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HONORET DE BALZAC – PAPÀ GORIOT

Honoret de Balzac è uno dei principali autori del realismo letterario in Francia. Il realismo letteraario
si sviluppa in Francia durante l’epoca di Luigi Filippo (a partire dal 1830). Pur essendo considerato il
padre della corrente realistica, Balzac fu anche uno dei principali esponenti del “romanzo storico del
presente”, una particolare tipologia di romanzo storico che si concentra, non più sulla storia remota,
ma sulla storia recente.

Tra le principali opere di Balzac, ricordiamo: Les Chouans ou la Bretagne en 1799 (romanzo storico);
Comédie humaine, Père Goriot, Éugénie Grandet, Illusions Perdues (corrente realistica).

Comédie humaine è stato il suo più grande capolavoro; si tratta di un’opera che raccoglie tutti i suoi
romanzi, ad eccezione di quelli giovanili; in quest’opera possiamo conoscere l’autore sotto diversi
punti di vista: filosofico, sociale, scientifico.

Ciò che distingue Balzac dagli autori delle epoche precedenti è sicuramente l’ambizione; in
particolare, l’ambizione di Balzac consisteva nell’esplorare in maniera minuziosa la realtà
contemporanea, e questo avviene attraverso descrizioni lunghissime e minuziose che si soffermano
su tantissimi dettagli. L’opera che rispecchia a pieno questa ambizione è proprio Père Goriot.

Il romanzo viene pubblicato nel 1834; esso si apre con una lunghissima descrizione della pensione,
questa pensione squallida e volgare, che sarà il luogo in cui si consuma il 90 percento delle vicende.

Quest’attenzione che Balzac dedica ai dettagli è un’attenzione diversa rispetto a quella presente nelle
opere dei suoi contemporanei; per Balzac, ogni dettaglio ha un valore ben preciso, ognuno di essi
racchiude una storia ed è indispensabile per comprendere la trama.

Tutta l’opera ruota intorno alla figura di Papà Goriot, un commerciante che aveva fatto fortuna
durante la rivoluzione ma che spende tutto il suo patrimonio per accontentare ogni singolo capriccio
delle figlie Anastasie e Delphine, le quali a poco a poco lo prosciugano di ogni suo avere e lo
abbandonano. Contribuiscono, inoltre, ad allontanare le due donne dal padre i loro mariti, uomini di
alta società, che non intendono farsi vedere in pubblico in compagnia di un uomo di basso strato
sociale.

Accanto alla figura di Papà Goriot, ne vediamo un’altra che è praticamente presente in tutta l’opera
anche più del suddetto, ovvero Eugène Rastignac. Si tratta di un giovane studente di legge che
sogna di entrare a far parte dell’alta società e questi suoi incessanti tentativi lo portano ad entrare
in contatto con la figlia di Goriot, la minore, Delphine. A partire da questo momento Papà Goriot
recupera, in un certo modo, il rapporto con la figlia, e si intensifica l’affetto che lega Eugène al
vecchio commerciante proprio per questa ragione; vedremo che alla fine il signor Goriot muore
assistito proprio da Eugène mentre le figlie lo abbandonano e lo lasciano morire come un cane.

Alle vicende di papà Goriot, le figlie Anastasie e Delphine e il giovane studente Rastignac, si
intrecciando e si sovrappongono le vite degli altri pensionanti: M.lle Michonneau, Victorine Taillefer,
Mme Couture, M. Poiret, Bianchon, Vautrin.

L’opera inizia con la presentazione della signora Vauquer, che sarebbe la proprietaria della pensione.
Subito dopo, vi è una frase, “Ciò nonostante, nel 1819, anno in cui ha inizio il nostro dramma, vi si
trovava una povera ragazza”; questa frase, grazie alla presenza di quel “nostro” è un chiaro segno
dell’intrusione d’autore, elemento che caratterizzerà tutte le opere di Balzac. L’autore prosegue
questa frase “giustificando” in un certo qual modo l’utilizzo della parola dramma: prima, apre una
polemica nei confronti del romanticismo, affermando che il termine dramma è stato usato troppo a
lungo per descrivere quel tipo di letteratura erroneamente, subito dopo dice che in questo caso è
necessario usarlo, perché ci sarà sicuramente alla fine del romanzo qualcuno che verserà qualche
lacrima. (Per quanto screditato, il termine dramma di cui è stata prodiga in maniera abusiva e
persecutoria la letteratura dei nostri tempi, qui è necessario adoperarla. Non che la presente storia
sia drammatica nel vero senso della parola ma, compiuta l’opera forse sarà ben stata versata
qualche lacrima infra muro ed extra.)
Anche l’espressione « vero senso della parola », non è buttata lì a caso. Essa allude al fatto che in
tutta l’opera vi è un ideale di verità intento a trasmettere un insegnamento morale. Il concetto del
vero ritorna nuovamente, alcune righe dopo, quando l’autore dice « questo dramma non è una
finzione, né un romano. All is true : è cosi vero che ciascuno puo riconoscere gli elementi intorno a
sé, forse nel proprio cuore ». Questo ci fa capire che in tutta l’opera sono descritti personaggi e
situazioni così reali, che i lettori hanno la possibiltà di rispecchiarsi in essi.
Dopo essersi soffermato su questa concezione del vero, Balzac riprende con la descrizione della
pensione ; l’autore ci fa capire che tra la pensione e i personaggi vi era un’armonia, anche tra la
pensione e la signora Vauquer stessa. In particolare, ci fa capire che la pensione è ammobiliata e
gestita in base alla sua natura, e quindi possiamo ben capire che la proprietaria è una persona misera
e avida. Quanto ai personaggi, anche loro entrano in armonia con questo luogo essendo tutte
persone che vivono nella miseria. Ciò sarà poi comunicato dall’autore stesso in maniera esplicita alla
fine della descrizione : « Tutta la sua persona spiega la pensione come la pensione spiega la sua
persona ».
Un’altra caratteristica dei dettagli che Balzac introduce nell’opera è il fatto che i piccoli dettagli
rappresentano il generale ; questa tecnica è chiamata tipizzazione, ed è utilizzata dall’autore in tutte
le sue opere e consiste nel rappresentare con un solo elemento, una sola persona o un solo luogo
un’intera classe sociale. Un esempio può essere la frase « La prima stanza emana un odore invivibile
che bisognerebbe chiamare odore di pensione » ; vediamo che l’odore di una singola stanza
rappresenta una pensione intera, perchè racchiude in se stesso le caratteristiche di tutta la pensione.
Un’altro esempio di tipizzazione è la signora Vauquer,vedova, che racchiude nella sua persona
l’emblema di tutte le donne che hanno sofferto.

La stessa pensione racchiude in sé un’intera società : in essa, infatti, vediamo vivere differenti
persone che almeno per un periodo di tempo condividono un luogo e una condizione, e poi
successivamente occuperanno luoghi differenti.

Un altro esempio ancora può essere il fatto che Père Goriot, ad un certo punto, smette di incipriarsi
i capelli : questo dettaglio intende chiaramente rappresentare il declassamento di Papà Goriot il
quale non può più permettersi un’abitudine del genere.

Il fatto che questa pensione fosse un luogo molto economico ci fa capire che tutti i pensionanti che
la abitano sono persone misere e squallide ; gli unici personaggi che, in un certo qualmodo, spiccano
in questo squallore generale sono Victorine de Taillefer e Eugène Rastignac. Victorine, abbiamo visto,
è una giovanissima donna alla quale il padre ha negato l’eredità impoverendola, mentre Eugène è
uno studente di legge povero che la famiglia riesce a stento a mantenere. I due spiccano in questo
ambiente non tanto per la loro condizionale sociale, bensì per la loro nobiltà d’animo causata dalla
loro giovane età, che li mette su un gradino superiore rispetto a tutti gli altri. Un altro personaggio
che spicca in questo ambiente, che è a metà tra lo squallore della pensione e la nobiltà d’animo dei
due giovani è Vautrin. Vautrin rappresenta il lato più « romanzesco » dell’opera proprio perchè é
colui che si rifà agli ideali del romanticismo ; egli, infatti, elabora un piano, che consiste nell’uccidere
il fratello di Victorine affinchè lei possa beneficiare del denaro, vuole far sì che Eugène sposi Victorine
per impossessarsi del suo denaro e infine ricevere una ricompensa in denaro per sè.
Vautrin ha un ruolo importante nel romanzo : egli è un tentatore,perchè induce all’immoralità, ma
allo stesso è una persona fondamentale nella formazione del giovane Eugène perchè più volte gli
illustra le regole del mondo moderno e dell’alta società e gli fa capire che per raggiungere quel tanto
aspirato mondo bisogna a volte anche correre dei rischi e opporsi alla propria morale.

L’altro personaggio è Goriot, che dà il titolo al romanzo: è un vecchio signore finito in miseria.
Arrivato alla pensione, Goriot era molto ricco, era ben vestito e aveva anche dei pezzi di argenteria
che lo rendono un partito piuttosto interessante per la signora Vouquer (abbiamo già visto che lei è
un po’ attaccata al denaro e quindi subito mette gli occhi addosso a Goriot). La signora Vouquer
inizia a farsi delle idee strane quando Goriot arriva in casa, ma non ne ricaverà niente perché queste
ricchezze di Goriot a poco a poco spariscono, poiché le figlie chiedono sempre più denaro.
Papà Goriot è l’emblema di quegli individui privi di identità soiale : egli, in passato, era un
commerciante, e dopo aver avuto una grande fortuna durante la rivoluzione, abbiamo detto,
esaudisce ogni desiderio delle figlie e ben presto queste si innalzeranno a una classe sociale più alta,
sposando uomi di alta società. Papà Goriot, intanto, resta ancorato nella sua condizionale sociale di
operario ma, quando le figlie gli prosciugheranno tutto il patrimonio e lui sarà costretto ad andare a
vivere in una pensione, l’uomo non è più né un operaio ne un possedente, quindi è un uomo senza
identità. Tutto ciò che lui sarà interessato ad essere è il padre delle due donne.
Dal fatto che l'essere padre diventi l'unica caratteristica della sua identità, tutto ruota intorno a
questo e lo porta ad avere un rapporto quasi maniacale con le figlie. Goriot conserva i capelli delle
figlie come se fossero quelli di un'amante. Allo stesso tempo, l’uomo sembra accecato dal loro
comportamento, non riesce a riconoscere quello che fanno le figlie, rifiuta di ammettere la loro
indifferenza e soprattutto il loro opportunismo; da questo possiamo capire che questo tratto che
caratterizza la sua identità, quindi questa sua figura di padre, in realtà è fallace, perché Goriot non
ha alcuna autorità sulle figlie.

Quanto a Restignac, altra figura centrale del romanzo, egli incarna la figura di una persona che ha
da imparare nella vita e questo Balzac ce lo fa capire già dal fatto che egli è uno studente. Questo
cosa vuol dire ? Che Eugène vuole imparare ma in realtà quello che lui vuole imparare non riguarda
l’università che sta frequentando ma le regole per vivere in società, cosa che imparerà a pian piano
attraverso Madame de Beauséant. Ad un certo punto Rastignac si innamora di una donna: la
contessa Anastasie de Restaud, figlia diGoriot.
La contessa aveva fama di essere una delle figure più belle di Parigi, definita cavallo purosangue.
Per Rastignac la contessa Anastasie incarnava la donna dei suoi sogni.
La descrizione della donna è basata solo sulle caratteristiche fisiche, è descritto un nuovo ideale di
donna che ha sostituito la “donna angelo”. Questa descrizione così fisica, così materialistica, diventa
l'emblema dei nuovi valori della società.
Rastignac scopre che Anastasie è figlia di Goriot e in qualche modo tutto il suo ruolo all’interno del
romanzo può essere letto come un'inchiesta condotta da Rastignac per scoprire ilmistero che avvolge
la famiglia di Goriot. Il romanzo, appunto, è un tentativo da parte di Rastignac di sapere. Anastasie
rifiuterà Rastignac ed è infastidita quando lui le parla diGoriot , ma attraverso Anastasie Rastignac
comincia a capire quali sono i meccanismi della società, perché lei è legata ad un certo Massime de
Trailles, di cui lei paga i debiti chidendo i soldi a Goriot.
Rastignac inizia poi una storia con l'altra figlia di Goriot, Delphine. Rastignac arriva a lei un po’ grazie
alla cugina Madame de Bauséant che in un certo senso lo introduce nell’alta società, sia grazie al
signor Goriot che lo avvicina alla sua fanciulla per essere, allo stesso tempo, più vicino anche lui.
Delphine conoscera Eugène in un momento di abbandono dal marito e in un momento in cui la sua
situazione economica è disastrosa ; entrambi si innamorano a prima vista e grazie ad Eugène
Delphine si riavvicina al papà. Ad un certo punto, quindi, papà Goriot aiuta la figlia Delphine a
riscattare il suo matrimonio e progettano di andare a vivere tutti e tre insieme, ma quando Goriot
viene a sapere che le condizioni economiche delle figlie sono disastrose, le sue condizioni di salute
peggiorano e inizia una vera e propria agonia che lo porta alla morte. In reatà quest’agonia è dovuta
all’assenza delle figlie che lui, sul punto di morta, invoca come se fossero acqua, infatti dice « Ho
fame, ho sete, mi brucia il cuore perchè non verranno ad alleviare la mia agonia ». Questo
avvenimento, ancora una volta, non è introdotto nell’opera lì a caso ; questa passione spropositata
che porta addirittura alla molto, è un topos tipico della letteratura di quel tempo. Vedremo ad
esempio, la morte del Principe di Clèves e la morte di Emma Bovary.
Un elemento che desta particolare attenzione in questo momento della storia è il materialismo della
vedova Vauquer, che anche dinanzi alla morte resta attaccata al denaro. Infatti, quando Restignac
le chiede delle lenzuola nuove per il letto nel quale stava morendo il signor Goriot, la donna le
risponde « ma insomma, mettetevi nei miei panni. La mia pensione è tutto, è la mia vita » e quindi
chiede ad Eugène dei soldi per le lenzuola.
Il romanzo finisce che, dopo la morte di papà Goriot, Rastignac guarda Parigi dall’altro e dice « E
adesso, a noi due ! ». Anche questa frase non è un caso ; Rastignac, infatti, scopre come funziona
il mondo soprattutto grazie alle vicende del signor Goriot, quindi dopo la sua morte lui sa come
comportarsi, ha imparato tante cose da lui, quindi è pronto ad affrontare la società parigina.
Il romanzo vediamo che inizia con la descrizione della pensione mentre finisce in un luogo totalmente
agli antipodi, ovvero le alture del cimitero dalle quali egli vedeva tutta Parigi. Questo è segno della
formazione di Eugène ; egli, nel corso dell’opera vive un’esperienza di formazione e di ascensione
sociale e passa a vivere dallo strato basso della società a quello più elevato.
Rastignac rappresenta a pieno la descrizione dell’uomo medio borghese : allo stesso tempo
intelligente, sensibile e debole.

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