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giovedì 1 dicembre 2022

Fenomenologia delle arti contemporanee

Sesta lezione

Friedrich Hegel

Parte del problema dell’arte del 1900 (contemporanea), è ricollegabile ad alcune tesi
di Hegel riferibili alla ne dell’arte.

Da una parte vi è Hegel, dall’altra parte dell’arte contemporanea è il sublime
kantiano, di cui Hegel non aveva tenuto conto quanto fosse importante. 

Le tesi di Hegel ci aiutano a capire l’arte contemporanea, ma c’è una parte dell’arte
contemporanea riconducibile ad alcuni artisti che si confrontano con il sublime, con
ciò che va oltre la forma e il concetto, che non è determinabile, ed è un’altra
rami cazione dell’arte del XX secolo.

“Se vogliamo capire l’arte- dice Massimo Cacciari (autorevole losofo italiano)-
bisogna passare per Platone, Hegel e Kant”

Quindi Hegel risponde all’idealismo antico.

Con Platone abbiamo imparato che, pur condannando l’arte sua contemporanea,
imitativa, dannosa e nociva perché conduce alla follia, inconsapevolmente ha
stabilito il paradigma “mimesis” o imitazione.

L’arte non evolve. Non è come un vagone che cammina lungo i binari, come la
scienza. Non è progresso. Ma ci sono stati due casi in cui la tecnica pittorica ha
progredito con una nalità speci ca: la verosimiglianza. 


-Il primo caso è l’arte greca, arcaica (600a.C.), classica (come Policleto) ed
ellenistica (dove viene introdotto il movimento).

“E’ la Perfezione di quella percezione che gli artisti hanno della realtà.”

-Il secondo caso da Giotto (inizio Rinascimento), alla prospettiva di Masaccio, no


a Gustave Courbet.

La rottura avviene già con Manet: quest’ultimo inizia a dipingere in modo


bidimensionale, annullando la prospettiva. Così anche Cézanne, con la visione
binoculare.

Quindi il paradigma della verosimiglianza da un punto di vista percettivo della


prospettiva non è più centrale.

Quali accorgimenti utilizza l’artista per rendere verosimili le opere?

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-Prospettiva: uso della geometria euclidea (come con Masaccio);

-Proporzioni: gli oggetti più vicini sono più grandi, mentre quelli più lontani più
piccoli;

-Uso dello sfumato: gli oggetti più vicini hanno una linea di contorno più pulita,
quelli più lontani hanno contorni più sfumati

-Prospettiva aerea: studiata dapprima da Leonardo da Vinci, consente di vedere in
lontananza degli alberi, ma che vengono sempre meno alla percezione perché, ad
esempio, c’è la nebbia, il dato atmosferico. Leonardo anticipa quello che è
l’impressionismo. La Monnalisa, ad esempio, è bella per la natura sullo sfondo,
attraverso alcune tecniche

Queste strategie, quindi, consentono l’evoluzione tecnica dell’arte, che poi come
abbiamo visto si interrompe—> qui entra in gioco un’altra teoria che è quella
dell’espressione.

Teoria dell’espressione: teoria privilegiata all’inizio del 1900, la ritroviamo in Matisse


—> arte= espressione della soggettività secondo cui pesi può attribuire un colore a
un signi cato

Espressionismo (1905)—> arte è espressione, comunicazione di sentimenti interiori,


espressi dall’artista così come li sente. 

La teoria dell’espressione soppianta la teoria della mimesi. Scienza, tecnica,
avvento della fotogra a e del cinema hanno aiutato a cambiare paradigma.

La pittura e la scultura possono diventare linguaggio personale, espressivo,
soggettivo. Se frutto di un’espressione soggettiva, non si insegue più quel
paradigma che abbiamo visto svilupparsi da Giotto no a Courbet. 

Non abbiamo più un paradigma unico e la soggettività dell’artista permette di dare
una de nizione di “arte” attraverso il movimento. Siamo all’interno di un pluralismo
di linguaggi che non permettono più una lettura della storia dell’arte attraverso un
solo stile.—>ognuno degli artisti propone un’idea di arte che viene esplicitato
attraverso il manifesto, attraverso cui gli artisti tentano di dare una risposta possibile
a che cosa sia l’arte per loro.

Quindi:

Teoria della mimesi—>sostituita da quella dell’espressione—>attribuire un valore


soggettivo e simbolico ai colori( colore che corrisponde alla propria interiorità), alle
forme.—> soggettività che cambia il paradigma dimentico con quello espressivo.

Perché improvvisamente cambia il paradigma dell’arte?

Uno studioso d’arte, nel 1880, pensando all’arte del futuro, non avrebbe mi potuto
pensare ai ready-made di Duchamp. Eppure, a distanza di 20 anni, tutto cambia e
questo diventa possibile. E’ di cile prevedere quello che accadrà. Invece, se

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guardiamo all’arte contemporanea non ci stupiamo più di nulla e non abbiamo più il
concetto di “stile”: abbiamo un pluralismo di linguaggi.

La ri essione di ciò viene fatta da Friedrich Hegel—> Perché questa convivenza di


linguaggi diversi che fanno si per cui oggi nel mondo dell’arte venga accettato
qualsiasi paradigma?


Hegel a erma (in contrasto con Platone) che:




1) Non è vero che l’artista imita la natura, bensì mette un contenuto soggettivo nella
propria opera—>la natura è inferiore all’arte poiché l’opera d’arte è sempre un
dialogo tra la forma e il contenuto attraverso il reale—>incontro tra l’idea, il
contenuto e una forma che può esprimere solo l’artista. Il contenuto soggettivo
dell’opera è importante. Tant’è che Hegel esprime la superiorità dell’arte sulla
natura.

2)Lo spirito assoluto (la totalità—>essere) ha tre momenti (in cui lo spirito conosce la
totalità) fondamentali:

-Arte—> manifesta il contenuto della verità, dell’assoluto dell’essere, sensibilmente:
L’artista crea un’opera d’arte che crea un contenuto veritativo. In modo sensibile

-Religione—> stesso contenuto, totalità che la religione vede in una
rappresentazione interna dell’umanità attraverso il trascendente, ovvero Dio.
(diventa la conoscenza dell’assoluto attraverso la rappresentazione del
trascendente—>al di fuori di noi. 

-Filoso a—>manifesta il contenuto veritativo dello spirito assoluto attraverso il
concetto.

Il concetto loso co hegeliano porta a compimento la loso a con il compito di


manifestare il contenuto veritativo.

L’arte trapassa in qualcos’altro—>in passato manifestava immediatamente il


contenuto veritativo della totalità—>arte greca—>manifesta sensibilmente un
contenuto veritativo dell’epoca, come i dei dell’Olimpo.

Progressivamente l’arte si libera di quell’aspetto materiale—> smaterializzazione


dell’arte—>perdendo il contenuto veritativo che esprime sensibilmente

Smaterializzazione dell’arte con la musica no alla poesia—> nel 1820 Hegel
sostiene che l’arte è qualcosa del passato—>l’arte perde la funzione conoscitiva ed
è qualcosa del passato.

L’arte non muore, ma bisogna capirne la funzione.

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Hegel prospetta due soluzioni per l’arte:

1) Arte che diventa la “domenica della vita”—>vaga, dispersiva, super ua


( uire=super usso—>in modo veloce)

2) Conoscere cos’è l’arte stessa, non più portatrice del contenuto veritativo—>
“autore essività” (pittura analitica, arte concettuali—>ri essione sullo statuto
dell’opera d’arte). L’arte diventa un processo autori essivo—> Artisti analizzano,
decostruiscono l’opera d’arte, ma l’unico contenuto veritativo è l’autori essione.

Smaterializzazione dell’arte: “L’arte- dice Hegel- con uirà nella loso a e


diventerà loso a dell’arte” matrice che troviamo nel 1900 in poi.

Problemi da a rontare:

1) L’arte è ancora centrale nella nostra esistenza?

2) L’arte, tutto il usso di immagini ha ancora la capacità di farci ri ettere su un


contenuto veritativo?

3) L’unica strada alternativa, secondo Hegel è che l’arte, con uendo nella loso a,
diventerà ri essione sull’arte stessa (una delle componenti fondamentali dell’arte
contemporanea)

Secondo Hegel, se l’arte è qualcosa di passato, vuol dire che siamo giunti alla ne
dell’arte? Siamo fuori da una direzione storica, siamo usciti dai binari della storia.
Siamo entrati in una fase dove fai ciò che vuoi.

1820—>problema posto da Hegel.

Hegel inserisce l’arte all’interno di un percorso storico delle civiltà, dove alla ne
emerge il problema che la totalità, l’essere può essere manifestato solo..boh—>
l’arte perde la ragion d’essere per cui l’unico contenuto veritativo è l’autori essione.
—>ARTE CONCETTUALE—>io metto in atto il mio procedimento del pensiero, del
concetto, facendolo diventare l’opera d’arte.

Arthur Danto riprenderà le tesi hegeliane e arriverà a dire che “La ne della storia
dell’arte coincide con la loso a”—>epoca postmoderna—>Citazionismo: entrare
in un museo immaginario dove, io artista, posso prelevare ciò che mi interessa
senza tener conto di ciò che è la storicità.—>TRANSAVANGUARDIA—>non si sta
dentro un percorso storico, che era quello del modernismo.

Piena libertà di espressione

Chi è stato il primo che ha posto il problema in maniera evidente?

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Duchamp—> ready-made—>cos’è che distingue un’opera d’arte da un
oggetto? Se con un ready-made non esiste una de nizione dell’opera d’arte, si sta
già facendo una ri essione sullo statuto ontologico dell’opera d’arte.

Duchamp—>pensare all’arte come il concetto, il pensiero. Ci ha messo difronte ad
un problema di riconoscimento dell’opera d’arte.—>problemi relativi al pensiero.

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