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Appunti I.R.C.

Laboratorio didattico

ETICA
Il problema
di scegliere
e saper
scegliere

• per un laboratorio di ricerca


e approfondimento ..
• per momenti di riflessione individuale
e di dibattito in classe.
.
Introduzione
sceglie il male sta nella consapevolezza di ciò che significa e costituisce l’uno e ciò
Se la difficoltà tra scegliere il bene o scegliere
che significa e costituisce l’altro, è compito dalla scuola consegnare agli studenti l’idea che nella vita non solo ..
• è necessario scegliere ma,, in più, che
• è necessario sapere per scegliere..
Nel sottolineare la necessità e l’importanza del ruolo educativo dell’etica
dell’e , bisogna ricordare che
l’apporto del cristianesimo è stato cruciale per il suo sviluppo. Dalla tradizione ebraico-cristiana,
ebraico l’etica ha infatti
ereditato alcuni dei suoi temi più importanti
impor come il problema della possibilità e dei limiti della libertà umana, della
volontà e della responsabilità nell’agire.

LA NECESSITA’ di “principi
principi di riferimento”
riferimento
La crisi delle certezze che caratterizza il mondo contemporaneo,
contemporaneo, e di cui ciascuno di noi fa esperienza ogni volta che si
trova a dover decidere se è giusto o no sostenere
sostenere una certa legge, acconsentire o meno a una pratica medica, ma anche
quando si tratta di rinunciare a una comodità per il bene comune o al consumo di una merce prodotta da aziende che non
tengono in nessun conto i diritti umani, rende quanto mai importante e urgente riflettere sul significato delle nostre
azioni e sulle ragionini dell’attuale crisi di certezze. Chiunque può intuitivamente comprendere che non è possibile vivere
senza una qualche idea di cosa è bene fare e di cosa è opportuno evitare.
• Occorre quindi attraverso l’individuazione di norme e valori, dare ordine a un mondo, mondo in cui regnano disordine e
rietà. Per questo si è sviluppata la ricerca di regole universali,, principi che siano capaci di guidare gli
provvisorietà.
uomini indipendentemente
ntemente dal contesto storico-politico
storico politico e dai sistemi legislativi contingenti.
• Il disorientamento e la confusione della società contemporanea, poranea, l’impressione diffusa che non esistano più valori
forti, che tutto sia possibile e tutto sia permesso, reclamano il ritorno alla responsabilità e al coraggio della
riflessione.
Cominciamo cercando di capire…
Le CAUSE della crisi delle certezze
 I grandi sistemi ideologici, con la loro fiducia nel progresso storico, a cui
ogni uomo partecipa
tecipa perché è parte di un gruppo sociale di cui condivide
regole e sorte (si pensi alla rivoluzione francese e alle battaglie per i diritti umani,
alla rivoluzione industriale, alle lotte del proletariato), hanno ceduto il passo
all’individualismo: non sono più gli interessi e i valori della collettività che
guidano l’agire ma quelli dell’individuo.
dell’indi Nel vuoto morale lasciato dai grandi
ideali, l’uomo
mo si ripiega su se stesso:
stesso non combatte più per la libertà,
l’autonomia, i diritti umani e sociali, ma si concentra su valori tesi solo
solo alla soddisfazione di piaceri momentanei e
permissivi, improntati a una felicità a buon mercato e al culto del benessere personale, che valorizzano i singoli sin
desideri egoistici (èè bene ciò che piace a me).
me
In questa prospettiva non si valuta se è bene bene possedere un’auto che inquina molto, perché l’unico criterio che guida
l’acquisto è il desiderio di possederla. Non ci si domanda se un immigrato ha diritto, anche lui, a una vita dignitosa, perché
perch
l’unica cosa degna di considerazione è che la sua presenza
presenza crea dei problemi e ci infastidisce (dunque
( basta portarlo a
soffrire lontano dalla nostra vista e dalle nostre orecchie).
orecchie). Non importa se le scarpe che si indossiamo sono state
fabbricate da un bambino sfruttato, sono belle e alla moda, e tanto ci basta.

 A rendere ancora più drammaticamente evidente la


mancanza
canza e insieme la necessità di un sistema di valori
morali, è intervenuto lo sviluppo tecnologico e
scientifico.
Le nuove tecnologie, infatti, hanno determinato una cre-
scita smisurata dei poteri dell’uomo, consentendogli di
compiere interventi al limite della liceità.

Per la prima volta nella storia dell’umanità le azioni dell’uomo


appaiono irreversibili e per la prima volta l’uomo
l’ non è più solo Il
soggetto, ma anche l’oggetto del suo stesso operare (la possibilità
di donare cellule umane, di intervenire sul DNA per correggere
scientifico impongono da un lato di valutare la
malformazioni e malattie). Gli scenari aperti dallo sviluppo tecnologico e scientifico
convenienza di certe azioni, dall’altro di riflettere
ri sulla legittimità di pratiche
tiche che mettono in pericolo la vita stessa
dell’uomo.
E’ compito dell’ETICA individuare valori e norme:
norme
• che orientino l’uomo ad agire per il bene comune
comu
(nel suo stesso interesse) e
• gli consentano di affrontare i problemi sollevati
dai grandi cambiamenti storici, culturali e
scientifici che caratterizzano la nostra epoca.
epoca

Definizione di ETICA e MORALE


E’ opportuno, a questo punto, dare una definizione di etica
e precisare la distinzione fra etica e morale,
morale due termini che,
spesso utilizzati in modo equivalente, hanno tuttavia un
significato diverso, che è bene tenere presente per capire
come si forma e come funziona un sistema etico.
etico

L’analisi etimologica rivela una parentela stretta fra le due parole: ur derivando il termine etica dal greco ethos e il
parole pur
termine morale dal latino mores, entrambe esprimono contenuti similari che si riferiscono a costumi, usanze, abitudini,
modi di agire determinati dalla consuetudine.
• Tuttavia l’ETICA ha una dimensione più teorica della morale: l’etica indaga e stabilisce i principi (i VALORI) sulla
base dei quali la morale costruisce l’insieme delle norme che regolanolano l’agire pratico. L’etica è una dottrina che si
pone al di sopra e al di là anche delle singole culture, esprimendo quei valori universali cui ispirarsi. E’ suo compito
portare alla luce i fondamenti
damenti ultimi dell’agire morale:
morale: che cos’è il bene, che cos’è la giustizia, ecc. L’etica è la base,
il fondamento su cui si costruisce
sce la morale.
• La MORALE ha quindi una dimensione pratica poiché procede costruendo le norme di comportamento comportamen sulla
base dei principi espressi dall’etica, norme che consentono all’uomo di orientarsi nella vita: questa azione è buona,
questo comportamento è giusto, ecc..ecc

Cosa
osa intendiamo quando parliamo di
valori e norme?
• I valori, (principi) sono le definizioni generali di bene e
male. Il valore è un concetto astratto,
astratto che intende
rappresentare dei “beni” per la persona,
persona ossia ciò che
più le può stare “a cuore”.
Il valore ci attira a sé.
In quanto tali si situano fuori della persona,
persona ed hanno,
perciò, una forza enorme ed autonoma nel muovere
la persona verso di essi. Sono anche modelli che
consentono di esprimere i giudizi morali, cioè di
valutare se una situazione o un’azione
zione è giusta
o ingiusta rispetto a questi principi.
La piramide dei valori
Ci sono tanti valori e tanti tipi di valori.
 Alcuni sono dei “veri” beni,
 altri sono solo beni “apparenti”,
 altri ancora sono solo dei beni “parziali”
 ed altri ancora, infine,, non lo sono affatto.
Non basta quindi scegliere dei valori
o tanti valori nella nostra vita: bisogna
piuttosto avere pochi valori, ma
essere sicuri che siano veri valori!
C’è una gerarchia tra i valori:
l’ordine in me e attorno a me può
crescere sempre più nella misura
in cui sarò capace di scegliere,
amare e vivere secondo
la gerarchia dei valori.
I valori sono impegnativi
Scegliere i valori “veri” è una cosa difficile, soprattutto nell’adolescenza, in periodi di confusione e di cambiamenti
personali e sociali; amare i valori scelti è cosa che può costare molto, perché i valori sono impegnativi; vivere in
modo coerente i valori scelti ed amati è un compito da rinnovare giorno dopo giorno, perché non è una scelta ed
un’operazione compiuta una volta per sempre ma da compiere e rinnovare in ogni gesto.
• Le norme si riferiscono invece all’applicazione pratica dei principi. Sono le regole che una comunità si dà,
ispirandosi ai principi, per orientare la vita individuale e sociale alla realizzazione di quei principi.
Ogni uomo per orientarsi nella vita ha dunque bisogno di valori e norme che gli servono da riferimento ogni volta che
deve prendere una decisione e compiere un’azione: senza principi e senza regole non sono possibili nè l’esistenza
singola, né la convivenza civile.
Un uomo deve infatti essere in grado di giudicare il significato delle proprie azioni sia in
riferimento alla propria vita (E giusto che io lavori o che dorma tutto il giorno? Mentire è un male?),
sia in riferimento alle altre persone (Ho il diritto di rubare? E sbagliato usare la violenza? ).
Senso dell’esistenza e sistemi etici
Prima di addentrarci a definire che cos’è l’etica,
vediamo di definire da dove hanno origine i valori.
Qual è l’origine dei sistemi etici ? (cioè l’insieme di valori e norme)
Nell’interrogarsi sul significato della propria esistenza (perché si nasce, si vive, si muore),
l’uomo individua delle risposte, delle spiegazioni, intorno alle quali si strutturano le diverse
concezioni della vita e del mondo.

Dal perché viviamo, discende direttamente il come dobbiamo vivere.


All’origine dei sistemi etici, c’è, dunque, una particolare visione dell’ esistenza.

PRINCIPALI MODELLI ETICI nel mondo contemporaneo


Consideriamo alcuni dei principali modelli etici contemporanei, i cui principi ispiratori sono
in parte ereditati dalla filosofia, in parte ispirati dalle nuove problematiche sollevate dal
mutare delle situazioni storiche.
1. LIBERALISMO RADICALE
Questo modello pone al centro dell’attenzione il valore dell’autonomia individuale: ogni
individuo ha il diritto di determinarsi da sé nella più assoluta libertà. Il principio che si
sostiene non è solo che la libertà costituisce l’essenza più profonda dell’essere umano ed è la
condizione indispensabile per l’agire morale; ma soprattutto che l’uomo deve far riferimento
solo a se stesso nel compiere una scelta. La libertà personale incontra ovviamente dei limiti
nella libertà delle altre persone: l’esercizio della propria libertà non può recare danno alla
libertà altrui.
La critica che si può muovere a questa teoria è che considera prioritario l’esercizio
dell’autonomia individuale, privando del carattere di universalità i valori morali. Senza valori
assoluti, è difficile uscire dalla visuale del proprio egoismo e adottare una condotta morale.
2. UTILITARISMO Secondo il pensiero utilitarista non esistono azioni di per sé buone o
cattive. La valutazione dipende infatti dalle loro conseguenze (principio della conseguenza): se le conseguenze
sono buone, l’atto morale sarà buono, e viceversa. Per essere buone le conseguenze devono essere utili alla
realizzazione del bene (principio dell’utilità) e il bene può essere definito come la realizzazione del benessere e
della felicità personali (principio dell’edonismo). Ciascuno deve poi calcolare quanta parte di benessere può
ricavare all’interno del proprio progetto di vita, tenendo presente anche il benessere degli altri (principio sociale).
Quindi un’azione è tanto più buona, quanto più realizza il benessere del maggior numero possibile di esseri
viventi.
3. NATURALISMO Le teorie di ispirazione naturalistica assumono la natura come
criterio del vero, del bene, del giusto e del bello. Con l’evoluzionismo si afferma la
convinzione che il bene sia determinato dalla direzione nella quale opera la natura.
Da un punto di vista morale, potremmo quasi dire che “non esiste più un punto di
vista morale”, poiché se l’uomo non possiede una dimensione spirituale, non solo
non potrà avere dei valori morali, ma non ne avrà nemmeno bisogno, visto che come
elemento del mondo fisico non dovrà far altro che assecondare le leggi naturali.
4. PERSONALISMO Il cardine di questo orientamento è la
difesa della dignità e del valore della persona umana. Le
dottrine ispirate allo spiritualismo cristiano,
cri descrivono la realtà
come un insieme di personalità correlate e autonome, che hanno
il loro fondamento in un Dio trascendente, che è anche fonte
dell’agire morale. Alla base dell’etica personalistica c’è la persona
umana, che non deve mai essere trattata come uno strumento,
ma sempre e solo come un fine.. La scienza, l’economia, il diritto
devono operare nel rispetto della vita umana, che va difesa
dife come
un valore assoluto. Ritroviamo qui la nozione di valore assoluto, di
principio valido in ogni tempo e in ogni luogo, perché
trascendente rispetto ai casi particolari,
particola e perciò in grado di
orientare la condotta morale.
PER UN’ETICA MONDIALE
Abbiamo cominciato il nostro discorso sull’etica, dicendo che viviamo in un mondo povero di orientamenti,
orientamenti in cui molti
criteri e norme morali sembrano vacillare;
vacillare dove si fabbricano
bricano bombe intelligenti; dove ogni nostra azione, anche la più
banale, è carica di significati morali (chi ha fabbricato
fabbri la maglietta che abbiamo
biamo comperato? Forse un bambino
bam sfruttato?), ma la
nostra capacità di distinguere il bene dal male è sempre più debole.
debole. Abbiamo detto che per queste
que ragioni c’è bisogno di
un nuovo impegno nella definizione
zione di valori capaci di guidare la nostra vita pratica.
p
Principi di un’etica mondiale
Ora aggiungiamo che questi principi, per essere efficaci, devono essere
condivisi dal maggior numero di persone possibile.
possibile
Se, per esempio, io e i miei amici decidiamo di non usare più le
cannucce per bere le bibite,e, perché la plastica inquina, o il rispetto
per l’ambiente è un valore condiviso da molti, oppure ci guarderanno
tutti come degli eccentrici o dei pazzi, e il nostro gesto, anche se non
inutile, sarà sicuramente poco efficace.

Ma se i principi e gli orientamenti etici sono molti è possibile


individuare un’etica comune a tutti gli uomini?
Se consideriamo che ormai viviamo in un mondo globale,globale, dove il contatto fra razze e culture differenti
diffe si fa sempre più
cabile, ma è necessario fare appello a un consenso sociale, un richiamo alla
frequente e massiccio, non è solo auspicabile,
condivisione di valori, atteggiamenti
enti di fondo e criteri. Non si tratta di fondare un sistema complesso, ma un elementare
consenso su alcuni valori universali,, criteri irrevocabili
irrev e vincolanti
ti che sono comuni a tutte le grandi tradizioni etiche e
religiose dell’umanità.
Nel discorso tenuto il 27 aprile 2001 alla Pontificia Accademia delle scienze sociali papa Giovanni
Paolo II affermava:
“L’umanità nell’intraprendere il processo di globalizzazione non può più fare a meno di un codice codi etico
comune. Con ciò non si intende un unico sistema socio-economicosocio dominante o un‘unica
un cultura che
imporrebbero o i propri valori e criteri dell’etica.
dell’etica. E’ nell’uomo in sé, nell’umanità universale scaturita dalla mano
di Dio, che bisogna cercare le norme di vita sociale. In tutte le varie forme culturali esistono
esi valori umani
universali che devono essere espressi e sottolineati quale forza d’orientamento dello sviluppo del progresso”.
CONVERGENZA
NVERGENZA tra VALORI LAICI e RELIGIOSI
In una prospettiva religiosa i valori etici hanno un’origine divina. Gli uomini riconoscono che
un’azione è giusta o ingiusta sulla base di ciò che Dio ha detto. Nonostante i diversi patrimoni spirituali e le differenze
differ
dottrinali,, le religioni concordano su alcuni punti,
punti, che risultano decisivi per la costruzione di un’etica mondiale.
• Il valore della vita Tutte le religioni riconoscono la vita (tutte( le forme di vita) come un bene assoluto, che va
rispettato e difeso.
• Il valore della morale Tutte le religioni riconoscono degli imperativi etici elementari: ele non uccidere, non
mentire, non rubare, non compiere piere violenza, rispetta i genitori, ama i figli. Questi principi
prin favoriscono una
cultura del rispetto e della pace.
• Il valore della giusta misura Tutte le religioni individuano in una via di mezzo fra l’ascesi l’a e l’edonismo, la
realizzazione di una vita buona. La vita terrena non va disprezzata, ma nemmeno adorata, adorata perché l’uomo vive
nel mondo, ma non appartiene al mondo.
• L’amore Tutte le religioni predicano l’assolutezza dell’amore, e fanno dell’amore verso il prossimo il
comandamento per eccellenza. Confucio predicava: “Quanto non auguri a te stesso, non farlo agli altri”, Gesù:
“Amatevi l’un l’altro, come io vi ho amati”.
• Il senso della vita Tutte le religioni cercano di spiegare il senso dell’universo e dell’esistenza umana. La vita
ha sempre la meglio sulla morte, e il destino dell’umanità è una vita eterna e felice.
Tutti questi principi, profondamente umani, sono stati elaborati all’interno delle religioni e delle tradizioni spirituali. Sono
innanzitutto norme etiche pratiche, che promuovono il diritto alla vita, alla libertà e all’uguaglianza per tutti gli esseri
viventi, nel rispetto e nella solidarietà reciproci, e come tali sono condivisibili anche da un’etica laica che individua
l’origine dei valori nella razionalità umana. Gli uomini scoprono dentro di se i principi che permettono loro di distinguere
fra il bene e il male e di avere una condotta morale.
Nel rispetto reciproco e nel completo riconoscimento della legittimità dell’etica laica, è importante sottolineare queste
convergenze fondamentali nella costruzione di un sistema etico mondiale.

L’ETICA CRISTIANA
La ricerca religiosa, rispetto ai grandi interrogativi esistenziali, per
molti è risolutiva: tutte le religioni forniscono delle risposte e
offrono un rimedio al disorientamento e alla paura che spesso sor-
prendono l’uomo nel corso della sua vita.
• Soffermandoci sulla risposta data dalla religione ebraico-
cristiana nella Bibbia è evidente l’atteggiamento di Dio che
pur punendo l’uomo che pecca, non lo abbandona mai al suo
destino, anzi interviene più volte nella sua storia: la volontà
divina tesa a salvare il suo popolo si traduce nella storia
attraversi dei Patti di Alleanza.
In particolare l’ALLEANZA tra Dio e l’uomo è siglata dall’adesione ai 10 COMANDAMENTI dati a Mosè sul Sinai.
Le norme di comportamento codificate nel Decalogo furono alla base della legislazione di Israele e sono alla base della
morale giudaica e cristiana.
Le “Dieci Parole” non sono un elenco di rigide norme da osservare alla lettera, ma piuttosto sono valori fondamentali
ed essenziali per l’uomo proposti da Dio: l’importanza del Decalogo è proprio quella di individuare e sancire un insieme
di valori che esprimono il senso autentico e fondamentale dei rapporti che l’uomo deve instaurare con Dio, con gli altri,
con se stesso e con la natura, per vivere bene, per realizzarsi sia come uomo sia come figlio di Dio.
I comandamenti che regolano il rapporto con Dio sono:

 “Io sono il Signore, tuo Dio:


non avrai altro Dio all’in fuori di me”
Nel primo comandamento Dio si pone come unica divinità cui Israele
deve onore e adorazione: pertanto occorre rinunciare ad altre strade
per incontrare il divino.

 “Non nominare il nome di Dio invano”


Questo comandamento ammonisce rispetto a due comportamenti
sbagliati: l’uso troppo frequente e fuori luogo del nome divino e l’uso
dello stesso nome in “senso magico” per ottenere da Dio favori e
prodigi.

 “Ricordati di santificare le feste”


Il terzo comandamento esorta l’uomo a rispettare il riposo nel settimo
giorno, interrompendo le attività quotidiane e dedicando a Dio parte
del proprio tempo. Tale giorno deve essere santificato, cioè
riconosciuto come giorno separato dall’uso profano e consacrato al
Signore. In questo giorno l’uomo vive la comunione con Dio e celebra la presenza di Dio nel tempo. La
santificazione non consiste solo nel compiere gesti cultuali, riti e cerimonie, ma richiede il riposo per tutti come
tempo di ricarica interiore. Per gli ebrei il giorno dedicato al Signore è il sabato, per i cristiani è la domenica.
Il Concilio Vaticano Il (Sacrosanctum Concilium, n. 106) ha elaborato una sintesi molto ricca in cui viene valorizzato il significato originario
della domenica, recuperandone la denominazione e indicandone il contenuto e l’origine apostolica.
I comandamenti che regolano il rapporto con il prossimo sono:

 “Onora il padre e la madre”


Il rapporto genitori-figli
figli è stato scelto e usato nella rivelazione
rivela
come modello del rapporto tra Dio e l’umanità. Come Dio ama
gli uomini, così i genitori amano e devono amare i propri figli;
figl
come gli uomini sono chiamati ad amare Dio, così i figli sono
chiamati a onorare e rispettare i propri genitori.
geni L’amore dei
figli verso chi ha dato loro la vita viene espresso con la parola
“onore”” che implica un comportamento
comporta di obbedienza e di
amore, di fedeltà e di aiuto.

 “Non uccidere”
Questo comandamento va collocato nel contesto culturale
cultu dell’antico popolo
ebraico, in cui la persona singola decideva arbitrariamente la vendetta verso il
prossimo nel caso avesse subito un torto, e dove l’oppressione sociale contro i
poveri era molto forte. Viene affermato il valore della vita dell’uomo come
fondamentale: nessuno può arrogarsi il diritto di disporre della vita di un altro
o deciderne la morte. La vita umana è considerata
consi sacra in quanto proviene da
Dio.

 “Non commettere adulterio”


Nel contesto ebraico l’adulterio era considerato una gravissima
gra violazione del
rapporto matrimoniale,, che stava alla base di tutta la società civile. La
tradizione cristiana ha interpretato l’uso della sessualità nel suo significato
fondamentale, finalizzato al dono totale nel matrimonio, alla procreazione
responsabile dei figli, al predominio della razionalità sull’istintività, alla comunione d’amore.

“Non rubare”
Nell’antichità, quando i ricchi sfruttavano
fruttavano i poveri, riducendoli
ridu spesso
in schiavitù, la proprietà era garanzia di autonomia e di libertà. Il
comandamento è formulato con la massima ampiezza: vieta ogni
attentato ai beni del prossimo
simo in quanto minaccia per la sua libertà.
libertà
Questo comandamento
damento indirizza l’uomo verso la giustizia e la carità
nella gestione dei beni materiali e legati al lavoro umano.
La riflessione della Chiesa sul problema (cfr. Catechismo della Chiesa
Cattolica, n. 2409), sempre attuale, dell’uso dei beni è basata su tre t
principi fondamentali:
o i beni della terra sono destinati a tutti perché Dio è Padre di tutti e pertanto devono essere partecipati
equamente a tutti;
o la proprietà dei beni è necessaria per salvaguardare la dignità della persona e l’esercizio della libertà;
libert
o la proprietà privata ha una funzione sociale e l’autorità competente la può limitare per il bene di tutti.

 “Non dire falsa testimonianza”


L’ottavo comandamento proibisce di falsare la verità nelle relazioni con gli altri.
Per l’antico ebreo questo comando
omando implicava un comportamento
comportamento corretto, secondo verità e giustizia, specialmente
special nei
processi. Questo comandamento si riferisce alla sincerità nei rapporti
rap sociali, ed
è quanto mai valido in un contesto culturale
turale come quello attuale dove si vive di
furberie, di compromessi
promessi e di giustificazioni

“Non desiderare la donna d’altri”


Questo comandamento si richiama al sesto e vuole educare
edu gli uomini a vivere
in modo impegnativo e radicale il legame d’amore con il coniuge.
coniuge Il matrimonio
implica infatti un coinvolgimento reciproco di persone e non di uomini e donne
considerati oggetti.
“Non desiderare la roba d’altri”
Questo comandamento si richiama al settimo, ma coglie l’atteggiamento di chi invidia le cose possedute dal prossimo
e si adopera con ogni mezzo per appropriarsene. Viene evidenziato come negativo il desiderio di possesso fine a se
stesso. Le ricchezze, materiali e spirituali, di cui ciascuno dispone sono date all’uomo affinché le amministri nel modo
migliore e le ponga non al servizio del proprio egoismo, ma al servizio del prossimo. Questo comandamento invita
l’uomo a non invidiare le ricchezze di cui un altro dispone e lo invita piuttosto a darsi da fare per usare nel modo
migliore le capacità e i “talenti” che gli sono stati dati.
Il Decalogo è un primo passo fatto da Dio per educare gli uomini al bene, per aiutarli a realizzarsi come figli di Dio.
Per il cristiano è un punto di partenza, giacché, chiamato a impostare la propria vita secondo la Legge dell’Amore e
secondo l’esempio di Gesù Cristo, trova in esso il fondamento su cui basare le proprie scelte comportamentali.

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