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VIAGGIO IN EGITTO

Sono partita alle 10 di mattina per arrivare in egitto , sono arrivata all’aeroporto di napoli , La
durata del volo diretto è di circa 3 ore e 15 minuti . la compagnia aerea che offre voli diretti da
napoli all’aeroporto di sharm el sheikh . ho allogiato nell’hotel solymar soma beach che ha un
incantevole posizione sulla spiaggia di soma bay e mi è venuto a costare 100 euro a notte per 6 notti
.sono arrivata alle 13 e 15 circa e appena scesa dall’aereo dopo aver sistemato le valigie ho pranzato
nell’hotel e nel pomeriggio ho visitato la città di alessandria, Il lungomare di Alessandria (costruito
negli anni ’30) è un luogo bellissimo, da Ras El Tin fino a Montazah. E il ponte Stanley Bridge,
lungo 400 metri, spicca con maestosità sulla baia omonima con le sue torri caratteristiche. Verso il
centro si incontra il Museo Nazionale nella sede rinnovata del Palazzo Al-Saad Bassili Pasha. Qui
sono riassunte le quattro epoche di storia egiziana: dall’età antica a quella greco-romana,
dall’età copta all’era islamica. Ovviamente da non mancare la visita al famoso edificio della
nuova Biblioteca Alexandrina, uno spazio immenso pensato per ospitare 8 milioni di libri. Anche
il teatro dell’Opera è un piccolo ma straordinario punto di cultura. Passeggiando, i vicoli del Souk
El-Attarine attirano il turista proponendo ogni sorta di souvenir.la sera ho cenato in un ristorante
detto bab el sharq dove ho assaggiato la pita egiziana con humus cioè del pane egiziano
conosciuto in tutto il mondo con un ripieno fusion di salame e hummus di ceci. Il pane Pita, un pane
di origine araba, ha una peculiarità, cioè quella di gonfiarsi in cottura, creando così una tasca da
farcire poi a seconda dei gusti.e ho assaggiato poi il Koshari Tra i piatti tipici egiziani piu`famosi,
non si possono non citare il Koshari, un piatto unico a base di pasta (tubetti), riso, legumi
(lenticchie e talvolta ceci), sugo, una salsina a base di aceto e aglio e una spolverata di cipolle
caramellate e la Molokhiyya una zuppa di malva, insaporita con un soffritto di aglio , e per dolce ho
assaggiato la kunafa è conosciuto anche come "kanafeh" ed è realizzato con una pasta speciale
chiamata kataifi, ovvero pasta fillo ridotta in fili sottilissimi. Questo dolce ha numerose varianti,
tipiche dei diversi paesi del Medio Oriente, dall'Egitto alla Palestina, alla Turchia. E in tutto ho
pagato 110 euro .
Poi il giorno dopo ho visitato, l’Isola Elefantina con i villaggi tradizionali di Koti e Siou rappresenta
una tappa interessante anche dal punto di vista della popolazione locale, accogliente e festosa. Gli
indigeni nubiani vivono in case colorate dove un tempo erano soliti tenere in vasca un coccodrillo!
Tra le altre cose sull’isola è conservato il nilometro, antico mezzo di misurazione del livello del
Nilo. L’isola di Kitchener, invece, ospita il Giardino Botanico con piante provenienti da Asia e
Africa.
Fuori da Assuan si raggiunge il Mausoleo di Aga Khan, sulla cima di una collina sul Nilo. I Templi
di File, sull’isola omonima, risalgono alla dinastia tolomaica ed erano dedicati a Iside. Sullo stesso
terreno sono state trovate rovine di chiese cristiane. Sulla sponda opposta del Nilo troviamo
le Tombe dei Nobili, cioè dei principi egiziani a partire dal Vecchio Regno. Infine a 250 chilometri
da Assuan il bellissimo tempio di Abu Simbel merita un’escursione ,( la sera ho cenato nell’hotel ).
Il terzo giorno lo ho passato a Sharm el-Sheikh La bellezza di questa nota destinazione
turistica sulla punta meridionale del Sinai in realtà ha mille sfaccettature non solo legate alle
spiagge e al mare verde-blu con pesci di mille colori. Si resta incantati, per esempio, ad ammirare
il cielo notturno pieno di stelle. Alla sera, dopo una giornata di relax, si scopre la città
vecchia e l’Old Market, verso l’interno invece i campi beduini profumati di brace e narghilè. Qui
la roccia grigia nasconde i cimiteri dei dromedari sullo sfondo delle montagne aspre dove si
nascondono gioielli come il Monastero di Santa Caterina in stile bizantino. La vera sorpresa è
scoprire, in un paesaggio apparentemente arido, giardini di ulivi e viti, grazie all’acqua dei pozzi.
Da secoli la fortezza fatta costruire da Giustiniano è il presidio dei monaci in un luogo dove si
incrociano le storie delle tre religioni monoteiste. Qui dove a Mosè fu preannunciato il suo destino.
E poi ci sono i fondali marini che attirano folle di appassionati di snorkeling e immersioni. Trenta
chilometri di costa frastagliata e rocciosa che si apre in spiagge bellissime e improvvise insenature.
Dalla zona nord di El Nabq fino alla vivace Sharm El Maya. Dalle spiagge tranquille di Ras
Nasrani si gode la vista sull’isola di Tiran. Il centro del turismo vacanziero è a Naama Bay, ricca di
attrazioni notturne, souvenir e con un mare limpido. La barriera corallina più bella del Mar Rosso si
trova a Ras Um Sid, dove il deserto con i colori del tramonto e del mattino regala momenti di
assoluto incanto. 
Il quarto giorno lo ho passato a Giza Una tra le necropoli più importanti si trova a una ventina di
chilometri dal Cairo. Qui sorge, per esempio, la celeberrima Sfinge, la scultura monumentale più
antica: risale al 2500 A.C. e vigila da sempre sulle Piramidi, uniche tra le Sette meraviglie del
mondo antico a essere ancora intatta. Cinquemila anni fa, Giza divenne necropoli di Menfi, ovvero
dell’antichissima capitale egiziana. Le tre Piramidi sono dedicate alla sepoltura dei re defunti. Le
piramidi satellite e le tombe di pietra sono i luoghi di sepoltura di regine e altri importanti membri
della corte. Tra le tombe vicine alla piramide di Cheope, sono importanti quelle di Qar e Ide perché
adornate con rilievi e statue che illustrano la vita dei defunti.
Il quinto giorno lo ho passato al Deserto Bianco È capace di lasciarti senza fiato: il Sahara El
Beyda, ovvero il deserto bianco. Si estende fra l’oasi di Farafra e quella di Bahariya, ai confini con
la Libia. La magia sta tutta nel colore immacolato della sabbia ma non solo. Anche le straordinarie
formazioni rocciose donano un aspetto inusitato a tutto l’ambiente così come i colori che assume il
cielo nelle diverse ore del giorno e della notte. Dove ora c’è il deserto, un tempo (5 mila anni fa) si
trovavano sorgenti, fiumi, laghi e animali di ogni tipo. Oggi nella sabbia restano tracce di quel
passato lontanissimo.
Oltre 2 chilometri quadrati di magia. Che comprende il Monte dei Morti, area archeologica con
il Tempio di Amon e la famosa piscina di Cleopatra con le sue acque verdi smeraldo. Oggi il
Deserto Bianco è parco nazionale. Ad ogni agosto viene ripulito dopo il passaggio dei turisti.
Un bagliore accecante lo caratterizza. Il calcare forma aree simili a onde del mare, dove centinaia
di conchiglie fossili testimoniano la voce del mare di milioni di anni fa.
Il sesto giorno lo ho passato a Siwa All’improvviso, nel mezzo del deserto, una
macchia verde molto vasta si apre come un miraggio. Ma è reale. È un’oasi che si estende nel
mezzo del deserto occidentale, con 300 sorgenti d’acqua che alimentano palme da dattero e ulivi.
Nell’antichità era conosciuta per il suo oracolo, consultato da Alessandro Magno. Il Tempio detto
appunto “dell’oracolo” sorge ancora su una roccia fin dal 500 Avanti Cristo. La
posizione appartata e isolata di Siwa l’ha protetta dai mutamenti storici e preservato ad esempio
la lingua degli abitanti, un antico dialetto berbero. Negli anni ’80 una strada asfaltata ha portato
turisti, hotel e nuove case dove un tempo le abitazioni erano realizzate in fango. 
L’ultimo giorno lo ho passato a Monastero di S. Caterina Siamo ai piedi del Monte Sinai, vicino
al Roveto ardente di Mosè a 1500 metri di altezza. Ci si arriva agevolmente anche da Sharm-El
Sheikh e il suo nome è dedicato alla martire di epoca romana, una giovane di Alessandria che riuscì
a convertire al Cristianesimo molti intellettuali di corte. Il monastero è ancora attivo ed è uno dei
più antichi al mondo, le sue campane ogni mattina da tempo immemore suonano 33 rintocchi come
gli anni di Gesù. La biblioteca custodisce antichi manoscritti e il suo valore è secondo solo alla
biblioteca del Vaticano. Il museo conserva invece icone bizantine di assoluto pregio, affreschi e
varie decorazioni.
Tenendo conto delle temperature che di notte si abbassano, si può percorrere un cammino che
conduce in notturna alla sommità del Monte Sinai da dove ammirare l’alba. Si sale seguendo
la Scala del Pentimento (o Gradini della Penitenza) e passando da luoghi simbolici come la Porta
della Confessione e la sorgente di Mosè. Oppure, seguendo una traiettoria più lunga, si arriva
comunque al Monastero. Il panorama riserva una visione esclusiva che spazia dal golfo
di Aqaba alle montagne dell’Africa e dell’Arabia Saudita.  Sono partita poi la sera alle 7 e 30 e
sono arrivata a casa alle 11 . il prezzo del viaggio in totale è stato di 1100 euro .

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