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Se William Shakespeare tree"® Romeo e Giulietta » Tragedia SNe cr Shakespeare prese spunto, in alcune sue opere, da temi e situazioni tipici della eee Aer novelistca italiana del Cinquecento. Le fonti di questa storia d'amore tra due giovani appartenenti a famiglie ostil si possono riconoscere, in particolae, in una fortunata novella di Matteo Bandello (pubblicata nel 1554) e in successive tredu- zion e rifacimenti di autor francesie ingles. Come in altri drammi di Shakespeare, in Romeo e Giulitta il prologo @ assegnato al Coro, che si rivolge direttamente agli spettatori introducendo la storia che si va @ . rappresentare: la scena @ a Verona, dove due nobili famiglie, i Capuleti e i Montec: chi, sono in ferace contrasto; a queste appartengono due giovani che vivranna una storia d'amore tormentata e infelice: la loro morte prematura porra fine alla rabbiosa inimicizia trai loro parenti. La parte del Coro si conclude con un invito agli spetta- tori a voler seguire benevolmente quanto si svolgeré per due ore sulla scena. Nel se- 3 ‘condo atto, il Coro anticipa cid che sta per accadere: | due ragazzi, presi dallincanto reciproco dei loro sguardi, ron possono che sospirare da lontano; ma la passione che provano I'uno per Valtra dara loro il modo e il tempo di awicinarsi e di stemperare le loro pene nell'estrema dolcezza dell'amore. Cosi accade, inftti, nella scena qui riportata, che si svolge nel giardino dei Capuleti dopo una grande festa nel palazzo, Romeo, gid innamorato di Giuletta, si allontana dal gruppo degli amici per entrare di nascosto nel giardino della casa nobiliare con la speranza trepidante di rivedere 'amata. Le sue emozioni sono espresse dalle appassio- nate parole che rivolge a se stesso nel momento in cul vede Giulietta affacciars al bat cone, ignara della sua presenza; e quando la sente sospirare pronunciando il suo nome, suupera ogni esitazione ¢ le risponde. 4 Ato II. SCENA II, Giardino dei Capuleti. Entra ROMEO. RoMEO. Ride delle cicatrici, chi non ha mai provato una ferita’. [Giultetta appare aad una finestra in alto] Ma, piano! Quale luce spunta lassit da quella finestra? Quella finestra # l'oriente e Giulietta @ il sole!” Sorgi, o bell’astro, e spengi la invidiosa luna, che gia langue pallida di dolore, perché tu, sua ancella, sei molto pitt vaga di lef?. Non esser pitt sua ancella, giacché essa ha invidia di te. La sua assisa di vestale* non & che pallida e verde e non la indossano che | matti®; gettala. £ la mia signora; oh! é 'amor mio! oh! se lo sapesse che @ 'a~ mor mio! — Ella parla, e pure non profferisce accento: come avviene questo? EP occhio suo che parla; ed io risponderd a lui. Ma é troppo ardire il mio; essa 1 clcatric.ferita: la metafora significa che gliapparespendente come sole 4.assisa dl vestaleabito da sacerdvesa chinonhamaisoffetolepene d'amore rita) 3. suaaneella.vaga ile: espessionesighi- 5, matt: rina alla cedenza che matt ‘eid coro che nemostano | en (ceatrc), _fcuhe Guetta essendo seg dinate, ¢_fosseronluenzat dale mevol fai una 2 Quella-sole!: Romeo chiama oie I bale” anella della luna, che pala dolore prché eciGuletaperché punto in cuilaragaza la raguza# molto pi bela owa) di alt. UNITA £1 « LA TRAGEDIA non parla con me: due fra le pitt belle stelle di tutto il cielo, avendo da fare altrove, supplicano gli occhi suoi di voler brillare nella loro sfera, finché esse abbian fatto ritorno. E se gli occhi suoi, in questo momento, fossero lassil, € le stelle fossero nella fronte di Giulietta? Lo splendore del suo viso farebbe impallidire di vergogna quelle due stelle, come la luce del giorno fa impal- lidire la fiamma di un lume; e gli occhi suot in cielo irradierebbero Vetere di un tale splendore, che gli uccelli comincerebbero a cantare, credendo finita a notte’, - Guarda come appoggia la guancia su quella mano! Oht foss'io un guanto sopra la sua mano, per poter toccare quella guancia! ULIETTA. Ohime! om0. Essa parla.— Oh parla ancora, angelo sfolgorante! poiché tu sei cosi lumi- nosaa questa notte, mentre set lassit sopra il mio capo come potrebbe esserlo un alato messaggero del cielo” agli occhi stupiti dei mortali, che nellalzarsi non mostra che il bianco, mentre egli varca le pigre nubi e veleggia nel grem- bo dellaria’. Giuuterra, 0 Romeo, Romeo! Perché sei tu Romeo? Rinnega tuo padre®;e rifiuta il tuo nome: o, se non vuoi, legati solo in giuramento all'amor mio, ed io non sard pitt una Capuleti zoméo [fra sé}, Stard ancora ad ascoltare, 0 rispondo a questo che ha detto? GIULIETTA. Il tuo nome soltanto & mio nemico: tu sei sempre tu stesso, an- che senza essere un Montecchi. Che significa «Montecchi»? Nulla: non una ‘mano, nor un piede, non un braccio, non la faccia, né un’altra parte qualun- que del corpo di un uomo. Oh, mettiti un altro nome! ~ Che cosa ¢’é in un nome? Quella che noi chiamiamo rosa, anche chiamata con un’altra parola avrebbe lo stesso odore soave; cosi Romeo, se non si chiamasse pitt Romeo, conserverebbe quella preziosa perfezione, che egli possiede anche senza quel nome. — Romeo, rinunzia al tuo nome, e per esso, che non é parte dite, pren- diti tutta me stessa, Romeo, Io ti pigtio in parola: chiamami soltanto amore, ed io sard ribattezzato; da ora innanzi non sard pitt Romeo. GIVLIETTA. Chi sei tu che, cosi protetto dalla notte, inciampi in questo modo nel mio segreto? RoMEO. Con un nome io non so come dirti chi sono. II mio nome, cara santa, & odioso a me stesso, poiché & nemico a te: se fo lo avessi qui scritto, lo strac- cerei. GiuLierra. Lorecchio mio non ha ancora bevuto cento parole di quella voce, ed io gia ne riconosco il suono. ~ Non sei tu Romeo, e un Montecchi? ROMEO. Né uno né Paltro, bella fanciulla, se Puno e Faltro a te displace. GruLIETTA. Come set potuto venir qui, dimmi, e perché? I muri del giardino sono alti, e difficiia scalare, e per te, considerando chi sei, questo é un luogo di morte” se qualcuno dei miei parent ti trova qui. Romeo. Con le leggere ali d'amore ho superati questi muri, poiché non cl sono 6. Ese li ocehi.nate: Rome cstruise “alto messager del leo: un angelo 9, Rinnega to pad: disconosd lata tinparalelismo traglioechi dellamataedue celeste fanigia. Selle; queste uti isultrebber scalbe sul 81 bianeo~delaria: mentre sal sempre 10-questo mort: asa di Caple pub vrentenirmso de, mene quel farebbero pi inalto, de'angelosvedesoloil biancre essere, per Romeo Montecci, un uogo dove Tuminoso trovarelamorte risplendere tutto cielo a el > John Stride mec) ¢ Judy d ,ench (Giulia) in P 720 Giulia, a ja i Franco 3 fel, O18 Vie oy Theatre di Londra, a 1960, art q Gun o + r Row Gui c % Row Gui t limiti di pietra che possano vietare il passo ad amore: e cid che amore pud t fare, amore osa tentarlo; percid i tuoi parenti per me non sono un ostacolo. » € GruLIETTA. Se ti vedone, ti uccideranno. Y Romeo. Ahimé! ’é pitt pericolo negli occhi tuoi, che in venti delle loro spade: U basta che tu mi guardi dolcemente, e sard a tutta prova contro la loro inimi 1 cizia, G1uLteTTA. fo non vorrei per tutto il mondo che ti vedessero qui. Romeo. Ho il manto della notte per nascondermi agli occhi loro; ma a meno che * Gu tu non mi ami, lascia che mi trovino qui: meglio la mia vita terminata per Podio loro, che la mia morte ritardata senza che io abbia l'amor tuo. ‘ GIULIETTA. Chi ha guidato { tuoi passi a scoprire questo luogo? ‘ RoMEO. Amore, il quale mi ha spinto a cercarlo: egli mi ha prestato il suo const ‘ glio, ed io gli ho prestato gli occhi. 1o non sono un pilota: ma se tu fossi lon- tana da me, quanto la deserta splaggia che ® bagnata dal plit lontano mare, per una merce preziosa come te mi avventurerei sopra una nave. GIULIETTA. Tu sai che la maschera della notte mi cela il volto; altrimenti un ros- Gu sore verginale colorirebbe la mia guancia, per cid che mi hai sentito dire sta 1 notte. Io vorrei ben volentieri serbare le convenienze; volentieri vorrei poter ! rinnegare quello che ho detto: ma ormai addio cerimonie! Mi ami tu? So gia ‘ che dirai «si», ed io ti prenderd in parola; ma se tu gfuri, tu puoi ingannar- 1 mi: agli spergiuri degli amanti dicono che Giove sorrida"'. 0 gentile Romeo, Ror se mi ami dichiaralo lealmente; se poi credi che io mi sia lasciata vincere troppo presto, aggrotterd le ciglia ¢ fard la cattiva, e dird di no, cosi tu potrai ‘ supplicarmi; ma altrimenti non saprd dirti di no per tutto il mondo. E vero, Gru bel Montecchi, io son troppo innamorata e percid la mia condotta potrebbe ao sembrarti leggera. Ma credimi, genttil cavaliere, alla prova io sar®d pid sincera 1, Glove sorida:|gurarment di innarmoratt fanno sorederel divi, perch son ingarnevel UNITA EI » LA TRAGEDIA =e di quelle che sanno meglio di me 'arte della modestia. Tuttavia sarei stata pitt riservata, lo devo riconoscere, se tu, prima che io me n’accorgessi, non avessi sorpreso lardente confessione del mio amore: perdonami dunque, € non imputare la mia facile resa a leggerezza di questo amore, che loscurita della notte ti ha svelato cosi. Romeo, Fanciulla, per quella benedetta luna laggid che inargenta le cime di tutti questi alberi, io giuro... Giouierra, Oh, non giurare per la luna, la incostante luna che ogni mese cam bia nella sua sfera, per timore che anche 'amor tuo riesca incostante a quel modo. Romeo. Per che cosa devo giurare? GIULIETTA. Non giurare affatto; o se vuoi giurare, giura per la tua cara persona, che é il dio idolatrato dal mio cuore, ed io ti crederd. ROMEO. Se il sacro amore del mio cuore. GIULIETTA. Via, non giurare. Benché io riponga in te la mia gioia, nessuna gio- ia provo di questo contratto d'amore concluso stanotte: & troppo precipitato, troppo imprevisto, troppo improvviso, troppo somigliante al lampo che é fint- to prima che uno abbia il tempo di dire «lampeggia». Amor mio, buona notte! Questo hoccio d'amore, aprendos! sotto il soffio dell'estate, quando questaltra volta ci rivedremo, forse sara uno splendido fiore. Buona notte, buona notte! ‘Una dolee pace e una dolce felicita scendano nel cuor tuo, come quelle che sono nel mio petto! L-] RoMEO. Cosi anima mia sia salva... GIULIETTA. Mille volte buona notte! [siritira dalla finestra. ROMEO, Mille volte cattiva notte, invece, poiché mi manca la tua luce. Amore corre verso amore, con la gioia con cui gli scolari lasciano i loro libri, ma al contrario amore lascia amore con quella mestizia nel volto, con la quale gli scolari vanno alla scuola, {Stritira tentamente. Riappare GuuiETTA alla finestra. GIULIETTA. Pst! Romeo, pst! — Oh avesst io la voce di un falconiere, per richiama re a me questo gentile terzuolo”! La voce della schiaviti @ fioca, e non pud farsi sentire: altrimenti saprei squarciare la caverna dove si cela 'eco, e far diventare 'aerea sua voce pitt fioca della mia, a forza di ripetere il nome del mio Romeo. Romeo [tornando indietro]. # Panima mia che pronuncia il mio nome; che dolce tinnire d’argento" ha nella notte la voce degli amanti! E come una musica doleissima, per un orecehio che ascolta avidamente. GiuLterra. Romeo! Romeo. Cera! 12, termolrialehetto maschio,usatocome 18 che dole tinnire arento: he doe su0 richamo nla cada, per attest defn da no, chiaroe stile come quello di una moneta Gulia gentile Segue iprboe paradessle ——d'angento Tega a terme ace eco TEATRO: | GENER! Leonardo Di Caprio (Romeo) Claire Danes (Giulietta) in Witiam Shakespeare's Romeo + Juliet, regia di Baz Luhemann, 1996. Giuierta. A che ora, domani, devo mandare da te? Romo. Alle nove. Giunierra. Non mancher®; ci sono venti anni di qui allora perché ti ho richiamato. Romeo. Lasciami restar qui finché te ne ricordi. = GIULIETTA. Alora io non me ne ricorderd apposta, affinché tu resti qui ancora, rammentandomi solamente quanto mi é cara la tua compagnia. RoMEO, Ed {o resterd qui, perché tu non te ne ricordi, dimenticando ogni altra mia abitazione fuori di questa. Gruuierta. E quasi giorno; io vorrei che tu fossi gia partito, ma senza allonta- = narti piti dell’augellino, che una monella lascia saltellare per un poco fuori della sua mano, povero prigioniero awinto nelle sue ritorte catene”, e tosto per mezzo di un filo di seta lo riconduce a sé con una stratta"®, amante trop- po gelosa della sua liberta. Romeo. Io vorrei essere il tuo augellino. Gruuierra. Anch‘io vorrei che tu lo fossi, o caro: ma avrei paura di ucciderti per il troppo bene. Buona notte, buona notte! L’addio che ci separa ¢ un dolore cosi dolce, che tidirei «buona notte» fino a domattina. {siritira Romeo. 11 sonno scenda sugli occhi tuoi, la pace nel tuo petto! Oh fossi io il son no e la pace per riposare cosi doleemente! — Ed ora ander® alla cella del mio = padre spirituale ad implorare il suo aiuto e a raccontargli la mia buona ven- tura, Non mi ricordo pitt [Esce. (W. Shakespeare, Homeo eGiueta,n Tate fe opere, tad dC, Chiara cura dM Pra, Sanson, Fence, 1968) ‘sono vent anni di quallora:perTin- che a separeranno dl sucesso incontrcon 15, rtortecatene:catene ators samorato,i tempo chlo separa dal vedere Romeo ale nove del mattina dopo, sembrano strata strattone veto ore eteme:a Giulettalepocheore ven ann William Shakespeare @ uno dei pit impor- tanti poeti e dramma- turghi inglesi. Non vi sono motte informazio- ni sulla sua vita: nasce a Stratford-upon-Avon nei 1564 in una famiglia di commercianti; segue una regola- re istruzione rel paese natale; nel 1582 sposa Anne Hathaway, dalla quale ha tre figli. Verso i! 1586 si trasferisce a Londra, probabilmente seguendo una zompegnia teatrale gode della protezione del conte di Southampton, Nella capitale ingle se pubblica i poemetti erotici Vene- re @ Adone (1592-1593) e Lucre- 2ia violate (1593-1594), compone la maggior parte dei 154 Sonetti (1609) e diviene ben presto famoso come autore e attore. La sua intensa produzione teatrale ‘occupa un periado che va dal 1588 al 1613 e comprende complessiva ‘mente 37 opere suddivise in drammi di argomento starico, tra i qualiricor- diamo Riccardo 111(1591) ed Enrico IV (1596-1597); tregedie, tra cui Romeo e Giulietta(1595), Giulio Ce- sare (1599), Amleto (1600-1601), Otello( 1601-1502), Re Lear(1605- 11606) e Macbeth (1606); € paralle- lamente numerose commedie: tra queste, La bisbetica domata (1590- 1591), Sogno di una notte di mezza estate (1595-1596), !! mercante di Venezia (1596-1598), Molto rumo- re per nulla (1598-1599). Intorno al 1610 siallontana da Londra, dal 1613 smette di scrivere e ritorna nel lacitt& natale, dove muore nel 1616, Una nuova concezione teatrale La produzione dl Shakespeare ri- ‘specchia Il passaggio dall'antico al ‘nuovo: svincolata dalla rigidita dei ‘modelliclassici, non rispetta I'unita di azione, di tempo e di luogo, @ ac- ‘costa alla trama centrale un intrec- cio secondario. L'autore dd voce ai dubbi e alle ambiguitd di carattere e di comportamento dei protagonist, ‘come nel famaso monologo del prin- cipe Amleto: «Essere, o non essere, e questo che mi chiedo» Latrama di Romeo e Giulietta Romeo Montecchi e Giulietta Ca- puleti, giovanissimi componenti di due rbili famiglie rivali della Ve~ rona medioevale, si innamorano © ‘segretamente si sposano con I'aluto di una nutrice e di frate Lorenzo. Ma prima che il frate riesca a rendere pubblica la notizia del legame, Te- baldo, cugino di Giulietta, uccide in duello Mercuzio, amico ci Romeo; questi, sebbene desideri pace tra le ‘due famigli, sfida e uccide Tebaldo. Romeo allora & bandito da Verona e si rifugia a Mantova, mentre il padre di Giulietta cerca di convincere la ragazza a sposare il nobile Paride. Frate Lorenzo persuade Giulietta ad accettare le nozze, promettendole pper quel glorno un potente narcotico cche la fara apparire morta per qua- rantotto ore: allora Romeo la liberer’ potra portarla con sé a Mantova, UNITA E1 « LA TRAGEDIA Ma agli eventi precipitano: il frate ron riesce ad awertire Romeo dello stratagemma; il giovane, appresa la notizia della morte dell'amete, paz- zo di dolore, raggiunge la tomba di Giulietta, la’crede realmente morta e si awelena dinanzi a lei. Quando Giulietta si ridesta, vede il suo sposo cadavere e si pugnala. Il sacrificio dei due giovani riconciliera le due famiglierivali. La tragedia dell'amore impossibile. La storia del’'amore contrastato di Romeo e Giulietta é uno dei pil ce lebri capolavori di Shakespeare: la coppia rappresenta l'eterna tragedia dell'unione impossible che, nel suo valore universal, eserciterail suo fa- scino di amore e morte su verie gene- razioni di spettatorie lettor. | prota- gonisti sono rappresentati n chiave psicologica, per comunicare come la forza dei sentimenti possa conferire Un senso determinante all'esistenza: il giovane Romeo affida il suo destino alla pace eall’armore; Giulietta, con il ‘suo amore virginale e un coraggio in- domito, cerca di superare gi ostacoli di un ambiente familiare getto e ci- nico. Ma gli eventi stroncano, senza pieta, i loro sogni, Perché leggiamo Romeo e Giulietta Per |'impetuosa sincerita e il tragico epilogo di questo amare diadolescen- ti «nati sotto contraria stella», che Vive nell'immaginario colettivo come ‘emblema di una purezza appassion2- ta. travolta dalle circostanze. ASO) La dichiarazione d'amore Al chiaro di luna, Romeo & nascosto sotto ii balcone di Giulietta e la sente parlare da sola. Ta scena si anima prima con il monologo appassionato di Romeo ¢ poi con la confessione amore inattesa di Giulietta, esitante tra la passione giovanile e il dubbio di affrontare con tun giovane dei Montecchi una storia impossibile. Essendo le famigie Capulet: e Montec 423 wremmpon hafo'r TEATRO: | GENER! chi fiere nemiche, Giuliettariflette sull'inconsistente valore dei nomi: un nome solo una ‘yuota etichetta che non cambia la sostanza delle cose e delle persone; la rosa sarebbe ser pre cosi profumata anche se avesse un altro nome, € cosi Romeo sarebbe sempre perfetto, anche senza quel nome che li separa. La ragazza percid & pronta a rinunciare al suo nome e spera che anche Romeo rinneghi suo padre. Il giovane esce allora allo scoperto ele rivela { suoi sentimenti con Tespressione: chiamamit soltanto amore. I due giovani si scambiano il loro voto d'amore, definito da Giulietta come un lampo che illumina per un istante il buio della notte e come uno splendido fiore. Le caratteristiche dello stile Lostile di Shakespeare @ caratterizzato dalla richezza di figure retoriche che spesso st in trecelano in modo complesso e immaginoso, con effetti di forte espressivita i personage si esprimono con un linguaggio che avvicina il testo dramamatico a quello lirico. Nel dia logo di Romeo e Giulietta ricorrono i riferimenti alla notte, agli ast, allalba, in un gioco di rimandi che circoscrive Fintimita det due innamoratl e al tempo stesso la fa spaziare nelfineanto universale di que! momento. Immagint fantasiose, affermaziont iperboliche, perifrasi, eleganti metafore esprimono Ja tenera passione dei due gfovani: Ride delle cicatrici, chi non ha mai| Metafora | Le pene d'amore sono come ferite che provato una ferita (riga 5). lasciano segni profondi e incancellabi- li come cicatrici il dolore che prove- | ‘ano non pub essere misurato da chi non le ha mai provate. ‘Quella finestra @ Voriente e Giulietta | Metafora | Givlietta si affaccia alla finestra e Ro- | | @ il sole! Sorgi, 0 bell'astro(riga 7). meo la paragona al sole. | Fsegiiecchi suoi, in questo momento, | Metafora | Per Romeo gli occhi di Giulietta sono fossero lass, ¢ Je stelle fossero nella luminost come due stelle, tanto che fronte di Giulietta? (righe 16-17) gli uni potrebbero stare al posto delle altre e viceversa, L'interrogativa sotto- Tinea la meraviglia e {"intensa emozio- ne dell'innamorato. ‘Lo spiendore del suo viso farebbe im- | Metaforae |La bellezza del viso di Giulietta & pallidire di vergogna quelle due stel-| iperbole | descritta in modo iperbolico € con le, come la luce del giorno fa impalli- un’amplificazione della metafora della dire la fiamma di un lume; e gli occhi luce e degli astri. Se gli occhi di Giu- ‘suoi in cielo irradierebbero 'etere di lietta sono luminosi come stelle nella un tale splendore, che gli uccelli co- notte, lo splendore del suo viso € an- mincerebbero a cantare, credendo fi- ccora maggiore, come quello del sole = rita fa notte (righe 17-21). del giorno. ‘un alato messaggero del cielo (riga | Perifrasi e | Giulietta viene definita un angelo, con | | 26). iperbole un giro di parole che eleva lo stile © rende pid ricca e fantasiosa I'immegi- ne. Ho il manto della notte per nascon-|Metafora | Uoscurita della notte protegge | due ddormi agli occhi loro (riga 63). Tu sai giovani innamorati, come un manto © che la maschera della notte mi cela il una maschera “voto (riga 71). Questo boccio d'amore, aprendosi sot-| Metafora Le immagini del bocciolo (Vamore @p- toil soffio dellestate, quando quest'al- pena nato) e del fiore ("amore matu- | tra volta ci rivedremo, forse sara uno ro) conferiscono tenerezza e splencore | splendido fiore (ighe 100-101). “alle parole di Giulietta UNITA 1 » LA TRAGEDIA Il linguaggio drammatico Le didascalie, in corsivo e tra parentesi, forniscono solo le Istruzionl essenziall riguardo alfentrata in scena di Giulietta (Giulietta appare ad una finesira in alto), alla sua uscita (Si ritira dalla finestra), alla modalita di recitazione di Romeo (fra sé) e alla sua uscits nella con clusione (Esce). Liintensit& espressiva del dialogo porta alla massima funzionallta il valore performa: tivo del linguaggio: in questa scena si pud veramente dire, con una frase fatta, che i due protagonisti pendono uno dalle labbra dell’altro”: nelle loro battute si avvicendano conti nuamente imperativi, invocazioni, interrogativi Da notare anche Palta frequerza dei dei prima e seconda persona. in particolare i pronomi e i possessivi di COMPRENDERE 1. Lastruttura. Nello schema di sviluppo del dramma, episodio che hai letto appartiene alla fase definibile come a. scelta sbagliata . disordine iniziale . ritorno all’ordine d. soddisfazione de! desiderio I ruoli dei personagei. Nel dramma, il ruolo di antagonista & svolto a. da Romeo . da frate Lorenzo c. dalle famiglie discordi d. dagli amici di Romeo 3. Larichiesta di Giulietta, Perché Giulietta chiede a Romeo di rinunciare al suo nome? 4. I. comportamento di Romeo. In questa scena, Romeo mostra a. intraprencenza . furbizia ©. pudore d. sfrontatezza ANALIZZARE 5. Le battute. Individua nel testo ‘© ung o pit) battute pronunciata “a parte” ‘© la battuta con cui ha inizio il dialogo fra Giulietta e Romeo 6. Le parole d'amore. Quel parole e quali paragoni usa Romeo nel primo monologo per esaltare la belezza della fanciulla amata?

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