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IL GIUDIZIO MORALE
Il relativismo si oppone all'assolutismo (sostiene che se una norma è ingiusta, lo è per tutti), ma non si oppone al
cognitivismo. Per i cognitivisti i giudizi morali sono credenze, per gli anticognitivisti non lo sono, mentre per i
relativisti morali la questione è di scarsa importanza.
Essenziale è la soggettività dei giudizi, la tesi secondo cui la stessa affermazione sulla moralità di un'azione può
essere vera per una persona e falsa per un'altra.
Nella prospettiva utilitarista le azioni devono essere giudicate in base ai loro effetti: la decisione razionale fra diverse
azioni possibili deve procedere valutando la proporzione di effetti negativi e positivi, e la scelta moralmente giusta è
quella che minimizza i primi e massimizza i secondi.
Consequanzialismo: fare del male per ottenere del bene.
La regola aurea: vita di fare quello che rimproveresti agli altri di fare. In forme diverse, ritroviamo la stessa regola in
tutte le religioni del mondo.
Altruismo: una strada diversa dalla precedente per individuare aspetti universali nel giudizio morale parte da alcune
scoperte dei biologi sui comportamenti altruistici. Si distinguono due tipi di altruismo: uno basato sulla reciprocità
diretta (individuo che aiuta un altro riceve direttamente dal beneficiario qualcosa di utile in cambio), l'altro sulla
reciprocità indiretta (il beneficiario dell'aiuto non può contraccambiare).
In tutte le culture sembra essere rispettata la reciprocità diretta.
Lo sviluppo della capacita di giudizio nei bambini: i risultati di alcune ricerche suggeriscono che i bambini delle città
possiedono capacità di giudizio e giustificazione morale i superiori a quelli di campagna, inoltre i bambini delle zone
rurali e delle società tradizionali hanno dimostrato maggiori tendenze a produrre distribuzioni basate sull’equità.
Morali comunitarie: tipiche delle società tradizionali e basate sul dovere, la responsabilità e il ruolo sociale.
Morali individualiste: tipiche dell'occidente moderno e basate sui diritti, l'autonomia dell'individuo e la realizzazione
personale.
Modello triadico (proposto da Richard Shweder): prevede l'esistenza di tre tipi di moralità, che ci aiuta a
comprendere le differenze che esistono non solo fra individui che abbracciano ideologie diverse, ma anche le
diversità che emergono da un confronto tra la società contemporanea occidentale (morale dell'autonomia) e le
società tradizionali e sopravvivono in alcune zone rurali dell'india centrale (morale della divinità: basata sul
mantenimento della purezza interiore, e morale della comunità: anteporre il benessere della società ai diritti dei
singoli individui).
Realismo nominale: per il bambino piccolo i nomi comuni degli oggetti non possono essere cambiati in base a un
accordo condiviso, gli oggetti sono visti come proprietà oggettive e inerenti alle cose, come lo sono la forma e il
volume.
Dai 10 anni in poi, nella terza fase, la cooperazione fra pari contribuisce a far scomparire la mistica della regola sacra
e immutabile e a costruire un nuovo senso della regola che si fonda sull'accordo.
Anche nello sviluppo delle riflessioni sulle bugie risulta cruciale l'interazione fra pari: quanto più il suo pensiero si
scontrerà con quello degli altri, tanto più la verità acquisterà valore agli occhi del bambino, e di conseguenza la
veracità diventerà un'esigenza morale.
Secondo Turiel è necessario ipotizzare due percorsi distinti per lo sviluppo del ragionamento nel dominio morale e in
quello convenzionale e bisogna pensare allo sviluppo di progressive integrazioni e processi di equilibratura fra
domini.
Nella nuova prospettiva di due domini distinti, quello morale e quello convenzionale, la differenza tra persone che
abbracciano ideologie diverse non è più vista come dovuta a un arresto a stadi diversi di sviluppo morale, ma come il
risultato di diverse forme di equilibrio fra i due domini, una in cui prevale l'attenzione alle questioni il benessere
degli individui e ai loro diritti, l'altra in cui prevale una preoccupazione per il buon funzionamento delle istruzioni e il
mantenimento dell'ordine sociale attraverso il rispetto delle regole.
Sentimenti morali: è la disposizione a provare certe emozioni ed è parte costitutiva del possedere i concetti morali
come giusto, sbagliato, accettabile o inaccettabile.
Nel condannare un'azione come ingiusta, o inaccettabile, il credente che formula il giudizio non ha bisogno di
ricorrere a competenze emotive: può semplicemente consultare la sua conoscenza di queste regole o comandamenti
secondo Dio.
Lo psicologo Jonathan Haidt ha dimostrato in vari studi che le persone spesso generano giudizi morali con decisione
pur essendo incapaci di giustificarli razionalmente. Quindi, sostiene che, alla base della condanna c'è una spontanea
reazione di disgusto e disapprovazione, piuttosto che un ragionamento ispirato ai principi indicati da Turiel e
Kohlberg.
L'analogia linguistica: non è una teoria, ma è piuttosto una cornice all'interno della quale è possibile sviluppare una
serie di teorie diverse, accomunate dal tentativo di far progredire la psicologia morale.
Linguistica generativa (Chomsky): ha dimostrato che ricorrere a spiegazioni del comportamento verbale formulate in
accordo con i principi dell'associazione fra stimoli e con i condizionamenti classici operanti è un'operazione che si
dimostra vacua e fallimentare. Chomsky sostiene che la conoscenza delle regole e dei principi che ci permettono di
parlare e di comprendere non può essere ottenuta per mezzo di processi associativi o imitativi. Quindi, propone che
l'acquisizione rapida e universale delle lingue che si osserva in tutti i bambini sani, durante i primi anni, può essere
spiegata solo presupponendo la conoscenza innata di nozioni linguistiche astratte.
L'insieme di queste conoscenze viene chiamato grammatica universale (GU) e costituisce la conoscenza di principi
che includono concetti astratti e specifici del linguaggio.
Tali principi sono detti parametrizzabile, perché lo stato finale che assumeranno nella conoscenza di una particolare
lingua, dipende dall'assegnazione di un valore a particolari parametri.
Esiste un meccanismo specializzato per l'acquisizione del linguaggio, questo meccanismo include la Gu. Il
meccanismo di acquisizione è predisposto e ad assumere come input le frasi sentite le l'ambiente e a produrre come
output la conoscenza grammaticale della lingua materna.
L'esistenza di un meccanismo specializzato viene invocato per diversi motivi:
1. I bambini vengono corretti se fanno errori semantici ma raramente vengono corretti se fanno errori
grammaticali, in situazioni extrascolastiche.
2. Rapida acquisizione in età precoce e lenta acquisizione in età avanzata.
La conoscenza morale è costituita dalla conoscenza delle regole che permettono a una persona di produrre giudizi
sull’obbligo, il divieto o l’ammissibilità di una certa azione. Essa si applica all’osservazione diretta o indiretta delle
azioni e dei contesti in cui queste avvengono.
Principio del contatto: gli effetti negativi prodotti attraverso un’azione che implica il contatto diretto con una vittima
sono considerati peggiori degli effetti prodotti da un’azione senza contatto.
Principio dell’intenzione: il danno prodotto intenzionalmente è peggiore di un danno della stessa entità prodotto
come effetto collaterale previsto, ma non voluto.
Principio dell’azione/omissione: il danno prodotto attraverso un’azione è più grave rispetto a un danno di uguale
entità prodotto in conseguenza di un’omissione.
L’acquisizione della grammatica avviene in tutti i bambini senza disturbi dello sviluppo in modo spontaneo, veloce e
senza la necessità di correzioni da parte dei genitori. Già a 2-3 anni i bambini distinguono le regole morali da quelle
convenzionali in base a tre criteri: esistenza di una vittima, maggiore gravità delle violazioni di regole morali e
indipendenza dell’autorità, per quanto stimata, autorevole e potente essa sia.
Prospettiva empirista: vede i sentimenti morali come la causa principale del giudizio morale, in una formulazione
recente, come parte costitutiva del concetto stesso di giusto e sbagliato.
La prospettiva orientata: all’analogia linguistica si assume invece più seriamente il problema di descrivere in che
modo l’input, cioè le informazioni in entrata nel sistema nervoso umano, viene elaborato per produrre un giudizio
morale.
Nell’affrontare dilemmi personali il cervello sfrutta vie e processi diversi da quelli seguiti nell’affrontare dilemmi
impersonali: c’è una via calda, fondata sulla reazione emotiva immediata, attivata quando vengono date risposte
deontologiche e non consequenzialiste, e c’è una via fredda, più razionale e utilitarista, attivata in presenza di
dilemmi impersonali.
Per Darwin il bene comune è il mezzo per il quale il maggior numero possibile di individui possono essere cresciuti
sani e vigorosi, con tutte le loro facoltà ben sviluppate nelle condizioni in cui si trovano.
Gli istinti sociali innati: sono il principio primo della costituzione morale dell'uomo; fa agli altri quello che tu vorresti
fatto a te.