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LA MANDRAGOLA

In quest’opera –la Mandragola- si nota la vocazione comica dell’autore. Le fonti di ispirazioni sono
sicuramente TERENZIO, PLAUTO e BOCCACCIO.
Infatti il personaggio di Calandrino (dal Decamerone di Boccaccio) ricorda Nicia, e nella commedia
appare il tema della beffa erotica.
Ma a differenza di Boccaccio questa commedia né celebra il piacere dei sensi né l’ingegno dei
beffatori, ma constata invece che il mondo si divide in due gruppi: beffatori e beffati. Anche i
beffatori sono prigionieri del mondo meschino e piccolo delle loro vittime, e ciò riflette la crisi
stessa della politica italiana.

LA TRAMA
La mandragola è un’erba medicinale che combatte la sterilità femminile. Nicia, dottore in legge
meschino e semplice, cade nel tranello di Callimaco, innamorato di sua moglie –l’onesta Lucrezia-,
grazie anche all’aiuto di Ligurio, sensale di matrimoni. Poiché Nicia vuole avere un figlio, Ligurio lo
convince a far bere alla moglie una pozione di mandragola, avvertendolo però che la prima
persona che giacerà con Lucrezia dopo che ha preso la pozione morirà entro 8 giorni. Bisogna
dunque trovare uno sprovveduto disposto, all’insaputa del destino di morte che lo aspetta, a
morire al posto di Nicia. Costui è Callimaco. Lucrezia si presta dunque alla cosa grazie all’opera di
persuasione di sua madre e del suo confessore. Alla fine, però, deciderà di instaurare con
Callimaco una relazione duratura.
E’ interessante notare come nella commedia ogni personaggio sia definito linguisticamente. Nicia,
ad esempio, usa proverbi e modi di dire fiorentini, indicativi di una saggezza spicciola. Il confessore
di Lucrezia, invece, usa un linguaggio da chiesa ridotto ad una sorta di argomentazione
avvocatesca. Callimaco usa a sua volta il linguaggio solenne e vuoto del letterato che declama i
propri sentimenti. Ligurio, che usa l’astuzia, si compiace dell’ironia del doppio senso e Lucrezia
utilizza il linguaggio elevato della retorica. Tutti i personaggi della storia –tranne Lucrezia-
sembrano avere una nota bieca e sinistra. Nicia, ad esempio, appare subito stupido e volgare. Il
confessore, dal canto suo, usa la religione solo per arricchirsi e Callimaco è solo un inetto. Ligurio
mette la sua intelligenza a servizio di interessi mediocri e la madre di Lucrezia aiuta Callimaco nel
suo piano solo per turpe compiacenza. Altra cosa interessante è il cambiamento del personaggio di
Lucrezia, che all’inizio appare come una creatura del tutto buona, poi del tutto ed
ONERVOLMENTE cattiva, capace di adattarsi alle circostanze. Inoltre, benché respinga le ipocrisie,
essa appare spesso passiva e conformista.
Si nota in questa commedia una nota di PESSIMISMO: due personaggi spregevoli come la madre e
il confessore rappresentano due grandi istituzioni ormai corrotte: la FAMIGLIA e la CHIESA.

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