Le leggi del Dogo Jake: Club stava a indicare il fatto che eravamo un gruppo di amici. Il dogo argen tino, invece, ci trasmetteva unidea di forza, dintensit e di potenza. Pequeno: La versione rap del cobra kai. J: Esatto. Poi c il fatto che il cane, nella nostra generazione, era una roba impo rtante. Un culto. Un po come il culto del motorino. P: Il cane era una hit. Gli zarri amavano i cani. Il cane, legato con la catena, che impazziva e sradicava la panchina. Minchia, andava di brutto.
Anni 90 Tu che cazzo guardi J: Un mio vecchio, grande amico, Luchino, che appartiene al catalogo persi degli anni 90, aveva una borsettina magica, piccola cos, che si riempiva di qualsiasi dro ga e cosa, compreso il cucchiaino, perch si faceva le spade, e infatti poi andato a curarsi in comunit. Una sera nella borsa aveva solo una scatola di Plegine, ch e non sapevamo che cazzo fossero. Ne abbiamo ingoiata una, poi due, ma non succe deva nulla. Alla fine ci siamo presi tutta la scatola, nellarco di otto, nove ore . Pensavamo che non ci stessero facendo effetto, non ce ne rendevamo conto, ma i n realt eravamo straimpizzati e anfetaminici. Decidiamo di andare a comprare le p aglie. Cammina cammina, da parco Solari sarriva in via Legnano. Erano le quattro, le cinque del mattino. Quando torniamo, troviamo in corso Garibaldi il gruppo d egli unti, cos li chiamavamo, che era una banda che terrorizzava la Milano bene. E insomma questi, pieni di bamba, erano andati al Planet e l avevano litigato con d ei tipi, si erano presi a botte, poi al ritorno avevano rubato una macchina e co n la macchina erano finiti dentro la vetrina di un mobilificio, con lintenzione d i fottersi la cassa. La cassa non lavevano trovata e allora si erano tolti i pant aloni e si erano messi a farla proprio l, sui tavolini in vendita del mobilificio . Questo ce lhanno raccontato alle cinque del mattino, in corso Garibaldi, gridan do di brutto perch stavano chiamando qualcuno alla finestra per farsi lanciare un paio di chiavi. Poi siamo andati a casa, ci sono scese le Plegine e siamo prati camente morti per tre giorni P: e questi erano gli anni 90, che abbiamo vissuto sempre in giro e per strada.
J: La strada, per i Dogo, e frequenta e che vive la n ha mai significato, per rfettamente i meccanismi, asti a contatto per molto
ha sempre significato essere gente di strada. Gente ch strada. E al di l di ogni fraintendimento, la strada no noi, essere rapinatori o spacciatori. Ne conosciamo pe la psicologia, leconomia, lo spaccio, perch ci siamo rim tempo. Tutto qua.
C chi canta la strada, come noi, e c chi fa fino in fondo la vita della strada, come gli spacciatori e i rapinatori. Noi facciamo un altro mestiere: facciamo rap. P: Di certo, se nella mia vita non avessi attraversato una grande variet di esper ienze, se non avessi frequentato una miriade di ambienti sociali, a partire dall a strada, sarei unaltra persona. Una persona non necessariamente migliore. J: Pensando a quello che facciamo con il rap, mi viene spontaneo un paragone. Mi spiego: i Dogo, secondo me, fanno lo stesso lavoro dei cronisti di guerra. Un c ronista va nelle zone calde, si guarda intorno, elabora ci che vede e scrive un p ezzo, un reportage. Allo stesso modo, noi raccontiamo il nostro mondo, la strada , che il posto dove siamo cresciuti. P: Ed un mondo che nel tempo si molto trasformato. Se ripenso agli anni 90, mi re ndo conto che la strada, le piazze, sono proprio cambiate. Cerano parco Sempione, piazza Vetra, e un sacco di altre situazioni che sono scomparse. Luoghi di aggr egazione sociale e disgregazione mentale. La citt era diversa, erano altri tempi. In Sempione vedevi muoversi un magma dove si trovavano un po tutti i tipi di gen te: dai pettinati agli zarri, fino ai writer. Abbiamo vissuto da testimoni il pa ssaggio al cellulare e a Internet, che di fatto ha svuotato le piazze. La nostra stata davvero lultima generazione analogica. J: Le differenze tra un gruppo e laltro, allepoca, erano molto pi marcate. P: Oggi regna un crossover culturale che da una parte un bene, una vera figata, dallaltra ha contribuito ad annacquare le identit. Un processo di contaminazione, di cancellazione dei confini, che si verificato anche nella musica. Allepoca, inv ece, cerano proprio delle trib, con dei tratti molto accentuati. Punk, metallari, rapper, writer. Oggi si sono mixati gli elementi, tra un gruppo e laltro. Nel fut uro ci saranno le etnie, al posto delle bande. J: Gi oggi le etnie tendono a far gruppo a s: gli arabi stanno con gli arabi, i fi lippini con i filippini, i latinos con i latinos, i cinesi con i cinesi. P: Magari tra cinque o sei anni, a seconda di come funzioner lintegrazione nelle s cuole, le cose cambieranno J: Io resto un po scettico al riguardo. Se non si riusciva prima, quando andavo a scuola io, a mettere insieme uno della Barona e uno di Corsico, voglio vedere a desso P: Per io noto in giro compagnie di ragazzini italiani, dove c anche il nero, larabo . Poi lintegrazione, il melting pot, sar tutto da vedere, chiaro, perch stiamo parl ando di soggetti belli dissociati, problematici Anche per via di questo elemento etnico, un panorama sociale e giovanile molto diverso da quello della nostra ado lescenza, quando ancora cerano i punk, gli alternativi, i rapper. Mi ricordo dell e grandi risse, tra un gruppo e laltro. Cerano delle scorribande, la citt era pi ana rchica, di fatto. J: Allora, principalmente, si andava al parco per il fumo. Si faceva la colletta per fumare, quindi cera tutta questa gente che si faceva i cilum: cilum di micce tte, di mango, di canditi, cilum di erba del parco, e i poveretti collavano, fum avano, e non dicevano niente senn si prendevano i calci nel culo. Facevamo questi
gran colli di cilum, poi dopo, tutti fatti, sandava alla collinetta. In cima all a collinetta prendevi il pi babbo, lo afferravi per le mani e le braccia, un altr o lo prendeva per i piedi, e poi boom!!!, lo buttavamo gi dalla collinetta P: Poi cera il business dei motorini, e perch? Perch il motorino era il vero centro del mondo. Di conseguenza cera un lavoro di furto pazzesco, con la caccia agli u ltimi modelli, che poi erano lo Zx, il Cub. Tanti facevano quello di mestiere, s istematicamente. Cerano quei metodi abbastanza classici, tipo quello che ti chied eva di farsi un giro sul tuo motorino, Fammi fare un giro, di. Allora si faceva un giro, due giri, tre giri e poi ciao, scompariva per sempre. Mi ricordo che si fa cevano anche le cacce alluomo. Praticamente, si prendevano degli sfigati e gli si dava un vantaggio, e cos vedevi questi pazzi che correvano a zigzag per il parco , inseguiti da un mucchio di persone. Se il tipo si liberava, se riusciva a scap pare, cerano dei soldi in palio. Di norma, per, veniva sempre catturato e allora g li si facevano delle bruciature con le sigarette e qualcuno gli passava sopra co n il motorino. Era proprio una situazione, come dire, medioevale. J: Ricordo una rissa devastante tra i punk, gli alterna, quelli che facevano i gio colieri con il diablo, che li avrei ammazzati tutti. Insomma, erano quelli l, in gran quantit dietro la collinetta, e poi cerano i tarri. Si era gi formato un certo mix, in realt, tra i cattivi di buona famiglia e i tarri quelli veri. Stavano al la Triennale. Un giorno successe un disastro, si diedero un sacco di botte e in pi quegli zarri, che erano pieni di pitbull, gli avevano aizzato contro i cani. L i avevano sfondati. P: Cerano dei tipi, degli elementi, che erano davvero da film, che esprimevano un a cattiveria e un livello di anarchia incredibile. J: In Triennale cera il mischione, poi cerano gli alternativi, i marocchini che gi ocavano a basket, quelli che giocavano a frisbee, nel pratone, cui non fregava u n cazzo di niente e magari si prendevano qualche schiaffo da un megabalordo di p assaggio. Per ogni zona del parco cera sempre una questione, un problema. Allepoca in parco Sempione neppure cerano le sbarre. P: A differenza di oggi, quelli erano decisamente gli anni degli schiaffi. Si da vano e si prendevano. Non potevi mica tanto fare il coglione. Cera certa gente in giro, tipo Mimmo Terremoto, Ken Shiro. Hai presente Ken Shiro, quando va a depr edare il villaggio? Personalit allo sbando, che venivano da fuori. Prendevano il motorino di uno e andavano a disfare tutto. J: Quellepoca abbastanza tramontata, anche a causa del fatto che non ci sono pi le piazze. P: Adesso molti zarri se ne stanno nellandrone del palazzo. Scendono e stanno sot to il palazzo, spacciano, fanno tutte le robe l. Poi ogni tanto escono e vanno in discoteca allOld Fashion. J: Se volevi andarti a fumare un lotto con un tuo amico, non potevi chiamarlo co s, allimprovviso, dato che il telefonino non ce lavevi, ed era ancora qualcosa di m olto raro e costoso. Insomma, era molto pi difficile comunicare, mettersi daccordo , darsi un appuntamento. Per sapevi che dalle tre in poi, se volevi beccare qualc uno, potevi andare in Triennale. P: Era un mondo tutto da scoprire, in un certo senso. J: Ed era un mondo in cui ci si menava di brutto. Te ne racconto una. Ci sono due tipi, due tipi che io conoscevo, che un giorno, praticamente, si trovano a passare per questa piazza di truzzi, e la attraversan o un po con quello spirito anni 90, e cio: io guardo brutto te e tu guardi brutto m
e. Il famoso Tu che cazzo guardi. Insomma, c questo gioco di sguardi cattivo e allor a quelli della piazza, che sono sei, sette, gli tirano un bottiglia. Dopodich sch iaffi, botte, violenza, e si rubano il cappellino. Et media 22, 23 anni. Neanche giovanissimi. Insomma, si rubano il cappellino e succede un pandemonio. Della cosa vengo informato in tempo reale da un tipo, uno che a sua volta era am ico di quelli che si stavano menando in piazza. Allepoca ero abbastanza un perdit empo, per cui senza starci troppo a pensare salgo sul motorino e vado. Quando ar rivo vedo che confluita un sacco di gente del circondario. Si sono chiamati luno con laltro, in qualche modo, e sono arrivati sul posto. P: S, la gente stava in giro. Magari arrivava la voce in un bar e tutti partivano allistante in motorino. J: Esatto, e insomma, in quella piazza l, ricordo che tutti si davano le mazzate, senza neppure saperne il motivo. Un disastro di mazzate, finch la rissa, per rag ioni intricatissime legate al cappellino, a chi ha tirato la bottigliata ecceter a, si trasferisce addirittura in San Babila, al Madame Claude. P: Nota discoteca di pettinati. J: E anche l, botte della madonna. Dopo ce ne andiamo alla sala giochi, perch tra laltro non bisogna dimenticare che, allepoca, non esisteva la Play-Station. Alla s ala giochi c il terzo tempo della rissa, che a questo punto si trascinata per mezz a citt e lungo tutta la giornata. Ti vengono a ricercare per picchiarti, una roba che non finisce pi. Nellarco di una giornata ti sei picchiato cinque, sei volte, e alla fine, quando sono le otto di sera, arriva il pi cattivo di tutti, come il mostro finale allultimo quadro dei videogiochi. quello pesante, che arriva dalla tal zona. P: Arriva quello che fa brutto, da un posto che fa brutto, insomma: non un cogli oncello. J: S, quello famoso, che ha un nome, unaura che si porta dietro, su cui circolano tot leggende. Lo chiamiamo e lui arriva con la Regata e soprattutto con il fucil e dentro la Regata. P: Minchia J: Fa vedere il fucile, lo tira fuori dalla macchina, e allora i tipi chiedono s cusa e se ne vanno. P: I motivi, i meccanismi che facevano scatenare queste guerre, erano sempre mol to futili, un po alla film di Van Damme, del tipo: Tu che cazzo guardi. Il Tu che ca zzo guardi, ecco, era proprio la chiave di tutto, la chiave degli anni 90. Gli anni 90 sono stati anche lepoca dello status symbol, che veniva vissuto in mod o molto sofferto. una cosa che mi ha riguardato, specialmente da piccolo. Venivo da una famiglia del ceto medio, quindi non potevo avere tutto quello che mi pia ceva. Premesso che non mi mancava nulla, soffrivo perch non potevo comprarmi tutt e quelle cose che avevano i pettinati veri. Io, per esempio, abitavo in centro a Milano, ma si capiva che non ero un vero ricco. La cosa mi faceva star male e v edevo che anche tanta altra gente soffriva, per le stesse ragioni e con tutta un a serie di conseguenze. Cerano degli status symbol classici, tipo la polo Ralph L auren, i motorini. E comunque la gente voleva scavallare. Rispetto a ora, in que gli anni a Milano cera unesplosione pazzesca del liberismo dello spaccio, in cui ce rano vari tipi di fumo e tutti spacciavano. Era effettivamente una questione cen trale. J: La cocaina oggi ha la stessa diffusione, la stessa identica facilit di accesso
che aveva il fumo una volta. La coca, a quel tempo, rappresentava abbastanza une ccezione. Quando vedevi un impizzone, uno che pippava tanto, pensavi: Oh, guarda questo come scoppiato, oppure: Minchia, quello si che pericoloso! Adesso i bambini di 17 anni si pigliano la bamba e si sfondano, mentre si fuma molto meno. Qualche giorno fa mi capitato di passare la serata con mio nipote e i suoi amici . A un certo punto mi fanno: Oh, vogliamo farci una canna. Ma tu sai dove andare a prendere il fumo? Eh no, non lo so. Era mezzanotte. Nel 1994, a mezzanotte, and avo in piazza Vetra e mi assalivano per vendermi il fumo. P: A quei tempi, chi pi chi meno, tutti smazzavano il fumo. J: Si spacciava il fumo perch quella era la droga di maggior consumo, per cui tut ti si ritrovavano per farsi le canne, i lotti, e cera la rincorsa al fumo pi buono . P: Chiaro. Cera una cultura del fumare. J: La qualit non era appannaggio esclusivo della malavita. P: Spesso il fumo migliore era quello che un tuo amico, o lamico dellamico, si por tava incellophanato nello stomaco di ritorno da un viaggio a Tarifa, o dal Maroc co, e poi se lo cagava. J: Cerano anche delle piazze borghesi: Guastalla, San Celso. Dove poi si diventav a degli spacciatori a tutti gli effetti. P: Tutti, bene o male, ci trovavamo allinterno di quel cerchio. J: Andavi, prendevi il fumo a tuo rischio e pericolo, ma poi era tutto guadagno. Allepoca costava 20.000 lire a lotto. P: Nello stesso periodo, parallelamente, ci fu il boom dei canapai. Ricordo un episodio incredibile: a un amico, un giorno, venne regalato un baratt olo di olio di charas. Lo accompagnai in Sempione, dove si mise a vendere questo olio. Si form una fila pazzesca, come a un concerto degli U2, una fila a S che p artiva dal fondo dei campi da basket. I tipi arrivavano, pucciavano la paglia ne llolio e se ne andavano. Tiravi su milioni di lire al giorno. E ricordo anche, in quel periodo, che ho fumato un lotto che era quello che mi ha fatto di pi in tut ta la mia vita. Cilum di olio. Il cilum, tra laltro, un fenomeno molto milanese. Non so se a Roma sia stato altrettanto diffuso. J: Magari i cilum no, ma grandi canne s. Se andavi a Tarifa, oltre a milanesi, na poletani, trovavi una cifra di romani. E se ti piaceva farti le canne di brutto, a Tarifa trovavi tutto quello che volevi: caramello, charas, nero, afgano. Ovvi amente, se eri uno che a livello di fumo non sapeva un cazzo di niente, funziona va come a livello di cinema: se tu guardi solo film dazione, conosci solo i film dazione. Cos, scendevi e ti compravi giusto il cioccolato, al massimo il marocchin o. P: Oggi c una situazione molto diversa rispetto a un tempo: il malandrino, il capo , il pi grosso, insomma il numero uno, uno di cui avere paura. J: Vabb, anche prima cera linnominabile. Tutti sapevano chi fosse e tutti dicevano di essere suoi cugini. Sembrava che tutti fossero parenti di questo. Per, noi era vamo meno smaliziati. Era tutta una favolona e sapevi che linnominabile era uno c he faceva brutto, per cui ti regolavi e sapevi quando dovevi lasciar perdere. No i eravamo tra i tanti che frequentavano il parco o la piazza, ma sapevamo che qu ello faceva una vita diversa, che era un malavitoso pesante.
P: Poi cera chi provava a salire, i classici tentativi di escalation alla Scarfac e. P: Per il mito di fare la scalata cera. Eccome. Cera di brutto. Ricordo un sacco di gente che aveva il sogno, proprio alla Scarface, di arrivare a un livello oltre, di superare tutti. J: Si stava diffondendo la cocaina. Certo, ce nera di meno e costava di pi. Ma mol ti iniziavano gi ad andare fuori di testa. P: Dentro tutto questo marasma, ci sono le storie di quelli che si sono persi J: a, a, la tipo un mio amico, che veniva da una famiglia normale, quasi una buona famigli che viveva in centrissimo a Milano. Solo che questo tizio era un po testa cald non un pazzo fuori controllo, intendiamoci, per sai, quando inizi a pippare al grande e cominci ad avere bisogno di 150, 300.000 lire al giorno
P: s, scleri di brutto. Eppure cera sempre questa distinzione tra chi usava quantit anche consistenti di cocaina e i vecchi eroinomani, i robbosi. Come se i cocaino mani non avessero un vero problema di dipendenza. J: Oggi c un ritorno delleroina, per senza una vera consapevolezza del rischio, anch e perch viene fumata. La nostra generazione ha visto gli ultimi scheletri delleroi na. Essendo nato nel 79, ho fatto in tempo a vedermi gli anni 80, e ricordo che in quellepoca cerano in giro dei mostri, emarginati dalla societ. Ricordo quando anda vo a spasso con mio padre, da piccolo, e li incontravo, i famosissimi tossicodip endenti. Erano veramente brutti, malati, e vedendoli capivi che quella roba l era una merda. Era ancora quella generazione che aveva iniziato senza sapere dove s arebbe andata a finire, senza cognizione del rischio. Cerano entrati dentro, pens ando che fosse chiss quale figata. Io li ho visti quando erano alla fine, quando erano sfondati dallero. Di conseguenza, ero consapevole di come ti combinava leroi na. Per tutto il decennio in cui da adolescente sono diventato adulto, nessuno s i fatto di eroina, perch tutti avevano visto quelli l, sapevano come sarebbero div entati se avessero toccato la roba. Invece, i ragazzi che hanno 10, 15 anni meno di me, quella gente l, quella rovinata dalleroina, non lhanno mai vista. Hanno con osciuto soltanto noi, che siamo belli come il sole. P: E infatti, oggi leroina tornata, proprio perch non c consapevolezza del rischio e della bruttura che comporta. Questi si pippano leroina, se la fumano, pensano si a una figata, ma la verit che non hanno mai visto un eroinomane, non lo sanno com e andr a finire. J: I vecchi eroinomani sono scomparsi un po come sono scomparse le piazze, che se conde me, una mia teoria, sono sparite per via della PlayStation, del telefonino e di Internet. P: Centra anche la politica, per. Da quando c la destra al potere, a poco a poco han no cominciato a chiudere questo, quellaltro posto, hanno messo le telecamere. Di conseguenza la gente se ne sta in casa. A Barcellona, invece, la gente esce, anc he se ha Facebook in casa. J: Anche la PlayStation ragames. Adesso, con la ghe e resti blindato in a piazza del quartiere, tomila famiglie. non cera e di conseguenza si andava in sala giochi, allAst PlayStation, inviti un amico, fumi i lotti, ti fai le ri casa. Gli adolescenti di oggi, magari, vanno giusto nell quella sotto casa, sotto quel palazzo dove vivono trecen
ra tutto pi selvaggio. Noi stessi eravamo pi selvaggi. Mi sale un po di nostalgia, al pensiero, per la magia di quei tempi. Per le storie damore. Era figo quando ti piaceva una ragazza, che magari apparteneva a unaltra compagnia, scambiarsi dei segnali, degli sguardi. J: Uscire, poi, in un certo senso, rappresentava unoccasione. La possibilit di gua rdare oltre i tuoi confini. Su centomila ignoranti, che vengono veramente dalla strada, ce ne sono cinque che vanno fuori, danno unocchiata e si accorgono che fo rse c vita oltre il palazzo e il quartiere. Personalmente, ho bazzicato dei posti tremendi, ho frequentato gente che veniva da certe zone e me li sono portati die tro al cinema, cio in una situazione che a loro non sarebbe mai venuta in mente, cui non erano abituati. Non voglio dire che si siano evoluti, per hanno avuto locc asione di vedere anche altre robe. Funziona come nel caso dei cani arrabbiati. S e hai un rottweiler e lo porti fuori, al parco, lo fai stare con gli altri cani, il tuo cane imparer a giocare, anche se rester sempre un po pi aggressivo. Se invec e lo tieni sempre in casa, appena esce e vede un altro cane lo ammazza. Ecco, se tu questi li tieni sempre chiusi nel cortile del palazzo, perch non c un cazzo da fare, perch gli hanno fatto i cinema multisala come in America, i centri commerci ali come il Fiordaliso a Rozzano, quelli non vanno pi da nessuna parte. P: Pensa al Bicocca Village o a quello che hanno tirato su ad Assago. Sono posti orrendi. Dentro ci sono i negozi, il cinema, la sala giochi, il bowling. Sono c ase popolari in versione divertimento. Si ficcano tutti l dentro, ci perdono inte re giornate. Non vai pi da nessunaltra parte, perch vivi in funzione del comprare, consumare e tornartene a casa. J: Poi magari al venerd sera escono, entrano allOld Fashion e al primo che capita gli fanno: Tu che cazzo guardi. P: Oggi i giovani sono ignoranti. Non sanno niente di niente. Invece noi, come d ici tu, non eravamo totalmente dei balordi, perch comunque avevamo una serie dinte ressi. J: Gli scambi umani, spesso, seguivano una specie di parabola, di evoluzione. Pr ima, magari, conoscevi uno, ci fumavi insieme trenta canne, ti ci pigliavi pure a schiaffi, sempre per il famoso Cazzo guardi, Cazzo vuoi, Cazzo ridi, tu di dove sei ?, per poi lo rivedevi il giorno dopo, un altro giorno ancora, e alla fine ci dive ntavi amico. Grazie a lui scoprivi delle cose e viceversa. Scoprivi, per esempio , che nelle case popolari esistevano garage con trecento macchine smontate e tu potevi andare e sceglierti un pezzo per il motorino. Lui, invece, scopriva il ci nema, che esistevano film bellissimi, capolavori che riuscivano a parlare anche a lui. Cera uno scambio, uscivi da quello che era il recinto della tua vita. Ades so questi vanno su Internet, scopano su Internet. Magari si mettono insieme e si mollano senza essersi mai visti. P: Anche dal punto di vista banalmente estetico, si vedono fenomeni che prima no n cerano, tipo uomini che si truccano e si fanno le sopracciglia. Sono cambiati i modelli, anche per colpa della televisione. J: Basta pensare a Uomini e Donne. P: Noi avevamo le tessere della videoteca, prima che arrivasse Blockbuster, e an davamo ad affittarci le cassette, oppure andavamo nei negozi a cercarci i fumett i. Insomma, avevamo anche questo aspetto, che coltivavamo e che ci ha permesso d i diventare dei cantanti e non qualcosaltro. J: Gli altri, invece, o sono tutti morti o gente finita male, che c rimasta sotto. come se fossimo dei reduci, in un certo senso. P: Mdma, ketamina. Rispetto alle droghe che si consumavano un tempo, sono un po p
i blande, ma per certi versi pi brutte. Allepoca giravano i trip, lLsd. La gente ci rimaneva sotto con il cervello. Diventava scema. J: Anche con la Tv ci resti sotto, specie con quella che circola oggi: il GF, Uo mini e Donne davvero una gran merda. P: Il modello culturale dei giovani, di un ignorante tipo, il palestrato con le sopracciglia rifatte, che si atteggia a Tony Montana e parla il dialetto. Marcar e linflessione meridionale un modo per far paura, per fare brutto. Tutti mezzi fascisti, tra laltro. Spesso mi faccio dei giri sui profili di Facebo ok e sotto orientamento politico leggo sempre fascista, nazista, e poi gente che ha le foto di Mussolini, giusto per fare brutto. J: Perch richiama unidea di forza e violenza. P: I discorsi di Mussolini sono lapplicazione pi scaricata con liPhone. J: Anche ai nostri tempi, comunque, esistevano i nazi. P: Per, come si diceva prima, parliamo di un tempo in cui esistevano le trib, un t empo in cui i confini tra un gruppo e laltro erano marcati. Cerano identit, apparte nenza. Adesso non riesci a capire perch il tale si dichiara fascista. Non voglio fare discorsi da vecchio, da nostalgico, ma i giovani oggi non sanno proprio un cazzo, non hanno mai visto Nightmare, non conoscono la musica, i dischi classici dellepoca. La televisione stata unonda che ha spazzato via tutto. J: Il pomeriggio uscivi, non stavi a guardarti Uomini e Donne. P: Uscivi e andavi a guardare i Cd in un negozio, per esempio. Andavi al parco, nelle piazze. Adesso, dove cazzo vai? J: A me viene la paranoia quando devo uscire il pomeriggio. P: In giro cerano le tipe pi desiderate, le fighette, i miti. J: Sono stati anni di sperimentazione, che hanno cambiato delle cose. Non erano anni di rivolta, chiaro, per ecco, possiamo dire che sono stati anni di speriment azione, anche soltanto a livello di droghe. P: Quando ci si trovava in piazza si diceva: Guarda che fumo ho, si attacca alla plastica perch troppo cremoso. troooppo buono! Oppure: Minchia, che giacca hai!, una giacca che magari era stata scavallata, visto che noi approfittavamo delle occu pazioni nelle scuole per rubare le giacche. O si andava in discoteca e si usciva con la giacca di un altro. J: Per quel che riguarda la nostra musica, in quegli anni l che venuto fuori, che si formato il rap pi figo. P: E i Dogo sono nati nelle piazze, assolutamente. A te ti vedevo quando ti mena vi e facevi il writer. S, perch quelli che facevano i graffiti formavano delle spe cie di gang, luna in lotta contro laltra per il controllo del territorio. Una volt a al parco Sempione mi ricordo cera uno seduto in un cerchio, arriva un altro wri ter da dietro e gli d un pugno sulla nuca. Robe di graffiti, pensa te. Comunque c i siamo conosciuti in quel contesto, e poi soprattutto ci incontravamo alle fest e. J: Alle feste ci simbucava. Funzionava cos: un ricco faceva una festa e lo diceva
ai suoi amici. I suoi amici, che erano delle merde, lo dicevano ad altri amici e prima o poi la voce arrivava allamico sbagliato. Lamico sbagliato si presentava c on quaranta persone, entrava e ti sfondava la casa, rubava tutto quello che pote va, ti svuotava il frigo e si scopava tutte le tue amiche, perch alle tue amiche piacevano quelli che spaccavano tutto. P: Cera un sacco di elettricit. J: Per c da dire che si scopava meno di adesso. P: Era pi dura scopare. J: Adesso i ragazzini chiavano di brutto. P: Le feste pi fighe erano quelle nelle case bene, dove si creava una commistione tra truzzi e gente di altre classi sociali. A volte cera un mare di gente. J: Magari succedeva che andavi e spaccavi tutto e la volta dopo ti rinvitavano P: s, per assegnarti una specie di servizio dordine, informale, perch controllassi l a tua gang e che tutti gli altri non facessero casino. J: Mi ricordo una festa in viale Papiniano, di fianco allEsselunga, in cui tiraro no gi tutto dalla finestra, tutta la casa gi dalla finestra. Da tanta, troppa gent e che cera, non si riusciva a oltrepassare landrone delle scale. Infatti, alle fes te spesso succedeva che la gente si raggruppasse anche sotto casa. P: Cera Luca La Mina, una specie di pazzo, un Henry Rollins metallaro. J: Ci sono andato in vacanza, con Luca La Mina. Un pazzo vero. Lho aggiunto laltro giorno su Facebook. P: Luca La Mina e un suo socio, a una festa, tirarono gi un divano di pelle, lung hissimo, dal quinto piano. P: Cero anchio a quella festa l. J: Avevamo infilato i pomodori dentro la ventola. P: Altre volte si chiamava il 144 e si lasciava la cornetta aperta per ore. J: Un altro scherzo era quello di telefonare per ordinare le pizze. Tipo quarant a pizze allindirizzo di qualche amico babbo. P: Una volta, dalle parti di piazza Vetra, ci siamo infilati in una specie di to ga party. Siamo saliti J: e abbiamo preso a schiaffi tutti. P: siamo saliti, c stato un malinteso ed successo un disastro J: s, ricordo che stavo montando le scale e cera uno che scendeva a gambero tirando cento pugni in faccia a tutti P: mi sembra che avesse in mano un lucchettone da Booster J: no, zio, aveva il sampietrino in mano, me lo ricordo P: vero, il sampietrino e insomma, siamo dovuti fuggire nel parchetto, di notte, b
ello Che disastro, quante distruzioni La nostra era una generazione che guardava film come Codice Magnum, le robe con Jean-Claude Van Damme. Oggi c Harry Potter, e nei film non muore pi nessuno perch ci sono gli effetti speciali. Mi piacerebbe farci un pezzo su Van Damme. J: Facciamolo. P: La sua storia da Bruxelles a Hollywood. J: Con tutti gli aneddoti. P: Un capitolo a parte delle feste era quello dei diciottesimi di gente importan te. Io lo smoking non ce lavevo, e non ne affittavo uno soltanto per andare a una fes ta. Arrivavo combinato un po cos, con i pantaloni di mio padre, in mezzo ai dameri ni veri. Questo un ricordo anche agrodolce, se vuoi. Poi cera gente che andava co n il vestito, tipo te J: o anche solo con la camicia P: o in qualche modo ci sinventava lo smoking. Sono finito al compleanno di una fi glia di un miliardario. J: io una volta in un castello, un castello con gli ascensori P: Mi ricordo di una villa sul lago, dove successe un degenero. Io allepoca ero i n un periodo di transizione. Frequentavo il Magenta, dove si spacciava e conflui vano sia zarri sia pettinati. Dal Magenta ci simbucava per feste importanti, tipo questa sul lago, dove una, con i tacchi, aveva spaccato la testa di unamica dell a festeggiata. Io non ci sono mai stato, ma pare che le feste pi favolose fossero quelle del figlio di un petroliere. Per andare si organizzavano dei ritrovi, ti po: tutti in Cadorna alle dieci. E poi arrivati l, anche approfittando del fatto che il figlio del petroliere era un buono, spaccavano tutto. In queste situazion i era bello perch vedevi le vere fighe, quelle che ci pensavi e ti facevi le segh e a scuola. Io ero pi concentrato sui cilum, sullo sballo in generale J: e arrivavi a casa svenuto P: Tu le guardavi, quelle tipe, e sognavi, perch massimo massimo ci scappava una limonata. A queste feste sincontrava davvero la gente ricca, veramente ma veramen te snob. Anche a scuola mia cerano conti, duca eccetera, e quando li rincontro og gi mi accorgo che fanno finta di non riconoscermi o mi fanno complimenti di circ ostanza sul successo, sulla musica. Da queste differenze, che percepisci a pelle , da queste dinamiche, sviluppi un senso di appartenenza che ti accompagna per t utta la vita. J: Io sono sempre andato a scuola con zarri pazzeschi P: Io invece ho incontrato anche quel tipo di gente, i rampolli. Un paio danni fa sono finito a una festa privata, in SantAmbrogio, e l ho ribeccato persone che no n vedevo da nove anni. Ho rivisto certe figlie di, mezze pastigliomani, che cont inuavano a far finta di non conoscermi. Sono questioni che hanno a che fare con le classi sociali, ma anche con come tu sei fatto. J: Comunque, ai tempi, ovviamente, non cerano soltanto le feste. S, cera il party d el babbo dove andare e spaccare tutto, ma poi cerano la piazza, il bar figo dove
sapevi che potevi incontrare le tipe, e poi varie situazioni, moltissime a livel lo di dance: il Mazoom, per esempio, i centri sociali come La Pergola. E poi i r ave al parco, la notte. Non ci siamo fatti mancare niente. P: In quel periodo andavo ancora a scuola, dove cera unimprenditoria individuale d ella droga fortissima. Tutti che vendevano J: nellintervallo tutti ai cessi a smerciare. P: La sera, invece di studiare, di ripassare la lezione, passavo il tempo a fare le palline di fumo. Ricordo che cera anche gente con le panette, a scuola. Nellin tervallo ero capace di fumarmi due cilum. In mezzo a tanti babbi, cerano anche un bel po di personaggi da film, persone che alla fine sono diventate amici. Cera qu esto tipo basso ma fortissimo, un piccolo Hulk che fin da ragazzino spacciava e aveva una sua indipendenza economica. Ora cresciuto, e fa il suo businnes. Facev a due, trecento flessioni. Una volta ha sradicato un lavandino. Unaltra ha spacca to il parabrezza di uno scooter. Aveva una forza pazzesca. J: S, lo conosco. Una volta impazzito, tipo indemoniato P: davanti a un famoso bar di Milano. Si era piegato su se stesso, poi si era mes so per terra tipo verme, faceva dei movimenti innaturali. Lhanno portato via in a mbulanza, gli hanno messo tipo la camicia di forza, dopo mille lotte, e allospeda le la situazione degenerata. Hulk ha cominciato a delirare, a millantare di esse re figlio del presidente della Nasa, poi schizzato in sala dattesa, dove cerano de lle vecchie sedute alle quali diceva: Lei molto attraente, a fare delle avance, in somma, cose cos. Poi lhanno sedato. J: Se facessimo un film, lui sarebbe uno dei protagonisti. P: Hulk era un mostro, un pazzo. In vacanza a Ibiza dei catalani lhanno massacrat o, ma lui reggeva sempre, anche se era piccolo, assorbiva tutto. Per un capodann o and a Berlino da solo, e dopo essere stato rimbalzato al Ministry, fin in un loc ale di troie, dove si rifiut di pagare, apr un estintore e cominci a schiumare tutt o intorno. Ad Amsterdam scappato da un locale mezzo nudo, con le Nike in mano, p erch un nero gigante gli stava dando la caccia con un pitbull. J: E poi cerano le occupazioni, a scuola P: che erano unopportunit di degenero, per rubare e spaccare random. Cerano gi certi oggetti del desiderio, tipo le giacche Carharrt, e le occupazioni erano unoccasione per fottere a man bassa. Noi allora sandava al muretto. Un gruppo di ragazzini del Berchet vennero picchiati da gente pi grande e andaron o a raccontare la cosa al muretto. Si mobilitarono Enzone e altri tamarri pi gran di che organizzarono una spedizione al Berchet per fare vendetta. La cosa divert ente che fin sul giornale e scrissero frasi tipo: Terrore al Berchet, maniaco para militare. E poi: Alcuni studenti terrorizzati riescono fortunatamente a raggiunger e i servizi e a chiamare i genitori. Il maniaco paramilitare era Enzone, che infa tti al tempo girava sempre con un paio di pantaloni mimetici, stile Wu-Tang Clan . Dopo un po, nella mia scuola, un liceo classico, cominciarono a circolare gli s birri con i cani. J: Il tipico modo per nascondere il fumo, se cerano i cani, era avvolgerlo dentro una stagnola e poi infilarlo nella bottiglia dello shampoo. Anche se cerano fumi tipo charas e caramello che puzzavano di brutto. P: Mi ricordo di estorsioni pesantissime.
J: Cera lo scavallo. P: S, gente che si appostava fuori della scuola, per questioni di crediti di fumo , e che pretendeva di venir ripagata con le polo Ralph Lauren, per esempio, o co n un paio di occhiali. Domani mi porti due polo, domani mi porti gli occhiali. Di scene cos ne ho viste tante. Quelli che potevano cambiavano scuola, per liberarsi dallincubo e dalla persecuzione. J: Da bambino sono sempre stato bravissimo a scuola. Imparare mi piaceva, di bru tto. Per, ecco, sono sempre stato un disgraziato. Ho sempre fatto disperare tutti , anche se in classe andavo e minteressavo alle cose. Al Santa Marta, la scuola c he frequentavo, per un periodo ci proibirono le gite. Tutta colpa di questo mio amico, Simone, che ora fa il buttafuori, e gi a 14 anni era uno e novanta, due bi cipiti cos, un mezzo naziskin. Con lui mi divertivo a sputazzare dalla finestra d i classe. Un giorno, per effetto di un nostro sputo, una signora in bicicletta, per schivare lo sputo, cadde. Dopo un po arriv il preside in classe: Chi stato? Se non mi dite chi stato, fine delle gite di classe, fine di tutto. Nessuno parl, per ch cera unomert pazzesca e anche perch la nostra classe sembrava quella di un riforma torio, una roba da Mery per sempre, tutti ripetenti o quasi. Da quel momento non siamo mai pi usciti dalla scuola, zero gite, niente di niente. P: Un personaggio ricorrente di quellepoca, un simbolo del disagio, era quello ch e si presentava il primo giorno di lezioni dopodich spariva, non si ripresentava pi. Nei primi anni 90 in giro era pieno di psicoconfusi, gente pluriripetente che spacciava il fumo, e veniva a scuola con la stessa macchina che allepoca aveva JAx, e che J-Ax si era comprato con i suoi primissimi soldi. Questo per dirti la quantit di grano che si erano fatti grazie al pusheraggio. J: Nella mia classe mitologica, dovero arrivato dopo che mi avevano gi bocciato du e volte, oltre a me e Simone cera un tipo che si chiamava Balla, e che nel mezzo della lezione faceva un verso assurdo, urlando fortissimo: WhoOOOoooOOOOoooo. Quan do veniva interrogato, a qualsiasi domanda rispondeva con una bestemmia pesantis sima. Una volta il prof di storia dellarte, uno sfigato pazzesco, chiama Simone, che non sente perch aveva il walkman in testa. Il prof continua a chiamarlo e fin almente Simone, che, ribadisco, era un tizio di un metro e novanta, si toglie le cuffie. Il prof gli chiede di consegnargli il walkman, ma Simone si rifiuta, Io non ti porto un cazzo, e allora il prof si riduce a mettergli la nota sul registr o. Unaltra volta, sempre il prof di storia dellarte chiama interrogato un certo St anga, altro disadattato sociale che il secondo giorno di scuola si era menato co n Balla, con i banchi messi a ferro di cavallo tipo ring. Stanga non apre bocca e il prof gli mette due. Qualche giorno dopo lo richiama interrogato, per dargli la possibilit di recuperare, e Stanga gli fa: Ma allora, non lhai capito che il mi o nome te lo devi dimenticare? E il prof, zitto, che mette unaltra nota. Poi cerano canne in classe eccetera. P: Dopo aver fumato in bagno, tornavo in classe con gli attacchi di panico. Mi v ergognavo, tanto ero fatto, specie quando tornavo a casa per pranzo. In classe m ia cera un tale, Chicco, che un giorno venne interrogato appena rientrato dopo un cilum. Ebbe un sussulto, fece un rutto e dalla bocca usc una specie di fumo viol a, una roba da Harry Potter. Unaltra volta andai con la scuola in gita a Budapest . Mettemmo a ferro e fuoco lalbergo, dove cerano trenta classi da tutto il mondo. Una vera calamita di casini. Una sera, ubriachi, abbiamo fatto una partita di ca lcio con dei finlandesi, al terzo piano dellalbergo. Poi ci siamo menati, scattat a una mezza rissa, e sono ruzzolato gi dalle scale. Dopo ho un ricordo alla Roboc op, con della gente che mi ricuciva allospedale, tutto rotto, senza nessuno che p arlasse inglese. Allospedale sono stato due giorni e mi sembrava di viaggiare den tro una schermata di Silent Hill, il videogioco. Allaereoporto venne a prendermi mia mamma: avevo su la felpa della Carharrt, lunica cosa che mi era rimasta, tutt a zozza di sangue. Dopo mi hanno sospeso da scuola. Non mi hanno bocciato perch c omunque andavo bene, e un bel giorno mi arrivano per le 650.000 lire dellassicuraz
ione, con cui mi compro il North Face. J: io mi ricordo allItsos, durante le occupazioni, le moto nei corridoi della scuo la, stile Kaneda di Akira. Ora non pi cos Le bigiate: cera un vero culto dellAstragames ci ho vissuto l dentro. Era un posto d ove andavano tutti quelli che bigiavano, ma anche quelli che non avevano un cazz o da fare. E l si prendevano tutti a botte. Cartelle, pugni in faccia, le robe in testa alla gente P: le cinturate J: A Le Cinem poteva finire a coltellate. Anche oggi, se ti meni con lorologiaio i n corso Vercelli un conto, con lo spacciatore a Baggio un altro. P: Una cosa storica delle bigiate era lauletta in Statale. E anche le discoteche che aprivano il mattino per chi bigiava. In Statale cerano tutti i pi grattati, ch e fumavano i cilum, nessuno che studiava. J: Fuori da a. Cera un Una volta, venduto un mbio gli ha scuola mia cerano spacciatori di eroina che lavoravano per gente seri perenne via vai di tossici che portavano di tutto per avere una busta. visto con i miei occhi, uno spacciatore che aveva finito la roba, ha sacchetto di stucco grattato da un muro a un tipo, un tipo che in ca dato, udite udite, una Delta integrale.
P: Tu te lo ricordi Hash, il tunisino? J: Come no, uno che si presentava sempre bene, meglio degli altri, poi per lho cac ciato dalla piazza di San Simpliciano. P: Un giorno questo Hash si fa dare un passaggio in motorino da un mio amico, co n la promessa di regalargli quattro pezzi di bamba. Arrivano a Loreto, Tu vai ava nti, avanti, continua, ti dico io quando fermare, e poi proseguono per viale Pado va, viale Padova, sempre su viale Padova, fino in fondo a viale Padova. Entrano in un cortile, una roccaforte dello spaccio, dove cominciano a sporgersi tutti d ei tunisians, e si apre una specie di sottomondo, dove vivevano al buio, e sto mi o amico era terrorizzato, ed entrato in stanze affollatissime di tunisini, mi ha raccontato, e intorno panette, coca e sacchi di iuta che chiss cosa contenevano. J: C stato un altro periodo che avevamo una piazza, dietro San Simpliciano, e avev amo iniziato a giocare a dadi, cos per scherzo, per dopo una settimana cerano tipo cento persone, tutti che venivano a giocarsi lorologio e il motorino. P: Negli anni 90, poi, cento storie di scavalli, per via di gente che era impazzi ta per la coca. Ho saputo di tipi che hanno portato persone davanti al bancomat a prelevare, senza pensare al fatto che cerano le telecamere. J: Quella per era poca furbizia, associata allo svalvolamento, al non capire pi un cazzo dallenfasi per la coca, che ti portava a una delinquenza stupida. P: Spesso erano babbi gli uni e babbi gli altri, perch conoscendosi per nome e co gnome finiva che poi uno denunciava e laltro, per una stronzata, finiva dentro al Beccaria, a farsi la galera vera. Un grande personaggio era Gigi, uno scoppiati ssimo. Aveva una sua hit, il suo stile: scarpa di legno senza calze, jeans, cape llo ingellato, maglietta bianca attillata e, in anticipo sui tempi, occhiale ner o scuro. J: Aveva unattitudine allo zarrismo pesante. Gigi era un precursore, e poi aveva uno smodato entusiasmo per le droghe. Quando la coca stata sdoganata, lui cera gi dentro fino al collo.
P: Comunque, pensa per certi soggetti che cosa ha significato scoprire la coca er a una roba che ti cambiava lesistenza, come la ruota per luomo della preistoria, s oprattutto se non avevano nientaltro da fare nella vita. J: Innanzitutto, cominciavano a vendere la bamba, perch avevano un costante bisog no di soldi, visto che allepoca la coca costava il doppio. Cos iniziavi un ciclo: dal bullismo allo scavallo, dallo scavallo al furto, dal furto alla rapina e poi dentro fino al collo e la galera. Adesso a vederlo, Gigi, sembra un reduce del Vietnam. P: Stile Taxi Driver. J: Poi tra i superstiti ci sono quelli choccati o quelli che hanno fatto la carr iera criminale, nonostante avessero il padre banchiere o avvocato. P: Poi c chi in galera, chi in comunit. Chi rimasto sotto con le pastiglie e i trip . J: Tutti personaggi che appartenevano al grande scenario delle piazze di Milano, ognuna diversa dallaltra. In Dezza, per esempio, giravano dei gran zarri. P: Anche il parchetto di Moscova era una gran fucina di elementi. J: A questo c una spiegazione sociologica, perch allepoca non avevano ancora sfollat o le case Aler del centro di Milano. P: In quella zona circolava un tizio, Giuseppe detto Pez, che faceva mille jingl e criminali, tipo 50 Cent, ma senza saperlo. Cantava: Dammi il tuo Rolex / Non ch iedermi niente / Dimmi che / la denuncia non c. J: finito a San Vittore. Era uno scoppiatone, come il fratello che lavorava in u na rosticceria, che per, in confronto a Pez, sembrava il principe di Galles. Pez, allepoca, aveva gi il tatuaggio sul collo. P: Negli anni 90, ecco, sono iniziati anche i tatuaggi. Soprattutto i tatuaggi gi apponesi, quelli stile yakuza. J: Gli zarri oggi hanno tutti quanti il tatuaggio sul collo, come Pez. Ma letica del tatuaggio ormai non esiste pi. P: Poi, i peggiori se li fanno in faccia. J: Nella nostra ballotta, nel periodo delle feste, cera anche Sgarra, che era uno del parco Solari. Abbiamo fatto la scuola insieme e siamo diventati amici di br utto. Anche lui fa dei pezzi rap. La vera passione per il rap nata tra me, te, J oe, Enzone e Marracash. P: Allepoca si dipingeva tanto tanto. Cera pieno di writer. La sera si andava a fa re un treno o a vedere qualcun altro che andava a fare un treno. Cera chi dipinge va, chi faceva bombing, chi faceva il palo. Spesso capitava che ti crossavano, c io disegnavano sopra a qualcosa che avevi disegnato tu, quindi cera un passaparola , una cosa tribale, e finalmente sapevi il nome di chi ti aveva crossato e ti me navi J: Una volta, avr avuto 15 anni, ero in uno dei tanti locali di quei tempi in cui si poteva fumare. A un certo punto uscii in strada, mi misi a fare una tag sul muro e in quel momento pass uno sbirro, sulla cinquantina. Il tipo mi controll le tasche, mi fece mille domande sulla mia famiglia, su mia madre. Io gli dissi di farsi i cazzi suoi e questo, allora, mi fracass di botte, fino a farmi sanguinare
le orecchie. Gli dissi che avevo 15 anni e che non poteva massacrarmi, allora l ui si gir verso la volante, dove stavano due colleghi, un uomo e una donna, e dis se: Perch, lo sto picchiando? Avete visto qualcosa voi?, No, no, figurati. Quando se ne and mi fece, me lo ricordo ancora: Ragazzino, invece di perdere tempo qui con t e, a questora potevo essere tra le cosce di mia moglie. Dagli sbirri sono stato pi cchiato mille volte. P: Cera questo personaggio del commissariato, famosissimo. Era uno che si travest iva da barbone, allepoca di piazza Vetra, per controllare lo spaccio. Era conosci uto anche per via di un sequestro di persona allo stadio, nelle stanzine, per pr endere la coca a gente che era stata fermata. Oggi gli sbirri, grazie allappoggio del Comune, della politica, si sentono ancora pi forti. Una volta erano solo deg li infami, adesso sono degli squadristi. J: Una volta andai in questura con un amico che l conosceva della gente. Volevo s apere se un motorino che avevo appena comprato fosse rubato o meno. Se volevi av ere uninformazione di questo tipo, lunico modo era conoscere qualcuno in questura. Se fossi andato da solo magari mi avrebbero preso e arrestato. Comunque, scopri i che il motorino era rubato, e il tipo, lo sbirro, non faceva altro che mostrar mi le mazze da baseball, sporche di sangue, con cui sfondava i marocchini, e poi le bombe a mano che aveva nella vetreria, disegnate con i simboli nazisti. la v erit, pura e semplice. Ho preso le botte migliaia di volte dagli sbirri, e spesso senza motivo. Una volta sono scappato con il motorino, solo per la voglia di no n farmi fermare. Mi hanno bloccato dietro una stradina, uno mi ha messo il ferro in bocca. Diceva: Adesso ti metto le cose in tasca, cos ti trovo le cose in tasca e ti sparo. Ne ho viste di tutti i colori, tipo prendere la bamba e dire: Oh, que sta me la piglio io e me la pippo stasera. Oppure trovarsi in questura, davanti a sbirri in evidente stato di cocaina, che pippano e ti danno le mazzate. P: Lo sbirro di cui ti dicevo prima, quello che si travestiva da barbone in piaz za Vetra, ha tutti i denti marci per via del crack. Sequestrava i marocchini, se questrava la gente allo stadio. Era veramente teatrale, roba da non credere. J: Quelli non sono sbirri, sono balordi in divisa, legittimati a fare le peggio cose. Pensa che ho visto anche degli sbirri che andavano a prendersi la bamba in casa dei latitanti. P: Una volta ci ferm una pattuglia. Il capo, lunico in borghese, con la giacca di renna, una specie di ispettore Callaghan, mi ricordo che metteva paura anche agl i altri sbirri, che lo guardavano tutti intimoriti. J: Da una parte posso anche capirli, dato che vivono in mezzo alla merda, ma qua ndo finisci nelle loro mani, la cosa pu diventare molto pericolosa. Della morte d i Stefano Cucchi, per cui c stato cos tanto stupore, indignazione, io non mi sono p er niente meravigliato. Ho preso tante di quelle botte, io. A Emiliano, il nostr o tour manager, gli hanno dato 70 punti in testa. Gli hanno sfondato il cranio c on il calcio della pistola. Ti racconto questa, sempre con Emi. Uscivamo da un r istorante sfondati di alcol, di tutto. Partiamo con il mio Booster, senza casco, al tempo cerano ancora le lire. Emi lavorava in discoteca come responsabile di s ala, a 19 anni. Lavorava in posti tipo il 1057, il Caf Solaire, e gli affidavano gli incassi. Aveva gi i controcoglioni. In via Porpora passiamo con il rosso, arr iva una volante e ci ferma. Io non parlo con gli sbirri, mai, per cui mi limito a dare i documenti e mi giro dallaltra parte. Il poliziotto, uno rasato, stile Be nito Mussolini, convintissimo del suo lavoro, ci fa spogliare, ci fa levare tutt o, la maglietta, ci fa svuotare le tasche. Allora Emiliano tira fuori questa rot ella di soldi, 90 milioni in contanti legati con lelastico, e li butta sulla macc hina degli sbirri. Era lincasso della di scoteca, tutto regolarissimo. Il tipo gl i fa: E questi? Dove li hai presi? Risposta di Emiliano: Io li rubo. Li rubo alla g ente come te. Mio padre ruba pure lui. Il poliziotto minaccia di metterci le mani addosso ed Emiliano se ne sta tranquillo, come a dire che se c da menarsi non si
tira indietro. Alla fine lo sbirro se ne va, sbattendo la portiera e facendoci c adere il motorino. P: E comunque, di sbirri violenti c pieno cos. Chi ha vissuto come noi, chi finito in questura e in mano agli sbirri, sa delle botte, sa che quello che successo a Cucchi un fatto normale, una di quelle cose che si verificano nelle caserme. Da quello che successo alla Diaz a Genova nel 2001 fino ad arrivare allultimo rag azzo romano picchiato dagli sbirri, queste situazioni mi hanno fatto diventare s empre pi paranoico. Ovunque mi giro, a Milano ma anche altrove, sento puzza di sq uadrismo. Magari non una cosa politica, ma tra le autorit c tanta, troppa violenza gratuita, soprattutto in strada. J: Ti rendi conto che davvero la giungla. Come la scimmia sa di non potere scend ere dallalbero, quando c il coccodrillo, tu sai che hai a che fare con delle merde e impari a comportarti di conseguenza. P: Sono comunque e sempre Fuck the Police, ma certo adesso non mi metto a fare le sassaiole con il fazzoletto in faccia. J: Ma questo perch non te ne frega pi un cazzo e perch sei diventato grande. Quellep oca degli scazzi con gli sbirri, della scuola, delle feste, delle piazze, era an che un tempo della vita in cui i soldi non avevano grande importanza, ricordo. P: Mi ricordo che una volta, andare in giro con i 200 euro di oggi, era una bomb a. J: Quando hai 17, 18 anni, ti accontenti di poco, vivi alla giornata. Vendi il f umo e vivi di quello. Cerchi di arrabattarti e ti diverti tanto con quel poco ch e hai. Ora diverso. P: La prospettiva di fare i soldi la percepivo molto lontana, improbabile. stato un momento magico, quello delladolescenza, che a un certo punto si chiuso. Ho finito le superiori e ho capito varie robe. La prima che nonostante avessi fa tto il liceo non avevo un futuro. La seconda che luniversit mi rompeva i coglioni. Cos finito il periodo della giovinezza e mi sono trovato, allimprovviso, senza ce rtezze e senza speranze. Non cera niente che mi piacesse, zero, quindi mi ritrova vo a fare dei lavori di merda, tentando di portare avanti luniversit. Grazie a Dio la musica, che cera sempre stata a livello di gioco, a un certo punto ha iniziat o a prendere un livello di business, che mi ha liberato dal dover fare certi lav ori, tipo il magazziniere, anche se continuavo ad arrangiarmi. J: S, a un certo momento il gioco si trasformato in business. P: Nello stesso periodo mi sono perso una cifra con la droga. Ho perso per strad a amori e amicizie. J: La droga stata anche la causa della mia rovina, da adolescente, e poi della m ia rivalsa. Se non avessi fatto certe scelte, chiss che cazzo sarebbe successo. H o sempre fatto il pazzo, ho sempre fatto disperare la mia famiglia, anche se a s cuola ci andavo e cerano materie che mi attiravano. Poi sono cresciuto e mi sono ottenebrato con la droga, con tutte le droghe. P: stato comunque bello spassarsela J: per quando tiri la corda, prima o poi arriva il conto da pagare. La droga, del resto, era il perno della socialit. Era difficile starne alla larga. Ed cos anche oggi. Ora che non pippo pi, mi accorgo di non essere al passo con i tempi. Fuori, nei posti, sono tutti impizzati tranne me.
Dopo il trauma dello svalvolo da droga, anni fa, mi sono ricostruito una vita, m a inevitabilmente resto circondato da persone, cari amici, che ci sono dentro fi no al collo. Se mi ci ritrovo in mezzo, ho le mie scappatoie. Non me ne frega pi un cazzo di certe cose. Lessere stato ottenebrato dalle sostanze, ha rovinato una parte della mia vita. Quando, tanti anni fa, avevo iniziato a divertirmi, a sco prire tutta una serie di cose, sono iniziati anche i guai con la scuola. Aggiung i poi il fatto che ho sempre avuto un rigetto forte per lautorit. Sono riuscito a farmi bocciare pur avendo 9 in alcune materie. Se una roba mi piaceva, mi conqui stava, ero un fenomeno, ma non me la si poteva imporre. Piuttosto mi ammazzavo. Quindi la scuola andata com andata e ho iniziato a lavorare. Ero ancora piuttosto giovane. Con il lavoro sembrava quasi avessi trovato una mia strada, ma avevo de ntro unurgenza, troppe cose da dire, che venivano dalla vita che avevo fatto.
Milano P: Chi comanda a Milano? Non noi, purtroppo. J: A Milano comandano la destra, gli sbirri, gli ammanicati in generale e i figl i di. Innanzitutto bisogna appartenere, secondo me, a una famiglia importante. U na famiglia potente nel senso in cui lo intendo io. Avere una grossa, grossissim a disponibilit economica, conoscere a tutti i livelli, essere ammanicati verament e bene con quelli del Comune e con quelli della Polizia. Allora, rientrando in q uesta categoria, diventi un invulnerabile, anche se sei un ricco tossico e un ri cco vizioso. Aggiungerei che a Milano vale il teorema di Corona: potere, success o, donne. Cera, questo trittico, ai tempi di Craxi, e c ovviamente anche adesso, di brutto. Lo vedi andando in giro, frequentando i locali pi fashion. Nel priv, se o rdini tante bottiglie, automaticamente ti si riempie il tavolo di escort. Poi ve di dei tavoli di giovani rampolli, comunque di solito gente di quarantanni, cos, c on puttane molto giovani e moltissime tipe che fanno finta di fare immagine, ma sono puttane, e comunque vedi sempre questa situazione di P: di scambio J: di scambio, assolutamente. P: Daltronde Milano si sempre mossa intorno allo spendere/fare soldi. Poi ci sono i modellari, in discoteca, che sono quelli che portano le modelle. Un business legato alle donne, per in modo diverso dal binomio cliente-prostituta. J: S, perch il loro lavoro quello di riempire il locale di belle fighe. P: un ambiente dove ho sguazzato parecchio. Oggi mi repelle. Non riesco pi a star ci, ecco, per in passato mi ci sono trovato tanto. Lultima volta che sono andato i n una situazione del genere, ho visto delle fighe che conoscevo in grande compia cenza, purtroppo, con dei vecchi schifosi, con gente come io non vorrei mai esse re. Sessantenni lampadati, con i capelli tutti leccati, pieni di bamba. Non vorr ei fare il moralista, dopo tutta la merda che ho visto, ma vorrei arrivare a que llet non in quelle condizioni, ma avendo una bella famiglia. A dirla tutta, io li capisco anche, perch una vita da cui difficile uscire, una v olta che sei in quel circuito, perch la tua testa, il tuo software, sono condanna ti a ragionare in un certo modo. Poi nei priv, oltre ai Vip, ai papponi, ai model lari, ai pusher, si vedono un sacco di zarri che sinfilano e provano a fare i fig hi.
J: Il mezzo per arrivare alle donne, a trionfare nel priv, sono sempre i soldi. P: Certo. J: Cio, avere tanti soldi significa poter andare nei locali, buttare via, comprar e bottiglie, pagare puttane. P: Il pappone ricco e ha le puttane, ma poi ci sono anche il tamarro pusher, i m alavitosi di bassa lega, e tutti vogliono fare quella roba l. Le bottiglie, le tipe, le possono avere solo quelli che mettono il soldo. Quindi , viene un po da chiedersi: perch non scappare da Milano? A me non dispiacerebbe, per prima vorrei ancora fare tanto con la musica. J: La gente vorrebbe andarsene. Sogna il Sud America, il chiringuito. A me non m e ne frega un cazzo del chiringuito sulla spiaggia. Vorrei andare in un posto in teressante, piuttosto. I Dogo restano a Milano per motivi di business, per c anche il fatto che io non sono uno che piglia e va, di mio. P: Non nego, comunque, che nella vita che si fa a Milano ci sia anche un lato di vertente. Io ci ho sguazzato per anni in mezzo a questo popolo, ai personaggi de lla Tv che dopo una riga di coca fanno gli amiconi. Mi sono divertito tanto, son o andato con gentaglia, cose cos. J: Divertirsi, dipende molto da come sei fatto. Se sei un coglione, che non sa n iente di niente, potrai al massimo andare allHollywood, pagare lingresso, aspettar e due ore per entrare e per prendere un cocktail, poi dire: Ho visto Maldini, ho visto tizio, ho visto quello del Grande Fratello. un genere di serata che a molti piace. Per noi, invece, in che cosa consiste il divertimento? In questo: entri nel locale, conosci, ti sfondi, scopi. P: Questo mondo, comunque, lo abbiamo sempre vissuto a sfregio. Nel senso che an dare in una situazione dove c gente della Tv, quattro puttane sgallettate, in cui tu sei l a scroccare, entri vestito come ti pare e scrocchi insieme ad altri arti sti, cos, anche un modo, come dire, un po canzonatorio e molesto di vivere quel ti po di ambiente. Cio, non viverlo come un sogno, una meta da conquistare. Non mai stato un obiettivo, per noi, andare in discoteca con il tavolo a farsi vedere. J: Siamo sempre stati consapevoli del posto in cui eravamo. P: E consapevoli che eravamo degli stronzi. J: Infatti, detto questo, non che andiamo tutti i mercoled allHollywood, ma giusto se capita la serata, se c qualche amico che cinvita. P: Questo un aspetto molto importante. C molta gente che ci vive come dei neri ame ricani, in discoteca, ma di solito nasce sempre tutto per caso. Magari arriva lam ico, il pappone della situazione, Di, raga, allora andiamo, ma non che il nostro ob iettivo, il nostro top, andare nel priv a farci vedere con un tronista o con le d onne. J: solo un posto dove andare e scroccare mille, duemila euro di roba da bere. P: s, un modo per sfondarsi e per sfottere la gente che ci va. Allultima festa di D olce & Gabbana, per esempio, siamo andati con J-Ax. Ci siamo seduti a un tavolo, insieme a delle modelle, poi abbiamo cominciato ad avvistare vari industriali b resciani sfigati e a un certo punto abbiamo cominciato a bere dalle Magnum di Be lvedere che stavano sul tavolo di due bergamaschi, che ci subivano, che ci guard avano un po intimoriti. Poi gli abbiamo proprio preso le bottiglie. Io, comunque,
sono stato buttato fuori dallHollywood varie volte, il che per un artista non pr oprio il top. Una volta successo con il cantante dei Mattafix, numero uno nel mo ndo. Serata indimenticabile. Mi stavo facendo una canna cos, dentro il priv, sbatt endomene di tutto e tutti, ed arrivato uno stile Steven Seagal che ci ha buttato fuori. J: Di sicuro Steven Seagal manco sapeva chi cazzo quello dei Mattafix. Magari lha preso per uno di Centovetrine, visto che sono addestrati a riconoscere solo i c alciatori, la gente dei reality e delle fiction. P: Sempre in quella serata l, a un certo momento molti, i pi timorati di Dio, se n e sono andati, e sono rimasti soltanto i grattoni. Al tempo avevo una frequentaz ione del mondo della Tv, che abitava l dietro allHollywood. Cos dallHollywood sono a ndato a casa sua, e la tipa faceva un po la molesta, lipocrita, perch di nascosto p ippava, ma diceva a me di non farlo. Sono arrivato in evidente stato confusional e, cercando di mascherare, ma lei mi ha sgamato e abbiamo iniziato una discussio ne, per cui le ho rotto delle robe in casa. Me ne sono andato e ho preso un taxi per lHollywood, dove ho incontrato un mio amico, uno che fa rap con me. L abbiamo avvistato due sfigate, non per essere razzista, ma insomma, due sciampiste, che avranno pensato, nella loro cultura, che fossimo due vestiti strani, non propri o due tronisti, e io sono andato l verso il bar, Ragazze, piacere, e queste ci hann o detto No, no, perch evidentemente erano in cerca daltro, di un Costantino. Noi all ora, un po interdetti, abbiamo messo su una scena proprio da tremila lire: sta troi a, sta troia! e l siamo stati allontanati nuovamente e ci hanno fatto uscire dalla porta antipanico. Quando abbiamo preso la macchina, abbiamo per caso rivisto le tipe e le abbiamo ingiuriate. J: E oltre allHollywood, che cosa c a Milano? C che quando salta fuori un locale, un bar, un baracchino che raccoglie tot gente e diventa un luogo di aggregazione, d opo 15 giorni lo chiudono. una specie di avvertimento. Come a dire che divertirs i non consentito. Succede con le discoteche e con tutti gli altri posti interess anti. Difatti se tu esci alle sei del pomeriggio, a Milano, non sai mai dove and are. Questa citt un posto di merda, un posto che nega il divertimento. Eppure, pa ssa per esserlo, un posto divertente. A tutte le sgallettate della provincia che su Facebook dicono: Che bomba, minchia, vorrei venire a Milano, andare l, andare l, io dico sempre che una cagata di posto. Vorrebbero abitare a Milano solo perch v ivono nel buco del culo sul monte. P: Certo. J: Per poi, dopo un anno che sono qua, si annoiano pure loro. P: Comunque, zio, non voglio fare il 50 Cent di She likes me because shes from the country and Im from New York, ma le tipe che vanno allHollywood, le fighe, vengono tutte da Limbiate, Azzate, Minchionate. Dove vanno le vere fregne, quelle con i l grano, non saprei dirlo. J: Quelle cercano la situazione pi che pettinata. P: Al contrario di noi che frequentiamo posti parecchio distanti luno dallaltro. F orse perch abbiamo alle spalle un background molto composito. Io, per esempio, ho fatto cose che poi abbiamo tutti rinnegato. Abbiamo frequentato un po tutte le r obe, tutti gli ambienti. Forse, ecco, se c un genere di ambiente che non mi piace quello dellindie rock, che non tollero. quel tipo di supponenza intellettualoide, stile Rockit, che non sopporto. Non neppure emo. Emo alla fine lo sono i ragazzin i, che non mi danno fastidio. Intendo, invece, quel certo alternativismo. quel g enere l che mi irrita. Pur essendo cresciuti in un ambiente alternativo, dispiace dirlo, ma pi esco, pi giro, pi mi rendo conto che quelli l sono come i fascisti. Ci o, sono snob di brutto. Perch se tu sei di una scuola di pensiero che si ritiene a lternativa, e poi mi guardi da capo a piedi, mi dici: Ah, guarda come sei vestito,
allora sei uno snob. Dovresti soltanto guardarmi in faccia, ecco. quello stesso tipo di persone, poi, che ci contesta per laria un po malavitosa che si respira a i nostri concerti. J: Senza capire che non siamo stati noi a creare quellambiente. P: Giusto. J: Se ai nostri concerti, oltre a migliaia di ragazzini, in prima fila ci sono u n paio di malavitosi, non colpa nostra. Noi abbiamo sempre scritto e raccontato un certo mondo, facendolo alla nostra maniera. Magari in prima fila ci sono i ma lavitosi, in quinta le fighe, in decima ci sono i rockettari e nellultima i poeti , che cazzo ne so? Non si pu generalizzare e dire che ai nostri live ci sono mala vitosi P: Questa accusa, quella di essere contigui alla criminalit, una cazzata. Se tu c anti un mondo, normale che quel mondo ti ascolti. Sarebbe come dire che ai conce rti di Elton John sono tutti ricchioni. J: Questi che si ritengono molto alternativi, impegnati, sono gli stessi che odi ano lessere tamarro, cio tutto quello che noi incarniamo. P: solamente lestetica che loro vedono, non gli interessa guardare oltre. J: S, perch lestetica nostra anche tamarra. E gli alternativi odiano il tamarro. No i rappresentiamo tutto ci che loro detestano: il malavitoso, quello che cha la cat ena, quelli con gli occhiali fashion. Io invece, quando li guardo, che cosa vedo ? Vedo gente vestita come scemi, da ciclisti P: con la frangetta da coglioni. J: oppure vedo chi a 35 anni va in giro con i pantaloni a sigaretta P: vestito come John Lennon J: Per quanto ci riguarda, dato che abbiamo a che fare con gente di tutti i tipi , per questioni di lavoro, il pregiudizio non va mai oltre il Minchia, che pantal oni di merda. Io non vado ai concerti per dire: Oh, qua sono tutti con gli occhial i o a sentire i Dream Theatre per dire: Guarda che capelloni, perch io sono venuto a vedere il concerto, che cazzo me ne frega di chi c. P: Noi abbiamo un po questo dono, che siamo crossover. Ultimamente sono stato con Marracash al concerto degli Alice in Chains. Tutti che ci guardavano, che ci ch iedevano cosa ci facessimo l, anche se poi abbiamo beccato gente che ci ha chiest o le foto. J: Siamo stati cos tanto in giro, in piazza, che per noi certi schemi non esiston o. Di fatto conoscendo, mischiandoti con altri gruppi, con altri artisti, ti ren di conto che chi ha meno pregiudizi chi poi rappresenta il movimento. Noi siamo dei rapper. Ci sta che certa gente che viene ai nostri concerti dica: Guarda che criminali. E noi non facciamo una piega, non ce ne frega un cazzo. Magari, poi, c onosciamo una band di hipster che si dimostra molto pi disponibile a conoscere il nostro lavoro di quanto non lo sia il loro movimento di merda, che quando ci ve dono dicono: Minchia, che tarri, mentre il loro gruppo di riferimento magari ci ad ora. P: Se ci danno dei criminali, pazienza. Nel nostro background c di tutto, in realt, e non sconfessiamo nulla. Chiaramente, il mondo della strada una delle cifre ch e compongono la nostra poetica, anche se rifiutiamo certe etichette e cincazziamo quando ci definiscono un po i cantori delle periferie milanesi.
J: I ghetti, comunque, ci sono, esistono. In quasi tutti i quartieri popolari di Milano c sempre un punto che fa brutto e che si pu definire un ghetto. Se entri e fai lo scemo ti prendono a scarpate in bocca, quando va bene. Ma anche in centro a Milano ci sono i ghetti. Qualcosa, per, cambiato: dove cerano gli italiani che facevano brutto, adesso ci sono gli stranieri. Credo che sia soprattutto una car atteristica di Milano. P: Stando alla mia esperienza, magari mi sbaglio, mi sembra che siano ancora gli italiani a comandare sul nero. J: S, per ci sono zone soltanto di neri, completamente. In Porta Venezia, per esem pio, ci sono soltanto neri. Dalle mie parti, vicino allo Stadera, vedo solo arab i. I quartieri tosti sono sempre quelli: la Barona, Corsico, la Trecca. Te ne ac corgi subito se sei capitato in un brutto posto. Se sei finito in un quartiere d i casermoni, serpentoni, dove vivono settantamila famiglie, dove non c un negozio, dove non c un cazzo, c solo gente sotto i portoni, ed tutto grigio, allora sei fini to in un posto di merda. P: Io vado spesso allIsola, che rimane un posto tranquillo: c comunque un po di gent e che fa brutto. Devi stare allocchio, anche se in giro il feeling di rompere i c oglioni molto cambiato. Non pi come dieci anni fa, quando la rottura di coglioni era allordine del giorno, il Tu che cazzo guardi di cui si diceva. J: Non saprei, adesso, che percezione c dei quartieri. Mi sembra che lo spirito di appartenenza, Io sono di Corsico, Io sono della Barona, fosse molto pi forte un temp o. P: Un po tutti, oggi, compresi i fighetti, vogliono fare i borgatari, i gangster. La tendenza dominante quella di voler fare quello che fa brutto. J: S, per nella mia esperienza succede sempre che se uno non un vero tarro, finisc e che la paga cara. Se non sei uno del quartiere e fingi di essere del quartiere , arriva sempre uno vero del quartiere che ti prende e ti spacca il culo. Pi gli ambienti sono alti di livello, pi c voglia di fare lo spaccone, di apparire quello che non si . Per anche quelli che non hanno niente sognano di essere ricchi e quel li che sono ricchi sognano di non avere un cazzo. P: Si desidera sempre quello che ti manca, quello che non hai. Oltre ai quartier i, alle periferie, c la citt vera e propria. I Navigli hanno ancora un certo tipico retaggio: ci vanno gli alternativi e i ragazzini barra tamarri. In mezzo mille sfaccettature. Corso Como, invece, elimina gli alternativi. Quelli che vanno in Senigallia o al Cantiere, in via Monterosa, non ci vanno in corso Como. J: Se tu vivi tutti i giorni la citt, non te ne frega un cazzo di andare ai famos i Navigli. Se invece passi tutto il giorno ad avvitare i bulloni, poi dici: Andia mo ai Navigli, andiamo a vedere un posto bello. Ma per chi di Milano una roba tal mente scontata andare ai Navigli P: provinciale J: .come per un parigino andare a Montmartre. P: e aggiungi che se la Senna bella, il Naviglio in s non esiste, una roba putresc ente J: Sui Navigli vedi sfilare i ragazzini di Concorezzo, fra questi locali tutti u guali, fatti apposta per spillare soldi. Popolo bue. In realt, ai Navigli, di davvero divertente non c un cazzo.
P: Corso Como, invece, una specie di versione esterna del mondo dei locali. Vedi le belle fighe, i Pr, e i tamarri che fanno la vasca per vedere chi c, come dentr o allHollywood cercano di vedere se c la tizia del Grande Fratello. J: come il viale Ceccarini di Riccione, per a Milano. P: In pi, c unaltra caratteristica: corso Como stata una grande roccaforte degli sput apalle. Africani che, come una gang di Harlem, per pochi soldi ti sputavano dalla bocca una pallina di coca, neanche di cattiva qualit. Dipende. Fra loro c molta co ncorrenza. Fino a poco tempo fa trovare la coca era di una semplicit pazzesca J: poi c stata la maxiretata, alla Stecca, in via Confalonieri P: s, alla Stecca, dove compravi la bamba con la stessa facilit con cui una volta c ompravi il fumo. Il capo di tutti era un intoccabile, un po il 50 Cent della situ azione, e so che i neri prendevano la bamba dagli italiani, bamba di qualit medio alta, poi loro tagliavano. Una volta, allHollywood, ero con un mio amico, un notaio corrotto, questo per dir ti che gente c, anche ad alti livelli, che prima vedo nel bagno a fare il gangster con uno, perch questo leffetto che fa la coca, renderti gangster, poi con il suo loden, il foularino e tutto il resto, a minacciare un africano fuori dellHollywoo d. Molti pippano, anche sul lavoro. Mi sono sempre chiesto, non lho mai capito, c ome fa certa gente a schiantarsi in un locale fino alle cinque del mattino e il giorno dopo andare al lavoro. J: Anche se Milano pure una citt di gente che non fa un cazzo. Il fatto che sia u na citt produttiva, dove tutti corrono, dove si lavora una cifra, un mito, una mi nchiata pazzesca. I bar sono sempre pieni, se vai in giro la mattina. C pieno cos di gente, non posso no fare tutti i runner e i fattorini La notte, invece, soprattutto nellinfrasettim anale, il luned, il marted, in giro ci sono soltanto i malandrini, gli impizzati, le troie, gli sbirri, i tassisti P: o gente che il giorno dopo non deve svegliarsi, che pu permettersi di dormire. Molti si ficcano dentro agli strip club. Ce nera uno, lo Zip, che apriva alle qua ttro del mattino. Il popolo della notte: quelli che hai detto tu, ma anche zanza , drug enthusiast, qualche studente. J: Una notte sono finito al Punto Caldo, alle cinque del mattino. Incontro quest o tarro, un malandrino lampadato, con gli occhiali da sole, che arriva dritto da lledicola porno e mi dice: Perch mi guardi male? E io gli faccio: Non ti guardo male. Ti guardo e basta. Allora lui mi fa: Ah s, e infila una mano in tasca e tira fuori l a pi grossaquantit- di-coca-trasportata-dentro-un-sacchetto che abbia mai visto. U na trentina di grammi. Davanti a tutti, cerano una cinquantina di persone, mi pre nde la mano, mi stende un francesino e mi fa: T, pippa, allora io gli dico no, che non mi va, e allora si china e si pippa questo destro da un grammo. Poi abbiamo fatto amicizia. In un altro strip club, invece, ci gira Pino, uno che vuole fare il malavitoso, amico della violenza, che picchia tutti quelli che vede. P: Quelli che incontri fuori di notte, il marted o il mercoled, devono essere per forza bolliti. Se alle cinque del mattino sei ancora in giro, significa che o st ai lavorando o sei fatto. Il 90 per cento della gente che becchi sono tutti sfon dati. Drogati viziosi o relitti come Pino, che se fai tanto di parlarci un quart o dora ti becchi due schiaffi. J: Tutti rompicoglioni a quellora l. Non per niente i gestori dei baracchini sotto il bancone hanno il fucile, il machete, la mannaia. Al baracchino vai per bere
una birra, un Montenegro, se non hai voglia di entrare in un locale. E l ci trovi i cattivi che pippano, bevono e diventano ancora pi cattivi. E i buoni che bevon o, pippano e diventano anche loro cattivi. P: A Milano non ci sono grandi chance di vita notturna, di vita in generale. Non come Berlino, dove c tutto, puoi fare quel cazzo che vuoi, ed una citt viva, apert a, piena di movimento, di arte, locali. Milano no. un paesino di merda, in confr onto a Berlino. Lo stadio, la curva, restano il pi grande luogo di aggregazione, soprattutto per chi vuole rompere il cazzo. Andare allo stadio lunico modo di pot er sfondare tutto senza che nessuno ti dica niente. I giovani sono arrabbiati, n on hanno niente nel cervello, non gli interessa della politica, del cinema, di l eggere, gli interessa solo di fare come i loro amici vincenti che hanno la Merce des, le fighe e lultimo modello di cellulare. J: La folla non controllabile. Quelli che sono pericolosi fuori lo sono anche al lo stadio. Quelli che invece fuori non sono pericolosi, allo stadio si sentono p arte di qualcosa di gigantesco e pericoloso. P: Io non so neanche come si gioca a calcio, non ne so niente, e quelle poche vo lte che ci sono stato, per qualche derby, ci sono andato per fare casino e fumar e. J: lo stesso motivo per cui si andava al parco Sempione, al Number One, o si va allHollywood: per sfondarsi. Con una differenza: la curva ha un peso politico, una capacit di ricatto. Mentre in tutto il resto del mondo sono state manganellate, schiacciate, in Italia le c urve continuano a comandare. Le societ spendono il doppio di quello che guadagnan o, cos hanno bisogno di abbonamenti e devono tenere per forza la gente allo stadi o. Per tenere gente allo stadio devi fargli fare quello che vogliono. I tornelli , per esempio, sono stati un problema e un motivo di scontro. Le tessere nominal i anche. La gente non vuole i tornelli, non vuole le telecamere. Qui da noi le s ociet sono schiave dei tifosi, non come in Inghilterra. E comunque andare in curv a una figata. P: Ti diverti come un pazzo, a tutti i livelli. J: E non neppure vero che la gente ha paura di andare allo stadio. Se vuoi porta re tuo figlio di sei anni, chiaro che non lo porti in curva, ma al primo raggio, dove non si picchiano. P: La Milano che detesto, invece, quella della settimana della moda, in cui si c erca di far passare Milano come una citt pi figa, pi europea di quello che non . Ci sono eventi mediocri, lo so per via delle tipe che me ne hanno parlato. Tutta ro ba poco europea, internazionale, una cifra di metrosexual e fashion victims. Nes suna sostanza e zero arte. Niente di figo, ma solo gente vestita come stronzi. J: In pi attira poco pubblico, soltanto addetti ai lavori. Se fosse la settimana della sborra, la settimana della guerra, sarebbe la stessa cosa: un pretesto per fare le feste. La gente odia la settimana della moda perch in quei giorni l Milan o completamente paralizzata. P: Nel mio periodo modellaro me ne andavo nei locali, tipo il Just Cavalli, a br occolare le modelle accompagnato da uno che in due minuti diventa il tuo miglior e amico perch ti presenta delle modelle che sono delle fighe pazzesche. Sono stato con tre modelle straniere, ma lidea di doverti fare amico certa gente, oggi come oggi mi deprime, mi sembra una roba da poverini e poi non neppure ques ta roba cool: a Parigi, magari, dove sai che c tizio che suona, levento eccetera, m a qui, dove vedi i sessantenni papponi che vanno con le ragazzine
Ora arriva lExpo, ma siamo indietrissimo, e a nessuno gliene fotte un cazzo. J: Solo a quelli della Bovisa gliene importa, ma perch gli fanno la metropolitana . P: Milano una citt dominata dai gay che impongono la moda, per cui fa quasi figo essere gay, trendy. J: Ma come in tutta Italia, nelle Tv, in radio, dappertutto. P: Quando fa figo che i maschi si mettano leyeliner, significa che c qualcosa che n on va. Ma non leyeliner come se lo davano i Van Halen, che si facevano le tipe. O ra solo moda, mercato, tendenza stronzate del genere. J: che Milano passa per essere una citt europea P: Milano provinciale, non europea. Questa citt da troppi anni solo fashion, e di scarsa qualit. Non si creano mode, ma si seguono quelle prodotte dalla Tv dove p are quasi che se sei etero hai meno possibilit di farcela nel mondo dello spettac olo. Fai caso ai ragazzini dei talent show: sono gi tutti velatamente omosessuali , guardati con libidine dai loro maestri. J: s, pensano: Tra un po ci provo, me lo faccio. P: Questa la casta che comanda la televisione J: che in Italia tutto. P: Certo, la Tv tutto. I reality e i talent show sono tutto. Chi fa un talent sh ow poi, grazie a un potere mafioso, vince Sanremo. I tronisti di Uomini e Donne sono in televisione a fare il macho ma per essere l hanno dovuto soddisfare uomin i pi potenti e pi vecchi di loro. Insomma, io non sono omofobo come un Dj giamaica no, sto solamente facendo unosservazione sul potere e su certi modelli che imperv ersano. Modelli libidinosi, ma solo a parole. Basta pensare alle feste electro-fashion m ilanesi, dove le tipe limonano e basta. J: quella tipologia di donne che c, soprattutto a Milano, modello Frangetta: Non mi piace il cazzo, vai via con quel cazzo. Donne che se la tirano, che pensano che scopare sia cheap, poco interessante, e che girare con lamico gay sia cool, come averci la borsetta di Louis Vuitton e le scarpe rosa. una situazione denigrante per loro, per gli omosessuali, alla fine. P: Una volta i gay abbassavano la concorrenza. Se andavi in un posto con tanti g ay e tante tipe, avevi pi possibilit di broccolare, ovviamente. J: Invece, ora, le tipe nei locali si circondano di gay proprio per evitare il f astidio che qualcuno le broccoli. P: Bisogna anche dire che fra electro, hipster, indie rock, vedo un sacco di ete ro vestiti in modo scandaloso. Hanno i Levis pizzati nel culo, le magliette allomb elico, tutti efebici. Si sono tutti un po infrociti il cervello, come dice Pino S cotto. Ma magari un ciclo, soltanto un ciclo J: Si pu dire che a Milano, e non solo, i gay per tanti aspetti detengono un pote re. Oltre ai gay, per, secondo me anche i vecchi in qualche modo comandano. P: Certo, ma non perch Milano sia vecchia, ma perch tutta lItalia a essere vecchia.
Nellindustria discografica, per esempio, sono tutti vecchi. Cos anche nella Tv, n ella politica, nella radio, e poi ti domandi perch i giovani siano spaesati, disi nteressati, o perch i Dogo o i Truceklan abbiano grandissimo successo tra la gent e, ma poco in radio e in televisione. J: Un tempo i giovani si ribellavano, a differenza di oggi. Quando le radio le f acevano i vecchi, i giovani si facevano le loro radio. Adesso i giovani sono tut ti omologati, tutti assuefatti. P: Ed ecco perch Marco Carta vende 400.000 copie. J: La politica, anche la politica scomparsa dalla vita delle nuove generazioni. Il caso di Dax, il ragazzo ucciso negli scontri tra fascisti e centri sociali, s tata una fiammata, uneccezione. La politica in strada non c pi. Non gliene frega pi n iente a nessuno. P: Litaliano medio incolto, fascista e razzista. Ripeto: incolto, fascista e razz ista. E lignoranza coincide con fascismo e razzismo, sempre. E gli assassini di D ax, quegli stronzi, e quelli di Abba, sono fatti della stessa pasta: ignoranti p azzeschi, di destra. Se avessimo a disposizione degli archivi, tipo quelli degli sbirri, e andassimo a vedere chi il tale che ha ucciso, commesso quel crimine, ti accorgeresti che sono tutti mezzi fascisti. J: Anche Balotelli una vittima di questo clima. Io lho conosciuto. Persona tranqu illa. Fossi al suo posto sarei avvelenato quanto lui. Se durante ogni concerto c i fosse qualcuno che mi lancia una banana, scenderei a tirargli una cartella. An che tra i nostri fan ci sono fascisti e berlusconiani. Ma noi non ci parliamo. c apitato di vedere gente nel backstage con le celtiche sui telefonini e si son pr esi schiaffi e calci nel culo. Berlusconi incarna tutto quello che gli italiani vorrebbero essere: furbo, ricco, che la mette in culo a tutti. E gli italiani so no cos. Una cosa che fa godere gli italiani, pi che arricchirsi, arricchirsi sulla pelle degli altri. P: Molti dei suoi elettori sono ancora pi fessi, perch sono quelli che pensano che lui sia bravo, sia uno che ci sa fare veramente. J: Lo votano perch un vincente, furbo, onnipotente, perch si scopa le fighe, perch il padrone del Milan e di Canale 5. Non ha vinto le elezioni perch onesto, ma per ch lha messo in culo a tutti, e negli italiani questa tendenza molto, molto svilup pata. P: Uno che, nel 2010, tira fuori sempre la storia dei comunisti J: e comunisti nella strada, tra la gente comune, significa essere delle zecche, de i rompicoglioni, qualcuno che ti vuol mettere in galera, un povero, uno vestito male P: e la Moratti la vergogna di Milano. J: Tutto quello che ha fatto la Moratti andato contro la citt. Tutto. colpa sua a nche la situazione che si creata con i concerti. Vasco Rossi ha preferito fare s ette concerti al Forum piuttosto che uno a San Siro. P: Anche Madonna non vuol pi suonare a Milano. Nessuno vuol pi suonare a Milano. E questo per proteggere una casta di bacucchi che vive a San Siro. Cos, Milano div entata una citt a misura di vecchi, tornando al discorso di prima, proprio perch c l a Moratti. J: Tutto questo mentre a Milano sono altri che comandano.
P: In questi anni qualunque cosa diventata normale, accettabile. Vedi Berlusconi , Marrazzo, lo scandalo della Protezione civile. Per la gente tutto normale, pas sa. Alla gente non gliene fotte nulla. come passare dalle droghe leggere a quell e pesanti: la soglia di tolleranza e assuefazione si abbassa. Cos in Italia la so glia di assuefazione al marcio diventata bassissima. Niente scandalizza pi. J: A Milano si sono radicate le associazioni criminali, dal momento che girano i soldi, chiaramente, che poi vengono lavati da altre parti. Milano il kindergart en e lufficio della malavita. Ci sono quartieri strutturati in modo da essere la copia esatta del paese di origine di chi ci abita. Poi qualcuno lo ingabbiano e finisce a San Vittore, dove abbiamo suonato. Dentro abbiamo, o abbiamo avuto, am ici, parenti. San Vittore uno schifo, una vergogna, una prigione turca. P: S, come il carcere di Fuga di mezzanotte. J: una merda. P: Abbiamo suonato anche al carcere di Bollate e al Beccaria. Sempre unesperienza amara. Al Beccaria stato un po meno difficile, perch hai a che fare con tutti rag azzi giovani. J: Per mette pi tristezza. P: Bollate invece un po pi pulito J: e pi umano. Anche la direttrice molto rispettata. P: Invece il direttore di San Vittore mi stato proprio sulle palle. J: Nelle carceri, qui a Milano, siamo molto popolari. Quando siamo stati a San V ittore, tra laltro, conoscevamo met della gente. P: I detenuti stranieri, specialmente quelli dellEst, gli slavi e poi anche cines i, restano un po pi freddi rispetto alla nostra musica. Con loro funzionano di pi G iuliano Palma, Facchinetti, la gente di X Factor. J: E comunque, anche se fossi l a fare canzoni con le scoregge, ti starebbero a s entire, perch per loro un modo di passare il tempo in maniera diversa. Gli arabi, in particolare, si divertono moltissimo, perch apprezzano un certo tipo di music a. Karkadan, un rapper tunisino della nostra crew, difatti, quando andato a San Vittore lhanno accolto come se fosse Freddie Mercury. P: Dentro si soffre, c un avvilimento pazzesco. Bisogna starci per capirlo. Gli it aliani, tra laltro, sono pochissimi. J: Con larea dei centri sociali, invece, ci sono state molte frizioni, negli ulti mi anni. Nei centri sociali ci siamo cresciuti, ci abbiamo suonato e lavorato, a nche se non abbiamo mai partecipato alla vita interna, ai collettivi. Non abbiam o mai avuto nulla contro di loro, anzi. Per, da quando abbiamo avuto successo, da parte loro emersa un po di diffidenza. P: nato un pregiudizio, come verso tutti quelli che vendono pi di trenta copie. P oi c stata anche la polemica con i centri sociali J: Nei centri sociali ci hanno dato dei sessisti, per via del Mucchio selvaggio, il film porno dove siamo comparsi. Le femministe se la sono presa, quando magar i, poi, chiamano a suonare il giamaicano omofobo che parla solo di figa, tipo Sh aggy. Da questo punto di vista noto quella certa ipocrisia da alternativi snob. Nei centri sociali ci sono brave persone e meno brave persone.
Tutti gli amori finiscono. Adesso noi possiamo fare fantasticamente a meno di lo ro e loro possono fare fantasticamente a meno di noi. P: Ci sono un sacco di artisti militanti, che ho conosciuto, e anche a loro ho l etto negli occhi lambizione. A monte c una difficolt dinterpretazione del nostro lavo ro, che genera una serie di fraintendimenti. Il fatto che non siamo catalogabili , siamo grigi, perch facciamo un pezzo contro Berlusconi e poi uno sulla Lamborgh ini, e cos la gente non sa in quale casella metterci. Domanda: perch non posso ave re le mie opinioni politiche, essere contro Berlusconi, e poi avere una collana di diamanti o voler fare un sacco di soldi? Noi, alla fine della fiera, facciamo musica rap, con tutti i pro e i contro. Non siamo opinionisti, non siamo Franki e hi-nrg. Anche lo sfigato di Rockit, che ci ha intervistato, non pu menarcela con le marche, le Nike, inammissibile. Significa che non hai nessun background sullhi p hop, che non ne conosci la storia ma ti vergogni?!? come se andassi da Slash de i GunsnRoses a dirgli come cazzo messo con il chiodo e il cappello di cuoio non amm issibile. Questa mancanza di background non pu essere perdonata e non si pu stare tutta la vita in bala di gente cos, che magari nemmeno ascolta i tuoi testi. Io i pezzi sociali li faccio ancora adesso, tra laltro. J: Milano stata una citt dellhip hop, come Roma e Bologna. A quindici anni andavo al muretto, ma eravamo gi la terza generazione rispetto a Dj Enzo, Space One, Zip po, quelli che frequentavano il Caf De Lile. Se c un futuro non saprei, perch vedo della gran merda in giro. P: A differenza di altre parti del mondo, c meno offerta qui. Mentre in Francia, i n Germania, esce un fenomeno ogni tot, qui da noi, come nella politica, nella te levisione, tutto un po stantio, e le cose ci impiegano pi tempo a circolare. Noi c i abbiamo messo tanto a emergere, mentre in Francia, per esempio, un gruppo espl ode anche dopo un anno. J: Allinizio degli anni 90 cera il rap politico che poi ha rovinato lo sviluppo suc cessivo. Ci sono voluti anni, al rap, per emanciparsi da certe impostazioni, e tutto per colpa di quattro straccioni. P: Frankie hi-nrg era una merda, anche se il primo album non era neanche male. J: Neffa e i Sangue Misto erano bravi e infatti hanno avuto il successo che si m eritavano. Tutti quelli che stavano in piazza con me ascoltavano i Sangue Misto. P: Oggi ci sono un sacco di gruppi che ci emulano. Chiunque a Milano rappa come noi, a parte quelli bravi che si distinguono, di cui non mi sento di fare i nomi perch sono parecchio giovani e devono ancora venire fuori. J: Comunque, stando al passato, i Sangue Misto sono stati sicuramente un nostro riferimento, e poi Kaos One, gli Articolo 31, Lou X. P: Lou X stato un grande. J: Tanti avevano talento ma non hanno avuto la capacit di continuare, di trasform are il talento in mestiere. P: Io seguo alcune delle realt underground di oggi molto interessanti, ma grazie a noi che il rap si veramente sdoganato, come in Francia e in Germania J: e che il rap tornato a essere anche una cosa da tarri e non pi da centri social i.
P: Dentro la scena, per, restano ancora molte divisioni. C una frangia di pubblico che pensa che siamo troppo scorretti, maleducati, cafoni, troppo gangsta. lo stesso equivoco in cui caduto quel babbo del giornalista di Rockit. Un frainten dimento totale. Non hanno capito che limmaginario hip hop fatto di vestiti, di ma cchine, di estetica. I Dogo hanno fatto scontrare i giornalisti con questo tipo di realt. Abbiamo fatto scontrare uno sfigato di XL con il fatto che possiamo fare 2500 persone a concerto. Lhip hop vecchio ancora adesso abbracciato da una manica di loser e disadattati, mentre noi cresciamo in popolarit. J: Esempio: se noi andiamo allhappy hour, passiamo tutto il tempo a fare foto con i fan. A volte sei cos circondato di zarri che non riesci neppure a muoverti. P: E succede tanto nei posti hip hop come nelle discoteche dove mettono la house o la techno. Abbiamo una celebrit di strada, pi che patinata. Io non ho la macchi na, vado a piedi, e cho sempre i pischelli che mi rincorrono. J: Per questo frequentiamo il Berlin, un bar dove ci sentiamo a casa, in un luog o protetto. Anche se, per la verit, non siamo tipi da happy hour, nel senso che m agari ci capita di bere e stare in giro, ok, ma da mezzogiorno. P: Per anni siamo stati imbattibili, al Salone del Mobile, di cui non frega un c azzo a nessuno, per scroccare ovunque, facendo nove o dieci aperitivi, andando a scroccare in mezzo ai cessi esposti, agli spazzolini da denti, in mezzo ai diva ni e alle sedie. Non ce ne fregava niente di niente.
Rap J: A chi ci chiede come si scrive un pezzo rap, rispondo che lappunto fondamental e. Non appena vedo una cosa che mi piace o sento una frase memorabile, subito me la segno sul cellulare. Come si fa un pezzo? Mi viene unidea, scrivo, la faccio leggere ai miei soci. Ognuno, poi, ha la sua metrica. P: Infatti. J: Si matura scrivendo, rappando, rielaborando le influenze, senza pensare mo facc io quello, mo faccio questo. Per capire se un pezzo funziona, lo facciamo sentire a qualche amico, anche se un po ti accorgi da solo, se hai un minimo di sincerit c on te stesso. Per fare un disco, innanzitutto, bisogna capire se sei in grado di rappare, senza buttarti allo sbaraglio P: devi andare a tempo, come minimo, cosa che molti non sanno fare. Poi avere un tuo stile, una produzione dignitosa e farti conoscere sul web. Prima si facevano i demo, ora si passa dalla rete, come nel resto del mondo. J: Comunque, non esiste una scuola di rap, un X Factor o un Amici del rap. Tanto meno alle radio interessa un cazzo di te. P: Zero, alle radio non gliene frega niente. J: Non esiste un X Factor del rap, secondo me, perch il rap un fatto troppo perso nale.
P: E poi non che fai le cover. J: Conta il rap, il sentimento. Contano le cose che dici, come le dici, le basi. P: Ci sono degli step per farti conoscere. Diffondere quello che hai fatto, la t ua roba, intanto, dopodich hai un riscontro vedendo gli accessi sulla rete, chi s ono quelli che ti ascoltano eccetera. Poi, chi degno di nota inizia a collaborar e con un nome grosso, magari fa un featuring, e inevitabilmente ci sar chi ti odi a, chi pensa che non sei allaltezza di collaborare con quel grosso nome. Quello c he conta, in definitiva, avere personalit, senza voler assomigliare a Fabri Fibra o ai Club Dogo. La gente scema, per se sei un clone ti sgama, lo sente. Noi abbi amo un sacco di cloni, di gente che ci imita. Nel rap la gente ti deve seguire p er la personalit e il tuo stile. Il mio consiglio, per chi vuole iniziare, scrive re tanto. J: S, scrivere tanto. Scrivere cose che siano interessanti per tutti, non solo pe r i rapper. Non sentirsi mai arrivati, batterti per essere sempre competitivo. D evi pensare che c sempre qualcuno alle tue spalle che pu mettertelo nel culo. P: Il rap una nicchia che riflette il trash del mercato discografico italiano: f atta da gente vecchia, arretrata, non al passo con i tempi, figli di. Il rap, an che se underground, riflette alcuni difetti della grande industria. In Francia t i passano alla radio, lunderground molto pi vasto. J: C una legge che impone alla radio di passare il 60 . Di conseguenza le case discografiche sono costrette a francesi. Qui alla radio danno Lady Gaga, mentre i Club ssare per via dei testi troppo scorretti, espliciti. In seguito della madonna che ha in Francia, eccetto magari bra e il Truceklan. per cento di musica francese investire sugli artisti Dogo hanno problemi a pa Italia il rap non ha il noi, Marracash, Fabri Fi
P: La nostra forza, senza aver studiato niente a tavolino, stata quella di avere unattitudine cross - over, di parlare a un pubblico misto. Gli artisti amati dal la gente hanno successo perch raccontano qualcosa di universale. In Italia la gente comune non ama il rap, non ha una sua idea del rap, al contra rio di altri Paesi. La genialit di Fabri Fibra, che non la mia, stata quello di a vere un flow, una metrica comprensibile, cos che anche mia nonna capisce di che c osa si sta parlando. Altre volte, con il ritornello, creando delle alchimie con le basi, riesci comunque a renderti comprensibile. Il flow la musicalit del rap, lo stile che distingue te dagli altri, come per De Palma e Scorsese il different e modo di muovere la macchina. J: Adesso facciamo un po di storia, della nostra storia. P: Quando avevamo sedici anni, nello stesso periodo in cui eravamo legati al mon do del writing, assorbivamo un tipo di hip hop molto ricco, sia underground sia mainstream: Jay Z, Wu-Tang, Tupac, che sono poi alla base della nostra scuola di scrittura. Non siamo nati con 50 Cent. J: Nas, minchia P: Nas aveva una poetica pazzesca, un suo mondo che metteva nelle rime. J: Raccontava di tutto: il successo, il prima e il dopo il successo, la coca. P: E poi si andava a ballare Notorius B.I.G., uno che ha portato lestetica gangst er nel rap. Si vestiva con i completi di Gucci, di Versace J: e poi Notorius B.I.G. sapeva farti un affresco, raccontarti una storia, come i
n Hypnotizer P: Erano come dei film, delle cose talmente belle, fighe, che spazzavano via qua lsiasi altro tipo di musica. J: Aveva un flow della madonna. P: ha scritto un pezzo come Ten Crack Commandments, dove ti raccontava come spacc iare con successo, come farlo di nascosto alla tua tipa, come impacchettare, tag liare. Tutto il vecchio rap aveva un immaginario che per noi era fonte di stimol i infiniti. J: A parte i Sangue Misto, non cera in Italia un modo di fare rap come in America . Ora ci siamo noi, Fabri Fibra, Marracash e Noyz Narcos, ma prima il dislivello tra America e Italia era enorme. P: Noi non siamo old school, non apparteniamo alla vecchia scuola, ma stiamo com unque a cavallo tra due generazioni, e infatti in noi c una commistione di element i che tanti giornalisti non riescono a decifrare. Abbiamo assorbito una vera cul tura hip hop, a differenza di molti che hanno iniziato ora e non sanno niente, a ssolutamente niente. Se un giornalista ti fa certe critiche, se ti definisce un gradasso, significa, semplicemente, che non ha studiato la storia, che non sa ch i stato B.I.G. La cosa del rap che ti fa innamorare lestremamente esplicito, le c ose matte e dirette che ti dice e che a noi, per esempio, hanno fatto scattare u na molla. J: Ready to Die di B.I.G. uno dei dischi che a me hanno fatto scattare una molla . P: Anche Illmatic di Nas, Reasonable Doubt di Jay Z, Enter the Wu Tang dei Wu-Ta ng Clan. Tutti dischi geniali, dischi che ci hanno cambiato la vita, dei veri e propri film criminali, con gli skit e tutto il resto. J: Per quanto ci riguarda, la nostra storia nata in modo molto spontaneo. Non ch e ci siamo guardati e ci siamo detti: Facciamo un gruppo. Allinizio di tutto, fiat lux, c stato il rap P: che era una valvola di sfogo J: e ci mettevi dentro le tue storie, i cazzi tuoi. Poi succede che qualcuno si accorge di te, del fatto che sei bravo, e piano pian o iniziano le cose P: Ribadisco: per noi era una valvola di sfogo J: Se un ragazzino viene da me e mi chiede da a di divertirti. Come si fa a diventare come ervando quello che ti circonda. Poi devi fare fai con lambizione del successo, ti vengono dove sinizia, io gli dico: Boh, cerc noi? Scrivendo, uscendo di casa, oss le cose per divertirti, perch se le fuori delle cacate.
P: Se tu non hai interessi, non avrai neppure un vocabolario per descrivere quel lo che ti sta intorno. Se invece guardi tanti film, leggi, ascolti, vivi, ti cos truisci un background, da quello che riesci a fare musica. I rapper italiani a c ui guardo con interesse sono o quelli che hanno testi particolari o quelli che h anno uno stile che fa la differenza. J: Le storie, le cose che poi abbiamo iniziato a scrivere, hanno coinciso con qu ello che tanti avevano bisogno di sentire. Ma non stata unoperazione progettata a tavolino, per niente.
Ricordo che sia io sia te eravamo arrivati a un punto di non ritorno, che ci era vamo veramente stancati di ascoltare certe robe, tutte quelle minchiate inutili. Di conseguenza, abbiamo deciso di fare di testa nostra, di scrivere ci che veram ente sentivamo, e abbiamo scoperto che la gente era in sintonia con noi. P: Poi, tutto quel momento l, di disfacimento e perdizione, stato quello che ci h a permesso di scrivere, di diventare quello che siamo. J: Abbiamo iniziato a scrivere di cocaina nel momento esatto in cui il fumo tram ontava e iniziava la coca. Parlarne era tab. Allopposto, noi dicevamo chiaramente che ci facevamo le righe, che giravamo con gli spacciatori, visto che quella era la nostra vita. Non vero che volevamo fare gli americani. Noi stavamo in piazza , a rompere i coglioni al prossimo, a fare le righe, a diventare pazzi. Probabil mente la gente si vergognava di ammetterlo, ma questo era landazzo generale. P: Quando abbiamo iniziato a firmare i primi contratti, a lavorare sul serio, er avamo gi degli scassati. Finita ladolescenza, da adulti abbiamo continuato a fare una vita estrema, pi pesante della vita notturna pesante. J: Quand esplosa la coca, nel periodo del boom vero e proprio, il sottoscritto era gi uno che aveva fatto lospedale, che si pigliava tre pastiglie al giorno, per lan sia. Di gente morta perch si fumava le bottiglie, ne avevo gi vista, avevo 360 pun ti in corpo, fatti in tutti i modi: dal cadere in motorino, al prendere le mazza te in testa. A quei tempi ero gi un Sai Baba: sapevo quello che cera da sapere. P: Ecco, quindi assurdo sentirti ripetere dalla gente, dai giornalisti, che non ha senso parlare di determinati argomenti, perch lItalia non lAmerica, e in fondo s ei un borghese. J: Lasciamo perdere. La nostra credibilit quella della strada. Quando Povia cammi na tra la gente nessuno gli rompe il cazzo come a noi, sono sicurissimo. Noi sia mo delle celebrit del marciapiede. Abbiamo proprio quel tipo di fama, non televis iva, che quella della citt. P: Prima dei Dogo, zio J: prima dei Dogo, da principio, ci sono state Le Sacre Scuole, dove ci stava anc he Dargen DAmico. Poi ognuno andato per la sua strada. In studio abbiamo incontra to Don Joe, che appunto aveva un suo studio, e con cui ci siamo subito trovati b enissimo. A noi capitato il meglio e a lui capitato il meglio. Abbiamo fatto pri ma cinque, sei pezzi, poi venti. P: Il primo disco aveva un suono che ha fatto impazzire la gente, che rievocava la scena di New York degli anni 90. Nel secondo, Don Joe arrivato a un sound nostro, che il marchio di fabbrica dei Dogo e non ha pari in Italia. J: Abbiamo avuto anche culo, bisogna dirlo, ad arrivare in un momento in cui non cera nessuno. Alludo alla grande crisi del rap, al dopo Neffa. Tutti pensavano c he il rap fosse finito, che non ci fosse pi da imparare n possibilit di avere succe sso. Poi siamo arrivati noi con un disco prodotto da paura, incosciente, dove si sentiva che eravamo incazzati con lintegralismo del rap che ci stava intorno, ch e volevamo emancipare il rap, trasformarlo in qualcosa diverso, di zarro, ma sen za involgarirlo. E il disco ci esploso tra le mani. P: E poi nello stesso periodo usciva 8 Mile di Eminem, riportando i riflettori s ul rap.
J: Tra il primo e il secondo disco sono passati tre anni. P: Il primo con una major stato pubblicato nel 2007, tre anni fa. Abbiamo la for tuna di avere une - sperienza decennale e di essere comunque sul mercato con fres chezza. Del primo disco ho un ricordo simpatico. Eravamo molto sgarrupati. J: Allepoca lavoravo nei giornali e in pubblicit. P: Io nei call center, tanti call center. Poi ho fatto il magazziniere, dovevo m ettere gli orologi dentro a delle scatole. Il primo disco, che ora su eBay vendu to a 100 euro, aveva una copertina agghiacciante. Era unepoca pre Internet, old s chool, nel senso che Internet non era ancora del tutto esplosa. La gente non si faceva i video. Il primo disco siamo andati a stamparlo pagando con il rotolone dei soldi e poi labbiamo portato noi negozio per negozio. Abbiamo fatto tutto da soli. J: Agli inizi un 10 per cento di culo indispensabile, ma poi il restante 90 per cento di culo te lo devi fare tu. P: La nostra una storia veramente self made. Nessuna raccomandazione. Mai, zero. Un talento da Pr lo abbiamo sviluppato nel tempo, anche se abbiamo sempre manda to a fanculo tutti. J: E c da aggiungere che, a pelle, noi, non stiamo molto simpatici. P: Quando abbiamo iniziato, non si pu dire che fossimo totalmente refrattari alla vecchia scuola, che aveva esempi anche illustri, tipo i Sangue Misto, il primo degli Articolo 31. Per, ecco, ceravamo stancati della piega nerd e sfigata che ave va preso il rap. J: Cerano troppi tab: non potevi vestirti figo, non potevi parlare di coca. Il rap non rispecchiava n il nostro mondo n il mondo reale. Del primo album, un pezzo ch e ho amato Cronache di resistenza. P: Labbiamo scritto dopo il G8 di Genova: Noi generazione post Br / figlie della b omba / voi generazioni di Pr / figlie della bamba. Nel primo disco ci sono dei pe zzi storici, con dei contenuti pi sociali, che stanno anche allorigine del fatto c he poi, avendo preso una piega pi tarra, la gente si stupita, ha avuto problemi a capirci. Comunque, nel primo disco ci sono anche tanti esercizi di stile, che l a gente ricorda ancora. P: Dopo abbiamo partecipato a Roccia music, il debutto underground di Marracash. Dentro cera Le voglio piene, la cover di Ti voglio bene di Tiziano Ferro, con la differenza che la nostra era tutta dedicata alla cocaina. J: S, la storia di due che sincrociano a comprare la coca. P: In quel momento abbiamo cominciato ad avere popolarit. Quando ci siamo messi a lavorare al secondo disco, abbiamo cercato di allontanarci un po dal suono crudo del primo e dai contenuti impegnati. Ci siamo lasciati contaminare dallelettroni ca. Ci sono pezzi damore e pezzi cafoni. In Briatori abbiamo fatto nome e cognome di gente dello spettacolo, cosa che poi tutti ci hanno copiato, anche gente mai nstream. C un pezzo street, come Butta via tutto, dove si capisce la commistione c on la techno culture e la cultura truzza. Una volta sola, invece, stato il primo singolo, ed ancora oggi un bis ai concerti. J: Da l abbiamo iniziato a fare i concerti veramente grossi. P: La major ci ha chiamato per via di Briatori. E cosa succede in Italia? Che pe r tanta gente la major vi ha rovinato e il disco vecchio era meglio di quello nuovo.
Ma la gente non capisce che noi abbiamo le fondamenta hip hop. J: Scriviamo ancora in quel modo, con le metafore, non ci successo di fare i pez zi suoneria come a tanti musicisti. Non ci siamo semplificati. Siamo cambiati, o k, non facciamo pi metafore una dietro laltra, incastri pazzeschi, ma perch sono pa ssati i tempi ed cambiato il nostro modo di fare rap. Il gioco con il testo, i g iochi di parole, ci sono sempre, e tanto. Non ci riduciamo a fare ritornelli fil astrocca. Non abbiamo mai pensato di fare un disco che venda, ma un disco bello e basta. P: C sempre un lessico e una ricerca dietro il lessico. Certo, siamo diventati bra vi anche a fare i singoli. Tanta gente, comunque, ci rimprovera ancora il discor so con la major, indipendentemente dai pezzi, dai contenuti e dallo stile del di sco. J: Noi ci teniamo alle radici hip hop. P: Ci teniamo per la storia che abbiamo alle spalle. Per, se io adesso faccio un pezzo con Jay-Z, la gente pensa che gli ho dato un miliardo. J: La verit che ai nostri concerti, comunque sia, viene pi gente di quanta ne vada ai concerti dei cantanti di X Factor. P: In classifica noi arriviamo mille volte prima di Povia. Ma chi Povia? uno che va a Sanremo e poi gratta un anno, ma non fa concerti, non fa un cazzo. J: Ovvio che in Tv o a Sanremo non possono chiamare noi. Ma questa una vittoria. Significa che siamo arrivati senza passare da certi posti, senza metterci a nov anta come Povia. Significa che ogni anno non dobbiamo inventarci il pezzo sui ri cchioni pentiti o su Eluana. P: Il video di Puro Bogot, video fatto con cento euro, ha quasi un milione e cinq uecentomila visite su YouTube. Numeri da Jovanotti e Laura Pausini. Puro Bogot no n era neppure un singolo e il suo successo una cosa cos, inspiegabile. Non c major che tenga. J: Noi siamo quelli che non possono andare alla Rai, che per godono del grande am ore della strada. P: E Puro Bogot ai nostri concerti la cantano tutti. il nostro Albachiara. Anche a Balotelli piace. la dimostrazione che non c nessuna regola di mercato. uno dei n ostri pezzi pi amati, per non mai stato un singolo. J: Un pezzo di stile. Il campione di Puro Bogot stato rovesciato, perch sulla prim a versione, usato dritto, non ci riuscivamo a rappare. Poi Don Joe ha avuto lidea di rovesciare la base. P: Piccolo segreto: io ho un trucco nelle rime, che nellhip hop si chiama signatu re, firma, cio dei versi che sono riconducibili soltanto a te. Io uso spessissimo Rimo da quando, per esempio, e questo un po un fetish tra il nostro pubblico pi att ento. J: Riassumendo, tra i pezzi nostri pi importanti metterei Cronache di resistenza. P: E Vida Loca, D.O.G.O. J: Briatori. P: Una volta sola.
J: Puro Bogot. P: Dolce paranoia. J: Mi hanno detto che (la vita una puttana). P: che stato il nostro primo vero singolo mainstream. Come o a met, anche se figo come pezzo da club, perch il video il ricordo del brano resta un po agrodolce in quanto legato ice con la vecchia etichetta. Su questo pezzo potrei trovarmi ali hater. pezzo stato un success uscito di merda. Per cui a un periodo non fel daccordo con eventu
J: Nei nostri pezzi si sente spesso parlare di soldi, ma non direi che il danaro per noi sia un valore. Ci piace sputtanarlo. Non abbiamo mai avuto un piano di arricchimento vero e proprio. Ne parliamo con disprezzo, alla fine. P: Siamo stati uno dei primi gruppi rap a trattare senza tab il fatto che tutto g ira intorno al grano J: Ne parliamo in due modi, direi: uno positivo, laltro negativo. Da una parte i soldi come mezzo che ti permette di fare ci che vuoi, di godertela, e poi invece, come in Sangue e filigrana, come una cosa sporca, che rovina tutto. P: Lostentazione, intendo le sneakers, le collane, le macchine, una cosa che ha a che fare con la cultura hip hop. Per quella gente di cui parlavamo prima, quell a che da ragazzini incontravamo alle feste, i ricchi, sarai sempre uno zarro, no n ti capiranno mai. J: s, resti un Ronaldinho A me non che mancasse il piatto di pasta, da ragazzo, per nemmeno mio padre mi organizzava il diciottesimo al campo di tennis n mi regalava la Mercedes. Ma adesso che guadagno un po di soldi mi va di ostentarli, di regal armi i vizi e il divertimento che non ho avuto prima. P: In Italia, vedi Corona, tutto unostentazione, per parlare di soldi un tab, farci una canzone una cosa che ti mette in cattiva luce. J: Anche i centri sociali quando fanno i concerti lo fanno per amore della music a o per battere cassa? Il messaggio per noi questo: ho la fortuna di fare un mes tiere intellettualmente stimolante e remunerativo piuttosto che un mestiere di m erda. P: Anche se mai parleremo con disprezzo del benzinaio o del magazziniere. Loro s ono la nostra gente, e facciamo musica per loro. J: Per se vai dal benzinaio e lo metti di fronte alla scelta fra il suo mestiere e quello di fare concerti davanti a 2000 persone, lui ti dir il cantante. E, mi p ongo la domanda, tra il malandrino e il benzinaio,io cosa sceglierei? Direi il m alandrino, se non fosse che quel tipo di vita mi manda in ansia e sbattimento. N on una vita che fa per me, anche se mi attrae. Preferisco leggere un libro su Va llanzasca che imbracciare un kalashnikov. Se sei cresciuto in un ambiente di mal andrini e ci resti, poi va a finire che ti acchiappano, ma tutto questo non centr a con la musica. Il nostro mondo molto pi articolato e complesso della sfumatura criminale che pu esserci nel nostro immaginario. P: Io, un paio danni fa, ho deciso di tagliare con tante cose. Abbiamo avuto i te lefoni sotto controllo, solo perch conoscevamo certa gente. J: Non c nessun rapper al mondo che sia un balordo e basta. Devi comunque avere un talento, una curiosit, una voglia di fare, una capacit di osservazione e racconto . Noi siamo la cosa pi vicina che c tra lessere tarri e lessere artisti. Non a caso N
as, Wu-Tang Clan, Guru e molti altri vengono dal college, senza aver mai perso i l legame con la strada. P: Laltra sera un giornalista rompeva il cazzo a Nicolai Lilin, insinuando che le cose che racconta non fossero vere. Anche queste sono polemiche sterili. In mol tissime cose nostre c un elemento di cinema, di fiction, oltre che di autobiografi a. J: N a noi n a Lilin il successo viene perdonato, ecco, e io questa frase me la vo rrei tatuare. Il successo, noi, ce lo siamo meritato, non che ci ha aiutato la m afia. Per noi c tanto amore o tanto odio e invidia. P: A me sembra che nella societ odierna il successo, il cosiddetto farcela, corrisp onda molto al successo televisivo, anche se finisci a fare il coglione, anche se il ruolo che ottieni la contropartita dellaver succhiato il cazzo a un vecchio. Questo quello che viene inteso da tutti per farcela. Per noi diverso. Per noi il s uccesso sta soprattutto nella soddisfazione che ricavi da quello che fai. E poi nel vedere che quello che fai servito a qualcosa. J: Noi ce labbiamo fatta, ma in senso diverso, secondo percorsi che non sono quel li imperanti. Ce labbiamo fatta veramente, senza che nessuno ci aiutasse e senza passare attraverso la televisione. P: Ce la siamo cavata sempre da noi. J: Laspetto dei Club Dogo di cui vado pi fiero che non dobbiamo dire grazie a ness uno. In tanti, invece, dovrebbero ringraziare noi. Noi siamo ancora qua, uniti. Non ci siamo ancora accoltellati, nonostante si viva gomito a gomito, nonostante capiti di scazzare anche pesantemente, dato che siamo gente tosta. Alla fine, r iusciamo sempre a trovare la quadra, nella musica, nei concerti. Abbiamo lalchimi a, che forte, e che la gente sente, percepisce. Quando finir lalchimia, si sciogli er anche il gruppo. Senza non si pu lavorare, impossibile. Ce da tenere compatto tu tto un entourage, tenere a bada le paranoie del tour manager, le mie, le tue, qu elle di Joe. Abbiamo la fortuna di aver messo sempre tutto da parte, per il bene del gruppo. Poi, unaltra cosa di cui sono fiero che non abbiamo mai litigato per quel problema che di solito fa scoppiare le band: i soldi, appunto. P: Anche le donne sono un soggetto che ricorre nella nostra poetica e che ha ali mentato, non solo nel nostro caso ma un po in tutto il mondo del rap, un sacco di polemiche. Utilizziamo un linguaggio che non necessariamente definirei misogino , ma quello che usano tutti per strada, senza ipocrisia e falsi moralismi. Se vedi passare una tizia, raramente ti verr da dire: Che fine pensatrice!, ma dira i: Che culo quella! Poi abbiamo fatto testi anche molto profondi sulle donne. In I talia, invece, spesso piacciono i cantanti sfigati. E se cos sar contento di stare sempre sul cazzo. J: e il fatto che hai successo, come si diceva prima, non ti viene perdonato, com e il fatto che scopi e hai la figa P: La Tv italiana, da anni, propaganda la degradazione e la prostituzione della donna. Parlare di quel mondo l, rappresentarlo, come abbiamo fatto con la coca e con i soldi, fa parte della nostra poetica. Una trilogia che ricorre nelle nostr e canzoni : soldi, droga e donne. Nel mondo della musica, della vida loca, ho con osciuto donne che effettivamente erano tutte troie e tutte uguali. Ti si attacca no perch hai successo, perch sei un rapper. Conosco tante tipe che scopano quanto e come gli uomini, che collezionano uomini. Vanno con lemiro arabo e con la popst ar. Poi ci sono le psycho, quelle che ti assillano. A Milano le tipe che voglion o entrare nello showbusiness formano una piramide, una piramide egizia. Nella pa rte bassa ci sono le wannabe, quelle che ci provano ma non sono abbastanza fighe
. A salire ci sono quelle che fanno strip e lap dance. A met c la ragazza immagine, poi quelle che provano con la Tv e nei media, che magari falliscono e fanno la fine delle pornostar, e sopra ci sono quelle che riescono e diventano showgirl i n televisione. Ho conosciuto un mare di ragazze, di famiglie disastrate e non, c he nemmeno vanno a scuola. Passano le giornate sul divano, magari lavorano in di scoteca e mettono da parte i soldi per rifarsi le tette J: tipe fatte cos, che su Facebook, non appena le aggiungi, ti dicono: Vengo a casa tua. Facebook un bordello a cielo aperto. Aggiungi, aggiungi, aggiungi. Se hai un min imo di visibilit, le tipe ti si propongono, ti si lanciano addosso. Questo genere di donna come dovresti chiamarla? Mia principessa? P: Ci sono le fighe che ti devi un minimo lavorare, uscirci una sera, poi ci son o le groupies pi becere, che appunto ti vengono direttamente a casa e tu non devi fare niente, nessuno sforzo. J: e questo il livello pi becero del rapporto Club Dogo con le donne. Ma per torna re a noi, alla musica, esiste, da un lato, tutto un filone di testi sulle donne che viene nemmeno sottovalutato, ma proprio ignorato. Dallaltro un filone che rac conta quel campionario femminile che si nutre di Grande Fratello e Uomini e Donn e. Laltra sera, allHollywood, cerano nel priv cento donne e fuori altre duecento che volevano entrare. Quelle nel priv erano dentro a prendere un cazzo in bocca, le altre erano fuori che volevano anche loro entrare e prendersi un cazzo in bocca. Se sei bella e giovane, scoparti qualcuno il modo pi diretto per arrivare in tel evisione. Questo il metodo e chi vuole sfondare in Tv si mette a novanta. Di que sto genere di donne non direi: Ah, poverine! Poverine sono le ucraine sedicenni am mazzate di botte, immerse nelle vasche di ghiaccio se non fanno mille euro a ser a. Le altre sono donne senza scrupoli, anche se non credo che provino piacere ne l succhiarlo a un sessantenne. P: Andare a letto con le soubrette stata lesperienza pi vicina al nemico, al mondo di Berlusconi, che io abbia mai fatto. Nel senso che ho percepito di trovarmi d avvero lungo una linea di confine. Altre linee di confine: situazioni con balord i, dove hai la sensazione che stia per succedere qualcosa di pericoloso; esperie nze con la droga; esperienze di feste dove finisci con grandi celebrit, con perso ne che non avresti mai detto. Con la soubrette, per, senti davvero di avere a che fare con il nemico, perch sei con una che lemanazione di Mediaset, di quel tipo d i televisione, la incarna interamente, incarna lo schifo italiano, lipocrisia, la finta facciata. Sono stato un po di tempo con una tizia che mi chiedeva di non pippare, per di nas costo lei non soltanto pippava, ma scopava con tutti, con gli arabi. La cosa str ana che tutte queste tipe, poi, quando arrivi al dunque hanno bisogno di una cos truzione morale intorno: si scopa solo a letto, non bestemmiare, io sono cos, io sono cos. J: E questa apparente contraddizione non deriva dal fatto che sono ragazze alla fine complicate, problematiche, no, dipende dal fatto che sono totalmente finte. Per sono troppo fighe, ecco. P: Nel mio periodo rocknroll, quando facevo sempre festa, il mio obiettivo sessual e, sentimentale, era scoparmi una tipa dei calendari: una sorta di status symbol da rapper come le catene e i vestiti firmati. J: Non che il tuo sogno era scoparti la tipa dei calendari, che tu hai avuto lopp ortunit e ne hai approfittato. Per quanto ci riguarda, il fatto di parlare delle donne in un certo modo, perch r
appresentiamo il mondo di cui abbiamo parlato finora, un mondo di decadenza. Com e Club Dogo, per, abbiamo scritto anche cose pesanti sui sentimenti, ovviamente c on la nostra chiave e non alla Fabrizio Moro. Di conseguenza certe critiche dei giornalisti sono ingiustificate. P: Oltre alle tipe della discoteca, della tele, oltre alle groupies che fanno st alking e ti ossessionano, ci sono anche le tipe normali, con cui per difficile, c on la vita che fai, costruire una relazione. J: Per stare con me, una donna dovrebbe accettare la mia vita, il mio lavoro, ch e non una cosa semplice. P: Se due, tre volte alla settimana fai le quattro di notte J: o stai lontano da casa per diverso tempo, e inevitabilmente sei desiderato da molte donne, difficile che una ragazza accetti tutto questo, restando al tuo fia nco. Dovresti trovare una che fa il tuo mestiere. Ci sono poche donne, tra laltro , che fanno hip hop e non tutte sono brave. Al di l del discorso che si sta facen do, a noi sarebbe sempre piaciuto trovare unartista in gamba, possibilmente figa, da portare in concerto. P: Sarebbe anche figo a livello di marketing.
J: Sono piuttosto rari i casi di donne, tipo Lil Kim, che hanno spaccato verament e. Lrnb, che una fascia musicale pi femminile, manca in Italia. C una tipa che sto se uendo, che scrive robe molto hardcore. un pezzo di figa, brava. Quando le tipe f anno rap, scrivono stronzate pazzesche, ma secondo me prima o poi, dai quartieri , verr fuori una zarra brava. P: Comunque, importante trovare una donna che abbia qualcosa da dire. J: S, assolutamente. Non possono essere soltanto fighe. Devono essere simpatiche, intelligenti, saper parlare delle stesse cose di cui parli tu, e anche di altro . P: Stare sempre insieme a donne frivole, anche se bello far vedere che stai con una figa, dopo un po viene a noia. Diventa una cosa effimera, come le droghe e lal col. Dopo aver frequentato tante tipe, diverse come tipologia di donne, diventa difficile, purtroppo, legarti a qualcuna. un po il discorso di aver provato tutto , come con le sostanze. Si alzata la soglia del piacere. Alla fine, non ti emozi oni pi. Quindi coltivare degli affetti non semplicissimo. Non facile trovare qual cuno che stia dietro alla tua vita da artista, al fatto che stai in tourne per me si, che ci sono ragazzine che ti vogliono scopare. Quando eravamo sbarbati, mi r icordo, il boss, quello che aveva il motorino pi costoso, era anche quello che av eva pi figa intorno. J: Anche le tipe che vedevi ai diciottesimi, quelle pi snob, mica si mettevano co n te, fossi stato anche il pi figo del mondo. P: Somigliano a quel genere contemporaneo di ragazze, di cui dicevamo prima, che non hanno voglia di studiare, di lavorare, e abbastanza naturalmente si scelgon o altre strade. J: Fanno vedere il culo, non per caso, gratis, ma perch sono avide, vogliono emer gere, mettersi al centro dellattenzione. P: Non vogliono fare fatica, zio J: e cercano una scorciatoia per la celebrit.
P: Da noi, invece, le tipe non cercano niente. J: A parte che certe te le scopi tu perch sei bello, io mi scopo le altre. P: Con queste tipe che beccano lindustriale, il ricco, puoi avere la fortuna ogni tanto di vincere la lotteria e fartele. Spesso sono tipe molto street, delle gr attate, che magari trovi nel momento in cui si vogliono fare il rapper, lalternat ivo, e a te ti dice bene. Io giravo con una che mi veniva a prendere in Mercedes e le scroccavo tutto, tutto, con la stessa mentalit con cui i Dogo entrano nei p riv. La mia vittoria quella di non essere mai impazzito per queste tipe, di non e sserci andato in sbattimento. Sono stato con donne che, se ci avessero paparazza to, il discredito sarebbe caduto su di loro, non su di me. Aneddoti al riguardo ne avrei a iosa. Non saprei da dove iniziare. Magari dai mnages trois. J: A me ha appena aggiunto una tipa mitologica su Facebook che ha proposto lorgia con una sua amica. P: Una volta, ai tempi in cui si frequentava tanto il Rolling Stone, abbiamo sco pato una tipa in quattro. Quattro contro una. J: A me hanno fatto una pompa in mezzo alla pista della discoteca, davanti a tut ti. P: I bocchini delle groupies J: Una volta un bocchino me lhanno fatto nel backstage, di fronte alla porta del bagno. Non dietro la porta, proprio davanti. P: Cose che capitano, nel pazzo mondo. Per un periodo, insieme a un amico, ho fr equentato casa di una tipa, che abitava in un palazzo di via Montenapoleone. Ave va i plasma in tutte le stanze. Era una superricca, appena tornata dal rehab in Svizzera come tutte le Paris Hilton. Una sera a casa sua arrivato anche un calci atore superfamoso, che ridere. Comunque, anche se ci ho sguazzato, ribadisco che a me di un certo mondo non fre ga un cazzo, mi fa schifo e lho sempre sfruttato. J: Prendiamo quello che possiamo e ce ne torniamo a casa. Tutto grasso che cola. P: un mondo di ipocriti, e di tipe che la danno a dei vecchi. J: Quando finisco in quegli ambienti, non so mai che cazzo dire a nessuno. Trans , mignotte, gente che ti lecca il culo. Non me ne fotte niente. Prendo tutto que llo che c da prendere: bottiglie di champagne, complimenti finti, e poi me ne torn o da dove sono venuto. In quei posti nessuno mi deve niente e io non devo niente a nessuno. Magari, potrei trovare qualcuno che mi aiuta ad andare a Sanremo, ma a me non me ne frega un cazzo di Sanremo. P: Preferisco centomila volte andare in studio a registrare musica che avere il tavolo, la bottiglia e confondermi con quellambiente. J: E poi un mondo che non ha nessun fascino, di cui non mimporta niente. Per c quest o, che se voglio farmi una serata, non posso pi andare ai Magazzini Generali, in effetti, perch tutti mi fermano per farsi le foto, e invece allHollywood sei pi pro tetto, perch un posto studiato per proteggere i Vip. Poi entro, bevo da schifo e me ne torno a casa. Se poi capita di scoparmi una soubrette, me la scopo con tut to il cuore, dopodich la mando in culo, perch il pensiero dincasinarmi con una tipa cos mi fa venire il mal di testa. A me sempre piaciuto stare con la gente normal e, non con i super. Io non mi sento super.
P: Tutto questo mondo, poi, noi lo frequentavamo gi prima del successo. Tavolo e bottiglia gi ce li avevamo. J: Al di l della nostra trilogia soldi, coca, donne. P: tutti argomenti banditi da Sanremo, tra laltro, perch Sanremo una merda, rispecc hia esclusivamente il modo di vivere di chi sta sopra i cinquantanni: la famosa c asalinga di Voghera J: esatto. E comunque, dicevo che un peso nella nostra formazione, nel nostro mod o di scrivere, ce lha senzaltro avuto il cinema. Specialmente il cinema dazione, co n cui siamo praticamente cresciuti, ma anche il cinema dautore, quello comico e d i mafia. P: Scarface, Donnie Brasco, Casin, Goodfellas, King of New York. J: Film che hanno ispirato il nostro storytelling. P: Mery per sempre e i primi film di Risi, i crime movies italiani anni 70, quell i di Ferdinando di Leo. J: La sottocultura, s, i film di Di Leo, i film sulla Milano criminale degli anni 70, e comunque tutto il racconto della Banda Vallanzasca. P: Il film su Vallanzasca lo stiamo aspettando tantissimo, siamo proprio eccitat i. Nel nuovo disco, invece, ci sono momenti esplicitamente legati allattualit, ma sempre nello stile e nelle forme del disco rap. E poi momenti pi da discoteca. I pezzi che restano, purtroppo, raramente sono quelli impegnati, dove trovi delle riflessioni, e che mettiamo in ogni disco. Anche se troverei ipocrita fare un pe zzo inneggiando alla rivoluzione. J: O dispensando consigli fraterni. P: Non farei mai un pezzo alla Frankie hi-nrg. Preferiamo comunicare in modo sub liminale, se vuoi, o imprimere delle scosse, choccare. Di certo non siamo tra qu elli che dicono: Andate a fare la rivoluzione. J: Lo lasciamo dire a qualcun altro. P: Gi sarebbe un bel cambiamento se la gente perdesse lindifferenza rispetto a que llo che sta succedendo. La rivoluzione di cui parla Frankie hi-nrg non esiste, i nvece, non realistica, non vicina a quello che pensa la gente. J: Se vuoi fare la rivoluzione, farla veramente, poi, devi parlare ai ventenni c on il cervello pieno di merda. Peccato che i ventenni non ascoltino Frankie hi-n rg. P: I Club Dogo sono uno specchio dei tempi. Parlando di sesso, droga e soldi, no i parliamo dei valori che circolano tra i giovani in questo periodo storico. Sesso, droga e soldi sono i capisaldi della societ italiana. J: Valori come lapparire, il potere, finire con un video su YouTube. P: Non so se la nostra musica, dove si parla di un po di tutto questo, possa aver e una funzione catartica. J: E qui si apre il discorso del pubblico, di chi compra i nostri dischi e viene ai concerti dei Dogo.
P: I nostri fan sono assatanati. Andarmene una sera ai Magazzini Generali, ormai , diventato un problema. J: Per me significa una sofferenza della madonna, non poter fare quello che vuoi e non essere libero. Immagino quelli famosi veri, che vita di merda fanno. Una sera ci hanno assalito, tipo fan di Michael Jackson. Centinaia di persone. Per c ui ho fatto il giro del locale, ho preso la porta e me ne sono andato. P: Ci sono comunque cose che ti danno enorme piacere. Le serate techno in discot eca, quella gente l quando ti saluta una bomba. A Malpensa ci fermano tutti: dall o sbirro al tamarro magazziniere. Siamo popolarissimi tra i buttafuori e nelle p alestre. E quindi ti accorgi che hai fatto una cosa cazzuta. Con i ragazzini par liamo quando ci risultano simpatici. Laltro giorno cerano questi due lampadati, pi schelli superfashion, che ci raccontavano che quando fanno il taglio, quando imb ustano, si ascoltano a palla i Club Dogo. Preferisco di gran lunga quelli cos. No n vorrei mai, come Povia, essere fermato dalla signora al mercato solo perch ti h a visto in televisione. J: Molti dei ragazzini che ci seguono si devastano, fanno casino. P: Gremano, vanno a ballare. Quando mi accorgo che una cosa pu essere apprezzata dai ragazzini casi umani, fino a quelli con la testa mi spiego meglio: se i Dogo venissero ascoltati solo dai golfisti del Leone XIII figli di pap o solo dai disa dattati, credo che ci sarebbe qualcosa che non funziona. E invece piacciamo a va ri tipi di persone. La nostra musica ha qualcosa di particolare che tira in mezz o un po tutti. J: Perch parla di realt, e lo fa in un modo elegante ma zarro. Se tu chiedi ai nos tri fan di nominare il loro pezzo preferito tra i nostri, avrai centomila rispos te diverse. P: Alcuni hanno vissuto sulla propria pelle quello di cui tu parli nelle canzoni , altri vorrebbero viverlo. Poi c chi ci ama come stile, estetica. Chi vive in mez zo al nulla, poi, e si eccita con la nostra musica. La sensazione pi bella quella di abbracciare un pubblico molto eterogeneo, molto vasto, di piacere a gente an che impensabile. Siamo trasversali. Confinarci alluniverso delle periferie, una m inchiata. C una diagonale che parte dal basso dei truzzi, i truzzi che ascoltano a nche la techno e i Crookers, fino ai sancarlini, ai licei del centro di Milano e al bergamasco che studia allo Ied. Poi, lungo la stessa diagonale, trovi i butt afuori, il campione di boxe, la pornostar, il calciatore famoso. Piacciamo a Bol ogna, a Roma, in Sardegna, dappertutto. Tutto questo mi d molte gratificazioni. un pubblico molto ampio, eterogeneo, che riflette un generale rimescolamento e a nnullamento di confini. E poi ci sono le ragazzine. J: Questo perch tu sei bello e channo il tuo poster. P: Poi c una porzione di pubblico pi adulto, che ci riconosce il merito di aver rac contato i nostri anni meglio della Tv e del cinema. E qui faccio una precisazion e: noi scriviamo di ci che vediamo, di quello che ci passa per la testa, ma lo ab biamo sempre fatto senza calcolo. Poi, effettivamente, il mondo che noi abbiamo raccontato esploso nelle cronache. J: Nelle cronache venuto a galla di tutto. Le feste con le troie a casa di Berlu sconi, le foto dei festini con la gente con il cazzo duro, i politici beccati co n la coca e i trans. Hanno ammazzato un travestito testimone e un ragazzo in car cere. Manca solo un colpo di Stato. Peggio di cos P: Una parte del nostro pubblico condivide una certa ammirazione per personaggi come Fabrizio Corona.
J: il discorso del fare brutto a suscitare emulazione. Corona fa il balordo. Lui v ende il modello del balordo. Corona rimette in scena il tipo di personaggio che, una volta, faceva brutto nella vita reale. Lui lha adattato, lo ha trasferito in una versione televisiva. Ha assorbito tutte le minchiate che ha visto in giro, anche tra la nostra gente, gli atteggiamenti da bullo, il rifiuto dellautorit, ed andato a rivenderle in televisione. Personaggio mediatico della madonna. Lui ven de il suo personaggio, come Paris Hilton. P: Io, alla fine, ho una cultura, che sar pure pop culture, sottocultura, ma io d el rap posso stare qua a parlarne per ore, di cinema pure. Leggo dei libri, so d elle cose di letteratura, abbiamo degli interessi. Questa invece lepoca dei personaggi famosi per niente. Vedi il Grande Fratello, U omini e Donne, e il fenomeno mediatico Costantino. J: anche vero che nessuno sinteressa a Costantino: chi , qual la sua storia? Ci si ferma ai pettorali. Ma neppure a chi legge i libri, a chi acculturato, gliene f rega di sapere se Costantino ha qualcosa da dire. Giuseppe Genna per ci ha scritt o un libro su Costantino. P: Veramente? Genna lo scrittore? J: No, Jenna Jameson. P: Comunque, Corona ha costruito un personaggio per farci un business. Stop. J: La nostra fortuna, il nostro potere sta in tutte le cose che abbiamo letto, c he abbiamo visto, che ci hanno dato gli strumenti per fare al meglio il nostro l avoro. Il rapper del quartiere ha un sacco di cose da dire, ma spesso non sa come dirle . Noi, invece, siamo veramente uno strumento del demonio, perch siamo quelli che channo la roba da dire e che sanno come dirla. Per non so se lhip hop possa avere u na funzione educativa, formativa, in questo senso. Di certo, non nelle corde dei Dogo. P: A me non interessa, interessa di pi la musica. Non minteressa limpegno educativo , non ci sono tagliato. La mia missione sar sempre quella di fare musica forte, c on testi di qualit superiore, senza fare il professore. Mi sembra un po cheap, dir e: Ragazzi, fate hip hop e non combinate casini. Devi essere bravo per trasmettere questo messaggio. Al massimo posso, con i testi, spingere la gente a farsi qual che domanda, a ragionare. Forse per avere un artista davvero impegnato, che abbi a quel certo tipo dispirazione, dobbiamo aspettare che venga fuori uno straniero. Tipo Karkadan, che fa impazzire gli arabi. Ci capitato anche di andare nelle sc uole: i ragazzini arrivano, Minchia, oh, zio! eccetera, ma nessuno che ti fa doman de, che ti chiede cose J: un po lo scenario senza futuro che descriviamo nella nostra musica, lorizzonte di gente che non ha niente in testa, per il futuro non lo possono costruire i Clu b Dogo. compito della scuola, dei genitori. P: Ogni tanto, nel disastro culturale dei bimbiminkia, succede che qualcuno ti s crive e ti dice cose belle, intelligenti. J: una situazione un po desolante P: Per quanto mi riguarda, voglio avere un sound di qualit, e andare contro, tra virgolette, alle cose che non vanno in modo figo. Oltre ai freestyle, alle cose di droga, di sesso, scrivo anche altro, che comunque non vuole essere moralista.
J: La gente, comunque sia, il grande pubblico, su certe cose non capisce un cazzo P: Anche Badabum cha cha di Marracash, che ha avuto un grande successo commercia le, stata equivocata. La gente pensava fosse un pezzo da ridere, senza capire qu anto la base, il testo, il video, fossero realmente cattivi. J: e. le e Il 90 per cento del nostro pubblico non ci capisce del tutto e interpreta mal E va bene cos, che apprezzi la musica e basta. Solo un 10 per cento ha quel ta fanatismo che li spinge a voler sapere e capire tutto di quello che scriviamo di chi sono i Dogo.
P: Nel nuovo disco c una presa di posizione nei confronti del nostro pubblico. il discorso un po del clima che impera, di quello che sta succedendo. Labbassamento d el livello culturale della gente, che non sa pi scrivere, parlare. Ma non direi c he ci rivolgiamo direttamente ai nostri fan. Per lo meno, non nel senso di dire ci che si deve o non si deve fare J: esatto. P: per ecco, poniamo una questione. J: comunque necessario esporsi, dire delle cose. Cerchiamo di dare una sveglia, di affermare che non pi possibile vivere cos, accettando che tutto quello che sta accadendo in questo Paese sia normale. P: La grande differenza, rispetto a qualche anno fa, che la gente non si abituav a a certe cose. Adesso, invece, tutto passa per normale. Vedi le varie questioni di trans e politici, delle escort e di Berlusconi. Nessuno ha detto niente. J: Diciamo pure che lui, Berlusconi, incarna quello che dicevamo prima: il fare brutto eccetera. Lui non solo il grande vincente, anche quello che ha vinto incu lando gli altri, quindi il pi italiano di tutti, il pi anni 90, il pi plazaro di tut ti. Lui non solo vince. Vince e ti sfotte perch te lo ha messo nel culo. E tu lo sai. Tutti lo sanno. una caratteristica che fa parte dellitalianit, che va al di l degli anni 90, in fondo. In Italia si ha successo non solo se riesci a vincere, ma se lo fai inculando il prossimo. P: La storia del nostro rapporto con la stampa, invece, una storia travagliata. I giornalisti avevano un modo vecchio di relazionarsi allhip hop, perch ancora leg ati alla vecchia scena. Dopo il boom di 8 Mile, hanno scoperto Mondo Marcio, anc he a causa di una grossa spinta della casa discografica. Successivamente Fabri F ibra, per una serie di ragioni, stato incensato come un genio e un interprete de i nostri tempi. Nel nostro caso, stata la prima volta che il giornalismo si relazionava a una re alt come quella dei Dogo, e cio a un gruppo che aveva un modo di fare, unestetica u nderground e street. Di conseguenza, il nostro modo arrogante, sbruffone, senza peli sulla lingua, ha creato delle divisioni e delle polemiche. Siamo arrivati i n faccia ai giornalisti nel pieno del successo, senza che avessero il tempo di c apire se fossimo o meno di sinistra, se volessimo fare gangsta rap, gli american i o cosa. E noi non abbiamo voluto dare troppe spiegazioni. J: La maggior parte della stampa musicale italiana, secondo me, resta arrogante, intellettualoide, sinistrorsa in un modo che non condivido. Di solito sbrodolan o per il cantautorato impegnato. Avendo un appeal tamarro, noi partiamo svantaggiati. Con i giornalisti ci trovia
mo sempre nella posizione di dover giustificare la nostra poetica, il nostro lin guaggio. E tu vedi arrivare questi, che spesso sono ex musicisti falliti, con il pantalone a sigaretta le scarpette da ciclista, e capisci subito limpostazione i ndie rock e il pregiudizio che potranno avere nei tuoi confronti. Se ci approcci nel modo giusto siamo persone simpatiche, ma se arrivi saccente ti va malissimo . Lo scontro con XL dovuto a un pregiudizio che hanno loro nei nostri confronti, p erch le compagne di sinistra che stanno in redazione pensano che siamo dei sessis ti. Quando tu vai l a spiegarti, loro fanno finta di ascoltare e poi si girano da llaltra parte e vanno a scrivere il pezzo come piace a loro. P: Nel nostro secondo disco c osa, che racconta del fatto che A causa di quel pezzo, su XL nosciuto la qualit delle rime, una canzone che si chiama Non sto in cerca di una sp nessuno si vuole fidanzare, ma soltanto scopare. siamo stati bollati di misoginia. Non hanno mai rico per loro siamo soltanto dei tamarri.
J: Comunque, dei giornalisti a noi non frega un cazzo. Cercano sempre di mettert i alla prova. un meccanismo perverso: ti chiedono di dimostrargli veramente chi sei, e allora la giusta risposta sarebbe dargli una testata in bocca, una cinturata in faccia o rompergli i denti. P: Risultiamo poco leggibili, oscuri, inclassificabili. I Dogo sono della perife ria o sono del centro? Di destra o di sinistra? Balordi o letterati? Sono poeti o sono dei drogati? Insomma: chi cazzo sono questi? La stampa non sa come rispondere. E dato che siamo delle merde, non saremo certo noi a offrirgli la soluzione. Ci faranno sempre le stesse domande e noi rispond eremo sempre equivocamente. Gli staremo sul cazzo per sempre, per tutta la vita. Da tutte queste polemiche traggo due riflessioni positive. Primo: il coca rap ha raccontato un mondo, in anticipo, che poi esploso nelle cronache. Secondo: tutt e queste esperienze ci hanno reso indipendenti da tanti meccanismi, nel senso ch e noi facciamo un sold out allAlcatraz senza laiuto delle radio, senza lobbligo di andare a Sanremo, come Povia, a fare un pezzo sulleutanasia. J: Quando inizieremo a piacere ai giornalisti, comincer il nostro declino. Ma son o fiducioso, perch noi, a loro, non piaceremo mai. Alla fine, sai che cosa sono? Sono uno di sinistra, di ideologia di sinistra, pr oprio perch a me la sinistra fa cagare. La parola rivoluzione torna spesso nei nost ri testi. Io sono di estrazione sinistroide, ma non posso dire di credere nella sinistra di adesso, perch li schifo. Per resto di sinistra. E sono uno zarro. Uno zarro consapevole, violento, per con degli ideali di libert e di non violenza. Non potranno mai capire che cosa sono io. Un incesto? Sono una merda. Siamo il prodotto di cinque influenze diverse. La st rada, la scuola, i cugini malavitosi, i genitori colti, certo, e la cultura degl i extraparlamentari di sinistra. Le radici nostre sono piantate in un terreno ch e stato fertilizzato da cento merde diverse. J: I giornalisti ci rimproverano di raccontare cose surreali, lontane dalla real t italiana e pi vicine a quella americana. Di fare i gangster. Di essere misogini. P: Questo soprattutto XL. J: Ci hanno sempre augurato una fine meschina e invece noi andiamo sempre meglio e gliela mettiamo in culo. Rolling Stone ci caga poco, ma le volte che hanno parl ato di noi andata bene. Abbiamo un pubblico, al di l di quello che scrivono e scr
iveranno i giornali. I pi hardcore, i pi wild sono i giovani. Il prototipo del fan dei Club Dogo quello che dice: Minchia, zio, sei un grande. Sono i ragazzi quelli che ci credono di pi, per la causa, quelli che ti dicono: Sei lunica cosa che ho. Non crediamo nella sta mpa musicale, ecco, e vaffanculo.
Famiglie P: Mia madre ha raggiunto una buona posizione professionale, partendo da zero. M io padre, invece, che molto pi anziano di lei, fiorentino ed stato uno scrittore, molto particolare come scrittore. Ha pubblicato un libro su Pietro Valpreda, ha scritto i primi libri sul terrorismo, sul neofascismo e la Cia. un personaggio che stimo: non si mai imborghesito, un eccentrico. Una cosa che la mia famiglia mi ha sempre trasmesso, anche inconsapevolmente, stata proprio limportanza della cultura. Crescendo, nelladolescenza, con la famiglia c stato un conflitto. Alle sup eriori sono stato bocciato e sono stato sospeso. Alluniversit non sono riuscito a combinare nulla. Mia madre, ovviamente, aveva delle altre aspettative, aspettati ve che io ho deluso. Poi, a tutto questo, si aggiunto il momento della droga, de l disfacimento. Con il tempo le cose sono cambiate. Ho potuto dimostrare ai miei , attraverso il successo e il fatto che la mia musica si conoscesse in giro, che valevo e avevo cose da dire. Riuscire a dare un aiuto economico in casa una cos a che mi rende fiero. Ho preso e ora do. J: Questo il nostro background famigliare, che ci ha dato una spinta culturale a conoscere il mondo, ad approfondire le cose. Il malandrino, spesso, diventa mal andrino perch cresciuto in un ambiente malandrino. una questione dimprinting. Maga ri suo padre pure contento che suo figlio faccia il malandrino. P: Alle elementari mi sono trasferito a vivere in centro. Molti pensano che, abi tando l, debba essere per forza ricco, quando magari, come tutti, ho vissuto situ azioni abbastanza dolorose e difficili. Questo gossip che sia un privilegiato mi mette molta rabbia. Mi sale veramente lodio. In generale, detesto il fatto che l a gente si possa appropriare della tua vita personale, ficcarci il naso. Accenna re a quello che ha fatto e che stato mio padre, alla sua storia, interessante pe r capire il mio percorso. J: Di mio padre, invece, mi viene in mente questo: un grande pubblicitario, uno che sa cosa vuol dire farcela in questa societ. Va aggiunto che una persona di la rghe vedute, che pu capire tutto, ma non la criminalit. Non pu capire il comportame nto, il codice criminale, semplicemente perch non mai stato un criminale, anche s e ha conosciuto molti eccessi. Gi il fatto che io possa comprare una cosa rubata fuori della sua ottica. Mia madre, invece, che la tosta della famiglia, sicilian a di Corsico, sa bene come tenere testa ai maschi della famiglia facendosi rispe ttare. P: In fondo noi siamo cresciuti con unidea romantica del criminale. Unidea che un po ci ha fottuto il cervello. J: Unidea alla Robin Hood, tipo. P: La nostra grande attrazione per lambiente criminale stata ovviamente influenza ta dallamore che abbiamo per il gangsta rap, per il reggae giamaicano, dal fatto di aver visto certi film, come Scarface. Poi, ovviamente, in quel contesto siamo cresciuti. Certe cose ti rimangono attaccate, come lodio per gli sbirri. Altre n
on le ho mai condivise e pi cresco pi ne sento il rifiuto. Mi riferisco alla mania di atteggiarsi alla Tony Montana e quella, molto italiana, di fregare il prossi mo, di metterglielo nel culo. Questa uninclinazione veramente stronza e stupida. J: Oltre alla tua famiglia biologica, esiste la famiglia degli amici, quella dei Dogo. P: Ci sono parole come zio e fratello, che qualcosa vorranno pur dire J: zii e fratelli contano moltissimo, soprattutto quando hai raggiunto il success o e ti ritrovi circondato da una valanga di scrocca P: un sacco di accolloni. J: gente che non vede lora di frequentarti. Allinizio ne eravamo entusiasti, poi ti rendi conto che il nostro entourage pi stretto quello che cera gi prima dei Club D ogo: amici, fratelli, parenti. P: Due anni fa i nostri backstage erano pieni di gente, un vero delirio J: la verit che tutti vorrebbero esserti amici, ma tu non sei amico di nessuno. C un a frase di Marra, che a me piace una cifra: Se sei buono coi randagi poi si impar ano la strada di casa. Ecco, tu sei sempre a contatto con un mare di gente, che t i sta accanto perch tu sei i Club Dogo, poi magari te lo mettono nel culo. In rea lt, sembri circondato di amici, ma non fai che perdere amici, tra quelli che si a ccollano, e gli invidiosi, e quelli che non perdonano il fatto che hai avuto suc cesso, il fatto che non puoi pi frequentare gli stessi posti di un tempo e che qu indi pensano che te la meni. Alla fine, ti tieni solo lentourage pi stretto, che e sisteva prima dei Club Dogo, ed la sola gente di cui ci possiamo fidare. P: Emiliano, per esempio, aka Emi lo Zio, il nostro tour manager, che un personagg io famigliare. J: Con Emiliano ci diciamo cugini, anche se non lo siamo, ma perch veramente da b ambini che ci siamo conosciuti. Mi faceva da palo quando andavo a disegnare sui muri. il mio migliore amico da sempre ed uno dei nostri. Emi nasce come accompag natore dei Club Dogo, come anima della festa. C che lui ha una personalit fortissim a e un piglio organizzativo notevole. il quarto dei Club Dogo e infatti, durante i live, sta sul palco con noi e ha una grandissima popolarit, compreso farsi le foto con i fan e chiavarsi le groupies. Per il nostro pubblico un po come Roccia per i fan di Vasco. Non fa il cantante, ma come se lo fosse, ha quel tipo di cel ebrit. P: Il rap la biografia non soltanto di chi scrive, ma di tutte le persone che st anno intorno a chi scrive. In questo senso, Emiliano dietro molti nostri pezzi. J: Vida Loca un pezzo che ho scritto in un quarto dora dincazzatura, il giorno in cui Emiliano stato arrestato. Quando in concerto parte Vida Loca, Emiliano sale sempre sul palco. P: Non un driver o un bodyguard acquisito, insomma. E poi Emiliano un personaggi o di piazza famoso, che gi a tredici anni aveva il motorino figo. Incarna il mond o raccontato dai Club Dogo. In pi ha lavorato nelle discoteche, conosce il mondo della notte, ha lavorato a Ibiza. J: uno che non ha paura di niente. P: Rappresenta un po il discorso della Dogo Gang, di un nucleo originario di pers one molto legate tra loro, quelle che si vedono nel video di Sempre in giro.
J: Emi gestisce tutto, tutto. Ci porta in giro, si occupa dei soldi, dei conti, di gestire limprevisto, dei vestiti. Ma non come Don King, che soltanto un manage r di merda. Lui come il manager di Lil Wayne, semmai, che infatti il cugino di L il Wayne. Una persona di cui ti fidi ciecamente, che si occupa di tutto quello d i cui tu non puoi pi occuparti. Nella Dogo Gang ci sono tante persone affiliate e poi il nucleo originario. La Dogo Gang composta di tante individualit disgraziat e, gente dalla personalit forte, scoppiati. Tenere tutto il calderone sotto contr ollo non facile. C da fare un lavoro costante, di terapia di gruppo, quasi come in Fight Club. P: Io, oltre che della Dogo Gang, parlerei di un sacco di gente che forma un tes suto intorno a noi J: come Matteo del Berlin Caf, che ci ha sempre dato una mano, ha sempre lasciato il locale a nostra disposizione, giorno e notte. Lui con il suo tornaconto, noi con il nostro. Il locale come casa nostra e non paghiamo mai niente. un bar marc hiato Dogo e lui da questo trae i suoi vantaggi. Matteo sempre stato un supporte r, si sempre comportato da fratello. Emi, invece, uno che nel 2010 non ha neanche la terza media. Ha soltanto la quin ta elementare, dato che la scuola non gli mai piaciuta. Ma come spesso succede, ci sono ignoranti che valgono tre dottori laureati. A sette anni, Emi, stato arr estato perch ha spaccato un paletto in testa a una che gli dava del terremotato, una tipa che poi diventata la donna di un boss. P: In quelle parole, zio, fratello, c anche un concetto, una particolare sfumatura, vo lendo: il rispetto, che poi un concetto che appartiene moltissimo al rap. Nelle piazze, spesso, il rispetto non che una roba di facciata. Magari uno ti dice: Io ti rispetto, di brutto, ma questo non significa che sia veramente un tuo fratello , perch magari appena ti molli con la tipa lui cerca di farsela. Amici amici e po i ti ruban la bici. J: Anche tra i malandrini, tutto questo rispetto non lo vedo pi da un pezzo, semm ai non si sarebbero ammazzati come cani. Nella vita e nellambiente che noi abbiam o vissuto, invece, pi che il rispetto ho visto solo un grande macello. P: Negli ultimi anni c stata una decadenza pazzesca, anche nel nostro contesto, co me dici tu, nel nostro ambiente, che andava di pari passo con quello che succede va intorno, e anche per via di una perdita di coscienza, a tutti i livelli, da q uella psicofisica, dovuta al farsi, a quella strettamente psicologica. J: Il rispetto, a casa mia, vuol dire che io la tua tipa non me la scopo. Se un giornalista mi chiede che cosa penso di te, non gli dir mai che sei un figlio di puttana, perch sei il mio socio. Questo vale per quattro o cinque persone nella v ita. Faccio un esempio: ci sono due gruppi rap che si vogliono bene di brutto. P oi succede che a un certo punto uno spacca pi dellaltro, ha pi successo. Finir che q uello che spacca meno inizier a infamare laltro. Non esiste il rispetto, se non co n quelle quattro persone con cui condividi tutto. Magari una sera bevi e ti sput i addosso, per, ecco, non mi scopo la tua tipa, non infamo te n la tua famiglia. I l rispetto va costruito giorno per giorno, insieme alle poche persone che ti vog liono bene e a cui tu vuoi bene. Per il resto, il rispetto non esiste.
D (Don Joe) E (Emi lo Zio) J: La prima volta che ho incontrato Don Joe, a prima vista, con quella faccia da terrunciello, mi stato un po sul cazzo. A parte gli scherzi, lincontro con Don Jo e, che avvenuto pochi mesi dopo la fine delle Sacre Scuole e la nascita dei Dogo , stato fondamentale. E: Ha cambiato le sorti del gruppo. J: E Don Joe una delle ragioni per cui la nostra musica, il nostro sound, una ro ba diversa da quello che si sente in giro. Con Don Joe ci siamo incontrati in st udio. P: Io e Jake, non per fare lo sborone, avevamo una marcia in pi, e in Italia non cerano questi grandi produttori, come in Francia o in America. Se non avessimo co nosciuto Joe, ci saremmo ritrovati a lavorare qua e l, collaborando con Tizio e c on Caio, senza stringere rapporti duraturi. Joe ha dato ulteriore personalit al nostro stile, lo ha reso unico. Infatti, c un s acco di gente in giro che imita il nostro flow, i nostri testi, le nostre basi. Nel suono si sente senzaltro uninfluenza americana, che per Joe stato capace di ren dere nostra, di personalizzare. J: e ha dato continuit, da un disco allaltro, al nostro percorso musicale. Anche pe r questo noi siamo belli solidi, una vera band. Come gli Ac/Dc. P: S, ha dato unimpronta musicale al gruppo. Quando abbiamo conosciuto Joe, non er avamo ancora dei musicisti professionisti. Giravamo per i club, allepoca, tipo il Soul to Soul, il Plastic, situazioni molto funky. Joe era un vero clubber, noi eravamo pi da piazza, anche per via del fatto, forse, che avevamo qualche anno di meno. D: Avendo otto anni pi di loro, una serie di cose le avevo attraversate prima. E comunque, tutti gli anni 90 li ho vissuti un po provincialmente. Andare a Milano, per me che sono di Bresso, era una cosa diversa rispetto a loro che a Milano ci vivevano. J: Ci siamo frequentati a lungo, abbiamo vissuto tante esperienze assieme, di co nseguenza non siamo mai stati uno di quei gruppi finti. P: Noi eravamo gi appassionati, infognati con il rap, ma Don Joe ci ha introdotto a un sacco di musica nuova. Lui un digger, uno di quelli che scavano, che cerca no sempre, dentro lhip hop, il funky, il soul, il rock, lelettronica. J: impressionante. Joe ha una cultura musicale da concorrente di Sarabanda. P: Il nostro suono non nasce a caso, ha dei riferimenti precisi, delle fonti cul turali. C poi unaltra storia da raccontare, che la vicenda dei nostri concerti, dal le origini a oggi. Una volta, sullAudi 80 del padre di Marracash, siamo andati a un concerto in un c entro sociale di Faenza, portandoci dietro una palla derba cos. Ci davano 100 euro in tutto. Appena iniziammo a suonare arriv un vecchio a dirci: Fatti, non parole, e tu, Jake, mi ricordo che gli hai risposto: Fatti di meno! Poi ci sono stati i centri sociali, dove cera sempre il degenero, i punkabbestia. Una volta Emiliano diede uno schiaffone a uno scocciatore e il microfono cattur
il rumore dello schiaffo, che venne tutto amplificato. successo, in varie occasi oni, che delle tipe salissero sul palco per limonarci. Il fatto che finch non sei Jovanotti hai a che fare con questo tipo di situazioni e imprevisti. J: Cos, a un certo punto, nata lesigenza di avere qualcuno che facesse sicurezza s ul palco. Nel nostro caso, ovviamente, non abbiamo pensato a un bodyguard, ma a un malandrino e a un amico, cio Emiliano. P: La nostra sempre stata una situazione genuina, gestita a livello famigliare, come nelle band dei neri. E: Di aneddoti sui concerti ce ne sono parecchi. A Bergamo, per un live, andammo in trenta barra quaranta persone, occupando tutto intero il backstage. P: Venti su quaranta, poi, erano spacciatori. E: Insomma, tutti che pippavano. Gruppetti di tre, quattro persone che armeggiav ano negli angoli, tutti a farsi le righe. Prima di salire ci pippammo dieci, dod ici buste. P: Tutti che parlavano a macchinetta J: A un certo punto tu, Emiliano, ti sei avvicinato al microfono per dire non so cosa e te labbiamo dovuto togliere. Chiunque aveva la parlantina, la smania di p arlare, e voleva prendersi il microfono. P: In un centro sociale di Torino, stesso tour, ricordo che ingenuamente entr un rasta nel backstage, dicendo che avevano appena fatto la festa del raccolto. Ins omma voleva offrirci della maria, senza rendersi conto di quanto fossimo impizza ti fradici. Una coppia un po alternativa, invece, mi si era avvicinata per dirmi, in confidenza e preoccupati, che avevano notato qualcosa nei miei occhi: Ma tu c ome stai? Perch c qualcosa, nel tuo sguardo, che non vorremmo dirti Nella categoria attriti con i centri sociali, ci fu poi una data in un centro soci ale di Padova. Noi arrivammo in netto ritardo, con i sacchetti di Foot Locker e tre o quattro malandrini al seguito, mentre questi del Pedro erano abituati a qu elli del loro giro. D: Non erano avvezzi a quel tipo di backstage, che risultava una cosa pi da band hip hop americana, anche se a noi veniva spontaneo fare cos, non volevamo ricalca re un modello. P: A Padova siamo rimasti un po delusi. Punto primo, non abbiamo mai, nella nostra storia, fatto sgarri eclatanti, dal p unto di vista artistico, tipo non suonare, non salire sul palco, o cose del gene re. Semmai, abbiamo sempre onorato gli impegni e riempito i posti di gente. Punto secondo, questi del centro sociale di Padova sul loro sito scrissero che n oi eravamo arrivati in ritardo, con i sacchetti di Foot Locker, le Nike, che non ci eravamo fermati a prendere il caff con loro come aveva fatto la Bandabard. Ma dico, gi mi paghi due lire, che me ne fotte di prendere anche il caff con te?! E: Con determinati ambienti, da un certo punto della nostra carriera in avanti, ci sono stati dei problemi, delle incomprensioni, qualcuno ha cominciato a rinfa cciarci tutta una serie di cose. Ma non si pu sempre parlare, nei dischi, di te c he stai male. Per esempio: se hai svoltato, se hai fatto i soldi e avuto success o, perch non ne devi scrivere in un pezzo? D: E comunque, anche tra dieci anni, i Dogo saranno destinati a esserci
E: ma se continua a governare Berlusconi, chiss che cazzo sar lItalia tra dieci anni . P: Recentemente siamo stati invitati a una festa dove cerano tutti quelli del Gra nde Fratello. E: Quel giorno l, allaperitivo, alle cinque, ho bevuto sette negroni sbagliati, po i alle sei ho fatto la prima riga e a mezzanotte ero al Tocqueville. Cerano tutti quelli del GF. Io ero insieme a un tizio, un tronista. Dopo un po sono uscito ba rcollante, mi sono ritrovato di colpo davanti al Gasoline a fare una telefonata e a un certo punto mi sono pisciato addosso. Cio, ero talmente fatto che non sono nemmeno riuscito a slacciarmi i pantaloni. P: Tornando ai nostri mitici live, ricordo che dopo un concerto, a Senigallia, s uccesso che siamo entrati dentro uno di quei vortici strani, per cui siamo finit i in compagnia di un gruppo di marocchini che ci hanno offerto della ketamina, d icendoci che era coca. Tutto fatto, dopo, mentre andavo a pisciare, sono scivola to contro un tavolo di ferro e mi sono spaccato la faccia. E: Sono venuto nel backstage e ti ho visto con tutta la faccia sporca di sangue, e non riuscivi a spiegare perch, come avevi fatto a farti male. Ti abbiamo caric ato e siamo andati subito al Pronto Soccorso J: e tu, Emi, al Pronto Soccorso hai cominciato a dire che noi eravamo un gruppo importante e che dovevamo tornare al pi presto a Milano, con il nostro aereo priv ato, perch avevamo un altro concerto. E: S, anche se era un po difficile crederci, visto che erano tipo le sei del matti no. Comunque, in dieci minuti hanno ricucito Gu. D: Unaltra pessima stata a Cagliari. E: In quel ristorante dove ci hanno portato sedici bottiglie di mirto. D: Una bottiglia a testa, praticamente. Enzo labbiamo dovuto mettere sotto la doc cia. E: S, sboccava tutto viola. P: Una specie di blob. E: Poi venuto quel ragazzino, quello con la faccia da babbo che ci ha portato tr e grammi pesati di coca. D: Rocknroll! Anzi: Motorhead! Agli inizi, poi, spesso si andava a ballare insieme , ci sfondavamo e quando uscivamo dalla discoteca non ricordavamo pi dove avevamo messo la macchina. P: Per un periodo, mi ricordo, abbiamo praticamente vissuto al Rolling Stone, do ve cera una specie di nostro backstage permanente. D: S, si entrava al Rolling, lo si attraversava tutto fino in fondo, poi si andav a a destra, e noi eravamo l. P: Facevamo comunella con i proprietari, con la gente che lavorava nel locale. E ra una specie di mondo parallelo alla discoteca. Avendo fatto sold out storici, al Rolling Stone, avevamo praticamente carta bianca. Dentro, oltre noi e i propr ietari, cerano le troie, i pusher, gli artisti quelli giusti, i Pr marci e gli za rri imbucati. Poi poteva capitare, che so, il calciatore o la pornostar.
Don Joe D: Mi sono avvicinato allhip hop grazie a mio fratello maggiore, che seguiva lelec tro e faceva la breakdance. A quattordici, quindici anni, ascoltavo Run Dmc, Bea stie Boys e poi Afrikaa Bambataa, Herbie Hancock, lelectro di quel periodo. Avevo un gruppo, una roba da cameretta. Si chiamava La casa nostra. Io facevo le basi e i miei amici rappavano. Ero un fan di Sangue Misto e Dj Gruff. stato un bel m omento, divertente. Da ragazzino, tutto quello che mi serviva ce lavevo a Bresso, compreso il giro degli amici con cui suonare. Anche se eravamo veramente in tre ad ascoltare rap. Per un lunghissimo periodo ho frequentato Baggio, insieme alla compagnia di mio fratello, anche se avevano qualche anno pi di me. Arrivavo con la mia onda rap, m a nei quartieroni erano tutti zarri e al contrario di oggi nessuno capiva quella cultura, quello stile rap che mi portavo dietro. A Milano, al muretto, andavo g iusto il weekend. Cerano Sean, SKIZO. Poi a Milano ho conosciuto un po di gente: C hief, ZaK, J-Ax, Vaitea. Tutto ha cominciato a diventare un po pi professionale con i Dogo. Poi, molto pi ta rdi, quando ai concerti ho cominciato a vedere che non cerano pi 50 persone, ma ce nerano 200, 300, mi sono reso conto che qualcosa era scattato, che avevamo comun icato qualcosa dimportante alla gente. Oggi le cose sono molto cambiate. Gli ambienti si sono trasformati, sono pi mesco lati, crossover, anche se io stesso, che pure appartengo a unaltra generazione ri spetto ai ventenni di oggi, sono il prodotto di tante influenze, compresa la tec hno. Lhip hop, ormai, una cultura che ha attecchito nei quartieri italiani, anche se successo con molto ritardo rispetto alla Francia e agli Stati Uniti. Quello che per manca, nellhip hop italiano, la personalit. Produrre diventato tecnicamente semplicissimo, ma sono le idee, il carattere, gli spunti originali che stentano a concretizzarsi. Per crescere bisogna ascoltare non tutto lhip hop, ma tutta la musica. I Dogo li sento parecchio vicini, come liriche e attitudine, al rap fra ncese, comunque europeo. Rispetto a tanti artisti americani, invece, mi sento di poter dire che siamo molto superiori. Del resto, se guardiamo ai testi, a parte B.I.G. e Tupac, non trovi molto. La maggioranza dei rapper americani sono cazza ri che ostentano. Anche lattitudine sociale, che una volta cera nel rap americano, si persa. Tanti ragazzi chiedono di lavorare in studio con me. Se mi accorgo che cercano d i imitare i Dogo, Marracash, glielo faccio notare. Io mi faccio sempre molti scr upoli, molti esami di coscienza, in modo da avere un mio stile, che sia unico. C he senso ha imitare il suono di qualcun altro, tipo Drumma Boy o Timbaland? Ness unissimo senso. Quando invece mi danno del tamarro, non pu che farmi piacere, anc he perch non sono mai stato un fighetto. Invece, mincazzo quando ci scrivono certe cose su Facebook, quando la gente pensa che siamo cambiati, che ci siamo montat i la testa. Io non voglio, e questo certo, confinarmi nella retorica del ghetto, delle periferie. Ci siamo rotti delle canne al centro sociale, degli atteggiame nti da sfigato. I Club Dogo sono un trend, uno stile di vita. Siamo la soundtrac k di Milano e della vita di tante persone. I valori di cui ci facciamo portatori sono quelli dellhip hop. Per cui non voglio essere un loser, voglio andare avant i, spingermi oltre.
Emi lo Zio E: Sono stato arrestato il 2/2/2002, per tentato omicidio, rissa aggravata, port o darmi abusivo e furto. I primi giorni in cui sono stato dentro non ho avuto nes suna comunicazione con lesterno. Non riuscivo a capire che cosa stesse succedendo e mi facevo mille domande. Non sapevo bene di che cosa fossi accusato, perch non ricordavo niente della serata in cui mi avevano preso. Per di pi gli sbirri mi a vevano sfondato di botte: costole, naso, occhi, bocca, quindi non capivo niente, ero tutto intontito. Cerano soltanto i racconti degli avvocati. Passato il weeke nd, il luned mattina, sono stato portato in tribunale con i ceppi e le manette. U na roba umiliante. Sul furgone di trasferimento cera un tizio che aveva appena scontato venticinque anni di galera, e comera uscito se nera andato a farsi una rapina in Cordusio: Ho f atto una rapina, mi hanno beccato, me ne torno in galera. Tanto a me che cazzo m e ne frega, fuori non conosco pi nessuno. Il furgone, ricordo, dopo essere partito da San Vittore era passato davanti a tutti i posti dove avevo combinato delle m inchiate, tipo il bar Magenta. Poi siamo arrivati in tribunale. San Vittore il Grand Hotel in confronto alle ce lle di Palazzo di Giustizia. L c la vera giungla. Uomini da una parte, donne dallalt ra, che spesso sono coimputati nello stesso processo. Tutti che urlavano: Amore m io! E diglielo allavvocato, amore mio! Intanto io passeggiavo avanti e indietro co n il tipo del furgoncino, che era tutto tranquillo e rilassato. Poi mi hanno fat to salire al settimo piano, e in fondo al corridoio, allorizzonte di quel corrido io immenso, di quelli costruiti dal Duce, ho visto una ventina di persone, tutta la mia famiglia con Jake in prima fila, che mi aspettavano tipo i fan ai concer ti dei Dogo. Mia sorella che svenuta per terra e tutti che piangevano. Ricordo c he Jake mha guardato e mi ha detto: Minchia, come sei brutto! Quando sono tornato a San Vittore, quelli del carcere mi hanno detto che la sera stessa sarei uscito. Per non era ancora arrivato il fax del Pm, e cos mi toccato dormire dentro. Lindomani mattina mi hanno portato dallassistente sociale. E cos pa ssata unaltra giornata. Poi la sera, alla fine, ho sentito la guardia che urlava il mio nome: Ronchi, liberante. Arresti domiciliari, e tutto il raggio che scoppia to, che esploso in un grido, come ogni volta che liberano qualcuno. Fuori del carcere, il pomeriggio, cera stata un po di gente ad aspettarmi, ma poi se nerano andati tutti, probabilmente pensando che non mi avrebbero rilasciato. C ome ho messo piede fuori ha incominciato a piovere, a diluviare. Ho chiamato a c asa da una cabina, con duecento lire nella scheda. Ha risposto mio nipote, ma la linea caduta in un secondo. Allora me ne sono andato da solo verso SantAmbrogio, tutto zoppicante. Durante gli arresti domiciliari, ho sempre fatto festa. Una sera, tutto ubriaco, mi sono pure ferito con un coltello, mentre aprivo una bottiglia di Vodka Absol ut, ma per non rischiare di tornare in carcere, mi sono medicato da solo. Invece, andando indietro con la memoria, agli anni 90, ricordo tutte le piazze ch e cerano. Passione, piazza Venino, SantAgnese, Guastalla, Quarto Oggiaro, poi il q uartiere SantAmbrogio alla Barona. A Milano sono una celebrit, mi conoscono tutti, anche perch ho lavorato tanto nelle discoteche. Ho organizzato dei sabato pomeri ggio per la Milano bene, quando gi un po si mescolava con la Milano male. A giugno del 93 avevo la valigetta, cio uno dei primi telefoni portatili. Poi ho a vuto il Nec P 100, che costava un milione e ottocentosessantamila lire. Lavevo co mprato da un mio amico idraulico che laveva preso con il leasing. Una telefonata
di un minuto ti costava quattromila lire. In quattro mesi mi arriv una bolletta d i tre milioni e ottocentomila. Ho avuto anche il teledrin della Sip. Poi i primi Gsm della Motorola, che costavano sul milione. Da l in poi, sempre telefoni dell a madonna. Capitava, negli anni 90, di passare dei periodi un po stirati, in cui avevi sempre bisogno di soldi, e non perch ti mancassero ma perch ne spendevi troppi e avevi u n sacco di debiti. Un giorno il tizio di un negozio mi disse che gli sarebbe piaciuto uno scooter, un SH rosso, che mi avrebbe dato quattrocentomila lire se gliene procuravo uno. Di solito queste cose le facevamo con un furgone di un mio famigliare, ma quel g iorno non ce lavevamo, cos, trovato lSH, ce lo siamo praticamente caricati in spall a e abbiamo fatto tutta via Torino, con lo scooter in spalla, alle quattro di no tte. Se anche fossero passati gli sbirri sono convinto che non ci avrebbero dett o nulla, perch era una cosa troppo assurda a vedersi, veramente da ridere. Il gio rno dopo tagliai la catena, spaccai il blocchetto e feci per portare lo scooter al negozio del tipo. Il tipo mi disse di lasciare il motorino dietro unedicola ch e poi ci avrebbe pensato lui, e mi diede le quattrocentomila lire. Quando and a p rendersi lSH, arriv un tale, il titolare di un negozio che stava proprio l di front e, che disse: Minchia, il motorino! Me lhanno rubato ieri notte e ora me lhanno rip ortato! Poi cera il sistema del doppione delle chiavi. Ti facevi prestare un motor ino da un babbo, andavi in ferramenta, ti facevi il doppione e un paio di giorni dopo gli prendevi il motorino. C stato un periodo che non sapevo pi quante chiavi avevo. A un tipo lo Zx glielabbia mo rubato e riconsegnato tre volte. Una volta siamo andati un weekend a Santa Ma rgherita Ligure e abbiamo visto uno scooter parcheggiato di cui avevamo la chiav e. Poi cerano le feste, che erano anche quelle unoccasione per depredare. A una fe sta a Garbagnate, ricordo, me ne sono venuto a casa con quattro paia di jeans e cinquecentomila lire. Fino al 95, 96 nelle piazze si trovava il fumo tutta la notte, anche alle sei del mattino. La coca no, era un altro discorso, un discorso che riguardava chi aveva il cash, come i tamarri che con i soldi guadagnati dallo spaccio di fumo si com pravano la coca. La coca la trovavi, se avevi il grano, dalle nove alle dieci e mezzo di sera. La scena era molto diversa, allepoca. Non cerano gli sputapalle, pe r esempio, e la coca non la trovavi in discoteca. I quindicenni e i sedicenni no n pippavano, negli anni 90. Oggi, se vai in giro la sera per qualche piazza, il f umo non lo trovi, mentre la coca la trovi sempre. I ragazzini nati dall88 in su, del resto, sono tutti pazzi, sclerati per la coca. E anche per la ketamina, che comincia a girare tra certi ragazzini che vanno al Tocqueville e allHollywood. Ne gli anni 90 se volevi incontrare i tuoi amici dovevi andare in piazza e ogni piaz za, dal punto di vista dello spaccio, aveva le sue caratteristiche. Se andavi in piazza Venino trovavi il marocchino e il cioccolato; in Giulio Cesare trovavi l a charas; in piazza Gerusalemme la coca. Con i cellulari, ovviamente, cambiato anche lo spaccio. Oggi mandi un messaggio per incontrare il pusher. Aspettami al XX in corso Sempione , In via Padova davanti al XX. Allora arriva un pusher, che non mai lo stesso. Le piazze, forse, sono ri maste un po in periferia: piazza Prealpi, Quarto Oggiaro. Ci trovi le mogli, di q uelli che sono in galera, che fanno comunella per strada. Da quando non ci sono pi le piazze e le compagnie, secondo me, si chiusa unepoca ed finito laffetto tra l e persone. Oggi, per esempio, magari vado al Berlin Caf con Jake, Joe e Gu, e into rno vedo tot persone che non conosco. Da quando la coca ha cominciato a imperare pesantemente, anche tante compagnie si sono divise, perch la coca porta tensioni , divisioni. Oltre al fatto che non sai pi che cosa ci mettono dentro alla busta che compri. La cocaina una rovina sociale. E la rovina delle famiglie. capitato di accompagn
are una persona a me molto cara in Svizzera, in una comunit. Dentro ci saranno st ati duecento ospiti. Tutti ragazzini sotto ai ventanni. Ringrazio il signore e la madonna che mio nipote, avendo visto quello che hanno combinato gli zii, sta be n lontano dalle sostanze. Per di fatti cos, come mio nipote, ce ne stanno uno su u n mille. Soprattutto in certe zone. Milano una citt pericolosa perch ci girano tan ti soldi e i soldi attirano la malavita. Comunque, per quanto riguarda le droghe e la gente che svalvola, un po tutte le citt italiane si assomigliano. Per me i Club Dogo sono stati unancora di salvezza dopo che sono uscito dalla gal era, ma soprattutto dopo la morte dei miei genitori, che ho perso qualche anno f a. Sono sempre sul palco, mi piace, dallo scantinato di Giuseppina, per dire, fi no al palco di Trl. Per cui, se entro in un McDonalds a Bologna spunta sempre il ragazzino che mi riconosce e attacca bottone. La volta in cui abbiamo firmato il primo contratto con una major, la casa discog rafica ha organizzato una cena in una saletta privata del Tempio del pesce, un r istorante. Sembrava Gomorra. Nessuno che mangiava, tutti impizzati che pippavano , compresi i camerieri. Abbiamo speso mille euro. Poi dopo siamo finiti, per sba glio, in un posto di gay, e poi in uno strip club in San Babila. Jake ha dato un morso nel culo a una tipa che si stava spogliando. Il concerto di giugno 2009 allIdroscalo stato lapoteosi. Quando siamo usciti sul p alco, ho visto che tutto si era illuminato e di fronte a noi cerano sei, settemil a persone. Allora ho capito una cosa: la gente ci stava dando il giusto rispetto per quello che avevamo fatto.
Da questo disco in poi J: Del nostro futuro, invece, da questo disco in poi, non saprei P: Neppure io. Spero che almeno tra cinque anni, che so, staremo ancora facendo della musica e che ci sar un nostro disco in uscita. J: Comunque, spero di restare nellambito musicale. P: Non necessariamente. Quello che a me interessa di continuare a raccontare sto rie. J: In un futuro ancora pi lontano, mi piacerebbe essere un tipo sveglio, non un r incoglionito, che non capisce i propri figli, le nuove generazioni. Anche se, pe r esempio, pur essendo uno sempre avanti, queste che fanno sesso per la ricarica del cellulare, gi stento a inquadrarle. Chiss quando avr settantanni, come cazzo sa ranno i ventenni. P: Io, alla fine, dopo un periodo meganichilista, rocknroll, mi accorgo di aver st retto in pugno qualcosa di grande: il potere di fare una musica che ha un impatt o sulla gente, con tutta la forza e la consapevolezza che ne deriva.
Glossario
Accollone: scroccone. Babbo: uno stupido, un po tonto. Ballotta: gruppo di amici. Cartella: pugno, cazzotto. Case Aler: case popolari. Collare: fare una colletta. Fake: finto. Fare un francesino: sniffare cocaina direttamente dalla mano. Flow: lo stile di rap di un cantante. Grattato: consumatore di droga e alcolizzati. Gremare: fumare, farsi le canne. Hater: contrario di fan. Impizzato: fatto di cocaina. Loser: perdente. Lotto: cilum, pipa usata per fumare hashish. Modellaro: uno che va a caccia di modelle. Pettinato: uno sempre in ordine, vestito bene. Plazaro: frequentatore delle piazze in quanto luoghi di aggregazione. Scavallare: rubare. Signature: firma. Skit: intermezzo parlato o suonato tra una canzone e laltra. Stirato: senza soldi. Tarro: tamarro, zarro. Zanza: uno che ruba, con lattitudine a fregare.
Ringraziamenti
A Giovanni Robertini, per aver reso accettabile il pensiero di due pessimi. A Gi ovanna Fieni per le ottime cene. Grazie a Michele Dalai per averci fatto entrare
nel magico mondo delleditoria. A Don Joe e Emi lo Zio per aver reso il loro impo rtante contributo al libro. A Ivan per laiuto. Grazie a tutte le persone citate in questo libro, senza di voi non ci saremmo.