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Quando si parla di VITA nel dibattito IL SENSO DELLA VITA

scientifico e filosofico si distingue


tra VITA BIOLOGICA (comune a tutti Fin dai tempi più remoti l’uomo si è interrogato sul significato della vita. Chi siamo, da dove
veniamo, dove andiamo sono le questioni fondamentali dell’indagine religiosa, filosofica e
gli organismi viventi, piante comprese) scientifica, attorno alle quali si sono strutturate le differenti visioni del mondo e dell’esistenza. Ri-
e VITA UMANA (nella persona le spondere a queste domande, infatti, significa definire i contenuti della vita umana, costruire un
funzioni intellettive e spirituali si sistema di pensiero e di valori che ispira e regola l’agire umano. Possiamo ricondurre a due
aggiungono a quelle biologiche). concezioni fondamentali le principali teorie sul senso della vita: quella religiosa e quella laico-
scientifica.
In etica quando si parla della VITA si
fa riferimento alla ricerca di senso • La religione individua nella relazione con la divinità il senso della vita umana: l’uomo è
non tanto rispetto alla vita parte di un progetto che non si esaurisce nella vita terrena. La vita è sacra nel senso che deriva il
suo valore dall’essere un dono di Dio. Come tale non appartiene all’uomo, che non può dunque
universale, quanto piuttosto disporne a suo piacimento.
all’esistenza umana. • La scienza invece ritiene che la spiegazione di quanto accade nel mondo vada cercata
Di qui in avanti utilizzeremo proprio nel mondo stesso: la vita non è creata ma nasce casualmente e casualmente evolve di specie in
in questo senso il termine vita. specie attraverso meccanismi di adattamento. La casualità esclude la presenza di un fine, di uno
scopo, e fa sì che il valore della vita non sia assoluto, ma determinato dalla qualità del vivere.

PROBLEMI ETICI CHE COSA DICE LA LEGGE


La risposta alla domanda relativa al senso della vita si struttura dunque in una
Tutti i sistemi legislativi tutelano e salvaguardano la
particolare visione del mondo e di conseguenza in un particolare sistema etico. vita fisica della persona come bene assoluto Il rispetto
della vita fisica delle persone e alla base di tutti i
Riferendoci alla distinzione appena fatta possiamo individuare due modelli sistemi legislativi che riconoscono fra i loro principi
etici corrispondenti rispettivamente alla concezione religiosa e a quella laico - ispiratori I esistenza di diritti umani irrinunciabili
scientifica: (liberta salute cibo istruzione ecc) rispetto alla
realizzazione dei quali la vita fisica e la condizione
►l’etica della sacralità della vita di matrice religiosa attribuisce fondamentale.
Ecco che cosa dice la Costituzione europea
un valore assoluto alla vita e afferma l’obbligo di salvaguardarla sempre e
comunque e il divieto di interferire con il suo corso naturale Secondo questa
Articolo 11-62 Diritto alla vita
prospettiva la vita appartiene a Dio che l’ha creata e affidata all’uomo, • 1° Ogni persona ha diritto alla vita
secondo un progetto al cui sviluppo l’uomo stesso è chiamato a collaborare. Perché l’uomo possa conoscerlo e sapere come comportarsi per
realizzarlo, Dio ha trascritto il suo progetto nella natura, stabilendo una volta per tutte che cosa è bene e che cosa è male. Da qui l’esistenza di
una legge naturale universale da cui si traggono le norme morali valide per tutti (universali) e per sempre (immutabili). Significa che
un’azione è moralmente buona se si adegua all’ordine naturale delle cose, moralmente cattiva quando è contraria a quell’ordine.

►l’etica della qualità della vita, di matrice laica, ritiene che il valore della vita sia relativo alle condizioni di benessere fisico e
mentale e che ogni uomo abbia il diritto di decidere autonomamente rispetto a essa. Secondo quest’ultima prospettiva la vita appartiene
all’uomo, e il suo valore non è determinato dall’essere creata da Dio, ma sulla base di caratteristiche fisiche e mentali che la rendono degna
di essere vissuta. Negando una fonte esterna dei valori (non è Dio, o la natura che ne rispecchia la volontà, che stabilisce regole di condotta
universalmente valide), la bioetica laica afferma che le norme morali sono interamente stabilite dall’uomo. Nel decidere della bontà di
un’azione, l’uomo è influenzato innanzitutto dal contesto culturale in cui vive. Questo significa che non esistono azioni giuste o sbagliate in
assoluto, e che ogni uomo ha il diritto di scegliere e di decidere in piena autonomia. Non si possono immaginare delle norme che vadano bene
per tutti, in ogni luogo e in ogni tempo, ma vanno invece rispettate la libertà e l’autodeterminazione degli individui. Pluralismo etico significa
che ogni uomo ha il diritto di scegliere senza che nessuno gli dica cosa o come e che ciascuno ha il dovere di difendere la libertà di scelta
degli altri.

In definitiva, il primo modello etico


afferma ciò che il secondo nega, e cioè:
• esiste un ordine naturale, un
progetto divino per il mondo
• le azioni giuste sono quelle
conformi a questo ordine
naturale (la vita e inviolabile e
non disponibile)
• l’esistenza di divieti assoluti non
permette al singolo di
decidere autonomamente,
anche in merito alle questioni
più controverse.

Vedremo più avanti che queste due


concezioni etiche polarizzano il
complicato dibattito nella bioetica
contemporanea.
Posizione
ne delle DIVERSE religioni
Nell’induismo lo scopo della vita è la liberazione dal ciclo delle nascite e rinascite. Da
secoli questo principio ha guidato un profondo rispetto verso ogni forma di vita animale
ani
(per cui si organizza anche una dieta vegetariana) e umana.

Nel buddhismo tutta la vita, dalla nascita alla morte, è pensata come illusione e dolore,
quindi sofferenza. Poiché il dolore nasce dal desiderio, dall’attaccamento alla vita, occor-
occor
re liberarsi dai desideri, conducendo una vita che che permetta di interrompere il ciclo delle
rinascite e raggiungere il nirvana (vedi p 323) Per fare questo il Buddha ha insegnato le
Quattro Nobili Verità (vedi p 323) che permettono di superare il dolore e di rendere la
vita equilibrata rispetto ai propri desideri e al proprio corpo

Nel confucianesimo il senso della vita è legato alla pratica della virtù per la realizzazione
realizza
di unaa convivenza sociale armonica. L’intera
L’intera vita morale dell’uomo e dello stato deve
essere dominata da principi rigorosi, presenti nel codice del retto comportamento
comportamen (ti p
325) 1 ordine e 1 armonia della persona e dell’universo universo si realizzano attraverso
attra
l’osservanza di questi principi.

Poiché nell’islam ogni realtà proviene da Dio, il concetto di vita fa parte degli attributi di
Dio Nella surah h 3 del Corano è scritto Allah è Allah Non c’è alcun Dio fuori di Lui. Egli è il
Vivente, che di sés vive... “. Secondo il Corano la vita umana dipende totalmente da Dio,
a cui l’uomo deve rimettersi completamente.

Nel libro sacro ebraico la Bibbia (vedi p 306) il racconto delle origini della vita e narrato
nar
nei primi tre capitoli del Genesi. Gli interventi di Dio sono tre:
1. nel primo intervento la materia è tratta dal nulla all’esistenza attraverso l’iniziativa
di Dio (Gn 1,1);
2. nel secondo intervento vengono poste in essere la vita vegetativa e quella animale
cui Dio aggiunge il principio vitale;
3. nel terzo intervento Dio usa la materia preesistente per creare l’uomo, essere
privilegiato
giato sul creato. In quanto dotato di intelligenza e libertà l’uomo è immagine
di Dio (G
Gnn 1,27) e domina le altre specie animali (Gn 2,19-20).
2,19
Ogni forma di vita deriva da un atto creativo di Dio, per questo motivo m ogni cosa che
esiste deve essere ritenuta sacra e appartiene al creatore. È Dio a dare o togliere l’esi-
stenza, non è un atto concesso all’uomo, se non nel caso degli animali e solo per la
propria sussistenza.

Non diversamente dall’ebraismo, con il quale condivide l’Antico Testamento, il


cristianesimo considera la vita derivata da un atto creativo e volontario di Dio; l’uomo
la riceve da Dio e come tale la ritiene inviolabile.”La vita umana è sacra perché fin dal
suo inizio comporta l’azione creatrice di Dio e rimane per sempre in una relazione
speciale con il Creatore, suo unico fine. Solo Dio è il Signore della vita dal suo inizio alla
sua fine [...]“(Congregazione per la Dottrina della Fede, Istruzione Donum Vitae, intr. 5,
70-102).
L’uomo riceve la vita in usufrutto, non gli appartiene e non può farne ciò che vuole. Nel
Vangelo si trova l’invito a vivere la propria vita seguendo il progetto divino, ovvero
dando alla propria esistenza un significato e una direzione che deriva direttamente da
questo principio di fondo: se la vita che si ha è data da Dio, allora essa deve essere
rispettata e vissuta secondo
secondo quanto Egli ha insegnato. Per questo l’etica cristiana
relativa alla vita si riferisce ai discorsi,alle
discorsi,alle parabole, alle similitudini e alle metafore
contenute nel Vangelo, usate dal Cristo per illustrare il senso del messaggio evangelico.
Gesù esprime il concetto di usufrutto, ricordando
ricordando che la vita appartiene solo a Dio, nella
parabola dell’avaro:”Stolto! Questa notte stessa sa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che
avrai preparato di chi sarà ?“ (Lc 12,20). E afferma la necessità di una vita vissuta
secondo il progetto divino: “E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non
hanno potere di uccidere l’anima; temete piuttosto colui che ha il potere di far perire e
l’anima e il corpo [...J .“ (Mt 10,28).
Quando parliamo ABORTO
di ABORTO, In passato l’atteggiamento nei confronti dell’aborto rivelava in realtà la presenza di una doppia morale:
intendiamo riferirci considerato immorale e condannato dalla legge, veniva però largamente praticato in modo clandestino. A partire
dagli anni Sessanta del secolo scorso si cominciò a parlare apertamente della legittimità dell’aborto, fino a
all’interruzione di giungere, in molti paesi, alla sua legalizzazione. Ma le discussioni relative alla sua liceità sono ancora oggi più che
gravidanza. mai vive.
Discutere di aborto significa porre la questione fondamentale dell’inizio della vita umana. L’embrione, parola
L’aborto è sempre una greca che significa “crescere dentro” è un essere umano? In quale momento lo diventa?
questione drammatica Comprendere quando inizia la vita dell’embrione, tuttavia, non esaurisce la questione dell’inizio della vita umana,
e controversa, che perché alcune prospettive scientifiche individuano l’inizio della vita con la possibilità di considerare l’embrione
storicamente come una persona umana. Dunque il problema etico si pone non solo intorno all’inizio della vita, ma anche
intorno al concetto di persona: non è sufficiente sapere quando inizia la vita dell’embrione, ma piuttosto
ha dato origine quando l’embrione diventa una persona Va da sé che la scienza non può stabilire se e quando la vita o la persona
a molte discussioni di possono essere definite tali; questo sarà il compito dell’etica, della psicologia e del diritto. Al di là o al di qua di
bioetica. queste condizioni si porrà la possibilità o meno di praticare l’aborto, che sarà o meno interruzione della vita (o
dell’esistenza di una persona)

Molti scienziati concordano nell’individuare l’inizio dell’esistenza


PAROLE CHIAVE umana intorno al 14°-16° giorno, quando, con la formazione dell’asse
Embrione cranico, l’embrione diventa un’entità distinta.
Nell’uomo è un organismo vivente dal momento del suo Tuttavia esistono diversi punti di vista scientifici:
annidamento nell’utero: dopo due mesi di vita intrauterina viene 1. non esiste un momento in cui la vita ha inizio, i gameti sono
definito feto. Da parte cattolica si utilizza il termine a partire vivi come qualunque altro organismo;
dalla fecondazione, non riconoscendo quindi la nozione scientifica 2. con la fecondazione, quando i patrimoni genetici dei due
di pre-embrione.
genitori si fondono;
Pre-embrione 3. dopo 14 giorni; si definisce fase pre-embrionale il periodo
Definizione scientifica della prima fase dello sviluppo precedente, perché fino a che non si impianta nell’utero, non
dell’organismo, dalla fecondazione fino al completamento del suo si sa che cosa ne sarà dell’embrione, se per esempio darà
annidamento nell’utero (ovvero, secondo l’Organizzazione vita a due o più gemelli;
Mondiale della Sanità, fino all’incirca al quattordicesimo giorno, 4. dopo 27 settimane, col manifestarsi dell’attività cerebrale;
quando inizia la differenziazione cellulare e dei tessuti, e il pre-
5. dopo 25 settimane, quando il feto può vivere separato dalla
embrione non è più divisibile).
È stata introdotta per sottolineare l’imprevedibilità del processo madre;
riproduttivo e la mancanza di individualità che la caratterizza. 6. al momento della nascita, quando subentra la capacità di
riconoscere il sé dal non sé.

PROBLEMI ETICI
La discussione sulla definizione di persona è fondamentale per decidere della liceità
dell’aborto. Il termine persona ci fa pensare a una qualità la cui presenza differenzia
l’uomo dagli altri esseri viventi. Perché un uomo è una persona mentre una pianta o un
animale no? La risposta è che nell’uomo alle funzioni vegetative e sensitive, si aggiungono
quelle intellettive, cioè la razionalità.
Si possono distinguere due concezioni di persona:
1. la concezione funzionalista, secondo la quale una persona esiste solo se
manifesta certe qualità o funzioni, come il pensiero e l’autocoscienza, che possiamo
chiamare razionalità o anima. In questo caso l’embrione, almeno fino a gravidanza
avanzata, non è una persona. La concezione funzionalista è alla base della posizione,
condivisa da molti laici, che considera il processo riproduttivo come un progetto che si
realizza per gradi finalizzato al la creazione di un individuo. A ogni tappa troviamo un
organismo con nuove caratteristiche. Solo quando si sviluppano le strutture cerebrali (4-6
mesi) e appaiono nuove funzioni come sensibilità e capacità di movimento, il feto diventa
una persona, non prima;

2. la concezione sostanzialista (o personalismo ontologico), secondo la quale una


persona è tale anche se non esercita queste funzioni. Lo è per “natura”, perché l’anima o
la razionalità sono presenti nella sua sostanza anche quando non si manifestano. Dunque
anche l’embrione è una persona.

La prospettiva adottata dal pensiero cristiano è quella sostanzialista: al momento del


concepimento si forma un organismo umano che è composto di anima e corpo, cioè una
persona.
Alcuni teologi sostengono inoltre che l’embrione va rispettato come una persona e non
perché è una persona. Non è necessario stabilire se l’embrione è una persona perché “ba-
sta che questa presenza dell’anima sia probabile (e non si proverà mai il contrario) perché
togliergli la vita significhi mettersi ne/pericolo di uccidere un uomo” (De abortu procurato,
n. 19). Come si vede anche nel caso dell’aborto il disaccordo circa la sua liceità rimanda
alla controversia fra l’etica della sacralità della vita e l’etica della qualità della vita.
Riconoscendo l’opera creatrice di Dio si può affermare che l’embrione è una persona fin
dal concepimento, mentre in una prospettiva evoluzionista, che individua cioè uno
sviluppo graduale, ci sarà un momento in cui l’embrione non è ancora una persona e un
momento successivo in cui lo diventa.
A queste riflessioni va aggiunta un’altra considerazione che potremmo definire di carattere “giuridico” (nel senso che riguarda i diritti di chi ancora
ne praticato in base a una decisione presa sul feto da altri.. La madre, il padre, entrambe i genitori, le famiglie, ecc. La vita
non è nato): l’aborto viene
del feto, in questo senso, dipende dalla volontà altrui. L’aborto solleva così un altro problema, che è quello della decisione volontaria di un
individuo rispetto al feto. Quale deve esserere il criterio che guida la scelta? Gli interessi del nascituro o dei genitori? E come si possono stabilire gli
interessi di un essere che non ha potere di espressione? Le condizioni della scelta cambiano a seconda della posizione che si ha nei confronti
dell’embrione
ell’embrione (se sia o no una persona e da quale momento).

Posizione delle DIVERSE religioni


E una colpa grave, poiché il feto è considerato una persona dotata di coscienza.
E’ messo solo quello terapeutico

Nel buddhismo l’aborto è condannato come un omicidio. Per i buddhisti


buddhisti tibetani, chi abortisce
abor è destinato a
rinascere 500 volte come un feto che verrà a sua volta abortito. L’unico caso in cui è consentito abortire è
quando sono in pericolo la vita della madre e del bambino.
bino. Nel caso la nascita del figlio comportasse la morte
della madre, la decisione di partorire
partorire garantirà alla madre una reincarnazione felice.

L’aborto è proibito e condannato come colpa grave nei confronti dello spirito del nascituro,
nasci lo T’ai-shen.

In generale l’islam scoraggia l’aborto, perché avere molti figli è un obbligo morale. È tuttavia
tutta consentito
quando è in grave pericolo la salute della madre e quando una donna è stata stuprata ed esistono gravi danni
psicologici e fisici. Può essere praticato entro 120 giorni dal concepimento, perché secondo il è quello il
momento in cui l’embrione riceve l’anima. Prima quindi non è da considerarsi una persona.

La legge ebraica, Halacha, permette l’aborto solo se esiste una diretta minaccia alla vita della madre sia nel
portare a termine la gravidanza sia nel momento del parto. In questo caso il figlio è considerato come un rodef,
cioè come colui che attenta alla vita della madre. Va comunque praticato entro le prime prim set-timane di
gravidanza, poiché
ché fino al 40° giorno l’embrione non è una persona.
na. Dopo è il rabbino che, valutata la gravità
della situazione, può autorizzare l’aborto.
l’a
La Chiesa ortodossa condanna l’aborto come peccato mortale e lo ammette solo nel caso sia in pericolo la vita
della madre. Le altre Chiese protestanti invece, pur non favorendolo, dolo, ammettono l’aborto. La religione
Esod 29,13 “Non uccidere” e rifiuta l’aborto volonta-
cattolica si riallaccia al quinto comandamento ebraico di Esodo
rio sia come fine che come mezzo.
L’essere umano infatti
fatti è persona fin dal suo concepimento e va rispettato e protetto
pro in modo assoluto nella
sua integrità.
“La vita umana deve essere rispettata e protetta
protetta in modo assoluto fin dal momento
momen del concepimento. Dal
primo istante della la sua esistenza, l’essere umano deve vedersi
vedersi riconosciuti i diritti della persona, tra i quali il
diritto inviolabile di ogni essere innocente
in alla vita” (Congregazione per la Dottrina
D della Fede, Istruzione
Donum Vitae, I, 1).
Secondo la Chiesa cattolica la questione dell’origine della vita umana non appartiene alla biologia, ma va com- com
presa nel misterioso disegno che Dio ha per ogni sua creatura e che comincia con il dono della dell la vita.

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