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sentiero lungo il quale sono poste delle targhe in pietra che riassumo al visitatore le
principali tappe della storia del precinema. Con questo termine indichiamo tutti
quegli esperimenti, strumenti ed intrattenimenti legati alla proiezione di immagini
e alla riproduzione del loro movimento che l’uomo andò realizzando fin
dall’antichità. La storia del precinema finisce con l’invenzione del cinematografo, lì
dove comincia quella del cinema.
La prima targa che si incontra lungo il sentiero è quella che ricorda Leonardo Da
Vinci e la camera oscura. Una camera oscura è un dispositivo ottico composto da
una scatola oscurata sulla cui parete frontale si trova un foro dotato di lente, la luce,
attraversandolo, proietta sulla parete opposta l’immagine capovolta di ciò che si
trova all’esterno. Leonardo non fu l’inventore di questo strumento, ma lo
perfezionò in modo che potesse servire per disegnare edifici e paesaggi
“copiandoli” dal vero. Nel 1515 ne descrisse il procedimento nel Codice Atlantico.
Questo strumento, di cui si serviranno numerosi artisti per dipingere panorami e
vedute, è alla base della fotografia (e quindi del cinema).
Cromolitografia di F. von Schlotterbeck del 1843 che illustra uno spettacolo del
mondo nuovo.
Affascinato dal fenomeno della persistenza delle immagini sulla retina, il fisico
belga inventò, nel 1832, questo strumento che consentiva di visualizzare immagini
animate. Era costituito da due dischi, uno dei quali con finestre radiali equidistanti
attraverso le quali l’osservatore poteva guardare il secondo disco che conteneva una
sequenza di immagini. Quando i due dischi ruotavano alla velocità corretta
l’osservatore poteva osservare l’animazione.
Animazione di un disco per fenachitoscopi
Tutti questi strumenti, nati per essere utilizzati nella ricerca scientifica, divennero
presto giocattoli di uso comune. Oggetti atti a stimolare la curiosità di grandi e
piccini il cui atteggiamento, verso queste novità tecniche, anticipava quello che il
pubblico avrebbe avuto innanzi ai primi spettacoli del cinematografo.
Locandina pubblicitaria di uno zootropio
Una figura più isolata, ma ben più affascinante, è quella di Émile Reynaud, che nel
1876 aveva messo a punto il prassinoscopio, evoluzione dello zootropio dove le
immagini venivano inevitabilmente distorte perché posizionate sulle pareti circolari
del tamburo. Nel prassinoscopio di Reynaud le immagini non venivano visualizzate
da una fessura, ma riflesse all’esterno attraverso una serie di specchi senza subire
alcuna deformazione.
Illustrazione del prassinoscopio di Émile Reynaud apparsa sul numero 296 della
rivista La Nature nel 1879.