Sei sulla pagina 1di 12

STORIA DELL’ARTE MODERNA – PROF FRANCESCO PORZIO

PROBLEMATICHE E STORIA DELL’ARTE NON PROFESSIONALE

4/11/2020

 Problemi riguardanti il corso e sulla modalità a distanza  durata lezioni : 1 ora; inizio lezioni ore 11 (il
mercoledì e il giovedì); frequenze: le prende tramite la chat; modalità dell’esame: normalmente fa l’esame
scritto, attualmente sta studiando dei sistemi e delle ipotesi di valutazione, a lui sarebbe piaciuto legare
l’esame ad una visita ad un sito/ un environment che però è impossibile mettere in pratica a causa covid-19,
nella peggiore dell’ipotesi si effettuerà un normale esame orale. Uno dei problemi principali delle lezioni on
line è la mancanza di interazione (la mancanza di recezione nello svolgimento della lezione in modo da capire
i sentimenti dell’interlocutore o la pesantezza del discorso che si sta facendo). Questione della registrazione:
forse registra la lezione e la condivide in caso di richiesta diretta, ma questa è subordinata alla presenza. La
registrazione non deve assolutamente essere in sostituzione della presenza, anche in caso di sovrapposizione
con altre materie (è importante per lui mantenere una parvenza di lezione in presenza).

LEZIONE

Due parole sull’argomento: perché? Di cosa parlerà? Che tipo di opere d’arte ci troveremo davanti? Come siamo
arrivati alla produzione e allo studio di questo genere di opere d’arte?

Il “lato oscuro” dell’arte. Un mondo nascosto di artisti e produzione artistica che è sempre esistito ma che con il
passare degli anni si è imposto, soprattutto a causa della crisi dell’arte contemporanea (senso di insoddisfazione).
Molti ritengono che questa produzione “oscura” dell’arte sia più interessante rispetto a quella della principale
“corrente” contemporanea.

Come si è arrivati a considerare questa produzione artistica? Sia dal punto di vista storico-antropologico che dal punto
di vista delle opere stesse. (varie definizioni : art brut, nueve invention, outsider art, arte popolare contemporanea,
arte autodidatta, art indisciplinè, Création franche, ecc.)

Perché ha scelto di usare il termine “arte non professionale” invece che uno dei molti termini già esistenti? Intento
provocatorio, che si rifà al fatto che quest’arte non ufficiale sta diventando progressivamente più professionale nella
realizzazione e nel modo in cui viene percepita. Riaffermazione di arte come autoespressione libera, spontanea e non
servile. Siamo alle origini dello studio di questa branca, questo lato dell’arte. I termini esistenti sono limitati al
contesto in cui sono stati coniati e per questo motivo un nuovo termine era necessario per distinguere i casi specifici
dal fenomeno generale.

Tre punti su cui riflettere (su come siamo arrivati allo studio e alla valorizzazione di questo tipo di arte):

 Questo tipo di questa produzione spontanea è sempre esistito, anche se non riconosciuta come disciplina
vera e propria ma come espressione personale del singolo. Come mai ad un certo punto siamo arrivati a
valorizzare questo tipo di arte(1800)?
 Elemento di carattere socio-economico a cavallo del 1700 e del 1800  rivoluzione industriale. A questo
fenomeno si sovrappone uno sviluppo della forma democratica del governo; noi viviamo in società democratico-
industriali. Questo cambiamento si riflette anche nell’ambito artistica e di espressione. Era possibile dare attenzione e
valore alla marginalità sociale (outsiders, minoranze)nelle epoche precedenti?
5/11/2020

Nell’epoca dell’antico regime, dal medioevo alla rivoluzione francese, c’era stata una totale indifferenza nei confronti
della marginalità.

(Gli impressionisti erano affascinati dagli artisti non professionali come Russeau.)

Ci sono tre punti essenziali per capire come siamo arrivati all’arte marginale:

 Nell’800 la formazione delle democrazie borghesi con un aumento dell’interesse verso la marginalità.
Nell’antico regime l’emarginato non era considerato. (come l’arte prodotta da persone con malattie mentali).
[Foucheault ha scritto di come in Europa è stata trattata la malattia in Europa prima del 700/800.] Gli
outcast/misfits vengono pian piano accettati all’interno della società e valorizzati nella vita e nel lavoro.
 Gli stessi artisti moderni a partire dagli impressionisti tendono ad identificarsi con gli l’emarginati secondo
due miti
o idea di genio come prodotto della follia (relazione che la borghesia tende a fare, correlazione che
ancora oggi persiste). L’arte ha a che fare con l’eccentricità, si distacca dal ben pensare comune.
o La Bohème (zingaro) , l’idea di prendere l’idea dello zingaro come persona al margine della società
ed applicarlo alla figura dell’artista (nonostante fossero in realtà borghesi). Anche questo come il
punto precedente è solo un mito.
[Gli ultimi punti sono parzialmente causati dalla mancanza di comprensione e valorizzazione dell’arte
moderna. Ora non c’è più l’artista che “rischia in prima persona”.]
 Cambiamento dal punto di vista dell’estetica. Mentre l’estetica dell’ancien regime era un’estetica di tipo
imitativo (l’arte deve imitare la natura). In epoca moderna quest’idea cambia radicalmente. L’arte diventa
espressione del singolo individuo. Passaggio dalla portata epocale. Se fossimo rimasti all’estetica antica non
saremmo capaci di valorizzare la produzione artistica degli outsiders, di persone con malattie mentali, la cui
produzione non è mimetica ma espressione di sé.

Esempi di arte non professionale (molte di queste opere sono andate perdute in quanto considerate di poco valore)
 Charles dellschau R (1830-1923)-
 Cheval
 Abate fourè
 Rousseau
 Adolf wolfli (uno dei più famosi “artisti” asilari  in manicomio)

[molti di questi artisti arrivano a diventare artisti in tarda età o lo fanno nel tempo libero o in pensione]

 ligabue
 Carlo zinelli
 Martin ramirez
 Julius kinglebei
 Gustav mesmer
 Kea tawana
 Forestiere fresno
 Coral castle
 Watts towers (sabattino rodia)
 Rock garden ( a chandigarh, in india)
11/11/2020

Discorso sull’arte non professionale.

La lezione di oggi conterrà delle informazioni che vanno al di là dei libri che avremo a disposizione.

Tema poco noto e poco studiato. Ci dobbiamo rifare solo alle lezioni. Tema dei possibili riflessi di un’arte di questo
tipo nei secolo passati. Una sorta di “preistoria” dell’art brut. Probabilmente ci sono sempre stati degli outsider che si
esprimevano al di fuori dei canoni estetici, del mainstream culturale. Purtroppo non abbiamo molte fonti e
testimonianze al riguardo perché sono state cancellate dalla “Cultura”. Forse si possono vedere dei riflessi indiretti di
queste manifestazioni nell’arte del passato.

 Continuo della volta scorsa…

Tre punti storico-culturali fondamentali che hanno condotto alla rivalutazione e alla riscoperta di queste
forme d’arte: 1. nuova attenzione alla marginalità sociale che è il portato della società democratica borghese
in occidente; 2. Gli artisti moderni che hanno portato a questa riscoperta, gli artisti moderni si
rappresentavano/ si consideravano/ si proponevano come marginali alla società borghese; processo di
identificazione da parte di questi artisti nei confronti di queste manifestazioni artistiche
“secondarie”/”minori”, 3. Dal romanticismo in avanti cambia il modo di considerare l’arte, che dal punto di
vista estetica non viene più considerata come “imitazione della natura”, come avviene fino alla fine del 1700
(generalizzazione/schematizzazione, non ci serve andare nello specifico ai fini di questo corso), ma viene
considerata come “espressione dell’individuo”, un’espressione individuale/soggettiva, cosa in cui noi ci
riconosciamo anche al giorno d’oggi; prima si riteneva che l’arte dovesse seguire delle regole per raggiungere
la perfezione ed era basata sulla capacità di emulare la natura nella maniera più precisa e attendibile
possibile. Ritenere l’arte l’espressione del soggetto significa che QUALUNQUE individuo può potenzialmente
essere un artista, non soltanto chi ha studiato o fatto l’accademia, ma chiunque, a qualunque età, un
bambino, un vecchio, un adulto, e in qualunque condizione di genere, sociale, economica si possa trovare,
anche a prescindere anche dal suo stato di salute mentale può produrre arte in qualche modo. Questo è un
fatto che chiaramente spalanca dei confini nuovi in occidente; si passa da un’idea d’arte in cui è artista solo il
professionista che ha studiato, ha seguito dei corsi, ha imparato a disegnare in un certo modo, ha imparato a
usare i colori e le tecniche in un certo modo; da questa idea si passa all’idea per cui potenzialmente (non tutti
sono artisti per il solo fatto che si esprimono) chiunque, qualunque individuo può esprimersi artisticamente.
Questo amplia enormemente i confini.  Dove andiamo a cercarla l’arte? Prima andavamo a cercarla tra
quelli usciti dalle scuole, adesso possiamo cercarla praticamente ovunque. Anche un bambino piccolino può
fare dei disegni, degli schizzi degli di considerazione e interessanti, così anche una persona non considerata
perfettamente sana dal punto di vista mentale può però produrre qualcosa di interessante. Questo produce
un allargamento enorme di confini delle possibilità.

DOMANDA: Lei ha detto che dall’arte di quelli che escono dalle scuole (che sono stati educati in una certa
maniera) si passa a che chiunque può fare arte (potenzialmente), però lei sta anche dicendo nel titolo di questo
corso, che l’arte adesso si è professionalizzata… quidi lei sta dicendo che l’arte si è professionalizzata DI NUOVO?

RISPOSTA: A mio parere SI, però è un mio parere

D: Perché?

R: Perché.. più che altro la domanda sarebbe “COME?” più che “perché?” , il perché lo lasciamo al buon Dio stabilire
perché la storia va in un certo modo, ma il “come” semmai è interessante ma io non faccio le lezioni quest’ anno su
questo bellissimo tema, cioè sulla riaccademizzazione dell’arte contemporanea, che sarebbe uno straordinario corso,
uno straordinario tema, anzi io sto lavorando a un libro su questo argomento, ma faccio il corso su un altro
argomento, quindi se ,lei mi chiede, mi fa una domanda così impegnativa io devo
sottrare dieci minuti a questa lezione e non posso farlo, … certo mi piacerebbe parlare di questo, mi piacerebbe
parlare di questo perché indubbiamente lei mi fa una domanda che mi consente di spiegarvi il fatto che dietro a
questa mia scelta, dietro a questo mio corso, indubbiamente c’è una mia insoddisfazione profonda, nei confronti
dell’arte contemporanea, però questo è un fatto anche abbastanza personale, non so fino a che punto vi possa
interessare o che sia giusto fare entrare nel corso questo aspetto, … certamente non posso nascondere di essermi
interessato a queste forme d’arte in maniera approfondita proprio perché avevo bisogno di trovare qualcosa che mi
soddisfacesse dal punto di vista artistico, cosa che io non riesco più a trovare nell’arte contemporanea, da un po’ di
tempo… da MOLTO tempo a questa parte, e quindi io con questo non è che io voglio contrapporre queste forme
non professionale all’arte contemporanea e dire “Il buono sta tutti qui, il cattivo sta tutto lì” perché questo sarebbe
stupido, però vito che lei mi fa questa domanda ne approfitto appunto per confermarle che per me l’interesse
verso queste forme artistiche, come del resto anche tanti anni fa per Dubuffet, nasce proprio da una profonda
insoddisfazione nei confronti di quella che io considero un processo di riaccademizzazione e di
professionalizzazione dell’arte, che era quello che gli artisti moderni avevano cercato di evitare in tutti i modi. Cioè,
vedere la rinascita di un’arte ufficiale, di un’arte di regime, in sostanza, di un regime che non è più… non è un
regime dittatoriale politico ma un regime consumistico, mass-mediale, che ha ricostituito un mainstream, una
forma d’arte ufficiale, fuori dalla quale sembra che non possa esistere nient’altro. Io non sono d’accordo su questo,
penso esistano molte altre forme d’arte interessanti al di fuori di questa PICCOLA idea dell’arte che ci viene
proposta. Comunque io non posso, mi deve scusare, io non posso andare avanti a lungo a parlare di queste cose, lei
mi comprende, il corso è su un altro argomento. Però la ringrazio della domanda perché mi ha consentito appunto
di spiegarvi questa cosa che forse è anche importante capire e conoscere, perché così si capisce anche il senso
profondo dell’approccio che il vostro insegnante ha nei confronti di un argomento.

Mi collego a questo discorso che lei mi ha gentilmente sollecitato, per dire che il secondo punto di quei tre di
cui abbiamo parlato, cioè il fatto che gli artisti moderni si rappresentavano come marginali rispetto alla
società borghese, mi consente di collegarmi al punto di prima  Perché gli artisti moderni fanno questo?
Perché si identificano col selvaggio, col primitivo, con lo zingaro, con il folle? Perché cercano di dare
un’immagina di se come esterna ala società dominante, alla società borghese? Perché evidentemente
percepiscono che la società borghese materialistica, votata al profitto e ai meccanismi di consumo è anti-
artistica, è profondamente estranea, nemica dell’attività artistica. Gli artisti moderni cercano di lavorare fuori
dalla società borghese, anche se ne fanno profondamente parte. Stiamo parlando di mitologie, di come si
presentano, non della realtà, nella realtà sono anche loro dei borghesi, sono pienamente inseriti nella società
borghese. Ma è interessante capire perché si creano questi midi del selvaggio, del primitivo, o anche del
bambino, il famoso “fanciullino”; tutte queste forme mitologiche di adesione dei grandi artisti moderni a
delle figure in grado di esprimere la massima verità, la massima sincerità dell’arte, è un modo disperato di
reagire a una società che sentono profondamente come anti artistica, insincera, materialistica. Questo è
quello che poi porta Dubuffet, ultimo grande esponente dell’arte moderna europee (di quel ciclo) a rivolgersi
a queste forme d’arte. Ma la riscoperta dell’arte marginale è, in fondo, l’ultimo capitolo di una lunga ricerca
di forme d’arte espressive, sincere, originali, autentiche, che gli artisti avevano già iniziato tempo prima
(almeno un secolo) con l’adesione all’arte primitiva ad esempio, ma è un fenomeno che inizia molto prima,
già dal ‘500, comincia già ad esempio in Montegn (?), grande scrittore francese e filosofo, sulle sue pagine sui
selvaggi, sulla natura dei primitivi. Ci sono tanti aspetti della culture 5-6-7centesca, che precedono la cultura
borghese e che già vanno in quella direzione di mitizzazione e di esaltazione dei valori primitive e selvaggi, e
la marginalizzazione, l’arte dei matti, è solo l’ultimo capitolo del processo di rivalutazione di queste forme
d’arte che in qualche modo servono come se fossero la medicina per curare questa profonda grettezza,
meschinità, grossolanità, insincerità che ci circonda (società dedita soltanto al profitto e alla ricerca dei beni
materiali, clima non adatto all’arte. Tanto che la l’arte contemporanea ha dovuto ricostituire un’arte ufficiale
adatta a questo clima. Gran parte dell’arte contemporanea attuale è espressione di questo clima).

Meravigliosi peraonaggi che non si riconoscono nel termine artista, come Ferdinand Cheval o l’abbe Fouré
('Adolphe Julien Fouéré)
Noi parleremo, se non per qualche eccezione, non di artisti che hanno avuto un’educazione canonica, ma
quelli che in inglese vengono definiti “self taught artists”, artisti autodidatti. Questo è un discrimine
importante che distingue questi artisti da quelli di cui si occupa l’arte di solito.

 Filippe azema, artista francese che raccoglie mele e le mangia

 ben wilson, autore di sculture in legno ma che vive per strada e disegna/dipinge sulle cicce sputate in terra

 Burland, straordinario pittore svizzero7 Danielle jacqui, che incrosta la sua casa con materiali di
recupero

Tra questi artisti ci sono anche malati di mente come

 Louis Soutter, che è stato uno dei grandi artisti della svizzera francese

 Marcelle storr, che lavora a a parigi come spazzino e che realizza le “città ideali” con le foglie

Un altro aspetto importante da sottolineare di questi artisti, è che spesso costruiscono dei mondi , delle città
ideali, dei giardini dell’eden, mondi che li separano dall’umanità, dal mondo reale, in cui non si ritrovano.
Aspetto che ritroviamo anche in artisti canonici.

 Marie Lorter che crea con i fili

 sava sekulik, serbo

 sonnerstern Friedrich, molto amato dai surrealisti, problemi sociali gravi e problemi con la giustizia

 august walla, uno dei grandi pittori di guging(?) centro di cura psichiatrica uno dei primi centri ad avere
l’idea di costituire un atelier artistico all’interno del “manicomio”

I veri artisti sono quelli che fanno arte per il puro piacere di farlo

DOMANDA: Al giorno d’oggi possiamo considerare quelli che fanno i graffiti come artisti outsider? R: Dipende da di chi
stiamo parlando. Al giorno d’oggi siamo circondati da falso anticonformismo. Sono iniziati in maniera autentica ma
adesso consistono in larga parte da falsa provocazione.
12/11/2020

2 aspetti che riguardano l’outsider art:

1. Il problema dello stile  in ogni manifestazione artistica “normale”, per quanto possano essere originali e
innovative, si inseriscono sempre in una “storia dell’arte”, un percorso sovratemporale, che va al di la della
dimensione dell’opera o della vita dell’autore. Hanno uno stile, che si è frutto dell’originalità del singolo
autore, ma che è sempre in rapporto con una storia e una corrente all’interno di cui l’artista si va a collocare.
Per quanto riguarda l’art brut le cose non sono propriamente; portando all’estremo la questione potremmo
dire che ogni artista “brut” costituisce una sua tradizione, un suo stile come se partisse da zero (non è
propriamente così anche se è vero che va al di sopra della propria epoca, trascende l’ambito storico artistico
in cui si va a collocare). T.S. Elliot come critico sosteneva che l’artista opera all’interno di un corpo
preesistente e ne cambia una piccola parte, facendo ciò modifica anche la percezione la recezione di quello
che la precede. L’artista “normale” si forma sugli esempi degli altri artisti.
2. il problema del riuso dei materiali  la prevalenza (ci sono eccezioni) del RIUSO in queste forme d’arte, la
tendenza a riutilizzare degli oggetti e delle forme, prese anche dalla natura (conchiglie) o anche scarti
industriali (piastrelle e metallo), materiali di scarto, materiali che specialmente dal secondo dopoguerra sono
molto legati ai rifiuti e alla spazzatura, un po’ meno nel passato che era più legato a materiali, rifiuti della
natura, quei materiali non presi in considerazione (le conchiglie in fondo è un materiale di scarto degli animali
marini che non usano più)

Problematica che riguarda la possibilità di trovare queste


forme artistiche nel passato.

 in foto Andrè Breton, fondatore del surrealismo ed


esponente delle ultime avanguardie francesi, al Palais Ideal
di Cheval. Foto emblematica del nesso che c’è fra le
avanguardie e questo tipo di arte; sono state le
avanguardie, specialmente la figura di Jean Dubuffet, a
riscoprire queste forme d’arte e a farle entrare in qualche
modo nel panorama artistico occidentale. Questa scoperta
inizia nei primi anni del 900 e vede il suo compimento
effettivo ne 1948 con Dubuffet.

Queste forme d’arte spontanee e naif, ci sono sempre


state? (analogia con il fotone che lo vedi solo quando lo
cerchi) Sono quelle forme d’arte che “non esistono”
(nascono e spariscono prima che ce se ne accorga) finché
non si cercano. Siamo conviti che c’è sempre stata e che
sia andata trascurata e distrutta ed è possibile trovare dei
riflessi di questa forma d’arte anche in epoche nel quali non
si è conservato nulla. Analogicamente agli astronomi che
percepiscono alcuni corpi celesti tramite l’influenza che
esercitano esercitano su quelli che li circondano, si
potrebbe cercare la presenza di un’arte brut nei riflessi che
essa lascia all’interno di altre opere, in epoche più antiche.

 questa parte del palazzo di Cheval ricorda molto le grotte stalagmitiche, una grotta in cui la natura sembra abbia
operato in forme artistiche.
PARCO BOMARZO, possedimenti della famiglia Orsini, fuori
Roma. Oggi è un’attrazione turistica. È un percorso iniziatico
creato in un giardino; 1547, progettazione di Pirro Ligorio.
Sculture realizzate da Moschino (in uno stile volutamente rozzo,
come se si volesse imitare una forma artistica più popolare).

 interesse di Bretòn per il giardino di Bomarzo,


interesse comune con un altro artista surrealista,
Salvador Dalì.

 nesso con il palazzo di Cheval, ricorso a delle


forme che stanno al di fuori di uno stile .

Un’ipotesi plausibile è che già nel passato, già nel


‘400 ci fossero forme d’arte popolari spontanee
che utilizzassero conchiglie e che si ispirassero alle
grotte stalagmitiche e che in qualche modo gli
artisti 500enteschi avessero immaginato delle
grotte di tipo popolare. Questo stile viene
chiamato “stile rustico”, questo fa pensare che ci
fosse già allora, in certe espressioni di arte
popolare, altre costruzioni simili a quelle di Cheval. Testimonianza che abbiamo nelle finte grotte manieristiche.

Esempi di “stile rustico”:

 Lainate

Bobobli 
 Gigante di Pratolino

Villa di Castello, una delle ville medicee in Toscana 

La tecnica è costituita da decorazioni molto eleganti ma


realizzate in conchiglie e ciottoli di fiume, materiali di
recupero, come spesso accade nell’arte popolare.

Dubuffet (come gli artisti colti del ‘500 che utilizzavano le


conchiglie) utilizza elementi naturali, rielaborati, all’interno dei suoi quadri, come è accaduto con le ali delle farfalle.

 pietra rinvenuta da Cheval sul litorale francese ed è una pietra che è stata
modellata dall’acqua su uno scoglio da cui poi si è staccata. Cheval inciampa
nella pietra e vedendola si entusiasma per queste forme naturali e decide di
creare il suo palazzo, dove dopo la incastona. Questa pietra in questo caso si
più paragonare alla conchiglia, alle ali di farfalla, ai ciottoli del fiume; sono cioè
forme naturali in cui si può immaginare un intervento artistico della natura;
sono delle suggestione che la natura può darci e che possono in qualche modo
essere riutilizzate in opere d’arte.

Esiste tutta una tradizione che riguarda il tema delle forme artistiche in natura,
aspetti a cui l’artista ha sempre guardato con attenzione. Ad esempio Leonardo
da Vinci, che in una sezione del suo trattato della pittura intitolata “Modo
d’aumentare e destare l’ingegno a varie invenzioni” dice che è possibile trovare
delle suggestioni creative se guardiamo per esempio il modo in cui un muro si macchia di umido, muffe o altro, o al modo
in cui nelle pietre troviamo venature o
disegni di altro colore, la pareidolia (in
tale modo la natura va a sostituirsi a
quello prodotto, influenzato dalla cultura
artistica). Già anticamente si guardava a
degli esempi di arte naturali, create dalla
natura.

Mantegna inserisce immagini nelle


nuvole seguendo le logiche della
pareidoli 
[LEZIONE MANCANTE 18/11/2020]

19/11/2020

Sono delle manifestazioni artistiche non frutto di artisti non-professionali, sono frutto di artisti ultra-professionali,
raffinati, (non sono brut o outsider) ma sono la testimonianza di un interesse nei confronti di alcuni organismi primordiali
dell’espressione artistica che hanno affascinato gli artisti sin dal ‘400. Vedremo poi quando parleremo di artisti dell’800
come questo interesse continui a crescere fino ad arrivare a tal punto che con l’avvento dei surrealisti prima e di Dubuffet
dopo, sfocia nell’organizzazione di mostre e di collezioni al riguardo (si forma addirittura un mercato e al giorno d’oggi ci
sono mercati internazionali). Questo è il risultato dell’interesse appassionato dell’uomo, dell’artista, nei confronti del
primordiale.

 Arcimboldo,” Il Cantiniere”

Arcimboldo è uno di quegli artisti che nel ‘500 utilizza un meccanismo


proceditivo che è uno dei meccanismi più tipici dell’arte outsider. (è da
sottolineare che l’Arcimboldo è un poeta molto raffinato con una
formazione professionale e che lavora nelle corti più importanti, è perciò
lontano dalla figura dell’artista brut) Arcimboldo nei suoi quadri, nei
suoi ritratti “costruisce” la figura con oggetti non di matrice artistica ma
legati alla vita, all’identità del soggetto da lui dipinto, in una maniera che
ricorda molto alcuni artisti outsider afroamericani del sue degli Stati
Uniti, costruendo le immagini con oggetti, solo che in questo stato si
tratta di oggetto della vita quotidiana e negli artisti brut materiale di
scarto provenienti da discariche o dai rifiuti industriali, per esempio.

“Flora 1” (a sinistra) e ”Flora 2” (a destra), in basso “L’estate” (a


sinistra), ”L’acqua” (centrale) e “La Primavera” (a destra) con
relativa scansione degli elementi compositivi (pagina successiva).
 sono state trovate più di 80 piante e fiori, ricerca e
realizzazione molto raffinata, cosa che possiamo dedurre anche
dai numerosi studi anche su animale che abbiamo suoi.

Il linguaggio di Arcimboldo viene più volte ripreso per arte (anche con
grandi risultati come Alberto Savinio, legato ai surrealisti), caricature e
pubblicità.

Artisti contemporanei che riprendono questo linguaggio, anche nel


panorama africano e indiano, molti di questi artisti si avvicinano di più
a quelli brut in quanto utilizzano materiali di scarto. Rimangono artisti
raffinati e consapevoli che utilizzano questo linguaggio.

 Gonçalo Mabunda

Gupta 
 MAISONNEUVE PASCAL-DÈSIR (1863-1934), artista
brut tipico.

viene scoperto da andrè breton che lo segnala a Dubuffet

[Non dobbiamo pensare come nel caso dell’arte normale


ad un “percorso artistico”, nonostante ci siano quelli che
lo fanno. La maggior parte di questi artisti iniziano a
lavorare molto tardi, fanno sempre la stessa cosa e spesso
lavorano per 2 o 3 anni. Molti di questi artisti si scoprono
tali in pensione o dopo uno shock. Questi artisti si
esprimono per profonda necessità, perché traggono
piacere da questo, non lo fanno per professione, il loro
lavoro allora potrebbe essere visto come più “vero”]

 MEANI ANGELO (1906- 1977)

 ricorda molto gli artisti afroamericani,


nonostante loro lo facciano “meglio”.

Quello che c’è dietro a queste creazioni è una grande gioia ,un grande piacere nel fare, nel
costruire. Molti autori brut mantengono un approccio che è quello del bambino.
 Anche Picasso ha fatto tra gli anni ’30 e ‘50 delle sculture con dei
materiali di recupero, affascinato da questo tipo di creazione.

 esempi di art brut in epoca


pre-moderna, i cosiddetti
“GRILLI” nell’arte medievale
(si chiamano grilli perché
Plinio parla di un certo Antifilo
che faceva queste figure
grottesche, personaggi che si
chiamavano grylloy. Per
convenzione viene usata
questa parola per descrivere
delle figure bizzarre).

 presenti anche nella pittura si Bosch ma


soprattutto presenti in artisti brut.

 Barbus-Muller: una serie di sculture misteriose ritrovate in un campo senza sapere chi
fosse l’autore. Sono state acquistate da un certo Muller di cui ne fa una collezione. Poi le
scopre Dubuffet che le battezza in questo modo e a loro è dedicata la sua prima
pubblicazione. Secondo un articolo si è scoperto il fantomatico autore di queste sculture non
si sa quanto sia attendibile) che sarebbe un certo ANTOINE RABANY (1844-1919), uno
scultore autodidatta. (sarebbe allora coetaneo di Cheval e del doganiere Rousseau)

 somiglianza con KARL GENZEL (1871-1925), un artista schizofrenico che ha operato


all’interno di una casa di cura. Un caso simile a quello di August Natterer (visto nella
lezione precedente). Fa parte di quel gruppo di artisti con problemi mentali scoperti
da PRINZHORN e pubblicati nel suo libro “L’arte dei folli”(ma ne parla come Karl
Brendel per protegger il riserbo degli artisti). Sono di fatto dei “grilli” ma partoriti dalla
sua mente in maniera del tutto indipendente dalla
tradizione iconografica. Capacità di attingere a dei serbatoi
di carattere primario iconografico comune negli artisti
psicopatologici.

Potrebbero piacerti anche