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PSICOLOGIA DELLA PERSONALITÀ

2 lezione 25/11/23

Molti autori e teorie nell'arco della storia occidentale hanno mostrato


interesse per le dimensioni estranee al controllo razionale della mente.
Solo Freud (1856/1939) sistematizza e formalizza una serie di modelli
esplicativi della mente e della personalità umana che vedono tali costrutti
indipendenti da processi volitivi coscienti.
Arriva ad affermare che libero arbitrio, razionalità e senso di sé non sono che
mere illusioni dell'uomo dato che tutti siamo il prodotto di forze psichiche
inconsce e in parte incontrollabili.
Sempre Freud è colui che introduce il termine psicoanalisi nel suo scritto
L'ereditarietà e l'eziologia della nevrosi

La psicoanalisi propone una concezione unitaria e complessa della


personalità.
Freud può essere de nito come un "archeologo della mente"
Adotta il metodo storico-clinico: il suo oggetto di indagine è di fatto
l'esperienza narrata e ricostruita dal soggetto con lo scopo di individuare i
principi del suo funzionamento psichico.

Freud si occupa di clinica, della teorizzazione di una teoria della personalità


umana e teorizza una teoria di psicologia
dello sviluppo.
La teorla psicoanalitica della personalità elaborata da Freud è metaforica;
Freud utilizza molteplici metafore per splegare la costruzione e il
funzionamento (dinamico) della personalità.
La teoria della personalità proposta da Freud è molto complessa, anche se
alla base vi è un numero piccolo di principi.

La PERSONALITÀ, per Freud, è un insieme di processi che sono sempre in


movimento; non consiste in un unico processo ma in molti processi alcuni dei
quali a volte lavorano contro gli altri, in concorrenza o in lotta per il controllo
della persona. Le forze che emergono possono però essere incanalate,
modi cate e trasformate.

Le DIFESE, per Freud, dipendono dal fatto che le forze all'interno della
personalità possono essere in contrasto tra loro.
L'assetto difensivo della personalità, teso al fatto che il soggetto non sia
sopraffatto dai con itti interni, è una con gurazione originale e speci ca per
ciascun individuo; è quindi lo stile con cui ciascuno di noi entra attivamente e
costruttivamente in relazione con il mondo e le sue s de.
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Un ulteriore tema di Freud è che l'esperienza umana è caratterizzata anche
da brama e aggressività, sesso e morte.

MODELLO TOPOGRAFICO DELLA MENTE


Per topogra a della mente Freud intende la con gurazione della mente che,
nella sua teorizzazione, è formata da tre distinte regioni.
In questa prospettiva la mente può essere metaforicamente rappresentata da
un icerberg.
Il funzionamento della personalità si basa sulle relazioni tra queste tre regioni:
queste tre parti della mente sono il teatro nel quale hanno luogo le dinamiche
della personalità.

MODELLO TOPOGRAFICO DELLA MENTE

• La prima regione della mente corrisponde al CONSCIO: questa è la parte


della mente che consiste in ciò di cui siamo consapevoli al momento attuale.
E quindi la zona della psiche nella quale si esplica l'attività consapevole
dell'individuo. E quindi il luogo del percepito.

• La seconda parte della mente è il PRECONSCIO: questo rappresenta la


memoria ordinaria e i suoi contenuti possono essere facilmente portati alla
consapevolezza. Vi sono quindi i contenuti psichici che non sono al momento
consapevoli ma che possono diventarlo facilmente. Il preconscio è il luogo di
ciò che è accessibile alla coscienza, uno schermo tra inconscio e la
coscienza.

• La terza regione della mente è l'INCOSCIO: questa rappresenta una parte


della psiche che non è direttamente accessibile alla consapevolezza.
L'inconscio è concepito come il deposito dei fenomeni psichici che non sono
divenuti consci o che sono ritornati inconsci a causa di rimozioni. In
particolare è formato dalla strati cazione dei contenuti psichici risalenti
all'infanzia della persona.
I contenuti dell'inconscio hanno il carattere di rappresentazioni pulsionali: ad
essere rimosse, cioè non sono mai le pulsioni stesse ma le loro
rappresentazioni ideative come le immagini e le parole, rappresentazioni che
sono spesso connesse a dolore, con itto o ansia.
Nonostante siano riposti nell'inconscio tali contenuti non sono andati persi ma
anzi in uenzano i comportamenti e
l'esperienza conscia.

MODELLO STRUTTURALE DELLA MENTE PERSONALITÀ


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Freud nel 1922 teorizza un modello strutturale della personalità: di fatto
ritiene che la personalità funzioni grazie a tre diverse istanze che
interagiscono tra loro per creare la complessità del comportamento.

• L'ES è la componente originaria della personalità ed è presente n dalla


nascita. Riguarda tutti gli aspetti ereditari, istintivi e primitivi. Le sue funzioni
sono situate completamente nell'inconscio. E strettamente legato ai processi
biologici fondamentali che sono alla base della vita. Tutta l'energia psichica
proviene dall'Es, che di fatto è il motore della personalità.
L'ES segue il principio di piacere, ossia l'esigenza che i bisogni siano
immediatamente soddisfatti. I bisogni insoddisfatti creano stati di tensione
avversiva. Per evitare tale tensione la persona cerca di ridurre i bisogni
appena iniziano ad emergere.
L'ES soddisfa i bisogni attraverso il processo primario: ovvero formulando
un'immagine mentale inconscia di un oggetto o evento che dovrebbe
soddisfare il bisogno.
L'esperienza di avere tale immagine è chiamata appagamento del desiderio.
Il processo primario è quindi una modalità di funzionamento mentale tesa alla
grati cazione immediata del desiderio ed è regolata dal principio di piacere.

• La riduzione della tensione attraverso il processo primario ha un


inconveniente: non sempre e non del tutto corrisponde alle esigenze della
realtà.
Come risultato si sviluppa un secondo insieme di funzioni, chiamato IO o
EGO. L'lo si sviluppa a partire dall'Es e sfrutta parte dell'energia dell'Es per il
proprio funzionamento.
L'Io cerca di fare in modo che le pulsioni dell'Es siano effettivamente
espresse, ma tenendo in considerazione anche il mondo esterno. A causa di
questa preoccupazione per il mondo esterno, la maggior parte del
funzionamento dell'lo è nel conscio e nel preconscio, anche se in parte è
connesso anche all'inconscio.
L'lo segue il principio della realtà: cioè prende in considerazione le istanze
della realtà esterna insieme con i bisogni e gli istinti interni. Di fatto "conduce
trattative" con l'Es e il mondo negoziando le reciproche istanze e esigenze.
Un obiettivo dell'lo è ritardare lo scarico della tensione dell'Es no a quando
non viene trovato un appropriato
oggetto o contesto.
L'lo usa il processo secondario: associa le immagini inconsce di un oggetto
che riduce la tensione ad un oggetto reale. Fino a quando un oggetto
adeguato non viene trovato, l'lo mantiene la tensione sotto controllo.
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Il processo secondario si riferisce alla capacità di dilazionare il
soddisfacimento del desiderio no a quando le circostanze ambientali siano
favorevoli. Tale processo è regolato dal principio di realtà.

• SUPER IO: rappresenta l’incarnazione dei valori genitoriali e sociali. Per


ottenere l’amore dei genitori, il bambino arriva a fare ciò che i suoi genitori
gli propongono e che pensano sia giusto. Per evitare il dolore, la punizione
e il ri uto il bambino evita ciò che i suoi genitori pensano sia sbagliato
( introiezione). il super io si suddivide ulteriormente in 2 sottoinsiemi
1) l’io ideale: comprende le regole per un buon comportamento o gli
standard di eccellenza
2) coscienza: include le norme relative a quali comportamenti i genitori
disapprovano o puniscono (attraverso il senso di colpa)
In tutti e 3 i livelli di consapevolezza ha 3 scopi interconnessi:
A. cerca di prevenire ogni impulso dell’es che potrebbe non essere visto di
buon occhio
B. prova a forzare l’Io ad agire moralmente, piuttosto che razionalmente
C. cerca di guidare la persona verso la perfezione nel pensiero nella parola
e nel gesto.

MOTIVAZIONE: LE SPINTE DELLA PERSONALITÀ

Per trattare il costrutto della motivazione Freud ha preso in prestito costrutti


provenienti dalle scienze biologiche e siche.
Pensa alle persone come sistemi complessi di energie nei quali l'energia
utilizzata nel lavoro psicologico è generata e rilasciata attraverso meccanismi
biologici. Questi processi biologici, che operano attraverso l'Es, sono stati
chiamati pulsioni. Una pulsione ha due elementi connessi: un bisogno
biologico e una rappresentazione psicologica.
Gli stati pulsionali sono continui e permangono no a quando un'azione
consente lo scarico, il rilascio della tensione ad essi associata.

PULSIONE DI VITA

Per Freud le pulsioni sono spinte che orientano l'individuo verso uno scopo.
Sostiene (1933) che tutte le pulsioni
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formano due classi.
La pulsione di vita o sessuale, detta anche Eros, è un insieme di pulsioni che
riguardano la sopravvivenza dell'individuo, la riproduzione e il piacere.
L'energia degli istinti di vita è conosciuta come libido.

PULSIONE DI MORTE

La pulsione di morte, detta anche Thanatos, è per Freud il desiderio


inconscio che tutti gli individui hanno di ritornare all'inesistenza.
L'espressione di tale pulsione è solitamente bloccato dalla pulsione di vita,
quindi i suoi effetti non sono sempre visibili.

CATARSI

Per Freud L’AGGRESSIVITÀ deriva dal con itto contro la pulsione di morte;
se Eros blocca l'espressione della pulsione di morte, la tensione rimane e
l'energia non è scaricata.
Di conseguenza questa energia può essere usata in azioni aggressive o
distruttive contro gli altri.
Le azioni aggressive esprimono gli impulsi auto-distruttivi che vengono però
rivolti all'esterno.
Se la pulsione non viene scaricata, la pressione rimane e cresce.
L'incremento di energia può diventare così grande che non può più essere
trattenuto. Il termine catarsi è usato per riferirsi al rilascio della tensione
emotiva in una determinata esperienza.

ANGOSCIA E MECCANISMI DI DIFESA

Freud non considera L’ANGOSCIA come una pulsione di per sé, ma come
un segnale di allarme per l'lo che qualcosa di negativo sta per accadere; ha
quindi anche un valore positivo. Nonostante ciò le persone cercano di evitare
o
fuggire dall'angoscia.
Freud distingue tre tipi di angoscia:

1. ANGOSCIA REALE : si manifesta a partire da un pericolo reale nel


mondo. E quindi una manifestazione che si ha come reazione ad un
pericolo o danno atteso dall'esterno.
2. ANGOSCIA NEVROTICA : è la paura inconscia che gli impulsi dell'Es
vadano fuori controllo e facciano fare qualcosa per cui il soggetto verrà
punito. E quindi la reazione al timore delle punizioni che potrebbero
seguire all'espressione delle richieste dell'ES. Non è quindi la paura delle
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pulsioni dell'Es ma la paura delle punizioni connesse al loro manifestarsi.
Il pericolo reale risiede quindi nelle pulsioni dell'Es.
L'angoscia nevrotica è quindi più dif cile da affrontare rispetto
all'angoscia reale
3. ANGOSCIA MORALE : è la paura che le persone provano quando
hanno violato o stanno per violare il loro codice morale. La sua fonte
risiede nella coscienza della persona. È quindi il tipo di angoscia che
insorge quando la soddisfazione di una pulsione viene proibita dalla
propria coscienza morale. Se l'lo svolge correttamente il suo lavoro la
persona non proverà angoscia morale. Nella vita normale è possibile
sperimentare tanti gradienti di questo tipo di angoscia
4. . Quando l'angoscia sale, l'lo risponde in due modi. A) Aumenta gli sforzi
di reazione orientata al problema; prova ad affrontare in modo
consapevole la fonte della minaccia. Questo processo funziona
abbastanza bene per l'angoscia reale.
B)L'Io innesca dei meccanismi di difesa, ossia strategie che sviluppa
per evitare gli altri tipi di angoscia. Le difese sono una sorta di frontiera
teorica e concettuale poste al con ne tra mondo interno e mondo esterno
relazionale.
Si tratta di meccanismi psichici che mediano tra desideri, bisogni affetti e
impulsi dell'individuo da un lato e proibizioni interne e realtà esterna dall'altra.
Quando funzionano bene le difese tengono lontana l'angoscia.
| meccanismi di difesa condividono due caratteristiche:
•possono operare inconsciamente
•sono in azione in tutte le persone.

REPRESSIONE E RIMOZIONE

Il meccanismo di difesa basilare è la repressione: nella repressione una certa


quota di energia disponibile per l'lo viene usata per mantenere fuori dalla
coscienza gli impulsi inaccettabili.
La repressione può essere fatta consapevolmente ma può essere anche un
processo inconscio.
Quando la repressione è un processo inconscio prende il nome di rimozione.
La repressione può essere usata per impedire che diventino consapevoli non
solo gli impulsi dell'Es ma anche le informazioni che sono dolorose o
sconvolgenti.

NEGAZIONE
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Quando le persone sono sopraffatte da una realtà minacciosa, si può attivare
un'altra difesa, la negazione, ossia il ri uto di credere che un evento abbia
avuto luogo o che esista una determinata situazione.
La repressione e la negazione salvano le persone dall'angoscia; nel lungo
periodo però creano problemi poiché assorbono energia che potrebbe essere
usata in altri modi.
Se l'energia verrà usata per queste difese l'lo ne avrà poca da investire in
altre attività.
Quindi quando le risorse sono carenti, il comportamento diviene meno
essibile e accomodante.

PROIEZIONE

Nella proiezione l'individuo riduce l'angoscia proiettando le sue stesse qualità


inaccettabili su qualcun altro; la proiezione costituisce un modo per
nascondere la conoscenza di un aspetto spiacevole di sé mentre il soggetto,
in forma molto distorta, continua a manifestare
quella qualità.
La proiezione ha due scopi:
1. Aiuta a realizzare alcuni desideri in una forma o in un'altra, rilasciando
un po' dell'energia richiesta per reprimerli.
2. Il desiderio emerge in modo tale che l'lo e il Super lo non lo
riconoscono come appartenente a sé: la minaccia viene in tale modo
evitata.

RAZIONALIZZAZIONE E INTELLETTUALIZZAZIONE

• LA REALIZZAZIONE riduce l'angoscia attraverso la ricerca di una


spiegazione razionale o di una giusti cazione per un comportamento che è
stato adottato per motivi considerati dalla persona come inaccettabili.
La razionalizzazione è molto comune nelle reazioni al successo e al
fallimento. È stato, infatti, più volte dimostrato che le persone tendono a
prendersi il merito per le buone prestazioni e la colpa per le cattive
prestazioni sulla base di forze al di fuori del loro controllo.
• L'INTELLETTUALIZZAZIONE è la tendenza a pensare alle minacce in
modo freddo analitico e emotivamente
distaccato, Pensare gli eventi in questo modo porta le persone a dissociare i
pensieri dai loro sentimenti: separa e isola l'evento minaccioso dall'emozione
che normalmente lo accompagnerebbe.

SPOSTAMENTO E SUBLIMAZIONE
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Lo spostamento e la sublimazione sono considerati da Freud due
meccanismi di difesa meno nevrotici e maggiormente adattivi rispetto agli
altri.

• LO SPOSTAMENTO consiste nel dislocare un impulso da un


bersaglio, ritenuto minaccioso, ad un altro considerato meno minaccioso. In
questo modo si riduce l'angoscia.

• LA SUBLIMAZIONE consente agli impulsi di essere espressi attraverso la


loro trasformazione in una forma accettabile.
In questo caso la minaccia non è qualcosa connessa all'oggetto ma qualcosa
di relativo all'impulso. L'angoscia diminuisce quando l'impulso trasformato
viene espresso al posto di quello iniziale.
Freud riteneva che la sublimazione fosse più di ogni altra forma di difesa
propria delle persone mature. La sublimazione infatti previene i problemi
prima che si veri chino, piuttosto che funzionare dopo che l'angoscia si è
attivata.
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