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William James

martedì 23 novembre 2021 15:34

Storia
William James ha una vita particolare -> dopo un periodo come artista si iscrive alla Lawrence
Scientific School of Harvard, per poi passare alla Medical Scientific School of Harvard, dove si
laurea -> non è un filosofo di professione, bensì un medico.

La psicologia nell'Ottocento non è ancora una scienza autonoma, non esiste il dipartimento di
psicologia -> storicamente la psicologia razionalista è una branca della filosofia.

Tuttavia, nel corso dell'Ottocento la psicologia si sgancia lentamente dalla filosofia agganciandosi dalle
scienze biologiche, nonché alla teoria di Darwin, e in questo sganciamento cerca di costituirsi come
una scienza effettivamente autonoma.
Agganciarsi al darwinismo era quindi un modo per discostarsi da una filosofia tradizionale.

1865: viaggio in Amazzonia con Luois Agassiz, un importante naturalista che si oppone fortemente alla
teoria darwiniana -> deluso dall'esperienza, James continua a sostenere il darwinismo.

1867-68: si reca in Germania per studiare la New Psychology -> fisiologia cerebrale, studio
anatomico e fisiologico delle funzioni cerebrali (il processo di emancipazione della psicologia si
manifesta proprio nella New psychology).

Molti anni dopo diventa professore di filosofia ad Harvard.

Asa Gray, Louis Agassiz, Jeffries Wyman -> oggi filosofi di grande importanza, al tempo docenti di
Harvard.

Metaphysical club -> origine del pragmatismo -> compaiono al suo interno diverse personalità tra cui
Chauncey Wright, che offre un'interpretazione filosofica del darwinismo -> attraverso Wright sia
James che Peirce si appassionano alla mente umana e all'evoluzionismo.

Attraverso Wright si comprende che è possibile servirsi del darwinismo per un uso logico ed
epistemologico/scientifico -> è il darwinismo a dare una struttura essenziale e una giustificazione
oggettiva alle posizioni di James e degli altri pragmatisti, in merito alla natura della mente,
all'acquisizione della conoscenza e alla possibilità di azione morale.

Cambiare l'idea di che cos'è la mente e di come noi acquisiamo la conoscenza cambia anche l'idea
della possibilità morale -> pensare alla mente come a un organismo che si relaziona con l'ambiente in
maniera attiva implica anche il fatto che la nostra azione abbia delle conseguenze effettive nel mondo
reale.

Alcuni autori contemporanei, tra cui Lucas McGrahanan, studiano James e in particolare la sua
percezione del darwinismo, con particolare riferimento a questi punti:
• Dialettica tra internalismo e costruzionismo -> alcuni processi devono essere studiati sia da un
punto di vista ontogenetico che da un punto di vista filogenetico, e gli organismi sono luoghi di
agentività -> agiscono nel mondo circostante, interagiscono con l'ambiente;
• Selezionismo (idea fondamentale di Darwin);
• Idea per cui la conoscenza è fallibile e la verità è indeterminata;
• Visione della realtà come un continuo movimento.

Alcune implicazioni teoretiche del darwinismo sono assolutamente sconvolgenti per il periodo in cui
vengono formulate
• Il darwinismo non da agli esseri umani un posto speciale nel mondo
• la selezione naturale è un processo non intenzionale, non opera attraverso un disegno
teleologico ma opera sulla base del caso
• non esistono essenze nella natura, non ci sono apriori
• Il darwinismo è una scienza moderna, perché si presenta come fallibile -> fallibilismo: ciò che

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• Il darwinismo è una scienza moderna, perché si presenta come fallibile -> fallibilismo: ciò che
oggi viene postulato non è detto che abbi ala stessa validità scientifica col passare del tempo.

James, Principles of Psychology -> testo fatto per gli studenti in cui vengono racchiuse le posizioni
dell'autore -> costruzione di una psicologia inquadrata in una cornice darwinista. Si analizzano due
aspetti:

• Brain physiology -> il soggetto è anzitutto un soggetto incarnato -> questa consapevolezza è
frutto di un processo di sganciamento da una certa branca della filosofia;
• Implementazione dei principi dell'evoluzione darwiniana:

EFFICACIA DELLA COSCIENZA -> esiste la coscienza? Che cos'è? Due approcci:
- Epifenomenalismo -> Huxley -> la coscienza è come fumo che esce da una locomotiva -> è un
prodotto secondario, che non ha efficienza casuale -> non dice che la coscienza non esista ma
che non ha efficacia causale, c'è ma non serve a nulla, non ha la capacità di incidere sul corpo,
non ha prodotto causale
- Anti-epifenomenalismo -> James, ripresa anche da Popper -> la cornice darwinista è di per sé
un argomento contro la teoria di Huxley (cioè la teoria che gli stati mentali non abbiano efficacia
causale), questo perché la teoria della selezione prevede che quello che viene selezionato abbia
un'utilità.
Il nostro cervello è molto specializzato, la coscienza serve a compensare la nostra instabilità
mentale, ha una specifica utilità (altrimenti si sarebbe estinta) -> ci sono mille modi in cui
possiamo reagire allo stesso stimolo, mentre la dimensione istintuale in altri animali è più forte e
limita la varietà di azioni possibili;

TEORIA SOMATICA DELLE EMOZIONI -> studio delle emozioni dal punto di vista somatico ->
James rispetto a Darwin sottolinea come la dimensione fisiologica sia più incerta della cornice
ereditaria in cui si inscrive -> ci sono delle reazioni puramente fisiologiche che sono casuali -> lo
studio della fisiologia aggiunge un margine di casualità ulteriore rispetto alla lettura darwiniana ->
James critica la visione eccessivamente teleologica di Darwin.

Connessioni tra la psicologia darwiniana di James e l'epistemologia


pragmatista
La teoria dell'evoluzione attribuisce un ruolo molto importante alle azioni riflesse -> la cognizione,
ovvero la nostra capacità conoscitiva, è in realtà un momento di passaggio velocissimo inscritto in un
processo più ampio che è il processo motorio.

Anche il pragmatismo si rivolge all'azione -> la dimensione riflessiva viene a iscriversi all'interno di un
processo motorio -> si da un ampio spazio alla nostra modalità di interagire e agire nel mondo rispetto
alla capacità riflessiva -> la nostra è una razionalità specifica che è inscritta nella nostra relazione
dinamica e continua col mondo e nei nostri processi adattivi. Viene presentata una nozione di
razionalità molto incarnata che cozza con le teorie neoidealiste dell'Ottocento.

Psicologia

- Teoria dell'azione riflessa -> azioni che facciamo in modo immediato -> possiamo leggere gran
parte dell'attività mentale in termini di azione riflessa, o azioni volontarie che dopo essere state
più e più volte agite scalano a uno stato riflesso -> la teoria dell'emozioni jamesiana prende molto
da qui, si parla di una teoria che da molto spazio alla dimensione afferente, ovvero alla
dimensione che parte dalla periferia e va verso il centro, non viceversa;
- Teoria ideo-motrice -> non c'è un taglio tra l'ideazione e l'azione, ma al contrario c'è una
continuità -> la riflessione si pone all'interno di un circuito che è un circuito motorio

Epistemologia pragmatista

- Crescita della conoscenza -> se applichiamo il darwinismo e l'idea della variazione e della

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- Crescita della conoscenza -> se applichiamo il darwinismo e l'idea della variazione e della
selezione naturale alla nostra storia, le idee geniali che hanno fatto la storia possono essere
considerate come delle variazioni selezionate dall'ambiente, sia personale sia sociale -> modi
strumentali di adattamento all'ambiente;
- Teoria della verità -> teoria moto carica di presupposti psicologici e fisiologici per cui la
conoscenza viene vista come un'attività vitale, che non può essere sganciata dalla nostra vita.

Come si collega la teoria delle emozioni all'idea di affettività?


Ditionary of Philosophy and Psychology, Baldwin (1901-1905) -> vengono analizzati tre termini
diversi:
- Affect -> motivo affettivo -> ogni stimolo capace di produrre movimenti involontari e che viene
sentito o percepito -> incluso in una classe più ampia, quella dei motives, che precedono i
movimenti involontari;
- Affection -> "ipotetica forma elementare del feeling" -> ha un origine più recente dell'aggettivo
affective, ma ne è consigliato l'uso per limitare l'uso del termine feeling in quanto
eccessivamente ambiguo
- Feeling -> sentimento, sensazione, generico sentire (ambiguità di significato) -> l'esperienza
consapevole di modificazione astratte dalla determinazione di oggetti e dalla determinazione
dell'azione -> rappresenta una delle tre fasi dell'esperienza (feeling, knowledge e will) -> si usa
feeling per le manifestazioni più concrete e affection quando se ne vuole parlare in modo più
astratto
- Emotion -> inzialmente è la traduzione del termine tedesco affekt -> stato completo di coscienza
che implica un feeling tone e una caratteristica attitudine causata da una certa situazione che è
o percepita o idealmente rappresentata

Feeling spesso viene tradotto come sentimento, è in realtà un verbo -> Feel, sentire.
Hume stesso usa il termine feeling per indicare uno stato di coscienza (sia fisico che mentale)
che riguarda non tanto il sentimento, quanto il sentire, l'azione del sentire.

Coscienza = non sostanza come in Cartesio (res cogitans) ma funzione utile all'organismo per
adattarsi al mondo che lo circonda (frutto anche della lotta alla sopravvivenza). Questa nozione di
coscienza la ritroveremo in Hume e nelle teorie delle emozioni di Mill e Dewey -> la coscienza è
osservata quasi come un istinto, e alla sua base c'è l'evoluzione umana -> la coscienza è quella
tensione che sorge da una certa situazione e che, invece di portare a una reazione istintiva (l'urlo
di aura o la fuga immediata), inserisce una pausa tra lo stimolo e la reazione, e all'interno di quel
lasso temporale sorge la possibilità della valutazione della situazione -> valutazione = primo
germe della capacità riflessiva.

Percepita o idealmente rappresentata -> può riguardare tanto la nostra percezione fisica quanto
una sfera più astratta, intellettuale -> Cartesio non riuscirà a distinguere bene questi due aspetti
(dirà che la passione deriva da spiriti animali che passano per il cervello e assumono un valore
passionale per poi essere trasmessi al corpo) -> questa ambiguità rimarrà anche
successivamente -> le emozioni non sono solo una reazione ad una situazione in cui siamo ->
spesso le colleghiamo a qualcosa che abbiamo già vissuto, l'emozione è uno dei motori
fondamentali della memoria.

- Sentimento -> indica stati mentali in cui la componente ideale è più forte.

Emotional expression -> Darwin -> espressione facciale dell'emozione come esempio di reazioni utili
all'animale nelle condizioni che hanno stimolato l'emozione e in seguito acquisite ereditariamente.

- Teoria causale dell'emozione -> Darwin -> lo stato emotivo precede e produce l'espressione
dell'emozione;
- Teoria degli effetti dell'emozione -> James -> emozione come indicatore mentale dei
cambiamenti che costituiscono l'espressione dell'emozione.

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1884 contemporaneamente a Carl Lange, William James delinea un'innovativa teoria delle emozioni.
Articoli di riferimento:
- Che cos'è un'emozione? (1884)
- Le basi fisiche dell'emozione (1894) -> James risponde alle critiche attribuite alla sua teoria

Che cos'è un'emozione?


James distingue:
- Percezioni standard -> emozioni più forti e vivide -> paura, rabbia, sorpresa, desiderio,
curiosità, tristezza, amore;
- Sensazioni di colori, linee, suoni -> non abbastanza forti da provocare reazioni fisiche,
espressive, corporee.

L'emozione è spiegabile nei termini di un sentire i cambiamenti del nostro corpo a livello viscerale ->
teoria periferica -> la coscienza emozionale è qualcosa che nasce alla fine di un processo afferente,
che va dall'esterno verso l'interno.

Nello specifico, secondo la psicologia del senso comune:


- Si percepisce l'oggetto che provoca l'emozione
- La percezione genera nella mente l'emozione
- L'emozione si riverbera sul nostro corpo

Per James invece:


- Si percepisce l'oggetto che provoca l'emozione
- La percezione genera delle modificazioni corporee / reazioni fisiologiche
- La sensazione delle modificazioni corporee è l'emozione

Quindi la reazione fisica non è più conseguenza dell'emozione, bensì l'emozione è il risultato della
percezione del cambiamento corporeo.

Non si piange perché si è tristi, ma si è tristi perché si piange.

Se immaginiamo qualche emozione forte e poi cerchiamo di fare astrazione dalla nostra coscienza di
tutte le sensazioni dei sintomi corporei caratteristici, ci accorgeremmo che non c'è rimasto nulla,
nessuna materia mentale he possa costituire l'emozione.

Per noi è inconcepibile un'emozione dissociata dalla sua dimensione fisiologico-corporea. Nessuna
emozione può mai verificarsi senza un'alterazione fisica -> l’emozione è la consapevolezza delle
reazioni fisiologiche che abbiamo nel momento in cui entriamo in contatto con un certo oggetto
percettivo.

James si concentra sulla relazione tra l'oggetto che genera l'emozione e l'organismo stesso:

• La reazione somatica è innescata immediatamente dall’oggetto percepito, senza il bisogno di alcuna


mediazione cognitiva.
• Laddove un’emozione sembri precedere sintomi corporei, spesso non è altro che una
rappresentazione dei sintomi stessi.
• L’emergere volontario di queste manifestazioni può restituire l’emozione stessa? Per la maggior parte
delle emozioni questo non è possibile, ma talvolta sì:

Se vogliamo sconfiggere in noi stessi tendenze ad emozioni negative, dobbiamo esercitare i movimenti
esteriori proprie di quelle disposizioni contrarie che preferiamo coltivare.

L'ultimo argomento dell'articolo si concentra sull'intrinseco legame tra la vita mentale e la struttura
corporea.

James riporta vari casi patologici in cui vengono analizzati casi di anestesie parziali o totali in vari
pazienti (cita Strumpell, il quale aveva un paziente di 15 anni completamente insensibile ad eccezione
di un orecchio e un occhio. Questo ragazzo dimostrava sentimenti di vergogna e dolore -> queste

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di un orecchio e un occhio. Questo ragazzo dimostrava sentimenti di vergogna e dolore -> queste
manifestazioni non significano nulla perché non sono nemmeno coscienti, c'è una relazione tra
anestesia e apatia emotiva)
• Nei casi patologici l'emozione è una reazione del corpo che non è avvertita coscientemente
• Nei casi non patologici l'emozione viene avvertita in maniera cosciente

Le obiezioni di James
The Physical basis of emotion -> James cerca di confutare le più importanti critiche mosse ai
Principles of Psychology:

1. La predisposizione mentale dell'individuo è essenziale affinché si verifichi una reazione


emotiva -> è il modo in cui concepisco qualcosa che incide sull'emozione -> distinzione tra tra
valitazione (dimensione pre-riflessiva) e sensazione (la più semplice forma di impressione
esistente) -> il prodursi dell'emozione non può essere dovuto solo agli effetti fisiologici indotti
dall'oggetto (accusa di riduzionismo fisiologico).
• Wundt (padre della psicologia fisiologica): Se lo stesso oggetto/stimolo può produrre emozioni
differenti, allora la motivazione mentale è essenziale nel determinare un'emozione;
• Irons: non è il semplice oggetto in quanto tale a determinare gli effetti fisici, ma la sensazione
soggettiva verso l’oggetto -> di fronte allo stesso oggetto possono esserci reazioni emotive
diverse;
• Worcester: Critica all’argomento dell’orso -> nel momento in cui incontriamo un orso, non
scappiamo perché abbiamo paura, ma abbiamo paura perché scappiamo -> la coscienza della
modificazione corporea che consiste nella fuga è l'emozione stessa.
Nessuna reazione emotiva di paura è il risultato necessario del vedere un orso; se ci provoca
paura è solo perché supponiamo possa farci del male, e dunque per via di una mediazione
razionale.

James: precisa che con oggetto indica la situazione complessiva, l'insieme degli elementi di
un determinato contesto, tra i quali uno o più spiccano maggiormente e vengono individuati come
fonte del pericolo. Acquisendo familiarità con un oggetto esso inizia ad essere percepito come un
elemento di una situazione complessiva ed è questa a provocare una reazione, variabile ma pur
sempre istintiva. Con contenuto oggettivo, inoltre, si intende sia l'elemento giudicato sia il giudizio
in sé -> esisterebbe una prima dimensione valutativa già all'interno della percezione dell'oggetto.

2. Worcester -> la teoria di James non dà conto degli atti volontari. Correre per cercare rifugio da
un orso o da una pioggia costituiscono la stessa emozione di paura; tuttavia, invece di correre
potrei scegliere di comprare un ombrello: la paura consiste nell’atto di comprare un ombrello?

James:
• Con modificazioni corporee non si intendono soltanto gli atti di correre o comprare un ombrello,
ma anche e soprattutto movimenti viscerali non visibili (che appaiono estremamente simili se
non identici a prescindere dall'azione che compiamo)
• Vi è una gradualità nelle emozioni che indichiamo con lo stesso nome, per cui una paura di
grado minore può indurre a comprare un ombrello, ma non si tratta comunque di un atto
volontario.

3. Lehmann e Irons: Se una stessa emozione può essere associata a una grande varietà di
sintomi, come possono questi esserne la causa? Secondo la teoria di James, l'emozione
dovrebbe essere diversa se i sintomi lo sono.

James: le differenze nei sintomi si muovono entro una somiglianza funzionale (e non
sostanziale) che consente di associarli ad una stessa emozione.

4. Worcester e Irons: La coscienza di variazioni corporee di per sé non ha alcuna carica emotiva.
Ridere e piangere sono movimenti spasmodici dei muscoli della respirazione, non dissimili da
quelli del singhiozzo; perché la consapevolezza dei primi due dovrebbe essere accompagnata da
eccitamento emotivo ma ciò non è vero nel caso del singhiozzo?

James: I movimenti viscerali, ben più difficili da localizzare, sono decisivi nel determinare o

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James: I movimenti viscerali, ben più difficili da localizzare, sono decisivi nel determinare o
meno un’emozione -> per quanto ci siano sintomi esteriori o periferici affini, nel caso del
singhiozzare non si verifica quell'onda diffusiva caratteristica dell'emozione.

In generale:
James respinge le critiche incentrate sulle implicazioni filosofiche che la sua teoria sembrerebbe
determinare, sottolineando come essa sia più legata a questioni psicologiche e fisiologiche che non
teoretiche :

Nei centri nervosi per l’emozione vi sono correnti afferenti derivate dalle qualità oggettive che
percepiamo in un determinato elemento.

- Quando le correnti sono in entrata provocano piacevolezza/sgradevolezza o piacere/dolore (non


proviamo piacere o dolore verso un oggetto, bensì è l'oggetto stesso che suscita il sentimento di
piacere o dolore in noi.

- quando le correnti sono in uscita provocano un “generale attacco di eccitazione”, costituito dalle
sensazioni che si producono nell’organismo, dal “contenuto oggettivo” dell’elemento che li ha scatenati
e dalle varie sfumature di gradevolezza/sgradevolezza con cui il contenuto oggettivo può giungere.

È proprio in questi attacchi che consiste l’emozione, che finirebbe per coincidere con ciò che Wundt e
Lehmann identificano con l’affect -> non vi è una sostanziale differenza tra la teoria di James e le
prospettive dei suoi critici.

Punti a favore della teoria di James


Nonostante le numerose critiche, James trova nelle teorie di Wundt, Lehmann e Sollier delle
conferme in merito al suo stesso pensiero.

Entrambi gli studiosi ammettono una connessione tra emozioni e sensazioni organiche. Worcester
continuerà tuttavia ad affermare che, ammessa tale connessione, è evidente a suo modo di vedere
che ogni individuo localizzi i propri elementi di eccitazione organica in modi differenti -> se prendiamo
una medicina amara, proviamo disgusto per il sapore della medicina, non per la smorfia che facciamo
nel momento in cui la assumiamo

James constata a questo punto che la materia di discussione con Worcester è divenuta
esclusivamente verbale -> bisogna chiarire cosa si intende con il termine emozione, perché secondo
James lui e Worcester si stanno servendo dello stesso concetto usando termini diversi (rispettivamente
emozione e affect) -> anche per James esistono delle emozioni legate a "correnti in entrata" (il piacere
e il disgusto derivano effettivamente dall'oggetto verso l'individuo) ma molte altre emozioni sono a tutti
gli effetti appartenenti a correnti in uscita.

James infine ritrova nelle osservazioni di Sollier riguardo ai pazienti completamente anestetizzati, le
conferme che cercava da tempo in merito alla propria teoria.

Nei soggetti quasi completamente anestetizzati, che ad esempio non riescono più a sentire il battito del
proprio cuore o hanno uno o più sensi gravemente danneggiati, anche la capacità di provare emozioni
è fortemente limitata, se non del tutto assente -> questo è perfettamente spiegabile dalla teoria di
James.

Le emozioni sono la conseguenza di attività periferiche (proprie del sistema nervoso autonomo, ovvero
di quella parte del sistema nervoso periferico che si occupa di controllare gli organi del corpo e alcuni
muscoli -> siamo furi dal sistema nervoso centrale, culla della cognizione e dell'attività riflessiva) -> le
varie parti del corpo sono legate tra loro dal sistema nervoso autonomo, il corpo intero è una cassa di
risonanza -> anche quando abbiamo una piccola impressione, in realtà è tutto il corpo che risponde e
caratterizza il nostro modo di sentire quella determinata impressione.

Tutto il volume del nostro corpo contribuisce al senso di personalità e agli atteggiamenti corporei

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Tutto il volume del nostro corpo contribuisce al senso di personalità e agli atteggiamenti corporei

Gli istinti sono forme più strutturate di comportamento, mentre le emozioni sono forme meno
elaborate di reazione istintiva (reazioni all'interazione ambientale mediate dalla percezione dei
cambiamenti corporei interni).

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