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Metodologie di archiviazione e conservazione della fotografia


Lezione 2

ICCD= istituto centrale per il catalogo e la documentazione

PND= piano nazionale per la digitalizzazione

Su ogni argomento ci sono delle direttive ministeriali.

RIASSUNTO LEZIONE PRECEDENTE:


Fotografia riuscire ad ottenere un’immagina esclusivamente con l’ausilio delle luce.

Un fototipo (oggetto composto tramite un procedimento fotografico) va considerato per


quell’immagine che mostra, quindi valore artistico e valore documentario. Oltretutto
la fotografia va considerata anche come oggetto: com’è composta?

I LEGANTI Sostanze che servono per legare i sali sui supporti:

Collodio dal 1851 al 1880 pirossilina, prodotto viscoso, un composto di


nitrocellulosa, etere e alcool etilico
Albumina dal 1855 al 1895 albume d’uovo
Gelatina dal 1871 ricavata da scarti di macellazione (cascami di pelle e ossa di
animali)

LEZIONE DEL GIORNO:


I SUPPORTI SECONDARI

I supporti secondari sono cartoni di montaggio ad esempio, supporti dove viene


conservata l’immagine dove giace l’immagine con il supporto primario

Nel dagherrotipo i supporto secondario è l’astuccio, ad esempio;


Nell’Albumina, invece, vi è un supporto di cartone;

Altro supporto può essere l’album fotografico


E’ importante sapere tutti i supporti per la conservazione, poiché si andrà a misurare
sia il supporto primario che secondario.

Supporto primario (metallo, rame, carta,


STRATIGRAFIA COMPLET A plastica) - Strato dell’immagine (sale
fotosensibile, legante)
Strato isolante (barite)
Supporto secondario (cartone, legno per
dagherrotipi e astuccio)
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CARTA MODERNA A PIU’ STRATI Rc o politenata (dal 1970) fatta da un primo strato
protettivo in plastica, strato inferiore antistatico in plastica, emulsione con sali
d’argento, strato politenato, con carta al centro.
La politenata accelera i tempi di trattamento. Lo strato di barite viene sostituito
con pigmenti politenati.
I PROCEDIMENTI FOTOGRAFICI:
Procedimento positivo quelli su supporti cartacei e non cartacei: i secondi
possono essere non trasparenti, ovvero metallici (come dagherrotipi e ferrotipi), e
trasparenti come vetro (ambrotipi collodio , gelatina e albumina) e pellicola (sia
gelatina/nitrato, gelatina/acetato, gelatina/poliestere).
Per i supporti cartacei carta salata, albumina, collodio, gelatina, platinotipo,
cianotico, stampa al carbone gomma bicromata. I primi quattro sono procedimenti
argentici. Insieme al platinotipo e al cianotipo (sali ferrici) fanno parte anche dei
metallici utilizzano o argento, o platino o ferro. Le ultime due stampe sono
procedimenti ai pigmenti.
Procedimento negativo negativi su carta, negativi su vetro, negativo su plastica.
Negativi su carta calotipo;
Negativi su vetro albumina, collodio, gelatina (lastre) problema della
fragilità;
Negativo su pellicola plastica nitrato (nitrato di cellulosa), acetato (acetato
di cellulosa), poliestere (esyar-mylar [pet]).
La pellicola plastica introduce una rivoluzione: è leggera, si piega senza rompersi,
permette di avere dei formati non eccessivamente grandi. I lati negativi possono
essere: il nitrato di cellulosa che è deleterio a livello conservativo se non tenuto
in condizioni ideali ed è altamente infiammabile e può deflagrare. Infatti furono
vietate le proiezioni in ambienti chiusi.
Così fu sostituito con l’acetato che, però, produce dei deterioramenti non
indifferenti, come la sindrome da aceto se vi è una cattiva conservazione, lo
strato dell’immagine si deforma e si stacca dal supporto rilasciando un odore molto
simile a quello dell’aceto. Viene poi anche quest’ultimo sostituito con il
poliestere, che può essere sia in star che in mylar (estremamente trasparente).

DAGHERROTIPO (1839-60)
Parole chiave: Unicum uno scatto, una stampa
Oggetto complesso formato da insieme di vari elementi
- Supporto metallico
Lastra di rame argentata
Immagine positiva o negativa in base alla luce
Montatura in cornice o in astuccio

Il dagherrotipo veniva sensibilizzato ai vapori di iodio. La lastra si placcava


d’argento e si esponeva. Dopodiché si sviluppa ai vapori di mercurio il quale,
legandosi all’argento, forma un amalgama biancastro che contrasta con il fondo a
specchio.

Il confezionamento è fatto da:


asse-partout
dagherrotipo,
vetro
passe-partout
vetro decorato.

Fatto questo si inserisce all’interno di un astuccio dai più semplici ai più ricchi,
come quelli fatti in inseriti madreperla, ad esempio.
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AMBROTIPO
Parole chiave Unicum
Oggetto complesso
Immagine negativa su lastra di vetro visibile in positivo se posta su un panno nero
Collodio
Confezione astuccio

FERROTIPO (1855-1880)
Non è più un unicum, poiché vi era una camera fotografica a 4 o 6
obiettivi, quindi si
producevano 4 o 6 immagini.

Parole chiave Collodio e ioduro di potassio sensibilizzato al nitrato d’argento


Lastra di ferro
Economico
Più copie

CALOTIPO (1841) -TALBOT

Parole chiave Negativo


Carta
Cloruro di sodio con nitrato d’argento - Disegni fotogenici
Iposolfito di sodio
Immagine latente
Sviluppo

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