Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
GIOVANNI VINCENZI
Il numero, come la forma, il colore, la collocazione nello spazio, è uno dei parametri
fondamentali della descrizione del mondo che ci circonda. L’uomo, nel corso della sua
evoluzione, ha sviluppato particolari abilità connesse con i numeri: in tutti i linguaggi
vi sono termini che indicano quantità numeriche e in ogni cultura si usano le dita per
contare. Secondo Dehaene [17], matematico e neuropsicologo francese, tutto ciò sta ad
indicare che l’uomo possiede un innato senso del numero, alla cui rappresentazione sono
deputati precisi circuiti cerebrali che si sono evoluti in modo da consentire la migliore
percezione della realtà circostante. Si può quindi ipotizzare che vi sia stata una iniziale
capacità di valutare la quantità numerica e che si sia sviluppata la capacità di comparare
insiemi di oggetti. Il passo successivo, quello della rappresentazione simbolica, è molto
più complesso. Secondo Dehaene, la matematica effettivamente attiva nello sviluppo
dell’organizzazione sociale, oltre ai numeri naturali e il loro uso non può che essere limitata
a quella che il cervello può padroneggiare; mentre la matematica, in quanto disciplina
basata su una costruzione logica e formale a partire da simboli astratti, può essere spiegata
solo come un’accumulazione culturale che si è verificata in particolari contesti, ma che non
corrisponde ad un’effettiva evoluzione della struttura fisica del cervello. Una conferma a
questa teoria verrebbe proprio dalla difficoltà che molte persone hanno nei confronti della
matematica come disciplina.
2. La scuola pitagorica
Da BF La nostra storia comincia in Calabria e più esattamente a Crotone nel VI secolo
a.C con un personaggio che è presumibilmente esistito, ma che è avvolto nella leggenda:
Pitagora. Di lui Bertrand Russell (1948,p.58) ha scritto:
Non so di nessun altro uomo che abbia avuto altrettanta influenza nella
sfera del pensiero. L’intera concezione di un mondo eterno rivelato all’intelletto,
ma non ai sensi, deriva da lui. Se non fosse per lui, i Cristiani non avrebbero
pensato a Cristo come Verbo; se non fosse per lui i teologi non avrebbero
cercato prove logiche di Dio e dell’immortalità.
1
2 GIOVANNI VINCENZI
Lo spettro degli interessi della scuola Pitagorica è ampio: si va dall’acustica alla teoria
musicale, all’arte, alla poesia, alla filosofia e appunto alla matematica.
Uno degli aspetti metafisici cruciali della filosofia pitagorica è la concezione dell’anima.
ma qui il discorso è complesso, e rimandiamo ad altre letture (xxx).
Vale la pena evidenziare che il principio metafisico della scuola ionica, cioè l’archè,
il principio unico che governa la genesi e la realtà dell’esistente, viene sdoppiato dai
pitagorici. Da un lato si ha il principio del limitato e del finito, dell’unitarietà, dall’altro
quello dell’illimitato, dell’infinito, del disordine, del caos e del male.
Con i Pitagorici, l’universo non viene più visto come ricettacolo di forze oscure, ma
diventa comprensibile razionalmente. La tradizione attribuisce, ai pitagorici la scoperta
dell’incommensurabile: essi avrebbero scoperto l’esistenza di grandezze che non hanno
una misura comune e il cui rapporto (per esempio quello tra la diagonale del quadrato
e il lato) non può essere espresso da una frazione con numeratore e denominatore interi.
Ciò costituiva una ’scandalosa eccezione’ alla teoria del numero come archè, in grado
di eliminare la loro dottrina, fondata sulla convinzione che il rapporto tra grandezze
potesse sempre essere rappresentato mediante numeri interi. Non a caso, a proposito di
queste grandezze, i pitagorici parlarono non solo di “incommensurabilità”, ma anche di
“irrazionalità”: queste, infatti, sfuggivano al criterio pitagorico di razionalità.
Pitagora e la sua scuola rappresentarono uno degli aspetti fondamentali della filosofia
e delle scienze elleniche.
Ma quali furono le idee portanti dei pitagorici riguardo ai numeri ed in particolare come
vedevano e concepivano i numeri?
LEZIONE SUI NUMERI FIGURATI E L’INCOMMENSURABILITÀ 3
Naturalmente non potevano sfuggire ai pitagorici i numeri con proprietà notevoli, nu-
meri per certi versi speciali.
Sembra che ai pitagorici sia attribuita la definizione di numero perfetto:
Definizione 3.1. Un numero di dice perfetto se coincide con la somma dei suoi divisori
propri. Ad esempio il numero 6.
Un teorema enunciato da Pitagora e dimostrato da Euclide rivelò che se 2n − 1 è un
numero primo, allora 2n−1 · (2n − 1) è perfetto. Successivamente Eulero dimostrò che tutti
4 GIOVANNI VINCENZI
i numeri perfetti pari devono essere di tale forma. I numeri nella forma 2n − 1 che sono
primi sono detti primi di Mersenne. Si dimostra facilmente che se n non è primo allora
non lo è neanche 2n − 1.
Remark 3.1. La ricerca dei Primi di Mersenne è in continuo sviluppo. Per dare l’idea
della complessità del problema possiamo osservare che fino al 1772 se ne conoscevano solo
8 (l’ottavo primo di mersenne 2.147.483.647 fu trovato da Eulero). Al 2019 si conoscono
solo 51 numeri primi di Mersenne, e quindi si conoscono solo 51 numeri perfetti pari (vedi
sequence A000396 in the OEIS), e non si sa nemmeno se ce sono infiniti. Inoltre non si
sa se esistono numeri perfetti dispari.
http://www.numeramente.it/numperft.html
Anche la relazione tra due numeri assumeva un significato importante e quindi era
oggetto di studio
Definizione 3.2. Due numeri si dicono amici o amicabili se ciascuno dei due coincide
con la somma dei divisori dell’altro numero, come ad esempio 220 e 284.
Se ne conoscono migliaia di coppie di amici, ma non si sa se ce ne sono infinite.
Bisogna dire che l’avvento dei computer ha favorito la scoperta dei numeri amici:
By 1946 there were 390 known pairs, but the advent of computers has
allowed the discovery of many thousands since then. Exhaustive searches
have been carried out to find all pairs less than a given bound, this bound
being extended from 108 in 1970, to 1010 in 1986, 1011 in 1993, 1017 in
2015, and to 1018 in 2016. As of March 2021, there are over 1,226,881,298
known amicable pairs
Uno dei teoremi più belli sui numeri amicabili è il seguente:
Teorema 3.1 (Thābit Ibn Qurra). − For n > 1, we suppose pn = 3 · 2n − 1 and qn =
9 · 22n−1 − 1. If pn−1 , pn and qn are prime, then a = 2n pn−1 pn and b = 2n qn are amicable.
Esercizio 3.1. Trovare tre numeri primi della forma espressa dall’enunciato, e deter-
minare una coppia di numeri amicabili come applicazione del teorema di Thābit. Con-
trollare manualmente che le coppie ottenute sono effettivamente numeri amicabili.
Esercizio 3.2. La condizione del teorema di Thābit si inverte? Controllare se tra le coppie
di numeri amicabili note ne esiste qualcuna che non è della forma contenuta nell’enunciato
del teorema di Thābit
Attualmente si studiano anche altre forme, forse anche un po’ bizzarre, di relazioni tra
numeri. In questo contesto conviene limitarci.
Come si può immaginare anche le stesse figure geometriche avevano (e tutt’oggi hanno)
un significato metafisico, di conseguenza, come ci si poteva aspettare le relazioni tra numeri
e figure geometriche assunse per i pitagorici un significato davvero notevole. Nasce cosı̀
l’Aritmogeometria.
*******
∗
Tra i numeri figurati assumono particolare rilievo i numeri poligonali, ovvero quelli ottenuti
a partire da poligoni, intesi come figure piane chiuse con un numero finito di lati (vedi
Figure successive).
L’aritmogeometria fu uno dei filoni di ricerca della scuola pitagorica (’Numeri-perfetti
copia 3’).
Osservazione 3.1. E’ presumibile che già i pitagorici sapessero che ogni numero perfetto
pari è triangolare.− Si osservi che un numero rettangolare del tipo m(m−1) è il doppio del
numero triangolare Tm−1 (basta fare un disegno per convincersene). D’altra parte Eulero
ha provato che un numero perfetto pari è del tipo 2n−1 · (2n − 1), e questo risulta essere
la metà di un numero del tipo m(m − 1), con m = 2n , ovvero il numero triangolare Tm−1 .
Today it is recognized to a greater extent that mathematical reasoning uses not only lin-
guistic explanations but also non-linguistic notional devices and models, and the cognitive
role of images and analogical reasoning, generally neglected by much of the philosophy of
the twentieth century, has been re-evaluated. It is also believed that human thought
is the result of a complex interaction between heterogeneous visual, spatial,
and linguistic systems of representation interacting with each other, and that
logical inferences exist in nature other than those identified by the traditional
logic (see [3]). Restricting our attention to numbers, we see for example that their repre-
sentation by figures (figurative numbers and their variants (see [15], [16], [21], [2], and [4],
[5] ), may be a very useful tool in the initial stages of learning and teaching Arithmetic.
6 GIOVANNI VINCENZI
Nella rappresentazione figurata dei numeri si può cogliere una dinamicità delle relazioni.
Si pensi ad esempio alla rappresentazione dei numeri quadrati ottenuti come somme di
numeri dispari consecutivi.
Esercizio 3.3. Verificare che l’n-esimo numero triangolare coincide con la somma dei
primi n numeri interi:
n(n + 1) n+1
T (n) = 1 + 2 + 3 + . . . + n = = (formula di Gauss).
2 2
Naturalmente ci potremmo chiedere quanto vale la somma dei quadrati dei primi n
quadrati. Ebbene Archimede già nel III secolo a. C. aveva provato che −
Esercizio 3.4.
1
12 + 22 + 32 + ...... + (n − 1)2 + n2 = n(n + 1)(2n + 1)
6
. . . Si osservi anche se non è necessario ai fini del procedimento induttivo, che per n = 2
2
risulta (s−2)n 2−(s−4)n = (s−2)4−(s−4)2
2
= Ps (2) = s. Per cui anche in questo caso l’asserto è
verificato. Sia quindi n > 1, e supponiamo quindi che l’asserto sia verificato per n − 1.
Allora dalla relazione 3.1 abbiamo
Ps (n) = Ps (n − 1) + (s − 2)(n − 1) + 1 (e per ipotesi induttiva)
(s − 2)(n − 1)2 − (s − 4)(n − 1) 2(s − 2)(n − 1) + 2
= +
2 2
2
(s − 2)[(n − 1) + 2(n − 1)] − (s − 4)(n − 1) + 2
=
2
2
(s − 2)(n − 1) − (s − 4)(n − 1) + 2
=
2
8 GIOVANNI VINCENZI
(s − 2)n2 − (s − 2) − (s − 4)(n − 1) + 2
=
2
2
(s − 2)n − (s − 4) − (s − 4)(n − 1) (s − 2)n2 − (s − 4)n
= = .
2 2
Per provare la seconda identità utilizzare di nuovo la relazione 3.1. Osservare anche la
relazione figurata per esempio quella per i pentagonali (vedi giacardi slide 7 “GiacardiNu-
meriFigurati.pdf”
Sembra che sia stato Ipsicle (II sec. a.C.) a stabilire un collegamento tra numeri poligo-
nali e progressioni aritmetiche, come riferisce Diofanto (III sec.), nel suo Libro dei numeri
poligonali.
• 1 + 2 + 3 + 4 + ... + n = Tn = P3 (n)
• 1 + 3 + 5 + 7 + ... + (2n − 1) = Qn = P4 (n)
• 1 + 4 + 7 + 10 + ...(3n − 2) = P5 (n)
Il generico numero poligonale di n lati si ottiene sommando i termini di
una progressione aritmetica avente come primo termine l’unità e ragione il
numero n dei lati del poligono meno 2.
LEZIONE SUI NUMERI FIGURATI E L’INCOMMENSURABILITÀ 9
Se n > 2, ogni numero del tipo Ps (n) non è primo. Oltre ai numeri primi ci sono anche
altri numeri che non sono poligonali, come ad esempio 14, 20.
Esercizio 3.7. (facile) Controllare se nella tabella esiste un numero poligonale Ps (n) con
n > 2 e del tipo 2 + 6k con k intero.
Esercizio 3.8. Esiste un numero x che non è poligonale del tipo Ps (n) con n > 2, non è
primo e non è del tipo 2 + 6k con k intero? −
Corollary 3.1 (Cartesio ?).
n3 = (Tn )2 − (Tn−1 )2
|An |
Bn = , dove |An |
(n + 1)!
è il determinante di una matrice di Hessenberg di ordine n parzialmente coincidente
con il triangolo di Tartaglia i cui elementi sono definiti da
0 se k > 1 + i
ai,k = i+1
k−1
altrimenti
Per la dimostrazione si rimanda a /Maecla 2017, capitolo: ”Dimostrazione per via ana-
litica”
Ad esempio:
LEZIONE SUI NUMERI FIGURATI E L’INCOMMENSURABILITÀ 11
1
2 0 0 0 0
1
3 3 0 0 0
1
4 6 4 0 0
1
5 10 10 5 0
1
6 15 20 15 6
1
7 21 35 35 21 120 1
B6 = = = .
7! 5040 42
Sopredentemente 2000 anni dopo il primo sviluppo dell’aritmogeometria è stato provato
il seguente risultato:
Teorema 3.4 (Teorema di Conway e Guy (1996)). Per ogni intero n detto Tn l’n-esimo
numero triangolare si ha
(2n + 1)2 = 8Tn + 1 = Tn−1 + 6Tn + Tn+1 .
Proof. Vedi Figura 3.5.
LABORATORIO: ”Test in itinere - Numeri Figurati” FORM
4. I numeri poligonali centrati
L’importanza di numeri esagonali centrati. (articolo sugli Hex numbers: ”2022-TeachMath-
RoVi.pdf”)
Esercizio 4.1. Quanto vale la differenza tra un numero esagonale centrato e il suo cor-
rispondente esagonale (non centrato)?∗
12 GIOVANNI VINCENZI
Figure 4.2. Left, the central triangle F5 associated with the partition R5 :
its sides lie on the cevians a2 , b2 and c2 . Right, the central triangle F7
associated with the partition R7 : its sides lie on the cevians a3 , b3 and c3 .
1, 1 + d, 1 + d · 2, 1 + d · 3, . . . , 1 + d · (n − 1)
| {z }
n
One of the basic topics in elementary mathematics is the concept of a finite arithmetic
progression, which is a sequence of the type
(u + n · d)n = u, u + d, u + 2d, . . . , u + (n − 1) d,
with the initial term u and the common difference of d, where u and d are positive real
numbers.
The origin of this topic can be traced back to Pythagoras, and through the centuries,
many mathematicians have investigated in depth different properties of this subject.
Arithmetic progressions represent a relevant topic in applications of mathematics (see,
for example, [7], [12], [20], [23] and references therein), and in fact, the teaching of this
subject in high school (see [13]) and elementary school has attracted increasing attention
in the field of mathematical education (see [30]).
At the end of their studies, students should be able to recognize arithmetic progres-
sions in a variety of contexts and apply their knowledge in both theoretical and practical
problems (see [22]).
14 GIOVANNI VINCENZI
Da notare anche che le progressioni aritmetiche sono argomento tradizionale nella for-
mazione scolastica (vedi indicazioni Nazionali Italiani sui programmi scolastici), di con-
seguenza è anche un argomento che spesso ricorre nei concorsi per l’abilitazione all’inse-
gnamento della Matematica.
Vedremo che la sequenza delle misure delle aree Pn , diciamo p1 , p2 , . . . pn , è una progres-
sione aritmetica finita, in cui la ragione ( ovvero la differenza costante tra due termini
consecutivi) è limitata dal doppio del suo termine iniziale pi+1 − pi < 2p1 (see [36, The-
orem2.4]); conversely, we will see that any finite arithmetic progression (u, u + d, . . . u +
d (n − 1)), such that 0 < d < 2u, can be regarded as the areas of the elements of a regular
partition of a right trapezoid [36, Theorem3.1]).
Theorem 5.1. Let S be a finite sequence of real numbers. Then, the following conditions
are equivalent:
1) S is associated with an n-regular partition of a quadrilateral.
2) S = (u, u + d, . . . u + d (n − 1)) is a finite arithmetic progression in which the
common difference d and the initial condition u satisfy the following condition:
0 ≤ d < 2u.
3) S is associated with an n-regular partition of a right trapezoid.
References
[1] Anatriello G, Laudano F., Vincenzi G. Sur l’incommensurabilité dans les polygones réguliers. Quad-
rature no 115 (2020) 1-5
[2] Alexander NF. Figurate Numbers in the Classroom. Arithmetic Teacher, (1991), 38 n7,42–45
[3] Anatriello G, Tortoriello FS, Vincenzi G. On an assumption of geometric foundation of numbers. Int
J Math Educ Sci Technol. 2016;47(3):395–407.
[4] Asiru MA. All square chiliagonal numbers. Int J Math Educ in Sci Technol. 2016;47(7):123–1134.
[5] Atanassov K. Remark on the hollow triangular and quadratic numbers. Notes on Number Theory
and Discrete Mathematics. 2012;18(4):69–70
[6] Barbeau, E. J.: Incommensurability Proof: A Pattern That Peters out. Math Mag. 56, (2), 82–90
(1983).
[7] Baturo P, Rytter W. Compressed string-matching in standard Sturmian words. Theoretical Com-
puter Science. 2009;410:2804–2810.
[8] Barwise J, Etchemendy J. Visual information and valid reasoning. In W. Zimmerman S. Cunningham
(Eds.). Visualizing in teaching and learning mathematics (pp. 9–24). Washington, DC: Mathematical
Association of America; 1991.
[9] J. Bergen, Values of Trigonometric Functions, Math Horizons, 16 (3) (Feb 2009), 17–19.
[10] A. Berger, On linear independence of trigonometric numbers, Carpathian J. Math. 34 (2) (2018),
156–166.
[11] A. Berger, More Grade School Triangles, Amer.Math. Monthly, 124, (4) (April 2017), 324–336.
[12] Bird J. Engineering Mathematics (7th ed). London: Routledge; 2014.
[13] Buchholz RH, Mac Dougall JA. Heron Quadrilaterals with sides in Arithmetic Progression. Bull.
Austral. Math. Soc. 1999;59:263–269.
[14] Jack S. Calcut, Grade School Triangles, Amer. Math. Monthly, 117 (2010), 673–685.
[15] Cloman W. Figurate Numbers. Mathematics Teacher.1974;67(7):661–666.
[16] Deza E, Deza M. Figurate numbers. Singapore: WorldScientific; 2012.
[17] S. Dehaene, The number sense: how the mind creates mathematics, Oxford University Press, Oxford
1997.
[18] Fiorenza A. and Vincenzi G. Limit of ratio of consecutive terms for general order-k linear homoge-
neous recurrences con constant cofficients, Chaos Solitons Fractals, (44) (2011), 145-152.
[19] Fiorenza A. and Vincenzi G. From Fibonacci sequence to the Golden Ratio, J. of Math., Volume
2013 (2013), Article ID 204674, 3 pages.
[20] Franke D, Kraus F. Improved allocation of weights for associative memory storage in learning control
systems. 507 - 512. In Design Methods of Control Systems. Oxford, Pergamon; 1992.
[21] Hartman J. Figurate Numbers. The Mathematics Teacher.1976;69(1):47–50
[22] Holton D. Tertiary mathematics education for 2024. Int J Math Educ in Sci Technol. 2005;36(2):303–
313.
[23] Hong S. Feng W. Lower bounds for the least common multiple of finite arithmetic progressions.
Minoration du plus petit commun multiple d’une progression arithmètique finie. Comptes Rendus
Mathematique. 2006;343(11–12):695–698.
16 GIOVANNI VINCENZI
[24] H. Lennerstad, Commensurable and Rational Triangles, Research Report, Blekinge Institute of Tech-
nology, 7 (2007).
[25] N. Mueller, M. Tikoo and H. Wang A note on Morley’s triangle theorem, Int J Math Educ in Sci
Technol. 43 (4) (2012), 538–548.
[26] Garibaldi S. Somewhat More than Governors Need to Know about Trigonometry Math Magazine
2008 vol,(3), 191–200
[27] I. Niven. Irrational Numbers. The Carus Mathematical Monograph. The Mathematical association
of America, John Wiley and Sons inc. New Jersey 1956.
[28] Paolillo B., Vincenzi G. On the rational values of trigonometric functions of angles that are rational
in degrees, Math. Magazine. 94:2,132–134.
[29] Paolillo B., Vincenzi G. An elementary proof of Niven via tangent function, International Journal of
Mathematical Education in Science and Technology, 52:6, 959–964 2021
[30] Pareto L. A Teachable Agent Game Engaging Primary School Children to Learn Arithmetic Concepts
and Reasoning. Int J Artif Intell Educ. 2014; 24(3):251–283.
[31] Rivera FD. Toward a visually-oriented school mathematics curriculum: Research, theory, practice,
and issues. Berlin: Springer Science Business Media; 2011.
[32] N. Schaumberger, A Classroom Theorem on Trigonometric Irrationalities, The Two-Year College
Mathematics Journal, 5 (1) (Winter, 1974), 73–76.
[33] Toffalori C. Cantor, l’infinito e la scuola di oggi (cantor camerino.docx).
[34] Rossetto S. Vincenzi G. characterization of regular n-gons via commensurability, Math Gazette, to
appear.
[35] Rossetto S. Vincenzi G. two properties of Hex numbers, THE TEACHING OF MATHEMATICS
2022, Vol. XXV, 1, pp. 21–29
[36] Vincenzi G. A characterization of geometric progressions via quadrilateral partitions Int.J. Math.
edu. Sci. Technol. 2020; 51, No 3: 456–465. doi.org/10.1080/0020739X.2019.1671994
[37] Vincenzi G. A characterization of regular n-gons whose pairs of diagonals are either congruent or
incommensurable Arkiv der Math. 115 (2020), 467–477
[38] Vincenzi G, Paolillo B, Rizzo P. Incommensurability among diagonals of regular n-gons. International
Journal of Mathematical Education in Science and Technology, xxx, xxx, 2021 https://doi.org/
10.1080/0020739X.2021.1944684
[39] Kenneth W. Wegner, Trigonometric values that are algebraic numbers, The Mathematics Teacher.
50 ( 8) (1957) 557–561.