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ITALIANO ESAME : LUIGI PIRANDELLO

Abbiamo visto quanto sia importante l’estetica.Questa è una delle regole della società alla quale ogni
giorno dobbiamo far conto,queste regole portano ad indossare ogni giorno una maschera diversa,la quale è
colma di falsità.Ciò ce lo spiega Luigi Pirandello.

Nasce ad Agrigento nel 1867.

Si appassiona sin da piccolo al teatro.

Nel 1894 si sposa con Maria Antonietta Portulano, con la qual nasceranno 3 figli.

Nel 1924 aderisce al Partito nazionale fascista, durante il periodo dell’assassinio di Matteotti, ma dal quale
si distacca ben presto.

Ricevette il premio Nobel per la letteratura.

Muore nel 1936 a Roma.

POETICA
Ricevette la sua formazione durante il declino della cultura positivista, che stava a significare il crollo dei
miti della ragione, della scienza e del progresso. Da ciò nasce il relativismo(visione della vita) di Pirandello.
In tutte le sue opere incontriamo negazioni di certezze assolute e di valori universali.

La lettura di un’opera di un o psichiatra prefreudiano suscitò l’idea noi non percepiamo le cose per come
sono, ma solo soggettivamente,per come ci appaiono,a seconda della nostra mentalità.

Ricavò anche l’idea che la personalità degli uomini non è una ma molteplice,che cambia a seconda delle
situazioni e convenienze,inoltre era convinto che noi non siamo sempre uguali a noi stessi,ma cambiamo
fino al punto da non riconoscerci più.Nasce da qui uno dei temi più affrontati nella poetica di Pirandello,la
follia.Essa compare nel momento in cui un personaggio scoprono le varie personalità in cui affrontano le
situazioni.Lo sdoppiamento,la dissociazione interiore porta ad un’angoscia profonda che all’esterno
tramuta in follia.

Ricavò l’idea dal pedagogista italiano Giovanni Marchesini l’idea che non esistono valori morali certi,infatti
l’idea del bene,dovere e altri valori sono soltanto credenze,che poi le definirà “forme”.

Il relativismo di Pirandello nel campo letterario assume la forma della poetica dell’umorismo.

Il punto principale dell’umorismo è la riflessione,la ragione.L’umorismo significa dire il contrario di ogni


cosa,infatti viene definito come sentimento del contrario.L’umorista sa cogliere tutte le stranezze del vivere
umano e vedere il contrario.

L’umorista non è però felice delle proprie scoperte,da una parte è felice,ma dall’altra si rattrista costatando
che nulla è felice come potrebbe essere.

Un ruolo principale nella poetica di Pirandello lo ha la ragione,infatti in tutte le sue opere i personaggi
ragionano con accanimento,ma le vicende dimostrano che non è presente nessuna conclusione razionale.
Da qui si può evincere quanto Pirandello sia diffidente nei confronti della ragione,rientrando quindi negli
antipositivisti.Secondo Pirandello ragionare significa sragionare.Più si ragiona più si allontana dalla
verità.Trionfa quindi l’irrazionalismo.

Tutti noi siamo condizionati dalle apparenze e dalle regole sociali,che ci portano ad indossare ogni giorno
una maschera,non accorgendoci di quanto diventiamo falsi,solo l’umorista se ne accorge.Tutti possiamo
diventare umoristi, basta che siamo in grado di rilevare la falsità in cui siamo stati partecipi.Inoltre togliere
la maschera,porta l’umorista ad essere accusato di pazzia.

L’umorista invece di ragionare,sragiona emarginandosi e facendo emergere la relatività di ogni


cosa,facendo trionfare il caos.

Pirandello creò un arte in cui l’opera nasce senza l’intervento dell’autore,addirittura contro la sua
volontà.L’autore non vorrebbe dare spazio a queste creature immaginarie,ma sono stesso loro ad
impossessarsi dell’autore e lasciare la loro traccia.Ciò suggeriva a Pirandello l’idea di un Io debole e i
personaggi creati da questo Io saranno i frammenti di una personalità disgregata.

Pirandello è un autore sperimentale,perché portato per natura a rivoluzionare un po tutti i generi


tradizionali.

Le sue novelle trattano fatti inspiegabili e spesso assurdi,nei quali anche il narratore sembra sorpreso come
i lettori,narrando con uno stile antirealistico che genera l’immagine del caos.

Scrisse 44 lavori teatrali raccolti sotto il titolo di “maschere nude”.L’aggettivo nude indicava la vita vera,la
vita presente al di fuori delle maschere e delle forme falsi.

I personaggi del teatro pirallendiano testimoniano tutti il dramma della persona che vive dietro una
maschera,alcuni di loro sono consapevoli della falsità di quella maschera,ma non possono farne a meno.

UNO,NESSUNO E CENTOMILA
Una delle opere più importanti di Pirandello è”Uno,nessuno e centomila”,è stato il suo ultimo romanzo ed è
stato pubblicato nel 1925.Quest’opera è un libro-testamento che si svolge in prima persona,in cui è
presente un monologo intervallato da battute di dialogo,appelli al lettore e considerazioni varie.

Il protagonista è Vitangelo Moscarda,il quale un giorno dinanzi ad un’osservazione fatta dalla moglie
Dida,che gli fa notare una piccola imperfezione nella pendenza del naso,gli sorgono molte domande
riguardo il come lo vedono gli altri.Infatti secondo lui gli amici,i conoscenti e i parenti conoscono un
Moscarda che però non è quello che lui pensa di essere.Dunque ci sono molteplici Moscarda quanti sono
quelli che lo vedono.

Il suo scopo sarà quello di far riconoscere il suo vero ‘io,facendo dimenticare l’immagine che gli altri hanno
di lui, un’immagine condizionata dalla sua infanzia,educazione e ambientazione.Per far ciò decide di
adottare un atteggiamento diverso dall’essere borghese,facendo gesti di altruismo e generosità;come
dicevamo prima per l’umorista togliersi la maschera significa essere giudicato pazzo,stessa cosa capitò a lui
che invece di essere apprezzarlo,venne definito folle.L’amica della moglie era l’unica alla quale provava
simpatia,questa però dinanzi ai suoi discorsi strambi,per non impazzire lo sparò.Lei confesso tutto,ma lui si
addosso tutte le colpe e decise di costruire un ospizio per poveri,tra i quali si ritiro anche lui,privo di nome e
nessuna necessita di contraddistinguere l’essere dalle apparenze.

Pirandello defini Uno,Nessuno e Centomila il romanzo della scomposizione della personalità.Se l’io e un
“essere per gli altri”l’unità dell’individuo si disgrega diventando centomila immagini che la persona offre
agli altri di sé.L’io non è uno,ma è un’insieme di frammenti che cambiano di minuto in minuto diventando
poi un “nessuno”.

Per Pirandello se ognuno si liberasse da tutto,dai nomi,cose,ruoli sociali,come ha fatto Moscarda,e vivendo
a stretto contatto con la natura riusciremmo a smettere di riflettere.

La liberazione riguarda anche il corpo.Infatti Moscarda scopre che la moglie non lo ama per se stesso,ma
per l’altro che ha visto in lui.Quindi il falso Moscarda creato da Dida corrisponde solo al corpo,e cosi al vero
Moscarda non rimane altro che diventare un ombra,un anima senza corpo.

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