Sei sulla pagina 1di 3

MONTALE

LA VITA
Eugenio Montale nasce nel 1896, studia presso un Istituto tecnico ma è costretto ad abbandonare
gli studi a causa di problemi di salute ma riesce a continuarli grazie a sua sorella e si diploma nel
1915 ; possiamo dire che scrive la sua prima raccolta “Ossi di seppia” in cui descrive ampliamente
il suo luogo di nascita che è alla base del suo mal di vivere; un’altra raccolta celebre è “Le
Occasioni” di cui tema centrale è la vita interiore del poeta. In seguito alla relazione con Irma
Brandeis riesce a sposarsi con Drusilla Tanzi e pochi anni dopo apre la sua poetica al confronto con
la storia e la tragedia della guerra intesa come guerra interiore.

Muore a Milano nel 1981.

SPESSO IL MAL DI VIVERE HO INCONTRATO:


Quest’opera è stata scritta da Eugenio Montale nel 1924 e fa parte della raccolta “Ossi di seppia”.

E’ centrata sul mal di vivere dell’autore, difatti possiamo dire che egli durante la sua vita ha
sperimentato su di sé la tristezza che la vita gli ha causato, possiamo dunque dire che alcune delle
cause di questa sua angoscia sono la fine della relazione con Irma Brandeis (a causa delle leggi
razziali del tempo) e anche la guerra a quel tempo presente. In quest’opera egli esprime questa
sua angoscia attraverso delle immagini che rappresentano la vita che gli soffoca l’esistenza a cui
l’uomo può rispondere con esclusiva indifferenza. Egli crede che la vita sia costituita
esclusivamente dal dolore ma crede che l’indifferenza permetta agli uomini di esternarsi dal
dolore. Possiamo dunque collegare quest’opera con la salute in quanto la salute mentale di
Montale non è buona poiché avverte costantemente questo mal di vivere.

MERIGGIARE PALLIDO E ASSORTO


Quest’opera è stata scritta nel 1916 e fa parte della raccolta “Ossia di seppia” .

In quest’opera egli descrive il luogo in cui vive per riflettere la sua condizione umana che viene
paragonata ad una muraglia impossibile da superare; secondo l’autore vivere equivale a un
dolente vagare. Vuole esprimere il sentimento di impossibilità di raggiungimento della felicità
umana ed esprime il suo pensiero secondo cui nel suo paese l’uomo sia isolato a causa delle
restrizioni dovute al fascismo sviluppatosi durante quegli anni.
PIRANDELLO
Vita e opere
Luigi Pirandello nasce nel 1867 ad Agrigento, suo padre desiderava che egli intraprendesse studi
tecnici ma Pirandello era interessato agli studi classici, difatti nel 1886 si iscrisse alla facoltà di
Lettere a Roma ma concluse gli studi in Germania.

Scrive il suo primo romanzo intitolato “Marta Ajala” che tratta temi a Pirandello cari come
l’esclusione sociale e la famiglia vista come trappola. Egli si sposa con Maria Antonietta Portulano
che in seguito soffrì di malattie nevrotiche, difatti fu proprio in questi anni che scrisse una delle sue
opere più importanti “ Il fu Mattia Pascal” che rappresenta uno specchio della crisi filosofica del
secolo ed esprime il tentativo inutile del protagonista di sfuggire alla trappola della famiglia(poiché
il padre voleva costringerlo a fare un cosa che egli non desiderava). Un altro dei temi principali
della poetica di Pirandello è la figura delle maschere presenti all’interno della società in cui egli
viveva, di conseguenza possiamo dire che egli risponde al male con un umorismo poiché crede che
si possa prendere il tutto con filosofia. Un aspetto della sua vita che gli studiosi criticano è la sua
vicinanza a Mussolini difatti aderì al fascismo, ma si pensa che egli fece ciò in quanto grazie a
Mussolini riuscì a diventare direttore di teatro.

Possiamo dire che tra le opere più importanti di Pirandello vi è “Uno Nessuno e Centomila in cui
l’autore pone al centro il tema delle maschere presenti all’interno della società. Il protagonista è
Vitangelo Moscarda che conduce una vita frivola e ci mostra la differenza che vi è tra l’idea che ci
facciamo di noi stessi e le opinioni che le altre persone hanno di noi; di conseguenza dopo aver
capito ciò, il protagonista capisce anche di non essere uno ma centomila persone in quanto ogni
persona ha una visione differente di noi e capisce di non avere nessuna identità. Per questo
possiamo dire che questo testo può collegarsi alla macro-area di cibo e salute in quanto la società
dell’’epoca non permette all’autore di poter essere libero di essere se stesso e lo conduce verso
un’insanità mentale. Possiamo dire che egli credeva che la vita di una persona si suddividesse tra
vita e forma: la vita rappresenta il flusso continuo mentre la forma blocca la vita dell’uomo poiché
è costretto a mostrare ciò che non è pur di essere accettato

VERGA
La vita di Verga si basa sulle proprietà lasciategli dal padre(lavoratore di miniera) difatti possiamo
dire che egli non era in grado di gestirle e per questo diventò povero; attraverso le sue opere
possiamo capire la sua poetica infatti egli credeva che a causa dei pregiudizi della società una
persona non era in grado di vivere a pieno la propria vita. Questo possiamo notarlo in una delle
sue opere più celebri “Rosso malpelo” in cui il protagonista viene giudicato a causa del colore dei
suoi capelli; inoltre egli era contro la “fiumana del progresso” secondo cui nonostante il progresso
avanzava le classi sociali inferiori non riuscivano a sopravvivere.
I malavoglia parla specialmente della non accettazione del luogo di nascita dei protagonisti, difatti
uno dei personaggi evase dalla Sicilia poiché sentiva di non appartenergli.

ZOLA’
Questo autore è figlio di una famiglia di poveri e per questo nelle sue opere parla specialmente
delle condizioni degli operai ad esempio nell’opera “L’assemoir” in cui denuncia lo stato per le
condizioni in cui fa vivere la società operaia e usa i personaggi per esprimere le sue idee riguardo
la guerra.

Potrebbero piacerti anche