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NOME AUTORE ANNO DESCRIZIONE

Pioggia, vapore e William Turner 1844 In Pioggia, vapore e velocità Turner riesce a liberarsi dalla tirannia del disegno, lasciando
velocità erompere il colore, con una tavolozza arpeggiata sui toni gialli e neri. L'artista in questo
modo abbandona lo zelo indagatorio tipico del vedutismo tradizionale, e approda a una
visione del dato naturalistico tipicamente romantica, dove «l'immagine è suggestione,
associazione, ricordo, la materia pittorica è l'opera stessa, è spazio, forma e prospettiva che
si dilata nel colore».
Abbazia nel querceto Caspar Friedrich 1810 L'opera raffigura una mesta processione di pochissimi frati che, recando la bara di un
confratello defunto, sono diretti verso il cancello di un'abbazia medievale diroccata:
dell'edificio sacro non rimane molto, ed è talmente distrutto da essere utilizzato
come cimitero. Questo funerale avviene in uno scenario di funebre desolazione: oltre al
paesaggio di rovine, infatti, gli elementi che più risaltano in questa solitudine di morte sono
gli scheletri nudi delle querce, anche loro appartenenti a un'indefinita epoca passata.
Afrodite cnidia Prassitele 360 a.C La scultura rappresenta la dea Afrodite che si appresta a fare un bagno rituale, col corpo
definito armonioso. In un gesto di istintività e di noncurante pudicizia, come se fosse stata
sorpresa in quella posa da un estraneo, la mano destra è portata a coprire il pube, mentre
l'altra prende la veste su di un'idria appoggiata a sua volta su una base. Veste e vaso fanno
in realtà da supporto esterno alla statua, che può così sbilanciarsi leggermente in avanti e
verso sinistra. Lo sguardo è trasognato e si perde lontano.
Pothos Skopas 330 a.C. Su una base si trova il ragazzo dalle forme sinuose e delicate, appoggiato a qualcosa alla sua
sinistra: l'anca sinistra è prominente a quella destra e forma una linea curva con la coscia;
il braccio sinistro (perduto) è disteso lateralmente, con l'avambraccio, in alto; invece il
destro un tempo stringeva un tirso dionisiaco ossia un bastone cinto di edera e pampini.
Nike di Samotracia Incerto II sec. La statua raffigura Nike, la giovane dea alata adorata dai Greci come personificazione della
a.C. vittoria sportiva e bellica. La dea, vestita con un leggero chitone, è qui effigiata nell'atto di
posarsi sulla prua di una nave da guerra. Un vento impetuoso investe la figura protesa in
avanti, muovendo il panneggio che aderisce strettamente al corpo, e crea un gioco
chiaroscurale di pieghette dall'altissimo valore virtuosistico, in grado di valorizzare il risalto
dello slancio.
Ritratto di Adele Gustav Klimt 1907 L'opera ritrae Adele Bloch-Bauer: si tratta della figlia dell'imprenditore Maurice Bauer, poi
Bloch-Bauer convolata a nozze con il figlio del barone Bloch, un importantissimo industriale dello
zucchero grazie al quale consacrò la propria affermazione sociale. Il Ritratto di Adele Bloch-
Bauer I è una delle tele più significative e celebri del cosiddetto «periodo d'oro», quella fase
artistica klimtiana che presenta per l'appunto un intenso utilizzo del colore oro, che qui con
la sua lucentezza inonda l'intera tela.
La passeggiata Claude Monet 1875 Il bagliore dorato delle nuvole e i vibranti riverberi gialli nella vegetazione, ci fanno capire
che il sole è molto caldo e che Camille Monet e il figlio Jean hanno fatto bene a proteggersi
con il cappellino e l'ombrello. Siamo ad Argenteuil nell'estate del 1875 e il pittore sta
fissando sulla tela la passeggiata in collina della moglie e del figlio, fermando così per
sempre quel breve periodo di grande felicità familiare. Eppure Camille Monet sembra avere
un inspiegabile velo di tristezza nello sguardo, quasi a presagire l'ineluttabilità di quel
destino che, appena quattro anni dopo, sarà così severo con lei.
Veduta di Delft Jan Vermeer 1661 Il tema della veduta cittadina non era insolito nell'arte olandese del Seicento; in questo
caso perònon si tratta di una veduta precisa e oggettiva. L'artista infatti integrò la realtà
modificandola con la fantasia e la memoria. Il pittore desiderava qui rappresentare la città
come luogo di incontro e di vita dei suoi abitanti, avvalendosi di effetti atmosferici che
rendono la veduta palpitante. È per questo che la critica moderna lo ha spesso considerato
il primo quadro "impressionista", non una "veduta", bensì "un raggio di luce sulla città dopo
un temporale", e la magia del quadro è tutta nell'interazione tra le varie luci ed ombre.
Canto d’amore Giorgio De 1914 Di significato misterioso, come tutte le opere metafisiche di De Chirico, il quadro raffigura
Chirico un guanto di caucciù di colore rosso affisso al muro accanto ad una grande testa
in gesso dell'Apollo del Belvedere. In basso vi è una sfera verde, sullo sfondo un muro in
mattoni, dietro cui si alza il fumo di una locomotiva. Il terreno è una delle tante piazze
italiane dipinte ricorrenti nelle sue opere. Il titolo dell'opera è lo stesso di una poesia
di Apollinaire.
La Toilette Toulouse-Lautrec 1889 È un dipinto realizzato dal vero, proprio in una di quelle case d'appuntamento nelle quali
l'artista passava molte ore della sua giornata. Il taglio è fotografico, con evidente
accentuazione del punto di vista dall'alto verso il basso. Il soggetto, i poveri oggetti
dell'ambientazione rimandano a Degas, del quale Lautrec si considerava ideale
prosecutore. I colori sono utilizzati con parsimonia, in alcuni punti affiora persino il colore
del cartone che funge da sfondo esso stesso. Le intuizioni impressioniste sono raccolte e
superate, grazie anche a suggestioni realistiche vicine a Van Gogh.
Veduta di Toledo El Greco 1610 Il quadro raffigura la città di Toledo. A sinistra si riconosce il Castello di San Servando,
mentre gli edifici immediatamente sotto non sembrerebbero essere reali. Sulla destra si
vede il palazzo dell'Alcazar e la cattedrale con il suo campanile; al centro scorre il Tago,
attraversato dal ponte dell'Alcantara.
Crocifissione Jacopo Tintoretto 1565 La costruzione prospettica si articola tramite il chiasmo: due linee diagonali convergono dal
basso verso il centro e altre due linee diagonali risalgono dal centro verso lo spettatore. La
figura di Gesù Cristo è isolata, rifacendosi dunque alla solitudine della sua morte; il cielo è
plumbeo come la mezzanotte e il terreno è luminoso di luce divina, scenario raffigurato
come nella narrazione evangelica.
Narciso Caravaggio 1599 Il formato verticale della tela concede a Caravaggio di dare vita a una figura quasi
perfettamente doppia. Le braccia disposte ad arco di Narciso seguono l'andamento della
tela, e dal suo profilo chino si suggerisce lo sguardo anelante e sofferente. Caravaggio non
dipinge un'immagine vista da un pittore fuori scena, bensì un'immagine che guarda sé
stessa riflessa nello specchio d'acqua
Ritorno del figliol Rembrandt 1668 Il quadro si ispira alla parabola del figlio prodigo contenuta nella Bibbia, Nuovo
prodigo Testamento. La scena raffigura la conclusione della vicenda, ovvero il perdono del padre nei
confronti del figlio pentito della propria condotta. Il giovane, vestito di stracci logori, è in
ginocchio dinnanzi al padre, di cui ha sperperato le sostanze. L'anziano lo accoglie con un
gesto amorevole e quasi protettivo. Sulla destra, osserva la scena un personaggio
identificato col figlio maggiore, mentre sullo sfondo si distinguono due figure non ben
identificate.
Due donne tahitiane Paul Gauguin 1892 Due donne tahitiane è uno dei primi dipinti che l'artista realizzò sul suolo oceanico,
concentrandosi sulla raffigurazione delle indigene e delle loro attività quotidiane. In questo
dipinto troviamo raffigurate due donne polinesiane sedute in riva al mare: hanno corpi
massicci e pesanti, capelli lucenti raccolti in splendide orchidee, occhi sfuggenti e
sottilmente obliqui. Più che la loro fisionomia, che dovette trovare indubbiamente esotica,
Gauguin fu colpito soprattutto dal loro comportamento: sono entrambe avvolte in un
enigmatico silenzio che è difficile da penetrare, come se stessero seguendo il filo invisibile
dei loro pensieri.

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