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Pirandello fa parte del periodo del Decadentismo come Pascoli e D’Annunzio però rappresenta un’altra
faccia del Decadentismo rispetto altri due poeti. E’ considerato uno scrittore rivoluzionario perché fa uso di
tecniche espressive estremamente nuove e critica tutte le forme di vita sociale del tempo
L’aggettivo Pirandelliano è ormai diventata un’espressione che è entrata nel linguaggio comune; un personaggio
pirandelliano significa che si riferisce al suo pensiero e alla sua opera qualcosa di paradossale tipica di Pirandello
VITA
Siciliano, nato a Girgenti (attuale Agrigento) nel 1840 da una ricca famiglia borghese, il padre era
proprietario di alcune miniere di zolfo. La sua famiglia era antiborbonica (contraria alla dominio dei Borboni
in Sicilia) e al momento della unificazione era favorevole all’annessione della Sicilia all’Italia.
Si rifiutò di seguire la professione del padre, così si iscrisse alla facoltà di lettere all’Università a Palermo, poi
si trasferì a Roma dove ebbe dei contrasti con un professore universitario e fu costretto a lasciare l’università e
si trasferì a Bonn in Germania dove si laureò studiando i testi della filosofia tedesca.
Poi ritornò in Italia a Roma e conobbe Capuana principale teorico del Verismo italiano insieme a Verga che
lo introdusse negli ambienti culturali romani e iniziò a scrivere i primi romanzi sotto al suo influsso come
l’ESCLUSA che era legato al Verismo.
Un fatto che lo segnò molto nel 1903 fu l’allagamento nella miniera di zolfo di sua proprietà che causò la
rovina della sua famiglia e quella di sua moglie. Da quel momento la donna iniziò a manifestare disturbi
psichici. Pirandello non riuscì a gestire la situazione e fu costretto a ricoverarla per curarla.
Per le cattive condizioni economiche, iniziò a dare lezioni private ma riuscì a dedicarsi lo stesso alla scrittura
infatti nel 1904 pubblicò il suo capolavoro: IL FU MATTIA PASCAL che fu accolto con successo dalla
critica più all’estero che in Italia.
Oltre al Fu MATTIA PASCAL, Pirandello scrisse un SAGGIO molto importante perché spiegava la sua
POETICA cioè l’UMORISMO pubblicato nel 1908.
Grazie a questo Saggio e al Fu Mattia Pascal, ebbe la Cattedra al Ministero di Roma e iniziò una lunga
collaborazione con il quotidiano più importante “IL CORRIERE DELLA SERA” che portava avanti gli
ideali dell’interventismo.
A partire dal 1915 spinto dai problemi economici si dedicò anche al TEATRO: all’inizio con commedie
dialettali poi con Drammi che gli diedero fama internazionale come “SEI PERSONAGGI IN CERCA
D’AUTORE” che all’inizio non ebbe successo ma poi venne rappresentato in tutti i teatri del mondo
Durante il periodo della guerra 15-18 visse anni molto difficili perché le condizioni di salute della moglie
peggiorarono e dovette rinchiuderla in manicomio
Dopo la guerra aderì al FASCISMO ma fu un’adesione teorica perché non ricoprì mai alcun incarico: prese la
tessera del partito solo per ottenere fondi statali per creare il suo teatro, creò così una sua compagnia chiamata
COMPAGNIA D’ARTE DI ROMA con la quale andò in tourneè in tutto il mondo, suscitando interesse
anche ad Hollywood. Molti dei suoi romanzi divennero anche soggetto per alcuni film
Era fortemente contrario a Giolitti, la cui politica era considerata debole e corrotta.
Nel 1926 pubblicò un altro romanzo di successo UNO NESSUNO CENTOMILA
Nel 1934 ricevette il premio Nobel per la letteratura che gli venne assegnato non tanto per i suoi romanzi ma
per la sue opere teatrali.
1936 muore a Roma
POETICA
Per capire la sua poetica si deve fare riferimento al saggio pubblicato nel 1908 l’UMORISMO
1) Pirandello DIVIDE L’UMORISMO DALLA COMICITA’
A) COMICO è L’AVVERTIMENTO DEL CONTRARIO, che si ha quando si osservano solo le apparenze
e si coglie l’avvertimento del contrario. La COMICITA’ è LA PRIMA IMPRESSIONE che suscita la
risata ma è priva di RIFLESSIONE. L’AVVERTIMENTO DEL CONTRATRIO si distingue
dall’UMORISMO
B) L’UMORISMO invece è il SENTIMENTO DEL CONTRARIO che nasce da una RIFLESSIONE,
quindi ci si rende conto che spesso dietro a un determinato comportamento, apparentemente COMICO, si
nasconde un MALESSERE, un DRAMMA, non suscita più le risate ma suscita la PIETA’, un PIANTO,
un RISO AMARO cioè un SORRISO CHE NASCONDE LACRIME
PER SPIEGARE QUESTA DIFFERENZA FA UN ESEMPIO:
quando vedo una vecchia signora con i capelli tinti, unti, truccatissima e vestita con abiti giovanili, RIDO perché
quella signora dovrebbe essere il CONTRARIO DICOME UNA VECCHIA SIGNORA DI QUELL’Età
DOVREBBE ESSERE ACCONCIATA. E’ l’AVVERTIMENTO DEL CONTRARIO Però non mi chiedo
PERCHE’ si comporta così, è una considerazione superficiale senza RIFLESSIONE sul perché questa signora si
è vestita in questo mondo ridicolo.
Pirandello dice che se però inizio a riflettere e passo DALL’AVVERTIMENTO DEL CONTRARIO al
SENTIMENTO DEL CONTRARIO cerco di capire qual è il motivo perché questa vecchia signora si vesti
così, sto passando dall’AVVERTIMENTO DEL CONTRARIO al SENTIMENTO DEL CONTRARIO e
riflettendo dico che questa signora non si diverte a conciarsi come un PAPPAGALLO ma lo fa perché dentro di
sé nasconde una sofferenza e vestendosi da ragazzina, spera di trattenere suo marino che è più giovane di lei.
Pirandello dice: se faccio questo ragionamento non rido più come prima ma rifletto perchè sta passando
dall’AVVERTIMENTO al SENTIMENTO del CONTRARIO e questo è la differenza tra COMICO e
UMORISMO
COMICO= AVVERTIMENTO DEL CONTRARIO
UMORISMO= SENTIMENTO DEL CONTRARIO
Questi personaggi pirandelliani non sono eroici, sono sempre quotidiani e hanno una vita insignificante che
non li soddisfano mai.
Per comprendere bene il pensiero e la produzione di Pirandello si deve considerare il PERIODO STORICO
quindi bisogna tenere in considerazione il periodo dopo Risorgimentale. La famiglia di Pirandello era
favorevole all’Unità d’Italia perchè avrebbe risolto tutti i problemi ma questo non accadde, anzi i problemi
aumentarono e di conseguenza quella generazione ebbe una delusione fortissima.
Si deve partire da questo per capire la sua adesione al FASCISMO.
OPERE
Pirandello ha scritto 7 romanzi i più importanti sono IL FU MATTIA PASCAL e UNO; NESSUNO;
CENTOMILA
RIASSUNTO IL FU MATTIA PASCAL (Romanzo più famoso)
Mattia Pascal è un giovane che ha un occhio strabico. E’ ambientata in un paese immaginario della Liguria
chiamato Maragno ed è una storia PARADOSSALE, divisa in 18 CAPITOLI E COMINCIA DALLA FINE.
I primi due capitoli costituiscono la premessa di tutta la storia. Il protagonista afferma che la sua è una vicenda
molto strana e difficile da raccontare e che riguarda le sue prime due morti.
L’amico che gli ha suggerito di scrivere la sua strana storia è un prete di nome Don Eligio, che gli dice di leggere
il suo romanzo solo dopo la sua terza e definitiva morte.
Dal terzo capitolo inizia il racconto vero e proprio, quando all’età di quattro anni perde il padre e la gestione
economica familiare passa nelle mani di un amministratore ladro, Batta Malagna detto la TALPA e così la sua
famiglia si impoverisce.
Per fargli un dispetto Mattia Pascal seduce Romilda, la donna di Malagna e la mette incinta. La situazione si
complica perché Mattia Pascal mette incinta anche Oliva, la seconda moglie dell’amministratore.
Mattia Pascal deve sposare Romilda come nozze riparatrici e per Mattia la vita coniugale è un inferno perché deve
vivere anche con la suocera. Mattia quindi è imprigionato nella trappola del matrimonio infelice, così decide di
fuggire da casa e si reca al Casinò di Montecarlo dove vince un’enorme cifra alla roulette.
Questo segna un cambiamento e durante il viaggio di ritorno, legge su un giornale del ritrovamento, presso il
paese dove abita, del corpo di un suicida annegato che la moglie e la suocera hanno identificato in lui. Il caso ha
fatto sì che si trovi improvvisamente un uomo libero e molto ricco. Decide allora di approfittare di questa morte per
liberarsi della sua vita passata, cioè della sua trappola e di costruirsi un’identità nuova, sotto il falso nome di
Adriano Meis, nome scelto ascoltando sul treno dei frammenti di una conversazione tra passeggeri
Pascal cerca di trasformare il suo aspetto: si taglia la barba, indossa un paio di occhiali scuri per coprire lo
strabismo, una giacca lunga a doppio petto e un cappello a larghe tese e inizia a viaggiare per l’Italia e per
l’Europa, senza una meta, senza uno scopo preciso se non quello di godersi la vita e la libertà.
Ad un certo punto però comincia ad avvertire il peso della solitudine e sente la necessità di riallacciare i rapporti
sociali che in passato lo soffocava e condizionava, così va a vivere a Roma nella pensione di Anselmo Paleari,
Qui si innamora della figlia del padrone di casa, Adriana. Ben presto si rende conto che il nuovo nome e il
personaggio che impersona non esistono per la società e per questo non può realizzare nessun progetto si una
vita futura perché per lo stato lui non esiste.
Inoltre vive con la paura che venga scoperta la sua vera identità e per non farsi riconoscere si fa operare all’occhio
strabico.
Viene derubato e si rende conto che non può neppure denunciare il furto perchè è una persona inesistente e non ha
documenti. Così decide di abbandonare Roma e Adriana e far perdere le sue tracce facendo credere che Adriano
Meis si è suicidato, cercando di rientrare nella sua vecchia identità di Mattia Pascal.
Torna nel suo paese ma scopre che sua moglie ha una nuova famiglia, ha avuto una figlia con il suo amico Pomino
che era da sempre innamorato di Romilda, rinuncia di vendicarsi della moglie e decide di aspettare la morte, quella
reale, vivendo nella biblioteca dove aveva lavorato da giovane.
CONCLUSIONE
Il romanzo si chiude con un PARADOSSO cioè Mattia Pascal, morto due volte, on ha più la possibilità di avere
un’identità sociale e può vivere solo come “IL FU MATTIA PASCAL” cioè come un defunto, una persona
morta, scomparsa per sempre e capisce che non gli è possibile vivere senza una MASCHERA. Le norme sociali
per l’uomo quindi sono indispensabili per vivere
INETTITUDINE
Mattia Pascal è un inetto cioè un incapace di adattarsi alla vita, ma evadere dalla vita è impossibile Alla fine è
uno SCONFITTO che alla fine si guarda a vivere perché non è in grado di vivere la condizione di libertà a cui
aspirava.
Egli è destinato al fallimento; infatti la conclusione è NEGATIVA: Mattia Pascal si riduce a vivere una non
vita, pur non essendo morto fisicamente, di fatto vive in una condizione di estraneità alla vita.