• Di lui pochissime sono le fonti certe àNativo dell’isola di Samo (coste della Ionia); • Si trasferisce a Crotone (Magna Grecia) 540-535 a.C.; • A Crotone fonda la sua Scuola che è prima di tutto comunità/setta religiosa e anche politica, caratterizzata da una vita condotta in comune; • La filosofia è solo un mezzo per gli adepti per raggiungere un bene superiore. • Il potere politico acquisito dai pitagorici a Crotone portò alla rivolta dei cittadini oppositori, che assalirono la sede della Scuola uccidendone i più importanti membri; • Pitagora riesce a fuggire e finisce la sua vita a Metaponto. • Non ci è pervenuto nulla dei suoi scritti ed è probabile che non abbia scritto nulla à solo insegnamento orale; • Per questo, e per la natura esoterica delle dottrine della Scuola, non sappiamo se il pensiero dei pitagorici fosse tutta opera di Pitagora o anche contributo dei suoi allievi; Caratteri della Scuola pitagorica • Le dottrine della Scuola erano considerate un segreto di cui dovevano essere partecipi solo gli adepti; • Ciò ne impedì la divulgazione e la conoscenza à Coloro che diffondevano le dottrine della Scuola venivano non solo esclusi dalla setta, ma anche severamente puniti; • Pitagora, il fondatore, viene venerato come un Dio e i suoi discepoli si riferiscono alla sua dottrina con l’espressione autòs épha, «lo ha detto lui» (in latino ipse dixit); • Il primo dei Pitagorici a pubblicare opere fu Filolao (Sulla Natura), vissuto tra il V e il IV secolo a.C.; • Difficile capire dall’opera di Filolao quanto risalga al pensiero originario di Pitagora; • Non essendo, quindi, distinguibile il pensiero di Pitagora da quello dei suoi discepoli, si parla di genericamente di Pitagorici o Scuola pitagorica. I numeri come principio • I Pitagorici indicarono il principio nel numero e negli elementi costitutivi del numero à per loro il numero non è ente astratto, ma ente reale, physis; • Secondo Aristotele: «I Pitagorici per primi si applicarono alle matematiche e le fecero progredire, e, nutriti dalle medesime, credettero che i principi di queste fossero i principi di tutte le cose che sono». • Essi, quindi, notano che molti fenomeni naturali sono traducibili in rapporti numerici e rappresentabili in modo matematico. Ad esempio: • In musica à è traducibile in numero e in determinazioni numeriche; • L'altezza dei suoni di uno strumento a corde dipende dalla diversa lunghezza delle corde stesse; • Gli intervalli (ottava, quinta, ecc.) tra le note di una scala musicale hanno dei precisi rapporti armonici governati da leggi matematiche; • In astronomia à leggi numeriche determinano l’anno, le stagioni, i giorni, ecc.; • Nei fenomeni della vita à tempi di incubazione del feto, cicli di sviluppo, ecc. Gli elementi del numero • Innanzitutto i numeri sono di due specie à pari e dispari • Ad eccezione del numero uno, detto parimpari, perché capace di generare sia il pari sia il dispari; • Ciascuna cosa, in quanto riducibile a un numero, è espressione di numero pari o dispari; • Nei numeri pari predomina l’elemento dell’indeterminato (o illimitato), indice di imperfezione; • Nei numeri dispari predomina l’elemento del determinato (o limitante), indice di perfezione; Rappresentazione geometrica dei numeri • Per i Pitagorici i numeri erano concepiti in maniera sia aritmetica che geometrica; • I numeri erano rappresentati tramite sassolini (da cui calculus, in latino) o punti disegnati concepiti quindi come occupanti spazio geometrico, come figure piane oppure come figura solide; • Così loro spiegavano come fosse possibile la derivazione delle cose dai numeri; • Nella rappresentazione grafica dei numeri usata dai Pitagorici è evidente il limite (pèras) e l’illimitato (àpeiron) ➜ vedi slide succ. Rappresentazione grafica dei numeri
Ecco per esempio come sono
rappresentati i numeri 4 (illimitato) e 5 (limitato): La tètrade, (tetraktys) I Pitagorici attribuiscono una particolare importanza alla figura che rappresenta il 10: • Un triangolo perfetto, formato dai primi quattro numeri ed avente il numero 4 per ogni lato ➜ Tetraktys (dal greco τετράς -άδος, ‘quattro’); • Il 10 è la somma dei primi quattro numeri (1+2+3+4); • Sono contenuti egualmente il pari (4 numeri pari) e il dispari (4 numeri dispari); • Ci sono tutti i tipi di numero: lineari, quadrati, cubici à 1 punto; 2 linea; 3 triangolo (superficie), 4 piramide (solido); • La concezione della perfezione del 10 porterà alla teorizzazione del sistema decimale (cfr. Tavola Pitagorica). La tavola dei contrari • I Pitagorici cercano di 1. Limite – Illimitato; combinare l’idea del numero 10 2. Dispari – Pari; con quella degli opposti (o 3. Uno – Molteplice; contrari) à ripresa della teoria ionica; 4. Destro – Sinistro; 5. Maschio – Femmina; • Compilarono, quindi, una tavola dei dieci supremi contrari che ci 6. Quiete – Movimento; è stata tramandata da 7. Retto – Curvo; Aristotele. 8. Luce – Tenebra; 9. Buono – Cattivo; 10. Quadrato – Rettangolo. Il cosmo per i Pitagorici: «tutto è ordine» • I numeri erano concepiti come masse, quindi come dei solidi, entità reali, e non come un puro ente di ragione, cioè in modo astratto; • Quindi per loro era naturale concepire l’origine del cosmo e di tutte le cose fisiche dai numeri, in particolare dalla à antitesi si tra illimitato e limitante (i primi due opposti); • Inoltre i Pitagorici furono i primi introdurre il concetto di cosmo, che in greco (kósmos) significa «ordine», appunto perché secondo loro tutto era ordinato dai numeri, in particolare dai loro principi antitetici illimitato/limite; • All’ordine del cosmo è anche riconducibile l’armonia delle sfere celesti; una musica impercettibile agli orecchi umani, che, secondo i Pitagorici, sarebbe prodotta dal movimento dei cieli; Quindi à I numeri, e non forze oscure e indecifrabili, sono principio cosmologico dell’universo: e l’ordine matematico con cui essi plasmano l’universo è perfettamente conoscibile dalla ragione umana. La metempsicosi • I Pitagorici avevano come scopo ultimo quello di attuare una pratica di vita che purificasse la loro anima così da renderla libera dal corpo; • Essi infatti sostenevano l’immortalità dell’anima rispetto al corpo e la reincarnazione (metempsicosi) della stessa in più esistenze corporee; • Questo concetto fu ripreso dalla religione misterica dell’Orfismo; • Esso si basa sull’idea che l’anima, a seguito di una colpa originaria, debba reincarnarsi in più corpi per espiare questa colpa; • Per liberare l’anima dal corpo una volta per tutte era necessario condurre una vita virtuosa; • Una vita non virtuosa, al contrario, conduceva a una reincarnazione in forme corporee ritenute inferiori a quella dell’uomo: animali, piante, ecc.; • Per i Pitagorici la via della purificazione erano la pratica scientifica (quindi la filosofia e la vita contemplativa) e la condotta morale; • Il principio morale principale da seguire era per Pitagora quello di farsi guidare dalla divinità (cioè il Numero che è Armonia e Ordine). La vita pitagorica e la crisi della Scuola Abbiamo detto la Scuola pitagorica si configurava come setta religiosa, per cui: • I membri della comunità erano vincolati a mantenere il silenzio su quanto apprendevano; • L’insegnamento era forse impartito gradualmente, secondo il modello dell’iniziazione ai misteri; • Il primo momento era proprio di coloro che venivano chiamati acusmatici, dal greco akoùsmata (letteralmente ‘cose ascoltate’), ossia coloro che si limitavano ad ascoltare; • Il momento successivo si rivolgeva ai matematici (ida • R = Insieme dei Numeri mathematikós, ‘adatto a imparare’), ossia a coloro che Reali pervenivano alla conoscenza dei mathémata (‘conoscenza’, • Q = Insieme dei Numeri ‘apprendimento’), nelle discipline della matematica, aritmetica, geometria, musica, astronomia; Razionali; • Z = Insieme dei Numeri • Secondo una leggenda, la Scuola entrò in crisi quando venne Relativi divulgata la dottrina dell’incommensurabilità della • N = Insieme dei Numeri diagonale col lato del quadrato, e quindi dell’esistenza dei Naturali numeri irrazionali (decimali illimitati non periodici); • Mentre il sistema matematico pitagorico contemplava solo l’insieme dei numeri naturali (+1, +2, +3, +4, ecc.)