Giuseppe Ungaretti, nato il 10/02/1888 in Egitto Alessandria, i genitori Italiani
provenienti dalla provincia di Lucca in Toscana. Ungaretti perde il padre
quando aveva solo due anni in un incidente sul lavoro. Frequentò la scuola superiore in Alessandria. La sua passione per la poesia nacque lì e come spirazione aveva, Carducci, Pascoli, D’annunzio, Leopardi e Mallarmé. Da Giovane ha iniziato a tradure i testi statunitense dello scrittore Edgar Allan e a collaborato in qualità di corrispondenti dall’Egitto con la rivista di Firenze ‘ la Voce’ Nel 1912 va per la prima volta in Italia. A Parigi, segui i corsi universitari e approfondi lo studio sulla poesia Simbolista e decadente, collaborò con la rivista Lacerba dove pubblico le sue prime poesie. Nell'inizio della 1 guerra, Ungaretti si schiero contro il fronte interventista. Si trasferì a Milano e si arruolò come volontario sul fronte del Carso e sul fronte Francese. 1914. Da questa esperienza al fronte nacquero alcune sue poesie, come "Veglia", "Soldati", "Sono una creatura", "San Martino del Carso", "Fratelli", che fanno parte della raccolta ‘’Allegria di naufragi’’ che poi nel 1931 diede il nome di allegria. Dopo la 1 guerra va a Parigi, lavora come corrispondente del giornale di Benito Mussolini ‘’IL POPOLO D’ITALIA. lui non ha mai spiegato pubblicamente il fato di essere passato a fronte fascista, ma si capisce che ha fatto per motivazione economica e sopravvivenza visto che è stato subito dopo l’assassinio di Matteotti e in quel periodo la libera stampa veniva oppressa. Ma questo tipo di attività giornalistica non fa per il poeta, che in privato, in una lettera a Giovanni Papini, che lui stesso dice «Sono un giornalista; sputami addosso; un giornalista con mille lire al mese; gridalo; per mille lire al mese...» Nel 1921 torna in Italia con la moglie Jeanne Dupoix con cui ha avuto due figli. Si converte al cattolicismo 1928 Fu inviato speciale della gazzetta del popolo per 4 anni e partecipa a delle conferenze sulla letteratura Italia in vari paesi europei. Ha riunito e tradotto i testi di autori stranieri. E nel 1936 si trasferì in Brasile per occupare una cattedra di lingua e letteratura Italiana all’università de Sao Paulo dove rimasse per 6 anni, in questo periodo lui perse il fratello e il figlio Antonio. Tornato in Italia lui ottiene la cattedra di letteratura italiana all’università di Roma. Nel 1969 venne pubblicata la raccolta completata delle sue liriche ‘’vita di un uomo’’ e nel l’anno seguente morì a Milano.
Stile poetico l’ermetismo
I poeti ermetici, in modi concentrati ed essenziali, esprimono il senso di vuoto, la solitudine morale dell'uomo contemporaneo, il suo “male di vivere” in un'epoca travagliata da tragiche esperienze sociali e politiche come quelle della prima guerra mondiale e del ventennio fascista. - abolisce la punteggiatura, elimina tutte le parole strettamente poetiche, sostituendole con quelle che vengono parlate e capite da tutti. - sconvolge la sintassi rompendo i "sintagmi "scrive con versi liberi, rifiutando le forme metriche tradizionali va contro allo stile di D'Annunzio, dei crepuscolari e dei futuristi, usando frammenti e troviamo tutte le innovazioni portate alla poesia:
I temi principali che troviamo nelle sue composizioni sono:
• Le sofferenze patite in guerra • La voglia di sopravvivere • L'angoscia della morte • La fratellanza umana • La solitudine • Il dolore • Il desiderio di pace, di serenità, di sentirsi in armonia con la natura Nella prima raccolta si identifica soprattutto con l’esperienza della guerra e, quindi della morte e della sofferenza; successivamente in “Sentimento del tempo” egli scopre il vuoto interiore, la mancanza di Dio, la propria fragilità umana. Poi in “Il dolore” vi è ancora l’esperienza del dolore, sia personale (la morte del fratello e soprattutto del figlio) sia universale (la guerra) . Dal dolore nasce però sempre una condizione positiva.
“L’Allegria”, (in un primo tempo il titolo era “Allegria di naufragi”) naufraghi
sono gli uomini, che restano tali per colpa del dolore della guerra, ma il poeta vuole sottolineare che, anche se essi hanno vissuto momenti terribili, è possibile ancora che abbiano uno slancio vitale positivo, di una ferma volontà di vivere e di un sentimento di autentica fratellanza con gli uomini