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In seguito, e solo molti secoli dopo, l’uomo scientififico scoprì che anche la
materia più solida e compatta poteva contenere materia liquida, e questa materia
gassosa, la quale - a sua volta - poteva essere compenetrata da materia ancor più
rarefatta. La suddivisione proseguì fino all’atomo e questo fu - per qualche tempo -
considerato il traguardo ultimo di ogni possibile suddivisione della materia. In seguito
l’uomo riuscì a scomporre anche l’atomo e, scoprendo ed impossessandosi dell’energia
in esso contenuta, in effetti riscoprì quella energia roteante della materia che i simboli
della svastika, del serpente, della trottola dei Misteri Eleusini, avevano da sempre
enunciato.
Nel progredire del tempo, si scoprì che anche alla base della costituzione
dell’atomo, erano due particelle elementari: il protone ed il neutrone; essi costituivano il
nucleo, mentre gli elettroni costituivano l’involucro esterno. Da questo momento, le
scoperte di particelle elementari si moltiplicarono, ma si arrivò a scoprire che, sempre,
ad ognuna di queste particelle corrispondeva una antiparticella. Furono i fisici italiani
Segrè e Fermi che realizzarono, negli attrezzati laboratori americani, la fotografia del
fenomeno della trasformazione di queste particelle. Riuscirono, infatti, a fermare su una
negativa l’attimo in cui un antiprotone, nel suo movimento vorticoso, si scontrava con
un protone, generando un neutrone ed un antineutrone; questi ultimi, continuando la
corsa, si incontravano con il nucleone - che è sempre materia - ed a questo punto le
particelle si annullavano scambievolmente, trasformando la materia - più che in energia
- in un quid definibile come antienergia.
L’uomo non aveva mai ottenuto prima di allora una trasformazione della materia
in energia così manifesta ed imponente. Il prof. Caldirola, in un articolo sulla rivista
Sapere (La fisica moderna e l’immagine scientifica del mondo), si chiede : “Il problema,
com’era posto dall’antichità, era di arrivare alla conclusione che il mondo è formato da
una sostanza unica fondamentale; qual’è la risposta che la teoria quantistica è in grado
di dare a questo quesito ?”. L’autore va oltre la tabella degli elementi e si sofferma sul
fatto che qualsiasi atomo è composto da tre elementi: protone, neutrone ed elettrone. La
teoria quantistica consente di prevedere e di comprendere come queste tre particelle
possano riunirsi fra di loro dando luogo a sostanze chimiche aventi proprietà diverse;
ma permette anche di pensare al protone ed al neutrone come a due stati diversi di
un’unica particella: il nuclone. Tutte le sostanze chimiche, pertanto, vengono ricondotte
a due sole particelle fondamentali : il Nuclone e l’Elettrone.
Tutto cambia nuovamente negli anni trenta quando Anderson scopre il mesone,
una particella duecento volte più pesante dell’elettrone che, per influenza dei raggi
cosmici, ha una vita brevissima (un microsecondo) trasformandosi in un elettrone ed un
neutrino. Segue la scoperta di altre particelle instabili, che possono essere cariche
positivamente o negativamente, la cui massa può essere molto più pesante di quella del
mesone; vivono tempi brevissimi e si scompongono, o si trasformano, in altre particelle.
Siamo punto e a capo : sono esse parte di una sostanza fondamentale ?
Quando Einstein introduce il concetto di uguaglianza fra massa ed energia, sorge
l’idea che le particelle possano essere considerate cone quanti discreti di energia. Ed
allora, esiste una equazione fondamentale che permetta di fornire le configurazioni
matematiche di tali trasformazioni, tale da predire il risultato di una esperienza qualsiasi
? Essa porterebbe certamente ad una visione unitaria del mondo fisico. Ed ecco la
scienza moderna rendere familiare il concetto che il mondo fisico altro non sia che
l’espressione più esterna e più complessa di altri mondi che la compenetrano. Ma esiste
il costituente unico di questi mondi? Che cos’è ? Qual’è la sua struttura ? Quali le sue
proprietà ?
Esiste una teoria secondo la quale i vortici sono alla base della formazione degli
atomi: nel moto vorticoso degli atomi si riconosce il moto del primo vortice
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dell’universo. La materia prima, unica ed eterna, informe e vuota, immota, viene messa
in moto dallo spirito di Dio che si muove sulle acque. Ed allora ecco il moto che si
manifesta ovunque nell’universo, rotazione e rivoluzione, sia nel macrocosmo che nel
microcosmo.
Il linguaggio esoterico esteriorizza con il mito di Dio, contemporaneamente
Creatore e Distruttore, l’idea di questo vorticoso moto perpetuo. Oggi, l’astrofisica
sembra confermare per altra via questo perpetuo divenire della vita, quando afferma con
Whipple che il sole distrugge la materia interplanetaria al ritmo di una tonnellata al
secondo. Questo fa pensare all’esistenza di un meccanismo di riproduzione costante
della materia interplanetaria, mediante un ciclo atomico ancora sconosciuto dalla
scienza, ma da millenni postulato dalla conoscenza esoterica. Si potrebbe intuitivamente
concludere che l’uomo, disintegrando la materia e scoprendo l’antimateria, si trovi già
in presenza del primo e più complesso aspetto della materia superfisica e che, indagando
fino ai limiti estremi del sistema planetario, già intraveda la possibilità che nel sole - nel
quale molte religioni individuano il corpo fisico di Dio - esistano dei gangli vitali che
distruggono e ricreano la materia.
Ogni giorno si fa sempre più strada la convinzione che esista una sostanza unica
e primordiale dalla quale potrebbero aver avuto origine tutti gli elementi chimici;
Crookes la chiamava protile, altri ritengono sia l’idrogeno, altri ancora la definiscono
con altri nomi. Secondo Jeans, da questa materia nasce l’universo, dopo che su di essa
agisce l’atto di pensiero del Creatore.
Ed ecco che nel presupposto scientifico dell’unicità dei costituenti chimici di
tutta la materia, potrebbe forse risolversi il grande mistero teologico di un Unico
Principio Creatore, mentre nel presupposto della unicità dell’energia potrebbe risolversi
il mistero mistico di una Unica Coscienza Universale. Se veramente unica è la
costituzione chimica di tutta la materia e di tutte le forme, e se una è l’energia che le
anima, nella fratellanza fra tutte le cose create realizzata dalla coscienza di San
Francesco potrebbe scorgersi l’enunciazione di un postulato di quella Scienza dello
Spirito che sempre di più va diventando un postulato anche della Scienza sperimentale.
Emma Cusani
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