Oggi assistiamo ad una riscoperta della teoria pragmatistica delle emozioni (in particolare pragmatisti come Dewey e James)
Inerzia rispetto a passioni patologiche -> alcuni comportamenti emotivi nascono per svolgere una funzione ma continuano ad esistere senza la loro
funzionalità (es. digrignare i denti per mettere paura all'avversario). Per i pragmatisti volte nell'essere umano delle abitudini, degli affetti funzionali
continuano ad esistere, si adattano anche se la situazione è cambiata -> se cambia la situazione in cui le emozioni si manifestano, queste non solo
Pragmatismo e psicoanalisi offrono un importante contributo alla comprensione dell'affettività umana -> passioni patologiche evitano versioni banali
della patologia (patologia sbagliata eliminiamola)
Il dialogo tra le due prospettive offre un'immagine ricca e complessa dell'essere umano -> ma c'è una differenza antropologica fondamentale:
Freud = conservatore, antropologia del compromesso (distruttività insita nell'essere umano-eros che ci lega agli altri) (le norme della civiltà
producono in noi rinuncia dolorosa alle pulsioni ma limitano il male che possiamo farci)
Dewey = progressista, antropologia dell'integrazione (dal conflitto può nascere qualcosa di diverso)
Altre figure intermedie: Jung, Marcuse e i limiti psichici e politici del compromesso