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Φίλος : amore
Σοφία : sapienza —> AMORE PER LA SAPIENZA, PER LA
CONOSCENZA (non razionale ma che coinvolge tutto e tutti)
L’amore per il bello (καλοσ) e per La Sapienza (σοφια), due mete verso qui ci
incamminiamo (essere sempre verso in cammino) —> identità non solo dei
greci ma anche degli occidentali.
Parlare di filosofia significa parlare delle nostre origini, delle nostre radici.
Nasce in Grecia e in magna Grecia, sia per motivi politici che culturali ed
economici; i temi principali sono la φυσισ (φυομαι: nasco, mi sviluppo,
generare) (primi filosofi, ci interesseranno molto le domande e poche le
risposte) e la πολισ (la città, dove le persone stanno insieme, dove ci sono delle
regole, stabilire chi ha potere e come viene definito, siamo all’inizio della
società e del vivere insieme quindi gli uomini iniziano a pensare, a porsi
domande; non è un caso se la filosofia nasce in queste terre, la Grecia e la
magna Grecia avevano caratteristiche molto particolari come i tanti scambi
culturali dal commercio o la cultura insegnata ai giovani ma specialmente
perchè la Grecia è una parte di democrazia dove tutti hanno diritto a dire la loro,
quando questo porta discussioni nell’αγορα, aiutava poi anche la ricchezza —>
liberava dai più semplici bisogni materiali —> “non posso dedicarmi al
pensiero se prima non ho i bisogni materiali”).
NB: SI PUÒ FARE FILOSOFIA SOLO SE SI È LIBERI - PENSIERO -
PAROLA - IDEE
In questo i filosofi tengono molto alla LIBERTÀ, è il concetto fondamentale,
poiché se non sei libero non sei un uomo quindi non puoi chiederti delle
domande darti risposte.
Nell’Iliade vi sono dei passi sull’origine degli uomini, del loro destino, dei
sentimenti (ira e l’amore), il valore dell’ amicizia e tutte le regole per vivere
serenamente.
Stessa cosa nell’odissea, abbiamo tutte una serie di riflessioni sui valori, sul
destino, sul rispetto degli altri, i limiti dell’uomo ed il riconoscimento di ogni
uomo.
Tutte le opere dei filosofi prima di Socrate, sono state raggruppate due filosofi
tedeschi (DK) (nel 900) hanno preso tutti i passi
Quest’anno partiamo dal pensiero ( che va di pari passo con la tragedia greca)
—> è molto importante perché è il luogo in cui i greci riflettevano su tutte le
loro domande.
I “PRIMI FILOSOFI”:
Partiamo da una scuola (differente da quelle classiche di oggi, era una comunità
basata su domande e risposte, sapienza e ricerca), quella di Mileto (asia minore,
odierna Turchia). Molte scuole avevano un comune interesse, la filosofia:
cercare le riposte alle domande più difficili da comprendere.
Abbiamo 2 questioni:
Che differenza c’è tra filosofia e religione (teologia)?
I primi filosofi sono coloro che inizieranno a distinguerli, non sono
soddisfatti dalle risposte della teologia.
Hanno un metodo di risposta differente tra di loro:
1) La religione e la teologia hanno un presupposto: LA FEDE (il credere
senza prove, l’affidarmi senza avere una prova concreta)
2) Nella filosofia invece vi è LA RAGIONE (λόγος: tanto ragione quanto
discorso, pensiero, parola, dialogo…) LA STORIA DEL PENSIERO.
Anassimandro
L’αρχη, anassimandro dice che è l’ απειρον, l’indefinito, al principio di ogni
cosa da cui si trae la γενεσις, staccarsi dall’indeterminato.
Morire: ritornare nell’infinito, ritornare al principio.
Vivere è pagare una colpa, secondo l’ordine del tempo; la colpa è dell’απειρον,
vivere vuol dire determinarsi, staccarsi dall’απειρον.
Scoperta dei numeri irrazionali (esempio: rapporto tra diagonale e lato del
quadrato o raggio e circonferenza).
È un aporia: un problema che non ha via di uscita. Come per esempio
il π.
LA MATEMATICA:
Geometria nasce prima dell’algebra ed è scienza con i Greci
(prima agrimensori come gli egizi). Necessità per navigare e astronomia.
Talete misura la piramide di Cheope per similitudine tra la sua ombra e
quella di un bastone.
Misurare è confrontare: misure commensurabili e non commensurabili.
L’algebra:
Senofane:
Si trasferisce nel VI secolo in Campania, fonda poi una scuola filosofica:
accomuna lo stesso pensiero di molte persone. Scrive in prosa con un tema
centrale basato sulla teologia. (la natura del divino). Abbiamo pochi frammenti,
dove presentano una polemica sulla rappresentazione di dio in concetto umano
nell’Iliade e Odissea.
«Se anche i cavalli e i buoi e anche i leoni avessero mani e con le
mani potessero dipingere, i cavalli dipingerebbero dei simili ai cavalli, i
buoi simili ai buoi e plasmerebbero i corpi degli dèi tali e quali essi hanno».
Parmenide:
P.93, Un Mito.
DIVENIRE APPARENZE
(trascendente se va oltre al piano dell’apparenza, immanente quando si usa la
ragione)
con egli ci troviamo all’opposto di Eraclito.
ALGEBRA:
È il primo che imposterà una teoria sulla conoscenza, il primo che interroga
sulla conoscenza; da egli in poi nascerà la gnoseologia (riflessione sulla
conoscenza, “similis simile cognoscitur” conoscere è ri-conoscere).
Leucippo, sarà fondatore dell’atomismo, ovvero gli atomi quindi il mondo è
composto da materia, dividibile ma non è divisibile all’infinito e alla fine mi
troverò difronte a qualcosa di ατέμνω qualcosa di indivisibile chiamato atomo.
La φύσις per Democrito non si può dividere all’infinito.
Egli l’ha scoperto per intuizione e deduzione non per induzione o deduzione.
Tutte e tre sono modalità della nostra conoscenza. Induzione e deduzione sono
due modalità che prevedono un ragionamento, l’induzione è un ragionamento
che a partire dal particolare raggiunge un’idea generale, la deduzione è
l’opposto quindi da un’idea generale applico e trovo un particolare quindi ho la
regola e la vado ad applicare. L’intuizione invece è una conoscenza che non
richiede un ragionamento quindi è istantanea, un’intelligenza intuitiva capisce
subito ma fa fatica a spiegare.
Democrito intuisce che ci sono delle particelle piccolissime, ma sull’ esistenza e
la conoscenza dell’atomo, non ha fatto alcun esperimento, nulla è di concreto.
Egli aveva in mente l’idea di Zenone, sulla divisione all’infinito di un oggetto.
Applica una fisicizzazione del binomio eleatico, ma cosa vuol dire?
Un binomio eleatico è l’essere e non essere di Parmenide, fisicizza vuol dire
rendere fisico. LO SPIEGA IN MODO CONCRETO attraverso gli atomi,
per Democrito il vuoto è il non essere.
Il movimento è una caratteristica della materia, gli atomi si muovono, come le
proprietà di un oggetto, essi si muovono.
Si muovono nel vuoto in base a delle leggi, le leggi della φύσις, non c’è in
Democrito il finalismo, una mente che muove eventi ad un fine, c’è quindi una
causa di un movimento ma non uno scopo quello NO.
Per questo motivo Dante lo mette all’inferno, con la motivazione de
“Democrito il mondo a caso pone”.
Sono poi pieni, eterni ed ingenerati.
Ha una visione materialistica, si rifà al materialismo (IN FILOSOFIA:
qualunque concezione che riduce la realtà a materia escludendo la
trascendenza).
Afinalistica: concezione della storia dove vi è una mente intelligente a guidare
gli eventi.
Determinismo: che ogni evento è un effetto che ha una causa necessaria
talmente che se avessi tutte le informazioni si potrebbe prevedere qualcosa.
Visione atea: quali sono le possibilità che abbiamo nel rapporto tra uomo e
l’idea di dio? Il credere, le visioni che nascono da un credere, sono detti teismi
implica quindi una fede “Dio Esiste” , i greci erano politeisti i cristiani ecc
sono monoteisti; sono tutte fedi. Il panteismo: dio è in tutte le cose.
Poi abbiamo la credenza che la presenza di dio non esista: quindi l’Ateismo, ma
alla fine anche l’ateismo è un teismo, è una credenza, un’affermazione
impegnativa. Una terza visione è l’agnosticismo (αγιγνώσκω) non sapere,
atteggiamento di chi dice che non sa se esiste dio, non si può sapere; NON è
una fede!!!
Visione nostra e della scienza moderna, la visione della fisica in una struttura
quantica o un modo nel mettere in ordine e rapportare casi trovando leggi e che
il sapere è oggettivo. Per Democrito tutto avviene per formazione di atomi.
Egli è ateo poiché se vi è una forza superiore il suo ragionamento non
funzionava. L’anima per egli è mortale, gli atomi si disgregano. Accanto alla
conoscenza sensibile aggiunge anche la conoscenza intellegibile che parte da
quella sensibile, quella dei sensi.
Morale: riflessione sui motivi e comportamenti dell’uomo, i momenti del nostro
agire, questi momenti si chiamano bene o male.
La morale di Democrito è Eudaimonistica: tutto ciò che è bene e che mi procura
la felicità, come agire per trarre felicità. Visione edonistica: sul piacere.
Nella politica: cosmopolitismo, sottolinea il valore dell’uguaglianza tra gli
uomini, siamo tutti su una stessa terra quindi egli non credeva nella divisione in
stati.
Critica fortissima a tutte le religioni: tutte nascono dalla paura della morte, parte
per lui normale della vita e semplicemente gli atomi della nostra anima si
sciolgono. Autore meno copiato a causa delle polemiche sui suoi contenuti e del
cristianesimo.
I Sofisti e Socrate
Filosofia diversa da tutte le tipologie, il tema principalmente è antropologico e
politico, meno cosmologico o problemi sull’essere.
Chi sono questi uomini? Coloro che si ritengono maestri della sapienza, figli
dell’Atene di Pericle, molto forte e vittoriosa dopo i persiani; rappresenta la
culla della democrazia. L’epitaffio di Pericle, ne parlava esplicitamente oltre a
sottolineare la grandezza; δήμος κράτος: potere della popolazione, ovvero i
cittadini maschi maggiorenni, concretamente è il potere della maggioranza.
Chi è in grado di convincerla sarà davvero colui che avrà il potere.
Isonomia: i cittadini sono uguali davanti alle leggi e socialmente (non era così
scontato! Per esempio, nel 700, quando solo i nobili non pagheranno le tasse,
mentre quelli di classe inferiori si; solo nel 1948 vi sarà una vera e propria
uguaglianza, con l’articolo 3) , caratteristica rivoluzionaria.
Trasparenza: le leggi, i bilanci sono pubblici (pubblico vuol dire che erano
situati nella κοινή, tutti potevano capire il giusto e il sbagliato; i giudici erano
scelti a caso tra i cittadini (dovevano quindi sapere leggere e saper interpretare
la legge ed applicarla), ma non ci sorprende poiché le leggi sono scritte e si
applicano, STOP. Tutti i cittadini inoltre controllavano i bilanci dello stato,
poiché anch’essi erano scritti pubblicamente. tutti i cittadini quindi sanno sia
il conto sia la lettura; TUTTI SIANO COLTI, almeno capaci sun minimo di
cultura giuridica e finanziaria.
Παρρησία: il diritto di dire tutto, la libertà di parola.
Chi diventa maestro di un’educazione cittadina, saper ben parlare; inizia ad
avere un ruolo fondamentale e questi signori erano i sofisti.
Per vivere gli uomini hanno bisogno di due cose: il sapere tecnico e il sapere
politico (per vivere insieme); senza di questi non si vive insieme e quindi non si
sopravvive. I sofisti, coloro che insegnano questi due punti fondamentali, si
fanno pagare e man mano con il tempo diventerà una cosa negativa : “ tu vuoi
fare il sofista”, anche se loro insegnavano la Παιδεία (formazione globale del
cittadino).
Non è importante quello che pensano loro, che valore morali hanno? Nessuno,
se non convincere una persona e richiedere il denaro.
Eristica: sapere vincere una discussione, parlare bene in un dibattito.
Protagora di Abdera:
Vive ad Atene, il primo di cui abbiamo una testimonianza, egli confessa che si
fa pagare in cambio dell’insegnamento. Famosa è la frase
“μετρον πάντων χρηματων ἀνθρώπος”, di tutte le cose è l’uomo è la misura.
Dimensione cognoscitiva, chiamato fenomenismo, ognuno ha sensi o
esperienze diversi, come per la propria conoscenza che varia di persona in
persona.
Chi è questo ἀνθρώπος? O uomo oppure del gruppo collettivo (comunità di
appartenenza), qui quindi si parla di relativismo (soggettivo, soggettivismo,
soggettività È SBAGLIATO, nella filosofia antica e medievale, nessuno è un
singolo pensatore, ma tutti quindi un gruppo). Relativismo Culturale, ogni
gruppo ha usanze diverse magari anche opposte o uguali. Per esempio, alcuni
popoli eseguono la cremazione altri la sepoltura ecc, dipende quindi dalle
“regole” ma anche dall’aspetto morale (relativismo morale), come oggi
l’uguaglianza giuridica, o un giudice di tribunale donna. Tutti quei valori infatti
variano a seconda del tempo ma specialmente del luogo, come per esempio oggi
in Arabia Saudita. Qual è il valore giusto? I valori non sono assoluti ma relativi
quindi non esiste il migliore o il peggiore.
Ha un terzo significato, quello di umanità: il confine dell’uomo con le sue
scelte, quindi importante considerare il rispetto dell’umanità. Sembra molto
attuale come concetto, oggi stiamo integrando per la convivenza molte regole
tra culture diverse, come si va d’accordo se abbiamo tutte idee diverse, vince la
maggioranza? Alla fine, si fa sempre una guerra; sta succedendo ancora oggi
per esempio in Israele.
Si devono dare regole e leggi, le cose utili non le migliori (perché migliore
quindi bene o male può essere interpretato), utile alla società. Gli uomini in
generale devono scegliere ciò che è utile per l’umanità; l’utile cambia e non è
sempre vero mentre il bene è assoluto, non si può mettere in atto perché per me
è bene una cosa mentre per un’altra persona è bene un’altra, nessuno dei due
rinuncia alla propria idea di bene.
La strategia dell’utilità è quella insegnata da Protagora; con egli vi è un vero e
proprio AGNOSTICISMO, non conoscere, egli non sa se davvero esista un dio
e per lui non è da considerarsi una cosa da pensare poiché è impensabile, è
immensamente complesso.
SOCRATE:
Atene, 470 – 399 a.C.
Partecipa alla vita politica in modo attivo anche nelle discussioni filosofiche,
fino ai 70 anni dove viene processato e condannato a morte, egli berrà la cicuta.
Non scrive nulla, ma perché? Egli sa leggere, scrivere è dotto su ogni aspetto
della civiltà romana. Nel mito di Theuth e Thamous, la scrittura è φάρμακο
(voce media, significato positivo di cura, rimedio medicina ; sia negativo
come veleno) della memoria e della sapienza, per questo che egli lo vuole
distribuire agli egiziani, perché si possono scrivere e quindi tener traccia degli
eventi e della sapienza perché si tramandano tantissime cose (nel mito).
“Caro re ho trovato finalmente il farmaco della memoria e della sapienza”
Il re gli risponde che non ha trovato il farmaco della memoria e che non aiuta
ma è il veleno della memoria e della sapienza, non esercito più la memoria
perché avrò tutto scritto.
Sapere nozionistico (= possesso di contenuti), il sapere che si fonda dai
contenuti e dalle nozioni, la scrittura per questo è un’ottima medicina. Per il
sapere per esempio basato sulle esperienze dove bisogna ricordarsi tutto è
molto importante la memoria perché un’esperienza si vive una volta non si parla
sul libro. La sapienza per Socrate è un processo, un percorso non una meta non
importa la destinazione, l’essere continuamente alla ricerca. Per questo motivo
se io so molte cose non sono sapiente ma sono convinto di sapere, in modo
presuntuoso in realtà è semplicemente un processo, egli è nemico della scuola,
che verifica la conoscenza tramite un test.
Processo vuol dire continua ricerca ed approfondimento, il tutto preceduto da
una domanda, ma per arrivare dove? Non si arriva ma si va sempre avanti.
La verità è la ricerca della verità non è un contenuto, il contrario del sapere
della nostra intelligenza artificiale; un continuo allenamento.
TUTTO CIÒ È UN PROCESSO DINAMICO.
Egli non scrive niente per questo motivo, ma gli interessa trasmettere la sua idea
di un processo continuo.
Due fonti socratiche non filosofiche: Senofonte, un suo seguace e Aristofane,
nelle nuvole rappresenta Socrate su un altalena in mezzo alle nuvole, viene
rappresentato come un sofista, anche se egli era nemico giurato;
Due filosofiche: Platone (Apologia di Socrate, Critone), suo discepolo più
importante.
Platone tutto quello che scrive lo metterà tutto in bocca a Socrate, il pensiero di
Platone nelle idee di Socrate.
Nell’apologia:
A 70 anni quando viene condannato riguardano delle accuse da cittadini
Ateniesi (Meleto, Licaone, Anito), con accuse su empietà infatti Socrate non
riconosce le idee tradizionali (falsa), ma introduce nuove divinità ad Atene e
sulla corruzione dei giovani, perché egli fa tante domande alle persone che
incontra e non si accontenta mai delle risposte, per fare ragionare perché la
sapienza è un processo e non mi sta bene una risposta ma un essere
costantemente alla ricerca.
Il processo avviene alla mattina, poi i 500 cittadini estratti a sorte votava in
segreto sulla sua innocenza o colpevolezza, nel caso in cui per la gravità delle
accuse, era prevista la pena di morte, solo in questo caso il condannato poteva
fare un secondo discorso dove si provava a chiedere una punizione alternativa.
L’apologia è una difesa.
Nel Critone siamo nella sera prima del processo della condanna, i suoi discepoli
riescono a corrompere i carcerieri ma egli rifiuta di uscire. “È meglio subire
un’ingiustizia che commetterla”.
Uno dei temi importanti emersi dall’apologia è il tema del dialogo, l’immagine
del moscone che stimola il cavallo (gli ateniesi paragonati a dei cavalli), lo
stimolo avviene presso delle continue domande che spingono l’interlocutore a
rendersi conto dei limiti della propria conoscenza, spingersi alla ricerca di una
conoscenza più approfondita. Il dialogo è una pratica di vita, una scelta un
modo di vita. La verità non è una nozione ma è una costante ricerca.
Che cos’è la verità per la scienza? La ricerca della verità.
Nelle discipline umanistiche siamo influenzati dalla storia e ci si dimentica la
storia nella scienza, arriva un’idea che uno sia sempre stato così, anche se ha
subito evoluzioni enormi, per esempio la chimica.
Per questo fa l’esempio della levatrice, non fa altro che sostenere chi sta
per nascere, egli generà il percorso della verità, tutto è frutto di un
travaglio, la sapienza richiede impegno e fatica.
Prima o poi, punire, ma non solo sulla terra poiché il poi potrebbe arrivare già
dopo la morte, ma anche nel mondo divino.
Nei dialoghi del trapasso: è ancora Socrate ma sta cominciando ad assumere dei
contenuti, una prospettiva non prettamente socratica.
Troviamo Socrate che parla con i sofisti e si differenzia da essi, due dialoghi
significativi, che sono il Protagora ed il Gorgia, due sofisti:
SOCRATE: Allora dicci chi credi che sia un sofista.
IPPOCRATE: Secondo me, è come dice il nome: un esperto di sapienza.
SOCRATE: O sì, ma questo lo si può dire anche dei pittori e degli architetti, che siano
esperti di sapienza. Ma se qualcuno ci chiedesse di quale sapienza sono esperti i pittori,
gli risponderemmo di ciò che riguarda la composizione dei ritratti, o qualcosa del
genere, e così via. Ma se quel tale ti domandasse: “Ma il sofista di che genere di sapere
è esperto?” cosa gli risponderemmo? Quale è la sua competenza?
IPPOCRATE: Che altro diremmo, Socrate, se non che sofista è chi sa rendere gli altri abili
a parlare?
SOCRATE: Forse diremmo il vero, ma non in modo adeguato; in realtà la nostra ricerca
richiede un’altra domanda: “Su quale argomento il sofista rende abili a parlare?” Il
citaredo, ad esempio, rende abili a parlare su quel che sa, cioè a suonare la cetra. Non
è vero?
IPPOCRATE: Sì.
SOCRATE: E va bene. Ma il sofista in cosa rende abili a parlare? Evidentemente intorno a
ciò di cui si intende?
IPPOCRATE: E’ naturale!
SOCRATE: Già, ma in che cosa consiste ciò in cui il sofista è esperto egli stesso e rende
istruito il suo seguace?
IPPOCRATE: Per Zeus, non so più cosa risponderti! (Protagora, 312 c - e)
“O forse preferisci quel modo che dice Ermogene con molti altri: cioè che i
nomi sono convenzioni e sono chiari per quelli che li hanno stipulati e
conoscono le cose cui corrispondono e che questa è la correttezza dei nomi,
cosicché non importa se si convenga secondo quanto si è stabilito oppure sul
contrario e, per esempio, di chiamar grande quel che oggi chiamiamo piccolo o
piccolo quel che oggi chiamiamo grande?”
Perché i nomi hanno questi significati: perché ci siamo messi d’accordo, per
convenzione, per intendersi, i nomi nascono da una convenzione infatti sono
chiari per quello per cui gli hanno stipulati. (sofisti)
“Le cose hanno i nomi per natura ed è artefice dei nomi non uno qualsiasi ma
solo colui che guarda al nome che per natura è proprio di ciascuna cosa e che
è capace di esprimere la specie di essa in lettere e sillabe”
Seconda teoria: il nome deriva dalla natura, un significato per natura, sta nella
natura di un oggetto chiamarsi …, o per esempio le sue caratteristiche, può
valere per le parole onomatopeiche, per esempio il ticchettio. Una teoria strana.
“A me piace che, per quanto è possibile, i nomi siano somiglianti alle cose; ma
io temo che, per dirla con Ermogene, questa soluzione ci porti su un terreno
sdrucciolevole e che perciò sia necessario servirci anche di un mezzo un po’
grossolano, cioè della convenzione, per renderci conto della correttezza dei
nomi”
Tra le due precedenti Platone preferiva la seconda, gli piaceva che i nomi
derivano dalle cose però teme che questa soluzione porta solo ad un terreno
scivoloso per cui è necessario servirsi di un altro mezzo, di una teoria per
convenzione. Perché Platone preferiva la seconda? Quando comincia ad
elaborare la sua teoria nel dialogo del trapasso, la tematica principale era quella
contro i sofisti. La verità e la ricerca della verità ormai è un tema difficile da
capire, Socrate era giusto o ingiusto? legato a tutto questo grande tema la
questione del linguaggio è che la convenzione è più comoda perché ci si mette
d’accordo, anche se a egli non piaceva il convenzionalismo, “a me piacerebbe
per natura” perché non si capisce sempre per natura il senso delle cose, e così
non si arriverebbe ad una conclusione, l’idea dell’oggettivismo è quella che
porta ad una conclusione. Inizia a staccarsi da Socrate (uomo giusto giudicato
ingiusto). Questo spinge Platone a trovare qualcos’altro.
“Se l’uso non è una convenzione, sarebbe meglio dire che non la somiglianza è
il modo con cui le cose significano, ma piuttosto l’uso: è solo l’uso che
costituisce il significato delle cose”
Il significato per l’uso, per lo scopo, stabilisce il significato dei nomi, infatti gli
usi cambiano. È la comunità che fa l’uso, non si parla mai da soli ma è sempre
con qualcuno anche con se stessi, ma è molto implicito.
“Il linguaggio è infatti uno strumento che deve essere adatto allo scopo e l’uso
è la scelta ripetuta che ha condotto a forgiare un determinato strumento
linguistico”
Platone non condivide più l’idea di Socrate perché deve anche ottenere il
significato non la ricerca infinita di una cosa.
Problema gnoseologico, ontologico, morale (comportamenti dell’uomo).
Da qui nasce un pensiero che nasce con Menone e Fedone, in cui nasce il
pensiero di Platone, da adesso in poi Socrate parlerà ma non è Socrate che parla,
il pensiero di Platone.
Menone parla dei valori della verità e a Socrate gli chiede come fa a sapere che
la verità era quella, come fai a cercare qualcosa che non conosci? O se la
conosci già non c’è bisogno di fare una ricerca.
Socrate gli ha riassunto la sua posizione.
Non è questa la posizione giusta perché ho sentito dire delle cose divine,
introduce un mito, un racconto verosimile che serve per vincolare la verità.
Mito sull’anima umana immortale, perché serve? Perché quando il corpo muore
rinasce non va distrutta e continua ad apprendere, AVENDO VEDUTO, ha
visto TUTTO. Dentro di se ha tutto perché il tutto ha già visto.
IDEA (radice ιδ, οραω): ciò che ho visto.
Cosa vuol dire conoscere: ricordare (ANAMNESI), se vedo un comportamento
giusto ricordo che è giusto? Sono io che decido se una cosa è sbagliata o giusta?
Io l’ho già visto, l’idea non si può cambiare. Non la decido io perché l’ho visto.
Il fatto che platone dica ciò farà si che piacerà ai cristiani, sarà difficile trovare
un monastero dove non ci sia un Fedone.
Così nel fedone è teorizzato il terzo dualismo platonico, il primo dualismo
(ontologico) secondo dualismo (gnoseologico), il terzo dualismo è
antropologico: l’uomo composto in due parti, carne (sensibile) e anima
(trascendente, non oggettiva).
La verità?
Per Protagora: i valori della comunità, non sono oggettivi ed assoluti, quello che
per una votazione dirà essere vero, dipende dal gruppo.
Quello del 4 dicembre escluso, fino alla volta prima. Mito del demiurgo: molto
importante per la storia della ricezione di paltone nei secoli successivi, favola
nella quale si racconta come è avvenuta la nascita delle cose. La nascita delle
cose è avvenuta così: c’era un artefice delle cose: demiurgo, uno che fa le cose,
che aveva dei modelli, modellini e aveva una materia informe e ha plasmato le
cose basandosi sui modelli e sulla materia informe. La sabbia è la materia
informe, che non ha forma, ma può prendere qualunque forma, le formine sono
i modelli della realtà, unendo, dando una forma alla materia informe basandosi
sul modello nascono le cose. Immagina che ci sia stato un momento in cui ci sia
stata materia informe e qualcuno ha dato forma alla materia usando dei modelli.
Platone racconta questa favola per rispondere alla domanda: che rapporto c’è tra
il mondo immanente, delle cose e il mondo delle cose (trascendente), che
rapporto c’è? Il mondo delle idee sono i modelli della realtà, i paradigmi, le
essenze, le cause delle cose. La materia informe è la chora, dando forma alla
chora nascono le cose sensibili. Le essenze esistono anche al di fuori della
materia, le idee esistono indipendentemente dalle cose: mito dell’iperuranio: le
idee esistono al di sopra della realtà, al di sopra del cielo. Rapporto: le idee sono
l’essenza delle cose, ciò che attribuisce una realtà alle cose. Tre rapporti che
Platone sostiene in ordine crescente di importanza tar le idee e le cose: primo
rapporto: mimesis, in greco vuol dire imitazione, le cose sensibile imitano le
idee: lei è nella ma non è la bellezza, la bellezza è un’idea, che rapporto c’è tra
l’idea di bellezza e la bellezza:
rapporto di imitazione, che rapporto c’è tra la donna e lei, imitazione dell’idea
di donna. Secondo tipo di rapporto: metessi: partecipazione, le cose sensibili
partecipano delle idee e delle caratteristiche delle idee. Che caratteristiche ha un
rettangolo? Ha le caratteristiche dell’idea di rettangolo, idea di una figura piana
che ha quattro lati: caratteristiche dell’idea di rettangolo, questo rettangolo
sensibile partecipa delle caratteristiche dell’idea di rettangolo.
Ultimo grado: parusia, presenza, è presente nella cosa sensibile l’essenza
d’idea, il paradigma.
Rapporto tra idee e cose: le cose sensibile ricevono la loro essenza dalle idee e i
rapporti sono tre.
Demiurgo che ha una materia informe che può prendere qualunque forma e
modelli con cui plasma. Le cose sensibili sono fatte con l’idea di questo
modello. Tre tipi di rapporto: rapporto degli oggetti di sabbia e formine.
È presente quella forma e ne partecipano delle caratteristiche. Mito del
demiurgo: uno dei miti più famosi e fa parte di un dialogo che si chiama Timeo,
quando i cristiani scelgono quale filosofo avere come fil di riferimento,
scelgono paltone, nel Fedone trovano le prove dell’immortalità dell’anima, idea
di creazione: nel mito del demiurgo, cosa che non c’è in Aristotele, che fa il
contrario. Intuisce una verità del cristianesimo. Mito del demiurgo c’è l’idea di
creazione, Platone aveva già intuito la creazione secondo i cristiani, in realtà ci
sono differenze tra il mito della creazione nella genesi della bibbia e questo
mito di Platone. Dio crea il mondo senza dei modelli e senza una materia da cui
partire, la creazione biblica è una creazione ex nihilo: dal nulla, non c’è un dio
che ha dei modelli. Tutti i monasteri hanno un Fedone, ed è presente anche il
Timeo. Raffaello fa la scuola di Atene, in mezzo c’è Platone: con il dito alzato:
la verità è nel mondo delle idee, tiene un libro con scritto il titolo Timeo, perché
è contenuto il mito del demiurgo.
Cosa è il tempo per Platone? Platone interpreta il tempsecondo lo schema,
dualismo tra dimensione trascendente e dimensione immanente, espresso nel
timeo. Il tempo è cronos: è il tempo delle cose sensibile, che mutano, è sul
modello del tempo che non muta mai: aion: eternità. Il tempo è l’immagine
sensibile dell’eternità. La dimensione immanente prevede il divenire, la
dimensione trascendente non prevede il divenire. Definizio di tempo: cronos è
immagine mutevole del tempo, dell’eternità (che sta nel mondo delle idee).
C’è un terzo tempo per i greci: xairos: tempo opportuno, opportunità, attimo
dell’opportunità da accogliere. Tempo immobile: tempo delle idee aion.