'
Stefano Cacciamam
ISBN 978-88-430-5011-6
Siamo su:
http://www.carocci.it
http://www.facebook.com/caroccieditore Carocci editore
http://www.twitter.com/caroccieditore
Indice
introduzione . 7
3. La motivazione ad apprendere 57
3.1. L'approcciò comportamentista 58
3.2. L’approccio cognitivista 59
3.3. L'approccio socioculturale 74 ,
3.4. Una proposta eclettica dì applicazione'in educazione 80
7
nella sua attività quotidiana, a quali prospettive teoriche si riferisco
no le sue scelte educative.
1. Le teorie “classiche”
Questi diversi paradigmi si ritroveranno poi all’interno degli ultimi delFapprendimento
tre capitoli, che prendono in considerazione il secondo problema: le
questioni con cui l’insegnante deve confrontarsi nel momento in cui Non c’b niente di più. pratico di una buona teoria.
costruisce degli ambienti di apprendimento per e con i propri
studenti. È di cruciale importanza, a questo riguardo, la motivazio Kurt Lewin
;• 9
lo di John Watson sulla “Psychological Review”, in cui tracciava le menti: rispondenti e operanti. I primi sono rappresentati da
linee fondamentali di questa nuova prospettiva in psicologia semplici riflessi condizionati; spiegati dai principi del condiziona
(Rumiati, 1988): in primo luogo tale disciplina doveva avere come mento classico; i comportamenti operanti invece appartengono al
proprio oggetto di studio il comportamento e come obiettivo la repertorio dell’individuo e vengono emessi in assenza di un parti
possibilità di prevederlo e controllarlo; doveva poi adottare, come colare stimolo che li preceda: essi operano sull’ambiente, cioè
ogni altra disciplina delle scienze naturali, un metodo di tipo speri agiscono su di esso anziché subirne l’azione. Nel condizionamento
mentale, e quindi oggettivo, e doveva utilizzare a livello teorico solo operante un comportamento appartenente al repertorio di risposte
concetti connessi a quello di comportamento, come ad esempio che un animale o un essere umano può emettere viene rinforzato
“stimolo” o “risposta”, rifiutando ogni altro concetto che si riferisse positivamente, cioè riceve, ad esempio, una ricompensa: ciò deter
alla mente e ai suoi contenuti. In questa prospettiva il comportamen mina un aumento della sua frequenza (ovvero della frequenza di
to è determinato in modo causale, secondo regole costanti, dall’am emissione). Il comportamento operante diventa condizionato
biente, che presenta all’individuo degli “stimoli” ai quali quest’ulti quando passa sotto il controllo di- uno stimolo particolare: un
mo fornisce delle “risposte”. bambino piccolo può imparare che quando vede un genitore, se
L’apprendimento non è altro quindi che la creazione di associazio piange (comportamento operante), sarà preso in braccio (stimolo
ni stabili tra le risposte dell’individuo agli stimoli del suo ambiente. rinforzante). Se questa sequenza si ripete per un certo numero di
L’obiettivo di questo approccio era individuare le condizioni che volte si può dire che l’azione di piangere è stata condizionata in
permettono l’apprendimento rispondendo a tre questioni: come si modo operante: il ruolo giocato dal genitore è quello di aumenta
creano tali associazioni? Come si mantengono? Come si estinguo re la frequenza del pianto giacché interviene sempre e subito dopo
no ? I comportamentisti cominciarono a studiare l’influenza della la comparsa di quel comportamento. L’esempio più famoso della
ripetizione delle sequenze stimolo-risposta sul mantenimento delle forza di questo approccio è rappresentato dall’esperimento di Skin
associazioni, la capacità di discriminare tra stimoli o di generalizza ner sui due piccioni che giocano a ping-pong, condizionati dallo
re le risposte da un contesto a un altro. sperimentatore.
Questa visione passiva dell’individuo di fronte all’azione dell’am
biente venne mitigata a partire dagli anni trenta del secolo scorso 1.1.2. Le applicazioni in campo educativo Una traduzione educativa
con lo sviluppo di una corrente, definita neocomportamentismo, che dell’approccio comportamentista si richiama in particolare ai lavori
recupera il ruolo attivo dell’individuo. Un interessante esempio di di Skinner ed è conosciuta sotto il nome di “istruzione programma
questa svolta è rappresentato da Skinner (1970), che operò a parti ta” (Skinner, 1970). L’idea di fondo in tale approccio è basata
re dalla fine degli anni quaranta. Il primo comportamentismo si sull’applicazione all’apprendimento di alcuni principi guida (Ballan
era principalmente concentrato sul paradigma del condizionamen ti, Fontana, 1981):
to classico di Pavlov, studiando come era possibile far emettere una ® piccoli passi-, il comportamento complesso da apprendere viene
risposta naturale davanti a uno stimolo non naturale: in alcuni noti scomposto in unità semplici organizzate in una sequenza logica;
esperimenti Pavlov condizionava dei cani a emettere saliva quando ® partecipazione attiva: l’allievo non può essere solo ricettivo o
veniva suonato un campanello, che precedeva la presentazione di “rispondente”, ma deve costruire il suo nuovo repertorio di risposte
carne. Skinner studiò invece in particolare il cosiddétto condizio mediante un continuo operare finalizzato al conseguimento di un
namento operante. Egli distingueva infatti due classi di comporta chiaro obiettivo;
lo 11
® conoscenza dei risultati1 : ogni programma deve prevedere un’oc In Italia i principi dell’istruzione programmata cominciarono a '»
casione di feedback immediato per ogni passo di apprendimento, diffondersi a partire dagli anni settanta del secolo scorso, quando
in quanto il controllo dell’esattezza delle acquisizioni diviene un negli Stati Uniti la scuola comportamentista già da tempo segnava il !
elemento rinforzante; passo sotto il graduale ma progressivo sviluppo del cognitivismo, phe
® adattamento dei tempi delpercorso ai ritmi di apprendimento degli esamineremo nel paragrafo successivo.
allievi: l’alunno deve poter disporre di tutto il tempo necessario per
poter realizzare una prestazione di buon livello e in caso di errori 1.2. Il cognitivismo
avere a disposizione dei percorsi di recupero. L’insegnante che utiliz
za un approccio comportamentista struttura una modalità di lavoro 1.2.1. La riflessione teorica Possiamo collocare la nascita del cogni
in classe che prevede una sequenza di microunità di insegnamento. tivismo negli Stati'Uniti a partire dagli anni cinquanta del secolo
In ogni microunità sono presenti tre elementi: l’occasione per l’emis scorso, quando alcuni psicologi americani cominciarono ad assume
sione del comportamento richiesto (informazione e quesito), il re posizioni critiche nei confronti della psicologia comportamenti
comportamento dell’allievo .(la risposta operativa), il rinforzo di sta: oggetto di tale critica erano i limiti che tale approccio aveva
.quest’ultimo (feedback). imposto alla psicologia, non riconoscendo valore scientifico allo
L’insegnante analizza i comportamenti da promuovere, definendoli studio di ciò che accade nella mente dell’individuo. Il cognitivismo
come obiettivi da raggiungere, li scompone in unità semplici e infatti, noto anche come teoria dell’elaborazione dell’informazione
progetta un percorso che deve continuamente essere regolato sulla o approccio hip (Human Information Processing) si caratterizzaper
base del feedback degli allievi; Viene posta dunque molta attenzio l’intenzione di recuperare come oggetto di analisi della psicologia
ne alla definizione dei comportamenti su cui lavorare, alla loro misu proprio la mente e suoi processi. A differenza di altri approcci, il ■
rabilità od ósservabilità. L’insegnante inoltre si pone il problema cognitivismo non trovò una personalità di spicco o un caposcuola
della motivazione all’apprendimento degli studenti agendo su di essa che lo rappresentasse; se è vero che molti cognitivisti assunsero come
attraverso opportuni stimoli rinforzanti. La gestione del gruppo clas punto di riferimento un libro scritto da Ulrich Neisser, Cognitive
se pone inoltre attenzione alla possibilità di favorire l’acquisizione Psychology, del 196’7, tuttavia tale approccio si configurò da subito
di comportamenti utili incentivando l’imitazione di modelli effica come un arcipelago di indagini condotte da una nutrita schiera di
ci, come ad esempio gli studenti particolarmente capaci o l’insegnan studiosi accomunati dalla ricerca sui cosiddetti “processi cognitivi”
te, stesso. e da un denominatore teorico: l’utilizzo della metafora del computer
Non viene posta particolare enfasi sulle conoscenze disciplinari né per descrivere l’attività della mente umana.
sulle procedure o metodologie che esse utilizzano per produrre cono I cognitivisti hanno ritenuto particolarmente utile, per la loro atti
scenza, in quanto lo strumento principale di lavoro sono i principi vità di ricerca, paragonare il modo di operare deliamente a quello di
guida dell’apprendimento, che sono di tipo generale e prescindono un computer: hanno quindi descritto la nostra attività di conoscen
dai contenuti disciplinari. Il Comportamento da apprendere viene za come una serie di elaborazioni dell’informazione che ci arriva
così separato dal contenuto'disciplinare e incentivato di per sé. dall’ambiente, effettuate dalla nostra mente. In questa metafora,
Restano in secondo piano anche, l’attenzione al linguaggio e alla l’informazione, chiamata “input” (utilizzando appunto il linguaggio
comunicazione in classe, che viene ricondotta alla sequenza “stimo dell’informatica), giunge attraverso i sensi al nostro sistema cogniti
lo dell’insegnante-risposta dell’alunno-feedback dell’insegnante”. vo, è selezionata dalla nostra attenzione, decodificata (cioè trasfor-
12 13
mata in simboli), tradotta in rappresentazioni mentali e utilizzata © vìsuale/verbalex a seconda che, ad esempio, un soggetto-ricordi '
per fornire unarisposta (detta “output”). Ciò che ai cognitivisti inte meglio le informazioni presentate con immagini o con parole;
ressa studiare sono proprio' i processi mentali, cioè le operazioni di © globale/analitico-. a seconda della tendenza, in una data situa-,
trasformàzione dell’informazione. zione, a prestare attenzione ai dettagli o a ricercare una visione
A livello di apprendimento i cognitivisti hanno introdotto una d’insieme;
distinzione interessante tra diversi tipi di conoscenze: ® impulsivo/riflessivo-. a seconda che, in genere, si tenda a risponde
• le conoscenze dichiarative (sapere), che corrispondono ai saperi re con velocità a un compito o al contrario si abbiano tempi di elabo- i
di un soggetto su un oggetto, un concetto o una strategia di soluzio razione più lenti.
ne di un problema (ad es. so che cos’è una moltiplicazione a due L’attenzione allo studio dello stile cognitivo nasceva da questo
cifre, ne conosco la procedura di applicazione); presupposto: conoscendo le caratteristiche personali degli;studenti >'
® le conoscenze procedurali (saper fare), che corrispondono alla l’insegnante può prevedere percorsi differenziati o suggerire strate
conoscenza di un soggetto delmodo con cui usare un oggetto, un gie specifiche, idonee alle diverse situazioni personali. ■ *
concetto o una strategia di soluzione di un problema (ad es. so A partire dalla metà degli anni settanta, cominciò a diffondersi negli
applicare la procedura di calcolo della moltiplicazione a due cifre). Stati Uniti una nuova area di indagine che andò sotto il nome di
Sulla base di questa distinzione i ricercatori hanno cominciato a metacognizione (conoscenza del proprio modo di conoscere; cfr.
Cornoldi, 15195). Questo termine fa riferimento a due concetti
elaborare modelli teorici dei processi cognitivi implicati nello svolgi
provenienti da due diverse correnti di ricerca legate ai lavori di
mento delle attività di apprendimento legate ai compiti specifici del
Flavell (1981; Flavell, Wellman, 1977) e della Brown (1978)-. Flavell '
contesto scolastico: hanno condotto analisi dei processi implicati ad
si concentra sulla conoscenza che l’individuo ha dei processi cogniti- i
esempio nella lettura sia intesa come attività di decodifica di segni
vi, mentre la Brown sviluppa un modello dei processi metacogniti
scrìtti che come attività di comprensione, hanno costruito modelli
vi che si occupano di controllare i processi cognitivi impegnati, in un
del calcolo aritmetico e per la soluzione di problemi matematici,
compito.
hanno'messo a punto strategie per favorire lo sviluppo di un efficace
Il modello di Flavell e Wellman (1977), elaborato alla fine degli anni
metodo di studio. La definizione di tali modelli era anche orientata settanta, prevede quattro tipi di conoscenze metacognitive-.
dall’idea di definire il profilo dell’esperto elaboratore di informazio • quelle che il soggetto possiede su di sé (ad es. so che durante la
ne (o conoscitore di strategie): l’azione educativa avrebbe così potu lettura di un testo tendo a distrarmi);
to favorire lo sviluppo di processi cognitivi adeguati o l’acquisizione ® quelle riguardanti Xobiettivo del compito (so che sto leggendo per
di strategie efficaci, tali da poter aiutare l’alunno a diventare compe cercare l’orario di un treno);
tente nei .diversi tipi di compiti che la scuola gli propone. ® quelle inerenti al tipo di materiale (so che l’orario del treno è
Molta attenzione è stata posta anche allo studio delle “differenze composto da tabelle di numeri e sequenze di città);
individuali” fondate sull’idea che ogni soggetto è caratterizzato da • quelle relative alle strategie (so che non devo leggere attentamen
un proprio “stile cognitivo”: una tendenza a prediligere alcuni modi te tutto ciò che è scritto ma che posso saltare considerando la città di.
di elaborare le informazioni piuttosto che altri. In questo senso nel partenza e quella di arrivo).
corso degli anni le ricerche hanno evidenziato diversi stili cognitivi, Il modello della Brown (1978), risalente allò stesso periodo di quel
caratterizzati da polarità contrapposte, come ad esempio: lo di Flavell, propone invece di distinguere diversi tipi di processi di
là 15
controllo metacognitivo che svolgono una funzione di regolazione ® gli interventi che tendono a potenziare abilità carenti (Tressoldi,
per così dire òn line (in corso d’opera) dell’attività cognitiva: Vio, 1996): è il caso di tutti quei programmi di intervento che parto
• la previsione del livello di prestazione che il soggetto pensa di no dall’individuazione della difficoltà di un alunno (ad es. di deco
poter raggiungere in un dato compito; difica delle lettere, di comprensione, di calcolo, nella soluzione di
a lapianificazione, intesa come abilità di organizzare le azioni che problemi matematici ecc.), prevedono la scomposizione dell’abili
portano a un obiettivo; / tà carente in abilità più. semplici (nel caso della decodifica della
® - il monitoraggio, cioè il’controllo che l’individuo esercita sull’at lettura possiamo, ad es., distinguere le sottoabilità di analisi visiva
tività cognitiva in svolgimento;. delle lettere e di analisi uditiva dei suoni) e programmi di interven
• la valutazione, definita come capacità di giudicare l’adeguatezza to atti a potenziare tali abilità di base, nell’assunto che, migliorando
della strategia utilizzata. queste, anche l’abilità globale (di lettura, nell’esempio) ne sarà
A partire dalla metà degli anni ottanta, infine, una serie di studi avvantaggiata;
evidenziò l’importanza del ruolo degli aspetti affettivi e motivazio ® gli interventi che tendono, in presenza di una carenza, a sviluppa
nali nell’apprendimento. Queste considerazioni hanno portato a re altre abilità che permettono di raggiungere lo stesso risultato (De
una formulazione di nuovi modelli che descrivono la metacognizio Beni, Pazzaglia, 1991; Cornoldi, 1995; Cornoldi, De Beni, Gruppo
ne come un cpmplesso sistema interattivo di diverse componenti, MT, 2001): non sempre è possibile ottenere il miglioramento di un’a
in cui oltre alle conoscenze delle strategie utilizzabili e all’uso dei bilità cognitiva carente, perché in qualche modo questa non rientra,
processi di controllo, un ruolo di rilievo è giocato dagli aspetti moti per le caratteristiche dell’individuo, nel repertorio che egli può svilup
vazionali: stile attributivo (tendenza ad attribuire all’interno di sé o pare. In tal caso è utile che l’insegnante individui delle abilità per
fuori da sé la càusa del proprio'.successo o fallimento), motivazione così dire “sostitutive” o “integrative”, che permettano di raggiunge
a utilizzare un comportamento strategico, autostima (senso del valo re per altre strade lo stesso risultato. Nel caso della lettura, se non è
repersonale). Questi modelli saranno in particolare approfonditi nel possibile migliorare l’abilità di decodifica delle lettere si può forse
terzo capitolo^ agire su altre abilità per sviluppare comunque la comprensione: ad
esempio, posso utilizzare strategie che mi permettano di ricostruire
1.2.2. L’applicàzioine in campo educativo La prospettiva cognitivista il significato del testo in base al titolo o alle immagini o alle parole-
applicata all’educazione si propone di favorire da parte dell’alunno chiave in esso evidenziate. Naturalmente a livello metacognitivo
lo sviluppo di processi cognitivi adeguati e l’acquisizione di strate devo essere consapevole, ad esempio, che esistono diverse caratteri
gie efficaci per affrontare i compiti scolastici. Lo studente inoltre, stiche del testo (titolo, immagini, note ecc.) che mi possono aiutare,
grazie ai programmi di intervento metacognitivo, dovrebbe assu che il mio stile cognitivo può orientarmi a scegliere alcune strategie
mere un atteggiamento “strategico”: cioè essere in grado davanti a piuttosto che altre (se sono di tipo visuale posso contare molto sulle
un compito di scegliere la strategia migliore per affrontarlo, tenen immagini), che le strategie devono differenziarsi in base allo scopo
do conto del proprio stile cognitivo, delle caratteristiche dell’attivi della lettura (se devo fare un riassunto del testo posso sottolineare le
tà e delle strategie a lui note. Dovrebbe inoltre mettere in atto stra parti più importanti). Interventi sulle abilità cognitive vanno quin
tegie per incentivare la propria motivazione ad apprendere. di sicuramente integrati con quelli di tipo metacognitivo, volti a
Possiamo distinguere infatti gli interventi educativi ispirati da questa favorire un ruolo attivo dello studente nel gestire il proprio processo
prospettiva teorica in due grandi filoni: di apprendimento. -
16 17
Ma come si caratterizza un ambiente di apprendimento di approccio
cognitivista, nell’ottica metacognitiva ? E che ruolo ha l’insegnante ?
Secondo questa prospettiva, possiamo individuare almeno tre condi 1.3.1. La riflessione teorica Mentre negli anni venti del secolo scor
zioni importanti per un contesto di apprendimento efficace so in America il comportamentismo andavafiiffondendo le sue idee,
(Collins, Brown, Néwman, 1989; Albanese, Doudin, Martin, 1996): in Europa un giovane biologo svizzero cominciava presso l’istituto
© fimire agli studenti compiti eproblemi rappresentativi della diver Rousseau di Ginevra a occuparsi di psicologia: il suo nome era Jean
sità delle situazioni alle quali dovranno applicare poi le loro conoscen Piaget. Due sono gli elementi ispiratori della sua teoria: da un lato la
ze'. se si vuole ad esempio favorire la consapevolezza metacognitiva filosofia di Kant (l’idea che la conoscenza della realtà avviene attra
del fatto che obiettivi di lettura diversi chiamano in causa strategie di verso categorie di cui la mente umana è. dotata a priori o che si
lettura diverse, si dovrebbero proporre situazioni in cui, dato uno costruisce a posteriori sulla base dell’esperienza), dall’altro la sua
stesso testo, in un caso la lettura è orientata a cercare informazioni formazione universitaria in biologia. Piaget assume infatti che lo
molto specifiche e settoriali, in un altro è effettuata per il gusto di sviluppo cognitivo rappresenti un’evoluzione dello sviluppo biolo
leggere; gico e considera quindi l’intelligenza come, una forma particolare di
• fornire agli allievi occasioniper entrare in contatto epoter osserva attività biologica con una funzione di adattamento. A.questò;assun-
to di fondo possiamo far risalire la scelta di una metafora che egli
re degli esperti-, la possibilità di vedere un esperto in azione consente
utilizzerà per descrivere l’attività della mente in analogia con il
agli studenti di poterne individuare le strategie di lavoro e poterle
funzionamento di un organismo biologico;
riutilizzare nelle proprie attività, riorganizzandole in base alle
Piaget (19(28) sostiene che nello studio dell’intelligenza è necessario
proprie caratteristiche cognitive. L’insegnante stesso può configurar
tener distinti gli aspetti funzionali da quelli strutturali ( FI G. 1). Gli
si come un esperto e rendere visibili i propri processi mentali (cioè
aspetti funzionali descrivono come opera la nostra mente nella sua
le.proprie strategie) comunicandoli ad alta voce mentre svolge un
attività di conoscenza (ovvero l’intelligenza) e come essa si modifi
compito alla lavagna, davanti a tutto il gruppo classe; ca nel suo svilupparsi. Gli aspetti strutturali sono invece definiti
®. organizzare situazioni di dialogo nella classe per identificare, come il risultato del funzionamento della nostra mente: essa, grazie
analizzare e discutere strategie e processi di risoluzione messi in atto al suo modo di. funzionare, costruisce delle strutture cognitive,, cioè
dagli allievi (riflessione metacognitiva)', più che insegnare strategie sequenze di operazioni che servono per organizzare la conoscenza
estranee ai ragazzi da impiegare rigidamente nei compiti, l’enfasi della realtà.
viene posta sul creare spazi di riflessione per autocontrollare l’effica Piaget individua due aspetti funzionali che definisce “invarianti”
cia di quelle spontaneamente adottate e prevedere delle autocorre perché operano sempre allo stesso modo nel corso dello sviluppo: la
zioni eventualmente discusse con insegnanti e compagni. Importan tendenza .all’organizzazione e quella all’adattamento all’ambiente.
te in questo senso fornire valutazioni (feedback) frequenti e il più Proprio come farebbe un organismo biològico per crescere creando
possibile immediate rispetto all’esecuzione di un compito, non solo tessuti nuovi, la nostra mente si organizza, cioè costruisce da sé
in termini di risultati ma anche di procedure utilizzare: non basta strutture cognitive che le permettono di agire efficacemente sulla
dire se il risultato di un problema matematico o 41 un calcolo è realtà. In questo senso si parla di costruttivismo e di strutturalismo
corretto 0 meno, occorre far riferire allo studente anche la strategia quando ci si riferisce alla teoria piagetiana.' Quando si riferisce a tali
impiegata, per individuarne eventuali punti deboli. ! ■ strutture (Piaget, Inhelder, 1970), Piaget utilizza nei suoi scritti
18 19
anche i termini schemi (strutture cognitive semplici) e operazioni portarlo alla bocca e succhiarlo” può essere utilizzato pei- la prima
(strutture cognitive più complesse), intendendo con essi la struttu volta con un ciuccio, ma poi essere generalizzato a una palla, una
ra organizzata di una sequenza di azioni che, realizzata in una situa scatola ecc. Ma si pensi anche allo schema di un alunno che impara
zione, viene ri utilizzata in altre situazioni simili: in sostanza, come la procedura per risolvere un problema matematico utilizzando
una sorta df“ossatu'ra mentale” astratta di una sequenza di azioni, moltiplicazioni, che può essere applicata a nuovi problemi. Tali
non vincolata alla situazione specifica in cui esse sono state messe in strutture si presentano come un insieme unitario, non suddivisibile
atto per la prima volta, e proprio per questo generalizzabile e utiliz (come potrebbe pensare un comportamentista) in componenti
zabile in situazioni nuove. Ad esempio lo schema di un bambino di elementari (afferrare con la mano, poi portare alla bocca, poi
qualche mese consistente in “afferrare con la mano un oggetto, succhiare): ogni parte è connessa alle altre da relazioni che ne fanno
un tutto unico. L’altra invariante funzionale di cui parla Piaget è la
tendenza all’adattamento, che si realizza attraverso i due procèssi
FIGURAI
complementari dell’assimilazione e dell’accomodamento (teniamo
La teoria dì Piaget sullo sviluppo cognitivo sempre presente che stiamo parlando di metafore!). L’assimilazione
è definita come il processo mediante il quale un aspetto della realtà
esterna viene incorporato nella struttura mentale del soggetto, senza
Tendenza all’organizzazione
^creazione di strutture cognitive)
che tale struttura ne venga modificata. Nell’esempio sopra riporta
to il bambino, che vede un piccolo pelouche lo “assimila” al suc
chiotto applicando lo stesso schema di “afferrarlo con la maho,
Aspetti funzionali portarlo alla bocca e succhiarlo” o, ancora, l’alunno è in grado di
invarianti : assimilare ogni problema che presenti una certa configurazione di
Assimilazione
\
Tendenza
z dati utilizzando la moltiplicazione. Questo avviene proprio come a
livello biologico, quando l’organismo assimila il cibo scomponen
Lo sviluppo all’adattamento
cognitivo \ dolo in sostanze che vengono integrate nelle sue strutture, utilizza
te per costruire parti delle proprie cellule.
Accomodamento
L’accomodamento rappresenta il processo complementare all’assi
milazione: per poter incorporare i dati dell’esperienza, il soggetto
Sensomotorìo
deve modificare la propria struttura cognitiva, adattandola alle loro
caratteristiche. Se il nuovo oggetto preso dal bambino è ad esempio
Rappresentativo
Aspetti strutturali, varianti:
una statua in pasta dì sale lo schema sarà probabilmente modificato
Periodi (periodo
strutture cognitive preoperatorio e
eliminando la parte del “portare alla bocca e del succhiare” (per gli
di sviluppo
dell’intelligenza. operatorio concreto) effetti spiacevoli del sale), magari sostituita “dal portare vicino .'agli
occhi e osservare”. Oppure nel caso dell’alunno potrebbe accadere
Operatorio-formale che egli cerchi di utilizzare una moltiplicazione anche con un proble
ma matematico che richiede un’operazione diversa e si accorga quin
di di dover modificare la sua procedura..
20 21
Assimilazione e accomodamento agiscono in modo concomitante in il soggetto non è più ancorato ai dati concreti ma diviene capace di
ogni interazione con la realtà, in cui si alternano momenti di utiliz operare mentalmente su idee e conoscenze astratte, agendo su
zo delle strutture cognitive che possediamo, accanto ad altri che ne proposizioni astratte (ad es. può risolvere questioni del tipo: se Paolo
richiedono la modifica. L’adattamento si verifica quando c’è equili è più alto di Andrea e Paolo è più basso di Marco, chi è il più basso
brio tra i due processi realizzando un’interazione in cui il soggetto dei tre?): il pensiero agisce su sé stesso.
riconosce e controlla la realtà (assimilazione) accogliendone ie Ogni periodo, le cui collocazioni temporali sono puramente, indica
richieste di modifica (accomodamento). tive, è suddiviso al suo interno in vari stadi, durante i quali il bambi
Le strutture cognitive dunque vengono modificate dal soggetto nel no sviluppa le sue strutture cognitive. Uno stadio è un periodo di
corso del suo sviluppo secondo una sequenza che per Piaget indivi tempo in cui le azioni del bambino manifestano un particolare tipo
dua una'successione non modificabile: ciascun momento della di struttura cognitiva. Il punto di arrivo dello sviluppo è rappresen
sequenza è caratterizzato da un tipo di intelligenza con caratteristi tato per Piaget dall’intelligenza del periodo operatorio formale, che
che qualitativamente diverse dagli altri e l’ordine di successione non è caratterizzata dalla capacità di costruire ipotesi sulla realtà e di'
può essere mutato. Piaget distingue in questo modo tre grandi perio sottoporle a verifica mediante criteri logici.
di dello sviluppo cognitivo (Di Stefano, Tallandini, 1992; Valenti-
ni, 1998)-. I.3.2. L’applicazione in campo educativo L’idea di sviluppo che
A ^perìodo sensomotorio, dalla nascita fino ai 18-24 mesi, durante emerge dalla visione di Piaget è quella di un cambiamento che avvie
il quale l’intelligenza si organizza in forma pratica, attraverso le azio- ne continuamente, in quanto l’individuo mette in atto in ogni
nieseguite concretamente sugli oggetti. momento processi di assimilazione delle esperienze alle proprie
B II periodo dell’intelligenza, rappresentativa, che va dai 18-24 mesi strutture cognitive e soprattutto processi di accomodamento che .
agli 11-12 anni, ed è caratterizzato dal fatto che il bambino riesce a modificano le strutture davanti alle nuove esperienze. Esso è anche
ràppresentarsi, mediante simboli (ad es. usando un pettine al posto caratterizzato da un procedere per salti, in quanto è possibile distin
di un telefono per far finta di telefonare) o immagini mentali, ogget guere dei periodi di tempo in cui il modo di agire della mente mani- ,
ti che non sono presenti. Tale periodo si suddivide in due parti: festa delle differenze qualitativamente molto marcate: si pensi alla
® '^.periodopreoperatorio (dai 18-24 mesi ai 7-8 anni), caratterizza capacità di vedere un’azione e riuscire a immaginare l’azione contra
to dalla comparsa e dallo sviluppo dell’attività rappresentativa del ria, che compare solo dal periodo operatorio concreto in poi. Inol
pensiero attraverso il gioco simbolico, il linguaggio verbale e l’imi tre la capacità attribuita alla mente di generare le proprie strutture
tazione differita (cioè in assenza del modello da imitare); cognitive limita fortemente il ruolo giocato nello sviluppo dalla
® il periodo operatorio concreto (dai 7-8 anni agli 11-12 anni) in cui cultura e dall’interazione sociale anche legata all’istruzione.'
il bambino diventa capace di eseguire “operazioni mentali” a parti A questo proposito va detto che l’applicazione della teoria piagetia-
re dall’esperienza concreta, operazioni che producono conclusioni na dello sviluppo ai contesti dell’educazione appare non univoca,
o giudizi, non compresi nella situazione espressa dall’esperienza probabilmente perché lo stesso Piaget non si è occupato molto di
concreta (ad es. sa giudicare correttamente che la quantità di plasti questo tipo di problema. Nello stesso tempo va sottolineato tuttavia
lina di una pallina rimane costante anche se lo sperimentatore la che le applicazioni sono state numerose. Un ambiente di apprendi
schiaccia facendole cambiare forma). mento costruito in una prospettiva piagetiana può essere caratteriz
c IIperiodo operatorioformale (oltre gli 11-12 anni), durante il quale zato per l’attenzione a tre aspetti (Boscolo, 1997):
22 23
® la sequenza in cui vengono.presentati gli argomenti di studio; pallina di plastilina, la quantità di plastilina è-rimasta uguale anche
® l’interesse rivolto alle strutture cognitive più. che alle prestazioni; se ora ha la forma di una pizza, non è detto che manifesti l’effettivo
® la metodologia di insegnamento. possesso della capacità di comprendere che effettivamente la quan
Sul primo problema va detto che la teoria piagetiana è stata spesso tità è rimasta la stessa dimostrandolo con un’azione pensata mental
interpretata, con riferimento ai periodi di sviluppo dell’intelligenza, mente che ridia alla plastilina la forma di pallina. Occorre che l’in
come una teoria che definisce ciò che un bambino è pronto o meno segnante sappia andare oltre la risposta dell’alunno per accertare
ad imparare: l’idea di fondo è che uno studente acquisisca un conte l’effettivo possesso della struttura cognitiva (nell’esempio la capaci
nuto di conoscenza specifico (ad es. il concetto matematico di “insie tà di rendere un’azione reversibile, cioè annullarne gli effetti me
me”) solo nelmomento in cui possiede le strutture cognitive che lo diante un’azione contraria) che assicura la reale comprensione di un
mettono in condizione di assimilarlo (nell’esempio l’operazione fatto.
logica di classificazione). L’insegnante in questo senso deve necessa Sul versante della metodologia di insegnamento, l’insegnante tende
riamente individuare lo stadio di sviluppo raggiunto dall’allievo, a ispirarsi, nelle sue pratiche scolastiche, alle situazioni che i bambi
attraverso le tecniche del colloquio, l’osservazione e delle prove mira ni affrontano nelle ricerche piagetiane. In esse assume un ruolo
te, per poter progettare un intervento scolastico efficace. Ciò signi fondamentale l’autoscoperta e l’apprendimento attivo (Valentini,
fica che non serve accelerare lo sviluppo ma che e l’istruzione che 1998): lo studente manipola oggetti concreti per risolvere problemi
deve adeguarsi al ritmo di cambiamento dello studente: gli argomen o discute con altri compagni ipotesi ed esiti di esperimenti condotti
ti di studio vanno dunque presentati seguendo l’ordine previsto dalle insieme. Solo il confronto diretto delle sue idee con la realtà o con le
fasi evolutive; Per quanto riguarda i contenuti di insegnamento, va idee degli altri può infatti cfeare situazioni di conflitto cognitivo, di
detto inoltre che l’adozione della prospettiva piagetiana ha portato discrepanza tra i dati dell’esperienza e le sue convinzioni. Tale discre
inizialmente alla formulazione di curricoli centrati sulla matematica panza stimola processi di cambiamento delle strutture cognitive
e le scienze, traducendo così il prevalente interesse di Piaget per l’ac quando queste si rivelano insufficienti a interpretare la realtà.
quisizione dei concetti logico-scientifici. Solo più. tardi, rivalutando
il ruolo dell’interazione sociale, la ricerca si è rivolta infatti allo studio Vygotskij e l’approccio socioculturale
di altri contenuti: il giudizio morale (ciò che è giusto e ciò che è
ingiusto; cfr; Kohlberg, 1976; Turiel, 1983), le relazioni sociali (come 1.4.1. La riflessione teorica Per una singolare coincidenza di eventi,
ad es., l’amicizia; cfr. Selman, 1976), gli aspetti economici e politici nel 1896', lo stesso anno in cui a Neuchàtel, in Svizzera, nasceva
(Berti, Bombi, 1981). Piaget, a Minsk, in Russia, nasceva un’altra figura che avrebbe rive
Un secondo aspetto importante e comune al lavoro su ogni tipo di stito un ruolo importante nel panorama della psicologìa dell’educa
contenuto di apprendimento è l’attenzione rivolta dall’insegnante zione: Lev Semènovic Vygotskij. La conoscenza delle sue opere in
non tanto alle prestazioni evidenziate nei comportamenti rispetto a Europa e in America è relativamente recente, a causa della scarsa
uno specifico'contenuto, quanto alle idee, ai concetti, alle strutture comunicazione tra urss e Occidente durante il periodo della guerra
cognitive sottostanti. Non è détto infatti che la messa in atto di un fredda. Le fonti ispiratrici del suo approccio teorico possono essere
certo comportamento davanti a una situazione presupponga il rintracciate nella filosofia di Hegel e di Marx, che costituivano anche
possesso della- struttura cognitiva che assicura una reale comprensio gli strumenti culturali utilizzati in Russia a .partire dalla rivoluzione
ne della situazione: ad esempio, riconoscere che, schiacciando una del 1917 per fondare la nuova società comunista. In questo senso
24
egli si contrappone alle idee di Piaget, che aveva conosciuto attra dell’individuo dalla non alfabetizzazione all’alfabetizzazione, con
verso le prime opere degli anni venti, e in particolare alla visione di l’ingresso a scuola).
uno sviluppo dell’intelligenza secondo stadi universalmente validi, Per quanto riguarda il ruolo degli strumenti e dei segni nello svilup
per sostenere la relatività dello sviluppo cognitivo in rapporto alla po cognitivo, va innanzitutto detto che per Vygotskij uno degli
cultura di appartenenza del singolo. aspetti fondamentali dello sviluppo è la crescente Capacità dei
Tre sono gli aspetti principali della riflessione teorica di Vygotskij bambini di dirigere e controllare il proprio comportamento, una
(Wertsch, 1995): padronanza resa possibile dall’emergere di nuove forme e funzioni
® l’uso dell’analisi genetica come metodo di studio della mente; psichiche e dall’uso di segni e strumenti in questo processo (Steiner,
• l’idea che lo sviluppo psicologico sia legato all’utilizzo di stru Souberman, 1987). Vygotskij infatti distingue nello sviluppo dell’in
menti e segni che mediano (cioè organizzano e danno forma a) dividuo le funzioni psichiche elementari e naturali dalle funzioni
l’azione del soggetto sulla realtà: psichiche superiori e culturali. Le prime sono costituite da quelle
• l’idea che le funzioni mentali superiori (l’attenzione volontaria, funzioni della mente che ci appartengono per dotazione biologica e
il pensiero, la memoria logica ecc.) hanno origine grazie alle relazio che sono determinate, nel loro modo di funzionare, dalla stimolazio
ni sociali che il bambino instaura con gli altri. ne immediata dell’ambiente. È il caso, ad esempio, della "memoria
Come Piaget, Vygotskij è convinto della necessità di analizzare lo
studio del modo di operare della mente partendo dalla sua genesi: in
altre parole è necessario comprendere come la mente si genera e si Gli esperimenti di Vygotskij sulla memoria naturale e logica
sviluppa, per capirne il funzionamento. La sua teoria si configura Particolarmente utili per chiarire il ruolo della mediazione nello svilup
quindi come teoria dello sviluppo cognitivo che, tuttavia, a differen po delle funzioni psichiche superiori sono gli esperimenti sulla memo-,
za di quanto sostenuto da Piaget, va inquadrato in quattro diversi ria condotti da Vygotskij (e descritti da Serena Veggetti, 1998) con
ambiti che concorrono al formarsi della mente: lo sviluppo della bambinj di diverse età. Lo sperimentatore chiedeva loro di spingere i
specie {dominiofilogenetico), Io sviluppo storico e culturale dell’uma tasti di un pianoforte corrispondenti ciascuno a una figura precisa (ad
nità {dominio storico-culturale), lo sviluppo del singolo individuo es.il tasto mi a un cavallo) di una serie mostrata in successione (secon
{dominio ontogenetico) e quello di ciascun singolo processo psicolo do associazioni che il bambino doveva solo cercare di ricordare, grazie
gico {dominio microgenetico). Così quando parliamo di sviluppo alla sua memoria naturale). Quindi lo sperimentatore forniva ai
cognitivo del singolo individuo (ontogenetico) dobbiamo tener bambini una seconda serie di figure che potevano essere utilizzate
conto dei processi di cambiamento che agiscono su tutti gli altri come strumenti di supporto perii compito (ad es. appoggiare vicino al
piani: la sua mente si sviluppa in relazione al cambiamento biologi tasto mi la figura di una slitta, creando un’associazione logica cavallo-
co complessivo della specie umana (ad es. la mente òdfthomo sapiens slitta, che spingeva il bambino a ricordare di schiacciare il tasto mi
era biologicamente diversa da quella dell’uomo di oggi), in relazio quando lo sperimentatore mostrava la figura del cavallo). L’utilizzo
ne al contesto storico e alla cultura in cui vive (pensiamo ad es. al dello strumento come mediatore tra stimolo e risposta conduceva
modo diverso di organizzarsi della mente urnana nelle culture orali o secondo Vygotskij a modificare strutturalmente i processi interni della
in quelle in cui si usa la scrittura), in relazione ai diversi processi memoria naturale (trasformandola in memoria logica), in mòdo da
cognitivi che esaminiamo (pensiamo al diverso modo di funzionare poterli dirigere e controllare attivamente e intenzionalmente. .
della memoria o dell’attenzione o del linguaggio nel passaggio
26 27
naturale” che funziona in modo molto simile alla percezione, diret descritta dallo stesso Vygotskij (1978, trad. it. p. 88): «Ogni funzio
tamente influenzata dagli stimoli esterni. La "memoria logica”, inve ne nello sviluppo culturale del bambino appare due volte o su due
ce, si sviluppa quando l’individuo inserisce nel rapporto tra lo stimo piani. Prima appare trapersone come categoria interpsicologica e poi
lo e la risposta un segno che lo aiuta a organizzare meglio il proprio nel bambino come categoria intrapsicologica. Ciò vale per l’attenzio
processo di pensiero. ■ ne volontaria, la memoria logica, la formazione dei concetti». Ad
Vygotskij opera una distinzione tra strumenti e segni (Vygotskij, esempio ciò accade con il neonato che viene aiutato dai genitori a
1978; Cole, 1995): gli strumenti si configurano come mediatori rivol selezionare aspetti rilevanti del suo ambiente attraverso l’interazio
ti “verso l’esterno”, come mezzi per modificare aspetti dell’ambien ne verbale e gestuale: l’attenzione naturale, mediata socialmente, si
te, mentre i segni sono più. orientati verso l’interno, come mezzi ausi svilupperà mediante interiorizzazione nell’attenzione intenzionale
liari per organizzare meglio la propria attività mentale (ricordare, che servirà al bambino per selezionare gli stimoli che lo circondano.
confrontare; resocontare, prendere decisioni ecc.) orientata a risol L’interiorizzazione viene descritta da Vygotskij (Boscolo, 1997)
vere un problema (FIG. 2). Strumenti e segni sono prodotti di una attraverso quattro fasi identificabili nell’interazione tra un bambino
cultura che dà una forma particolare alle attività e alle interazioni e un adulto su un problema da risolvere:
sociali: nella nostra cultura tecnologica, la scrittura per posta elettro © il bambino risponde alle stimolazioni ambientali in maniera
nica permette di comunicare in forma scritta anche con persone diretta, non mediata cioè da alcun segno; l’adulto in interazione
lontane. con lui può controllare il suo comportamento solo agendo sugli
L’interazione sociale attraverso strumenti e segni si configura come stimoli (nel caso deU’esperimento citato sopra, mostrando il cavallo
il vero motore dello sviluppo. L’espressione più diretta di questa idea per far spingere il tasto mi}-,
compare nella «legge genetica generale dello sviluppo culturale», • il bambino comincia a utilizzare un segno esterno che non
padroneggia completamente ma che lo svincola dalla risposta imme
diata allo stimolo (nell’esempio è il caso dell’introduzione della figu
FIGURA 2 ra di supporto accanto a ciascun tasto del piano);
La mediazione di segni e strumenti .® il bambino, ripetendo l’operazione con l’aiuto dell’adulto, divie
ne consapevole del ruolo del segno come supporto della sua attività
! SEGNO
mentale (la costruzione dell’associazione logica cavallo-slitta come
STRUMENTO
indicatore della posizione del mi)>
© il bambino non ha più bisogno del supporto dell’adulto né del
segno materiale, perché ha effettivamente interiorizzato la funzione
STIMOLO RISPOSTA SOGGETTO OGGETTO del segno ed è in grado di utilizzarla autonomamente (costruzione di
altre associazioni logiche).
L’interiorizzazione dell’uso degli strumenti e dei segni, che porta
Nota: L'attività-"diretta" 0 naturale,(rappresentata dalla freccia alla base dei due allo sviluppo delle funzioni psichiche superiori, avviene dunque
triangoli) e quella “mediata” (rappresentata dalla freccia che compone gli altri due
grazie all’interazione con gli altri e un ruolo cruciale è svolto dagli
lati), non si -escludono reciprocamente, ma possono rappresentare, secondo
scambi linguistici attraverso cui adulto e bambino comunicano e
Vygotskij, una combinazione sinergica di intervento sulla realtà.
pianificano insieme l’attività in cui sono impegnati e attraverso cui
28 29
l’adulto rende visibile e comprensibile al bambino la sua attività di rappresentata dal concetto di apprendistato cognitivo. L’apprendi
pensiero. stato è il metodo educativo più diffuso fuori della scuola, dove le
abilità sono praticate nel loro contesto naturale d’uso. L’apprendi
1.4.2. L’applicazione iti campo educativo L’analisi del processo di stato cognitivo (Collins, Brown, Newman, 1989) presenta due
interiorizzazione ci conduce direttamente alle applicazioni della differenze rispetto al tradizionale apprendistato nei contesti profes
teoria in campo educativo. Vygotskij rovescia completamente l’as sionali: in primo luogo il suo obiettivo è. trasmettere abilità cogni
sunto piagetiano che conferiva allo sviluppo il primato sull’appren tive e metacognitive attraverso l’esecuzione di compiti e la risolu
dimento (il quale, secondo Piaget, doveva seguire le fasi evolutive del zione di problemi, mentre l’apprendistato tradizionale si riferisce
pensiero): per Vygotskij è efficace proprio quell’apprendimento all’acquisizione di comportamenti concreti e di abilità manuali
che precede lo sviluppo, in cui un adulto o coetaneo esperto spinge legate alla produzione di oggetti; in secondo luogo, se anche l’ap
il bambino a operare ai limiti della propria competenza attuale. prendistato cognitivo si propone di fare in modo che l’apprendi
Questo, aspetto risulta particolarmente chiaro con l’introduzione mento avvenga mantenendo abilità e conoscenze in relazione ai
del concetto di zona di sviluppo prossimale (Vygotskij, 1978). Esso si loro contesti d’uso, successivamente sr preoccupa di mettere in
riferisce alla differenza tra la capacità dell’allievo di risolvere un condizione chi apprende di riutilizzare la conoscenza in contesti
problema da solo e la sua capacità di risolverlo sotto la guida di un nuovi. Collegata al concetto di apprendistato cognitivo è l’idea che
adulto o in collaborazione con un suo pari più capace. L’insegnan- la conoscenza è situata nei contesti in cui.la elaboriamo, e non può
te*(o il compagno più esperto) svolge una duplice funzione, defini essere appresa se staccata artificiosamente da essi. Tale aspetto
ta scaffolding, di problematizzazione e di sostegno dei processi di fornisce -un’indicazione rilevante nella costruzione di un ambiente
interazione e di apprendimento (Pontecorvo, 1998). Lo scaffolding efficace di apprendimento: l’attività di studio va riferita a contesti
è il processo attraverso cui vengono forniti a chi apprende l’aiuto e concreti, a problemi reali, come avviene fuori della scuola. In tali
la guida necessari per risolvere problemi che vanno oltre le sue contesti infatti si mantiene il rapporto tra i simboli che usiamo per
capacità. Il livello di supporto dovrebbe decrescere progressiva rappresentare le conoscenze e gli oggetti e i significati'che essi,
mente (fading) fino a quando il soggetto è capace di risolvere il rappresentano, rapporto che viene invece messo in discussione
problema da solo. Una zona di sviluppo prossimale può anche nell’istruzione astratta della scuola.
essere “multipla” nella misura in cui contiene diversi elementi o Un altro aspetto di per sé caratterizzante l’ambiente di apprendi
soggetti: insegnanti, studenti con diversi livelli di competenza, mento, secondo la prospettiva socioculturale, è il fatto che la cono
libri, attrezzature scientifiche, tecnologie. Ciascuno di essi contri scenza è distribuita tra le persone e negli strumenti che esse utilizza
buisce a: definire più possibilità di sviluppo della conoscenza a no nello svolgimento delle attività. All’interno di un contesto di
seconda dei propri interessi o del proprio livello di competenza apprendimento, infatti, l’expertise (la competenza) relativa a un
(Boscolo, 1997). Vygotskij ha sottolineato, dunque, che l’interazio determinato oggetto di studio si può considerare distribuita tra
ne sociale nell’apprendimento, sia tra studenti che tra questi e gli persone diverse (insegnanti e studenti), differenti fonti di informa
insegnanti, è essenziale per aiutare lo studente a progredire attra zione, strumenti tecnologici e interlocutori anche esterni alla scuola.
verso la sua zona di sviluppo prossimale. Ciascuno può quindi sviluppare e approfondire le proprie conoscen
Un’ulteriore e rilevante implicazione dell’approccio socioculturale ze interagendo con soggetti più esperti o riferendosi a fonti infor
sugli ambienti di apprendimento, sostiene Dillenbourg (1996), è mative diverse, dentro e fuori la classe. In quest’ottica si avvia anche
30 31
un processo di ridefinizione del ruolo dell’insegnante, che acquista
una funzione'molto simile a quella del coordinatore di un laborato
2. Le teorie più recenti
rio di ricerca (Pontecorvo, 1998) : guida il lavoro, ne fa il monitorag sull'apprendimento
gio, sostiene l’attività dei ragazzi, favorisce lo svolgimento di ragio
namenti collettivi su problemi reali anche mediante tecnologie, L’intelligenza è l’abilità di usare
materiali figurativi, verbali o grafici. un medium culturale.
David Olspn
32 33
che aprirono a Bruner un orizzonte ricco e conflittuale allo stesso Questa suddivisione ricalca per certi versi la successione degli stadi
tempo. Da un lato, infatti, Piaget descriveva lo sviluppo del pensiero della teoria di Piaget, che descrive lo sviluppo cognitivo nelle tre fasi
attraverso una progressione universale di stadi, in cui le strutture sensomotoria, rappresentativa e operatorio-formale. Utilizzando il
cognitive vengono modificate dall’individuo nel suo confrontarsi con sistema attivo di rappresentazione, il bambino identifica un ogget
la realtà. Per Vygotskij, d’altro canto, come abbiamo detto, l’interazio to soprattutto per l’uso prevalente che ne fa, costruendosi una
ne sociale e la cultura assumono un ruolo di-cruciale importanza nello rappresentazione motoria dell’esperienza (ad es. la palla è un ogget
sviluppo cognitivo: il bambino impara a organizsare il proprio pensie to da spingere e che si muove); questo livello di sviluppo cognitivo
ro negli scambi linguistici con gli altri e attraverso l’utilizzo dei simbo può essere avvicinato al periodo sensomotorio piagetiano, in cui il
li (si pensi alla scrittura) e degli strumenti della nostra cultura (come “pensiero” consiste in schemi di azione interiorizzati, cioè sequenze
il computer, il televisore o il videoregistratore). La riflessione teorica di di movimenti che il bambino può compiere su oggetti per ottenere
Bruner sullo sviluppo cognitivo e sull’educazione appare dunque un certo risultato (ad es. spingere una palla per vederla rotolare).
caratterizzata dal tentativo di integrare l’approccio di Piaget, basato Ricorrendo al sistema di rappresentazione iconico, il bambino si
sulle strutture cognitive che si sviluppano per stadi, con quello socio costruisce una rappresentazione degli oggetti mediante l’uso
culturale di Vygotskij. Bruner (1967) ipotizza l’esistenza nella nostra dell’immaginazione (ad es. la palla è un oggetto di forma rotonda)
cultura di tre diversi sistemi (o modalità) di rappresentazione della e per questo aspetto tale sistema può essère accostato al periodo
conoscenza, che corrispondono ad altrettante modalità di pensiero e dell’intelligenza rappresentativa di Piaget, in cui le azioni'mentali
di apprendimento della nostra mente: del bambino sono all’inizio fortemente legate alle immagini’ (stadio
• il sistema, attivo di rappresentazione, in cui la conoscenza è orga
preoperatorio o del pensiero intuitivo). ■
nizzata in sequenze di azioni, costruite mediante esplorazione (come
Nel terzo sistema, quello simbolico, l’esperienza può essere rappre
quando ad es. un bambino piccolo scopre, sperimentando da solo,
sentata e comunicata attraverso insiemi di simboli verbali, matema
che battendo un oggetto' di metallo contro un altro può creare dei
tici, musicali, che costituiscono veri e propri linguaggi e che caratte
suoni interessanti). Corrisponde a una modalità di pensiero e di
apprendimento centrato sull’azione: si impara a fare qualcosa attra rizzano la cultura della nostra società (ad es.’ la palla è una sfera con
verso la sperimentazione pratica di un’attività; determinate proprietà geometriche). Quest’ultimo sistema si confi
® il sistema iconico di rappresentazione (icona = immagine), in cui gura dunque come più. complesso rispetto a tutti gli altri e può esse
la conoscenza è presentata attraverso immagini. E legato alle percezio re accostato per certi versi al periodo delle operazioni formali della
ni di vista e udito; ne deriva un secondo tipo di apprendimento lega sequenza piagetiana.
to all’osservazione del fare: vi sono delle abilità che si apprendono Bruner ipotizza che tali sistemi di rappresentazione delle conoscen
“vedendo fare”, osservando e “imitando” l’azione che l’altro compie; ze siano strettamente legati e intérdipendenti, per cui le capacità a
® il sistema simbolico di rappresentazione, in cui la conoscenza è livello simbolico presuppongono quelle a livello attivo e iconico.
presentata mediante simboli (la scrittura, le formule matematiche, le Tuttavia egli non ripropone, a differenza di Piaget, una relazione
note musicali ecc.). È centrato sul pensiero, che collega a tali simbo necessariamente gerarchica fra le tre forme di pensiero, in cui la più.
li dei significati, e sul linguaggio, che consente di comunicare e quin complessa ingloba e supera la precedente, che viene così abbando
di condividere con altri (o insegnare àgli altri) il rapporto tra signifi nata: egli ipotizza che tali forme possano essere compresenti nei
cati e simboli. VFf ; diversi momenti deliavita del bambino e dell’adulto (posso impara-
34 35
re qualcosa provando e riprovando a farla, osservando un esperto o 2.1.2. Le applicazioni in campo educativo II discorso bruneriano sui
leggendo un libro che mi spiega come fare). diversi modi di rappresentare la conoscenza e sul ruolo della cultura
Bruner (1997) inoltre attribuisce un ruolo importante alla cultura è stato un notevole punto di riferimento per la psicologia dell’educa
per quanto riguarda lo sviluppo di tali modalità di conoscenza da zione e la pedagogia italiana, e ha ispirato la stesura dei programmi
parte dell’individuo. In primo luogo la cultura favorisce il passaggio della scuola media del 1979 e della scuola elementare del 1987. In
da un sistema di conoscenza all’altro, soprattutto grazie ai contesti di particolare in questi ultimi le discipline vengono considerate come
esperienza e-alle possibilità di interazione sociale con adulti e coeta sistemi di simboli (ad es. i numeri perla matematica) e strumenti (ad
nei, attraverso cui i bambini capiscono il significato dei simboli (ad es. la calcolatrice sempre per la matematica) die consentono all’indi
es. la scrittura) e i modi in cui vengono utilizzati gli strumenti: i viduo di amplificare le proprie capacità intellettive (come quella di
bambini fin da piccoli osservano come gli adulti leggono i libri, fare i calcoli, nel nostro esempio).
oppure usano il telefono, il televisore, il computer e, diventando via La scuola si assume così il compito di insegnare a pensare: le diverse
via più. competenti dal punto di vista linguistico, chiedono ai geni discipline non sono un insieme di informazioni che gli insegnanti
tori di spiegare loro come utilizzarli. La cultura inoltre modella il devono trasmettere e gli studenti memorizzare, ma linguaggi per
pensiero attraverso i sistemi simbolici e gli strumenti che mette a leggere la realtà, strumenti per agire su di essa e idee fondamentali che
disposizione: la possibilità di mettere per iscritto le nostre idee, dal ne costituiscono il nudeo centrale e sono nello stesso tempo abbastan
momento in cui impariamo-a scrivere, introduce modifiche nei za semplici da poter essere apprese anche dagli studenti più giovani,
nostri procèssi mentali, nel modo in cui organizziamo il nostro se presentate ed esemplificate secondo adeguate modalità. Ad esem
pensiero per tradurlo in forma scritta. Infine, ricollegandosi al pio, la matematica diventa attraverso i simboli numerici e le sue proce
concetto di’.mediazione di Vygotskij, Bruner (Bruner, Olver e dure di calcolo un linguaggio per analizzare la realtà in termini quan
Greenfield, 1968) definisce gli strumenti degli “amplificatori” cultu titativi, utilizza strumenti che permettono di contare e misurare e può
rali del sistema sensoriale e motorio dell’individuo. Essi vengono essere insegnata anche a bambini molto piccoli, utilizzando materiali
utilizzati come delle protesi, che aumentano il potere di azione opportuni (nei primi anni della scuola elementare si insegna ad es. a
dell’uomo sulla realtà: la costruzione di una pagina web, ad esempio, fare calcoli con sistemi numerici anche non decimali utilizzando i
amplifica il potere di comunicare dell’individuo oltre il tempo e lo regoli multibàse, cioè dei bastoncini colorati di diverse lunghezze che
spazio, rompendo i vincoli del “qui e ora” della comunicazione orale permettono ai bambini di manipolare diverse unità di misura).
faccia a faccia. Nella costruzione e nell’utilizzo di tali strumenti, il L’insegnante che utilizza la riflessione bruneriana parte quindi dal
pensiero viene plasmato nelle forme attive, iconiche o simboliche presupposto che di ogni capacità o conoscenza esiste un’adeguata
implicate dall’ uso: il nostro programma di costruzione di pagine web versione che può essere impartita a qualsiasi età, per quanto iniziale
ci impone di usare delle sequenze di azioni o di costruirci immagini e preparatoria questa versione possa essere (Bruner, 1967). Di centra
mentali della pagina o di interpretare simboli sulla base di codici, le importanza è rispettare i vincoli cognitivi dello sviluppo dell’indi
come il linguaggio html, che serve per costruire la pagina stessa. viduo e consentirgli di utilizzare le modalità di rappresentazione
Il processo di crescita dell’individuo prevede l’interiorizzazione dei della conoscenza (attivo, iconico o simbolico) più congeniali:..nel
modi di agire, di immaginare e di usare i simboli che esistono nella caso dei regoli multibase i bambini maneggiano delle unità di misu
sua cultura, veicolati da strumenti che rappresentano degli amplifi ra agendo concretamente sulla realtà in termini matematici. L’ipse-
catori dei suoi poteri. gnamento di una disciplina, inoltre, non è inteso nel senso di
36 ;■ 37
trasmettere delle informazioni ma di portare lo studente a pensare ® ilprincipio dell’esternalizzazione: l’educazione, come ogni altra
per proprio conto attraverso le categorie di quella disciplina: in attività culturale collettiva, ha la funzione di produrre opere che
termini di analisi matematica della realtà attraverso quantità e misu abbiano un’ esistenza autonoma e che permettano dunque dì rende
re o di valutazione dei fatti e delle fonti come fa uno storico, di re pubblica, negoziabile e “solidale” l’attività cognitiva, facendone
formulazione di ipotesi da verificare attraverso esperimenti come fa anche oggetto di riflessione e metacognizione;
un fisico ecc. Lo studente quindi partecipa al processo di produzio • il principio dello strumentalismo: l’educazione non è mai neutra;
ne del sapere proprio di ciascuna disciplina. essa fornisce abilità, modi di pensare, di sentire e di parlare che
L’attività didattica in questo senso non è solo incentrata sulle cono producono conseguenze strumentali (ad es. di natura sociale ed
scenze disciplinari, ma soprattutto sulle procedure che permettono economica) nella vita delle persone; .
a quelle discipline di produrre conoscenze: il metodo sperimentale • il principio istituzionale: l’educazione nel mondo sviluppato
per le scienze, la ricostruzione della storia attraverso le fonti, la diventa istituzionalizzata e ha la funzione peculiare di preparare i
rappresentazione cartografica nella geografia ecc. giovani a prendere parte alle istituzioni della cultura;
Nella sua più. recente teorizzazione, Bruner (1997) propone un © ilprincipio dell’identità e dell’autostìma: l’educazione è essenzia
approccio educativo attento alla dimensione culturale dell’individuo le per la formazione del Sé; sviluppo dell’identità e cura dell’auto-
e introduce alcuni principi per costruire ambienti per l’apprendi stima sono due dimensioni a cui l’azione educativa deve porre
mento significativo: attenzione;
© il principio della,prospettiva', il significato di qualsiasi fatto è rela • il principio narrativo: la narrazione è la modalità di pensiero, il
tivo alla prospettiva o al quadro di riferimento attraverso cui viene modo di sentire che più aiuta i bambini (e in generale tutte le perso
interpretato; ne) a creare una versione del mondo in cui possono immaginare, a
• il principio delle limitazioni', in qualsiasi cultura le forme del fare livello psicologico, un posto per sé.
significato accessibili agli esseri umani sono soggette a due tipi fónda Diventa di cruciale importanza quindi un approccio per problemi,
mentali di limitazioni. La prima è inerente alla stessa natura della che guidi lo studente, attraverso l’adozione delle procedure di.ogni
mente umana, che tende a costruire delle categorie (come ad es. quel disciplina, verso la costruzione di prodotti culturalmente significa
le di spazio, tempo e identità) che vincolano la nostra esperienza della tivi in quel particolare ambito del sapere. È interessante notare che
realtà. La seconda è relativa alle limitazioni imposte dai sistemi lo stesso Bruner affermava, a proposito del curricolo degli studi
simbolici accessibili alla mente umana, come ad esempio il linguag sociali, da lui elaborato nel 1961, nell’ambito della riforma di tale
gio e i sistemi di simboli messi a disposizione dalle diverse culture; insegnamento negli usa, che il «merito principale del corso èra quel
• principio del costruttivismo: la “realtà” che attribuiamo ai lo di porre i problemi in modo tale che sia l’insegnante che lo studen
“mondi” che abitiamo è costruita ed è il prodotto del fare significa te sapevano di trovarsi insieme, alla frontiera del loro pensiero, a
to, ed è plasmata dalle tradizioni e dai modi di pensare che costitui riflettere sulla natura dell’uomo» (Bruner, 1984, p. 206).
scono gli “attrezzi” di una cultura;
® il principio dell'interazione: come ogni scambio-umano, la 2.2. Gardner: la teoria delle intelligenze multiple ■
trasmissione di conoscenze e di abilità comporta l’esistenza di una
sottocomunità al cui interno si svolge un’interazione coinè minimo 2.2.1. La riflessione teorica Howard Gardner, universalmente
tra un “ insegnante” e un “ discente” ; conosciuto per la sua Teoria delle intelligenze multiple, riprende e
38 39
sviluppa il discorso di Bruner s.ui modi che utilizziamo per rappre materiali diversi. Il problema era che i décalage! erano un fenomeno
sentare la conoscenza, concentrando la sua attenzione sui sistemi molto frequente: abilità teoricamente connesse, che sarebbero dovu
simbolici, cioè sugli insiemi di simboli che usiamo in ogni ambito te comparire contemporaneamente, finivano per presentarsi in
del sapere nella nostra cultura; la musica si esprime attraverso il siste periodi di tempo diversi.
ma simbolico, della notazione musicale, la lingua attraverso la scrit Come spiegare questo fatto? Gardner formula una definizione;di
tura, come l’informatica attraverso i linguaggi di programmazione. intelligenza intesa come «capacità di risolvere problemi o creare
L’ipotesi di fóndo di Gardner si colloca sulla scia della critica all’ap prodotti che sono apprezzati all’interno di uno o più contesti cultu
proccio psicometrico allo studio dell’intelligenza. Tale approccio rali» (Gardner, 1996, p. 10). Sulla base di questa definizione, utiliz
considera l’intelligenza come una facoltà unitaria, che può essere zando ricerche con dati di tipo biologico e antropologico, egli arriva
misurata attraverso test, i quali attribuiscono punteggi di quoziente a sostenere che gli esseri umani dispongono di almeno otto modi di
intellettivo (qi) e permettono quindi di confrontare tra loro indivi conoscere il mondo, ovvero di otto intelligenze: possiamo conosce
dui “più” o “meno” intelligenti. L’idea di Gardner si sviluppa anche re la realtà attraverso il linguaggio, l’analisi logico-matematica, l’os
intorno al tramonto dell’idea piagetiana, che vedeva anch’essa l’in- servazione scientifico-naturalistica, la rappresentazione spaziale, il
telligenza’come una funzione generale: pensiero musicale, l’uso del corpo per risolvere problemi o per fare
® -universale nel modo di svilupparsi, in quanto procede attraver cose, la comprensione degli altri individui e la comprensione di noi
so gli stessi stadi in tutte le culture; stessi (TAB. 1). L’uomo quindi realizza le proprie migliori prestazioni
© unitaria nei vari ambiti di conoscenza, perché si sviluppa in quando utilizza il sistema di simboli o le procedure a lui più conge
modo omogeneo attraverso tutti i domini del sapere. Secondo questa niali: alcuni prediligono l’ambito linguistico, altri quello matemati
idea, chi è “intelligente” nel sapere matematico non può che esserlo co, altri ancora si esprimono meglio nelle relazioni interpersonali, A
anche nell’ambito linguistico. 5 differenziare gli individui sono le particolari caratteristiche di queste
Questi due aspetti sono stati datempo sottoposti a critiche da diver intelligenze e i modi in cui esse vengono chiamate in causa e combi
si ricercatori. L’universalità degli stadi attraverso le culture descritta nate tra loro per portare a termine i vari compiti, risolvere differenti
da Piaget era stata già messa in discussione dagli psicologi di approc problemi e progredire nei diversi campi del sapere. E importante
cio socioculturale, che dimostrarono come non sempre era possibile anche tener presente la distinzione tra le intelligenze e i domini di
trovare in culture di altri popoli le prestazioni equivalenti allo stadio conoscenza cui si applicano, per i quali sembra esserci una dinamica
operatorio formale riscontrato tra gli occidentali (o addirittura tra di interazione: la matematica è un campo che assumiamo implichi
una minoranza di essi). Anche l’unitarietà dell’intelligenza attraver un’intelligenza di tipo matematico ma può anche richiedere intelli
so i vari ambiti di conoscenza era già stata ampiamente criticata: si genza spaziale, linguistica e corporea. Allo stesso modo, se si possie
era rilevato in diverse ricerche che lo stesso bambino mostrava un de un’intelligenza matematica la si può applicare anche ad altre
diverso livello di sviluppo del pensiero in compiti considerati di pari scienze, quali l’architettura e la musica. Alcune intelligenze possono
complessità dalla teoria piagetiana, ma appartenenti a domini di avere tra loro confini sfumati, come sembra ad esempio per le intel
conoscenza diversi. Lo stesso Piaget, resosi conto di questo proble ligenze musicale e spaziale, che appaiono in relazione. Le intelligen
ma, aveva introdotto nella sua teoria un fattore di spostamento (o di ze compaiono inoltre in età precoce: nel corso delle loro ricerche
scarto) — chiamato décalage — che indicava la possibilità che una sull’applicazione di piani educativi che riguardavano la scuola per
stessa capacità potesse comparire in tempi differenti se applicata a l’infanzia e le prime classi della scuola elementare, Gardner e colle
40 i -, 41
TABELLA 1
ghi rilevavano che bambini di non più. di quattro anni presentavano
Le otto intelligenze e i corrispondenti modi di apprendere profili di intelligenza già del tutto particolari (Gardner, 1996).
Li2 à3
tare dal vivo in modo stimolante il ruolo di biologo, di fìsico, di 0 focalizzando l’attenzione, in campo educativo, sul rispetto e
artista. Riprendendo questa idea Gardner (1999) propone di creare sulla valorizzazione delle differenze, riconoscendo ad esempio che i
a scuola degli ambienti con materiali realmente usati da chi svolge bambini che non appartengono al mondo occidentale hanno svilup
un’attività professionale nella nostra società, materiali che implica pato forme di intelligenza diverse da quelle predominanti nella
no l’utilizzo dei diversi tipi di intelligenze. Ad esempio, si potrebbe nostra cultura, per il fatto stesso di aver sperimentato nei loro paesi
costruire a scuola l’angolo del'naturalista, dove vengono messi vari d’origine codici linguistici differenti.
campioni diroccia o un vivaio per i girini, un’area per lo sviluppo Il nuovo panorama organizzativo basato sull’autonomia scolastica
delle capacità sensoriali e logico-analitiche, con diverse forme potrebbe efficacemente trarre spunto dall’approccio teorico di Gard
geometriche o strumenti di misurazione, oppure lo spazio della ner, interpretando le possibilità di arricchimento dell’offerta forma
narrativa, dove i bambini creano racconti di fantasia usando mario tiva che l’autonomia scolastica consente come opportunità per offri
nette o disegnando storie o producendo libri o presentando i loro re percorsi, laboratori, esperienze che valorizzino le diverse forme di
racconti su cartelloni ecc. intelligenza.
In Italia la riflessione di Gardner ha trovato ampio spazio nella stesu
ra degli Orientamentiper la scuola materna del 1991. 'Nei programmi 2.3. La community of learners', i! gruppo dìe apprende , ■
della scuola materna i campi di esperienza educativa (ad es. i
Linguaggi è le parole o il Corpo e il movimento) ricalcano i domini
2.3.I. La riflessione teorica A partire dagli anni ottanta del secolo
di conoscenza di cui Gardner parla e l’idea dei “musei” viene tradot
scorso, l’approccio socioculturale ha ispirato un nuovo modo di
ta predisponendo ambienti in cili siano presenti strumenti e simbo
studiare lo sviluppo cognitivo e l’apprendimento utilizzando alcuni
li di tali ambiti: l’angolo dei racconti, lo spazio dei giochi con il
importanti aspetti della riflessione vygotskiana. In primo luogo
corpo, l’angolo dei numeri e delle quantità ecc. In questo senso
l’idea che lo sviluppo dell’uomo abbia come elemento determinan
anche nella scuola elementare l’insegnante traduce la prospettiva
gardneriana considerando le varie discipline come diversi linguaggi
te la sua cultura e che il suo pensiero venga plasmato dagli strumen
attraverso cui si esprime il sapere e come procedure per sviluppare la ti che mediano la sua azione sulla realtà. In secondo luogo l’assunto
conoscenza (e fin qui le posizioni di Gardner coincidono con quelle secondo cui l’attività della mente umana deve essere esaminata-nei
di Bruner); Gardner è consapevole tuttavia che i suoi alunni arriva contesti deliavita quotidiana e occorre trarre da essi le indicazióni
no a scuola già con particolari predisposizioni per questa o quella per evitare di rendere artificiose le situazioni di apprendimento
disciplina. Questo implica per la scuola la necessità di riconoscere e scolastico. Sulla scia di questa riflessione, richiamandosi all’elabora
valorizzare le diverse intelligenze almeno in tre modi: zione teorica vygotskiana e a quella di matrice cognitivista sulla
® garantendo una pluralità di offerta formativa che abbracci tutti metacognizione, Brown e Campione (1990) propongono la costru
i campi della nostra cultura; . zione di un ambiente di apprendimento denominato community of
• utilizzando anche all’interno dell’insegnamento di una stessa learners (comunità degli apprendisti). La community of learners
disciplina una molteplicità di approcci (linguistico, corporeo, iconi (col) si basa sulla metafora dell’apprendistato cognitivo (Collins,
co, musicale ecc.), poiché gli studenti apprendono in modi diversi, Brown, Newman, 1989 ; Brown, Campione,, 1994): la classe, parten
e valutando l’apprendimento attraverso un insieme di strumenti do da problemi “reali” (su cui cioè neanche l’insegnante possiede
altrettanto diversi; risposte a priori), mette in atto dei processi di elaborazione volti a
44 45
costruire soluzioni, in modo che ogni studente possa divenire un 2.3.2. L’applicazione in campo educativo Come si costruisce e come
esperto. Iprincipi base di una col sono (Varisco, 2000a): funziona una classe nella prospettiva della col? Nella strutturazio
® comunità di pratiche-, la comunità concorre a determinare il ne di tur ambiente di questo tipo occorre tener conto, sulla base
percorso di sviluppo della conoscenza comune (il curricolo), attra dell’assunto della conoscenza distribuita, che nel contesto sono
verso la messa in gioco di una molteplicità di ruoli intercambiabili presenti diversi attori-partner, differenti strumenti e fonti di infor
tra loro: ricercatore, insegnante e allievo. Ogni membro della comu mazione e che vengono organizzate varie attività.
nità, svolgendo attività di ricerca, e divenendo quindi un esperto, Tra gli attori-partner, oltre agli studenti e agli insegnanti, si prevede
può fungere da insegnante nei confronti dei propri compagni; la possibilità di coinvolgere degli esperti esterni alla scuola, scelti
• struttura dialogica-, le col si configurano come comunità discor sulla base dei problemi su cui il gruppo classe sta lavorando.
sive in cui gli spazi di discussione di gruppo hanno la funzione di Gli studenti sono chiamati a svolgere attività molto differenziate tra
favorire le decisioni sul percorso di conoscenza da intraprendere, in loro: analizzare fonti diverse (libri, riviste, esperti di un certo ambi
modo tale che gli obiettivi di apprendimento siano consapevoli per to, audiovisivi, database, cd-rom, siti web), fare esperimenti,
tutti e quindi intenzionali. Tali spazi hanno inoltre la funzione di produrre materiali utilizzando diversi media (testi scritti, schemi
condividere la conoscenza elaborata individualmente o per piccoli grafici, videoscrittura, ipermedia ecc.), spiegare e commentare i
gruppi, consentendo così l’appropriazione delle idee altrui. I signi propri lavori e fare da consulenti e supervisori del lavoro altrui, inte
ficati della conoscenza elaborata vengono in tal modo condivisi ragendo con compagni e adulti di pari o diverso livello di compe
attraverso* processi di negoziazione; tenza. Gli studenti entrano nel ruolo di ricercatori, in quanto non
• contestualizzazione-, le attività mirano ad affrontare problemi sono solo utenti di conoscenze già esistenti ma sono chiamati a
reali di conoscenza riferiti ai loro contesti, e la valutazione della produrne essi stessi. Un elemento fondamentale in questo processo
conoscenza sviluppata viene realizzata secondo criteri trasparenti a è la dimensione collaborativa: agli studenti è richiesto di cooperare
tutti i partecipanti; con glialtri avari livelli, nel proprio gruppo di lavoro, con altri grup
® zone multiple di sviluppo prossimale-, il percorso di apprendimen pi, con l’insegnante e con altre comunità scolastiche e non, grazie .
to non è definito a priori dall’insegnante ma negoziato nella comu anche all’uso del computer che permette, di collaborare a distanza.
nità. La presenza di diversi bisogni e di competenze differenti, la Gli insegnanti hanno un ruolo strategicororganizzare l’attività della,
possibilità di assumere molteplici ruoli aprono vari percorsi di classe, favorire l’individuazione degli oggetti di indagine e mante
sviluppo della conoscenza; nere il lavoro sugli argomenti e sugli obiettivi individuati. Inoltre,
• legittimazione delle differenze-, le differenze individuali vengono nelle diverse tecniche utilizzate nella “comunità” (insegnamento
assunte come risorsa da mettere in gioco nella comunità. Ognuno reciproco, jigsaw ovvero gruppi a mosaico, utilizzo di vati media
può trovare un ruolo e uno spazio di partecipazione per contribuire ecc.), essi forniscono le istruzioni per avviare le nuove attività, hanno
alla conoscenza comune e concorrere a costruire l’identità della un’iniziale funzione di modeling (cioè si offrono come modello per
comunità; esemplificare lo svolgimento dell’attività); e supervisionano lo svol
• metacognizione-, l’attività in una col prevede momenti di rifles gimento delle attività fornendo eventuali ulteriori istruzioni. Nel
sione sull’attività svolta, orientati a prendere consapevolezza dell’ef processo di costruzione e acquisizione delle conoscenze gli insegnan
ficacia delle strategie utilizzate e a introdurre quindi delle modifiche ti hanno il compito di facilitare lo svolgimento dei compiti attraver
per ottimizzarle. . ■ so azioni di scaffolding (fornendo agli studenti supporto nel mettere
46 47
a punto le proprie strategie di ricerca, senza sostituirsi a essi, ma anzi Nella prospettiva socioculturale gli strumenti di un ambiente.di
aiutandoli a Organizzare le pròprie idee e rendendoli progressiva apprendimento di questo tipo hanno la funzione di supportare l’at
mente più. autonomi). tività di ricerca, favorendo la costruzione collaborativa della cono
Gli esperti nei vari ambiti di conoscenza sono a disposizione degli scenza e lo scambio cooperativo all’interno dei gruppi.
studenti e degli insegnanti per rispondere a domande, fornire chia Le attività della col tendono a promuovere la capacità dello
rimenti, supportare le procedure d'indagine specifiche delle discipli studente di riflettere sul proprio modo di acquisire conoscenze e di
ne, favorire riflessioni sulle conclusioni raggiunte. Periodicamente sviluppare le abilità di cooperazione. Analizzando l’esperienza
gli esperti, affiancando gli insegnanti, introducono un nuovo argo descritta dalla Ligorio (1994), nella col l’attività procede per cicli
mento attraverso una specifica sessione di lavoro, che può configu di ricerca di circa dieci settimane, utilizzando il metodo jigsaw, di
rarsi come punto di avvio per la formulazione di nuovi problemi e cui si parlerà più approfonditamente nel quarto capitolo sull’orga
l’attivazione di nuovi percorsi di ricerca. nizzazione del gruppo classe. L’idea di fondo è che la classe che lavo
Gli strumenti utilizzati possono essere di varia natura: cartacea (libri, ra su un argomento (ad es. la catena alimentare) individui dei
articoli di giornale, riviste), audiovisiva (cartelloni, filmati ecc.) e sottoargomenti (ad es. animali estinti, animali in via di estinzione,
tecnologica (e-mail, cd-rom,webforum, Internet). In una espe vita artificiale, come aiutare gli animali in via di estinzione e le
rienza di col realizzata da Ligorio (15194), in particolare, erano popolazioni urbanizzate) e si divida in altrettanti gruppi di ricerca,
presenti tre tipi di strumenti basati sul computer: ognuno dei quali diventa esperto di un sottoargomento. Termina
® un programma di archiviazione di documenti (Browser), che ta l’attività di ricerca, i gruppi si sciolgono e se ne formano di nuovi,
potevano essere classificati per tipologie diverse e visualizzati attra in modo tale che in ognuno ci sia un esperto di un diverso sottoar
verso icone (ad.es. se uno studente trovava un libro sull’argomento gomento: ogni membro possiede così una parte della conoscenza
di ricerca poteva classificarlo nella categoria “libri”, inserendo l’ar relativa all’argomento generale e deve spiegare agli altri le cose che
gomento di cui trattava, alcune parole chiave per facilitarne la ricer ha scoperto e preparare domande per verificare che gli altri abbiano
ca e una breve sintesi dei contenuti; il testo era rappresentato sullo capito. L’attività di ricerca orientata a preparare gli esperti
schermo da un simbolo a forma di libro). Il programma, oltre che comprende diverse sessioni di lavoro. Ognuna prevede la divisione
per costruire una banca dati delle fonti informative, poteva servire della classe in tre gruppi: un gruppo lavora al computer, uno condu
. per archiviare^ e mettere a disposizione di tutti anche i lavori prodot ce attività di ricerca attraverso diversi media, e il terzo lavora con
ti dagli studenti; l’insegnante. Il lavoro al computer è generalmente svolto in coppia,
® un programma di posta elettronica e videoconferenze (Quick condizione che favorisce il prendere decisioni condivise e il ragiona
mail) attraverso cui gli studenti potevano collegarsi con esperti o con re insieme. Dopo una prima fase di istruzione i ragazzi non hanno
comunità esterne alla scuola; più bisogno di essere seguiti per poter utilizzare i software disponi
®. il csile (Computer Supported Intentional Learning Environ bili e la competenza raggiunta dai più esperti nell’uso dei program
ment), un ambiente'di cooperazione tecnologico, basato su una mi viene socializzata con i principianti all’interno della coppia o tra
banca-dati, vuoto all’inizio dell’attività di ricerca, in cui gli studenti le coppie. Il secondo gruppo di lavoro è impegnato nel valutare i
inseriscono man mano note ó schemi grafici relativi alle ipotesi testi prodotti da altri studenti, nel consultare fonti o nel condurre
formulate, alle informazioni trovate, allo scambio di idee intorno al autonomamente sessioni di reciprocal teaching (“insegnamento reci
problema su cui stanno lavorando (Scardamalia et al., 1992). proco”, in cui cioè a turno uno studente, diventato esperto di.un
48 ; ■49
argomento, insegna all’altro) dopo aver seguito un training con l’in cambiamento ulteriore di prospettiva, gli autori hanno avanzato
segnante. l’idea che la scuola possa organizzarsi come una comunità scientifi
Il gruppo che lavora con l’insegnante è di solito costituito da studen ca, una vera e propria “ comunità che costruisce conoscenza”. La loro
ti che svolgono un’attività nuova per la prima volta e sono sottopo analisi, più che dalle caratteristiche dei processi mentali dell’indivi
sti quindi a un corso preparatorio. Tutti ruotano in ciascun gruppo duo che apprende, parte dalla natura della conoscenza, dalla comuni
in modo tale da poter partecipare alle diverse attività. tà che la costruisce e dalla riflessione sulle caratteristiche dell’indivi
Nelle ricerche condotte da Ann Brown et al. (1993) per analizzare i duo che, condividendone le pratiche, diviene un esperto.
cambiamenti fondamentali introdotti in classe attraverso questo Bereiter e colleghi (1997) nel loro discorso sulla natura della conoscen
modello, vengono sottolineati alcuni aspetti rilevanti: za non condividono la visione del progresso scientifico inteso come
® il cambiamento del ruolo degli studenti da una posizione di un progressivo avvicinamento alla “verità”. Riprendendo la critica di
passiva ricezione di informazioni all’assunzione di una molteplicità filosofi come Popper (1962) a questo tipo di prospettiva positivista,
di ruoli di costruzione attiva di conoscenza (insegnanti, ricercatori, essi propongono l’idea che il progresso nella conoscenza scientifica
supervisori); appare piuttosto come un continuo miglioramento delle conoscenze
® una visione della conoscenza non come qualcosa di statico o attualmente esistenti, che falsificano le teorie del passato.
che si recepisce passivamente, ma che si costruisce attraverso l’inte Bereiter e Scardamalia, in questo contesto, di discorso, riprendono
razione, valutando criticamente le informazioni; ancora da Popper (1972) la distinzione tra Mondo 1, o della realtà
® : la capacità degli studenti di adottare strategie diverse davanti a fìsica, Mondo 2, o della conoscenza come insieme di rappresentazio
fonti differenti (ad es. sapendo formulare domande agli esperti, ni che esistono nella mente dei singoli individui, e Mondo 3, cioè
sapendo utilizzare i computer in rete per scambiare informazioni); della conoscenza come sistema di idee condiviso tra diverse perso
• - una didattica da parte.degli insegnanti meno orientata alla ne, esistente e manipolabile nella comunità sociale, in altre parole
trasmissione di informazioni e maggiormente centrata sulla “scoper come conoscenza contenuta in ogni cultura.
ta guidata”, con un’acquisizione attiva della conoscenza; La connessione tra le due visioni del progresso scientifico e dei
• l’uso del computer non solo come fonte di informazioni, ma diversi “mondi” della conoscenza consente di definire l’attività del.
soprattutto come ambiente di collaborazione; conoscere come un miglioramento progressivo di teorie riguardan-,
• metodi di valutazione non più. centrati sulla memorizzazione di ti fenomeni della realtà fìsica (Mondo 1) che può essere in questo
fatti e su test ma sull’apprendimento per scoperta, sull’esecuzione di senso considerato a livello del singolo individuo (Mondo 2), ma
compiti, la formulazione di progetti e la realizzazione di prodotti. soprattutto a livello di conoscenza come oggetto sociale e culturale
(Mondo 3).
2.4. La. knowledge building community La visione della conoscenza precedentemente delineata ha orientato
la ricerca che il gruppo dell’Ontario Institute for Studies in Education
2.4.1. La riflessione teorica Un’interessante proposta teorica è stata (oisE-Università di Toronto) conduce da circa dieci anni, con parti
recentemente avanzata da Cari Bereiter e Marlene Scardamalia colare attenzione all’utilizzo delle nuove tecnologie, e che ha trovato
(Scardamalia, Bereiter, 1992 e Bereiter et al., 1997) attraverso quella la sua sistematizzazione teorica proprio nella knowledge buildingpeda
che gli stessi autori hanno chiamato knowledge buildingpedagogy gogy. In essa viene proposto appunto un cambiamento radicale del
“pedagogia della costruzione della conoscenza”. Introducendo un ruolo della scuola: da una struttura che promuove apprendimento
50 51
verso un’organizzazione che produce conoscenza. Scardamalia, ® valutazione trasformativa distribuita (embedded and transforma
Bereiter e Lamon (1994) sostengono che i tentativi di introdurre nella tive assessment). In una kbc coesistono un livello interno e uno ester
scuola modalità di apprendimento che riproducano il modello della no di valutazione, rispetto ai partecipanti: il primo gestito dagli allie
ricerca scientifica (apprendimento per scoperta) rimangono spesso vi, il secondo dall’insegnante o dalla scuola. La comunità si impegna
focalizzati sul singolo individuo e sulle sue modalità di acquisizione infatti in un processo di valutazione continua della conoscenza
del sapere (Mondo 2) e non riescono a modificare il funzionamento prodotta e delle strategie utilizzate; tale valutazione consente il
della classe in termini di comunità scientifica. Un elemento cruciale monitoraggio del lavoro della comunità e va spesso al di là delle atte
nella prospettiva della knowledge buildingpedagogy è invece lo svilup se dei valutatori esterni;
po di conoscenza a livello di Mondo 3, da realizzarsi attraverso la • democratizzazione della conoscenza (democratizing knowledge).
ristrutturazione delle modalità di lavoro degli studenti, dando prio ■ Essendo la conoscenza della comunità oggetto di responsabilità
rità all’indagine condotta dalla classe-comunità su problemi reali. ..condivisa, tutti i partecipanti sono legittimati a contribuire al lavo
La classe, ridefinita come knowledge building community (kbc), ha ro sugli obiettivi comuni e chiamati a sostenere i propri compagni;
una caratteristica fondamentale: è impegnata nella produzione di c’è in tal modo da parte di ognuno un senso di appartenenza circa
idee di valore non solo per gli studenti che ne fanno parte, ma anche gli avanzamenti di conoscenza raggiunti dal gruppo;
per la comunità sociale più ampia. Per raggiungere questo risultato © attivazione epistemica (epistemic agency). In un approccio basato
sulla costruzione di conoscenza i partecipanti mobilitano le proprie
è necessario che ogni studente più che essere concentrato sulle
energie per migliorare le idee rispetto a un dato argomento, realiz
proprie prestazioni, si ponga l’obiettivo di costruire conoscenza
zando una comprensione via via più approfondita; essi assumono la
cooperando con gli altri. I principi guida che descrivono una comu
diretta responsabilità dello sviluppo della conoscenza della comuni
nità che opera in questo modo possono essere così sintetizzati (Scar
tà, concorrendo a definire problemi di indagine, strategie di lavoro
damalia, 20 02):
ed esprimendo la loro continua valutazione sul percorso intrapreso;
® conoscenza, della comunità come responsabilità collettiva (commu f» diversità delle idee (ideas diversity). La diversità delle idee contri
nity knowledge, collective responsibility). In una kbc i partecipanti buisce a creare un ambiente dinamico in cui i contrasti, la competi
sono chiamati ad assumere come obiettivo del. proprio lavoro non zione e la complementarietà delle stesse vengono lasciate emergere in
tanto l’apprendimento individuale, quanto un avanzamento della tutta la loro evidenza, creando un ambiente ricco e utile per svilup
conoscenza della comunità. Il gruppo lavora per produrre idee utili pare le idee di partenza in nuove e più raffinate forme. La coerenza
alla comprefisione di un comune problema di indagine. L’attenzio tra idee diverse è raggiunta attraverso un confronto progressivo: si
ne si sposta dall’esecuzione di Compiti o dall’elaborazione di prodot può parlare di un vero e proprio ciclo di sviluppo che muove dalla
ti concreti alla creazione di idée innovative; diversità delle idee verso la costruzione di una prospettiva coerente,
® uso costruttivo difonti autorevoli (constructive use ofauthoritative attraverso il loro progressivo affinamento;
sources). I partecipanti cercano fonti reali e.attuali (giornali, filmati, ® migliorabilità delle idee (improvable ideas). Tutte le idee sono
riviste specializzate, siti web)'pet essere continuamente aggiornati trattate come migliorabili: i partecipanti lavorano continuamente
sulla conoscenza in un dato settore. Essi controllano l’autorevolez per svilupparne la qualità, la coerenza e l’utilità. In questo processo
za della fonte, ne usano le informazioni alla ricerca di dati per la loro essi tendono ad assumere l’ottica dei ricercatori, raccogliendo e valu
attività di indagine, assumendo che le idee in esse contenute possa tando dati e assicurandosi che le proprie spiegazioni siano coerenti
no essere suscettibili di miglioramento; con tutte le prove disponibili;
' I
52 '■ 53
® costruzione di conoscenza come processo pervasivo (pervasive 2.4.2. Le applicazioni in campo educativo I principi teorici preceden
knowledge building). Ili una kbc il lavoro creativo con le idee non temente delineati possono orientare la strutturazione di ambienti di
resta confinato entro limitati spazi orari, ma anzi è pervasivo di tutto apprendimento in cui la classe funzioni come comunità che costrui
il lavoro scolastico e diviene prassi abitudinaria anche fuori del sce conoscenza.
contesto scolastico; L’attività della classe si configura come un’indagine che parte da un
• idee reali, problemi autentici (real ideas, authentic problems). Il problema, significativo per l’esperienza degli studenti (ad es., in
punto di partenza dell’attività è l’individuazione di problemi reali alcune applicazioni all’Institute for Children Studies, collegato
di conoscenza da parte degli studenti, nello sforzo di comprendere all’Università di Toronto, degli studenti che avevano assistito ai
il mondo; il lavoro creativo con le idee supporta un apprendimento notiziari tv sul terremoto hanno deciso di lavorare su come costrui
più affidabile, mentre non sembra verificarsi il contrario: il solo re grattacieli che resistano ai terremoti, altri, partendo da un docu
apprendimento fine a sé stesso raramente conduce alla creazione di mentario di scienze, si sono occupati di come si formano le isole. In
nuova conoscenza; una ricerca di storia di cui chi scrive si è occupato, con classi di scuo
® punti di sintesi superiori (rise above). Uno strumento di lavoro la media, sono state indagate le differenze tra la vita in una città di
importante è il rìse above, strumento concettuale basato su un oggi e in una città medievale ecc. ). ’
processo di tipo dialettico. Esso si fonda sulla convinzione che il La classe si suddivide spesso in gruppi di ricerca che effettuano espe
modo più.costruttivo di accordare idee opposte o divergenti non è di rimenti o simulazioni riguardanti i problemi studiati. Segue la
decidere un vincente e un perdente o di raggiungere un compromes formulazione di ipotesi che vengono discusse e sottoposte a falsifi
so,ima di creare una nuova idea che conservi gli elementi di valore cazione attraverso l’attività di ricerca.
delle idee originariamente in competizione superando le loro incom A questo punto lo svolgimento dell’indagine può prevedere:
patibilità a un livello di sintesi più alto; © sessioni di reciprocal teachings, cui gli studenti esaminano insie
® discorso centrato sulla costruzione di conoscenza (knowledge build me del materiale bibliografico, si pongono reciprocamente.doman
ing discourse). Nell’attività di costruzione di conoscenza il discorso de sui testi e cercano di formulare risposte e chiarire il significato di
serve per identificare problemi condivisi e gap di 'comprensione e per eventuali nuovi concetti;
® immissione di note in una banca dati comune (Knowledge
far avanzare la conoscenza comune oltre il livello della conoscenza
Porum) a cui gli studenti hanno accesso da una rete di computer; le
individuale. Il discorso, sia nell’interazione faccia a faccia sia nell’at
note possono riguardare nuove informazioni, revisioni di' ipotesi,
tività mediata dal computer, è dunque un fondamentale strumento
informazioni da collegare a quelle contenute in note di altri compa
di indagine per l’affinamento comune delle idee;
gni o riorganizzazioni complessive delle ipotesi via via sviluppate in
• avanzamenti simmetrici di conoscenza (symmetric knowledge
nuove è più avanzate formulazioni;
advancements). Nella kbc si parte dal presupposto che la compe
• periodici incontri dell’intero gruppo, classe (i knowledge build
tenza sia distribuita entro e tra le comunità. Per questo i gruppi di
ing-talks') con lo scopo di fare il punto sull’organizzazione déll’inda-
lavoro di una classe sono fortemente interconnessi: la simmetria
gine, scambiarsi informazioni sul problema studiato, individuare
nell’avanzamento di conoscenza risulta dallo scambio delle idee tra
insieme le questioni irrisolte e decidere quale direzione far prendere
persone che può favorire in ciascuno lo sviluppo della propria cono
alla ricerca. Anche la valutazione delle conoscenze costruite chiama
scenza.
in causa ogni singolo studente, che valuta il proprio personale
55
—rrr?-
progresso nella comprensione, e l’insegnante, che da.un lato favori
sce la consapevolézza del progresso in ciascuno studente e dall’altro
3. La motivazione.ad apprendere ;
partecipa con l’intera classe all’esame e al chiarimento del valore
La scuola sta sbagliando. Sembra impossibile àia fe
effettivo della conoscenza prodotta. così. Il problema è di come vengono sottoposti i
Come opera l’insegnante in un ambiente di apprendimento costrui giudizi delle verifiche: il voto, secondo me, deve
to in questa prospettiva? Si configura, come del resto ogni alunno, essere .una cosa secondaria, da mettere in secondo
piano, A ogni alunno importa del distinto q del
come un knowledge builder^ un costruttore di conoscenza. L’inse
buono, non importa se sa cos’è il Mississippi 0
gnante non controlla “da fuori” il processo di apprendimento prede com’è andata la Seconda guerra mondiale,
finendo gli obiettivi da raggiungere a priori e prescrivendo metodo
logie di lavoro, ma è implicato egli stesso “dentro” il processo di (Tratto da un articolo di un’alunna di terza media
,: in un giornale scolastico)
ricerca. Il suo; ruolo di leader è legato al fatto di essere il ricercatore
più esperto del gruppo classe, in grado di progettare e coordinare
l’attività e fornire consulenze agli studenti. L’adozione di una Una delle sfide più importanti che un insegnante si trova davanti
prospettiva di,questo tipo richiede presumibilmente un ripensamen nello svolgiménto della sua attività professionale è la messa a punto
to, almeno per la scuola italiana, dei programmi a livello ministeria di un ambiente di apprendimento che sia motivante per i propri
le: occorre probabilmente individuare per ciascuna disciplina dei studenti. Quello della motivazione è un tema “caldo”, che richia
nuclei tematici centrali (ad es., per la storia, il confronto tra sistema ma da vicino emozioni positive o negative nei confronti dell’attivi
feudale e comunale nel Medioevo o, nelle scienze, il rapporto tra tà di studio e della scuola in generale. Quanti di noi, durante il
esseri viventi negli ecosistemi ecc.) e problematici che consentano percorso scolastico, si saranno appassionati a un certo argomento,
di utilizzare i. metodi di indagine propri di ciascuna disciplina per a un certo modo di spiegare di un insegnante o al contrario avran
costruire conoscenza. no ritenuto talmente noioso e inutile studiare una certa disciplina
da decidere di farlo solo per ottenere un voto o un giudizio positi
vo ? Le questioni che un insegnante dovrebbe porsi a questo propo
sito sono principalmente due: “Cosa significa motivazione allo
studio?” e “Come posso costruire un ambiente di apprendimento
che sia motivante per i miei studenti?”. Una prima utile distinzio
ne su questi aspetti riguarda una categoria classica in questo aitìhi-
to di discorso, la motivazione intrinseca ed estrinseca: quando si
parla di “motivazione intrinseca” ci si riferisce alla disponibilità di
una persona a impegnarsi in un’attività di apprendimento per il
gusto di farlo, indipendentemente da un riconoscimento esterno,
mentre la “motivazione estrinseca” caratterizza le situazióni in cui
le persone si impegnano in determinate attività non per un reale
interesse, ma per fini strumentali come, ad esempio,' ottenere un
premio o un vantaggio.
56 ? 57
In questo capitolo prenderemo in considerazione alcune riflessioni comportamento (lo studente potrebbe pensare del docente: “Mi
teoriche sulla motivazione all’apprendimento scolastico di matrice dai una ricompensa solo, per farmi fare quello che vuoi tu”);
comportamentista, cognitivista e socioculturale e analizzeremo una ® .se la ricompensa distrae l’attenzione della persona dall’obiettivo
proposta che raccoglie i contributi delle diverse teorie per tradurle, principale per cui dovrebbe impegnarsi in quell’attività (la riflessio
in pratiche professionali. Lo scopo è sostenere la riflessione dell’in ne dello studente potrebbe essere: “Se la mia.ricompensa dipende dai
segnante sui nessi tra le scelte teoriche di fondo e le traduzioni voti che prendo a scuola, l’unica cosa che mi interessa è sapere che
pratiche nell’attività in classe in relazione alla motivazione allo voto mi daranno”);
studio. • se la ricompensa altera il significato psicologico del compito
spingendo la persona a svalutare gli obiettivi principali per i quali si
34. L’approccio comportamentista Per lungo tempo la dovrebbe impegnare nell’attività (la convinzione dello studente
psicologia comportamentista ha monopolizzato il tema della moti potrebbe essere del tipo: “Se sono ricompensato per studiare, vuol
vazione allo studio (Perini, 1997). La teoria della motivazione gene dire che il compito di per sé non vale niente”).
rata da questo approccio teorico aveva il suo cardine centrale nel Quindi l’introduzione di ricompense a supporto della motivazione,
concetto di rinforzo-, se i comportamenti che producono la soddisfa così come la tradizione comportamentista suggerisce di fare, è una
zione di un bisogno (ad es. ricevono una ricompensa desiderata) scelta che l’insegnante deve ampiamente meditare, pena il rischio di
tendono a ripetersi, allora anche nel caso dello studio è sufficiente minare la motivazione intrinseca, la perdita cioè di quel “gusto” di
produrre soddisfazione nello studente attraverso uno stimolo rinfor studiare, di impegnarsi per scoprire o capire la realtà che ci circon
zante positivo (come voti elevati, premi, elogi) per garantire un da, che si mantiene ben óltre il tempo della scuola.
comportamento di studio motivato. Naturalmente in questa pro Ma ulteriori stimoli alla riflessione dell’insegnante possono essere
spettiva si tratta di motivazione estrinseca. Esiste una notevole mole offerti dai contributi di matrice cognitivista e socioculturale. Vedia
di'letteratura che dimostra le conseguenze motivazionali positive mo in entrambi i casi quali strumenti vengono offerti all’insegnante
delle ricompense esterne o, come dicono i comportamentisti, degli riguardo alla motivazione all’apprendimento.
“stimoli rinforzanti”. Il limite di questo tipo di approccio consiste
nell’ancorare in modo eccessivo lo studio al rinforzo esterno: come 3.2. L’approccio cognitivista Nell’ambito dell’approccio co
far cogliere agli studenti l’importanza e l’utilità in sé dello studio se gnitivista prenderemo in considerazione quattro contributi partico
per lungo tempo l’hanno percepito come un’attività strumentale larmente interessanti per un discorso educativo sulla motivazione:
rivolta al'1 conseguimento di un vantaggio che per di più. non ha nessi ® la “teoria dell’attribuzione causale” di Weiner (1985); che si
diretti con il contenuto studiato? focalizza sulla percezione dei motivi a cui uh soggetto fa riferimento
In sintonia con questi interrogativi, numerose ricerche sostengono per spiegare il proprio successo o fallimento in un compito; '
la tesi per cui le ricompense minano la motivazione intrinseca a •® la “teoria dell’intelligenza” di Dweck (1999), che analizza la
svolgeremo compito o un’attività. Alcuni autori, come ad esempio motivazione in relazione all’orientamento motivazionale delsogget-
Ford (1996), sostengono che dare una ricompensa diminuisce la to e alle convinzioni circa le caratteristiche della propria intelligenza;
motivazione intrinseca, in particolare quando.crea .uri;.conflitto di ® la “teoria dell’autodeterminazione” di Deci e Ryan (1985), che
obiettivi. Ad esempio: ' prende in considerazione la motivazione come espressione di biso
® se la ricompensa è o è vista come un tentativo di controllare il gni; '
58 59
® la “teoria dei sistemi motivazionali” di Ford (1992), che offre causale”), che può essere interno (come l’impegno) o esterno al
un’integrazione'di diversi elementi in parte presenti nelle preceden soggetto (ad es. l’aiuto di un compagno), la stabilità, che indica se
ti teorie. questi motivi possono, secondo la persona, andare incontro a un
Le prime tre si configurano come teorie che si occupano di aspetti cambiamento nel tempo (come ad es. il tono dell’umore) o meno
specifici del discorso sulla motivazione, mentre l’ultima rappresenta (come ad es. la difficoltà del compito) e la controllabilità, che ci dice
un interessarite tentativo di comporre un quadro unitario del discor quali motivi sono controllabili dal soggetto (ad es. la tenacia) e quali
so teorico sulla motivazione.. no (ad es. la fortuna) (tab. 2).
Va evidenziato che la teoria presenta una certa “rigidità” nella clas
3.2.1. La teoria dell’attribuzione causale di Weiner. La “teoria dell’at sificazione: non si considera infatti che qualcuno potrebbe soggetti
tribuzione causale” (Weiner, 1985) si focalizza sul processo cogniti vamente vedere la propria abilità modificabile attraverso, ad esem
vo attraverso cui le persone individuano i motivi chiamati in causa pio, l’apprendimento. Tuttavia la distinzione dei fattori causali, e la
per comprendere la riuscita o il fallimento delle proprie azioni. In loro classificazione, può essere particolarmente utile perché a essa si
altre parole: se io riesco in un compito, il mio successo a cosa è dovu possono collegare tendenzialmente reazioni emotive e cognitive
to? Al mio impegno o al fatto che il compito era facile? Il processo particolari della persona davanti alle situazioni di successo o di falli
di attribuzione causale'è legato al bisogno di ogni individuo di mento e quindi la disponibilità a continuare a impegnarsi in un’at
comprendere la realtà che lo circonda: se si sa da cosa dipende quel tività. Prendendo in considerazione il rapporto tra reazioni emotive e
lo che succede si può controllare meglio ciò che accade, si può deci . locus ofcontrol, si può ipotizzare che se i successi sono attribuiti a
dere di coinvolgersi in una situazione di cui si ha il controllo o evitar cause che l’individuo colloca al suo interno (ad es. l’impegno),
ne una che non si controlla abbastanza. Ogni persona sarebbe in questa interpretazione aumenterà la stima di sé, mentre se i motivi
questo senso in possesso di uno schema stabile di attribuzioni
composto da un insieme di credenze e conoscenze utilizzate per spie
gare il senso degli eventi e elle costituisce un vero e proprio "stile TABELLA 2
attributivo”. Esso viene elaborato dall’individuo nel corso della sua Tipologia delle attribuzioni secondo la formulazione di Weiner (1985)
storia, costruendo spiegazioni dei successi e dei fallimenti di cui ha Fattori causali Locus of control Stabilità Controllabilità
avuto esperienza. Tali spiegazioni influenzano naturalmente ciò Stabile'
Tenàcia Interno Controllabile
che accadrà in futuro: se uno attribuisce alla mancanza di abilità il
suo fallimento, può sentirsi inadeguato e non impegnarsi a sufficien Abilità Interno Stabile Incontrollabile
60 61
del suo successo sono attribuiti a fattori esterni (come l’aiuto), il bili, quali l’impegno). Lo stile attributivo può essere identificato e :™
soggetto proverà'probabilmente più sentimenti di gratitudine verso valutato infatti attraverso questionari rivolti agli alunni. Le doman
chi lo ha aiutato, ma meno senso di autoefficacia. Se i fallimenti sono de dei questionari presentano situazioni di successi o di fallimenti e t
attribuiti a cause interne (ad es. l’abilità), proverà probabilmente chiedono di scegliere il motivo probabile che li ha provocati. Esisto
vergogna o senso di colpa, se a cause esterne (l’aiuto, in questo caso no poi programmi di intervento, o training metacognitivo-motiva-
assente o inefficace), rabbia o risentimento verso la persona che ha zionali, che combinano il lavoro di riflessione sugli stili attributivi
fatto mancare il proprio supporto in un momento cruciale. con l’insegnamento di strategie di studio (Pazzaglia et al., 2002).
Tra le cause individuate da Weiner, alcuni autori, come Borkowski Oltre a proporre una riflessione in classe sul modo di vivere successi
e Muthukrishna (1994), hanno considerato di importanza cruciale, e fallimenti, perché ogni studente prenda coscienza dello stile che lo
per raggiungere efficaci risultati di apprendimento, proprio la caratterizza, essi intendono favorire anche la consapevolezza delle
dimensione dell’impegno, inteso come sforzo personale orientato relazioni tra impegno, scelta attiva di strategie e prestazione.'efficace;
all’acquisizione di strategie per realizzare le attività. In altre parole, La comprensione di tali relazioni è il presupposto fondamentale
occorre promuovere la disponibilità ad attivarsi per apprendere stra perché l’alunno si attivi attribuendo i risultati inefficaci allo scarso
tegie utili per affrontare un compito: l’alunno che ipotizza che impegno o al mancato utilizzo di strategie efficaci e si mobiliti per
successo e insuccesso dipendano dal livello di impegno personale metterle in campo;
manifesta un atteggiamento che lo porta a utilizzare strategie di • la necessità di riconoscere autonomia allo studente nelprocesso di
studio- monitorandone l’efficacia e a mettere in atto i diversi possi cambiamento dello stile attributivo-, ogni persona ha costruito nel
bili sforzi per riuscire. Le riflessioni emerse dalla teoria dell’attribu corso della propria storia una personale modalità di elaborazione
zione causale possono quindi fornire all’insegnante alcune indicazio dei successi e dei fallimenti, per adattarsi senza troppi danni alle -
ni utili sul piano educativo. Vediamo le principali: situazioni sperimentate: ad esempio, può essere rassicurante per la
• la necessita di attivare, da parte dell’insegnante, processi di riflessio propria autostima attribuire a cause esterne un proprio fallimento.
ne sulproprio stile attributivo e sull’impatto che esso ha sulla classe-, in Occorre allora che l’insegnante, che intende sottolineare l’importan-.
primo luogo è utile per l’insegnante aprire uno spazio di riflessione za dell’impegno, riconosca allo studente un’autonomia di percorso
personale per verificare se il proprio stile attributivo presenta distorsio per quanto riguarda tempi e modi del cambiamento del proprio stile
ni (del tipo pensare che la maggior parte dei propri studenti fallisca attributivo: in fondo lo studente è chiamato a realizzare un processo .
perché “scarsamente intelligente”) e se esso favorisce o meno il di adattamento a un contesto nuovo che funziona diversamente
cambiamento di situazioni di cattiva prestazione (se pensa che i propri rispetto a quelli di cui ha avuto esperienza in precedenza e in cui
alunni siano “scarsamente intelligenti” è difficile che possa pensare di può sperimentare che, effettivamente, l’impegno personale può esse
contribuire con il suo insegnamento a modificare la situazione); re una risorsa importante per migliorare le proprie prestazioni. È
© la possibilità di contribuire a promuovere da parte degli studenti come se l’insegnante dovesse mostrare con i fatti che l’impegno è
uno stile attributivo efficace-, se lo stile attributivo può essere appreso, realmente efficace nella propria classe. '•
allo stesso modo può essere modificato attraverso interventi specifi
ci che ristrutturino in senso positivo un eventuale stile inadeguato 3.2.2. La teoria deiì’inteliigenza di Dwéck Molte teorie si sono
(centrato su cause esterne e incontrollabili, come la fortuna) e ne concentrate sullo studio' del comportamento sottolineando il fatto
sostengano uno più adeguato (centrato su cause interne e controlla che esso è motivato perché rivolto in primo luogo alla realizzazione
62 . 63 .
di un obiettivo. Un obiettivo può essere inteso come l’anticipazio come elementi informativi per migliorarla: l’insuccesso èvisto come
ne che una persona si prefigura ci! un risultato che intende realizza una situazione su cui riflettere, da cui trarre informazioni, e l’impé
re o evitare. La sua funzione è quella di orientare il comportamento gno come una risorsa per migliorare le proprie strategie e sviluppare
verso quel determinato esito. Ad esempio, uno studente può essere quindi la propria abilità.
motivato a fare una ricerca di storia sulla, sua città in quanto vuole Una tale diversità di orientamento sarebbe associata alla “teoria
scoprire perché nel suo territorio ci sono dei resti di epoca romana, dell’intelligenza” (cfr. TAB. 3) che l’individuo ha elaborato e che
un altro può farlo perché vuole avere un buon giudizio in storia. A applica a sé stesso: chi ipotizza che l’intelligenza sia una dotazione
fronte della stessa attività gli orientamenti motivazionali, cioè gli cognitiva stabile, globale e unitaria, tende a pensare di possederne un
obiettivi verso cui tendono i due studenti, sono sostanzialmente certo livello immodificabile che si manifesta nei risultati delle
diversi. ' proprie prestazioni (teoria entitaria); chi invece considera la propria
Un’interessante riflessione viene proposta a riguardo da una ricerca intelligenza come un insieme di facoltà che possono svilupparsi
trice americana, Carol Dweck (1999), che ha cercato di spiegare le tende a considerarla in una prospettiva più dinamica, come una
differenze nell’orientamehto motivazionale delle persone. La rifles dotazione che si può accrescere attraverso l’apprendimento (teoria
sione parte dalla constatazione^ sulla base di ricerche condotte con incrementale).
alunni, che ci sono due fondamentali modi di reagire all’insuccesso: È possibile che tali teorie personali vengano consolidate o sviluppa
nella prima modalità, definita “impotenza appresa”, è come se gli te sulla base delle teorie dell’intelligenza dei rispettivi insegnanti che,
alunni percepissero le difficoltà incontrate nel compito come insor sulla base di tali convinzioni, strutturano conseguenti strategie di
montabili e gli errori come dipendenti dalla loro mancanza di abili insegnamento. Ad esempio, gli insegnanti che considerano l’intellir
tà; nella secónda modalità, gli alunni assumono un atteggiamento genza come entità fissa e immodificabile, tendono a classificare gli
più. positivo nei confronti dell’insuccesso, che viene considerato alunni in base alla “quantità” di intelligenza che possiedono (alta,
come una sfida a migliorarsi, che si traduce nel cercare nuove strate media, bassa) e a creare situazioni di apprendimento diversificate,
gie per far fronte a esso e modificare la situazione. in gruppi distinti per livello di abilità, che consentano un successo
L’ipotesi di interpretazione, confermata da altre ricerche, prevede “differenziato” a tutti gli alunni nei vari livelli: questa organizzazio-
che le due reazioni siano legate a due orientamenti motivazionali
diversi: gli individui che tendono a scoraggiarsi stanno cercando di
realizzare obiettivi di prestazione, mostrare cioè la propria abilità e TABELLA 3
nascondere i propri limiti; i secondi invece stanno lavorando su Rapporti tra reazione al fallimento, orientamento motivazionale
obiettivi di padronanza, cercando cioè di imparare cose nuove e di e teorie dell’intelligenza
accrescere la propria competenza. Gli individui che perseguono Reazione al fallimento Orientamento Teoria dell’intelligenza
obiettivi di prestazione si preoccupano essenzialmente di manife motivazionale dell’allievo
stare l’adeguatezza della loro abilità, vedono l’insuccesso come dimo Obiettivi di padronanza Visione incrementale •
Sfida al miglioramento
strazione di personale inefficacia e tendono a considerare la quanti dell'intelligenza
tà di impegno richiesta nell’affrontare un compito come uh indice
Impotenza appresa Obiettivi di prestazione Visione statica
della loro scarsa abilità. Gli individui che perseguono obiettivi di
dell’intelligenza
padronanza utilizzano, invece, gli esiti della propria prestazione
64 ' & 65
ne tuttavia impedirebbe a questi ultimi di costruire una solida auto ® identifiicare i nessi più o meno impliciti tra teorie, orientamento
stima (il messaggio implicito che gli studenti raccolgono potrebbe motivazionale e pratiche.didattiche-, uno .dei processi centrali che
essere: “L’insegnante ci facilita il compito perché altrimenti non rendono visibile il successo o il fallimento in un compito è rappre
sapremmo farlo”). Al contrario, gli insegnanti con una visione incre sentato dalla valutazione dell’insegnante, nelle diverse forme che essa
mentale dell’intelligenza metterebbero gli alunni di fronte a compi può assumere (feedback orali e scritti, questionari, analisi di prodot
ti che richiedono progettazione e mantenimento dello sforzo, sotto ti ecc.). La valutazione dell’insegnante concorre, quindi, a definire la
lineerebbero maggiormente il ruolo di quest’ultimo per realizzare funzione e la visione dell’errore per gli studenti: può essere intesa
una prestazione efficace e mostrerebbero agli studenti come affron come dimostrazione di assenza delle loro abilità o come risorsa infor
tare le difficoltà e tollerare le frustrazioni. Cosa può suggerire questo mativa per stimolare la ricerca di,nuove strategie. È possibile che tali
modello, teorico all’insegnante ? La necessità di acquisire alcune modalità di valutazione risultino in connessione diretta con la teoria
consapevolezze, quali: dell’intelligenza e l’orientamento motivazionale dell’insegnante,
® identificare la propria “teoria delVintelligenza se la visione che connessione che sarebbe utile quest’ultimo riuscisse a identificare e
l’insegnante ha delle capacità cognitive dei propri alunni può avere modificare.
un impatto così forte sull’orientamento motivazionale degli allievi,
appare necessario per lui prendere coscienza della propria visione 3.2.3. La teoria dell’autodeterminazione di Deci e Ryan La teoria
dell’intelligenza. Occorre, infatti, che egli' chiarisca a sé stesso se deU’autodeterminazione di Ed Deci e Richard Ryan (1985; Deci et
aderisce a una teoria entitaria o incrementale e la relazione che si crea
al., 1991) rappresenta un’interessante integrazione delle teorie dell’o
con l’apprendimento: semplice manifestazione di un’intelligenza
rientamento motivazionale con l’attenzione ai bisogni della persona.
fìssa o processo costruttivo che consente uno sviluppo cognitivo
Essa propone infatti l’idea che un comportamento sia motivato non
dell’alunno ?
solo se volto a realizzare un obiettivo, ma anche in quanto rispon
© identificare ilproprio orientamento motivazionale in classe-, anche
dente a bisogni fondamentali dell’individuo. La teoria si basa sull’as
per l’insegnante si pone la necessità di prendere coscienza del
sunto che la motivazione sia orientata da tre bisogni fondamentali
proprio orientamento motivazionale. L’obiettivo prevalente è di
della persona:
mostrare agli alunni di essere competente o sviluppare egli stesso
• il bisogno di autonomia, inteso come tensione a orientare le
nuove conoscenze insieme ai propri studenti? Questo aspetto
rimanda in qualche modo alla sua visione dell’insegnamento: in proprie azioni verso obiettivi auto determinati e secondo modalità
una prospettiva di “trasmissione” di conoscenze è probabile che scelte personalmente: è il caso dello studente che è motivato perché
prevalga il primo tipo di orientamento, mentre una visione dell’in può scegliere, nell’ambito di un’attività di ricerca, il problema su
segnaménto come supporto a un processo di costruzione di cono cui intende lavorare, consultando fonti selezionate da lui stesso e
scenza vedrebbe probabilmente prevalere un orientamento rivolto a definendo autonomamente le modalità per presentare a insegnante
obiettivi-di padronanza. In questo secondo caso, ad esempio, l’inse e compagni le proprie scoperte;
gnante è consapevole di imparare insieme con gli studenti e ricono • il bisogno di competenza, definibile come tendenza dell’individuo
sce che egli stesso può commettere errori, da utilizzare come risorsa ad acquisire conoscenze (sapere) e abilità (saper fare) in un dato
per il miglioramento delle proprie conoscenze e la modifica delle ambito: è il caso dello studente che si impegna in un’attività perché
proprie strategie; vuole diventare un esperto in un campo di suo interesse;
66 67
® il bisogno di legame affettivo con gli altri, cioè di essere coinvolto padroneggiare la realtà, e stabiliscono i vincoli entro cui si può espli
in una relazione sociale, dimensione che spiega ad esempio la prefe- care un’attività piuttosto che un’altra: posso sviluppare un interesse
■ renza nel lavorare con uno o più partner piuttosto che da soli e che verso la pittura perché vorrei capire come si fanno i murales che vedo
può anche fornire un’idea del perché la motivazione aumenta nel nella mia città e perché posso iscrivermi a un corso di pittura;
caso in cui gli studenti non solo lavorino in gruppo, ma abbiano • il contesto sociale: influenza le preferenze se soddisfa bisogni
anche la possibilità di sceglierò liberamente con chi farlo. fondamentali in un dato ambito. Se genitori o insegnanti mi consen
La possibilità di autodeterminare obiettivi, ambiti e partner di lavo tono di sperimentare autonomia di scelta, di ampliare la mia compe
ro porta la persona a percepirsi come agente efficace, in grado di tenza e di scegliere i partner per la mia attività di pittura, tutto ciò
fare e di decidere autonomamente, e a sentirsi padrone delle proprie mi permette di sviluppare un interesse preferenziale per questo;tipo
azioni e defproprio personale sviluppo. Naturalmente l’idea di di attività.
motivazione che emerge da questa riflessione è sostanzialmente di La motivazione intrinseca dunque trova la sua gratificazione nello
tipo intrinseco: si configura come fonte di energia rivolta ad svolgimento dell’attività stessa e si realizza nelle situazioni in cui l’in
apprendere e a crescere in maniera positiva, come tendenza natura dividuo si sente autonomo e padrone di sé, autoregolando il proprio
le che non ha bisogno di essere indotta o costruita, quanto piuttosto comportamento in un contesto che permette la soddisfazione dei
di avere un ambiente, a scuòla, che le consenta di emergere. La bisogni psicologici di base precedentemente delineati: autonomia,
motivazione intrinseca è per i due autori inoltre caratterizzabile competenza, affettività.
come tendenza innata a esplorare il proprio mondo interno ed Pur essendo la loro teoria sostanzialmente centrata su una visione
esterno e si manifesta come curiosità e interesse. Per interesse Deci “intrinseca” della motivazione, Deci e Ryan riconoscono che la
(1992) intende quella disposizione dell’individuo che si manifesta motivazione estrinseca (quella orientata a ottenere vantaggi e ricom
davanti ad attività o situazioni che si presentano come nuove, piace pense o evitare conseguenze sgradevoli) non ha necessariamente una
voli e stimolanti. Quando abbiamo davanti qualcosa di nuovo che .connotazione negativa: se percepita dal soggetto come uno strumen
scegliamo autonomamente, questo “qualcosa” sfida il nostro biso to informativo, cioè come un feeedback sulla propria capacità di.
gno di sentirci competenti davanti a esso, di padroneggiare la nuova eseguire un compito, la ricompensa stimola il senso di competenza
situazione. e autodeterminazione e aumenta l’interesse per il compito, configu
Per spiegare il fatto che non tutte le cose nuove interessano allo stes randosi come parte di un contesto sociale che agisce favorendo lo
so modo tutti gli studenti, Deci introduce l’idea che l’interesse possa sviluppo dell’interesse disposizionale; se è percepita come una forma
essere “disposizionale”, cioè differenziato da individuo a individuo a di controllo esterno, l’interesse ne risulta diminuito. A questo filone
seconda di tre elementi (Boscolo, 1997): di argomentazioni può essere collegata l’idea che la ricompensa possa
® le capacità individuali: ognuno tende a preferire le attività costituire un “messaggio implicito” e suggerire che H compito non è
nelle quali è più competente o percepisce di avere più risorse: se di per sé interessante ma anzi noioso e faticoso.
mi sento più capace nella pittura che in matematica, tenderò a mani Prendendo spunto da questa riflessione teorica si possono evidenzia
festare interesse verso le attività del primo ambito piuttosto che del re alcune indicazioni per l’insegnante nella strutturazione dell’attivi
secondo; - tà (Reeve, Bolt, Cai, 2001):
® ,ifattori Ambientali: influenzano le preferenze in quanto “sfida • si sottolinea il ruolo dell’interesse (o meglio degli interessi) degli
no” il bisogno di competenza del soggetto, inteso come esigenza di studenti nella motivazione: occorre che l’insegnante “sintonizzi”
68 69
l’attività in classe appunto sulla lunghezza d’onda degli interessi ne, percettive, di elaborazione e memorizzazione delle informazio
degli studenti, presentando situazioni sufficientemente nuove, che ni e le abilità di problem, solving (che rientrano nelle risorse opera
stimolino la loro curiosità; tive).
© l’incontro tra interessi e attività scolastica può essere realizzato La motivazione è dàta invece dalla combinazione di tre elementi:
nella misura in cui gli studenti possono concorrere a definire con @ gli obiettivipersonali di un soggetto, che stabiliscono la direzio
l’insegnante obiettivi di lavoro e a progettare le modalità di svolgi ne verso cui una persona intende muoversi, prefigurando il risultato
mento dell’attività {bisogno di autonomia)', da ottenere (“Cosa voglio?”, “Cosa voglio evitare?”). Tale aspetto
® la promozione di conoscenze e abilità assume un nuovo signifi sembra riprendere il discorso deU’orientamentornotivazionale;
cato, legato al bisogno di sentirsi competenti, il che implica l’impor
tanza di valorizzare in classe le competenze acquisite dagli alunni: è
quanto fa. l’insegnante che, nel momento di progettare con gruppi figura 3
di alunni un’attività (ad es. realizzare un ipertesto al computer), Componenti necessarie per un comportamento competente .
chiede che in ogni gruppo dì lavoro ci sia almeno un esperto di
computer;
© diventa importante tener conto del bisogno di relazione nell’atti
vità, costruendo contesti di lavoro in classe in cui tale esigenza trovi
risposta: può essere ùtile prevedere situazioni in cui gli alunni stessi
possano scegliere i propri partner di lavoro e promuovere un positi
vo “clima di gruppo” in classe.
70 71
© {processi di attivazione delle emozioni, che sostengono o inibisco Cosa implica questa visione della motivazione per l’insegnante?
no lamessa in atto di azioni per realizzare tali obiettivi (“Quali sono Come tradurla nel suo ambiente di apprendimento ? Sul piano delle
i miei sentimenti riguardo al perseguimento di questo obiettivo?”, pratiche professionali, per favorire la messa in atto di comportamen
"Se lavoro su di esso si attivano emozioni piacevoli o spiacevoli?”). ti motivati, l’insegnante deve tener presenti alcune condizioni.
Questa dimensione sembra collegarsi ai bisogni fondamentali di cui A Esplicitare gli obiettivi dell’attività che propone in classe, in modo
parla la teoria dell’autodeterminazione; che gli studenti possano esserne consapevoli e identificare i risultati
® le previsioni rispetto alle possibilità di successo, ih base alle risorse che l’insegnante chiede loro di realizzare (l’acquisizione di conoscen
personali o ambientali disponibili (“Posso raggiungere il mio obiet ze su un dato argomento, lo sviluppo di abilità, lo studio di un
tivo?”, “Ho sufficienti capacità?”, “Se ci provo, posso contare anche problema e l’elaborazione di soluzioni, la realizzazione di un prodot
sull’aiuto di qualcuno?”). to che ha uno scopo comunicativo ecc.). L’assenza di tale esplicita-
A differenza dei processi psicologici connessi alle abilità, che general zìone non mette lo studente in grado di decidere se lavorare su quel
mente sono focalizzati sul qui e ora, i processi motivazionali sono l’obiettivo, né gli permette di attivare efficacemente le proprie
orientati al futuro, perché attraverso di essi le persone immaginano “risorse operative” in vista del suo raggiungimento. Al contrario, lo
o prevedono eventi e risultati per loro importanti, preparandosi ad espone all’impossibilità di valutare anche da sé il conseguimento del
agire o a reagire per costruire uno scenario desiderato o evitarne uno risultato ottenuto alla fine dell’attività e di mettere in atto processi di
controllo di tipo metacognitivo (ad es. valutare l’efficacia delle stra
indesiderato. Per spiegare come avviene un processo decisionale,
tegie utilizzate durante l’attività).
Ford (1996) ci suggerisce di immaginare la componente degli obiet
B Assicurarsi che l’obiettivo su cui si sta lavorando comporti l’attiva
tivi personali-come il comandante di una nave che stabilisce quale
zione di emozioni positiveper gli studenti. Tra le emozioni che hanno
destinazione raggiungere, mentre emozioni e percezioni di efficacia
una funzione di regolazione del comportamento, cioè che aiutano
sono come consulenti che aiutano a decidere l’opportunità di realiz
lp persone ad attivare e continuare oppure sospendere determinati
zare il viaggio' indicando i fattori che potrebbero aumentare o limi
comportamenti, Ford individua quattro gruppi fondamentali:.
tare le possibilità di successo. I consulenti possono anche trovarsi in ® soddisfazione-piacere-gioia;
disaccordo (“-Penso che potrei farcela, ma ho paura di provare”); in ® ■ abbattimento-scoraggiamento-depressione;
questo caso le “risorse operative”, che organizzano e realizzano © curiosità-interesse-entusiasmo;
l’azione, ricevono messaggi che non sono sufficientemente forti e ® disinteresse-noia-apatia.
chiari, in quanto tra le compónenti motivazionali non esiste un Questo implica la capacità dell’insegnante di riconoscere le emozio
accordo sulla desiderabilità e realizzabilità di un obiettivo. Per fare ni che gli studenti manifestano, di aprire uno spazio comunicativo
un esempio concreto, possiamo pensare che uno studente metta in per coglierne il senso e ristrutturare l’attività o gli obiettivi di lavoro
atto un comportamento motivato in un’attività scolastica nella in modo adeguato a promuoverne di positive.
misura in cui ha identificato consapevolmente per quale obiettivo sta C Favorire un ’efficacepercezione delle risorse che il soggetto possiede
lavorando, ha deciso che quell’obiettivo lo interessa o ha implica (abilità personali) o che l’ambiente (scolastico o extrascolastico)
zioni per lui’piacevoli (dimensione emotiva) e ipotizza di avere a mette a sua disposizione per lavorare su un obiettivo.
disposizione abilità personali ó risorse ambientali sufficienti a realiz La funzione di tale percezione è di aiutare nella scelta degli obiettivi
zarlo (autopercezione di efficacia). da perseguire e di stabilire quanto sforzo e quanto tempo occorra per
72 73
raggiungere il risultato. L’insegnante può favorire lo sviluppo di apprendimento senza interazione con un partner che concorre a
corrette percezioni delle risorse sul piano personale, sia creando spazi costruire conoscenza con noi. In questo senso appare interessante il
di riflessione metacognitiva in cui gli studenti possono identificare i contributo di Wigfield,...Eccles è Rodriguez (1998), e di Ajello
propri punti di forza e di debolezza (mediante questionari di autode (1999), che propongono un’analisi del contesto scolastico ponendo
scrizione, attività volte alla riflessione metacognitiva sulle strategie la seguente questione: come l’organizzazione della classe, i lavori di
personali ecc.), sia fornendo feedback sui progressi nello sviluppo gruppo e le pratiche di istruzione influenzano la motivazione degli
delle abilità personali (in modo che lo studente ne diventi consape studenti?
vole). Sul piano delle risorse ambientali si tratta di supportare i Gli autori distinguono alcuni aspetti di tipo organizzativo rignar-
processi di pianificazione del lavoro scolastico degli studenti renden danti la classe e la scuola e aspetti legati allepratiche dell’insegnante.
doli consapevoli delle risorse cui possono accedere (ad es. la possibi Nella prima area di discorso vengono collocati:
lità di creare sessioni di'insegnamento reciproco con alcuni compa • il clima della classe e della scuola;
gni o di consultare fonti diverse di informazione, quali biblioteca, ® la definizione degli obiettivi;
Internet, esperti). ® le pratiche di raggruppamento degli alunni in base alle abilità.
Nella seconda area di discorso invece si trovano:
3.3. L’approccio sociocuituraie Mentre nella prospettiva • le pratiche valutative dell’insegnante;
cognitivista si guarda alla motivazione riferendosi all’individuo e ai • il controllo dell’insegnante sulla classe;
processi'che avvengono “all’interno” della sua mente (le sue previ ® il supporto dell’insegnante agli alunni.
sioni di successo o di fallimento, il modo in cui definisce gli obietti Partendo dagli aspetti di tipo organizzativo e in particolare per quan-
vi ecc. ), nella prospettiva socioculturale la motivazione viene studia to riguarda il clima della classe, diversi studi hanno messo a fuoco il
ta ponendo l’accento sull’individuo nella sua interazione con gli altri ruolo degli aspetti della personalità dell’insegnante e del "calore”
' empiti in generale con il contesto. Si analizzano dunque le azioni /nella relazione con gli allievi, quello dello stile manageriale e delle
mediate da strumenti e messe in atto in vista della realizzazione di un pratiche didattiche e infine quello delle credenze dell’insegnante. ;
obiettivo significativo e comune al gruppo classe.. Due aspetti risultano particolarmente interessanti:
Si assiste in qualche modo a una “rivoluzione copernicana” nella © in primo' luogo la soddisfazione degli studenti (Moos, 1979), la
formulazione del discorso. La prospettiva cognitivista infatti assu loro crescita personale e la riuscita a scuola sono massimizzati solo
me la necessità di intervenire anche attraverso la valorizzazione se al calore e al sostegno dell’insegnante si accompagnano un’effi
dell’interazione sociale sui processi interni del soggetto come nel ciente organizzazione e la strutturazione di lezioni ben centrate
caso dell’insegnante che interviene per contribuire a cambiare uno sugli argomenti e chiare negli obiettivi: è come dire che, per avere
stile attributivo (cioè la tendenza a ricondurre a fattori interni o un buon clima, non è sufficiente una buona relazione tra insegnan
esterni il motivo dei propri successi o insuccessi) inefficace dell’a ti e alunni ma occorre anche una buona organizzazione dell’attivi
lunno. In questo senso la dimensione sociale si configura quasi tà e viceversa (ma di questo parleremo in dettaglio nel prossimo
come uno “strumento di lavoro” che l’insegnante ha a disposizione capitolo);
per favorire lo sviluppo della motivazione all’apprendimento da © in secondo luogo il clima della scuola nel suo complesso cambia
parte dei suoi studenti. Nella prospettiva sociocui turale, invece, in relazione a quanto gli insegnanti si sentono professionalmente
l’apprendimento è per sua natura un’attività sociale: non c’è efficaci e alle loro aspettative sui risultati che gli studenti.possono
7à
ottenere. Le .due dimensioni incidono contemporaneamente sia tovalutazione delle proprie abilità (probabilmente si sentono di
sulla motivazione degli insegnanti che sulla motivazione degli dover dimostrare di essere bravi per competere con gli altri). Poiché
studenti: tanto più i primi si sentono capaci e hanno aspettative di in genere nelle strutture competitive le abilità dei vincenti sono
buone prestazioni da parte degli studenti, tanto più sono motivati supportate e potenziate mentre quelle dei perdenti sono frustrate,
nell’insegnamento e gli studenti nell’apprendimento. complessivamente in queste situazioni le differenze nella percezio
L’organizzazione della classe, e più in generale della scuola, e le prati ne di abilità (tra bravi e meno bravi) sono amplificate. Nelle strut
che che ne discendono, possono diventare, soprattutto con i nuovi ture individualistiche invece viene maggiormente sviluppato dagli
scenari dell’autonomia, elementi strategici per sviluppare un clima studenti un orientamento motivazionale rivolto verso obiettivi di
che sostenga la motivazione di studenti e insegnanti. Sul versante padronanza: lo studente si preoccupa principalmente di migliorare
della strutturazione degli obiettivi della classe un. interessante sche la propria abilità (il confronto è con sé stesso) e di dimostrare di
ma per analizzare le divèrse situazioni scolastiche ci viene offerto da essere più capace degli altri. La percezione dell’abilità è meno
Ames (1984), che identifica tre strutturazioni dell’attività in classe cruciale o comunque è centrata sul fatto che lo sforzo può consenti
in relazione a tre diversi obiettivi: re il miglioramento personale. C’è una qualche relazione con gli
© le strutture individualizzate, che si hanno quando ogni studen altri perché è anche rispetto a loro che ogni studente percepisce la
te è valutato in base alla sua personale prestazione, e la sua valutazio sua personale riuscita. Le strutture di apprendimento cooperativo
ne non ha nessuna relazione con quella degli altri: ogni studenteha sottolineano invece con enfasi lo sforzo condiviso e l’interdipenden
un suo personale obiettivo da raggiungere e viene valutatb in relazio za tra gli studenti (il fatto cioè che il successo di ognuno passa attra
ne a quello. In questo caso ognuno può avere successo se si impe verso il contributo di tutti) piuttosto che la percezione di abilità
gna, indipendentemente dalla-prestazione degli altri; personali. La prestazione del gruppo diventa l’oggetto dell’orienta-
® le strutture competitive, in cui alcuni studenti sono “vincenti” e mento motivazionale, e la percezione della propria abilità diviene
altri “perdenti”. Tutti gli studenti devono raggiungere un unico meno cruciale. Una delle modalità organizzative che utilizza una
obiettivo, ma di fatto solo uno o pochi possono raggiungerlo (essere struttura cooperativa di obiettivi è il cooperative learning (“appren-.
il più veloce nel consegnare il lavoro, fare meno errori di tutti ecc.). dimento cooperativo”), di cui si parlerà in dettaglio nel capitolo
La competizione rende il confronto con gli altri e i giudizi sull’abili successivo.
tà particolarmente importanti: la prestazione di ogni studente viene Sul versante delle pratiche di raggruppamento degli alunni in base alle
misurata in relazione a quella. degli altri per stabilire chi è il “vinci abilità, spesso queste vengono realizzate dagli insegnanti partendo
tore”; ; dal presupposto che gli studenti saranno motivati a imparare se il
® la struttura cooperativa, in cui i membri del gruppo condivido materiale o l’attività verranno adeguati al loro livello di competen
no successi e fallimenti e la chiave di volta è rappresentata dalla za. Questa prassi conduce a risultati paradossali, considerato il fatto
prestazione complessiva del gruppo. Tutti gli studenti lavorano a che in genere viene adottata per aiutare studenti in difficoltà. Ci sono
un obiettivo comune che può essere raggiunto o meno: si vince o si infatti prove che dimostrano che gli studenti collocati nei gruppi di
perde insieme. coloro che hanno alte abilità ottengono delle buone prestazioni,
Ames sostiene che le strutture influenzano in particolare le creden mentre ciò non accade agli studenti collocati in gruppi di bassa abili
ze relative alle proprie abilità e l’orientamento verso gli obiettivi. tà. Emblematico è il caso di un insegnante di scuola media che aveva
Nelle strutture competitive gli studenti si focalizzano di più sull’au diviso la sua classe in tre gruppi; gli alti (quelli che sarebbero andati
76 TI
al liceo) i medi e. i bassi (quelli che sarebbero finiti alle professiona legata alle differenze di competenza o usata come strategia di
li). L’idea sottostante era che i bassi avrebbero cercato, in virtù della controllo della classe la motivazione intrinseca viene ridotta.
“sfida” contenuta in tale suddivisione, di far di tutto per entrare nel Una ulteriore interessante riflessione riguarda il controllo .dell’inse
gruppo dei medi. Avendo tuttavia l’insegnante fatto un’operazione gnante sugli studenti. Un punto cruciale del dibattito sul controllo e
di etichettamento molto pesante e una svalutazione forte delle sull’autonomia riguarda l’uso delle “ricompense” per motivare gli
potenzialità del terzo gruppo (compresa una previsione sulla loro studenti e le loro modalità di somministrazione. Le ricompense
futura carriera scolastica), era assai improbabile che qualcuno del possono assumere diverse forme: concrete (premi, attribuzioni di
terzo gruppo si sarebbe sentito in grado di raccogliere la sfida e sareb incarichi di responsabilità iridasse, privilegi ecc.) o simboliche (voti
be stato motivato ad acquisire le competenze necessarie per cambia alti, elogi ecc.). Abbiamo già visto le perplessità che esse suscitano
re gruppo, come poi si è dovuto constatare. in Ford nel par. 3.1: le ricompense esterne divengono controprodu
Altri aspetti di rilievo per quanto riguarda la motivazione hanno a centi per la motivazione intrinseca se assumono per gli studenti il
che fare con le pratiche dell'insegnante nell’attività in classe; qui significato di strumenti di controllo in mano all’insegnante (“Mi dà
esamineremo in particolare quelle connesse alla valutazione, al un premio perché vuole controllare il mio comportamento”), se li
controllo dell’attività dello studente e al supporto che l’insegnante distraggono dall’obiettivo interno dell’attività (“Studio per il
fornisce allo studente. La valutazione dell’insegnante può offrire agli premio e non perché il contenuto dell’attività mi interessi”), o alte
alunni importanti informazioni sulla propria prestazione in un’atti rano il significato psicologico del compito (“Se c’è una ricompensa
vità e concorrere quindi a incentivarne la motivazione. l’attività non vale molto di per sé”). La stessa valutazione inoltre, se
Tuttavia non è solo l’informazione in sé, ma anche la forma attra realizzata in forme eccessivamente, simboliche, .può assumere il
verso cui viene presentata che gioca un ruolo importante dal punto significato psicologico di una “ricompensa” più che di Uno stru
di vista motivazionale. Modalità “pubbliche” di documentazione, mento informativo: è il caso ad esempio di quelle forme di valuta
come ad esempio i risultati affìssi in uno spazio comune (la bache zione che, anziché restare aderenti al compito (ad es. fornendo all’a
ca o un cartellone della classe o della scuola), che descrivono il livel lunno il numero o il tipo di errori svolti in un’attività), assumono
lo di abilità o i lavori portati a termine, sono facilmente accessibili a forme simboliche che sì allontanano dall’attività stessa (graduatorie
tutti e possono essere utilizzate dagli studenti per confrontarsi con dei più “bravi”, giudizi globali sulla conoscenza di tutta la discipli
gli altri. na, premi ecc.). Questo livello di progressivo distacco dal compito
Inoltre gli insegnanti che spesso fanno confronti, elargendo privile può favorire un orientamento motivazionale degli studenti più
gi o ricompense ai migliori, accrescono l’importanza della prestazio centrato sulla valutazione-ricompensa,che' sull’attività, e quindi
ne vincente nella classe e aumentano l’effetto negativo associato al sulla valutazione-informazione. ‘
fallimento (Ames, 199 2). Quando in classe ci sono pochi vincitori e Infine riguardo al supporto sociale offerto dagli insegnanti àgli studen
molti perdenti (come quando ad es. l’insegnante mette in palio un ti, diversi autori hanno sottolineato come tre scenari di relazione
premio per “i tre più bravi”) il confronto della propria prestazione sociale con gli insegnanti abbiano un impatto differenziato sulla
con gli altri sarà cruciale per ogni studente: il problema da risolvere motivazione degli studenti: la vicinanza, la dipendenza e il conflit
non è acquisire nuove conoscenze di per sé o per realizzare un to. Le relazioni di vicinanza con gli insegnanti forniscono suppor
prodotto‘socialmente significativo, ma dimostrare all’insegnante di to agli studenti e ne favoriscono il coinvolgimento scolàstico. Le
avere più conoscenze degli altri. Inoltre quando la valutazione è relazioni di dipendenza configurano una situazione di cattivo adat-
78 79
lamento a scuola da parte degli studenti e quindi una motivazione ® favorire da parte degli alunni la consapevolezza del loro “funzio
meno positiva.: Il conflitto con gli insegnanti naturalmente è corre namento” psicologico e il miglioramento del senso di efficacia perso
lato negativamente con la motivazione. Altri studi confermano nale, creando e orientando in senso positivo Ì pensieri che influisco
l’idea che il sentirsi supportati dagli insegnanti e il senso di appar no sulla motivazione e sull’apprendimento;
tenenza alla classe siano fortemente collegati alla percezione da ® aiutare gli alunni a valorizzare sé stessi, il processo di apprendi
parte degli studenti del valore del lavoro scolastico che stanno svol mento e le specifiche attività scolastiche;
gendo. ® creare opportunità di autodeterminazione che favoriscano le
In altre ricerche infine gli obiettivi degli studenti e le loro prestazio naturali tendenze degli alunni a imparare, a crescere e ad assumersi
ni appaiono fortemente collegati alla sensazione che gli insegnanti autonomamente la responsabilità del proprio apprendimento;:
siano sinceramente interessati alle attività che essi svolgono. ® incoraggiare l’assunzione di rischi in ambito scolastico per
evitare le situazioni negative in cui potrebbe incorrere l’esperienza
3.4. Una proposta eclettica di applicazione in educazione scolastica: la noia, il timore di fallire, la chiusura in sé stessi, l’apa
Ispirandosi alle teorie di matrice cognitivista e socioculturale, tia ecc.;
McCombs e Pope (1996) hanno sviluppato alcune proposte di appli ® creare un clima positivo di sostegno personale e sociale in cui
cazioni didattiche che analizzeremo ora da vicino. tutti gli alunni siano apprezzati per quello che sono. Gli autori indi
L’assunto di fondo è legato al cambiamento della visione dell’ap viduano per ciascuna area degli obiettivi di intervento e le relative
prendimento.- da semplice e riduttiva trasmissione di conoscenze strategie. Riportiamo di seguito alcuni esempi. Nella prima-area
dall’insegnante agli allievi a un apprendimento come processo atti {capire ilfunzionamento psicologico e migliorare il senso di autoefficacid)
vo di costruzióne di conoscenze significative per gli studenti, proces gli obiettivi di lavoro che vengono proposti all’insegnante compren
so di cui essi si assumono la responsabilità. dono l’aiutare gli studenti a capire le relazioni tra sentimenti-emozio
In questa prospettiva, gli autori, traggono indicazioni su come moti ni e pensieri e la possibilità di controllare le prime attraverso questi
vare gli studenti mutuando daliediverse teorie i seguenti principi: ultimi; si propone inoltre di interpretare il “senso di insicurezza” degli.
® gli alunni sono motivati dalle situazioni o dalle attività che li studenti come elemento alla base della bassa autostima e dei compor
stimolano a coinvolgersi personalmente e attivamente nel loro tamenti negativi o demotivati e di rifiuto dell’attività scolastica. A
apprendimento; questo punto, fra le strategie suggerite agli insegnanti, viene proposto
® la motivazione degli alunni viene stimolata se essi percepiscono di invitare gli studenti a lavorare sul “ciclo del pensiero”, indicando
che le attività e i compiti scolastici sono direttamente o indiretta con questo termine una sequenza di stati mentali e azioni in relazio
mente legati à esigenze, interessi e obiettivi personali e presentano ne tra loro (FIG. 4).
livelli di difficoltà adeguati, tali da consentire loto di svolgerli con L’idea del ciclo rende efficacemente l’immagine di un circuito vizio
successo; - -, so che a volte si crea e si autoalimenta attraverso sequenze di pensie
® la naturale motivazione ad apprendere degli alunni può essere ri o emozioni tradotti in azioni dallo studente, interagenti con le
stimolata in ambienti psicologicamente sicuri, protetti e di suppor azioni degli insegnanti che rinforzano l’idea che lo studente ha di sé
to, caratterizzati da rapporti umani positivi. stesso o del lavoro scolastico. E ciò che capita quando, ad esempio, lo
L’insegnante che intende così strutturare un ambiente motivante studente pensa che un compito sia troppo difficile, reagisce emotiva
deve; ■ {. .■ i mente con rabbia e ostilità verso il docente o la situazione e mette in
80 81
atto comportamenti distruttivi o aggressivi, ottenendo un fallimen proposte figura il ricorso all’utilizzo di discussioni collettive, ai
to e/o rimproveri che lo confermano nella sua sensazione di essere questionari e dai colloqui individuali volti a individuare gli interessi
incapace di affrontare quel compito. La possibilità di modificare cicli degli alunni (cfr. SCHEDA ì).
del pensiero viziosi può contribuire a migliorare la propria autosti Un importante passaggio successivo consiste nell’aiutare gli alunni
ma e il proprio senso di sicurezza. a porsi degli obiettivi personali sulla base dei propri interessi: ad
Nella sec.onda area {aiutare gli alunni a valorizzare sé stessi e l’appren esempio, chi ama la musica può identificare come obiettivo perso
dimento'} il lavoro viene orientato invece ad aiutare i ragazzi a espri nale imparare a suonare la chitarra. Una possibile strategia da inse
mere i propri interessi, definire gli obiettivi personali da realizzare, gnare, de&mta. goal setting (“organizzazione dell’obiettivo ”) consi
individuare relazioni tra obiettivi didattici da un lato e obiettivi ste nel:
personali e interessi dall’altro. Agli insegnanti viene inoltre proposto • definire chiaramente un proprio obiettivo sulla base di un inte
di fare da modelli in questa operazione di raccordo tra obiettivi resse;
didattici e obiettivi personali e interessi, esemplificando il processo • elencare alcuni passi da compiere per raggiungerlo;
di monitoraggio dei propri pensieri: ciò avviene, ad esempio, nelle ® pensare ai problemi che potrebbero sorgere o interferire;
discussioni in classe in cui si progetta insieme ai ragazzi il percorso ® ideare alcune soluzioni a questi problemi;
scolastico, quando l’insegnante esprime l’intenzione di inserire un ® stabilire un termine di tempo entro il quale raggiungere tale
certo tema, che lo incuriosisce particolarmente. Tra le strategie obiettivo;
© valutare i propri progressi;
® premiarsi per i propri risultati.
FIGURA lt È importante sottolineare come McCómbs e Pope (1996) siano
il ciclo del pensiero b orientati anche a promuovere i processi metacognitivi (cfr... PAR. 1.2)
di pianificazione, monitoraggio e verifica del proprio lavoro.
1. PENSIERO Il passo successivo che viene proposto è mettere in relazione obietti-.'
(ad es. questo compito è troppo difficile per me) vi e interessi personali con l’apprendimento e con gli obiettivi didat
tici. L’alunno conosce i suoi campi di interesse e i suoi obiettivi,
mentre l’insegnante ha un’idea chiara dei contenuti didattici e delle
abilità più importanti che il suo piano educativo dovrebbe promuo-
li.. RISULTATO 2. SENTIMENTI ED EMOZIONI
(falliménto o rimprovero) (ad es. rabbia, ostilità)
sCHEDA 1
Alcuni item di un questionario sugli interessi (McCombs, Pope, 1996)
Che cosa mi piace fare:
3. COMPORTAMENTO 1. I miei hobby sono:.............................................................. .......... .
(ad es. azioni distruttive o aggressive in classe). 2. Le cose che mi piace fare con gli altri sono: ....■....................................
Le cose che faccio.per divertirmi sono: ...............................................
82 83
vere. Si pone la necessità di avviare una negoziazione per arrivare a Nella quarta area {incoraggiare l’assunzione di rischi) si sottolinea
definire gli obièttivi di un progetto didattico cJhe contemperi le l’importanza di prevedere l’assunzione di rischio a livello scolastico,
esigenze degli insegnanti e degli studenti. come capacità di raccogliere la sfida davanti a problemi di conoscen
L’insegnante infine valorizza rapprendimento. se è in grado di mani za complessi e impegnativi. Ad esempio ciò accade quando l’inse
festare entusiasmo per gli argomenti di lavoro, utilizzando conoscen gnante riconosce di non possedere la risposta a tutte le domande
ze in campi differenti, sottolineando il valore dei risultati raggiunti degli alunni, .affrontando senza ansia una situazione di “non sape
nel percorso conoscitivo. re” . Un’ulteriore strategia utilizzabile per la messa a punto di proget
Nella terza area di intervento {creare opportunità per l’autodetermina ti individuali, centrati sugli interessi dello studente, ha a che fare con
zione) viene evidenziata la necessità di ripensare i ruoli dell’insegnan la definizione di strumenti di valutazione individuali (e non più
te e degli studenti per promuovere l’autonomia di questi ultimi. collettivi come nel caso del lavoro su un argomento standard).
Da un lato occorre che l’insegnante si proponga non piti come fonte Questo con la duplice funzione di creare in ogni studente la consa
unica che trasmette informazioni ma comefacilitatore di un proces pevolezza che ogni prodotto sarà adeguatamente valutato nella sua
so di costruzione di conoscenze e come guida nell’utilizzo di stru individualità e di dargli la possibilità di valutare personalmente il
menti di ricerca, analisi e organizzazione delle informazioni. La faci raggiungimento dei propri obiettivi di apprendimento. Alcuni
litazione implica il progressivo valore riconosciuto all’autogestione autori propongono la possibilità che gli studenti possano scegliere
degli studenti che possono condurre il proprio studio utilizzando da sé i sistemi di incentivazione (di supporto alla motivazione estrin
procedure personali. L’insegnante inoltre si configura come proget seca): si sottolinea come questa scelta, pur comportando qualche
tista del percorso, favorendo non solo la formulazione degli obietti rischio per l’insegnante, riveli sorprendentemente come gli studen
vi didattici come risultato della connessione tra obiettivi, interessi ti tendano a scegliere gratificazioni che favoriscono ulteriormente
personali e contenuti della disciplina, ma anche la messa a punto con 1 l’apprendimento o il riconoscimento sociale dei loro risultati (ad
gli studenti dèi piano di azione che li porti a raggiungere tali obietti es. con richieste di gite di studio, incontri di presentazione dei lavo
vi. Questo può implicare anche la costruzione di diversi ambienti di ri genitori-insegnanti ecc.). .
apprendimento (uso di laboratori, aule, computer, visite a mostre Nell’ultimaarea {creare un clima positivo per l’apprendimento) viene
ecc.) con aree di lavoro individuali, per gruppi indipendenti (ognu sottolineata l’importanza della creazione di un clima positivo di
no dei quali lavora su un obiettivo separatamente dagli altri) e inter sostegno reciproco in cui gli alunni siano apprezzati e stimati indivi
dipendenti (cioè con una suddivisione del lavoro in sottogruppi dualmente in modo sincero. In un ambiente sicuro e positivo i senti
collegati tra loro). L’alunno,' assumendo maggiore responsabilità menti di paura e di insicurezza e il senso personale di non efficacia
■ nella definizione degli obiettivi del lavoro scolastico, viene stimola che stanno alla base dei comportamenti demotivati, per riprendere il
to a diventare un esperto nel campo di studio prescelto. L’alunno discorso di Ford (1996), si riducono. L’insegnante può contribuire
esperto può così configurarsi come divulgatore delle conoscenze molto a questo tipo di clima attraverso due tipi di interventi. In
costruite nel suo ambito, il che implica condivisione delle cono primo luogo può identificare tra le proprie caratteristiche quelle che
scenze con i propri compagni di classe in contesti opportunamente possono favorire l’instaurarsi di un clima positivo in classe, anche
predisposti dall’insegnante, Tale comunicazione assume infine attraverso il confronto con casi di studio (situazioni specifiche da
particolare valore se va oltre i confini della classe, e si rivolge anche analizzare) o con alcuni aspetti di personalità che sono collegati al
ai genitori e ai membri della comunità sociale più ampia. profilo professionale dell’insegnante efficace. In secondo luogo può
84 85
utilizzare procedure per valutare il “clima di classe” attraverso alcu-,
ne categorie descrittive: un ambiente sicuro e ordinato nelle sue
4» L'organizzazione
regole di relazione, processi decisionali basati sulla collaborazione tra del gruppo classe '
insegnanti e studenti, aspettative di successo dell’insegnante nei
confronti degli studenti, incoraggiamento delle assunzioni di Un clima disimpam^ affetto, intimità è come la
responsabilità e delle iniziative autonome degli studenti, accettazio buona terra dove tutto cresce senza sforzo.
ne di punti di vista diversi e di molteplicità delle soluzioni davanti ai
Isabel Allende
problemi, apprezzamento della manifestazione di sentimenti e idee
diverse. Come può l’insegnante organizzare un contesto di apprendimento
efficace per la sua classe di studenti? Il problema rimanda ad alcune
questioni inerenti da un lato alla motivazione ad apprendere, di cui
abbiamo parlato nel precedente capitolo, e dall’altro all’organizza
zione delle attività: la modalità di conduzione del gruppo classe da
parte dell’insegnante, il clima della classe, il senso di appartenenza
degli alunni a un gruppo.
Presenteremo diverse modalità di organizzazione dell’attività in clas
se che nascono da prospettive teoriche differenti: la token economy
(“economia simbolica”) di matrice comportamentista, i training
j sullo sviluppo delle abilità relazionali di ispirazione cognitivista e
infine l’utilizzo della discussione in classe nella prospettiva, costrutti
vista e socioculturale.
Prenderemo in esame anche il cooperative learning, che partendo
dall’integrazione di diverse visioni teoriche si configura come un
esempio molto interessante di attenzione sia alle procedure di lavo
ro in classe che alla qualità delle relazioni tra gli studenti,
86
comportamento di studio da incentivare e i suoi rinforzatoti natu un approccio di questo tipo si permette loro di partecipare alla
rali, che sono, generalmente distanti nel tempo: è difficile che un programmazione negoziando gli obiettivi con l’insegnante, si offre la
bambino, quando inizia a imparare a leggere, davanti alla fatica di possibilità di concorrere a definire diritti e doveri che regolano l’at
sillabare possa gustare il piacere della lettura (stimolo che rinforza tività del gruppo classe, riconoscendo agli studenti la capacità di
naturalmente il comportamento del leggere); ecco allora che il ricor assumersi responsabilità e attribuendo fiducia alle loro scelte. Inol
so a un “premio” come un dolcetto o un gettone colorato (stimolo tre si promuove l’autonomia permettendo l’individualizzazione
rinforzatore artificiale) può contribuire a mantenere attivo il dell’attività di studio e si riduce la direttività arbitraria dell’insegnan
comportamento di lettura fintantoché l’abilità connessa non sarà te, essendo il suo ruolo guida esplicitato nella negoziazione. Si
sufficientemente sviluppata da; consentire di sperimentare il gusto supportano infine comportamenti collaborativi col gruppo di pari
del leggere. Sta alla scuola, quindi, saper organizzare le connessioni sia quando il programma coinvolge tutti i componenti della classe,
tra i comportamenti di studio e i loro rinforzatori naturali, utilizzan sia quando le conseguenze derivano all’intero gruppo sulla base del
do come tramite i rinforzatori artificiali. comportamento di un solo soggetto.
Un esempio di pratiche di organizzazione della classe fondate su Ma un sistema di economia simbolica permette anche all’insegnan
tale principio è la token economy. Essa introduce una negoziazione tra te di avere interessanti vantaggi rispetto all’uso di rinforzatori non
studenti e insegnante per la messa a punto di un contratto educati simbolici. In primo luogo, il rinforzo simbolico mediante 1 token
vo, in cui si stabiliscono gli obiettivi su cui si andrà a lavorare e le appare particolarmente utile soprattutto in situazioni in cui il rinfor
regole per svolgere le attività a essi orientate. Lo studente che stipu zatore artificiale o naturale non può essere accessibile (è impossibile
la un contratto di economia simbolica accetta che il comportamen distribuire un gelato a scuola mentre gli alunni stanno leggendo).
to scelto come obiettivo di lavoro (comportamento target) abbia Inoltre, grazie ai token possono essere evitati fenomeni di saturazio
come rinforzo, quando viene messo in atto, una serie di stimoli, i ne o sazietà probabili se si usano stimoli rinforzatori che vengono
token (letteralmente “gettoni”, ma possono essere anchefiches, figu
consumati o collezionati dal soggetto (come ad es. cibi o figurine).
rine, adesivi ecc.) che sono privi di un immediato valore rinforzan
Infine diventa più semplice rinforzare le risposte complesse chè
te, ma che consentono di “acquistare” beni (un giocattolo, un libro,
avvengono in sequenza (ad es. sarebbe complicato realizzare l’elabo
un CD-ROM ecc.) o accedere ad attività piacevoli o interessanti
razione di un testo e la presentazione alla classe se si dovesse inter
(giocare, andare in palestra, avere un buono per una pizza ecc.).
rompere la sequenza per elargire stimoli rinforzatori rappresentati da
L’idea di fondo è che, come abbiamo anticipato, un comportamen
cibi).
to non può essere rinforzato da eventi lontani nel tempo e che occor
re quindi inventare dei mediatori che possano avvicinare al presente
tali eventi lontani. I rinforzatori con funzione di mediazione sono TABELLA 4
in questo caso simbolici, in quanto rappresentano stimoli rinfor La catena degli stimoli rinforzatori
zanti reali a cui danno, per così dire, diritto d’accesso. Ne deriva una
Comportamento Stimolo Stimolo Stimolo
sequenza che lega il comportamento al rinforzatore naturale, come target rinforzatore rinforzatore rinforzatore '
quella rappresentata nella tabella 4. simbolico artificiale naturale
Un sistema di economia simbolica consente, secondo Perini (1997),
Lettura Token Dolce ■ Piacere della lettura
una serie di vantaggi che riguardano in primo luogo gli studenti: con
88 89
Come creare un sistema di economia simbolica in classe? Possiamo ® individuazione dei rinforzatori associati ai token: l’individuazio
individuare alcune fasi: ne dei beni o delle attività utilizzati come rinforzatori (definiti di
© identificazione dei comportamenti target (bersaglio) e attribuzio sostegno o artificiali), a cui si può accedere grazie ai token, è un
ne a essi di un valore-, il primo passo che occorre compiere è definire passaggio cruciale che richiede il coinvolgimento degli studenti.
quali obiettivi a medio e a lungo termine ci si propone, in termini di Occorre infatti che essi possano scegliere cose che li attraggono piut
comportamenti da far sviluppare. La scelta di tali comportamenti, tosto che vedersi proporre o imporre dall’insegnante una lista di
definiti target (cioè bersagli dell’intervento), dipende naturalmen oggetti o attività per loro di scarso interesse. La somministrazione di
te dalle caratteristiche degli studenti con cui l’insegnante lavora e questionari o l’utilizzo di discussioni in classe può essere uno stru
dagli obiettivi che si propone. Attraverso il programma di economia mento utile per definire tali elementi e una loro gerarchia di gradi
simbolica si può decidere di rinforzare uno stesso comportamento mento, visualizzata attraverso una lista appesa in aula. Sulla base di
per tutta la classe o prevedere un’individualizzazione del percorso, tale lista si avvia il processo di negoziazione finalizzato alla stipulazio
rinforzando comportamenti differenti in studenti diversi. I com ne del contratto educativo con gli studenti; man mano che il
portamenti target, una volta selezionati, possono essere organizza programma procede e la lista dei beni disponibili si esaurisce occor
ti, se necessario, gerarchicamente, dal più semplice al più comples re procedere a una sua integrazione. Occorre inoltre stabilire una
so: nell’esempio della lettura si può passare dal riconoscimento gerarchia dei beni presenti, definita in base al loro valore, espresso
delle singole lettere alla pronuncia delle sillabe e quindi alle parole in numero di token necessari per ottenerli;
intere. In ogni caso va deciso il valore in termini di numero di ® . selezione del tipo di token adeguato: il token scelto deve possedere
token attribuiti a ciascun comportamento: in genere se ne attribui alcune caratteristiche: essere leggero, trasportabile, non soggetto a
scono pochi .ài comportamenti più semplici, molti a quelli più deterioramento, facile da maneggiare per poter essere erogabile in
complessi e più difficili da mettere in atto. Nel nostro esempio l’in qualsiasi momento e luogo e conservabile per il periodo di tempo
segnante potrebbe decidere che il riconoscimento delle lettere vale che precede la sua conversione nei beni negoziati. Deve essere adegua
un token, quello delle sillabe due, la lettura di alcune parole quat tamente attraente: non troppo, poiché altrimenti rischierebbe di
tro e così via; ' . entrare in competizione con i rinforzatori di sostegno, perdendo la
• valutazione iniziale dei comportamenti: un passaggio successivo sua funzione di mediazione (un alunno potrebbe preferire i'gettoni
necessario è la definizione del livello iniziale del comportamento al premio reale), né troppo poco, perché non sarebbe in grado di svol
target, per definire quella che viene chiamata base line (“linea di gere con efficacia la funzione di anticipazione simbolica del rinforza-
base”),-cioè il punto da cui lo studente parte nel suo percorso di tore di sostegno. Non deve essere neppure suscettibile di contraffazio
sviluppo del comportamento target. Ciò avviene rilevando median ne, né deve poter essere ottenuto attraverso modalità esterne al
te osservazione continua o a intervalli di tempo regolari la frequen programma, in quanto perderebbe la sua'efficacia di mediazione;
za con Cui viene emesso il comportamento in questione (ad es. ® attuazióne delprogramma: nella fase’di attuazione occorre defi
risposte di attenzione ai richiami dell’insegnante?ip esecuzione nire almeno tre questioni: la frequenza di erogazione dei rinforzato-
corretta della discriminazione visiva delle lettere ecc.). La linea di ri di sostegno, la gestione dello scambio1 tra token e rinforzatori di
base consente di confrontare i dati di partenza con quelli registra sostegno, la gestione dei comportamenti problematici o scorretti.
bili alla fine del programma di intervento, per consentire di valutar Come organizzare l’erogazione dei rinforzatori di sostegno ? La ricer
ne l’efficacia; ca comportamentista sostiene che il rinforzo più efficace è di tipo
90 91
intermittente: occorre procedere da erogazioni contìnue di rinfor La token economy rappresenta certamente una raffinata evoluzione
zatoti all’inizio del programma a erogazioni saltuarie man mano che dell’approccio comportamentista applicato alla gestione dell’attivi
il programma avanza. Questa modalità è ottenibile attraverso due tà in classe. L’impressione di chi scrive è che rimangano alcune
accorgimenti: si può agire sul valore attribuito al comportamento questioni da affrontare. In primo luogo, anche se si può parlare di
target in termini di token oppure sul valore del rapporto di scambio generalizzazione, cioè di trasferimento del comportamento ad altri
tra token e stimoli rinforzatoti di sostegno (i premi della lista, per contesti, in quanto indipendente dai rinforzatoti di sostegno,
intenderci).. Nel primo caso si possono attribuire, ad esempio, a occorrerebbe definire meglio come sia possibile passare da una
comportamenti semplici o facili meno token, e più, invece, a motivazione estrinseca (che rimane tale anche se i rinforzatoti sono
comportamenti complessi o diffìcili. Nella seconda modalità il solo verbali o di tipo sociale) a una motivazione intrinseca verso
rinforzo intermittente si può ottenere stabilendo all’inizio del un’attività (centrata su curiosità, interesse ecc.). Lasciando aperta la
programma premi ottenibili con pochi token e, man mano che il questione, prendiamo in considerazione ora altre proposte che
programma si sviluppa, premi che ne richiedono di più. Così se guardano da differenti prospettive il problema dell’organizzazione
all’inizio ci sarà un premio che vale cinque token, a programma dell’attività in classe.
avanzato si avrà un premio che ne vale dieci, poi venti ecc.: il rinfor
zo di sostegno viene così erogato in modo saltuario e stabilizza 4.2. Il cognitivismo: lo sviluppo di abilità sodali Un punto
l’emissione dei comportamenti target. In questo modo il comporta di vista diverso sul tema dell’organizzazione della classe ci viene
mento target è sottoposto al rinforzo continuo del token (erogato offerto dall’approccio cognitivista. Questa prospettiva si basa sull’i
ogni volta che il comportamento viene messo in atto) e al rinforzo dea che una buona qualità delle relazioni può giocare un ruolo
saltuario del rinforzatore di sostegno, erogato quando il soggetto ha importante nello svolgimento delle attività e che tale clima relazio
un numero sufficiente di token per “acquistarlo”. Anche la gestione nale positivo dipenda dal possesso da parte degli studenti di' abilità di
dei comportamenti scorretti è una questione affrontabile con questa tipo sociale. Ne deriva in questo senso la necessità che gli insegnan
tecnica: adottando la strategia del costo della risposta, che prevede ti mettano a punto degli specifici programmi di intervento per favo
la perdita di token in caso di comportamenti.inadeguati. Il tenere rire lo sviluppo di tali abilità e sostenere l’accettazione da parte dei
comportamenti scorretti allontana così nel tempo l’accesso al rinfor compagni è la creazione di reti di aiuto reciproco. È su questo terzo
zatore di sostegno; aspetto che concentriamo la nostra attenzione.
© sessione di generalizzazione". il punto d’arrivo del programma è Un esempio interessante di programma che si propone di incre
l’indipendenza dei comportamenti target dai rinforzatoti artificiali mentare le abilità cognitive e sociali necessarie nelle situazioni di
per assicurare che il soggetto compia il passaggio dal controllo ester problem solving relazionale (problemi personali o conflitti nello
no all’autocontrollo del proprio comportamento. In genere alla fine stare con gli altri) è rappresentato dal curriculum Stare con gli altri,
del programma si prevedono sessioni che puntano alla generalizza no problem! di Laura Nota (1997). Tale programma individui dieci
zione del comportamento target sostituendo i rinforzatoti di soste macro aree, suddivise in unità didattiche, che permettono appro
gno e i token (salvo nel caso di mantenere questi ultimi con il valore fondimenti diversi a seconda dell’età dei destinatari, dei contesti di
di rinforzatoti sociali, cioè segni tangibili e visibili a tutti della messa insegnamento e degli obiettivi che si intende perseguire. Il curricolo
in atto del comportamento positivo) con rinforzatoti sociali di tipo è stato costruito sulla base di due principi: quello dell’idoneità, per
verbale che sottolineino la positività del comportamento adottato. cui può essere appresa un’abilità i cui prerequisiti siano già presenti,
92 93
e quello della gradualità, per cui si passa dal lavoro su abilità sempli problemi e dei conflitti)-, l’obiettivo è aiutare il soggetto a sviluppare
ci ad abilità via via più. complesse. Le dieci macroaree sono così quelle abilità che gli consentono, davanti a una situazione problema
suddivise (riportiamo in parentesi i nomi usati nel programma): tica e conflittuale, di raccogliere informazioni adeguate senza incor
® abilità descrittive e relative all’uso di un linguaggio comune (Unità rere in pregiudizi o distorsioni (un’applicazione della, conoscenza
di base)-, in questa prima macroarea vengono considerati gli aspetti sviluppata nell’area Pensieri su di me e sugli altri}-,
che fungono da prerequisito all’intero curriculum: presentazione di @ abilità di manifestazione di comportamenti che possono favorire
concetti base (cosa intendiamo per comportamento, per problema o rapporti socialipositivi e incrementare relazioni d’amicizia e di suppor
per conflitto ecc.) al fine di creare un linguaggio condiviso per to (Le abilità sociali)-, anche le abilità sociali, intese come insieme di
comunicare e sviluppare la capacità di descrivere le situazioni proble comportamenti che permettono di costruire relazioni positive con
matiche e conflittuali; gli altri e al contempo di raggiungere i propri obiettivi, hanno un
© abilità di riconoscimento delle situazioni problematiche e conflit ruolo strategico: creare interazioni positive a scuola enei diversi
tuali (Problemi e conflitti)-, viene qui presa in considerazione l’anali contesti di vita, essere in grado di esprimere con decisione il proprio
si dei problemi e delle potenziali cause di conflitti (diversità di aspet punto di vista (assertività) a difesa dei propri diritti, mettere in atto '
tative o differenze di obiettivi perseguiti dalle persone coinvolte in comportamenti per costruire e mantenere una relazione d’amicizia
una situazione, difficoltà di relazione ecc.); diventano in questo senso oggetto di studio di quest’area;
® abilità di riconoscimento dei processi cognitivi implicati nella • . abilità di valutazione delle proprie e delle altrui abilità sociali e
formazione della cognizione sociale (Pensieri su di me e sugli altri)-, si dei rapporti amicali (Valutazione delle abilità sociali)-, l’assunto òche
sviluppano le abilità necessarie per individuare il punto di vista la consapevolezza circa le abilità sociali proprie e altrui può aiutare il
dell’altro, ma.anche possibili distorsioni cognitive alla base delle soggetto a individuare tra esse alcune cause delle situazioni problema
azioni delle persone (ad es. i pregiudizi) e i processi che contribuisco (ad es. la difficoltà a tollerare le frustrazioni) e decidere su cosa agire
no a formarle. Conoscere tali fenomeni può essere d’aiuto permette per migliorare. In quest’area vengono quindi prese in esame moda
re in atto analisi efficaci delle situazioni problematiche, comprende lità di analisi delle abilità relazionali proprie e delle persone.con cui
re la posizione assunta dalla controparte nel conflitto, sviluppare si ha a che fare di frequente;
autocontrollo; © abilità di gestione delle situazioniproblema e conflittuali (Strategìe
© abilità di riconoscimento dei comportamenti che favoriscono i risolutive)-, dopo aver sviluppato i prerequisiti base il soggettò può
processi di disadattamento e la probabilità di incrementare la presenza ora mettersi alla prova costruendo soluzioni diverse per affrontare le
di problematiche sociali (Comportamenti disadattivi)-, prendere in situazioni problematiche. Accanto alla produzione di alternative,
esame le diverse tipologie di comportamenti inadeguati (ad es. Tag- • viene proposto un lavoro orientato a sviluppare quelle abilità neces
gressione verbale dell’altro durante un conflitto) a una situazione e sarie alla messa in atto di tali soluzioni: definizione di obiettivi, crea
le conseguenze da esse derivanti (irrigidimento dell’altro sulla zione di una rete di relazioni che ne favorisca il raggiungimento,
propria posizione, sfiducia ed evitamento delle, successive occasioni autocontrollo emozionale, uso di tecniche di gestione del conflitti
di confronto ecc.) può aiutare gli studenti a identificare tali compor come la contrattazione e la negoziazione;
tamenti, per scegliere reazioni adeguate; ® abilità di scelta delle strategie risolutivepiù efficaci e di implemen
® abilità di osservazione e di raccolta delle informazioni necessarieper tazione delle stesse (Decisioni)-, in quest’area vengono presi in conside
una comprensione accurata delle situazioni problema (Analisi dei razione i processi cognitivi sottostanti la presa di decisione (indivi-
94 95
duare vantaggi e svantaggi di ogni scelta, formulare una gerarchia di 0 Guida all’apprendimento-, si svolge attraverso una serie di-tappe
priorità delle, pròprie esigenze ecc.) e la sua messa in atto (analizzare che prevedono:
le risorse disponibili, prefigurarsi in anticipo le fasi di attuazione ecc.); • fornire istruzioni e analizzarle durante una discussione: in genere
© abilità, di verìfica dell’efficacia delleproprie azioni (Controlli e veri in questa fase l’insegnante illustra i termini del problema, ad esempio
fiche)-. è fondamentale che un soggetto sviluppi la capacità di esami una situazione di conflitto, schematizzandolo alla lavagna. Immaginia
nare e di valutare le soluzioni sia con esito positivo che negativo speri mo che il conflitto possa essere legato alla scelta dell’argomento di una
mentate davanti a una situazione problematica. Nel primo caso relazione: uno studente, Paolo, vorrebbe puntare sulla rivoluzione fran
infatti si può fornire un rinforzo positivo alla scelta e un sostegno cese, mentre una sua compagna, Francesca, sulle guerre napoleoniche.
all’autostima, nel secondo la ricerca dei motivi del fallimento diviene L’insegnante procede poi a spiegare passo dopo passo i diversi aspetti
il presupposto per la messa a punto di strategie alternative. dell’abilità su cui si lavora, in questo caso la strategia di negoziazione
Dentro ogni, macroarea sono presenti diverse unità didattiche che (primo passo: individuare le motivazioni dell’altra persona attraverso
seguono uno.sch.ema di fasi differenti (gli esempi sono tratti da un’u domande mirate ecc. ), discutendoli insieme àgli studenti;
nità didattica sulla negoziazione). ® modeling: viene messa a punto una situazione scenica ed esem
A La definizione degli obiettivi, da parte dell’insegnante, formulati plificati i comportamenti precedentemente descritti da parte dell’in
attraverso tre elementi descrittivi-. segnante, che flange da modello da osservare;
® , una condizione o situazione in cui ci si pone (ad es. : simulando ® autoverbalizzazione: agli attori che saranno impiegati nel succes
una situazióne conflittuale con un compagno dovuta alla scelta sivo role-playing viene chiesto di verbalizzare i comportamenti da
dell’argomento di una relazione da realizzare per l’insegnante); attuare nella situazione;
® una prestazione da realizzare (ad es.: il soggetto dimostrerà di ® role-playing, feedback e rinforzi: gli attori interpretano la parte
saper negoziare se ricorrerà a certi tipi di abilità, come cercare di nella scena (nell’esempio i ruoli di Paolo e Francesca), mentre agli
comprendere le motivazioni del compagno ecc.); altri alunni della classe viene chiesto di svolgere il ruolo di osserva
® un criterio che permetta di stabilire l’effettiva acquisizione della tori in modo da offrire agii attori, alla fine del role-playing, feed
padronanza di tali abilità (ad eg. : si considera raggiunto l’obiettivo se back e rinforzi insieme all’insegnante;
il soggetto individua almeno due motivi che spingono il compagno ® ripetizióni con feedback e rinforzi: la fase precedente può essere
antagonista a.sostenere la propria scelta). ripetuta con gli stessi o con altri attori che intervengono per propor
B Esplicitazione dell’obiettivo agli studenti-, l’insegnante comunica re variazioni, offrendo altri feedback e rinforzi;
ai ragazzi l’obiettivo dell’attività. Tale operazione consente agli • autoverbalizzazione: agli attori viene chiesto di verbalizzare
studenti di capire su quali abilità cognitive o sociali si sta lavorando commenti e valutazioni sulle prestazioni effettuate e sulle difficoltà a
e di autovalutare i propri progressi. esse-relative.
C Richiamo dei prerequisiti-, prima di sviluppare una nuova unità e Verifica del raggiungimento dell’obiettivo-, viene chiesto a ogni
didattica è opportuno riprendere alcune abilità sviluppate in prece alunno di mettere in atto nelle diverse situazioni le prestazioni previ
denti situazioni del curriculum. Nel caso della negoziazione, ad ste dall’obiettivo di lavoro, in modo che l’insegnante possa osserva
esempio, potrebbe essere utile svolgere una discussione prelimina re l’effettiva acquisizione delle abilità.
re riepilogando il modo in cui analizzare le motivazioni proprie e F Compiti a casa-, viene proposto agli studenti di eseguire delle atti
altrui. ? vità a casa che hanno lo scopo di:
96 i 97
• farli riflettere sulle proprie esperienze quotidiane in modo analo utilizzare le quali solo alcuni potrebbero possedere i prerequisiti
go a quanto accade nel contesto di training e far applicare a esse le necessari. Va considerato inoltre che, non appartenendo tali strate
stesse strategie; gie al repertorio personale degli studenti, diffìcilmente potrebbero
® favorire delle connessioni tra ciò che si sperimenta a casa e ciò che essere ben acquisite e altrettanto difficilmente potrebbero essere
viene affrontato in classe permettendo agli studenti una partecipazio utilizzate spontaneamente in altri contesti. In questo senso sembra
ne attiva nella realizzazione del programma e all’insegnante di perso opportuno l’utilizzo di spazi di riflessione metacognitiva, che consen
nalizzare l’intervento. I compiti a casa possono così essere costituiti ta di analizzare le strategie fallimentari e di introdurre delle modifiche
dalla lettura di materiale fornito con l’unità didattica o dalla costru che ne prevedano una maggiore personalizzazione.
zione di diari su ciò che accade nel proprio ambiente di vita tra una
sessione di lavoro e l’altra se si applicano le strategie sperimentate a 43. Il costruttivismo sodale: la comunità di discorso Nel-
scuola, raccogliendo elementi che potrebbe essere utile discutere in l’analizzare l’organizzazione del gruppo classe secondo questa
classe. Potrebbero inoltre essere richieste delle descrizioni di situa prospettiva prenderemo in considerazione un’attività particolare che
zioni conflittuali e la raccolta di informazioni mediante interviste. In unisce la prospettiva socioculturale con la connotazione costruttivi
ogni caso se l’attività comporta una produzione personale è necessa sta dell’apprendimento (in questo senso si parla di costruttivismo
rio prevedere un tempo per la sua analisi e discussione in classe. sociale')-, la discussione come co-costruzione (cioè costruzione comu
g Attività di generalizzazione-, al termine dell’unità vengono ne) di conoscenza (Pontecorvo, Ajelio, Zucchermaglio, 1991). La
proposte delle attività che hanno lo scopo di favorire il trasferimen matrice teorica di riferimento è individuabile nella prospettiva
to ad altre situazioni delle abilità acquisite mediante il training. vygotskiana (cfr. PAR. l.q): l’attività cognitiva individuale viene
Queste attività possono riguardare conflitti in altri contesti (fami sviluppata grazie all’attività cognitiva svolta congiuntamente con
glia, gruppo dei pari) e con altri attori (genitori, amici ecc.) e interes gli altri, coetanei o adulti più esperti.-Sono infatti gli altri che,
sare, ad esempio, la descrizione di tali situazioni conflittuali, l’elen ampliando la nostra zona di sviluppo prossimale, cioè spingendoci a
cazione dei passaggi di negoziazione necessari alla risoluzione di quel operare al limite delle nostre competenze, favoriscono l’apprendi
conflitto, la simulazione della situazione con un compagno o con un mento-di nuòve conoscenze.
familiare. Da queste premesse la discussione viene intesa come un’attività in
Nel dare una valutazione complessiva di un approccio di questo tipo cui la classe articola un “ragionamento collettivo” su un problema,
al clima della classe e all’organizzazione delle sue attività, occorre gestita dall’insegnante allo scopo di favorire l’espressione di punti di
sottolineare innanzitutto un aspetto che ne costituisce un indubbio vista personali, la presa di posizione supportata da argomentazioni e'
punto di forza: l’estrema capacità di analisi e la precisa definizione di il confronto. Intesa in questo senso, la discussione si differenzia da
abilità realizzata grazie a questo approccio consentono di far sì che altre forme di comunicazione: si discostà dall’interrógaziohe, che si
esse vengano rese un chiaro oggetto di lavoro dell’insegnante e della configura come un’attività il cui scopò è ottenere dagli'studenti
classe, in quanto ogni abilità che si intende sviluppare viene scompo risposte predefìnite alle domande che l’insegnante pone, e in cui
sta in abilità più semplici e su tale scomposizione viene organizzato un quest’ultimo si trova al centro dell’interazione. Si discosta anche
percorso formativo graduale. Un aspetto che può configurarsi come dalle situazioni di conversazione informale, in quanto nella discus
limite riguarda invece il rischio di orientare rigidamente gli studenti sione esiste un’attività sociocognitiva Orientata a uno scopo ben
verso l’uso di strategie standard nell’affrontare un problema, per ben preciso: l’analisi di un problema di conoscenza. La realizzazione in
98 99
classe di una discussione di questo tipo richiede che l’insegnante se di “manipolare” il tema da cui scaturirà l’oggetto della discussio
soddisfi alcune condizioni particolari: ne e di cominciare quindi a produrre delle idee personali. In secon
® l’individuazione di un ’esperienza collettiva (ad es. un’attività di do luogo essa permette di avere una realtà condivisa di riferimento su
laboratorio, una lettura, la produzione di un testo ecc.) su un tema cui attivare il confronto. L’esperienza comune può essere attivata
generale, in cui i significati sono condivisi, ma che si presti a diverse anche prevedendo gruppi di lavoro con consegne diverse, in modo
interpretazioni, condizione necessaria per l’attivazione della discus da favorire letture differenziate: possiamo pensare, durante l’esplo
sione; razione ambientale, che un gruppo si occupi di rilevare i segnali di
® la proposta, nell’avviare la discussione, di un problema che scaturi inquinamento dell’acqua, un altro quelli dell’aria e un terzo quelli
sca dall’esperienza condivisa e per il quale si possono formulare più. della terra.
ipotesi di soluzione, che richiedono una negoziazione di significati e Individuazione di un problema che scaturisce dall’esperienza condivisa.
interpretazioni; Realizzata un’esperienza comune, non è sufficiente proporre di
© il cambiamento delle regole dipartecipazione nella comunicazione’. parlarne insieme per dare vita a una discussione. Se nell’esempio che
l’insegnante non controlla la successione dei turni e non fa commen abbiamo scelto, dopo l’esplorazione di un ambiente, si parlasse dell’e
ti o valutazioni sulle risposte degli studenti. La comunicazione da sperienza realizzata, si assisterebbe probabilmente a una sorta di reso
unidirezionale (dagli studenti all’insegnante o viceversa) diventa conto, una co-narrazione: gli studenti esporrebbero le loro osserva
circolare (anche da studente a studente); zioni ma senza giungere a un’effettiva forma di ragionamento
® la conduzione orientata afavorire l’espressione delpunto di vista di collettivo. È necessario dunque che l’insegnante, insieme ai ragazzi,
ciascuno mediante una strategia comunicativa particolare che com definisca un problema da discutere, qualcosa che è collocato a un
prende ripetizioni e “rispecchiamenti” e consente il confronto, che livello cognitivo superiore rispetto all’esperienza fatta, che sposti in
spinge gli studenti a produrre argomentazioni. Esaminiamo da vici avanti la zona di sviluppo prossimale dei singoli studenti. Riguardo
no queste quattro condizioni, per capire come funziona una discus all’esempio, l’insegnante può porre il problema, sulla base delle osser
sione di questo tipo. vazioni fatte, del modo in cui si potrebbe intervenire per prevenire
Esperienza condivisa suscettibile di una pluralità di letture. Si tratta di l’inquinaménto nell’ambiente esplorato o come limitarne le conse
scegliere un tema che consenta più. letture interpretative e da cui guenze. L’individuazione di un problema spinge gli studenti a riela
possano scaturire problemi interessanti da discutere. Se ad esempio borare e a collegare mediante nuovi nessi le informazioni raccolte
si decide di parlare dell’inquinamento, il tema va analizzato da più. durante l’esperienza e a metterle in gioco in forma nuova. La defini
prospettive, inerenti ad esempio all’inquinamento .dell’aria, dell’ac zione dì un problema “aperto”, in cui cioè possano essere elaborate
qua e della terra, con riferimento a diversi tipi di cause e di conse diverse soluzioni, permette di attivare una situazione di conflitto socio
guenze, oppure chiamando in causa punti di vista e interessi con cognitivo che stimola il confronto di idee, l’assunzione di posizioni
trapposti (ambientali ed economici, ad es.). Si tratta dunque di più diverse, la necessità di argomentare, fino a giungere, dove possibile, a
livelli di analisi di uno stcsso fenomeno che costituiscono un’effica- negoziare una soluzione condivisa.
'ce precondizione per un’attività di costruzione di conoscenza. Cambiamento delle regole di partecipazione nella comunicazione. La
L’esperienza concreta da realizzare congiuntamente (nell’esempio messa a punto di una discussione comporta un cambiamento delle
potrebbe trattarsi dell’esplorazione di un ambiente per cercare segna regole comunicative rispetto alle più consuete situazioni di conver
li di inquinamento) consente da un lato a ciascun membro della clas sazione in classe. La struttura della comunicazione cambia (cfr.
100 101
fig, 5) in quanto gli studenti non si rivolgono più uno alla volta farsi comprendere. Infine appaiono di indubbia utilità'competenze
all’insegnante, rispondendo alle sue domande e aspettando la sua di tipo comunicativo', gli studenti per farsi capire in modo efficace da
valutazione diogni intervento: essi possono rivolgersi anche agli compagni e insegnante devono essere in grado di assumere il punto
altri studenti. Come abbiamo già detto, l’insegnante rinuncia a di vista dell’altro, ascoltare i propri interlocutori e cercare di persua
controllare la successione dei turni per lasciare tale controllo agli derli della propria posizione mediante argomentazioni articolate.
studenti, che prendono la parola seguendo lo svolgersi del ragiona Conduzione dell'insegnante. La conduzione della discussione da parte
mento. Questo cambiamento introduce generalmente all’inizio dell’insegnante è orientata a facilitare lo sviluppo di un ragiona
disorientamento, in quanto gli studenti nella loro carriera scolastica mento collettivo intorno al problema in esame e prevede l’utilizzo
sono abituati a prenotarsi e attendere di essere chiamati in causa di alcune "mosse” comunicative particolari, come ad esempio il
dall’insegnante. La diversa struttura comunicativa richiede lo svilup rispecchiamento, fare il punto della situazione e chiedere alla classe
po di alcune competenze da parte degli studenti (Czerwinsky se è d’accordo con un’affermazione espressa in precedenza da qual
Domenis, 1997). Occorre parlare in primo luogo di competenze socia cuno. Il rispecchiamento è una forma comunicativa particolare che
li'. rispettare i turni di intervento, capire quando il compagno ha fini consiste nella ripetizione da parte dell’insegnante di un atto lingui
to di parlare per potersi inserire, non produrre interventi eccessiva stico prodotto da uno studente: la ripetizione non contiene né inter
mente lunghi lasciando spazio anche agli altri, non alterarsi davanti pretazione né valutazione ma ha lo scopo principale di incoraggiare
alle opinioni divergenti dalle proprie. Necessarie appaiono anche lo studente a proseguire nell’articolazione del suo pensiero. Ad esem
competenze di tipo linguistico atte a esprimere correttamente, a livel pio, se uno studente interviene nella discussione su come prevenire
lo verbale, il proprio pensiero, utilizzando termini appropriati a l’inquinamento dicendo: "Secondo me bisognerebbe evitare che le
fabbriche.scarichino nei fiumi, perché uccidono i pesci”, l’insegnan
te potrebbe “rispecchiare” dicendo: “Allora la tua idea è che si
figura 5 dovrebbe impedire alle fabbriche di inquinare i fiumi e di far mori
La struttura della comunicazione re i pesci con i loro scarichi”. Così lo studente si sentirebbe compre
so e stimolato a sviluppare il discorso. Il rispecchiamento può avere
Nelle situazioni anche altre funzioni:
conversazionali abituali Nella discussione • consentire all’insegnante di verificare se ha ben compreso quan
(ad es. l’interrogazione) to espresso dallo studente;
® dare allo studente la possibilità di ripetere o riformulare atti
Insegnante Studente Studente
domanda
linguistici di significato poco chiaro; ' '
® dare agli altri compagni la possibilità di comprendere bene, o di
risponde , A
rendersi conto di non aver capito, grazie alla ripetizione dell’inse
gnante;
valuta
© focalizzare l’attenzione del gruppo' classe su un argomento che
Insegnante
sarebbe utile approfondire e che rischia invece di essere trascurato;
• accostare informazioni diverse fornite da uno stesso studente o
da due studenti diversi, che possono essere messe in connessione.
102 103
L’altro atto comunicativo utile dell’insegnante, il “fare il punto della comprendere e all’argomentare messa in atto dagli studenti durante
situazione”, consiste nel riepilogare i passaggi più importanti del le discussioni.
ragionamento collettivo svolto, sintetizzando le tesi contrapposte
emerse sul problema. Questo atto permette agli studenti di prende fy.fy. §9 cooperative learning: al confine tra diverse teorie
re consapevolezza del percorsó realizzato e di ritornare su eventuali Una modalità di organizzazione del gruppo classe che integra alcuni
aspetti del problema trattato. aspetti di diversi approcci teorici è l’insieme di tecniche di conduzio
Altrettanto utile è che l’insegnante, dopo il riepilogo o in concomi ne della classe che va sotto il nome di cooperative learning (appren
tanza con interventi di studienti, chieda alla classe un esplicito dimento cooperativo). Se infatti molta enfasi viene posta sui proces
consenso sulle proposte emerse (“Tutti d’accordo?”) : si tratta di una si di costruzione di conoscenza realizzati in gruppo, valorizzando la
strategia comunicativa in genere molto efficace per stimolare chi non dimensione dell’interazione sociale (approccio costruttivista e socio
è d’accordo a prendere la parola per produrre argomentazioni culturale) altrettanta attenzione si pone alla promozione di abilità
contrarie. sociali di cooperazione, da realizzare mediante appositi training
Nella discussione dunque là classe si configura come una “ménte (approccio cognitivista), e a predisporre meccanismi di rinforzo dei
collettiva” che articola un ragipnamento, operando come una comu buoni esiti dell’attività cooperativa (approccio comportamentista).
nità che interagendo sviluppa la conoscenza comune di un dato Ma vediamo più da vicino di che si tratta. Occorre innanzitutto
problema. La discussione può essere utilizzata dall’insegnante sia precisare che il termine cooperative learning indica un’ampia area di
come mossa, d’apertura del lavoro su mi tema (ad es. la discussione tecniche che attribuiscono un ruolo cruciale alla cooperazione
sulle cause dell’inquinamento), e quindi per analizzare le conoscen nell’apprendimento in classe. Gli autori più conosciuti in questo
ze di partenza degli studenti e formulare insieme i problemi da inda campo sono certamente David W. Johnson e Roger T. Johnson del
gare, sia come strumento di svolgimento dell’attività (ad es. una Cooperative Learning Center dell’università del Minnesota, che
discussione dopo l’esplorazióne dell’ambiente sulle relazioni tra hanno elaborato alla fine degli anni ottanta del secolo scorso un
cause e conseguenze dell’inquipamento), per portare avanti in grup approccio noto come Learning Together (Johnson, Johnson,. 1991}.
po l’analisi di problemi da indagare. Può essere, anche utilizzata per Un altro autóre di riferimento può essere considerato Robert Slavin,
socializzare gli èsiti di. un percorso di ricerca messo in atto attraverso che ha proposto lo Student Team Learning (Slavin, 1980). ‘
gruppi di lavoro (ad es. discutere sui possibili interventi per affron Ma come creare delle situazioni di cooperative learning in classe?
tare il problema dell’inquinamento in un particolare ambiente). In Possiamo individuare innanzitutto quattro condizioni fondamenta
entrambi i casi può essere utile visualizzare gli esiti della discussione li, secondo Comoglio e Cardoso (1996), per costruire un ambiente
mediante il ricorso a mappe o schemi che “fotografino” i risultati di apprendimento cooperativo:
raggiunti nello sviluppo della conoscenza. Questa modalità di lavo ® interdipendenza positiva', gli studenti sono consapevoli che il
ro comporta naturalmente un ripensamento sia della progettazione rapporto di collaborazione che li unisce nel gruppo di cui fanno
dell’attività didattica, non più centrata su contenuti da trasmettere parte è tale per cui non può esistere successo individuale senza un
ma su problemi da indagare, sia sulla sua valutazione, in quanto si successo collettivo;
richiede la creazione di strumenti in grado di rilevare non solo il livel ® responsabilità individuale', ogni studente è responsabile di una parte
lo di apprendimento individualmente raggiunto, ma anche la cono del lavoro complessivo del gruppo, da cui dipendono il lavoro dei
scenza collettiva elaborata e l’interazione sociale orientata al compagni e il raggiungimento dell’obiettivo da parte del gruppo stesso;
104 : 105
© interazione costruttiva diretta e uso di abilità sociali-, gli studenti ® interdipendenza di competenze: per svolgere il compito vengono
devono .promuovere reciprocamente il loro apprendimento, scam richieste competenze diverse che devono integrarsi tra loro. Ad
biandosi aiuto e incoraggiamento, e assicurarsi che tutti i compagni esempio, la realizzazione della pagina di giornale richiede capacità
del gruppo siano in grado di svolgere e svolgano correttamente il di produzione di testi, abilità grafiche per le immagini, saper usare il
compito; computer, ed è solo grazie alla combinazione di tutti questi elemen
® uso di competenze sociali: per lavorare insieme agli altri ogni ti che si può procedere alla realizzazione del prodotto;
studente deve possedere competenze sociali che gli consentano di • interdipendenza di ruolo: il compito richiede di esercitare funzio
offrire un contributo efficace al funzionamento del gruppo, quali ad ni diverse all’interno del gruppo di lavoro: coordinare, fare una sinte
esempio: guidare il gruppo, prendere decisioni insieme, favorire la si delle decisioni assunte, controllare Tapprendimento dei membri
partecipazione ecc.; del gruppo;
® valutazione del gruppo-, il gruppo valuta il lavoro svolto, esami • interdipendenza di materiali: anche i materiali possono configu
na le strategie utilizzate e riflette con l’aiuto dell’insegnante su come rare una situazione di interdipendenza; ciò accadrebbe se, riprenden
possa essere migliorato. Esaminiamo ciascuna condizione più in do l’esempio del giornale, il gruppo avesse a disposizione due sole
dettaglio. fonti o un unico computer per stendere un articolo e sarebbe quindi
A Interdipendenza positiva. Nell’attività in classe possiamo trova costretto a utilizzare tale materiale organizzando dei turni di.lavoro;
re in genere tre diverse situazioni: l’assenza di interdipendenza, in cui ® interdipendenza di valutazione: si pone la necessità di collegare i
ogni individuo persegue il suo obiettivo senza né aiuto né ostacolo risultati delle prestazioni di gruppo ai risultati individuali. Questo può
da parte degli altri; l’interdipendenza negativa, quando le persone essere fatto in diversi modi: ad esempio, prevedendo una valutazione
sono legate dà una relazione per cui il raggiungimento di un obiet individuale e una del lavoro di gruppo nel suo complesso oppure una
valutazione individuale che sia una somma ponderata dei risultati
tivo da parte di una di loro impedisce agli altri di fare altrettanto
individualmente raggiunti dagli studenti (cfr. il punto successivo).
(competizione): è la situazione in cui gli studenti, competono tra
B Responsabilità individuale. Mentre in molte situazioni in cui si
loro per guadagnare un premio; e infine l’interdipendenza positiva,
utilizza il lavoro di gruppo la responsabilità del singolo si perde, e
in cui ciascuno raggiunge l’obiettivo se gli altri possono fare altret
spesso si valuta unicamente il gruppo, nel cooperative learning viene
tanto (collaborazione) : possiamo qui collocare quelle situazioni in
sottolineata la necessità di riconoscere le responsabilità di ciascuno
cui tutti i membri del gruppo lavorano alla realizzazione di un
creando un’interdipendenza di valutazione. La scelta delle strategie
prodotto comune. Nel cooperative learning possiamo distinguere per la creazione di tale interdipendenza, volta ad equilibrare respon
cinque possibili forme di interdipendenza positiva: sabilità individuale e contributo del lavoro di gruppo, va attenta
® ■ interdipendenza di compito: l’obiettivo non può essere raggiunto mente analizzata. Si possono ad esempio predisporre due valutazio
individualmente in quanto il compito deve essere suddiviso tra tutti i ni, una individuale e una di gruppo, anche se a volte si può rischiare
membri del gruppo. Tale suddivisione può essere autogestita o affida in questo modo di incorrere nella svalutazione del lavoro comune
ta all’insegnante. Ad esempio, se il compito prevede la realizzazione di (gli studenti si potrebbero accontentare della valutazione indivi-.
un giornale, in cui ogni gruppo lavora a una pagina a tema, gli artico duale). Si può allora prevedere una valutazione individuale come
li di quella pagina costituiscono le parti che richiedono la cooperazio somma ponderata data dal risultato individuale (che potrebbe costi
ne di gruppo nella ricerca di fonti, di foto, nella stesura degli articoli; tuire, ad esempio, il 70% della valutazione) e il risultato medio del
106 107
gruppo (che potrebbe comporre l’altro 30% della valutazione). Ad no essere insegnate. Inoltre, anziché attribuire a una persona la
esempio, un alunno che ha come risultato individuale in un test 10 e funzione di leader, si mira a far sviluppare una leadership distribui
il cui gruppo di lavoro ottiene una media di 9 in un altro test, potreb ta: a ogni persona viene attribuito un ruolo importante per far
be avere una valutazione individuale complessiva di 9.7 (risultante funzionare il gruppo (interdipendenza di ruolo). Possiamo distin
dalla somma del 70% di lo + il 30% di 9). Anche questa scelta, tutta guere allora due aree di competenze:
via, potrebbe comportare il rischio di conflitti soprattutto se, come • quelle che permettono al gruppo di affrontare efficacemente il
nell’esempio fatto, il punteggio del singolo può risultare diminuito compito (capacità di esprimersi e di ascoltare, di chiedere informa
da quello ottenuto dal gruppo. Si può allora fare in modo che il risul zioni e di darne, di stimolare la discussione aprendo nuove ipotesi
tato medio del gruppo venga sommato in modo ponderato a quello di indagine e offrendo soluzioni);
individuale solo se quello del gruppo è più alto di quello individua ® quelle che contribuiscono a costruire un buon clima (saper dare,
le, favorendo così la percezione del lavoro di gruppo come fonte di incoraggiamenti e aiuto, saper facilitare la comunicazione,.saper
un valore aggiunto a quello del singolo. risolvere problemi interpersonali, saper gestire un conflitto, saper
c Interazione costruttiva diretta. Promuovere una condizione di osservare i processi di lavoro).
interazione 'costruttiva diretta significa lavorare perché gli studenti Il possesso e il buon uso di tali abilità sono un prerequisito necessa
sviluppino la consapevolezza,dell ’importanza di offrirsi aiuto reci rio per costruire un clima in cui ognuno.possa esprimere liberamen
proco per il raggiungimento di un obiettivo, attraverso vari livelli di te le proprie idee, chiedere aiuto senza sentirsi svalutato o offrirne
disponibilità: aiutare e farsi aiutare, incoraggiarsi e migliorarsi reci senza andare incontro a reazioni di rifiuto. Nel costruire un ambien
procamente, accettare critiche costruttive, fornire feedback sul te cooperativo è quindi necessario insegnare questo tipo di compe
modo di procedere. Gli studenti vanno quindi coinvolti in attività in tenze, con un programma di intervento che si sviluppi secondo
cui migliorare le prestazioni e allo stesso tempo accrescere il grado modalità graduali e progressive. Questo tipo di training prevede
di apertura verso gli altri. È importante lavorare su questa condizio alcune fasi tipiche (Johnson, Johnson, 2005):
ne fin dalle prime fasi di applicazione del cooperative learning in ® capire il bisogno della competenza: e una fase motivazionale che
classe, perché solo l’instaurarsi di un clima relazionale positivo può serve a far comprendere l’importanza di quella particolare compe
favorire la riuscita dell’esperienza di apprendimento. tenza nel contesto del lavoro di gruppo e individuare le situazioni in
D Uso di competenze sociali. Una buona qualità dell’interazione nel cui è necessaria;
gruppo rimanda ad alcune abilità sociali necessarie per lavorare insie ® formularne una definizione chiara: è la fase in cui l’insegnante,
me (capacità di guidare il gruppo, di gestire i conflitti, di prendere insieme agli studenti, lavora per esplicitare le caratteristiche della
decisioni, di risolvere i problemi ecc.). Molto spesso tali capacità competenza oggetto di lavoro, individuando gli aspetti verbali e
vengono date per scontate, soprattutto se l’insegnante è convinto che non verbali attraverso cui si esprime;
esse corrispondano a tratti di personalità innati. In questo caso, a • realizzarne una pratica guidata: in questa fase vengono proposte
volte capita che gli insegnanti inseriscano, nel momento di costitui attività basate su analisi di casi o simulazioni che permetterlo di
re i gruppi, qualcuno che abbia la funzione di leader. Il modo di vedere-la competenza in azione e creare poi spazi di discussione sul
procedere del cooperative learning è completamente diverso: nell’or- suo utilizzo;
ganizzare il lavoro di gruppo si presuppone che le persone non abbia • creare occasioniperperseverare nella sua messa inpratica', una volta
no le necessarie competenze relazionali e che quindi queste debba terminate le fasi precedenti, si può prevedere l’inserimento di un
108 109
osservatore nel gruppo durante lo svolgimento del lavoro (che ce senso: permette agli studenti di prendere consapevolezza dell’im
potrebbe essere l’insegnante o un membro del gruppo stesso apposi portanza di tali competenze e di favorirne lo sviluppo mediante l’os
tamente incaricato) per poi verificare, dopo ogni incontro, la servazione del proprio modo di interagire durante il lavoro, e
competenza sociale utilizzata e prevedere opportuni rinforzi sociali. consente la riflessione su di esso.
L’insegnante può anche intervenire durante il lavoro del gruppo per Nel predisporre un ambiente di apprendimento cooperativo, l’inse
fornire assistenza nel compito o per facilitare la collaborazione tra gli gnante assume dunque un ruolo specificò, in quanto non è sufficiente
alunni. Nel primo caso si preoccupa di migliorare le procedure di che conosca le discipline che insegna ma deve anche promuovere una
lavoro, nel secondo di risolvere i problemi di interazione sociale. buona qualità del lavoro di gruppo. Comoglio (1996) sintetizza così i
E Valutazione del gruppo. Occorre prevedere spazi e modalità di compiti dell’insegnante nel condurre un’esperienza di cooperative
revisione del lavoro per consentire un miglioramento continuo delle learning:
strategie attraverso cui il gruppo si organizza. Questo aspetto è lega ® specificare chiaramente gli obiettivi da un punto di vista cogni
to, nell’apprendimento cooperativo, a un duplice livello di definizio tivo e sociale;
ne degli obiettivi, cognitivo e sociale. L’attività è orientata infatti non • prendere decisioni circa la formazione dei gruppi;
solo a sviluppare conoscenze su un dato argomento, ma anche a far ® spiegare il compito e gli obiettivi agli studenti, chiarendo i livel
funzionare efficacemente il gruppo di lavoro, due dimensioni che li di interdipendenza implicati;
sono tra loro interdipendenti: non c’è sviluppo di conoscenza se il • predisporre le competenze sociali che dovranno essere utilizzate
clima, nel gruppo, è negativo. A questo scopo, come accennato in in una specifica esperienza, controllare l’efficacia della collaborazio
precedenza, è necessario che tra gli studenti sia prevista la figura di ne nei gruppi e intervenire per fornire assistenza o migliorare le
un osservatore,, che riporti le sue considerazioni nella fase di riflessio competenze; .
ne metacognitiva. E senz’altro utile che l’osservatore (ma anche l’in ® valutare il rendimento degli studenti e aiutarli a discutere su
segnante) si doti di una scheda su cui registrare, ad esempio, la come hanno collaborato.
frequenza di alcuni comportamenti utili per il buon andamento del Come abbiamo accennato in precedenza, diverse possono essere le
lavoro di gruppo. Una scheda di questo tipo.potrebbe comprende modalità concrete di realizzazione di un’attività di cooperative lear
re, in relazione alle due aree di abilità descritte nel punto c, i seguen ning, anche se va detto che l’insegnante, una volta ben compresi i
ti aspetti: principi base dell’approccio, può introdurre delle variazioni adegua
© comportamenti che denotano l’uso di procedure di lavoro effi te al suo contesto di intervento. Citiamo a titolo esemplificativo
caci; una modalità di applicazione: il jigsaw. 7 ;
© comportamenti che manifestano competenze sociali nella realiz Pur esistendo diverse forme di jigsaw, proposte da diversi autori
zazione del lavoro di gruppo. Potrebbe essere utile anche predispor (Aronson et al., 1978; Slavin, 1980), i passaggi essenziali di questa
re un questionario sugli stessi aspetti da distribuire agli studenti alla modalità di lavoro possono essere descritti in quattro fasi:
fine dell’attività. Al termine del lavoro di gruppo l’insegnante, utiliz ® costituzione dei gruppi di partenza. L’insegnante esplicita obiet
zando Ì dati delle proprie osservazioni e quelli relativi alle verifiche tivi cognitivi e sociali del lavoro e organizza i gruppi. Assegna agli
sull’apprendimento, esprime le proprie valutazioni sia sul livello di studenti una parte di materiale comune sull’argomento di. studio e a
apprendimento raggiunto dagli studenti, sia sulla qualità del funzio ciascun membro del gruppo il compito di diventare esperto di un
namento dei gruppi. Quest’ultimo aspetto è importante in un dupli aspetto particolare dell’argomento, consegnandogli del materiale
110 111
specifico. Ad esempio, se si studiasse in storia la rivoluzione america rizzazione di informazioni. L’impegno comune inoltre favorisce la
na, l’insegnante potrebbe distribuire del materiale di inquadramen conoscenza reciproca, l’attenzione verso l’altro e lo sviluppo di senti
to generale del periodo storico, da leggere tutti insieme, e potrebbe menti di stima e di fiducia;
affidare a ogni membro il compito di analizzare rispettivamente le • qualità delle relazioni interpersonali', il lavoro cooperativo spin
cause, le fasi della rivoluzione, le conseguenze in America e le conse ge a prendere in esame il punto di vista degli altri, valutarne qualità
guenze in Europa. Il gruppo esamina prima insieme il materiale e limiti, apprezzare doti o esprimere dissenso per qualche aspetto
comune per poi procedere alla fase successiva; del loro comportamento: ci si conosce e ci si accetta di più. L’atten
® il gruppo degli esperti. Il gruppo iniziale si smembra: gli incarica zione, la stima, il rispetto ricevuto spingono ognuno a impegnarsi
ti di approfondire ciascun aspetto vanno a raggiungere i colleghi maggiormente per raggiungere l’obiettivo comune. Con l’àttenzio-
che si sono occupati dello stesso argomento formando gruppi ne reciproca cresce anche la fiducia nelle proprie capacità e la consa
omogenei per tema (ad es., tutti gli esperti delle cause della rivoluzio pevolezza di poter contare sugli altri;
ne americana si riuniscono insieme, altrettanto fanno gli esperti delle • benesserepsicologico personale-, il benessere psicologico sperimen
fasi e quelli delle conseguenze)., con lo scopo di studiare insieme il tato in un ambiente di questo tipo, grazie al supporto che l’autosti-
tema e diventarne esperti per poi tenere una relazione ai compagni ma riceve nel lavoro di gruppo, rende le persone più disponibili a
dei gruppi originari della prima fase; impegnarsi per raggiungere scopi condivisi, a mettere in gioco le
® socializzazione delle conoscenze. Gli studenti, dopo aver analiz proprie risorse per comunicare efficacemente, coordinare gli sforzi,
zato il proprio tema, ritornano a comporre i gruppi originari (che gestire i conflitti in modo costruttivo. Il benessere promuove buone
diventano gruppi di socializzazione delle conoscenze), in cui sono relazioni interpersonali: apertura agli altri, disponibilità a collabora
ora presenti esperti di tutti i diversi aspetti deH’argomento. Gli esper re, valutazione critica dei comportamenti propri e altrui.
ti espongono a turno il tema di cui si sono occupati i compagni, i
quali ascoltano e intervengono icon domande e osservazioni;
® studio individuale o ripasso di gruppo e prova di verifica. Segue
un periodo in cui ogni studente, in forma individuale o ancora utiliz
zando i gruppi, ha la possibilità di ripassare l’intero argomento su cui
verterà la prova di verifica.
Quale può essere il valore aggiunto del cooperative learning come
strategia globale di organizzazione del lavóro in classe ? D. W. John
son e R. T. Johnson (1991) sostengono che un approccio di questo
tipo ha ricadute importanti su tre aspetti, in interazione circolare
tra loro:
® impegno"'condiviso e risultati-, nel lavoro cooperativo tutti gli
studenti lavorano di più, passano più tempo sul compito, sviluppa
no più motivazione intrinseca. Manifestano inoltre livelli di ragiona
mento più complessi, dovendo utilizzare procedure di lavoro che
comportano il ricorso all’argomentazione e non alla semplice memo
112 113
® il computer come insegnante: i programmi gai e icai; ;
5» Le tecnologie digitali a scuola ® il computer come laboratorio virtuale: i programmi di simula
zione;
Verrà un giorno in futuro in cui si andrà a lavorare
infilandosi una giacca confortevole foderata da una
® il computer come cassetta degli attrezzi: i programmi applicativi;
miriade di sensori e di motori simili a muscoli. ® il computer come allievo: la programmazione;
'Ogni movimento delle proprie braccia e delle • il computer come libreria multimediale: gli ipermedia;
proprie dita verrà riprodotto in un altro luogo da • il computer come ambiente di collaborazione: gli strumenti di inte
mani meccaniche mobili.
razione on fine.
Marvin Minsky Per ognuna di queste categorie prenderemo in considerazione alcu
ni esempi di strumenti chiarendo le possibili applicazioni in campo
La riflessione condotta negli ultimi anni sul ruolo della scuola nella educativo e gli approcci teorici sottostanti.
società del nuovo millennio sta disegnando scenari complessi e al
contempo entusiasmanti, rispetto ai quali le tecnologie digitali gioca 5.1.1. Il computer come "insegnante” L’appròccio della gai (Com
no un ruolo di cruciale importanza. Nel 1995 il Libro Bianco della puter Assisted Instruction) può essere considerato una delle prime
Commissione europea Insegnare e imparare: verso la società cognitiva modalità di utilizzo del computer in ambito educativo. Nato agli
curato da Edith. Cresson, commissario per la ricerca, l’istruzione e la inizi degli anni cinquanta del secolo scorso e comparso nelle scuole -
formazione, configurava già la società del prossimo futuro attraverso americane intorno agli anni sessanta, quando furono realizzati i
tre grandi tendenze: l’estensione a livello mondiale degli scambi, l’av primi microcomputer, tale approccio si basa sull’idea di realizzare
vento della società dell’informazione e il rapido progresso dell’innova una forte individualizzazione dell’istruzione: anziché far sì che tutti
zione scientifica e tecnica. In una società di questo tipo è di fondamen gli studenti lavorino sullo stesso materiale e con le stesse modalità, si
tale importanza preparare culturalmente le persone, fin dal percorso può offrire a ognuno un percorso di apprendimento personalizzato,
scolastico, a orientarsi nel mondo dell’informazione e della telecomu gestito dal computer che opera come un teacher. La visione teorica •
nicazione. Come si sta attrezzando la scuola dinanzi a questo scenario ? che ha ispirato programmi di questo tipo è. di matrice comportamen
Il varo da parte del ministero della Pubblica Istruzione a partire dal tista e in particolare si riferisce a quanto Skinner andava realizzando
1996 di una serie di piani per la diffusione delle tecnologie digitali ha (cfr. CAP. 1) in termini di Istruzione programmata: l’apprendimento
condotto a una proliferazione di attività che hanno coinvolto inse è visto come associazione di risposte corrette dello studente a stimo
gnanti e studenti nell’utilizzo del computer a scuola. C’è una forte li forniti dal-programma. Un argomento di studio viene cioè scom
domanda di modelli di utilizzo, di spazi di riflessione e di confronto su posto in unità di lavoro poste in ordine di complessità crescente.
come usare tali strumenti, che richiedono flessibilità dell’organizzazio Dopo ogni unità di lavoro vengono presentati alcuni test cui lo
ne scolastica e sviluppo di attività di sperimentazione innovativa. studente deve fornire delle risposte e a esse viene offerto un feed
back valutativo immediato. Successivamente, con lo sviluppo degli
5.1. Sei metafore sull’uso del computer in classe Avendo studi sull’intelligenza artificiale, a partire dagli anni settanta, comin
sullo sfondo lo scenario in precedenza delineato, nel corso di questo ciarono a essere realizzati sistemi ancora più flessibili di istruzione
capitolo passeremo in rassegna i diversi strumenti basati su compu assistita dal computer, detti ICAI (Intelligent Computer Assisted
ter a disposizione della scuola attraverso sei differenti metafore: Instruction) che erano in grado di adottare strategie individualizza-
Hit 115
te in relazione alle risposte dello studente. In genere essi prevedono: Spore, in cui gli utenti possono sperimentare l’evoluzione di esseri
® test iniziali utilizzati per valutare lo stato della conoscenza e le viventi: partendo da microbi sì procede attraverso organismi multi-
abilità iniziali dell’allievo; cellulari verso l’organizzazione di esseri consapevoli di sé, che crea
® percorsi, di conoscenza verso cui lo studente viene indirizzato, no delle civiltà.
adeguati al suo livello iniziale, .articolati in unità di lavoro via via più L’utilizzo in campo educativo di questo tipo di programmi può
complesse; . presentare risvolti interessanti. Una simulazione, infatti, può essere
® personalizzazione del ritmo di apprendimento, in quanto lo considerata una riproduzione tramite computer di un fenomeno
studente può scegliere di ripetere delle unità di lavoro o di fermarsi rappresentato nei suoi diversi aspetti e nei processi sottostanti che ne
durante il percorso; determinano le caratteristiche. Si possono simulare fenomeni in
® feedback immediato in itinere e finale, attraverso test organiz questo senso fisici (ad es. un terremoto), chimici (le combinazioni di
zati dal programma, per verificare alla fine di ogni unità di lavoro diverse sostanze) o biologici (lo sviluppo di un essere vivente). Si
l’effettiva acquisizione delle conoscenze e stabilire come proseguire possono riprodurre in simulazione anche fenomeni comportamen
il percorso verso direzioni individualizzate. tali (ad es. organismi che apprendono determinate abilità), sociali (la
Strumenti tipo cai e ICAI vengono spesso utilizzati a scuola in quan migrazione di popolazioni), economici (la gestione di un’azienda) o
to consentono percorsi mirati a potenziare le abilità dello studente e, storici (lo sviluppo di un popolo). Interessanti esempi in questo
nei casi di difficoltà di apprendimento o in alcune situazioni di senso sono stati messi a punto da Parisi (2000) e dal gruppo di ricer-’
disabilità, permettono di realizzare interventi mirati a recuperare ca del cnr di Roma che si è occupato, verso la metà degli anni
specifici deficit di abilità. Essi inoltre supportano la motivazione novanta, di sistemi neurali e vita artificiale. Utilizzando le reti neura-
degli studenti che hanno la possibilità di uno spazio “privato” in cui li, Parisi e colleghi hanno costruito programmi che simulano feno
lavorare sulle proprie difficoltà, analizzando i propri progressi e meni di tipo biologico, come ad esempio una catena alimentare in
ricevendo valutazioni singolarmente e al di fuori della comunica un ecosistema con organismi vegetali, consumatori primari (cioè di
zione formale dell’insegnante; vegetali) e consumatori secondari (ovvero predatori che si cibano dei.
consumatori primari). Lo studente può assumere il ruolo di un
5.1.2. Il computer come "laboratorio virtuale” I programmi di biologo e può manipolare alcune variabili attraverso il software:
simulazione sono spesso associati ad attività di gioco, caratterizzati aumentare la velocità di riproduzione dei predatori per analizzare i
dalla riproduzione di ambienti virtuali in cui si svolge un role cambiamenti dell’equilibrio nell’ecosistema o modificare il colore
playing: l’utente assume infatti un ruolo entro un contesto e ha un dell’ambiente per studiare come cambia la capacità dei consumato
obiettivo da raggiungere, interagendo con altri personaggi; Un ri secondari di individuare quelli primari.
esempio classico è rappresentato da un gioco di simulazione chia L’apprendimento, mediato da tali strumenti, viene visto, secondo
mato SimCity, ideato daH’informatico americano Will Wright: in un approccio costruttivista, come un processo di elaborazione di
esso il giocatore interpreta il ruolo di un sindaco che sta costruendo ipotesi su un problema e di verifica mediante sperimentazione. In
una città in un territorio e deve assumere via via decisioni riguar questa prospettiva il computer diventa un laboratorio virtuale speri
danti l’organizzazione del piano regolatore, la tassazione dei cittadi mentale per osservare fenomeni, manipolare le condizioni entro cui
ni, la costruzione di strade, zone industriali, servizi pubblici ecc. Su essi si verificano e osservare le conseguenze di tali manipolazioni. Un
un altro versante possiamo segnalare, sempre di Wright, il recente notevole supporto che la simulazione al computer può offrire riguar-
116 117
da la possibilità di studiare fenomeni e di manipolare variabili che funzioni, organizzare il loro uso secondo sequenze precise ecc.). Le
in un laboratorio scolastico o in natura sarebbe molto problematico attività svolte tradizionalmente con carta e penna vengono dunque
riprodurre, come l’adattamento di una specie a un ambiente, il sostanzialmente modificate; se prendiamo ad esempio in considera
processo di selezione naturale o l’effetto delle mutazioni genetiche. zione l’attività di scrittura di un testo attraverso un programma di
L’imparare “facendo”, consentito dall’utilizzo della simulazione, videoscrittura, possiamo caratterizzare i cambiamenti in termini di:
comporta ulteriori vantaggi nella possibilità di (Parisi, 2000): ® maggioreflessibilità del testo-, il testo scritto su carta è statico,
» costruire ambienti di apprendimento adeguati a diversi stili mentre il testo digitale è flessibile, soggetto a continue manipolazio
cognitivi (o diverse forme di intelligenza, direbbe Gardner) grazie ni (tagli e aggiunte di pezzi o di parole, inserimenti di nuove frasi).
alla manipolazione di simboli non solo verbali (come accade invece Queste possibilità rendono un testo scritto al computer mai defini
in genere nell’istruzione) ma anche di tipo iconico; tivamente concluso ma sempre in progress^ sottoponibile a continue
® comprendere meglio i concetti, che vengono manipolati dagli revisioni e integrazioni o di nuovo utilizzabile entro altre produzio
studenti in situazioni significative anziché presentati in modo astrat ni testuali;
to e acontestuale attraverso il linguaggio verbale dall’insegnante; supporto alprocesso di scrittura-, l’attività di scrittura può essere
• 'motivare lo studente, in quanto questi assume un ruolo attivo supportata dalle opzioni del programma a livello, ad esempio, di
nel proprio processo di apprendimento: definisce obiettivi di inda feedback-sulla correttezza delle parole (attraverso il correttore orto
gine e ipotesi, formula strategie di sperimentazione, analizza e discu grafico) oppure di possibilità di ricerca di sinonimi e contrari (attra
te i risultati degli esperimenti compiuti. verso la funzione Thesaurus) o di analisi dell’organizzazione del testo
nelle sue parti (mediante l’uso del comando-struttura di Word che
5.I.3. Il computer come "cassetta degli attrezzi” Con questa metafo evidenza i titoli e i sottotitoli). Il processo di scrittura viene posto
ra ci riferiamo a quell’insieme di programmi (ad es. videoscrittura, quindi maggiormente sotto il controllo dello studente, che sceglie il
programmi di grafica e di fotoritocco, fogli elettronici ecc.) che momento in cui utilizzare le indicazioni che il computer può metter
amplificano alcune abilità cognitive dell’individuo legate ad attività gli a disposizione;
specifiche (come ad. es. scrivere, disegnare, fare calcoli) e permetto ® sviluppo delle possibilità espressive della scrittura-, le opzioni di
no di realizzare prodotti culturali divario genere (ad es. testi, imma grafica che un programma di videoscrittura offre in termini' di tipo
gini, archivi di dati ecc.); Il ruolo che il computer assume è quello di di carattere, dimensioni, colore, inserimento di immagini ecc.
un tool (Taylor, 1980), cioè di uno strumento che permette di realiz permettono dì esplorare nuove possibilità nella dimensione espressi
zare in modo nuovo, a scuola, le attività di apprendimento e di inse va della scrittura. Se prendiamo ad esempio un testo narrativo,
gnamento. possiamo ipotizzare di usare differenti modalità grafiche per espri
Gli strumenti, come ci ricorda la prospettiva vygotsldana, non sono mere diverse emozioni dell’autore o del protagonista, punti di vista
“neutri” ‘rispetto alle attività da svolgere: essi richiedono procedure di diversi personaggi, ambientazioni delle sequenze narrative ecc.; .
nuove per realizzare un prodotto (si pensi alle differenze tra il dise ® una produzione testuale più aderente'a un contesto comunicativo'.
gnare con una matita su un foglio o con una matita virtuale di un possiamo utilizzare le caratteristiche grafiche della scrittura per
programma di grafica ecc.) e plasmano inoltre i processi di pensiero potenziare le caratteristiche comunicative del testo. Se si scrive un
che stanno alla base di tali procedure (per poter usare il programma articolo di cronaca per un giornale rivolto a un pubblico'giovane,
di grafica occorre conoscere i simboli che esprimono lé sue diverse questa scelta si traduce in un certo tipo di linguaggio, nella selezione
SS® ss
di determinati contenuti, nella.scelta di immagini efficaci. Usare un settanta da Log». Ideato da Seymour Papert (1994) del mit (Massa-,
programma di videoscrittura.permette di esplorare tutte queste chusetts Institute of Technology) di Boston, Logo è un programma
possibilità, al .punto da poter trasformare realmente il testo prodot che consente di utilizzare un linguaggio semplice per dare istruzioni
to in un articolo di giornale. che servono a far muovere un triangolino, metaforicamente chiama
Un discorso analogo potrebbe essere svolto per quanto riguarda to “tartaruga”, sullo schérmo del computer. La tartaruga si sposta sul
l’utilizzo di fogli elettronici in ambito matematico o di software per monitor seguendo i comandi forniti dagli studenti e lascia una. scia
la grafica o per l’elaborazione del suono per le discipline di area arti- sullo schermo, attraverso cui disegna figure geometriche. In questo
stico-musicale. modo lo studente può realizzarne graficamente diversi tipi, dando
In generale, possiamo affermare che il contributo dei programmi istruzioni alla tartaruga di fare un certo numero di passi avanti, a
applicativi a scuola può essere particolarmente interessante proprio sinistra o a destra. Alcuni interessanti risvolti di questo programma
nella prospettiva di far confrontare gli studenti con problemi e atti sono presenti in tre versioni più recenti di questo programma che
vità più vicini alla realtà sociale e professionale esterna alla scuola, avvicinano gli utenti al mondo dei robot: Lego/Logo, Star Logo e
proprio per il loro potere di riprodurre contesti realistici e di consen Logo Mindstorms. Le innovazioni realizzate vanno nella direzione di
tire la realizzazione di prodotti culturali che siano, in senso bruneria- rendere la tartaruga ancora più reale in quanto (Nolfì, zooo): a) è
no, realmente significativi per là partecipazione alla vita della comu dotata di un sistema sensoriale e motorio; b) può essere program
nità sociale. f mata per agire sull’ambiente; c) può interagire con altri suoi simili. .
L’idea originaria di Papert era di mettere a punto uno strumento che
54.4. Il computer come ‘'allievo” La programmazione ha rappresen consentisse anche a un bambino di manipolare oggetti attraverso
tato negli anni settanta il debutto del computer nella scuola italiana, istruzioni e di osservare gli esiti di tali manipolazioni, secondo un
quando “computer” era principalmente sinonimo di “informatica” e approccio di tipo costruttivista. In questo senso lo studente insegna
programmare era l’abilità che la scuola intendeva promuovere. I al computer a “pensare” fornendogli le indicazioni per fargli realiz
linguaggi di programmazione (dal Basic al Pascal, al Cobol, per cita zare un certo “comportamento”; lo stesso studente è spinto a riflet
re alcuni esempi illustri) venivano allora insegnati agli studenti con lo tere sulle relazioni tra istruzioni da fornire e comportamenti dà far
scopo di metterli in condizione di costruire programmi in grado di realizzare. L’attività di costruzione e di addestramento di robot
compiere operazioni matematiche o più in generale elaborazioni di mediante il ricorso a un linguaggio di programmazione può in
dati. L’attività di programmazione metteva dunque lo studente nella questo senso favorire lo sviluppo di abilità di tipo metacognitivb, in
condizione di controllare la macchina, di istruirla per eseguire dei termini di riflessione sull’organizzazione del proprio pensiero: occor
compiti come fosse un allievo che impara dal suo programmatore. re, infatti, prevedere il tipo di ambiente o robot da costruire, defini
Dopo aver vissuto un periodo di oscuramento, l’attìvità di program re il comportamento che s’intende fargli produrre, pianificare le
mazione è ritornata all’attenzione della scuola sia per lo sviluppo di sequenze di istruzioni necessarie per ottenere un certo risultato,
linguaggi piùflessibili (Visual Basic, C++), che permettono di realiz monitorare l’andamento della programmazione, verificarne l’esito
zare abbastanza agevolmente prodotti complessi, sia per la diffusio controllando l’efficacia della strategia di programmazione adottata.
ne di prograxfimi che consentono di sperimentare piccole attività di
programmazione anche a livello di scuola di base. Un esempio di 5.I.5. Il computer come “libreria multimediale” Con il termine iper
questo tipo era senz’altro già rappresentato verso la fine degli anni medium si intende uno strumento digitale che possiede due caràtte-
)
120 121
àstiche principali: presenta le informazioni utilizzando più. linguag consentendo al soggetto di individuare la propria posizione nell’ìper-
gi (multimedialità) e le rende accessibili con collegamenti non linea medium (come ad es. le mappe globali.che rappresentano in un
ri tra le informazioni stesse (ipertestualità). I contenuti vengono diagramma l’organizzazione dei nodi). ’
mostrati, infatti, ricorrendo a diversi-sistemi di simboli come, ad Il sistema ipermediale può offrire nuove modalità di pensare e rior
esempio, suoni, grafici, immagini statiche, filmati o animazioni, e la ganizzare il discorso educativo, proponendo nuovi scenari di media
struttura non lineare che li organizza permette collegamenti multi zione dell’apprendimento grazie alle sue particolari caratteristiche:
pli creati dallo stesso lettore, che si muove costruendo di volta in A l’ipertestualità-, l’organizzazione non lineare delle informazioni
volta itinerari di suo esclusivo interesse. Vengono meno in questo contenute negli ipermedia può risultare interessante su uri duplice
modo i vincoli di un percorso preordinato e rigido fatto di sequenze piano:
organizzate, come accade ad esempio quando leggiamo un libro o un * a livello metacognitivo l’utilizzo di ipermedia o la costruzione di
testo scritto, in cui l’ordine delle pagine o la successione delle parole strutture ipermediali può favorire l’acquisizione di un modo com
ci pòrta a procedere in un’unica direzione. La struttura di un sistema plesso di pensare la conoscenza, superando una visione frammenta
ipermediale è costituita da unità informative {nodi) collegate tra loro ta della stessa in diverse discipline specialistiche, e consentire l’acqui
da una serie di collegamenti {link), La sua esplorazione è descritta sizione di uno stile cognitivo caratterizzato dalla capacità di creare
attraverso la metafora della navigazione in uno spazio e si avvale relazioni tra diversi contenuti, in modo interdisciplinare;
quindi di diversi strumenti di navigazione e di orientamento (Cesare- • ■ a livello motivazionale l’organizzazione non lineare delle infor
ni, 1995). mazioni permette allo studente di intraprendere o creare percorsi di
Un nodo è un’unità informativa che possiede una sua funzione conoscenza rispondenti ai propri interessi. Questo aspetto. gli con
comunicativa autonoma: presenta le informazioni su un contenuto sente di sperimentarsi come un soggetto attivo e autonomo, che
specifico che costituisce una parte circoscritta, e per certi versi a sé controlla il proprio processo di apprendimento; .
stante, rispetto al tema generale (come ad es. una pagina di un iper- B la multimedialità-, la natura multimediale delle informazioni
medium Sull’Olanda che contiene informazioni verbali e immagini negli ipermedia può configurarsi come un’interessante risorsa sul
su Amsterdam). Il link è una connessione tra.nodi che conferisce piano educativo in quanto:
all’ipermedium la struttura non lineare. Esso è costituito da un « a livello cognitivo la presentazione di informazioni attraverso
comando che permette il passaggio da un nodo all’altro ed è eviden più linguaggi può favorirne una migliore fruizione, secondo lo stile
ziato sullo schermo attraverso “parole calde” (di diverso colore), cognitivo di ciascuno, rispetto a quanto avviene all’informazione
simboli grafici o "bottoni” attivabili mediante i tasti del mouse. Per presentata nei libri di testo in cui la forma verbale è predominante;
testare nel nostro esempio,, sulla pagina di Amsterdam possiamo anche nel caso della costruzione di un ipermedium, la necessità per
trovare un link che ci porta a un’altra pagina in cui si parla dei musei gli studenti di rappresentare un contenuto di conoscenza attraverso
di questa città. Per quanto riguarda gli strumenti per muoversi attra più linguaggi può favorire la valorizzazione delle diverse capacità di
verso il sistema ipermediale, possiamo distinguere gli strumenti di esprimersi attraverso di essi; .
navigazione, che servono per muoversi nella rete delle informazioni, ® a livello motivazionale il modo accattivante in cui le informazio
come ad esempio i dispositivi che permettono di sfogliare le “pagi ni sono proposte, la riproduzione della realtà ricca di informazioni
ne” in avanti e di ripercorrere a ritroso il percorso esplorativo effet (anche a tre dimensioni) rispetto a un libro possono contribuire a
tuato, e ì sistemi di orientamento, che riducono il rischio di perdersi, suscitare curiosità e interesse, a generare nuove domande e a svilup-
122 123
pare il bisogno di attivarsi per trovare risposte alle proprie esigenze dì re contemporaneamente con un solo messaggio molti destinatari e
comprensione.’La multimedialità potrebbe consentire inoltre di ciascuno può rispondere a tutti gli altri. Sono un esempio di questo
dare un contesto più realistico e concreto ai temi di studio, evitando tipo di strumenti le mailing lists (liste di discussione) in cui tutti i
quel processo di decontestualizzazione ch.e rende poco significativi partecipanti ricevono messaggi in quanto appartengono a un indi
per gli studenti gli argomenti studiati. rizzo collettivo e possono quindi rispondere, inviando posta tramite
tale indirizzo, a tutti i membri della lista. Un ulteriore esempio di
5.I.6. Il computer come “ambiente di collaborazione'” Gli strumenti questa categoria di strumenti è rappresentato dai newsgroup, dei siti
che Internet, la rete delle reti,.mette a disposizione configurano un liberamente accessibili in cui chiunque può raccogliere o inserire
panorama assai complesso e articolato di opzioni per la comunica-' informazioni;
zione mediata dal computer (cmc). Per analizzare le possibilità di ® i web forum-, attraverso questo strumento diversi partecipanti
interazione che vengono offerte da tali strumenti appaiono partico conducono discussioni in modalità asincrona e multidirezionale
larmente interessanti due categorie di analisi riguardanti il “tempo” inserendo messaggi scritti in uno spazio di accesso comune: tali
della comunicazione e la “direzione” che essa assume tra i diversi messaggi hanno un titolo di riferimento e il nome dell’autore e
partecipanti. In base a tali categorie possiamo infatti distinguere: possono anche essere collegati attraverso dei link a messaggi di altri
© strumenti che permettono una comunicazione immediata o partecipanti, in veri e propri “fili” di testo tra loro concatenati;
sincrona, in cui le persone interagiscono contemporaneamente sulla ® la chat-, è uno strumento che permette una comunicazione
scena comunicativa, e strumenti che consentono una comunicazio sincrona di tipo multidirezionale. Le persone possono interagire
ne differita .0 asincrona, che' avviene invece tra interlocutori in tramite modalità testuali 0 audio-video (come ad es. in Skype) attra
momenti non.simultanei; < verso dispositivi rappresentati da minischermi che appaiono sul
® sistemi che permettono una comunicazione multidirezionale tra monitor;
due o più persone che possono interagire o unidirezionale, in cui la * i mondi virtuali-, sono veri e propri ambienti rappresentati attra
comunicazione si muove in un’unica direzione da un emittente a verso una descrizione testuale (è il caso dei mud, ovvero Multi User
uno o più destinatari. Dungeons) d mediante immagini tridimensionali in cui ogni parte
Esaminiamo dunque il “paesaggio tecnologico” attuale offrendo una cipante all’interazione si rende presente attraverso un personaggio
.panoramica;sintetica, e certamente non esaustiva, attraverso le due virtuale (Avatar). Le persone possono così scegliere “stanze” in cui
categorie precedentemente definite: discutere o “mondi” in cui costruire oggetti, chiacchierare o giocare
• sposta elettronica (e-mail) : è il dispositivo forse più conosciuto, con altre persone (sono esempi di questo tipo di strumenti Second
che permette di inviare e ricevere messaggi scritti con il proprio Life e Active World);
computer attraverso una' casella personale, cui corrisponde un indi ® il world wide web-, è uno strumento che possiamo considerare un
rizzo elettronico (ades. francesco@server.it, rossi@blue.it). Questo ipermedium distribuito attraverso diversi computer collegati via
strumento può permettere una comunicazione di tipo multidire Internet. Il web è costituito da pagine messe in rete collegate da link
zionale e asincrono. La posta elettronica consente anche di scambia e navigabile grazie a specifici programmi chiamati browser (ad. es.
re documenti allegati contenenti testi, immagini e suoni; Netscape, Explorer, Mozilla ecc.). La comunicazione in questo caso
® le. bacheche elettroniche-, in questi strumenti la comunicazione è è asincrona e tendenzialmente unidirezionale: chi costruisce una
di tipo asincrono e multidirezionale: ogni emittente può raggiurige- pagina web e la immette in rete si rivolge a un pubblico senza confi
124 ; 125
ni che può accedervi in ogni momento, senza tuttavia poter interagi social network inserendo in una pagina personale una breve descri
re con l’autore, salvo che attraverso gli spazi di feedback da lui espres zione di sé, delle proprie attività e interessi; può ricevere richieste da
samente previsti (invio di commenti, sottoscrizioni ecc.). parte di altri per l’accesso alla propria pagina personale e decidere se
Accanto a questi strumenti presenti ormai da tempo in Internet, autorizzarle o meno; può a sua volta avanzare richieste analoghe '
che rappresentano la fase testuale prima e multimediale poi dell’in verso altri. I membri della rete possono quotidianamente scambiar- 1
terazione mediata dalle tecnologie digitali, possiamo oggi annove si messaggi e proposte di coinvolgimento in iniziative ed eventi.
rare una terza categoria di tools definita "web 2.0”, in cui l’interazio Esempi di social network sono rappresentati da My Space, Facebook ,
ne è testuale, multimediale e marcatamente centrata sull’idea di e, in chiave più professionale, Linkedin. • >
comunità (Riva, 2008). Tra questi strumenti troviamo: Quali aspetti di questi strumenti risultano particolarmente rilevanti
® il blog. il termine, creato dalla fusione tra le parole “web” e “log”, per il discorso educativo?
indica uno strumento che può essere descritto come un diario La ricerca sottolinea alcune importanti caratteristiche della comu
pubblico on line o un giornale personale, caratterizzato da un forma nicazione mediata dal computer (cmc) di interesse per l’educazione. . (
to multimediale delle informazioni (testi, immagini, filmati, audio) • Comunicazione basata sul testo scritto. L’utilizzo del testo scritto ?
e da una struttura ipertestuale, in cui vengono collegate diverse pagi come medium che veicola la comunicazione via Internet può favori- 1
ne web su uno stesso argomento (un fatto di cronaca, un evento re sia l’interazione sociale sia la riflessione, metacognitiva sulle proprie
sportivo, un tema culturale ecc.), che viene commentato dallo stes attività, dimensioni entrambi rilevanti in un contesto educativo.
so autore. Egli, secondo una modalità comunicativa di tipo multi- ® Comunicazione più paritaria. Grazie alla cmc può emergere '
direzionale, può anche consentire ai visitatori di lasciare i propri un’interazione più paritaria, riscontrabile nella comunicazione
commenti. Nel linguaggio utilizzato nel compilare i blog prevale un multidirezionale in aspetti come prendere il turno per parlare, le. |
approccio di tipo' narrativo, in cui si evidenzia una marcata compo interruzioni, il consenso e il prendere decisioni. Gli studi nel settore I
nente emozionale; hanno infatti evidenziato che 1 soggetti tradizionalmente tagliati. ' ■ .
® il wiki-, è un sito web dedicato a un certo argomento, che fuori in una conversazione faccia a faccia tendono nella cmc aparte-
permette a ciascuno dei suoi utilizzatori di aggiungere e modificare i cipare di più. Ciò sarebbe dovuto al fatto che la cmc attenuagli
contenuti esistenti inseriti da altri utilizzatori, conservando una trac aspetti di natura sociale come l’etnia, il genere, lo status e l’eventua- ‘ '
cia nel tempo di tali modifiche. Il termine deriva dall’espressione le condizione di disabilità.
hawaiana wiki wiki (attribuita ai bus dell’aeroporto di Honolulu) ® Comunicazione indipendente, dal tempo e dallo spazio. L’indi
che significa “molto veloce”, usata da Ward Cunningham (il padre pendenza della cmc dal tempo e dallo spazio permette agli utenti di
del primo wild costruito nel 1995) per tale strumento. L’esempio scrivere e ricevere messaggi in ogni momento e da qualsiasi compu
più. famoso .di wiki è l’enciclopedia Wikipedia (http://www.wikipe- ter dotato di connessione Internet. Tale caratteristica estende le
dia.org), scritta collaborativamente dai suoi.stessi utenti, da cui potenzialità della collaborazione on line ih due modi: in primo luogo
abbiamo tratto queste informazioni; permette di avere il tempo per un’analisi più approfondita e una
® i social networks-, si tratta di siti creati per favorire la costruzione riflessione critica nel formulare un intervento, rispetto alla comuni
di reti relazionali attraverso la condivisione di interessi e lo scambio cazione sincrona. In secondo luogo permette di rompere i vincoli
di informazioni. La comunicazione che si attiva è di tipo asincrono spaziali e temporali del lavoro in classe: gli studenti e gli insegnanti
e multidirezionale. Tendenzialmente ogni utente si iscrive a un di una scuola possono infatti comunicare con studenti o insegnanti j
126 127
di altre scuole o decidere di prolungare l’attività di discussione e di 5.2. Trasformare h scuola in una comunità di ricerca La
collaborazione da casa. necessità di ridisegnare le pratiche scolastiche abbandonando la
® Possibilità.di scambi a lunga distanza. La possibilità di scambi a visione dell’insegnamento come trasmissione di informazioni e
lunga distanza può offrire vantaggi a livello educativo su due piani: al puntando sulla costruzione di conoscenza come focus delle attività
livello di scambi “uno-a-uno” e al livello “molti-a-molti”. Il primo svolte a scuola è stato il punto di partenza dell’esperienza di ricerca
tipo di scambio è la più semplice forma di collaborazione a distanza. che il gruppo dell’oiSE (Ontario Institute Studies for Education)
Un esempio di applicazione può. essere offerto dalla possibilità di crea dell’università di Toronto, coordinato da Carl Bereiter (2002) e
re un contesto di collaborazione tra coppie di studenti di lingue per Marlene Scardamalia (2002), ha portato avanti negli ultimi vent’an-
sviluppare una comunicazione finalizzata all’apprendimento della ni. Tale esperienza ha realizzato in parallelo la costruzione del
lingua straniera. Il secondo tipo di collaborazione (molti-a-molti) può modello della knowledge building community e l’implementazione
consentire la realizzazione di attività di indagine su problemi di inte dei principi di tale modello nella messa a punto dell’ambiente di
resse comune, in cui uno stesso fenomeno viene studiato confrontan collaborazione on line denominato prima csile (Computer Sup
do le sue caratteristiche in divèrse parti del mondo. ported Intentional Learning Environment) e, in anni più recenti,
Organizzazione ipermediale delle informazioni. Internet consen Knowledge Forum (kf). La versione più attuale di tale strumento,
te l’accesso a fonti dirette, informazioni aggiornate, che possono Knowledge Forum 4.7 (uscita nel giugno del 2007), consiste di un
essere integrate nell’attività della classe. Gli studenti possono ad database comune, accessibile via Internet, in cui gli utenti possono
esempio svolgere compiti o role-playing (ad es., simulare l’organiz scrivere delle note (testi scritti, grafici o immagini) che sono organiz
zazione di un viaggio turistico in un luogo geografico), usando le zagli in views (prospettive). Ogni utente autorizzato può collegarsi
informazioni più attuali (ad es., notizie locali, informazioni cultu al database, leggere le note altrui e inserirne a sua volta di nuove;
rali, informazioni meteorologiche, prezzi ecc.) legate ai propri inte esse possono anche essere collegate con dei link alle altre. In genere
ressi è raccolte da una varietà di siti dislocati ovunque. Essi posso ciò accade se l’autore ritiene che la nota che sta scrivendo possa avere
no inoltre pubblicare nel web i risultati delle loro indagini o i connessioni con quella a cui si sta collegando, e che essa rappresenti
prodotti realizzati, socializzando con altri la conoscenza che hanno un ulteriore sviluppo della conoscenza sul tema in discussione. L’au
elaborato. tore può effettuare citazioni di altre note o evidenziare parole -chiave
Questa panoramica sui possibili utilizzi del computer offre l’idea di nel proprio testo in modo tale che la propria nota sia facilmente indi
un ventaglio di opportunità estremamente ampio, in cui vari stru viduabile attraverso uno strumento di ricerca. È in grado anche, a
menti possono essere utilizzati anche in combinazione tra loro per ogni collegamento con il database, di identificare le nuove note nel
la costruzione di diversi ambienti di apprendimento. Ciò richiede, frattempo scritte da altri, in quanto esse risultano evidenziate con un
da parte degli insegnanti, la capacità di mettere in atto processi deci colore diverso (azzurro) rispetto a quelle già lette (rosso). Per facili
sionali che tengano conto delle; caratteristiche dei diversi mediatori, tare la discussione sono inoltre presenti strutture linguistiche prede
per utilizzarli in relazione agli obiettivi formativi che intendono finite, chiamate thinking types (etichette del pensiero), che hanno
perseguire. Un elemento di riflessione in questo senso può essere funzione di scaffolds (“impalcature”), ovvero di creare categorie
offerto dall’utilizzo del modello della knowledge building community comuni di costruzione del discorso. Nelle attività di ricerca condot
(di cui abbiamo già parlato nel capitolo a) che, grazie alla tecnologia, te nelle scuole in cui si è utilizzato Knowledge Forum (kb) per lo
punta a realizzare a scuola una vera e propria comunità di ricerca. studio delle scienze, ad esempio, è stato costruito un gruppo di scaf-
128 : 129
folds, chiamato Building Theory (Costruire una teoria), dedicato a ne, insieme ad altre fonti di informazione, senza tuttavia presentare
questa disciplina e che comprende etichette del tipo: le proprie idee come punti di arrivo definitivi del discorso di ricerca,
• I Need to Understand (Ho bisogno di capire): da usare quando ma come elementi di conoscenza sottoposti anch’essi all’onere della
si intende porre una domanda su un aspetto del problema oggetto prova. Il suo ruolo è duplice: da una parte coordina il.processo di
di indagine; indagine, dall’altro ne prende parte e ne è protagonista, màntenen-,
® My Theory (La mia teoria): da utilizzare quando si intende do un ruolo di leadership in quanto esperto del processo di costru
formulare una spiegazione del problema su cui si sta lavorando; zione di conoscenza.
e New Information (Nuova informazione): da impiegare quando La conoscenza costruita attraverso l’attività di ricerca viene sottopo
vengono individuate da qualche fonte nuove informazioni sul sta a costanti valutazioni attraverso le continue interazioni che si
problema oggetto di indagine e si intende metterle a disposizione svolgono nel database e definita nei suoi avanzamenti mediante le
della comunità classe. note rise-above. In alcuni casi, inoltre, certe note, che possono ben
Ogni utente può inoltre decidere di organizzare gli sviluppi della rappresentare gli avanzamenti di conoscenza rispetto al problema di
propria conoscenza utilizzando una nota speciale definita rise-above indagine, possono essere suscettibili di “pubblicazione”: in tal caso,
(punto di sintesi superiore) che viene evidenziata nello schermo con come in una comunità scientifica, le note proposte per la pubblica
una particolare icona. Nel rise-above l’utente può sintetizzare i punti zione devono ricevere il parere positivo di un comitato referee (tre
di arrivo della conoscenza costruita in questa comunità e può anche componenti che le valutano e ne attestano la validità). '
inserire le note più esemplificative di tale sintesi. Il gruppo dell’oiSE ha condotto nel tempo diverse attività di ricerca
L’attività della classe supportata da Knowledge Forum è fondamen (Scardamalia, Bereiter, Lamon, 1994) per analizzare gli esiti dell’ap
talmente un’attività di ricerca che parte da problemi di conoscenza prendimento di classi che hanno lavorato in attività supportate da
di rilevante importanza per gii studenti, elicitati dagli insegnanti ice, secondo i principi della kbc, comparandole con classi corrispon
attraverso lezioni introduttive strutturate in vario modo: filmati, denti che non utilizzavano questa modalità di lavoro. I dati mostra
vìsite guidate, discussioni in classe ecc. Gli studenti svolgono il loro no che gli studenti kf hanno una più approfondita comprensione
lavoro in kp partendo da un problema: formulano domande, espon di concetti scientifici complessi, come evidenziato dàlia presenza
gono le proprie “teorie” e le rappresentano con disegni e grafici, nelle loro risposte di un maggior numero di elementi esplicativi.
immettono informazioni rilevanti, ricevono osservazioni dai compa Studenti kf presentano, nella stesura di relazioni scritte dopo un’u
gni, creano gruppi di discussione. Il database comune diventa il nità di studio, una maggiore complessità di spiegazione, rilevata su
contenitore della conoscenza collettiva, reificata a livello del Mondo una scala di misura che assume come livello massimo la descrizione
3 popperiano, ed è al centro dell’attenzione congiunta del gruppo di un argomento come un sistema di eleménti interconnesse/, e come
classe: iti. esso le questioni iniziali si ampliano, si scompongono in livello minimo l’esposizione dello stesso argomento in termini di
parti più specifiche, si arricchiscono di nuove idee, sono al centro di “pezzi” isolati di informazione. Gli autori'concludono che l’utilizzo
un dibattito continuo. di questo ambiente di collaborazione on line, secondo i principi della
L’insegnante partecipa al discorso e coordina il gruppo di ricerca; kbc, favorisce lo sviluppo di una comprensione più profonda dei
egli notì si pone nella prospettiva di dover dare feedback a ogni affer problemi affrontati e gli studenti, mediante l’interazione discorsiva
mazione degli studenti. La sua conoscenza non limita ciò che viene supportata dalla-tecnologia, utilizzano i principi della kbc per
appreso o investigato dagli studenti: egli contribuisce alla discussio concettualizzare il loro lavoro (Scardamalia, Bereiter, 200(3).
ne 131
Un’applicazione italiana di tale modello è stata realizzata da chi scri
ve negli ultimi cinque anni in una rete di classi di scuola primaria e
Bibliografia
secondaria del progetto seT (Scienza e Tecnologia; cfr. nel sito:
http://www.setmacerata.it). In tutti e quattro i cicli di implementazio Letture consigliate
ne di tale progetto gli studenti evidenziano, nei questionari finali,
una correlazione statisticamente significativa nella valutazione posi Capitolo 1
tiva dell’utilità di strategie di uso delle tecnologie digitali, di strate La bibliografia sulle teorie classiche sull’apprendimento è naturalmente
gie di indagine e di strategie di collaborazione in classe, considerate enorme. Per quanto riguarda il comportamentismo, un’agile sintesi degli
quindi come tre componenti interconnesse di una modalità di lavo aspetti storici e dei principi epistemologici di tale approccio è rintracciabi
ro che porta la classe ad operare come una comunità di ricerca. le in rumiati (1988), mentre un’interessante panoramica di aspetti teorici
e applicativi su questo orientamento si trova senz’altro in Perini (1997).
Una lettura introduttiva al cognitivismo è rappresentata dal capitolo a
esso dedicato in miller (1987), mentre per approfondire l’utilizzo di
questo approccio in contesti di apprendimento si consiglia di consultare
albanese, doudin, Martin (1996) ecoRNOLDi (1995), soprattutto per
gli aspetti legati alla metacognizione. Per quanto riguarda l’opera di Piaget,
oltre alla lettura delle sue opere, tra cui certamente è utile Piaget (1968),
senz’altro interessanti risultano il testo di liverta sempio (1998) é di di
Stefano, TALLANDiNi (1992) per quanto riguarda l’analisi dei diversi
periodi dello sviluppo cognitivo. Infine, la riflessione teorica su Vygotskij
(in particolare si consiglia la lettura di vygotskij, 1978) può essere inqua
drata efficacemente in boscolo (1997) e approfondita riguardo ai concet
ti di analisi genetica, mediazione di strumenti e segni e sviluppo naturale e'
culturale in wertsch (1995) e veggetti (1998). -
Capitolo 2
Anche sugli autori citati in questo capitolo esiste un’ampia bibliografia. Un
testo introduttivo all’opera di Bruner in generale può essere considerato,
oltre che bruner (1984), anche liverta sempio (1998); mentre per
approfondire le ricadute applicative in campo educativo della sua riflessio
ne teorica si può consultare bruner (1967) o, nei risvolti più attuali,
bruner (1997). È interessante esaminare lo sviluppo progressivo della
teoria delle intelligenze multiple partendo da Gardner (1996) fino ad arri
vare alle indicazioni pedagogiche di Gardner (1999).
Un’interessante e agile sistematizzazione delle community oflearners viene
offerta da varisco (2000a) oltre che da boscolo (1997), mentre per i
134 135
brown a. l., campione j. c. (1990), Communities ofLearning and Thin czerwinsky domenis l. (1997), La co-costruzione della conoscenza. Un
king: Ora Context by Any Other Name, in “Human Development”; 21, momento di crescita socialmente condivisa, in R. Vianello, C. Cornoldi
pp, 108-25. (a cura di), Metacognizione e.sviluppo dellapersonalità, Congresso Inter
brown A. L. et al. (1993), DistributedExpertise in the Classroom, in G. Salo nazionale cnis, Edizioni junior, Bergamo, pp. 219-46.
mon (ed.), Distributed Cognition, Cambridge University Press, New de beni r., pazzaglia F. (1991), Lettura e metacognizione, Erickson,'Tren
York, pp, 188-228. . to. de beni r., ZAMPERLiN c. (1993), Guida allo studio del testo di
idd. (1994), Guided Discovery: in a Community ofLearners, in G. Me Gilly storia, Erickson, Trento.
(ed.), Classroom Lessons: Integrating. Cognitive Theory and Classroom idd. (1997), Differenze individuali nell'apprendimento: stili attributivi e
Practice, mit Press/Brandfrord Books. Cambridge-London. strategie di studio, in “Diffi coltà di apprendimento”, 2 (4), pp. 527-39.
bruner J. s, (1967), Verso una teoria dell’istruzione, Armando, Roma. de beni R. et al. (1995), Imparare a studiare la geografia, Erickson, T rento.
id. (1984), Autobiografia. Alla ricerca della mente, Armando, Roma. deci e. l. (1992), The Relation ofInterest to the Motivation ofBehavior:
ID. (1997), La cultura dell’educazione, Feltrinelli, Milano.. A SelfDetermination Theory Perspective, in K. A. Renninger, S. Hidi,
• BRUNER J. S., OLVER R. R., GREENFIELD P. M. (1968), Lo Sviluppo COgniti- A. Krapp (eds.), The Role ofInterest in Learning and Development,
. vo, Armando, Roma. Erlbaum, Hillsdale (nj), pp. 43-71.
cacciamani ,s. (2000), Verso una comunità che costruisce conoscenza:
deci e. l„ ryan r. (1985), Intrinsic Motivation and Self-determination in
Knowledge. Forum nella scuola di base, in R. Vianello, M. Tortello (a
Human Behavior, Plenum, New. York.
cura di), Esperienze di apprendimento cooperativo, Edizioni Junior,
deci e. l. et al. (1991), Motivation in Education: The SelfDetermination
Bergamo, pp. 189-99.
Perspective, in “Educational Psychology”, 16, pp. 325-46.
cesareni d. (I995), Ipertesti e apprendimento, Garamond, Roma.
dillenbourg p. (1996), Distributing Cognition over Humans and
cole m. (1995), La cultura in una teoria della comunicazione della mente,
Machines, in S. Vosniadou et al. (eds.), International Perspectives on the
in O. Liveì'ta Sempio, A. Marchetti (a cura di), Ilpensiero dell’altro,
Design of Technology-Supported Learning Environment, Lawrence
Raffaello Cortina, Milano, pp. 97-124.
Erlbaum Associates, Mahwah (nj), pp. 165-81.
Collins A., brown j. s., newman s. (1989), L’apprendistato cognitivo. Per
di Stefano g., tallandini M. a. (1992), Meccanismi eprocessi di svilup
insegnare a leggere, scrivere efardi conto, in Pontecorvo, Ajello, Zuccher-
po, Raffaello Cortina, Milano.
maglio (1995), pp. 181-231.
dweck c. s. (1999),'Self Theories: Their Role in Motivation, Personality,
comoglio m> (1996), Apprendimento cooperativo ed insegnamento recipro
and Development, Edwards Brothers, Lillinglon (trad. it. Teorie del SI.
co: strategie per favorire apprendimento ed interazione sociale, in R.
Vianello, C. Cornoldi (a cura, di), Metacognizione, disturbi di appren Intelligenza, motivazione, personalità e sviluppo, Erickson, Trento
136 137
ford m. e. (1992), Motivating Humans: Goals, Emotions and Personal piagetj., inhelderb. (1970), Lapsicologia del bambino, Einaudi, Torino.
Agency Beliefs, Sage, Newbury Park (ca) . Pontecorvo c. (1998), Dinamiche dell’innovazione a scuola, in A. Tala
id. (1996), Stimolare la motivazione e il senso di autoeffcacia nell’apprendi mo (a cura di), Apprendere con le nuove tecnologie, La Nuova Italia,
mento, in. “Difficoltà di apprendimento”, 1/4, pp. 441-64. Firenze, pp. 19-34.
Gardner H. (1996), Formae mentis, Feltrinelli, Milano (8a ed.). id. (1999), Manuale di Psicologia dell’educazione, il Mulino, Bologna.
id. (1999), Educare al comprendere, Feltrinelli, Milano. Pontecorvo c., ajello A. M., zuccHERMAGLio c. (1991), Discutendo
Gibson p. b., Govendo b. l. (2000), Intelligenze multiple in classe: appli s’impara. Interazione sociale e conoscenza a scuola, Carocci,- Róma.
cazioni didattiche ed educative, in “Difficoltà di apprendimento”, 5/4, idd. (1995), Icontesti sociali dell’apprendimento, led, Milano.
pp. 453-61. popper k. r. (1962),, Conjectures and Refutations: The Growth ofScientific
Johnson D. -w., johnson r. T. (1991),Joining Together. Group Theory Basic Books, New York.
and Group Skills, Prentice Hall, Englewood Cliffs (nj). id. (1972), Objective Knowledge: An Evolutionary Approach, Clarendon
idd. (2005), Leadership e apprendimento cooperativo, Erickson, Trento. Press, Oxford.
kohlberg l. (1976), Moral Stage andMoralization: The Cognitive-deve- reeve j., bolt E., Cai y. (2001), Come insegnano i docenti che promuovono
lopmentalApproach, inT. Lickona (ed.), MoralDevelopment and Beha l’autonomia degli studenti, in "Psicologia dell’Educazione e della
vior: Theory, Research and Social Issues, Holt, New York, pp. 31-53. Formazione”, 3 (2), pp. 145-67.
ligorió b. m. (199 4), Community ofLearners, in “Tecnologie didatti riva g. (2008), Psicologia dei nuovi media, il Mulino, Bologna.
che”, 4, pp. 22-32. rogoff b. (1990), Apprenticeship in Thinking, Oxford University Press,
livertasempio o. (acuradi) (1998), Vygotskij, Piaget, Bruner. Concezio Oxford.
ni dello sviluppo, Raffaello Cortina, Milano, RUMiATi R. lyyiT), Il comportamentismo, inL. D'Odorico et al., Psicologia
mccombs b. l., pope j. e. (1996), Come motivare gli alunni diffìcili, Erick dello sviluppo, Juvenilia, Bergamo.
son, Trento. scardamalia M. (2002), Collective Cognitive Responsibilityfor theAdvance
miller p. (1987), Teorie dello sviluppo psicologico, il Mulino, Bologna. ment ofKnowledge, in B. Smith (ed.), Liberal Education in a Knowledge
moos r. h. (1979), EvaluatingEducationalEnvironments, Jossey-Bass, San Society, Open Court, Chicago, pp. 76-98.'
Francisco (ca). scardamalia M., bereiter c. (1992), An Architecturefor Collaborative
nolfi s; (2000), Dalle tartarughe virtuali ai robotgiocattolo, in O. Albane Knowledge-Building, inE. De Corte et al, (eds.), Computer Based Lear
se, P. Migliorini, G. Pietrocola (a cura di), Apprendimento e nuove stra ning Environments and Problem Solving, Springer-Verlag, Berlin, vol.
tegieeducative, UNicopLi, Milano, pp. 119-41. 84, pp. 41-66.
nota l. (1997), Stare con gli altri, no problem!, in R. Vianello, C. Cornol- idd. (2006), Knowledge Building: Theory, Pedagogy and Technology, in
di (a cura di), Metacognizione e sviluppo della Personalità, Congresso K. Sawyer (ed.), Cambridge Handbook of the Learning Sciences,
Internazionale cnis, Edizioni junior, Bergamo, pp. 183-204. Cambridge University Press, Cambridge, pp. 97-115.
papert s. (1994), I bambini e il computer, Rizzoli, Milano. scardamalia m., bereiter c„ lamon m. (1994), The csile Project:
parisi d. (2000), Scuole,it, Mondadori, Milano. Trying to Bring the Classroom into World3, in K. McGilly (ed.), Clas
pazzagliaf., et al. (2002), Empowerment cogniiivb'eprevenzione dell’insuc sroom Lessons: Integrating Cognitive Theory and Classroom Practice,
cesso, Erickson, Trento. Bradford Books/mit Press, Cambridge (ma), pp. 201-28.
Perini s. (1997), Psicologia dell’educazione, il Mulino, Bologna. scardamalia m. et al. (1992), Educational Applications ofa Networked
Piaget j. (1968), La nascita dell’intelligenza nelfanciullo, Giunti-Barbera, Communal Data Base, in “Interactive Learning Environments”, 2 (1),
Firenze. pp. 45-71.
138 139
selman r. (1976), Social Cognitive Understanding, in T. Lickona (ed.),
Altri volumi pubblicati nelle Bussole
Moral Development and Behavior: Theory, Research and Social Issues,
Holt, New York, pp. 284-98.
Eva Sponchiado Sabrina Bonichini
skinner b, f. (1970), La tecnologia dell’insegnamento, La Scuola, Brescia.
Capire le famiglie Prima infanzia:
Slavin r. (1980), Using Student Team Learning: TheJohns Hopkins Team
emozioni e vita sociale
Learning Progect, The Johns Hopkins University, Baltimore (md).
Luca Pietrantoni
steiner v. j,,: souberman E. (1987), Postfazione, in L. S. Vygotskij, Il
La psicologia deila salute Salvatore Zappala
processo cognitivo, Boringhieri, Torino.
'La ricerca in psicologia sociale
Taylor r. p; (1980), The Computer in the School: Tutor, Tool,. Tutee,
Paola Bastianoni,
Teacher College Press, Columbia University, New York.
Alessandra Simonelli Annamaria Dell’Antonio
TREssoLDi p. E., vio -Diagnosi dei disturbi dell’apprendimento
Il colloquio psicologico La consulenza psicologica
scolastico, Erickson, Trento.
per i minori
turiel E. (1983), The Development ofSocial Knowledge: Morality and
Ornella Andreani Dentici
Convention, Cambridge University Press, Cambridge (uk).
Intelligenza e creatività Alessandra Simonelli,
.valentini p. (1998), Jean Piaget: le opere, i.metodi, il modello teorico, in
Vincenzo Calvo
Liverta Sempio (1998), pp. 147-88.
Olga Codispoti, Paola Bastianoni L’attaccamento: teoria
varisco b. m. (2000a), Costruttivismo sociale ed approccio situato nell’ap- .
Che cos’è la psicologia clinica e metodi di valutazione
prendimento comeframework .alle pratiche didattiche con le nuove tecno
logie, in O. Albanese, P. Migliorini, G. Pietrocola (a cura di), Appren
Elvira Cicognani Emma Baumgartner
dimento e nuove strategie educative, unicopli, Milano, pp. 53-76.
Psicologia sociale Il gioco dei bambini .
1D. (200 ob), Nuove tecnologie tra teoria epratica didattica: le teorie a suppor
e ricerca qualitativa
to della multimedialità, in O/Albanese, P. Migliorini, G. Pietrocola (a
Maria Rosa Baroni
cura di), Apprendimento e nuove strategie educative, unicopli, Mila
Gaetano De Leo, Patrizia Patrizi 1 processi psicologici
no, pp. 77-109.
Psicologia della devianza dell’invecchiamento
veggetti s. .(1998), Lapsicologia, dell’uomo: per una-scienza della.formazio
ne storico-sociale della persona, in Liverta Sempio (1998), pp. 43-66.
Franca Stablum Antonella Reffieuna
vygotskij l. s. (1978), Mind in Society, Harvard University Press,
L’attenzione Le relazioni sociali in classe:
Cambridge (ma) (trad it. Ilprocesso cognitivo, Boringhieri, Torino 1987).
il test sociometrico
Weiner b. (iJ&fj,AnAttributional Theory ofAchievementMotivation and
Lisa Di Bias
Emotion, in “Psychological Review", 92, pp. 548-73.
Che cos’è la personalità Melania Scali, Carmelina Calabrese,
wertsch j. k. (1995), Voci della mente, in O. Liverta Sempio, A. Marchet-
M. Claudia Biscione
• ti (a cura di), Ilpensiero dell’altro, Raffaello Cortina, Milano, pp. 55-72.
Olga Codispoti, Paola Bastianoni La tutela del minore:
wigfield a1, ECCLES s. j., rodriguez d. (1998), The Development of
La diagnosi psicologica le tecniche di ascolto
Children’s Motivation in School Contexts, in “Review of Research in
in età evolutiva
Education", (3), 23, pp. 73-118.
Elvira Cicognani,
Germano Rossi Bruna Zani
Statistica descrittiva per psicologi Genitori e adolescenti
140