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Raffaello

Dal Perugino eredita il classicismo armonioso e sereno allontanandosi però dal rigido schematismo del
maestro. Le innovazioni apportate al mondo dell’arte da Leonardo e da Michelangelo lo inducono ad
abbandonare il monumentale e obsoleto stile perugino e ad abbracciare le nuove espressioni che ai
sentimenti umani, al paesaggio e al dinamismo donano un’attenzione particolare. Si dedica ad alcuni
ritratti, affinando la psicologia dei personaggi. Si prefigge lo scopo di alleviare le imperfezioni della donna
facendo sì che l’osservatore soffermi il proprio sguardo soprattutto alla dolcezza del suo sguardo e allo
studio materico dei tessuti che la ricoprono.
Linguaggio armonioso e rasserenante con cui realizza il suo ideale di bellezza intriso di spiritualità cristiana
e che, nella pittura e nell’architettura, lo eleva a simbolo dell’ultima e straordinaria epoca rinascimentale.
La sua prima opera, “Sposalizio della Vergine”, mostra già i tratti caratteristici del suo stile, nonostante
abbia tratto ispirazione da due celebri dipinti del Perugino. Uno stile che risente delle influenze della pittura
fiamminga e che si differenzia dalle due opere del Perugino per l’armonia dei colori, i toni avvolgenti ed il
fondersi del chiaroscuro.
Raffaello fu probabilmente il pittore più influente della storia dell'arte occidentale. La sua ripresa dei temi
michelangioleschi, mediati dalla sua visione solenne e posata, fu uno degli input fondamentali del
manierismo. Gli allievi della sua bottega ebbero frequentemente carriere indipendenti in più corti italiane
ed europee, che diffusero ovunque la sua maniera e i suoi traguardi.
Senza le opere monumentali della fase romana è impensabile il "classicismo" del secolo successivo, al
tempo stesso aggraziato e magniloquente di Caravaggio. La sua influenza è inoltre ravvisabile anche in
artisti d'avanguardia come Manet, Dalì, de Chirico e Picasso.

Michelangelo
Dinnanzi alle sue opere d’arte, note in tutto il mondo, ci sentiamo assalire da sensazioni di stupore e
inappagamento, non solo per la bellezza interiore che ne traspare, ma soprattutto per quella
rappresentazione tormentata della figura umana che pone al centro della sua arte. Un’arte intesa come
potenza forgiante che prende possesso dell’artista quasi in modo trascendentale e incontrollabile recando
con sé la sofferenza di una missione universale.
Nel ragazzo, infatti, sorge una potente spiritualità che rivelerà nelle sue opere, indubbiamente ispirate ai
modelli classici, prediletti dal neoplatonismo, ma con una caratteristica definita dagli studiosi il motivo del
non finito, derivante probabilmente dalla perenne insoddisfazione dell’artista che gli impedisce di portare a
compimento il proprio mondo interiore, afflitto dall’eterno conflitto tra spirito e materia, tra la difficoltà di
unire figure pagane al misticismo cristiano.
Nella Volta della Cappella Sistina si evince ancora una volta il tema prediletto da Michelangelo, quell’impeto
dell’anima che desidera svincolarsi dalla materia, vista come un ostacolo all’interiorità umana.
Nelle opere del grande artista toscano ogni figura sembra affannarsi a raggiungere quel desiderio di
liberarsi dal corpo.

Giorgione
Gusti raffinati e gli ideali umanistici, preferendo quindi soggetti mitologici o comunque fantastici rispetto a
quelli religiosi allora correnti.
Più propenso a rappresentare la natura, Giorgione non è un pittore di "storie", la sua abilità è orientata
sulle qualità di fusione cromatica e definizione atmosferica piuttosto che nella costruzione della figura, le
sue opere sono più adatte alla destinazione privata. Inoltre i suoi soggetti sono costruiti su significati e
allegorie difficili, comprensibili soltanto da pochi intenditori.
Pittura tonale perché il Giorgione intuisce che attraverso i colori a olio usati con maestria insieme ai loro
molteplici toni si poteva trasmettere un nuovo modo espressivo nelle opere del tutto autonomo. Un’arte
espressa dal Giorgione attraverso una sottilissima modulazione nei rapporti luminosi e cromatici e di quelli
tra figure e elementi del paesaggio che riescono a trasmettere dei significati profondi, indicando magari il
mutevole equilibrio che esiste tra l'uomo e la natura.

Tiziano
Tiziano Vecellio è considerato il maggior pittore Veneziano nel sedicesimo secolo ed e responsabile per la
tradizione veneziana del colore. Le opere di Tiziano sono riconoscibili per il flusso delle sue linee e la
rilassante natura dei suoi dipinti, di cui molti furono ritratti. Tiziano ebbe l'abilità di catturare la personalità
e le caratteristiche fisiche dei suoi soggetti. Pitture ed olio erano gli elementi che Tiziano usò molto. Il suo
stile era in contrasto con le linee chiare della precedente scuola fiorentina. Il suo stile di usare colori e
chiascuro creò una novità stilista mai vista prima con dipinti che contenevano molti strati di smalto. Questo
effetto concedeva alle opere tonalità morbide e brillanti.
Tiziano mostrò un grande rispetto per la forma dell'uomo e aveva molto talento per creare ricchi e
splendenti colori. Dipinse molte scene religiose e mitologiche. Rappresentò scene religiose con eleganza e
dignità, mentre le sue scene di mitologia, hanno vitalità e umore. Tiziano rappresenta le donne con grazia e
fascino.

Correggio
Dai tratti dolci ma anche contrastati fu uno degli esponenti più delicati del Rinascimento. Introdusse luce e
colore perché facessero da contrappeso alle forme e sviluppò così nuovi effetti di chiaroscuro, creando
l'illusione della plasticità con scorci talora duri e con audaci sovrapposizioni.

Manierismo
Il termine manierismo viene riferito tutti quelli artistiche, soprattutto nella seconda metà del 500, che
operavano alla maniera di Leonardo, di Raffaello e di Michelangelo e che, così facendo, avrebbero
rinunciato alla propria fantasia e creatività per proporre cose già viste.
Come diceva Vasari occorreva a prendere a modello anche le opere di coloro che nell’imitazione della
natura erano già stati riconosciuti perfetti. Giorgio Vasari impiegava il termine maniera come sinonimo di
stile, attualmente con manierismo si indicano alcune tendenze dell’arte cinquecentesca diffuse in Italia
soprattutto dopo il sacco di Roma che obbligò molti artisti a fuggire dalla città.
Un’opera manieristica ricerca:
 La grazia
 La licenza della regola
 Il virtuosismo
 La difficoltà
 L’inusuale e anche la bizzarria, l’eccentrico, il capriccio

Vasari

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