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Nella civiltà egizia il ruolo della donna cambia parecchio e le immagini sono
molto più raffinate. Le decorazioni rinvenute nelle piramidi raffigurano scene
dove lo status della donna va dalla moglie del faraone a quella dei grandi
dignitari di corte, per arrivare alle ancelle, o, peggio, alle schiave, che hanno il
compito di servire il defunto anche nel mondo dei morti. Ma nonostante
questa rigida divisione in classi, la figura femminile comincia a mostrare il
fascino e l’attrazione che vediamo nel bellissimo viso di S, e nella sua
realizzazione la bellezza comincia ad assumere un ruolo fondamentale.
Nell’iconografia del Medioevo il ruolo della donna cambia e con l’avvento del
Cristianesimo essa viene raffigurata esclusivamente nell’immagini sacre,
identificata quasi esclusivamente con il ruolo della Vergine Maria, che diventa
protagonista dell’arte medievale.
Altri artisti, come Edvard Munch, esprimono nelle loro opere il loro personale
malessere nei confronti della figura femminile, concepita artisticamente in
maniera negativa come la donna-virago o la femme fatale, che vuole
“divorare” o soggiogare, attraverso la sua sensualità, l’uomo.
Rosalba Carriera, Autoritratto con il ritratto della sorella, 1715, Firenze, Galleria
degli Uffizi.
Con una reputazione già solida alle spalle, nel 1720 parte per Parigi insieme al
cognato Giovanni Antonio Pellegrini, che ebbe molta influenza sul suo stile
pittorico, e la sorella Giovanna. Durante il suo soggiorno parigino, che durerà
un anno e mezzo, realizza circa una quarantina di ritratti di cui il più noto è
quello del giovane Luigi XV, attualmente conservato presso il Gemäldegalerie
Alte Meister di Dresda. Fu lei che lanciò la moda dei ritratti a pastello nella
capitale francese, grazie anche ai commenti favorevoli del pittore Maurice
Quentin de La Tour inerenti alla sua opera Jeune fille tenant une couronne de
laurier, nymphe de la suite d'Apollon presentata in occasione della sua elezione
all'Académie royale de peinture et de sculpture. La nomina avvenne il 26
ottobre 1720 e fu considerato un evento particolarmente importante, non solo
per il prestigio dell'accademia, ma anche perché erano ormai quasi
quarant'anni che una donna non era eletta all'Accademia reale di pittura e
scultura di Parigi.
Commissioni importanti arrivano da tutta Europa e nel 1730 si reca da maggio
a ottobre a Vienna chiamata dall'imperatore Carlo VI per eseguirne il ritratto,
oggi perduto.
Nel 1746 una malattia agli occhi la colpisce. Quello è il suo ultimo anno di
lavoro ma, nonostante l'età ormai avanzata non si rassegna e si farà operare di
cataratta nell'agosto 1749, ma dopo un breve miglioramento diventa
completamente cieca nel 1750.
Morì, sempre a Venezia, il 15 aprile 1757. Fu sepolta nella vecchia Chiesa di
San Vio, situata nel sestiere di Dorsoduro, dove sempre abitò.