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STORIA DELL’ARTE

Il Futurismo ebbe una spiccata dimensione internazionale. In Russia questo movimento offri
uno stimolo al rinnovamento della cultura figurativa locale. In Russia il futurismo si combinò
con il Cubismo chiamandosi Cubofuturismo ed era una ricerca in cui le novità linguistiche di
innestavano sulla dimensione primitiva e popolare dell’antica arte slava.
Larionov e Goncharova abbandonarono le riviste postimpressioniste e fauves e fondarono il
Raggismo. Nel manifesto del Raggismo (1913) affermano che l’arte per loro deve occuparsi
delle forme spaziali con l'Intersezione dei raggi riflessi da vari oggetti. Era dunque una
sintesi fra la scomposizione cubista e il movimento del futurismo e la tessitura cromatica
dell’Orfismo.
In Raggismo blu Larionov rappresenta linee che danno origine a forme geometriche
irregolari con riflessi luminosi. L’uso dei colori ( ocra con punte di nero,bianco, pennellate di
azzurro) conferisce alla composizione una vivacità cromatica che richiama l’arte bizantina
vicino all’astrazione.

Il ritratto di Vladimir Tatlin raffigura un allievo di larionov destinato a diventare uno dei
protagonisti dell’Avanguardia scaturita dalla rivoluzione del 1917, mostra invece una
frammentazione cubista ma attuata mediante la costruzione per piani di colore. Il dipinto é
attraversato da numeri e lettere dell’alfabeto tipico del cubismo sintetico.

Il ciclista di Goncarova é un’opera in cui si nota il suo interesse per il movimento futurista
dalla figura e dalla bicicletta in movimento reso attraverso la scomposizione cromatica e
l’utilizzo di marcate linee nere per dare un effetto dinamico. Lo sfondo urbano é
rappresentato attraverso scritte e cartello che si sovrappongono con il soggetto.

rivolta da lenin a stalin

All'inizio del 900 si respirava un vivace clima culturale. La città bavarese richiamava molti
artisti stranieri tra i quali il russo Kandinsky che fu uno dei fondatori della nuova
associazione degli Artisti: un gruppo di giovani avanguardisti insofferenti del clima
espressionista e interessati agli accenti espressionisti della pittura di Van Gogh, di Gauguin
e dei Fauves. Nel 1911 Kandinsky e Franz Marc si allontanano dell'associazione per fondare
Der Blaue Reiter (il cavaliere azzurro) che era una matrice espressionista che poneva al
centro il valore spirituale dell'arte e dichiarava la necessità di sostituire alla riproduzione
della realtà la traduzione pittorica delle sensazioni e dell'associazione che essa evoca
nell'animo dell'artista. Kandinsky ricerca forme artistiche che esprimono la compenetrazione
di tutte le esperienze che eliminano il secondario per esprimere il necessario. Si orientò
verso la creazione di un Universo pittorico libero da ogni nesso di verosimiglianza con la
realtà oggettiva è rispondente solo un impulso spirituale. Gli artisti del Cavaliere azzurro
attribuivano molto importanza al colore testimonianza già dalla scelta del nome. La figura
romantica del Cavaliere metafora dell'artista per affermare un'arte nuova comparve nella
copertina dell'almanacco der blaue Reiter che è in volo sopra un paesaggio stilizzato su
sfondo giallo dorato del cielo . La versione finale è stata pubblicata nel 1912 frutto di mesi di
lavoro dei due redattori Marc e Kandinsky. Il volume raccoglie opere e testi teorici di artisti
animati dalla stessa tensione spiritualistica dei fondatori e testimonianze di ricerche non solo
contemporanee come ad esempio vetri dipinti ed ex-voto bavaresi illustrazioni popolari russe
disegni infantili di dilettanti sculture lignee del Camerun e delle isole di Pasqua. Del
Cavaliere azzurro facevano parte Macke, Munter, il russo Jawlensky, la lituania Werefkin,
l’austriaco Kubin e lo svizzero Klee. Tutti questi artisti erano fortemente attratti dall'arte
primitiva e popolare e della libertà espressiva del mondo infantile.

FRANZ MARC
Marc dipinse soprattutto animali a suo parere più interessanti dell'umanità in religiosa e ne
tradusse l'anatomia il movimento in forme dolci armoniose in arabeschi sinuosi inespresse di
energia l'innocenza per mezzo di colori puri di forme sintetiche via via sempre più astratte.

I CAVALLI AZZURRI
Nella grande tela i cavalli azzurri il colore è usato nelle tonalità più pure in senso espressivo
e non limitativo. Esso ha una spiccata funzione plastica che definisce i volumi e modelli e ai
corpi degli animali in grandi curve lussuose.

AUGUST MACKE
Anche in Macke sono il colore e la stilizzazione delle forme a determinare i valori lirico della
rappresentazione ma il suo approccio alla pittura è meno carico di Valenza spirituale.

MERCANTE DI BROCCHE
Il mercante di Brocche chiesa dipinto durante un viaggio in Tunisia con Klee, l’uso del colore
ricorda quello dei Fauves con forti contrasti cromatici luminosi. La scena di mercato cittadino
è rappresentata in forme schematiche e semplificate utilizzando colori puri e intensi di gusto
orientaleggiante.

JAWLENSKY
Nelle sue opere l’artista fonde l'influenza e la pittura francese di Matisse di Gauguin con
riferimenti al folklore Russo.

RITRATTO DEL BALLERINO ALEXANDER SACHAROFF


In questo ritratto l’immagine è tradotta in forme piatte stilizzate con accostamenti cromatici.
La sagoma Rossa dell'abito contornata di nero si staglia sul Verde Azzurro dello sfondo
dipinto con la pennellata rapida e scomposta. Il biancore del volto simile a una maschera si
contrasta con la massa nera dei capelli.

KANDINSKY
Kandinsky ha avuto un ruolo fondamentale nel linguaggio delle avanguardie. A partire dai
valori spirituali ed emozionali di colore e forma, egli mise in discussione le convinzioni
estetici approvando ha una forma astratta dell'arte. Nel 1886 Kandinskij si trasferì a Monaco
per studiare pittura all’accademia Reale di Belle Arti dove seguì i corsi di Stuck maestro del
Jugendstil locale e inoltre espose con i Fauves. Nei dipinti a tempera si ha una memoria alle
tradizioni russe con paesaggi fantastici animati da amazzoni e principesse sullo sfondo di
città fortificate.

VECCHIA RUSSA
In vecchia Russa Kandinsky arriva a trasporre la tipica passeggiata domenicale sui
boulevard di Parigi in uno scenario fiabesco evocato dal castello sullo sfondo e dal Cavaliere
al centro della composizione. È evidente una matrice neoimpressionista nei colori vivaci e
vibranti memori dell'arte Popolare russa che costruiscono le forme.

Inizia una serie di paesaggi che ha una forte accentuazione espressionista sempre più
lontana dalla rappresentazione mimetica.
PAESAGGIO CON TORRE
Paesaggio con Torre è un'opera in cui le forme paiono dissolversi e fondersi le une con le
altre mentre le zone di colore dai contorni forzati diventano violenti lampi visivi con
accostamenti di rossi gialli blu e verdi e qualche chiazza di bianco.

SENZA TITOLO (PRIMO ACQUERELLO ASTRATTO)


Un anno prima di fondare il cavaliere azzurro Kandinskij realizzò il primo dipinto totalmente
non figurativo dell’arte occidentale e si intitola senza titolo in cui affida ai segni e ai colori il
compito di trasmettere l'emozione senza più scrivere nulla. L'immagine presenta macchie
colorate rosse e blu, velature trasparenti che introducono sulla superficie Bianca un senso di
profondità fluttuante. Compare un vasto repertorio pennellate varie forma lineare a tocchi
brevi, segni informi a china e a matita. Kandinsky crea una sorta di gioco scarabocchio che
può ricordare disegni infantili.

IMPRESSIONE V (PARCO)
In Impressione V parco il paesaggio torna riconoscibile attraverso tracce figurative come
montagne sentieri e figure umane ma è trasfigurato da linee e colori antinaturalistici. L’artista
vuole evocare gli stati d’animo nello spettatore attraverso abbinamenti e compenetrazioni di
forme e colori.

QUADRO CON BORDO BIANCO


Quadro con bordo bianco (1913) appartiene a una fase in cui Kandinskij vedeva nella pittura
astratta l’approdo definitivo delle proprie ricerche e riflessioni. Pur non abbandonando del
tutto il riferimento all’aspetto esteriore della natura, intorno al 1913 l’artista è ormai convinto
che il potere evocativo di colori, linee e forme, scelti con cura e combinati tra loro
dinamicamente, possa tradurre la visione interiore in una dichiarazione universalmente
accessibile e provocare precise reazioni nello spettatore. La svolta avvenne quando intuì
lucidamente che la soluzione per dare unitarietà al dipinto sarebbe stata inserire un bordo
bianco, elemento da cui poi trasse il titolo.
Anche in questo dipinto gli elementi della composizione, pur semplificati e stilizzati, sono
legati ai ricordi della terra natale e alla città di Mosca, che per Kandinskij rappresenta
sempre autentica libertà spirituale. L’artista mantenne fin dalle prime versioni l’immagine
abbreviata di una troika, il traino a tre cavalli usato in Russia per slitte o carrozze, un motivo
amato da Kandinskij e da lui già utilizzato in altre opere: le tre linee nere poste in diagonale,
grosso modo parallele e incurvate verso l’alto, posizionate nella parte superiore a sinistra,
derivano dalle linee dorsali dei tre cavalli che appunto tirano la troika. Questo angolo
sinistro, nelle intenzioni dell’artista, doveva ossia suscitare un’impressione diretta. Il
complesso di linee e colori vorticosi al centro del dipinto è stato invece interpretato come
una versione astratta della figura di san Giorgio a cavallo che regge una lancia, un tema
frequente tra gli artisti del Cavaliere azzurro e un’allusione alla tradizione di Mosca, che ha
l'immagine del santo guerriero nel suo stemma. Il gran movimento della tela si stempera
nelle zone periferiche, in particolare sulla destra, placando infine nell’ampia porzione bianca
a cui allude il titolo.
Nei dipinti dei primi anni dieci Kandinskij cercava una relazione particolare, tra il significato
simbolico dei colori e quello delle forme geometriche pure. In Quadro con bordo bianco egli
desiderava arrivare a esprimere uno stato di calma attraverso l’agitazione e perciò fece ogni
sforzo per togliere dal dipinto gli eccessi di verde e di blu di Prussia introdotti in una prima
fase. Attraverso le sinestesie proprie del suo linguaggio, giustificò la scelta spiegando che il
verde faceva spesso risuonare nell’animo (inconsciamente) il suono secondario dell’estate,
mentre il blu era freddo e dal suono cupo. Emerge qui nuovamente la convinzione di
Kandinskij che una profonda affinità leghi la pittura e la musica, entrambe pure espressioni
della «necessità interiore». Anche la collaborazione con musicisti e compositori contribuì a
guidare Kandinskij verso l’arte astratta.

ACCENTO ROSA
Nell’autunno del 1914, con lo scoppio della guerra, Kandinskij tornò in Russia dove rimase
fino al 1921. Con la rivoluzione del 1917 divenne membro del Dipartimento artistico del
Commissariato del popolo all’istruzione, elaborò i programmi dell’Istituto di cultura artistica,
insistendo sul dialogo tra pittura, musica e danza, e fu docente ai Liberi atelier di stato. Nel
1922 rientrò in Germania, invitato a tenere il corso di pittura al Bauhaus di Weimar, fondato
nel 1919 dall’architetto Walter Gropius (vedi p. 1357), dove incontrò di nuovo, dopo gli anni
del Cavaliere azzurro, Klee. Nei dipinti realizzati in questi anni si accentua la tendenza alla
geometrizzazione e alla rigorosa articolazione dei rapporti tra forme e sfondo. Il processo è
ben esemplificato in Accento in rosa, nel quale interagiscono forme quadrangolari e circolari.
I cerchi, di dimensioni e colori diversi muovendosi lungo un sistema di linee dinamiche. Le
forme irradiano aloni luminosi e il fondo della composizione è ancora sfumato, tratti destinati
a scomparire nella produzione più tarda, segnata da stesure compatte e monocromatiche.
L'abbandono progressivo degli elementi organici a favore di quelli geometrici e l’aspirazione
alla purezza di forme e strutture vanno letti anche come esito del contatto con il
Suprematismo e il Costruttivismo durante gli anni russi.

PAUL KLEE
Del Gruppo Cavaliere azzurro Paul Klee insieme a Marc furono l'anima più immaginativa e
lirica. Durante un viaggio in Italia rimase affascinato dall'arte primitiva cioè agli artisti vissuti
prima del rinnovamento rinascimentale di Masaccio e di Donatello. A questo interesse si
affianca il fascino per le culture arcaiche popolari e le forme espressioniste dell'infanzia e
degli alienati mentali. Inoltre si possono vedere degli influssi analogie con il simbolismo di
fine secolo da Stuck e Segantini. Nel 1912 aderì Al Cavaliere azzurro attratto dall'approccio
di Marc. Insieme a Macke fece un viaggio in Tunisia che segna una tappa fondamentale nel
suo percorso artistico rivelandogli il colore. Fissò le proprie impressioni con acquerelli dove il
colore inonda la superficie del foglio trasformando forme e oggetti della realtà in ritmo
costruttivo giungendo all’astrazione.

CUPOLE ROSSE E BIANCHE


In Cupole rosse e bianche è ancora riconoscibile l'immagine del paesaggio tunisino con le
Cupole e minareti ma è trasfigurato dai quadrati e semicerchi fusi armonicamente in una
sinfonia di colori cromatici scandite da pochi linee scure. Nonostante condivideva
l'aspirazione di Kandinsky per la spiritualità ha una ricerca del tutto diversa: l'artista non
deve più rappresentare i fenomeni naturali come si vedono, ma risalire alla loro genesi e
reinventarli.

SENECIO (TESTA DI UOMO)


Klee ha interesse per la dimensione infantile e l'espressività primitiva. Si può osservare nelle
opere come senecio testa di uomo che è un ritratto maschile ironico e bizzarro con una
evidente sproporzione della testa rispetto alle spalle al busto ed è costruito mediante
elementi grafici semplici forme geometriche e un delicato incastro di piani di colore rosso
arancione giallo bianco e rosa.

STRADA PRINCIPALE E STRADE SECONDARIE


Protagonista é il ricordo del viaggio in Egitto trasfigurato in un reticolo geometrico in cui
strisce orizzontali dimensioni e colore diverso si intersecano con linee oblique suggerendo la
presenza di immensi spazi desertici interrotti da dune, canali e antichi monumenti. La visione
prospettica a volo d'uccello e la tavolozza cromatica ridotta al minimo restituisce una lettura
intero del paesaggio egiziano.

MALEVIC
Il russo Malevic fu pittore astrattista molto diverso da Kandinskij e Klee. Grazie all’ambiente
intellettuale della Russia dell'epoca poté conoscere l'impressionismo e le tendenze
espressioniste europee. Importante per la sua formazione fu anche un primitivismo che si
traduce con un interesse per le tematiche rurali o per le icone tornata ad essere oggetto di
studio di collezione quindi fonte di ispirazione per gli artisti. Fu anche molto vicino al
cubismo.
Periodi:
primo simbolismo
secondo cubofuturista
terzo suprematismo

L’ARROTINO
Alla scomposizione geometrica di stile cubista si somma la resa della Meccanica ripetizione
del movimento dell'artigiano. mentre una stessa destrutturazione coinvolge la figura e lo
spazio Resi con l'uso di colori primari grigi metallici. Nominò questo suo stile realismo
cubofuturista: processo di frammentazione e giustapposizione delle forme.

ALOGISMO. MUCCA E VIOLINO


Sovrappone i due elementi, dipinti con realismo naturalistico che si stagliano su uno sfondo
cubismo sintetico, con forme geometriche bidimensionali monocromatiche. E il momento di
lotta tra due forme violino e mucca che rappresentano il senso comune e la borghesia.

SUPREMATISMO
Malevic approda a una concezione in cui l’oggetto in sè non significa più nulla, solo la
sensibilità conta e bisogna arrivare all’espressione pura senza rappresentazione. Nega
qualsiasi rapporto con la realtà sociale e materiale.

QUADRATO NERO SU FONDO BIANCO


Con questo quadro Malevic approda all’astrazione assoluta. Il disegno rappresenta quello
che dichiara il titolo: un quadrato nero su uno sfondo bianco. Lontano dalla volontà di
esprimere l’interiorità come faceva Kandinsky Malevic non concepisce l’astrazione come
lettura della realtà sensibile ma come schematizzazione di forme geometriche.
Studiosi hanno dimostrato che egli si riferiva non tanto al dipinto in esame quanto agli studi
eseguiti due anni prima per la realizzazione delle scene di un'opera futurista, La Vittoria sul
sole, una serie di schizzi a matita rigorosamente in bianco e nero, giocati sulla composizione
di forme quadrate e triangolari, che annunciano le ricerche pittoriche di poco successive.
Uno dei fondali dipinti era costituito proprio dalle forme poi riprese in questo dipinto. L’opera
ebbe un ruolo centrale nell’ambito di Ultima Mostra Futurista, tenuta nel 1915 a Pietrogrado,
che fin dal titolo indicava la volontà dei dieci avanguardisti russi che vi parteciparono di
rendersi autonomi dai residui legami con Futurismo e Cubismo. Protagonisti e antagonisti
dell’esposizione, con due sale separate, furono Malevicˇ e Vladimir Tatlin.

QUADRATO BIANCO SU FONDO BIANCO


La ricerca suprematista di Malevicˇ proseguì con elaborazioni più complesse e variate,
costruite mediante la composizione delle consuete forme astratto-geometriche. Il punto
estremo di questo percorso è rappresentato dal Quadrato bianco su fondo bianco in cui
l'artista giunge alle soglie dell’azzeramento delle possibilità della pittura. Di fronte a esso lo
spettatore è costretto a passare dalla percezione visiva, quasi annullata, al ragionamento, a
concentrarsi cioè sull’idea creativa piuttosto che sull'esecuzione, poiché il quadrato bianco,
collocato in posizione obliqua all’interno di un fondo anch’esso quadrato e bianco, dichiara la
scomparsa della forma e del colore «nella luce assoluta e nella forma assoluta».
AUTORITRATTO
Nella seconda metà degli anni venti tentò di creare un dialogo fra le teorie suprematista e i
linguaggi costruttivisti, elaborando con i suoi giovani allievi progetti e modelli di edifici
immaginari. Negli anni trenta, caduto in sospetto presso il regime stalinista a causa dei suoi
contatti con il Bauhaus, subì la confisca di appunti e materiali di lavoro e, infine, l’arresto. La
sua arte si accostò intanto a temi tradizionali, come il ritratto e il paesaggio, e a esiti
figurativi, sebbene non completamente allineati ai canoni prescritti dal realismo socialista.
Esemplare di questa fase è l’ Autoritratto, in cui Malevicˇ si raffigura a mezzobusto nei panni
di Cristoforo Colombo, ispirandosi alla ritrattistica rinascimentale ma anche, di nuovo, ai
motivi delle icone ortodosse: il gesto della mano, per esempio, ricalca quello tipico della
Vergine che indica il Bambino come la via alla Salvezza. Colpiscono l’estremo rigore formale
e la scelta di cromie antinaturalistiche, dalla stesura piatta e fortemente contrastata.

COSTRUTTIVISMO

Massima espressione di una concezione che vede nell’arte valori non solo estetici é la
corrente del Costruttivismo secondo cui l’opera ha un valore sociale e politico. L’artista é un
ingegnere estetico che ha il compito di dare concreta realizzazione a ogni esigenza della vita
sociale. All’arte da cavalletto viene anteposta l’arte di costruzione attraverso materiali di
produzione industriale come il vetro e il metallo. Ultima avanguardia russa. arte ha una
funzione sociale e politica a servizio della rivoluzione russa.

Dopo una formazione a Mosca, Tatlin fece visita allo studio di Picasso che lo stimolo nelle
ricerche tridimensionali e polimateriche: nacquero così i Rilievi astratti e i contro rilievi per la
loro collocazione nell’angelo di una stanza. Sono oggetti realizzati attraverso l’assemblaggio
di materiali come ferro, gesso, vetro, sabbia, legno,bitume, carta. Tatlin era convinto che il
rinnovamento del linguaggio plastico fosse connesso alla scelta del materiali. I controrilievi
cono volumi aperti e sospesi che danno al vuoto un valore costruttivo.

MONUMENTO ALLA TERZA INTERNAZIONALE


Tatlin voleva ideare un’opera che fosse una sintesi tra forma artistica e funzione,
un’imponente struttura concepita come “opera totale” per la vita della città e simbolo di
crescita e progresso della nuova società socialista. Nel corso dell’elaborazione decise poi di
dedicare l’opera all’organizzazione internazionale dei partiti comunisti fondata da Lenin nel
1919. Il progetto prevedeva un monumento alto 400 metri, impostato su un complesso
sistema di assi verticali e di spirali; al suo interno tre volumi di cristallo trasparente erano
destinati a ospitare, dal basso verso l’alto, le attività legislative, gli organi amministrativi per
le funzioni esecutive e gli strumenti utili per la diffusione dell’informazione (una sala stampa,
una stazione radio, ambienti per le proiezioni cinematografiche e una tipografia).
L’organismo avrebbe dovuto essere in grado di ruotare su se stesso a diverse velocità a
ciascuno dei tre livelli, coprendo rispettivamente l’arco di un anno, di un mese e di un giorno.
Molteplici sono i riferimenti che la struttura ha suggerito negli anni agli studiosi, dalla Torre di
Babele alla Torre Eiffel. Mai costruita, dell’opera restano alcuni bozzetti e fotografie del
modello in legno dipinto. A Stoccolma ne è stata realizzata una grande ricostruzione.

ALEKSANDR RODČENKO

Le vicende del Monumento di Tatlin rivelano come le difficoltà economiche della Russia post
rivoluzionaria abbiano ostacolato la realizzazione di molti progetti su ampia scala. Nella
produzione di manifesti e opere di grafica pubblicitaria, invece, il Costruttivismo giunse a
esiti più compiuti, elaborando un sistema di comunicazione al servizio della propaganda
rivoluzionaria che sarebbe divenuto un modello per la pubblicità e la grafica europee negli
anni venti e trenta. In questo settore Aleksandr Rodcˇ enko. Anch’egli aveva esordito come
pittore, dapprima con opere simboliste, poi con collages di matrice cubista e infine con
composizioni astratte nella scia di Malevicˇ , prendendo comunque le distanze dal
misticismo filosofico dell’amico. Dopo la rivoluzione del 1917 partecipò attivamente alla vita
culturale, mediando tra lo spiritualismo geometrico di Malevicˇ e l’interesse di Tatlin per i
materiali e le innovazioni tecnologiche. Abbandonò quindi l’attività pittorica e si concentrò
sulla grafica, sulla fotografia e sul fotomontaggio. Realizzò vari manifesti di propaganda con
il poeta Vladimir Majakovskij, riservandosi la parte visuale e lasciando al poeta la scelta dei
caratteri tipografici. Ne nacquero composizioni di assoluto rigore geometrico, prive di ogni
accenno decorativo, dai colori piatti e contrastati.

MANIFESTO PER LA PROPAGANDA DEL LIBRO


Celebre esempio di questo rinnovamento della grafica pubblicitaria, soprattutto pensando a
una società diffusamente analfabeta come quella a cui si rivolge, è il Manifesto per la
propaganda del libro , realizzato per la filiale di Leningrado del Gosizdat in cui si osserva
una studiata articolazione di forme geometriche che accoglie l’immagine fotografica del volto
di una giovane donna dalla cui bocca esce la scritta “libri”.

SCALE
A partire dal 1924 l’interesse di Rodcˇ enko si concentrò sulla fotografia, ora come mezzo
espressivo autonomo ora come lo strumento più moderno per indagare il mondo della
scienza e della tecnica e la vita quotidiana. Oltre ai ritratti in studio dei familiari e degli amici
costruttivisti, spesso fotografò le architetture moscovite, riprendendo balconi, scale, finestre
e muri con tagli obliqui e punti di vista arditi e inconsueti. Scale ritrae una donna che sale dei
gradini portando in braccio un bambino. L’immagine è impostata su un asse dinamico
diagonale ed è caratterizzata dall’alternanza di bianco e nero e da una rigorosa struttura
geometrica.

EL LISSITZKY
Ebbe un ruolo importante nella diffusione del Suprematismo e del Costruttivismo in Europa,
divulgando quel l'aspirazione alla sintesi linguistica tra arte, industria e impegno politico che
fu una delle istanze più genuine delle Avanguardie russe. Dopo aver studiato in Germania,
allo scoppio della Prima guerra mondiale tornò in Russia. Con l’influenza di Malevicˇ, si
convertì al linguaggio dell’astrazione geometrica, ponendolo tuttavia al servizio della politica
rivoluzionaria.

SPEZZA I BIANCHI COL CUNEO ROSSO


celebre manifesto che simboleggia la sconfitta dei “bianchi” zaristi a opera dei “rossi”
bolscevichi nel corso della sanguinosa guerra civile che seguì la rivoluzione. Il messaggio
politico è condensato nella raffinata logica visiva che lega tra loro le semplici figure
geometriche: su uno sfondo diviso a metà in due campiture uniformi l’elemento dinamico e
vitale di un acuminato triangolo rosso si incunea con forza all’interno di un cerchio bianco. A
determinare l’equilibrio visivo dell’insieme concorrono pochi segni grafici e caratteri in
cirillico, tutti giocati sulle stesse tonalità cromatiche. Le stesse scelte compositive di estremo
rigore geometrico caratterizzano i progetti architettonici di El Lissitzky e la serie dei P ro u n,
ossia i “Progetti per l’Affermazione del Nuovo”

PROUN 99
Si tratta di un’originale interpretazione del Suprematismo che assorbì completamente
l’artista per circa un decennio, dapprima circoscritta a un supporto dipinto, poi dilatata nello
spazio a costruire veri e propri “ambienti”. Tutte le sue opere di quel periodo si intitolano con
l’acronimo seguito da un numero d’ordine e talora da una lettera. Si tratta di costruzioni a
metà tra pittura e architettura impostate su assi e prospettive multiple. Qui la forma cubica e
quella triangolare a griglia sembrano rendere un senso di profondità che viene in parte
negato dalla natura bidimensionale degli altri elementi, creando uno spazio complesso, in
bilico fra coerenza e irrealtà.

MONDRIAN

Per l’olandese Piet Mondrian l’arte astratta si tradusse in un’arte costruita sul valore
universale che esprimono colori e linee.

Nel primo decennio del novecento le sue opere rappresentano prevalentemente il paesaggio
olandese con mulini, campanili, faro, alberi e dune in cui si osserva una bidimensionalità e
l’utilizzo di colori violenti a pennellate divise come i fauves.
Il processo di semplificazione lo osserviamo nella sequenza di dipinti dedicati al tema
dell’albero.
In Crepuscolo: albero rosso Mondrian usa il colore per trasfigurare il motivo naturale: le
cromie azzurro-viola dello sfondo esaltano i tocchi di colore rosso dei tronchi e dei rami,
mentre la pennellata energetica richiama Van Gogh.

Il soggiorno a Parigi rafforza gli interessi di Mondrian per le ricerche cubiste in particolare la
fase analitica di Braque e Picasso in cui apprezzava l’aspetto razionale. Semplifico anche lui
le forme e le cromie delle composizioni sostituendo i toni dei fauves a colori severi come
ocra e grigi e rappresentando oggetti e forme più schematiche attraverso linee. Anche se il
cubismo lo aiuto a distaccarsi dalla visione soggettiva Mondrian era convinto che fosse
ancora troppo legato all’’oggettività.

1875 teosofia studio della presenza divina.

Nell’albero grigio si osserva questo suo percorso: Mondrian eleva la pittura al di sopra della
natura rappresentando un albero ancora riconoscibile rispetto al suo percorso compiuto
nella tavola Melo in fiore. Qui il motivo naturalistico non é più riconoscibile: si vedono
solamente linee sopratutto curve con effetti cromatici dai toni grigio rosa e blu e verde.

In composizione 10 in bianco e nero. Molo e oceano i segmenti ortogonali neri si fanno più
piccoli e fitti nella parte superiore del dipinto e creano una massa a forma di ovale bianca nel
centro della tela.

Secondo Mondrian l’artista deve rappresentare l’immagine del mondo purificata dalle forme
dell’apparenza.

Composizione 2 é stata realizzata durante l’inizio del percorso Neoplastico che pone fine
Riassunto

KANDINSKY
E’ il padre dell’astrattismo lirico. Suo intento è quello di rappresentare l’invisibile attraverso la
compenetrazione di tutte le esperienze che eliminano il secondario per esprimere il
necessario. Si orientò verso la creazione di un Universo pittorico libero da ogni nesso di
verosimiglianza con la realtà oggettiva è rispondente solo un impulso spirituale. Con lui si
conclude l’epoca ottocentesca dell’arte dell’apparenza e inizia quella moderna dell’arte del
senso che ha bisogno di una interpretazione profonda per essere compresa.
PAUL KLEE
Paul Klee ha l'obiettivo di rappresentare un mondo parallelo a quello reale che funge da
stimolo al suo stesso superamento, in un'inesauribile ansia di scoperta di ciò che sta dietro
le cose. Questa sua ricerca da vita a composizioni astratte mirate a comunicare l'esperienza
poetica del disvelamento di un mondo interiore.

MONDRIAN
Partito da esperienze cubiste sviluppa infinite variazioni espressive di un contenuto costante,
sulla base di leggi oggettive concernenti la composizione, il ritmo e il colore della pittura.
Ogni residuo di figuratività è così abolito in un’arte del tutto astratta. usa solo colori primari.

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