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Sguardo d’insieme

aristotele afferma che l’essenza è immanente in quanto è nelle


cose come forma ne consegue che i diversi saperi partono
dall’esperienza e sono autonomi e sapienza e saggezza sono
distinte. aristotele definisce una nuova articolazione del sapere:
si divide in “organon” strumento comune a tutte le scienze che
studia il ragionamento corretto, scienze teoretica che sono la
filosofia prima la fisica la matematica che hanno per oggetto il
necessario, poi esistono le scienze pratiche che sono l’etica e la
politica e hanno per oggetto il possibile, esistono poi le scienze
poietiche chi sono poetica e retorica e hanno anche loro come
oggetto il possibile.

La logica

la logica per aristotele studia pensiero/linguaggio e si articola


in termini isolati, termini congiunti e ragionamenti ( cioè
giudizi ) concatenati. la logica studia il pensiero e il
linguaggio e si articola in termini isolati cioè delle categorie
distinte in sostanza e predicati. le categorie sono 10 la
sostanza, la quantità, la qualità, la relazione, il luogo, il
tempo, il giacere, l’avere, l’agire e il partire. la categoria di
sostanza mostra caratteristiche speciali solo essa può costituire
il soggetto di una proposizione. le sostanze individuali vengono
definite sostanze prime e possono fungere solo da soggetto e mai
da predicato mentre quelle generali le sostanze seconde
corrispondenti ai nomi comuni possono fungere sia da soggetto sia
da predicato. si articola anche in giudizi che sono i termini
congiunti, aristotele classifica i possibili i giudizi in base a
2 variabili la quantità (universali o particolari) e la qualità
(affermativi o negativi):universali affermativi, particolari
affermati, universali negativi e particolari negativi. esistono
anche relazioni formali tra le proposizioni: le contrarie, le
subcontrarie, le subalterne e le contraddittorie. successivamente
ci sono i ragionamenti cioè i sillogismi analizzati in figura e
modi per determinare i modi validi e c’è la distinzione tra
validità che concerne la logica e la verità che concerne la
scienza. il sillogismo è il ragionamento per eccellenza analizzato
da aristotele e designa un procedimento deduttivo mediante il
quale date determinate premesse possiamo ricavarne una conclusione
che deriva necessariamente da esse. ogni sillogismo si compone di
3 proposizioni 2 premesse e una conclusione che viene ricavata
necessariamente a partire dalle premesse il passaggio delle prime
alla conclusione avviene grazie al termine medio. il termine chi
ha un’estensione più ampia e detto maggiore quello meno esteso e
invece il termine minore nella conclusione non compare il termine
medio mentre il minore di funge da soggetto e il maggiore da
predicato. è importante è distinguere tra validità e verità del
sillogismo la logica si occupa unicamente della validità dei
ragionamenti senza preoccuparsi della loro verità. il modo del
sillogismo è dato dal tipo di giudizi che lo compongono in ogni
figura ci sono dei modi validi cioè dei ragionamenti corretti e
altri che non lo sono. il sillogismo fin qui esaminato è quello
categorico tale per cui se le premesse sono vere la conclusione è
necessariamente vera esistono altre forme di sillogismo ad esempio
quello dialettico quello retorico che però conducono a conclusioni
solo probabili una forma di sillogismo retorico è quello induttivo
osservando la tavola dei modi validi notiamo che almeno una delle
premesse è universale nel sillogismo induttivo invece entrambe le
premesse sono di tipo particolare però da premesse particolari non
è possibile dimostrare alcuna conclusione universale. il
sillogismo categorico è un ragionamento deduttivo ma non può
dimostrare la verità perché dovrebbe dedurla da altre verità più
generali e così via all ‘infinito. mediante l’induzione possiamo
cogliere i principi universali a partire dall’osservazione di
molti casi particolari in questo modo però non possiamo mai
giungere a proposizioni sicuramente vere ma solo probabili i
principi possono essere invece colti mediante l’intuizione cioè
intuendoli nella loro evidenza tramite l’intelletto. esistono
principi o assiomi comuni a tutte le scienze e altri specifici di
ognuna tra i primi è particolarmente importante quello di non
contraddizione in base al quale “è impossibile che la stessa cosa
ha un tempo appartenga e non appartenga a una medesima cosa” da
esso derivano quello di identità ogni cosa è uguale a se stessa.
mediante l’intuizione e attraverso gli assiomi ogni scienza deve
costruire le proprie definizioni che costruiranno il punto di
partenza del procedimento deduttivo.

Metafisica

la metafisica o filosofia prima studiano l’essere in quanto essere


delle cause prime di dio. studia l’essere come sostanza composto
da materia che è potenza, è necessario mettere una materia priva
di forma, una materia originaria. E’composta dalla forma che è
atto è necessario a mettere un atto in atto privo di potenza e
quindi di materia cioè dio. la materia e la forma formano un
sinolo inscindibile. La forma è anche essenza sul piano ontologico
e concetto sul piano gnoseologico. la metafisica studia le cause
prime che sono formale, materiale, efficiente e finale. aristotele
enumera 4 significato del termine essere: l’essere come accidente,
l’essere come categorie (e in particolare come sostanza), l’essere
come vero, l’essere come potenza e atto. è necessario comprenderei
bene il significato del termine sostanza e distinguerlo da quello
di essenza. pericle è sempre pericle sia quando è un bambino sia
quando è anziano quindi deve esistere qualcosa che permane nel
cambiamento ma questo qualcosa non è visibile dato che tutte le
manifestazioni esteriori sono cambiate. pericle è diverso da
alcibiade e da temistocle ma essi sono tutti uomini quindi deve
esistere qualcosa che li accomuna qualcosa che è identico in
ognuno di loro al di là delle differenze apparenti. pericle è
sempre pericle perché al di là dei cambiamenti visivi c’è il lui
qualcosa che permane una sostanza. la sostanza proprio perché
individuale non coincide con l’essenza. pericle è sempre pericle
perché la sostanza si conserva sempre uguale a se stessa ed è
simile ad alcibiade e a temistocle perché lui condivide l’essenza
(uomo). nel suo significato la sostanza è l’unione di materia e
forma un sinolo inscindibile non tutto ciò che esiste ha una
spiegazione razionale e necessaria. aristotele distingue la
sostanza dagli accidenti esso e definito nella metafisica come ciò
che “appartiene a una cosa e che può essere affermato della stessa
cosa ma non sempre ne per lo più”. il concetto è la
rappresentazione mentale della forma. per aristotele infatti
esiste una stretta corrispondenza tra pensiero e realtà il primo
rispecchia la struttura del secondo. aristotele distingue
ontologicamente anche le sostanze prime e seconde l’individuale
concreto in quanto sostanza prima non può predicarsi di alcuna
cosa, le sostanze seconde sono i generi come ad esempio uomo a
differenza delle sostanze prime non esistono concretamente ma solo
come proprietà delle sostanze prime, pure le categorie esistono
unicamente come predicati. ontologicamente le categorie ci
consentono di pensare qualcosa e di parlarne non possiamo pensare
a un uomo ad esempio senza pensarlo in un luogo e in un tempo
determinati con certe qualità, al tempo stesso l'uomo
concretamente esiste deve essere in un luogo in un tempo deve
possedere certe qualità ma prima di tutto deve esistere come
sostanza alla quale tutte le altre categorie si riferiscono per
questo la sostanza è la più importante tra le categorie.
aristotele sottolinea che il divenire non è casuale ma sempre
indirizzato verso un fine preciso. l’individuo contiene quindi in
se, in potenza, ciò che sarà e il divenire è il passaggio della
potenza all’atto risultando così teleologicamente orientata cioè
indirizzato verso un fine i concetti di potenza (dinamis) e atto
(energeia) costituiscono il quarto dei significati dell’ essere.
la potenza è espressione della materia, l’atto della forma. la
materia è potenza perché può assumere molteplici forme nell’atto
la cosa raggiunge la perfezione della propria natura, nello
sviluppo biologico ogni stadio è atto rispetto al precedente e
potenza relativamente al successivo: il pulcino è atto rispetto
all’uovo ma potenza rispetto al gallo. ma perché avviene il
passaggio della potenza all’atto perché alla potenza è connessa la
privazione una mancanza che il processo tende a colmare quindi il
divenire dà origine dalla mancanza dall’approvazione e si
manifesta con il passaggio dalla potenza all’atto secondo un
percorso già tracciato. anche se l'atto e cronologicamente
posteriore rispetto alla potenza dal punto di vista logico lo
precede infatti perché qualcosa passi dalla potenza all’ atto è
necessario qualcosa già in atto (che guidi questo processo).
l'atto precede la potenza dal punto di vista concettuale perché
definiamo la potenza a partire dall’atto. dal punto di vista
cronologico all’ interno dello stesso essere la potenza precede
l’atto ma in generale ogni essere in potenza deriva da un essere
in atto. su piano logico dobbiamo ipotizzare l’esistenza di una
materia priva di qualsiasi forma ed e una forma priva di qualsiasi
materia. la materia informe e detta materia prima non ha più
alcuna potenzialità e cioè atto puro o atto in atto. l'esistenza
di dio è dimostrata a partire dall'esistenza di sostanze eterne in
particolare il tempo ma il movimento presuppone un motore in atto
che se fosse anche impotenza rimanderebbe ancora a un altro motore
e così via per evitare il regresso all'infinito è necessario
ammettere l'esistenza di un atto puro come motore primo. non
essendo in potenza il primo motore non può essere materiale e
quindi deve essere considerato come atto puro. l’essenza di
potenza e di materia implica la mancanza di divenire di
conseguenza deve essere anche immutabile ed eterno ma in quanto
non soggetto al divenire tale motore deve essere immobile. essendo
atto puro dio non è ovviamente materiale e quindi è pure
intelligenza puro pensiero. dio quindi e pensiero di pensiero
pensa se stesso per tutta l’eternità. il dio aristotelico a
differenza del dio cristiano è un principio cosmologico che da
origine al mondo senza crearlo lo ordina in quanto fine ultimo cui
tende tutto ciò che esiste dando quindi alla visione aristotelica
del mondo una forte impronta teleologica possiamo quindi parlare
di un monoteismo aristotelico nonostante la presenza di altre
realtà sovrasensibili nell’universo.

La fisica

la fisica e la scienza dell’essere in movimento e studia i tipi di


movimento: quello sostanziale, quello quantitativo, quello
qualitativo e quello locale. i tipi di movimento sono determinati
da diverse cause prime: quella formale, quella materiale, quella
efficiente e quella finale. in particolare viene studiato il moto
locale spiegato dalla teoria dei luoghi naturali: “ogni elemento
tende a raggiungere il proprio luogo naturale”. data la teoria dei
luoghi naturali e dato che l’universo è sferico ne consegue il
geocentrismo per poiché il luogo della terra (elemento) è il basso
cioè il centro e il dualismo tra la terra (dove sono i 4 elementi)
e il mondo celeste. l’universo è composto da sfere concentriche al
centro c’è la terra e all’esterno la sfera delle stelle fisse. le
sfere sono mosse del primo motore immobile che agisce come causa
finale. aristotele distingue nettamente gli esseri naturali da
quelli artificiali, i primi sono caratterizzati dal fatto di avere
in se stessi il principio del movimento e quindi le 4 cause non
sono esterne ma immanenti . tra le cause aristotele dà molto
rilievo a quella finale: tutto in natura avviene per un fine nulla
e dovuto al caso . la teoria dei luoghi dice che ognuno degli
elementi fondamentali (terra, acqua, aria e fuoco) ha un luogo che
gli è stato assegnato per natura e che tende raggiungere quando
non è impedito da cause esterne. Il luogo naturale della terra è
il basso, quello è sopra la terra, quello dell’aria sopra l’acqua
seguito da quello del fuoco. una seconda assunzione generale di
aristotele e la forma sferica dell’universo, unendo la teoria dei
luoghi naturali e la sfericità del cosmo non risulta in modo
necessario il geocentrismo. Terra, acqua, aria e fuoco sono nel
nostro mondo che ne è il luogo naturale ma allora se nel resto
dell’universo ci fossero state parti di questi elementi avrebbero
già da tempo raggiunto il loro luogo naturale quindi l’universo
non è composto dagli elementi che conosciamo, ma deve essere
formato da un quinto elemento: l’etere. per aristotele la terra è
al centro dell’universo circondata dalla sfera della luna. i
diversi corpi celesti non possono fluttuare nello spazio e devono
essere sostenuti da sfere composte di etere. la sfera della luna è
chiusa sua volta in quella di mercurio questa in quella di venere
e poi del sole di marte di giove saturno. infine la sfera delle
stelle fisse più quella dell’universo che è quindi finito . resta
da spiegare il movimento dei corpi celesti nell’universo. non
esiste il vuoto, ogni sfera è mossa da quella che la racchiude a
sua volta, mossa da quella più esterna. E’però necessario mettere
un motore primo, tale motore è identificato con dio, che è atto
puro. è quello che spinge ogni corpo verso il proprio luogo
naturale mentre quello violento contrasta questa tendenza.
Nell’universo aristotelico non esiste il vuoto. il luogo vieni
infatti definito come il limite del corpo. possiamo parlare di
tempo solo se c’è qualcosa che cambia cioè se esiste un prima e un
dopo il tempo e quindi il numero del movimento secondo il prima e
il poi. il tempo presuppone dunque un’anima in virtù della quale
il prima e il poi possono essere congiunti e misurati. l’anima è
la condizione soggettiva del tempo ma il divenire ne costituisce
la condizione oggettiva.

L’anima e la conoscenza

il corpo è materia e l’anima è forma e svolge 3 funzioni:


vegetativa, sensitiva e intellettiva. anima e corpo costituiscono
un’unità inscindibile perciò l’anima è mortale. la conoscenza è
articolata in: sensazione, che conosce i singoli individui
mediante i 5 sensi e un senso comune, in immaginazione, che
produce immagini e le combina conoscenza di aspetti comuni e di
intelletto che astrae dalle sensazioni e dalle immagini il
concetto: conoscenza dell’ universale. quindi la conoscenza inizia
dalla sensazione ma solo l’intelletto può pervenire
all’universale. aristotele parla di un intelletto passivo per
indicare la possibilità di conoscere tutti i concetti cui si
affianca un intelletto attivo come conoscenza effettiva dei
concetti.

L’etica virtù e felicità

la felicità è la realizzazione della propria natura dal momento


che la natura umana è razionale allora la felicità è uguale alla
virtù cioè agire conforme a ragione. le virtù sono etiche perché
riguardano il rapporto tra la ragione e la passione mediante la
abitudine e la medietà. possono essere anche dianoetiche che
riguardano alla realizzazione dell’anima razionale e sono:
sapienza, intelligenza, scienza, saggezza e arte che producono la
massima felicità per l’uomo cioè la vita contemplativa.

La politica

l’uomo per natura è sociale quindi forma famiglie poi villaggi e


poi stato che conduce il superamento dell’egoismo e vivere secondo
ciò che oggettivamente buono quindi ne deriva una funzione
educativa dello stato solo il cittadino che vive nello stato è
virtuoso. costituzione come la forma dello stato quindi la
classificazione delle forme di stato quindi ci sono quelle di
interesse comune: monarchia, aristocrazia e politia. quelle di
interesse privato: tirannia, oligarchia e democrazia. potere di
uno: monarchia e tirannia, poter di alcuni: aristocrazia e
oligarchia e potere di molti: politia e democrazia. puoi
costituzione miglior: politia perché medietà tra oligarchia e
democrazia, medietà come criterio per lo stato preferibile dominio
della classe media piccoli proprietari e medie dimensioni
demografiche e territoriali.

La poesia e la retorica
poesia come imitazione ma in senso positivo perché non descrive
l’esistente ma coglie il verosimile universalizzando i propri
oggetti quindi superiore alla storia che descrive il particolare.
in particolare la tragedia richiede di definire un cannone
estetico articolato in unità d’azione di luogo di tempo e svolge
la funzione di catarsi. per aristotele opera una rivalutazione
rispetto a platone affermando la legittimità del persuadere.
aristotele anche critica i sofisti per analisi del sillogismo
retorico entimema smascherando i falsi entimemi.

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