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Le tecniche della novella

Una delle attivit umane pi antiche e piacevoli l'ascoltare storie e il raccontarne. Il Novellatore, nel senso primitivo del termine, appunto colui che racconta storie, per avvincere chi ascolta con l'estrosit dei fatti e degli intrecci.
Anche in una cultura "primaria", quella in altre parole priva di scrittura e di forme d'organizzazione astratta del pensiero, ( esclusivamente legata al Mithos e non ancora Logos Pensiero) la narrazione rappresenta il legame essenziale tra parola e cose. Le culture orali attribuivano anzi alla parola narrata il potere di concretizzare gli oggetti evocati e addirittura di mutare le anime (Platone parla in questo senso, nel Fedro, di psicagogia, capacit di condurre lo spirito").(condurre il lettore lo spettatore,il suo Spirito....in positivo o in negativo) Comprendiamo cos la durevole capacit degli aedi greci, dei rapsodi e dei cantastorie medievali di incantare le piazze e le corti, attraverso l'uso sapiente della modulazione vocale e dei gesti, cos pure come il frequente ricorso da parte di maestri dogni tempo appunto alla narrazione, come forma per modellare i giovani ascoltatori al bene, al bello, al vero. Sino al cinema di oggi o ad alcune trasmissioni televisive che sono sempre forme di Racconto,capaci di istruire divertire,abbindolare il pubblico Per tutti questi motivi il raccontare o narrare il gesto letterario pi antico; lo stretto legame tra oralit e narrazione ci fa comprendere il perch quest'ultima, specie nelle sue forme pi antiche, come la fiaba, volentieri adotti moduli che consentono la memorizzazione del pensiero, come ripetizioni, formule fisse, allitterazioni, (ripetizioni di suoni, segni) temi standardizzati, il ricorso a sentenze e proverbi. Data una Fabula con dei segni base costruisco tante storie-utilizzando Intrecci diversi, sino al Serial odierno,la capacit di decodificare mi porta a comprendere ''come andr a finire'' a godere maggiormente dell'abilit del narratore a non vedere sempre lo steso film senza accorgermene,o al contrario a vedere , leggere ''una serie'' contento dell'abilit del narratore Nellarco millenario della sua storia, il racconto ha conosciuto molte forme espressive, modi diversi di costruzione (l'intreccio), modifiche che lo hanno via via adattato alle diverse civilt Nel Medioevo si distinguevano tre tipi fondamentali di narrazione: La narratio aperta (narrazione aperta), cui corrisponde il racconto di fatti realmente accaduti. Vale a dire La Istoria (storia), il cui fine informare chi legge. La Narratio Probabilis (narrazione probabile verosimile), a cui corrisponde una vicenda utilizzabile come argomentum, soggetto di commedia o per un'orazione persuasiva: il fine di questo tipo di narrato di coinvolgere emotivamente il lettore e di convincerlo ad agire.

La narratio brevis (narrazione breve) corrisponde una vicenda frutto di fantasia, inventata (fabula), il cui fine il divertimento dei lettori. Ascritta alla prima tipologia (la narratio aperta) al dominio della storiografia, gli altri due tipi si sono con il tempo stabilizzati in due forme narrative principali: la narratio probabilis ,nella narrazione lunga, e articolata nel romanzo; la narratio brevis appunto nella novella.A ciascuno di essi la Retorica ha ricondotto quindi ulteriori sottogeneri: si parla cos, ad esempio, di romanzo storico, di costume, psicologico, d'avventure ecc.; e per quanto concerne la narrazione breve, si distinguono exemplum,(grosso modo Esempio) motto di spirito e facezia, aneddoto e parabola, favola e fiaba, bozzetto realistico, racconto fantastico, novella drammatica ecc.
Si tratta di categorie spesso molto diverse tra loro e il cui inquadramento sotto una unica categoria di novella potrebbe sembrare arbitrario; e tuttavia non lo , perch le caratteristiche comuni che sussistono tra loro sono alla fine pi forti dei legami di di somiglianza.Tra l'altro, spesso accade che una stessa narrazione breve possa essere plausibilmente classificata in due se non in pi sottogeneri diversi: per esempio una favola pu essere considerata contemporaneamente come una parabola, l'exemplum come un aneddoto e cos via Fu a partire da Boccaccio che il termine Novella acquist nella lingua italiana il significato che gli riconosciamo ancora oggi, ovvero quello che designa la narratio brevis. In altre lingue europee non accade cosi: in spagnolo novela e in inglese novel indicano narrazioni piu articolate in genere il romanzo, appunto. Un'altra precisazione. Dalla fine del Settecento si diffonde un secondo termine per designare la narratio brevis, quello di racconto.Lo spostamento linguistico in realt fotografava un avvenuto spostamento semantico,(di Significato) nel senso che il carattere realistico tipico della novella di conio boccacciano veniva corretto in un diverso atteggiamento, in un'attenzione pi fantastica e psicologica: come avviene per esempio nei Racconti grotteschi e arabeschi (1839) dell'americano Edgar Allan Poe (1809-49) o nei racconti di E. Theodor Hoffmann (17761822). In Italia la Novella raggiunger risultati notevoli con Verga e Pirandello-

Una considerazione. Si noti il legame tra il termine Conto nel senso di calcolo quindi ascrivibile ad una cultura razionale e scientifica e Racconto ,il contrasto e intreccio tra Mithos e Logos sono alla base di queste distinzioni, in fondo il Racconto (Mito) era un modo non scientifico(Logos) di spiegare il mondo. In Particolare quando non esisteva la Scienza, ad esempio un Glaciazione ci dava un Mito biblico. Mithos; mito, racconto leggenda storia Logos;Pensiero ,Ragione Nel 1600 lo scrittore G.B.Basile scrive unopera in dialetto napoletano Lu Cunto de li Cunti (Il Racconto dei Racconti) chiamato il Pentamerone, si tratta di una raccolta di Fiabe alcune famosissime,come Cenerentola ,ora. il termine Cunto indica sia il calcolo che il racconto forse ad indicare che questa divisione nelle culture popolari non esisteva.
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