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Le Placas de Cholos
La pratica di usare vernici per scrivere e disegnare sui muri nacque prima della street art, sviluppatasi a
New York.
Il predecessore della street art è la “Cholo Graffiti”, risalente agli anni 30 del secolo scorso.
I segni che costituivano la Cholo Graffiti, inizialmente erano realizzati a pennello sui muri e servivano alle
gang come affermazione del proprio potere territoriale.
“Cholos” infatti significa cane ed è un termine dispregiativo con cui venivano chiamati i messicani
nell’America del Nord.
Le gang segnavano sui muri i propri territori di appartenenza e spesso, questi simboli, venivano cancellati
dalle gang rivali.
Nel secondo dopo guerra si svilupparono le “tag” locali, chiamate placas.
Esse avevano uno stile ben definito ed era influenzato dai caratteri gotici, come l’old english, e usava anche
dei pittogrammi che riprendevano gli ideogrammi Maya (era la cultura più antica del Messico ed era un
segno di appartenenza).
La caratteristica principale della Cholos Graffiti era il fatto che fosse considerata uno strumento di
rivendicazione collettiva e che incitava ad uno spirito di appartenenza.
Cornbread (Philadelphia)
L’arte dei graffiti o writing art divenne una forma d’arte individuale verso la fine degli anni 60.
Questo accadde quando Darryl McCray scrisse il suo nickname accompagnato da un pittogramma (ossia la
corona, per autoproclamarsi il re della strada/del quartiere).
Il suo nickname Cornbread (corn= mais, bread= pane) fa riferimento al suo periodo passato in carcere in cui
chiedeva del pane di mais (come quello che gli preparava sua nonna durante l’infanzia).
La tag di cornbread non aveva ancora una caratterizzazione estetica ma quello che conta è la sua
importanza a livello sociale.
La caratteristica principale di Cornbread era proprio l'anonimato: questo perché scrivere sui muri era
illegale e quindi aveva adottato un nickname.
Si era però creato paradosso di farsi conoscere dalla gente ma in maniera anonima.
Fashion Moda
Fashion Moda non è una galleria d’arte, bensì un’organizzazione artistica fondata nel 1978 da Stefan Eins,
Joe Lewis e William Scott.
Fashion Moda era un ambiente di collaborazione e cooperazione tra artisti e aveva sede in un ampio spazio
dedicato ad esposizioni e performance.
Fashion Moda ha giocato un ruolo significativo nell’arte degli anni ’80.
Fashion Moda, per farsi conoscere, puntò moltissimo sulla pubblicità attraverso dei volantini e cambiando
periodicamente la facciata del negozio con dei graffiti.
L’inaugurazione che precedette l’apertura fu un successo sorprendente, immediato e inaspettato
considerando il difficile impatto con il luogo.
4 anni dopo la fondazione di Fashion Moda gli artisti vennero invitati a una delle manifestazioni artistiche
mondiali più importanti: Documenta 7° edizione (Kassel, Germania).
Grazie alla crescente notorietà, Fashion Moda aprì diversi negozi nel mondo.
RAMMELLZEE
Rammellzee, il cui vero nome era Stephen Piccirello, aveva origini italiane e non si limitò alla realizzazione
di graffiti e opere, ma inventò una teoria: il Panzerismo iconoclasta o Futurismo gotico (univa il dinamismo
odierno e la cultura gotica, a cui si ispirava il grafittismo, e alla cui base vi era la volontà di riformulare la
scienza del linguaggio)
Dopo il suo esordio sui treni, Rammellzee si dedica alla scrittura su tela e su carta per poi esplorare altri
medium come la scultura, l’installazione e la performance.
Da queste nuove sperimentazioni nascono creazioni come le Letter Racers, lettere tridimensionali realizzate
con materiali di scarto e che assumevano la forma di un’arma.
Le armi erano la metafora per dire che bisognava rifondare il linguaggio per trovare spazi di libertà nella
società e da parte delle autorità.
La crew veniva vista come un gruppo di combattenti.
Il legame tra scrittori di graffiti e monaci medievali avviene attraverso il potere che deriva dalla
manipolazione del discorso per creare una realtà culturale desiderata. In epoca medievale il clero era in
grado di dominare la società attraverso la sua alfabetizzazione
Si esprimeva anche attraverso la performance, oltre che con graffiti e sculture; realizza per esse delle
armature fatte con soli oggetti di recupero.
Le sue opere erano ispirate alla fantascienza e anche queste sculture riprendevano questi temi.
Realizzava dei personaggi simili a robot e samurai con delle maschere africane.
Contenevano anche dei meccanismi semplici con sui si accendevano luci o si sparavano petardi.
A-ONE
Membro della crew di Rammellzzee.
I suoi lavori avevano caratteristiche meno guerresche e usava meno linee e prediligeva uno stile più
morbido.
FUTURA 2000
Il suo nome era ispirato al computer e alla fantascienza (con il film ritorno al futuro).
Esordisce con il bombing sui treni con un graffito parzialmente astratto → ispirato dal super computer del
film “odissea nello spazio”.
Passa ad opere fatte su supporti di recupero e insiste su temi cosmici e microcosmici (atomi e molecole).
Collabora con il gruppo punk “Clash” che rimane colpito dalla cultura pop: vengono influenzati e ingaggiano
Futura 2000 per realizzare tutto il materiale visivo relativo ai concerti [scenario, flyer, manifesti…]
Realizza un suo disco “The escapades of Futura 2000” fra cui si sentono anche i Clash.
Avviene quindi una prima fusione tra la cultura punk (dei Clash) e della cultura Hip Hop.
KENNY SCHARF
[Los Angeles, 1958] Studia alla New York School of Art con Keith Haring e rimangono poi buoni amici.
È presente un immaginario molto pop nei suoi lavori, ispirato ad Andy Warhol e c’erano anche riferimenti al
modno fantascientifico.
Oltre a realizzare dei graffiti, prendeva oggetti comuni e li decorava con segni fatti con le bombolette sprai.
JEAN-MICHEL BASQUIAT
Usa la sigla SAMO, scrivendo poi aforismi e frasi sulle mura della città per far prendere coscienza dei vari
problemi sociali e politici alla società.
Lui viveva nel'East Village e raccontava della realtà che c'era in quella zona.
Approda alla pittura e viene notato dai galleristi; il suo linguaggio è primitivista, ispirato alla cultura africana
(anche se lui non africano); utilizza molto le parole, spesso cancellandole per farle risaltare.
Realizza anche dei lavori e una mostra con Andy Warhol.
RONNIE CUTRONE
Esordisce negli anni ‘60 in veste di ballerino in uno spettacolo di Warhol e diventa il suo assistente.
Prenderà poi la vocazione artistica e lavorerà da solo.
Lui si rifaceva molto ai fumetti e spesso inseriva come elemento la bandiera americana.
Aveva un immaginario tipicamente pop (dato che era stato allievo di Warhol) e inseriva degli elementi dei
cartoni animati.