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Claude Monet

(Parigi, 14 novembre 1840 – Giverny, 5 dicembre 1926)


La Grenouillere
Il pittore che, forse più di tutti, rappresenta ai nostri occhi l’impressionismo,
è Claude Monet (1840-1926).
Già nel La Grenouillere, il quadro che può essere considerato uno dei primi
veramente impressionisti, si precisa la novità dalla concezione di Monet.
Qui la natura, invece che rappresentata come qualcosa di distaccato da noi,
“vive” in tutta la sua mobilità e continuità e noi “viviamo” in mezzo ad essa.
Protagonista del quadro è l’acqua che, a causa del punto di vista leggermente
rialzato, domina buona parte della superficie; anzi, poiché barche e pontili
sono parzialmente tagliati fuori, sentiamo anche la prosecuzione laterale di
essa oltre i limiti della cornice.
L’importanza dell’acqua
Non è un caso che l’acqua sia l’elemento fondamentale nella pittura
impressionista. Essa è di costituzione mobile e riflettente; tutto ciò che
la sovrasta e la circonda (cielo, alberi, uomini, barche, pontili) vi si
specchia con i suoi diversi colori, che si influenzano reciprocamente. Ci
sono variazioni continue, un movimento inarrestabile della superficie.
Le percezioni visive, fatte di colori, sono infine e sempre nuove, quando
elemento centrale della visione è l‘acqua; in qualche modo,
inconsapevolmente, si riprende in questi quadri il tema che abbiano
ritrovato nell’arte veneziana. Non per nulla Monet, recatosi a Venezia,
ormai vecchio e celebre, restò colpito ed entusiasta dalla “inimitabilità”
luce della città. “Venezia è l’impressionismo in pietra”.
La relatività delle cose e la pennellata
Ma, per Monet, l’acqua non è soltanto uno specchio moltiplicatore di colori
in movimento. Esprime piuttosto il senso della relatività di tutti i nostri
rapporti con ciò che ci circonda, non soltanto perché i riflessi variano
continuamente, ma, ancora più, perché essa, pur presente e tangibile
fisicamente, pur apparentemente sempre uguale, non è mai la stessa.
Con la Grenouillere la mobilità dell’acqua e dei riflessi è resa evitando la
fusione dei colori che sono invece distribuiti a macchie accostate a forma di
piccole strisce orizzontali.
Il tema, come è comune tra gli impressionisti, non ha niente di importante, o
meglio, di eroico; è un luogo qualsiasi, come spesso vediamo nelle pitture di
Monet.
Monet, Le Grenouillere, 1869, olio su tela, New York
“La regata da Argenteuil”
Il mare o il fiume sono fra i soggetti preferiti da Monet, soprattutto,
quando in parte per la ricerca di motivi nuovi, in parte per sfuggire ai
creditori, si ritira a vivere in vari paesi, fra i quali particolarmente
importante è Argenteuil, una località sulla Senna a nord-ovest di Parigi.
Fra le opere dipinte da Monet in questo luogo, una delle più note e “La
regata ad Argenteuil”. Qui l’acqua del fiume riflette l’azzurro del cielo, il
rosso delle case, il verde della riva, il bianco delle vele.
L’accostamento dei colori primari e complementari (a tocchi e strisce
come ne La Grenouillere) determina una luminosità intensa e festosa,
cosicché tutto è luce, tutto è colore.
Monet, Regata ad Argenteuil, 1872, olio su tela, Parigi
Impressioni
Altre volte l’elemento fondamentale per la scomposizione della luce è
la nebbia. L’atmosfera nebbiosa attenua i contorni delle cose, toglie
loro esattezza obiettiva: da ciò che i nostri occhi vedono ricaviamo
impressioni, non certezze.
I titoli del quadro : «Impressione. Il levar del sole»
Come si è detto, venne esposto alla celebre mostra del 1874 e fu fra le
cause che ispirarono le ironiche critiche di Leroy. I titoli sono
volutamente generici: non abbiamo la descrizione di un luogo
riconoscibile. Si esprime il mondo interiore di Monet, la sua reazione
emotiva di fronte alle percezioni che gli provengono dall’esterno in
un’ora qualsiasi di un giorno qualsiasi.
Monet, Impressione. Il levar del sole, 1872, Parigi
Rue Montorgueil imbandierata
Rue Montorgueil imbandierata è fra le opere che maggiormente rendono
l’impressione fugace del moto continuo e inarrestabile di tutto ciò che
circonda con l’impossibilità di individuare l’aspetto dei singoli componimenti
di una folla brulicante e festosa e delle tante bandiere sventolanti,
l’impressione della molteplicità dei colori e, al tempo stesso, la
comprensione in sintesi degli eventi che si verificano davanti ai nostri occhi.
Monet rappresenta la via in un giorno di festa, forse il 14 luglio (ricorrenza
della presa della Bastiglia) o il 30 giugno 1878, giorno di gioia per il successo
dell’Esposizione Universale di quell’anno.
Nella “Memoria” di Monet (1920) è scritto: “Mi piacevano moltissimo le
bandiere. Alla prima festa nazionale, il 30 giugno, camminavo per rue
Montorgueil con cavalletto e colori. La via era pavesata di bandiere, ma
formicolava di gente. Scoprii un balcone, salii le scale e chiesi il permesso di
dipingere. Mi dissero di sì”.
Monet, Rue Montorgueil
imbandierata, 1878, Rouen
La «ripetitività» dei soggetti in Monet
Dopo il 1881 Monet si reca ogni anno sulla costa settentrionale (Le Havre)
dipingendo più volte gli stessi soggetti, anche uno di seguito all’altro, perché ogni
tema ha infinti aspetti a seconda dell’ora, delle condizioni climatiche, dello stato
d’animo dell’autore, le cui reazioni interiori sono sempre nuove.
Si spiegano così le serie, cui Monet si dedica, dopo il 1890, quando il gruppo
impressionista ormai si è sciolto, portando alle estreme conseguenze i suoi principi,
in un’elaborazione personale che lo accompagnerà fino alla morte: i pioppi, i covoni
di grano, il Tamigi, Venezia e, soprattutto, la Cattedrale di Rouen e le Ninfee
“Ho seguito più di una volta Claude Monet alla ricerca di impressioni. Non era più
un pittore, in verità, ma un cacciatore. Camminava seguito da bambini che gli
portavano le tele, cinque o sei, raffiguranti lo stesso soggetto a diverse ore del
giorno e con effetti diversi; tele che via via riprendeva e accantonava a seconda dei
mutamenti del cielo. Davanti al soggetto, il pittore faceva la posta al sole e alle
ombre, catturando con poche pennellate il raggio di luce o la nuvola di passaggio”
(G. De Maupassant)
La Cattedrale di Rouen
La Cattedrale di Rouen è stata dipinta da Monet in cinquanta quadri, molti dei quali
hanno per oggetto la sola facciata, vista da una posizione unica (una finestra che
dava sulla piazza), eppur sempre diversa perché diversa è l’ora del giorno e quindi
l’illuminazione e perché – è opportuno insistere su questo punto – è
continuamente diverso il nostro modo di essere e quindi il nostro rapporto con la
realtà.
La Cattedrale di Rouen è uno dei più importanti monumenti gotici francesi. Proprio
la celebrità del monumento, oggetto di visite turistiche, riprodotto in migliaia di
fotografie, dà a Monet l’occasione (come Venezia, del resto) di superare la banalità
della cartolina illustrata che inquadra in maniera equilibrata la facciata. La facciata è
vista obliquamente e solo in parte; le torri, i lati sfuggono alla nostra attenzione;
non ce ne è mostrata né l’altezza né la larghezza; possiamo liberamente integrarla
ciascuno secondo la propria sensibilità, così che da semplici spettatori ci
trasformiamo in attori. L’opera non è statica ma dinamica.
Monet, Cattedrale di Rouen: Effetto mattina, 1894, olio su Monet, Cattedrale di Rouen: in pieno sole, 1894,
tela, Parigi olio su tela, Washington
Monet, Londra: il Parlamento, 1904, Parigi Monet, Venezia: Palazzo Ducale,
Parigi
Le Ninfee
Ancor più audace è la serie delle Ninfee, alla quale Monet si è dedicato
ostinatamente per lunghi anni, ispirandosi unicamente ai fiori del
laghetto del suo giardino; alcune di queste tele si trovano oggi raccolte
a Parigi in due sale ovali, così che lo spettatore ne è interamente
circondato, si ritrova in totale comunanza con la natura.
Dirà Monet “un panorama fatto d’acqua e ninfee, di luce e di cielo; in
quell’infinità acqua e cielo non avevano né inizio né fine”.
A causa della forma ovaleggiante e della grandezza dell’opera, nessuna
fotografia può rendere l’idea del coinvolgimento totale.
Monet, Lo stagno delle
ninfee, 1899, Parigi
Possibili domande
La Grenouillere (il concetto di natura, l’importanza dell’acqua, lo
“spazio” all’interno del quadro, rapporto con Venezia, distribuzione dei
colori, tema non eroico), La regata da Argenteuil (descrizione del
quadro con l’importanza di luce e colore), Impressioni (il fenomeno
della nebbia, concetto di “impressione”), Rue Montorgueil
imbandierata (sintesi degli eventi e importanza del movimento,
giornata rappresentata), il perché della ripetitività dei soggetti, La
Cattedrale di Rouen (diversità in base all’ora, non banalità della
rappresentazione), Le Ninfee (rapporto con la natura, forma
ovaleggiante)

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