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Edizioni Taucias Gareida
Giazza (Verona) 1980
COLLEZIONE
DI DOCUMENTI STORICI
COMPROVANTI L'ORIGINE CIMBRICA
DEL POPOLO
SCHIO 1876.
IN VICENZA
L'AUTORE
D. D. D.
LO STEMMA COMUNALE
DI RECOARO TERME
ETIMOLOGIA DI RECOARO
II.
III.
IV.
BATTAGLIA CIMBRICA
V.
VI.
VII.
I L C A M P E T T O
Sig. R e d a t t o r e .
Dovendo per officio assistere ogni anno al periodico ciclo della
nascita gioventù e tramonto di queste Peonie acque, non voglio
lasciar scorrere l' attual periodo senza darle qualche cenno di
quelle novità che occorsero. E prima d'ogni cosa l' avverto che
non si aspetti dissertazioni mediche sulla virtù medicatrice di
queste ninfe, che avendo cominciato con la Regina Lelia ora ar-
rivarono al numero di sei ministre gratuite di sanità di quanti
ne sorseggiano le salutari onde, e di questo mi dispensa la lunga
successione di scritti che cominciando da Graziano professore di
Padova finiscono fino ad ora con quelli dell' umile e divoto scri-
vente.
Adunque le dirò che per leggenda popolare si sapeva che
sulle vette della sovraposta montagna del Campetto doveva esi-
stere sepolto e nascosto un idolo d'oro custodito da sotterranei
spiriti pronti a distrugggre chiunque avesse osato di rintracciarlo,
e questa credenza era tanto più radicata dal fatto, che il fu
Parroco Pozza di Fongara intrapreso qualche scavo su quel
luogo aveva ritrovato molte monete romane che andarono poi
miseramente disperse. Allettati da questi indizii e vivendo nel
secolo della locomotiva e del telegrafo che dimesticò un poco
la nostra razza col diavolo, feci il proposito di visitare quel luogo.
Dirò esser stata l'anima di tutti il Chiarissimo Conte S. Vitale
di Parma, che alla nobiltà del Casato aggiungendo quella della
altezza delle parentele, e le più egregie doti della mente e del
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cuore vi associò i suoi due virtuosissimi figli, uno dei quali assai
doto nella antiquaria e numismatica. Arrivati dopo tre ore di
viaggio sul luogo che dicevasi guardato dai temuti custodi, si
osservarono tre aperture, due delle quali abbastanza comode per
dar addito a discendere in una specie di volto, costrutto da uomini
rozzi, osservando però che la imboccatura era costruita di pietre
grossolanamente dalla mano dell'uomo lavorate. Non si potè però
progredire nelle volte sotterranee a cagione che alcune grosse pie-
tre cadute vietavano l'inoltrarsi, perciò si limitammo a scavare il
terreno intorno alla apertura situata a levante, ed il frutto di queste
ricerche si fu di trovare alcune monete romane abbastanza con-
servate, fra le quali una di Aureliano con la leggenda AURELIAN.
CÆSAR IMP. e nell'esergo PIA SENUS; le altre appartengono a M.
Aurelio Giuliano Tiranno a Costante I. a Costanzo e Costan-
tino Magno, si rinvennero pure alcuni frammenti di urne ed un
frammento di vetro celeste che dalla sua forma apparteneva cer-
tamente ad un vaso. I mandriani, che per loro mestiere scorrono
per quei luoghi, ci dissero che non di rado trovarono altre di
queste monete ma che, credendole di nessun valore le getta-
rono via.
Ora adunque volendo commentare il fatto della presenza di
queste monete sulla bocca del vôlto esplorato dirò anche io la
mia opinione. Esaminando strategicamente il luogo suddetto si
vede che esso domina perfettamente la pianura Veneta e Vero-
nese nonchè l'altipiano dei Tredici Comuni, e si scorge ad oc-
chio nudo parte del Lago di Garda e la città stessa di Verona.
In vista adunque della posizione favorevole di questo luogo sem-
bra che i Romani vi avessero stabilito un presidio militare
nell' estate e che approfittassero di questi vôlti sotterranei per
convertirli in sepolcreti, collocarvi le urne con le ceneri dei sol-
dati morti e abbruciati dietro il sapientissimo igienico rito Greco-
romano. E a questa opinione conduce il fatto che le monete si
trovano sulla bocca del vôlto e non altrimenti, per cui è da cre-
dersi che caduto l'impero ed abbandonati quei presidii, le orde
susseguenti avide di rapina abbiano violato il riposo delle ceneri
di quegli eroi che per secoli palmo a palmo difesero l'impero, e
che trasportando le urne al di fuori le spezzassero per ritro-
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varvi monete di valore; ma ingannati nel loro intento gettassero
quelle di rame sulla bocca del vôlto, e a questo tanto più ci
conferma l'aver ritrovato sul luogo i frammenti d' urne e del vaso
vitreo. In quanto poi alle caverne o vôlti sotterranei questi sono
di fattura ed origine dei popoli Cimbri, i quali, secondo Tacito, ave-
vano il costume di ripararsi sotto essi. (1) Eguali sotterranei o
sepolcreti si scoprirono nei Tredici Comuni nel 1734 in S. Anna
del Faedo, e l'anno 1781 in un campo del Sig. Agostino Prun-
ner, e similmente sull'erba di Purstal. (2)
Ed a questo proposito mi permetta che io incastri in questo
scritto anche la mia opinione sull'origine dei Tredici o Sette
Comuni. Io per me li ritengo originati dagli avanzi dell' innume-
revole stuolo battuto e disperso da Mario sotto le mura di Ve-
rona. E prima di tutto dirò che gli Storici Romani li chiamavano
Cimbri, e con tal denominazione pure vengono anche menzionati
non solo dai moderni, ma bensì anco dal volgo dei nostri paesi.
Gettando poi uno sguardo topografico sul luogo del combatti-
mento si vede che i resti dell'armata battuta non avevano altro
scampo di salute che gettarsi sui monti, e così da quei fug-
gitivi ebbero origine i Tredici Comuni, Recoaro, Valli, Posina ed
i Sette Comuni. Di tutti questi luoghi, soltanto i Tredici e Sette
Comuni conservano ancora la lingua tedesca. In Recoaro, Valli e
Posina restano però i cognomi, i nomi delle terre e delle contrade e
molti vocaboli del tutto tedeschi. Si dice perfino che i Sette e
i Tredici Comuni derivassero da coloni tedeschi trapiantati in
Italia da Teodorico. Ma questa opinione sente del ridicolo pen-
sando che se quel Re voleva gratificare i tedeschi, padrone come
era d'Italia, li avrebbe collocati in luoghi ben migliori di quelle
selve sterili come dovevano essere in allora i suddetti luoghi.
Facendo uno studio di quella origine sui luoghi, si trovano
ancora i cognomi derivanti dai paesi ove sortirono quelle torme,
p. e. si trovano i Sbabi da Schwaben o Svew, Franchi da
Franken Franconia, Frisi o Frisoni dalla Frisia Friesenland, A-
grimani Angelman o Angelmänner popoli del Weser nonchè i Cat-
(1) Salent subterraneos specus aperire eosque multo insuper fimo onerant Tacit.
(2) Berstall corrotto da Burgstall che significa mansione di castello.
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ter discendenti dai Catti. Molte cose più interessanti si potrebbero
ancora scoprire, ma questo lo lascio a quei chiarissimi ed illu-
strissimi che hanno tempo e denaro.
Recoaro Novembre 1858
DOTT. GIACOMO BOLOGNA.
IL CAMPETTO
VIII.
DENOMINAZIONI ANGLOSASSONI TEUTONICHE
di alcune pezze di terra situate in Recoaro
contenute nel Sommarione Censuario
eseguito nel primo Regno d'Italia nel 1807
IX.
VOCI ANGLOSASSONI
restate nel dialetto attuale parlato in Recoaro,
Valli e Posina.
X.
XI.
SIMBOLO APOSTOLICO
nel dialetto attuale pei Sette Comuni
Orazione Domenicale
nell'attuale dialetto dei Sette Comuni
Orazione Domenicale
in antico teutono di Ottofrido Vescovo di Weissenburg anno 768
XII.
XIII.
COGNOMI TEDESCHI
restati nel popolo di Schio
Cognomi e Famiglie
di derivazione tedesca in S. Orso, vicino a Schio
Valli
Cognomi di famiglie e contrade
Elenco
Dei Rettori tedeschi della parrocchia di Valli dal 1370 al 1470
Elenco
di alcuni Rettari della Chiesa di Posina
Cognomi e luoghi
di derivazione germanica in Magrè vicino a Schio
Contrade
Voci e denominazioni
delle Contrade e Famiglie del Comune di Tretto
d'origine Germanica
XIV.
TRADIZIONE
La distruzione di Irminsul