in
radice morale, ma essendo educabile può essere convinto ad apprezzare o a respingere
determinate condotte umane. Mandeville parla poi del self-liking cioè una una funzione
biologica legata alla autoconservazione quindi l’uomo è egoista e autointeressato.

etiche neocontrattualiste
Pet Thomas Hobbes gli uomini allo stato di natura vivon senza tendenze e passioni che
garantiscono la pace e la collaborazione e non san distinguere bene e male; egli ritiene che
si possa uscire da questa condizione tramite un contratto sociale.
Rawls sviluppa il contrattualismo sociale il quale sostiene che i principi dell’etica possono
essere individuati attraverso una procedura detta posizione originaria:
1. gli individui nella posizione originaria son individui rappresentativi non concreti
2. nessun individuo sa nulla su quale sarà la sua condizione di vita così che tutti sono in
una situazione di uguaglianza e indieterminazione del proprio futuro
3. le scelte dipendon dal principio del maximum (il massimo dei minimi) per cui si deve
preferire quell’alternativa che permette di massimizzare le esigenze degli individui
rappresentativi delle condizioni di vita peggiori
Rawls definisce i due principi fondamentali che scaturiscon dal contratto: il primo dice che
ognuno ha un eguale diritto al più esteso sistema di libertà fondamentali compatibilmente
con simile sistema di libertà per tutti gli altri e questo è sopra il benessere sociale, il secondo
sostiene che le disuguaglianze economiche e sociali son giuste solo se collegate a cariche
aperte a tutti e se producon vantaggi per tutti sopprattutto i più svantaggiati.

conclusione
Il pluralismo etico distingue due livelli di etica:
o il primo definisce regole e principi minimi condivisi da tutti ed è necessario per la
stabilità della vita associata ed è compito del diritto e della politica
o il secondo riguarda valori e ideali etici che ciascuno può assumere per definire lo
stile di vita perfetto quindi riguarda le libere scelte degli individui
Il pluralismo etico si distacca dal relativismo perché esso dice che ci son diverse etiche e
non ci son vere ragioni per scegliere un’etica piuttosto che un’altra. Il pluralismo si distacca
dal fanatismo morale perché questo interpreta il pluralismo etico come una fase di mezzo
per arrivare al relativismo e dunque da combattere.
PARTE SECONDA: LA MORALE CRISTIANA ALLA LUCE DEI
RECENTI DOCUMENTI DEL MAGISTERO
presentazione documenti del magistero
Lo sfondo è il concilio vaticano II e i documenti son divisi in tre grandi categorie:
• costituzioni > sono quattro e definiscono in termini sia dogmatici che operativi i
pilastri fondamentali della vita della Chiesa cioè Sacrosanctum Concilium (liturgia e
sacramenti) Dei Verbum (ripercorre il senso della rivelazione e della parola di dio),
Lumen Gentium (descrive la Chiesa in sé stessa), Gaudium et Spes (parla della
Chiesa nel suo relazionarsi agli altri).
• decreti > sono nove e ripensano le convinzioni di fondo soprattutto quelle di Lumen
Gentium, in rapporto a temi intra-ecclesiali specifici.
• dichiarazioni > sono tre e si rivolgono ad interlocutori esterni alla chiesa e tentano di
proporre temi condivisibili anche da non cristiani.
I documenti da tener a mente sono:
o gaudium et spes > viene detta costituzione pastorale e ciò indica che il testo propone
il corretto disporsi della chiesa nei confronti del mondo e dell’uomo di oggi. C’è un
nuovo atteggiamento ossia quello per cui la dottrina certa e immutabile va presentata
in modo da rispondere alle esigenze contemporanee e per fare ciò bisogna dimostrare
la validità di ciò che i credenti affermano, piuttosto che condannare coloro che
sbagliano.
o catechismo chiesa cattolica > esso contiene una sintesi completa della dottrina
morale cristiana e risente molto dell’opera di Tommaso.
o veritas splendor > affronta alcune questioni fondamentali del cristianesimo e i temi
derivano da dibattiti emersi nella riflessione contemporanea e per i quali viene
offerto un giudizio qualitativo.

ordinamento sociale e idea di libertà


L’analisi segue tre tappe:
1. semantica di stato\ordinamento sociale (ripercorrendo le tappe del magistero
cattolico)
2. semantica di libertà (dalla rivoluzione francese)
3. riconnettere i due percorsi

semantica di ordinamento sociale


La chiesa reagisce in maniera polemica alla rivoluzione francese, soltanto con il concilio
vaticano II essa produce una rilettura positiva dell'influsso dei diritti umani in rapporto alla
società.
TAPPE DEL MAGISTERO CATTOLICO
o Leone XIII > nell’opera “quod apostolici muneris” a fine ‘800 dà una interpretazione
religiosa, pessimista, apocalittica della modernità. I protestanti essendo stati i primi a
criticare l’autorità della chiesa, poi illuministi e fino ai comunisti son indicati come la
causa della disgregazione della civiltà moderna. La soluzione che la chiesa propone è
quella di tornare a una società organica simile a quella medievale dove tutti gli
uomini sono uguali, tutti son figli di dio, e gerarchica dove ognuno è nato con uno
scopo e ha un proprio posto e solo così non verrà messo in discussione il potere.
o Pio XI > nella conferenza di genova nel 1922 si trovano le potenze mondiali dopo la
prima guerra mondiale, dove al termine era crollato l’impero russo e ha preso potere
il comunismo. I comunisti credon in uno stato dove l’autorità dice ai cittadini cosa
devon fare e come devon essere. La chiesa si sente in dovere di rispondere e usa il
“linguaggio dei diritti”, cioè bisogna poter esprimere liberamente la propria religione.
o Pio XII > intorno al 1944, dopo la distruzione e le morti altissime della seconda
guerra mondiale, si propongon dei discorsi radiofonici a natale del papa e nell’opera
“benignitas et humanitas” si dice che il cattolicesimo non è contro la democrazia e
che le forme democratiche non solo avrebbero evitato la guerra, ma sono la forma più
adatta di società per la vita dell’uomo. Inoltre in questo testo si dice che alcune
disuguaglianze non derivano dall’arbitrio dell’uomo ma dalla natura delle cose (es
cultura, averi, posizione sociale) e non son un ostacolo, ognuno può vivere la propria
vita in maniera personale però è dio che colloca una persona quando nasce in una
situazione.
MAGISTERO DEL VATICANO II ED ENCICLICHE PAPALI
Il vaticano II fa propria la forma del linguaggio dei diritti umani e lo considera il
linguaggio più capace di descrivere la complessità dell’uomo, mentre i contenuti non
vanno nella stessa direzione della rivoluzione francese perché si la persona ha diritti ma
in relazione all’incontro con gli altri.
o Giovanni XXIII > nell’opera pacem in terris (1963) si cerca di costruire un
mondo più solidale anche per via della guerra fredda. Si osserva che:
1-il linguaggio dei diritti > il papà lo fa proprio e lo usa per descriver la vita degli
uomini, ma il contenuto non è quello della rivoluzione francese perché i diritti
fondamentali non son quelli dell’individuo come individuo ma quelli
dell’individuo che si relaziona agli altri. Il diritto basilare è la vita, che viene vista
sia come diritto sia come dovere, e sulla vita poi sono costruiti tutti gli altri diritti.
2-il ruolo dell’istituzione politica in rapporto alla persona > tradizionalmente si
pensa che siano i cittadini ad avere doveri nei confronti dello stato, ma la chiesa
dice che lo stato non è per forza oggetto di doveri da parte dei cittadini ma
diventa soggetto di doveri e diritti nei confronti degli altri. Lo stato deve
riconoscere e promuovere i diritti della persona e rendere più facile svolgere i
doveri alle persone.
3-autorità > la convivenza tra gli esseri umani è resa possibile solo dall’autorità e
l’autorità deriva da dio, però non son i governanti che son formati da dio ma il
governare in se stesso viene dato da dio. Gli uomini posson scegliere quindi chi
esercita l’autorità e come esercitarla.
o analisi di gaudium et spes > tre sono le affermazioni importanti:
1-l’essere umano e la società sono interdipendenti cioè influenzano l’uno l’altro
ed è la persona umana il soggetto primario della società perché le istituzioni
sociali hanno come finalità la promozione della persona
2-il bene comune è l’insieme delle condizioni di vita sociale che permettono alle
persone di raggiungere la perfezione
3-gli uomini derivan da dio e dio è la loro destinazione, quindi son tutti uguali e
alcune disuguglianze che rischiano di diventare discriminazioni vanno eliminate
perché contrarie al disegno di dio. Le prime differenze riguardano la struttura
fisica delle persone es uomo\donna, le seconde differenze riguardano le
condizioni economiche\sociali es povero\ricco e metton in crisi la pace tra gli
stati.
o dignitatis humanae > il vaticano II elabora il concetto di libertà religiosa come
diritto civile, cioè un diritto che va regolamentato dagli stati se voglion veramente
promuovere la persona umana. Quindi il vaticano dice che tutti gli uomini godon
di libertà religiosa, ossia assenza di coercizione (nessuno uomo deve esser
obbligato a fare qualcosa contro il suo credo) e impedimento (ogni uomo può
agire in maniera libera secondo il suo credo entro alcuni limiti): coercizione
riguarda il non fare, impedimento riguarda il fare. Le giustificazioni sono:
-l’uomo aderisce a dio con intelletto e volontà e queste sono azioni libere
(conosco e credo perché voglio) quindi anche l’aderire a dio deve esser un atto
libero sennò perde di valore
-lo stato avendo come fine il bene comune deve metter a disposizione dei cittadini
risorse e spazi per compiere atti religiosi, ma non può dirigere quegli atti religiosi

semantica di libertà
La semantica li libertà che emerge dalla rivoluzione francese afferma che ognuno è libero
finchè non si lede un altro. In particolare quattro sono i punti fondamentali:
o gli uomini nascon liberi e uguali e questo è necessario per organizzare la vita
associata > in realtà in questo modo si occulta la genesi reale perché gli uomini non
nascon tutti liberi e uguali allo stesso modo
o gli uomini si incontrano sul limitare delle loro libertà > ma il secondo soggetto
diventa anche l’ostacolo alla nostra libertà
o l’uomo si autopossiede e si può autodeterminare > alcuni elementi diventano vincoli
come la legge, la storia, la religione ecc
o l’uomo è libero ma per cosa e un autore dice che la libertà è il mezzo per compiere i
propri desideri > in realtà non si è veramente se stessi quando si compiono i desideri
perché son stati eliminati i vincoli es sono veramente se stesso se possiedo l’ultimo
iphone?
Nella realtà si può dire che la libertà si origina dalla dipendenza (cioè io son libero perché
qualcun altro si è posto per me) e la libertà si realizza nella cura dell’altro.

sintesi e articolazione di ordinamento e libertà


Nella storia si son date definizioni di libertà e società collegate tra loro:
- nel mondo medievale la società come organica (le parti in funzione del tutto) si collega
a quella di libertà secondo cui si nasce vincolati e poi nel mondo dato si riconoscon le
varie possibilità dell’esistenza (si diventa liberi)
- nella rivoluzione francese la società è artificiale (agglomerato di elementi precostituiti)
si collega ad una libertà che si risolve nel poter fare e l’unico vincolo è non ledere (si
nasce liberi)
Nella tradizione cattolica si vede l’intreccio di questi due elementi, infatti fino alla lettera di
pio XIII si accetta la prima posizione poi dopo 800\900’ con il vaticano II si intende la
società come artificiale perché così si posson fare miglioramenti e si può tutelare mentre la
libertà sorge dall’esistenza. Le giustificazioni sono:
1. una definizione limitata di libertà ha portato a battaglie sacrosante contro i
totalitarismi e questo ha fatto capire che si viene al mondo dentro una situazione
complicata e servon tutele
2. richler evidenzia che esiston due livelli costitutivi dello star al mondo cioè le
relazioni primarie (famiglia) e i chiunque (non son implicati nella mia nascita) e noi
dobbiamo relazionarci anche con gli ultimi con equità e imparzialità
coscienza morale
Il termine coscienza morale ha una storia molto lunga e i principali significati nella
contemporaneità sono:
o la voce di dio in noi (dalla tradizione religiosa) > è una metafora cioè se dio parlasse
a tutti allora tutti agiremo in modo uguale ma in realtà è più complicato dio parla in
molti modi alla coscienza
o il super-io (dalla tradizione di freud) > hanno complicato il discorso coscienza umana
ma non si può ridurre solo al superio
o espressione qualificata della soggettività del singolo (dal mondo dei diritti umani) >
significa che il singolo si autopossiede e si dà dei valori e cerca di rispettarli, ma
sembra dire che se una persona è coerente con se stessa allora è splendida ma basta
guardare hitler per capire che non è così.
Il tema della coscienza morale viene trattato anche da tommaso e usa due termini:
o sinderesi > è la ripresa di una categoria di aristotele ed in particolare tommaso
distingue la ragione che è una potenza razionale e la sinderesi è l’abito della ragione
cioè conferisce forma alla facoltà umana della ragione. La sinderesi dà un indirizzo
specifico alla ragione: il bene è da farsi e il male è da non farsi.
o coscienza > è un atto della ragione e la fa applicare secondo i principi della sinderesi.
Ora vediamo una rilettura di ratzinger sulla coscienza:
o anamnesi > termine sinderesi non è adatto e al suo posto utilizza “anamnesi”, un
termine che sta ad indicare il ricordo originario del bene in ogni uomo. Per ratzinger
occorre però recuperare questa memoria originaria del bene.
o coscienza > è una funzione di decisione per gli atti da compiere e controllo per gli
atti già compiuti. Tradizionalmente da tommaso in poi si parla di coscienza
invincibilmente erronea cioè il soggetto è tenuto a compiere l’atto che la coscienza ha
stabilito in base ad un principio, ma quel principio potrebbe esser sia giusto che
errato e se è errato allora è stato compiuto in buona fede. Ratzinger dice che hitler ad
esempio non era nella coscienza invincibilmente erronea ma ha rifiutato l’anamnesi.
I dati del magistero sulla coscienza morale sono:
• gaudium et spes 16 > indica tre figure di coscienza:
-sinderesi cioè l’abito della ragione
-cuore per cui si intende il luogo fondamentale delle decisioni e si incontrano ragione
e emotività
-coscienza cioè il luogo dove è pienamente se stesso e trova una verità che è quella di
dio
• veritas splendor 60 > la coscienza non inventa la legge cioè non dice cosa è bene o
cosa è male, ma la attesta perché i principi di bene e male eran già inscritti e vengon
quindi ripresi. Nella tradizione filosofica moderna invece la coscienza inventa i
criteri di bene e male.
Le questioni da svolgere sono:
1. manca ancora una lettura organica e condivisa di gaudium et spes 16 cioè servirebbe
una sintesi
2. il rapporto tra atto e la persona perchè la tradizione cattolica ha creato una morale
degli atti ma il rischio è non collegarli ad una persona specifica che li compie
legge morale e dio
Nella tradizione cristiana la legge è essenziale e permette all’uomo di vivere, regolando la
libertà.
LEGGE IN TOMMASO
Inanzitutto partiamo dalla legge secondo Tommaso e analizziamo i concetti più importanti:
• la legge ha un carattere esterno > la legge è un principio esterno che l’uomo rinviene
da dio per capire cosa è bene e cosa è male. Per criteri esterni tommaso intende non
accessorio e il fatto che quel criterio non deriva dall’uomo.
• la legge è un ordine della ragione in vista del bene comune promulgato da chi ha cura
della comunità > tommaso riprende questa definizione dalla tradizione giuridica
latina e pensa ad un insieme di rapporti che devon esser vincolati dalla ragione
tramite un ordine.
• legge naturale in rapporto alla legge eterna > dio è il principio regolatore e regola
ogni cosa tramite la legge eterna (dio). Le creature non razionali son solo regolate
mentre l’uomo in quanto soggetto razionale è sia regolato che regola le altre creature.
L’uomo quindi partecipa alla legge eterna tramite la legge naturale.
• contenuto legge naturale > la legge naturale ha dei precetti:
-il bene è da farsi e il male è da evitarsi quindi ciò per cui l’uomo ha una inclinazione
naturale è bene per la ragione e ciò che evita è male
-l’ordine dei precetti della legge naturale segue l'ordine delle inclinazioni naturali.
L’uomo è una sostanza, un animale, un essere dotato di ragione, e da questa sua
strutturazione dipende/discende anche il sistema normativo. L’uomo è incline al
bene conforme alla natura (conservare vita), agli atti speciali (educare figli), al bene
conforme alla natura della ragione (conoscere verità di dio e vivere in società).
I contenuti della legge naturale per tommaso rappresentano una esigenza per l’uomo,
ma i contenuti veri e propri derivan dalla storia e andrebbero rivisti.
• legge divina > la legge divina è quella legge trasmessa da dio tramite l’antico e il
nuovo testamento per istruire l’uomo. Più che la definizione è importante la necessità
della legge divina, perché l’uomo oltre alla legge naturale e umana ha bisogno anche
di quella divina. I motivi sono tre:
-l’uomo è destinato alla beatitudine eterna che sorpassa le capacità dell’uomo
-l’uomo deve sapere cosa o non fare e la legge divina lo dice senza errore
-l’uomo si limita a legiferare su quello che può giudicare
• legge antica e legge nuova > la legge divina si distingue in legge:
o legge nuova (lex nova)> il nuovo testamento contiene la promessa della vita
eterna\dell’intellegibile, si occupa degli atti interiori, lo strumento regolativo è
l’amore ristrutturante cioè si capisce davvero il significato. Appare come
riconfigurazione che dio fa su leggi già esistenti.
Per quanto riguarda il contenuto è l’esperienza della grazia dello spirito santo
che è lo spirito di cristo, colui che ha compiuto il volere del padre cogliendo le
vere intenzioni.
o legge antica (lex vetus) > l’antico testamento ha il compito di regolare la vita
sociale e quindi la costruzione della vita terrena\sensibile, si occupa della
formalizzazione degli atti esteriori, lo strumento regolativo è il timore delle
pene cioè non si sbaglia per paura di esser puniti. Sembra un codice civile
garantito da dio.
Per quanto riguarda il contenuto contiene:
-praecepta moralia che rimangon in vigore per sempre
-praecepta cerimoniala cioè osservanze cerimoniali
-praecepta judicialia che son i doveri che gli uomini hanno e riguardano i
rapporti con le autorità
Tommaso sottolinea che le indicazioni dell’antico testamento sono congruenti alla
indicazioni di fondo della legge naturale e quindi i 10 comandamenti sono una traduzione
concreta della legge morale naturale. I comandamenti posson esser in forma positiva che
ordinano di compiere il bene e in forma negativa che impongono di non fare il male. In
particolare i comandamenti del decalogo:
-comandamento del sabato e del padre e della madre sono centrali e tengon uniti tutti gli
altri perché entrambi si riferiscon a dio, il primo dice di non lavorare il sabato perché se uno
lavora e basta pensa di esser il centro della sua felicità ma bisogna riconoscer la vita ci è
stata data da dio mentre il secondo riconosce che dio è contemporaneamente sia padre che
madre e onorare loro vuol dire onorare dio
-comandamento non dire nome invano di dio e non bestemmiare dicon che la parola è
fondamentale nella vita dell’uomo e non deve esser vana
-comandamento io sono signore tuo dio perché dio ha liberato l’uomo dalla schiavitù e lo ha
reso libero
-comandamento adulterio mette in risalto un rapporto distrutto
• preoccupazioni veritatis splendor:
1.la concezione culturale moderna valorizza un’etica autonoma rifiutando ogni forma di
eteronomia cioè vede l’uomo come creatore dei valori > la veritatis splendor cerca di
rispondere dicendo che la legge morale proviene da dio e trova in lui la sua sorgente,
l’uomo la fa propria nella sua esperienza umana, ma non è l’origine adeguata perché
quella è dio.
2. la legge naturale secondo la concezione tradizionale presenterebbe come leggi morali
quelle che in se stesse sarebbero solo leggi biologiche, e l’accusa che gli viene rivolta è
di biologismo > la veritatis splendor sottolinea il fatto che l’uomo è una libertà corporea
ossia è sia natura\corpo che libertà. Se la libertà pretende di esser assoluta tratta il corpo
come vuoto di valori morali, mentre la libertà deve esser un tutt’uno con il corpo perché
solo così la libertà può tramite l’esperienza corporea sperimentare gli atti morali.
3.nella prima colonna ci son i termini moderni per definire l’etica, mentre nella seconda
colonna ci son i termini che venivan usati prima per indicare la legge morale e oggi son
desueti > il cattolicesimo dice che bisogna recuperare i termini della seconda colonna
altrimenti l’etica non è completa.

moralità degli atti umani


Gli atti umani sono gli atti volontari dell’uomo e tommaso dice che per valutare moralmente
un atto devo analizzare l’atto cioè bisogna guardare l’atto con tre diverse visuali:
1. oggetto cioè ci si domanda “che cosa sto facendo”, esso il primo elemento e permette
di distinguere tra azione buona o cattiva (intrinsecamente malevola)
2. intenzione cioè ci si chiede “perché lo sto facendo” e se l’intenzione è cattiva allora
distrugge l’oggetto buono, invece se l’intenzione è buona non può giustificare
l’oggetto cattivo
3. circostanze cioè ci si domanda “in quali condizioni accade l’atto” e posson
aumentare o ridurre la bontà o cattiveria dell’azioni
Sono tutti elementi essenziali per l’atto e se uno manca non va bene.
Le tre fonti della moralită permettono di proporre alcuni utili confronti con altri schemi di
valutazione morale:
o oggettivismo morale > la valutazione dell’azione dipende solo dall’oggetto e quindi
si fissa l’attenzione esclusivamente su quello che si fa o si omette di fare senza
considerare le motivazioni del soggetto agente.
o soggettivismo > la valutazione della bontà o malizia di una azione dipendon solo
dall’intenzione dell’agente. Belardo viene prima di tommaso e sostiene il
soggettivismo, tommaso proprio come critica a belardo elabora il suo impianto per
valutare le azioni.
o circostanzialismo etico > dice che ogni atto è unico per le circostanze in cui si
compie, quindi non si posson fare confronti tra situazioni simili e ogni soggetto con
la sua intenzione deve trovare il criterio del bene e del male. Quindi è un
soggettivismo mascherato.
o consequenzialismo > l’azioni non è in se buono o cattivo per l’oggetto ma in base
alla totalită delle conseguenze prevedibili per il bene collettivo.
I quattro schemi morali presentan dei problem come alcuni atti che portano effetti
contrastanti quindi è stato elaborato il principio del duplice effetto es donna incinta ha
tumore e noi vorremo che ci fosse una terapia medica che guarisse la donna facendola lo
stesso rimanere madre, ma molto spesso ci si trova di fronte alla situazione in cui per
salvare la mamma si compromette la vita del bimbo. Qui la mamma può decider se portare
avanti la gravidanza rischiando la sua vita oppure procedere alle cure rischiando la vita del
bimbo. L’effetto cattivo non è l’intenzione perché si vuole curare la mamma, neanche
l’oggetto e ci deve esser una certa proporzionalità tra effetti positivi e negativi.

moralità delle passioni


L’uomo non è formato da atti ma anche da passioni e nella semantica antica il termine
passione era quasi opposto all’atto umano perchè l’uomo si sente come soggetto passivo. I
termini che c’entrano con passione sono:
-passione > subire
-affezione> esser colpiti
-emozione > forza che dà una direzione
-sentimento > dal percepire ai sensi dell’opinare
La tradizione ha cercato di definire queste aree e poi la loro valutazione morale.
Tommaso distingue due tipi di passioni:
o concupiscibile > noi siamo attratti dal piacevole e respingiamo il doloroso
o irrascibile > sono passioni dirette ad eliminare gli ostacoli che si interpongono al
provare le passioni del concupiscibile
Per quanto riguarda la valutazione morale dice che le passioni posson esser considerate:
o in se stesse e quindi son moti non razionali quindi non c’è bontà o malizia
o come soggette al comando della ragione e della volontà e quindi si trova bontà o
malizia
es figlio cura la mamma e può nascer il pensiero che la mamma muoia perché avrebbe più
tempo, ma tommaso dice che è normale provare ciò e non bisogna sentirsi in colpa.
L’importante è cosa si fa una volta che sorgon queste passioni e solo se il figlio poi davvero
compie l’azione di uccidere la madre allora si parla di bene o male.
peccato
Oggi la definizione e percezione del peccato è in crisi e quindi bisogna capire il perché è in
crisi:
1. questioni intraecclesiali > se prima tutto rischiava di apparire peccato ora nulla
sembra peccato. Dopo il Concilio di Trento si elabora un idea complessa di cosa è
peccato o cosa no nel tentativo di dissuadere i credenti dal compierlo tuttavia non si
esauriva in una predicazione sulla colpa. Oggi agli occhi dei fedeli il cattolicesimo è
diventata la religione dei no e quindi si rifiuta il peccato.
2. questioni relative alla secolarizzazione > nelle società antiche il riferimento a dio era
diretto e il divino era presente in tutta l’esistenza, invece col tempo l’uomo
gradualmente ha iniziato a dare meno importanza al mondo religioso e quindi non si
posson usare i termini religiosi tradizionali per parlare di peccato.
3. conseguenze di letture sociologiche > emerge l’idea il singolo non pecca, ma è la
società la responsabile degli atti distorti degli uomini.
4. conesguenze di letture psicologiche > il senso di colpa viene visto come una malattia
di cui liberarsene e quindi non c’è spazio per il tema del peccato.
Tommaso definisce il peccato come l’atto umano cattivo, cioè un atto che non ha una debita
misura\regola riguardo la legge eterna. Sant’agostino dice che ͞”il peccato è una azione
parola o desiderio contro la legge eterna” quindi si riferisce nella prima parte alla condotta
umana e nella seconda parte la ragione profonda della mancanza di misura dell’agire
malevolo. Sant’agostino dice che di solito l’uomo non si pone in modo diretto e intenzionale
contro dio, l’uomo sceglie un bene creato smodatamente. Tre cose son da ricordare:
- legge è pervasa dall’idea di regola e misura e quindi il peccato è una azione
smisurata\disordinata
- ci son varie leggi e la legge eterna le indica tutte
- un modo che vive la legalità divina è sensato e armonico quindi serve ripristinare
l’ordine ed è giusta la punizione
Ora distinguiamo tra peccato:
• mortale > è l’idea perfetta di peccato perché compie perfettamente il disordine al fine
ultimo e quindi si crea una situazione irreparabile per l’uomo
• veniale > è un peccato solo per analogia perché produce il disordine relativo ai mezzi
e crea una situazione reparabile per l’uomo

contemporaneità
• colpa e peccato > non posson esser adeguatamente distinte perché dentro il senso di
colpa nasce la percezione del peccato, il problema è capire come leggere il
dinamismo interiore e affrontare il tema di dio.
• struttura sociale e peccato > oggi la società è complessa e si pensa è inutile fare
qualcosa perché non cambia la situazione, in realtà noi abitiamo dentro questa
situazione e quindi si può lavorare insieme per cambiare.
• dio e peccato > tommaso è del 1200 e vive degli assunti della sua epoca come:
-dio è vincolo dell’ordine cosmico
-dio è il sovrano di tutti i sovrani e ledere la sua persona è gravissimo
-se mi dedico a qualcosa di secondario divento concorrenziale a dio
L’idea che tommaso ha di dio non è la stessa idea evangelica di dio e quindi l’azione
malevola che commettiamo deve esser semantizzata all’idea che oggi si ha di dio,
non tutte distruggon dio.
• mediazione ecclesiale e peccato > la chiesa quando determina il comandamento deve
avere l’accortezza che ci son diversi livelli in cui si colloca perché il mondo di oggi è
complesso e la chiesa deve rialaborarlo.

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