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Conservazione mettere qualche cosa in modo che non ci siano problemi che la possano deteriorare.
1)Cenni storici: storia della fotografia in relazione al riconoscimento dell’oggetto;
2)Comportamenti da usare per trattare un oggetto fotografico;
Cenni storici:
Principio essenziale della composizione dell’immagine: principio di ottica fisica —> luce
colpisce il soggetto che a sua volta colpisce il soggetto e la emana—> camera oscura— >foro
all’interno della scatola, si compone l’immagine all’interno di essa, immagine capovolta.—
>fenomeno uguale ovunque: nelle prime fotocamere, in quelle successive a pellicola fino agli
smartphone. Leonardo ne fa menzione nel “Codex atlantiche”, confrontandone il principio ottico
con quello dell’occhio.
Nel 1727 Schultze osserva, per la prima volta, che i sali d’argento cambiano a seconda di come
vengono colpiti dalla luce;
Thomas Wedgwood, poco prima del 1800 comincia a fare degli esperimenti per registrare
un’immagine su di un supporto solo con l’azione della luce:
La camera oscura: nel 1544 viene utilizzata per vedere l’eclissi del sole. Nel 1544 per fare
una foto c’era l’esigenza di avere un supporto per registrare l’immagine, per fissarla, una foto.
Nella storia della fotografia niente ha un inizio e una fine precisa. Ad esempio, 1839 non è
proprio la data della nascita improvvisa, ma di un processo di evoluzione della fotografia.
La preistoria: Giovambattista della porta—> descrive per la prima volta la camera oscura come
strumento per i disegnatori (nel 1553)
Inizialmente la camera oscura non aveva nessuna utilità pratica, era una stanza. Finché non
divenne portatile per disegnare anche all’aperto.
Per l’esigenza della rappresentazione della borghesia. Mentre i nobili avevano il pittore
di famiglia, i quadri, ritratti, la borghesia in quegli anni aveva l’esigenza della
rappresentazione. Il dagherrotipo è la rappresentazione della medio-alta borghesia, poiché
è un oggetto estremamente complesso e costoso. Non si troverà mai un dagherrotipo che
rappresenta, ad esempio, un popolano o un contadino.
Fermandoci con la storia andremo avanti con un concetto importante per la catalogazione e
conservazione: come bisogna considerare la fotografia
Una delle esigenze della fotografia era la riproducibilità: avere una matrice da
poter stampare molte foto.
La balite serve a far attaccare bene l’emulsione con il legante. L’immagine in questo caso
risulta molto nitida poiché non c’è differenza nelle trame della carta. Come legante non vi
è più l’albumina, bensì la gelatina, che deriva dalla bollitura di pelle e ossa animali. A
livello conservativo è importante saperlo: essendo una sostanza animale, difatti
commestibile, è molto appetibile dagli insetti—>attaccano la gelatina della fotografia
mangiandola tutta.
I leganti appena visti sono: albumina e gelatina. Un altro importante legante è il
collodio. Con quanti supporti primari si lavora?
-Supporto primario in metallo—> rame per i dagherrotipo, ferro per i ferrotipi. Per il
dagherrotipo si vede argento poiché la lastra è placcata in argento
-Supporto in vetro—> ambrotipi, negativi su lastra di vetro, positivi su lastra di vetro
(dispositivi)
-Supporto di Carta—> calotipi, carta salata, stampe
-Supporto di Plastica—> negativi in nitrato di cellulosa, negativi in acetato di cellulosa,
negativi in poliestere.
Leganti:
-Collodio—> dal 1851 al 1880—> pirossilina, prodotto viscoso, un composto di
nitrocellulosa, etere e alcool etilico
-Albumina—>dal 1855 al 1895—> albume d’uovo
-Gelatina—>dal 1871—> ricavata da scarti di macellazione (cascami di pelle e ossa di
animali)