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STORIA e GEOGRAFIA

Fabio Cioffi - Alberto Cristofori

2 SETTE MARI
Corso di Storia e Geografia
DALLA FINE DELLA REPUBBLICA all’Alto Medioevo
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Fabio Cioffi - Alberto Cristofori

sette mari
2. dalla fine della repubblica romana all’alto medioevo

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Realizzazione
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Realizzazione editoriale e tecnica: Redint studio – Milano
Coordinamento redazionale e redazione: Chiara Mantegazza
Impaginazione: Sara Volpato
Consulenza didattica: Lorella Maurini
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Ricerca iconografica: Marco Pavone
Illustrazioni: Andrea Ricciardi di Gaudesi, Ferruccio Cucchiarini, Angélique Coltè
Cartografia: Studio Aguilar – Milano
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Indice
sezione 1 Storia magazine

Curare la casa, filare la lana: essere donna a Roma ...................... 48


Dall’età 9

3
di Cesare cittadini nella storia
Tirannide, dittatura, totalitarismo ...................................................... 50
all’impero
AREA STUDIO ............................................................................................ 52
AREA ATTIVITà ......................................................................................... 54
CAPITOLO 1
Data
presunta
della Prima persecuzione
morte di anticristiana Diffusione del
Gesù a a opera Marco cristianesimo
Gerusa- Claudio di Nerone vespasiano Tito Nerva Adriano Aurelio nell’Impero
lemme

L’età di Giulio Cesare 10


29 d.C. 37- 41- 54- 64- 69 d.C. 69- 70 d.C. 79- 81- 96- 98- 117- 138- 161- 180- ii-iii sec. d.C.

CAPITOLO 3
41 d.C. 54 d.C. 68 d.C. 67 d.C. 79 d.C. 81 d.C. 96 d.C. 98 d.C. 117 d.C. 138 d.C. 161 d.C. 180 d.C. 193 d.C.

Tiberio Nerone Anno dei Distruzione di Domiziano Traiano Antonino Còmmodo


Caligola quattro Gerusalemme Pio
imperatori

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IL PRINCIPATO DI AUGUSTO 56
1. La Roma di Pompeo e Crasso ..................................................... 11
2. Cesare: la conquista del potere ............................................... 18 1. Le origini del principato ................................................................. 57
3. La guerra civile e il trionfo di Cesare ................................... 24 2. La società romana nell’età di Augusto ................................ 65
Storia magazine Geostoria focus
Uno spettacolo di massa: i giochi gladiatori ................................... 13 L’Italia unificata da Roma e l’Italia di oggi ........................................ 73
Storia magazine
Storia magazine

Cesare e Cleopatra, la regina seduttrice .......................................... 26 L’umiliazione di Teutoburgo .................................................................. 63


Storia magazine
Storia magazine

L’incontro con l’“altro”: i Galli ............................................................... 28 Mito e potere: i volti di Augusto .......................................................... 69
AREA STUDIO ............................................................................................ 30 Storia magazine

AREA ATTIVITà ......................................................................................... 32 L’Eneide, il poema della celebrazione augustea .............................. 70


Storia magazine

CAPITOLO 2 Livia e Giulia, le donne di Augusto ..................................................... 72


DA CESARE A OTTAVIANO 34 AREA STUDIO ............................................................................................ 74
AREA ATTIVITà ......................................................................................... 76
1. La dittatura di Cesare....................................................................... 35
2. Dalla dittatura al secondo triumvirato ............................... 41 CAPITOLO 4
3. La vittoria di Ottaviano e la fine della repubblica ....... 44 L’Impero romano
Storia magazine nel I e nel II secolo d.C. 78
La riforma giuliana del calendario ...................................................... 37
1. La dinastia giulio-claudia .............................................................. 79
Storia magazine
2. La dinastia flavia ................................................................................ 85
Il mito di Cesare ........................................................................................ 38
3. Società e politica nel i secolo d.C. ......................................... 90
4. L’apogeo dell’Impero ....................................................................... 93
Storia magazine

I giochi dei ragazzi romani ..................................................................... 47 5. Economia e società nel ii secolo d.C. ................................... 103

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Geostoria focus Storia magazine
Il limes romano .......................................................................................... 98
Le terme romane ...................................................................................... 139
Storia magazine
Storia magazine
Pompei, una fotografia dal passato ................................................... 87
Zenobia, regina di Palmira ..................................................................... 141
AREA STUDIO ............................................................................................ 146
Storia magazine

Un capolavoro di tecnica: gli acquedotti romani ........................... 106


AREA ATTIVITà ......................................................................................... 148
Storia magazine

4 Le abitazioni nella Roma imperiale .................................................... 107 CAPITOLO 7


AREA STUDIO ............................................................................................ 108 La tarda antichità 150
AREA ATTIVITà ......................................................................................... 110
1. Diocleziano: l’impero si divide .................................................. 1 5 1
2. L’età di Costantino ............................................................................ 160
CAPITOLO 5
L’affermazione 3. Da Costantino a Teodosio: l’Impero cristiano ................ 167

del cristianesimo 112 cittadini nella storia


Tolleranza e laicità: i rapporti tra Stato e Chiesa ........................... 174
113
1. Le origini del cristianesimo .........................................................
Storia magazine
2. Il cristianesimo nel ii e iii secolo d.C. ................................... 120
L’ascesa al trono di Diocleziano .......................................................... 152
Storia magazine
Storia magazine
Il Nuovo Testamento ............................................................................... 114 Le trasformazioni della villa rustica ................................................... 157
Storia magazine
Storia magazine
Le catacombe ............................................................................................ 118 Sant’Elena imperatrice ........................................................................... 166
Storia magazine
Storia magazine
125
I viaggi di san Paolo .................................................................................
Ipazia, scienziata e filosofa ................................................................... 172
AREA STUDIO ............................................................................................ 126
AREA STUDIO ............................................................................................ 176
AREA ATTIVITà ......................................................................................... 128
AREA ATTIVITà ......................................................................................... 178

sezione 2 CAPITOLO 8
Le migrazioni e il crollo
La fine del 131

dell’Occidente 180
mondo antico
1. Roma e i barbari fino al iii secolo ............................................. 181
2. Le grandi migrazioni ........................................................................ 184
3. Il crollo dell’Occidente e i regni romano-barbarici ...... 192
CAPITOLO 6 Invasioni Morte di Attila
Storia magazine

I Severi e la crisi del iii secolo 132 186


Concilio Battaglia di dei popoli germanici e fine della potenza Fine dell’Impero
di Nicea Adrianopoli in Occidente unna d’Occidente

Costantino I
325 330

Fondazione
378 379-395

Regno di
405-408 410 453

Sacco di Roma da
455 476

Sacco di Roma da
493-526

Regno di
La battaglia di Adrianopoli .....................................................................
imperatore di Costantinopoli Teodosio I parte di Alarico parte di Genserico Teodorico
d’Occidente; in Italia
editto di
Milano

Storia magazine
133
1. L’età dei Severi .....................................................................................
31411_SEZ.2_apertura.indd 131 11/01/16 17.07

Galla Placidia, l’imperatrice ................................................................... 190


2. Il periodo dell’anarchia militare ............................................... 140
AREA STUDIO ............................................................................................ 198
Storia magazine
AREA ATTIVITà ....................................................................................... 200
Giulia Domna, una donna al centro del potere .............................. 135

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Storia magazine
sezione 3
203
L’arte omayyade ...................................................................................... 254
L’Alto Area studio .......................................................................................... 256
Medioevo Area attività ....................................................................................... 258

CAPITOLO 11
I Longobardi in Italia 260
Pipino il Breve
depone l’ultimo re Prime spedizioni
merovingio e dà normanne in
Califfato Battaglia inizio a una nuova Inghilterra Prime incursioni Fine della dinastia
omayyade di Poitiers dinastia e Irlanda degli ungari carolingia

632-661 661-750 726-842 732 750- 751 774 793 800-814 862 877 887 936-973
1285

Califfato Periodo delle Califfato Fine del dominio Carlo Magno, Capitolare di Quierzy: Ottone I
elettivo lotte iconoclaste abbaside longobardo in imperatore del viene sancita il Grande,
nell’Impero Italia Sacro romano l’ereditarietà re di Germania,

CAPITOLO 9
bizantino impero dei feudi maggiori d’Italia e imperatore
(dal 962)

1. L’ultima invasione germanica .................................................. 261 5


L’Impero bizantino 204
31411_SEZ.3_apertura.indd 203 11/01/16 17.22

2. L’Italia longobarda ........................................................................... 263


1. L’Impero d’Oriente ........................................................................... 205 3. Da Rotari a Liutprando ................................................................. 270
2. Giustiniano e la restaurazione dell’Impero ................................ 209 4. La brusca fine del regno longobardo .................................. 275
3. Il vi secolo in Italia .......................................................................... 216 Storia magazine

4. L’Impero bizantino dal vii all’xi secolo ...................................... 220 L’abbazia di San Colombano a Bobbio ............................................. 267
5. La civiltà bizantina ................................................................................ 225
Storia magazine
Storia magazine Teodolinda a Monza ............................................................................... 268
L’ippodromo di Costantinopoli ...................................................................... 210 Area studio .......................................................................................... 278
Storia magazine Area attività ....................................................................................... 280
Teodora, da prostituta ad Augusta ............................................................. 214
Storia magazine CAPITOLO 12
L’arte propagandistica: Santa Sofia e San Vitale .............................. 215 L’impero carolingio 282
Storia magazine
1. Il regno dei Franchi .......................................................................... 283
Il fuoco greco ............................................................................................................. 223 2. Le guerre di Carlo Magno ........................................................... 288
Storia magazine 3. Carlo Magno imperatore ............................................................. 292
L’arte bizantina nel Medioevo ....................................................................... 227 4. L’economia carolingia ................................................................... 298
AREA STUDIO ............................................................................................................ 228 5. La rinascita culturale ..................................................................... 303
AREA ATTIVITà ........................................................................................................ 230 Storia magazine

La battaglia di Poitiers (732) ................................................................ 287


CAPITOLO 10 Storia magazine
La civiltà araba 232 L’alimentazione nell’Alto Medioevo .................................................. 302
1. Gli Arabi prima di Maometto .................................................... 233 Storia magazine

2. Maometto, il Profeta dell’islam .............................................. 235 La cappella palatina di Aquisgrana .................................................... 305
3. L’espansione dell’islam ................................................................ 239 Area studio .......................................................................................... 306
4. La società e la cultura araba .................................................... 244 Area attività ....................................................................................... 308
Geostoria focus
CAPITOLO 13
I musulmani nel mondo ........................................................................... 248
Dai Carolingi ai Sassoni 310
Storia magazine

L’espansione islamica ............................................................................ 253 1. La crisi dell’Impero carolingio .................................................. 311

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2. Il Sacro romano impero germanico ..................................... 315 TEMA 3. Il governo del mondo ..................................... 371
3. Gli ultimi invasori: Saraceni, Normanni, Ungari ......... 321 1. I grandi squilibri economici e sociali ................................. 371
4. L’età feudale ........................................................................................ 333 2. La difesa dei diritti umani ....................................................... 374

Geostoria focus 3. Il mondo tra pace e guerra ..................................................... 376


L’Europa etno-linguistica ......................................................................... 326 4. L’Onu e le organizzazioni internazionali ........................ 378

Geostoria focus TEMA 4. L’Asia .......................................................................................... 380


I pellegrinaggi religiosi .............................................................................. 340 1. Territorio, ambiente e clima ................................................. 381
6 cittadini nella storia 2. Il quadro sociale: popolazione, società, cultura ......... 383
L’Europa ..................................................................................................... 346 3. Il quadro economico ................................................................... 385
Storia magazine Iran ............................................................................................................. 390
La battaglia di Lechfeld (955) .............................................................. 317 India ........................................................................................................... 391
Cina ............................................................................................................ 392
Storia magazine
Giappone ................................................................................................ 393
Arduino d’Ivrea ......................................................................................... 330
Storia magazine TEMA 5. L’Africa ................................................................................ 394
La Sicilia araba ......................................................................................... 331 1. Territorio, ambiente e clima ............................................... 395
2. Il quadro sociale: popolazione, società, cultura ......... 397
Storia magazine
3. Il quadro economico ................................................................... 399
Le navi vichinghe .................................................................................... 332
4. Il quadro geopolitico .................................................................. 400
Storia magazine
Nigeria ..................................................................................................... 402
La “papessa” Marozia ............................................................................ 338
Kenya ........................................................................................................ 403
Repubblica Sudafricana .................................................................. 404
Storia magazine

I bestiari ..................................................................................................... 345


Area studio............................................................................................... 348 TEMA 6. Le Americhe ................................................................... 405

Area attività........................................................................................ 350 1. Territorio, ambiente e clima ............................................... 406


2. Il quadro sociale: popolazione, società, cultura ......... 408
3. Il quadro economico ................................................................... 410

geografia 4. Il quadro geopolitico .................................................................. 413


Stati Uniti .............................................................................................. 415
TEMA 1. l’economia del mondo ..................................... 352
Messico ................................................................................................... 416
1. Un’economia su scala planetaria ........................................ 352
Brasile ...................................................................................................... 417
2. Il settore primario: l’agricoltura .......................................... 355
3. Il settore secondario: l’industria ......................................... 358 TEMA 7. L’oceania ........................................................................... 418
4. Il settore terziario ........................................................................ 360 1. Territorio, ambiente e clima ............................................... 418
2. Il quadro sociale: popolazione, società, cultura ......... 419
TEMA 2. La globalizzazione, il mondo
3. Il quadro economico ................................................................... 420
in rete ....................................................................................................... 363
4. Il quadro geopolitico .................................................................. 421
1. Le caratteristiche dell’economia globalizzata .............. 363
2. La società globale ........................................................................ 367 Area attività ....................................................................................... 422

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Risorse digitali
Confrontare più Stati sulla base di alcuni grafici
Riflettere sulla “carta d’identità” di uno Stato
lezioni con i video
Confrontare gli Stati attraverso le immagini
Preparare una lezione
Sviluppare un confronto sintetico tra due Stati
storia Il sistema solare
Augusto: il potere delle immagini
L’acqua, la risorsa più contesa nella geopolitica dei prossimi anni
La propaganda di Giustiniano: Santa Sofia e San Vitale 7
L’America
L’arte omayyade
L’Africa
La cappella palatina di Aquisgrana
L’Asia
I bestiari medievali

geografia
Il boom demografico
Il grande balzo avanti
Globalizzazione
Le Palestre di Cloudschooling
I conflitti in Africa
Sciiti e sunniti
Delocalizzazione
storia
L’età di Giulio Cesare
Impronta ecologica
Da Cesare a Ottaviano
Obama parla del cambiamento climatico
Il principato di Augusto
Gli Usa, un Paese di immigrati
L’Impero romano nel i e nel ii secolo d.C.
Invictus
La nascita del Cristianesimo
Le tigri asiatiche
La crisi del III secolo
La Cina gigante economico
Da Diocleziano a Teodosio
Gli aborigeni
L’epoca delle invasioni
L’Impero bizantino
Cristoforo, il tutor La civiltà araba
I Longobardi
di Storia e Geografia L’Impero carolingio
L’Impero tra il ix e l’xi secolo
storia La società alto medievale
La nascita del cristianesimo
L’epoca delle invasioni barbariche
geografia
L’Impero bizantino sotto Giustiniano
L’Asia
La civiltà araba
L’Africa
L’Impero carolingio
America Settentrionale
Il feudalesimo
L’America Centro-meridionale
Oceania
geografia La globalizzazione
Riflettere su più carte relative a due Stati Un futuro sostenibile

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sezione 1

DALL’ETÀ DI CESARE
8
ALL’IMPERO
I TEMPI DELLA STORIA GLI SPAZI DELLA GEOGRAFIA
Alla fine del i secolo a.C. la stanchezza per le continue Nel i e nel ii secolo d.C. l’espansione romana si muove
guerre spinge i Romani a cercare nel governo di uno solo lungo nuove direzioni geografiche: dopo aver conquistato il
la soluzione di pace. Finisce la stagione della repubblica Mediterraneo, Roma volge le legioni a nord, portando il suo
e inizia quella dell’impero: per due secoli Roma e le sue dominio nell’odierna Francia e in Gran Bretagna. Nell’area
province conosceranno un periodo di pace e di benessere, balcanica i suoi domini giungono fino al fiume Danubio;
che non a caso è stato chiamato il periodo della pax nell’Europa centrale il fiume Reno diventa tuttavia un
romana. Per i popoli sottomessi, tuttavia, la pace di Roma confine invalicabile, tanto che Roma deve rinunciare alla
ha il volto del dominio e dello sfruttamento. conquista dei territori dell’odierna Germania.

1 L’età di Giulio Cesare


• Pompeo Magno: i pirati e l’Oriente
A La globalizzazione economica
e la globalizzazione politica
• la congiura di Catilina
• Cesare: primo triumvirato e guerra gallica
• la guerra tra Cesare e Pompeo B Un confronto possibile: l’economia
romana e l’economia oggi

2 Da Cesare a Ottaviano
• la dittatura e le riforme di Cesare C Le migrazioni ieri e oggi

• le cause della congiura contro Cesare


• Antonio e Ottaviano: il secondo triumvirato D Mondi a confronto: Il Mediterraneo,
l’Europa, il Medio Oriente
• la guerra civile e la fine della repubblica

3 Il principato di Augusto E Asia e Africa: due continenti nella storia


• il concetto di principato
• la politica interna di Augusto
• la politica estera: la pax romana
• la politica culturale

4
Data
L’Impero romano nel i e nel ii secolo d.C. presunta
• i rapporti fra principe e senato Secondo della
Cesare varca il triumvirato morte di
• la dinastia giulio-claudia Rubicone: inizia di Ottaviano, Morte di Gesù a
• la dinastia flavia e le ultime conquiste la guerra civile Antonio e Lepido Augusto Gerusa-
• il principato adottivo lemme

60 a.C. 49 a.C. 48 a.C. 43 a.C. 31 a.C. 14 d.C. 14- 29 d.C. 37-


37 d.C. 41 d.C.

5 L’affermazione del cristianesimo


• una definizione di cristianesimo
Primo triumvirato Cesare
di Pompeo, sconfigge
Ottaviano
sconfigge Antonio
Tiberio
Caligola
• rapporti con l’ebraismo e con le altre religioni Crasso e Cesare Pompeo e Cleopatra nella
a Farsàlo battaglia di Azio
• l’epoca apostolica e la “svolta” paolina
• l’epoca delle persecuzioni e degli apologisti
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9

nta
Prima persecuzione
e di anticristiana Diffusione del
a a opera Marco cristianesimo
a- Claudio di Nerone Vespasiano Tito Nerva Adriano Aurelio nell’Impero
e
37- 41- 54- 64- 69 d.C. 69- 70 d.C. 79- 81- 96- 98- 117- 138- 161- 180- ii-iii sec. d.C.
41 d.C. 54 d.C. 68 d.C. 67 d.C. 79 d.C. 81 d.C. 96 d.C. 98 d.C. 117 d.C. 138 d.C. 161 d.C. 180 d.C. 193 d.C.

Nerone Anno dei Distruzione di Domiziano Traiano Antonino Còmmodo


la quattro Gerusalemme Pio
imperatori

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CAPITOLO 1
l’età di
10
giulio cesare
Mentre da Oriente a Occidente tutto il mondo, piegato dalle armi,
sezione 1. Dall’età di Cesare all’Impero

si inchinava al potere di Roma e all’interno prosperavano pace


e ricchezza, beni che l’umanità considera supremi, vi furono tutta-
via cittadini che ostinatamente mirarono a mandare in rovina se
stessi e lo Stato.
— Sallustio, La congiura di Catilina, 36, 4; trad. G. Ceraci

Chiave di lettura

La repubblica in mano
ai generali
Il nostro racconto della storia di Roma riprende dalla
fine della dittatura di Silla (79 a.C.) e dalla sua morte,
l’anno successivo. La città è ormai precipitata in un
clima di violenza politica senza quartiere. Le masse
di proletari, che popolano i sobborghi poveri della
Suburra e di Trastevere, sono reclutate di continuo,
sia dagli ottimati sia dai popolari, per tafferugli e
aggressioni. Schiavi e gladiatori armati proteggo-
no i nobili nelle loro uscite pubbliche. Le assemblee
sono interrotte dal vociare di provocatori prezzolati;
le elezioni delle cariche politiche sempre più spesso
vengono impedite con la violenza. In questo clima
così confuso le istituzioni repubblicane diventano
sempre più deboli. E lo stesso senato non riesce più
a garantire l’ordine pubblico e il rispetto delle leg-
gi. In questo oscuro scenario la partita finale per il
potere si gioca ormai tra tre generali senza scrupoli:
Pompeo, Crasso e Cesare.

cesare, il grande condottiero


Statua eroica di Giulio Cesare, opera in marmo conservata al Museo
Archeologico Nazionale di Napoli.

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1. La Roma di Pompeo e Crasso
■ La situazione a Roma l’uomo più ricco di Roma. Approfittando delle proscrizioni
dopo la morte di Silla sillane era riuscito, infatti, ad accumulare una fortuna im-
mensa, costituita da numerosi latifondi nella penisola ita-
Le leggi introdotte da Silla durante gli anni della sua ditta- lica, centinaia di edifici a Roma, svariate aziende artigiane 11
tura (82-79 a.C.) avevano rafforzato le posizioni dell’oligar- e perfino una miniera d’argento in Spagna.
chia senatoria. La situazione politica a Roma era tuttavia

CAPITOLO 1. L’età di Giulio Cesare


ben lontana dall’essere pacificata. La dittatura sillana non
aveva infatti eliminato le cause della crisi politica della ■ L a ribellione di un generale
repubblica. La lotta all’ultimo sangue tra ottimati e po- mariano: Quinto Sertorio
polari non solo non si era arrestata, ma rischiava di tra-
volgere rovinosamente le fragili e ormai screditate istitu- Durante la dittatura di Silla uno dei più valenti genera-
zioni, prima fra tutte il senato. Le pretese dei cavalieri e le li mariani, Quinto Sertorio, era riuscito a sfuggire alle
ambizioni dei capi militari rendevano inoltre sempre più proscrizioni e a rifugiarsi in Spagna, dove in breve tempo
intricato il quadro politico. In particolare, anche se Mario aveva costituito un governo autonomo, guadagnandosi
e Silla, i due discussi uomini politici che per anni aveva- anche l’appoggio delle popolazioni locali, che non si erano
no dominato la vita pubblica romana, erano ormai scom- mai del tutto rassegnate all’occupazione romana. Forte di
parsi, i loro generali non avevano alcuna intenzione di ri-
nunciare al potere e al denaro. Fra questi uomini emersero
ben presto tre nuovi grandi protagonisti, che avrebbero per schematizzare
segnato drammaticamente gli ultimi anni della repubbli-
La crisi della repubblica
ca: Gneo Pompeo, Marco Licinio Crasso e Gaio Giulio
Cesare, il più giovane e spregiudicato dei tre.
MEMO LESSICO

Ottimati
■  ue nuovi protagonisti:
D Erano i rappresentanti della nobiltà conservatrice, i “migliori”,
Pompeo e Crasso come loro stessi si definivano, che volevano mantenere il
predominio del senato nella vita politica romana.

Proveniente dal Piceno, una regione affacciata sull’Adriati- Popolari


co centrale, Gneo Pompeo si era fatto le ossa come soste- Era la fazione politica espressione degli interessi dei cavalieri e
della plebe meno ricca, fautori dell’alleanza con il proletariato
nitore di Silla, al cui servizio aveva messo il suo esercito urbano contro l’oligarchia senatoria.
personale per combattere i seguaci di Mario. Grazie alle sue
Cavalieri
vittorie contro i mariani, pri- In origine i cavalieri (equites) erano i membri della prima classe
ma in Sicilia e poi in Africa, dei comizi centuriati che nell’esercito formavano la cavalleria; in
era stato acclamato dalle sue seguito furono detti cavalieri coloro che disponevano di grandi
capitali derivanti da attività mercantili o finanziarie (e dunque
legioni con il soprannome di potevano permettersi di possedere un cavallo), vietate ai senatori.
Magno (Grande).
Anche Marco Licinio
Crasso aveva parteggiato MEMO DATE
per Silla. Scaltro affarista ap-
partenente alla classe dei ca- 133-132 a.C. Fallita riforma di Tiberio Gracco
123-121 a.C. Fallita riforma di Gaio Gracco
valieri, era probabilmente 107-100 a.C. Potere di Gaio Mario
91-89 a.C. Guerra sociale tra Roma e gli alleati italici
88-82 a.C. Guerra civile tra i seguaci di Mario e Silla
▶ Busto di Marco Licinio Crasso, tarda 82-79 a.C. Dittatura di Silla
età repubblicana, Copenaghen, Ny
Carlberg Glyptothek.

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legioni fedeli e ben addestrate, Sertorio aveva dato vita a ■ S partaco il gladiatore
una guerriglia che gli ufficiali romani non avevano sapu- e la rivolta degli schiavi
to fronteggiare.
Nel 77 a.C., l’anno successivo alla morte di Silla, il se- Mentre le legioni pompeiane erano duramente impegnate
nato decise di stroncare la pericolosa ribellione che mi- in Spagna, un nuovo focolaio di disordini si accese nell’I-
nacciava di incendiare le frontiere occidentali del domi- talia meridionale, dove una rivolta di schiavi, capitanata
nio romano. Il compito, assai arduo, fu affidato al giovane da Spartaco, un gladiatore originario forse della Tracia e
Gneo Pompeo, che già aveva dalla sua parte brillanti e for- destinato alla leggenda, stava mettendo a ferro e fuoco la
tunate campagne militari, ma non ave- Campania.
12 va ancora occupato alcuna carica La rivolta era nata quasi per caso nel 73 a.C., quando al-
politica rilevante. Quattro anni cune decine di schiavi guidati da Spartaco erano fuggite
tuttavia non bastarono al dalla scuola per gladiatori di Capua. Spinti dalla dispera-
sezione 1. Dall’età di Cesare all’Impero

generale piceno per aver zione e dal desiderio di emanciparsi dal disumano sistema
ragione del ribelle. Solo di sfruttamento di cui erano vittime, migliaia di schiavi,
nel 72 a.C., grazie però soprattutto galli e germani, abbandonarono le aziende
al tradimento di un agricole dove lavoravano e si unirono ai fuggitivi, ingros-
suo ufficiale, Sertorio fu sando le bellicose file di un esercito di 150 000 rivoltosi,
vinto e ucciso. Pompeo, che non tardò a impadronirsi di quasi tutto il sud della
vincitore, vide accresciu- penisola.
to così il proprio prestigio. Per ben due anni le legioni romane non furono in gra-
do di arrestare le scorrerie dei ribelli, il cui piano era in
realtà quello di raggiungere il Nord e di qui fare ritorno,
da uomini liberi, nei rispettivi luoghi di origine. Il piano
tuttavia non riuscì. Nel 71 a.C., infatti, Licinio Crasso, a
cui era stato affidato il comando di ben otto legioni, ri-
uscì a sconfiggere l’esercito degli schiavi, la maggior
parte dei quali fu brutalmente massacrata. I seimila su-
◀ Busto di Pompeo Magno,
50 a.C. ca, Copenaghen, Ny perstiti, fatti prigionieri, furono crocefissi a intervalli re-
Carlberg Glyptothek. golari lungo la via Appia, tra Capua e Roma, come severo

il tempo nello spazio


Roma nel i secolo a.C. IL MEDITERRANEO POLITICO OGGI
M are
del
Nord
Re

RUSSIA
Dn REGNO
no

es IRLANDA UNITO
BIELORUSSIA
tr GERMANIA
POLONIA

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AUSTRIA
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OCEANO FRANCIA ROMANIA
ATL A N T I CO CROAZIA

Aquileia BULGARIA Ma r N e r o
OCEANO Danub
ITALIA
ALBANIA
ATLANTICO Gallia io PORT. SPAGNA
TURCHIA
Cisalpina M GRECIA
are
Massalia ITALIA A dr Ma r e N er o TUNISIA CIPRO SIRIA IRAN
iat Mar Mediterraneo LIBANO
(Marsiglia) ico MAROCCO ISRAELE IRAQ
Corsica Roma Macedonia Bisanzio
SPAGNA Bitinia
ALGERIA
Spartaco LIBIA EGITTO
Tago Sertorio Segunto Sardegna Mare 71 a.C. Pergamo Asia
80-72 a.C. Cappadocia
Baleari Cagliari Tirre no
Atene Dal passato al presente
Sicilia Cilicia
Cartagena Sparta Pirati
L’area del Mediterraneo è oggi una delle più in-
Cadice Siracusa
Cartagine 67 a.C. stabili del mondo dal punto di vista economico e
Creta Cipro
Ma r Med i t er r a neo Pirati politico: qui si affacciano infatti oggi Stati europei
battaglie 68-67 a.C. come la Spagna, l’Italia e la Grecia, segnati dram-
conquiste e annessioni di Roma AFRICA Leptis Magna maticamente dalla recente crisi economica, po-
fino al 102 a.C. tenze militari e politiche come la Turchia e Israele,
alleati di Roma e Paesi segnati da guerre civili e religiose, come la
EGITTO
Libia, l’Egitto, il Libano e la Siria.

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Storia magazine
la vita quotidiana

Uno spettacolo di massa:


i giochi gladiatori
13
Il termine “gladiatore” deriva dal latino gladium, la spada corta a doppio taglio dei legionari

CAPITOLO 1. L’età di Giulio Cesare


romani. Addestrati in apposite scuole, i gladiatori erano destinati a divertire il pubblico delle
arene con cruenti combattimenti, spesso all’ultimo sangue, con altri lottatori o belve feroci.

La vita e la carriera preparandosi all’arte del duello, fino a seminudi, armati di tridente e di una
del gladiatore diventare dei veri professionisti del- rete, in genere contro i secutores, che
lo spettacolo. La loro dieta era costi- indossavano un’armatura, un elmo
Di probabile origine etrusca, dal i se- tuita da vegetali e da latticini; il consu- munito di creste e un giavellotto. I mir-
colo a.C. fino a tutta l’epoca imperiale, mo di carne era scarso. Per acquistare milloni invece, armati di falce e di uno
gli spettacoli dei gladiatori, organizzati energia prima dei duelli si cibavano di scudo rettangolare, lottavano contro i
da impresari specializzati, ebbero un miele e bevevano infusi di fieno greco traci, armati di una breve spada ricurva.
grande successo presso i Romani. I gla- o trigonella.
diatori erano di solito selezionati tra i
galeotti, gli schiavi e i prigionieri di Pollice verso e battute
guerra. Molto rari, ma assai apprezzati, I tipi di gladiatore di caccia
erano i combattimenti tra gladiatrici.
I gladiatori erano alloggiati in celle, di- I gladiatori erano divisi in categorie, Al contrario di quanto si pensa, rara-
sposte intorno a un’arena nel ludus gla- secondo le tecniche e gli strumenti di mente il perdente era ucciso per
diatorius, la “scuola dei gladiatori”, combattimento: i retiarii lottavano giudizio della folla (il famoso pollice
dove ricevevano un duris- verso a indicare il destino di mor-
simo allenamento te), che preferiva mantenere
quotidiano, in vita il combattente per
nuovi spettacoli.
Molto amate dal pubblico
erano le venationes, com-
battimenti tra gladiatori
e belve feroci come pan-
tere, leoni, leopardi.

I gladiatori al Colosseo
L’anfiteatro flavio (o Colosseo),
inaugurato nell’80 d.C., veniva
usato sia per gli spettacoli di
gladiatori, sia per rievocazioni
di battaglie famose e drammi
teatrali basati sulla mitologia
tradizionale. La notizia che
lo vuole luogo del martirio
dei cristiani è invece priva di
fondamento.

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ammonimento per nuove rivolte servili. Altri cinquemila, Nel 70 a.C., anno in cui furono consoli, Pompeo e Crasso
scampati all’eccidio, ebbero la sfortuna di incappare nel- abolirono molte norme introdotte da Silla: restituiro-
le truppe di Pompeo, che tornava dalla Spagna, e furono no ai tribuni della plebe i poteri perduti, in particolare il
trucidati. Roma si era crudelmente liberata di chi aveva diritto di veto, e riformarono le giurie dei tribunali, dove
osato ribellarsi allo sfruttamento; regnava di nuovo l’or- furono reinseriti i cavalieri, estromessi dalla riforma sil-
dine in Italia. lana. L’adozione di questi provvedimenti non deve stupire:
Pompeo e Crasso erano stati seguaci di Silla, ma ora l’ambi-
zione personale li spingeva a cercare, in maniera spregiu-
■ Il consolato di Pompeo e Crasso dicata, l’appoggio di chiunque potesse favorirli nella corsa
14 al potere, non esclusi i popolari, loro antichi avversari.
Grazie alle vittorie militari, Pompeo e Crasso trovarono la
strada spianata verso il consolato. A Pompeo mancavano i GEOSTORIA
■ La campagna di Pompeo contro
sezione 1. Dall’età di Cesare all’Impero

titoli legali per aspirare al consolato, non avendo ancora oc-


cupato le magistrature minori; egli tuttavia non esitò a im- la pirateria nel Mediterraneo
porre la sua candidatura a un senato incerto, portando il suo
esercito alle porte di Roma secondo un costume che, dai tem- La grande occasione politica e militare si presentò a
pi di Mario e Silla, era ormai diventato abituale per i generali Pompeo quando, nel 67 a.C., ottenne dal senato un impe-
romani. rium extraordinarium (ossia un “comando straordinario”)

LE DOMANDE DELLA STORIA MEMO LESSICO


Pompeo e Crasso erano dalla parte degli ottimati o dei
popolari? Imperium extraordinarium
Pompeo e Crasso miravano a rafforzare il loro prestigio militare e la Era un comando militare prolungato per più anni, che veniva
loro autorità politica. A tal fine mantennero a lungo una posizione concesso in casi eccezionali e in situazioni di emergenza (la durata
equidistante tra ottimati e popolari, cercando l’appoggio sia dell’o- normale dell’imperium era un anno). Nel i secolo a.C. l’uso del
ligarchia senatoria sia del ceto equestre, secondo le convenienze “comando straordinario” contribuì a rafforzare il potere personale
del momento. dei generali.

▼ La pirateria fu praticata da quasi tutti i popoli del Mediterraneo fin dalle epoche più antiche. Pirati erano stati i Fenici e i Greci, gli Etruschi nel
Tirreno e gli Illìri nell’Adriatico. Nel i secolo a.C. l’attività piratesca si estese a quasi tutto il Mediterraneo e divenne una vera e propria piaga per
l’economia romana.

PIRATERIA E ROTTE COMMERCIALI NEL MEDITERRANEO (I SEC. A.C.)

Vo
lga
Loira
OCEANO
Aquileia
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ATL A N T ICO Gallia io
Cisalpina
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Massalia ITALIA re M a r Ne ro
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(Marsiglia) ria
Corsica tic
o Macedonia Bisanzio
SPAGNA Roma Ponto
Segunto Brindisi Durazzo Bitinia
Tago Sardegna
Pergamo Galazia
Cagliari M a r Tirren o
Baleari Asia Cappadocia
Atene
Sicilia Cilicia
Cartagena Sparta
Siracusa MESOPOTAMIA
Cadice
Cartagine Creta
Siria
Pirati
67 a.C.
Mar Mediterra n eo Pirati Cipro
68-67 a.C.

AFRICA Leptis Magna Giudea


Alessandria
principali rotte commerciali
roccaforti dei pirati
EGITTO

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15

CAPITOLO 1. L’età di Giulio Cesare


▲ Mosaico romano di età imperiale raffigurante una nave da guerra e una barca di pescatore, Tunisi, Museo del Bardo.

della durata di tre anni con il compito di combattere i pi- controllava il passaggio delle navi tra il Mediterraneo e il
rati, i quali controllavano una larga parte del Mediterraneo mar Nero. La guerra divampò per alcuni anni tra alterne
arrecando gravi danni all’economia romana e, soprattutto, vicende; alla fine Pompeo ebbe ragione dell’indomito so-
ai cavalieri che gestivano i grandi traffici commerciali. vrano asiatico: sconfitto e tradito anche dal suo stesso fi-
Dalle coste dell’isola di Creta e della Cilicia (una regio- glio Farnace, Mitridate nel 63 a. C. si tolse la vita.
ne dell’Asia Minore) le veloci e leggere navi dei pirati salpa- Eliminato uno dei nemici più feroci di Roma, Pompeo,
vano per saccheggiare i litorali italiani (fu depredato perfi- anziché fare ritorno in Italia, decise di penetrare ancora
no il porto laziale di Ostia) e aggredire le navi mercantili, più profondamente nel Vicino Oriente: prima lanciò una
in particolare quelle che trasportavano il grano destinato spedizione contro i Nabatei (un popolo dell’Arabia setten-
ai rifornimenti della città di Roma. trionale), poi occupò la Giudea e infine assediò ed espugnò
In soli tre mesi Pompeo, forte di un esercito di ben 500 la città di Gerusalemme.
navi e 120 000 uomini, riuscì a stroncare l’attività dei pirati, Dopo aver costretto alla resa una serie di Stati deboli e inti-
snidandoli dalle loro basi costiere e rendendo di nuovo si- moriti dalla potenza delle legioni romane, Pompeo procedette
cure le rotte commerciali. Creta e la Cilicia furono annesse alla riorganizzazione politica della regione: furono ridotte allo
ai domini romani. Migliaia di pirati furono uccisi, altre mi- stato di province il Ponto e la Bitinia sul mar Nero, la Siria
gliaia furono venduti come schiavi. Pur fortemente ridotto, e la Cilicia sul Mediterraneo. Altri regni, come la Galazia, la
il fenomeno della pirateria non cessò tuttavia del tutto. Cappadocia e la Giudea, furono affidati a sovrani leali a
Roma e legati da un rapporto di riconoscenza personale a
GEOSTORIA Pompeo, cui dovevano il loro potere. Grazie alle campagne mili-
■ Le campagne di Pompeo tari di Pompeo Roma ora aveva, direttamente o indirettamen-
in Oriente te, il controllo pressoché completo dell’Asia Minore e delle
regioni costiere del Mediterraneo orientale fino all’Egitto.
Forte del consenso popolare guadagnato con la vittoria sui
pirati, nel 66 a.C. Pompeo, vincendo le resistenze della par-
te più conservatrice del senato, si fece attribuire per la se- LE DOMANDE DELLA STORIA
conda volta un comando straordinario, questa volta sen- Quali furono i meriti storici di Pompeo?
za limiti di tempo, per condurre una nuova guerra contro In Oriente Pompeo aveva agito di sua iniziativa, senza l’autorizzazio-
Mitridate, re del Ponto, antico nemico di Roma. ne del senato. La sua riorganizzazione politica diede all’area asiatica
una forte stabilità. In cambio dei tributi imposti da Pompeo, i popoli
Mitridate aveva ripreso la sua politica espansionistica, del Vicino Oriente ottennero la pace, che non avevano più avuto dalla
invadendo il vicino regno della Bitinia (lasciato in eredi- caduta dell’Impero persiano. Dopo le guerre puniche nessun generale
aveva ampliato i domini di Roma come aveva fatto Pompeo. E nessu-
tà al popolo romano dal defunto re Nicomede II), che era no aveva mai riempito in egual misura le casse dello Stato.
strategicamente importante perché dalle sue coste si

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■ La congiura di Catilina
Mentre Pompeo era occupato nelle sue campagne militari,
la repubblica romana fu scossa da una nuova crisi poli-
tica. Nel 63 a.C. era stato infatti scoperto un tentativo di
colpo di Stato a opera di uno degli uomini politici più di-
scussi dell’epoca: Lucio Sergio Catilina, un aristocratico
che era stato seguace di Silla durante la guerra civile.
Catilina aveva cercato ripetutamente di diventare con-
16 sole, ma non era riuscito a farsi eleggere, malgrado avesse
presentato nel corso della campagna elettorale un pro-
gramma basato sulla cancellazione dei debiti, accatti-
sezione 1. Dall’età di Cesare all’Impero

vandosi così le simpatie non solo dei cittadini più poveri,


ma anche di molti nobili caduti in disgrazia. ▲ Cesare Maccari, Orazione di Cicerone contro Catilina, 1882-88, Roma,
A sbarrargli la strada era stato il senato, che diffidava Palazzo del Senato.
della sua ambizione e dei suoi numerosi debiti. La scelta
per il consolato era così caduta su Marco Tullio Cicerone,
“uomo nuovo” di Arpino (lo stesso paese di Gaio Mario), un ■ Cicerone contro Catilina
brillante avvocato che aveva fornito prova delle sue eccel-
lenti abilità oratorie in occasione del processo per corru- Venuta meno la via legale verso il consolato, Catilina ten-
zione celebrato nel 70 a.C. contro Gaio Verre, ex governatore tò la carta della cospirazione politica. A sostegno del suo
della Sicilia accusato di una serie di abusi e ruberie ai dan- piano, che prevedeva l’occupazione armata di Roma e l’uc-
ni della popolazione dell’isola. cisione dei consoli, raccolse una forza eterogenea costitui-
ta da nobili rovinati dai debiti, contadini e veterani impo-
veriti, perfino schiavi galli disposti a tutto.
grammatica della cittadinanza

Partito politico
MEMO LESSICO
Un partito politico è un’associazione tra persone che condi-
vidono le stesse idee politiche e che si uniscono per raggiun-
gere i medesimi scopi. In un sistema democratico, il partito Colpo di Stato
politico mira a vincere le elezioni, per attuare le decisioni Con questa espressione si definisce qualsiasi tentativo di
politiche per cui è nato, facendo le leggi (in Parlamento) e sovvertire l’ordine costituito e di impadronirsi del potere con la
applicandole (nel Governo). forza delle armi.

Conoscere il passato
La parola “partito” deriva da pars, “parte”: il partito, almeno
alle sue origini, si propone infatti di sostenere gli interessi di
una parte della società, nella convinzione che non sia pos-
sibile fare gli interessi della società nel suo complesso, per- i protagonisti della storia
ché ogni decisione politica favorisce alcuni a danno di altri.
Il concetto di partito politico nasce nell’epoca moderna, con
le Rivoluzioni inglesi del Seicento e poi con quella Francese,
alla fine del Settecento. Tuttavia, per quanto con forme as-
Cicerone
sai diverse, qualcosa di simile ai partiti politici esisteva anche Avvocato, scrittore e filosofo,
nell’antichità: nell’Atene del v secolo a.C., con gli scontri fra esponente dell’ordine equestre,
aristocratici e democratici, e nella Roma repubblicana del i Marco Tullio Cicerone (Arpino,
secolo a.C., con le lotte tra ottimati e popolari. 106 – Formia, 43 a.C.) fu uno dei
protagonisti degli ultimi anni
Comprendere il presente della repubblica romana. La sua
I partiti moderni si basano su un’ideologia, cioè su una serie di produzione letteraria rappre-
principi ideali che ispirano la loro azione politica. I partiti anti- senta uno dei modelli della let-
chi erano invece gruppi di potere legati agli interessi particolari teratura latina. Grazie alle doti
di un ceto sociale, di una persona o di una famiglia. Lo stesso di oratore ebbe una brillante
carattere avevano le fazioni medievali, come i guelfi e ghibellini. carriera politica, tra successi e
I partiti politici diventano importanti dall’Ottocento, quando si sconfitte. Ostile a Cesare e vici-
afferma il principio della rappresentanza popolare: i cittadini, no agli ottimati, fu assassinato
votando i candidati presentati dai partiti, eleggono dei rappre- nel 43 a.C.
sentanti che prendono le decisioni riguardanti la collettività.

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Il progetto, assai improvvisato e frettoloso, tuttavia fallì ■  ompeo, l’uomo più potente
P
quando, nell’ottobre del 63 a.C., i Galli rivelarono inaspet- di Roma
tatamente il piano a Cicerone. Questi, cogliendo l’occasio-
ne per un possibile successo politico personale, attaccò Superata la bufera della congiura di Catilina, il senato si
Catilina in senato con una serie di violente orazioni (le apprestò a ricevere Pompeo di ritorno dall’Oriente.
famose Catilinarie), nelle quali i cospiratori furono denun- Quando nel 62 a.C. l’esercito pompeiano, carico di gloria e di
ciati come nemici della repubblica. A conclusione dei suoi bottino, sbarcò a Brindisi, Pompeo era diventato un uomo
interventi, Cicerone chiese per i congiurati la condanna a enormemente ricco, poteva essere considerato l’uomo più
morte senza processo. La proposta fu approvata dal se- potente di Roma per il prestigio che godeva in Italia e in
nato a maggioranza, nonostante la legge prevedesse, per i Asia e per la fedeltà assoluta delle sue legioni. 17
cittadini romani, il diritto di ricorrere al giudizio popolare. Come avrebbe usato Pompeo il suo esercito? Avrebbe ten-
Tra i pochi oppositori vi fu il giovane patrizio Gaio Giulio tato, come Silla, un colpo di mano ai danni della repubblica?

CAPITOLO 1. L’età di Giulio Cesare


Cesare. Con sorpresa di molti Pompeo scelse di rispettare le leggi della
A Catilina non rimase altra scelta che fuggire da Roma. repubblica e sciolse il suo esercito. Le sue uniche richieste al
Riparò dunque in Etruria, dove l’attendevano i suoi segua- senato furono l’approvazione dei provvedimenti politici
ci, e morì in battaglia vicino a Pistoia mentre tentava di assunti in Oriente con la costituzione delle nuove provin-
raggiungere la Gallia (62 a.C.). ce – approvazione necessaria, dato che Pompeo aveva agito di
suo arbitrio, senza alcun mandato da parte di Roma – e l’asse-
gnazione di terre ai soldati che avevano combattuto con lui.
LE DOMANDE DELLA STORIA Richieste ragionevoli, che tuttavia l’oligarchia senatoria ri-
fiutò richiamandosi al rispetto dell’ordinamento repubblica-
Catilina: un rivoluzionario o un avventuriero?
Il piano di Catilina era improvvisato e superficiale; egli era più un av-
no che assegnava al senato la conduzione della politica estera.
venturiero mosso da ambizioni personali che un rivoluzionario dalla Con il loro atteggiamento i senatori volevano contenere il
parte del popolo. Il consenso che ebbe presso il proletariato è indice potere personale dei capi militari e riaffermare la collegiali-
tuttavia del disagio sociale che regnava a Roma e del fatto che le
classi dirigenti non avevano saputo porvi rimedio con provvedimen- tà delle istituzioni repubblicane. Scoraggiando le attese di
ti efficaci. I ceti più poveri non si sentivano rappresentati dallo Stato Pompeo, in realtà, essi lo spinsero a cercare un’alleanza con gli
ed erano dunque facile preda di avventurieri che dichiaravano di
voler difendere i loro interessi.
altri due uomini forti del momento: il ricco e influente Marco
Licinio Crasso e il giovane ma ambizioso Gaio Giulio Cesare.

AREA TUTOR — Facciamo il punto!


1 Verifica le CONOSCENZE 2 Definisci il LESSICO ESSENZIALE
➀ Qual era la situazione politica ➀ Ottimati ➁ Popolari ➂ Cavalieri ➃ Imperium extraordinarium
dopo la morte di Silla? ➄ Colpo di Stato
➁ A quale partito politico
appartenevano Pompeo e Crasso? 3 Acquisisci le COMPETENZE
➂ Quale fu la causa della rivolta di Dal testo alla mappa
Spartaco? Sulla base delle informazioni fornite dal paragrafo, completa la mappa
➃ Perché Pompeo e Crasso inserendo le informazioni mancanti. L’esercizio è avviato.
abolirono le leggi di Silla?

➄ Perché la pirateria era dannosa
all’economia romana?
➅ Quali territori annesse Pompeo Crisi
ai domini romani? debolezza del senato della 
➆ Perché il senato non appoggiò repubblica
Catilina e scelse Cicerone?
congiura di Catilina

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2. Cesare: la conquista del potere

■ Il favorito dalla fortuna instaurò la dittatura, temendo per la propria vita, Cesare
fu costretto a nascondersi fuori Roma. In Asia, dove prestò
18 Gaio Giulio Cesare era nato nel 100 a.C. a Roma da un’antica per la prima volta servizio militare, ottenne la corona ci-
famiglia patrizia, la gens Iulia, che si vantava di discen- vica, concessa a chi in combattimento salvava la vita a un
dere da Iulo, figlio del mitico principe troiano Enea, figlio cittadino romano.
sezione 1. Dall’età di Cesare all’Impero

a sua volta della dea Venere e antenato di Romolo, il pri- La nobiltà di nascita, le amicizie influenti e un uso spre-
mo re di Roma. Pur provenendo da una famiglia che aveva giudicato della corruzione permisero a Cesare una veloce
dato a Roma numerosi consoli, la madre Aurelia viveva con carriera politica, durante la quale strinse legami sempre
i figli in una modesta casa nel quartiere malfamato della più stretti con Crasso, che in più occasioni lo finanziò.
Suburra. Nonostante le origini aristocratiche, la famiglia Nel 69 a.C. divenne questore; poi combatté i pirati nel-
di Cesare non era infatti particolarmente ricca. Per Cesare la Cilicia. Nel 63 a.C. divenne pontefice massimo, la più
ciò fu di serio ostacolo per la sua carriera, tanto da costrin- alta carica religiosa di Roma. In seguito fu edile, pretore
gerlo a fare numerosi debiti per finanziare le sue prime e governatore in Spagna dove fu acclamato imperator dai
campagne elettorali. Cesare era anche nipote di Gaio suoi soldati per le vittorie contro i Lusitani. Nel frattempo
Mario, il che gli aveva attirato le antipatie degli ottima- a Roma era fallita la congiura di Catilina, una cospirazione
ti e lo aveva avvicinato alle fila dei popolari. Quando Silla in cui forse sia Crasso sia Cesare erano implicati, ma da cui
uscirono senza significative conseguenze politiche.
◀ Corona civica di
quercia, onorificenza
concessa a chi aveva
salvato un cittadino,
Roma, Museo della per schematizzare
Civiltà Romana.
La vita di Cesare
Nascita 100 a.C. Roma
Morte 44 a.C. Roma
Mogli Cornelia Cinna Minore (83-68 a.C.)
Pompea (68-62 a.C.)
Calpurnia (59-44 a.C.)
Figli Giulia, da Cornelia
Cesarione, da Cleopatra
Ottaviano, adottato
Gens Giulia
Padre Gaio Giulio Cesare il Vecchio
Madre Aurelia Cotta
Questura 69 a.C.
MEMO LESSICO Edilità 65 a.C.
Pretura 62 a.C.
Imperator Propretura 61 a.C.
Nella repubblica romana imperator era il titolo con cui il senato
oppure le legioni stesse acclamavano un comandante militare Consolato 59 a.C.; 48 a.C.; 46 a.C.; 45 a.C.; 44 a.C.
dopo un’importante vittoria. Il titolo era onorifico e un generale
poteva ottenerlo più volte. Cesare fu il primo a usare l’appellativo
Proconsolato 58-50 a.C. in Gallia
in modo permanente e ad associarlo al suo stesso nome (Cesare Dittatura 49-44 a.C.
imperatore).

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■ Il primo triumvirato, L’accordo fu in seguito chiamato dagli storici primo
un «mostro a tre teste» triumvirato (60 a.C.). Si trattava in realtà di un patto per-
sonale, privo di un riconoscimento ufficiale da parte dello
Crasso era l’uomo più facoltoso di Roma e un esponente Stato. L’accordo ebbe tuttavia grandissime ripercussioni
di spicco della classe dei cavalieri. Pompeo, dopo la vitto- sulla vita politica romana: di fatto i triumviri diventarono
ria contro Mitridate, era il più celebrato generale romano. i padroni di Roma, sottraendosi al controllo delle istitu-
Cesare, che ambiva a candidarsi al consolato, comprese zioni repubblicane, in particolare del senato, che si trovò
che un’alleanza con i due influenti personaggi, più ricchi improvvisamente in una situazione di enorme debolez-
e potenti di lui, avrebbe potuto aprirgli la strada verso il za. Uno storico romano, Marco Terenzio Varrone, definì il
governo di Roma. Rivolse per questo a Crasso e a Pompeo triumvirato un «mostro a tre teste», per indicare che in re- 19
una proposta assolutamente originale: un patto segreto, altà ognuno dei tre triumviri non aspettava che il momen-
con l’obiettivo di dividersi le cariche politiche e assume- to giusto per eliminare la concorrenza degli altri due.

CAPITOLO 1. L’età di Giulio Cesare


re il controllo delle istituzioni repubblicane. In cambio
dell’appoggio nelle elezioni al consolato, Cesare promi-
se a Crasso vantaggi finanziari per i suoi colleghi affa- ■ Il primo consolato di Cesare
risti; a Pompeo che avrebbe fatto approvare una legge per
la distribuzione delle terre ai suoi veterani. I due accet- Grazie all’appoggio delle clientele di Crasso e Pompeo e a
tarono. Il rapporto tra Crasso e Pompeo non era stato fino un’efficace azione di intimidazione degli avversari politi-
a quel momento molto amichevole, ma Cesare, con la sua ci, nel 59 a.C. Cesare fu eletto console. Il suo primo atto
fine abilità diplomatica, riuscì a rappacificarli. fu di rispettare le condizioni del patto segreto con gli altri
triumviri: nonostante l’opposizione del senato, Cesare fece
approvare dai comizi una legge che provvedeva alla distri-
buzione di terre ai veterani e impose l’approvazione delle
LE DOMANDE DELLA STORIA
province orientali volute da Pompeo; poi stabilì di ridur-
Qual era il progetto politico di Cesare? re le quote che i pubblicani d’Asia dovevano versare allo
Cesare pensava che la repubblica avesse bisogno di profonde rifor-
me, ma che queste non fossero realizzabili attraverso le normali
Stato. Pompeo e Crasso poterono dunque dirsi soddisfatti.
regole della politica perché il senato e la nobiltà non avrebbero mai Nessuno osò opporsi alle decisioni del nuovo console.
ceduto spontaneamente i loro privilegi. Come Silla, dunque, anche Per sé Cesare riservò alla fine dell’anno di consolato,
Cesare riteneva che l’unica via per cambiare la situazione fosse l’in-
staurazione di un potere forte. Mentre Silla aveva scelto la via della il governatorato (proconsolato) della Gallia Cisalpina,
dittatura oligarchica, Cesare si convinse invece che la strada più dell’Illìrico e della Gallia Narbonense per una durata di
conveniente fosse quella di realizzare una dittatura che avesse l’ap-
poggio del popolo.
cinque anni. Si trattava di terre periferiche, meno ricche
delle floride province asiatiche; dunque, in apparenza,

◀ Scena di battaglia
tra Romani e Galli,
riproduzione di un
rilievo del 30-20
a.C. ca, Roma,
Museo della Civiltà
Romana.

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poco interessanti anche da un punto di vista politico. Alpi e i Pirenei, la Gallia Narbonense, che era diventata
Cesare, tuttavia, intendeva sfruttarle come base d’ap- provincia romana dopo le guerre puniche.
poggio per lanciare una campagna militare negli scon- Al tempo di Cesare l’economia dei Galli si basava
finati e ancora sconosciuti territori della Gallia centra- sull’agricoltura e sull’allevamento, ma anche l’artigiana-
le e settentrionale, dove nessun romano, a eccezione to e il commercio erano fiorenti: attraverso la Gallia pas-
di pochi mercanti, aveva osato fino a quel momento av- sava, per esempio, il traffico dello stagno di provenienza
venturarsi. Nel disegno di Cesare, la conquista di questi britannica. I giacimenti minerari erano cospicui e in larga
territori sarebbe servita per acquisire presso l’opinione misura ancora da sfruttare. Nel i secolo a.C. i Galli cono-
pubblica romana un prestigio militare paragonabile scevano l’uso della moneta e, lungo le strade commerciali,
20 a quello di Pompeo e per costituire un esercito fedele avevano edificato numerosi centri fortificati, chiamati in
ed esperto, da utilizzare, come in passato avevano fatto latino oppida (singolare oppidum). A capo della società vi era
Mario e Silla, contro i propri nemici politici. un’aristocrazia guerriera, che era affiancata dai druidi,
sezione 1. Dall’età di Cesare all’Impero

■ Le torbide lotte politiche romane MEMO LESSICO

Prima di partire per la Gallia, Cesare mosse le sue pedine Druido


politiche con grande abilità. I popolari, capitanati da un Nella lingua celtica druido significava “sapienza della quercia”
perché le querce, come altri alberi, erano considerate delle
tribuno della plebe di pochi scrupoli, Publio Clodio, riu- divinità. I druidi erano dunque i sacerdoti dei Celti, ma venivano
scirono infatti nel 58 a.C. ad allontanare dalla città i due ritenuti anche maghi e veggenti, in grado di prevedere il futuro,
scacciare gli spiriti maligni e attirare quelli benigni. Il loro prestigio
principali avversari di Cesare: l’ambizioso ex console era dunque altissimo.
Cicerone, amico sia di Pompeo sia dei senatori più con-
servatori, e Marco Porcio Catone il Giovane, discenden-
te di Catone il Censore, inflessibile difensore dell’autorità LA GALLIA PRIMA DELLA CONQUISTA DI CESARE
senatoria e degli interessi degli ottimati. Il primo fu co-

Re
n
stretto a un amaro esilio, accusato di aver fatto condannare

o
B E LG I centro romano
i seguaci di Catilina senza un giusto processo; il secondo Lutezia oppidum gallico
(Parigi)
fu mandato a governare la lontana isola di Cipro, prima ap-
Orléans
partenuta all’Egitto. Loira
Alesia SEQUA
NI
ZI
VE
Avaricum EL
M a re (Bourges) Bibracte
de l ED UI Gallia
Nord OCEANO Gallia Transalpina Cisalpina
■ La Gallia: un enorme territorio ATLANTICO Gergovia
ARVE RN
I Genova

quasi sconosciuto Tolosa on


en
s e
Antipolis
rb
Na Marsiglia (Antibes)
Re

Narbona
La Gallia era un ampio territorio, delimitato a nord dal mare
o n

SPAG NA
del Nord, a ovest dall’oceano Atlantico, a sud dalla Pianura B E LG I
Padana e dal mar Mediterraneo e a est dal Reno, fiume che Lutezia
Reno

divideva i Galli dai Germani. Di questa estesa regione, (Parigi)


Da
nub
Nantes Orléans io
Roma controllava solo la zona della Pianura Padana (Gallia Loira SEQU ANI VE
ZI
Bibracte EL
Cisalpina) e la ristretta fascia costiera mediterranea tra le EDUI
O C E A NO
Cisalpina IL
AT L A N T I CO llia
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G ao n e n co
LE DOMANDE DELLA STORIA a r b Ma
re
N Ad
ITALIA ria
tic
Qual era la differenza tra i gruppi politici romani? Corsica o
Roma
Le fazioni che nel i secolo a.C. si scontravano a Roma non avevano SPAG NA
programmi politici molto diversi l’uno dall’altro. A prevalere erano le
lotte di potere, le ambizioni personali, che determinavano alleanze Tago Baleari Sardegna Mar
provvisorie, destinate a durare fintanto che erano utili. La carrie- Tirreno
ra politica dipendeva dalle clientele usate come massa di manovra
nelle assemblee, dal denaro impiegato per corrompere i funzionari, M ar M e d it e r r a n e o
dalle bande armate di schiavi e di gladiatori scatenate contro gli Sicilia

avversari.
AFRICA

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◀ Moneta gallica proveniente dalla regione
dell’Auvergne (Francia), i secolo a.C., Parigi, Una volta in marcia, le legioni romane si arrestaro-
Cabinet des Médailles de la Bibliothèque no solo quando raggiunsero le coste settentrionali della
National de France.
Manica, dove sconfissero l’ultima tribù che ancora resiste-
va, i Belgi. Nel 57 a.C. Cesare poté annunciare al senato che
sacerdoti che amministravano anche la Gallia era stata sottomessa. Mai Roma aveva conqui-
la giustizia ed esercitavano una grande stato un territorio così vasto in così poco tempo.
influenza sulla popolazione.
Uniti da un punto di vista linguistico e re-
ligioso, i Galli erano divisi tuttavia in numerosi gruppi tri- ■  n nuovo accordo con Pompeo
U
bali, spesso in lotta fra loro. La Gallia, dunque, non era uno e Crasso 21
Stato unitario e la rivalità tra le diverse tribù costituì un
fattore di grande debolezza di fronte all’invasione romana. Forte del successo militare, Cesare decise a questo pun-

CAPITOLO 1. L’età di Giulio Cesare


to di ritornare in patria e di incontrare Pompeo e Crasso.
Nel frattempo, infatti, a Roma negli ambienti del senato si
■ La conquista della Gallia stava tramando per togliergli il comando in Gallia. Cesare
comprese che era necessario correre ai ripari e stabilire un
Il pretesto per intervenire in Gallia fu fornito a Cesare dagli nuovo patto tra i triumviri. Nell’estate del 56 a.C. a Lucca
Elvezi, una tribù che si era stanziata da poco nelle valli dell’at- i tre si riunirono e procedettero a una nuova spartizione del
tuale Svizzera. Nel 58 a.C., spinti dall’arrivo da Oriente di bel- potere.Ancora una volta il senato non seppe opporsi con ef-
licose orde di Germani, gli Elvezi cercarono di trasferirsi più ficacia. In base ai nuovi accordi Pompeo e Crasso ottennero
a ovest, passando attraverso i domini romani della provincia il consolato nel 55 a.C.; si stabilì inoltre che l’anno succes-
Narbonense. Quando Cesare impedì loro il passaggio, essi fu- sivo il primo avrebbe avuto il proconsolato in Spagna, e il
rono costretti a ripiegare più a nord, transitando attraverso il secondo quello in Asia. A Cesare, infine, fu rinnovato il pro-
territorio degli Edui, una tribù gallica da qualche tempo al- consolato nella Gallia per un nuovo quinquennio.
leata di Roma. A questo punto, con la scusa di difendere gli
alleati, le legioni di Cesare attaccarono gli Elvezi, che nel
o giro di poco tempo furono pressoché sterminati. Cesare stes- ■ La morte violenta di Crasso
so, nella Guerra gallica (De bello gallico), un’opera in cui racconta
I la sua campagna militare, fornì le cifre dell’orrendo massacro: Con una mossa molto prudente Pompeo decise di non
EZ
260 000 vittime, su un totale di 370 000 Elvezi. allontanarsi da Roma, dove gli intrighi e le lotte sotter-
llia
lpina ranee rendevano la situazione politica molto confusa; di
enova
LE CAMPAGNE DI cesare IN GALLIA
lis
es) Germani 58 a.C.
57 a.C.
56 a.C.
55 a.C.
Britanni
Re

52 a.C.
no

territori romani
Gallia celtica
Aquitania
Senn Gallia belgica
a Suebi
Lutezia Dan
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Veneti Elvezi
Loira Sequani
Alesia
Edui
Celti
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ATLANTICO Po

Arvemi Allobrogi
Genova
Tolosa Massalia
Iberi ITALIA
(Marsiglia)
Narbo Corsica Roma

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tweet L’umiliazione conseguenza, rimase vicino ■ L a sottomissione definitiva
delle insegne alle sue legioni, che sostava-
Oltre alla disfatta militare,
della Gallia
a Carre i Romani subirono
no alle porte di Roma, e affi-
l’umiliazione di vedere le dò le province spagnole nelle Dopo gli accordi di Lucca, Cesare, tornato velocemente in
proprie insegne militari, mani di generali fidati. Gallia, aveva ripreso le sue guerre di conquista. Tra il 55 e
le aquile legionarie, nelle
mani del nemico. Le insegne Crasso invece, smanioso il 54 a.C. prima effettuò due spedizioni in Britannia, dove
saranno poi recuperate di guadagnarsi quella fama pur sconfiggendo le popolazioni locali non ottenne signifi-
nel 20 a.C. da Ottaviano
Augusto.
di condottiero che ancora cative conquiste territoriali, poi attraversò il fiume Reno,
gli mancava, si impegnò in penetrando nelle misteriose foreste germaniche, dove
22 un’avventata spedizione mi- nessun romano aveva mai osato avventurarsi. Pur militar-
litare contro l’ostile popolo dei Parti, durante la quale tro- mente poco rilevanti, queste imprese diedero a Cesare l’im-
vò tragicamente la morte, dopo essere stato ignobilmen- peritura fama di condottiero invincibile.
sezione 1. Dall’età di Cesare all’Impero

te sconfitto nella battaglia di Carre, in Mesopotamia (53 Due anni dopo, nel 52 a.C., una grande alleanza del-
a.C.). Con la scomparsa di Crasso, il triumvirato era finito. le tribù galliche, capeggiate da un giovane generale au-
Gli equilibri di potere si erano spezzati. Iniziava la resa dei dace e intelligente, Vercingetorige, re della tribù degli
conti tra Pompeo e Cesare. Arverni, diede vita a una ribellione che costrinse le le-
gioni romane per la prima volta sulla difensiva. Il conflit-
to fu difficile e sanguinoso. I Galli disponevano di più di
per schematizzare 300 000 uomini; i legionari romani erano meno di 50 000.
Le cause della sconfitta dei Galli Sapendo di non poter battere i Romani in campo aperto,
Vercingetorige cercò di logorare Cesare applicando le tat-
superiorità maggiore maggiore tiche della guerriglia. Alla fine tuttavia la potenza delle
tecnica romana abilità militare velocità,
(macchine di Cesare disciplina e
da guerra, addestramento MEMO LESSICO
fortificazioni) dei legionari
Parti
Popolo stanziato nell’area mesopotamica, oltre i confini orientali
vittoria dei Romani delle province romane, i Parti, dal ii secolo a.C. costituirono un
vasto e potente impero.

◀ Royer Lionel Noel (1852-1926),


Vercingetorice si arrende a Cesare,
Le Puy, Musée des Beaux-Arts.

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legioni romane ebbe la meglio. La battaglia decisiva av- ALESIA, LA CITTADELLA DEI GALLI
venne ad Alesia (52 a.C.) e fu il capolavoro tattico ma an-
che la più difficile tra le vittorie cesariane. Nel 51 a.C. la Agedincum
(Sens)

sottomissione dei Galli era definitiva. La sconfitta costò Vellaunodinum


Loir Alesia
alla Gallia uno spaventoso bagno di sangue: i morti furo- Noviodunum
a

no un milione; altrettanti gli uomini ridotti in schiavitù. Avaricum


(Bourges)
Cesare si impadronì di un bottino immenso, che concesse Bibracte

in parte alle sue dieci legioni di veterani, conquistando-

no
Re
ne la perenne fedeltà. Gergovia
Vienne
23
Loira Alesia
tribù ribelli
Gallia Oppidum gallico
tweet Un’idea geniale di Cesare

CAPITOLO 1. L’età di Giulio Cesare


centri romani
Per non essere preso alle spalle Cesare costruì intorno ad Alesia itinerario di Cesare
battaglie
due fortificazioni: la prima, di 16 km di diametro, rivolta verso i assedio
Galli chiusi nella città; la seconda, di 21 km, verso i Galli giunti
dalla campagna. ▲ Alesia era un oppidum, un centro fortificato che in caso di pericolo era
utilizzato come rifugio per le popolazioni delle campagne circostanti.

Leggere le fonti

Dovunque in Gallia si trovano due caste di persone che


Cesare sulla godono di qualche considerazione ed onore, poiché
società dei Galli la plebe è tenuta quasi in conto di schiavi e nulla osa
compiere da sola, mai non viene consultata. […] delle due
DATA: i sec. a.C. caste sopra indicate una è costituita dai druidi, l’altra
AUTORE: Giulio Cesare dai cavalieri. I primi attendono alle funzioni religiose, si occupano
TIPO DI FONTE: Scritta dei riti
provvedono ai sacrifici pubblici e privati, interpretano i
religiosi.
comandamenti della religione. A loro ricorre un grande
Durante la conquista della Gallia Cesare numero di giovani per essere istruito, e il rispetto di
scrisse un diario che pubblicò con il titolo
cui godono è grande; decidono infatti di quasi tutte le
di De bello gallico (La guerra gallica).
L’opera è divisa in sette libri, uno per ogni controversie sia pubbliche che private; se avviene un
anno di guerra, dal 58 al 52 a.C. Essa delitto, viene perpetrato un assassinio, si contende su
contiene anche tre parti in cui l’autore un’eredità o su confini, sono loro a sentenziare, a fissare
descrive gli usi e i costumi dei Galli, dei compensi e punizioni. Se un privato o una popolazione
Germani e dei Britanni. Per Cesare i Galli
non si attiene a quanto da loro decretato, l’escludono dai escludono
sono dei nemici da combattere; tuttavia il dalla
suo interesse non è quello di condannare sacrifici, massima punizione per loro. […]
partecipazione
o valutare, ma di descrivere ciò che vede. L’altra casta è quella dei cavalieri. Costoro, quando ai riti sacrificali.
Nel brano che segue Cesare descrive occorre e capita qualche guerra […], tutti vanno al fronte,
le funzioni dei druidi e dei cavalieri e e quanto più uno eccelle per nobiltà di stirpe o per risorse,
si sofferma su alcuni costumi vigenti
servi che tanto più soggetti e dipendenti tiene intorno a sé, unico
all’interno della società gallica. prestano prestigio e unica potenza che essi conoscano.
servizio presso
la famiglia La nazione dei Galli è tutta molto religiosa, e perciò coloro
Guida alla lettura che sono affetti da qualche grave malattia oppure si trovano
in mezzo ai pericoli della guerra immolano come vittime sacrificano
➀ Com’è considerata la plebe delle persone o fanno voto d’immolare se stessi, servendosi,
dai Galli? per l’esecuzioni di questi sacrifici, dei druidi. […] I mariti
hanno potere di vita e di morte sulle mogli come sui figli;
➁ Quali funzioni hanno i
quando un capofamiglia di nobile discendenza muore, i
druidi all’interno della parenti accorrono e se nasce qualche sospetto indagano sulla
società gallica? sua morte procedendo all’interrogatorio delle mogli come
➂ Quali poteri ha il se fossero schiave; e se il sospetto risulta fondato, le fanno
capofamiglia sui figli e sulle morire nei tormenti del fuoco e di ogni altra possibile tortura.
mogli? (La guerra gallica, libro VI, 13-19 passim, trad. C. Carena,
Mondadori, Milano 1991)

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3. La guerra civile
e il trionfo di Cesare
24 ■ Pompeo, console unico ■ L o scontro finale tra Cesare
e Pompeo
Con la conquista della Gallia Cesare aveva imposto ai
sezione 1. Dall’età di Cesare all’Impero

Romani la sua personalità dominatrice. Egli era diventa- Dopo la morte di Crasso, Pompeo era ormai solo di fronte allo
to il “figlio più grande di Roma”, come qualcuno iniziò a strapotere di Cesare. Questi, nel frattempo, era giunto al termi-
chiamarlo. La città, nel frattempo, era precipitata in un cli- ne del suo mandato quinquennale in Gallia e intendeva presen-
ma di violenza. La vita politica degenerava sempre di più tare la propria candidatura alla carica di console. Secondo la
negli scontri di piazza tra i gruppi armati di Publio Clodio, legge, avrebbe dunque dovuto lasciare il comando delle legioni
sostenitore di Cesare, e quelli di Annio Milone, seguace di e fare ritorno a Roma come un privato cittadino. Se così aves-
Pompeo e degli ottimati. Invidioso dei successi militari di se fatto, tuttavia, si sarebbe trovato senza alcuna carica e senza
Cesare, Pompeo aveva da qualche tempo iniziato una po- esercito, indifeso di fronte al senato e ai pompeiani.
litica di avvicinamento al senato e aveva richiamato in In questa difficile situazione Cesare scelse la via del-
patria Cicerone (che Cesare aveva fatto esiliare da Clodio), la trattativa con i propri avversari e fece sapere di essere
per garantirsi un alleato influente in vista dei futuri scon- pronto a sciogliere le sue legioni se Pompeo avesse fatto lo
tri politici. Nel 52 a.C., sulla via Appia, alle porte della cit- stesso con le proprie. Si dispose poi ad attendere la risposta
tà, Clodio fu ucciso da una squadra armata, capeggiata da del senato presso il fiume Rubicone, che segnava il confi-
Milone. ne tra la Gallia Cisalpina e lo Stato romano. Qui Silla aveva
Nei giorni di confusione che seguirono, il senato, terro- stabilito il pomerio, il confine sacro che nessun generale
rizzato dall’idea di una rivolta popolare, dopo grandi esi- doveva passare senza prima sciogliere il proprio esercito.
tazioni decise di affidarsi a Pompeo e lo nominò “conso- L’irremovibilità del senato fece tuttavia fallire la trattativa.
le senza collega”, ossia console unico, una carica di fatto Nel gennaio del 49 a.C. il senato intimò a Cesare di scio-
simile a una dittatura. Dopo aver prontamente ristabilito gliere le legioni e affidò a Pompeo la difesa della repubblica.
l’ordine pubblico, Pompeo rinunciò tuttavia al titolo e ot- Cesare rispose con un atto di forza: alla testa di una legio-
tenne per cinque anni il governatorato della Spagna. La ne, passò il Rubicone, pronunciando, secondo quanto rac-
nomina gli consentì di mantenere alle proprie dipendenze conta lo scrittore Svetonio, la storica frase “il dado è tratto”
un numero significativo di legioni fidate. Ancora una volta (alea iacta est). Era l’inizio di una nuova guerra civile. La
Pompeo preferì però non allontanarsi da Roma. crisi della repubblica entrava nella sua fase finale.

◀ Un ponte romano
sul fiume Rubicone,
che scorre oggi in
Emilia Romagna.

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■ Di nuovo la guerra civile come uomo rispettoso delle leggi e delle istituzioni. Sul
piano militare, prima annientò con una rapida campagna
In poco tempo, senza incontrare quasi resistenza, i solda- le truppe fedeli a Pompeo in Spagna, poi sbarcò repenti-
ti di Cesare dilagarono nella penisola. Nel frattempo, presi namente in Grecia, alla ricerca dello scontro frontale con
di sorpresa, Pompeo e buona parte dei senatori decisero Pompeo. La battaglia decisiva si ebbe a Farsàlo (48 a.C.),
di abbandonare l’Italia e di riparare in Grecia, dove comin- una località della Tessaglia, dove Cesare riportò una vitto-
ciarono ad ammassare truppe, costituendo un governo in ria schiacciante.
esilio. La strategia di Pompeo era di impegnare Cesare su
più fronti: in Spagna, dove poteva contare su legioni fidate,
e in Oriente, dove confidava di raccogliere soldati e denaro, ■ L a morte di Pompeo, il trionfo 25
grazie ai sovrani da lui stesso messi al potere negli anni di Cesare
precedenti. La strategia tuttavia si rivelò fallimentare per-

CAPITOLO 1. L’età di Giulio Cesare


ché lasciò Roma completamente nelle mani dei cesariani. Fuggito con un esiguo numero di fedelissimi, Pompeo cer-
La reazione di Cesare alla mossa di Pompeo fu fulmi- cò rifugio in Egitto, presso il faraone Tolemeo XIII, che
nea e geniale. Sul piano politico, giunto a Roma, si fece su- regnava con la sorella e sposa Cleopatra. Tolemeo tuttavia
bito proclamare console per l’anno 48 a.C., presentandosi lo fece assassinare a tradimento, sperando così di guada-
gnare i favori di Cesare. Quando quest’ultimo, all’insegui-
mento del suo avversario, giunse ad Alessandria d’Egitto,
Pompeo era già morto. La guerra civile non era tuttavia
conclusa. Focolai di resistenza da parte dei pompeiani lun-
tweet
Una frase celebre go tutto il Mediterraneo andavano ancora spenti. Molti se-
La notizia della vittoria su natori inoltre, fedeli agli ideali della repubblica oligarchica,
Farnace fu annunciata da
Cesare al senato con una continuavano a sperare in un’improbabile rivincita e non
frase lapidaria destinata a si rassegnavano a cedere le armi. Volga

diventare celebre: «venni, Nel 47 a.C. Cesare annientò con una rapidità sconcertan-
vidi, vinsi» (veni, vidi, vici).
M are
d el
te le truppe di Farnace, il figlio di Mitridate, che aveva ten-
N o rd
▲ Moneta romana con il motto di Giulio Cesare Veni, vidi, vici, per tato di espandere il suo dominio in Asia Minore. Nel 46 a.C.
celebrare la vittoria-lampo su Farnace, figlio di Mitridate. in Africa, nella battaglia di Tapso, sconfisse le legioni di
Re

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Il conflitto tra Cesare e Pompeo (49-45 a.C.)
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Loira
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OCEANO Aquileia
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(Marsiglia) ITALIA tic

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Corsica Roma Macedonia Bisanzio
SPAGNA Bitinia
Segunto 49 a.C. 48 a.C.
Sardegna 46 a.C. 47 a.C. Ponto
Tago Baleari Pergamo
Cagliari M a r Ti rre n o
.
Asia Cappadocia
a.C . Atene
Cartagena 45 .C
6a Sicilia
47 a

4 Sparta
Cilicia
.C.

Cadice Siracusa
Cartagine
Siria IMPERO DEI PARTI
Creta
48

Ma r Me d i t e r r a n e o Cipro
a.C.

AFRICA Leptis Magna Giudea

campagne di Cesare
conquiste di Cesare
EGITTO
alleati di Cesare

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correva l’anno

Cesare e Cleopatra,
la regina seduttrice
26
29 settembre 48 a.C. – Alessandria d’Egitto. Sconfitto da Cesare a Farsàlo, Pompeo commise
sezione 1. Dall’età di Cesare all’Impero

un errore che si rivelò per lui fatale: decise di fuggire in Egitto dal faraone Tolemeo, che
riteneva potesse essere suo alleato nello scontro con le legioni cesariane.

L’uccisione di Pompeo instaurare in Egitto un regime favo- insorse, Cesare e i pochi soldati che
revole a Roma, la quale così avrebbe aveva con sé si trovarono assediati nel
Mentre aspettava in mare aperto di en- potuto approfittare delle ricchezze palazzo della regina. A stento e solo
trare ad Alessandria d’Egitto, Pompeo egiziane senza impegnarsi in una dif- dopo che giunsero adeguati rinforzi,
fu raggiunto su una barca da due vec- ficile conquista militare. Cleopatra, Cesare riuscì a liberarsi, a sconfiggere
chi compagni d’arme, con cui aveva tuttavia, era assai poco popolare agli gli avversari e a ritornare a Roma. Fu
condiviso battaglie e vittorie; erano occhi dei cittadini di Alessandria, durante l’assedio di Alessandria che
i suoi assassini. Il faraone, infatti, che mal sopportavano anche la andò a fuoco la celebre biblioteca, cen-
aveva deciso di uccidere il generale ro- presenza romana. Quando la città tro culturale del mondo ellenistico.
mano, per ingraziarsi Cesare che stava
Pietro da Cortona (1596-1669), Cesare rimette Cleopatra sul trono d’Egitto, Lione, Museo delle
accorrendo anch’egli in Egitto. I due lo Belle Arti.
pugnalarono alla schiena e, non paghi,
decapitarono il cadavere di Pompeo.
Era il giorno del suo compleanno.
Quando ad Alessandria si vide reca-
pitare dai servi di Tolemeo la testa di
Pompeo, Cesare prima scoppiò in la-
crime e poi, senza esitazioni, fece uc-
cidere il faraone perché non restasse
impunito chi aveva osato uccidere un
senatore romano.

Una giovane regina:


Cleopatra
La nuova mossa di Cesare fu di impor-
re poi come unica e legittima erede
al trono la sorella del re, Cleopatra,
giovane donna colta e di grande fasci-
no, con cui nel frattempo aveva intes-
suto un’intensa relazione amorosa,
da cui sarebbe nato anche un figlio,
Cesarione. L’obiettivo di Cesare era di

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Catone (ora chiamato Uticense per il suo soggiorno nella Dopo quest’ultima battaglia Cesare rientrò a Roma,
città di Utica), che si uccise per non cadere nelle mani del acclamato imperator dai suoi seguaci. Era di fatto il pa-
suo antico nemico. Infine, nel 45 a.C. di nuovo in Spagna, drone di Roma; il suo potere era immenso e i cittadini
nella battaglia di Munda, vinse le resistenze degli ultimi romani si interrogavano con ansia sull’uso che egli ne
pompeiani. avrebbe fatto.
◀ Pierre Narcisse
Guerin (1774-1833),
La morte di Catone,
Parigi, Scuola delle
Belle Arti.
27

CAPITOLO 1. L’età di Giulio Cesare


AREA TUTOR — Facciamo il punto!

1 Verifica le CONOSCENZE 2 Definisci il LESSICO ESSENZIALE


➀ A quale schieramento politico ➀ Triumvirato
apparteneva Cesare? ➁ Druidi
➁ Quali erano gli obiettivi del ➂ Oppidum
primo triumvirato? ➃ Pomerio
➂ Quali provvedimenti attuò
Cesare nel suo primo consolato? 3 Acquisisci le COMPETENZE
➃ Quali erano le caratteristiche Dal testo alla tabella
sociali ed economiche della Gallia? Analizza il patto tra Cesare, Pompeo e Crasso (primo triumvirato) indicando con
➄ Con quale pretesto Cesare una crocetta gli elementi attribuibili a ciascuno dei triumviri.
aggredì i Galli?
Triumviro Appoggio Ricchezza Popolarità Successi
➅ Perché Crasso aggredì i Parti? di vaste personale militari
➆ Perché il senato nominò clientele
Pompeo console unico?
➇ Quali furono le cause della Pompeo
guerra civile?
➈ Quale fu l’esito della guerra Crasso
civile?

Cesare

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Tecniche Economia Scienza

L’incontro con l’“altro”:


i Galli
28
I Galli sono la prima popolazione realmente “diversa” con cui i Romani vennero in contatto
sezione 1. Dall’età di Cesare all’Impero

nel corso delle loro guerre di conquista.

Gli Italici, i Greci e in parte anche e così anche il modo di combattere.


le popolazioni orientali avevano Per i Romani invece i Galli erano
molte caratteristiche in comune con barbari, esponenti di una società e di
i Romani. In molti casi le divinità e una cultura “primitive”, inferiori e al
i costumi erano simili contempo ostili, anche se in battaglia
essi apparivano terribili, con i loro pe-
santi elmi, i grandi scudi e i veloci
carri da guerra. Per questo scon-
figgerli, sottometterli e persino
ucciderli era giudicato normale.

Nati per combattere


| → ① | Fin dal primo contatto, i
Romani rimasero colpiti dall’aspet- ➁ Arco di trionfo eretto nel 49 a.C. a
to fisico e dal carattere dei guerrieri Orange in Provenza, per celebrare la
sottomissione dei Galli al dominio
celti: statura gigantesca, men- romano.
tre i soldati romani erano spes-
so bassi e tozzi, folta capiglia-
tura bionda, grande forza
fisica, disprezzo del pericolo. La romanizzazione
Eppure i soldati romani si re- della Gallia
putavano superiori: più orga-
nizzati e disciplinati nelle campa- | → ② | Negli anni successivi alla con-
gne militari, più adatti a sopportare quista la Gallia subì un rapido pro-
le fatiche, la fame e la sete, maggior- cesso di “romanizzazione”: le po-
mente capaci di usare la ragione e polazioni assimilarono molti aspetti
non solo la forza. della cultura romana, impararono a
usare la lingua latina in sostituzione
➀ Un Gallo suicida, con la moglie, di quelle locali. La cultura dei con-
copia romana in marmo di un
originale greco in bronzo, 50 a.C. quistatori, dunque, si impose, spesso
ca, Roma, Museo Nazionale con la forza, su quella dei popoli con-
Romano.
quistati, che finì quasi per scompari-
re o restare patrimonio di una picco-
la minoranza.

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➂ La Maison
Carrée a
Nimes, tempio
romano
risalente
alla fine
del i secolo
a.C.

29

CAPITOLO 1. L’età di Giulio Cesare


Dall’accampamento in zone rettangolari di circa 50 ettari, fissate a un’asta conficcata nel terreno.
alla città misurate con uno strumento chiama- La groma consentiva una misurazione
to groma, composto da quattro braccia molto precisa, con un margine di erro-
| → ③ | La romanizzazione della Gallia dalle quali pendeva un filo a piombo, re inferiore allo 0,1 per mille.
ha lasciato tracce ancora oggi visibi-
li nelle tante opere pubbliche che
Roma edificò nei secoli della sua do- ➃ I segni della centuriazione sono ancora visibili sul territorio.

minazione: strade, acquedotti a gran-


di arcate, anfiteatri, terme, templi,
ponti. I Romani, nella Gallia come
altrove, fondarono anche numero-
se città, nate spesso dallo sviluppo
di accampamenti militari, di cui con-
servarono (e spesso conservano anco-
ra) la tipica forma rettangolare, con
due strade principali ad angolo retto
(chiamate cardo e decumano).

La centuriazione
| → ④ | Nelle campagne l’impiego del-
la superiore tecnologia romana ebbe
come effetto un rapido processo di di-
boscamento e la messa a coltura di
nuove terre, secondo la tecnica della
centuriazione, la quale prevedeva la
divisione delle terre in centurie, ossia

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Area STUDIO

A Gli eventi nel tempo


In Italia Fuori dall’Italia
• 72 a.C. Pompeo sconfigge in Spagna Quinto Sertorio
• 70 a.C. Primo consolato di Pompeo e Crasso
30 • 67 a.C. Pompeo sconfigge i pirati
• 63 a.C. Congiura di Catilina • 66-63 a.C. Campagna di Pompeo in Oriente
• 60 a.C. Primo triumvirato di Pompeo, Crasso e Cesare
• 59 a.C. Primo consolato di Cesare • 59-51 a.C. Cesare conquista la Gallia
sezione 1. Dall’età di Cesare all’Impero

• 55 a.C. Secondo consolato di Pompeo e Crasso


• 53 a.C. Crasso muore combattendo contro i Parti
• 52 a.C. Pompeo console unico
• 49 a.C. Cesare varca il Rubicone: inizia la guerra civile
• 48 a.C. Cesare, eletto nuovamente console, sconfigge
Pompeo a Farsàlo
• 45 a.C. Fine della guerra civile

B In sintesi
➀ La Roma di Pompeo e Crasso triumvirato”). L’obiettivo era di dividersi le cariche politi-
→ Le leggi introdotte da Silla, durante gli anni della sua dit- che e assumere il controllo di Roma. Nel 60 a.C. i triumviri
tatura, avevano rafforzato l’oligarchia senatoria. La lotta tra diventarono i padroni della città; il senato si trovò in una
ottimati e popolari non si era però arrestata. In questa situa- situazione di grande debolezza.
zione Roma vide l’entrata in scena di due nuovi protagonisti: → Eletto console, Cesare fece approvare una legge che di-
Pompeo e Crasso. stribuiva le terre ai veterani; poi ridusse le quote che i pub-
→ Nel 72 a.C. Sertorio, un seguace di Mario che si era ribellato a blicani d’Asia dovevano versare allo Stato. Per sé ottenne
Roma e aveva costituito un governo autonomo, fu sconfitto da il governatorato della Gallia Cisalpina, dell’Illìrico e della
Pompeo dopo quattro anni di guerra. Nella penisola si accese la Gallia Narbonense.
rivolta degli schiavi. Spartaco e alcune decine di schiavi fuggiti → Il pretesto per la guerra contro i Galli fu fornito dagli
dalla scuola per gladiatori di Capua guidarono la rivolta dal 73 Elvezi che, spinti dall’arrivo da Oriente dei Germani, passa-
a.C., che fu stroncata da Crasso dopo due anni di guerra. rono attraverso il territorio degli Edui, alleati di Roma. Con
→ Da consoli Pompeo e Crasso abolirono molte leggi di Silla. la scusa di difendere gli alleati, Cesare prima sterminò gli
Dopo aver sconfitto i pirati e Mitridate, Pompeo ridusse allo Elvezi e poi occupò l’intera Gallia. Crasso a questo punto ag-
stato di province il Ponto e la Bitinia, la Siria e la Cilicia. La gredì i Parti per guadagnarsi quella fama di condottiero che
Galazia, la Cappadocia e la Giudea furono affidate a sovrani ancora gli mancava. Sconfitto, morì nella battaglia di Carre,
leali a Roma. Roma estese così la sua egemonia fino all’Egitto in Mesopotamia, nel 53 a.C. Cesare invece prima effettuò
e all’Eufrate. due spedizioni in Britannia, poi attraversò il fiume Reno, pe-
→ Sul fronte interno, nel 63 a.C. Catilina tentò un colpo di netrando nelle terre dei Germani. Due anni dopo, nel 52 a.C.,
Stato appoggiato da una forza eterogenea, costituita da nobili sconfisse ad Alesia una grande alleanza delle tribù galliche,
indebitati, contadini e veterani impoveriti. La cospirazione fu capeggiata da Vercingetorige.
sventata dal console Cicerone; Catilina fuggì e morì in batta-
glia vicino a Pistoia. ➂ La guerra civile e il trionfo di Cesare
→ A Roma la vita politica era degenerata negli scontri di
➁ Cesare: la conquista del potere piazza tra i gruppi armati sostenitori di Cesare e quel-
→ Pur essendo un aristocratico, Cesare era vicino ai po- li sostenitori di Pompeo e degli ottimati. Cesare voleva
polari e avversato dagli ottimati. Egli riuscì a convincere presentare la propria candidatura alla carica di console.
Pompeo e Crasso a siglare un’alleanza politica (“primo Secondo la legge, avrebbe però dovuto lasciare il comando

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Area STUDIO
delle legioni, restando così indifeso di fronte ai pompeia- con Cesare. Giunto a Roma, Cesare si fece proclamare
ni. Cesare fece sapere di essere pronto a sciogliere le sue console; poi annientò le truppe pompeiane in Spagna e
legioni se Pompeo avesse fatto lo stesso con le proprie. in Grecia, a Farsàlo (48 a.C.), sconfisse Pompeo. Pompeo,
Alla risposta negativa del senato, nel 49 a.C. Cesare passò il fuggitivo, fu ucciso in Egitto dal faraone Tolemeo. Nel 46
Rubicone ed entrò in Italia, dando inizio alla guerra civile. a.C. in Africa sconfisse le legioni di Catone e nel 45 a.C. in
→ Pompeo e molti senatori si trasferirono in Grecia. In Spagna vinse le resistenze degli ultimi pompeiani. La guer-
Spagna i seguaci di Pompeo si preparavano allo scontro ra civile era conclusa. 31

CAPITOLO 1. L’età di Giulio Cesare


C Mappa dei concetti

Pompeo Crasso cesare


con un esercito personale uomo più ricco di Roma di nobile famiglia, amicizie
influenti

sconfigge Sertorio in Spagna (72)

stroncano la rivolta servile (71)


primo consolato (70)

libera il Mediterraneo dai pirati (67)

campagna in Oriente (66-63)

congiura di Catilina (Cicerone fa condannare i catilinari senza processo, Cesare si oppone)

Primo triumvirato (60)

primo consolato
campagna in Gallia (59)

secondo consolato (55)

console unico (52) muore combattendo contro conquista della Gallia (51)
i Parti (53)

inizia la guerra civile

Pompeo cesare
si rifugia con altri senatori in Grecia varca il Rubicone (49)

sconfitto a Farsàlo (48) console unico (48)

fugge in Egitto dove Tolemeo XIII sconfigge Farnace nel Ponto (47)
lo fa uccidere (48) sconfigge Catone in Africa (46)

finisce la guerra civile

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Area attività

D Conoscenze e abilità

1 tempo Ricostruisci la cronologia del capitolo riordinando nella corretta successione le date indicate e collegando a
ciascuna il fatto storico corrispondente. L’esercizio è avviato.

32 Cronologia Fatto storico


☐ 45 a.C. ☐ Primo triumvirato
☐1 72 a.C. ☐ Consolato di Cesare
sezione 1. Dall’età di Cesare all’Impero

☐ 70 a.C. ☐ Secondo consolato di Pompeo e Crasso


☐ 63 a.C. ☐1 Pompeo sconfigge Quinto Sertorio

☐ 60 a.C. ☐ Campagna di Pompeo in Oriente


☐ 55 a.C. ☐ Pompeo console unico
☐ 59 a.C. ☐ Congiura di Catilina
☐ 52 a.C. ☐ Morte di Crasso in Mesopotamia
☐ 49 a.C. ☐ Cesare conquista la Gallia
☐ 67 a.C. ☐ Crasso stronca la rivolta servile
☐ 66-63 a.C. ☐ Cesare varca il Rubicone; inizio guerra civile
☐ 59-51 a.C. ☐ Guerra di Pompeo contro i pirati
☐ 53 a.C. ☐ Cesare sconfigge Pompeo a Farsàlo; morte di Pompeo
☐ 48 a.C. ☐ Rinnovo del triumvirato
☐ 48 a.C. ☐ Fine della guerra civile Volga

☐ 71 a.C. ☐ Primo consolato di PompeoMare e Crasso


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2 spazio Indica sulla carta con delle frecce Dn


n o

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le campagne di Cesare durante la guerra Vo


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Loira
civile contro Pompeo, associandole alle date OC E A NO Gallia
Aquileia

dei momenti più importanti.


Danub
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Cisalpina 49 a.C.
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(Marsiglia) ITALIA ria

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CORSICA Roma o Macedonia Bisanzio
49 a.C.

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SPAGNA Bitinia
Segunto 48 a.C.
SARDEGNA 46 a.C. 47 a.C. Ponto
Tago BALEARI Pergamo
Cagliari Mare Tirreno
Asia Cappadocia
45 a.C. Atene
Cartagena 47 a.C.
46 a.C. SICILIA Cilicia
Sparta
Cadice Siracusa
Cartagine
Siria IMPERO DEI PARTI
Creta
48 a.C. Cipro
M a re M e di t e rrane o

AFRICA Leptis Magna Giudea

EGITTO
Go
lf
o
Pe
rs
i

3 eventi Indica se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F).

➀ Pompeo e Crasso riformarono in senso V F ➅ Cesare era politicamente vicino ai popolari. V F


aristocratico le leggi di Silla. ➆ Dopo le vittorie di Cesare in Gallia, Pompeo si V F
➁ Spartaco fu un coraggioso generale di Pompeo. V F avvicinò ai popolari.
➂ La pirateria danneggiava gli interessi economici V F ➇ Le tribù dei Galli costituivano uno Stato unitario. V F
dei cavalieri. ➈ Catone il Giovane era un difensore del senato V F
➃ Catilina era un aristocratico. V F e degli ottimati.
➄ Cicerone era un uomo nuovo. V F

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Area attività
4 concetti e connessioni Completa il brano, utilizzando termini o espressioni presenti nel testo del paragrafo 1.
Nel 63 a.C. fu scoperto un tentativo di ............................................................................. a opera di uno degli uomini politici più discussi dell’epoca: .....
, il quale aveva cercato ripetutamente di diventare .................................................................. . A sbarrargli la strada
..........................................................................................

era stato il senato, che aveva preferito ............................................................................. . A sostegno del suo piano, che prevedeva l’occupazione
armata di Roma e l’uccisione dei consoli, raccolse una forza eterogenea, costituita da ............................................................................. rovinati dai
debiti, contadini e veterani impoveriti, perfino ............................................................................. . Il progetto tuttavia fallì.
33
5 concetti e connessioni Completa la linea degli eventi inserendo correttamente gli elementi qui elencati in modo

CAPITOLO 1. L’età di Giulio Cesare


casuale:
a primo triumvirato
b consolato unico di Pompeo ..................... ..................... ..................... ..................... ..................... .....................

c consolato di Cesare
d crisi del triumvirato
e vittorie militari di Cesare
f avvicinamento di Pompeo agli ottimati

E Competenze

6 geostoria e comunicazione Dopo aver


sottomesso a sud il Mediterraneo, Roma lanciò le sue
l aveva decretato di tener conto della sua candidatura,
benché egli fosse assente, nelle prossime elezioni.
legioni verso nord, conquistando con Cesare prima la Gallia Tuttavia, per il bene della repubblica, egli ha sopportato
e poi passando il canale della Manica, nell’attuale Gran con rassegnazione quest’offesa al suo onore. Quando ha
Bretagna. La romanizzazione della Gallia fu all’origine della mandato una lettera al senato per chiedere che tutti i
nascita dell’odierna Francia. Pur avendo varcato il fiume generali abbandonassero il comando, nemmeno questo
Reno, Cesare invece non riuscì a sottomettere i popoli ha potuto ottenere. […] A che tendevano tutti questi
dell’Europa centrale, nel territorio dell’odierna Germania. preparativi se non alla sua rovina? E nondimeno egli era
Anche nei secoli successivi il Reno rimase il confine tra i pronto a scendere a tutti gli accordi, a sopportare tutto
domini di Roma e gli altri territori europei. per il bene dello Stato. Parta Pompeo per le sue province,
Oggi il Reno segna ancora il confine tra due Stati europei. ambedue licenzino i loro eserciti, tutti in Italia depongano
Nel Novecento, attorno al suo corso si sono svolti alcuni le armi, Roma sia liberata dal terrore, liberi comizi e libera
degli eventi più drammatici del secolo. Individua questi politica siano permessi al senato, al popolo romano».
eventi con una breve ricerca ed esponi i risultati del tuo (Cesare, La guerra civile, I, 9, trad. A. La Penna,
lavoro in una comunicazione orale di 10 minuti. Sintetizza Einaudi, Torino 2004)
l’esposizione in una diapositiva in PowerPoint da
presentare alla classe a cui hai dato un titolo efficace. ➀ Con quale argomento Cesare sostiene di essere stato
sempre fedele alla repubblica?
7 analizzare fonti e documenti Leggi il ➁ Quale proposta fa Cesare per pacificare Roma?
documento, poi rispondi alle domande.
8 scrittura/argomentazione Spiega in un testo
«Lui, Cesare, ha messo sempre l’onore al disopra di tutto, scritto di 5 righe la relazione concettuale espressa dal
anche della vita. Il suo dolore è stato suscitato dal vedersi seguente schema, relativo alla crisi della repubblica romana.
strappare dagli avversari, con l’oltraggio, un beneficio
concessogli dal popolo romano, dal vedersi spogliare del primo guerra vittoria di
comando di sei mesi e richiamare a Roma, mentre il popolo triumvirato civile Cesare

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CAPITOLO 2
DA CESARE
34
A OTTAVIANO
Una volta che si fu seduto, i congiurati gli si fecero attorno con
sezione 1. Dall’età di Cesare all’Impero

il pretesto di rendergli omaggio […]. Fu così trafitto da ventitré


ferite, dopo aver emesso un gemito soffocato solo al primo colpo,
sebbene invero alcuni tramandarono che abbia esclamato, rivolto
a Marco Bruto che gli si avventava addosso: «Anche tu, figlio?».
— Svetonio, Vite dei Dodici Cesari, I, LXXXII; trad. G. Gaggero

Chiave di lettura

La notte della repubblica

Dopo quasi cinquecento anni la storia della repub-


blica romana giunge alla sua fine. Tre sono le cause
della crisi delle istituzioni repubblicane: il senato,
indebolito, è diventato preda dei conflitti tra le due
fazioni interne alla classe dirigente degli ottimati
e dei popolari; l’esercito e i suoi comandanti hanno
assunto un peso politico decisivo; le istituzioni sono
diventate ormai uno strumento per l’affermazione
del potere personale di dittatori e generali. Alla fine
del i secolo a.C., dopo la drammatica morte di Giulio
Cesare, è Ottaviano a trionfare; il crollo della repub-
blica prepara il passaggio a una storia nuova: quella
dell’impero. Un nuovo scenario di conquiste sem-
bra prepararsi per Roma. Ma, come vedremo, nuovi
“barbari” premono ai suoi confini: a nord le orde dei
Germani, a est le ordinate milizie dei Parti.

L’IMPORTANZA DELL’ESERCITO
Rilievo raffigurante un legionario romano, i secolo a.C., Metz,
Museo di Belle Arti.

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1. La dittatura di Cesare
■ Cesare dittatore a vita cercò di rassicurare il ricco ceto dei cavalieri, garantendo-
gli che non avrebbe minacciato in alcun modo gli interessi
Dopo la morte di Pompeo e la sconfitta dei suoi alleati, della proprietà privata.
Roma assistette al trionfo di un nuovo padrone assolu- Cesare tuttavia era fermamente convinto che la solu- 35
to: Giulio Cesare. All’inizio del 44 a.C. il senato, ormai zione ai problemi dello Stato romano potesse venire solo
ridotto a docile strumento nelle mani del generale vit- dall’azione di un potere forte e accentrato. Per questo

CAPITOLO 2. Da Cesare a Ottaviano


torioso, nominò Cesare dittatore a vita, con il compito non esitò a concentrare nella sua persona tutte le princi-
di operare quelle riforme dello Stato che, dopo la morte pali cariche politiche, militari e religiose, governando di
di Silla, nessuno aveva avuto la forza di realizzare. Nelle fatto solo con l’aiuto di un ristretto gruppo di collaboratori.
mani di Cesare si concentrò così un grandissimo po- Egli pretese il diritto di veto sulle decisioni del senato,
tere: oltre alla carica di console, infatti, egli deteneva impose il controllo su tutti gli organi dello Stato trami-
anche quelle di pontefice massimo e di imperator, os- te funzionari fedeli; riuscì infine a conquistarsi un grande
sia di capo supremo dell’esercito. Cesare fu il primo a seguito tra i ceti popolari, che considerarono la sua perso-
usare quest’ultimo appellativo in modo permanente (in na quasi sacra e inviolabile.
precedenza il titolo era onorifico e un generale poteva
ottenerlo più volte) e ad associarlo al suo stesso nome
(Cesare imperatore). ■ L e riforme politiche e sociali
Nessuno prima di lui aveva tenuto in pugno così i de- di Cesare
stini di Roma e dei suoi vasti domini. Il suo potere era
paragonabile a quello degli antichi re, anche se formal- L’obiettivo dell’allargamento della classe dirigente ro-
mente le istituzioni della repubblica rimanevano ancora mana spinse Cesare a una prima riforma istituzionale:
in vigore. l’apertura del senato a nuovi ceti sociali in modo da
ridurre l’influenza dell’oligarchia aristocratica. A que-
sto scopo i membri del senato furono portati da 600 a
■  acificazione e accentramento
P 900, attraverso l’inserimento di un numero cospicuo di
dei poteri Italici, di provinciali e per-
fino di liberti (ex schiavi).
Durante la sua dittatura Cesare cercò di dare di sé l’imma- Nello stesso tempo Cesare
gine di un governante indulgente, che operava per la pa- aumentò il numero dei
cificazione della società romana, dilaniata da decenni di pretori, degli edili e dei
lotte civili. Egli era consapevole infatti che, per governare, questori, per adeguare
avrebbe dovuto allargare il più possibile il suo consenso, l’amministrazione statale
non solo tra i ceti popolari, suoi tradizionali sostenitori, ma alle esigenze di uno Stato
anche presso la vecchia classe dirigente. Per questo cercò i cui domini erano enor-
di sanare i profondi conflitti tra l’oligarchia senatoria, i memente aumentati.
cavalieri e i proletari. Con l’oligarchia aristocratica, in par-
ticolare, che in precedenza si era schierata con Silla e con
Pompeo, Cesare evitò nuovi contrasti. Nello stesso tempo

tweet La “notte
della repubblica”
«Mi dolgo di essere capitato in questa notte della repubblica»: ▶ Stele funeraria dei liberti
così si esprimeva Cicerone di fronte alla crisi delle istituzioni della famiglia Alennia, i secolo
repubblicane e al trionfo della dittatura di Cesare. d.C., Roma, Museo della Civiltà
Romana.

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36
sezione 1. Dall’età di Cesare all’Impero

▲ Teatro Marcello, a Roma, iniziato da Cesare e portato a termine da Augusto.

In aiuto ai ceti poveri Cesare impose un limite ai ca- romana agli abitanti della Gallia Cisalpina. Furono fon-
noni di affitto troppo alti; contemporaneamente, per date anche molte nuove colonie, soprattutto in Spagna
limitare le spese dell’amministrazione statale tagliò dra- e in Gallia, incoraggiando la migrazione nei nuovi centri
sticamente il numero dei beneficiari delle distribuzioni urbani di decine di migliaia di proletari che a Roma non
gratuite di grano (frumentationes), da 320 000 a 150 000 circa. riuscivano più a trovare lavoro.
Per combattere la disoccupazione, migliaia di proletari
furono impiegati in un vasto programma di opere pubbli-
che, soprattutto edilizie, che diedero a Roma un aspetto ■ L’opposizione a Cesare
ancora più monumentale; parallelamente furono avvia-
ti imponenti lavori idraulici, come il risanamento delle Nonostante la sua politica di riforme e di pacificazione,
malsane paludi nel sud del Lazio e il controllo del flusso Cesare non riuscì a guadagnarsi la simpatia di tutti. Ostilità
delle acque del Tevere. Sempre per incrementare l’impiego e opposizioni al suo governo non mancavano all’interno e
di manodopera, nelle campagne fu imposto ai proprietari al di fuori del senato, soprattutto tra gli esponenti del vec-
di avvalersi di una quota di contadini liberi, a scapito del- chio sistema oligarchico, indebolito ma non disposto a ri-
la forza-lavoro schiavistica. nunciare al proprio potere. Diversi gruppi di aristocratici si
Nelle province Cesare cercò di limitare gli abusi dei convinsero ben presto che il dittatore mirasse a instaurare
funzionari romani e dei pubblicani, gli agenti incaricati una monarchia simile a quelle orientali. Quest’accusa era
della riscossione delle tasse, rendendo più severe le leg- probabilmente falsa, poiché a Cesare, come a tutti i patri-
gi contro la corruzione. Per incoraggiare l’integrazione zi romani, era in odio profondo la carica di rex. Certamente
delle province nello Stato, fu concessa la cittadinanza Cesare era consapevole che le istituzioni tradizionali della
repubblica si erano ormai disgregate e per questo egli cercò
di riempire il vuoto politico che si era creato esercitando un
LE DOMANDE DELLA STORIA forte potere personale, potere che tuttavia per molti suoi
Quale fu la differenza tra la dittatura di Cesare e quella avversari non era così differente da quello dei monarchi del
di Silla? tempo. Molti sostenitori delle tradizioni repubblicane tro-
A differenza di Silla, Cesare non eliminò fisicamente i suoi avversa- varono poi inaccettabile che un uomo solo accentrasse su
ri politici. La sua dittatura fu caratterizzata dalla moderazione nei
confronti degli aristocratici che lo avevano combattuto, schierando- di sé cariche politiche che, per secoli, erano state sempre
si dalla parte di Pompeo, molti dei quali furono coinvolti nell’ammi- attribuite a persone differenti. Per i suoi avversari politici
nistrazione dello Stato, attraverso l’attribuzione di cariche politiche
importanti e di incarichi in campo economico e culturale. Cesare era dunque un pericolo non solo per la repubblica,
ma per la stessa libertà dei Romani.

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Tecniche Economia Scienza

La riforma giuliana
del calendario 37
Nella veste di pontefice massimo Cesare attuò una riforma del calendario (da calendae, il

CAPITOLO 2. Da Cesare a Ottaviano


primo giorno del mese) di grande importanza. Il nuovo calendario, chiamato giuliano, con le
modifiche introdotte da papa Gregorio XIII nel 1582 (calendario gregoriano), è ancora oggi in
uso nella maggior parte del globo.

Calendario proveniente da Campo di Marte in cui sono indicati i mesi, i giorni con le
Le novità del calendario costellazioni e i segni zodiacali e i corrispondenti lavori agricoli.
giuliano
Secondo il tradizionale calendario
lunisolare (basato cioè sia sui cicli
mensili della Luna, sia sul ciclo an-
nuale del Sole) l’anno era di 355
giorni; dunque era più breve di dieci
giorni rispetto a quello solo solare. Per
eliminare questa differenza, i ponte-
fici romani erano costretti, ogni due
anni, ad aggiungere un periodo di una
ventina di giorni. Questo criterio era
tuttavia assai impreciso, tanto che
a metà del i secolo a.C. si era crea-
to un divario di circa novanta giorni
tra l’anno solare e l’anno civile, con
la conseguenza che le feste religiose
erano ormai celebrate in stagioni di-
verse da quelle in cui originariamen-
te erano state previste.
Sulla base dei calcoli operati dai
matematici e dagli astronomi egizi,
Cesare fissò un nuovo calendario
solo solare, in cui l’anno era diviso
in 365 giorni e veniva previsto l’in-
serimento di un anno bisestile di 366
giorni ogni quattro anni, mettendo
così in pari anno civile e anno sola-
re. In onore di Cesare, uno dei dodici
mesi, il mese di Quintile, verrà anni
dopo chiamato da Ottaviano Augusto
Iulius (luglio).

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Storia magazine
patrimonio culturale

Il mito di Cesare
Gli storici hanno discusso a lungo se Cesare intendesse trasformare la sua dittatura in
38 monarchia e se pensasse a se stesso come a un re, con tutti gli elementi divini che la
tradizione antica attribuiva alla figura del monarca.
sezione 1. Dall’età di Cesare all’Impero

Fedele alla repubblica o diritto di sedersi in senato su un seggio simbolo dell’autorità imperiale.
sovrano assoluto? dorato, creò dei sacerdoti intitolati al Come ha scritto lo storico Arnaldo
suo nome, autorizzò il conio di monete Momigliano, «se Augusto fu colui che
Secondo alcuni aneddoti, Cesare ave- con la sua immagine, permise le offer- organizzò di fatto l’impero di Roma…
va in realtà in odio la carica di re: si te alla sua persona, come si usava per gli il creatore dell’impero fu Cesare».
racconta, infatti, che una volta fece to- dèi, e in alcuni templi pose statue che lo Fin dal Medioevo e poi ancora nell’e-
gliere da una statua un’iscrizione che rappresentavano accanto a quelle delle tà moderna tutti i sostenitori dell’i-
lo chiamava “semidio”, che un’altra divinità. Infine, non si dimentichi che dea imperiale si sono richiamati al
volta rispose a chi lo chiamava “re” di aveva al suo fianco la regina Cleopatra, mito di Cesare, al punto che il suo
essere “solo Cesare” e infine che, poco che lo aveva seguito a Roma e che sem- nome (Caesar in latino) è diventa-
prima di morire, per tre volte rifiutò, bra non mancasse di influenzarlo per to in molte lingue il nome comune
durante una cerimonia, di indossare fargli accettare quei simboli regali cui lei per indicare l’imperatore (Kaiser in
la corona regale che gli veniva offerta. era tanto affezionata. tedesco, czar in russo). A conferma
Altri episodi della vita di Cesare,tuttavia, di ciò si pensi anche alla senten-
ci restituiscono un’immagine diversa za evangelica che invita a «dare a
del celebre generale. Egli amava infatti Il creatore dell’Impero Cesare quello che è di Cesare (e a
ricordare la sua presunta origine divina Dio quello che è di Dio)», in cui il
per parte di padre (da Venere) e rega- Nel corso della storia la figura di nome del dittatore romano è assun-
le per parte di madre (da Anco Marcio). Cesare, al di là di quali fossero le to come il più adeguato per indicare
Una volta divenuto dittatore, pretese il sue reali intenzioni, è diventata il l’autorità imperiale.

Adolphe Yvon,
Cesare, 1875,
Arras, Musée des
Beaux-Arts.

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■ L a congiura e l’assassinio
di Cesare
L’azione politica di Cesare fu drammaticamente tronca-
ta la mattina del 15 marzo (le Idi di marzo, secondo il
calendario romano) del 44 a.C., quando il dittatore, ap-
pena entrato nell’aula del senato, fu improvvisamente
circondato da un gruppo di congiurati e assassinato con
ventitré pugnalate. Si interrompeva così tragicamente
la vita del dittatore, alla vigilia di una spedizione milita- 39
re contro i Parti che Cesare aveva preparato con grande
cura, reclutando un esercito imponente.

CAPITOLO 2. Da Cesare a Ottaviano


Chi erano i congiurati? A quali ceti sociali appartene-
vano? Quali erano i loro obiettivi? Il complotto era sta-
to animato da due aristocratici: Gaio Cassio e Marco

LE DOMANDE DELLA STORIA


Bruto e Cassio: traditori o liberatori?
Il giudizio su Bruto e Cassio ha diviso gli storici antichi e moder-
ni. Per alcuni furono dei traditori, per altri dei tirannicidi. Essi
si ritenevano dei liberatori: nei loro piani, infatti, la morte di
Cesare avrebbe ridato la libertà ai Romani caduti in schiavitù.
Da aristocratici, si rifacevano ai valori della vecchia repubblica
oligarchica e consideravano Cesare un pericolo, poiché questi
aveva accumulato poteri illimitati e favorito i ceti popolari. Essi
dunque volevano ripristinare i privilegi dell’oligarchia
Volga senatoria,
senza tuttavia rendersi conto che essa ormai aveva fatto il suo
▲ Abel de Pujol (1787-1861), Giulio Cesare si reca in senato (Idi di Marzo), tempo.
olio su tela, Valenciennes, Musée desMareBeaux-Arts.
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I DOMINI DI ROMA ALLA MORTE DI CESARE


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Cagliari Asia Cappadocia
Atene Frigia
Cartagena Efeso
Sicilia
Sparta Cilicia
Cadice Cartagine Siracusa Antiochia IMPERO DEI PARTI
Rodi
Creta Siria
M a r Me d i t e rra n e o Cipro
Mauritania Damasco
AFRICA Cirene
Cesarea Giudea
Leptis Magna
Gerusalemme
Cirenaica Alessandria
frontiera romana al 44 a.C.
i domini romani fino al 44 a.C.
EGITTO

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Giunio Bruto, nipote di Catone Uticense e figlio adotti- senatori a loro favorevole e su un largo consenso tra i
vo di Cesare. I due avevano militato tra le file dei pom- ricchi cavalieri, rimasti sempre sospettosi nei confron-
peiani e, come molti altri oppositori di Cesare, erano ti delle riforme cesariane. I legionari e i proletari erano
stati in seguito perdonati dal dittatore. Fautori ostinati invece dalla parte di Cesare, che li aveva protetti e favo-
della repubblica, essi vedevano in Cesare nient’altro riti. L’obiettivo dei congiurati era di provocare, con l’uc-
che un tiranno animato dall’intento di affermare una cisione del dittatore, un’insurrezione in favore delle isti-
propria monarchia personale. A Bruto e Cassio, nel com- tuzioni repubblicane. Come vedremo, queste speranze
plotto, si erano aggiunti numerosi giovani nobili, alcu- andarono deluse: invece che ridare ai Romani la libertà
ni ufficiali gelosi del prestigio militare del dittatore ed perduta, l’uccisione di Cesare condusse a una nuova e
40 esponenti della vecchia classe dirigente, che non ave- drammatica guerra civile.
vano mai accettato il regime di Cesare. Nel complesso,
i congiurati potevano contare su una maggioranza di ▼ Vincenzo Camuccini, La morte di Giulio Cesare, 1805-1806, Napoli,
sezione 1. Dall’età di Cesare all’Impero

Museo di Capodimonte.

i protagonisti della storia

Marco Giunio Bruto


Marco Giunio Bruto (85 o 79–
42 a.C.) era un lontano discen-
dente di quel Giunio Bruto
che nel 509 a.C., secondo la
tradizione, aveva cacciato il
re Tarquinio il Superbo e fon-
dato la repubblica. Politico,
oratore, senatore del partito
degli ottimati, fu una delle fi-
gure principali della congiura
delle Idi di marzo. Uccidendo
Cesare, Bruto voleva salvare la
repubblica; ne preparò invece
la fine.

AREA TUTOR — Facciamo il punto!


1 Verifica le CONOSCENZE 3 Acquisisci le COMPETENZE
➀ Perché Cesare impose un forte Dal testo alla tabella
accentramento dei poteri? Completa la tabella relativa alla politica di Cesare durante la sua dittatura.
➁ Quali erano gli obiettivi della
politica di pacificazione di Cesare? Cariche politiche
➂ Quali critiche muovevano a
Cesare i suoi oppositori? Caratteristiche
della dittatura
➃ Quali erano i loro obiettivi
politici? Ceti sociali alleati

2 Definisci il LESSICO Ceti sociali avversari


ESSENZIALE
Riforme interne
➀ Imperator
➁ Diritto di veto Riforme nelle
➂ Liberti province

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2. Dalla dittatura al secondo
triumvirato
■ Il divino Giulio testamentarie del dittatore scomparso, Marco Antonio ten- 41
tò di presentarsi, agli occhi del popolo romano e dei legio-
Bruto e gli altri congiurati non immaginavano che pugna- nari, come il successore di Cesare.

CAPITOLO 2. Da Cesare a Ottaviano


lando Cesare avrebbero contribuito a creare una leggenda. Il secondo era il diciannovenne Gaio Ottavio, pronipo-
Pochi giorni dopo la morte del dittatore, il console Marco te e insieme figlio adottivo di Cesare, il quale, indicato nel
Antonio, uno dei suoi collaboratori più stretti, lesse pub- testamento del dittatore come l’erede delle sue immense
blicamente il testamento del dittatore, che prevedeva fortune economiche, ambiva a ereditarne anche il potere
una generosa donazione a favore dei suoi legionari e della politico. A questo scopo, per rivendicare la diretta discen-
plebe romana più povera (300 sesterzi a testa distribuiti a denza dal dittatore, aveva preso il nome di Gaio Giulio
ben 150 000 cittadini romani): i solenni funerali di Cesare Cesare Ottaviano.
si trasformarono in una grande manifestazione popolare, Benché giovanissimo, egli rivelò subito raffinate capa-
che terrorizzò i congiurati, al punto da indurli a fuggire da cità politiche, che gli consentirono di inserirsi abilmente
Roma. Per i Romani Cesare era un mito quand’era ancora negli intricati giochi di potere romani. Alla notizia della
in vita; l’emozione collettiva suscitata dal suo assassinio morte di Cesare, egli lasciò in tutta fretta l’Epiro, al di là
lo trasformava ora in una specie di semidio. Sulla spinta dell’Adriatico, dove stava svolgendo delle esercitazioni mi-
della commozione popolare, pochi mesi dopo, nel 43 a.C., il litari, e fece ritorno a Roma. Nella capitale prima arruolò
senato proclamò la divinizzazione di Cesare, che divenne alcune legioni di veterani fedeli a Cesare, poi si attirò il fa-
così il divino Giulio (divus Iulius). vore della plebe attraverso generose elargizioni di denaro;
infine riuscì a conquistarsi le simpatie di molti senatori,
timorosi delle tentazioni dittatoriali di Marco Antonio.
■ I nuovi protagonisti: Tra questi senatori militava anche l’anziano e influente
Marco Antonio e Ottaviano Cicerone, già console ai tempi della congiura di Catilina, il
quale, ostile alle pretese di Antonio, riteneva Ottaviano più
L’uccisione di Cesare non aveva risolto i problemi del- adatto a ristabilire l’ordine sociale e politico.
lo Stato romano, ma, al contrario, li aveva riproposti con
maggiore gravità. Il vuoto di potere la-
MEMO LESSICO
sciato dalla morte del dittatore ave-
va trasformato la lotta politica in Divinizzazione
una complessa partita a scacchi. Il termine indica il rito, assai diffuso nell’antico Oriente, con cui
La situazione si faceva sempre un uomo illustre, re o condottiero, veniva assunto tra gli dèi,
diventando così oggetto di culto religioso. Prima di Cesare a Roma
più incerta. Due nuovi prota- era stato divinizzato Romolo, diventato il dio Quirino. Da Augusto
gonisti, tra i quali si sarebbe la divinizzazione degli imperatori dopo la loro morte divenne un
atto abituale.
giocata la partita decisiva per le
sorti dello Stato, salirono alla ri-
balta. Il primo era Marco Antonio,
LE DOMANDE DELLA STORIA
brillante e ambizioso generale di
Cesare in Gallia, che aveva svolto Perché molti senatori appoggiarono Ottaviano?
tutta la sua carriera politica all’ombra I senatori cercarono di sfruttare a loro vantaggio la rivalità tra gli
eredi di Cesare: Antonio, famoso generale e abile politico appariva
del dittatore. Divulgando le volontà tra i due il più pericoloso, perché era stato uno dei collaboratori più
stretti di Cesare e poteva disporre di legioni fedeli; per questo essi
appoggiarono il giovane Ottaviano, nell’illusione di poterlo mano-
◀ Testa di Marco Antonio, vrare a proprio piacimento.
Roma, Musei Capitolini.

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42
sezione 1. Dall’età di Cesare all’Impero

▲ Roma, il Foro di Augusto.

■ La fuga dei congiurati Gallia Cisalpina al posto di quello, che gli era stato asse-
gnato, della più lontana Macedonia. La manovra suscitò
Intanto, per gli uccisori di Cesare le cose non andavano l’ira violenta del senato e in particolare di Cicerone che,
come sperato. Essi avevano erroneamente ritenuto che come ai vecchi tempi della congiura di Catilina, inter-
bastasse eliminare la persona di Cesare per restaurare venne in aula contro Antonio, dichiarandolo nemico
il potere dell’oligarchia senatoria; privi di un pro- della patria. Poiché il legittimo governatore della Gallia
getto politico preciso, ora confidavano nell’appoggio del Cisalpina, Decimo Bruto, uno dei congiurati (da non
senato, il quale tuttavia, indebolito e diviso, non riuscì a confondersi con Marco Bruto), non intendeva abbando-
riprendere in mano il controllo della situazione. Mentre nare il suo incarico, Antonio occupò la regione con le
essi fuggivano in Oriente, dove iniziarono a reclutare sue legioni. Era di nuovo la guerra civile. I due si scon-
soldati per combattere i cesariani, nelle piazze romane i trarono nei pressi di Modena. In soccorso di Decimo
seguaci di Cesare, guidati da Marco Antonio, chiedevano Bruto il senato inviò un esercito, al quale si unirono an-
a gran voce la condanna degli omicidi, minacciando la che le milizie personali di Ottaviano. La battaglia vide
rivolta popolare. Alla fine si arrivò a una specie di com- la sconfitta di Antonio, che fu costretto a ritirarsi nella
promesso per evitare un nuovo scontro civile tra il Gallia Narbonense, dove poteva contare sull’appoggio di
senato, che ottenne dai cesariani l’amnistia per i congiu- un altro generale cesariano, Marco Emilio Lepido, go-
rati, e Antonio, il quale impose che il senato convalidasse vernatore della Spagna.
gli atti di governo di Cesare, prima fra tutte la riforma del Dopo la vittoria su Antonio, ritornato a Roma,
senato stesso, assai malvisti dai senatori a lui più ostili. Ottaviano si ritenne in diritto di chiedere il consolato,
nonostante fosse troppo giovane per concorrere alla carica.
Al netto rifiuto del senato, che diffidava delle sue ambizio-
■  ntonio sconfitto, Ottaviano
A ni, egli reagì facendo accampare il suo esercito in armi alle
console porte di Roma. Con la minaccia delle sue legioni, che ormai
lo acclamavano come il vero erede di Cesare, egli riuscì a
Ben presto, tuttavia, i rapporti tra Antonio e il senato farsi assegnare dai comizi il consolato. Il suo primo atto
volsero al peggio. La situazione precipitò all’inizio del consolare fu la cancellazione dell’amnistia concessa agli
43 a.C., quando Antonio pretese il proconsolato della uccisori di Cesare.

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■ Il secondo triumvirato Cicerone, cui Antonio non aveva perdonato i duri attacchi
in senato, e che Ottaviano non volle o non riuscì a salvare.
Cicerone e il senato facevano affidamento sulle legioni I sicari di Antonio uccisero l’anziano oratore nel dicem-
di Ottaviano per sconfiggere Antonio e ristabilire l’ordi- bre del 43 a.C. sulla spiaggia tirrenica di Formia, mentre
ne repubblicano, anche se avevano ormai compreso che Cicerone tentava di fuggire su una nave. La sua testa fu
non avrebbero potuto manovrare l’ambizioso giovane a portata ad Antonio e, per suo ordine, esposta pubblicamen-
loro piacimento. Ottaviano, da parte sua, apprezzava assai te sui rostri, la tribuna degli oratori nel Foro romano.
poco la politica della maggioranza dei senatori, favorevole
agli assassini di Cesare. Per questo motivo preferì, a sor-
presa, stringere un accordo con Antonio e Lepido, dando ■ La morte di Bruto e Cassio 43
vita al cosiddetto secondo triumvirato. Il patto fu rico-
nosciuto, nel 43 a.C., da una legge, la quale prevedeva che Per coronare il successo del triumvirato non restava che li-

CAPITOLO 2. Da Cesare a Ottaviano


i triumviri restassero in carica per cinque anni e avessero quidare le ultime resistenze dei congiurati anticesaria-
pieni poteri per varare un nuovo ordinamento politico. ni, che nel frattempo si erano preparati a combattere nelle
L’obiettivo principale del triumvirato era tuttavia quello province orientali. Lo scontro decisivo con la fazione re-
di saldare i conti con l’aristocrazia conservatrice, respon- pubblicana avvenne nel 42 a.C., a Filippi, in Macedonia,
sabile dell’uccisione di Cesare. A questo fine, Ottaviano, dove le legioni di Antonio e Ottaviano sbaragliarono, sen-
Antonio e Lepido rimisero in uso uno dei più crudeli stru- za incontrare troppa resistenza, quelle di Bruto e Cassio.
menti di lotta politica: le liste di proscrizione, inventate da Mentre gran parte dei loro legionari passava dalla parte dei
Silla all’epoca della sua dittatura. E come ai tempi di Silla, di vincitori, i due congiurati preferirono togliersi la vita piut-
nuovo Roma sprofondò nel terrore. A farne le spese furono tosto che subire la vergogna della prigionia. Con la morte
più di 100 senatori e ben 2000 cavalieri, colpevoli di essersi di Bruto e Cassio si spegnevano definitivamente le spe-
opposti ai triumviri. A cadere non furono solo gli avversari ranze dei seguaci dell’antica repubblica oligarchica. Roma
politici, ma anche cittadini comu- era nelle mani dei triumviri.
ni, uccisi solo perché le loro
ricchezze potessero essere
incamerate nei patrimoni MEMO LESSICO
dei triumviri e utilizza-
te per finanziare le loro Liste di proscrizione
legioni. Elenchi pubblici di “nemici dello Stato” che chiunque aveva il
diritto di uccidere, ricevendone in cambio un compenso. Nella
Tra le vittime delle Roma repubblicana diventarono uno strumento per l’eliminazione
proscrizioni vi fu anche di massa (con l’esilio o la soppressione fisica) dei rivali politici, i cui
beni erano poi incamerati dallo Stato.

Rostri
Le tribune nel Foro da cui parlavano i magistrati. Il nome viene dalle
prue (rostri) delle navi nemiche, qui collocate forse nel 338 a.C.

Foro
In latino forum, “mercato”, era una superficie rettangolare posta
al centro di ogni città romana. Usato inizialmente come luogo
◀ Testa di Ottaviano, i secolo delle attività commerciali, divenne con il tempo il cuore della vita
a.C.-i secolo d.C., Arles, Museo politica, religiosa e amministrativa delle città.
di Arles Antica.

per schematizzare

La differenza tra il primo e il secondo triumvirato


Quando Chi Come
Primo triumvirato 60 a.C. Cesare, Pompeo, Crasso Patto privato per impadronirsi dello Stato
Secondo triumvirato 43 a.C. Ottaviano, Marco Antonio, Lepido Magistratura straordinaria approvata da
una legge dello Stato

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3. La vittoria di Ottaviano
e la fine della repubblica
GEOSTORIA

44 ■ La spartizione dei domini romani ■ Antonio e Cleopatra in Egitto


Negli anni successivi alla battaglia di Filippi i contrasti tra Durante la sua permanenza in Egitto, Antonio, nono-
sezione 1. Dall’età di Cesare all’Impero

Antonio e Ottaviano si inasprirono progressivamente, no- stante il suo recente matrimonio, si legò sentimental-
nostante il fatto che nel 40 a.C. i triumviri avessero deci- mente alla giovane e spregiudicata regina Cleopatra,
so di dividere i domini romani in tre aree di influenza: già amante di Giulio Cesare, la quale alla morte del dit-
Antonio avrebbe governato sulle ricche province orien- tatore si era affrettata a lasciare Roma e a fare ritorno
tali, Ottaviano sull’Italia e sulle province occidentali; nella madrepatria. Nel 37 a.C., benché già sposato con la
a Lepido infine, sarebbe toccato il più modesto governo sorella di Ottaviano, celebrò uno sfarzoso matrimonio
dell’Africa. L’accordo fu sancito, secondo un antico costu- con la regina egizia.
me romano, dal matrimonio tra Antonio e Ottavia, la so- Affascinato dalle monarchie orientali, ad Alessandria
rella di Ottaviano. Gli anni che seguirono furono anni di d’Egitto Antonio assunse ben presto abitudini e costumi
pace, una pace in realtà provvisoria poiché la resa dei conti assai lontani dalle tradizioni romane. In particolare, com-
finale tra i due contendenti era solo rimandata. portandosi come un sovrano assoluto, iniziò a spartire e
Antonio si trasferì ad Alessandria d’Egitto, dove si impe- ad attribuire territori e regioni, come se fossero stati suoi
gnò in un’azzardata politica espansionistica nel Vicino Oriente beni privati, arrivando anche ad assegnarli direttamente
che prometteva ricchezza e gloria militare. Ottaviano, al con- alla regina e ai suoi figli. Grazie all’appoggio politico e mili-
trario, rimase a Roma, dove consolidò con fermezza ed equili- tare del triumviro, Cleopatra sperava di rafforzare il presti-
brio il suo prestigio e la sua forza politica. Lepido, destituito gio della dinastia dei Tolemei e di garantire all’Egitto una
dalla carica di governatore dopo un improvvisato tentativo di posizione dominante nel Vicino Oriente. Legandosi alla
rivolta armata contro Ottaviano, fu eletto al più inoffensivo ti- regina, Antonio sperava di mettere le mani sulle immense
tolo di pontefice massimo. Morì nel suo letto, caso assai raro ricchezze dell’Egitto, necessarie per finanziare le sue spe-
per i condottieri romani, quasi trent’anni dopo, nel 12 a.C. dizioni militari.

DAL SECONDO TRIUMVIRATO ALLA BATTAGLIA DI AZIO (43-31 A.C.)


frontiera romana al 44 a.C.
Re
no

movimenti di Ottaviano 31 a.C.


movimenti di Antonio e Cleopatra 30 a.C.
movimenti di Ottaviano 30 a.C.
Loira Gallia Gallia territori sotto il controllo di Antonio
Cividale del Friuli
OCEANO Transalpina Cisalpina Aquileia Dan
territori sotto il controllo di Ottaviano
Milano ubio territori sotto il controllo di Lepido
ATL A N T I CO Ill
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ITALIA are o Mar N er o
Marsiglia Ad
ria
Corsica Roma tic
o Macedonia Bisanzio
Tarragona Bitinia
SPAGNA Sardegna
Brindisi
Ponto
Tago Baleari Pergamo
Mar Tirre no Azio
Cagliari Atene Asia Cappadocia
Cartagena Frigia
Sicilia Efeso
Sparta Cilicia
Cadice Cartagine Siracusa Rodi Antiochia
Creta Cipro Siria
Mar M ed iter r aneo Damasco
Cesarea Giudea
Leptis Magna Cirene
AFRICA Cirenaica Gerusalemme
Alessandria
EGITTO

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■ L a politica militare di Antonio ■ La sconfitta di Antonio e Cleopatra
in Oriente
La propaganda di Ottaviano fu così efficace che nel 32 a.C.
Sul piano militare le spedizioni in Oriente di Antonio non solo il senato ma anche le più importanti città italiche
ebbero risultati assai limitati. Prima il generale ro- si convinsero a dichiarare guerra a Cleopatra. Con il con-
mano occupò il debole regno dell’Armenia; poi, nel 36 senso del popolo, che aveva ormai abbandonato il suo an-
a.C., organizzò un’avventata spedizione contro i Parti, tico beniamino, Antonio fu dichiarato nemico della pa-
che terminò con una precipitosa ritirata. Sul piano po- tria. Il comando delle legioni venne affidato a Ottaviano,
litico Antonio riorganizzò le regioni orientali confi- eletto console per la terza volta. Secondo gli intenti di
nanti con le province romane in una federazione di Ottaviano, la guerra non doveva apparire come un conflit- 45
monarchie, sotto la protezione di Roma, ponendovi a to tra opposte fazioni, perché la dichiarazione di guerra
capo Cleopatra, proclamata regina dei re. Al suo tro- era stata fatta non contro Antonio, un romano, ma contro

CAPITOLO 2. Da Cesare a Ottaviano


no fu unito anche, secondo il costume orientale, il figlio l’Egitto, una potenza straniera. Si trattava dunque di una
Tolemeo Cesare, detto Cesarione, avuto dal celebre dit- guerra per difendere i valori di Roma, contro il corrotto
tatore. Nel suo testamento, infine, Antonio dispose che mondo orientale, disprezzato dai Romani fin dai tempi di
le province romane, come se fossero sue proprietà per- Catone il Censore.
sonali, dovessero andare in eredità ai due figli che egli Cleopatra e Antonio ammassarono i loro eserciti in
aveva avuto da Cleopatra. Grecia; qui convennero anche le legioni di Ottaviano. Le
forze in campo erano enormi: Antonio e Cleopatra dispo-
nevano di un esercito più numeroso (ben 100 000 legio-
■ Roma contro Antonio e Cleopatra nari), ma poco addestrato e scarsamente coeso; Ottaviano
contava su soldati meglio addestrati e, soprattutto, sulla
Il comportamento di Antonio provocò a Roma grande guida di un abile e giovane generale, Marco Agrippa.
scandalo. La concezione dinastica del potere cui egli Lo scontro decisivo si verificò nel settembre del 31
aveva aderito, abituale in Oriente, era invece del tutto a.C., nelle acque di Azio, una località sulle coste dell’E-
estranea alle tradizioni politiche dei Romani. La condan- piro, dove si affrontarono quasi mille navi e più di cin-
na di Antonio fu abilmente alimentata da Ottaviano, che quanta legioni: la flotta di Ottaviano risultò vittorio-
denunciò il suo avversario come un nemico degli interessi sa. Mentre le legioni sconfitte si consegnavano al nemico,
di Roma, un traditore che, influenzato da una donna sen-
za scrupoli, non rispettava né gli impegni pubblici né quel-
li matrimoniali. In particolare, egli accusò il suo avversario i protagonisti della storia
di voler trasformare i domini romani ad Oriente in una
monarchia di tipo orientale.
Con grande abilità Ottaviano riuscì in questo modo a Agrippa
presentarsi come il difensore delle tradizioni e dell’au-
Generale e amico d’infanzia di
torità di Roma e dell’Italia intera, messi in pericolo dalla Ottaviano, Marco Agrippa (63-
spregiudicata politica di Antonio e dal dispotismo stra- 12 a.C.) ebbe un ruolo decisivo
nella presa del potere del futu-
niero. La propaganda di Ottaviano fu assai efficace perché ro Augusto: fu lui a sconfigge-
orientò verso di lui i consensi dell’oligarchia senatoria e re Bruto e Cassio a Filippi e a
dei ricchi ceti italici, poco disposti a mettere in pericolo sbaragliare le legioni di Antonio
ad Azio. Più volte console, fece
i vantaggi economici derivanti dal dominio romano nel costruire a Roma il Pantheon.
Mediterraneo. Ad accrescere la popolarità di Ottaviano,
nel 36 a.C., era stata anche la brillante vittoria che aveva
riportato su Sesto Pompeo, figlio di Pompeo Magno (il
grande avversario di Cesare) che, controllando con azioni
di pirateria i mari della Sicilia e della Sardegna, aveva per
lungo tempo ostacolato i rifornimenti di beni alimentari LE DOMANDE DELLA STORIA
verso la capitale. L’Egitto era indipendente o sottoposto al dominio romano?
Dopo più di dieci anni di condivisione del potere con Formalmente indipendente e governato dalla dinastia dei Tolemei,
l’Egitto era in realtà un protettorato di Roma fin da quando Cesare
Antonio, per Ottaviano era ormai giunto il momento di era giunto nel paese e si era legato alla regina Cleopatra (48 a.C.).
sbarazzarsi del nemico.

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a Cleopatra e Antonio non rimase altra via che cercare per schematizzare
rifugio in Egitto. Nell’estate dell’anno successivo, tutta-
via, braccati da Ottaviano e vedendosi perduti, entrambi Perché Ottaviano riuscì a prevalere su Antonio?
preferirono uccidersi: Antonio gettandosi sulla sua spada, Ottaviano non era un grande generale: la vittoria di Filippi fu merito
di Antonio, quella di Azio di Agrippa; altre furono le sue armi vincenti.
Cleopatra facendosi mordere da un aspide, un micidiale
serpente velenoso.
L’intelligenza politica con
cui conquistò l’appoggio
dell’aristocrazia senatoria,
■ Ottaviano signore di Roma dei ricchi cavalieri e degli
affaristi italici
46
Con la fine della guerra l’Egitto diventò un dominio roma-
no e Roma riunificò sotto il proprio potere il Mediterraneo
L’efficace propaganda
sezione 1. Dall’età di Cesare all’Impero

occidentale e quello orientale. Come quindici anni prima contro Antonio, screditato
Cesare, Ottaviano a 32 anni era il padrone di Roma. Lo sa- come un corrotto, dedito
rebbe rimasto a lungo, per 45 anni, fino al 14 d.C. al lusso e vittima di una Cause
perfida regina straniera
Decenni di guerre civili avevano tuttavia stremato i della vittoria
Romani, che chiedevano al loro nuovo signore pace e sta- di Ottaviano
bilità politica ed economica. Decimata dalle lotte intestine, L’imponente patrimonio
la stessa classe dirigente romana, un tempo orgogliosa e personale ereditato dal
autorevole, era ormai pronta a consegnare il potere nelle padre adottivo Giulio Cesare
mani di uno solo, pur di conservare i propri privilegi e le
proprie ricchezze. La vittoria di Ottaviano non segnò dun-
que solo la fine della lunga stagione delle guerre civili, ma Il consenso del popolo che
vide in lui il vero erede di
fu anche l’inizio di una nuova epoca nella storia di Roma: Cesare
la repubblica romana era giunta alla sua fine; cominciava
la storia dell’impero.

AREA TUTOR — Facciamo il punto!


1 Verifica le CONOSCENZE 3 Acquisisci le COMPETENZE
➀ Come reagì il popolo alla morte Dal testo alla mappa
di Cesare? Completa lo schema inserendo opportunamente nelle caselle i numeri
➁ Quali erano le ambizioni di corrispondenti ai fattori qui elencati.
Marco Antonio e Ottaviano?
➂ Come riuscì Ottaviano a ➀ alleanza con Antonio e secondo triumvirato
conquistare il consolato? ➁ vittoria contro Antonio a Modena ed elezione al consolato
➃ Come agì il secondo triumvirato? ➂ Ottaviano signore di Roma
➄ Come si spartirono i domini ➃ vittoria su Antonio e Cleopatra ad Azio
romani i triumviri?
L’ascesa al potere di Ottaviano
➅ Come si comportò Antonio in
Egitto?
 
➆ Perché Ottaviano dichiarò guerra
a Cleopatra e non ad Antonio?
sconfitta
2 Definisci il LESSICO rottura con Antonio dei repubblicani e degli
ESSENZIALE uccisori di Cesare
➀ Divinizzazione ➁ Rostri
➂ Foro ➃ Concezione dinastica  
del potere

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Storia magazine
la vita quotidiana

I giochi dei ragazzi romani


Pochi si stupiranno di apprendere che i giochi più praticati dai ragazzi romani erano i
giochi con la pila, la palla, anche se, come vedremo, erano praticati molti altri giochi, per 47
esempio quelli con le noci.

CAPITOLO 2. Da Cesare a Ottaviano


Con la palla e con le una noce: se questa colpiva qualche I giochi degli adulti
noci altra noce, queste erano sue, altri-
menti la noce arricchiva il premio I ragazzi più grandi si appassionava-
Con la palla a Roma giocavano bam- del giocatore successivo. Un gioco no ai giochi e agli sport praticati dai
bini e adulti. La pila era una palla pie- che piaceva a tutti, pare addirittura loro padri: le corse con i carri, bighe
na e pesante e serviva per giocare il anche a Ottaviano, era quello in cui o quadrighe (ai bambini venivano
trigon, una specie di gioco dei tre can- in un recipiente ognuno degli invece regalati dei carretti trainati da
toni: la palla veniva passata dall’u- sfidanti metteva una noce, i animali domestici con cui giocavano
no all’altro, perdeva chi la faceva giocatori a turno dovevano in giardino o nel cortile), gli spettacoli
cadere. Il follis era invece una centrare con una noce il va- gladiatori, le competizioni pugilisti-
palla più leggera, gonfiata d’aria: setto: se ci riusciva tutte le che (lotta, pugilato e pancrazio, come in
era fatta rimbalzare contro le noci erano sue. Grecia) e soprattutto i giochi d’azzar-
pareti oppure ci si palleggia- do, come i dadi o il gioco dei latrunculi,
va in terra. I più piccoli si una specie di gioco degli scacchi.
passavano la paganica, una I giochi con
palla grande e leggera pie- le bambole Cippo con rilievo raffigurante un giocoliere,
na di piume. Este, Museo Nazionale Atestino.
I giochi con le noci pia-
cevano a tutti, in parti- Per le bambine, anche a
colare alle ragazze. Un Roma c’erano le pupae,
gioco prevedeva che si le bambole. Snodabili,
ponessero per terra tre di solito in legno, belle e
noci, a triangolo, e che raffinate, raffiguravano
a una certa distanza il spesso ragazze in età da
giocatore vi gettasse marito, ognuna con il suo
una quarta noce. Se ri- corredo: mobili, stoviglie,
maneva il bilico sopra articoli da toilette, ma an-
le altre, tutte le noci che gioielli in oro, piccole
erano sue. In un altro gio- perle e pietre preziose. I vestiti
co, un’asse era appoggiata in stoffa ovviamente sono an-
al muro e alla sua base, per dati persi. Gli studiosi hanno
terra, veniva posto un certo trovato molte di queste bambo-
numero di noci. Il giocatore le nelle tombe di ragazze morte
faceva cadere lungo l’asse giovani o di donne che non si
erano sposate.
Bambola romana in avorio, Roma,
Museo Nazionale Romano.

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la vita quotidiana

Curare la casa, filare la lana:


48
essere donna a Roma
Mentre gli uomini facevano la guerra, curavano gli affari e litigavano nelle discussioni
sezione 1. Dall’età di Cesare all’Impero

politiche, le donne romane nel chiuso della casa si dedicavano al lavoro domestico.

Una condizione di totale quello della gens del marito. Esse erano Il fidanzamento
sottomissione vittime di molti divieti, fra cui quel- e il matrimonio
lo di commettere adulterio e di bere
La società romana era di tipo patriar- vino, colpe che potevano costare an- Per le donne romane, la condizione
cale: il maschio più anziano, il pater che la condanna a morte, inflitta spes- di inferiorità durava tutta la vita. Con
familias, aveva un’autorità assoluta ed so direttamente dal marito. Le donne il matrimonio, infatti, esse passavano
esercitava il diritto di vita e di morte non solo erano escluse dalla politica e dalla sottomissione al padre a quella
sulla moglie e sui figli. La donna non dagli affari pubblici, ma a loro era an- al marito. Durante la cerimonia di fi-
era considerata un individuo indipen- che imposto, di fronte a estranei, il più danzamento, il fidanzato dava alla pro-
dente, ma una creatura per natura ir- totale silenzio. Non mancarono ovvia- messa sposa un anello dorato oppure
responsabile, da tenere sotto control- mente molte eccezioni a questa con- d’oro massiccio, che veniva infilato
lo: la sua era una condizione di totale segna del silenzio. Eppure per secoli all’anulare di lei. Il giorno del matri-
sottomissione. Le donne erano persino questa regola fu rispettata, tanto che monio, la sposa indossava una tunica
prive del nome proprio e portavano della vita delle donne romane, delle con una cintura di lana e un mantello
solo quello della gens, che perdevano loro gioie, dolori, pensieri quasi nulla è color zafferano, ai piedi portava san-
quando si sposavano, per assumere giunto fino a noi. dali dello stesso colore. I capelli era-
no protetti da un velo arancione, con
sopra una corona intrecciata di mirto
e fiori d’arancio, che copriva la parte
superiore del viso. Nell’atrio della casa
o in un tempio, gli sposi sacrificavano
agli dèi una pecora o un maiale e un
arùspice esaminava le interiora per ve-
dere se gli dèi gradivano il matrimonio.
Se così non era questo poteva venire
annullato. Gli sposi poi si prendevano
la mano destra e pronunciavano la for-
mula Ubi tu Gaius, ibi ego Gaia, “Dove
tu sei, o Gaio, lì io, Gaia, sarò” (Gaio era
un nome latino diffuso) a cui invitati

➀ “Nozze Aldobrandini”, affresco romano


del i secolo a.C. L’affresco mostra una
sposa seduta sul letto con Venere che
le sistema il velo nuziale, Città del
➀ Vaticano, Musei Vaticani.

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e parenti rispondevano con “La felicità
sia con voi”. Il banchetto durava fino al
tramonto. Poi la sposa era condotta a
casa dello sposo con una processione
aperta da suonatori di flauto. Alla testa
del corteo vi erano tre amici dello spo-
so, uno portava una fiaccola; gli altri
due sollevavano la sposa al di là della
porta di casa. Due amiche della sposa
portavano in casa una rocca e un fuso, 49
simboli delle attività casalinghe, men-
tre una terza accompagnava la sposa

CAPITOLO 2. Da Cesare a Ottaviano


al letto nuziale.

La sposa perfetta
Gli unici compiti socialmente rico-
nosciuti per la donna romana erano
quelli di madre e di sposa. La sposa
romana ideale era silenziosa e discre-
ta, dedita a custodire la casa e a filare
la lana. Le sue virtù erano l’obbedienza,
la cordialità, la moderazione, la com-
postezza; trucco e abiti erano semplici
e discreti. Il matrimonio non era un
accordo tra gli sposi fondato sull’amo-
re, ma un contratto tra lo sposo e il

padre della sposa per stringere alle-
➁ Rilievo romano con la toeletta della matrona, Treviri, Landesmuseum.
anze politiche ed economiche e per as-
sicurarsi una discendenza. Le donne si Giochi e sport costumi da bagno, compiono attività
sposavano assai giovani. Le gravidan- di ragazze sportive (gioco con la palla, corsa, lan-
ze erano frequenti e le morti per parto cio del disco e del peso).
più numerose delle morti in battaglia Nelle ville di campagna, donne e ra-
dei maschi; le donne sterili venivano gazze patrizie o di famiglia ricca
di solito ripudiate. Il divorzio era molto praticavano, separate dai maschi,
diffuso, nel caso in cui gli uomini rite- attività sportive, giochi e diverti- ➂ Mosaico che raffigura fanciulle in
costume intente a compiere vari
nessero un secondo matrimonio più menti. Nel mosaico, alcune ragazze, giochi, iv secolo d.C., Piazza Armerina,
vantaggioso socialmente. con costumi succinti simili ai nostri Villa del Casale.

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Cittadini nella storia

Tirannide, dittatura,
50
totalitarismo
Nel linguaggio politico sono Grande raduno nazista a Norimberga
dell’esercito tedesco, 1936.
sezione 1. Dall’età di Cesare all’Impero

adoperati molto spesso


termini come tirannide e
dittatura. Ciò è dovuto a
molte ragioni, non ultima
purtroppo il grande numero
di dittature e di regimi
dispotici che l’umanità
ha conosciuto anche in
tempi molto recenti. Ma
qual è l’origine storica di
questi termini? Con quali
significati gli antichi
adoperavano queste parole?

❶ Definizione consenso del popolo e al di fuori delle e poterono contare sul consenso po-
leggi. polare, preparando in qualche caso il
Con il termine “tirannide” s’intende La “dittatura” è una forma di governo passaggio dai governi aristocratici a
un governo autoritario fondato sulla autoritaria in cui il potere è concentrato quelli democratici.
violenza e sull’arbitrio, in cui un uni- nelle mani di una persona sola (il ditta- Nella repubblica romana la “dittatura”
co individuo governa lo Stato, senza il tore) o di un ristretto gruppo di persone. era una magistratura straordinaria
Come si vede, il significato dei due ter- cui si ricorreva in situazioni di emer-
mini è simile. Il primo fu usato inizial- genza. Al dittatore (dictator), nominato
parola chiave mente nella Grecia antica; il secondo ne- dai consoli su invito del senato, erano
gli anni della repubblica romana. attribuiti poteri assoluti politici e mi-
Autoritarismo litari per la durata di sei mesi.Anche la
Nel linguaggio politico per indicare
regimi che limitano o cancellano la dittatura dunque non aveva il signifi-
libertà dei cittadini, è usato spesso il
termine autoritarismo, che indica in
❷ Riflettiamo sul passato cato negativo di imposizione dispotica
senso generale tutti i regimi politici
di una autorità assoluta che il termine
non democratici, caratterizzati dal Nel mondo greco il termine “tiran- ha oggi. Già i Romani però temevano
predominio del potere esecutivo, nide” non ebbe sempre una conno- che essa potesse trasformarsi in dispo-
dall’assenza del parlamento e
delle elezioni popolari o dal loro tazione negativa: i tiranni, infatti, tismo; per questo la carica durava solo
indebolimento, da una forte limitazione pur imponendo il proprio potere sei mesi. Quando Silla e Cesare impo-
delle opposizioni politiche e delle libertà
dei cittadini.
personale, furono spesso degli arbitri sero la dittatura a tempo indetermina-
nelle fasi di maggior scontro sociale to la repubblica crollò.

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❸ Comprendiamo
il presente nella nostra costituzione

Il Novecento ha visto purtroppo af- Articolo 18


fermarsi molti regimi dittatoriali. I cittadini hanno diritto di associarsi liberamente, senza autorizzazione,
Gli elementi essenziali delle dittature per fini che non sono vietati ai singoli dalla legge penale.
contemporanee sono stati: la negazio- Sono proibite le associazioni segrete e quelle che perseguono, anche indi-
ne della libertà e della democrazia, la rettamente, scopi politici mediante organizzazioni di carattere militare.
repressione delle opposizioni, l’assen-
za di controllo da parte dello Stato nei Articolo 21 51
confronti del dittatore o del gruppo al Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la
potere. Esempi di dittature novecente- parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.

CAPITOLO 2. Da Cesare a Ottaviano


sche sono stati la Spagna di Francisco La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.
Franco e il Cile del generale Pinochet. —
Nel linguaggio politico oggi è adopera- Dopo la caduta della dittatura fascista (25 luglio 1943), la liberazione dal dominio
to spesso anche il termine totalitari- nazifascista (25 aprile 1945) e la trasformazione dell’Italia in una repubblica,
smo. Ciò è dovuto a molte ragioni, tra con il referendum popolare del 2 giugno 1946, un’assemblea costituente eletta
cui la grande attenzione che negli ulti- dai cittadini italiani, uomini e donne, lavorò per redigere la nuova Costituzione
mi anni viene data alla memoria della democratica, che entrò in vigore il 1 gennaio 1948. Nel delineare il nuovo
Shoah, il genocidio degli ebrei at- Stato italiano, si introdussero una serie di regole e di garanzie che rendessero
tuato dal nazismo durante la seconda impossibile il ritorno al totalitarismo fascista; ad esempio: il voto è libero,
guerra mondiale (1939-45). Il termine personale e segreto (art. 48); il governo deve avere la fiducia del Parlamento,
“totalitarismo”, tuttavia, a volte è usa- ossia del potere legislativo, organo della sovranità popolare (art. 94); il governo
to in modo generico, come sinonimo della repubblica non è costituito da un uomo solo, ma dal Presidente del
di dittatura, di dispotismo. Esso invece consiglio e dal Consiglio dei ministri (art. 92).
è qualcosa di più di un regime ditta- L’art. 18 della Costituzione prevede per tutti i cittadini il diritto di associarsi
toriale: è una dittatura caratterizzata liberamente; l’art. 21 afferma che i cittadini hanno il diritto di manifestare
dal controllo completo da parte dello liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di
Stato sulla società e sugli individui. diffusione. La libertà di manifestare il proprio pensiero è alla base di ogni sistema
In particolare i caratteri di un regime politico democratico, in quanto fondato sul pluralismo delle idee e sul pacifico
totalitario sono: confronto delle opinioni. Questa libertà fonda quello che oggi è chiamato il diritto
1. il potere assoluto di un partito e all’informazione, nel duplice senso del diritto di informare e di essere informati.
del suo capo
2. l’uso sistematico della violenza e
del terrore poliziesco
per fissare le idee
3. l’affermazione di una ideologia
ufficiale (un sistema di valori e 1. Quali sono i caratteri della tirannide greca?
di credenze) in cui identificarsi 2. Che differenze ci sono tra “autoritarismo”, “dittatura” e “totalitarismo”?
fanaticamente 3. Quali sono le cinque caratteristiche del totalitarismo?
4. il controllo da parte dello Stato di 4. Quali sono stati i totalitarismi nel Novecento?
ogni settore della società e della
vita quotidiana
sviluppiamo
5. il monopolio da parte del partito le competenze
al potere dei mezzi di comunica-
→ Conoscere i totalitarismi oggi è importante per mantenere la memoria di un secolo, il
zione, usati come arma di propa- Novecento “barbaro”, com’è stato chiamato, che ha conosciuto i campi di sterminio nazisti
ganda e di manipolazione degli e i gulag staliniani. Occorre infatti ricordare che il totalitarismo è un prodotto della nostra
individui e delle loro idee. società contemporanea: solo nel Novecento le dittature totalitarie, fondate sulla violenza
e sulla paura, sono anche riuscite a ottenere un grande consenso popolare di massa,
Oggi la maggioranza degli studiosi è attraverso la propaganda dell’odio verso ciò che veniva considerato “diverso” e attraverso
d’accordo nel definire tali il fascismo l’eliminazione di qualunque idea contraria all’ideologia dominante. Sviluppa e commenta
questa traccia in una relazione orale di 15 minuti da svolgere di fronte alla classe.
italiano, il nazismo tedesco e lo stali- Sintetizza in un tweet il nucleo centrale della tua tesi.
nismo comunista.

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Area STUDIO

A Gli eventi nel tempo


In Italia Fuori dall’Italia
• inizio 44 a.C. Cesare diventa dittatore a vita
• 15 marzo 44 a.C. Uccisione di Cesare
• fine 44 a.C. I cesaricidi fuggono in Oriente
52 • autunno 43 a.C. Istituzione del secondo triumvirato
(Ottaviano, Antonio, Lepido)
• dicembre 43 a.C. Uccisione di Cicerone
sezione 1. Dall’età di Cesare all’Impero

• 42 a.C. Sconfitta dei cesaricidi a Filippi


• 40 a.C. Spartizione dei domini romani fra i tre triumviri
• 37 a.C. Matrimonio tra Antonio e Cleopatra
• 36 a.C. Vittoria di Ottaviano contro Sesto Pompeo • 36 a.C. Fallimentare spedizione di Antonio contro i Parti
• 32 a.C. Il senato romano dichiara guerra a Cleopatra
• 31 a.C. Ottaviano sconfigge Antonio e Cleopatra nella
battaglia di Azio

B In sintesi
➀ La dittatura di Cesare → Mentre i congiurati fuggivano in Oriente, a Roma i suoi
→ Nominato dittatore a vita, Cesare assunse le cariche di con- seguaci chiedevano la loro condanna. Dopo aver sconfitto
sole, di imperator (capo dell’esercito) e di pontefice massimo. a Modena Antonio, Ottaviano impose al senato di affidargli
Egli cercò di pacificare la società romana e di allargare il con- il consolato. A questo punto propose ad Antonio la costitu-
senso al suo potere sia tra i ceti popolari sia presso la vecchia zione di un triumvirato. L’obiettivo del secondo triumvi-
classe dirigente. Cesare impose tuttavia un governo forte, ac- rato (Ottaviano, Antonio e Lepido) era quello di eliminare
centrando le principali cariche politiche, militari e religiose. l’aristocrazia conservatrice responsabile dell’uccisione di
→ Nelle province Cesare combatté la corruzione dei funziona- Cesare. Bruto, Cassio e i repubblicani furono sconfitti da
ri pubblici, concesse la cittadinanza romana agli abitanti della Antonio e Ottaviano a Filippi, nel 42 a.C.
Gallia Cisalpina e fondò molte nuove colonie.
→ Gli oppositori di Cesare, appartenenti al vecchio sistema ➂ La vittoria di Ottaviano e la fine
oligarchico, temevano che Cesare volesse instaurare una mo-
narchia. L’obiettivo di Bruto, Cassio e degli altri congiurati,
della repubblica
→ I triumviri divisero i domini romani in tre aree: Antonio
uccidendo Cesare, era di provocare un’insurrezione in favore
ebbe le province orientali, Ottaviano l’Italia e le province oc-
delle istituzioni repubblicane. Con questo proposito uccisero
cidentali, Lepido, presto messo in disparte, l’Africa. Antonio
il dittatore nel 44 a.C.
si trasferì ad Alessandria d’Egitto, mentre Ottaviano rimase
a Roma e consolidò il suo prestigio politico. In Egitto Antonio
sposò la regina Cleopatra e iniziò a comportarsi come un so-
➁ Dalla dittatura al secondo vrano assoluto.
triumvirato → I risultati delle spedizioni militari di Antonio in Oriente fu-
→ I funerali di Cesare si trasformarono in una grande manife- rono limitati: egli conquistò l’Armenia, ma dovette ritirarsi di
stazione popolare che fece fuggire i congiurati da Roma. Due fronte ai Parti. Sul piano politico riorganizzò le regioni orien-
nuovi protagonisti entrarono, a questo punto, in scena: Marco tali in una federazione di monarchie con a capo Cleopatra.
Antonio e Ottaviano. Marco Antonio si presentò al popolo e Antonio fu accusato a questo punto da Ottaviano di volere tra-
ai legionari come il successore di Cesare. Ottaviano, erede del sformare i domini romani in una monarchia di tipo orientale
patrimonio di Cesare, voleva ereditarne anche il potere po- indipendente da Roma. Quest’ultimo riuscì così a presentarsi
litico. Egli cercò per questo l’appoggio dei legionari fedeli a come il difensore di Roma contro il dispotismo straniero. La
Cesare, ottenne i favori della plebe con elargizioni di denaro e vittoria di Ottaviano ad Azio contro Antonio e Cleopatra se-
l’appoggio dei senatori che temevano Marco Antonio. gnò la fine della repubblica e l’inizio dell’impero (31 a.C.).

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Area STUDIO

C Mappa dei concetti

cesare
accentra
53
tutti i poteri

CAPITOLO 2. Da Cesare a Ottaviano


unico padrone di Roma

cariche azioni politiche

• dittatore a vita • conciliazione tra oligarchia, ceto equestre e popolari


• console • incremento dell’occupazione e distribuzione delle
• pontefice massimo ricchezze
• imperator • riforma del calendario

15 marzo 44 a.C.

ucciso da

aristocratici per ripristinare


(con appoggio dei cavalieri) la repubblica

• funerale di Cesare = manifestazione popolare → spaventa


i congiurati → fuggono in Oriente
• divinizzazione di Cesare (43 a.C.)

• amnistia per i congiurati


• convalida degli atti di governo di Cesare

Successori di Cesare

Marco Antonio Gaio Ottavio (Ottaviano)

lettore del testamento politico di Cesare erede e figlio adottivo di Cesare


cerca di ottenere la Gallia Cisalpina (43 a.C.) batte Antonio a Modena
secondo triumvirato: Ottaviano, Antonio e Lepido

ottaviano Antonio Lepido


Italia Oriente Africa

sposa Cleopatra e si comporta propaganda di Ottaviano


da sovrano assoluto contro Antonio

vittoria di Ottaviano ad Azio (31 a.C.) = fine repubblica/inizio impero

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Area attività

D Conoscenze e abilità

1 tempo Ricostruisci la cronologia del capitolo riordinando nella corretta 3 EVENTI Indica se le seguenti
successione i fatti storici indicati. L’esercizio è avviato. affermazioni sono vere (V) o false (F).

54 ☐ Sconfitta dei cesaricidi a Filippi ☐ Fuga da Roma di Bruto e Cassio ➀ Cesare viene ucciso perché i V F

4 Ottaviano diventa console ☐ Spedizione di Antonio contro i Parti repubblicani vedono in lui una
☐ Secondo triumvirato ☐ Uccisione di Cesare minaccia per le istituzioni.
sezione 1. Dall’età di Cesare all’Impero

☐ Vittoria di Ottaviano ad Azio ☐ Sconfitta di Antonio a Modena ➁ Durante la sua dittatura, V F


☐ Uccisione di Cicerone ☐ Roma dichiara guerra a Cleopatra Cesare emana liste di
proscrizione simili a quelle
di Silla.
2 spazio Colora sulla carta i territori controllati da Antonio, Ottaviano
Volga
e ➂ Antonio, dopo la morte V F
Lepido. Poi colloca Alessandria e Azio. di Cesare, ha l’appoggio del
senato e dell’aristocrazia.
Mare
del
Nord
➃ Cicerone si allea con V F
Antonio contro Ottaviano.
Re

Dn
n

es
➄ Il secondo triumvirato fu
o

tr
V F
una magistratura straordinaria
Vo
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Loira
Gallia Gallia
OCEANO Transalpina Cisalpina Cividale del Friuli
Aquileia
riconosciuta da una legge dello
Dan
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Stato.
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Ma
➅ I congiurati vennero

M
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sconfitti nonostante avessero

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Roma o Macedonia Bisanzio

io
SPAGNA Tarragona Bitinia
Ponto
Tago
Baleari
Sardegna
Mar Tir r eno Brindisi Pergamo
Asia Cappadocia
l’appoggio del popolo.
Cagliari
Cartagena
Sicilia
Atene
Sparta
Efeso
Frigia
Cilicia
➆ Le spedizioni militari in V F
Cadice
Cartagine
Siracusa
Creta
Rodi Antiochia
Siria
Oriente di Antonio ebbero
IMPERO DEI PARTI

Ma r Medi terra neo Cipro


Damasco risultati limitati.
Cesarea
Leptis Magna
Cirene
Gerusalemme
Giudea
➇ La propaganda di Ottaviano V F
Cirenaica
AFRICA contro il comportamento di
EGITTO
Antonio in Egitto
Go non ebbe
lf
risultati. o
P er
s ic
o

4 concetti e CONNESSIONI Completa lo schema, relativo alle conseguenze dell’uccisione di Cesare.

Obiettivi dei congiurati


.........................................................................

Uccisione
Reazione dei Romani Conseguenze
di Cesare
......................................................................... .........................................................................
......................................................

Testamento di Cesare
.........................................................................

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Area attività
5 concetti e CONNESSIONI Completa la tabella, relativa alle differenze tra il primo e il secondo triumvirato.

Data Componenti Caratteristiche Finalità Conclusione

Primo triumvirato
55
Secondo
triumvirato

CAPITOLO 2. Da Cesare a Ottaviano


E Competenze
6 scrittura/argomentazione Rispondi alle degli oppositori; il secondo, invece, per mezzo di una
seguenti domande in un testo scritto di 5 righe, per politica di riconciliazione che concesse l’amnistia. Leggi il
ognuna delle domande. documento, poi rispondi alle domande.
➀ Perché l’oligarchia senatoria organizza la congiura
contro Cesare? «Cesare si è posto sin da subito, appena aperte le ostilità,
➁ Perché Ottaviano, dopo aver sconfitto Antonio a il problema dei problemi: come si esce da una guerra civile.
Modena, si allea con lui nel secondo triumvirato? O meglio: come si esce politicamente da una guerra civile.
➂ Perché fallisce il secondo triumvirato? E la sua scelta è stata appunto agli antipodi di Silla: non
proscrizioni ma amnistia. Gli è parso subito chiaro l’errore
7 progettazione/argomentazione Bruto e gli che si commette quando si continua a praticare il “diritto
altri congiurati furono degli assassini al servizio degli di guerra” verso un nemico militarmente e politicamente
aristocratici o dei giustizieri difensori della libertà? sconfitto. Possiamo anche immaginare che non gli sia
Antonio fu mosso dall’ambizione personale o dall’affetto sfuggita la diversa posizione di chi, come Silla, vinceva
per Cesare? La ricerca storica non ha dato una risposta contro un “partito” popolare, e chi, com’era il suo caso, si
definitiva a questi dilemmi. Prova a formulare la tua prospettava una vittoria pur sempre contro un pugno di
opinione in un testo scritto, sulla base di quanto hai ottimati, sia pure dotati di clientele e di eserciti. La loro
appreso nello studio del capitolo ed eventualmente anche sconfitta, immaginava, avrebbe comportato il dissolvimento
di un approfondimento dei fatti e delle interpretazioni tanto dei loro eserciti quanto delle loro clientele. E questo
che sono state date. Un’utile occasione di riflessione rendeva ancora più agevole la pratica della riconciliazione
sulla problematicità della storia e sulla complessità delle e della eventuale cooptazione dei più ambiziosi e dei meno
motivazioni umane può venire dalla lettura dei discorsi compromessi (specie se ancora giovani e con l’aspettativa di
di Bruto e di Antonio contenuti in uno dei capolavori di un prosieguo della carriera politica). Perciò di Silla prenderà
William Shakespeare (1564-1616), la tragedia intitolata uno strumento tutto sommato “neutrale” come la dittatura
Giulio Cesare. ma rifiuterà con sdegno le proscrizioni».
(L. Canfora, Giulio Cesare. Il dittatore democratico,
8 analizzare fonti e documenti Le dittature di Laterza, Roma-Bari 1999)
Cesare e di Silla a confronto
In questo brano lo storico Luciano Canfora confronta le ➀ Con quali diversi metodi Silla e Cesare posero fine alla
modalità con cui Silla e Cesare posero fine rispettivamente guerra civile?
alla guerra civile contro Mario e i popolari e a quella contro ➁ Quali erano gli avversari politici dei due dittatori?
Pompeo e i suoi seguaci: il primo attraverso le proscrizioni, ➂ Perché Canfora afferma che la pratica della
ossia attraverso una violenta azione di repressione riconciliazione fu, per Cesare, “più agevole”?

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CAPITOLO 3
IL PRINCIPATO
56
DI AUGUSTO
Finché Cesare [Augusto] sarà custode della repubblica, non il fu-
sezione 1. Dall’età di Cesare all’Impero

rore della guerra civile o la violenza potrà turbare la tranquillità;


non la discordia che affila le spade e mette tra loro in conflitto le
città sventurate.
— Orazio, Odi, IV, 15, vv. 17-20; trad. T. Colamarino, D. Bo

Chiave di lettura

Pacificazione e conquista

Alla fine del i secolo a.C., dopo decenni di dramma-


tiche guerre civili, Roma assiste all’agonia della re-
pubblica e al nascere di una nuova forma di governo,
l’impero. Sulle macerie della guerra civile si afferma
ora il potere assoluto di Ottaviano Augusto; un po-
polo abituato a disprezzare il nome di “re” impara ad
accettare il potere di un uomo solo, il principe.
Lo scenario del principato di Augusto non è più solo
il bacino del Mediterraneo: i domini di Roma hanno
ormai raggiunto l’Europa centrale, la Britannia, le
regioni del Medio Oriente. Per due secoli, dalle scon-
finate pianure del nord dell’Europa alle assolate ter-
re dell’Africa settentrionale e ai grandi fiumi della
Mesopotamia, i popoli saranno spettatori del trion-
fo della potenza romana. Per duecento anni Roma e
le province dell’Impero conosceranno un periodo di
pace, di sicurezza e di prosperità, il periodo della pax
romana, la pace di Roma.

L’immagine del potere


Statua di Augusto detta “di Prima Porta”, che rappresenta l’imperatore e
generale vittorioso, con la lorica, la corazza istoriata con le sue imprese,
la lancia e a piedi nudi, come se fosse un dio o un eroe greco; ai suoi
piedi il dio Eros su un delfino. i secolo a.C., Roma, Museo Chiaramonti.

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1. Le origini del principato
■ Ottaviano principe di Roma ■ La costruzione del principato
Dopo la vittoria di Azio su Marco Antonio e Cleopatra (31 La scelta di Ottaviano fu di conquistare il potere in
a.C.) e l’annessione dell’Egitto ai domini romani, nel 29 a.C. maniera graduale. Egli sapeva che i Romani, pur recla- 57
Ottaviano celebrò il suo trionfo. Quindici anni dopo Giulio mando un potere forte ed efficace, continuavano ad ave-
Cesare, all’età di trentadue anni, egli era il nuovo padrone re in odio re e monarchie: essi volevano essere cittadini

CAPITOLO 3. Il principato di Augusto


di Roma. Lo sarebbe rimasto fino al 14 d.C., per quarantatré e non sudditi. Ottaviano si presentò dunque come un
anni, assicurando allo Stato romano un lungo periodo di difensore delle tradizioni: conservò le magistrature
stabilità. esistenti e rifiutò di attribuirsi cariche straordinarie,
Un secolo di guerre civili aveva stremato il popolo. Roma come quella di dittatore. Forte del consenso che aveva
ora chiedeva pace e ordine; Ottaviano sembrava in grado presso gli aristocratici e i cavalieri, mantenne l’ordina-
di garantirli. Decimata dalle lotte intestine, la stessa clas- mento repubblicano, ma lo fece in modo da accentrare
se dirigente romana, un tempo orgogliosa e autorevole, era nelle sue mani − e come vedremo in quelle dei suoi suc-
ormai pronta a consegnare il potere nelle mani di una cessori − tutti i poteri dello Stato, annullando di fatto
sola persona, consapevole che il regime repubblicano non il principio della collegialità fra le varie cariche poli-
era più in grado di rispondere alle esigenze di uno Stato dai tiche (consoli, senatori, tribuni) che era stato il fonda-
confini così vasti. mento della repubblica.

I domini di Roma all’inizio del principato (fine i secolo a.C.)

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58
sezione 1. Dall’età di Cesare all’Impero

◀ Magistrati (o
senatori) con toga
e corona di alloro,
rilievo in marmo,
particolare del
fregio dell’Ara Pacis
Augustae, Roma,
Museo dell’Ara Pacis.

Ottaviano non volle dunque essere considerato un sovra- riunioni e di votare per primo le proposte di legge, indiriz-
no, bensì il principe (princeps), ossia il primo cittadino di zando in tal modo il voto dell’assemblea.
Roma, che per prestigio e autorità deteneva il potere ed era Nel 27 a.C., il senato gli conferì il titolo di Augusto
in grado di fare il bene dello Stato ma, diversamente da un so- (che in latino significa “degno di venerazione”, “protet-
vrano, non governava da solo. Dal titolo di principe deriva il to dagli dèi”), un titolo religioso che definiva i caratteri
termine principato, con il quale gli storici indicano la forma quasi divini della sua persona. Da quel momento il nome
di governo inaugurata da Ottaviano, il quale, senza abolire for-
malmente la repubblica, di fatto assunse la guida dello Stato.
MEMO LESSICO

■ Ottaviano diventa Augusto Principe


Il termine latino princeps (“il primo”) indicava a Roma l’uomo
politico più illustre, il primus inter pares, cioè il primo tra individui
Ottaviano costruì il suo principato attraverso un’abile di pari dignità. Il princeps senatus (“principe del senato”) era il
strategia politica che lo portò in pochi anni a sommare ca- senatore più anziano e autorevole, che aveva il diritto di parlare e
votare per primo nell’assemblea.
riche e privilegi, evitando però di scontrarsi con il senato,
la cui autorità venne formalmente mantenuta. Augusto
A partire dal 28 a.C. Ottaviano si fece eleggere console La parola latina Augustus deriva dal verbo augere, che significa
“accrescere”, “ampliare”, da cui deriva anche il termine auctoritas.
per cinque anni consecutivi. Già acclamato imperator, cioè Ottaviano dunque è colui che ha accresciuto la potenza di Roma.
comandante supremo dell’esercito, nel 28 a.C. Ottaviano La parola ha anche un significato religioso, perché si lega ai
termini augurium (“presagio favorevole”) e àuguri (i sacerdoti che
fu nominato anche principe del senato (princeps senatus), interpretavano i segni inviati dagli dèi).
titolo che gli dava il diritto di convocare e presiedere le

per schematizzare
Cariche e poteri assunti da Ottaviano (28 a.C.–14 d.C.)
Potere militare Potere politico Potere religioso Potere simbolico/spirituale
Imperator Console Pontefice massimo Augusto
Potere dei proconsoli Principe del senato Padre della patria
Potere dei tribuni della plebe

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ufficiale di Ottaviano di- tweet Il nome rispondevano del loro comportamento direttamente ad
venne “Imperatore Cesare dell’imperatore Augusto e scelti all’interno del ceto equestre o fra i liberti
Dal i secolo a.C. l’appellativo
Augusto figlio del Divo di augusto diviene parte
per evitare che nutrissero ambizioni elevate e pericolose
Giulio”. Qualche anno più del titolo imperiale. per l’assetto dell’Impero. Il ricco territorio dell’Egitto ebbe
tardi gli sarà anche attri- Con Diocleziano sarà uno statuto particolare: venne, infatti, considerato non
istituzionalizzato come
buito l’appellativo di “padre cognomen imperiale. una provincia, ma un dominio personale del principe.
della patria”, segno della gra-
titudine del senato e dell’in-
tero popolo romano per aver restaurato l’ordine e la pace. ■ Fisco ed erario
Nel 23 a.C. Augusto abbandonò la carica di console e si 59
fece conferire i poteri spettanti ai tribuni della plebe (tri- Augusto impose che le entrate tributarie delle province
bunicia potestas) e ai proconsoli (imperium proconsulare), ini- imperiali andassero al fisco, una cassa separata posta di-

CAPITOLO 3. Il principato di Augusto


zialmente per la durata di cinque anni, in seguito a vita. In rettamente sotto il suo controllo, anziché all’erario, il te-
tal modo egli acquisì le prerogative che spettavano a quelle soro pubblico amministrato dal senato, dove confluivano
cariche: con la prima, oltre ad accentuare la sacralità e l’in- i più modesti introiti tributari delle province senatorie.
violabilità della sua persona, ottenne il diritto di veto sui Per evitare il diffondersi della corruzione e delle prepoten-
provvedimenti degli altri magistrati; con la seconda acquisì ze ai danni dei provinciali, assai diffuse in età repubblica-
il potere supremo, militare e civile, su tutte le province. na, ai funzionari delle province fu assegnato un adeguato
Nel 12 a.C., infine, Augusto fu nominato pontefice mas- stipendio. Inoltre fu anche creata una nuova categoria di
simo, divenendo la suprema autorità religiosa di Roma e esattori delle imposte, composta di funzionari statali,
assumendo anche il potere di censore per il controllo dei che sostituì gli appaltatori privati (i pubblicani), tristemente
costumi e della moralità pubblica. famosi per la loro prepotenza e disonestà. In seguito a questi
provvedimenti le province imperiali, di recente conquista,
si sentirono maggiormente tutelate dallo Stato romano e la
■ Province senatorie e imperiali loro romanizzazione risultò fortemente favorita.

Una volta consolidato il proprio potere a Roma, Ottaviano


MEMO LESSICO
Augusto si dedicò alla riorganizzazione politica e am-
ministrativa dell’immenso territorio sottoposto alla sua Romanizzazione
autorità. Le province furono divise in due categorie: sena- Con questo termine s’intende l’azione esercitata da Roma nei
torie e imperiali. confronti dei popoli vinti, che mirava da un lato a costruire uno
Stato unificato dalle stesse leggi e dalla stessa organizzazione
Le province senatorie erano costituite dai territori di sociale e politica, dall’altro a imporre i valori della civiltà romana e
conquista più antica, i quali continuarono a essere gover- ad assimilare a una cultura comune le genti sottomesse.
nati da ex magistrati di nomina senatoria, come prevedeva
l’ordinamento repubblicano.
Le province imperiali comprendevano invece i territo- LE DOMANDE DELLA STORIA
ri di conquista più recente (la Spagna, la Siria, le Gallie),
Il potere di Ottaviano: impero o principato?
per i quali era necessaria la presenza di un consistente Il principato fu la forma di governo che segnò il passaggio dalla
esercito di occupazione. Queste province furono affida- repubblica all’impero. Ottaviano governò con i pieni poteri di un
sovrano senza però proclamarsi tale. Egli cercò infatti di mettere
te a governatori nominati dal principe (i legati), che in atto questa trasformazione con prudenza. Si guardò dall’assu-
mere gli atteggiamenti autoritari che erano stati di Cesare ed evitò
di comportarsi alla maniera dei sovrani orientali, come aveva fatto
Antonio. Tutti i poteri erano nelle sue mani, ma un’abile propaganda
MEMO DATE riuscì a presentarlo come un difensore della repubblica.

L’età di Ottaviano Augusto Perché le entrate dell’erario erano minori di quelle del fisco?
31 a.C. Vittoria di Ottaviano su Antonio e Cleopatra ad Azio I cittadini romani erano esenti dalle tassazioni dirette (ossia quel-
29 a.C. Trionfo di Ottaviano le su patrimoni e proprietà), pagate invece dai provinciali. Quando
28 a.C. Ottaviano è nominato principe del senato Augusto decise di estendere la cittadinanza romana agli abitanti di
27 a.C. Ottaviano riceve il titolo di Augusto molte province senatorie, il numero delle persone tassabili in quei
23 a.C. Augusto assume il potere tribunizio e proconsolare territori si ridusse. L’erario, che incamerava le entrate fiscali delle
12 a.C. Augusto diventa pontefice massimo province senatorie, godette quindi d’introiti molto inferiori a quelli
9 d.C. Sconfitta dell’esercito romano a Teutoburgo del fisco, la nuova cassa creata da Augusto, in cui confluivano le
14 d.C. Morte di Augusto entrate fiscali delle province imperiali.

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■ L ’amministrazione di Roma Dopo Augusto, come vedremo, il capo dei pretoriani diven-
e della penisola italica ne così potente da condizionare perfino gli imperatori, ar-
rivando a svolgere un ruolo politico e militare decisivo nei
Uno dei problemi più importanti che Augusto dovette af- momenti cruciali della storia romana. La fedeltà o il tra-
frontare fu la riorganizzazione dell’amministrazione dimento dei pretoriani si rivelarono, infatti, determinanti
pubblica della capitale, che era rimasta ancora quella di per la fortuna o la rovina di molti imperatori.
secoli prima, quando Roma era una piccola potenza regio- Augusto riordinò anche l’amministrazione della peni-
nale. Per quanto ampi fossero i suoi poteri, Augusto non sola italica, che venne suddivisa in undici regioni. Da que-
poteva governare da solo. Per questo si circondò di una cer- sta suddivisione rimasero escluse la Sicilia e la Sardegna,
60 chia influente di funzionari di nuovo tipo, i prefetti, nei che restarono province.
confronti dei quali si riservò il potere esclusivo di nomina
e di revoca. Esistevano vari tipi di prefetti:
La nascita della burocrazia statale
sezione 1. Dall’età di Cesare all’Impero

• il prefetto urbano curava l’amministrazione di ■


Roma e garantiva l’ordine pubblico;
• il prefetto dell’annona era incaricato di provvedere Con la riforma dell’amministrazione pubblica nelle province
all’approvvigionamento alimentare dell’Urbe e alle e nella capitale Augusto creò, per la prima volta nella storia
distribuzioni gratuite di grano ai proletari; di Roma, un’efficiente burocrazia, competente nei vari set-
• il prefetto dei vigili svolgeva funzioni di polizia e di tori dell’amministrazione statale (polizia, ordine pubblico,
controllo degli incendi che di frequente scoppiavano approvvigionamenti, giustizia) e diretta da tecnici esperti,
nella capitale; retribuiti e nominati direttamente dal principe, ai quali era
• il prefetto del pretorio era il comandante dei pre- delegato il governo della città e dell’Impero. Con l’affermarsi
toriani (circa 9000 uomini), un corpo militare scelto, dei funzionari imperiali, la cui carriera era affidata alla be-
creato appositamente da Augusto, che, oltre a essere nevolenza del principe, si ridussero i poteri delle tradizionali
l’unico contingente armato presente sul territorio di magistrature elettive repubblicane, le quali spesso manca-
Roma, svolgeva il delicato incarico di guardia perso- vano delle competenze necessarie per amministrare la mac-
nale del principe. I pretoriani godevano per questo china statale. La durata della carica dei consoli fu limitata a
del privilegio di una ferma di 16 anni (e non 20) e per-
cepivano una paga tripla rispetto agli altri militari.
grammatica della cittadinanza
tweet Il Castro pretorio
Ancora oggi a Roma esiste un quartiere chiamato Castro pretorio, Burocrazia
dove anticamente sorgevano gli alloggiamenti dei pretoriani, la
guardia scelta del principe. La parola burocrazia è di origine moderna e deriva dall’unio-
ne del termine francese bureau (“ufficio”) e del termine greco
krátos (“potere”). Con il termine burocrazia s’indica l’ammini-
▼ Particolare di un rilievo raffigurante la parata della guardia pretoriana, strazione pubblica, cioè l’insieme degli uffici e degli impiegati
ii secolo d.C., Parigi, Museo del Louvre. che permettono il funzionamento delle istituzioni pubbliche,
dalla sanità alla giustizia, dall’istruzione alle finanze.

Conoscere il passato
La burocrazia storicamente acquista un peso sempre più rile-
vante a mano a mano che lo Stato diventa più vasto e svolge
attività più complesse. In epoca repubblicana la burocrazia ro-
mana era relativamente semplice. Dal i secolo a.C., la sua im-
portanza crebbe. Con Augusto alla burocrazia fu affidata, oltre
all’amministrazione dello Stato, delle finanze e dell’economia,
anche la gestione degli eserciti e delle province.

Comprendere il presente
Oggi il termine è usato spesso in senso negativo, per indi-
care un’amministrazione inefficiente, lenta, ottusa. In realtà
la burocrazia è una parte fondamentale di uno Stato e tutti i
cittadini hanno bisogno di una struttura burocratica efficien-
te, capace e onesta. Spesso si confonde anche l’amministra-
zione burocratica con il governo. Chi governa compie scelte
politiche; chi amministra ha invece come scopo il buon fun-
zionamento delle strutture pubbliche, l’efficiente ed efficace
applicazione degli indirizzi stabiliti a livello politico.

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soli tre mesi ed essi persero gran parte delle loro prerogative. continuarono a essere i principali magistrati, i governatori
Lo stesso senato, che mantenne formalmente la sua autori- delle province senatorie e gli ufficiali dell’esercito; ai cava-
tà, venne a poco a poco privato di poteri reali. lieri furono invece riservati gli incarichi di governo nelle
Abile politico, Augusto seppe tuttavia ottenere l’appog- province imperiali e in Egitto.
gio al suo operato sia dalla maggioranza dei membri dell’a-
ristocrazia senatoria, sia dal ricco ceto mercantile e affa-
ristico dei cavalieri. Ai senatori riservò la carica di prefetto ■ La politica estera di Augusto
urbano; ai cavalieri gli altri incarichi prefettizi. I senatori
La politica estera di Augusto fu orientata al consolida-
mento dei confini esistenti, anche se egli non rinun- 61
LE DOMANDE DELLA STORIA ciò a nuove conquiste territoriali e all’annessione di
nuove province. A Occidente un grande sforzo bellico fu

CAPITOLO 3. Il principato di Augusto


Perché Augusto promosse il ruolo politico dei cavalieri? speso per sottomettere le fiere popolazioni che abitavano
A lungo esclusi, nei secoli della repubblica, dalle alte cariche politiche, i
cavalieri con Augusto videro finalmente riconosciuto il loro ruolo politi- le montagne del nord della Spagna (i Baschi, i Cantabri,
co, pari a quello del senato. Appoggiando i cavalieri, il principe conseguì gli Asturiani), i cui territori furono annessi, dopo oltre
tre obiettivi: limitò il potere del senato, allargò la base sociale della vent’anni di guerra, alla provincia della Spagna Citeriore.
classe dirigente romana, ottenne l’appoggio di un ceto ricco e influente.
In Africa, la Mauritania fu ridotta a Stato sottoposto.

Leggere le fonti

Il potere che apparteneva al popolo e al senato passò


Augusto: interamente sotto il controllo di Augusto e da quel
principe o momento in poi si passò a una monarchia di fatto. […]
L’intera impostazione ed amministrazione della politica
monarca? è completamente condizionata dalle decisioni di colui
DATA: ii-iii secolo d.C. che detiene il potere in quel momento. Poi, per dare
AUTORE: Cassio Dione l’apparenza che questo potere scaturisca non da una
TIPO DI FONTE: Scritta forma di egemonia personale ma dalle leggi,gli imperatori
si attribuirono tutte le funzioni delle magistrature che Le cariche
erano in vigore durante la repubblica per concessione repubblicane
In questo brano, lo storico greco Cassio Erano cariche del popolo, assumendone i titoli, tranne quello della
Dione (ii-iii sec. d.C.) sostiene la tesi elettive dittatura; anziché il titolo di re o di dittatori ricevono
secondo la quale Augusto e i suoi l’appellativo di imperator, che assumono per tutta la vita,
successori, pur rivendicando il proprio non solo quelli che hanno riportato delle vittorie Il titolo di
ruolo di principi e non di re, in realtà imperator era
erano dei monarchi, in quanto non solo militari, ma anche tutti gli altri, come dimostrazione
dato in età
controllavano tutti gli organi di potere, ma del loro potere autonomo. I titoli di re e di dittatore non repubblicana
anche erano sciolti dalle leggi, in specie sono più assunti […], ma la funzione di quelle cariche ai generali
da quelle scritte. Dunque essi avevano viene loro garantita proprio dal titolo di imperator. In vittoriosi
le prerogative dei monarchi, pur non virtù di questi titoli essi hanno il potere di compilare le
avendone il nome.
liste di leva, di raccogliere fondi, di dichiarare guerra e di
trattare una pace, di avere la piena autorità sui cittadini
e sulle genti straniere dovunque e sempre, sino al punto
Guida alla lettura di potere anche mettere a morte cavalieri e senatori
all’interno del pomerium e, infine, possiedono anche tutti
➀ Con quale argomento gli altri poteri concessi un tempo ai consoli e agli altri
l’autore sostiene la tesi magistrati con autorità indipendente. […] Per di più
che l’imperatore è un re costoro hanno acquisito anche un altro privilegio: […] gli
imperatori sono cioè liberi dall’obbedienza alle leggi. […]
mascherato?
Con questo sistema, facendo leva su questi titoli desunti Le cariche
➁ Quali prerogative hanno in dall’ordinamento repubblicano, sono riusciti a rivestire elettive (console,
comune re e imperatori, tribuno ecc.)
tutti i poteri del governo, sino al punto di possedere anche
secondo l’autore? quelli dei re, tranne il loro deplorevole titolo.
(Storia romana, LIII, 17, trad. A. Stroppa, Rizzoli, Milano 1998)

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Lungo il confine settentrionale dell’Impero, Augusto Varo, furono annientate nella foresta di Teutoburgo, dalle
avviò una lunga serie di operazioni militari, al fine di cre- orde germaniche guidate da Arminio, un eroe leggendario
are una fascia di domini romani lungo tutto l’arco alpino, a cui la splendida vittoria valse l’appellativo di “salvatore
a protezione della penisola italica. Nelle Alpi marittime fu- della libertà germanica”. Dopo la tremenda disfatta, Roma
rono sconfitti i Liguri; in Valcamonica furono sottomessi abbandonò per sempre ogni proposito di conquista della
i Camuni. Ai piedi delle Alpi furono fondate le colonie di Germania.
Augusta Taurinorum (Torino) e di Augusta Praetoria (Aosta).Al di A Oriente Augusto proseguì la politica di sostegno ai re-
là delle catene montuose, alcune difficili campagne militari gni locali fedeli a Roma (i cosiddetti “regni clienti”), già av-
portarono alla sottomissione delle tribù stanziate in Rezia viata con successo da Pompeo e da Antonio. In particolare,
62 e nel Norico (all’incirca le attuali Svizzera e Austria) e alla
conquista delle regioni della Pannonia, l’attuale Ungheria,
e della Mesia (a cavallo delle attuali Serbia e Bulgaria). I con- MEMO LESSICO
sezione 1. Dall’età di Cesare all’Impero

fini romani giunsero così fino alle rive del Danubio, fiume
che avrebbe segnato per secoli, insieme con il Reno, il confi- Germani
Con la parola Germani gli studiosi indicano un insieme di popoli di
ne dei possedimenti romani nell’Europa del Nord. lingua indoeuropea che, muovendo dalla Scandinavia meridionale
Meno fortunato fu invece il tentativo di espansione al nei primi secoli del i millennio a.C., occupò un’ampia area
dell’Europa centro-settentrionale, compresa tra la Scandinavia a
di là del Reno, nelle vaste e misteriose terre dei Germani. nord, la Vistola a est, il Danubio a sud e il Reno a ovest.
Nel 9 d.C. tre legioni romane, comandate da Publio Quintilio

▼ La politica estera di Augusto fu orientata sia al consolidamento dei confini esistenti, sia a nuove conquiste territoriali. Augusto ampliò i domini
romani nella penisola iberica e nell’area balcanica, creando una continuità territoriale tra l’area occidentale e quella orientale dell’Impero. Non riuscì
invece a conquistare l’Europa centrale. A Oriente sostenne l’insediamento di regni clienti favorevoli a Roma.

la politica estera di augusto

estensione dell'impero alla morte di Augusto


Italia
province imperiali
province senatorie
territori conquistati da Augusto
(alcuni costituiti in province dopo la sua morte)
Teutoburgo
9 d.C. regni clienti di Roma
GERMANI
Oceano regno indipendente dei Parti
Lutetia BELGICA
Atlantico Augusta
(Parigi) GALLIA Treverorum
LUGDUNENSE (Treviri) Vindobona
AQUITANIA
(Vienna) DACI REGNUM
REZIA
Burdigala Lugdunum NORICO Aquincum BOSPHORI
(Bordeaux) (Lione) (Budapest)
GALLIA PANNONIA
NARBONENSE DA Singidunum Mar Nero
LMA (Belgrado)
LUSITANIA ZIA MESIA PONTO
SPAGNA Bisanzio BITINIA ARMENIA
Olisipo TARRACONENSE
(Lisbona) Roma MACEDONIA Nicomedia
BETICA Pergamo GALAZIA
ACAIA ASIA REGNO
M a r ICIA
Atene CIL SI RIA
DEI PARTI

Cartagine Creta Cipro


M
e d
NUMIDIA i t e r
r a n e o Gerusalemme
Leptis Magna GIUDEA
Alessandria

AFRICA PREFETTURA
CIRENAICA
D'EGITTO

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Storia magazine
correva l’anno

L’umiliazione di Teutoburgo
9 d.C. - Inizi di settembre — Publio Quintilio Varo guardò ansiosamente lo stretto passaggio tra
la palude e la bassa e boscosa collina che aveva davanti a sé. 63

L’imboscata

CAPITOLO 3. Il principato di Augusto


ausiliari e tre ali di cavalleria. 25 000 Nascosti dietro un terrapieno lungo
soldati, pronti a morire per la gloria di 500 metri costruito appositamente
Nonostante fosse stato avvisato dai Roma. (ma Varo non se n’era accorto) Arminio
suoi informatori, Varo non credeva Mentre i legionari avanzavano, Varo scatenò la sua orda, almeno 25 000
che Arminio, il feroce nuovo capo dei ebbe un moto di paura. Stavano mar- guerrieri. Aveva scelto con cura il luo-
Germani Cherusci, stesse progettando ciando verso la disfatta. Maledì se stesso go dello scontro: uno stretto passaggio
un’imboscata in quelle sconosciu- e il suo principe che aveva scelto lui per di soli 100 metri. Le legioni lentamente
te foreste circondate da acquitrini quel delicato comando, lui che era stato si sfaldarono, poi furono fatte a pezzi.A
(Teutoburgo era il nome della lo- governatore della Siria, un amministra- sera, dopo aver subito numerose perdi-
calità). Si voltò e guardò la lun- tore più che un generale. Fino ad allo- te, i Romani riuscirono faticosamente
ga e lenta colonna militare ra la campagna contro i nuovi nemici ad accamparsi su di un’altura.
che sfilava nello stretto di Roma, i Germani, era andata bene. All’alba del giorno seguente, abban-
passaggio, sferzata Nell’estate i Romani avevano stroncato donati i carri e i carichi ingombranti,
dalla pioggia e dal la rivolta dei Cherusci.Tutt’altro che pa- Varo riprese il cammino. Sperava di
vento. Il principe cificati, i Germani aspettavano tuttavia mettersi in salvo in un accampamen-
Augusto lo ave- il momento opportuno per scacciare to lungo il fiume Reno. Ma ormai era
va messo da po- dalle loro terre l’invasore. E ai Cherusci l’ombra di se stesso. La marcia fu inter-
chi mesi a capo di Arminio, si erano uniti i Bructeri, minabile. Le incursioni dei Germani
di tre legioni i Marsi e altre tribù ancora. Ora que- durarono tutto il giorno: attaccavano e
scelte, cui si sto momento poteva arrivare, proprio poi si ritiravano velocemente nella fo-
aggiungevano quando Varo si era deciso a spingere le resta. Le perdite furono pesanti: i morti
sei coorti di sue legioni a nord ovest, verso i campi e i feriti formavano una lunga striscia
invernali dove le truppe avrebbero sver- di sangue alle loro spalle. Il terzo gior-
nato finita la stagione della guerra. no, decimate, le legioni romane furono
circondate dai guerrieri di Arminio.
I Romani fuggirono sbandati; molti
La disfatta preferirono uccidersi piuttosto che
cadere prigionieri; dopo qualche esita-
Ai centurioni più esperti bastò uno zione anche Varo si gettò sulla spada,
sguardo per cogliere l’indecisione del consapevole del suo fallimento.
loro generale. Ma avanzarono lo stes- A Roma Augusto aveva avuto alcune
so. L’attacco fu improvviso, brutale. notti agitate. La notizia della disfatta
lo sconvolse. Lo scrittore Svetonio rac-
In Germania la battaglia di Teutoburgo divenne un
conta: «Dicono che Augusto si mostras-
mito celebrativo della superiorità della nazione se così avvilito da lasciarsi crescere la
tedesca sugli altri popoli. Nel 1875, nei luoghi barba ed i capelli, sbattendo, di tanto
dello scontro, in Renania, fu costruito un
gigantesco monumento alto 60 m in memoria in tanto, la testa contro le porte e gri-
di Arminio (in tedesco Hermann), simbolo dando: “Varo rendimi le mie legioni!”»
della lotta per l’unità della Germania.
(Svetonio, Vite dei dodici Cesari, II, 23).

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64
sezione 1. Dall’età di Cesare all’Impero

◀ Arco di Augusto
ad Aosta.

riuscì a insediare sovrani favorevoli a Roma in Armenia, LE DOMANDE DELLA STORIA


in Tracia e nel Ponto. Nei confronti del regno dei Parti,
Quale concezione della pax romana aveva Augusto?
che in passato aveva inferto a Roma brucianti sconfit- Uno degli obiettivi politici di Augusto fu il mantenimento della pace.
te (prima alle legioni di Crasso e poi a quelle di Antonio), Da secoli però, per i Romani, la pace (la pax romana) poteva esse-
Augusto preferì sostituire l’arma della guerra con quella re garantita solo dalla supremazia militare, dalla guerra. Erede di
questa concezione, Augusto attuò tuttavia una politica di conquiste
della diplomazia. Nel 20 a.C. Augusto siglò un trattato di territoriali più moderata rispetto al passato. Ciò fu dovuto anche a
pace con i Parti e ottenne la restituzione, di alto valore sim- fattori di politica interna: una politica di conquiste avrebbe favorito
l’emergere di nuovi comandanti militari, che avrebbero potuto inco-
bolico, delle insegne militari romane prese a Crasso nella raggiare nuove guerre civili.
battaglia di Carre del 53 a.C.

AREA TUTOR — Facciamo il punto!


1 Verifica le CONOSCENZE 2 Definisci il LESSICO ESSENZIALE
➀ Perché Ottaviano volle essere ➀ Principe/principato ➁ Province senatorie/province imperiali ➂ Legati
considerato un principe e non un ➃ Erario/fisco ➄ Romanizzazione ➅ Prefetto ➆ Burocrazia
sovrano?
➁ Quali furono le cariche politiche 3 Acquisisci le COMPETENZE
di Ottaviano? Dal testo alla mappa
➂ Qual era la differenza tra province Le funzioni dei prefetti. Completa il seguente schema. L’esercizio è avviato.
senatorie e province imperiali?
➃ Quali erano le funzioni dei prefetti?  prevenire i disordini
➄ Qual era la differenza tra i
funzionari imperiali e i magistrati annona 
 prefetti
repubblicani?  
➅ Quali furono le linee della
politica estera di Augusto?  

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2. La società romana nell’età di
Augusto
■ La politica sociale di Augusto 65
Durante l’età augustea Roma non conobbe rilevanti proteste

CAPITOLO 3. Il principato di Augusto


sociali, così come furono pressoché assenti quelle congiure po-
litiche che avevano tragicamente segnato l’ultima fase della re-
pubblica. Le limitate forme di opposizione al regime furono
peraltro sempre represse con durezza da Augusto. I maggiori
problemi vennero piuttosto dalla sua stessa famiglia, più volte
coinvolta in scandali e in lotte di potere. Nel complesso, quindi,
Augusto poté contare su un largo consenso popolare, aven-
do garantito quella pace e quella stabilità che aveva promesso
all’inizio della sua lunga stagione al potere.
Come abbiamo già ricordato, durante il principato di
Augusto crebbe notevolmente il peso sociale e politico del ceto
▲ Placca d’argento di una briglia da parata con iscrizione Plinio Praefecto,
dei cavalieri, che si trasformò in una classe di potenti funzio- da Castra Vetera (Xanten, Germania), appartenuta a Plinio il Vecchio
nari al servizio del principe.Anche se ridimensionato, il presti- (23-79 d.C.), in qualità di prefetto della cavalleria nella Germania
gio del ceto senatorio non venne tuttavia meno del tutto. inferiore dal 52 al 54 d.C.
Augusto non intraprese politiche economiche particolari
a favore dei proletari. La plebe urbana più povera continuò del congedo e una trattenuta periodica per pagare il ve-
a campare, come aveva sempre fatto, in gran parte grazie alle stiario, l’armamento e perfino le spese di sepoltura.
distribuzioni gratuite di grano, quando non direttamente di Il reclutamento era volontario e prevedeva una ferma
denaro. Queste elargizioni, insieme ai grandiosi spettacoli e della durata di vent’anni (dieci per la cavalleria), dopo la
alle feste pubbliche offerte generosamente al popolo, costi- quale i legionari venivano congedati ricevendo un appez-
tuirono per Augusto il mezzo più efficace per mantenere il zamento di terra, di solito in una colonia vicina ai luoghi
consenso e contenere eventuali forme di protesta violenta. dove avevano combattuto, allo scopo di favorire l’integra-
Pure nei confronti dei contadini non fu fatto molto, an- zione tra Romani e popolazioni locali. La carriera militare
che se la propaganda augustea difese sempre le tradizioni divenne strumento di promozione sociale per i ceti meno
della campagna e la piccola proprietà terriera. Per com- abbienti, poiché assicurò loro la sicurezza materiale sia du-
battere la forte disoccupazione − soprattutto quella della rante la ferma, sia dopo il congedo. Anche per i provinciali
popolazione rurale espulsa dalle campagne per il continuo il servizio militare risultò conveniente, perché garantiva
espandersi del latifondo − Augusto varò un imponente loro la cittadinanza romana.
piano di grandi opere pubbliche, quali la costruzione di
strade, terme, acquedotti e ponti. Fu anche organizzato un
efficiente sistema postale, che migliorò e velocizzò le co- ■ L e leggi sulla famiglia
municazioni nei vasti territori imperiali. e la morale augustea
La propaganda augustea sostenne che la crisi morale in
■ La riforma dell’esercito cui Roma era caduta durante gli ultimi anni della repub-
blica fosse dipesa dall’abbandono delle antiche tradizioni
Il potere di Augusto si fondò sempre sul consenso dell’e- (il mos maiorum), dal diffondersi eccessivo del lusso, dalla
sercito, che fu trasformato in una forza permanente, re- decadenza della famiglia. Per combattere questi feno-
tribuita con un regolare stipendio, un premio al momento meni, Augusto promulgò una serie di leggi a difesa del

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matrimonio e della moralità pubblica e privata. Per ri- utilizzò l’opera di grandi poeti come Virgilio e Orazio e di
durre il celibato e incrementare le nascite, in continuo calo storici come Tito Livio, i quali esaltarono la superiorità di
a Roma, i cittadini in età fertile furono obbligati a sposarsi Roma sui popoli orientali e celebrarono le sane e virtuose
(i vedovi e i divorziati a risposarsi); alle famiglie più nume- tradizioni latine contro le pericolose influenze della cultu-
rose furono concessi premi in denaro. Una legge prescris- ra ellenistica. Con le loro opere, questi autori diedero una
se che l’adulterio non fosse più punito dal pater familias, formidabile giustificazione culturale alla supremazia
com’era stato per secoli, ma venisse considerato un reato politica di Roma, che attraverso la grandezza dei suoi
punito dallo Stato con l’esilio e la confisca della metà del intellettuali si sentì per la prima volta legittimata anche
patrimonio. Per dimostrare la serietà delle sue intenzioni sul piano culturale a dominare regioni come la Grecia, che
66 moralizzatrici, Augusto fece persino esiliare la figlia Giulia, aveva dato un così alto contributo all’arte e alla letteratura.
accusata di adulterio. L’efficacia di questi provvedimenti fu
tuttavia molto limitata. La legge contro l’adulterio, in par-
Il circolo di Mecenate
sezione 1. Dall’età di Cesare all’Impero

ticolare, non fu probabilmente mai applicata. ■

Il circolo culturale più importante e conosciuto fu quello che


■ La politica culturale di Augusto faceva riferimento a Gaio Mecenate, amico e collaborato-
re di Augusto. Egli era un abile e intelligente aristocratico di
Negli anni della dominazione di Augusto, Roma visse una
straordinaria fioritura culturale e artistica. Numerosi in-
tellettuali si fecero promotori della diffusione degli ide- MEMO LESSICO
ali augustei (la pace ritrovata, l’ordine e la stabilità sociale,
Mecenate
la moralità, la grandezza di Roma), celebrando le lodi del Il nome di Mecenate è diventato sinonimo di benefattore delle
principe e la sua lungimiranza. Per Augusto rinnovare lo arti e della cultura. Con il termine “mecenatismo” ancora oggi
s’intende la protezione e il sostegno, soprattutto economico,
Stato significava riaffermare i valori tipicamente romani concesso a scrittori e artisti.
del mos maiorum (il “costume degli avi”). A questo fine egli

Leggere l’IMMAGINE

la gemma Nella parte superiore è rappresentato Augusto sul


trono come Giove, con ai piedi l’aquila simbolo
augustea del dio, mentre la dea Terra lo
incorona principe. Alla sua
sinistra la personificazione
DATA E AUTORE: i secolo d.C.; dell’Italia regge una
Dioscuride cornucopia, simbolo
DIMENSIONI: 19 x 23 cm dell’abbondanza. Alla
SEDE: Kunsthistorisches Museum, sua destra siede la
Vienna personificazione di
Roma.

La “Gemma augustea” è un cammeo in


onice inciso dall’artista greco Dioscuride
tra il 15 e il 37 d.C. Il gioiello è composto
di due sezioni che rappresentano in modo Nella parte inferiore
allegorico la potenza di Augusto. alcuni legionari
innalzano un trofeo
con le armi dei
nemici sconfitti;
altri trascinano dei
prigionieri.

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origine etrusca che riuscì a costituire, grazie ai generosi fi- Non mancarono tuttavia forme di dissenso alla propa-
nanziamenti, una cerchia di poeti e scrittori disponibili ad ganda del regime augusteo, che furono represse da Augusto
appoggiare gli obiettivi della politica augustea. Protetti da con durezza. Uno degli intellettuali allontanati da Roma fu
Mecenate, gli intellettuali vicini al principe riuscirono a dif- il grande poeta Ovidio, esiliato in uno sperduto paesino
fondere presso l’opinione pubblica romana la convinzione sulla costa del mar Nero perché le sue opere vennero consi-
che, con Augusto, per Roma si fosse aperta una nuova epoca derate troppo licenziose e di pessimo esempio per i giovani,
ricca e felice, un’età dell’oro di giustizia, laboriosità e virtù. o forse solo perché si era rifiutato di partecipare alla cele-
brazione pubblica del principe.

i protagonisti della storia 67


■ L a Roma di mattoni diventa
di marmo
Mecenate

CAPITOLO 3. Il principato di Augusto


Nato nel 68 a.C. da una fami- Augusto era solito dichiarare che aveva trovato una Roma
glia etrusca di Arezzo, Gaio d’argilla e di mattoni e l’aveva lasciata ai suoi eredi di mar-
Mecenate fu il più fedele amico
di Augusto. Organizzatore dei mo. Al fine di trasformare la città in una splendida capita-
circoli culturali augustei, uomo le, pari alle grandi metropoli orientali, Augusto fece, infatti,
colto e raffinato, promosse la
vita culturale di Roma e fu il costruire importanti monumenti che trasformarono il vol-
più influente consigliere del to dei più importanti quartieri dell’Urbe, a partire dal Foro,
principe, dimostrando gran- il centro politico e sociale della città. Dopo Augusto, nessun
di capacità amministrative e
diplomatiche. imperatore rinunciò a celebrare il proprio potere con nuovi
monumenti, templi, statue e colonne.

▼ Giardino con erme, uccelli e fontana, i secolo d.C., Pompei, Casa del Bracciale d’oro.

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68
sezione 1. Dall’età di Cesare all’Impero

◀ L’Ara Pacis
Augustae,
nell’omonimo
museo a Roma.

I maggiori edifici voluti da Augusto furono il Pantheon, In ambito religioso, attraverso il restauro di ot-
il tempio dedicato a tutte le divinità romane (fatto poi ri- tantadue templi, Augusto cercò di ridare impulso alle
costruire dall’imperatore Adriano nel ii secolo d.C.), e l’A- antiche cerimonie religiose della città e di arginare la
ra Pacis, l’altare eretto per decreto del senato nel Campo diffusione dei culti orientali. Nei decenni del principa-
Marzio e dedicato alla pace augustea, simbolo dell’avvento to augusteo, a Roma furono create anche le prime bi-
di una nuova era di prosperità. Sul colle Palatino, dove si ve- blioteche pubbliche. La città si metteva così al livel-
nerava una capanna ritenuta la “casa di Romolo”, il mitico lo delle grandi capitali culturali del mondo ellenistico
fondatore di Roma, Augusto fece costruire la propria abi- (Alessandria, Antiochia, Pergamo), dove da secoli la pre-
tazione, una casa modesta che tuttavia divenne un luogo senza di prestigiose raccolte librarie animava la vita
pubblico dove veniva custodito il sacro focolare della città. intellettuale.

AREA TUTOR — Facciamo il punto!


1 Verifica le CONOSCENZE 3 Acquisisci le COMPETENZE
➀ La politica di Augusto si fondò Analizzare i documenti
sul consenso popolare? Leggi il documento e rispondi alle domande.
➁ In quale modo Augusto riformò
l’esercito? «Augusto, salvaguardando la tradizione, aveva saputo trasformare la
➂ Quale fu la politica sociale di struttura statale e sociale della tarda repubblica in modo tale da renderla
Augusto? compatibile con le esigenze dell’impero universale. I presupposti di questa
➃ Quale rapporto ebbe Augusto trasformazione erano dati dalla cessazione delle lotte per il potere in Roma
con gli intellettuali? e dalla sostituzione del consenso verso l’aristocrazia senatoria, che era
➄ A quali risultati portò la politica andato perduto, con la guida del primo cittadino (il princeps, da cui deriva la
augustea delle grandi opere? definizione di principato che viene data all’ordinamento statale augusteo)».
(K. Bringmann, Storia romana, trad. A. Cristofori, il Mulino,
2 Definisci il LESSICO Bologna 1998, p. 63)
ESSENZIALE
➀ Consenso ➁ Cavalieri ➀ Con Augusto, quale potere si sostituì all’aristocrazia senatoria?
➂ Mecenatismo ➁ Perché il principato augusteo rese “compatibile” la struttura della
➃ Opere pubbliche repubblica con le esigenze dell’impero?

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Storia magazine
patrimonio culturale

Mito e potere: i volti di Augusto


Quale volto hanno i grandi condottieri? È possibile rintracciare nelle loro espressioni le
tracce degli eventi di cui furono protagonisti, l’immagine politica che vollero tramandare? 69

CAPITOLO 3. Il principato di Augusto


Pompeo e Cesare furono i primi a cu- condottiero trionfante, altre in abiti suo nome venne anche affidato ai
rare la loro immagine pubblica. Ma civili, altre ancora con le vesti reli- calendari, in cui i vecchi nomi dei
chi più di tutti creò un “culto della giose del pontefice massimo, a indi- mesi Quintile e Sestile furono cam-
personalità” attraverso la diffusio- care il fatto che i poteri del principe biati con quelli di Iulius (luglio) e
ne del proprio volto fu Augusto. La si estendevano a tutti gli ambiti del- Augustus (agosto). Anche la parola
propaganda di Augusto prevedeva la vita pubblica. Il volto di Augusto, “ferragosto” deriva dall’espressio-
che l’immagine del principe do- impresso sulle monete e sui gio- ne feriae Augusti, ossia le “feste di
vesse essere nota a tutti. Per questo ielli, perfino su utensili domestici Augusto”, che il principe concedeva
motivo dovunque comparvero sta- come piatti e coppe, divenne una di frequente alle plebi per guada-
tue di Augusto, a volte nelle vesti del presenza familiare, quotidiana. Il gnare il loro consenso.

▶ La famiglia di Augusto.
Nel rilievo del lato sud dell’Ara
Pacis, altare in marmo celebrativo
della pace augustea, inaugurato
nel Campo Marzio il 9 a.C.,
vediamo sfilare, in processione,
come in una fotografia ufficiale,
quasi tutti i membri della
famiglia augustea a celebrazione
del potere del principe.
Il genero Agrippa a capo coperto,
con il figlio Gaio che si stringe
alla sua toga, Livia, la terza
moglie a cui il senato attribuì
il titolo di Augusta, i figli di
Livia avuti in un matrimonio
precedente: Tiberio, che sarà
imperatore, e Druso, in abiti
militari, con la moglie e il loro
figlio Germanico.

▶ Augusto con la corona civica, ▶ Augusto pontefice


i secolo d.C., Roma, Musei massimo, i secolo d.C.,
Capitolini. Roma, Musei Capitolini.
Fu conferita ad Augusto, il “padre Augusto è rappresentato
della patria”, dal senato nel 27 a.C., con la toga e il capo
per avere salvato lo Stato e riportato velato, secondo l’uso
la pace. Da Augusto in poi divenne il dei sacerdoti durante i
simbolo del potere assoluto. sacrifici religiosi.

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Storia magazine
patrimonio culturale

L’Eneide, il poema
70
della celebrazione augustea
Il potere di Augusto si resse sulla forza e sul consenso. La forza gli venne dalle vittorie
sezione 1. Dall’età di Cesare all’Impero

militari e dalle cariche politiche; il consenso da un’efficace propaganda che celebrava le


virtù del principe. Nella costruzione del consenso un ruolo importante fu svolto da Virgilio,
l’autore del più grande poema in lingua latina, l’Eneide.

Virgilio, il poeta come materia del canto, non imprese leggenda aveva già una lunga tradi-
più grande storiche, ma il mito. Il poema narra, zione nella cultura latina, ma Virgilio
infatti, la leggenda di Enea, eroe tro- la rielaborò poeticamente dandole la
Publio Virgilio Marone nacque nel 70 iano figlio del mortale Anchise e della compiutezza che ritroviamo nell’Enei-
a.C. ad Andes, presso Mantova, da una dea Venere: fuggito dalla sua città in de. Il motivo celebrativo della figura di
famiglia di proprietari terrieri agiati fiamme, Enea sbarca nel Lazio, dove Augusto nasceva dal fatto che
ma non ricchi. Giunto a Roma, che a fonda la città di Lavinio, la cui gente da Iulo, figlio di Enea, sareb-
lui timido provinciale fece una gran- fonderà Alba Longa prima e Roma be discesa la gens Iulia, alla
de impressione, entrò a far parte del poi. Una discendente di Enea, quale apparteneva Giulio
circolo di Mecenate, il protettore delle Rea Silvia, sarà, infatti, se- Cesare, padre adottivo di
lettere e delle arti. Dopo aver composto condo la leggenda, la ma- Augusto. Quest’ultimo po-
le Bucoliche e le Georgiche, iniziò la ste- dre di Romolo, primo teva così dirsi discenden-
sura dell’Eneide, che occupò gli ultimi re di Roma. Questa te della dea Venere e di-
undici anni della sua vita. Terminato il chiarare il proprio potere
poema, il poeta non si sentì soddisfatto di origine divina.
e considerò ancora molti versi provvi-
sori. Recatosi in Grecia, si ammalò. Ad
Atene incontrò Augusto e prese con lui Il mito di Enea
la via del ritorno. A Brindisi però morì, in età augustea
nel 19 a.C. Si racconta che sul letto di
morte abbia chiesto che il manoscritto In parallelo con il mito di
dell’Eneide fosse bruciato. Per volere di Augusto, fin dalla prima età impe-
Augusto, tuttavia, il suo desiderio non riale, si sviluppò dunque il mito
fu esaudito. di Enea, attraverso cui il prin-
cipe intendeva celebrare le glo-
riose e virtuose origini di Roma
L’Eneide, il grande e collegare la propria autorità e la
racconto delle origini propria stirpe a quella dei mi-
tici fondatori della città.
L’Eneide è il poema che celebra la glo-
Enea, Anchise e Ascanio,
ria di Roma. L’idea fu forse di Augusto, Napoli, Museo Archeologico
però fu di Virgilio la scelta di prendere, Nazionale.

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◀ Nave mercantile nel porto di Ostia,
rilievo, iii secolo d.C., Roma, Museo di
Villa Torlonia.
Le immagini di Enea furono spesso
affiancate a quelle di Romolo, il mitico
fondatore di Roma. I gemelli Romolo
e Remo, allattati da una lupa, erano
già stati un simbolo dell’identità
romana durante la repubblica. Nell’arte
augustea assunsero una posizione di
spicco nella mitologia ufficiale, come
simboli orgogliosi di “romanità”. Perfino
i marinai romani mettevano le loro vele
sotto la protezione della lupa, come si
può vedere in questo rilievo raffigurante
71
una nave che reca sulla vela appunto il
motivo della lupa romana.

CAPITOLO 3. Il principato di Augusto


◀ Enea ferito e medicato, affresco, i secolo d.C., Napoli, Museo
Archeologico Nazionale.
La diffusione del mito di Enea non si limitò alla sfera pubblica. Immagini
di Enea e della sua famiglia, infatti, cominciarono ad apparire anche
su oggetti di uso privato: mobili, utensili domestici, anelli con sigilli,
lampade di terracotta e sulle stesse facciate delle case, come si può
vedere in questo esempio che riproduce la facciata di un negozio di
via dell’Abbondanza a Pompei, in cui il negoziante ha fatto decorare le
pareti accanto all’ingresso con pitture raffiguranti Enea con Romolo,
rappresentato in veste di re vincitore.

▶ Il Sacrificio di Enea ai Penati, dettaglio del fregio dell’Ara pacis,


i secolo a.C., Roma, Museo dell’Ara Pacis.
La celebrazione di Enea era funzionale all’esaltazione del potere
augusteo. Raffigurazioni di Enea e della sua famiglia erano onnipresenti
nelle città romane all’inizio del principato, sia nella sfera pubblica sia in
quella privata. Uno degli esempi più noti è il fregio dell’Ara Pacis, noto
come il Sacrificio di Enea ai Penati. Vi si riconosce Enea con il figlio Iulo
presso un altare sul quale sono sacrificati primizie e una scrofa bianca.
Il sacrificio è destinato agli dèi Penati, protettori della città di Lavinio,
che presenziano alla scena affacciandosi da un tempietto sulla roccia,
posto in alto a sinistra. Enea ha il capo velato e veste un mantello che
gli lascia scoperto parte del busto. In mano reca lo scettro di re.

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Storia magazine
biografie

Livia e Giulia,
72
le donne di Augusto
Un uomo eccezionale doveva anche avere una famiglia eccezionale, anche se a dire la verità
sezione 1. Dall’età di Cesare all’Impero

parecchi dei membri della famiglia di Augusto non mancarono di arrecare al principe
grattacapi e preoccupazioni.

Livia, la moglie donna romana ebbe più potere di lei: eredi, ma anch’essi sarebbero morti
pericolosa tramò a lungo nell’ombra e smaniò per giovani. Quando dopo nove anni morì
decenni per fare dell’amato figlio il suc- anche Agrippa, Giulia dovette sposare
A venticinque anni, con due matri- cessore del principe, fino al punto – di- Tiberio, che divorziò dall’amata mo-
moni alle spalle e una figlia piccola, cono i suoi avversari, ma senza alcuna glie, pur di poter aspirare al trono. A
Giulia, Ottaviano aveva sposato Livia, prova – di avvelenare prima i figli di Tiberio in realtà Giulia non piaceva:
vedova del nobile Tiberio Claudio Giulia, che in effetti morirono in gio- era, infatti, troppo pronta a conceder-
Nerone e madre del piccolo Tiberio, vane età in circostanze poco chiare, e si alla passione dei nobili romani. La
il futuro successore di Augusto. Il ma- poi addirittura Augusto stesso, che non guerra portò Tiberio lontano e Giulia
trimonio tra Livia e Augusto durerà si decideva a spegnersi. Livia non ebbe si dedicò alle sue passioni: fu amante
fino alla morte di lui (14 d.C.). una buona sorte. Diventato imperatore, del poeta Ovidio, dell’avvenente figlio
Livia fu una moglie fedele e severa, at- il figlio Tiberio (che Augusto aveva in di Marco Antonio e di molti altri; fino
tenta nella gestione della casa e a non realtà sempre detestato) la dimenticò e a che lo stesso Augusto fu costretto a
fare ombra al principe. Eppure nessuna quando morì, a 87 anni, non partecipò far processare per adulterio la figlia e
nemmeno al suo funerale. a condannarla all’esilio sulla deserta
isola di Pandataria, oggi Ventotene.

Giulia, la figlia ribelle Ritratto di


Giulia,
i secolo d.C.,
I problemi maggiori ad Augusto ven- Roma, Museo
nero però dalla figlia Giulia. A quat- Nazionale
tordici anni aveva sposato il sedi- Romano.

cenne Marcello, nipote di Augusto,


su cui il principe, che non aveva figli
maschi, puntava per la successione
al potere, preferendolo a Tiberio. Ma
Marcello morì subito e Giulia dovette
sposare il quarantaduenne generale
Agrippa, amico di Augusto fin dalla
gioventù, il quale puntava a diventa-
Ritratto di
Livia, i secolo re anch’egli il successore del principe.
d.C., Baltimora Livia ostacolò l’unione ma fallì. Dal
(Stati Uniti), matrimonio nacquero due maschi,
Walters Art
Museum. che Augusto adottò per farne i suoi

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geostoria focus

L’Italia unificata da Roma


e l’Italia di oggi
73
Le Regioni italiane oggi
Secondo l’art. 114 della Costituzione, la Repubblica

CAPITOLO 3. Il principato di Augusto


Regio X Venetia Forum Iulium
et Histria (Cividale del Friuli)
italiana oggi è costituita a livello locale da Comuni,
Regio XI ia
Aquileia Province e Regioni. Questi enti territoriali sono
m

Transpadana os t u
Augusta Brescia aP
Praetoria Vi Padova
(Aosta) Milano
Verona pubblici e affiancano lo Stato centrale nello svol-
Via Popilia
nnia

Piacenza Cremona
Torino Tortona Via
Parma Aemi gimento delle sue funzioni. Ognuno di questi enti
Via A

lia
Regio IX Liguria Reggio
Regio VIII Aemilia
ha funzioni specifiche. In base al principio di
Modena
Genova Bologna
Rimini Regio IV Umbria
Nicea (Nizza) Pisa Firenze Fano (et ager Gallicus)
Ancona
sussidiarietà, l’azione amministrativa spetta in
Regio VII Etruria Arezzo
primo luogo all’ente locale più vicino ai cittadi-
Via C

Regio V Picenum
Via

inia

Chiusi
Ma
A

ni (il Comune) per passare poi alla Provincia e alla


assia

Ascoli
ur

Via Flam

re
ria
eli

la

Ad
a

Pescara
Sa

r ia Regione e infine allo Stato.Tra le funzioni svolte dal-


a

Rieti
Vi

Regio IV Samnium tic


Tivoli o
Roma
Ostia
Via
Lat
ina
le Regioni, la principale è la funzione legislativa.
Via Regio II Apulia
Napoli Appi Benevento
a
Regio I Latium Capua
Bari I principali campi in cui le Regioni hanno potere in
et Calabria
et Campania Brindisi
materia legislativa sono: sicurezza del lavoro, forma-
Vi

Taranto
zione e istruzione professionale, salute e sanità, pro-
aA
nn

Mar Velia
ia

Tirreno
Regio III Lucania
Sibari Mar tezione civile, trasporto e comunicazioni, energia,
Cosenza Ionio
et Bruttii
Crotone
sport, beni culturali.
Vibo Valentia Le Regioni italiane sono venti. Cinque di esse
Mare Mediterraneo Reggio Calabria (Friuli-Venezia Giulia, Sardegna, Sicilia, Trentino-
Alto Adige e Valle d’Aosta) hanno un’autonomia
strade romane speciale a causa delle loro particolarità di carattere
territoriale, linguistico o economico.

Le regioni create da Augusto Competenze in azione


Nel 7 a.C. Augusto riordinò l’amministrazione della peniso- ❶ Geostoria
la italica, al tempo popolata da circa 6 milioni di abitanti, Confronta i confini delle regioni romane con quelli delle
che venne suddivisa in undici regioni. A differenza delle attuali regioni italiane e verifica in quali casi le Regioni
regioni italiane di oggi, esse non avevano istituzioni ammi- moderne corrispondono a quelle storiche e in quali casi
nistrative proprie e servivano solo per il censimento della invece i confini attuali non seguono quelli antichi.
popolazione e della proprietà terriera a fini fiscali. Da que-
sta suddivisione rimasero escluse la Sicilia e la Sardegna, ❷ Ricerca sul web (Webquest)
che restarono province. Uno degli effetti di questa rior- I primi a usare il nome “Italia” furono i Greci, che lo
ganizzazione amministrativa fu che i cittadini poterono utilizzarono per indicare l’estremità meridionale della
votare ognuno nel proprio luogo d’origine; in precedenza, Calabria. In seguito i Romani applicarono il nome al resto
infatti, bisognava andare a Roma per eleggere i magistrati della penisola e il nome Italia iniziò a indicare lo Stato
dello Stato. In molti casi alle regioni fu attribuito il nome formato da Roma e dai suoi alleati. Svolgi una ricerca
delle etnie preromane che le abitavano; L’Aemilia prese il sulla storia del nome “Italia” individuando la sua origine
nome dall’omonima via romana, la Traspadana fu chiamata etimologica e i momenti storici in cui la nostra penisola
così perché si trovava oltre il Po (trans Padum). perse la sua unità politica e territoriale.

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Area STUDIO

A Gli eventi nel tempo


Politica interna Politica estera
• 31 a.C. Vittoria di Azio
• 30 a.C. L’Egitto diventa dominio diretto di Ottaviano
• 28 a.C. Ottaviano assume la magistratura consolare e diventa
74 princeps senatus
• 27 a.C. Il senato conferisce a Ottaviano il titolo di Augusto
• 23 a.C. Augusto assume il potere proconsolare e la potestà • 23 a.C. Divisione delle province in imperiali e senatorie
sezione 1. Dall’età di Cesare all’Impero

tribunizia • 20 a.C. Accordo con il regno dei Parti


• 15 a.C. Istituzione delle province della Rezia e del Norico
• 12 a.C. Augusto assume la carica di pontefice massimo
• 9 a.C. Consacrazione dell’Ara Pacis Augustae • 9 d.C. Le tribù germaniche sconfiggono i Romani a
• 14 d.C. Morte di Augusto Teutoburgo

B In sintesi
➀ La costruzione del principato l’appoggio sia dell’aristocrazia senatoria, sia dei cavalieri.
→ Ottaviano conquistò il potere gradualmente; si presentò → La politica estera di Augusto fu orientata al consolida-
come un difensore delle tradizioni, conservò le magistra- mento dei confini esistenti, anche se egli non rinunciò a
ture esistenti e rifiutò di dirsi dittatore. Mantenne l’ordi- nuove conquiste territoriali e all’annessione di nuove pro-
namento repubblicano ma accentrò nelle sue mani tutti vince. A occidente Augusto sconfisse le tribù ribelli della
i poteri dello Stato. Egli non volle essere considerato un Spagna. In Africa ridusse la Mauritania a Stato sottoposto.
sovrano, ma un principe, il primo cittadino di Roma. Dal A nord creò una fascia di domini lungo l’arco alpino, a pro-
titolo di principe deriva il termine “principato”, col quale tezione della penisola italica; sottomise i Liguri e i Camuni
gli storici indicano la forma di governo di Ottaviano. e fondò le colonie di Augusta Taurinorum (Torino) e Augusta
→ Dal 28 a.C. Ottaviano si fece eleggere console per cinque anni Praetoria (Aosta). Con la sottomissione delle tribù stanziate
consecutivi. Nel 28 a.C. Ottaviano divenne anche principe del in Rezia, nel Norico, nella Pannonia e nella Mesia, i confi-
senato. Nel 27 a.C. il senato gli conferì il titolo di Augusto e in ni romani giunsero fino al Danubio, fiume che segnò per
seguito quello di “padre della patria”. Nel 23 a.C. si fece conferi- secoli, con il Reno, il limite dei domini romani in Europa
re i poteri spettanti ai tribuni della plebe e ai proconsoli. Infine, del Nord. Fallì invece il tentativo di espansione di là dal
nel 12 a.C., ottenne la carica di pontefice massimo. Reno: nel 9 d.C. tre legioni romane furono annientate dai
→ Augusto istituì le province senatorie e le province im- Germani nella foresta di Teutoburgo. A oriente Augusto
periali. Le entrate fiscali delle province imperiali andava- proseguì la politica di sostegno ai regni fedeli a Roma
no al fisco, posto sotto il controllo del principe, mentre (Armenia, Tracia, Ponto). Nei confronti dei Parti Augusto
all’erario, amministrato dal senato, confluivano gli introiti sostituì l’arma della guerra con quella della diplomazia.
delle province senatorie.
→ Per l’amministrazione di Roma Augusto si circondò di ➁ La società romana nell’età
nuovi funzionari, i prefetti, che potevano essere nominati o di Augusto
revocati solo dal principe. Il prefetto del pretorio era il co- → Augusto poté contare su un largo consenso popolare,
mandante dei pretoriani, la guardia personale del principe. avendo garantito a Roma pace e stabilità. Il ceto dei ca-
Augusto riordinò anche l’amministrazione della penisola valieri si trasformò in una classe di potenti funzionari al
italica, che venne suddivisa in undici regioni, con esclusione servizio del principe. Il prestigio del ceto senatorio, anche
della Sicilia e della Sardegna, che restarono province. se ridimensionato, non venne tuttavia meno del tutto.
→ Augusto creò anche una burocrazia efficiente, diret- → Augusto non intraprese politiche economiche specifi-
ta da tecnici esperti, retribuiti e nominati dal princi- che a favore della plebe urbana più povera e dei conta-
pe. Nell’applicazione di queste misure, Augusto ebbe dini; mantenne però le distribuzioni gratuite di grano e

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Area STUDIO
conservò il consenso attraverso l’organizzazione di spet- → Con Augusto Roma visse una straordinaria fioritura cultu-
tacoli e feste pubbliche. Per combattere la disoccupazione, rale e artistica. Poeti come Virgilio e Orazio e storici come Tito
varò un piano di grandi opere pubbliche. Livio esaltarono la grandezza di Roma e gli ideali augustei (la
→ L’esercito fu trasformato in una forza permanente, vo- pace, l’ordine sociale, la moralità), celebrando le lodi del prin-
lontaria e retribuita. Al momento del congedo i legionari cipe. Il grande organizzatore dei circoli culturali augustei fu
ricevevano un appezzamento di terra. Mecenate, che costituì una cerchia di poeti e scrittori dispo-
→ In campo sociale Augusto promulgò una serie di leggi a nibili ad appoggiare gli obiettivi della politica augustea. 75
difesa del matrimonio e della moralità pubblica e privata. → Augusto fece costruire anche monumenti che trasfor-
Per incrementare le nascite, i cittadini in età fertile furo- marono il volto di Roma, a partire dal Foro, centro politico

CAPITOLO 3. Il principato di Augusto


no obbligati a sposarsi; alle famiglie più numerose furono e sociale della capitale. I maggiori edifici voluti da Augusto
concessi premi in denaro. L’adulterio divenne un reato pu- furono il Pantheon (il tempio dedicato a tutte le divinità
nito dallo Stato con l’esilio. romane) e l’Ara Pacis (l’altare eretto nel Campo Marzio).

C Mappa dei concetti

Ottaviano Princeps
assomma i poteri

militare politico simbolico-spirituale-religioso

imperator console Augusto


imperium proconsulare princeps senatus padre della patria
tribunicia potestas pontefice massimo

creazione burocrazia professionale: funzionari pub-


amministrazione blici dipendenti dello Stato

province roma → prefetti penisola italica

senatorie imperiali • urbano • 11 regioni


• conquiste più • conquiste più • annona • voto localizzato (cittadini non
antiche recenti, con presidio • vigili costretti a recarsi a Roma per
• governate da militare • pretorio votare)
ex magistrati di • governate da
nomina senatoria funzionari nominati
• tributi all’erario dal principe
• tributi al fisco

politica estera società cultura


• consolidamento domini in • mantenimento del potere per il • circolo di Mecenate promuove
→ Spagna, arco alpino, ceto senatorio la politica augustea e protegge
Oriente • maggior potere ai cavalieri poeti e intellettuali
• bloccata espansione • elargizioni e spettacoli per poveri • creazione di templi, monumenti e
romana in • opere pubbliche contro biblioteche
→ Germania la disoccupazione
• esercito professionale
• leggi per aumento demografico

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Area attività

D Conoscenze e abilità

1 lessico Collega con una freccia ogni termine alla definizione 2 TEMPO Indica con un numero
corrispondente. progressivo la corretta successione
cronologica degli eventi elencati.
76 ➀ fisco A f unzionario che affiancava il principe L’esercizio è avviato.
nell’amministrazione dello Stato
➁ erario B cassa gestita da funzionari del principe, dove ☐ Le tribù germaniche sconfiggono i
sezione 1. Dall’età di Cesare all’Impero

confluivano gli introiti fiscali delle province imperiali Romani a Teutoburgo


➂ prefetto C cassa gestita dal senato, dove confluivano gli introiti ☐
3 Il senato conferisce a Ottaviano il

fiscali delle province senatorie titolo di Augusto


☐ Ottaviano è eletto console ed è
nominato princeps senatus
3 spazio Osservando la carta, indica i nomi delle undici regioni in cui Augusto ☐ Divisione delle province in
suddivise la penisola italica. imperiali e senatorie
☐ Vittoria di Ottaviano ad Azio
i ....................................................
Augusta Transpadana
Venezia e Istria
X stum
ia
Via
Po
Forum Iulium
(Cividale del Friuli)
Aquileia
☐ Istituzione delle province della
Brescia

ii Rezia e del Norico


Praetoria
(Aosta) XI Milano
.................................................... Piacenza Cremona
Verona Padova
nnia

Torino Tortona

☐ Morte di Augusto
Via

iii Parma Aemili


Via Popilia
Via A

.................................................... Liguria Reggio a


Emilia
IX Genova
Modena
Bologna

iv .................................................... Nicea (Nizza) Pisa


Firenze

Etruria
VIII
VI Fano
Umbria Ancona
Rimini
☐ Augusto assume la carica di
v Arezzo
V
pontefice massimo
Via Cas

VII
Via

....................................................
minia

Piceno
Au

Chiusi
M
reli

Ascoli ar
s

Via Fla
ia
a

vi lar
ia e
Via S a Ad
.................................................... Rieti IV
Pescara
ria
tic
o
vii 4 EVENTI Indica se le seguenti
Tivoli
Roma Via Sannio
.................................................... I Lati
na II
Ostia
Lazio Veia
Appi Puglia e Bari

viii affermazioni sono vere (V) o false (F).


a
Napoli Capua
Benevento
.................................................... Campania Calabria Brindisi

III
ix .................................................... Mar Velia
LucaniaV
e
ia
Taranto
An

➀ Augusto si proclamò
nia

x Tirreno Mar
Sibari
....................................................
Cosenza
Bruzio Ionio V F
xi principe perché i Romani
Crotone

.................................................... Vibo Valentia

Mare Mediterraneo Reggio Calabria


non avrebbero accettato
strade romane
di diventare sudditi in una
monarchia.
➁ Ottaviano costruì il V F
principato scontrandosi in
5 concetti e connessioni Completa la tabella concernente i poteri maniera violenta con il senato.
e le funzioni dei prefetti. ➂ Durante il suo principato V F
Augusto poté contare su un
Carica Funzioni e poteri largo consenso popolare,
avendo garantito pace e
Prefetto urbano stabilità.
➃ Augusto aumentò il peso V F
sociale e politico del ceto dei
Prefetto dell’annona cavalieri, che si trasformò in
una classe di potenti funzionari
Prefetto dei vigili al servizio del principe.
➄ Augusto intraprese politiche V F
economiche particolari a favore
Prefetto del pretorio sia della plebe urbana più
povera sia dei contadini.

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Area attività
6 concetti e connessioni Completa
lo schema relativo alle cariche e ai poteri Principe
assunti da Augusto.

Cariche Cariche Cariche Carica


militari politiche simbolico- religiosa
1.  1.  spirituali  77
2.  2.  1. 
3.  2. 

CAPITOLO 3. Il principato di Augusto


Poteri Poteri Poteri Poteri
   
   

7 concetti e connessioni Completa


la tabella evidenziando le differenze Modalità Soggetto
Durata
tra un magistrato dell’età repubblicana di accesso che ne controlla
della carica
e un funzionario dell’età di Augusto. alla carica l’attività
magistrato
repubblicano

funzionario
augusteo

E Competenze

8 geostoria Ricerca sull’atlante geografico le aree in 10 scrittura Rispondi alle seguenti domande in una
cui si sono svolte le guerre di conquista di Augusto. trattazione sintetica scritta di 8-10 righe.
→ Indica quali Stati attuali furono coinvolti da queste → Che cos’è un Principato?
guerre. → È corretto definire il potere di Augusto assoluto?
→ Individua in Europa i fiumi Reno e Danubio e indica → Qual è la differenza tra fisco ed erario?
quali capitali europee si trovano lungo il loro corso. → Perché la politica augustea ebbe l’appoggio del ceto dei
cavalieri?
9 cittadinanza Prepara una presentazione in → In quale modo Augusto conquistò il consenso del
PowerPoint da mostrare alla classe sul tema della popolo romano?
burocrazia, in cui siano affrontati i seguenti punti:
→ definizione del termine
→ ruolo della burocrazia nell’Impero romano
11 PROGETTAZIONE E COMUNICAZIONE Fai una
visita virtuale ai monumenti archeologici di Roma
l
→ sviluppo della burocrazia nell’età moderna e dell’età augustea. Organizza e pianifica una visita
contemporanea d’istruzione di due giorni della tua classe in questi siti.
→ differenza tra governo e amministrazione Stendi il programma della visita, indicando i tempi della
→ accezione negativa della burocrazia visita, i luoghi da visitare e i mezzi pubblici utili per
Associa alla presentazione documenti visivi e sonori raggiungerli. Per ognuno dei luoghi stendi una breve
significativi. descrizione corredata da immagini significative.

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CAPITOLO 4
L’Impero romano
78
nel I e nel II secolo d.C.
Il fuoco divampò per sei giorni e sette notti, costringendo la plebe a rifugiarsi nei monumenti e nei sepolcreti […] Nerone, contemplando
sezione 1. Dall’età di Cesare all’Impero

l’incendio dall’alto della torre di Mecenate, allietato, come diceva, «dalla bellezza delle fiamme», cantò La presa di Troia vestito con il suo
costume da teatro.
— Svetonio, Vita dei dodici Cesari, Nerone, XXXVIII; trad. G. Gaggero

Chiave di lettura

La pax romana: missione


civilizzatrice o dominio
imperialistico?
Nei secoli della sua espansione territoriale Roma
aveva sottomesso con la forza i popoli con cui era
entrata in contatto. Dal i sec. d.C., terminata l’epoca
delle grandi conquiste, la romanizzazione prosegue
invece in modo meno violento, grazie a un’azione di
diffusione della civiltà romana e del suo sistema po-
litico che cerca di associare alle funzioni di governo
le classi dirigenti locali. In questo modo i popoli che
erano stati vinti con la forza delle armi riescono a go-
dere in molti casi di un’ampia gamma di autonomie
e dei vantaggi che derivano dall’appartenere a una
economia comune, ricca e sviluppata. La pax romana
dunque, sia pure imposta con gli eserciti, favorisce i
commerci e i mercati e consente una rapida urbaniz-
zazione, la costruzione di infrastrutture, la circola-
zione delle conoscenze e delle tecniche in tutta l’area
del Mediterraneo.

L’arco di Tito
Situato alle pendici del colle Palatino, nella parte occidentale del Foro di
Roma, l’Arco di Tito, eretto per celebrare la vittoria in Galilea, è uno dei
monumenti simbolo dell’epoca degli imperatori flavi.

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1. La dinastia giulio-claudia
■ L a morte di Augusto Giulia, indicandoli dunque indirettamente come suoi pos-
e il problema della successione sibili successori. Tutti questi figli adottivi erano però morti
in giovane età e ad Augusto non era rimasto che adottare
Il 19 agosto del 14 d.C. a Nola, in Campania, Augusto morì nel 4 d.C. Tiberio Claudio Nerone, figlio di prime nozze di 79
all’età di settantasette anni. Durante il suo principato Livia, la sua terza moglie, un uomo che stimava assai poco,
Roma aveva vissuto il più lungo periodo di pace della sua

CAPITOLO 4. L’Impero romano nel I e nel II secolo d.C.


storia, conoscendo un’epoca di splendore e di prosperità. tweet Le ultime ore di Augusto
Per questo l’intera città pianse il principe, la cui scomparsa Augusto, nel suo ultimo giorno di vita, ordinò che lo pettinassero;
quindi, fatti entrare gli amici, domandò loro: «Vi sembra che abbia
lasciava un vuoto difficile da colmare. Poco prima di mori- recitato bene la commedia della vita?».
re, secondo l’uso romano, Augusto aveva depositato presso
il tempio di Vesta un testamento nel quale designava suo
erede il figliastro Tiberio.
Augusto non aveva mai indicato un successore, anche MEMO LESSICO
per evitare che il suo potere assomigliasse a una monar-
Adozione
chia, invisa agli occhi dei Romani più anziani, ancora le- Era l’istituto usato a Roma per evitare la dispersione del
gati alla vecchia repubblica romana. Il principe, che non patrimonio in caso di mancanza di eredi naturali; in età imperiale
diventò il modo attraverso cui l’imperatore indicava la persona
aveva avuto figli maschi, si era limitato a prendere in ado- designata come suo successore.
zione i maschi nati dai numerosi matrimoni di sua figlia

L’IMPERO ROMANO ALLA MORTE DI AUGUSTO (14 D.C.)

territori di Roma alla vigilia di Azio


i

Caledonia
ic

Scandia conquiste e annessioni di Augusto


lt
ba

Acaia province senatorie


li
po

Sa Epiro province imperiali


Po

Ibernia ss Go
oni ti
Britannia
a n i a
Colonia r m
e
G ermani a G
Treviri Sve v i Sarm
ati
Belg Magontiacum Carnuntum
ica Vienna
Aquincum
L u g d u n e n si s Norico
(Budapest)

OCEANO Retia
Virinum Pannonia Regno
Susa (Klagenfurt) Alani
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AT L A N T I C O Lione Bosforo
Bordeaux Aquitania Dalmazia Tomis
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M

(Illirico) Mesia (Costanza)


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Narbonensis Ma r Nero
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Salona
Italia
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nonostante si fosse distinto come valente generale in nu-
merose campagne militari.
Dopo la morte di Augusto, anche se sul piano formale il
titolo di principe non era ereditario, il senato rispettò le sue
volontà e conferì a Tiberio tutti i poteri che erano stati del
padre adottivo. Ebbe inizio così la dinastia giulio-claudia,
dai nomi delle famiglie di Augusto (la gens Iulia) e di Tiberio
(la gens Claudia). Il padre naturale di Tiberio infatti era sta-
to Claudio Nerone, un membro dell’aristocrazia senatoria.
80
■  iberio (14-37 d.C.), il primo
T
sezione 1. Dall’età di Cesare all’Impero

successore di Augusto
Nei primi anni del suo principato, la politica di Tiberio fu
moderata e rispettosa dell’autorità del senato, di cui
cercò il consenso e al quale affidò il potere di eleggere i ma-
gistrati, in precedenza assegnato ai comizi. La sua ammini-
strazione delle province fu attenta e scrupolosa, la gestione
delle risorse pubbliche e dei prelievi fiscali oculata, tanto
▲ Il grande “Cammeo di Francia” (i sec. d.C.), raffigurante Tiberio con la
da assicurare allo Stato una notevole solidità economica, madre Livia e i membri della famiglia giulio-claudia, Parigi, Bibliothèque
che Tiberio sfruttò a sostegno dei piccoli proprietari ter- Nationale.
rieri danneggiati dalla concorrenza dei latifondisti. In po-
litica estera, in continuità con la linea seguita da Augusto, una serie di audaci campagne militari oltre il fiume Reno,
Tiberio tese a consolidare più che a estendere i confi- dove aveva ripetutamente piegato i Germani, per vendica-
ni dell’Impero. In questa prospettiva si spiega il richia- re la sconfitta di Teutoburgo. Germanico fu poi inviato in
mo a Roma del nipote Germanico, che aveva intrapreso Oriente, dove tuttavia morì improvvisamente nel 19 d.C. La
sua morte alimentò il sospetto che fosse stato avvelenato
per ordine di Tiberio, ingelosito dalla sua grande popolarità
LE DOMANDE DELLA STORIA di condottiero.
Dopo Augusto il principato divenne dinastico?
Di carattere schivo e riservato, Tiberio non godette mai
Dopo la morte di Augusto qualcuno poteva pensare che, chiusa della notorietà di Augusto, anche perché si rifiutò sem-
la parentesi del principato, Roma potesse tornare alla repubblica. pre di accontentare la plebe attraverso una politica di do-
Accettando l’ascesa al potere di Tiberio, il senato al contrario ac-
colse l’idea di una successione dinastica. Lo Stato romano, di fatto, nazioni e di spettacoli pubblici, esponendosi per questo
si trasformò in una monarchia, ma, dopo cinquant’anni di potere all’accusa di avarizia. Ad aumentare il suo isolamento con-
assoluto da parte di Augusto, pochi a Roma si accorsero di questa
mutazione.
tribuirono i complotti dell’ambizioso prefetto del pre-
torio Seiano, il quale, aspirando alla successione, aveva

per schematizzare

Principato e Impero
Nel i e nel ii secolo d.C. i successori di Augusto detenevano sia il titolo di “principe”, sia quello di “imperatore”, ossia di comandante
supremo dell’esercito. Dal iii secolo, quando la figura del principe si trasformò in quella di un sovrano assoluto, l’appellativo di principe cadrà
gradualmente in disuso. A indicare così la carica politica e militare a capo dell’Impero rimarrà l’appellativo di imperatore.

Lessico Definizione
Principe Il termine latino princeps (“il primo”) indica a Roma l’uomo politico più illustre, che per prestigio e autorità detiene il
potere, ma al contrario del monarca assoluto non governa da solo.
Principato Il termine deriva dalla parola “principe”; con questo termine gli storici indicano la forma di governo inaugurata da
Augusto, che segnò il passaggio dalla repubblica all’Impero.
Impero La parola designa uno Stato costituito da un territorio molto esteso, che unisce sotto un’unica autorità centrale
popoli ed etnie di diversa origine, cultura e lingua.

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conquistato la sua fiducia facendogli credere di essere vit- capo dei pretoriani vennero allo scoperto, Tiberio non esitò
tima di oscure congiure. Nel frattempo Tiberio si era riti- a farlo uccidere, insieme con numerosi avversari politici,
rato nella sua villa di Capri, lasciando il governo di Roma eliminati con l’accusa di lesa maestà. Gli ultimi anni del
nelle scaltre mani di Seiano. Quando tuttavia le trame del potere di Tiberio furono caratterizzati dal dispotismo.
Quando morì, nel 37 d.C., egli non fu dunque rimpianto né
tweet dal popolo, né dal senato, anche se nel complesso lasciava
La damnatio memoriae
Dopo la sua morte, il senato votò contro Caligola la damnatio uno Stato rafforzato e in pace.
memoriae: i suoi atti furono dichiarati nulli, il suo nome cancellato
dalle iscrizioni e le sue immagini distrutte, perché di lui non
rimanesse traccia nella memoria dei posteri.
■  aligola (37-41 d.C.), il principe
C 81
despota

CAPITOLO 4. L’Impero romano nel I e nel II secolo d.C.


MEMO LESSICO A Tiberio successe il nipote Gaio Giulio, venticinquenne
figlio del popolarissimo generale Germanico, soprannomi-
Lesa maestà
Qualunque atto o offesa arrecata all’imperatore costituiva per la
nato Caligola per il tipo di calzature (la caliga, il sandalo
legge romana un reato, in quanto oltraggio alla “maestà” dello dei legionari) che indossava quando seguiva il padre nel-
Stato. Processati dal senato, i colpevoli di tale crimine erano le campagne di guerra. Caligola fu acclamato imperatore
condannati a morte, mentre i loro beni, confiscati, andavano a
rimpinguare le casse dello Stato. dal senato, su pressione dei pretoriani e grazie all’appog-
gio dell’esercito, nei cui accampamenti il giovane aveva

Leggere le fonti

LA MORTE DI Tuttavia Caricle assicurò a Macrone che le forze vitali Il prefetto


del pretorio,
TIBERIO del principe stavano ormai per cedere e che non gli
rimanevano che due giorni di vita. Quindi si presero
successore
di Seiano
DATA: ii sec. d.C. in gran fretta i provvedimenti del caso per mezzo
AUTORE: Tacito di colloqui tra quanti erano presenti e di messaggi
TIPO DI FONTE: Scritta inviati ai governatori delle province e agli eserciti. Nel
diciassettesimo giorno prima delle Calende di aprile,
Tiberio ebbe un arresto della respirazione e si credette
Gli storici antichi hanno descritto in modo
che avesse concluso la sua vita mortale; già Gaio Cesare L’ambizioso
per lo più negativo i primi imperatori.
[Caligola], attorniato da una folla di gente accorsa a successore
Tacito (55-120 d.C. circa) nelle sue opere di Tiberio
fece proprio il sentimento di avversione congratularsi, stava lasciando il palazzo e si avviava
nei confronti del principato diffuso tra ad assumere il potere, quando a un tratto si seppe che
l’aristocrazia senatoria. Egli presenta Tiberio, ripresa la parola e la vista, chiedeva che gli
in particolare Tiberio come un despota
si portasse del cibo per riaversi dallo svenimento. Ci
malvagio e illiberale. In questo brano, tratto
dagli Annali, Tacito descrive il clima di fu un attimo di sgomento in tutti. E, mentre gli altri
paura e di speranza che circonda il declino si disperdevano qua e là e ciascuno si fingeva afflitto
fisico dell’imperatore Tiberio e avvalora e all’oscuro di tutto, Caligola, silenzioso e immobile,
l’ipotesi che Tiberio sia stato ucciso dal La morte attendeva l’estremo castigo in cui sarebbe precipitato
prefetto del pretorio Macrone, con l’assenso di Tiberio dopo aver raggiunto il colmo della speranza. Macrone
di Caligola.
allora diede ordine che si soffocasse il vecchio sotto un
Guida alla lettura cumulo di coperte e che tutti si allontanassero dalla
camera. Così finì la vita di Tiberio, nel settantottesimo
➀ Quale atteggiamento anno di età.
dimostra Tiberio di fronte (Annali, a cura di L. Pighetti, Mondadori, Milano 1994)
alla sua morte imminente?
➁ Come si comporta Caligola,
il successore annunciato,
dinanzi al corpo morente
di Tiberio?

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82

▲ L’acquedotto Claudio, costruito tra il 35 e il 52 d.C., attraversa la campagna romana con una pendenza minima.

trascorso gran parte della sua vita. All’inizio Caligola cercò Augusto era stata in precedenza divinizzata, incontrò una
di presentarsi come un difensore del popolo, a favore del forte ostilità a Roma, dove sia il senato sia il popolo restava-
quale introdusse una rilevante riduzione delle imposte e a no legati alle tradizioni repubblicane. Anche in molte pro-
cui concesse denaro e spettacoli circensi, svuotando così le vince non mancarono le proteste: in Palestina il tentativo
casse dello Stato. Ben presto tuttavia il suo governo prese di introdurre il culto del principe provocò lo scoppio di vio-
la forma di un violento dispotismo, caratterizzato dall’u- lente rivolte tra la popolazione ebraica, fedele alla religione
miliazione del ceto senatorio (secondo la tradizione monoteistica. Dopo pochi anni di governo caratterizzati da
Caligola avrebbe provocatoriamente nominato senatore il un regime dispotico e sanguinario, nel 41 d.C., Caligola finì
proprio cavallo) e dall’eliminazione fisica degli avversa- vittima di una congiura ordita da un gruppo di senatori e
ri politici. morì pugnalato da un pretoriano.
Suggestionato dal mito di Alessandro Magno, Caligola
cercò di trasformare il principato in una monarchia
divina sul modello di quelle orientali. L’esaltazione della ■  laudio (41-54 d.C.), il buon
C
sua figura come quella di una divinità tuttavia, se poteva amministratore
essere accettata nei domini orientali, dove già la persona di
Nel clima di confusione e d’incertezza che seguì all’assassi-
▶ Gaio Giulio Germanico nio di Caligola, mentre il senato meditava ingenuamente
venne soprannominato
Caligola perché da di restaurare la repubblica, i pretoriani senza consultare il
ragazzo indossava la senato proclamarono imperatore Claudio, fratello minore
caliga, il famoso sandalo di Germanico e dunque nipote di Tiberio e zio di Caligola.
dei legionari romani,
con suola spessa munita Per la prima volta un principe veniva imposto direttamen-
di chiodi e nella parte te con la forza militare. Nativo della Gallia, Claudio era di
superiore larghe e
robuste strisce di cuoio. carattere timido e di fisico delicato. Uomo di studi, poco
adatto alla guerra e alla vita di corte, si era sempre tenuto
lontano da Caligola e dalla corrotta società della capitale.
Trovatosi in età non più giovane ai vertici dello Stato, lo
amministrò tuttavia con saggezza e competenza, tanto
che gli storici sono concordi nel riconoscere in lui il mi-
gliore tra i successori di Augusto.
Claudio trasformò l’amministrazione centrale dell’Im-
pero in una grande ed efficiente burocrazia, organizzata
in uffici con competenze specifiche (fiscali, finanziarie,
giuridiche, di politica estera ecc.), intraprese una politica
di grandi opere pubbliche (costruzione di strade, acque-
dotti, porti), migliorò l’approvvigionamento alimentare di

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Roma, potenziando la flotta mercantile. Molti incarichi ■  erone (54-68 d.C.), un tiranno
N
amministrativi furono affidati a liberti, provocando così il eccentrico
risentimento dei senatori e dei cavalieri, offesi per il fatto
che un potere tanto grande venisse lasciato nelle mani di Alla morte di Claudio, sia i pretoriani, sia i senatori cedette-
ex schiavi. ro alle ambizioni di Agrippina: gli intrighi o più probabil-
Per favorire la romanizzazione dei popoli dell’Im- mente il veleno fecero dunque di Nerone il nuovo prin-
pero, Claudio concesse a molti provinciali (per esempio cipe di Roma. Aveva solo diciassette anni. Nei primi anni
ai Galli) non solo la cittadinanza, ma anche la possibilità del suo governo, Nerone fu fortemente influenzato dalla
di accedere al senato. In politica estera perseguì con deci- madre e dai membri più autorevoli dell’aristocrazia sena-
sione un disegno di espansione che portò l’esercito roma- toria, in particolare dal prefetto del pretorio Afranio Burro 83
no nel 43 d.C. a conquistare la parte meridionale della e dal filosofo Lucio Anneo Seneca. Quest’ultimo, uno degli
Britannia, che assicurò a Roma ingenti risorse minerarie. intellettuali più importanti del tempo, si adoperò con tena-

CAPITOLO 4. L’Impero romano nel I e nel II secolo d.C.


Nel 54 d.C., nel pieno della sua attività di governo, cia per realizzare attraverso il suo discepolo un modello di
Claudio improvvisamente morì, forse avvelenato dalla sua governo moderato e vicino al popolo.
quarta moglie Agrippina (la terza, la corrotta Messalina Dal 61 d.C., tuttavia, Nerone si liberò dei suoi consiglieri
era stata in precedenza mandata a morte per la sua con- e perseguì una politica opposta a quella voluta da Seneca
dotta immorale), decisa a favorire la successione al proprio e per certi versi simile a quella di Caligola. Il suo princi-
figlio Nerone, avuto da un precedente matrimonio. pato si trasformò così in un feroce dispotismo assoluto.

per schematizzare

L’albero genealogico Giulio-Claudio


Caio Giulio Cesare
figlio/figlia

figlio adottivo Caio GIULio cesare Giulia Marco Azio Balbo


matrimonio

Caio Ottaviano Azia

Ottavia Marco Antonio

Caio Giulio Cesare Livia Drusilla Tiberio


Scribonia
Ottaviano augusto Augusta Claudio Nerone

Marco Vipsanio
Giulia Tiberio Claudio Nerone Vipsania Druso Antonia
Agrippa

Druso Giulia Livia

Agrippa Giulia Lucio Caio Agrippina Germanico


Postumo Cesare Cesare Tiberio Claudio Messalina
Nerone

Drusilla Caio Druso Nerone Giulia Agrippina Gneo Domizio


Cesare Cesare Cesare Livilla Enobarbo
(caligola)
Tiberio Claudio
Nerone Ottavia Britannico

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Le sue stranezze (era solito esibirsi pubblicamente come
cantante e attore), il lusso sfrenato della sua corte, la vio-
lenta persecuzione degli oppositori gli sottrassero tuttavia
ben presto ogni consenso popolare e portarono al rapido
deterioramento del suo potere. Nel luglio del 64 d.C. un
catastrofico incendio devastò gran parte di Roma: le
cause furono quasi sicuramente accidentali, ma molti ne
attribuirono la responsabilità a Nerone. Il principe, sempre
più odiato dalla popolazione, tentò di liberarsi dai sospetti:
84 su suggerimento della moglie Poppea, accusò la comunità
cristiana romana (vedi p. 117), nei cui confronti fu scate-
nata una feroce repressione in cui probabilmente persero
sezione 1. Dall’età di Cesare all’Impero

la vita gli apostoli Pietro e Paolo. L’anno seguente, una con-


giura aristocratica fu stroncata nel sangue: fra le vittime
illustri vi furono il poeta Lucano, lo scrittore Petronio,
autore del romanzo più famoso dell’epoca, il Satyricon, e lo
stesso maestro di Nerone, il filosofo Seneca, tutti costretti
al suicidio.
Sul piano militare la politica di Nerone raggiunse an-
che risultati positivi: i suoi generali sconfissero i Parti,
gli eterni avversari di Roma, e imposero il protettorato
sull’Armenia e sul Ponto. Nerone dovette tuttavia fron-
teggiare una serie di sanguinose ribellioni nelle provin-
ce, esasperate dal malgoverno dei funzionari imperiali: in
Occidente fu costretto a domare la rivolta dei Britanni; in
Oriente la sollevazione più grave avvenne in Palestina, nel
66 d.C., la cui repressione fu affidata a un abile e valoroso
generale sabino: Tito Flavio Vespasiano.
Ma il crollo del regime del terrore neroniano era vicino.
Nel 68 d.C. le legioni romane di stanza in Spagna si am-
▲ Sala ottagonale nella Domus Aurea, Roma.
mutinarono e acclamarono imperatore il loro comandan-
te, il senatore Galba. Poi la rivolta si estese in Gallia e in
Nerone prima fece assassinare la madre Agrippina, di cui Africa.A Roma anche i pretoriani si schierarono dalla parte
ormai non si fidava più, poi si liberò dell’ingombrante pre- di Galba. Abbandonato da tutti, dichiarato nemico pubblico
senza di Seneca. Infine, accentrato il potere nelle sue mani, dal senato, Nerone si suicidò prima di subire l’umiliazio-
una volta scomparso per cause naturali anche Afranio, si ne della cattura. Aveva poco più di trent’anni.
circondò di cortigiani fedeli, capitanati dal nuovo prefetto
del pretorio, Tigellino, che presto divenne tristemente fa-
moso per le sue violenze indiscriminate.
Al fine di combattere l’opposizione del senato e dell’ari- LE DOMANDE DELLA STORIA
stocrazia, Nerone si appoggiò sempre di più sull’esercito.
Per guadagnarsi la simpatia popolare, iniziò poi una politi- Principato o monarchia assoluta?
Il principato augusteo era nato come un compromesso tra il senato
ca di grandi spese pubbliche, di generose donazioni alla e Augusto e si fondava sul prestigio personale del principe. Anche
plebe e di giochi e spettacoli (i Neronia, sorta di concorsi Tiberio rifiutò di farsi chiamare imperator, preferendo la carica di
principe, ossia di primo tra i cittadini romani, così come non accettò
musicali, ginnici e ippici). Affascinato dalla Grecia e dall’O- gli onori divini che venivano attribuiti ai re orientali. Sulla stessa li-
riente, tiranno esibizionista e crudele, ma anche uomo di nea, Claudio mostrò rispetto per il senato e non si considerò mai un
gusto, amante della musica e della pittura, Nerone coltivò imperatore dotato di poteri assoluti. Caligola e Nerone, al contrario,
vollero essere considerati uguali agli dèi, mostrarono il più aperto
il sogno megalomane di trasformare Roma in una città to- disprezzo per il senato e tentarono di fondare il proprio potere sul
talmente nuova, una “Neropolis”, il cui centro sarebbe stato modello delle monarchie ellenistiche. Ai loro occhi, il senato e l’a-
ristocrazia contavano ormai ben poco. L’origine divina del potere
un meraviglioso palazzo imperiale, la Domus aurea (la “casa serviva a giustificare il loro dispotismo.
d’oro”).

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2. La dinastia flavia
■ L’anno dei quattro imperatori restarvi solo per pochi mesi. Egli infatti si alienò le simpa-
tie sia del popolo, sia dei militari, favorendo unicamente i
Con la morte di Nerone la dinastia giulio-claudia terminò; propri legionari e operando una politica di risparmio eco-
per Roma cominciò un periodo drammatico di guerre ci- nomico che fece rimpiangere agli occhi della plebe la ma- 85
vili e di anarchia politica. In assenza di regole precise, gnificenza di Nerone. A questo punto, mentre in Germania
la scelta dell’imperatore apparteneva ormai a chi aveva la le legioni proclamarono imperatore il loro comandante,

CAPITOLO 4. L’Impero romano nel I e nel II secolo d.C.


forza di dettarla con le armi. Di fronte a un senato indebo- il generale Vitellio, a Roma i pretoriani con la minaccia
lito, toccò dunque agli eserciti imporre la propria volontà. delle armi acclamarono principe il patrizio Otone, ex go-
Come scrisse Tacito, il più importante storico dell’età im- vernatore della Lusitania (l’attuale Portogallo) e uccisero
periale, il potere ormai apparteneva al più forte, e il prin- Galba nel Foro romano. Restavano così due imperatori; uno
cipe poteva anche essere eletto lontano da Roma, per sem- di troppo, come si disse. La situazione precipitò: nel nord
plice acclamazione delle legioni. La lotta tra le varie fazioni dell’Italia, presso Cremona, l’esercito di Vitellio, forte di
dell’esercito fu talmente incerta che, nel giro di un solo ter- 60 000 legionari, sbaragliò quello di Otone il quale, vistosi
ribile anno, il 69 d.C., si succedettero quattro imperatori: perduto, si suicidò, mentre le truppe del vincitore saccheg-
Galba, Otone, Vitellio e infine Vespasiano. giavano selvaggiamente le campagne della penisola. Nel
Inizialmente il senato e i pretoriani acclamarono im- frattempo, in Oriente le legioni proclamavano imperatore
peratore l’anziano generale Galba, che era stato il primo a Tito Flavio Vespasiano, il generale che Nerone aveva in-
ribellarsi a Nerone. Giunto al potere, Galba riuscì tuttavia a viato in Palestina a reprimere la rivolta degli Ebrei. Mentre

L’IMPERO ROMANO NEL 69 D.C.

Scandia
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Caledonia territori di Roma alla vigilia di Azio


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conquiste e annessioni di Augusto


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conquiste e annessioni degli imperatori Giulio-Claudi


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Sa prime fortificazioni periferiche


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il figlio Tito continuava le operazioni militari in Palestina, il Galles, il nord della Britannia e, tra i fiumi Reno e
gli eserciti fedeli a Vespasiano entrarono in Italia e schiac- Danubio, la zona della Foresta Nera.
ciarono le forze di Vitellio il quale, datosi alla fuga, finì uc- In Oriente, la guerra in Palestina fu conclusa nel
ciso. Quando anche le legioni di Spagna, delle Gallie e della 70 d.C. dal figlio Tito, il quale domò nel sangue la ribel-
Britannia proclamarono la loro ubbidienza a Vespasiano, il lione degli Ebrei e, dopo un lungo assedio, rase al suolo
senato riconobbe quest’ultimo come imperatore. Gerusalemme, città simbolo dell’identità religiosa ebrai-
ca. Tre anni dopo fu espugnata anche Masada, l’ultimo
bastione degli insorti, un villaggio fortificato posto su una
■  espasiano (69-79 d.C.),
V spianata desertica a picco sul mar Morto, difeso dagli zelo-
86 il restauratore della pace ti, un gruppo politico-religioso accanito difensore dell’in-
dipendenza ebraica e dell’ortodossia religiosa. Per gli Ebrei
Capostipite della dinastia flavia, Vespasiano fu il pri- le conseguenze della guerra furono drammatiche: la ri-
sezione 1. Dall’età di Cesare all’Impero

mo imperatore non aristocratico; con lui infatti per la volta era costata la vita a più di un milione di persone, la
prima volta saliva ai vertici dello Stato romano un rappre- Palestina era in rovina; il tempio di Gerusalemme, cen-
sentante della classe dei cavalieri (suo padre era stato un tro della religione ebraica, era stato distrutto e sulle sue
esattore delle imposte nella Sabinia). Conquistato il potere fondamenta fu vietato di costruire un nuovo luogo di culto.
grazie all’appoggio delle legioni, Vespasiano si propose in- Per gli Ebrei ebbe così inizio la dolorosa esperienza di una
nanzitutto di ristabilire l’ordine nell’esercito e di restituire nuova diàspora in tutto il Mediterraneo.
ai cittadini romani la fiducia nei confronti delle istituzio-
ni, indebolite dalle atrocità di Nerone e dalla guerra civile.
Uomo prudente e dotato di buon senso, esperto conosci-
tore dell’amministrazione pubblica, Vespasiano si dedicò
anche al difficile compito di sistemare i conti dello Stato,
le cui casse erano state svuotate dagli sprechi di Nerone.
Per risanare la situazione economica attuò una politica di
risparmio, rischiando anche l’impopolarità: impose infat-
ti nuove tasse, ridusse le distribuzioni gratuite di grano
alla plebe e limitò gli spettacoli pubblici e le donazio-
▶ Sesterzio in bronzo
ni all’esercito. In politica estera mirò al consolidamento dell’imperatore
dei confini dell’Impero, riuscendo tuttavia a conquistare Vespasiano, 71 d.C.

per schematizzare
MEMO LESSICO
Le cause dell’instabilità politica nel i secolo
Diàspora
indebolimento Il termine significa “dispersione” di un popolo fuori dai confini
del senato della sua terra di origine. L’origine della diàspora ebraica risale alla
deportazione degli Ebrei a Babilonia da parte del re Nabucodonosor
II nel vi secolo a.C.
legioni delle
anarchia
province fedeli ai
politica
propri generali
LE DOMANDE DELLA STORIA
potere effettivo a
Vespasiano come Augusto?
Roma nelle mani dei Il nome per esteso di Vespasiano fu Imperatore Cesare Vespasiano
pretoriani Augusto. Il primo nome qualificava il suo potere, il secondo lo colle-
gava ai fondatori del principato, l’ultimo gli trasmetteva l’autorità
religiosa del primo Augusto. Per dare una forma di legalità alla sua
carica, Vespasiano fece approvare dal senato una legge sui poteri
dell’imperatore (lex de imperio Vespasiani) con la quale egli vedeva ri-
tweet Il sacrificio degli zeloti conosciuta la propria autorità e trasformava il suo potere personale
Di fronte alla prospettiva della resa, gli zeloti prima sopprimono in una vera e propria magistratura, in una carica politica dello Stato.
tutte le donne e i bambini, poi traggono a sorte dieci tra loro, Questa legge trasmetteva al nuovo imperatore un potere assoluto,
incaricati di uccidere tutti i compagni per poi suicidarsi. anche se Vespasiano, come Augusto, rifiutò di considerarsi un re.

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Storia magazine
correva l’anno

Pompei, una fotografia


dal passato 87
79 d.C., 24 agosto – Il 24 agosto del 79 d.C l’Impero di Tito fu

CAPITOLO 4. L’Impero romano nel I e nel II secolo d.C.


funestato dalla catastrofica eruzione del Vesuvio, che sulla
costa campana distrusse le città di Pompei, Ercolano e Napoli
Vesuvio
Stabia, devastando una delle regioni più ricche e fertili della
Ercolano
penisola italica.
Pompei

Go lfo di Napo li Stabia


A Pompei, ricoperta da una pioggia di Per secoli Pompei fu dimenticata.
cenere e lapilli, morirono migliaia Nel 1748, quasi millesettecento anni
di persone. Chi esitò o non riuscì a dopo l’eruzione che l’aveva cancel- a
tin
fuggire dinanzi all’avanzare della lava lata dalla storia, Pompei tuttavia r ren
So
ola
perì travolto dal crollo dei tetti delle rinacque, quando iniziarono gli Pe
nis
case o soffocato dai vapori solforosi scavi che lentamente (ancora oggi
fuoriusciti dal cratere. Poi i palazzi, le essi non sono terminati) riportaro- Isola d’Ischia

strade pavimentate, i negozi, le taver- no alla luce una città pressoché


ne furono sepolte da uno strato indu- intatta, come se fosse stata “foto-
rito di cenere e lava spesso fino a 30 grafata” dall’eruzione in quel lonta-
metri. no 24 agosto. Le case dei ricchi e quelle dei poveri, gli
affreschi alle pareti, le strade, il Foro, le
terme, il teatro, i templi e le botteghe ci
sono stati restituiti e sono oggi visitabi-
li, come in un grande museo all’aperto.
Caso unico al mondo, la cenere e i
lapilli che avevano avvolto decine di
cadaveri, una volta induriti, hanno
conservato intatte le forme di uomini,
donne, bambini. I calchi in gesso di
quei corpi hanno così riportato ai no-
stri occhi l’ultima immagine della
vita di una città, nell’attimo stesso
in cui moriva: bambini che giocano,
famiglie riunite davanti al cibo, ma-
dri che cercano di proteggere i figli, il
pane nel forno, taverne con i piatti e
il denaro sui tavoli, biblioteche con i
rotoli di papiro aperti.

Resti di alcune delle vittime dell’eruzione


di Pompei.

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■  ito (79-81 d.C.) e Domiziano
T fu tuttavia assai breve. Gli succedette il fratello minore
(81-96 d.C.) Domiziano, cui il senato conferì tutti i poteri imperiali
dopo la morte improvvisa di Tito per malattia nell'81 d.C.
In dieci anni di governo Vespasiano riuscì a restituire In politica estera il nuovo imperatore continuò l’azione
pace e sicurezza all’Impero. Per evitare una nuova guer- del padre volta a rafforzare i confini dell’Impero. Abile
ra civile, egli designò come suoi successori i due figli Tito generale, Domiziano condusse personalmente alcune
e Domiziano, imponendo così al senato il principio della campagne militari che portarono alla conquista di due
successione ereditaria. Quando, alla morte del padre, nuove province, la Germania inferiore e la Germania
Tito divenne imperatore, il 24 giugno del 79 d.C., la tra- superiore. La sicurezza dei confini fu garantita dalla co-
88 smissione dei poteri avvenne in maniera pacifica. La figura struzione di una linea di difesa, costituita da fortifica-
di Tito era infatti molto popolare, per il ricco bottino porta- zioni collegate fra loro da una rete stradale che copriva
to a Roma dopo la vittoria sugli Ebrei e anche per aver fatto gran parte del corso del Reno e di quello del Danubio, dal
sezione 1. Dall’età di Cesare all’Impero

costruire insieme con il padre l’Anfiteatro Flavio, meglio nord della Germania fin quasi al mar Nero. Un aumento
noto come Colosseo, dedicato ai giochi e agli spettacoli che considerevole della paga dei pretoriani e dei legionari as-
tanto appassionavano le plebi romane. Il suo principato sicurò all’imperatore la fedeltà perenne delle truppe.

▼ Il Colosseo a Roma
L’Anfiteatro (teatro circolare) Flavio, o Colosseo (dal nome di una grande statua di Nerone, chiamata Colossus Neronis, che si trovava nei pressi) fu
costruito sotto Vespasiano e fu terminato da Tito nell’area della Domus aurea di Nerone, quasi a voler cancellare con un’opera pubblica le tracce
del dispotismo neroniano. È il più grande anfiteatro antico: su una pianta ellittica misura 188 metri per 156, con tre piani di arcate alte in totale
48,50 metri. Poteva contenere fino a 50 000 spettatori. Fu inaugurato nell’80 d.C., dopo otto anni di lavori, con 100 giorni di giochi gladiatori e
combattimenti di belve, che provocarono la morte di 2000 gladiatori e di 900 animali, per lo più importati dall’Africa.

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◀ Foro Romano, Arco di Tito, particolare
del rilievo posto all'interno della volta
raffigurante l'apoteosi di Tito, portato
in cielo da un'aquila.

del dissenso che portò alla decima-


zione dell’aristocrazia romana e alla
riapertura delle persecuzioni nei
confronti di ebrei e cristiani. Sotto il
suo governo dispotico, grandi scrit- 89
tori come Plinio, Tacito e Giovenale
furono ridotti al silenzio. Altri invece,

CAPITOLO 4. L’Impero romano nel I e nel II secolo d.C.


come Stazio e Marziale, si prestaro-
no all’adulazione e a forme di servi-
lismo, che Domiziano gradì al punto
da accettare di farsi chiamare con il
titolo di “signore e dio”.
A Roma invece Domiziano non seguì le orme del padre Alla fine, l’opposizione al suo governo tentò la carta della
e diede vita a un dispotismo per certi versi paragonabile cospirazione. Nel 96 d.C., Domiziano morì pugnalato per
a quello di Caligola e di Nerone, espellendo dal senato i mano di un liberto che aveva libero accesso alla sua corte.
suoi oppositori e cacciando da Roma quegli intellettuali La congiura riuniva la moglie Domizia, i capi dei pretoriani
che non si piegavano alla sua concezione autoritaria e un gruppo di senatori. Uno di loro, Marco Cocceio Nerva
del potere. Di carattere sospettoso, vanitoso e insofferen- fu designato imperatore. Con la morte di Domiziano termi-
te, Domiziano se da una parte represse senza esitazione nò la dinastia flavia. Il senato ordinò che il nome e l’imma-
la corruzione dei governatori delle province e dei funzio- gine del despota fossero rimosse da ogni statua, iscrizione e
nari statali, dall’altra scatenò una politica di repressione monumento (la damnatio memoriae, come per Caligola).

AREA TUTOR — Facciamo il punto!

1 Verifica le CONOSCENZE 2 Definisci il LESSICO ESSENZIALE


➀ Come risolse Augusto il ➀ Adozione
problema della successione? ➁ Dinastia giulio-claudia
➁ Quale fu la politica interna ed ➂ Lesa maestà
estera di Tiberio? ➃ Dinastia flavia
➂ Quali furono i risultati del ➄ Diàspora
principato di Claudio?
➃ Quali furono le caratteristiche 3 Acquisisci le COMPETENZE
del governo di Nerone? Dal testo alla tabella
➄ Quali furono le cause della Costruisci una tabella in cui riassumi l’azione degli imperatori delle dinastie
guerra civile del 69 d.C.? giulio-claudia e flavia, individuando per ciascun imperatore una parola chiave,
➅ Quale fu la politica interna ed che ne riassuma i risultati, e un esempio significativo.
estera di Vespasiano?
➆ La politica di Domiziano
fu in continuità con quella di
Vespasiano?

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3. Società e politica nel i secolo d.C.
■ L e trasformazioni della società
romana
90 Nel corso del i secolo d.C., il mondo romano conobbe pro-
fonde trasformazioni dal punto di vista politico e sociale.
Il progressivo affermarsi dell’autocrazia imperiale portò,
sezione 1. Dall’età di Cesare all’Impero

nel corso degli anni, a un vero e proprio declino dell’ari-


stocrazia senatoria, la tradizionale classe dirigente roma-
na. Le antiche famiglie nobili, che per secoli avevano go-
vernato la città, furono decimate dalle violente repressioni
operate da imperatori come Caligola o Domiziano, al punto
quasi da estinguersi.
Nello stesso tempo, lo sviluppo di un sempre più imponen-
te sistema burocratico e amministrativo favorì l’ascesa po-
litica ed economica della classe dei cavalieri, i cui mem-
bri andarono progressivamente a formare i quadri dirigenti
dell’amministrazione statale, dai ruoli minori dell’esercito e ▲ Rilievo raffigurante un combattimento di leoni e gladiatori nel circo,
degli uffici, fino agli incarichi più importanti e remunerati, i secolo d.C., Roma, Museo Nazionale Romano.

come quelli di prefetto o di governatore delle province.


Anche l’importanza dell’esercito andò crescendo. di denaro e di alimenti (in specie di grano, le cosiddette
Avere l’appoggio delle legioni diventò infatti sempre più frumentazioni), utilizzando a volte i loro patrimoni priva-
un fattore dal quale nessun imperatore poteva prescinde- ti, come nel caso di Augusto, ma più spesso le casse dello
re. Assai più del consenso del senato, il sostegno dei mili- Stato, con esiti nefasti per l’economia romana. Questa po-
tari e in particolare dei pretoriani, la guardia del corpo litica consentì ai principi di presentarsi come i protettori
dell’imperatore, diventò necessario non solo per sostenere della plebe più povera, comprandone l’appoggio e il con-
le campagne militari, ma anche per resistere agli intrighi senso politico, un’efficace arma di difesa contro i complotti
di corte e ai complotti politici della capitale. In molti casi, delle famiglie aristocratiche. Gli storici hanno osservato
come abbiamo visto, la volontà dei soldati risultò decisiva che quanto più un imperatore era odiato dalla classe sena-
nel portare al potere un imperatore, oppure nel deporlo o toria, tanto più era invece amato dai ceti popolari. Caligola
addirittura nel farlo uccidere. o Nerone per esempio, due mostri di ferocia secondo la tra-
dizione, furono forse gli imperatori più amati dalla plebe,
per la generosità delle loro donazioni.
■ L’imperatore e il popolo Per comprendere le ragioni di questo fenomeno, occorre
ricordare che, dopo la fine della repubblica, le tradizionali
Da Augusto in poi la maggior parte degli imperatori cer- assemblee popolari romane avevano perso ogni potere ef-
cò di accattivarsi i favori del proletariato urbano, attra- fettivo. Durante l’Impero, dunque, la plebe povera non svol-
verso una politica di periodiche distribuzioni gratuite geva più alcun ruolo politico e viveva nei quartieri degrada-
ti della capitale, in condizioni spesso miserabili. Il “pane”
e il “circo” (panem et circenses) divennero gli strumenti con
MEMO LESSICO
cui il potere politico riuscì a tenerla a bada, prevenendo
Autocrazia
possibili sommosse. Il pane serviva a sfamare i figli poveri
Dal greco autós, “se stesso”, e krátos, “potere”, indica una forma di della patria; i grandi spettacoli pubblici e in particolare i
potere in cui chi detiene il comando fonda la forza e la legittimità a sanguinosi giochi gladiatori – la forma di intrattenimen-
governare su se stesso e non su istituzioni esterne, come il senato
o le assemblee. to di massa più apprezzata nella Roma imperiale – li distra-
evano dalle loro tristi condizioni materiali.

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■ L a romanizzazione delle province: progressivo allargamento della cittadinanza romana ai
un mondo comune loro abitanti. Il peso dei provinciali perfino all’interno del
senato crebbe al punto che, alla fine del i secolo d.C., essi
Nel i secolo d.C. i domini romani erano ormai composti da costituivano ormai la maggioranza dell’assemblea.
un mosaico di popoli che, pur dipendendo politicamente Ovviamente la romanizzazione delle province non fu
da Roma, parlavano lingue differenti e abitavano territori sempre un processo pacifico e volontario. Soprattutto ai
assai diversi fra loro, dalle foreste del Nord Europa ai de- confini dell’Impero molti popoli vi si opposero strenua-
serti dell’Africa settentrionale, alle pianure fluviali della mente, orgogliosi della propria cultura e delle proprie
Mesopotamia. Nel corso del tempo queste regioni, abitate tradizioni. Numerose province furono teatro di sanguino-
da milioni di persone, subirono una progressiva roma- se rivolte, a cui gli eserciti romani risposero con violen- 91
nizzazione. Questo processo, anche se non cancellò del te rappresaglie militari, quando non con stermini di
tutto le differenze culturali e sociali, contribuì a fare dei do- massa. Una delle regioni più turbolente, come abbiamo

CAPITOLO 4. L’Impero romano nel I e nel II secolo d.C.


mini romani un grande mondo comune, unificato da un visto, fu la Palestina, dove gli Ebrei manifestarono sem-
solo sistema legislativo, monetario e stradale, da una pre una profonda insofferenza nei confronti dell’arrogan-
sola amministrazione statale. za dei governatori romani, rifiutandosi di sottomettersi al
Il processo di romanizzazione avvenne anche sul pia- culto dell’imperatore, che offendeva il loro credo religioso
no culturale. Il latino divenne la lingua prevalente in monoteistico.
Occidente (nelle Gallie, in Spagna, in Africa); in Oriente
invece la lingua ufficiale rimase il greco. Poiché i gruppi
dirigenti romani conoscevano e usavano sia il latino, sia ■ La politica estera dell’Impero
il greco, l’Impero divenne di fatto bilingue. La cultura
greca e quella romana finirono così per essere considera- Nel i secolo d.C. la politica estera dei successori di Augusto
te quasi una cultura unica. I giovani aristocratici romani fu orientata al consolidamento dei confini esistenti e
studiavano nelle scuole greche d’Oriente, mentre a Roma alla stipulazione di accordi diplomatici con le popolazio-
vivevano e lavoravano i più importanti artisti, scrittori e ni di confine. Roma non rinunciò tuttavia alle conquiste
filosofi greci. territoriali e all’annessione di nuove province, specie in
Sul piano economico, il crescente sviluppo artigiana- Britannia e in modo più limitato in Germania.
le e commerciale delle province ridusse la posizione di
egemonia a lungo mantenuta dalla penisola italica. La cre-
▼ Treviri (Germania),
scita dell’importanza delle province fu favorita anche dal la porta Nigra,
iv secolo d.C.

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Nel Nord Europa il confine rimase più o meno attesta- sfera di influenza fino alle coste dell’oceano Indiano; i
to lungo la linea naturale dei fiumi Reno e Danubio. In Parti cercavano invece uno sbocco ai loro commerci verso
queste regioni gli eserciti romani dovettero fronteggiare il Mediterraneo. Poiché tuttavia nessuna delle due potenze
tuttavia la crescente ostilità dei Germani, nei cui confron- era abbastanza forte da sconfiggere l’altra, esse preferirono
ti Roma si limitò ad alcune operazioni militari di controllo per quasi tutto il i sec. d.C. cercare la via dei negoziati pa-
e di espansione limitata al di là del Reno, rinunciando a cifici, piuttosto che quella dello scontro frontale.
una decisa offensiva militare. Queste regioni erano in-
fatti poco produttive dal punto di vista agricolo e poco inte- LE DOMANDE DELLA STORIA
ressanti dal punto di vista commerciale. La loro conquista
Quali erano i rapporti fra Romani e Germani?
92 non avrebbe portato vantaggi sostanziali all’Impero, men-
Le tribù germaniche, arretrate sul piano tecnologico e dell’orga-
tre avrebbe richiesto enormi costi materiali e umani. nizzazione politica e sociale, avevano nei confronti dell’Impero un
atteggiamento ambivalente di combattività e ostilità, ma anche
sezione 1. Dall’età di Cesare all’Impero

di ammirazione e di soggezione. Fin dai tempi della guerra di Gaio


Mario contro i Cimbri e i Teutoni (fine del ii sec. a.C.), i Germani
■ Il limes romano rappresentavano invece per i Romani la barbarie, la negazione della
civiltà. Per molti intellettuali, tuttavia, proprio per la loro arretra-
tezza, essi erano anche i testimoni di un mondo ancora intatto e
A difesa dei confini, durante il principato di Domiziano, Roma incorrotto. Nelle pagine della Germania, per esempio, Tacito fornisce
procedette, come già si è detto, alla costruzione di un sistema un ritratto idealizzato dei popoli germanici, le cui virtù (fierezza,
amore per la libertà, indipendenza, onore) vengono contrapposte
di fortificazioni (il cosiddetto limes), presidiato da guarni- alla corruzione dei costumi romani.
gioni e collegato da un efficiente sistema stradale. Con il tem-
po molti dei presìdi di stanza lungo il confine diedero origine
a vere e proprie città (tra le altre, i nuclei originari delle attuali
MEMO LESSICO
Belgrado e Colonia), residenze dei veterani dopo il congedo.
In Oriente invece le province romane furono sotto la Limes
costante minaccia del regno dei Parti, gli eredi degli an- Con questo termine i Romani designavano la linea di confine
tichi Persiani, dal 250 a.C. governati dalla dinastia degli fortificata a difesa delle province imperiali. Il limes, che poteva
essere anche naturale, fluviale o montuoso, formava l’insieme
Arsacidi. Le cause del conflitto tra le due potenze, inizia- delle frontiere dell’Impero, al di la del quale iniziava il barbaricum,
to con la sfortunata spedizione di Crasso nel 53 a.C., era- il “paese dei barbari”. Il termine era anche usato per indicare la
strada militare fortificata di penetrazione nei territori di conquista
no non solo militari, ma anche economiche: Roma am- recente o ancora da conquistare.
biva a occupare la Mesopotamia, per allargare la propria

AREA TUTOR — Facciamo il punto!


1 Verifica le CONOSCENZE 3 Acquisisci le COMPETENZE
➀ Quali trasformazioni politiche Dallo studio alla relazione orale
ed economiche ebbe l’Impero nel i Prepara due brevi relazioni orali (di circa 5 minuti l’una) che colleghino gli
sec. d.C.? elementi qui elencati
➁ Quale fu la politica degli
imperatori nei confronti della plebe ➀ La società romana dopo Augusto
più povera? → decadenza dell’aristocrazia
➂ Quali furono gli effetti della → ascesa dei cavalieri
romanizzazione delle province? → maggiore potere dell’esercito e dei pretoriani
➃ Quali linee segui la politica → politica imperiale di elargizioni a favore del popolo
estera romana nel i sec. d.C.?
➁ La politica estera romana nel i secolo d.C.
2 Definisci il LESSICO → romanizzazione delle province
ESSENZIALE → pax romana
➀ Autocrazia ➁ Frumentazioni → repressione delle rivolte
➂ Romanizzazione ➃ Limes → consolidamento dei confini dell’Impero

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4. L’apogeo dell’Impero
■ Il principato adottivo sanguinose congiure di palazzo che avevano portato sul
trono autocrati come Caligola o Nerone. In effetti, gli im-
Una volta eliminato Domiziano, nel 96 d.C. il senato elevò peratori adottivi (Traiano, Adriano, Antonino Pio, Marco
alla carica di imperatore uno dei suoi membri più autore- Aurelio) dimostrarono tutti di avere una personalità di pri- 93
voli, l’anziano Marco Cocceio Nerva (96-98 d.C.). Per assi- mo piano. La loro efficace azione di governo, come vedremo,
curarsi l’appoggio dell’esercito, questi adottò come figlio il garantì all’Impero un lungo periodo di stabilità politica,

CAPITOLO 4. L’Impero romano nel I e nel II secolo d.C.


generale più importante dell’epoca, Marco Ulpio Traiano, di potenza militare e di sviluppo economico.
comandante delle legioni del Reno, indicandolo come suo
successore. In questo modo Nerva introduceva un criterio
nuovo per stabilire la successione al titolo di imperato- ■ Traiano (98-117 d.C.), il grande
re. Fino a quel momento, infatti, la carica era stata trasmes- conquistatore
sa per via ereditaria, di padre in figlio, come avevano fatto i
principi della dinastia flavia, oppure attraverso la scelta di Nel 98 d.C. Nerva morì. Gli succedette Traiano, di origine
membri della stessa famiglia, come era stato per la dinastia spagnola e dunque il primo imperatore non italico, che
giulio-claudia. Da Nerva in poi, invece, ogni imperatore no- governò per quasi vent’anni,portando l’Impero alla sua mas-
minò il suo successore al di fuori della propria discendenza sima espansione territoriale. Nella sua azione di governo,
diretta, attraverso l’istituto dell’adozione. Per questo mo- il nuovo imperatore cercò di presentarsi come un servitore
tivo, il tipo di governo del ii secolo è stato chiamato dagli dello Stato e un buon amministratore. Politicamente si
storici principato adottivo.
Individuando una persona ritenuta meritevole e gra-
dita sia all’esercito, sia al senato, gli imperatori riusciro-
no anche a evitare che, alla loro morte, seguissero quelle

▼ Foro di Traiano, veduta dei resti del colonnato


della basilica Ulpia.

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appoggiò più sull’esercito che sul senato, con cui tuttavia d.C.), corrispondente all’incirca all’attuale Giordania, scon-
mantenne buoni rapporti. In politica interna si adoperò per figgendo il regno dei Nabatei e giungendo fino alla peni-
risollevare l’agricoltura e l’artigianato italici, penaliz- sola desertica del Sinai; infine, negli anni successivi an-
zati dalla concorrenza delle province. A questo fine Traiano nesse all’Impero tre nuove province: l’Armenia (114 d.C.),
promosse imponenti interventi per migliorare il sistema l’Assiria e la Mesopotamia (115 d.C.). Durante quest’ultima
viario e portuale, concesse ai piccoli proprietari terrieri pre- campagna militare, Traiano inflisse ai Parti una serie di
stiti a basso interesse, alleggerì il carico fiscale, destinò un umilianti sconfitte, giungendo a saccheggiare la loro capi-
sussidio per l’educazione dei giovani poveri, combatté infi- tale Ctesifonte. Alla fine, l’avanzata romana si arrestò alle
ne la disoccupazione attraverso investimenti nell’edilizia. foci del Tigri e dell’Eufrate, sul golfo Persico. A questo pun-
94 Lungo la penisola, avviò l’edificazione del porto di Ancona to la stanchezza delle legioni e lo scoppio di una violenta
e dell’imponente Arena di Verona. A Roma fece costruire un
ampio Foro con al centro la gigantesca Colonna Traiana,
sezione 1. Dall’età di Cesare all’Impero

una basilica, due biblioteche e un monumentale mercato. LE DOMANDE DELLA STORIA


La politica estera di Traiano fu caratterizzata dalla ri-
Quale significato ha il fatto che gli imperatori del ii seco-
presa dell’espansionismo militare a Oriente. L’obiettivo lo furono provinciali?
era di controllare le grandi rotte commerciali con l’Estre- Da Traiano in poi l’Impero fu retto da uomini provenienti dalle pro-
mo Oriente; il sogno era di eguagliare le favolose impre- vince, a prova del fatto che l’Impero ormai costituiva un mondo uni-
tario e che il processo di romanizzazione delle province si era quasi
se di Alessandro Magno. Con una rapidità degna di Giulio del tutto compiuto. Traiano, Adriano e Marco Aurelio erano nati in
Cesare, Traiano prima sottomise la Dacia (101 d.C.), una Spagna; Antonino Pio proveniva dalla Gallia. Estinte le antiche fami-
glie patrizie, nel senato sedeva una nuova aristocrazia proveniente
regione dell’Est europeo (l’odierna Romania) ricca di stra- dalle province e dalle carriere nella burocrazia imperiale.
ordinarie miniere d’oro, poi conquistò l’Arabia Petrea (106

L’IMPERO ALLA SUA MASSIMA ESPANSIONE (117 d.C.)


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territori di Roma alla vigilia di Azio Egitto
conquiste e annessioni di Augusto
conquiste e annessioni degli imperatori Giulio-Claudi
conquiste e annessioni degli imperatori Flavi
conquiste e annessioni di Traiano
prime fortificazioni periferiche

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rivolta in Palestina costrinsero il generale a ripiegare verso settentrionale della provincia, un’imponente linea fortifi-
Occidente. Nel 117 d.C., durante la marcia di ritorno,Traiano cata lunga 120 km, che correva da costa a costa. Presidiata
si ammalò e morì in Cilicia, dopo aver indicato come suo stabilmente da 10 000 legionari, questa formidabile mu-
successore il comandante dell’esercito d’Oriente, Adriano. raglia difensiva divenne nota come il vallo di Adriano.
Fortificazioni simili furono edificate anche nell’Europa
continentale, lungo il Reno e il Danubio.
■ Adriano (117-138 d.C.), Pacificati i confini, nei ventuno anni del suo governo (la
il grande civilizzatore metà dei quali trascorsi lontano da Roma a ispezionare le
province dell’Impero) Adriano si impegnò per risollevare
Il successore di Traiano fu Publio Elio Adriano, anch’egli di le finanze statali, esaurite dalle campagne militari del suo 95
origine spagnola, il quale impresse un netto cambiamen- predecessore, e per dare impulso alle infrastrutture e all’ur-
to alla politica estera del suo predecessore. Consapevole banizzazione delle province più periferiche. La fondazio-

CAPITOLO 4. L’Impero romano nel I e nel II secolo d.C.


degli enormi costi economici legati alla difesa dei nuovi ne di nuove città (molte delle quali furono chiamate
territori conquistati e delle difficoltà politiche e militari Adrianopoli, la “città di Adriano”) contribuì alla diffusio-
che sarebbero derivate dal loro controllo, Adriano preferì ne della civiltà romana soprattutto in zone come l’Africa
abbandonare le regioni orientali occupate pochi anni settentrionale o i Balcani, dove le popolazioni, assai poco
prima da Traiano (a eccezione dell’Arabia Petrea) e avvia- romanizzate, vivevano ancora allo stato tribale.
re un negoziato di pace con i Parti, cui restituì parte dei A dispetto dell’opera pacificatrice di Adriano, gli anni
loro territori. Anche a Occidente Adriano rinunciò a nuove del suo principato furono turbati da una nuova e violen-
avventure militari e perseguì una politica di consolida- ta rivolta degli Ebrei che, tra il 130 e il 135 d.C., costrinse
mento del limes. In Britannia fece costruire, sul confine l’imperatore a una dura repressione costata alla Palestina

▼ Il vallo di Adriano
Il vallo di Adriano faceva parte del limes ed era una fortificazione in pietra costruita nella prima metà del II secolo dall’imperatore Adriano tra la
Britannia e la Caledonia. Segnava il confine settentrionale dell’Impero, che proteggeva dalle incursioni della tribù dei Pitti. La sua parte centrale è
ancora esistente ed è dal 1987 Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco.

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nuovo imperatore si deve la denominazione di dinastia
degli Antonini con cui molti storici hanno chiamato gli
imperatori adottivi. In ventitré anni di governo il nuovo
imperatore non si avventurò in alcuna riforma sostan-
ziale né sul piano amministrativo, né in politica estera.
Sul piano interno introdusse innovazioni in campo giu-
ridico, che entrarono nel diritto romano e poi in quello
europeo (l’accusato non può ritenersi colpevole fino alla
sentenza di condanna; solo per i reati più gravi è ammes-
96 so il carcere preventivo). Egli mirò invece a conservare
la pax romana, di cui l’Impero aveva goduto durante l’e-
poca di Adriano. Sul piano militare Antonino continuò la
strategia difensiva del suo predecessore, costruendo in
Britannia il vallo di Antonino, un nuovo sistema di for-
tificazioni più a nord del vallo di Adriano.

■ Marco Aurelio (161-180 d.C.),


▲ La Villa Adriana a Tivoli. il principe filosofo
migliaia di morti e che culminò con la definitiva distru- Alla morte di Antonino salirono al potere i due fratelli
zione di Gerusalemme, sulle cui rovine venne fondata la Marco Aurelio e Lucio Vero che Adriano aveva imposto
colonia romana di Elia Capitolina. ad Antonino di adottare come suoi successori. Nasceva
Uomo di grande raffinatezza letteraria e artistica, così una diarchia, ossia un governo di due persone con
amante appassionato della cultura greca, Adriano soggior- pari autorità. Dopo otto anni, tuttavia, la precoce morte di
nò a lungo ad Atene, che negli anni del suo principato riac- Lucio Vero lasciò tutta la responsabilità dell’Impero sulle
quistò un ruolo culturale di primo piano. Per i suoi lunghi spalle del solo Marco Aurelio, l’ultimo dei grandi impera-
soggiorni in Grecia e in Egitto, fu tuttavia accusato dal se- tori adottivi. Uomo di grande cultura, seguace della filoso-
nato, che lo ebbe sempre in scarsa simpatia, di privilegiare fia stoica, egli si rivelò una delle personalità più originali
l’Oriente e di trascurare Roma. Viceversa gli intellettuali dell’epoca imperiale. Tormentato da una profonda inquie-
greci videro in lui un modello di imperatore saggio, colto tudine spirituale e da autentici sentimenti umanitari,
e munifico. Nella capitale, in realtà, Adriano diede un no- guardò sempre al suo dovere di imperatore con senso di di-
tevole impulso alla costruzione di imponenti opere archi- stacco, come testimoniano le sue meditazioni sulla vanità
tettoniche, tra le quali sono celebri il mausoleo, poi tra- e sulla precarietà della vita, conservate in uno dei libri più
sformato in fortezza, oggi noto come Castel sant’Angelo importanti della letteratura classica, i Ricordi.
e la meravigliosa Villa Adriana, la vasta residenza ispirata Le capacità di Marco Aurelio furono tuttavia messe a
all’arte ellenistica e orientale che il principe fece costru- dura prova dall’improvviso e simultaneo attacco alle
ire sui soleggiati pendii coperti di ulivi dei colli di Tivoli, frontiere dei due grandi nemici di Roma: i Parti e i
al limite della campagna romana, dove trascorse gli ultimi Germani. Dopo cinquant’anni di pace, riapparvero, brutal-
anni della sua vita. mente e su tutti i fronti, le guerre. Nel 161 d.C., i Parti scate-
narono una doppia offensiva contro l’Armenia e la Siria; la

■ Antonino Pio (138-161 d.C.),


il difensore della pace MEMO LESSICO

Dopo la morte di Adriano (138 d.C.), durante il governo del Filosofia stoica
suo successore, Tito Aurelio Antonino, detto Pio per la La filosofia stoica (o stoicismo) fu una scuola fondata ad Atene
intorno al 300 a.C. da Zenone di Cizio, il quale teneva le sue lezioni
sua devozione nei confronti della religione romana tra- in un portico (in greco stoá). Per gli stoici obiettivo della vita è la
dizionale, l’Impero godette di un lungo periodo di stabi- ricerca della felicità, la quale consiste nell’adeguarsi all’armonia
universale di cui l’uomo fa parte liberandosi dall’asservimento alle
lità e di pace, raggiungendo a parere di molti studiosi il passioni individuali e obbedendo ai doveri imposti dalla ragione.
suo apogeo, il punto di massima prosperità. Al nome del

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reazione romana fu immediata, ma ci vollero quattro anni ■ Còmmodo (180-193 d.C.), un nuovo
per riportare l’ordine in Oriente. Come scrissero gli stori- despota
ci, la vittoria ebbe tuttavia conseguenze più drammatiche
di una sconfitta. Una violenta epidemia di peste si diffu- A Marco Aurelio succedette il figlio diciannovenne
se infatti tra le legioni, per poi dilagare in tutto l’Impero. Còmmodo, che lo aveva accompagnato nelle sue ultime
I morti furono milioni, forse più del dieci per cento della campagne militari. Veniva così abbandonato il princi-
popolazione. Per l’economia romana le conseguenze furo- pio dell’adozione, che aveva assicurato a Roma principi
no tragiche: le campagne si spopolarono, i raccolti furono capaci e moderati, e ripristinata la regola dinastica.
abbandonati, i commerci e l’artigianato decaddero, le città Acclamato imperatore dall’esercito, Còmmodo si rivelò
furono preda della fame. subito un principe ben diverso dal padre. Di tempera- 97
A questo punto i Germani si misero in marcia verso mento autoritario e sospettoso, ma nello stesso tempo
sud: le bellicose tribù dei Quadi e dei Marcomanni (forse esibizionista (amava cimentarsi nelle corse dei carri e nei

CAPITOLO 4. L’Impero romano nel I e nel II secolo d.C.


sospinte da migrazioni di tribù nomadi provenienti dalla combattimenti dei gladiatori), egli diede al suo governo
Scandinavia, Gepidi o Goti) sfondarono il limes danubiano, un carattere autocratico che ricordò a molti i tempi
giungendo fin nella penisola italica, nei pressi di Aquileia. bui e ormai lontani di Nerone e di Domiziano. Come que-
Marco Aurelio, l’imperatore amante della pace, fu così co- sti, infatti, Còmmodo si dedicò a una pratica di generose
stretto per quasi dieci anni a una logorante guerra lungo i elargizioni alla plebe, cui concesse giochi circensi e
confini dell’Impero, nell’affannoso tentativo di ricacciare gli spettacoli, sperperando in modo dissennato le già risi-
invasori di là dalle frontiere. Alla fine, nel 175 d.C., Roma pre- cate risorse monetarie dello Stato. Popolare tra i più po-
valse, anche se i Germani non furono mai domati del tutto. veri, Còmmodo ben presto si rese inviso sia ai senatori,
Nel 180 d.C., presso il campo militare di Vindòbona (Vienna) che di nuovo videro ridotti i propri poteri, sia all’eserci-
Marco Aurelio morì, mentre era impegnato a domare una to che, dopo un primo momento di infatuazione, finì per
nuova rivolta germanica. Stava per compiere 59 anni. voltargli le spalle, quando l’imperatore concluse una fret-
tolosa pace coi Germani, comprata con ingenti somme di
denaro. Quando, per stroncare i complotti dell’opposizio-
■ I primi segni della crisi dell’Impero ne, Còmmodo fece appello alla forza dei pretoriani e avviò
una feroce repressione contro il senato, a Roma sembrò
Le logoranti guerre cui l’Impero di Marco Aurelio fu co- davvero di ritornare all’epoca di
stretto e la crisi economica che ne seguì segnarono la Caligola e di Nerone, dopo ri-
fine del lungo periodo di pace e di prosperità iniziato con petute congiure fallite. Alla
Traiano e l’inizio della crisi che avrebbe sconvolto Roma fine, nel 192 d.C., Còmmodo
durante il iii secolo. Per la prima volta, infatti, la potenza finì vittima di una congiu-
romana si trovò costretta a una guerra difensiva, men- ra, strangolato da un gla-
tre per secoli era stata protagonista di guerre offensive. Ai diatore con cui si allenava
confini dell’Impero Marco Aurelio lasciava una situazione nella lotta.
difficile: la pressione delle tribù germaniche (Burgundi,
Vandali, Svevi) era in aumento, mentre le risorse militari
ed economiche che Roma poteva mettere in campo erano
sempre più limitate.
Per alleviare la pressione alle frontiere negli ultimi anni
del suo governo Marco Aurelio aveva consentito che grandi
masse di tribù nomadi si insediassero all’interno dei
confini dell’Impero come alleati, destinati al lavoro agri-
colo e all’inquadramento nell’esercito. Questa politica – cri-
ticata da chi vedeva in essa una pericolosa commistione
tra Romani e altri popoli e quindi più un imbarbarimento
dell’Impero che una romanizzazione dei Germani – limi-
tò tuttavia la bellicosità dei Germani e fornì ai domina-
tori quegli agricoltori e quei soldati di cui, dopo la peste
e lo spopolamento delle campagne, Roma aveva un grande ▶ Busto di Còmmodo in
bisogno. veste di Ercole, ca 190 d.C.

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Geostoria focus

Il limes romano
98 ❶ Confini
 tra civiltà: il limes romano
I confini dell’Impero
Il limes era la linea di confine fortificata a difesa delle province imperiali. Esso formava l’insieme delle frontiere dell’Impero
sezione 1. Dall’età di Cesare all’Impero

romano e poteva essere naturale o artificiale. Nel primo caso le barriere che dividevano il mondo romano dalle terre dei
“barbari” erano costituite da fiumi (il Reno, il Danubio, l’Eufrate), da catene montuose (i Carpazi in Dacia o l’Atlante in

G a la
Mauritania) o da deserti (in Egitto, in Arabia e in Siria). Nel secondo caso le barriere erano costituite da profondi fossati,
palizzate e muri di terra o in pietra. Il confine era affiancato per tutta la sua lunghezza da una strada, presidiata a distanze

tia
regolari da fortini e da torri di avvistamento.
Cilicia

Cipro

Mare
Mediterraneo
C a l e d o n i Ce
1. I fronti del limes romano erano tre:
il primo era quello settentrionale, Alessandria
Camelon
formato dal limes britannico (con il in o
Old Kilpatrick i Anton
vallo di Adriano, del quale molti resti Va l l o d Carriden
sono ancor oggi visibili, e il vallo di Bishopton Castlecary Firth of Forth
Duntocher Kirkintilloch
Antonino), dal limes germanico, lungo il Ar
fiume Reno, e dal limes danubiano. Edimburgo
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❷ Confini
 di ieri e di oggi: l’economia di frontiera

I confini tra Stati non sono quasi mai muri


impenetrabili. Ieri come oggi le linee di confine sono
luoghi di scambio e di commercio, di passaggio di
popoli, d’interazione tra culture e costumi. Attorno
al limes romano nacque un’economia di frontiera,
animata da villaggi e mercati, dove i soldati, i
coloni romani e le loro famiglie s’incontravano con
le popolazioni indigene, germaniche o asiatiche,
scambiando non solo merci, bestiame e legname,
Trebisonda ma anche tecniche ed esperienze.
G a la

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Cilicia Carre
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Siria
Cipro
Damasco
Mare
Mediterraneo Palestina
Cesarea
Alessandria Gerasa
Iudea

❸ Confini
Petra

Arabia
 di ieri e di oggi: l’incontro di civiltà

2. Il secondo fronte era quello a


protezione dei confini orientali
dell’Impero, composto dal limes della
Cappadocia, dal limes armeno, dal limes
mesopotamico e dal limes arabico, che
collegava l’Eufrate al mar Rosso.

Roma
Tessalonica n to
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Sicilia Corinto
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Egitto
3. Il terzo e il più lungo era il limes
africano a protezione dei confini
meridionali dell’Impero.

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era Gli spazi geografici dell’Impero romano
Tra il i e il ii secolo i contatti commerciali tra Occidente e Oriente si intensificarono, come
testimoniano i ritrovamenti archeologici e i documenti letterari a nostra disposizione (a Pompei,
ad esempio, sono state ritrovate statuette indiane; in Cina alcune monete romane dell’età di
Marco Aurelio). Attraverso la regione della Battriana (all’incirca l’attuale Afghanistan), oppure più
a nord, attraverso Samarcanda, le carovane di mercanti greci e siriani si incontravano con quelle
provenienti dalla Cina e dall’India, che trasportavano pietre preziose, spezie pregiate, incenso e,
dalla Cina, la seta.

Le grandi vie commerciali (i-ii secolo d.C.)


100
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CAPITOLO 4. L’Impero romano nel I e nel II secolo d.C.


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vie marittime
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Per lungo tempo un ostacolo agli scambi commerciali venne dall’Impero dei Parti, che
geograficamente separava l’Impero romano dall’India, e che tentò sempre di impedire la
penetrazione romana in Oriente, con l’obiettivo di mantenere il controllo sulle rotte commerciali
verso quei lontani territori. Per aggirare i Parti, la via più battuta dai mercanti divenne quella
marittima: partendo dal mar Rosso, attraverso l’oceano Indiano, le navi mercantili trasportavano
Da millenni sui confini premono in Oriente i prodotti dell’artigianato occidentale, ritornando carichi di spezie e di pietre preziose.
le popolazioni più povere, che Il principale centro di smistamento delle merci divenne Alessandria d’Egitto; terminale ultimo in
fuggono in massa dalle guerre e Italia era il porto di Ostia.
cercano migliori condizioni di vita e
di lavoro. Non senza fatica l’Impero L’Eurasia nel 100 d.C.
romano riuscì a integrare nelle
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proprie province di confine interi O C E A NO


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popoli stranieri, reclutando i maschi Fin n i
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nell’esercito e concedendo ai Go ti

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Impero romano I N D I A NO
la Cina sotto la dinastia degli Han
Impero dei Parti
Impero Kush
principali vie commerciali
(marittime e carovaniere)

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Geostoria focus
Competenze in azione
❶ Geostoria/Ricerca sul web (Webquest) l → quali erano i confini delle terre abitate?
→ quali regioni sono rappresentate troppo grandi o
La Terra abitata degli antichi troppo piccole? 101
I geografi antichi conoscevano solo una porzione
limitata della Terra. Gli antichi Greci indicavano con ❷ Geostoria/Ricerca sul web (Webquest)

CAPITOLO 4. L’Impero romano nel I e nel II secolo d.C.


il termine ecumene (oikoumène) la Terra conosciuta
e abitata dall’uomo ed era solo questa parte del Oltre i confini dell’Impero: la Cina
pianeta che essi rappresentavano nelle loro carte Nei secoli dell’Antichità le vie commerciali collegavano,
geografiche. Al di là c’erano i confini del mondo e lungo le piste dell’Asia centrale, i due grandi Imperi di
l’Oceano misterioso. Poi le conoscenze geografiche Roma e della Cina. Che tipo di contatti avevano queste
aumentarono, grazie ai viaggi degli eserciti, dei marinai due grandi potenze? Quali merci venivano scambiate?
e dei mercanti, che misero per iscritto nelle carte e nei Come si era formato l’Impero cinese? Quali erano i suoi
resoconti di viaggio le nuove rotte seguite, le scoperte confini territoriali e le sue caratteristiche politiche?
di città e popoli prima sconosciuti. Infine gli imperatori → Svolgi una ricerca su questi temi e rispondi alle
romani organizzarono le prime vere e proprie spedizioni domande in una relazione orale di 10 minuti.
geografiche, per conoscere meglio gli spazi che si → Traccia su una carta politica dell’Asia i confini
accingevano a conquistare con le proprie legioni. dell’Impero cinese nel i secolo d.C. e confrontali con
i confini della Cina attuale.
➀ Il primo a redigere una carta dell’ecumene è stato
nel vi secolo a.C. il filosofo Anassimandro di Mileto;
in seguito un suo concittadino, Ecateo di Mileto,
rappresentò l’ecumene all’interno di un cerchio. Trova Consiglio di lettura
la raffigurazione dell’ecumene di Ecateo e descrivila
in una breve didascalia che accompagni l’immagine in La bussola del cambiamento, 80 tavole per capire
modo efficace. il mondo, Guerini e associati, Milano 2005
➁ Nel v secolo Erodoto, il padre della storiografia, fece
una nuova rappresentazione dell’ecumene, questa volta Un viaggio sotto forma di atlante nel “mondo
di forma quadrangolare. In età augustea, il geografo globale” di oggi, attraverso testi, immagini,
Strabone elaborò una nuova mappa della terra abitata. carte, grafici e tabelle, utile per capire le
Trova e confronta le due immagini, rispettivamente di tematiche dell’attualità e il loro legame con il
Erodoto e di Strabone, e illustrane le differenze in un passato storico. Nell’incertezza dell’oggi, uno
breve testo. strumento chiaro e sintetico, che unisce storia
➂ L’ecumene di Tolomeo (ii secolo d.C.) costituisce e geopolitica, economia e demografia, partendo
il culmine della cartografia antica. Trova l’immagine da “com’eravamo”, per provare a ipotizzare il
che lo rappresenta e rispondi in un testo scritto alle possibile “mondo che verrà”.
seguenti domande:

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Leggere le immagini

LA COLONNA La colonna ha un lungo fregio di 200 m, che si avvolge a spirale, dal basso verso l’alto, un
racconto per immagini scolpite nel marmo che descrive, in una successione cronologica di
TRAIANA: scene (circa 150, animate da 2500 personaggi), i momenti principali della conquista della
Dacia: battaglie, marce, costruzione di accampamenti, cattura dei nemici, il suicidio dei capi
UNA STORIA Daci, infine la presentazione a Traiano della testa di Decebalo, re dei Daci.

PER IMMAGINI
In questa scena,
FONTE: Colonna Traiana mentre le legioni
102 DATA: 113 d.C. avanzano,
DIMENSIONI: h. 40 m nell’accampamento
SEDE: Foro traiano, Roma romano vengono
portate a Traiano
sezione 1. Dall’età di Cesare all’Impero

alcune teste mozzate


Innalzata a Roma nel 113 d.C. per celebrare
di Daci. Nello stesso
la conquista della Dacia da parte di
tempo un gruppo
Traiano, la colonna, uno dei capolavori
di cavalieri romani
della scultura romana, è alta circa 40 m ed
avanza al galoppo e si
è costituita da 19 blocchi di marmo di 4 m
lancia nella battaglia.
di diametro. In alto si trovava una statua
bronzea di Traiano, sostituita nel 1558 da
una di S. Pietro.
Ha una funzione celebrativa del potere di
Roma e dell'imperatore. In questa scena
compare il re
Decebalo nell’atto
orgoglioso di
uccidersi dopo la
sconfitta, solo, come
Guida alla lettura abbandonato dal suo
popolo.
➀ Da quali elementi si
desume la finalità
propagandistica della
colonna?
➁ I Daci sono raffigurati
con compassione o con
disprezzo? Rispondi in
modo motivato.

La figura di Traiano è raffigurata 59 volte. Egli appare


come un uomo di grande dignità e dai gesti misurati,
mai come un dio: le sue virtù sono la saggezza, l’abilità
militare, la predisposizione al comando.

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5. Economia e società
nel ii secolo d.C.
■ Il secolo d’oro dell’Impero Il principio dell’adozione, inoltre, evitò che il problema
della successione si trasformasse in un’occasione di nuo- 103
Il ii secolo d.C., l’epoca compresa tra l’ascesa al potere di ve sanguinose guerre civili. Un’efficiente amministrazio-
Nerva (96 d.C.) e la morte di Còmmodo (192 d.C.), fu per ne statale incoraggiò lo sviluppo economico e sociale,

CAPITOLO 4. L’Impero romano nel I e nel II secolo d.C.


Roma un periodo di grande prosperità e di potenza, tanto anche in regioni isolate e arretrate. Una rete stradale e
da essere considerato dagli storici antichi e moderni come di trasporti sicura e veloce favorì gli scambi commer-
il “secolo d’oro” dell’Impero romano, paragonabile solo ciali tra le province e la circolazione degli intellettuali e
all’età augustea. dei funzionari dello Stato. Nelle province furono fondate
Dal punto di vista territoriale, i confini dell’Impero nuove città che, al pari delle città italiche, nel corso del
raggiunsero la massima estensione. La forza e l’auto- tempo si arricchirono di monumentali opere pubbli-
revolezza dell’apparato militare assicurarono alle popola- che: teatri, terme e bagni pubblici, palestre, biblioteche,
zioni dell’Impero un’epoca di sicurezza e di pace. Sul pia- acquedotti, mercati. Nel complesso, nessun’altra epoca
no politico, i buoni rapporti mantenuti dai principi con dell’antichità aveva conosciuto un simile livello di svi-
il senato garantirono allo Stato una sostanziale stabilità. luppo e di prosperità.

▼ Biblioteca di Celso, a Efeso, in Turchia, 110-135 d.C.

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■ L’ascesa economica delle province ■ Il declino della penisola italica
Nel corso del ii secolo furono soprattutto le province a go- Al grande sviluppo dell’economia delle province corrispose
dere di un forte sviluppo economico. Nella penisola ibe- il graduale declino della penisola italica, dove l’agricol-
rica, l’agricoltura raggiunse tali livelli di prosperità da fare tura conobbe i primi segni di crisi e la popolazione subì un
di quell’area occidentale la principale esportatrice di olio, progressivo calo. Le cause della crisi della penisola erano
vino e grano, oltre che dei minerali (oro, argento, piombo, molteplici: l’artigianato e il commercio subivano la con-
ferro) di cui era ricchissimo il sottosuolo. Le Gallie diven- correnza dei mercati delle province; le spese per soste-
nero in breve tempo una delle regioni più ricche dell’Im- nere l’esercito e l’amministrazione statale erano enormi;
104 pero: all’impetuoso sviluppo della produzione agricola, per infine, poiché le legioni erano formate ancora in massima
esempio nel campo della viticoltura, si unì infatti la diffu- parte da Italici, l’arruolamento nell’esercito e il lungo ser-
sione dell’artigianato, i cui prodotti (tessili e in ceramica) vizio militare ai confini dell’Impero riducevano la forza
sezione 1. Dall’età di Cesare all’Impero

invasero i mercati romani. Anche le province di conquista lavoro disponibile in Italia. Poiché molti veterani finiva-
più recente si trasformarono ben presto in regioni econo- no per rimanere nelle province anche dopo il congedo, il
micamente importanti per l’Impero. La Germania si affer- risultato fu che la popolazione della penisola diminuì,
mò per la produzione degli oggetti in vetro, la Britannia mentre quella delle province aumentò progressivamente.
per l’attività estrattiva di minerali. In Africa, da tempo uno Lo spopolamento delle campagne e le crescenti dif-
dei granai di Roma, l’Egitto si affermò per la produzione ficoltà economiche dei piccoli proprietari terrieri ebbero
del papiro. In Oriente, la Siria, le città dell’Asia Minore e l’effetto di favorire la diffusione del latifondo. Alcuni im-
del Mediterraneo orientale, da secoli zone di grande svilup- peratori cercarono di sostenere i piccoli e medi proprietari
po agricolo e artigianale (basti pensare alla lavorazione del terrieri, attraverso una politica di prestiti e sgravi fiscali.
lino, della seta e all’utilizzo della porpora per la tintura del- Furono anche varate misure di appoggio alle produzioni
le stoffe) consolidarono la loro funzione di centri di transi- locali pregiate (per esempio i vigneti). L’amministrazione
to delle linee carovaniere commerciali che collegavano si spinse fino a limitare per legge l’emigrazione all’estero.
l’Occidente all’Estremo Oriente. I risultati di queste politiche furono tuttavia assai limitati.

▼ Cina, Resti della città di Jiaohe. Durante la dinastia Tang una guarnigione di 6000 uomini stazionava per controllare il passaggio di carovane lungo la
via della seta.

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miseria, i coloni, pur essendo lavoratori liberi, finirono per
dipendere dal loro padrone, costretti in condizioni di vita e
di lavoro non diverse da quelle degli schiavi.

■ Verso la crisi del iii secolo


Alla fine del ii secolo, l’Impero romano cominciò a subire i
▲ Coperchio di sarcofago con un carro carico di spighe di grano tirato da primi segni della crisi economica e politica che sarebbe
buoi, iii secolo d.C., Città del Vaticano, Galleria Lapidaria. scoppiata, in maniera violenta, nel secolo successivo. Alla 105
morte di Marco Aurelio, l’abbandono del principio dell’a-
Uno degli effetti della crisi dell’agricoltura fu che mol- dozione riaprì le lotte per la successione. Nello stesso tem-

CAPITOLO 4. L’Impero romano nel I e nel II secolo d.C.


ti proprietari terrieri, dato lo scarso rendimento del la- po, i crescenti costi della burocrazia statale e dell’esercito
voro schiavistico (un lavoro poco motivato e poco specia- trascinarono le casse dell’Impero sull’orlo della ban-
lizzato), trovarono più conveniente dividere le loro tenute carotta. Le enormi ricchezze dovute alle conquiste si con-
in piccoli appezzamenti, dati in affitto a contadini liberi centrarono sempre di più nelle mani di una ristretta clas-
chiamati coloni. Il colonato si sostituì così progressiva- se sociale di mercanti, latifondisti e alti funzionari statali,
mente al lavoro degli schiavi, il cui numero era fortemen- mentre la massa dei contadini beneficiò assai poco dei be-
te diminuito con la fine delle guerre di conquista. Gravati nefici delle espansioni territoriali e il proletariato urbano
da canoni d’affitto esagerati, afflitti da debiti e da pesanti si ridusse a vivere grazie solo alla politica assistenziale
imposte statali, i coloni, privi dei capitali necessari per au- degli imperatori. All’inizio del iii secolo, dunque, quando
mentare la produttività delle terre, non riuscirono tuttavia l’Impero non poté più contare su una guida autorevole e
a far crescere i raccolti. Di conseguenza l’agricoltura della forte, questa serie di problemi si aggravò al punto da rende-
penisola gradatamente decadde ancora di più. Ridotti alla re, come vedremo, l’Impero quasi ingovernabile.

AREA TUTOR — Facciamo il punto!


1 Verifica le CONOSCENZE 2 Definisci il LESSICO ESSENZIALE
➀ Quali furono le conquiste militari ➀ Principato adottivo ➁ Filosofia stoica ➂ Secolo d’oro ➃ Colonato
di Traiano?
➁ Perché Adriano può essere 3 Acquisisci le COMPETENZE
definito il grande civilizzatore? Dal testo alla tabella
➂ Quali caratteristiche ebbe il Completa la tabella indicando i nomi degli imperatori del ii secolo che nel
principato di Antonino? corso del loro principato hanno rispettivamente favorito o sfavorito i gruppi
➃ Quali nemici esterni dovette sociali indicati.
fronteggiare Marco Aurelio?
➄ Quali furono le caratteristiche Classi e gruppi Favoriti da… Svantaggiati da…
del principato di Còmmodo? sociali
➅ Quali furono le caratteristiche
dello sviluppo economico delle Cavalieri
province nel ii secolo? Aristocrazia
➆ Quali furono le cause del declino senatoria
economico italico e quali gli effetti?
Proletariato urbano
Piccoli proprietari
terrieri
Provinciali

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Storia magazine
Tecniche Economia Scienza

Un capolavoro di tecnica:
106
gli acquedotti romani
La tecnologia romana raggiunse rilevanti risultati in più campi, a partire da quello militare
sezione 1. Dall’età di Cesare all’Impero

in cui furono costruite macchine complesse: la catapulta, la balista, l’ariete, la torre mobile.
Le soluzioni più ardite furono tuttavia raggiunte nell’ingegneria civile.

Particolarmente innovative furono materiale che garantiva l’imperme- a tre arcate), capaci di superare disli-
le tecniche romane per assicurare abilità. Nel caso di acque sotterranee velli anche di 50 metri. Alla fine del
il rifornimento idrico delle città. erano scavati pozzi e cunicoli che percorso si trovava una costruzione
Raccolta dalle sorgenti, l’acqua era imbrigliavano le acque in un con- che conteneva altre camere di decan-
convogliata in lunghe canalizzazioni dotto unico. L’acqua poi sostava in tazione e la vasca di distribuzione nei
sotterranee o in imponenti acquedotti vasche di decantazione, dove erano condotti urbani.
sopraelevati, che riuscivano a supera- fatte depositare le prime impurità.
re gli ostacoli naturali attraverso gal- Di qui veniva immessa nelle condot-
lerie o archi e a convogliare l’acqua te che la trasportavano mantenendo Costruzioni in tutto
anche a notevole distanza dal punto di una pendenza leggera e costante l’Impero
raccolta. per assicurare uno scorrimento rego-
lare. In certi casi un sistema di pompe La costruzione e la manutenzione di
e sifoni permetteva all’acqua anche di sistemi idrici così complessi richiede-
La struttura risalire i pendii. I condotti erano sia vano non solo grandi abilità tecniche
sotterranei, sia in superficie. In caso e maestranze specializzate, ma anche
Un acquedotto iniziava con un bacino di attraversamento di corsi d’acqua o autorità competenti, in grado di con-
di raccolta delle acque di superficie depressioni essi correvano su viadotti trollare le condotte (in terracotta), le
realizzato con dighe in calcestruzzo, in muratura o su ponti ad archi (fino tubature (in piombo) e la qualità del-
le acque. Al termine del i secolo d.C.,
I resti dell’acquedotto che oggi Roma era dotata di nove acquedotti,
attraversa la città di Segovia, capaci di rifornire le case private delle
in Spagna.
famiglie più ricche, le numerose fon-
tane pubbliche (circa 1300), le piscine
(circa 900) e le terme pubbliche (11).
Il più lungo acquedotto di Roma, l’A-
qua Marcia, superava i 90 km. Costruito
dal pretore Quinto Marcio nel 144 a.C.,
raccoglieva le acque delle sorgenti del
fiume Aniene, considerate le miglio-
ri tra quelle che arrivavano a Roma.
Numerosi acquedotti furono costruiti
in molte regioni dell’Impero, in Gallia,
in Spagna, in Africa e in Asia.

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Storia magazine
la vita quotidiana

Le abitazioni
nella Roma imperiale 107
Roma imperiale aveva una popolazione superiore al milione di abitanti, la maggior parte

CAPITOLO 4. L’Impero romano nel I e nel II secolo d.C.


dei quali viveva in spazi molto angusti. Per porre rimedio all’esiguità degli spazi, i Romani
furono costretti a sviluppare le loro case in altezza.

La casa romana era di due tipi: la do- Le case del popolo confortevoli: la luce era scarsa, man-
mus e l’insula. La domus era l’abitazio- cava l’acqua e il riscaldamento si li-
ne delle famiglie ricche, un edificio Sviluppate in verticale, le insulae era- mitava a dei fornelli a legna. Poiché le
composto da più locali che si svilup- no di forma squadrata, fatte di mat- strutture erano in legno, gli incendi
pava in senso orizzontale. La mag- toni ricoperti da intonaco chiaro per erano frequenti. Man mano che sali-
gior parte dei Romani viveva invece dare luminosità alle strade. All’interno vano di piano, gli alloggi diventavano
nelle insulae, grandi caseggiati di le condizioni di vita non erano molto meno pregiati e meno costosi.
tre o quattro piani (dal ii secolo d.C.
anche di più), alti fino a 20 metri, Le insulae comprendevano piccoli
appartamenti, con un cortile
costituiti da piccoli appartamenti interno e, al piano terra, botteghe
spesso fatiscenti. artigianali e spazi comuni.

La casa dei ricchi


La domus era composta da stanze
con piccole finestre: dall’ingresso
(vestibolo) si accedeva all’atrio, su
cui davano le stanze da letto (cubicu-
la), la sala dei banchetti e lo studio
del capofamiglia. Le stanze che si af-
facciavano sulla strada erano adibite
a negozi e botteghe (tabernae). Nel re-
tro della casa c’era il giardino o l’orto.
Le domus più ricche, oltre ai locali pri-
ma elencati, erano dotate anche di un
peristilio, un grande cortile circon-
dato da un porticato, ornato da alberi
da frutto e piccole piscine. Esse ave-
vano anche il bagno, copia in piccolo
delle terme, una biblioteca e una ter-
razza (solarium).

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Area STUDIO

A Gli eventi nel tempo


Cronologia del principato Politica interna ed estera
• 14 d.C. Morte di Augusto
• 14-37 d.C. Tiberio
• 37-41 d.C. Caligola
108 • 41-54 d.C. Claudio • 43 d.C. Conquista della Britannia
• 54-68 d.C. Nerone • 64 d.C. Incendio di Roma
• 66 d.C. Rivolta degli Ebrei
sezione 1. Dall’età di Cesare all’Impero

• 69 d.C. Anno dei quattro imperatori


• 69-79 d.C. Vespasiano • 70 d.C. Distruzione di Gerusalemme
• 79-81 d.C. Tito • 80 d.C. Inaugurazione del Colosseo
• 81-96 d.C. Domiziano
• 96-98 d.C. Nerva
• 98-117 d.C. Traiano • 101-115 d.C. Conquista di Dacia, Armenia, Assiria,
Mesopotamia
• 117-138 d.C. Adriano • 130-135 d.C. Rivolta degli Ebrei
• 138-161 d.C. Antonino Pio • 161 d.C. Offensiva dei Parti
• 161-180 d.C. Marco Aurelio • 175 d.C. Vittoria romana sui Germani
• 180-193 d.C. Còmmodo

B In sintesi
➀ La dinastia giulio-claudia domò la ribellione degli Ebrei e rase al suolo Gerusalemme.
→ Augusto adottò e indicò come suo successore il figliastro Vespasiano designò come suoi successori i figli Tito e
Tiberio, che nel 14 d.C. divenne imperatore. Nei primi anni la Domiziano. Dopo la morte precoce di Tito, il nuovo impe-
politica di Tiberio fu moderata e rispettosa dell’autorità del ratore Domiziano in politica estera continuò l’azione del
senato. In politica estera consolidò i confini dell’Impero. Gli padre volta a rafforzare i confini. A Roma invece Domiziano
ultimi anni del potere furono invece caratterizzati dal dispo- diede vita a un violento dispotismo, reprimendo il dissenso
tismo. A Tiberio succedette Caligola, acclamato imperatore e riaprendo le persecuzioni verso Ebrei e Cristiani.
dai pretoriani. Il suo governo fu dispotico e caratterizzato
dall’umiliazione del senato e dall’eliminazione degli avversa- ➂ Società e politica nel i secolo d.C.
ri politici. Il nuovo imperatore Claudio amministrò lo Stato → L’affermarsi del potere autocratico degli imperatori portò
con saggezza e competenza. Per favorire la romanizzazione al declino dell’aristocrazia senatoria. Lo sviluppo della buro-
dei popoli dell’Impero, concesse a molti provinciali la cittadi- crazia favorì l’ascesa politica ed economica della classe dei
nanza. Nei primi anni del suo governo, Nerone, il successore cavalieri. Anche l’importanza dell’esercito andò crescendo.
di Claudio, fu influenzato dalla madre Agrippina e dal filosofo Nel i secolo d.C. le province dell’Impero subirono una pro-
Seneca, poi trasformò il suo principato in un feroce dispoti- gressiva romanizzazione. I domini romani furono unificati
smo. Nel 64 d.C., quando un incendio devastò Roma, accusò la in un solo sistema legislativo, monetario e stradale e da una
comunità cristiana e scatenò una feroce repressione. sola amministrazione statale. Nel i secolo la politica estera
romana ebbe l’obiettivo di consolidare i confini esistenti.
➁ La dinastia flavia
→ Con la morte di Nerone per Roma cominciò un periodo di ➃ L’apogeo dell’Impero
guerre civili. Nel 69 d.C. si succedettero quattro imperatori: → Da Nerva in poi ogni imperatore nominò il suo successore at-
Galba, Otone, Vitellio e infine Vespasiano. Capostipite della traverso l’istituto dell’adozione (principato adottivo). Traiano,
dinastia flavia, Vespasiano (un cavaliere) fu il primo impe- il successore di Nerva, si appoggiò più sull’esercito che sul se-
ratore non aristocratico. Per risanare la situazione econo- nato. In politica interna risollevò l’agricoltura e l’artigianato
mica egli attuò una politica di risparmio. In politica este- italici, penalizzati dalla concorrenza delle province. In politica
ra consolidò i confini dell’Impero. In Palestina il figlio Tito estera riprese l’espansionismo militare a Oriente, conquistando

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Area STUDIO
la Dacia, l’Arabia Petrea, l’Armenia, l’Assiria e la Mesopotamia. ➄ Economia e politica nel ii secolo d.C.
In Oriente e in Occidente Adriano, successore di Traiano, ri- → Il ii secolo d.C. è stato chiamato il secolo d’oro perché
nunciò a nuove conquiste militari, consolidando il limes. In po- fu per Roma un periodo di grande prosperità, potenza e
litica interna risollevò le finanze statali e diede impulso alle in- pace. Da un punto di vista territoriale i confini dell’Impero
frastrutture e all’urbanizzazione delle province. Con Antonino raggiunsero la massima estensione.
l’Impero godette di un lungo periodo di pace, raggiungendo → Le cause del declino economico della penisola inve-
il suo punto di massima prosperità. Il suo successore, Marco ce furono: la concorrenza dei mercati delle province, le 109
Aurelio, dovette fronteggiare l’attacco dei Parti e dei Germani. enormi spese per sostenere l’esercito e l’amministrazio-
Nel frattempo l’ombra della crisi cominciò a gravare sulle sor- ne statale, lo spopolamento delle campagne. I proprietari

CAPITOLO 4. L’Impero romano nel I e nel II secolo d.C.


ti dell’Impero. Còmmodo, figlio di Marco Aurelio, diede al suo terrieri, dato lo scarso rendimento del lavoro schiavisti-
governo un carattere autocratico e dispotico. Inviso ai senatori co, diedero le terre in affitto a contadini liberi chiamati
e all’esercito Còmmodo finì vittima di una congiura di corte. coloni.

C Mappa dei concetti

giulio-claudia
alla guida dell’Impero
i secolo
si alternarono due dinastie
flavia
società
favorisce cavalieri
• sistema burocratico
danneggia aristocrazia senatoria
• per evitare sommosse aumentano elargizioni al popolo e potere dei militari
• romanizzazione delle province
• politica estera -consolidamento confini → costruzione del limes
-annessione nuove province in Britannia e in Germania
-negoziati coi Parti

Per la guida dell’Impero si ricorse all’istituto dell’adozione =


principato adottivo
ii secolo
Ritorno al criterio dinastico con Còmmodo

società
• massima estensione territoriale dell’Impero
buoni rapporti tra senato e principe
• stabilità e pace favorite da
sistema del principato adottivo

• efficiente burocrazia, sistema viario di trasporti favoriscono scambi commerciali

produzione agricola e artigianale


• arricchimento delle province grazie a
estrazione materie prime

con frazionamento delle campagne in


• spopolamento delle campagne italiche
appezzamenti dati in affitto ai coloni

primi segni di crisi

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Area attività

D Conoscenze e abilità

1 tempo Indica con un numero progressivo la corretta 3 spazio Tratteggia sulla carta muta con un colore
successione cronologica degli eventi elencati. L’esercizio è diverso i confini dell’Impero romano alla fine del principato
avviato. di Augusto e i confini nel momento della sua massima
110 espansione.
☐ Rivolta degli Ebrei repressa da Vespasiano
☐ Definitiva distruzione di Gerusalemme
sezione 1. Dall’età di Cesare all’Impero

☐ Eruzione del Vesuvio e distruzione di Pompei


☐ Incendio di Roma
☐1 Offensiva dei Parti
☐ Conquista della Dacia, Armenia, Assiria, Mesopotamia
☐ Inaugurazione del Colosseo
☐ Vittoria romana sui Germani
☐ Conquista della Britannia

2 tempo Disponi nel corretto ordine di succesione i


seguenti imperatori, indicando di ognuno le date di inizio e
fine del principato.

Domiziano - Adriano - Vespasiano - Claudio - Tiberio -


Traiano - Antonino - Caligola - Tito - Còmmodo - Nerone
- Marco Aurelio

4 concetti e connessioni Classifica in una tabella il modo in cui ciascun imperatore ha preso il potere, indicando i
gruppi che hanno contato di più nella sua elezione.

Aristocrazia Famiglia
Imperatore Esercito Pretoriani
senatoria imperiale
Claudio
Nerone
Vespasiano
Domiziano
Traiano
Marco Aurelio

5 eventi Completa il brano con termini o espressioni relative al contenuto del paragrafo 5.

Allo sviluppo economico delle .............................................................................. corrispose il declino della .............................................................................., dove
l’.............................................................................. conobbe i primi segni di crisi e la ................................................................................... subì un progressivo calo.
Le .............................................................................. della crisi furono le seguenti: l’artigianato e il commercio subivano la .............................................................................. dei
mercati delle province; le spese per sostenere l’esercito e l’amministrazione statale erano enormi. Lo spopolamento delle
campagne e le crescenti difficoltà economiche dei .............................................................................. favorirono la diffusione del ...............................................................................
Molti proprietari terrieri, dato lo scarso rendimento del lavoro ..................................................................................., trovarono più conveniente dividere
le loro tenute in piccoli appezzamenti, dati in affitto a ................................................................................... chiamati coloni.

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Area attività
6 eventi Completa la tabella ricostruendo la cronologia delle principali campagne militari condotte da Roma dopo
Augusto, poi svolgi gli esercizi proposti.

Acquisizioni
Imperatore Nemici combattuti
territoriali
Claudio
111
Nerone

Vespasiano

CAPITOLO 4. L’Impero romano nel I e nel II secolo d.C.


Domiziano

Traiano

Marco Aurelio

E Competenze

7 analizzare fonti e documenti Leggi il 9 geostoria La bonifica del Fucino


documento, poi rispondi alle domande. Tra le molte grandi opere pubbliche intraprese
«Numerose e profonde trasformazioni sociali colpiscono dall’imperatore Claudio forse la più straordinaria fu in
la società [imperiale]. Il declino dell’aristocrazia senatoria Abruzzo la bonifica del lago del Fucino, a quel tempo il
legata ai giulio-claudii [...], la sparizione quasi completa terzo lago della penisola, dopo il Garda e il lago Maggiore.
delle antiche e grandi famiglie dell’epoca repubblicana, la Svolgi una ricerca su quest’opera e riassumi i risultati
crescita lenta e continua dei cavalieri, il calo di influenza del tuo lavoro in una presentazione in PowerPoint che
dei liberti sono dei fenomeni importanti, ma limitati se li contenga immagini e carte geografiche dei luoghi. Nel
si confronta all’avanzata dei provinciali, che, sotto i flavii, corso della ricerca segui la seguente scaletta: finalità
appaiono per la prima volta alla luce, dappertutto salvo che dell’opera, modalità e tempi, risultati, interventi
alla testa dell’Impero, dominata dagli Italici». successivi, situazione attuale.
(M. Le Glay, Jean-Louis Voisin, Yann Le Bohec,
Storia romana, trad. G. Merola, il Mulino, Bologna 2002) 10 scrittura Nel 65 d.C. il filosofo Seneca muore
togliendosi la vita, vittima degli intrighi della corte e
l
a In quale epoca della storia dell’Impero avvengono le della follia di Nerone. Agli inizi del xvii secolo il pittore
trasformazioni sociali cui il brano si riferisce? fiammingo Peter Paul Rubens racconta, nel quadro Morte
b Tra queste trasformazioni qual è, secondo gli autori del di Seneca, il momento del suicidio. Il filosofo è raffigurato
testo, la principale? ormai stanco, con i piedi in una tinozza. Alla sua sinistra
un medico opera l’incisione che lo ucciderà. Ricerca e
8 scrittura/argomentazione Rispondi alle
domande seguenti nella forma di una “trattazione
l osserva il quadro di Rubens.
➀ Quali sentimenti ed emozioni sembrano esprimere il
sintetica” (10-15 righe). volto e il corpo di Seneca?
→ Quale nesso esiste tra la romanizzazione delle province ➁ A quale azione è dedito, secondo te, il discepolo alla
e la crisi economica della penisola italica? destra del filosofo?
→ A quali risultati portò la politica del “principato adottivo”?
→ Perché il ii secolo è stato definito il “secolo d’oro” della
storia romana?

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CAPITOLO 5
L’affermazione
112
del cristianesimo
Per tagliar corto alle pubbliche voci, Nerone inventò i colpevoli, e sottopose a raffinatissime pene quelli che il popolo chiamava Cristiani
sezione 1. Dall’età di Cesare all’Impero

e che erano invisi per le loro nefandezze. Il loro nome veniva da Cristo, che sotto il regno di Tiberio era stato condannato al supplizio
per ordine del procuratore Ponzio Pilato. Momentaneamente sopita, questa perniciosa superstizione proruppe di nuovo non solo in
Giudea, luogo di origine di quel flagello, ma anche in Roma, dove tutto ciò che è vergognoso ed abominevole viene a confluire e trova la sua
consacrazione.
— Tacito, Annali, XV, 44; trad. B. Ceva

Chiave di lettura

Dalla Palestina all’Impero

La predicazione di Gesù di Nazareth si svolge intera-


mente in Palestina e dura circa tre anni, brutalmen-
te interrotta dalla condanna a morte. I suoi seguaci
sono inizialmente pochi e confusi, spesso in conflit-
to fra loro, e a partire dall’età di Nerone subiranno ri-
petute e crudeli persecuzioni.
Nel volgere di tre secoli, tuttavia, lo sparuto gruppo
iniziale diventerà un movimento di massa, capace
di lanciare la sua sfida all’Impero e di imporsi come
una delle principali componenti politiche e culturali
del mondo romano.
San Paolo intorno alla metà del i secolo e Costantino
all’inizio del iv incarnano i due momenti decisivi
che fanno del cristianesimo la religione alla base del-
la nuova civiltà europea che viene delineandosi.

Il sarcofago di Giunio Basso


Giunio Basso fu prefetto di Roma e morì nel 359. Il suo sarcofago
è decorato ad altorilievo con scene tratte dall’Antico e dal Nuovo
Testamento. È una delle più antiche opere di arte cristiana a noi
pervenute (Città del Vaticano, Museo del Tesoro di San Pietro).

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1. Le origini del cristianesimo
■ La predicazione di Gesù ■ Il mondo ebraico in fermento
Nel raccontare la storia del i e del ii secolo abbiamo concen- La predicazione di Gesù si inseriva in un clima di notevole
trato l’attenzione sulle vicende politiche e sociali dell’Impe- fermento all’interno dell’ebraismo, che vedeva il sorge- 113
ro, trascurando la nascita e i primi sviluppi di una nuova re- re di numerose figure di predicatori e profeti. Tale fermen-
ligione proveniente dall’Oriente, il cristianesimo. In questa to era legato almeno in parte alla nuova situazione poli-

CAPITOLO 5. L’affermazione del cristianesimo


fase storica, essa ha ancora un’importanza secondaria, ma tica: dal 6 d.C. la Palestina era stata annessa alla provincia
come sappiamo è destinata a rivestire un ruolo centrale romana della Siria e in ambito ebraico erano sorte sette
nei secoli successivi, soprattutto a partire dal iv. religiose e movimenti politici che affrontavano in modo
All’origine del cristianesimo c’è la predicazione di molto variegato il problema del rapporto con i nuovi domi-
Gesù di Nazareth, così come è ricordata nei vari testi, scrit- natori. Ricordiamo per esempio:
ti nel corso del i secolo d.C., che narrano la sua vita e ripor- • gli zeloti, che lottavano per l’indipendenza politica
tano le sue parole. del regno ebraico mossi da motivazioni religiose;
Naturalmente, la figura di Gesù è circondata da un alo- • gli esseni, che avevano posizioni simili, ma
ne di leggenda che rende difficile distinguere la dimensio-
ne propriamente storica da quella religiosa. Lo stesso, in tweet Quando è nato Gesù?
una certa misura, si può dire per tutto il cristianesimo del La data di nascita di Gesù fu calcolata da Dionigi il Piccolo, un
i secolo d.C., legato a grandi figure (gli evangelisti, Pietro, monaco del v-vi secolo. Oggi si ritiene che i suoi calcoli fossero
sbagliati e che Gesù sia nato tra il 7 e il 4 a.C.
Paolo, Giacomo ecc.) su cui esistono poche fonti che non
siano cristiane, e quindi sospette di parzialità. È tuttavia
un fatto storicamente accertato che, durante il principato ▼ Simone Cananeo, apostolo di Gesù, morì a Pella nel 107 d.C., mosaico,
Ravenna, Cappella Oratorio di S. Andrea.
di Tiberio, sia vissuto in Palestina un predicatore ebreo in
cui i suoi seguaci credettero di riconoscere il Messia, cioè il
Salvatore di Israele preannunciato nell’Antico Testamento.

LA PALESTINA AI TEMPI DI GESÙ (6 A.C.-30 D.C.)

Tiro SIRIA
Dan
FENICIA

Akka
Capharnaum Betsaida
GALILEA Lago di
Cana Tiberiade
eo

Tiberiade
Mt. Nazaret Mt.
rran

k
Carmelo mu
Tabor Yar
dite

provincia di Siria
Cesarea Pella DECA- (protettorato romano dal 63 a. C.)
e
re M

regno di Giuda (posto sotto


SAMARIA l’autorità di Erode il Grande,
Gerasa 37 a. C.-4 d. C.)
Giordano
Ma

regioni poste sotto l’autorità


Samaria di Erode Antipa, 4-33 d. C.
POLI
regioni governate dal Tetrarca
Jabbok Filippo, 4-33 d. C.
Antipatris regioni governate dal procuratore
PEREA

romano Ponzio Pilato, 26-36 d. C.


Giaffa
Efraim

Gerico Gesù in Galilea Capharnaum


Gerusalemme
Betania Monte delle beatitudini Betsaida
Betlemme Magdala
Cana Lago Ghergassa
GIUDEA Tiberiade di
Gaza Tiberiade
Mar
Ebron Morto Nazaret
Monte Tabor
Masada
Naim
Beer-Sheva

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Storia magazine
patrimonio culturale

Il Nuovo Testamento
Il Nuovo Testamento costituisce la seconda parte della Bibbia cristiana. Esso è interamente
114 scritto in greco, la principale lingua di cultura dell’epoca.
sezione 1. Dall’età di Cesare all’Impero

Il Nuovo Testamento è composto da 27 libri, alcuni dei


quali molto brevi, altri di ampie dimensioni, che si pos-
sono suddividere in quattro gruppi; i Vangeli, gli Atti
degli Apostoli, le Lettere, l’Apocalisse.
◀ Ritratto
di San Luca
dall’evangelario
di Godescalco,
781-783, Parigi,
Bibliothéque
Nationale.
Gli Atti degli
Apostoli, opera
dell’evangelista
Luca, sono la
continuazione del
terzo Vangelo e
narrano le vicende ▲ Cattedra dell’arcivescovo Massimiano con decorazione raffigurante
dei trent’anni circa i quattro evangelisti e Cristo al centro, vi secolo, Ravenna, Museo
successivi alla Arcivescovile.
morte di Gesù, in I Vangeli sono le biografie di Gesù che la Chiesa, nel iv secolo, ha scelto
particolare quelle come le più attendibili e ispirate. Il vangelo più antico (e più breve), quello
riguardanti gli di Marco, è stato scritto poco prima del 70 d.C. ed è la fonte su cui si sono
apostoli Pietro e basati, alcuni anni più tardi, Matteo e Luca; il Vangelo di Giovanni, che risale
Paolo. al 100 d.C. circa, presenta invece vistose differenze rispetto agli altri tre.
Secondo studi attendibili, nessuno dei quattro evangelisti ha conosciuto
personalmente Gesù, anche se è possibile che i loro racconti siano basati su
testimonianze di prima mano.

▼ Testo della Prima lettera ai Corinzi di Paolo dal codice


Boernerianus, scritto da un monaco irlandese nel monastero di
San Gallo, Svizzera, 850 ca.
Le Lettere comprendono 14 lettere attribuite a Paolo (alcune dubbie,
altre di sicura attribuzione) e 7 di altri autori. Le lettere di Paolo
sono i testi più importanti, assieme ai Vangeli, per comprendere i
fondamenti della nuova religione.
▶ L’evangelista Giovanni in
una pagina miniata di una
copia del Commentario
dell’Apocalisse di san
Giovanni.
Il libro dell’Apocalisse, dal
greco apokálypsis, “rivelazione”,
è opera di Giovanni (che alcuni
identificano con l’evangelista,
altri con una persona
diversa); scritto sull’isola
greca di Patmos, racconta
l’oscura e inquietante visione
dell’autore, a cui è stato
rivelato in che modo avverrà la
fine del mondo.

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coltivavano un atteggiamento ascetico e uno stile di distrussero il tempio di Gerusalemme, centro della reli-
vita monastico; gione ebraica (vedi p. 86). La generazione delle persone che
• i sadducei, una corrente aristocratica che tentava di avevano conosciuto direttamente Gesù e ascoltato la sua
trovare un compromesso con il potere romano e che viva voce si andava esaurendo. Diventava necessario rein-
per questo venne sterminata dagli esponenti di un terpretare la figura e l’insegnamento di Gesù alla luce della
ebraismo più radicale nel corso del i secolo; nuova situazione storica.
• i farisei, la corrente più moderata, che cercava di
sviluppare un’interpretazione “moderna” dell’an-
tica legge mosaica e collaborava attivamente con i ■ La svolta: Paolo di Tarso
Romani. 115
Il cristianesimo, cioè la setta dei seguaci di Gesù, detto il La prima comunità cristiana, quella di Gerusalemme, era
Cristo, fu inizialmente una di queste correnti religiose. capeggiata dall’apostolo Giacomo, affiancato da altri due

CAPITOLO 5. L’affermazione del cristianesimo


apostoli, Pietro e Giovanni. Essi erano riusciti a creare
altre piccole comunità in Palestina e non solo, ma la dif-
■ La primissima diffusione fusione del cristianesimo procedeva con estrema lentezza,
soprattutto perché i dirigenti della comunità ritenevano di
Il cristianesimo si diffuse inizialmente in ambito ebraico. potersi rivolgere solo agli Ebrei: Gesù aveva predicato agli
Gesù era ebreo e agli Ebrei si rivolse la sua predicazione. La Ebrei e la nuova religione era in realtà, per loro, un ebrai-
stessa identificazione di Gesù con il Messia preannunciato smo riformato.
dai profeti biblici rivela il legame che la futura religione A questa visione si oppose un formidabile organizzatore
ebbe agli albori della sua storia con la tradizione e le sacre e polemista, Paolo di Tarso, che proprio per la sua energica
scritture ebraiche. azione alcuni considerano il vero fondatore del cristianesi-
Per alcuni anni i cristiani (perlopiù discepoli di Gesù, mo da un punto di vista storico.
che avevano ascoltato direttamente la sua predicazione) Nato a Tarso, in Asia Minore, fra il 5 e il 10 d.C., Saulo
vissero nella convinzione che il Messia sarebbe tornato (che in seguito alla conversione cambiò nome in Paolo) era
presto e che la sua nuova venuta (il cosiddetto “secondo
avvento”) avrebbe provocato, se non la fine del mondo, al-
meno un radicale sconvolgimento della situazione politica
e sociale.
Questa speranza venne meno abbastanza rapidamente:
il secondo avvento non si verificò, anzi, nel 70 d.C. i Romani

MEMO LESSICO

Cristo
Il termine deriva dal greco christós e significa “unto” (lo stesso
significato ha anche la parola ebraica masiah, da cui deriva l’italiano
Messia). Il Cristo è quindi “l’unto del Signore”, cioè colui che è
stato consacrato da Dio (nel caso di Gesù, come suo figlio).

LE DOMANDE DELLA STORIA


Quanti sono i Vangeli?
I Vangeli (dal greco eu-anghélion, “buon annuncio”), cioè i testi che
narrano la vita di Gesù, sono molto numerosi. Quelli cosiddetti “ca-
nonici”, cioè riconosciuti come veritieri dalla Chiesa, sono quattro
(Matteo, Marco, Luca e Giovanni) e risalgono alla seconda metà del i ▲ Il monogramma di Cristo
secolo d.C.; ma ne sono stati scritti dal i fino al iii secolo molti altri, Spesso erroneamente interpretato come pax, “pace”, questo simbolo
detti “apocrifi” (cioè “segreti”), tra cui quelli attribuiti agli apostoli è formato in realtà dalle prime due lettere greche del nome di Cristo,
Tommaso e Pietro. Naturalmente, i Vangeli non sono opere storio- la chi (X) e la rho (P). L’alfa (A) e l’omega (Ω), rispettivamente prima e
grafiche, ma nascono con intenti religiosi, propagandistici, polemi- ultima lettera dell’alfabeto greco, che si vedono più piccole ai lati del
ci, apologetici. Lo storico deve quindi interpretarli, riconoscendo in monogramma, rimandano alla famosa frase del Nuovo Testamento in
essi le informazioni utili al suo lavoro. cui Gesù stesso dice: «Io sono l’alfa e l’omega», cioè il principio e la fine
(Monogramma di Cristo, Museo Pio Cristiano, Città del Vaticano).

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un cittadino romano e un funzionario imperiale. Non diffondendosi in Oriente e soprattutto scrivendo le sue fa-
aveva mai conosciuto Gesù ed era noto come “persecuto- mose lettere, in cui elaborava i principi teorici fonda-
re di cristiani”; più precisamente, in quanto funzionario mentali del cristianesimo.
imperiale, interveniva nelle lotte fra le varie sette ebraiche
per mantenere l’ordine nella provincia.
Saulo si convertì al cristianesimo poco dopo la morte di ■ L a resurrezione evento centrale
Gesù. Secondo il racconto degli Atti degli Apostoli, sicura- della storia
mente venato di leggenda, Paolo fu colpito da una luce vio-
lentissima mentre da Gerusalemme si recava a Damasco Paolo attribuì innanzitutto al cristianesimo un carattere
116 per combattere la piccola comunità cristiana di quella universale: non fu il primo a predicare ai gentili (cioè ai
città. Cadde da cavallo, sentì una voce che gli chiedeva non Ebrei), ma fu il primo a teorizzare chiaramente che
“Perché mi perseguiti?” e rimase accecato per tre giorni, al il cristianesimo non era una setta ebraica o un ebraismo
sezione 1. Dall’età di Cesare all’Impero

termine dei quali era diventato cristiano. A partire da quel riformato, bensì una religione completamente nuova. I
momento, Paolo si dedicò all’organizzazione della nuova
religione, viaggiando fra le varie comunità che andavano

grammatica della cittadinanza


tweet Che aspetto aveva Paolo?
Paolo, che soffriva di una forma di epilessia, si descrive lui stesso Antisemitismo
come un uomo brutto, tarchiato, goffo e quasi completamente Il termine antisemitismo significa, nell’uso comune, odio ver-
calvo, tormentato dalla malattia, ma forte come un toro. so gli Ebrei. In verità, “semiti” sono tutti i popoli che parlano
o hanno parlato lingue semitiche, come gli Arabi, i Fenici e
naturalmente gli Ebrei. Ma solo gli Ebrei sono stati oggetto di
pregiudizi e paure così diffusi e prolungati nel tempo.
▼ S. Paolo consegna le epistole a Tolomeo e Sila, mosaico, Monreale,
Duomo. Conoscere il passato
Nel mondo romano, gli Ebrei erano una delle tante popola-
zioni dell’Impero: la loro religione suscitava a volte sospetto,
perché i Romani usavano inglobare nel loro pantheon anche le
divinità straniere, mentre il Dio ebraico non poteva convivere
con altri; ma suscitava anche interesse, e molti Romani, so-
prattutto nel i secolo, simpatizzavano per quella strana fede
monoteista.
Il cristianesimo, che inizialmente poteva essere considerato
una variante dell’ebraismo, o un ebraismo riformato, con san
Paolo cambiò natura e diventò una religione del tutto diversa.
I rapporti con gli Ebrei fedeli alla tradizione divennero improv-
visamente difficili, da un lato perché essi si rifiutavano di ri-
conoscere in Gesù il Messia, dall’altro perché il popolo ebraico
nel suo complesso era ritenuto responsabile della morte del
Cristo. Nacque così una prima forma di antisemitismo, legata
a motivazioni religiose.
Quando il cristianesimo diventerà religione di Stato (alla fine
del iv secolo), gli Ebrei saranno emarginati e spesso aperta-
mente perseguitati. Durante il Medioevo, il mondo cristia-
no si dimostrerà molto meno tollerante nei loro confronti di
quello musulmano, dove molte comunità giudaiche potranno
prosperare.

Comprendere il presente
L’antisemitismo moderno ha un carattere diverso da quello
antico e medievale: a partire dall’Ottocento, infatti, esso si
lega a teorie razziste, che, senza alcun fondamento scientifi-
co, presuppongono l’esistenza di razze superiori e inferiori. Gli
Ebrei verranno dunque perseguitati non più in quanto “infe-
deli” o “deicidi” (uccisori di Gesù), ma in quanto ritenuti una
presenza negativa per la società nel suo complesso. Gli antichi
pregiudizi e le antiche leggende (secondo cui, per esempio, gli
Ebrei sarebbero avidi, sensuali, sporchi, crudeli ecc.) verranno
riproposte ed enfatizzate e porteranno nel xx secolo a nuove
e più gravi forme di persecuzione, tra cui la più tragica è stata
il tentativo di sterminio totale attuato dai nazisti durante la
Seconda guerra mondiale.

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conflitti tra questa nuova religione e la vecchia, che era- senza aver conosciuto personalmente il Maestro e si per-
no già stati all’origine della morte di Gesù (giustiziato metteva di correggere le loro indicazioni, anzi di stravol-
dai Romani, ma denunciato e processato dal sinedrio di gerle radicalmente.
Gerusalemme), diventarono un’insanabile frattura, il pri-
mo seme dell’antisemitismo che, nei secoli successivi,
avrebbe caratterizzato la storia del cristianesimo. ■ L ’Impero romano come voluto
Al centro del cristianesimo Paolo pose l’evento unico e dalla Provvidenza
irripetibile della resurrezione di Gesù, il fulcro intorno a
cui ruota secondo lui tutta la storia umana: Gesù, figlio di Da buon funzionario romano, Paolo si rendeva conto non
Dio, si è infatti sacrificato per porre fine alla separazione solo dell’importanza di organizzare la Chiesa, ma anche di 117
tra Dio e l’umanità, provocata all’inizio dei tempi dal pec- stabilire rapporti positivi con l’Impero. Egli fu il primo
cato originale di Adamo ed Eva; la morte e la resurrezione a considerare l’Impero romano un’entità politica provvi-

CAPITOLO 5. L’affermazione del cristianesimo


di Gesù ricompongono l’armonia infranta e instaurano denziale: esso cioè, secondo Paolo, era stato voluto da Dio
un nuovo rapporto fra Dio e gli esseri umani. per garantire al cristianesimo una culla adeguata alla sua
vocazione universale. In altri termini, Gesù era nato nel
momento in cui l’Impero completava la sua espansione
■ Il conflitto con Giacomo e gli altri territoriale, in modo che la sua predicazione potesse dif-
apostoli fondersi senza confini in tutto il mondo conosciuto e rag-
giungere tutti gli uomini.
Il secondo avvento di Gesù, in quest’ottica, perdeva la sua Fino a quel momento, i cristiani avevano mantenuto
importanza e la sua urgenza: di fatto, con Paolo, esso era nei confronti di Roma un atteggiamento di sostanziale in-
rimandato a un futuro lontano e misterioso, in attesa del differenza, in quanto il prossimo avvento di Gesù avrebbe
quale la Chiesa doveva organizzarsi per tenere viva la posto fine a ogni questione riguardante l’assetto politico
fede e la speranza dei cristiani. del mondo. Con Paolo la questione si complicò, perché da
Allo stesso modo perdevano importanza elementi costi- un lato l’Impero veniva riconosciuto come provvidenzia-
tutivi dell’identità religiosa ebraica, come la circoncisione le, voluto da Dio, dall’altro però iniziavano le persecuzioni
maschile e i divieti alimentari, che Paolo considera del contro i cristiani stessi. Sarà solo nel iv secolo, con gli im-
tutto inessenziali. La nuova religione ne farà a meno e si peratori Costantino e Teodosio, che questa contraddizione
fonderà esclusivamente sulla fede nell’evento miracolo- si risolverà, in un contesto completamente diverso.
so (la resurrezione) che costituisce la cesura fondamentale
della storia umana.
Questa impostazione non poteva che irritare i capi della ■ Le persecuzioni
comunità di Gerusalemme, già preoccupati dall’attivismo
di un “ultimo arrivato” che si arrogava il titolo di apostolo La prima persecuzione contro i cristiani si ebbe ai tempi di
Nerone, nel 64 (in quell’occasione furono uccisi, secondo una
tradizione difficile da verificare, sia l’apostolo Pietro, sia Paolo,
che si trovavano a Roma per diffondere la nuova religione).

MEMO LESSICO

Sinedrio
Il sinedrio, termine che significa “Grande Assemblea”, era il
tribunale supremo ebraico. Formato da 71 membri, aveva tra gli
altri il compito di far rispettare la legge mosaica. Scomparve nel 70
d.C., con la distruzione del Tempio.

Apostolo
L’altare di Rachis Gli apostoli (dal greco apóstolos, “inviato”) sono i 12 collaboratori
La mandorla formata dall’intersezione di due cerchi, simboleggia il ruolo più stretti di Gesù, scelti da lui stesso fra i suoi discepoli. Ad essi si
di Gesù come “intersezione” tra l’uomo e Dio; poiché la mandorla è un aggiunge il 13° apostolo, Mattia, eletto dagli 11 per sostituire Giuda
seme, essa simboleggia anche la vita: in un passo del Nuovo Testamento Iscariota dopo il tradimento; e Paolo, autonominatosi “apostolo dei
Gesù afferma infatti: «Io sono la via, la verità e la vita» (Fronte dell’altare gentili”, insieme al suo collaboratore Barnaba.
di Rachis, 734-744 d.C., Museo Paleocristiano, Cividale del Friuli).

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Storia magazine
la vita quotidiana

Le catacombe
Le catacombe sono una delle testimonianze più affascinanti del cristianesimo delle origini.
118 Intorno ad esse si sono formate nei secoli numerose e suggestive leggende.
sezione 1. Dall’età di Cesare all’Impero

Le catacombe erano cimiteri sotter-


ranei. Quelle cristiane, di cui restano
ampie tracce a Roma e non solo, sono
le più famose, ma non furono le uni-
che, né le prime: anche i Fenici, gli
Etruschi e gli Ebrei costruivano vere e
proprie cittadelle sotterranee per sep-
pellire i morti.
Le catacombe, collocate normalmen-
te al di fuori delle mura cittadine,
avevano spesso più livelli e potevano
raggiungere i trenta metri di profon-
dità. Erano generalmente costituite
da lunghe gallerie strette e basse
dette “ambulacri”. Il passaggio fra i

Interno delle catacombe di Comodilla a Roma.

vari livelli era garantito da scale. Nelle Le catacombe e le tombe in esse con-
pareti degli ambulacri erano scavati tenute costituiscono una preziosa
nel tufo (una roccia lavica porosa e fonte di informazione per gli storici
facilmente lavorabile) i loculi, in cui grazie alle iscrizioni (epigrafi) che in
venivano deposti i corpi, avvolti in esse si sono conservate.
lenzuoli di lino. I loculi erano suc- Che i cristiani vivessero nelle cata-
cessivamente chiusi con una lastra combe è una leggenda priva di fonda-
▲ Simboli paleocristiani di marmo o delle tegole di terracot- mento: è possibile naturalmente che
Probabilmente il pesce stilizzato fa ta, sulle quali spesso veniva inciso alcuni cristiani, per sfuggire alle per-
riferimento al passo evangelico in cui Gesù il nome del defunto, l’età e la data secuzioni, si siano nascosti per qual-
dichiara l’intenzione di rendere i primi
apostoli «pescatori di uomini». L’àncora, per la di morte. In alcuni casi si trovavano che tempo nelle catacombe, ma esse
sua forma a croce capovolta, forse era usata tombe più sontuose (per esempio sar- erano nate con una funzione del tut-
perché la croce era troppo riconoscibile e
quindi rischiosa nel periodo delle persecuzioni cofagi di pietra), dedicate alle fami- to diversa e continuarono a svolgerla
(Roma, Catacombe di Priscilla, iii-iv sec.). glie importanti, ai martiri o ai vescovi. fino al iv secolo.

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Secondo la testimonianza dello storico Tacito, l’imperatore Diocleziano nel 303-304).La persecuzione di Nerone non aveva
accusò i cristiani di aver provocato il violento incendio che motivazioni religiose, ma politiche: essa mirava ad attribuire
aveva devastato buona parte della città e indirizzò contro di a una minoranza debole e indifesa la responsabilità di un av-
essi l’ira della popolazione e la severità di giudici tutt’altro che venimento scandaloso, che avrebbe potuto compromettere la
imparziali. Bisogna considerare infatti che i cristiani erano solidità del consenso popolare per l’imperatore. Nel ii e nel iii
allora oggetto di una diffusa ostilità popolare sia perché la secolo, in un contesto politico diverso, le persecuzioni ebbero
loro religione (basata sui princìpi del perdono, della pace, della motivazioni differenti. In particolare i cristiani erano consi-
fratellanza e dell’uguaglianza universale e dell’amore) era in derati pericolosi e inaffidabili perché si rifiutavano di adorare
forte contrasto con la mentalità diffusa, sia perché i riti com- gli imperatori come divinità e di prestare servizio militare.
piuti durante le celebrazioni religiose davano adito ai peggiori Le persecuzioni finirono per rafforzare il cristianesi- 119
sospetti (i cristiani erano accusati di cannibalismo, poiché mo: si diffuse, infatti, il culto dei martiri (cioè le vittime
durante l’eucarestia mangiavano «la carne e il sangue di delle persecuzioni) e la religione che fino a quel momento

CAPITOLO 5. L’affermazione del cristianesimo


Cristo» sotto forma di pane e vino). si era radicata soprattutto fra i poveri e i reietti incominciò
La persecuzione di Nerone fu la prima di una lunga ad attirare l’attenzione commossa di persone appartenenti
serie, destinata a durare fino all’inizio del iv secolo (l’ulti- ad altre classi sociali.
ma e più grave persecuzione fu organizzata dall’imperatore

MEMO LESSICO

Eucaristia o eucarestia
Il termine deriva dal greco eu-charistéin, “rendere grazie”; secondo
la religione cristiana, è il sacramento istituito da Gesù durante
l’Ultima Cena, quando distribuì agli Apostoli il pane e il vino come
suo corpo e suo sangue offerti in sacrificio.

Martire
Dal greco mártys, “testimone”, indica colui che è pronto a soffrire
e, in casi estremi, a morire per testimoniare la propria fede. I
martiri non sono un’esclusiva della religione cristiana; il termine è
spesso usato anche in ambito laico, politico e ideologico (i martiri
del Risorgimento, i martiri della Resistenza ecc.). ▲ Epitaffio di Cyriacus con invocazione ai martiri, Roma, Catacombe di
Panfilo.

AREA TUTOR — Facciamo il punto!


1 Verifica le CONOSCENZE 2 Definisci il LESSICO ESSENZIALE
➀ Quali sono i testi che narrano la ➀ Messia ➁ Vangelo ➂ Apostolo ➃ Sinedrio
vita di Gesù?
➁ Che cosa caratterizza le 3 Acquisisci le COMPETENZE
primissime comunità cristiane e Ricerca online
chi ne era a capo? Usando una o più enciclopedie online, prova a spiegare chi sono i seguenti
➂ Chi era Paolo di Tarso? personaggi, tenendo conto delle diverse ipotesi sull’identità di alcuni di loro.
➃ Quali sono le principali novità
da lui introdotte? Giovanni il Battista
➄ Perché tra Paolo e gli
apostoli si crearono tensioni e Giovanni l’apostolo
incomprensioni?
➅ Perché i cristiani vennero Giovanni l’evangelista
perseguitati da Nerone?
Giovanni di Patmos,
autore dell’Apocalisse

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2. Il cristianesimo
nel ii e iii secolo d.C.
120 ■ Il contesto culturale: l’ellenismo diffondersi facilmente. Anche la Bibbia ebraica era stata
tradotta in greco in età ellenistica, e su quella versione
L’espansione del cristianesimo, che tra il ii e il iii secolo (la “Bibbia dei Settanta”, perché opera di 70 traduttori di-
sezione 1. Dall’età di Cesare all’Impero

d.C. si diffuse in tutto il territorio dell’Impero, fu favo- versi) si basarono perlopiù i cristiani dei primi secoli.
rita innanzitutto dal contesto culturale. La cultura greco-
romana costituiva infatti una solida base condivisa, su cui
il cristianesimo riuscì a innestarsi con successo. MEMO LESSICO
La lingua usata da Gesù nella sua predicazione era con
Età ellenistica
ogni probabilità l’aramaico, forse con qualche apporto di Con questa espressione si indica il periodo storico che va dalla
altre lingue locali. Ma tutti i testi del Nuovo Testamento, morte di Alessandro Magno (323 a.C.) alla conquista romana
dell’Egitto (31 a.C.). La cultura ellenistica rimase quella dominante
come abbiamo detto, furono scritti in greco, cioè nella lin- anche in seguito, almeno fino alla grande crisi del iii secolo.
gua più prestigiosa del tempo, e grazie ad essa poterono

il tempo nello spazio


L’ESPANSIONE DEL CRISTIANESIMO (II-III SECOLO D.C.)
Oceano
Atlantico
Treviri

M
ar
Milano Ca
sp
Ravenna io
M ar Ner o

Tarragona Costantinopoli
Roma
Nicea
Tangeri
Efeso Tarso
Atene SIRIA
Cartagine
Cipro
Damasco
Mare Mediterraneo
Cirene Gerusalemme

M a r G l a c i a l e A r t i c o
Alessandria
Mar e di B ar ents area iniziale di diffusione
i a
g
e
diffusione del cristianesimo alla fine del II secolo
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diffusione del cristianesimo alla fine del III secolo


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ISLANDA
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limiti dell’Impero alla fine del III secolo
r

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FINLANDIA
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FEDERAZIONE RUSSA

LE RELIGIONI IN EUROPA OGGI


NORVEGIA
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SVEZIA ESTONIA
L

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Dal passato al presente


Mare del LETTONIA
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A

Nord DANIMARCA LITUANIA


B

IRLANDA r F. RUSSA

L’intuizione di san Paolo, secondo il quale l’Impero romano era


a
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PAESI BIELORUSSIA
O

REGNO UNITO BASSI

destinato a essere la culla della nuova religione, trova confer-


POLONIA
N

La Manica BELGIO GERMANIA


UCRAINA
LUSS. REP. CECA

ma nella carta di sinistra, che mostra l’espansione del cristia-


A

a
SLOVACCHIA MOLDAVIA r
FRANCIA
E

(MOLDOVA) C
a

nesimo nei primi secoli. Naturalmente, la situazione attuale è


AUSTRIA s p
SVIZZERA UNGHERIA io
C

Golfo di ROMANIA
SLOVENIA
Biscaglia

frutto di stratificazioni successive (culturali, etniche ecc.): an-


CROAZIA M a r N e r o
O

BOSNIA ED SERBIA
M

Mar
ERZEGOVINA
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Ligure BULGARIA
r

A
ITALIA d MONTENEGRO cattolici
che laddove è ancora la religione più praticata, il cristianesimo
PORTOGALLO ri
MACEDONIA
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SPAGNA ti
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ALBANIA
protestanti
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Mar Tir r eno
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Ionio
GRECIA
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ortodossi si trova a convivere con forti minoranze di altre fedi, nonché
M
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Egeo
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musulmani con una crescente diffusione dell’ateismo.
MALTA r r a n e o
animisti e altre religioni

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■ Il contesto religioso: i culti orientali
i protagonisti della storia
Dal punto di vista religioso, l’Impero romano si caratte-
rizzava per il diffuso sincretismo, cioè per la tendenza a
mescolare elementi provenienti da tradizioni diverse. Il Zoroastro
mondo romano, che ufficialmente restava legato all’anti-
Nome greco del profeta persia-
ca religione politeistica, in realtà era percorso da fremiti no Zarathustra, vissuto fra il vii
di spiritualità nuova, che affiancavano al culto degli dèi e il vi secolo a.C. e fondatore di
una religione secondo la quale
pagani i cosiddetti culti misterici, in buona parte di ori- nel mondo lottano due princìpi
gine orientale, e altre forme di religiosità legate alle figu- opposti, quello del bene, legato 121
re del persiano Zoroastro, dell’egiziana Iside, di Mitra ecc. al dio Ahura Mazda, e quello del
male, legato al demonio Angra
Il culto di Mitra, in particolare, ebbe una vasta diffu- Mainyu (o Arimane).

CAPITOLO 5. L’affermazione del cristianesimo


sione tra il i e il v secolo. Le origini e i caratteri della re-
ligione mitraica ci restano in buona parte oscuri, sia per
il fatto che si trattava di un culto misterico (e quindi solo
pochi iniziati erano a conoscenza dei suoi veri princìpi),
sia per il fatto che il cristianesimo, una volta vinta la sua
MEMO LESSICO
battaglia e affermatosi come religione di Stato, cancellò
quasi tutte le tracce del pericoloso concorrente. Sappiamo Pagano
comunque che Mitra era una divinità solare, che a Roma Deriva dal termine latino pagus, “villaggio”. Il cristianesimo si
finiva per identificarsi con Apollo, e che la religione mitrai- diffuse infatti inizialmente nelle città, mentre gli abitanti delle
campagne rimasero a lungo esclusi dalla nuova religione. Il
ca proponeva una visione del mondo e una serie di princìpi termine, divenuto sinonimo di “politeista”, testimonia questo
morali simili a quelli del cristianesimo. Fra le analogie fenomeno storico.
più notevoli:
• la funzione salvifica attribuita a Mitra come a Gesù;
• la nascita da una vergine il 25 dicembre, che allora
LE DOMANDE DELLA STORIA
coincideva con il solstizio d’inverno;
• la credenza nella resurrezione dei morti e nel giu- Che cos’erano i culti misterici?
I culti misterici (o religioni misteriche) erano diffusi in ambito medi-
dizio universale; terraneo da tempi antichissimi. Essi si caratterizzavano per il fatto
• il banchetto a base di pane e vino che si svolgeva che i princìpi della religione restavano in parte segreti; vi potevano
durante i riti; accedere solo gli “iniziati”, dopo aver compiuto un lungo e difficile
percorso spirituale.
• il fatto che, nella lotta contro il male, Mitra era

◀ Mitra sgozza il toro sacro, ii secolo d.C.,


Cincinnati, Art Museum. Mitra viene spesso
rappresentato nell’atto di sgozzare un toro,
da cui a volte escono delle spighe, mentre
un serpente e un cane bevono il sangue
della vittima e uno scorpione tenta di
ferirne i testicoli. Gli studiosi si interrogano
sul significato simbolico della scena.

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affiancato da due “dadofori” (portatori di fiaccole), che rispetto alla mentalità pagana, e romana in particolare,
con lui vengono a formare una sorta di trinità. princìpi come il perdono, l’amore per i nemici, l’uguaglian-
Questi culti ebbero la loro massima espansione durante za di tutti gli uomini di fronte a Dio, il dovere dell’elemo-
il iii secolo, in concomitanza con la grave crisi politica sina, l’elogio dell’astinenza, apparivano ed erano in effetti
ed economica che, come vedremo, rischiò di mettere in profondamente rivoluzionari.
ginocchio l’Impero, e senza dubbio prepararono il terreno,
in termini di mentalità, di sensibilità, di riferimenti cultu-
rali, al cristianesimo. Molti elementi di queste esperienze ■ Le eresie
spirituali, infatti, confluirono nel cristianesimo stesso. Per
122 esempio, tutti questi culti, benché molto differenti fra loro, Non dobbiamo pensare che il cristianesimo dei primi se-
erano fondamentalmente monoteisti: la sensibilità dif- coli fosse una religione pienamente unitaria. Al di là di al-
fusa era evidentemente disposta a superare il politeismo cuni princìpi fondamentali e del riferimento alla figura di
sezione 1. Dall’età di Cesare all’Impero

pagano e ad accettare una visione spiritualmente più com- Gesù, esistevano in quest’epoca diverse chiese cristiane,
plessa della divinità. spesso in conflitto tra loro. Sono questi i secoli in cui, nel
Questi culti, tuttavia, scomparvero o videro drastica- corso della vivace e caotica riflessione che porterà alla defi-
mente ridotta la loro influenza nel corso del iv secolo, man nizione dei dogmi cristiani, si sviluppano anche le princi-
mano che il cristianesimo si affermava come religione pali eresie, cioè le versioni del cristianesimo che in seguito
unica dello Stato. verranno condannate come erronee o illegittime.

■ L’apologetica grammatica della cittadinanza

La diffusione del cristianesimo si accompagna nel ii e nel iii Eresia


secolo a un’imponente attività letteraria. È l’epoca dei co- Con il termine eresia (dal greco háiresis, “scelta”) si indicano le
posizioni devianti all’interno di una religione. Naturalmente,
siddetti “apologeti”, scrittori che propagandavano la religione esse sono devianti rispetto a una posizione “ortodossa” (dal
cristiana e la difendevano dalle accuse che le venivano mosse. greco orthós, “giusto”, e dóxa, “opinione”) che gli eretici non
Le opere degli apologeti (Tertulliano, Minucio Felice, riconoscono come tale.
Origene, Arnobio, Lattanzio e altri) avevano spesso carat- Conoscere il passato
tere polemico, ma tentavano anche di elaborare su un I primi secoli dopo Cristo, durante i quali la nuova religione
andava definendo la sua dottrina e i suoi dogmi, sono carat-
piano filosofico i princìpi teologici del nuovo credo. In terizzati dalla diffusione di numerose eresie, cioè interpre-
alcuni casi (per esempio Tertulliano e Origene) le tesi di tazioni tra loro diverse del messaggio cristiano. La versione
questi scrittori sono state in seguito rifiutate dalla Chiesa, “ortodossa” (cioè “corretta”) si impose solo nel corso del iv
secolo, grazie al sostegno delle autorità politiche (l’impera-
che riconosce i suoi veri “padri” soprattutto negli autori del tore Costantino e i suoi successori), ma alcune eresie, come
iv e del v secolo (vedi p. 171), ma dal punto di vista storico l’arianesimo, sopravvissero ancora per secoli.
Le eresie tornarono ad avere grande importanza storica nei
sono di fondamentale importanza, perché rivelano atteg- secoli xii-xiv. Mentre però le eresie di mille anni prima erano
giamenti e mentalità propri di una religione che lottava legate soprattutto a questioni filosofiche (la natura umana o
per la sopravvivenza in un contesto ostile. divina di Gesù, il rapporto fra il bene e il male ecc.), le eresie
del Basso Medioevo avevano una chiara connotazione sociale,
Non bisogna dimenticare, infatti, che fino al iv seco- di polemica contro la corruzione della Chiesa e di rivendica-
lo il cristianesimo era una religione “di opposizione”: zione di valori come la povertà, l’umiltà, la semplicità dei co-
stumi e dei comportamenti.

Comprendere il presente
▼ Bassorilievo raffigurante la cacciata degli ariani ad opera di Ambrogio, Oggi il concetto di eresia riveste un’importanza secondaria
iv secolo d.C., Milano, Castello Sforzesco. all’interno del dibattito religioso. Nel cristianesimo, in parti-
colare, a partire dal Concilio Vaticano II (1962-65) si tende a
sottolineare ciò che unisce tutti i credenti, anziché ciò che li
divide. L’esclusione degli eretici dalla Chiesa resta come prin-
cipio teorico, privo di reali conseguenze pratiche.
Il fenomeno delle eresie non riguarda esclusivamente il cri-
stianesimo: anche l’ebraismo, per esempio, considera eretici
coloro che si distaccano dalla religione tradizionale e dalle sue
credenze (fra costoro c’erano i primi cristiani, poiché Gesù e i
suoi discepoli erano ebrei). Il fenomeno delle eresie è invece
sconosciuto nel mondo musulmano: le varie correnti di questa
religione, almeno in teoria, sono tutte ugualmente legittime.

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Tra le molte eresie che prosperano nei primi secoli del sia il frutto della loro eterna lotta. Secondo la conce-
cristianesimo, bisogna ricordare almeno quelle più impor- zione che finirà col prevalere nel mondo cristiano,
tanti e più combattute nei secoli successivi: invece, Dio è l’unico principio assoluto, il male non
• Il manicheismo, legato all’antica religione orienta- ha esistenza autonoma, ma è solo mancanza di bene
le dello zoroastrismo, ritiene che nel mondo operino (il buco in un panno non può esistere senza il panno,
due princìpi, il bene e il male, Dio e il diavolo, e che mentre non vale il contrario).
la realtà naturale, con le sue continue trasformazioni, • L’arianesimo (così chiamato da Ario, il vescovo a
cui è attribuita la sua elaborazione, vissuto tra il 256
e il 336) sostiene che Gesù ha natura esclusivamen-
MEMO LESSICO te umana e non divina. Il monofisismo sostiene la 123
tesi opposta a quella dell’arianesimo: il nome deri-
Dogma va dal greco mónos (solo) e phýsis (natura), giacché

CAPITOLO 5. L’affermazione del cristianesimo


Dal greco dógma, “decreto”, “deliberazione”, indica una verità di
fede indiscutibile, un principio basilare di una religione (o di una
i monofisiti sostenevano che Gesù aveva una sola
dottrina filosofica o politica). natura, quella divina, e non aveva quindi posseduto
un vero e proprio corpo, uguale a quello di tutti gli
Manicheismo
Il termine deriva dal profeta persiano Mani, vissuto fra il 215 e il altri uomini. Secondo la concezione che prevarrà
277 d.C. Nella sua visione del mondo, si confrontano due princìpi nel mondo cristiano, invece, Gesù ha natura pie-
opposti ed equivalenti, quello del bene e quello del male. Si tratta
di una visione che risente largamente dello zoroastrismo.
namente umana e nello stesso tempo pienamente
divina.

Leggere l’IMMAGINE

Colui al quale avete dato il nome di Gesù in realtà non


PRO E CONTRO era che il capo di una banda di briganti; i miracoli che gli
IL CRISTIANESIMO attribuite non erano che manifestazioni operate secondo
la magia e i trucchi esoterici. La verità è che tutti questi Misteriosi,
DATA: ii-iii secolo pretesi fatti non sono che dei miti che voi stessi avete incomprensibili
AUTORE: Celso; Origene fabbricato senza riuscire a dare alle vostre menzogne
TIPO DI FONTE: Scritta
una tinta di credibilità. È noto a tutti che ciò che avete
Intorno alla metà del ii secolo, il
scritto è il risultato di continui rimaneggiamenti fatti in
filosofo Celso scrisse (in greco) alcune seguito alle critiche che vi venivano mosse.
opere che attaccavano violentemente (Celso, Contro i cristiani; trad. S. Rizzo, Rizzoli, Milano 1989)
il cristianesimo. Esse ci sono giunte in
maniera frammentaria, attraverso le
confutazioni dell’apologeta cristiano Celso distingue le società che si stringono pubblicamente
Origene (185-254 circa). Ti proponiamo Le associazioni e le occulte: quelle riconosce permesse dalle leggi,
poche righe di entrambi gli scrittori, segrete queste proibite. [Tuttavia] come un viaggiatore sperduto
che rivelano la violenza della polemica e
l’inconciliabilità dei punti di vista.
fra gli Sciti, le cui leggi sono nefande, sarebbe costretto,
La Scizia (il
Caucaso) era per obbedire alla legge di verità ritenuta infamante
considerata una
regione selvaggia
dagli Sciti, a riunirsi con quelli di medesimo sentire
per antonomasia in associazioni vietate dai suoi ospiti, così bisogna
Guida alla lettura riconoscere che le leggi stabilite a sancire quel culto di
Il paganesimo statue e quella moltitudine di dèi che sopprime il vero
➀ Quali accuse muove Celso Dio sono leggi più irreligiose delle scitiche. Onde non è
ai cristiani? irragionevole fondare società contrarie a tali leggi per
➁ A quali accuse risponde difendere la causa della verità.Poiché come opererebbero
rettamente coloro che si riunissero segretamente per
Origene?
uccidere un tiranno invasore, così i cristiani possono
➂ Perché, secondo Origene, iniziare società contro il diavolo, anche contro le leggi. Possono
i cristiani hanno il diritto (Origene, Contra Celsum, in Storia antologica riunirsi in
di riunirsi segretamente, segreto per
dei problemi filosofici. Politica, a cura di F. Valentini, opporsi al
anche se le leggi dello Sansoni, Firenze 1969) male, anche
Stato lo proibiscono? se le leggi lo
proibiscono

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• Lo gnosticismo, elaborato in particolare ad cristianesimo diventerà religione ufficiale dello Stato,
Alessandria d’Egitto, sostiene che la salvezza indivi- da strumento di liberazione per gli oppressi si trasforme-
duale deriva da un percorso di conoscenza (in greco rà in uno dei più formidabili strumenti a disposizione del
gnósis) e di illuminazione interiore, che conduce alla potere costituito.
verità attraverso il disprezzo di tutto ciò che è mate- A produrre questa seconda svolta nella storia del cristia-
riale, compreso il corpo (nello gnosticismo c’è una nesimo antico concorreranno tre elementi che approfon-
forte componente ascetica). L’ortodossia cristiana si diremo a suo tempo:
contrappone alla visione gnostica perché considera la • l’azione politica di imperatori quali Costantino e
natura una creazione divina, e non diabolica. Teodosio;
124 • l’elaborazione culturale dei grandi padri della Chiesa
come Ambrogio, Gerolamo, Agostino;
■ Verso una nuova svolta • la diffusione del monachesimo.
sezione 1. Dall’età di Cesare all’Impero

Dopo la grande svolta impressa da Paolo, il cristianesimo


dei primi secoli elaborò idee, giudizi e mentalità, in un
confronto spesso aspro, ma in molti casi fecondo, con il
contesto culturale dell’epoca. Rotti i legami con l’ebraismo,
la nuova religione si apprestava a lanciare la sua sfida al
MEMO DATE
mondo classico e pagano, cosa che avverrà nel iv secolo,
quando il cristianesimo vincerà la sua battaglia storica
Il cristianesimo antico
contro gli altri culti tra cui poteva ancora essere confuso i secolo Epoca apostolica o primitiva; stesura del Nuovo Testamento
nei secoli precedenti. ii-iii secolo 
Epoca delle grandi persecuzioni e degli scrittori
apologetici
Il prezzo di questa vittoria sarà però un radicale cam- iv-v secolo Epoca della istituzionalizzazione e dei padri della Chiesa
biamento della sua natura: da culto “di opposizione” il

AREA TUTOR — Facciamo il punto!


1 Verifica le CONOSCENZE 3 Acquisisci le COMPETENZE
➀ Quali elementi del culto di Analizzare il testo
Mitra si ritrovano anche nel Leggi attentamente il documento poi rispondi alle domande.
cristianesimo?
➁ Che cosa si intende per Allora Pietro prese la parola e disse: «In verità mi rendo conto che Dio non
“apologetica” e perché essa si fa differenza di persone, ma in ogni nazione colui che lo teme e pratica
sviluppa tra il ii e il iv secolo? la giustizia è accetto a lui, che ha mandato la parola ai figli d’Israele,
➂ Perché nei primi secoli dell’era evangelizzando la pace per mezzo di Gesù Cristo: poiché egli è il Signore di
cristiana si diffondono le eresie? tutti. […]». Pietro non aveva ancora finito di dire queste cose che lo Spirito
➃ Che cosa caratterizza il Santo discese su tutti quelli che ascoltavano la parola. I fedeli circoncisi che
manicheismo? erano venuti con Pietro si meravigliavano che anche sui pagani si fosse avuta
➄ Che cosa caratterizza l’effusione del dono dello Spirito Santo. Infatti li udivano parlare in lingue
l’arianesimo? e magnificare Dio. Allora Pietro disse: «Chi può impedire di battezzare con
➅ Perché possiamo affermare l’acqua costoro che hanno ricevuto lo Spirito Santo al pari di noi?». E ordinò
che il monofisismo è il contrario che fossero battezzati nel nome di Gesù Cristo.
dell’arianesimo? (Atti degli Apostoli, 10, 34-48, a cura di C.M. Martini,
Milano, Edizioni San Paolo, 1998, pp. 36-37)
2 Definisci il LESSICO
ESSENZIALE ➀ Da quali segni i cristiani capiscono che anche i pagani hanno ricevuto lo
➀ Ellenismo ➁ Dogma ➂ Eresia Spirito Santo?
➃ Pagano ➁ Che cosa significa che «Gesù Cristo [...] è il Signore di tutti»?

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Storia magazine
biografie

I viaggi di san Paolo


Paolo di Tarso entra in scena, negli Atti degli apostoli, mentre è impegnato in un viaggio,
e tutta la sua esistenza è scandita da viaggi. Gli studiosi hanno ricostruito, sia pure con 125
parecchie incertezze, i suoi spostamenti.

CAPITOLO 5. L’affermazione del cristianesimo


Il primo viaggio Il secondo viaggio è molto simile a quello del viaggio
precedente: lo scopo di Paolo, infatti,
Paolo compie tre importantissimi Il secondo viaggio di Paolo dura cir- è di “confermare” le conversioni
viaggi missionari (cioè con la fun- ca tre anni e si svolge dal 49 al 52 d.C. ottenute in precedenza e verificare
zione di diffondere la nuova religione), Paolo parte da Gerusalemme e attra- l’organizzazione delle comunità. Al
descritti da Luca negli Atti degli apostoli. versa via terra le attuali Siria, Turchia e termine del viaggio, viene convocato
Il primo si svolge tra il 45 e il 49 d.C. cir- Grecia, prima di tornare nuovamente a dagli apostoli a Gerusalemme, dove
ca: Paolo parte da Antiochia, in Siria, in Gerusalemme via mare. È il viaggio più ha un vivace scontro con il capo del-
compagnia di Barnaba, che in questa difficile: Paolo viene spesso denunciato la chiesa locale, Giacomo, ma ottiene
occasione è ancora il capo della spedi- e arrestato, ma senza gravi conseguen- l’appoggio di altri leader importanti,
zione. Il percorso tocca prima l’isola di ze. È il viaggio in cui Paolo lancia la sua fra cui Pietro.
Cipro (di cui Barnaba era originario), sfida al mondo greco e alla cultura
poi Pafos e Perge, in Anatolia, da dove pagana, discutendo con i filosofi di
i due tornano seguendo la stessa rotta. Atene e delle altre città greche. L’ultimo viaggio
In questo viaggio Paolo rivela le sue e la morte
doti di oratore e di polemista: inizia-
no i contrasti con la comunità ebraica, Il terzo viaggio La discussione non può giungere a
Reno

che spingono Paolo a rivolgere la sua una conclusione perché l’ala radica-
predicazione soprattutto ai gentili e ai Il terzo viaggio di Paolo dura ben cin- le dei tradizionalisti coinvolge Paolo
pagani. Danu
que anni, dal 52/53 al 57 d.C. Il percorso in violenti tumulti e provoca il suo
bio
arresto. Paolo, essendo cittadino ro-
I VIAGGI DI PAOLO (45-62 D.C.) mano, ha il diritto di essere giudicato
dall’imperatore e viene quindi tra-
Ma M ar Nero
re
Ad
ria
sferito a Roma, dove le sue tracce si
tic
Roma o perdono – morirà probabilmente in
Tessalonica
seguito alle persecuzioni scatenate da
Troia
Mar Pergamo
Nerone (decapitato, secondo la tradi-
Ti r r e no
Atene
zione più accreditata).
Efeso
Reggio
Corinto
Ma i dubbi sugli ultimi anni di Paolo
Mileto Perge
Siracusa
Coo
Mira restano numerosi: c’è chi, a partire
Antiochia
Creta Rodi Seleucia dalle lettere a lui attribuite, ipotizza
la sua liberazione e un quarto viag-
I viaggi di Paolo Cipro
1° viaggio (45-49 d.C.) Sidone
Damasco gio missionario in Occidente, verso la
2° viaggio (49-52 d.C.)
3° viaggio (53-57 d.C.)
Mare M ed it erraneo Tiro Spagna.
Da Cesarea
Cesarea
viaggio in prigionia a Roma (45-49 d.C.) Gerusalemme

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Area STUDIO

A Gli eventi nel tempo


L’espansione del cristianesimo
• 10-67 d.C. Vita di san Paolo
• 14 d.C. Morte di Ottaviano Augusto, inizio del principato di Tiberio
• 29 d.C. Data presunta della morte di Gesù a Gerusalemme
126 • 37 d.C. Morte di Tiberio
• 64-67 d.C. Prima persecuzione anticristiana a opera di Nerone; morte presunta di san Pietro e san Paolo
• 68 d.C. Morte di Nerone, anno dei quattro imperatori, inizio della dinastia flavia
sezione 1. Dall’età di Cesare all’Impero

• 70 d.C. Distruzione del tempio a Gerusalemme a opera di Tito, inizio della diàspora ebraica
• 70-100 d.C. ca Stesura del Nuovo Testamento
• ii-iii secolo d.C. Diffusione del cristianesimo nei territori dell’Impero; attività letteraria degli apologisti
• 303-304 d.C. Ultima grande persecuzione a opera di Diocleziano
• 313 d.C. Editto di Milano: Costantino garantisce la libertà di culto per i cristiani
• 380 d.C. Editto di Tessalonica: Teodosio proclama il cristianesimo religione di Stato

B In sintesi
➀ Le origini del cristianesimo politiche: Nerone, nel 64, usò i cristiani come capro espia-
→ Il cristianesimo ebbe origine dalla predicazione di Gesù torio per allontanare da sé i sospetti di responsabilità per
di Nazareth, i cui seguaci (sotto la guida degli apostoli, e l’incendio di Roma.
in particolare di Giacomo) costituirono inizialmente una
delle tante sette nate in seno all’ebraismo. ➁ Il cristianesimo nel ii e iii secolo d.C.
→ I cristiani credevano che Gesù fosse il Messia annunciato → L’Impero romano garantiva al cristianesimo un contesto
dai profeti e destinato a liberare il popolo ebraico dalla sua fortemente unitario dal punto di vista linguistico e cultu-
condizione di servitù. Intorno alla metà del i secolo, tutta- rale; e un atteggiamento di apertura e tolleranza nei con-
via, la nuova religione incominciò a diffondersi anche fra i fronti delle religioni provenienti dall’Oriente. Il sincreti-
non Ebrei, grazie all’attività di san Paolo. smo religioso, cioè la tendenza a mescolare culti di origine
→ San Paolo fu un grande organizzatore ed elaborò alcuni differente, era infatti molto diffuso.
dei princìpi fondamentali del cristianesimo, spesso in po- → Il cristianesimo accolse al suo interno alcuni elementi di
lemica con gli apostoli. In particolare: questi culti, in particolare dello zoroastrismo, del culto di
• egli rivolse la sua predicazione al di fuori dell’ebraismo, Iside e di quello di Mitra.
definendosi “apostolo dei gentili” e sostenendo il carat- → Nel ii e nel iii secolo si sviluppò una produzione letteraria
tere universale della nuova religione; di carattere polemico, tesa a propagandare la nuova reli-
• egli considerò la resurrezione di Gesù come l’evento cen- gione e a difenderla dalle accuse dei suoi nemici.
trale della storia umana, che rimediava alla ferita nei rap- → Nello stesso periodo si svilupparono anche numerose
porti fra l’uomo e Dio costituita dal peccato originale; eresie, cioè interpretazioni della religione cristiana diver-
• egli attribuì all’Impero romano una funzione provviden- se da quella ortodossa, che storicamente trionfò nel corso
ziale: tale struttura politica era considerata voluta da Dio del iv secolo. Esse vennero condannate come erronee, ma
affinché il cristianesimo potesse diffondersi facilmente alcune (come l’arianesimo e il manicheismo) si diffusero
in tutto il mondo. ampiamente.
→ Proprio mentre Paolo elaborava l’idea dell’Impero prov- → Nel corso del iv secolo, grazie agli imperatori Costantino
videnziale, incominciavano le persecuzioni delle autorità e Teodosio, il cristianesimo si fuse con lo Stato romano,
romane contro i cristiani. cambiando in parte la propria natura, ma affermandosi sui
→ Le persecuzioni avevano soprattutto motivazioni culti concorrenti.

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Area STUDIO

C Mappa dei concetti

gesù di nazareth predicazione rivolta agli Ebrei

inizialmente confuso con predicatori di altre


127
sette ebraiche (Zeloti, Esseni, Sadducei, Farisei)

CAPITOLO 5. L’affermazione del cristianesimo


Paolo di Tarso

organizza e formula princìpi fondamentali

cristianesimo = espiazione peccato Impero romano voluto


nuova religione originale grazie a da Dio per consentire
DI CARATTERE morte e resurrezione massima diffusione al
UNIVERSALE di Gesù cristianesimo

si scatenano

persecuzioni
contro i cristiani (malvisti anche per il credo lontano da morale corrente)

rafforzano il cristianesimo Nerone li accusa dell’

incendio di Roma
martiri diffusione in varie classi sociali
uccisi Pietro e Paolo

contesto culti orientali apologetica eresie iv secolo


• cultura greco- • matrice monoteista • scrittori, poi a • manicheismo: • cristianesimo
romana • cristianesimo volte giudicati lotta bene / religione di
• diffusione accoglie alcuni eretici, difendono male Stato vince
lingua comune elementi dei nuovi nuova religione • arianesimo: sulle eresie ma
(greco) riti • cristianesimo = natura solo non sarà più
religione umana di Gesù religione “di
“di opposizione” • gnosticismo: opposizione”
la salvezza
deriva da
conoscenza
e disprezzo
della realtà
materiale

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Area attività

D Conoscenze e abilità

1 spazio Rispondi alla domanda, scegliendo l’alternativa corretta ed evidenziando sulla carta il luogo scelto.

Dove si diffuse inizialmente il cristianesimo?


128 ☐ ➀ in Palestina O cea no

☐ ➁ a Roma Atl a nti co

Treviri

☐ ➂ nella parte occidentale dell’Impero


sezione 1. Dall’età di Cesare all’Impero

☐ ➃ tra i barbari Milano


ar
Ca
sp
io
Ravenna
Mar Nero

Tarragona Costantinopoli
Roma
Nicea
Tangeri
Efeso Tarso
Atene SIRIA
Cartagine
Cipro
Mar Mediterraneo Damasco

Cirene
Gerusalemme

Alessandria

2 tempo Indica con un numero progressivo la corretta 3 lessico Scrivi una breve definizione dei termini
successione cronologica degli eventi elencati. indicati.

☐ Morte di Pietro ➀ Cristo: 


☐ Conversione di Paolo 
☐ Morte di Gesù ➁ Apologetica: 
☐ Persecuzione di Diocleziano 
➂ Culti misterici: 

4 lessico Perché Paolo di Tarso si definiva “apostolo dei ➃ Martire: 
gentili”? Rispondi spiegando il significato dei due termini. 

Apostolo: 
 5 eventi Dopo aver letto la scheda di p. 114, rispondi
 alle seguenti domande relative alla stesura del Nuovo
 Testamento.
Gentili: 
 ➀ Quali testi compongono il Nuovo Testamento?
 ➁ Quando furono scritti?
 ➂ In che lingua?

6 concetti Completa le seguenti affermazioni relative al contesto in cui il cristianesimo conobbe la sua prima
diffusione:

➀ Nell’Impero dei primi secoli erano assai praticati i .................................................................. di origine orientale, che testimoniavano una
nuova sensibilità religiosa.
➁ L’atteggiamento dei Romani in campo religioso era caratterizzato dal “sincretismo”, cioè ...............................................................................................................

➂ Nerone, dopo l’incendio di Roma, perseguitò i cristiani perché ...............................................................................................................

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Area attività
7 concetti e connessioni Come cambia, con la predicazione di Paolo di Tarso, il rapporto tra il cristianesimo e
l’Impero romano?
Rispondi alla domanda utilizzando le parole elencate.
provvidenziale; indifferenza; persecuzioni


 129



CAPITOLO 5. L’affermazione del cristianesimo


8 concetti e connessioni Completa la seguente tabella, mettendo in luce i punti di contatto tra il cristianesimo e il
culto di Mitra.

Mitraismo Cristianesimo

E Competenze

9 scrittura/geostoria Lo zoroastrismo
(vedi p. 121) era uno dei culti orientali diffusi
l che Paolo e Barnaba e alcuni altri di loro andassero a
Gerusalemme dagli apostoli e dagli anziani per tale
nell’Impero romano dei primi secoli, ma non è affatto questione. Essi dunque, scortati per un tratto dalla
scomparso con l’antichità. Svolgi una ricerca in comunità, attraversarono la Fenicia e la Samaria
Internet sulle sue caratteristiche e sulla sua diffusione raccontando la conversione dei pagani e suscitando
attuali, ed esponi ciò che hai trovato in una breve grande gioia in tutti i fratelli. Giunti poi a Gerusalemme,
relazione scritta. Inserisci nella tua presentazione furono ricevuti dalla Chiesa, dagli apostoli e dagli anziani
informazioni relative agli Stati in cui oggi è ancora e riferirono tutto ciò che Dio aveva compiuto per mezzo
praticata questa religione. loro. Ma si alzarono alcuni della setta dei farisei, che erano
diventati credenti, affermando: è necessario circonciderli e
10 analizzare fonti e documenti Leggi ordinar loro di osservare la legge di Mosè.
attentamente il seguente passo degli Atti degli apostoli, (Atti degli apostoli, 15, 1-5, da La Bibbia, a cura di “La civiltà
che racconta l’ultimo viaggio di Paolo a Gerusalemme. cattolica”, Conferenza episcopale italiana, Roma 1974)
Tenendo conto di ciò che hai studiato, commenta il testo
con l’aiuto delle domande seguenti. ➀ P erché Paolo e il suo assistente Barnaba vengono
convocati a Gerusalemme?
Ora alcuni, venuti dalla Giudea, insegnavano ai fratelli ➁ Che percorso seguono nel loro viaggio?
questa dottrina: «Se non vi fate circoncidere secondo l’uso ➂ Chi sono “gli apostoli e gli anziani”?
di Mosè, non potete esser salvi». ➃ Perché è importante che Paolo e Barnaba raccontino “la
Poiché Paolo e Barnaba si opponevano risolutamente e conversione dei pagani”?
discutevano animatamente contro costoro, fu stabilito ➄ Chi erano i farisei e come si spiega la loro affermazione?

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sezione 2

La fine del mondo


130
antico
I TEMPI DELLA STORIA GLI SPAZI DELLA GEOGRAFIA
Con la morte di Commodo (192 d.C.) inizia per l’Impero La divisione dell’Impero romano in due parti e la fondazione
romano un lungo periodo di crisi, prima politica e di una nuova capitale, Costantinopoli, sono i due eventi che
poi economica e sociale, che interessa gran parte del chiudono l’epoca del primato assoluto di Roma sul mondo
iii secolo. Il mondo romano trova però la forza per conosciuto. Si apre ora una nuova era, quella del rapporto
riorganizzarsi e dare inizio a una nuova fase della sua tra Europa e Asia, tra Occidente e Oriente. L’unità politica
storia grazie ad alcune grandi personalità: Diocleziano, ed economica del Mediterraneo si dissolve e il fuoco della
Costantino e Teodosio. Mentre l’Impero diventa cristiano, storia si sposta verso spazi nuovi: le sconosciute pianure
ai confini settentrionali premono i Germani, a loro volta del Nord Europa, regno dei popoli germanici, e il Bosforo,
sospinti dagli Unni: essi portano alla rapida dissoluzione punto di passaggio tra il mar Mediterraneo e il mar Nero,
dell’Occidente e alla nascita di nuove entità politiche e un braccio di mare tra due continenti che i Germani non
amministrative (i cosiddetti regni romano-barbarici). riusciranno mai a varcare.
L’unità del Mediterraneo, faticosamente costruita nel
corso dei secoli, incomincia così a dissolversi.
A La globalizzazione. Il mondo in rete

6 I Severi e la crisi del III secolo B La globalizzazione antica e quella di oggi

• verso il Dominato
• l’anarchia militare C L’economia del mondo
• la crisi sociale e spirituale

D L’Asia: il quadro economico e geopolitico


7 La tarda antichità
• le riforme di Diocleziano
• il fallimento della tetrarchia E Il Medio Oriente ieri e oggi

• la dinastia costantiniana
• il Cristianesimo religione di Stato

8 Le migrazioni e il crollo dell’Occidente


• i rapporti con i Germani
• i primi conflitti
• Stilicone ed Ezio
Editto di Regno di
• nuovi organismi politici Caracalla Diocleziano

193-235 212 235-285 285-305 313

Dinastia Periodo Costantino I


dei Severi dell’“anarchia imperatore
militare” a Roma d’Occidente;
editto di
Milano

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131

Invasioni Morte di Attila


Concilio Battaglia di dei popoli germanici e fine della potenza Fine dell’Impero
di Nicea Adrianopoli in Occidente unna d’Occidente

325 330 378 379-395 405-408 410 453 455 476 493-526

oI Fondazione Regno di Sacco di Roma da Sacco di Roma da Regno di


e di Costantinopoli Teodosio I parte di Alarico parte di Genserico Teodorico
e; in Italia

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CAPITOLO 6
I Severi e la crisi
132
del iii secolo
Non vi è nulla di comparabile con le battaglie e le vittorie di Severo tanto per l’ampiezza delle forze militari in campo, quanto per gli scon-
sezione 2. La fine del mondo antico

volgimenti che subirono le province, il numero di combattimenti, la lontananza e la rapidità delle spedizioni. Senza dubbio le battaglie
che contrapposero gli eserciti di Cesare e Pompeo furono grandi, così come quelle di Augusto contro Antonio o contro i figli di Pompeo,
senza contare quelle combattute da Silla, Mario e altri ancora nelle guerre civili che coinvolsero i Romani. Ma quest’uomo da solo eliminò
tre imperatori già in carica, a capo dell’Impero.
— Erodiano, Storia dell’Impero dopo Marco Aurelio, III, 7, 7-8; trad. M.T. Schettino

Chiave di lettura

Una crisi epocale

Il secolo che va dalla morte di Còmmodo (192) alla presa


del potere di Diocleziano (285) è per l’Impero romano
un periodo di grave crisi: la società cambia profonda-
mente e nel complesso si impoverisce; l’esercito fatica
ad affrontare le minacce rappresentate dai Germani e
dai Parti, che premono ai confini; la cultura subisce un
chiaro arretramento rispetto al secolo precedente.
L’assetto politico dell’Impero rispecchia questa cri-
si: gli imperatori solo in rari casi riescono a svolgere
un’azione efficace, impegnati come sono nelle lot-
te di palazzo, che portano la maggior parte di essi a
morire presto assassinati; il senato perde definitiva-
mente ogni autorità.
Eppure, da questa crisi l’Impero uscirà rinnovato,
pronto ad affrontare una nuova epoca di splendore;
e proprio nel difficile iii secolo si possono cogliere
i primi sintomi di una reazione che garantirà allo
Stato altri duecento anni di vita.

Massimino il Trace
Il ritratto evidenzia nei tratti da gladiatore la sua rozzezza. Uomo privo
di cultura e digiuno di politica, aveva ottenuto il titolo dai commilitoni
grazie al fisico gigantesco e alla forza leggendaria: si diceva che corresse
più veloce di un cavallo, che bevesse anfore intere di vino e mangiasse
decine di libbre di carne in una volta sola. Ritratto in marmo, Città del
Vaticano, Musei Capitolini.

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1. L’età dei Severi
■ L ’avvento di una nuova dinastia: la Britannia, le cui legioni nominarono imperatori rispet-
i Severi tivamente Pescennio Nigro e Clodio Albino.
La situazione non poteva che portare alla guerra ci-
La morte di Còmmodo (192) aprì una grave crisi politi- vile. Mentre a Roma Didio Giuliano veniva assassinato, 133
ca. Il senato, da sempre ostile al principio dinastico che Settimio Severo si alleò a Clodio Albino e si recò in Oriente
aveva portato al trono l’imperatore scomparso, si illuse di per combattere Pescennio Nigro. Sconfitto quest’ultimo a

CAPITOLO 6. I Severi e la crisi del iii secolo


poter restaurare il principio dell’elezione e scelse Elvio Isso nel 194, rafforzò i confini minacciati dai Parti, poi tor-
Pertinace, un uomo di origine modesta, onesto servitore nò in Occidente e nel 197, nella battaglia di Lione, eliminò
dello Stato e ben deciso a conservare un equilibrio di pote- anche Clodio Albino.
ri tra senato e imperatore. Pertinace rimase però sul trono
solo tre mesi; non appena cercò di affrontare i problemi fi-
nanziari dell’Impero riducendo le spese militari, le truppe
del pretorio, da tempo abituate a generose donazioni, si i protagonisti della storia
ribellarono e lo uccisero.
A testimonianza della gravità della crisi, che non era
una semplice questione di successione al trono vacante,
Lucio Settimio Severo
basti ricordare che i pretoriani giunsero a mettere all’a- Nacque a Leptis Magna (oggi
in Libia) nel 146 d.C. La sua fa-
sta il titolo di imperatore, che venne letteralmente ac- miglia, di etnia berbera, appar-
quistato da Didio Giuliano, forse implicato nell’omicidio teneva alla classe dei cavalieri.
del suo predecessore. Il senato ratificò l’elezione, ma in Arrivato a Roma a 18 anni, fece
carriera nell’amministrazione
Pannonia le legioni avevano eletto un altro imperatore, e venne nominato senatore, a
Lucio Settimio Severo, che Didio Giuliano si affrettò a di- quanto pare, da Marco Aurelio.
Nel 191 Còmmodo lo nominò
chiarare nemico pubblico. Mentre Settimio Severo arrivava governatore della Pannonia.
in Italia, si verificò la ribellione di due province, la Siria e

L’IMPERO ROMANO TRA IL II E IL III SECOLO


Mare del Nord
Ibernia

Britannia
Londra

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G e r m a n i a
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Oc ean o Treviri
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Ma re Medite rrane o Damasco


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Cre

Africa Cesarea
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Cirene
base militare Giudea Deserto
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Leptis Magna
e na Alessandria
Cir
frontiera fortificata Arabia Arabico
Nilo

Luoghi in cui ebbero Egitto


luogo ribellioni

▲ Busto di Elvio Pertinace.

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■ S ettimio Severo: un potere assoluto degli Arsacidi. Per l’Impero romano fu una vittoria solo
fondato sull’esercito momentanea: una nuova dinastia, quella dei Sasanidi,
prese infatti il potere nel 226 e diede inizio a una politica
Lucio Settimio Severo, eletto imperatore nel 193, regnò espansionistica che nel giro di pochi decenni mise nuova-
incontrastato insieme alla moglie Giulia Domna dal 197 mente a rischio i confini orientali di Roma.
(dopo la vittoria sull’ultimo concorrente) al 211.
La sua figura è storicamente importantissima perché
segna il passaggio dal principato (il sistema fondato da ■ La politica economica di Settimio
Augusto) a quello che gli storici hanno chiamato “domi-
134 nato” (da dominus, “padrone”): in esso l’imperatore rinun- Le frequenti campagne militari e le continue concessioni
cia a ogni dipendenza, anche formale, dal senato, e basa a favore dell’esercito (paghe aumentate e premi per i meri-
il suo potere sulla forza militare delle legioni che lo tevoli) gravavano pesantemente sulle casse dello Stato, già
sezione 2. La fine del mondo antico

sostengono. impoverite per il fatto che da molti decenni ormai Roma


Settimio Severo fu un abile politico e resse con saggez- non ampliava i suoi territori e quindi non riceveva i bene-
za le sorti dell’Impero che aveva conquistato con la forza. fici dei bottini e delle conquiste.
La politica interna di Settimio Severo fu finalizzata a Per sostenere l’economia Settimio Severo operò in
creare una piena autocrazia, ovvero un sistema politico ba- due modi diversi: da un lato aumentò la pressione fi-
sato sul potere assoluto dell’imperatore. Il senato venne scale, cosa possibile grazie all’imponente apparato bu-
completamente esautorato e l’aristocrazia senatoria perse rocratico che aveva a disposizione; dall’altro ordinò di
ogni ruolo politico, mentre gli alti gradi della burocrazia e coniare monete con una minore percentuale di me-
dell’esercito furono affidati preferibilmente a persone ap- tallo prezioso, cosa che nel breve periodo garantì una
partenenti alla classe dei cavalieri. ripresa della circolazione monetaria, ma diede inizio a
Poiché il suo potere si fondava essenzialmente sull’e- una grave inflazione, dovuta alla sfiducia nei confronti
sercito (le legioni), Settimio volle rafforzarne il prestigio e delle nuove monete.
stabilì perciò che i pretoriani, fino a quel momento reclu- Questi provvedimenti, in definitiva, accentuarono
tati solo fra gli Italici, potessero essere reclutati invece fra la crisi economica dell’Impero, provocando la stagna-
tutti i soldati dell’Impero, compresi i provinciali; ciò pone- zione delle iniziative commerciali e imprenditoriali e
va il pretorio e le legioni praticamente allo stesso livello.
Sul piano militare Settimio si impegnò nella difesa dei
confini dell’Impero. La principale minaccia era rappre-
sentata dai Parti, a Oriente, e Settimio nel 198 ne conquistò MEMO LESSICO
la capitale Ctesifonte, provocando il crollo della dinastia
Inflazione
Il termine deriva dal latino inflatio, “dilatazione”, e indica l’aumento
continuo e generalizzato dei prezzi di beni e servizi.

LE DOMANDE DELLA STORIA


Quanti erano i soldati romani?
Abbiamo un’idea piuttosto precisa di quanti fossero i soldati romani
all’inizio del iii secolo: l’esercito romano era formato infatti da 30
legioni di 5000 uomini ciascuna e da altrettanti ausiliari, cioè da
300 000 uomini in totale. Nel corso del iii secolo gli effettivi aumen-
tarono sicuramente di numero, ma non è sicuro di quanto: gli storici
parlano, per l’inizio del iv secolo, di una cifra che oscilla fra i 400 000
e i 600 000 uomini.

Perché l’inflazione danneggiava il commercio?


In un periodo di inflazione, i prezzi aumentano rapidamente,
perché la moneta si svaluta, cioè perde il suo potere di acquisto. I
consumi, di conseguenza, si riducono, perché con la stessa somma
di denaro si può acquistare meno merce. Ecco perché, nei momenti
di inflazione, l’attività commerciale tende a ridursi. Oggi lo Stato
interviene per garantire il potere d’acquisto dei consumatori, ma
▲ Particolare del rilievo dell’Arco di Settimio Severo che narra gli assedi questa pratica era del tutto sconosciuta nell’antichità.
di Ctesifonte e di Seleucia, Roma.

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Storia magazine
biografie

Giulia Domna, una donna


al centro del potere 135
Giulia Domna, moglie di Settimio Severo e madre di Caracalla, è una delle figure femminili

CAPITOLO 6. I Severi e la crisi del iii secolo


più affascinanti del periodo tra il ii e il iii secolo d.C.

La vita e l’attività L’attività politica rapporti personali fra Giulia Domna


intellettuale e la morte e Caracalla erano segnati dall’odio:
la madre non avrebbe mai perdona-
Di origine siriana, Giulia Domna La sua attività politica si fece più to a Caracalla l’assassinio del fratello
nacque nel 170 d.C., figlia del gran incisiva durante il regno del figlio Geta, suo prediletto.
sacerdote del dio Sole (quello Caracalla, che preferiva dedicarsi
stesso da cui prenderà il sopranno- alle imprese militari; Giulia Domna
me suo nipote Elagabalo). Secondo ottenne un incarico ufficiale di pri-
una leggenda sarebbe stata sposata maria importanza, quello di sovrin-
dall’ambizioso Settimio Severo per- tendente alla corrispondenza
ché una profezia le prometteva un imperiale. Mentre il figlio era im-
futuro regale. Quando il marito fu pegnato in Oriente, tutta la diplo-
acclamato imperatore ebbe il tito- mazia romana passava dalle sue
lo di Augusta e furono addirittura mani.
stampate delle monete con la sua Quando seppe dell’assassinio di
effigie. Caracalla, nel 217, era probabil-
La sua forte personalità la spin- mente malata e morì poco dopo ad
se ad affiancare Settimio sia nelle Antiochia, dove risiedeva. Secondo
spedizioni militari, sia negli impe- alcune fonti, si sarebbe lasciata mo-
gni politici. La mentalità romana, rire di fame per il dolore: Caracalla
tuttavia, non vedeva di buon occhio infatti non sarebbe stato
un eccessivo presenzialismo da par- solo suo figlio, ma anche
te delle donne. Giulia Domna, pur il suo amante. Secondo
avendo raggiunto una posizione fino altre fonti, invece, i
a quel momento sconosciuta a qual-
siasi altra donna nel mondo romano,
durante il regno del marito dovet-
te limitare la sua partecipazione
alla vita politica. Si circondò allo-
ra di intellettuali, come il medico
Galeno, il filosofo Filostrato, lo stori-
co Dione Cassio; si deve soprattutto a
lei se l’epoca dei Severi non coincise
con una totale decadenza della cul- Busto di Giulia Domna,
tura e dell’arte. Roma, Musei Capitolini.

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l’impoverimento di vasti strati della popolazione. Durante 212 concesse la cittadinanza romana a tutti gli abitanti
la campagna in Britannia, insieme con i figli Caracalla e dell’Impero (rimasero esclusi solo le comunità rurali bar-
Geta, Settimio Severo morì nel 211. bariche non ancora romanizzate e coloro che avevano com-
messo gravi delitti, oltre naturalmente agli schiavi).
Caracalla è ricordato anche per le grandiose terme che
■  aracalla e l’estensione
C fece costruire a Roma. Intraprendere lavori pubblici era come
della cittadinanza romana sempre il modo migliore per garantirsi l’appoggio delle classi
popolari, anche se ovviamente gravava sulle casse dello Stato.
Alla morte di Settimio Severo divenne imperatore suo figlio Come il padre, Caracalla condusse campagne vittorio-
136 Caracalla (211-217), che assunse il nome di Marco Aurelio se (in particolare contro gli Alamanni, che minacciavano
Antonino. Malgrado fosse stato designato dal padre come i confini dell’Impero da nord, e contro i Parti) e aumentò
suo successore, il nuovo sovrano dovette repri- le paghe dei soldati, su cui si fondava il suo potere, svalu-
sezione 2. La fine del mondo antico

mere vari tentativi di insurrezione e ri- tando la moneta.


affermare la propria autorità sul senato
con un gesto simbolico, presentandosi
tweet L’imperatore fratricida
all’assemblea circondato da una guar- Secondo alcune fonti, Caracalla uccise Geta di propria mano, dopo
dia armata. Nei primi mesi di regno averlo attirato negli appartamenti della madre, mentre questi
Caracalla eliminò anche il fratello mi- cercava invano protezione tra le braccia di Giulia Domna.
nore Geta per non dover condividere
con lui il regno.
Il nome del nuovo LE DOMANDE DELLA STORIA
imperatore è legato
in particolare alla Quali conseguenze ebbe l’Editto di Caracalla?
Fin dalla prima età repubblicana essere “cittadini romani” era un
Constitutio antoninia- privilegio riservato a pochi e significava godere dei diritti civili e
na de civitate, o Editto politici da cui i “non cittadini” erano esclusi. La classe dirigente ro-
mana estese la cittadinanza agli Italici solo nel i secolo a.C., ma non
di Caracalla, che nel ritenne mai di concederla ai popoli che Roma via via sottomise nei
secoli successivi.
Con l’Editto di Caracalla tutti gli abitanti dell’Impero divennero cit-
◀ Ritratto dell’imperatore
tadini romani. Tuttavia, in un regime autocratico come quello in-
Caracalla, 212 d.C., Napoli, Museo
staurato dai Severi, essere cittadini non comportava più alcun reale
Archeologico Nazionale. Caracalla
diritto civile e politico. Le conseguenze dell’editto furono quindi
si chiamava in realtà Bassiano. Il
soprattutto fiscali: un unico sistema di tassazione venne imposto a
soprannome Caracalla deriva dalla
tutti gli abitanti dell’Impero.
veste gallica che usava indossare.

per schematizzare

L’albero genealogico dei Severi


Giulio Bassiano
(sacerdote di Elagabalo)

Settimio
Giulia Domna Giulia Mesa Giulio Avito
Severo

Caracalla Geta

Sesto Marcello Giulia Semia Gessio Marciano Giulia Mamea

Elagabalo Alessandro Severo

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■ Da Elagabalo ad Alessandro Severo
Nel 217 una congiura guidata da Marco Opellio Macrino,
esponente della classe dei cavalieri e prefetto del pretorio,
poneva fine alla vita di Caracalla. Macrino si fece pro-
clamare imperatore dall’esercito, ma (come Pertinace
25 anni prima) quando tentò di risanare le finanze del-
lo Stato riducendo la paga dei soldati venne deposto e
assassinato.
Con l’appoggio dell’esercito e grazie ai maneggi del- 137
le donne della famiglia dei Severi, divenne imperatore ◀ Denario dell’epoca
di Elagabalo con
un nipote di Caracalla, il giovanissimo Sesto Vario Avito l’iscrizione Sanct(o)

CAPITOLO 6. I Severi e la crisi del iii secolo


Bassiano, detto Elagabalo o Eliogabalo (218-222), di origi- deo Soli.
ne siriana. Suggestionato dalla nonna Giulia Mesa e dalla
madre Giulia Semia, il nuovo imperatore tentò di introdur-
re a Roma il culto del dio Sole, una forma di monoteismo tweet Elagabalo,
il gran sacerdote del Sole
di origine orientale, per certi versi ispirato all’ebraismo El-Gabal (da cui Elagabalo o Eliogabalo) era una divinità
e al cristianesimo, ma con riti esotici, stravaganti e per i solare adorata a Emesa (oggi Homs, in Siria), la città natale
Romani inaccettabili. Elagabalo fu trucidato dai pretoriani dell’imperatore. Elagabalo era per diritto ereditario il gran
sacerdote del dio.
nel 222 e al suo posto fu eletto il cugino Alessandro.

Leggere l’IMMAGINE

il Carattere Queste erano le sue abitudini: come prima cosa, di


buon mattino, se ne aveva la possibilità, vale a dire se
di Alessandro non aveva dormito al fianco della moglie, celebrava Dopo l’attività
Severo sacrifici nel suo privato tempietto dei Lari, in cui
teneva le immagini dei principi divinizzati, ma solo
sessuale, era
necessario
purificarsi
DATA: metà del iv secolo quelle dei migliori tra di loro, e delle anime più sante,
AUTORE: Anonimo tra le quali c’era quella di Apollonio e, a quanto dice Il filosofo
TIPO DI FONTE: Scritta uno storico dei suoi tempi, quelle di Cristo, Abramo e Apollonio di
Tiade (i sec.)
Il mitico cantore Orfeo e di altri del genere, oltre alle immagini degli
a cui si ispirava antenati. Se ciò non gli era concesso, a seconda delle
La Storia Augusta è una raccolta di la religione
caratteristiche dei luoghi, o andava in carrozza o
biografie di imperatori romani da Adriano orfica, un culto
(nato nel 76 d.C.) a Numeriano (morto misterico pescava o passeggiava o cacciava. Più tardi, se l’ora lo
nel 284). Pur non essendo un’opera permetteva, si dedicava intensamente alla redazione
storiografica di grande valore, è una delle degli atti pubblici, mentre, come sopra abbiamo detto,
principali fonti sull’epoca tardo-imperiale. sia le questioni civili sia quelle militari erano sbrigate
dai suoi amici, che erano tuttavia onesti, fidati e mai
Avidi di denaro venali; esse, dopo essere state esaminate e discusse,
venivano sottoposte a lui per l’approvazione, a meno
Guida alla lettura che egli non volesse introdurre una qualche modifica.
Se c’era una necessità urgente,si accingeva ancor prima
➀ Per quali caratteristiche dell’alba ai suoi lavori e vi si dedicava a lungo: mai si
viene elogiato Alessandro mostrò annoiato o indolente o stizzoso, ma sempre Facile all’ira
Sereno, costantemente con volto ilare in ogni circostanza.
Severo? sorridente Uomo di grande saggezza, non si lasciava sopraffare
➁ Da quali parole del testo da nessuno: e se qualcuno volle provarvisi con modi
emerge l’interesse raffinati, venne scoperto e ne subì le conseguenze.
dell’epoca per le religioni (Storia Augusta, in G.F. Giannotti, A. Pennacini, Società e
orientali e i culti misterici? comunicazione letteraria di Roma antica, Loescher, Torino 1989)

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Anche Alessandro Severo (222-235) era poco più che dell’aristocrazia senatoria. Proseguì anche nell’opera
un ragazzo, e anche lui era succube della madre, Giulia di elaborazione del diritto romano grazie alla collabo-
Mamea; ma nel suo caso costei lo spinse a ripristina- razione con il grande giurista Ulpiano (come in prece-
re una proficua e rispettosa collaborazione con il se- denza aveva già fatto Settimio Severo insieme al giurista
nato, scegliendo i più stretti consiglieri nell’ambito Papiniano). Le sue scelte politiche, tuttavia, non si disco-
starono da quelle dei suoi predecessori: autoritarismo,
forte pressione fiscale, difesa dei confini, ampie con-
▶ Busto di cessioni ai militari. Il sistema non poteva reggere a lun-
Alessandro Severo,
iii secolo d.C., Roma, go. Durante il suo principato, inoltre, nel regno dei Parti si
138 Musei Capitolini. affermò la dinastia dei Sasanidi (226), che diedero avvio a
una politica fortemente aggressiva nei confronti dell’Im-
pero romano. In Oriente Alessandro Severo fu sconfitto
sezione 2. La fine del mondo antico

dal sovrano sasanide Artashir I (231); in Occidente non ri-


uscì a fronteggiare con efficacia le incursioni dei Germani
(234); e nel 235, ormai privo di ogni autorevolezza, anche
Alessandro Severo fu assassinato dai suoi soldati insieme
alla madre.

MEMO DATE

La dinastia dei Severi


193-211 Regno di Settimio Severo
211-217 Regno di Caracalla
217-218 Regno dell’usurpatore Macrino
218-222 Regno di Elagabalo
222-235 Regno di Alessandro Severo

AREA TUTOR — Facciamo il punto!


1 Verifica le CONOSCENZE 2 Definisci il LESSICO ESSENZIALE
➀ Che cosa accadde alla morte di ➀ Autocrazia ➁ Inflazione ➂ Dominato
Còmmodo?
➁ Chi erano i rivali di Settimio 3 Acquisisci le COMPETENZE
Severo che aspiravano all’Impero? Dal testo alla tabella
➂ A quali classi sociali si appoggiò Completa la seguente tabella, ricavando le necessarie informazioni dal testo.
soprattutto Settimio Severo?
Principato Dominato
➃ Che cosa stabiliva l’Editto di
Caracalla? Il ruolo del principe
➄ Quali popoli minacciavano i
confini dell’Impero romano durante
la dinastia dei Severi? Il ruolo del senato

Il ruolo dei pretoriani

Il ruolo dell’esercito

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Storia magazine
la vita quotidiana

Le terme romane
Le terme, che nel nostro immaginario sono indissolubilmente associate all’Impero romano,
si diffusero in realtà soprattutto a partire dal ii secolo d.C. Esse univano una funzione 139
pratica, igienica, e una funzione sociale, essendo luoghi di incontro e di svago.

CAPITOLO 6. I Severi e la crisi del iii secolo


Bagni pubblici pubblici, e a garantire quindi alle auto- La socialità
rità il consenso della cittadinanza.
La presenza di acque termali natu- Alle terme non si andava solo per fare
rali, dotate di poteri curativi, fu pro- La struttura il bagno, ma per trascorrere l’intera
babilmente all’origine delle prime giornata, o almeno molte ore di essa.
terme. In epoca imperiale, tuttavia, Le terme si presentavano come una suc- Tutte le fonti antiche sottolineano la
esse divennero un elemento caratte- cessione di stanze dotate di piscine con funzione sociale delle terme, che
ristico di tutte le città romane, e as- l’acqua a diverse temperature: molto erano un luogo di incontro (anche
sunsero un’importanza particolare. calda nel calidarium (solitamente rivol- erotico, naturalmente) dove si intes-
Le terme erano infatti grandiosi to a sud e costruito sopra una fornace ali- sevano rapporti, alleanze, amicizie e
edifici, spesso caratterizzati da un mentata a legna), di media temperatura accordi di ogni tipo.
lusso scenografico, che svolgevano la nel tepidarium e fredda nel frigidarium. Esistevano terme d’elite, destina-
funzione di bagni pubblici – funzio- In alcuni impianti esistevano piscine te ai più ricchi, e terme popolari,
ne essenziale in città che tendevano per nuotare (natationes) e luoghi si- di aspetto più dimesso e con servizi
a diventare sovraffollate e avevano mili alla nostra sauna finlandese (con meno raffinati. Le grandi terme di
quindi grandi problemi di approvvi- repentini passaggi dal caldo al freddo Caracalla, costruite all’inizio del iii
gionamento idrico. e viceversa). secolo a Roma, avevano chiaramente
La costruzione di terme rispondeva Naturalmente c’erano poi le stanze di un carattere interclassista: erano de-
quindi a un’esigenza igienica.Ma ser- servizio: spogliatoi, docce per lavarsi, stinate a un pubblico di massa, che
viva anche a dare lavoro a migliaia di palestre, sale massaggio, in qualche poteva comprendere tutte le catego-
operai, impegnati per anni nei cantieri caso sale di lettura, negozi ecc. rie sociali.

Veduta delle terme di Caracalla.

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2. Il periodo dell’anarchia militare
■ Cinquant’anni di disordini La risposta va cercata innanzitutto all’esterno dell’Im-
pero: la minaccia dei barbari che premevano ai confini si
Nei cinquant’anni che vanno dalla morte di Alessandro fece infatti sempre più grave nel corso del iii secolo.
140 Severo (235) alla presa del potere da parte di Diocleziano • A Oriente, il regno dei Parti, sotto i nuovi sovrani sa-
(285) si succedettero alla guida dell’Impero romano almeno sanidi, era infatti una grande potenza con mire espan-
venti imperatori legittimi, più un numero imprecisato sionistiche dichiarate: Artashir I e suo figlio Shapur
sezione 2. La fine del mondo antico

di usurpatori e avventurieri. Gli imperatori erano nomina- I aspiravano a ricostituire l’antico Impero persiano,
ti dalle legioni in cambio di promesse di premi e vantaggi riprendendo a Roma tutta la regione mediorientale,
economici, e spesso venivano assassinati dagli stessi legio- fino all’Egitto. Nel corso del cinquantennio di anar-
nari che li avevano eletti, nel momento in cui mancavano chia militare i Romani organizzarono ben tre spedi-
di soddisfare le loro richieste. Lo strapotere dei soldati e il zioni contro i Sasanidi e furono sempre sconfitti.
vero e proprio turbinio di sovrani, nessuno dei quali, salvo • Lungo il limes reno-danubiano, i Germani compiva-
poche eccezioni, restava in carica un tempo sufficiente a no incursioni sempre più gravi e con sempre maggior
impostare una vera azione politica, hanno spinto gli storici successo, mentre l’Impero stentava a reagire con effi-
a parlare di questo periodo come di un’epoca di anarchia cacia: le continue lotte tra imperatori facevano sì che
militare. nessuno fosse in grado di governare e soprattutto di
difendere l’immenso territorio imperiale, a fronte di
minacce esterne sempre più gravi.
■ Le cause dell’anarchia militare
MEMO LESSICO
Gli storici si sono chiesti perché il sistema dinastico dei Severi
sia durato soltanto una quarantina d’anni e non sia riuscito Anarchia
a garantire a Roma una continuità politica soddisfacente – Dal greco a, “senza”, e arché, “governo”, il termine indica una
situazione di totale assenza o di estrema debolezza del governo di
come dimostrano, fra l’altro, le morti violente di tutti gli im- uno Stato.
peratori della dinastia, eccettuato il fondatore Settimio.

◀ Bassorilievo
raffigurante il
sovrano sasanide
Shapur I vittorioso
su Valeriano, tenuto
prigioniero, e Filippo
l’Arabo, davanti a lui
nell’atto di rendergli
omaggio. Naqsh-e
Rustam, Iran.

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Storia magazine
biografie

Zenobia, regina di Palmira


La figura di Zenobia, vissuta tra il 240 e il 275 d.C., è una delle più affascinanti del iii secolo. È
soprattutto a lei che è legata la breve ma intensa storia del regno di Palmira. 141

La città di Palmira

CAPITOLO 6. I Severi e la crisi del iii secolo


sasanide dopo che l’imperatore era
stato sconfitto e catturato dai Persiani.
Palmira (dal greco “luogo delle pal- L’anno successivo, Odenato fu ucciso
me”), sorta nel ii millennio a.C., con il figlio in seguito a un complotto.
si trovava in una posizione partico- La sua seconda moglie Zenobia, che
larmente favorevole, essendo all’in- era a capo della cospirazione, ne prese
crocio delle piste carovaniere che il posto, si ribellò ai Romani e riuscì
attraversavano il deserto siriano, al a conquistare vasti territori, fino
confine tra l’Impero romano e quel- all’Egitto e al Bosforo, con l’ambizione
lo dei Parti, costituendo un prezioso di fondare un proprio impero.
avamposto della romanità in Oriente. Zenobia chiamò alla sua corte arti-
Grazie alla sua posizione, Palmira go- sti e intellettuali e abbellì la città
dette di una notevole indipenden- di Palmira facendo erigere splendi-
za sia durante l’epoca dei Seleucidi di edifici. La sua politica di apertu-
(i sovrani succeduti ad Alessandro ra culturale le procurò le simpatie
Magno), sia in età romana, tra il i se- dei molti popoli che, in Oriente, mal
Rilievo raffigurante Ishtar e Tiche con le
colo a.C. e il ii d.C. Con l’avvento della sopportavano il dominio romano. La sembianze della regina Zenobia e della sua
dinastia Sasanide (224 d.C.), Palmira sua situazione era però difficilissima, ancella, proveniente da Palmira, Siria.
divenne per circa cinque anni la ca- stretta com’era tra due imperi im-
pitale di un vero e proprio regno mensi e decisi a non concederle alcu- spedizione in Oriente per riconquista-
indipendente. na reale autonomia. re i territori perduti, Zenobia tentò di
resistere. Perdute alcune battaglie, si
rifugiò a Palmira, che subì un lungo
La regina Zenobia La fine di Palmira assedio, poi pensò di chiedere aiuto ai
Sasanidi, ma venne arrestata e portata
Il regno autonomo di Palmira fu fon- Quando l’imperatore Aureliano, che a Roma, legata con catene d’oro.
dato nel 267 da Settimio Odenato, go- inizialmente era stato costretto a rico- Era il 272: Zenobia morì pochi anni
vernatore romano della provincia si- noscere il regno, essendo impegnato più tardi, a Tivoli. Aureliano distrus-
riana, per resistere all’espansionismo a guerreggiare altrove, intraprese una se la capitale del regno ribelle.
Le rovine di Palmira.

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GEOSTORIA

■ Le prime divisioni territoriali Le spese per il mantenimento dell’immenso esercito


necessario a tale difesa erano comunque enormi: il potere
In questo contesto va interpretata anche la creazione del dei militari, da cui dipendeva la sicurezza dello Stato, cre-
cosiddetto “Impero delle Gallie” (comprendente Gallia, sceva progressivamente, le loro paghe diventavano sempre
Spagna, Britannia) nel 259 e del Regno di Palmira (esteso più alte e i loro privilegi sempre più onerosi per le casse
su un ampio territorio tra l’Asia Minore, la Siria e l’Egitto)
nel 267. Si trattava di due veri e propri Stati, formalmente ▼ Conio e monete romane (età imperiale), Saint-Germain-en-Laye,
autonomi da Roma, destinati a durare diversi anni: il regno Museo di Antichità.

di Palmira fino al 272 e l’Impero delle Gallie fino al 273.


142 A lungo si è pensato che la nascita di questi regni fosse
il sintomo di tendenze autonomistiche e centrifughe;
ma forse essi nacquero anche dall’esigenza delle regioni di
sezione 2. La fine del mondo antico

frontiera di difendere la propria romanità, organizzandosi


autonomamente per reagire alle aggressioni germaniche e
persiane, nel momento in cui il potere centrale non era in
grado di garantire la sicurezza dei confini e lo stile di vita
romano nelle province più lontane dalla capitale.

■ Le cause economiche della crisi


La crisi del iii secolo è dovuta anche a cause economiche
interne all’Impero, indipendenti dai barbari che premeva-
no sui suoi confini.
L’economia romana si reggeva in buona misura sulle
ricchezze che affluivano grazie alle conquiste. Ma tali ric-
chezze erano venute meno nel momento in cui l’Impero,
con Traiano, aveva raggiunto la sua massima espansione
e aveva concentrato le sue forze sulla difesa dei confini, e
non più sul loro ampliamento.

L’IMPERO ROMANo E I REGNI AUTONOMI DELLE GALLIE E DI PALMIRA


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Egitto

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pubbliche. Una parte rilevante dei beni prodotti nel bacino ■ Le trasformazioni sociali
del Mediterraneo serviva per alimentare la capitale Roma,
megalopoli ormai improduttiva, ma soprattutto le 30 legio- Insieme alle ricchezze erano venuti meno gli schiavi, che
ni che costituivano il suo esercito, ciascuna delle quali ave- erano da sempre alla base dell’economia romana, e in parti-
va bisogno in media di 7500 kg di grano e 450 kg di foraggio colare dell’agricoltura. La carenza di schiavi, d’altro canto,
al giorno. era sopraggiunta proprio nel momento in cui ci si rendeva
Gli imperatori reagirono a questa situazione di dif- conto che essi non erano più economicamente convenien-
ficoltà aumentando la pressione fiscale e svalutan- ti: lo schiavo, infatti, tende a lavorare il meno possibile e
do la moneta, cioè con provvedimenti che potevano quindi non garantisce una buona redditività della terra. I
avere effetti benefici nell’immediato, ma contribuiva- proprietari terrieri, già nel ii secolo, avevano quindi inco- 143
no nel tempo all’impoverimento della società nel suo minciato a suddividere i loro latifondi, affidando i lotti a
complesso. contadini semi-liberi (per lo più ex schiavi), che pagava-

CAPITOLO 6. I Severi e la crisi del iii secolo


no al padrone un affitto in natura. A poco a poco la distin-
zione tra contadini liberi ed ex schiavi venne meno, perché
i primi si trovarono impoveriti quanto i secondi dalla pres-
sione fiscale e dai debiti. Fenomeni analoghi interessarono
l’artigianato, spesso affidato a liberti.
grammatica della cittadinanza La società del iii secolo ci appare così sottoposta a un
rapido processo di semplificazione: laddove un tempo
Crisi economica trovavamo nette distinzioni tra liberi e schiavi, cittadi-
La parola crisi deriva dal greco krísis, che significa “scelta, de- ni e provinciali, aristocrazia senatoria e classe mercan-
cisione”. In ambito storico, il termine indica un momento di
svolta, in cui si verificano cambiamenti rapidi e profondi – non tile, nel iii secolo la società è tendenzialmente divisa tra
necessariamente negativi. In ambito economico, invece, la una massa di semi-liberi impoveriti (gli humiliores) e una
parola crisi indica un arretramento, un impoverimento gene- piccola élite di ricchissimi latifondisti e imprenditori (gli
ralizzato: il momento in cui un sistema economico si rivela
non più efficiente. honestiores).
Conoscere il passato
La crisi economica che colpì l’Impero romano nel iii secolo d.C.
fu una delle più gravi della sua storia. ▼ Mosaico raffigurante il calendario, composto da trentadue riquadri,
L’economia del mondo antico era legata a tre fattori fonda- particolare dell’aratura, iii secolo d.C., Saint-Romain-en-Gal, Museo
mentali: la produzione agricola, la mano d’opera servile e il Archeologico Nazionale.
commercio.
Ogni volta che uno di questi tre fattori, per qualche ragio-
ne, si trovava in difficoltà, si attraversavano momenti di crisi
economica. Ricorderai, per esempio, che nel ii secolo a.C. la
sconfitta di Cartagine aveva provocato un crollo dei prezzi dei
prodotti agricoli e un conseguente periodo di crisi.
Nel iii secolo d.C., la crisi economica dell’Impero fu dovuta
soprattutto alla scarsità di schiavi, a sua volta legata alla im-
possibilità dell’Impero di espandersi ulteriormente, assogget-
tando nuove popolazioni.

Comprendere il presente
Oggi, la ricchezza di un Paese si misura convenzionalmente
mediante il Pil (Prodotto interno lordo): si ha ufficialmente
una crisi economica quando il Pil cala per almeno sei mesi di
seguito.
Le crisi economiche del nostro tempo hanno ovviamente un
carattere molto diverso da quelle antiche. L’economia dei
Paesi avanzati è infatti legata soprattutto al progresso tecno-
logico e ai meccanismi finanziari.
La crisi in cui siamo ancora coinvolti, per esempio, è stata
causata dalle speculazioni finanziarie (le banche concedevano
prestiti troppo rischiosi – i cosiddetti mutui subprime – senza
le necessarie garanzie).
La crisi finanziaria ha poi avuto ripercussioni sull’economia
reale, cioè sulla produzione di beni (le aziende hanno dovuto
chiudere) e sui consumi (le persone non hanno avuto più soldi
da spendere). Tutto il sistema ha quindi rallentato, rischiando
di incepparsi.

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■ La crisi spirituale genere (vedi p. 121). Questa tendenza non era direttamente
legata a fattori politici o militari: la minaccia dei barbari, per
La crisi del iii secolo riguarda anche la mentalità e la psi- esempio, per la maggior parte degli abitanti dell’Impero era
cologia collettiva. Più della decadenza culturale, più delle una realtà lontana e quasi inavvertita. Ma la crisi, tra i foschi
difficoltà politiche, sicuramente più dei problemi economici bagliori degli omicidi politici e delle battaglie ai confini, fa-
(di cui gli antichi avevano scarsa consapevolezza), i contem- voriva la ricerca di nuova identità, l’emergere di angosciose
poranei percepirono acutamente la crisi spirituale del loro domande esistenziali che anticipavano una nuova era.
tempo. Nell’Impero si diffuse un sentimento di precarietà e
di timore per il futuro, che metteva in dubbio alcune delle
144 certezze su cui si fondava l’Impero dei primi secoli. ■ Segnali di reazione: Gallieno
Beninteso, non venne meno il senso di superiorità dei e Aureliano
Romani rispetto ai barbari – Persiani compresi – cioè la
sezione 2. La fine del mondo antico

convinzione di aver creato una civiltà immensamente su- Uno dei simboli della crisi può essere considerato l’imperato-
periore a qualunque altra, anzi l’unica vera civiltà esistente. re che inaugurò il periodo di anarchia militare, Massimino
I grandiosi festeggiamenti in occasione del millenario della il Trace. Divenuto imperatore nel 235, subito dopo la morte
fondazione di Roma, nel 247, testimoniano chiaramente que- di Alessandro Severo, rispecchia in maniera quasi caricatu-
sta convinzione, così come i testi degli storici dell’epoca. rale la crescente importanza delle doti militari rispetto alle
Ma la fortuna dei culti orientali rivela un senso di in- capacità politiche: era infatti un gigante rozzo e ignorante,
sicurezza diffuso. Molte persone abbandonavano la religio- convinto che il compito dell’imperatore si riducesse al gui-
ne tradizionale e aderivano a nuovi culti, tendenzialmente dare i suoi uomini in battaglia.
monoteisti, tra cui ovviamente il cristianesimo, ma anche Il cinquantennio di anarchia militare vide però anche
l’ebraismo, lo zoroastrismo, il mitraismo e i culti misterici in figure di ben altra statura politica, che rivelano come, an-
che nei momenti bui della sua storia, l’Impero sia riuscito
a trovare le energie per rinnovarsi.
Una di queste figure fu l’imperatore Publio Licinio
Gallieno (253-268), che va ricordato per due riforme di
grande importanza:
• stabilì una netta separazione tra carriera militare
e carriera amministrativa, di fatto escludendo i se-
natori da ogni incarico nell’esercito, che in quei tempi
voleva dire da ogni reale peso politico;
• introdusse importanti innovazioni di carattere mi-
litare, potenziando la cavalleria rispetto alla fanteria,
per rispondere ai barbari che, grazie alla cavalleria, si
spostavano più rapidamente.
Un altro imperatore memorabile di quegli anni, anch’es-
◀ La maschera della so già ricordato, fu Lucio Domizio Aureliano (270-275).
tragedia romana,
affresco dalla villa di Egli abbatté il Regno di Palmira e l’Impero delle Gallie, ri-
Poppea a Oplontis. portando quei territori sotto la giurisdizione dell’Impero;

per schematizzare

La crisi del iii secolo

Crisi politica Crisi militare Crisi economica Crisi spirituale


numerosi imperatori deboli, difficoltà a difendere i impoverimento scarso livello della
dipendenti dall’esercito, confini complessivo della società produzione culturale e
indifferenti al senato inquietudine religiosa
diffusa

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abbandonò invece la provincia della Dacia, considerandola Ad Aureliano si attribuisce anche un’interessante rifor-
ormai indifendibile dagli attacchi dei barbari, in quanto al ma religiosa: come il suo predecessore Elagabalo, anche
di là del limes danubiano, e si concentrò nella difesa del- Aureliano introdusse a Roma il culto del dio Sole. Ma lad-
la penisola italica fortificando le maggiori città con cinte dove Elagabalo aveva miseramente fallito, Aureliano ebbe
murarie. Il suo nome è legato in particolare alle grandiose successo: l’imperatore presentò infatti il nuovo culto all’in-
mura che circondarono Roma e di cui restano ampie trac- terno di una riforma del paganesimo, più coerente con la
ce ancora oggi: la loro costruzione era il segno che la capi- mentalità romana, e il dio del Sole venne identificato con il
tale non era più sicura e si riteneva possibile un assedio da tradizionale e tranquillizzante Giove Capitolino.
parte di un esercito nemico.
▶ Statuetta
di cavaliere romano 145
in bronzo, iii secolo
d.C., Saint-Germain-
ROMA: L’AGGLOMERATO URBANO RACCHIUSO en-Laye, Museo di

CAPITOLO 6. I Severi e la crisi del iii secolo


DALLE MURA AURELIANE (III SEC.) Antichità.
re
ve
Te

MEMO DATE

253-268 Gallieno imperatore


mura serviane 259-273 Impero delle Gallie
mura aureliane 267-272 Regno di Palmira
270-275 Aureliano imperatore

AREA TUTOR — Facciamo il punto!


1 Verifica le CONOSCENZE 3 Acquisisci le COMPETENZE
➀ Che cosa accadde dopo la morte Geostoria
di Alessandro Severo? Colloca sulla mappa i seguenti luoghi:
➁ Quali tratti caratterizzavano Gallia • Tracia • Siria • Bosforo
Massimino il Trace? Londra

➂ A che cosa devono il loro nome


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le celebri “mura aureliane” di A t l an t i c o
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➄ Perché il sistema di produzione
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basato sugli schiavi era in crisi? Ippona
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2 Definisci il LESSICO
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Cirene Cesarea
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Leptis Magna Alessandria
ESSENZIALE frontiera fortificata Arabico

➀ Inflazione ➁ Anarchia
Nilo

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Area STUDIO

A Gli eventi nel tempo


La crisi del iii secolo
• 192 d.C. Morte di Còmmodo. Elvio Pertinace è nominato imperatore dal senato
• 193 d.C. Vengono eletti dalle legioni quattro imperatori, tra cui Settimio Severo
• 193-211 d.C. Regno di Settimio Severo
146 • 211-217 d.C. Regno di Caracalla
• 212 d.C. Editto di Caracalla: la cittadinanza romana è estesa a tutti gli abitanti dell’Impero
• 218-222 d.C. Regno di Elagabalo
sezione 2. La fine del mondo antico

• 222-235 d.C. Regno di Alessandro Severo


• 226 d.C. Inizio della dinastia sasanide
• 231 d.C. Sconfitta di Alessandro Severo da parte di Artashir I
• 235-285 d.C. Periodo dell’anarchia militare
• 235-238 d.C. Regno di Massimino il Trace
• 247 d.C. Festeggiamenti per il millenario della fondazione di Roma
• 253-268 d.C. Regno di Gallieno
• 259-273 d.C. Impero delle Gallie, comprendente Gallia, Spagna, Britannia
• 267-272 d.C. Regno di Palmira, esteso dalla Siria all’Egitto
• 270-275 d.C. Regno di Aureliano. A Roma vengono edificate le mura che portano il suo nome

B In sintesi
➀ L’età dei Severi → Caracalla proseguì nella linea politica tracciata dal padre
→ Il iii secolo d.C. fu per l’Impero romano un periodo di Settimio: governo autocratico, privilegi ai militari, difesa
crisi profonda: il senato e l’imperatore persero autorità e dei confini. Per garantirsi l’appoggio dei ceti popolari della
prestigio, mentre i militari acquisirono sempre più potere; capitale, l’imperatore intraprese grandi opere pubbliche,
la società nel complesso si impoverì, l’esercito stentò a di- tra cui la costruzione delle terme che portano il suo nome.
fendere i confini dell’Impero e la cultura arretrò. Con l’Editto del 212, Caracalla estese la cittadinanza roma-
→ La prima metà del secolo fu dominata dalla dinastia dei na a tutti gli abitanti dell’Impero; le conseguenze furono
Severi. Il suo fondatore, Settimio Severo, giunse al potere principalmente fiscali: venne imposto un unico sistema di
pochi mesi dopo la morte di Còmmodo, nel 193 d.C., e solo tassazione a Italici e provinciali.
nel 197 eliminò l’ultimo dei suoi rivali. → Gli ultimi esponenti della dinastia dei Severi furono
→ Il governo di Settimio Severo fu autocratico, cioè basato Elagabalo, di origine siriana, che tentò invano di imporre il
sul potere assoluto dell’imperatore; l’aristocrazia senato- culto del dio Sole; e Alessandro Severo, che cercò di riprende-
ria perse ogni ruolo politico; gli alti gradi della burocrazia re la collaborazione con il senato e subì pesanti sconfitte sia
e dell’esercito furono affidati a uomini appartenenti alla in Oriente (contro i Parti), sia in Occidente (contro i Germani).
classe dei cavalieri. → Tutti i Severi, tranne il fondatore, morirono di morte
→ Il potere di Settimio Severo si fondava sull’esercito. La ri- violenta.
forma del pretorio favorì i provinciali e l’esercito diventò
un mezzo di ascesa sociale. Settimio Severo si impegnò nella ➁ Il periodo dell’anarchia militare
difesa dei confini dell’Impero, minacciati in particolare dai → Il cinquantennio che va dalla morte di Alessandro Severo
Parti, di cui conquistò la capitale Ctesifonte nel 198. (235) all’avvento al trono di Diocleziano (285) è il cosiddet-
→ Per fronteggiare le difficoltà finanziarie dello Stato, do- to periodo dell’anarchia militare. Esso è caratterizzato dal-
vute alle ingenti spese militari, Settimio Severo aumentò la debolezza del potere centrale (si succedettero almeno
la pressione fiscale e svalutò la moneta; questi provvedi- venti imperatori) e dallo strapotere dell’esercito.
menti provocarono la stagnazione dell’economia e l’impo- → L’anarchia militare è un segno di debolezza politica
verimento della popolazione. dell’Impero. La causa principale di ciò era la pressione dei

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Area STUDIO
barbari (Parti e Germani) sui confini. Tra le conseguenze si ridusse fino a scomparire: entrambe le categorie erano
più vistose, la nascita del regno di Palmira in Oriente e oppresse da povertà, debiti e tasse.
dell’Impero delle Gallie in Occidente, regni autonomi, in- → La crisi del iii secolo riguarda anche la mentalità e la psi-
dipendenti dal potere di Roma. cologia collettiva. Nell’Impero si diffuse un sentimento di
→ La crisi del iii secolo ebbe rilevanti effetti sull’economia. La incertezza e di timore per il futuro, che spinse molte per-
fine delle conquiste da un lato e le spese per il mantenimen- sone ad aderire ai culti orientali, abbandonando la religio-
to dell’esercito dall’altro determinarono la crisi della finanza ne tradizionale. 147
pubblica. I provvedimenti economici adottati dagli imperato- → Durante la cosiddetta anarchia militare vi furono tutta-
ri (pressione fiscale e svalutazione della moneta) determina- via alcuni imperatori che intrapresero riforme importanti:

CAPITOLO 6. I Severi e la crisi del iii secolo


rono l’impoverimento di vasti strati della popolazione. • Gallieno (253-268) attuò la separazione tra carriera mi-
→ Il sistema produttivo basato sullo schiavismo entrò in litare e carriera amministrativa; introdusse innovazioni
crisi, sia perché il numero degli schiavi diminuiva, sia nell’esercito, potenziando la cavalleria.
perché essi si rivelavano poco produttivi ed era più con- • Aureliano (270-275) riconquistò il Regno di Palmira e
veniente liberarli e affidare loro dei terreni in affitto. A l’Impero delle Gallie; fece fortificare con cinte murarie le
poco a poco, la differenza fra ex schiavi e contadini liberi maggiori città della penisola italica, tra cui Roma.

C Mappa dei concetti

le dinamiche della crisi

IMPERO DELLE GALLIE E


REGNO DI PALMIRA

per cui si formano


premono che diventano
Parti e Germani sui confini difficili da difendere

aumentano le casse si impoveriscono


le tasse spese per l’esercito
dello stato
impoveriscono perché mancano si stampa
la popolazione moneta
conquiste
territoriali
aumenta

inflazione

crisi economica crisi militare crisi politica

crisi spirituale

causata da

clima di incertezza

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Area attività

D Conoscenze e abilità

1 spazio Indica sulla carta muta la posizione del Regno di Palmira e 2 tempo Metti in ordine
dell’Impero delle Gallie. Mare del Nord
cronologico i nomi degli imperatori
Ibernia
romani qui elencati, numerandoli da
148 Londra

G e r m a n i a
1 a 8.
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A t l a n t i co
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a ☐ Aureliano
sezione 2. La fine del mondo antico

☐ Caracalla

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Dan
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M a r Nero ☐ Diocleziano
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Roma
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Bisanzio
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Armenia ☐ Elagabalo
☐ Gallieno
Nicomedia
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☐ Settimio Severo
Rodi

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M a r e M ed iter r a neo

Leptis Magna
Cirene
Alessandria
Cesarea
Deserto ☐ Còmmodo
frontiera fortificata Arabico
Nilo

3 lessico Completa le seguenti frasi scegliendo i termini corretti fra quelli proposti.

La svalutazione/rivalutazione della moneta da parte degli imperatori provocò una rapida carestia/inflazione. A subirne le
conseguenze furono soprattutto i contadini/latifondisti, già gravati da una forte pressione militare/fiscale.

Il governo dei Severi è un esempio di autarchia/autocrazia. Gli storici lo definiscono principato/dominato. Esso fu seguito da
un lungo periodo (cinquant’anni circa) di aristocrazia/anarchia.

4 concetti e connessioni Spiega in un breve testo quale rapporto esiste tra i due fenomeni indicati, relativi alle
scelte politiche di Settimio Severo.
➀ L’imperatore si appoggia all’esercito.
➁ Il senato perde il proprio potere.





5 concetti e connessioni L’imperatore Gallieno è ricordato per due riforme importanti: indicale sinteticamente e
spiega a quali problemi esse tentavano di porre rimedio.

➀ Prima riforma: 
Scopo della riforma: 

➁ Seconda riforma: 
Scopo della riforma: 


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Area attività
6 eventi Completa la tabella, indicando i nomi degli imperatori appartenenti alla dinastia dei Severi e, per ciascuno di
essi, almeno una delle iniziative o riforme per cui è ricordato.

Imperatori Iniziative o rifome

149

CAPITOLO 6. I Severi e la crisi del iii secolo


7 concetti e connessioni Elagabalo e Aureliano sono ricordati come riformatori religiosi. Metti a confronto le loro
riforme, completando il testo.

Sia Elagabalo sia Aureliano 



La riforma di Elagabalo era però destinata al fallimento, mentre quella di Aureliano ebbe un discreto successo perché 


8 cause e conseguenze Verifica se hai capito la crisi economica del iii secolo rispondendo alle domande.

➀ Che rapporto c’è tra lo strapotere dell’esercito e l’aumento della pressione fiscale?


➁ Che rapporto c’è tra la difesa dei confini e la crisi dell’economia schiavistica?


➂ Che rapporto c’è tra la svalutazione della moneta e la stagnazione dei commerci?



E Competenze

9 schematizzazione Il iii secolo è un periodo di crisi.


Completa la tabella spiegando in che modo la crisi si è
10 scrittura Galeno, uno degli intellettuali della
corte di Giulia Domna, è stato uno dei più grandi medici
l
manifestata nei suoi diversi aspetti. dell’antichità e le sue teorie hanno dettato legge in tutta
Europa fino all’epoca rinascimentale, cioè per circa 1300
Crisi politica anni.
Svolgi una ricerca su questo personaggio ed esponi
Crisi militare i risultati in un breve testo scritto, concentrando
l’attenzione sui seguenti argomenti:
Crisi economica → la vita;
Crisi spirituale → la teoria degli umori;
→ la dottrina dei tre spiriti.

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CAPITOLO 7
La tarda
150
antichità
Io, Costantino Augusto, come pure io, Licinio Augusto, ci siamo riuniti felicemente a Milano per trattare di tutte le questioni che riguar-
sezione 2. La fine del mondo antico

dano il bene e la sicurezza pubblici. E fra tutti gli altri provvedimenti da varare a vantaggio della maggioranza delle persone abbiamo
ritenuto doveroso regolare prima di tutto quelli relativi al rispetto della divinità, concedendo sia ai cristiani che a tutti la libera possibili-
tà di seguire la religione che ognuno si è scelta.
— Lattanzio, Come muoiono i persecutori; trad. M. Spinelli

Chiave di lettura

Le grandi trasformazini
del iv secolo
Con i vent’anni di regno di Diocleziano (285-305) ini-
zia per l’Impero romano una nuova epoca, la cosid-
detta tarda antichità: a lungo essa è stata considerata
un periodo di decadenza, in quanto prelude al crollo
dell’Occidente; oggi si tende invece a riconoscere che
l’Impero del iv secolo, pur presentando tratti molto
diversi da quelli del i e del ii secolo, non sembra af-
fatto un organismo moribondo.
La rinascita dopo il cinquantennio di anarchia mi-
litare si deve in buona misura alle radicali riforme
attuate da Diocleziano. Ma il principale elemento di
novità, che segna la storia del iv secolo, è l’alleanza
fra lo Stato romano e la Chiesa cristiana, che inizia
con Costantino nel 313 e viene sancita da Teodosio
nel 380.

la divisione del potere


Il gruppo dei tetrarchi, porfido rosso, fine del iii o inizio del iv secolo,
Venezia, Basilica di San Marco.

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1. Diocleziano: l’Impero si divide
■ L’età di Diocleziano Massimiano, dotato di ottime qualità militari, ma non
abilissimo sul piano politico, e lo nominò suo vice (cesare),
Nel 285, dopo il lungo periodo dell’anarchia militare, salì al affidandogli il governo della parte occidentale dell’Impe-
trono un geniale imperatore illìrico, Gaio Aurelio Valerio ro e riservando a sé quella orientale. 151
Diocleziano, destinato a regnare per vent’anni esatti, fino Nel 286 Diocleziano nominò Massimiano augusto e
al 305. sancì quindi la presenza di due imperatori. La scelta di

CAPITOLO 7. La tarda antichità


Giunto al potere dopo una vita trascorsa nell'esercito, Massimiano si rivelò felice: l’amico non mise mai in dub-
con ferrea determinazione, Diocleziano attuò una vera e bio la superiorità di Diocleziano, da cui dipendeva il pro-
propria rifondazione dell’Impero su nuove basi, affrontan- prio potere, e d’altro canto coadiuvò abilmente l’impe-
do con straordinaria energia tutti i problemi che minac- ratore nella realizzazione dei suoi progetti. Le due parti
ciavano la stabilità dello Stato: militari, economici, sociali, dell’Impero avevano per capitali politiche e amministra-
istituzionali, amministrativi. tive rispettivamente Milano e Nicomedia, mentre a Roma
veniva lasciato il ruolo di capitale simbolica.

■ La divisione dell’Impero: MEMO LESSICO


la tetrarchia
Illiria (o Illìrico)
Appena ottenuto il potere supremo, Diocleziano si rese Era la parte occidentale della penisola balcanica, quella che si
affaccia sul mar Adriatico. Deve il suo nome all’antica popolazione
conto che un solo uomo non poteva governare un Impero degli Illiri, che fu sottomessa dai Romani tra il iii e il ii secolo a.C.
tanto vasto e complesso. Scelse dunque un ufficiale fedele,
▼ Rovine romane appena fuori Spalato (l’antica Salona, capoluogo dell’Illìrico).

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Storia magazine
biografie

L’ascesa al trono di Diocleziano


La serie di circostanze fortunate che portò Diocleziano al
152 potere ricorda le vicende di altri imperatori del III secolo,
destinati a sparire rapidamente senza lasciare traccia.
Diocleziano invece rivelò eccezionali doti politiche e con le sue
sezione 2. La fine del mondo antico

riforme diede inizio a una nuova epoca.

La giovinezza più bassi, poteva sperare di giungere


fino a quelli medi (non più riservati ai
Poche e frammentarie sono le noti- cavalieri, dopo le riforme di Gallieno,
zie sulla giovinezza di Diocleziano. vedi p. 144) e a quelli superiori (non
Sappiamo che era di umili origini e più riservati agli esponenti della clas-
che proveniva dalla Dalmazia, ma la se senatoria).
data e il luogo di nascita sono oggetto Diocleziano militò dunque in Gallia
Testa di una statua di Diocleziano, iii
di varie congetture, nessuna del tutto ai tempi di Aureliano, poi, intorno secolo, Chicago, Art Institute.
convincente. al 280, diventò comandante dell’e-
La carriera di Diocleziano si svolse sercito stanziato in Mesia (l’attuale
interamente nell’esercito, dove un Serbia), incaricato di difendere il con- L’avvento al trono
giovane brillante, partendo dai gradi fine danubiano.
Nel 282, Diocleziano prese parte alla
Base della spedizione dell’imperatore Marco
colonna di Diocleziano, Aurelio Caro contro i Sasanidi, dove
eretta nel 303 d.C.,
Roma, Foro. accaddero gli avvenimenti fondamen-
tali per la sua ascesa al trono: Caro, in-
fatti, morì improvvisamente e il suo
inetto figlio Numeriano, sostenuto dal
suocero Lucio Apro, gli succedette; ma
nel 284, nelle vicinanze di Nicomedia,
Numeriano fu trovato morto; Lucio Apro
fu sospettato di averlo ucciso e venne
immediatamente giustiziato, secondo
alcune versioni dallo stesso Diocleziano,
che l’esercito acclamava augusto.
Il fratello di Numeriano, Carino, dichia-
rò Diocleziano un usurpatore e gli mos-
se guerra dall’Italia. Lo scontro decisivo
avvenne nel 285 nei pressi dell’attuale
Belgrado: l’esercito di Carino vinse la
battaglia, ma Carino stesso rimase uc-
ciso e Diocleziano si trovò così, fortuno-
samente, a poter governare senza rivali.

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Nel 293, a fronte delle difficoltà crescenti a controllare dei territori da parte dell’augusto o del cesare che ne era
i confini e a reprimere le rivolte che scoppiavano in molte responsabile.
zone dell’Impero, Diocleziano elaborò il sistema della te- L’Impero fu dunque suddiviso in 4 grandi prefetture,
trarchia: ciascuno dei due augusti scelse un proprio ce- ciascuna affidata al controllo di un tetrarca: le Gallie, con
sare (Diocleziano scelse Galerio, Massimiano Costanzo capitali Treviri e York e l’Italia, con capitali Roma e Milano,
Cloro), destinato a succedergli dopo vent’anni di regno; a Occidente; l’Illìrico, con capitali Sirmio e Tessalonica, e
una volta diventati augusti, i nuovi sovrani avrebbero do- l’Oriente, con capitale Nicomedia e Antiochia.
vuto a loro volta scegliere dei cesari. Ciascuna prefettura era divisa in tre diocesi, affidate ad
altrettanti vicari, e in cento province. In questo modo, ciascu-
na provincia finiva per essere relativamente piccola, sicché i 153
■ La riforma amministrativa:
prefetture, diocesi e province MEMO LESSICO

CAPITOLO 7. La tarda antichità


La tetrarchia, nelle intenzioni di Diocleziano, avrebbe ri-
Tetrarchia
solto una volta per tutte il problema della successione. Dal greco tétra, connesso con il numerale téssares, “quattro” e
In questo senso, in realtà, essa non funzionò affatto, come archéo, “io governo”, indica il “governo di quattro” perché i due
augusti e i due cesari gestivano insieme l’Impero, che si trovava
vedremo. Tuttavia ebbe un effetto positivo, perché la sud- così diviso in quattro grandi zone.
divisione dell’Impero permetteva un migliore controllo
Diocesi
Termine che deriva dal greco dioikéo, “io amministro”; secondo la
tweet Saper scegliere riforma di Diocleziano, le diocesi erano distretti amministrativi
Diocleziano seppe circondarsi di amici fedeli e fu uno dei pochi comprendenti più province. Oggi il termine si usa in ambito
imperatori, dai tempi di Settimio Severo, a non morire di morte ecclesiastico, per indicare la porzione di territorio sottoposta
violenta. all’autorità di un vescovo.

LA SUDDIVISIONE DELL’IMPERO SOTTO DIOCLEZIANO (293)

Asia Gallia
Volga
Ponto Britannia
Oriente Italia
Mare Africa Pannonia
del Spagna Mesia
Nord
Vienne Tracia
York residenza principale residenza imperiale
di Costanzo Cloro
Londra

residenza principale
D ne
di Massimiano pr
Treviri
Reno

D an
ubio

O ceano residenza
Milano principale
A t lant ico
di Galerio
Sirmio
Ravenna
Narbona residenza
Ma
re principale
Ma r Nero
M
Ad di Diocleziano
ar
ria
tic
Roma Ca
o
Tarragona Nicomedia sp
M ar i
Tago BALEARI Tessalonica
Tir r e no

Cordova Atene Efeso


Antiochia
Cartagine

Tangeri Mare Mediterraneo

Leptis Magna
Cirene
Alessandria

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◀▼ Il palazzo di Diocleziano e il mausoleo
Quando Diocleziano si ritirò a vita privata, nel 305, dopo vent’anni di
regno, andò a vivere nel grande palazzo che si era fatto costruire a
Spalato (oggi Split, in Croazia). Il palazzo era una cittadella fortificata,
con la struttura tipica dell’accampamento romano. La cinta muraria
era alta 18 m e spessa 2 m; sui lati si aprivano quattro porte affiancate
da torri difensive e sugli angoli si innalzavano poderosi torrioni, che lo
rendevano una vera e propria fortezza. Uno dei lati era affacciato sul
mare.
Il mausoleo, di forma ottagonale, con il tetto a piramide, era la
tomba monumentale dell’imperatore, destinata a ospitarlo in eterno.
Trasformato in cattedrale cristiana, è ancora oggi il duomo della città di
Spalato.
154
sezione 2. La fine del mondo antico

governatori avevano la possibilità di svolgere efficacemente il che era cambiato era anzitutto la situazione ai confini, dove
loro compito, ma non di accumulare nelle proprie mani trop- Persiani e Germani si erano fatti più minacciosi che in pas-
po potere e minacciare quindi la stabilità del governo centrale. sato e richiedevano un impegno militare sempre maggiore.
Governatori e vicari, inoltre, avevano un potere esclusi- Era però cambiata anche la situazione interna: l’au-
vamente civile, quello militare era affidato ad altre figure: torità dell’imperatore era nettamente diminuita e quella
i duces erano a capo delle truppe stanziate nelle province e del senato era praticamente scomparsa, cosa che favoriva
rispondevano ai comites rei militaris, uno per ciascuna diocesi. le ribellioni e le spinte centrifughe. La divisione politica
e la suddivisione amministrativa, garantendo agli augusti
e ai cesari un migliore controllo sul territorio, favorivano
■ Le ragioni della divisione quindi l’unità dell’Impero stesso.

Diocleziano riconobbe con lungimiranza ciò che i suoi pre-


decessori avevano cercato di ignorare, e cioè che l’Impero ■ La riforma fiscale
non poteva essere governato da un solo uomo o da una
sola corte. Alle riforme politiche e amministrative, Diocleziano affian-
Non era semplicemente l’ampiezza del territorio a rende- cò una serie di riforme in campo burocratico e fiscale che eb-
re necessaria la divisione (in fondo, ai tempi di Traiano l’Im- bero implicazioni economiche e sociali profonde e durature.
pero era addirittura più vasto, ma la sua unità era solida). Ciò La riforma, avviata nel 297, prevedeva un censimento della

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popolazione dell’Impero e la realizzazione di un catasto, Lo spopolamento delle città andava di pari passo con la
cioè un inventario delle terre coltivabili, della loro estensio- crisi dei commerci: nel corso del iii secolo si era infatti assi-
ne, del numero di contadini che le lavoravano ecc. stito a un vero e proprio tracollo del commercio su larga sca-
La divisione in diocesi e province fu alla base del nuo- la e su lunghe distanze; l’attività commerciale si era ridotta
vo sistema fiscale, che eliminava antichi privilegi ed nella maggior parte dei casi all’ambito locale o regionale, cosa
esenzioni: in particolare, l’Italia fu equiparata alle altre che evidentemente accentuava l’impoverimento di alcune
zone dell’Impero; solo Roma, per il suo valore simbolico, zone, soprattutto nella parte occidentale dell’Impero.
rimase esente da tasse (in seguito, anche Costantinopoli Per ovviare a questo fenomeno, Diocleziano prese alcu-
avrebbe avuto i medesimi privilegi). ni (per la verità fallimentari) provvedimenti economici.
Le tasse furono calcolate in base alla capacità produt- 1. Per ovviare alla svalutazione monetaria, emise mo- 155
tiva dei terreni e al numero di persone che vi lavorava- nete d’argento con una maggior quantità di metallo pre-
no: i proprietari terrieri dovevano quindi pagare una tassa zioso rispetto al passato; ma le nuove monete scompar-

CAPITOLO 7. La tarda antichità


(la cosiddetta annona) su ciascun dipendente (caput, cioè vero quasi immediatamente dalla circolazione, finendo
“testa”) e su ciascun lotto di terra (iugum, cioè “giogo”; il tesaurizzate.
termine indicava la quantità di terreno necessaria per il 2. Per rimediare all’inflazione, cioè all’aumento incon-
sostentamento di una persona per un anno). Le tasse po- trollato dei prezzi, che era la conseguenza della svalutazio-
tevano essere versate in denaro o in natura (sotto forma di ne, nel 301 emanò il celebre Edictum de pretiis rerum vena-
prodotti o di manodopera). lium (“Editto sui prezzi delle merci”), con cui si fissava il
Artigiani e commercianti pagavano in base a un com- prezzo massimo di numerosi prodotti. Ma ciò fece sorgere
plesso sistema di calcolo che teneva comunque la produ- un fiorente mercato nero, cioè di un’economia parallela
zione agricola come punto di riferimento.
MEMO LESSICO
■I provvedimenti economici e sociali Annona
Alla dea Annona, a Roma, erano consacrati i magazzini pubblici per
La riforma fiscale di Diocleziano, che usava la produzione il frumento. In seguito, il termine indicò i magazzini stessi, e ancor
oggi è usato per indicare le scorte alimentari di uno Stato o di una
agricola come punto di riferimento, affrontava un fenome- città. La tassa stabilita da Diocleziano era detta annona perché
no in atto da tempo, e cioè la progressiva perdita di im- veniva pagata per lo più con prodotti agricoli.
portanza delle città e il loro lento spopolamento a van- Tesaurizzare
taggio delle campagne: in un periodo di disordini politici e Dal latino thesaurus, “tesoro”, significa accumulare beni (per
militari, le città erano infatti meno sicure, mentre le cam- esempio monete pregiate) senza investirli, provocando quindi un
impoverimento dell’economia.
pagne garantivano almeno la sopravvivenza.

per schematizzare

Le province prima e dopo Diocleziano


Nella storia romana, le province assunsero caratteristiche diverse a seconda delle epoche.

In epoca repubblicana A partire dal 241 a.C.


province = zone di più recente conquista, al di fuori dell’Italia, sottoposte
all’autorità di un magistrato romano che rispondeva al senato.
In epoca imperiale: 27 a.C. (vedi p. 59)
– riforma di Augusto Distinzione tra:
– province senatorie: le più antiche e pacifiche, che non richiedevano la presenza di
legioni: i loro governatori rispondevano al senato);
– province imperiali: quelle ai confini, sottoposte direttamente all’autorità del
princeps, che inviava un governatore di propria scelta.
– riforma di Diocleziano 290 d.C. circa
provincia = porzione di territorio di limitata estensione all’interno della diocesi.

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in cui i beni calmierati erano venduti, illegalmente, a ■ L’impoverimento delle campagne
prezzi maggiori anche di quelli che avrebbero avuto in una
situazione di libero mercato – e Diocleziano dovette ritirare Tra le conseguenze di questo insieme di fenomeni va ricor-
l’editto tre anni dopo averlo emanato. data la diffusione del cosiddetto patrocinium: i contadini,
3. Poiché l’impoverimento generale spingeva molte per- gravati di debiti ed esposti ai soprusi dei funzionari impe-
sone ad abbandonare le proprie attività, non più redditizie, riali, si ponevano sotto la tutela dei proprietari fondiari e
Diocleziano pensò di risolvere il problema vietando agli abi- diventavano loro servi.
tanti dell’Impero di scegliere la propria professione: nessu- L’agricoltura romana era tradizionalmente fondata sul
no poteva rinunciare alla propria attività, o cambiarla, e i figli sistema dei coloni, cioè dei contadini liberi, proprietari
156 erano tenuti a continuare il lavoro paterno, con pochissime ec- di un appezzamento di terreno sufficiente a mantenere
cezioni. Anche gli amministratori civili incaricati della riscos- la loro famiglia. La condizione dei coloni cambiò radical-
sione delle imposte furono costretti a ereditare la loro professio- mente, nel corso del iii-iv secolo, in seguito alle riforme
sezione 2. La fine del mondo antico

ne. È evidente che questo sistema da un lato garantiva il buon di Diocleziano: da un lato, infatti, per facilitare la riscos-
funzionamento della macchina statale e facilitava la riscossio- sione dell’annona, si stabilì che doveva esserci una cor-
ne delle imposte, ma dall’altro contribuiva all’irrigidimento rispondenza tra capita e iuga, cioè che i grandi latifondi
della società e cristallizzava quella distinzione tra humiliores e dovevano essere suddivisi in lotti e ciascun lotto doveva
honestiores che abbiamo osservato parlando del iii secolo. essere affidato a una famiglia di contadini, liberi o schia-
vi; dall’altro si stabilì che i contadini, anche se liberi, non
potevano abbandonare la propria terra per nessuna ra-
MEMO LESSICO gione. I coloni si trovavano così in una condizione molto
simile a quella dei servi, accentuata dal fatto che l’impo-
Calmiere verimento generale e l’insicurezza diffusa li spinge-
Provvedimento con cui un governo fissa il prezzo di vendita al
dettaglio delle merci di largo consumo.
va a mettersi al servizio dei latifondisti, rinunciando alla
propria libertà.

▼ Magazzino con dolii (vasi di grandi dimensioni) interrati presso Ostia Antica.

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Storia magazine
la vita quotidiana

Le trasformazioni
della villa rustica 157
Durante il iii e iv secolo, le città incominciano, sia pure lentamente, a perdere popolazione

CAPITOLO 7. La tarda antichità


a favore delle campagne. L’antica villa cambia struttura e si adegua ai nuovi tempi.

La fuga dalle città (difficoltà di approvvigionamento, su un cortile aperto, affiancato da due


rischi legati ai conflitti civili e alle in- portici. Ben presto, il lato aperto del
Gli storici hanno ricostruito con no- vasioni, aumento del costo della vita) cortile viene chiuso, in maniera da
tevole attendibilità l’andamento la popolazione sceglieva di trasferirsi proteggere i beni e gli abitanti da
della popolazione urbana nell’Im- in campagna. possibili predoni e briganti – prima
pero romano, e hanno riscontrato una La tipica villa rustica romana subi- con un semplice muro, poi con una
brusca riduzione in concidenza con la sce quindi in questo periodo (tra il iii vera e propria barriera inespugnabile.
crisi del iii secolo. e il iv secolo) una profonda trasfor- E agli angoli della struttura che vie-
La città di Roma, per esempio, che all’e- mazione architettonica: lo schema ne così a crearsi sorgono nello stesso
poca di Augusto contava circa un mi- classico prevedeva infatti una pianta tempo delle torrette, che danno alla
lione di abitanti, raggiunse il massimo a U, con il corpo principale che dava villa l’aspetto di un piccolo castello.
dell’affollamento intorno al 150 d.C.,
La fotografia
con un milione e mezzo di abitanti. aerea ci
Ma nel 400 d.C., cioè alla fine del iv se- permette di
individuare la
colo, gli abitanti si erano ridotti a “soli” collocazione
800 000 – una cifra sempre enorme, per delle antiche
l’epoca, ma che significava un dimezza- villae. Qui
ciò che è
mento in poco più di due secoli. diventata oggi
Ci si aspetterebbe che la causa di tale la grande villa
gallo-romana
drastica riduzione della popolazione di Warfusée-
fosse la crisi del iii secolo e che la ripre- Abancourt in
sa del iv provocasse un’inversione di Francia.
tendenza. Invece lo spopolamento delle
città proseguì: e nel 550 circa, dopo le
invasioni e il crollo dell’Impero d’Occi-
Resti della
dente, Roma era ridotta a un villag- villa romana
gio o poco più, con soli 40 000 abitanti! di North Leigh
nella contea di
Oxfordshire, in
Gran Bretagna.
Le ville si fortificano
Il caso di Roma è eccezionale per le
dimensioni, ma rispecchia un anda-
mento comune a tutte le città dell’Oc-
cidente. A fronte dei disagi crescenti

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■ La riforma dell’esercito Giove), mentre Massimiano quello di Erculio (da Ercole);
gli imperatori si mostravano in pubblico solo in rare occa-
Diocleziano ristrutturò profondamente anche l’esercito, sioni, e sempre nell’ambito di complesse cerimonie che
aumentando il numero dei soldati e dividendoli in due ca- suggestionavano la fantasia delle masse e trasmettevano
tegorie ben distinte: i limitanei, truppe numerose, ma non l’idea dell’irraggiungibilità del sovrano.
molto specializzate, incaricate della difesa dei confini; e il Con Diocleziano si attuava così il sogno di Nerone, di
comitatus, o exercitus comitatensis, truppe scelte in grado di Caligola, di Elagabalo: anche a Roma la sovranità assume-
spostarsi rapidamente e intervenire laddove necessario. In va i caratteri tipici della tradizione orientale, il prin-
pratica, i limitanei erano soldati-coloni che avevano il com- cipato di Augusto si trasformava definitivamente in una
158 pito di contenere i nemici finché non arrivavano gli uomi- sorta di teocrazia.
ni del comitatus, cioè i legionari veri e propri, a respingerli.
Tutta l’attività politica di Diocleziano mirava al raffor-
■ La persecuzione contro i cristiani
sezione 2. La fine del mondo antico

zamento delle strutture statali: lo sviluppo dei mecca-


nismi burocratici e l’abolizione di distinzioni e privilegi
serviva a razionalizzare il fisco; i proventi del fisco servi- Il cristianesimo si contrapponeva inevitabilmente a
vano a finanziare la macchina statale e in particolare l’e- questa politica: i cristiani, che nel corso del iii secolo
sercito; l’esercito stesso era incaricato di difendere i con- erano diventati molto numerosi sia tra le classi popolari,
fini dai nemici esterni e di garantire l’unità dell’Impero. sia tra quelle abbienti, non rifiutavano il regime autocra-
tico, né si ribellavano all’idea di pregare per l’imperato-
re, ma non potevano accettare la divinizzazione del
■ La divinizzazione del sovrano sovrano, che invece era parte essenziale della politica di
Diocleziano.
Il complesso meccanismo amministrativo e burocratico Nel 303-304 Diocleziano intraprese quindi una vera
stabilito da Diocleziano dipendeva dall’autorità imperiale, e propria campagna contro i cristiani (ma in verità
cioè dai due augusti e dai due cesari che governavano le
quattro grandi aree in cui era diviso il territorio romano.
Per rafforzare tale autorità Diocleziano accentuò il ca-
rattere autocratico che l’Impero era venuto assumendo
dai Severi in poi e attribuì alla figura dell’imperatore tratti
semidivini: egli stesso assunse l’appellativo di Giovio (da

tweet Fronte a terra!


Diocleziano esigeva che i pochi ammessi alla sua presenza si
prostrassero toccando il terreno con la fronte, come davanti a un
dio, secondo il rito detto proskýnesis.

per schematizzare

L’effetto delle riforme di Diocleziano

Rafforzamento
dello Stato

Difesa Finanziamento
dei confini dell’esercito ▶ Colonna in
porfido con rilievo
di Diocleziano
Razionalizzazione e Massimiano,
fiscale Città del Vaticano,
Biblioteca Apostolica
Vaticana.

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◀ Reliquiario dei
santi Quirico e
Giuditta, martiri
nel 304 durante
le persecuzioni
di Diocleziano: il
rilievo raffigura
Daniele nella fossa
dei Leoni, v secolo,
Ravenna, Museo
Arcivescovile.

159

CAPITOLO 7. La tarda antichità


anche contro i manichei e tutte le religioni diverse dal LE DOMANDE DELLA STORIA
paganesimo tradizionale), dando vita alla cosiddetta
“Grande Persecuzione”, la più grave che la storia ri- Quanti furono i martiri?
La storia ricorda dieci persecuzioni principali di cui furono vittime i
cordi. L’iniziativa era però destinata a fallire, sia per la cristiani durante l’Impero romano: esse avvennero sotto gli impe-
resistenza dei cristiani, sia soprattutto per la contrarie- ratori Nerone, Domiziano, Traiano, Marco Aurelio, Settimio Severo,
Massimino il Trace, Decio, Valeriano, Aureliano e Diocleziano, tra il
tà della classe dirigente imperiale, che intravedeva una 64 e il 304 d.C.
strada più efficace nella collaborazione tra Impero e cri- Benché alcuni apologeti abbiano parlato di milioni di martiri, nel
stianesimo. Subito dopo l’abdicazione di Diocleziano e complesso le vittime delle persecuzioni da parte degli imperatori
romani furono alcune migliaia, al massimo alcune decine di migliaia.
Massimiano, nel 305, il nuovo augusto Galerio (che pure Bisogna inoltre sottolineare che la maggior parte di queste perse-
in precedenza aveva suggerito a Diocleziano la Grande cuzioni non aveva carattere religioso, ma politico. A partire dal iii
secolo, infine, molti cristiani furono martirizzati da altri cristiani,
Persecuzione) cambiò linea e diede inizio a una politica nell’ambito della lotta contro le eresie.
di tolleranza.

AREA TUTOR — Facciamo il punto!


1 Verifica le CONOSCENZE 3 Acquisisci le COMPETENZE
➀ Di dove era originario Dallo schema al testo
Diocleziano? A partire dal seguente diagramma, scrivi un breve testo sulle riforme di
➁ Perché Diocleziano decise di Diocleziano.
dividere l’Impero?
➂ In che cosa consisteva la riforma Rafforzamento
fiscale di Diocleziano? dello Stato
➃ Quali furono gli interventi di
Diocleziano in campo economico?
➄ Perché Diocleziano scatenò la Difesa Finanziamento
Grande Persecuzione? dei confini dell’esercito

2 Definisci il LESSICO
Razionalizzazione
ESSENZIALE
fiscale
➀ Tetrarchia ➁ Diocesi
➂ Annona ➃ Calmiere

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2. L’età di Costantino
■ La tetrarchia entra in crisi sopravvento, a dispetto del meccanismo elaborato da
Diocleziano.
Nel 305, dopo vent’anni di regno, Diocleziano si ritirò, La situazione si fece caotica: Diocleziano e Massimiano,
160 come aveva promesso, a vita privata nel grandioso palaz- chiamati a dirimere la questione nel 308, confermaro-
zo di Spalato, sulla costa adriatica, e convinse Massimiano no in Oriente Galerio e Massimino Daia; in Occidente,
ad abdicare a sua volta. Galerio in Oriente e Costanzo però, Severo era morto e quindi venne nominato un nuo-
sezione 2. La fine del mondo antico

Cloro in Occidente divennero augusti e nominarono due vo augusto, Licinio, attribuendo a Costantino il titolo di
cesari, rispettivamente Massimino Daia e Flavio Valerio cesare. Costantino e Massimino Daia non accettarono il
Severo. ruolo subalterno e rivendicarono il titolo di augusto, men-
Il sistema elaborato da Diocleziano parve funzionare, tre il “quinto imperatore”, il ribelle Massenzio (figlio di
ma l’illusione durò solo pochi mesi: nel 306 Costanzo Cloro Massimiano) controllava l’Italia e l’Africa.
moriva inaspettatamente a York e il figlio Costantino ve-
niva proclamato imperatore dalle sue truppe al posto del
legittimo erede, il cesare Severo. In reazione alla nomina tweet L’origine degli imperatori
di Costantino, i pretoriani a Roma proclamarono impera- Costantino e Massenzio erano di famiglia regale, ma gli altri
aspiranti al trono erano di umili origini: Licinio veniva da una
tore Massenzio, figlio del vecchio augusto Massimiano. famiglia di contadini, Massimino Daia da una di pastori.
Il principio dinastico prendeva dunque di nuovo il

▼ Frammenti del colosso di Costantino presso i Musei Capitolini.

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■ Costantino e Licinio si spartiscono Costantino, che la esibì in parata per confermare a tutti la
l’Impero morte del rivale.
Nel febbraio del 313, l’augusto Licinio si recò a Milano
Nel 311 l’augusto d’Oriente Galerio morì di cancrena. Si pro- per incontrare il vincitore, che ormai dominava incontra-
filava così un doppio conflitto, tra Costantino e Massenzio stato l’Occidente. I due si allearono e per rafforzare l’allean-
in Occidente, e tra Licinio e Massimino Daia in Oriente. za Costantino diede in moglie a Licinio la sorella Costanza.
Nella primavera del 312 Costantino penetrò in Italia Nell’agosto del 313 Massimino Daia fu sconfitto da
con il suo esercito valicando le Alpi presso il Moncenisio Licinio a Tzirallum, presso Adrianopoli, e si uccise. L’Impero
e sconfisse le forze di Massenzio a Torino, a Brescia e a rimase così diviso tra Licinio a Oriente e Costantino a
Verona, prima di dirigersi verso Roma, dove si accampò. Lo Occidente. 161
scontro finale avvenne nell’ottobre del 312: Massenzio, che
possedeva un esercito molto più numeroso di Costantino,
■ La politica religiosa di Costantino

CAPITOLO 7. La tarda antichità


commise il grave errore di schierarlo con il Tevere alle
spalle; quando i suoi uomini furono messi in fuga, il pon-
te Milvio, costruito dai genieri, crollò e Massenzio annegò Tra i primi provvedimenti significativi di Costantino,
miseramente, trascinato a fondo dal peso dell’armatura. dopo la vittoria contro Massenzio, va ricordato l’Editto di
Il suo corpo venne ritrovato e la sua testa fu presentata a Milano del 313 (così chiamato, impropriamente, dal luogo
in cui era stato concordato con Licinio; il documento fu in-
vece emanato ufficialmente a Nicomedia): i due imperatori
tweet In hoc signo vinces
Secondo una leggenda, la notte prima della battaglia contro
insieme concedevano la libertà di culto ai cristiani, po-
Massenzio apparve a Costantino una croce con la scritta “in nendo fine a due secoli e mezzo di persecuzioni.
questo segno vincerai”. Costantino pose il simbolo cristiano sugli La scelta di Costantino non nasceva da una sua intima
scudi dei soldati e vinse.
adesione alla religione cristiana, né dall’influenza della

La diffusione del cristianesimo (iii-iv secolo)

Oceano
Atlantico

Treviri

M
ar
Milano Ca
sp
Ravenna io
M ar N e ro

Tarragona Costantinopoli
Roma
Nicea
Tangeri
Efeso Tarso
Atene SIRIA
Cartagine
Cipro
Ma r e Me dite r r a ne o Damasco
Cirene Gerusalemme

espansione del cristianesimo nel ii sec. Alessandria


espansione del cristianesimo nel iii sec.
espansione del cristianesimo nel iv sec.

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L’Impero ricavava dalla nuova situazione un vantaggio
ancora maggiore: Costantino, infatti, metteva le forze
del cristianesimo al servizio dello Stato e dell’imperatore
stesso, proponendosi non più come un dio in terra (cosa
che non sarebbe stata tollerata dai cristiani), ma come un
mediatore tra la dimensione terrena e quella celeste.
La Chiesa poteva inoltre svolgere una funzione di stabiliz-
zazione sociale, perché si occupava di quegli strati sociali
disagiati da cui potevano nascere ribellioni contro lo Stato.
162
■ La lotta con Licinio
sezione 2. La fine del mondo antico

Fu proprio la politica filocristiana di Costantino a creare


i più gravi problemi con il collega orientale Licinio:
mentre infatti Costantino decideva di appoggiarsi aper-
tamente alla Chiesa, Licinio (temendo forse che i cristiani
sostenessero Costantino contro di lui nella lotta che già si
profilava) riprese la politica persecutoria di Diocleziano,
costringendo i credenti all’abiura (cioè alla rinuncia al
proprio credo).
I conflitti tra i due imperatori naturalmente nascevano
da ragioni politiche, oltre che religiose: la relativa tran-
quillità dei confini non rendeva più indispensabile come
prima la divisione dell’Impero, e l’evidente fallimento del-
la tetrarchia di Diocleziano favoriva le ambizioni dei due
augusti, che aspiravano a restare sovrani unici (sia
▼ Rilievo raffigurante Costantino in trono con i simboli della cristianità. Costantino, sia Licinio nominarono in effetti dei cesari, ma
iv secolo d.C., Spalato, Museo Archeologico.
ciò fu solo causa di tensioni fra loro e non comportò alcuna
reale divisione del potere).
madre Elena, secondo quanto afferma una tradizione conso- La guerra scoppiò nel 316-317 e, dopo una pausa, ripre-
lidata ma priva di fondamento storico. Si trattava invece di se nel 324. Costantino sconfisse il rivale ad Adrianopoli
una scelta politica: l’imperatore riconosceva che lo scontro e cinse d’assedio Bisanzio, dove si era rifugiata parte del-
frontale tentato da Diocleziano non aveva sortito alcun ri- le sue truppe. Licinio fu nuovamente sconfitto, per mare,
sultato e cercava l’alleanza con la nuova religione. dal figlio di Costantino, Crispo (battaglia dell’Ellespon-
Da questa alleanza trasse vantaggio ovviamente la to), e tentò un’ultima carta disperata, con un esercito
Chiesa, che non solo poté organizzarsi liberamente, ma
ottenne anche numerosi benefici economici e giuridici:
• i sacerdoti cristiani furono esentati dalle tasse, come MEMO DATE
quelli pagani;
• gli edifici sacri cristiani, come quelli pagani, godettero Le lotte per il potere dopo Diocleziano
del diritto di asilo: chi vi si rifugiava non poteva essere 305  Abdicazione di Diocleziano e Massimiano; Galerio in
Oriente, Costanzo Cloro in Occidente
arrestato dalle forze dell’ordine; 306 Morte di Costanzo Cloro; le truppe eleggono imperatori
• i sacerdoti cristiani non venivano giudicati dalla ma- Costantino e Massenzio
308 Inutile tentativo di pacificazione da parte di Domiziano e
gistratura ordinaria, ma dai loro vescovi; questi ultimi Massimiano
potevano esercitare anche le funzioni di arbitri civili, 311 Morte di Galerio
se i contendenti in giudizio lo richiedevano; 312 Battaglia di ponte Milvio, sconfitta di Massenzio ad ope-
ra di Costantino
• dal 321 la Chiesa poté ricevere donazioni, lasciti ed 313 Battaglia di Tzirallum, sconfitta di Massimino Daia ad
eredità: perlopiù si trattava di terreni, i cui proventi opera di Licinio
316-324 Guerra tra Costantino e Licinio
erano usati dalla Chiesa per attività caritatevoli e assi- 325 Morte di Licinio
stenziali e per la costruzione di edifici sacri.

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improvvisato, a Crisopoli, in Asia Minore, dove perse de- all’eresia ariana (vedi p. 123). Il risultato più significativo
finitivamente. Fu esiliato e giustiziato l’anno successivo, del concilio fu infatti la definizione del Credo (o Simbolo ni-
forse perché complottava contro il vincitore. ceno), la preghiera in cui sono elencati i dogmi fondamen-
tali del cristianesimo. In esso si afferma che Gesù è «del-
la stessa sostanza (in greco omoúsios) del Padre», mentre
■ Ilconcilio di Nicea e la definizione
dei dogmi
MEMO LESSICO
Alla fine del 324 Costantino era dunque il padrone assolu-
to dell’Impero. Si chiarì in quell’occasione che il ruolo di Cesaropapismo
Con questo termine si intende la tendenza del potere imperiale a 163
protettore della Chiesa assunto da Costantino si risolveva sovrapporsi a quello religioso, per sottometterlo o subordinarlo.
in una forma di cesaropapismo. Appena sconfitto il rivale, Il termine deriva dal fatto che il capo dello Stato, re o imperatore

CAPITOLO 7. La tarda antichità


(cesare), si arroga il ruolo di papa, cioè di capo della Chiesa.
infatti, Costantino organizzò personalmente il primo e più
importante concilio ecumenico, per porre fine alle divi- Concilio ecumenico
sioni interne del cristianesimo e garantire l’unità monoli- Il termine “concilio” indica un’assemblea di vescovi, mentre
“ecumenico” (dal greco oikoumenikós, “mondiale”) indica che al
tica di una religione tutta al servizio dello Stato. concilio partecipano i rappresentanti del mondo intero. A Nicea
Il concilio, convocato e presieduto dall’imperatore nel- Costantino convocò 1800 vescovi da tutte le province dell’Impero,
anche se ai lavori parteciparono circa in 300, perlopiù delle
la città di Nicea, in Asia Minore, nell’anno 325, aveva lo province orientali.
scopo di porre fine ai conflitti teologici e in particolare

Leggere le immagini

L’imperatore
sovrumano
Gli occhi, più grandi del vero
FONTE: Ritratto colossale di e rivolti in alto, in colloquio
Costantino ideale con la divinità, danno
DATA: iv secolo all’imperatore un carattere
AUTORE: ignoto quasi sovrumano.
DIMENSIONI: 1,77 m di altezza
SEDE: Roma, Palazzo dei Conservatori

La ritrattistica imperiale, nell’età di


Costantino, muta profondamente: benché Il volto impassibile, distaccato,
sempre celebrativi, i ritratti degli imperatori indica la superiorità
del iii secolo avevano un carattere realistico dell’imperatore rispetto ai
che viene abbandonato a favore di una comuni mortali.
rappresentazione ricca di elementi simbolici.

Guida alla lettura

➀ Perché le statue imperiali Dagli altri frammenti della


sotto Costantino statua, sappiamo che
l’imperatore reggeva nella
assumono spesso mano destra il globo terrestre.
dimensioni colossali?
➁ Perché gli occhi sono
molto grandi rispetto al
volto?
➂ Perché Costantino tiene in
mano il globo terrestre?

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i seguaci di Ario sostenevano che la natura di Gesù era burocrazia imperiale, e non quelli del comando militare. Il
esclusivamente umana e quindi ben distinta da quella posto dei pretoriani fu assunto dai palatini, truppe scelte
spirituale di Dio. legate direttamente alla persona dell’imperatore e destina-
L’arianesimo non scomparve con il concilio di Nicea, ma te a seguirlo nei suoi spostamenti.
rimase una versione del cristianesimo diffusa quasi esclu- Costantino introdusse altre innovazioni in ambito mili-
sivamente tra i barbari, perché più facilmente comprensi- tare: confermò l’organizzazione dell’esercito di Diocleziano,
bile per popolazioni digiune di sottigliezze filosofiche. ma potenziò per esempio l’uso di macchine da guerra,
vere e proprie “artiglierie” che si rivelarono molto efficaci
nelle battaglie campali e che permisero all’Impero di di-
164 ■ Le riforme in ambito militare fendere con successo i suoi confini settentrionali contro i
Germani.
Le iniziative politiche e amministrative di Costantino si col-
sezione 2. La fine del mondo antico

locano, se escludiamo la sua politica religiosa, sulla stessa


linea di quelle di Diocleziano, che a loro volta riprendevano e ■ L’intervento in economia: il solidus
istituzionalizzavano tendenze già in atto prima di lui.
Così, per esempio, la netta distinzione tra incarichi Anche in ambito economico, come Diocleziano, Costantino
civili e incarichi militari, introdotta da Gallieno (vedi p. tentò di arginare la svalutazione emettendo, nel 309-310,
144), venne rafforzata sia da Diocleziano, sia da Costantino. una moneta di grande valore, il solido, contenente 4,48
Quest’ultimo, tra l’altro, dopo la sconfitta di Massenzio e grammi d’oro. L’effetto fu contrario alle speranze: la prezio-
l’ingresso trionfale a Roma, abolì il pretorio, la guardia sissima moneta provocò l’ulteriore svalutazione di quelle
del corpo dell’imperatore, creata da Augusto e Tiberio nel di rame, più comunemente usate, e favorì il passaggio, che
i secolo: troppo spesso in passato i pretoriani erano inter- già in parte si era verificato, da un’economia monetaria agli
venuti nelle vicende politiche, nominando e destituendo scambi in natura e al baratto. Inoltre si accentuò ulterior-
imperatori. mente il divario sociale tra coloro che potevano maneg-
Al prefetto del pretorio rimasero solo i compiti civi- giare il solidus (le classi più elevate) e coloro che ne erano
li, di amministrazione della giustizia e di direzione della esclusi (contadini, operai, artigiani ecc.).

La via egnatia MEMO LESSICO

Prefetto del pretorio


In latino praefectus praetorio, prima di
Danubio
Costantino, era il capo dei pretoriani,
cioè un generale dotato di enorme
potere, in quanto a lui era affidata la
Mar Nero vita dell’imperatore. Con Costantino,
Mare Adriatico le quattro prefetture in cui Diocleziano
Adrianopoli aveva diviso l’Impero ebbero a capo un
Dyrrachium Masio
Caenophrurium Melantias
prefetto del pretorio, dotato però di
Scampa Lychnidos
Claudiana Heraclea Lyncestis
Edessa
Philippi Neapolis
Kypsela Bisanzio
Perinthus Rhegion
poteri quasi esclusivamente civili.
Traianoupolis Aproi
Apollonia Florina Amphipolis Aenus
Brindisi Pella
Pydna Thessaloniki Solido
Il termine (in latino solidus, da cui l’italiano
Mar Egeo “soldo”) indicava una moneta d’oro.
Esso fu usato per la prima volta sotto
Mare
Diocleziano, le cui monete erano però
Ionio
diverse da quelle di Costantino. Queste
ultime furono usate fino al x secolo.

◀ I rapidi collegamenti fra Roma e


Mar Mediterraneo
Roma Costantinopoli erano assicurati da due
Mare Adriatico
LA
TIU
strade romane: la via Appia (312-190 a.C.),
S

M N A che collegava la capitale a Brindisi, il


A

via Egnatia N
IU P
via Appia M U
L principale porto verso l’Oriente; e, dopo
C I A
strade secondarie AM Brindisi l’attraversamento dell’Adriatico, la via
PA
rotte marittime NIA Egnazia (146 a.C.), che andava da Durazzo a
Mar Tirreno LUCANIA Costantinopoli.

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GEOSTORIA

■ La fondazione della “nuova Roma” delle regioni orientali dell’Impero, che erano le più ricche
e dinamiche.
Nel 330 Costantino fondava ufficialmente una nuova ca- La decisione di Costantino nasceva però da considerazio-
pitale, una seconda Roma, ristrutturando, ampliando e ab- ni di tipo propagandistico, oltre che strategico ed economi-
bellendo l’antica città greca di Bisanzio, che prese da lui co. Si trattava per l’imperatore di attenuare il peso della lun-
stesso il nome di Costantinopoli. ga tradizione romana, dando vita a una tradizione nuova,
La scelta del luogo era facilmente comprensibile: legata al proprio nome, sull’esempio di Alessandro Magno.
Bisanzio si trovava in una posizione militarmente im- La fondazione di Costantinopoli ebbe profonde conse-
prendibile, che le garantì, infatti, di poter resistere a guenze, perché la nuova città era intimamente legata al
svariati assedi per altri mille anni; e si trovava in una mondo greco, per lingua e per costumi. Si può quindi consi- 165
posizione strategicamente preziosa per controllare derare la fondazione di Costantinopoli il momento simbo-
da un lato il mar Egeo e dall’altro il mar Nero, entrambi lico in cui inizia l’Impero bizantino, che pure assumerà

CAPITOLO 7. La tarda antichità


di fondamentale importanza per l’approvvigionamento questo nome molto più tardi.

il tempo nello spazio


La pianta di Costantinopoli istanbul oggi

Cinta di Bisanzio
Cinta di Settimio Severo
porta Regia
Cinta di Costantino
Cinta di Teodosio
porta
S. Romano
SS. Apostoli
ac
o

qu
ed
ot
Ly

to
co

di
s

Va
len
o

te acropoli
foro di
f

Teodosio Santa Irene


porta di foro di foro di
s

Peghe Costantino Santa Sofia


Arcadio
ippodromo Dal passato al presente
o

L’antica Bisanzio, diventata Costantinopoli e ampliata pro-


B

porto porto
SS. Sergio e Bacco gressivamente nel corso del iv secolo, costituisce una mi-
di Teodosio di Eleuterio porto di
Giuliano nima parte dell’attuale Istanbul. La città moderna è divisa
o di Sofia in due parti, europea e asiatica, dallo stretto del Bosforo,
porta
Aurea M a r d i M a r m a r a che collega il mar di Marmara al mar Nero.

AREA TUTOR — Facciamo il punto!


1 Verifica le CONOSCENZE 2 Definisci il LESSICO ESSENZIALE
➀ Quando entrò in crisi il sistema ➀ Solidus ➁ Ecumenico ➂ Cesaropapismo ➃ Prefetto del pretorio
della tetrarchia?
➁ Chi assunse il governo 3 Acquisisci le COMPETENZE
dell’Impero nel 313? Dal testo allo tabella
➂ Che cosa stabiliva l’Editto di Ricava dal testo le informazioni relative alle riforme di Costantino e costruisci
Milano? una tabella in cui sintetizzarle. L’esercizio è avviato.
➃ Perché Costantino cercò
l’alleanza con i cristiani? in campo militare
➄ Quale fu il frutto più importante in campo economico
del Concilio di Nicea?

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Storia magazine
biografie

Sant’Elena imperatrice
La madre dell’imperatore Costantino I è un personaggio di cui sappiamo poco, ma intorno
166 a cui sono fiorite numerose leggende. La sua figura è stata un ottimo strumento di
propaganda nelle mani del figlio.
sezione 2. La fine del mondo antico

Le origini misteriose A questi avvenimenti è legata la sua conservato ai Musei Vaticani, mentre
santità, riconosciuta dalla Chiesa. nella cattedrale di Treviri si trovereb-
La madre di Costantino I, Flavia In realtà, è molto probabile che il be il suo cranio.
Giulia Elena, è un personaggio di cui viaggio dell’imperatrice non fosse un
sappiamo poco: le fonti non sono uni- pellegrinaggio religioso, ma avesse
voche né sulla sua condizione socia- uno scopo politico: Costantino, la cui
le, né sui suoi rapporti con Costanzo figura, al di là dell’indubbia genialità
Cloro (di cui era forse una concubina, politica, non mancava di presentare
forse la moglie, poi ripudiata perché aspetti più che discutibili (aveva uc-
Diocleziano gli aveva ordinato di spo- ciso un figlio, la moglie e un nipote),
sare un’altra donna, Teodora). si era alienato molte simpatie. La ma-
Incerta è anche la sua data di nasci- dre compiva dunque un’azione diplo-
ta, che si colloca comunque intorno matica, andando a visitare dei terri-
al 248 d.C. a Drepanum, un grosso tori potenzialmente ostili in maniera
villaggio dell’Asia Minore che in se- da rinfrancare il potere del figlio.
guito sarà ribattezzato in suo onore
Elenopoli e ingrandito fino a farne
una vera città. La morte a Treviri
Legatissima al figlio Costantino,
si convertì al cristianesimo poco Elena morì intorno al 329
dopo l’Editto di Milano. Ma anche su a Treviri, una delle capi-
questa conversione gli storici non tali imperiali. Il suo corpo
concordano. venne portato a Roma e
sepolto appena fuori le
mura. Il suo sarcofago è
Il viaggio in Terra Santa
Nel 326-328, quand’era ormai molto
anziana, Elena compì un lungo viag-
gio in Oriente. In quell’occasione, se-
condo la leggenda, Elena avrebbe sco-
perto la vera croce su cui era morto
Gesù, nonché altre reliquie importan-
ti (la croce di uno dei due ladroni, la
spugna imbevuta d’aceto, parte della Elena seduta,
iv secolo d.C.,
corona di spine, un chiodo e la tavo- Firenze, Galleria
letta di legno con l’iscrizione INRI). degli Uffizi.

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3. Da Costantino a Teodosio:
l’Impero cristiano
■ La dinastia di Costantino fratello di Gallo, Giuliano, che inviò in Gallia per difendere 167
i confini e per sedare le solite ribellioni, ormai frequenti
Costantino si rendeva conto che l’unità dell’Impero da lui nella regione.

CAPITOLO 7. La tarda antichità


realizzata era estremamente fragile: la fondazione stessa Giuliano, che era un intellettuale, dimostrò capacità
di Costantinopoli sottolineava l’esistenza di due mondi eccezionali, che preoccuparono e ingelosirono Costanzo.
(quello greco e quello latino) che tendevano a diversificar- Quando l’imperatore impose al cugino di fornirgli uomini
si sempre di più dal punto di vista sociale ed economico, e mezzi per una campagna in Oriente, Giuliano si rifiutò di
ma anche da quello culturale e politico. ubbidire agli ordini e i soldati lo appoggiarono: tra i due si
Poco prima di morire (337), Costantino suddivise quindi delineava una nuova guerra, ma Costanzo II morì di malat-
l’Impero tra i figli Costantino II, Costanzo II e Costante, tia, nel 361, e Giuliano ereditò il trono.
affidando al primo le Gallie (cioè l’ampia regione dalla
Spagna alla Britannia), al secondo l’Oriente intero e al ter-
zo l’Italia e l’Africa settentrionale. Ma fra i tre scoppia- ■ Il regno di Giuliano
rono delle guerre che portarono alla vittoria di Costanzo
II (non a caso colui che aveva ereditato la zona più ricca e Giuliano fu imperatore per 18 mesi circa, dalla fine del 361
dinamica dell’Impero). alla metà del 363, ma il suo nome è rimasto indelebile nella
Costanzo si rese conto di non poter governare da solo e memoria dei posteri. A lui si deve, infatti, l’ultimo tentati-
nel 351, poco dopo la vittoria finale, nominò cesare il cugino vo di restaurazione del paganesimo.
Costanzo Gallo; nel 354 però lo fece giustiziare, temendo Intellettuale e ascetico, il giovane imperatore (era nato
che si ribellasse, e l’anno successivo scelse come cesare il nel 331) intendeva evitare gli atteggiamenti autocratici e

▶ Statua dell’imperatore
L’Impero alla morte di Costantino (337) Giuliano l’Apostata,
361 d.C., Parigi,
Pitti
Angli alt
ici Museo
iB del Louvre.
l
po
Po

Scoti Britanni
BRITANNIA Sassoni Longobardi
i
Londra Franchi P o p o li sl a v
Re

Vandali
no

Treviri Burgundi
Svevi Unni

Ostrogoti Bulgari
GALLIA ITALIA
Milano
Danu
bio
Ravenna
Visigoti
Narbona
M a r N ero
ILLIRICO TRACIA
Roma Costantinopoli
SPAGNA Tarragona
DIOCESI
DI ROMA PONTO
ASIA
Mar Me d ite r ran e o Efeso
Cordoba Atene
Antiochia
Cartagine
Tangeri AFRICA

Leptis Magna ORIENTE


Cirene
Alessandria
EGITTO
Oriente
Italia-Africa-Illirico
Gallie

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teocratici dei suoi immediati predecessori, ispirandosi in- apertura religiosa del tutto contrario allo spirito che
vece all’ideale di equilibrio e di saggezza dell’antico prin- animava le sette cristiane in lotta fra loro. Era quindi
cipato augusteo e ristabilendo un rapporto di rispettosa inevitabile che le proposte di pacificazione e gli inviti
collaborazione con il senato di Costantinopoli, fondato alla tolleranza dell’imperatore cadessero nel nulla, anzi
da Costantino a imitazione di quello di Roma, ma privo di suscitassero le ire dei cristiani, che rischiavano di per-
ogni reale potere. dere molti privilegi e di trovarsi messi sullo stesso piano
Il tentativo di restaurazione religiosa non era un sem- di altri culti.
plice ritorno alla religione pagana (che valse a Giuliano Lo scontro prometteva di essere molto aspro, e l’impe-
il nome di Apostata da parte degli storici cristiani), ratore venne assumendo atteggiamenti sempre più rigidi,
168 ma una rilettura del paganesimo alla luce della nuo- che forse preludevano a nuove persecuzioni. Giuliano però
va sensibilità. Essa aveva comunque un chiaro valore morì improvvisamente combattendo contro i Persiani,
politico: Giuliano si ispirava a un ideale di libertà e di nel corso di una campagna organizzata per emulare le im-
sezione 2. La fine del mondo antico

prese di Alessandro Magno. Con lui finiva per sempre il so-


gno di un ritorno agli antichi equilibri.
MEMO LESSICO

Apostata
Dal greco apostátes, “colui che si è allontanato”, il termine è usato
per indicare chi rinnega la propria religione, allontanandosi dalla
fede. Giuliano, alla corte di Costanzo II, aveva dovuto fingere per
anni di essere cristiano prima di poter dichiarare apertamente il
proprio paganesimo.

LE DOMANDE DELLA STORIA


Che cosa rimproverava Giuliano al cristianesimo?
L’imperatore Giuliano è autore di un trattato intitolato Contro i
Galilei (cioè i cristiani). In esso, l’imperatore sostiene che il cristia-
nesimo è sbagliato innanzitutto dal punto di vista morale, perché
predica una serie di princìpi non solo impraticabili, ma socialmente
pericolosi. I cristiani, inoltre, hanno ai suoi occhi il torto di adorare
dei cavaderi: Giuliano non crede alla resurrezione di Gesù e prova
un vero fastidio di fronte al culto delle reliquie (soprattutto ossa)
di martiri e santi. San Paolo gli pare un ciarlatano, un imbonitore
di folle, che si contraddice spesso e adegua le sue idee, con poca
serietà, agli interlocutori cui si rivolge.
L’accusa di apostasia viene ribaltata da Giuliano sui cristiani stessi:
sono loro, infatti, ad aver rinnegato l’ebraismo e la religione pagana, ▲ Il missorio di Teodosio (o disco di Teodosio) in cui l’imperatore è
cioè le due tradizioni a cui vanno le simpatie dell’imperatore. affiancato da Valentiniano II (o Onorio) e Arcadio, iv sec. d.C., Madrid,
Accademia Reale di Storia.

per schematizzare

L’albero genealogico di Costantino


Costanzo Cloro

con Elena con Teodora

Costantino I Giulio Costanzo

Costantino II Costanzo II Costante Costanzo Gallo Giuliano

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■ Da Giuliano a Teodosio
A Giuliano succedette per pochi mesi il giovane e inet-
to Gioviano. Poi, nel 364, i soldati elevarono al trono
Valentiniano I, il quale divise l’Impero affidando la par-
te orientale al fratello minore Valente. I due si trovarono
a dover affrontare gravi problemi di carattere militare: i
Germani infatti premevano con forza lungo il limes reno-
danubiano (vedi p. 182), e una rivolta guidata da un parente
di Giuliano, un certo Procopio, impegnò a fondo Valente 169
tra il 365 e il 366.
Quando Valentiniano I morì, nel 375, il trono dell’Oc-

CAPITOLO 7. La tarda antichità


cidente passò nelle mani dei due figli di costui, Graziano
(che era poco più che un ragazzo) e Valentiniano II (che
era un bambino di soli 4 anni). Pochi anni più tardi, anche
l’imperatore d’Oriente, Valente, zio dei due giovani, rima-
se ucciso nella battaglia di Adrianopoli (378) e Graziano
chiamò a governare l’Oriente Flavio Teodosio.
▲ Base superiore dell’obelisco di Teodosio su cui è raffigurato il palco
imperiale occupato da Teodosio e dai suoi familiari; ai loro piedi barbari
inginocchiati offrono doni, 390 d.C., Istanbul.

Leggere le fonti

Elogio di Fin dalla prima fanciullezza era incline al culto degli


Giuliano dèi; facendosi adulto, a poco a poco bruciava sentendo
la mancanza di questo culto e pur in mezzo a molte
DATA: iv secolo l’ira paure ne metteva in atto aspetti nella maniera più
AUTORE: Ammiano Marcellino dell’imperatore nascosta possibile.
TIPO DI FONTE: Scritta cristiano
Costanzo Ma tolti di mezzo i motivi delle sue paure, si accorse
che era venuto il tempo di esercitare in libertà il culto la fine del 361,
che voleva; mostrò i segreti del suo core, con decreti quando
Giuliano
Ammiano Marcellino è il più grande storico
comprensibili e chiari stabilì che si aprissero i templi, divenne
pagano del iv secolo. Nel libro XXII delle sue che vittime fossero portate agli altari, che fosse rimesso imperatore
Storie egli traccia un ritratto largamente in vita il culto degli dèi.
positivo dell’imperatore Giuliano. Per rafforzare i risultati delle sue disposizioni, fece
venire a palazzo i vescovi cristiani in disaccordo fra
loro e anche la folla dei credenti divisi in fazioni;
Guida alla lettura
con toni “democratici” li invitata a mettere a tacere
le discordie e che ognuno senza paura servisse la sua
➀ Perché Giuliano non religione perché non c’era più chi glielo vietava.
osa manifestare il suo Era testardo in questo suo comportamento: non
paganesimo in gioventù? voleva dover temere che in seguito il popolo cristiano
➁ Che provvedimenti assumesse unanimità di credo religioso; le fazioni le
prende appena diventato avrebbe aumentate la licenza loro concessa. Sapeva
bene che nessun animale feroce è tanto nemico degli
imperatore?
uomini quanto la maggior parte dei cristiani tende a
➂ Che cosa vuole ottenere portare morte a se stessa.
spingendo i cristiani (Storie, a cura di G. Viansino, vol. II, Mondadori,
a manifestare le loro Milano 2001)
divisioni interne?

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■ Il consolidamento del potere ■ La politica religiosa di Teodosio
Il primo problema che Teodosio dovette affrontare fu la Mentre combatteva e trattava con i Goti, Teodosio do-
guerra contro i Goti, che con la battaglia di Adrianopoli vette affrontare la questione religiosa: nel 380 emanava
avevano appena inferto all’Impero d’Oriente una cocente infatti l’Editto di Tessalonica, con cui il cristianesi-
sconfitta (vedi p. 186). I Goti erano dilagati nei Balcani e mo veniva dichiarato religione di Stato. Da questo mo-
per quasi due anni impedirono al nuovo sovrano di rag- mento tutti gli altri culti erano proibiti, comprese na-
giungere la sua capitale Costantinopoli. Ma Teodosio ri- turalmente le eresie, cioè le versioni del cristianesimo
uscì da un lato a sconfiggerli militarmente, dall’altro a diverse da quella approvata nel Concilio di Nicea del 325.
170 impostare trattative diplomatiche, garantendo loro la Tra le conseguenze di questa decisione vi fu il divieto di
possibilità di stanziarsi lungo il confine danubiano e di compiere riti pagani e l’obbligatorietà del giorno di ri-
collaborare con l’Impero in qualità di “alleati” (foederati, poso settimanale (la domenica, giorno del Dominus, cioè
sezione 2. La fine del mondo antico

vedi p. 183). del Signore).


Nel 383,Teodosio dovette fronteggiare una nuova minac- In questa azione egli ebbe l’appoggio del vescovo di
cia: il suo collega Graziano venne assassinato e l’Occidente Milano Ambrogio. Con straordinaria lucidità, Ambrogio
precipitò in un nuovo periodo di caos, con vari pretendenti si rese conto del ruolo politico che la Chiesa aveva
al trono che lottavano tra loro e contro il sovrano legitti- ormai assunto a causa della debolezza degli imperatori
mo Valentiniano II, che era ancora un ragazzo. Teodosio agì d’Occidente. Era necessario che i cristiani dessero il loro
con grande spregiudicatezza, fingendo alleanze e trattative, sostegno allo Stato, garantendone la solidità e contem-
ma in realtà preparando la guerra, e riuscì a sconfiggere poraneamente utilizzandolo per “cristianizzare” l’intera
tutti gli usurpatori. società.

▼ Parco Archeologico dell’Anfiteatro Romano di Milano. La città divenne una delle capitali dell’Impero d’Occidente nel 286, sotto Diocleziano e
Massimiano, e tale rimase fino al 402, quando Onorio, figlio di Teodosio, spostò la sede a Ravenna.

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Paradossalmente, tuttavia, proprio questa consapevo- Tra il 391 e il 392, con la piena approvazione dei ve-
lezza portava Ambrogio a scontrarsi con il potere imperia- scovi, l’imperatore emanò i cosiddetti decreti teodo-
le, e in particolare con Teodosio: il cesaropapismo instau- siani, ispirati in buona parte dal vescovo di Milano, con
rato da Costantino all’inizio del iv secolo incominciava ad cui vietava l’accesso ai templi pagani e ribadiva la
apparire inaccettabile alle alte gerarchie della Chiesa, che proibizione di qualsiasi forma di culto diversa dal
esigevano una autonomia nuova e pretendevano di trat- cristianesimo. Tra i decreti imposti da Teodosio vi fu
tare con il potere politico da pari a pari. anche quello che vietava i giochi olimpici, considerati
una festa pagana.

■ I decreti teodosiani 171


■ L’altrovolto del cristianesimo:
In alcuni casi Ambrogio assunse posizioni critiche nei Agostino

CAPITOLO 7. La tarda antichità


confronti di Teodosio. Per esempio, nel 390, quando la po-
polazione di Tessalonica si ribellò e impiccò il governa- Con il cesaropapismo di Costantino, che sottometteva le
tore della città, che aveva vietato i giochi annuali e fatto discussioni teologiche agli interessi politici, e ancor di più
arrestare un famoso auriga, Teodosio mise in atto una con i decreti di Teodosio, che equiparavano il sacrificio agli
feroce vendetta: finse di organizzare una gara di bighe dèi pagani al delitto di lesa maestà e lo punivano con la
nel circo, vi rinchiuse la folla accorsa per lo spettacolo morte, il cristianesimo del iv secolo manifesta un volto fa-
e la fece trucidare a sangue freddo. La strage di 7000 natico e intollerante: divieti, distruzioni, violenze carat-
persone provocò scalpore e Ambrogio scrisse all’impe- terizzano l’affermarsi della nuova religione e la scomparsa
ratore una lettera sdegnata, costringendolo a chiedere del paganesimo.
perdono. Bisogna però osservare che negli stessi anni, sempre
in ambito cristiano, alcune personalità andavano elabo-
▼ San Gerolamo, sant’Agostino e san Gregorio Magno, miniatura dipinta rando un atteggiamento ben più aperto e articolato
sul Dittico di Boezio, v secolo, Brescia, Museo civico dell’età cristiana.

MEMO LESSICO

Decreto
Dal latino decretum, “deciso, deliberato”, è un provvedimento
del potere esecutivo (il sovrano o il governo) che ha valore di
legge.

i protagonisti della storia

Ambrogio
Aurelio Ambrogio nacque a
Treviri, una delle capitali dell’Im-
pero d’Occidente, intorno al 340.
Nel 374, pur non essendo ancora
battezzato, fu eletto dal popo-
lo vescovo della città di Milano,
dove lavorava in qualità di fun-
zionario imperiale. La sua ener-
gica attività di riorganizzazione
della Chiesa ha lasciato tracce
durature: ancor oggi la diocesi di
Milano segue il rito ambrosiano,
diverso da quelo romano, cele-
bra il carnevale ambrosiano, che
dura tre giorni più che nel resto
del mondo ecc.

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Storia magazine
biografie

Ipazia, scienziata e filosofa


La geniale studiosa di Alessandria d’Egitto, massacrata dai parabolani, è diventata un
172 simbolo della libertà di pensiero. La sua figura, a lungo dimenticata, è stata riscoperta e
valorizzata in epoca recente.
sezione 2. La fine del mondo antico

Alessandria d’Egitto collaboratrice. Esperta di matema- Non sappiamo se Ipazia abbia avuto
tica e astronomia, fu una delle po- un ruolo in questa vicenda. Sappiamo
I decreti teodosiani ebbero conse- chissime donne a raggiungere la fama invece che, in seguito, divenne espo-
guenze importanti e a lungo termine intellettuale nel mondo antico: le sue nente del movimento dei cosid-
in tutto l’Impero, ma in particolare ad opere sono andate perdute, ma tutte detti “elleni”, sostenitori della tra-
Alessandria d’Egitto. le testimonianze su di lei concorda- dizione culturale greca a prescindere
Questa città era infatti un centro no nel considerarla una personalità dalla religione di appartenenza.
culturale molto vivace, grazie alla eccezionale. Affiancando all’attività
secolare tradizione scientifica e fi- scientifica la ricerca filosofica, Ipazia
losofica e alla celebre biblioteca che si impose come una grande maestra La morte di Ipazia
attirava intellettuali da ogni parte e arrivò, pare, a dirigere la scuola di
dell’Impero. Qui, in una data impreci- Alessandria, prendendo il posto del Il vescovo Cirillo attuò una vera e pro-
sata fra il 355 e il 370, nacque Ipazia. padre. pria persecuzione nei confronti degli
ebrei e dei pagani e perfino dei cristia-
ni dissidenti, servendosi dei cosiddet-
Una studiosa brillante Gli scontri tra cristiani ti parabolani, una specie di guardia
e pagani del corpo (o secondo alcuni storici di
Ipazia era figlia di un famoso scien- “braccio armato”) del vescovo.
ziato, Teone, di cui diventò allieva e Tra la fine del iv secolo e l’inizio del L’ostilità di Cirillo nei confronti di
v, Alessandria fu teatro di violenti Ipazia era dovuta innanzitutto a ragioni
Raffaello (1483-1520), Scuola di Atene,
particolare con Ipazia e Parmenide, Città scontri fra cristiani, pagani ed ebrei. politiche (Ipazia, a quanto sembra, era
del Vaticano, Musei Vaticani. Stanza della Il clima di tolleranza e di pacifica una persona influente e ascoltata an-
Segnatura.
convivenza fu infatti messo in crisi che in ambito cristiano); a ciò si univa
dall’attività di due vescovi fanatici, ovviamente una motivazione religiosa
Teofilo (morto nel 412) e suo nipote (Ipazia era pagana) e una forte vena di
Cirillo (che gli succedette fino al 444). maschilismo (Ipazia era una donna che
Al primo si deve la distruzione dei si comportava come un uomo, facendo
templi pagani: i decreti teodosiani, la scienziata e la filosofa).
come abbiamo visto, mettevano fuori Una sera, mentre rientrava a casa, la
legge il paganesimo; Teofilo si incari- filosofa fu sorpresa da una banda di
cò di attuare queste disposizioni, pro- parabolani che la uccise barbaramen-
vocando la reazione risentita dei te, facendola a pezzi con dei cocci af-
numerosi pagani, che nel 391 si as- filati. Le sue opere andarono disperse,
serragliarono nel tempio di Serapide, ma le testimonianze degli allievi e
uno dei simboli della religione tradi- degli storici suoi contemporanei ci
zionale, ma ne furono scacciati con la hanno permesso di ricostruire la sua
violenza, e il tempio venne distrutto. vicenda.

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nei confronti della cultura classica. La figura di riferi- in quanto la fede e la rivelazione divina permettevano di
mento, in questo senso, è Agostino di Tagaste, allievo di superare i limiti della ragione umana; ma le verità degli
Ambrogio, senza dubbio il più grande dei filosofi cristiani antichi non andavano affatto disprezzate, restavano verità,
antichi. per quanto parziali.
Agostino sosteneva infatti che la cultura pagana non La linea di Agostino si rivelò storicamente vincente e
andava condannata in blocco, perché conteneva molte aprì la strada alla grande opera di salvaguardia del pa-
verità – quelle a cui gli esseri umani possono giungere con trimonio culturale classico che gli intellettuali cristiani
le forze della ragione naturale. Ovviamente, dal suo pun- avrebbero svolto nei secoli successivi.
to di vista, il cristianesimo costituiva un passo avanti,
173
■ L’Impero riunificato per l’ultima
i protagonisti della storia volta

CAPITOLO 7. La tarda antichità


Dopo il 392, a seguito della morte dell’imperatore d’Occi-
Agostino dente Valentiniano II, Teodosio raccolse nelle proprie
Aurelio Agostino nacque a mani il governo di tutto l’Impero. Era l’ultima volta che
Tagaste (oggi in Algeria) nel 354. l’immenso territorio romano si trovava retto da un impera-
Dopo una giovinezza piuttosto
scapestrata, da lui descritta tore solo, sia pure per pochi mesi.
nelle Confessioni, si convertì al A celebrare i funerali di Teodosio, morto a Milano nel
manicheismo, poi rinnegò que-
sta eresia, divenne allievo di gennaio del 395, fu il vescovo Ambrogio: per la prima vol-
Ambrogio e vescovo di Ippona ta un imperatore veniva sepolto secondo il rito cristiano.
(anch’essa nell’attuale Algeria). L’Impero, per volere e decisione di Teodosio, venne suddivi-
Morì nel 430. Tra le sue nume-
rosissime opere, di particola- so tra i due giovanissimi figli: Arcadio, in Occidente, sotto
re importanza è La città di Dio, la protezione del generale Stilicone, e Onorio, in Oriente,
scritta poco dopo il sacco di
Roma (410). sotto la tutela dei prefetti del pretorio Flavio Rufino prima
ed Eutropio poi.

AREA TUTOR — Facciamo il punto!


1 Verifica le CONOSCENZE 3 Acquisisci le COMPETENZE
➀ Che cosa accadde alla morte di Dal testo alla sintesi
Costantino? A partire dal testo, sviluppa un confronto schematico tra l’Editto di Milano
➁ Perché l’imperatore Giuliano di Costantino e Licinio e l’Editto di Tessalonica di Teodosio, completando le
entrò in conflitto con il affermazioni che seguono.
cristianesimo?
➂ Che cosa stabiliva l’Editto di L’Editto di Milano stabiliva che: 
Tessalonica? 
➃ Quali furono i rapporti tra 
Teodosio e Ambrogio? 
➄ Quale atteggiamento propugnò 
Agostino nei confronti della cultura
pagana? L’Editto di Tessalonica stabiliva che: 

2 Definisci il LESSICO 
ESSENZIALE 
➀ Apostata ➁ Decreto 
➂ Ambrosiano

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cittadini della storia

Tolleranza e laicità:
174
i rapporti tra Stato e Chiesa
Con l’Editto di Tessalonica
sezione 2. La fine del mondo antico

del 380 e con i decreti


Teodosiani del 391-392
nasce un problema storico
che ci riguarda ancora
oggi, quello dei rapporti
fra lo Stato e la Chiesa.
Dopo quelle date, infatti,
lo Stato da un lato si erge a
difensore di una religione
rispetto a tutte le altre, e
nello stesso tempo rischia
di mettersi al suo servizio.

Colloqui all’Ambasciata italiana presso la Santa Sede in occasione della ricorrenza della
firma dei Patti Lateranensi: da sinistra il presidente del Consiglio Matteo Renzi, il
segretario di Stato Vaticano cardinale Pietro Parolin, il presidente della Repubblica Sergio
Mattarella, il presidente del Senato Pietro Grasso, Roma, 17 febbraio 2015.

❶ Definizione ❷ Riflettiamo sul passato


parola chiave
Nella storia delle società umane, la Nel mondo antico, abbiamo osservato
religione ha sempre avuto un’im- tre casi differenti: Tolleranza
Con l’espressione “tolleranza (religiosa)”
portanza evidente. Il problema dei • lo Stato teocratico in cui il potere si indica l’atteggiamento di uno Stato
rapporti fra Stato e Chiesa non si politico era nelle mani di un so- che lascia ai cittadini libertà di scelta in
pone laddove lo Stato coincide con la vrano-dio e/o i sacerdoti ricopri- materia di religione. Lo Stato considera la
fede religiosa un fatto privato, che riguarda
Chiesa, come nei regimi teocratici (in vano direttamente ruoli politici la coscienza del singolo individuo, e non
cui le due istituzioni coincidono); o (ministri, giudici ecc.), per esem- fa distinzione tra i cittadini in base alla
religione di appartenenza.
laddove non esista una religione or- pio l’antico Egitto; L’atteggiamento di tolleranza si è
ganizzata, cioè una Chiesa con un cle- • la tendenza a separare la sfera poli- diffuso a fatica, nel mondo occidentale,
ro, delle proprie istituzioni ecc. tica (le istituzioni statali) da quel- soprattutto grazie alla riflessione dei
filosofi del Seicento e del Settecento.
Negli altri casi, le istituzioni politiche la religiosa; era il caso ad esempio I documenti più celebri delle battaglie
(civili) devono affrontare in qualche della Repubblica romana, che ave- a favore della tolleranza sono la Lettera
sulla tolleranza di John Locke (1685) e il
modo il rapporto con quelle ecclesia- va un atteggiamento di apertura Trattato sulla tolleranza di Voltaire (1763).
stiche (religiose). nei confronti di tutte le religioni,

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purché non mettessero a repenta-
glio la coesione della società; nella nostra costituzione
• lo Stato che usa una religione a
fini politici e nello stesso tempo Articolo 7
la favorisce rispetto alle altre (ad Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipen-
esempio sul piano fiscale, della denti e sovrani.
libertà di azione ecc.); questo si I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei
è verificato nel tardo Impero da Patti, accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione
Teodosio in poi, in cui il cristiane- costituzionale.
simo era religione di Stato. — 175
L’art. 7 riconosce che lo Stato italiano e la Chiesa cattolica sono due istituzioni
distinte, ciascuna indipendente e sovrana: lo Stato italiano non deve
❸ Comprendiamo

CAPITOLO 7. La tarda antichità


interferire nelle leggi della Chiesa, così come la Chiesa non deve interferire
il presente nell’ordinamento dello Stato italiano.
I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi, che sono un trattato
La Rivoluzione francese, scoppiata internazionale fra Stati. Il papa è infatti non solo il leader della Chiesa, ma anche
nel 1789, sancì il principio della lai- il sovrano della Città del Vaticano. I Patti Lateranensi furono firmati nel 1929 dal
cità dello Stato e quindi della sua in- papa Pio XI e dal capo del governo italiano Benito Mussolini. Essi concedevano
dipendenza dalla Chiesa. L’aggettivo alla Chiesa cattolica una serie di privilegi, tra cui quello di essere “religione
“laico” significa semplicemente “non di Stato”. I Patti sono stati in seguito modificati (nel 1984) senza bisogno di
religioso” (e non, come spesso si sente cambiare la Costituzione: oggi il cattolicesimo non è più religione di Stato e il
dire, ostile alla religione o al clero). suo insegnamento nelle scuole non è più obbligatorio, ma facoltativo.
La laicità implica dunque la sepa-
razione tra la sfera politica e quella Articolo 8
religiosa: la prima ha carattere pub- Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge.
blico, collettivo, la seconda riguarda Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organiz-
l’interiorità dell’individuo, la sua sfe- zarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l’ordina-
ra più intima e privata. mento giuridico italiano.
Questa separazione è alla base di tut- I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con
te le Costituzioni liberali e democra- le relative rappresentanze.
tiche del xix e del xx secolo. Essa può —
essere più netta, come in Francia, dove Lo Stato italiano riconosce e garantisce uguale libertà a tutte le religioni
tutte le religioni sono regolamenta- professate nel nostro Paese. Tutte le confessioni religiose non cattoliche
te dalla stessa legge, o più sfumata, possono dunque organizzarsi secondo le proprie regole, purché queste ultime
come in Italia, dove lo Stato stabilisce non siano in contrasto con le leggi italiane.
patti particolari (o “concordati”) con Dopo il 1984, lo Stato italiano ha firmato degli accordi con alcune confessioni
le varie confessioni religiose. religiose non cattoliche (protestanti, ebraiche, buddiste, induiste).

sviluppiamo le competenze
per fissare le idee
1. Il principio della libertà religiosa è oggetto anche degli artt. 19 e 20 della
1. Che cosa si intende per teocrazia? Costituzione. Leggili attentamente e spiegane il contenuto in un breve testo scritto,
2. Che cosa si intende per “tolleranza tenendo conto delle parole chiave che hai incontrato in questa scheda: laicità,
religiosa”? tolleranza/intolleranza, religione di Stato.
3. In che modo lo Stato può favorire 2. Facendo riferimento ad avvenimenti di cronaca che ti hanno colpito, esponi le tue
una religione dal punto di vista riflessioni sull’intolleranza religiosa nel nostro tempo, utilizzando come guida le
economico? seguenti domande:
4. Che cosa significa “laicità dello → in quali zone del mondo si verificano fatti gravi?
Stato”? → quali potrebbero essere le cause dell’intolleranza religiosa oggi?
5. Che cos’è un concordato? → nella tua quotidianità sei a conoscenza di episodi di intolleranza?

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Area STUDIO

A Gli eventi nel tempo


La tarda antichità
• 285 d.C. Diocleziano imperatore
• 293 d.C. Istituzione della tetrarchia
• 303-304 d.C. Grande Persecuzione contro i cristiani
176 • 305 d.C. Abdicazione di Diocleziano e Massimiano. Iniziano le lotte tra i successori
• 312 d.C. Battaglia di ponte Milvio: Costantino elimina Massenzio e diventa imperatore d’Occidente
• 313 d.C. Editto di Milano: libertà di culto ai cristiani
sezione 2. La fine del mondo antico

• 324 d.C. Costantino sconfigge Licinio e diventa imperatore unico


• 325 d.C. Concilio di Nicea
• 330 d.C. Fondazione di Costantinopoli
• 337 d.C. Morte di Costantino. Lotte tra gli eredi
• 353-361 d.C. Regno di Costanzo II, figlio di Costantino
• 361-363 d.C. Regno di Giuliano l’Apostata
• 374 d.C. Ambrogio diventa vescovo di Milano
• 378 d.C. Battaglia di Adrianopoli
• 379 d.C. Teodosio diventa imperatore d’Oriente
• 380 d.C. Editto di Tessalonica: il cristianesimo diventa la religione ufficiale dell’Impero
• 391-392 d.C. Decreti teodosiani: Teodosio vieta i culti pagani
• 392 d.C. Teodosio riunifica per l’ultima volta l’Impero
• 395 d.C. Morte di Teodosio l’Impero viene diviso tra i suoi figli, Onorio e Arcadio

B In sintesi
➀ Diocleziano: l’Impero si divide sconfiggendo Licinio, riunì sotto il suo potere anche l’Oriente.
→ Con le riforme di Diocleziano ebbe inizio una nuova epo- Costantino capovolse la politica di Diocleziano, alleandosi
ca storica, la tarda antichità. Diocleziano divise il territorio con i cristiani per farne i sostenitori dell’Impero. Nel 313, con
dell’Impero, instaurando il meccanismo della tetrarchia l’Editto di Milano, ai cristiani fu concessa la libertà di culto e
per eliminare il problema della successione. Il territorio era l’imperatore si propose non più come divinità in terra, ma
suddiviso in quattro prefetture, dodici diocesi e cento pro- come intermediario tra Dio e gli uomini, sottomettendo di
vince. Dal punto di vista fiscale, Diocleziano eliminò i pri- fatto la Chiesa al potere politico (cesaropapismo).
vilegi dell’Italia, equiparando tutti gli abitanti dell’Impero. → Il concilio di Nicea (325) fu convocato da Costantino per
→ Di fronte allo spopolamento delle città e alla crisi dei porre fine alle lotte tra le varie sette cristiane, in particolare
commerci, stabilì che tutti dovessero ereditare la profes- tra ortodossi e ariani. Il concilio stabilì i dogmi fondamenta-
sione paterna e che i contadini fossero legati alla terra che li del cristianesimo, riassunti nel Credo. Nel 330 Costantino
lavoravano. Infine, Diocleziano riformò l’esercito, suddivi- inaugurò la nuova capitale, Costantinopoli, ampliando e ab-
dendo i militari in due categorie: i limitanei ai confini, il co- bellendo l’antica Bisanzio.
mitatus a disposizione per gli interventi urgenti; egli impo-
se un regime autocratico, basato sulla figura quasi divina ➂ Da Costantino a Teodosio:
dell’imperatore. I cristiani si rifiutarono di riconoscere la l’Impero cristiano
natura semidivina dell’imperatore che diede allora avvio → A Costantino successero i tre figli, tra cui emerse Costanzo
(303-304) alle più gravi persecuzioni che la storia ricordi. II, che continuò la politica del padre fino al 361. Alla morte di
Costanzo II, diventò imperatore il suo cesare, Giuliano, il quale
➁ L’età di Costantino attenuò l’autocrazia imperiale, favorendo una maggiore tol-
→ Quando Diocleziano si ritirò a vita privata, il sistema del- leranza religiosa, a vantaggio del paganesimo e a scapito del
la tetrarchia si rivelò inefficace e le lotte per la successione cristianesimo. Egli morì prematuramente e il suo progetto fallì.
ripresero. Costantino partecipò a tali lotte e nel 312, sconfig- Teodosio, salito al potere in Oriente nel 379, dopo un altro
gendo Massenzio, divenne imperatore d’Occidente; nel 324, periodo di disordini, affrontò i Goti e riuscì a pacificarli. Nel

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Area STUDIO
380, con l’Editto di Tessalonica, Teodosio proclamò il cristia- di moderarne gli atteggiamenti cesaropapisti, rivendicando il
nesimo religione di Stato e nel 391-392 proibì i culti pagani. La ruolo autonomo della Chiesa.
sua politica religiosa fu influenzata da Ambrogio, vescovo di Nel 392, poco prima di morire, Teodosio riunì sotto il proprio
Milano, che da un lato appoggiò Teodosio, garantendo all’im- governo tutto l’Impero romano per l’ultima volta. Nel 395
peratore il sostegno dei cristiani, ma nello stesso tempo tentò l’Impero venne diviso tra i due figli, Onorio e Arcadio.

C Mappa dei concetti 177

CAPITOLO 7. La tarda antichità


rifonda
diocleziano (285-305) Impero 2 capitali
istituisce 4 prefetture

tetrarchia 12 diocesi

100 province
Due augusti due cesari

• riforma fiscale
humiliores
• emissione monete preziose distinzione netta
• obbligo conservare lavoro paterno honestiores
limitanei, non specializzati su confini
• riforma esercito
comitatus, truppe scelte di spostamento

• persecuzione contro i cristiani

costantino (306-337)
la politica religiosa riforme
• Editto di Milano (313) → libertà di culto • esercito
• cesaropapismo • moneta aurea
• Concilio di Nicea → contro arianesimo • fondazione Costantinopoli

Giuliano (361-363)
• detto Apostata per restaurazione del paganesimo

Teodosio (379-395)
• guerra e diplomazia contro i Goti
• Editto di Tessalonica (380) → cristianesimo religione di Stato → proibiti altri culti
• vescovo Ambrogio → sembra moderatore ma

favorisce

decreti teodosiani

• vescovi fanatici distruggono templi pagani ad Alessandria


• Agostino → figura di moderazione e apertura verso cultura classica e pagana

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Area attività

D Conoscenze e abilità

1 spazio Colloca sulla carta muta le seguenti città. 2 tempo Metti in ordine
cronologico i nomi dei seguenti
Alessandria d’Egitto imperatori. L’esercizio è avviato.
178 Antiochia Ma re

☐ Costantino
del

Bisanzio N o rd

Damasco ☐ Costanzo Cloro


sezione 2. La fine del mondo antico

Milano ☐ Costanzo II

Oceano

Roma A tla n tic o


1 Diocleziano
☐ Giuliano l’Apostata
Ma

Treviri re Mar Nero

M
Ad

ar
ria
tic

Ca
o

sp
☐ Teodosio

io
Mar
Ti r r e no

M a r e M edi ter r a n eo

4 lessico Scrivi una breve


definizione dei termini indicati.
Go
lf
o
Pe
rs
ic
o

➀ Tetrarchia: 

3 tempo Completa la tabella indicando le date corrispondenti agli 
avvenimenti elencati nella colonna di sinistra. 
➁ Calmiere: 
Evento Data 

Decreti teodosiani 
Editto di Tessalonica ➂ Cesaropapismo: 
Morte di Teodosio 

Abdicazione di Diocleziano

Concilio di Nicea ➃ Concilio ecumenico: 
Editto di Milano 
Morte di Costantino 


5 concetti e connessioni Completa le frasi seguenti.

➀ Diocleziano decise di perseguitare i cristiani perché 






➁ Costantino adottò nei confronti del cristianesimo un atteggiamento opposto a quello di Diocleziano perché 





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Area attività
6 concetti e connessioni Completa il seguente schema relativo all’introduzione della tetrarchia e alle sue conseguenze.

La tetrarchia fu introdotta perché 



tuttavia

179
dopo le dimissioni di Diocleziano e Massimiano  i grandi imperatori del iv secolo tentarono 
 

CAPITOLO 7. La tarda antichità


7 cause e conseguenze Nel corso del iv secolo i rapporti tra lo Stato 8 eventi Scegli il completamento
romano e il cristianesimo cambiarono radicalmente. Ricostruisci le vicende corretto e motiva la tua scelta.
rispondendo alle domande.
Giuliano l’Apostata era:
➀ Che cosa accadde nel 313?  ☐ ➀ un riformatore religioso, che
 intendeva imporre una nuova fede.
➁ Che ruolo ebbe Costantino nel concilio di Nicea del 325?  ☐ ➁ un fanatico pagano, che
 intendeva restaurare il culto
➂ Che cosa accadde nel 380?  tradizionale.
 ☐ ➂ un politico idealista, che
➃ Quali novità introdussero i decreti teodosiani del 391-92?  intendeva arginare la diffusione del
 monoteismo.

E Competenze

9 schematizzare A partire dal testo, costruisci una


tabella che elenchi le riforme di Diocleziano e spiega per
11 PROGETTAZIONE E COMUNICAZIONE
Usando come guida le seguenti domande, prepara
l
ciascuna di esse se e in che misura è stata efficace o un documento PowerPoint che descriva il palazzo di
fallimentare. Diocleziano a Spalato mediante testi e immagini.
→ Dove si trova Spalato?
Riforma Osservazioni → Quando fu costruito il palazzo di Spalato?
→ Come è fatto il palazzo e dove è collocato rispetto alla
città moderna?
→ Perché è sul mare?
→ Perché è fortificato?
→ Dov’erano gli appartamenti dell’imperatore?
10 PROGETTAZIONE E COMUNICAZIONE
La figura di sant’Ambrogio è importante non solo sul
l → Dove si trova il suo mausoleo e che funzione ha oggi?
→ Quante persone ospitava il palazzo?
piano politico-religioso, ma anche su quello artistico- → In che condizioni si trova oggi?
culturale. Ambrogio è infatti l’inventore di una forma
poetica e musicale caratteristica, l’inno, destinata ad avere 12 SCRITTURA Spiega in un breve testo scritto il concetto
grande importanza nei secoli successivi. di “religione di Stato”, facendo riferimento ad almeno due
Svolgi una ricerca sull’inno ambrosiano e presenta i tuoi situazioni storiche concrete.
risultati in una presentazione in PowerPoint della durata di
7 minuti circa, facendo uso di testi, immagini e suoni.

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CAPITOLO 8
Le migrazioni e il crollo
180
dell’Occidente
Mandando dagli occhi lampi di furore, i barbari inseguivano i nostri intorpiditi perché il calore del sangue nelle vene stava venendo
sezione 2. La fine del mondo antico

meno: alcuni cadevano senza sapere chi li avesse colpiti, altri schiacciati dal solo peso di chi li incalzava, altri sotto i colpi dei loro com-
pagni... Interruppe questa catastrofe (cui mai si sarebbe trovato rimedio e che tanto costò allo Stato romano!) la notte senza luna.
— Ammiano Marcellino, Storie, XXXI, 13, 10-11; trad. G. Viansino

Chiave di lettura

I confini minacciati:
Parti e Germani
Al termine del lungo periodo di crisi che aveva carat-
terizzato l’Impero romano nel iii secolo, la minaccia
più consistente per l’integrità dello Stato sembrava
provenire dai Parti. L’Impero partico, sotto la dina-
stia persiana dei Sasanidi, aveva infatti iniziato una
politica aggressiva ed espansionistica, che impegna-
va le legioni sul confine orientale e spesso infliggeva
agli imperatori romani umilianti sconfitte.
Il limes reno-danubiano, che segnava il confine con le
popolazioni complessivamente dette “germaniche”,
sembrava costituire un problema di minore impor-
tanza. Al contrario dei Parti, i Germani erano molto
più arretrati dei Romani sia sul piano tecnologico e
militare, sia sul piano dell’organizzazione politica e
sociale. E invece, proprio dai Germani giunsero, nel
corso del iv e del v secolo, i colpi più gravi, che mi-
nacciarono di distruggere il prestigio dell’Impero
d’Oriente e portarono in effetti alla dissoluzione di
quello d’Occidente.

romani e barbari
Combattimento tra Romani e Germani, marmo, iii secolo, Roma,
Museo Nazionale Romano.

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1. Roma e i barbari fino al iii secolo
▼ Statuetta in
■ Romani e Germani bronzo raffigurante
un barbaro che
cade dal suo
I primi contatti tra l’Impero romano e i Germani risali- cavallo, Vienna,
vano al i secolo a.C.: la conquista della Gallia ad opera di Kunsthistorisches 181
Cesare prima e l’espansione nella regione balcanica poi Museum.
avevano portato a contatto due mondi diversissimi e per

CAPITOLO 8. Le migrazioni e il crollo dell’Occidente


molti aspetti contrapposti, il cui confine si era ben presto
attestato lungo il Reno e il Danubio. E i contatti fra i due
mondi, soprattutto dopo la sconfitta romana di Teutoburgo
(9 d.C., vedi p. 62), si erano ridotti a poche scaramucce prive
di importanza e a minimi scambi commerciali.
Ancora nel iii secolo, dunque, i Germani restavano larga-
mente sconosciuti ai Romani, che provavano nei loro con-
fronti un misto di timore (per il carattere selvaggio e indo-
mabile di questi popoli) e di ammirazione (per le presunte
virtù etiche e militari ormai corrotte nel mondo romano).
L’Impero romano era invece ben noto ai “barbari”,
sia per la sua ricchezza, sia per la sua superiore civiltà.
L’atteggiamento prevalente dei Germani nei confronti
dell’Impero non era in genere di ostilità, ma di ammira- molto diverse fra loro, unite forse da alcune credenze re-
zione, sia pure venata di quando in quando dal risenti- ligiose e da una base linguistica comune, ma spesso impe-
mento di chi percepiva la propria esclusione da un mondo gnate in guerre le une contro le altre.
di benessere e di raffinatezza. Per quanto ne sappiamo, queste popolazioni non co-
stituirono mai organismi politici di tipo statale: alla base
dell’organizzazione sociale c’era il clan (la sippe), corri-
■ La società dei Germani spondente alla gens dei latini, cioè un insieme di famiglie
legate dal riconoscimento di un antenato comune. In alcu-
Il termine “Germani” è storicamente giustificato dal fat- ni momenti (per esempio in caso di guerra) poteva verifi-
to che i Romani definivano così l’insieme di popoli al di là carsi l’unione di varie sippe sotto un unico capo, ma questa
del limes reno-danubiano. I Germani non erano tuttavia un unione si scioglieva non appena veniva meno lo scopo per
popolo unitario, bensì un insieme di popolazioni spesso cui era nata.
L’economia germanica era basata soprattutto sull’al-
levamento; l’agricoltura era relativamente povera e
LE DOMANDE DELLA STORIA molti gruppi conducevano una vita seminomade; il
Perché i confini dell’Impero coincidevano con il Reno e il commercio era ridotto e legato ai pochi prodotti artigia-
Danubio? nali, perlopiù di fattura molto rozza (facevano eccezione i
Le ragioni per cui l’espansione romana si era arrestata lungo questi
confini sono di ordine economico e strategico: rispetto alle zone più gioielli, perché i Germani avevano sviluppato una grande
meridionali le regioni dell’Europa centro-settentrionale erano poco tradizione orafa).
produttive dal punto di vista agricolo, e poco interessanti dal punto
di vista commerciale, al contrario delle regioni orientali, che mette-
vano in contatto con le grandi civiltà dell’Asia. Il loro controllo non
avrebbe arrecato alcun vantaggio all’Impero e avrebbe invece com- tweet Troppi nomi
portato enormi costi. D’altro canto, fissare il confine lungo i grandi Gli storici antichi hanno riportato molti nomi di tribù germaniche:
fiumi navigabili permetteva di trasportare più facilmente le vetto- Cimbri, Teutoni, Svevi, Angli, Alamanni, Eruli, Sassoni, Franchi,
vaglie per le truppe di frontiera: le navi risalivano il Danubio dal Marcomanni, Goti, Gepidi, Vandali, Burgundi, Longobardi...
mar Nero e il Rodano dal Mediterraneo, le merci raggiungevano poi Ricostruire un quadro etnografico preciso è sostanzialmente
il Reno con un breve tragitto via terra e proseguivano verso nord. impossibile.

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■ Le invasioni del iii secolo stesso, la cui organizzazione i barbari avevano imparato a
imitare, creando sistemi sociali e politici più stabili e me-
Fino alla fine del ii secolo d.C., il limes reno-danubiano ri- glio capaci di difendersi e di aggredire.
mase per i Germani sostanzialmente invalicabile. Le rare
incursioni in territorio romano compiute a scopo di rapi-
na erano prontamente e brutalmente punite dalle legioni, ■ La reazione dell’Impero
quando non fallivano del tutto il loro scopo.
Nel iii secolo, però, l’Impero romano attraversò un Le invasioni del iii secolo, per quanto numerose, furono
lungo momento di crisi: per la prima volta nel corso della episodi di secondaria importanza, o almeno furono perce-
182 sua storia, esso si trovò in difficoltà nel difendere le frontie- pite come tali dai Romani. Esse vennero comunque affron-
re occidentali, sia perché molti soldati erano impegnati tate con esiti largamente positivi.
in Oriente, contro i Parti, sia perché le truppe partecipa- • Per prima cosa l’Impero continuò a difendersi sul
sezione 2. La fine del mondo antico

vano sempre più attivamente alla lotta politica interna piano militare, ottenendo numerosi successi grazie
tra i vari aspiranti imperatori, trascurando quella contro i alla sua superiorità tecnologica e organizzativa
potenziali nemici esterni. (i barbari combattevano secondo modalità primitive,
I Germani, dal canto loro, erano in agitazione per diver- tutte basate sulla forza e sul coraggio individuale, lad-
se ragioni: da un lato l’aumento della popolazione, che dove i Romani avevano una tattica ben consolidata,
spingeva a cercare nuovi territori; dall’altro la pressione che permetteva alle legioni di sbaragliare facilmente i
di popoli orientali, a loro volta sospinti a occidente dal nemici in caso di scontro frontale).
timore di carestie; infine, la lezione dell’Impero romano • Una seconda strategia di risposta fu il pagamento
di tributi: per garantirsi la tranquillità ai confini, gli
imperatori iniziarono a “comprare” la rinuncia dei
tweet La prima invasione barbari alle loro scorrerie. Al di là delle apparenze, si
Le invasioni del iii secolo si fanno tradizionalmente iniziare con
quella degli Alamanni, del 212 (ai tempi dell’imperatore Caracalla).
trattava di una strategia vincente: da un lato essa fi-
niva per gravare pochissimo sulle finanze dello Stato

Leggere le fonti

L’economia Il paese, assai vario d’aspetto, è in generale irto di selve e infestato da paludi, più umido
verso la Gallia1, più esposto ai venti verso il Norico e la Pannonia2: fertile di biade, sterile di
dei Germani alberi da frutta, ricco di bestiame da pascolo, per lo più piccolo. Neppure i buoi hanno bellezza
di forma e grandi corna: i Germani si curano solo del numero, e questa è la loro unica e più
gradita ricchezza. Mancano argento e oro, non saprei dire se per ira o grazia degli dèi3: né
DATA: 98 d.C. circa
tuttavia potrei affermare che in Germania manchino le miniere; e chi mai ne ha fatto ricerca?
AUTORE: Tacito
Il possesso di oggetti d’oro o l’uso di monete non li attrae, come si potrebbe immaginare. Si
TIPO DI FONTE: Scritta
vedono vasi d’argento, dati in dono a legati e a capi, tenuti nello stesso conto dei comuni vasi
di terra4. Ma i più vicini ai nostri territori, per le frequenti relazioni commerciali, dimostrano di
pregiare anche questi metalli e sanno riconoscere e preferiscono alcune delle nostre monete;
Alla fine del i secolo d.C., lo storico quelli dell’interno, secondo il costume più semplice e più antico, praticano lo scambio delle
Tacito scrive la prima opera interamente merci5.
dedicata alla descrizione delle popolazioni (La Germania, V, a cura di A. Resta Barrile, Zanichelli, Bologna 1986)
germaniche e dei loro costumi. Dal capitolo
V si ricavano interessanti notizie di 1. Verso est.
carattere economico. 2. verso ovest.
3. Oro e argento sono per Tacito fonte di corruzione.
4. Vasi di argilla.
5. Il baratto.

Guida alla lettura

➀ Su quale settore si basa l’economia dei Germani?


➁ Da quali indizi si capisce che il mondo germanico era economicamente
arretrato?
➂ Quali conseguenze hanno i contatti con il mondo romano?

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▶ Un guerriero germano.
romano (i costi della guerra erano molto più alti) e
dall’altro era utile per “addomesticare” gli avversari,
coinvolgendoli nell’economia imperiale (parte dei tri-
buti versati tornava nelle casse dell’Impero grazie al
commercio, giacché i barbari acquistavano i beni che
non potevano produrre).
• La terza strategia consisteva nello stipulare patti che
trasformavano i barbari in foederati, cioè in truppe
mercenarie al servizio dell’Impero stesso. Inizialmente
i foederati erano i popoli confinanti che si impegnavano 183
a fornire una certa quantità di uomini all’esercito ro-
mano in cambio di denaro; con il tempo, soprattutto a

CAPITOLO 8. Le migrazioni e il crollo dell’Occidente


partire dal iv secolo, essi vennero ricompensati con il
permesso di insediarsi all’interno dei confini ro-
mani, di dissodare i terreni incolti e di stabilirvisi.

MEMO LESSICO

Foederati
Il termine, che significa “alleati”, deriva da foedus, che in latino
indicava un patto solenne di reciproca alleanza tra Roma e un’altra
popolazione.

AREA TUTOR — Facciamo il punto!


1 Verifica le CONOSCENZE 3 Acquisisci le COMPETENZE
➀ Quando iniziano i rapporti fra Dal testo allo schema
Romani e Germani? Inserisci nel diagramma seguente le frasi sottostanti relative ai rapporti fra
➁ Perché l’atteggiamento dei Romani e Germani nel iii secolo. L’esercizio è avviato.
Germani nei confronti dell’Impero
era ambivalente? 
➂ Perché nel iii secolo l’Impero
romano fatica a difendere le

frontiere occidentali?
➃ Che cosa spinge i Germani a
invadere l’Impero nel iii secolo? Reazione dell'Impero
➄ Che conseguenze hanno le
invasioni del iii secolo?

2 Definisci il LESSICO   
ESSENZIALE   
➀ Germani
➁ Limes a  oncessione dello status di foederati (accoglienza all’interno dei confini)
C
➂ Foederati b Debolezza dell’Impero
c Intervento militare (difesa dei confini)
d Pagamento di tributi (alleanza al di fuori dei confini)
e Tentativi di superamento del limes da parte dei Germani

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2. Le grandi migrazioni
GEOSTORIA
■I movimenti degli Unni e i Romani e, non potendo resistere ai primi, premette-
ro con forza sempre maggiore alle frontiere dei secondi.
All’inizio del iv secolo, proprio nel momento in cui, gra- Alle antiche ragioni di attrazione verso il cuore dell’Impe-
184 zie all’energica attività riformatrice di Diocleziano e di ro, si aggiungeva adesso il timore per l’arrivo dei nomadi
Costantino (vedi cap. 7), l’Impero riusciva a riorganizzarsi delle steppe asiatiche.
e a difendere con rinnovata efficacia i propri confini, un
sezione 2. La fine del mondo antico

nuovo elemento intervenne a rendere più drammatici i GEOSTORIA


rapporti fra Romani e Germani. Nella prima metà del iv ■ La migrazione dei Goti
secolo, infatti, venne alla ribalta nelle regioni dell’Asia cen-
trale una nuova popolazione seminomade estremamen- La prima parte dell’Impero a essere interessata dalla mi-
te aggressiva, gli Unni, la cui migrazione mise in difficoltà, grazione fu quella orientale. Per sfuggire alle incursio-
contemporaneamente, sia il lontano Impero cinese (dove ni degli Unni, nel 376 i Visigoti (Goti dell’ovest) chiesero
gli Unni erano detti Hsiung-nu) sia quello romano. all’imperatore Valente il permesso di oltrepassare il limes,
Le ragioni per cui gli Unni, quasi all’improvviso, inizia- cioè di stabilirsi sulla riva sud del Danubio,
rono a spostarsi e ad aggredire i loro vicini non sono del e vennero accolti come foederati. Si
tutto chiare: gli studiosi hanno ipotizzato un cambiamen- trattava in effetti di una popo-
to climatico, una sorta di piccola glaciazione che rese più lazione ormai largamente
aridi i pascoli dell’Asia centrale e costrinse quindi gli Unni
a spostarsi in cerca di nuovi territori. ▶ Elmo unno proveniente da
Sveti Vid in Dalmazia, vi secolo,
Spostandosi verso ovest gli Unni giunsero ai confini Vienna, Kunsthistorisches
dell’Europa. I Germani si trovarono schiacciati tra gli Unni Museum.

La migrazione degli Unni e dei Goti (iv secolo)

Goti

Goti S l a v i
Popolazioni
germaniche
Oceano Ostrogoti U n n i
Atlantico Visigoti
Mar Nero
Ma

Roma
r
Ca

Costantinopoli
sp
io

I M P E R O R O M A N O

M a r e M ed i ter r a neo
IMPERO SASANIDE

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romanizzata: i contatti con l’Impero erano molto stretti una legione e una banda di tweet
La Bibbia
da tempo, al punto che proprio nel iv secolo i Visigoti si predoni, ma di uno scontro di Ulfila
Nel iv secolo i Visigoti
erano convertiti al cristianesimo (nella versione ariana). campale tra due eserciti. avevano iniziato a scrivere la
Nei mesi successivi, tuttavia, i rapporti tra i Visigoti Era dai tempi della battaglia loro lingua, grazie al geniale
e l’Impero si guastarono, in gran parte a causa dei di Teutoburgo, quasi quat- vescovo Ulfila (311-388), che
aveva inventato un alfabeto
maltrattamenti, degli abusi e delle ingiustizie di cui i trocento anni prima, che i per rappresentarne i suoni e
Visigoti furono vittime da parte dei funzionari corrotti Romani non subivano una aveva tradotto la Bibbia.
e dei militari. Questi ultimi temevano la presenza di un disfatta di tali proporzioni a
forte nucleo di barbari all’interno dei confini e tentaro- opera dei barbari.
no di dividerlo, inviando i mercenari visigoti ai quattro 185
angoli dell’Impero e provocando il risentimento dell’in-
tera popolazione. ■ Dopo Adrianopoli: la politica

CAPITOLO 8. Le migrazioni e il crollo dell’Occidente


I Visigoti si ribellarono e il 9 agosto 378, sotto la gui- di Teodosio
da di Fritigerno e di altri capi, inflissero una grave scon-
fitta all’esercito romano nei pressi di Adrianopoli, in La morte di Valente permise all’imperatore d’Occidente
Tracia. La battaglia di Adrianopoli, dove perse la vita lo Graziano di nominare un nuovo sovrano, e come sappiamo
stesso imperatore Valente, provocò grandissima impres- (vedi p. 169) la sua scelta cadde su Teodosio. Il nuovo imperato-
sione: non si trattava infatti di una banale scaramuccia tra re d’Oriente riprese immediatamente la politica di assimila-
zione, rinunciando a ogni forma di vendetta nei confronti dei
Visigoti: si limitò a punire i loro capi,che peraltro non avevano
LE DOMANDE DELLA STORIA un progetto politico tale da minacciare l’Impero e,dopo la vitto-
ria, si erano immediatamente divisi. In questo modo Teodosio
Invasioni o migrazioni? riuscì a rafforzare i confini dell’Impero d’Oriente, usando
L’espressione “invasioni barbariche”, con cui tradizionalmente si in-
dica l’insieme di fenomeni che portò alla dissoluzione dell’Impero proprio i Visigoti come barriera contro altri possibili invasori.
d’Occidente, non è storicamente neutro, ma risponde al punto di I nuovi invasori giunsero, infatti, all’inizio del v secolo,
vista romano. Oggi si preferisce quindi usare l’espressione “migra-
zione di popoli” o, con termine tedesco, Völkerwanderung. tra il 406 e il 408. Ma fu soprattutto l’Occidente, più debole
e indifeso, a subirne le scorrerie.

Leggere le fonti

Gli spaventosi Gli Unni, siccome hanno l’abitudine di solcare profondamente con un coltello le gote ai
bambini appena nati, […] invecchiano imberbi, senz’alcuna bellezza e simili agli eunuchi.
Unni Hanno membra robuste e salde, grosso collo e sono stranamente brutti e curvi, tanto che
si potrebbero ritenere animali bipedi o simili a quei tronchi grossolanamente scolpiti che si
trovano sui parapetti dei ponti. […]. Sono così rozzi nel tenore di vita da non aver bisogno né
DATA: seconda metà del iv secolo di fuochi né di cibi conditi, ma si nutrono di radici di erbe selvatiche e di carne semicruda di
AUTORE: Ammiano Marcellino qualsiasi animale, che riscaldano per un po’ di tempo fra le loro cosce e il dorso dei cavalli.
TIPO DI FONTE: Scritta Non sono mai protetti da alcun edificio, ma li evitano come tombe separate dalla vita d’ogni
giorno. […] Vagano attraverso montagne e selve, abituati sin dalla nascita a sopportare geli,
fame e sete […]. Sono infidi e incostanti nelle tregue, mobilissimi ad ogni soffio di una nuova
speranza e sacrificano ogni sentimento ad un violentissimo furore. Ignorano profondamente,
come animali privi di ragione, il bene e il male, sono ambigui ed oscuri quando parlano, né
mai sono legati dal rispetto per una religione o superstizione, ma ardono d’un’immensa
Il terrore che gli Unni suscitavano in tutti avidità di oro.
coloro con cui entravano in contatto è
difficilmente descrivibile: nelle parole dello (Storie, XXXI, 2, 2-11, a cura di A. Selem, Utet, Torino 2007)
storico Ammiano Marcellino (330-395),
essi appaiono come esseri disumani, ferini
e primitivi. Guida alla lettura

➀ Quali espressioni del testo tendono a disumanizzare gli Unni?


➁ Perché gli Unni sono giudicati negativamente sul piano morale?
➂ Da quali elementi possiamo capire che si trattava di una popolazione
dedita al nomadismo?

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Storia magazine
correva l’anno

La battaglia di Adrianopoli
9 agosto 378 – Nel corso di una gigantesca battaglia campale, l’esercito dell’Impero
186 d’oriente fu travolto dai Visigoti di Fritigerno e perfino l’imperatore Valente rimase ucciso.
Costantinopoli sembrava destinata a una rapida fine.
sezione 2. La fine del mondo antico

Il contesto affamati si ribellarono. che il suo esercito prendesse posizione.


Dopo numerose battaglie, più o I Visigoti, secondo il loro costume,
Il conflitto tra i Visigoti e l’Impero era meno sanguinose, ma mai decisive, aspettavano i nemici davanti ai carri
iniziato nel 376, quando gruppi di bar- nella primavera del 378 l’imperato- con le donne e i bambini disposti a cer-
bari, per sfuggire alla pressione unna, re Valente andò personalmente in chio. Ma, al di là delle apparenze, costi-
avevano chiesto all’imperatore di po- Tracia per risolvere la situazione una tuivano un esercito abituato a combat-
ter varcare il Danubio e insediarsi nei volta per tutte. tere secondo il sistema delle legioni, di
territori imperiali come foederati. cui molti Goti facevano ormai parte.
Dopo qualche esitazione Valente ave-
va accettato: i Visigoti avrebbero avuto La battaglia
terre da coltivare e sussidi statali, in L’epilogo
cambio avrebbero dovuto abbandona- Il 9 agosto Valente ebbe la possibili-
re le armi, giurare fedeltà all’imperato- tà di attaccare battaglia e decise di Alla battaglia parteciparono circa
re, fornire uomini all’esercito e cedere approfittarne. 30 000 Romani e 50 000 Visigoti. I
i loro figli come ostaggi. Durante la mattina, il capo dei barbari morti furono numerosissimi. Non
Nessuna delle due parti rispettò i pat- Fritigerno e Valente finsero di intavo- si sa esattamente come sia morto
ti: i Visigoti giunsero più numerosi lare trattative, ma in realtà il generale Valente: forse colpito da una freccia,
del previsto e conservarono le armi, visigoto aspettava il ritorno della ca- forse bruciato nell’incendio della casa
i corrotti funzionari imperiali non valleria, che era andata a cercare fo- in cui aveva trovato rifugio dopo esse-
fornirono i viveri promessi. I Visigoti raggio, l’imperatore romano aspettava re stato ferito.

FASE 1 CAVALLERIA GOTICA FASE 2 FASE 3

FANTERIA GOTICA
CIVILI CAVALLERIA GOTICA CAVALLERIA GOTICA CAVALLERIA GOTICA CAVALLERIA GOTICA
FANTERIA
GOTICA

FANTERIA FANTERIA
FANTERIA
ROMANA ROMANA
ROMANA

CAVALLERIA CAVALLERIA
CAVALLERIA CAVALLERIA
ROMANA ROMANA
ROMANA ROMANA

Fase 1 Fase 2 Fase 3


La battaglia ebbe inizio quando due reparti I fanti romani avanzarono, ma la cavalleria in La cavalleria gotica a questo punto aggredì la
di cavalleria romana attaccarono di propria difficoltà non li seguì. I fanti romani erano in fanteria romana e la scompigliò. I Romani si
iniziativa. La cavalleria gotica, che nel numero inferiore e vennero respinti. diedero alla fuga e vennero massacrati.
frattempo era ritornata, intervenne e respinse
quella romana.

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■ L’invasione dell’Occidente
Trovando ben guarnito il confine d’oriente, la nuova onda-
ta di invasioni si riversò laddove le difese erano più deboli,
cioè verso la parte occidentale dell’Impero. A essa si op-
posero invano due grandi generali, Stilicone ed Ezio.
Nato in Germania da padre vandalo e da madre roma-
na, Stilicone aveva fatto carriera sotto Teodosio; alla morte
dell’imperatore, Stilicone divenne tutore del figlio Onorio,
che era poco più che un bambino, e di fatto ebbe quindi nel- 187
le proprie mani per alcuni anni il governo dell’Occidente.
Stilicone dovette affrontare un altro capo visigoto,

CAPITOLO 8. Le migrazioni e il crollo dell’Occidente


Alarico, che dopo essere stato al servizio di Roma come fo-
ederatus si era ribellato e guidava un esercito di razziatori
nei Balcani. Stilicone batté Alarico più volte, ma non riuscì
ad annientarlo definitivamente a causa dei contrasti con
Flavio Rufino, tutore dell’altro figlio di Teodosio, l’impe-
ratore d’Oriente Arcadio: Rufino temeva infatti (forse a ra-
gione) che Stilicone volesse impadronirsi di tutto l’Impero.
Il lungo conflitto con i Visigoti di Alarico costrinse
Stilicone a sguarnire le frontiere della Gallia: ne approfit-
tarono Burgundi, Vandali, Alani e Svevi, che nell’inverno
del 406 superarono il Reno ghiacciato e penetrarono in mas-
sa nell’Impero. Questi popoli non intendevano razziare e di-
struggere, ma stabilirsi definitivamente in territorio romano.

■ Il sacco di Roma
▲ Joseph-Noël Sylvestre, Il sacco di Roma del 410, 1890, Sète, Musée Paul
La posizione di Stilicone si fece difficilissima: i suoi avversari Valéry (Francia).
politici lo accusavano di aver rotto i rapporti con l’Oriente, di
aver abbandonato la Gallia, di essersi accordato segretamente sua religione ariana gli veniva imputata come colpa. Il giova-
con Alarico, di voler porre sul trono il proprio figlio. Perfino la ne imperatore Onorio si lasciò persuadere e nel 408 condannò
a morte Stilicone, che fu giustiziato a Ravenna.
La morte di Stilicone diede il via a una serie di vendette,
di uccisioni e di violenze ai danni dei barbari romanizzati. La
i protagonisti della storia
conseguenza fu disastrosa: molti foederati si affrettarono a
raggiungere Alarico, che con le sue bande si era spostato dai
Alarico Balcani all’Italia e che scese fino a Roma, cingendola d’as-
sedio nel 408. Poiché Alarico non ottenne il pagamento dei
Alarico era un militare di carriera, tributi richiesti all’imperatore Onorio, nel 410 la città cadde
che aveva prestato servizio sotto e venne saccheggiata. Dopo la battaglia di Adrianopoli, que-
l’imperatore Teodosio. Non era
quindi il re dei Visigoti, perché
sto fu un nuovo potente schiaffo all’autorità dello Stato: per
i Visigoti, in quest’epoca, non la prima volta dopo molti secoli (dal saccheggio ad opera dei
avevano un vero e proprio re, e Galli Senoni guidati da Brenno nel 390 a.C.) la capitale, sim-
non era nemmeno un capo tribù
(come invece Fritigerno). Deluso bolo dell’Impero, era preda dei barbari.
dall’evolversi della sua carrie-
ra dopo la morte di Teodosio, tweet
a un certo momento decise di La nuova capitale
ribellarsi per darsi alla rapina e Nel 402 Stilicone spostò la capitale dell’Impero d’Occidente da
al brigantaggio alla testa di una Milano a Ravenna, che essendo circondata da paludi era meglio
grossa banda di fuorilegge. protetta dalle incursioni nemiche.

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■ Ezio in Gallia Ezio compì le sue imprese più memorabili, sconfiggen-
do a più riprese Visigoti, Franchi, Svevi, Burgundi. Questi
Morto Alarico poco dopo il sacco di Roma, i Visigoti si in- popoli erano ormai stanziati all’interno o ai confini
sediarono in Gallia e Spagna. Il ruolo di difensore della dell’Impero, ma Ezio riuscì a controllarne l’espansione
romanità in Occidente venne assunto da un altro genera- e a evitare che le scorrerie e le lotte intestine sfociassero
le, Flavio Ezio, anch’egli figlio di un uomo di origine bar- in una vera e propria spartizione del territorio imperia-
barica. Ostaggio presso Alarico in gioventù, Ezio si trovò le. In quest’azione egli si avvalse più volte dell’aiuto degli
coinvolto nelle lotte per la successione dopo la morte Unni, nonché di altre popolazioni barbariche, in cambio
dell’imperatore d’Occidente Onorio, nel 423; mentre l’Im- di compensi in denaro.
188 pero d’Oriente tentava di imporre un proprio candidato
in Occidente, Ezio fu incaricato di assoldare truppe tra gli
Unni, i quali in quel momento si trovavano in conflitto ■I Vandali di Genserico
sezione 2. La fine del mondo antico

proprio con l’Impero d’Oriente ed erano quindi naturali al-


leati della parte occidentale. Tra i popoli che avevano superato il confine renano nel 406,
Il candidato al trono occidentale sostenuto dall’Impe- i Vandali sono passati alla storia come i distruttori per
ro d’Oriente, Valentiniano III, ebbe la meglio, ma Ezio antonomasia. Al contrario di altre popolazioni, che furo-
accettò di congedare i “suoi” Unni solo in cambio del- no rapidamente assimilate e che si stanziarono in regioni
la nomina a generale delle Gallie, imponendosi di fatto ben definite come foederati, i Vandali non si lasciarono mai
come autorità militare, accanto all’imperatore. In Gallia realmente romanizzare.

LE DOMANDE DELLA STORIA MEMO DATE


Stilicone ed Ezio erano barbari o Romani?
Stilicone ed Ezio sono personaggi storicamente emblematici per I protagonisti del iv-v secolo
almeno due motivi. Il primo è che, pur essendo solo dei generali, 359-408 Vita di Stilicone
di fatto governarono per anni l’Impero d’Occidente, garantendo la 370-410 Vita di Alarico
difesa dei confini, la continuità dell’azione politica, a fronte di una 384-423 Vita di Onorio
corte sempre più debole e traballante. Il secondo è che entrambi 389-477 Vita di Genserico
erano di origine barbara, ma combattevano per l’Impero. Niente di 390-454 Vita di Ezio
più sbagliato, quindi, dell’idea di una contrapposizione “etnica” fra 406-453 Vita di Attila
Romani e barbari. 419-455 Vita di Valentiniano III

Le migrazioni del 406-408


Pitti
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P Tolosa prima espansione lti
I Scoti Angli
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León C a n t a b r vev i E
i SB asch regno dei Visigoti
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Cartagine
Costantino Proconsolare
Mauretania
Mar Mediterraneo
Numidia Bizantina
Sabrata
Cirene
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zona vandalo di Cartagine
vandale ???? nel 442 Leptis Magna Alessandria
Tripolitania
annessioni al 455

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Per tre anni essi devastarono la Gallia, poi, nel 409, su- ■ Le imprese di Attila
perarono i Pirenei e invasero la Penisola iberica. Mentre
gli Svevi (loro alleati nell’invasione del 406) si stabiliva- Gli Unni, dopo aver provocato nel iv secolo la migrazio-
no abbastanza pacificamente nella zona nord-occidentale ne dei vari popoli germanici verso ovest, all’inizio del v
dell’odierna Spagna, i Vandali continuarono a guerreggiare secolo erano finalmente penetrati in Europa: avevano
con i popoli confinanti e fra loro stessi. Finalmente, nel 429, stretto d’assedio Costantinopoli, senza riuscire a conqui-
il re Genserico riuscì a raccogliere il potere nelle proprie starla, e si erano poi dedicati a saccheggiare e a devasta-
mani e a guidare il popolo nell’ultima migrazione verso re i Balcani, approfittando dei contrasti fra le due parti
l’Africa settentrionale (in Spagna stavano infatti giun- dell’Impero, che impedivano ai Romani di mettere in cam-
gendo i Visigoti, e Genserico preferì evitare lo scontro con po un esercito efficace in una zona di confine contesa tra 189
questi nemici troppo agguerriti, rivolgendo invece le sue Oriente e Occidente.
mire verso le ricche province imperiali africane). La potenza degli Unni crebbe durante tutta la prima

CAPITOLO 8. Le migrazioni e il crollo dell’Occidente


Genserico le conquistò facilmente e in seguito condus- metà del v secolo, sia grazie ai tributi che i Romani pa-
se una politica oscillante, che mirava ad accrescere l’in- gavano per tenerli tranquilli, sia grazie all’assimilazione
fluenza del suo regno a spese dei Romani, evitando però di altre tribù, che garantiva ai capi un numero di guer-
uno scontro diretto che avrebbe messo a repentaglio la sua rieri decisamente rilevante. Quando Attila, nel 445, ucci-
sopravvivenza. Alternò quindi le scorrerie piratesche e se il fratello Bleda e rimase unico sovrano degli Unni,
gli accordi diplomatici, ottenne da Valentiniano III il ti- i rapporti con l’Impero si deteriorarono nuovamente,
tolo di re, tentò (senza grande successo) di stabilire rappor- per la decisione dei Romani di non versare più i tributi
ti di collaborazione con la classe dirigente romana, ma nel stabiliti. Attila lanciò quindi la sua offensiva e assediò
455 saccheggiò Roma. un’altra volta Costantinopoli, ottenendo dall’impera-
Nel complesso la sua politica ebbe successo, in quanto tore d’Oriente un tributo e un contingente di Ostrogoti
gli permise di costituire un regno grande e temuto e gli (Goti dell’est); poi si rivolse a occidente e, alleatosi con
garantì il potere fino alla morte, nel 477. Sul lungo periodo,
però, la mentalità violentemente barbarica dei Vandali si
rivelò perdente: il regno dei Vandali fu il primo a crol- ▶ Un guerriero unno.
lare, quando l’Impero d’Oriente diede inizio alla riconqui-
sta dell’Occidente nella prima metà del vi secolo: le fragili
strutture politiche e soprattutto la profonda divisione fra
barbari e Romani erano elementi di grande debolezza.

▼ Wilhelm von Kaulbach, La battaglia degli Unni sui campi


Catalaunici, 1837, Stoccarda, Staatsgalerie.

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Storia magazine
biografie

Galla Placidia, l’imperatrice


Nipote di tre imperatori, figlia di un imperatore, sorella di due imperatori, moglie di un re e
190 di un imperatore, madre di un imperatore e reggente in nome del figlio, Galla Placidia è una
delle figure femminili più straordinarie del v secolo.
sezione 2. La fine del mondo antico

L’infanzia e il primo Alla corte di Ravenna suo governo fu caratterizzato da forti


matrimonio contrasti all’interno della corte e in
Ataulfo morì un anno più tardi e Galla particolare con il generale Ezio, la cui
Galla Placidia nacque intorno al 390 fu restituita al fratellastro a Ravenna. autorità Galla subì malvolentieri.
dall’imperatore Teodosio e dalla sua se- Onorio la costrinse a sposare un suo
conda moglie Galla, a sua volta figlia generale, Costanzo, da cui Galla ebbe
dell’imperatore Valentiniano I. Ancora il futuro imperatore Valentiniano III. Gli ultimi anni
bambina, seguì il padre e il fratellastro In quanto madre dell’erede al trono
Onorio in Italia, dove venne affidata alle (Onorio non poteva avere figli propri Nel 437 Valentiniano III raggiunse la
cure della cugina Serena,moglie del cele- e aveva adottato il figlio di Costanzo), maggiore età e assunse direttamen-
bre generale di origine vandala Stilicone. Galla ottenne un ruolo di grande im- te le redini del governo. Gli ultimi
La morte di Stilicone, nel 408, in- portanza a corte. Ebbe così modo di fare anni di vita di Galla Placidia furono
debolì le difese romane e due anni sentire la sua influenza sia in campo amareggiati dalle conquiste vanda-
dopo Roma venne saccheggiata dai religioso, combattendo contro gli ulti- le in Africa e dal conflitto tra Ezio e
Visigoti, che presero la principessa mi residui di paganesimo, sia in campo Valentiniano III, che si sarebbero uc-
in ostaggio. Galla Placidia divenne politico, favorendo l’inserimento dei cisi a vicenda poco dopo la sua morte.
uno strumento politico nelle mani Visigoti nel mondo romano. Galla Placidia morì nel 450 a Roma,
dei Visigoti, che chiedevano a Onorio Nel 423 Onorio morì e Galla Placidia dove venne seppellita. A Ravenna esi-
un riconoscimento dei propri diritti. (che nel frattempo era rimasta vedo- ste il suo mausoleo, ma non si sa chi si
Per questo, nel 414, fu sposata dal re va per la seconda volta) divenne reg- trovi nei tre sarcofagi custoditi al suo
Ataulfo e divenne regina dei Visigoti. gente in nome del figlio bambino. Il interno.

Mausoleo di Galla Placidia a Ravenna


L’esterno del mausoleo, in mattoni, è apparentemente dimesso e
contrasta con l’interno, riccamente decorato a mosaici. Il progetto
artistico risponde evidentemente a una simbologia religiosa, non solo
nell’uso della forma a croce, ma anche nell’allusione all’importanza
dell’interiorità, dell’anima (l’interno), e a una svalutazione del corpo,
delle apparenze (l’esterno).

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il vandalo Genserico, attaccò la Gallia. Nel 451 ci fu lo Attila morì l’anno successivo, nel 453, per cause ignote.
scontro decisivo nella battaglia dei Campi Catalaunici Il suo regno, privo di strutture politiche e burocratiche, si
(20 giugno): i due eserciti contrapposti, quello romano e dissolse istantaneamente senza lasciare traccia.
quello unno, erano in realtà entrambi compositi e mul- L’impresa di Attila in Italia minò il prestigio del coman-
tietnici. Il comandante romano Ezio ebbe la meglio e dante Ezio, che fu assassinato per ordine dell’imperatore
Attila fu costretto a ritirarsi. Valentiniano III nel 454. Come era accaduto con Stilicone,
L’anno successivo si diresse in Italia, penetrandovi da Roma si era privata del suo generale migliore offrendosi in-
est, e devastò Aquileia e altre città della Pianura padana. difesa all’attacco del Vandali di Genserico.
L’imperatore d’Occidente Valentiniano III inviò ambascia-
tori (tra cui il papa Leone I), proponendo una tregua in 191
cambio di tributi. Attila accettò la proposta perché teme-
va le epidemie che stavano devastando la penisola in quel
momento, si rendeva conto che la Pianura padana non era
in grado di sostentare a lungo il suo esercito e soprattutto
sapeva che da Oriente stavano giungendo a Valentiniano
cospicui rinforzi.

tweet Addio Britannia


Nel 410, anno del sacco di Roma, l’Impero abbandona anche la
Britannia: cinque secoli dopo la conquista di Cesare, la provincia,
lontana e isolata, era ormai del tutto indifendibile dagli invasori
Angli e Sassoni.

LE DOMANDE DELLA STORIA


Barbaro distruttore o grande sovrano?
Nei Paesi che alla metà del v secolo facevano parte dell’Impero ro-
mano Attila è ricordato come un sanguinario e spietato “flagello di
Dio”. Nei Paesi dell’Europa orientale e nordica, viceversa, ricordato
come un grande re, un genio militare, fondatore di un vasto impero.
Probabilmente in Attila sanguinarietà e intelligenza, ferocia e astu-
zia politica convivevano; resta il fatto che la sua azione politica non
diede alcun frutto duraturo. ▲ Raffaello Sanzio, Papa Leone Magno ferma Attila, affresco, 1514 ca., Città
del Vaticano, Palazzi Vaticani.

AREA TUTOR — Facciamo il punto!


1 Verifica le CONOSCENZE 2 Definisci il LESSICO ESSENZIALE
➀ Da dove venivano gli Unni? ➀ Visigoti ➁ Ostrogoti ➂ Tributi
➁ Quali conseguenze ebbe la loro
migrazione sui Germani? 3 Acquisisci le COMPETENZE
➂ Quale fu l’episodio culminante Dal testo allo schema
dello scontro fra Visigoti e Impero Basandoti sulle informazioni fornite nel testo, metti a confronto in una tabella
d’Oriente? le figure di Genserico e di Attila, sottolineando analogie e differenze tra i due.
➃ Che ruolo ebbe Stilicone?
Analogie Differenze
➄ Perché Alarico saccheggiò Roma?
Genserico
➅ Che cosa accadde nella battaglia
dei Campi Catalaunici? Attila

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3. Il crollo dell’Occidente
e i regni romano-barbarici
■ La fine dell’Impero d’Occidente
192
Tradizionalmente, la fine dell’Impero d’Occidente vie-
ne fatta coincidere con l’anno 476, quando il capo barbaro
sezione 2. La fine del mondo antico

Odoacre depose il giovane e imbelle imperatore Romolo


Augustolo e inviò le insegne imperiali a Costantinopoli,
assumendo ufficialmente il governo dell’Italia in nome
dell’imperatore d’Oriente Zenone con il titolo di rex.
La deposizione di Romolo Augustolo fu un avvenimento
di forte valenza simbolica, ma non segnò, in realtà, un vero
discrimine storico, anche se convenzionalmente è questa la
data che separa l’età antica dal Medioevo. La fine dell’Impe-
ro d’Occidente era infatti già incominciata nel momento in
cui intere popolazioni avevano superato il Reno, all’inizio
del v secolo, senza che le legioni romane potessero fermarle.
L’insediamento dei Germani all’interno dei confini imperiali
portò infatti, nel giro di pochi decenni, alla nascita di nuovi
organismi politici: a mano a mano che il potere dell’impe-
ratore d’Occidente veniva meno, i re barbarici, inizialmente
sottomessi all’autorità centrale, rivendicarono sempre mag-
giore autonomia e incominciarono a comportarsi come so-
vrani indipendenti.
Questi nuovi organismi politici sono detti regni ro-
mani-barbarici o latino-germanici, a indicare la loro ▲ Incisione raffigurante Odoacre che entra a Ravenna dove depone
natura ibrida. La popolazione germanica, infatti, costituiva Romolo Augustolo, ultimo imperatore d’Occidente.

una piccola minoranza all’interno della popolazione com-


plessiva: pur essendo la classe dominante, i “barbari” non potevano governare senza l’aiuto delle vecchie classi di-
rigenti romane e senza l’apparato burocratico dell’Im-
pero, che nella maggior parte dei casi venne mantenuto
MEMO LESSICO sostanzialmente intatto.
Nel corso del v secolo si assiste in occidente al consoli-
Insegne imperiali damento di sei regni romano-barbarici principali: quello
Erano i segni dell’autorità imperiale, e cioè il diadema (una corona),
lo scettro, la toga ricamata in oro, la spada e il paludamentum (una
specie di mantello) di porpora.
LE DOMANDE DELLA STORIA
Quanti erano i barbari?
MEMO DATE È molto difficile calcolare esattamente quanti erano i barbari. In ge-
nerale, si pensa che nei regni romano-barbarici essi costituissero
non più del 2% degli abitanti. I dati a nostra disposizione ci permet-
Le tappe della crisi tono comunque di affermare con una certa sicurezza che gli Svevi,
378 Battaglia di Adrianopoli per esempio, non dovevano essere più di 30 000 in tutto; agli ordini
406 Migrazioni germaniche oltre il Reno di Genserico, il grande re vandalo, c’erano 80 000 persone di va-
410 Sacco di Roma (Visigoti) rie etnie, tra cui 50 000 Vandali (15 000 guerrieri); gli Ostrogoti che
455 Nuovo sacco di Roma (Vandali) giungeranno in Italia al comando di Teoderico nel 489 (vedi p. 197)
476 Deposizione di Romolo Augustolo erano circa 100 000, di cui 25 000 guerrieri.

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◀ Mosaici dei
sec. xii-xiii.
Artisti locali e 193
Veneziani di scuola
Bizantina. Parete
occidentale. Storia

CAPITOLO 8. Le migrazioni e il crollo dell’Occidente


dei santi Cassio e
Castrense vissuti
nel sec. v durante
le persecuzioni
dei Vandali di
Genserico, e crollo
del tempio degli
idolatri.

dei Vandali in Nord Africa, quelli dei Visigoti e degli Svevi e la politica di Teodosio) erano ormai pienamente cattolici.
in Spagna, quelli dei Franchi e dei Burgundi in Gallia e Il carattere ibrido delle nuove formazioni politiche ri-
quello degli Ostrogoti in Italia. Questi regni, con l’ecce- guarda anche la dimensione giuridica: i barbari rispetta-
zione di quello franco, ebbero vita relativamente breve (il rono le leggi romane, senza però adottarle. Si creò così
più longevo, quello dei Visigoti, durò poco più di duecento una situazione per cui i barbari erano giudicati secondo il
anni), ma nella coscienza dei contemporanei sancirono la diritto tradizionale del loro popolo, mentre i Romani conti-
fine di un’epoca e l’inizio di un’età nuova. nuavano a seguire il diritto romano. La coesistenza di due
mondi giuridici differenti ebbe gravi conseguenze: il proces-
so di assimilazione, che era iniziato già nel iv secolo con ma-
■I nuovi organismi politici trimoni misti e “romanizzazione” dei barbari, subì una bru-
sca interruzione. Naturalmente, all’interno di questo quadro
I regni romano-barbarici furono caratterizzati in generale generale, ogni regno ebbe la sua storia particolare. Per esem-
dalla coesistenza fra una nuova classe dirigente, bar- pio, i Franchi si convertirono al cattolicesimo, e non all’a-
barica e guerriera, e la vecchia classe dirigente romana, rianesimo, cosa che avrebbe avuto importanti conseguenze
fatta di amministratori e funzionari imperiali. nei secoli a venire. La coesistenza tra nuovi potenti e vecchie
Anche sul piano religioso essi videro in molti casi la coe- strutture politiche e sociali, tutto sommato abbastanza pacifi-
sistenza fra due mondi diversi: i barbari si convertirono in- ca dopo i primi momenti drammatici, non si verificò nel caso
fatti al cristianesimo, ma perlopiù nella sua forma ariana, dei Vandali, che per lunghi decenni continuarono a devastare
mentre i Romani (dopo il iv secolo, con il concilio di Nicea i territori in cui penetravano.

per schematizzare

La struttura dei regni romano-barbarici

La popolazione barbara... La popolazione romana...


costituisce una piccola minoranza costituisce la maggioranza
controlla il potere politico e militare controlla l’amministrazione e la burocrazia
è prevalentemente ariana è prevalentemente cattolica
segue il diritto germanico segue il diritto romano

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I regni romano-barbarici

1 Franchi
circa metà del iv secolo Costanzo II (successore di Costantino)
e Giuliano accolgono i Franchi come foederati nella zona
dell’attuale Belgio
451 I Franchi, guidati dal mitico re Meroveo, collaborano con Ezio
nella battaglia dei Campi Catalaunici contro Attila
486 Clodoveo unifica il regno, sconfiggendo i rivali
496 Conversione al cattolicesimo; Clodoveo ottiene l’appoggio
della Chiesa e rafforza il regno, ampliandone i confini
Juti vi secolo Il regno Franco si rafforza e si espande, ponendo le basi
194 Danesi della futura grandezza
Britanni Angli Angli
Frisi 2 Burgundi
Sassoni
sezione 2. La fine del mondo antico

Sassoni 411 Superato il Reno, si stabiliscono sulla riva sinistra del


1 fiume, in territorio romanoi
443 Dopo che gli Unni a v distrutto il primo regno,
l hanno
S
Oce a no
REGNO DEI FRANCHI Turingi p o l iEzio affida ai Burgundi il territorio tra la
P oil generale
Atl anti co Francia, la Svizzera e la Savoia attuali
Bavari 451 I Burgundi partecipano alla battaglia dei Campi
2 Alemanni Catalaunici come alleati dei Romani
Longobardi 533-34 I Franchi annientano il secondo regno
3 R. DEI
BURGUNDI
REGNO Gepidi
DEI SUEBI
4
REGNO DEGLI OSTROGOTI M ar Nero
REGNO DEI VISIGOTI
6
Toledo
Roma Costantinopoli

IMPERO
D’ORIENTE
5 Atene Antiochia

REGNO DEI VANDALI

Mare Mediterraneo

3 Svevi o suebi 4 Visigoti 6 Ostrogoti


406 Superano il Reno insieme a Vandali e Alani 412 Dopo varie scorrerie in Italia penetrano 489 Teoderico il Grande, su incarico
e si dirigono in Spagna in Gallia e fondano un regno con capitale dell’imperatore d’Oriente, penetra in Italia,
410 Si stabiliscono in Galizia e ottengono lo Tolosa provenendo dalla Dalmazia
status di foederati fine del v secolo Il re Alarico II mette per 493 Sconfitta di Odoacre e fondazione del
449 Conversione al cristianesimo ariano iscritto le leggi (Lex Romana Visigothorum) regno ostrogoto
561 Conversione al cattolicesimo inizio vi secolo Sospinti dai Franchi, si 500 L’editto di Teoderico mescola diritto
585 Dopo oltre un secolo di guerre contro i spostano nella penisola iberica, conquistano romano e diritto barbarico
Visigoti, nonché di guerre civili, l’ultimo il regno degli Svevi e resistono al tentativo 524 La collaborazione fra Teoderico e la classe
re svevo viene deposto e costretto a farsi di riconquista di Giustiniano dirigente romana entra in crisi
monaco; il regno diventa una provincia 589 Conversione al cattolicesimo 536 Morte di Teoderico; gli succede
visigota 711-725 Invasione araba e fine del regno Amalasunta
535 Morte di Amalasunta; inizio della guerra
greco-gotica
5 Vandali 553 Sconfitta dell’ultimo re goto e fine del
406 Penetrano in Gallia insieme agli Svevi e agli Alani regno
409 Oltrepassano i Pirenei e si trattengono in Spagna per
vent’anni
429 Il re Genserico abbandona la Spagna ai Visigoti e conquista
il Nord Africa
442 Valentiniano III riconosce il regno dei Vandali, che però
continuano a compiere scorrerie piratesche e nel 455
saccheggiano Roma
477 Morte di Genserico, inizio della decadenza
534 Il regno dei Vandali viene distrutto dai Bizantini, guidati da
Belisario

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■ Le cause del crollo ■ Le cause esterne: le invasioni
barbariche
Il crollo dell’Impero romano d’Occidente è uno dei grandi
problemi aperti della storia. Alla fine del iv secolo, in- Con l’espressione “fattori esterni” si indicano innanzitutto le
fatti, dopo il regno di Teodosio, l’Impero appariva un orga- invasioni barbariche nel loro complesso, cioè quell’insieme
nismo solido, rafforzato dalle riforme di Diocleziano e di di fenomeni legati alla migrazione di popoli del iv-v secolo. I
Costantino e dall’unione con la Chiesa, che aveva immesso barbari da soli non avrebbero potuto causare il crollo dello Stato
nuove energie (intellettuali, ma anche sociali, economiche sia perché erano poco numerosi rispetto alla popolazione
ecc.) nelle strutture imperiali. Invece, nei settant’anni tra dell’Impero, sia perché non possedevano né la tecnologia, né
le prime massicce invasioni (quelle del 406) e la deposizio- le strutture politiche e militari per distruggere uno Stato 195
ne di Romolo Augustolo (476), l’Impero d’Occidente sembrò così solido: potevano certo vincere una battaglia, devastare una
letteralmente sfasciarsi, crollare su se stesso, cedendo di regione, uccidere un imperatore, esigere tributi, ma non provo-

CAPITOLO 8. Le migrazioni e il crollo dell’Occidente


fronte alla spinta dei barbari. care la caduta dell’Impero nel suo complesso. Le invasioni però
Gli storici si sono a lungo interrogati sul “mistero” di contribuirono alla caduta di un organismo che, a dispetto
questo rapido sfaldamento di uno Stato che aveva conosciu- delle riforme del iii e iv secolo, era in realtà piuttosto fragile.
to crisi apparentemente più gravi nei secoli precedenti, riu- Non bisogna peraltro dimenticare che i barbari erano spinti
scendo sempre a superarle con successo. E, in effetti, la parte dalla disperazione (poiché gli Unni premevano alle loro spalle)
orientale dell’Impero non rimase estranea alla crisi, ma e che l’Impero aveva scarse capacità di reazione, proprio perché
riuscì ad affrontarla e a restare in vita per quasi mille anni l’esercito si basava ormai in buona parte su truppe mercena-
ancora. Che cosa provocò dunque il crollo dell’Occidente? rie e ausiliarie barbariche, non molto disposte a sacrificarsi
La caduta dell’Impero romano d’Occidente (su ciò gli per combattere contro il proprio popolo. L’Impero d’Oriente,
storici sono ormai concordi) fu dovuta a un insieme di fat- inoltre, contribuiva all’indebolimento della controparte occi-
tori, alcuni esterni, altri interni. dentale, per allontanare i barbari dalle proprie frontiere.

◀ Area del foro


romano di Aquileia,
ii-iii secolo d.C.

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■ Le cause interne ■ L’Italia di Odoacre
A dispetto delle apparenze, l’Impero romano d’Occidente Odoacre,l’uomo che aveva deposto Romolo Augustolo,condus-
era un organismo fragile. Lo era innanzitutto per ragio- se una politica efficace, che rivelava la sua abilità di statista.
ni economiche e sociali: il sistema economico fondato All’interno, la decisione più importante (che seguiva
sullo schiavismo, come abbiamo già osservato, era sostan- un’abitudine invalsa nei regni romano-barbarici) consi-
zialmente finito nel iii secolo; le riforme di Diocleziano e stette nel suddividere tutte le grandi proprietà terrie-
Costantino avevano irrigidito la società, vietando ai con- re in tre parti: una parte veniva lasciata al proprietario,
tadini di abbandonare la terra e agli artigiani di cambiare una parte veniva requisita a favore dei nuovi dominatori e
196 professione, ma non avevano potuto impedire che l’infla- una parte era divisa fra i coloni, che diventavano così pic-
zione continuasse a crescere e che i commerci ne soffris- coli proprietari. Questi ultimi erano quindi grati al nuovo
sero profondamente. L’Occidente si era quindi impoverito, sovrano e costituivano la base del suo consenso popolare.
sezione 2. La fine del mondo antico

molto più dell’Oriente, e aveva perso la capacità (che invece Per quanto riguarda la politica estera, Odoacre estese
aveva ancora nel iii secolo) di reagire di fronte a una crisi. il suo potere fino alla Dalmazia e alla Sicilia. I rapporti con
Non bisogna infine trascurare la crisi spirituale che l’Impero d’Oriente, inizialmente buoni a causa del gesto di
l’Impero attraversò nel iv e v secolo: se oggi appare diffici- simbolica sottomissione compiuto dal re appena dopo aver
le concordare con lo storico inglese Edward Gibbon, che nel preso il potere, si guastarono pochi anni dopo. L’imperatore
Settecento accusava apertamente il cristianesimo di aver Zenone colse infatti l’occasione per risolvere due problemi
provocato la caduta di Roma, è certo però che la diffusio- in un colpo solo: il primo era la presenza degli Ostrogoti
ne del cristianesimo fu lo specchio di una crisi spirituale che devastavano i Balcani, il secondo era l’arianesimo di
che ebbe gravi conseguenze politiche: la certezza di in- Odoacre, che rifiutava di applicare le leggi di Zenone a fa-
carnare il culmine della civiltà, di essere intrinsecamente vore dei cattolici. Zenone patteggiò con Teoderico, re degli
superiori agli altri popoli e di far parte di un organismo de- Ostrogoti, e lo spedì in Italia come suo rappresentante a far
stinato a durare in eterno era a poco a poco venuta meno. guerra all’“usurpatore” Odoacre. Nel giro di cinque anni,
La diffusione della corruzione, la tendenza delle province a tra il 489 e il 493, Teoderico eliminò il rivale. Il re degli
ribellarsi, la facilità con cui le legioni nominavano impera- Ostrogoti divenne così il secondo re d’Italia.
tori e gettavano lo Stato nel caos della guerra civile – tutto
questo era sintomo di una crisi di identità che si manife-
tweet Omicidio regale
stava nell’adesione massiccia ai culti orientali o misterici e Dopo aver sconfitto Odoacre in battaglia, Teoderico lo uccise con
nell’abbandono dei riti e delle credenze tradizionali. le proprie mani a tradimento, accoltellandolo a Ravenna, durante
Nel complesso, l’Impero d’Occidente era quindi in una un banchetto convocato per festeggiare la pace tra i due.

condizione di debolezza: l’arrivo dei barbari mise in luce


questa debolezza e provocò lo scossone sufficiente a far
crollare un organismo che già si reggeva con difficoltà.
i protagonisti della storia
▼ Thomas Cuture, I Romani della decadenza, 1847, Parigi, Musée d’Orsay.

Odoacre
Odoacre, l’uomo che aveva
deposto Romolo Augustolo, è
un personaggio di cui sappia-
mo poco. Era senza dubbio un
barbaro, ma il popolo a cui ap-
parteneva è incerto; ed era nel
contempo un generale romano,
esperto non solo di tecnica mi-
litare, ma anche di politica e di-
plomazia. Lo rivela la decisione
di inviare le insegne imperiali
a Costantinopoli, proponendosi
come re d’Italia in nome dell’im-
peratore d’Oriente, e non come
imperatore d’Occidente.

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■ Il regno di Teoderico nel 526. Nel 526 anche Teoderico moriva, lasciando il tro-
no al nipote ancora bambino, sotto la reggenza della figlia
Teoderico continuò la politica di collaborazione tra Amalasunta (e di Cassiodoro, sopravvissuto all’epurazione
Romani e barbari iniziata da Odoacre: l’esiguo numero e destinato a svolgere ancora incarichi importanti). Per gli
di Ostrogoti rendeva infatti impossibile fare a meno della Ostrogoti si avvicinava rapidamente la fine.
classe dirigente romana, che fu peraltro esautorata da ogni
compito militare e difensivo. Questa politica di collabo- ▼ Il mausoleo di Teoderico a Ravenna.
razione diede frutti notevoli: all’epoca di Teoderico risale
infatti l’ultima fioritura della cultura latina, con le ope-
re dello storico Cassiodoro, del senatore Quinto Aurelio 197
Simmaco e soprattutto del poeta e filosofo Severino
Boezio.

CAPITOLO 8. Le migrazioni e il crollo dell’Occidente


L’atteggiamento di Teoderico cambiò improvvisamen-
te poco dopo il 520, quando il nuovo imperatore d’Oriente,
Giustino, diede inizio a una violenta campagna antiariana
e quindi, indirettamente, antigota. Alla corte di Ravenna
fu scoperta una congiura e Teoderico si convinse che i
Romani complottavano contro di lui, sostenuti dall’Impero
d’Oriente, per riportare l’Italia sotto il governo imperiale.
Nel 525 il papa Giovanni I fu costretto a recarsi a
Costantinopoli per proporre una mediazione, ma tornò
a mani vuote e fu fatto morire in carcere. Anche Boezio
e Simmaco furono giustiziati, rispettivamente nel 525 e

tweet La morte di Teoderico


Secondo una leggenda, il sovrano morì durante una partita di
caccia, trascinato dal cavallo dentro al cratere dell’Etna. Secondo
un’altra, morì invece nella vasca di porfido all’interno del suo
mausoleo colpito da un fulmine che lasciò nella cupola dell’edificio
una crepa a forma di croce.

AREA TUTOR — Facciamo il punto!


1 Verifica le CONOSCENZE 2 Definisci il LESSICO ESSENZIALE
➀ Quando finisce tradizionalmente ➀ Insegne imperiali
l’Impero d’Occidente? ➁ Regno romano-barbarico
➁ Che cosa fece Odoacre dopo ➂ Truppe mercenarie
aver assunto il potere?
➂ Perché l’Impero d’Oriente aiutò 3 Acquisisci le COMPETENZE
Teoderico a conquistare l’Italia? Dal testo allo schema
➃ Quali erano le caratteristiche dei Sintetizza in uno schema le cause che portarono al crollo dell’Impero
Vandali rispetto agli altri Germani d’Occidente, distinguendo (come nel testo) cause interne e cause esterne.
invasori?
➄ Quali scelte favorirono il regno
dei Franchi rispetto agli altri?
➅ Dove si stanziarono i Visigoti?
➆ Che cosa accadde negli ultimi
anni di regno di Teoderico?

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Area STUDIO

A Gli eventi nel tempo


Le migrazioni di popoli
• prima metà del iv secolo d.C. Migrazione degli Unni
• 376 d.C. I Goti si insediano a sud del Danubio; diventano foederati dell’Impero
• 378 d.C. Battaglia di Adrianopoli
198 • 395 d.C. Morte di Teodosio II
• 402 d.C. Trasferimento della capitale da Milano a Ravenna
• 406 d.C. Vandali, Alani e Svevi oltrepassano il Reno e si stanziano in Gallia e in Spagna
sezione 2. La fine del mondo antico

• 408 d.C. Morte di Stilicone


• 410 d.C. Sacco di Roma da parte di Alarico. Gli Svevi si stabiliscono in Galizia
• 442 d.C. I Vandali di Genserico fondano il loro regno in Africa settentrionale
• 451 d.C. Gli Unni invadono la Gallia, ma sono fermati dal generale Ezio ai Campi Catalaunici
• 453 d.C. Morte di Attila e fine della potenza unna
• 455 d.C. Sacco di Roma da parte dei Vandali di Genserico
• 476 d.C. Odoacre depone Romolo Augustolo: fine dell’Impero romano d’Occidente
• 477 d.C. Morte di Genserico e inizio della decadenza dei Vandali
• 489-493 d.C. Guerra di Teoderico contro Odoacre: nasce il regno degli Ostrogoti con capitale Ravenna
• 523 d.C. Teoderico fa imprigionare Boezio; cambio di politica
• 526 d.C. Morte di Teoderico

B In sintesi
➀ Roma e i barbari fino al iii secolo terrorizzati dagli Unni, premettero con forza alle frontiere
→ I popoli che minacciavano i confini dell’Impero romano dell’Impero romano. I Goti ottennero di potersi stanziare a
erano i Parti a oriente e i Germani lungo il confine segnato sud del Danubio, ma poi entrarono in conflitto con l’Impe-
dal Reno e dal Danubio. I Parti erano eredi di un’antica civiltà; ro d’Oriente e nel 378 sconfissero l’esercito romano nella
i Germani erano invece molto più arretrati culturalmente e battaglia di Adrianopoli. Teodosio, diventato imperatore
politicamente. d’Oriente, mise in atto politiche volte a integrare i Goti nel
→ Il termine “Germani” si riferisce a un insieme di popo- sistema politico romano.
lazioni molto diverse tra loro. Alla base della società ger- → Mentre in Oriente la situazione migliorava, l’Occidente
manica c’era la sippe (clan), un gruppo familiare allargato. fu invaso: tra il 406 e il 408 i Germani superarono il Reno.
Le varie sippe si univano in momenti particolari, ma non Il generale Stilicone si trovò a fronteggiare l’invasione dei
costituivano uno Stato unitario. L’economia era fondata Goti, guidati da Alarico. Quando Stilicone fu giustiziato,
sull’allevamento, mentre agricoltura e commercio erano Alarico ne approfittò per devastare l’Italia e saccheggia-
poco praticati. I rapporti fra Romani e Germani erano stati re Roma. Anche i Vandali penetrarono in Gallia nel 406,
spesso conflittuali; l’Impero non aveva interesse a espan- poi scesero in Spagna, dove rimasero vent’anni. Il loro re
dersi nei territori dei Germani, mentre i Germani erano Genserico decise di abbandonare la Spagna ai Visigoti e
attratti dal mondo romano. di trasferirsi in Africa, creando un regno. La sua politica
Nel iii secolo, i Germani superarono il limes. L’Impero reagì in alternava razzie (come il sacco di Roma del 455) e accor-
parte combattendo per difendere i confini, in parte pagando di con l’Impero. Il suo regno rimase però fragile, perché i
tributi per mantenere la pace con i vicini, in parte conceden- Vandali non si romanizzarono e furono rapidamente scon-
do ai Germani lo status di alleati. fitti dall’Impero d’Oriente.
→ Anche Attila, re degli Unni, riuscì a creare un vasto re-
➁ Le grandi migrazioni gno, ma non a penetrare profondamente nei territori ro-
→ Nella prima metà del secolo, gli Unni dalle steppe
iv mani. La sua avanzata fu fermata dal generale Flavio Ezio
dell’Asia centrale si spostarono verso l’Europa. I Germani, nella battaglia dei Campi Catalaunici (451).

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Area STUDIO
➂ Il crollo dell’Occidente potere politico e militare alla piccola minoranza germani-
e i regni romano-barbarici ca. In Italia, dopo il 476, Odoacre ampliò i confini e organiz-
→ Tradizionalmente la fine dell’Impero romano d’Occiden- zò il regno, suddividendo la proprietà terriera. Malgrado
te è fatta coincidere con l’anno 476, quando il capo bar- avesse fatto atto di sottomissione all’Impero d’Oriente,
baro Odoacre depose Romolo Augustolo. Mentre l’Impero ben presto entrò in urto con l’imperatore Zenone e fu
d’Oriente superava la crisi, quello d’Occidente crollò per sconfitto dall’alleato di quest’ultimo, Teoderico, re degli
un insieme di fattori. Il fattore esterno più importante fu Ostrogoti, che diventò re d’Italia. 199
l’invasione dei Germani. Altri fattori furono la fragilità → Teoderico favorì a lungo la collaborazione tra Romani
economica e sociale (crisi del sistema schiavistico, infla- e barbari e le attività artistiche e culturali. Dopo il 520,

CAPITOLO 8. Le migrazioni e il crollo dell’Occidente


zione, impoverimento generale). però, l’atteggiamento cambiò perché Teoderico temeva
→ Man mano che si insediavano nei territori dell’Impero, che l’Impero d’Oriente tentasse di riconquistare l’Italia. La
i barbari crearono organismi politici autonomi. Essi con- politica di collaborazione ebbe fine e riemersero forti con-
servarono l’apparato burocratico imperiale e tentarono trasti fra barbari e Romani.
di collaborare con le classi dirigenti romane, riservando il

C Mappa dei concetti

fino al iii secolo


• società tribale organizzata in clan
• seminomadi con economia povera
germani
i Romani reagiscono con tre strategie

• demografica (accolgono dentro i confini i


barbari come foederati)
• economica (pagamento tributo ai Germani)
• militare (esercito romano più organizzato)
IV secolo
• migrano da Europa centrale
Unni • spingono altri popoli dentro confini romani

goti ottengono di stanziarsi sotto il Danubio

battaglia di Adrianopoli
V secolo

BURGUNDI, vandali, oltrepassano il Reno


alani, svevi
azione militare di Stilicone ed Ezio ostacolata
da conflitti interni

formazione dei regni caduta dell’Impero


romano-barbarici d’Occidente

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Area attività

D Conoscenze e abilità

1 spazio Inserisci sulla carta i nomi dei sei Juti


Danesi
regni romano-barbarici più importanti. Britanni Angli Angli
O ceano Sassoni Frisi
Sassoni i
Atl anti co a v
S l
200 Turingi
P o p o l
i

2 tempo Completa la tabella indicando gli Alemanni


Bavari
Longobardi
eventi corrispondenti alle date elencate nella Gepidi
sezione 2. La fine del mondo antico

colonna di sinistra. M ar N e ro

Toledo
1
Roma Costantinopoli

Data Evento IMPERO D’ORIENTE


Antiochia
Atene
378
410 Mare Mediterraneo

455
476

3 lessico Spiega quale differenza c’è fra le espressioni elencate.

➀ Invasioni barbariche e migrazione di popoli: 





➁ Regni romano-barbarici e regni latino-germanici: 




4 concetti e connessioni Traccia un breve ritratto di ciascun personaggio, ricostruendo con l’aiuto del testo ed
eventualmente di una buona enciclopedia le vicende di cui sono stati protagonisti.

➀ Stilicone: 



➁ Attila: 



➂ Teodorico: 




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Area attività
5 concetti e connessioni Spiega il fenomeno qui di seguito 6 eventi Analizzando la biografia
schematizzato. di Galla Placidia (vedi p. 190), quali
considerazioni emergono sul ruolo
Spostamenti Migrazione dei Crollo dell’Impero
delle donne nell’Impero del v secolo?
degli Unni popoli germanici d’Occidente

8 concetti e connessioni Completa la tabella relativa alle cause che 7 eventi Esponi brevemente le 201
portarono al crollo dell’Impero romano d’Occidente. scelte che caratterizzarono la politica
di Teoderico, distinguendo:

CAPITOLO 8. Le migrazioni e il crollo dell’Occidente


Cause esterne Cause interne → rapporti con i Romani
→ rapporti con l’Impero d’Oriente

E Competenze
9 PROGETTAZIONE Usando gli strumenti messi a
disposizione dalla rete, organizza un viaggio di
l i risultati del tuo lavoro. Ti indichiamo alcuni degli
argomenti su cui concentrare l’attenzione:
istruzione ad Aquileia, che prima della conquista da → epoca di realizzazione;
parte di Attila era una delle città più grandi e importanti → materiali;
dell’Impero, spiegando in maniera schematica: → funzione dell’oggetto;
→ i mezzi e il percorso migliore per raggiungerla; → personaggi rappresentati;
→ le tappe fondamentali della storia cittadina dalle origini → oggetti e loro caratteristiche;
al v secolo; → stile e altre osservazioni.
→ quali monumenti dell’epoca romana meritano la visita Il dittico di Stilicone, Monza, Museo del Tesoro del
e perché. Duomo.

10 scrittura Severino Boezio è stato uno degli


intellettuali più importanti del v-vi secolo e con la
l
sua opera ha influenzato profondamente gran parte
della cultura medievale. Svolgi una ricerca su di lui,
concentrando l’attenzione su
→ la vita e le opere;
→ le caratteristiche della Consolazione della filosofia;
→ il “canone” delle arti liberali e la sua importanza.
Esponi i risultati della tua ricerca in una relazione scritta.

11 RICERCA E PROGETTAZIONE Il dittico di Stilicone è


uno dei capolavori dell’arte tardo-antica. Svolgi una rapida
ricerca in rete ed esponi in un documento PowerPoint

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sezione 3

L’Alto Medioevo
I TEMPI DELLA STORIA GLI SPAZI DELLA GEOGRAFIA
202
Nel corso del vii secolo l’unità politica e culturale che Nell’età antica e tardo-antica il Mediterraneo era stato
fino al v secolo era stata garantita dalle istituzioni il centro della civiltà e della storia; dal vii-viii secolo
imperiali romane viene distrutta, dopo i colpi delle il Mediterraneo è ormai uno spazio diviso dal punto
invasioni barbariche, dall’avvento di una civiltà nuova, di vista politico e culturale in tre mondi separati:
quella musulmana. L’Europa occidentale, dopo un lungo il mondo bizantino, il mondo islamico, l’Europa
periodo d’insicurezza, carestie, spopolamento, a partire occidentale. A est il mondo assiste alla straordinaria
dall’viii secolo incomincia un lento processo di rinascita, espansione araba, che sarebbe giunta fino alla Spagna e
legato alle figure di due grandi sovrani: Carlo Magno, che alla Sicilia. A ovest l’Europa inizia un faticoso processo
nell’800 rifonda l’Impero e riorganizza la società sulla di ripresa che, secoli dopo, darà a quella regione il volto
base di rapporti vassallatici; e Ottone I di Sassonia, che un che in larga misura la caratterizza ancora oggi.
secolo e mezzo più tardi crea un forte organismo politico
sottomettendo il papato e l’aristocrazia terriera.

9 L’Impero bizantino
• l’Impero d’Oriente
A L’Europa e il Medio Oriente

• Giustiniano e la restaurazione dell’Impero


• l’Impero bizantino dal vii all’xi secolo B La globalizzazione. Il mondo in rete

• la civiltà bizantina
C I flussi migratori ieri e oggi

10 La civiltà araba
• gli Arabi prima di Maometto D La geografia della povertà oggi
• Maometto, il profeta dell’islam
• l’espansione dell’islam
• la società e la cultura araba E I conflitti del XXI secolo

11 I LONGOBARDI IN ITALIA
• l’Italia longobarda
• la fine del regno longobardo

12 L’Impero carolingio
• il regno dei Franchi
• le guerre di Carlo Magno
• l’economia carolingia Regno Benedetto da
di Teoderico Norcia detta Vita di
• la rinascita culturale in Italia la sua regola Maometto

13
570 circa
Dai Carolingi ai Sassoni 476 493-526 527-565 529 568 – 632 632-661

• la crisi dell’Impero carolingio


Caduta Regno di I Longobardi Califfato
• il Sacro romano impero germanico dell’Impero Giustiniano I penetrano elettivo
• gli ultimi invasori: Saraceni, Normanni, Ungari romano a Bisanzio in Italia
• l’età feudale d’Occidente

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203

Pipino il Breve
depone l’ultimo re Prime spedizioni
merovingio e dà normanne in
Califfato Battaglia inizio a una nuova Inghilterra Prime incursioni Fine della dinastia
omayyade di Poitiers dinastia e Irlanda degli Ungari carolingia

2-661 661-750 726-842 732 750- 751 774 793 800-814 862 877 887 936-973
1285

iffato Periodo delle Califfato Fine del dominio Carlo Magno, Capitolare di Quierzy: Ottone I
ttivo lotte iconoclaste abbaside longobardo in imperatore del viene sancita il Grande,
nell’Impero Italia Sacro romano l’ereditarietà re di Germania,
bizantino impero dei feudi maggiori d’Italia e imperatore
(dal 962)

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CAPITOLO 9
L’Impero
204
bizantino
In passato [...] i patrizi s’inchinavano davanti a lui (all’imperatore) fino all’altezza della mammella destra, e l’imperatore, al momen-
sezione 3. L’Alto Medioevo

to del congedo, dava loro un bacio sulla fronte; tutti gli altri piegavano il ginocchio destro dinanzi all’imperatore e si ritiravano. Non
usava rendere questi atti di omaggio all’imperatrice, ma ora, nell’entrare al cospetto di Giustiniano e di Teodora, tanto i patrizi, quanto
i non patrizi, si prosternavano subito a faccia in giù sul pavimento sostenendosi sulle mani e sulle punte dei piedi, baciavano il piede al
Sovrano e alla Sovrana, e poi si rialzavano.
— Procopio di Cesarea, Historia arcana, XXX; trad. A. Cutolo

Chiave di lettura

Una nuova civiltà


Mentre la parte occidentale dell’Impero romano si
dissolve e lascia il posto a nuove formazioni politi-
che, la parte orientale conserva la propria unità e
la propria solidità economica. Nella prima metà del
vi secolo, il grandioso progetto di Giustiniano, che
mira a riconquistare i territori perduti e a riunificare
il Mediterraneo, si risolve tuttavia in un sostanzia-
le fallimento. Esso ha due conseguenze importanti:
l’Italia uscirà devastata da un ventennio di guerre e
affronterà il momento più difficile, dal punto di vista
sociale ed economico, della sua lunga decadenza; e
l’Impero orientale stesso dovrà prendere atto di es-
sere ormai altra cosa dall’Impero romano dei seco-
li precedenti. Dopo Giustiniano si può apertamente
parlare di una nuova civiltà, quella bizantina, che
eredita certi elementi di quella greca e di quella ro-
mana, ma si presenta con tratti suoi propri e si ap-
presta a vivere una storia quasi millenaria.

una nuova fase storica


L’imperatore Giustiniano, nel vi secolo, sognò la restaurazione
dell’Impero romano. Particolare di un dittico raffigurante Giustiniano a
cavallo, vi secolo, Parigi, Museo del Louvre.

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1. L’Impero d’Oriente

■ Un diverso destino ■  n’economia fiorente


U
e un esercito forte
Nei primi secoli dell’era cristiana, mentre l’Impero roma- 205
no d’Occidente viveva una lunga e drammatica agonia, Grazie alla sua posizione geografica, che gli assicurò per
l’Impero d’Oriente (successivamente definito bizantino) secoli il controllo quasi esclusivo dei traffici con l’Asia, a

CAPITOLO 9. L’Impero bizantino


restava la parte più ricca e dinamica del vasto mondo partire dal iv secolo il mondo romano orientale conobbe una
romano. Nel 476, quando il generale germanico Odoacre crescente prosperità economica. Conseguenze del benessere
depose Romolo Augustolo, segnando la fine dell’Impero furono in primo luogo un forte incremento demografico
d’Occidente, la parte orientale continuò dunque a vivere: (laddove nella parte occidentale dell’Impero la popolazione
la sua storia sarebbe durata per altri mille anni, fra alterne
vicende, fino al 1453, quando i Turchi ottomani conquista- MEMO LESSICO
rono Costantinopoli, scrivendo così l’ultima e definitiva
pagina di una storia iniziata sui colli lungo il Tevere nel- Bizantino
l’viii secolo a.C. L’Impero romano d’Oriente, dopo il 476, è chiamato dagli storici
“bizantino”, dal nome di Bisanzio, la città greca che si trovava nel
Come mai l’Impero d’Oriente non seguì il destino di luogo in cui successivamente Costantino il Grande fece costruire
quello occidentale? Per quali ragioni esso poté resistere e Costantinopoli. I Bizantini definivano se stessi “Romani”, in quanto
eredi dell’Impero, o “Greci”, in quanto eredi della cultura e della
prosperare per altri mille anni? E quali furono i problemi lingua greche.
che dovette affrontare?

l’IMPERO ROMANO D’ORIENTE E D’OCCIDENTE NEL 476

Pitti
Mare
del
Juti
Scoti
Nord
Danesi
Britanni Angli
Angli
Sassoni
Juti Frisi
Sassoni
Oceano
Franchi
Atlantico Britanni DOMINIO Turingi
DI SIAGRO Bavari Longobardi
Alamanni
Rugi Eruli
REGNO Sciri
DEI
I

REGNO Catabri
OT

BURGUNDI
Gepidi
DEI SUEBI Vasconi DOMINIO
IG

I DI Mar Nero
S

V Ostrogoti
Toledo I ODOACRE
DE
NO
REG Roma Costantinopoli

REGNO I M P E R O D ’ O R I E N T E
DEI
Antiochia
Atene
VANDALI

Mare Mediterraneo

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andava diminuendo) e in secondo luogo una straordinaria Un ulteriore fattore che garantì all’Impero d’Oriente
vivacità della vita urbana (mentre nella parte occidentale una solidità maggiore di quello occidentale fu il rapporto
le città tendevano a spopolarsi a favore delle campagne). con la Chiesa. Fin dai tempi di Costantino, l’imperatore si
Grazie alla fiorente economia, lo Stato poté inoltre at- era infatti garantito la sottomissione della Chiesa, arro-
tuare una efficace politica di prelievo fiscale, che garan- gandosi il diritto di convocare i concili e di nominare i pa-
tì sempre un costante afflusso di denaro nelle sue casse. triarchi. Questa forma di cesaropapismo rendeva di fatto
Mentre nella parte occidentale dell’Impero l’economia la Chiesa un utile strumento di coesione politica e sociale,
tendeva sempre di più a basarsi sul baratto e sullo scam- laddove in Occidente i frequenti conflitti tra autorità poli-
bio in natura, nella parte orientale essa restò un’economia tica e autorità religiosa contribuivano a indebolire il potere
206 prevalentemente monetaria, ossia basata sul denaro. imperiale.
Abbondanza di popolazione e abbondanza di denaro, a
loro volta, garantirono all’Impero d’Oriente un esercito
Istituzioni romane, cultura greca,
sezione 3. L’Alto Medioevo

forte: i soldati non dovevano infatti essere reclutati tra i ■


barbari se non in scarsa misura, e potevano essere pagati religione cristiana
direttamente dallo Stato, cosa che fece del mestiere del sol-
dato una professione altamente ambita e rispettata. L’Impero d’Oriente si caratterizzava dunque, all’inizio del
vi secolo, per tre elementi fondamentali: la continuità
con le istituzioni romane, la tradizione culturale greca e il
■ I rapporti con i barbari cristianesimo. Osserviamoli più analiticamente:
e con la Chiesa 1. L’Impero romano d’Oriente si reggeva su una
struttura amministrativa che era ancora quella pro-
Dopo la grave crisi del iv secolo, culminata con la battaglia pria dell’Impero romano, stabilita da Diocleziano e
di Adrianopoli (378), l’Impero d’Oriente era riuscito a con- perfezionata da Costantino dopo la grande crisi del iii
trollare la pressione dei barbari alle frontiere in maniera
molto efficace, da un lato pagando loro dei tributi, affin- ▼ Leone il Saggio ascolta le parole del patriarca di Costantinopoli,
ché evitassero scorrerie e aggressioni, dall’altro cercando manoscritto, xvi secolo, Palermo, Biblioteca Comunale.
di non “imbarbarire” il proprio esercito con l’introduzio-
ne di mercenari, evidentemente poco affidabili in caso di
scontro con le popolazioni da cui essi stessi provenivano.
Nel v secolo, il crollo dell’Impero d’Occidente e il con-
seguente spostamento delle popolazioni germaniche verso
ovest rappresentarono un grande vantaggio per la parte
orientale perché la pressione sulla frontiera danubiana
diminuì progressivamente.

MEMO LESSICO

Patriarca
Dal termine latino pater, “padre”, era il titolo riservato ai vescovi
delle diocesi più importanti; nell’Impero d’Oriente erano quattro:
Costantinopoli, Gerusalemme, Antiochia e Alessandria d’Egitto.

LE DOMANDE DELLA STORIA


Quali monete si usavano nel vi secolo?
Per tutto il Medioevo, la moneta d’oro più utiliz-
zata nel commercio internazionale fu il solidus (in
greco nómisma, conosciuto in Occidente anche come
“bisante”), coniato per la prima volta dall’imperatore Costantino e
contenente 4,48 grammi d’oro. A partire dal vii secolo si diffuse an-
che il dinar arabo, contenente 4,25 grammi d’oro.

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secolo. I fondamenti di questa struttura erano da una ■ I problemi aperti
parte il potere autocratico dell’imperatore, centro da
cui emanava ogni autorità, dall’altra la presenza di una Il fatto che l’Impero d’Orientale godesse di una situazione
forte burocrazia, che permetteva al potere centrale di favorevole non significa, naturalmente, che non dovesse
controllare tutto lo Stato, fino all’estrema periferia. Per affrontare alcuni gravi problemi. In qualche caso, anzi,
consolidare il potere imperiale, Diocleziano e Costantino proprio quelli che abbiamo ricordato come punti di forza
avevano indebolito in maniera drastica il ruolo del se- nascondevano un elemento di debolezza destinato a rive-
nato e delle altre istituzioni risalenti alla Roma repub- larsi con il tempo.
blicana e separato nettamente il potere militare da 1. Un primo problema
tweet Dalla regione
quello civile, per evitare ogni accumulo di cariche. Il era legato al rapporto con del Volga 207
territorio dell’Impero, tradizionalmente diviso in pro- i barbari che premevano I Bulgari devono il loro nome
vince, aveva mantenuto questa divisione, anche se le sulla debole frontiera da- al fiume Volga (anticamente
Bolga). Essi erano infatti

CAPITOLO 9. L’Impero bizantino


province erano enormemente aumentate di numero. nubiana. Se è vero che nel originari di quella regione.
Più province costituivano una diocesi; le diocesi a loro v secolo le popolazioni ger-
volta erano raggruppate in prefetture; si otteneva così maniche avevano distolto la
una struttura piramidale. loro attenzione dall’Impero, rivolgendola verso occidente,
2. La lingua ufficiale dell’Impero bizantino rimase il il loro posto fu preso ben presto da altri e più bellicosi po-
latino fino al 610, quando l’imperatore Eraclio decise di poli, come gli Slavi, gli Àvari (una popolazione di stirpe tur-
passare al greco. La cultura dei Bizantini era però già ca, imparentata con gli Unni) e i Bulgari, che invasero a più
in precedenza di tradizione greca, sia per ovvie ragioni riprese la penisola balcanica.
geografiche (il greco era da sempre la lingua più par- 2. Un secondo problema era legato al tradizionale conflit-
lata nell’Impero romano d’Oriente), sia per la maggior to con l’Impero persiano, che sotto la dinastia sasanide si
vitalità della cultura greca in ambito letterario, filo- era riorganizzato e insidiava Costantinopoli da est. La minac-
sofico e scientifico, sia infine perché l’adesione alla tra- cia fu inizialmente controllata tramite fragili accordi di pace,
dizione greca fu sempre un elemento di identità forte ma nel vii secolo i Sasanidi impegnarono i Bizantini in una
per i Bizantini, in quanto consentiva loro (continuando terribile guerra che lasciò entrambi gli imperi indeboliti nel
a chiamarsi “Romani”) di distinguersi dai Romani im- momento in cui dovevano affrontare l’espansione degli Arabi.
barbariti dell’Occidente (detti “Latini”, con una punta di 3. Un terzo problema era legato al prelievo fiscale: l’ot-
disprezzo). tima organizzazione burocratica dell’Impero non poteva
3. Il terzo elemento caratteristico dell’Impero bizanti- eliminare i casi di corruzione, che danneggiavano l’erario
no era l’adesione alla religione cristiana. Dal 380, come e costringevano lo Stato a vessare le classi meno abbien-
abbiamo detto, essa era diventata religione di Stato, unica ti. La riduzione dei contadini in condizioni di miseria e
e obbligatoria per tutti i sudditi. Ciò non impedì tuttavia la
nascita di profondi conflitti tra gli ortodossi e i seguaci
di varie correnti religiose considerate eretiche. MEMO LESSICO

Ortodossia
In greco significa “retta credenza”. Oggi indica le chiese cristiane
dell’Europa orientale, in contrapposizione alla Chiesa cattolica ro-
mana e a quelle protestanti. Nei primi secoli, il termine si riferiva
per schematizzare invece alla posizione teologica ufficiale e dominante, in contrappo-
sizione a quelle eretiche.
La struttura amministrativa dell’Impero bizantino
imperatore
MEMO DATE
prefetture
Le trasformazioni dell’Impero persiano
559 a.C. Impero persiano o achemenide
diocesi 331 a.C. Conquista di Alessandro Magno
323 a.C. Impero seleucide
247 a.C. Impero partico o arsacide
224 d.C. Impero sasanide
province 651 d.C. Conquista araba

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addirittura di semischiavitù rischiava di compromettere la per imporre le proprie decisioni anche alle chiese orientali;
solidità dell’esercito bizantino, fondato appunto sui contadi- dall’altro favoriva il diffondersi di eresie nelle province con
ni-soldati, i cosiddetti “stratioti”. Una delle ragioni per cui aspirazioni autonomiste, come la Siria e l’Egitto, che aderi-
molte popolazioni avrebbero accolto di buon grado la con- vano al cristianesimo monofisita: proprio nell’adesione
quista araba, nel vii secolo, fu proprio, come vedremo, la spe- a forme di cristianesimo diverse da quella ortodossa queste
ranza di sottrarsi all’eccessivo fiscalismo bizantino. province trovavano l’occasione per rivendicare una propria
4. Infine, un quarto e complesso problema era legato alla identità oppressa dal rigido centralismo del potere bizantino.
religione. La sottomissione della Chiesa da un lato rende-
va difficili i rapporti con il patriarca di Roma, il papa, che
208 rivendicava la propria autorità su tutti i cristiani e lottava
sezione 3. L’Alto Medioevo

LE DOMANDE DELLA STORIA


Che cosa sostenevano i monofisiti?
Il termine monofisita deriva dal greco mónos (“unico”) e phýsis (“na-
tura”): i seguaci dell’eresia monofisita sostenevano infatti che Gesù
non era nello stesso tempo uomo e Dio, ma solo Dio. Questa cre-
denza è ancor oggi sostenuta dai cristiani copti, numerosi in Egitto
e in Etiopia.

per schematizzare

Le debolezze dell’Impero bizantino


Politica estera Politica interna
• La frontiera danubiana • Tassazione eccessiva
• La frontiera persiana • Conflitti religiosi ▲ Piatto di provenienza sasanide decorato a sbalzo, vii secolo, Berlino,
Museo di Arte Islamica.

AREA TUTOR — Facciamo il punto!


1 Verifica le CONOSCENZE 2 Definisci il LESSICO ESSENZIALE
➀ Perché l’economia dell’Impero ➀ Ortodossia ➁ Bisante ➂ Diocesi ➃ Monofisita ➄ Economia monetaria
d’Oriente era più solida di quella
dell’Impero d’Occidente? 3 Acquisisci le COMPETENZE
➁ In che modo il crollo Dal testo allo schema
dell’Occidente favorì l’Oriente? Inserisci le frasi seguenti nello schema concettuale relativo alla condizione
➂ Che cosa caratterizzava i dell’Impero bizantino nel vi secolo. L’esercizio è avviato.
rapporti tra l’Impero bizantino e la A benessere economico

Chiesa? B esercito forte

➃ Com’era organizzato il C abbondanti entrate fiscali

territorio?
➄ Perché in Egitto e in Siria si controllo dei traffici verso oriente
diffuse l’eresia monofisita?
➅ Quali furono i rapporti tra 
Costantinopoli e il vicino Impero
sasanide? 
➆ Quali nuove popolazioni
minacciarono i confini danubiani

dell’Impero?

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2. Giustiniano e la restaurazione
dell’Impero
■ Il progetto politico misteriosa moglie Teodora, vissuta tra il 500 circa e il 548, 209
di Giustiniano e il più illustre giurista dell’età tardoantica, Triboniano
(500-542); e poi i due grandi generali a cui l’imperatore af-

CAPITOLO 9. L’Impero bizantino


Quando Giustiniano I giunse al potere, nel 527, l’Impero d’O- fidò il compito della riconquista territoriale vera e propria:
riente era in una condizione di relativa tranquillità: dopo mol- il giovane e impetuoso Belisario (500-565) e il più vecchio
ti decenni in cui la minaccia dei barbari aveva assorbito gran e cauto Narsete (478-574).
parte delle sue energie, esso poteva accingersi ora a nuove ini-
ziative, forte della sua solidità economica, politica e militare.
Il sogno perseguito da Giustiniano fu la restaurazione ■ L a politica religiosa
dell’Impero romano così com’era nei secoli prima della di Giustiniano
crisi tardoantica. Il principale obiettivo della sua azione
politica fu perciò la riconquista dei territori occidenta- Per attuare il suo piano di riconquista, Giustiniano aveva
li, perduti a causa delle invasioni barbariche. Per realizzar- bisogno innanzitutto di uno Stato ben organizzato e pacifi-
lo, Giustiniano sviluppò un’azione su più fronti, con una cato al suo interno. Il primo ambito in cui si esplicò la sua
molteplicità di interventi che lo resero protagonista di una azione fu perciò quello dei rapporti con la Chiesa cristia-
delle pagine più avvincenti e drammatiche della storia an- na. Appena diventato imperatore, Giustiniano si presentò
tica. L’imperatore si avvalse a questo scopo di alcuni impor- come un campione dell’ortodossia, contro ogni deviazio-
tanti e fedeli collaboratori: in primo luogo l’affascinante e ne eretica.

L’IMPERO ROMANO D’ORIENTE SOTTO GIUSTINIANO (527-565)

Frisi
Sassoni
Oceano
i
A tlan t i co Treviri
Turingi
l av
Parigi Popoli S Unni

REGNO Avari
Avari
Bordeaux DEI FRANCHI Longobardi Alani
Milano Gepidi Bulgari
Lione
Da
lm Mar Nero Lazica
Narbona Ravenna az
ia
REGNO DEI VISIGOTI
Barcellona
Roma Costantinopoli Armenia
Cordova Napoli Ankara
Tessalonica IMPERO PERSIANO
Cagliari
Tangeri SASANIDE
Efeso
Numidia Palermo Atene
Cartagine Antiochia

Africa Siria
Mare Mediterraneo Damasco
Palestina
Leptis Magna Cirene
Alessandria
Libia Gerusalemme

Impero romano d’Oriente


prima di Giustiniano
conquiste di Giustiniano

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Storia magazine
patrimonio culturale

L’ippodromo di Costantinopoli
210 Ai tempi di Giustiniano, il grandioso stadio di Costantinopoli era uno dei centri dell’attività
politica.
sezione 3. L’Alto Medioevo

L’ippodromo di Costantinopoli (usato I tifosi erano organizzati in fa- Dell’immenso edificio oggi restano
per le corse dei cavalli, ma non solo) zioni che avevano un significato solo alcune rovine, tra cui l’obelisco
sorgeva accanto al palazzo impe- non solo sportivo, ma anche po- e la caratteristica colonna tortile. I
riale ed era ad esso direttamente col- litico (le si potrebbe paragonare, quattro cavalli antichi che, all’epoca
legato da un passaggio che permet- sia pure con qualche forzatura, di Giustiniano, dominavano l’arena,
teva all’imperatore di recarvisi senza alle formazioni di ultras del calcio si trovano oggi a Venezia, sulla faccia-
lasciare la sua residenza. contemporaneo). ta di San Marco.

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In questo modo egli otteneva diversi risultati: da un insieme di opere noto come Corpus iuris civilis (“Opere di
lato si conquistava le simpatie della popolazione, che nel diritto civile”). Esso è diviso in quattro parti:
cuore dell’Impero era in maggioranza ortodossa; dall’altro • le Istituzioni (Institutiones), un manuale per gli stu-
si procurava un importante alleato in Occidente, e cioè il denti di diritto;
papa, il cui appoggio si sarebbe rivelato importante nel • il Digesto (Digesta), un’antologia delle opere giuridi-
corso delle successive guerre. A tal fine Giustiniano nel 529 che più importanti del passato;
chiuse l’Accademia di Atene, la prestigiosa scuola filosofica • il Codice (Codex iustinianeus), una raccolta di leggi;
fondata nel 387 a.C. da Platone, perché considerata un cen- • le Novelle costituzioni (Novellae constitutiones), cioè
tro di diffusione del paganesimo. Giustiniano riuscì, d’altro le nuove leggi emanate da Giustiniano dopo la pubbli-
canto, a non inimicarsi le regioni in cui era diffusa l’eresia cazione del Codice. 211
monofisita, ovvero la Siria e l’Egitto, perché l’imperatrice Le prime tre opere erano in latino, l’ultima in greco; le
Teodora era monofisita e ogniqualvolta si verificavano prime si conclusero nel 533, l’ultima ovviamente proseguì

CAPITOLO 9. L’Impero bizantino


tensioni interveniva con qualche concessione (ufficial- fino alla morte di Giustiniano.
mente all’insaputa del marito) per placare le minoranze
offese. tweet Il diritto romano
Il Corpus iuris civilis fu riscoperto in Europa nel xii secolo ed è ancor
oggi alla base del diritto nei paesi di tradizione neolatina come
l’Italia e la Francia.
■ La rivolta di Nika
Sempre nell’ottica della restauratio imperii, Giustiniano ■ Le riconquiste in Africa
propugnò l’unità politica interna secondo il modello
dell’autocrazia. Con abilità e spregiudicatezza, appro- Mentre riorganizzava e pacificava l’Impero al suo inter-
fittò pertanto di una grave rivolta, nata nella capitale, no, Giustiniano doveva preoccuparsi di creare anche le
nel cuore stesso dell’Impero, per stroncare ogni opposi- condizioni internazionali favorevoli al suo piano di ricon-
zione interna. La rivolta ebbe come epicentro l’ippodro- quista. Per avere mano libera in Occidente, doveva infatti
mo di Costantinopoli, dove si fronteggiavano tradizio- concludere un trattato di pace con l’Impero persiano
nalmente due fazioni organizzate di tifosi, di fatto due dei Sasanidi, in maniera da poter sguarnire le frontiere
partiti politici, i Verdi (gli aristocratici) e gli Azzurri (i orientali.
popolari). Nell’anno 532 (lo stesso della rivolta di Nika) fu sti-
Nel gennaio del 532, dopo una serie di disordini, l’im- pulata la “pace eterna” con cui Costantinopoli si impe-
peratore intervenne con mano pesante. Le due fazioni, gnava a versare ai Sasanidi un ingente tributo. Forte di
momentaneamente alleate, si ribellarono e per sei giorni questo trattato di pace, nel 534 Giustiniano incaricò il fe-
devastarono la città. La rivolta prese il nome dal grido Níka! dele Belisario di attaccare il regno dei Vandali in Africa
(“Vinci!”) che i tifosi usavano per incitare i loro beniamini settentrionale.
nell’ippodromo. Al culmine della rivolta, Giustiniano fu co- I Bizantini vinsero facilmente sia per la superiorità
stretto a barricarsi nel palazzo imperiale, difeso da Narsete, delle loro forze, sia per l’indubbia genialità strategica
dove attese l’arrivo del giovane generale Belisario, allora di Belisario, sia infine per l’appoggio delle popolazio-
impegnato sul fronte persiano, che stroncò la rivolta nel ni locali, che i Vandali avevano a lungo maltrattato e che
sangue (si calcola che le vittime della repressione furono dunque vedevano nei Bizantini dei liberatori, capaci di re-
più di 35 000). staurare l’antico Impero romano dopo la lunga parentesi
del predominio barbarico.
Dalle coste dell’Africa settentrionale la flotta di
■ Il Corpus iuris civilis Giustiniano raggiunse e riconquistò anche le isole Baleari
e la Sardegna.
L’attività di riorganizzazione interna dell’Impero die-
de il suo frutto più importante nel campo legislativo.
Giustiniano incaricò infatti il giurista Triboniano di met- ■ La guerra gotica
tere ordine nel caos di leggi, spesso contraddittorie, che
erano venute accumulandosi nel corso dei secoli di vita Giustiniano intraprese a questo punto la riconquista
dello Stato romano. Il frutto di questo lungo lavoro, iniziato dell’Italia approfittando della confusione in cui era ca-
nel 528, poco dopo l’ascesa al trono di Giustiniano, fu un duto il regno degli Ostrogoti dopo la morte di Teoderico,

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nel 526. L’erede al trono, Atalarico, era un bambino di dieci in esarcato tramite un decreto imperiale chiamato
anni scarsi: in attesa che raggiungesse la maggiore età, il Prammatica sanzione. Come capitale venne confermata
potere fu assunto dalla madre Amalasunta, che tentò di Ravenna.
riprendere la politica di integrazione etnica tra Goti e
Latini perseguita e poi abbandonata dal padre. Amalasunta
si scontrò però con la nobiltà gotica, ciecamente attaccata ■ Gli ultimi anni di regno
alle tradizioni germaniche. Nel disperato tentativo di salva-
re almeno in parte il proprio progetto politico, Amalasunta Mentre la conquista dell’Italia procedeva a fatica, altri
sposò un cugino, Teodato, esponente di quella stessa nobil- gravi avvenimenti avevano turbato l’Impero. Nel 540, la
212 tà gotica a cui era invisa; costui però la estromise dal pote- “pace eterna” era stata infranta dai Persiani, che avevano
re, la imprigionò su un’isoletta del lago di Bolsena e poi la attaccato la Siria e deportato la popolazione di Antiochia.
fece brutalmente assassinare. Al confine danubiano, rimasto sostanzialmente sguar-
sezione 3. L’Alto Medioevo

Giustiniano, a cui Amalasunta aveva chiesto aiu- nito, l’Impero fu inoltre aggredito da una nuova e feroce
to, dopo averlo a sua volta aiutato nella guerra contro i popolazione, gli Slavi, che si insediarono nella penisola
Vandali, colse l’occasione per intervenire e nel 535 inviò balcanica. Nel 548, infine, era morta l’imperatrice Teodora
in Italia Belisario, confidando nell’appoggio delle popo- e, forse anche per la mancanza di quella consigliera sag-
lazioni latine per ottenere una facile vittoria. Invece la gia ed equilibrata, Giustiniano si era irrigidito sulle sue
guerra fu lunga e difficile: Belisario aveva a disposizione posizioni ortodosse, irritando i monofisiti e persegui-
poche truppe, i Goti si rivelarono guerrieri abilissimi e le tando gli ebrei.
popolazioni locali non si schierarono sempre a favore dei Lo sforzo economico e militare sostenuto dall’Impero,
Bizantini. Infatti, proprio perché Teoderico e Amalasunta, d’altro canto, incominciava a risultare eccessivo e impo-
pur tra mille difficoltà e sconfitte, avevano condotto una neva prelievi fiscali sempre più duri e mal tollerati da
politica di integrazione fra sudditi goti e sudditi romani, una parte della popolazione. Ciononostante, Giustiniano
i Goti non venivano considerati in Italia oppressori stra-
nieri, come i Vandali in Africa; e i Bizantini, dal canto loro,
imponevano nelle regioni occupate un gravosissimo re- tweet Belisario sotto processo
gime fiscale, comportandosi più da conquistatori che da Belisario fu accusato a più riprese di tradimento e di corruzione,
ma venne assolto e terminò la sua carriera come capo della
liberatori. guardia imperiale.
L’Italia fu quindi sconvolta, per quasi vent’anni, da una
guerra sanguinosa, che portò per ben due volte all’assedio
di Roma, alleata dei Bizantini, e che rischiò di annienta-
re perfino la capitale del regno, Ravenna. Belisario riuscì i protagonisti della storia
alla fine a catturare il re goto Vitige, ma fu richiamato a
Costantinopoli e il nuovo re Totila riconquistò gran par-
te dei territori perduti. Per aver ragione dei suoi nemi- Belisario e Narsete
ci, Giustiniano dovette far giungere in Italia un secondo
esercito, comandato dall’anziano eunuco Narsete, e lot-
tare ancora un anno, dopo la morte di Totila nella batta-
glia di Gualdo Tadino, contro il suo successore Teia. Solo
nel 553 l’Italia fu interamente conquistata e trasformata

MEMO LESSICO
Belisario è stato uno dei più Narsete era un eunuco, quindi
Eunuco grandi generali dell’Impero bi- non poteva aspirare al regno e
Il termine in greco significa “custode del letto” e indica un uomo a zantino. In Italia, contro i Goti, non suscitava nessuna gelosia
cui siano stati asportati, del tutto o in parte, gli organi genitali. In Giustiniano gli mise però a di- da parte dell’imperatore. Egli
Europa, i primi eunuchi sono testimoniati ai tempi di Alessandro sposizione pochi mezzi e pochi subentrò a Belisario nella fase
Magno e si diffusero poi negli ultimi secoli dell’Impero romano. uomini. Belisario era un poten- finale della guerra e, pur essen-
ziale rivale, a cui Giustiniano do meno esperto di strategie
Esarcato non voleva concedere una gloria militari, vinse con relativa ra-
Il termine greco esarcato equivale a quello latino di provincia. A militare troppo grande. pidità perché Giustiniano lo so-
capo di un esarcato c’era un “esarca”. stenne con tutte le sue forze.

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intraprese un’ultima campagna di conquista rivolta alla ■ S uccessi e fallimenti
Spagna, riuscendo a sottrarre ai Visigoti la regione meri- di Giustiniano: un bilancio
dionale, con capitale Cordova.
Come tutte le conquiste di Giustiniano, fu tuttavia un L’azione di riconquista militare dell’Occidente attuata da
successo di breve durata: dopo la morte dell’imperato- Giustiniano si era dunque risolta in un sostanziale fal-
re, avvenuta nel 565, l’Italia venne in gran parte perduta limento e aveva profondamente indebolito l’Impero
nel giro di pochi anni, quando nella penisola penetrarono i bizantino. Il sogno dell’imperatore di dare inizio a una
Longobardi (568); la Spagna fu lentamente riconquista- nuova epoca di universalismo si era dimostrato ormai
ta dai Visigoti; il possesso dell’Africa fu continuamente anacronistico. L’unità del Mediterraneo, tornato per breve
turbato dalle azioni di guerriglia dei ribelli locali, fino tempo a essere un “lago romano”, era destinata a spezzarsi 213
all’arrivo di nuovi conquistatori, gli Arabi, all’inizio del vii per sempre di lì a poco, nel corso del vii secolo.
secolo. In realtà l’eredità maggiore lasciataci dall’azione politi-

CAPITOLO 9. L’Impero bizantino


ca di Giustiniano è rappresentata da quelle opere che l’im-
peratore aveva considerato soltanto funzionali alle conqui-
ste militari: da un lato il grandioso lavoro di riordino del
MEMO DATE
diritto affidato a Triboniano, dall’altro le altrettanto gran-
diose opere artistiche commissionate a scopo propagan-
Il regno di Giustiniano
478-574 Vita di Narsete distico a Costantinopoli e a Ravenna.
482-565 Vita di Giustiniano
500-548 Vita di Teodora
500-565 Vita di Belisario MEMO LESSICO
528-533 Redazione del Corpus iuris civilis
532 Rivolta di Nika
532-540 “Pace eterna” con i Sasanidi Universalismo
534 Riconquista dell’Africa settentrionale È la tendenza di un’istituzione a ritenersi universale, valida per
535-553 Guerra gotica tutti gli uomini e le epoche.

AREA TUTOR — Facciamo il punto!


1 Verifica le CONOSCENZE 2 Definisci il LESSICO ESSENZIALE
➀ Che cosa caratterizzò la politica ➀ Esarca ➁ Eunuco ➂ Universalismo ➃ Eresia
interna di Giustiniano?
➁ Che cos’è il Corpus iuris civilis? 3 Acquisisci le COMPETENZE
➂ Che cosa fu la rivolta di Nika? Analizzare le fonti
➃ Che cosa caratterizzò la politica Leggi il seguente passo tratto da La guerra gotica dello storico Procopio di
estera bizantina durante il regno di Cesarea (490-565 d.C.), poi rispondi alle domande.
Giustiniano?
➄ Che cos’era la “pace eterna” e «V’ha un lago in Toscana, chiamato Vulsinio, al centro del quale sorge un’isola
quanto durò? assai piccola invero, ma munita di un forte castello. Colà Teodato teneva
➅ Perché Belisario fu inviato in racchiusa Amalasunta. E temendo, come infatti avvenne, di urtare con tal
Africa? fatto l’imperatore, spedì Liberio ed Opilione senatori romani con alcuni altri,
➆ Quali avversari e in quali anni con incarico di scongiurar l’ira dell’imperatore, assicurando che nulla di male
si confrontarono nella cosiddetta per parte sua sarebbe accaduto ad Amalasunta, quantunque fosse già da lei
“guerra gotica”? stato molto maltrattato».
➇ Quale ruolo ebbe l’imperatrice (Procopio di Cesarea, La guerra gotica, I, 4; trad. D. Comparetti,
Teodora, accanto a Giustiniano? Garzanti, Milano 2005)
➈ Quali furono i risultati più
duraturi dell’azione di Giustiniano? A Perché Teodato tiene prigioniera Amalasunta?
B Perché teme che l’imperatore (Giustiniano) sia “urtato” da ciò?
C Che cosa accadrà in seguito ad Amalasunta?

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Storia magazine
biografie

Teodora, da prostituta
214
ad Augusta
Spietata e immorale manipolatrice, utile strumento nelle mani del marito o geniale figura
sezione 3. L’Alto Medioevo

di donna indipendente e padrona del proprio destino?

Origini oscure modesta (ma il padre era comun- tramandato dallo stesso Procopio, la
que, nell’ambito dell’ippodromo, una vittoria di Giustiniano al momento
Procopio di Cesarea, il più impor- personalità di rilievo: possiamo for- della rivolta di Nika del 532: quando
tante storico dell’età di Giustiniano, se paragonarlo al presidente di una l’imperatore, asserragliato nel palaz-
nella sua opera Carte segrete, presenta squadra di calcio dei nostri giorni); zo, pensava di abdicare per salvarsi
l’imperatore come uno sciocco mani- ed è probabilmente vero che Teodora almeno la vita, sembra che Teodora
polato dalla moglie e descrive l’im- si guadagnasse da vivere recitando: si sia alzata fra i consiglieri e abbia
peratrice Teodora sotto la peggior prima di sposarla, Giustiniano (non dichiarato che lei, qualunque cosa
luce possibile: figlia di un addestra- ancora imperatore) fece approvare avesse deciso Giustiniano, sarebbe
tore di orsi dell’ippodromo, rimasta non a caso una legge che consentiva rimasta al suo posto. E abbiamo già
orfana in giovane età, per sopravvi- il matrimonio fra un nobile romano e osservato come la scelta di mante-
vere avrebbe fatto l’attrice, la mima un’attrice, cosa in precedenza vietata. nersi fedele al cristianesimo mo-
(mestieri allora reputati disonorevoli) nofisita fosse nello stesso tempo
e addirittura la prostituta, rivelando una manifestazione di autonomia
un carattere ambizioso e violento e Intelligenza politica rispetto al marito e un’abile mossa
una corruzione morale pari solo alla e autonomia politica.
sua conturbante bellezza.
Gli storici moderni hanno accettato Ma Teodora deve la sua fama alla
in piccola parte il maligno racconto propria intelligenza politica e alla Il titolo di “augusta”
di Procopio: è sicuramente vero che propria forza di carattere. Ad esem-
Teodora proveniva da una famiglia pio, a lei si deve, secondo un racconto Non per debolezza o per ingenui-
tà, dunque, ma per i reali meriti di
Teodora, Giustiniano attribuì alla mo-
glie un grande potere, dichiarando-
la augusta (titolo riservato a poche
imperatrici, non a tutte le mogli degli
imperatori) e imponendo ai suddi-
ti il giuramento di fedeltà non solo
all’imperatore, ma anche all’impera-
trice. In un’opera celebrativa famosis-
sima, come il mosaico di San Vitale a
Ravenna, Teodora è ritratta sulla pa-
Teodora con il
suo seguito, rete di fronte a quella del marito, in
mosaici del atteggiamento identico, a sottoline-
presbiterio, 540
ca, Ravenna, San are la parità di ruolo che le veniva
Vitale. ufficialmente riconosciuta.

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Storia magazine
patrimonio culturale

L’arte propagandistica:
Santa Sofia e San Vitale 215
Il grande progetto politico di Giustiniano non poteva trascurare la propaganda, affidata a

CAPITOLO 9. L’Impero bizantino


imponenti opere d’arte, tra i capolavori dello stile bizantino.

Santa Sofia: la basilica La costruzione della basilica di San ritraggono l’imperatore e sua moglie,
più grande Vitale, iniziata sotto i Goti nel 530, solennemente circondati dalla loro
venne conclusa da Giustiniano pri- corte, confermano il valore celebrati-
| → ① | La basilica di Santa Sofia ma della completa riconquista dell’I- vo e politico, oltre che artistico e reli-
(o Haghia Sophia, cioè Divina talia, nel 547. I celebri mosaici che gioso, di questo capolavoro.
Sapienza) fu costruita per iniziativa
di Giustiniano tra il 532 e il 537. Ai la- ➀ La sezione
della Basilica
vori parteciparono, secondo le testi- di Santa Sofia.
monianze del tempo, più di 10 000
operai; i materiali per la costruzione ➁ Ravenna, interno
della Basilica
furono fatti giungere da tutto l’Im- di San Vitale,
pero e spesso erano ricavati da opere dettaglio del
preesistenti, come le colonne elleni- mosaico della
cavità absidale
stiche del tempio di Artemide a Efeso. raffigurante
La chiesa fu riconosciuta già all’epoca Giustiniano
fiancheggiato
come la basilica più grande della cri- dai suoi dignitari,
stianità e l’immensità della cupola vi secolo d.C.
costituisce un vero capolavoro di
ingegneria. Trasformata successiva-
mente in moschea, la basilica è oggi
un museo.

San Vitale: politica


e propaganda
| → ② | I grandi monumenti del v e
del vi secolo che rendono Ravenna
una delle città d’arte famose nel
mondo sono testimonianza della
convulsa vicenda politica di quei
decenni. L’ammirazione per la loro
bellezza non può prescindere dall’a-
nalisi del loro significato storico e
documentario e alla loro funzione
propagandistica.

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3. Il vi secolo in Italia
GEOSTORIA

■ L’Italia prostrata ■ L’Italia bizantina


L’Italia usciva dal ventennio della guerra gotica (535-553) Prima di morire, Giustiniano si accinse comunque alla rior-
216 completamente prostrata: gli eserciti goti e bizantini ne ganizzazione dell’Italia: da un lato, con la Prammatica
avevano devastato il territorio e decimato la popolazione, sanzione del 554, estese all’Italia la legislazione bizan-
più di quanto avessero fatto tutte le invasioni germaniche tina, provocando il risentimento di chi sperava di vedere
sezione 3. L’Alto Medioevo

nel secolo precedente. Gli stenti e l’abbandono favorirono restaurati gli antichi privilegi e si trovava invece ridotto al
inoltre la diffusione di una grave epidemia di peste tra rango di “provinciale”; dall’altro, intraprese grandiose ope-
il 541 e il 544, a cui si aggiunsero nuovi conflitti, giacché i re pubbliche nella capitale Ravenna, per controbilancia-
Franchi tentarono di approfittare della guerra in corso per re quelle di Teoderico e garantire al nuovo regime un’ade-
impadronirsi di alcuni territori nelle zone nord-occidenta- guata propaganda (vedi p. 215).
li e Narsete dovette intervenire per scacciarli. E la tragedia Il governo bizantino in Italia ebbe tuttavia durata bre-
non era ancora finita, perché pochi anni più tardi, nel 568, vissima: nel giro di un quindicennio la maggior parte dei
si verificò una nuova invasione, quella dei Longobardi, territori riconquistati fu infatti nuovamente perduta a fa-
che portò con sé nuove guerre e nuove carestie. vore dei Longobardi. I Bizantini conservarono solo il con-
In conseguenza di tutti questi avvenimenti, si calcola trollo di alcune zone strategiche:
che nel primo secolo dopo la caduta dell’Impero romano • la fascia costiera adriatica, dalle lagune venete fino
d’Occidente, la popolazione della penisola italiana sia scesa alle Marche, compresa ovviamente Ravenna, sede
da 10 milioni di abitanti circa a poco più di 4 milioni (se- dell’esarca;
condo altri calcoli, da 7 milioni a 2,5 circa: in ogni caso, si • la via Flaminia, che collegava Rimini a Roma, e Roma
tratta di meno della metà). stessa, sede del papa, con buona parte del Lazio;
• le coste dell’Italia meridionale, la Puglia e la
Calabria, nonché le isole (Sicilia e Sardegna): queste
L’ITALIA NEL v-vi SECOLO zone saranno contese ai Bizantini, a partire dal vii
secolo, non dai Longobardi, ma dagli Arabi, che fini-
Franchi
Ratisbona
Augsburg Rugi
ranno per conquistare le isole, limitandosi tuttavia a
Alemanni Lombardi
NORICO
saccheggi saltuari sulle coste della penisola.
Burgundi Eruli

Aquileia
Milano Verona Gepidi

Modena Ravenna MEMO LESSICO


Visigoti Arezzo IMPERO
Fano
M
REGNO ar
e
ROMANO Prammatica sanzione
D’ODOACRE Ad
ria D’ORIENTE L’espressione indica un decreto imperiale che affronta un problema
Roma tic
o
di particolare rilevanza. La Prammatica sanzione di Giustiniano è la
Corfinio
Ostia
più famosa tra le molte che sono state emanate fino al xix secolo.
Capua
Canosa

Mar
Regno di Odoacre
confine del regno Tirreno Mar LE DOMANDE DELLA STORIA
regione recuperata Ionio
per gli accordi con i Vandali
regione abbandonata Palermo Perché la peste scomparve dopo il vii secolo?
Regno di Teoderico
La pestilenza che colpì l’Italia al termine della guerra gotica fu una
Mestensione
ar Nero del regno Catania delle ultime, prima della grande “pausa” medievale. A partire dal vii
regione conquistata Mare secolo d.C., infatti, e fino al xiv, questa malattia scomparve dall’Oc-
zona principale
di insediamento degli Ostrogoti
Mediterraneo cidente: essa era originaria dell’Oriente e con l’interruzione dei traf-
fici tra Europa e Asia anche le occasioni di contagio vennero meno.

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■ Il ruolo della Chiesa
La gravissima crisi politica che l’Italia attraversò nel vi se-
colo ebbe due importanti conseguenze in ambito religioso.
• La prima conseguenza fu l’accresciuta importanza
del papa, cioè del patriarca di Roma, unica autorità ri-
masta a garantire prestigio all’antica capitale dell’Im-
pero, ormai impoverita e spopolata. Egli diventò, nel
corso del vi secolo, una figura politica di enorme ri-
lievo, almeno per quanto riguarda l’Italia. Per esempio, 217
durante la guerra gotica, il papa costituì un valido alle-
ato per i Bizantini ortodossi contro gli Ostrogoti ariani:

CAPITOLO 9. L’Impero bizantino


non a caso Roma fu un punto strategico ferocemente
conteso dagli avversari nel corso del lungo conflitto.
• La seconda conseguenza fu l’organizzazione del
monachesimo. Già in tempi pre-cristiani si erano
avuti, in Oriente, casi di eremiti o anacoreti, ossia ▲ L’Abbazia di Montecassino oggi.
di persone che sceglievano di vivere in completo iso-
lamento per motivi religiosi. A partire dal iii secolo
MEMO LESSICO
(i fenomeni di questo tipo coincidono quasi sempre
con momenti di crisi politica e sociale) gli eremiti si Eremita o anacoreta
diffusero anche in Egitto, nella regione di Tebe (la co- È colui che vive in solitudine, generalmente per motivi religiosi e
siddetta “Tebaide”): i “padri del deserto” (come il ce- spirituali.
lebre sant’Antonio) si ritiravano in luoghi solitari per Ascetico
dedicarsi alla preghiera e alla contemplazione e ad al- Dal greco áskesis, “esercizio”, è lo stile di vita di chi cerca
l’elevazione spirituale distaccandosi dai beni terreni e dalle
tre pratiche ascetiche, spesso dolorose (gli stiliti, per passioni.
esempio, trascorrevano tutta la vita su una colonna;

Leggere le fonti

Le varie È noto che ci sono quattro categorie di monaci.


La prima è quella dei cenobiti, che vivono in un monastero, militando sotto una regola e un abate.
categorie La seconda è quella degli anacoreti o eremiti, ossia di coloro che non sono mossi
dall’entusiastico fervore dei principianti, ma sono stati lungamente provati nel monastero,
di monaci dove con l’aiuto di molti hanno imparato a respingere le insidie del demonio...
La terza categoria di monaci, veramente detestabile, è formata dai sarabaiti: [...] costoro
DATA: 529 conservano ancora le abitudini mondane, mentendo a Dio con la loro tonsura. A due a
AUTORE: Benedetto da Norcia due, a tre a tre o anche da soli, senza la guida di un superiore, [...] hanno come unica legge
TIPO DI FONTE: Scritta l’appagamento delle proprie passioni, per cui chiamano santo tutto quello che torna loro
comodo, mentre respingono come illecito quello che non gradiscono.
C’è infine una quarta categoria di monaci, che sono detti girovaghi, perché per tutta la vita
passano da un paese all’altro, restando tre o quattro giorni come ospiti nei vari monasteri,
sempre vagabondi e instabili, schiavi delle proprie voglie e dei piaceri della gola, peggiori dei
Il seguente passo, tratto dalla Regola sarabaiti sotto ogni aspetto.
di Benedetto da Norcia, elenca quattro
categorie di monaci, cioè quattro tipologie (La “Santa Regola” di san Benedetto, cap. XLVIII; trad. A. Lentini, Montecassino 1980)
di asceti (o di sedicenti asceti) diffuse
all’epoca. Benedetto, coerentemente con Guida alla lettura
la sua missione di riorganizzazione del
monachesimo, esprime apprezzamento per
due di esse e ha parole di severa condanna ➀ Chi sono i cenobiti?
per le altre due. ➁ Come vengono giudicati gli eremiti o anacoreti?
➂ Perché il giudizio sui monaci “indipendenti” (la terza categoria) è così severo?
➃ Perché vengono giudicati negativamente anche i girovaghi?

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218
sezione 3. L’Alto Medioevo

▲ La struttura del monastero medievale prevedeva tre elementi fondamentali: la chiesa, utilizzata non solo dai monaci, ma anche dagli abitanti dei
villaggi vicini (il campanile, aggiunto di solito dopo il Mille, serviva da punto di riferimento); le residenze dei monaci, affacciate sul chiostro (cioè sul
giardino interno), accanto alla chiesa; gli edifici di servizio (magazzini, granai e mulino, cucine, farmacia con il giardino delle erbe medicinali, che
nel disegno è al centro). Il muro di cinta, più che come difesa contro eserciti invasori, difficili da arrestare, serviva come deterrente verso gli atti di
brigantaggio.

gli stazionari restavano sempre in piedi; gli erranti Egli non fu il primo a riunire i monaci in conventi e
non avevano un domicilio fisso). a regolare la loro vita: il vero fondatore del monachesimo
Il fenomeno degli eremiti non aveva tuttavia trovato cristiano è considerato infatti l’egiziano Pacomio, vissuto
un vero e proprio riconoscimento da parte delle istitu- nel iv secolo. Ma la regola di Benedetto, sintetizzata nel-
zioni ecclesiastiche. Nel vi secolo comparve invece una la formula ora et labora, cioè “prega e lavora”, si impose nel
grande figura di religioso, che pose le basi della tra- giro di pochi decenni come il principale riferimento per
dizione monastica occidentale: Benedetto da Norcia. la vita monastica in Occidente.
Benedetto stesso fu un infaticabile fondatore di conven-
ti: il più importante è quello di Montecassino, fondato tra il
■ Il movimento benedettino 525 e il 529; nella sua concezione i conventi non erano solo

Benedetto da Norcia visse tra il 480 circa e il 547, cioè più


o meno negli stessi anni in cui visse Giustiniano, e la sua
attività religiosa si svolse contemporaneamente alla guer- MEMO LESSICO
ra gotica, nella stessa zona in cui più ferocemente imper-
versava il conflitto. Monaco
Il termine deriva dal greco mónos, “solo”. Nel monachesimo
occidentale, però, la solitudine assoluta è considerata un male e
tweet Norcia il monaco vive in piccole comunità. È normalmente un sacerdote
Il paese natale di san Benedetto si trova sull’Appennino umbro- e fa parte del clero “regolare” (cioè che segue la “regola” di una
marchigiano, tra Spoleto e Ascoli Piceno, ed è oggi in provincia di comunità, in contrapposizione al clero “secolare”, che vive “nel
Perugia. secolo”, in mezzo ai laici).

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luoghi di preghiera e di culto, ma anche centri econo- Scolastica, fondatrice del ramo femminile dell’ordine),
mici e di sapere. assunsero ben presto un’importanza straordinaria, per di-
Le scelte di Benedetto erano infatti profondamente originali verse ragioni:
rispetto alla tradizione ascetica orientale, che pure in gioventù • contribuirono in maniera fondamentale alla salva-
aveva praticato, facendosi eremita per tre anni: alla preghiera guardia e alla trasmissione del patrimonio cultu-
doveva affiancarsi il lavoro,manuale o intellettuale; la volon- rale classico (attraverso un’opera di raccolta, conser-
taria esclusione dal mondo non doveva risolversi in solitudine vazione e copiatura dei testi antichi);
assoluta, ma nella creazione di piccole comunità spirituali, • svolsero un’eroica attività di colonizzazione delle
che si ispiravano a quella creata da Gesù (l’abate, padre amoro- regioni disabitate o abbandonate, evitando il com-
so) e dai suoi apostoli (i monaci del convento). pleto spopolamento di intere parti d’Europa in un’e- 219
Tra i cardini del monachesimo benedettino c’era anche poca che vedeva l’abbandono di molte zone preceden-
l’obbligo di risiedere per tutta la vita nello stesso monaste- temente coltivate;

CAPITOLO 9. L’Impero bizantino


ro, che si contrapponeva alla tendenza al vagabondaggio • si impegnarono in un’importante attività di conver-
di alcuni asceti del passato. Benedetto dedicò parole for- sione e di istruzione presso le popolazioni ancora
temente critiche a questi sedicenti monaci, giudicandoli pagane; le scuole monastiche erano rivolte sia agli
inaffidabili e immorali. adulti sia ai bambini.
I conventi benedettini, maschili e femmini- Il movimento benedettino si diffuse rapidamente in
li (Benedetto fu infatti affiancato dalla sorella gemella Italia e in tutta Europa, con alcuni conventi famosissimi,
come quello di San Gallo in Svizzera o quello di Fulda
in Germania. A partire dal x secolo il monachesimo ve-
MEMO DATE
drà l’opera di numerosi riformatori, che tenteranno di
adeguarne le caratteristiche ai nuovi tempi e fonderanno
L’Italia tra v e vi secolo
480-547 Vita di Benedetto da Norcia nuovi ordini, dai cluniacensi ai camaldolesi ai cistercen-
482-565 Vita di Giustiniano si. L’impostazione data da Benedetto resterà tuttavia alla
525-547 Costruzione di San Vitale a Ravenna
525-529 Fondazione dell’abbazia di Montecassino base di tutte queste filiazioni. A buon diritto, quindi, il san-
535-553 Guerra gotica to di Norcia è considerato una delle personalità che mag-
554 Prammatica sanzione giormente hanno contribuito alla fisionomia culturale
568 Invasione longobarda
dell’Europa medievale.

AREA TUTOR — Facciamo il punto!


1 Verifica le CONOSCENZE 3 Acquisisci le COMPETENZE
➀ Quali conseguenze ebbe la Dal testo alla tabella
guerra gotica sulla popolazione Sintetizza in una tabella analogie e differenze tra il monachesimo orientale e
italica? quello benedettino.
➁ Quali conseguenze ebbe sul
ruolo del papa? Analogie Differenze
➂ Quali novità introdusse
Benedetto da Norcia nel
Monachesimo
monachesimo?
orientale
➃ Perché Benedetto è considerato
uno dei “padri del Medioevo”?

2 Definisci il LESSICO Monachesimo


ESSENZIALE benedettino
➀ Monaco ➁ Eremita ➂ Clero
regolare ➃ Prammatica sanzione

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4. L’Impero bizantino
dal vii all’xi secolo
220 ■ Eraclio riorganizza l’Impero ■ L a riforma amministrativa:
i temi
Il compito di risollevare l’Impero dalle difficoltà seguite
sezione 3. L’Alto Medioevo

alla morte di Giustiniano fu assunto, circa cinquant’anni Per quanto riguarda la struttura amministrativa dell’Impe-
più tardi, dall’imperatore Eraclio. Gli storici considerano ro, Eraclio suddivise il territorio dell’Impero in temi, cioè
il suo regno, tra il 610 e il 641, il momento di svolta in cui in circoscrizioni che sostituirono le province, le diocesi e
termina per l’Impero d’Oriente l’età tardoantica e inizia le prefetture create ai tempi di Diocleziano e Costantino e
quella medievale propriamente detta. Le riforme attuate da riconfermate sotto Giustiniano.
Eraclio ebbero infatti un impatto profondo.
Possiamo schematicamente indicare
tre ambiti in cui l’opera riformatrice
di Eraclio diede frutti importantis- MEMO LESSICO
simi: amministrativo, sociale e
Tema
culturale. Prima di Eraclio il termine indicava un corpo d’armata, cioè una
parte dell’esercito. Dopo Eraclio indica invece una regione: i soldati
erano di fatto i coloni, cioè i proprietari dei terreni della regione
◀ Solido di Eraclio I con l’effigie dell’imperatore stessa, della cui difesa erano personalmente responsabili.
insieme al figlio, vii secolo.

L’IMPERO BIZANTINO SOTTO ERACLIO (610-641)

Frisi Sassoni
i
l av
Turingi Popoli S
Unni
REGNO Avari Avari
Oc e an o Longobardi
DEI FRANCHI Gepidi Bulgari
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At l an t i c o
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Tessalonica Costantinopoli
as

Roma
p

REGNO DEI VISIGOTI


io

IMPERO BIZANTINO Ankara


Cordova
Atene Efeso

Cartagine Antiochia
Siria Samara IMPERO SASANIDE
Mare Mediterraneo Bagdad
Damasco Isfahan
Persia
Alessandria
Gerusalemme
Il Cairo
do

Egitto
In
N il o

Medina
Libia

la Mecca

O ceano
Impero bizantino Indi ano
territori unificati da Maometto
Regno dei Longobardi

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A capo di ciascun tema si trovava uno stratega, che ri- in lingua greca, al posto di augustus. Egli sanciva dun-
univa in sé l’autorità civile e militare, nettamente separate que ufficialmente che l’Impero bizantino si collegava
fin dai tempi di Diocleziano. La coincidenza tra struttu- sul piano culturale al mondo greco classico, e non al
ra civile e militare era alla base della riorganizzazione mondo latino.
di Eraclio: ogni tema era infatti sede di un corpo d’armata Si accentuava così la frattura culturale tra Oriente
dell’esercito, i cui soldati erano i coloni a cui erano affidate e Occidente: la separazione linguistica fra i due mon-
le terre del tema stesso. di divenne più netta, i Bizantini smisero di studiare la
letteratura latina, proprio mentre in Occidente veniva
meno la conoscenza del greco (solo nel xiv secolo gli
■ L a nuova situazione sociale: intellettuali potranno riscoprirlo e studiarlo sistemati- 221
gli stratioti camente); anche sul piano artistico, a partire da questo
momento, la tradizione bizantina intraprese una stra-

CAPITOLO 9. L’Impero bizantino


La riforma di Eraclio ebbe implicazioni molto impor- da quasi del tutto autonoma rispetto a quella dell’arte
tanti: con l’organizzazione in temi, si estendeva a tutto europea.
il territorio dell’Impero la figura del soldato-colono
(lo stratiota), che nell’Impero romano dei primi secoli
era tipica delle regioni di confine. L’esercito non ave- tweet Venezia bizantina
L’arte bizantina, dopo il vii secolo, lascia tracce importanti a
va più quindi una semplice funzione di difesa, ma di Venezia, che per tutto il Medioevo tiene vivi i rapporti con
controllo capillare di tutto il territorio. Gli stratioti l’Oriente.
ricavavano infatti il proprio sostentamento dai terre-
ni che erano stati loro assegnati e ciò costituiva anche
un enorme vantaggio per le casse dello Stato, che
non doveva più pagare lo stipendio ai soldati, se non in
misura minima. Il contadino-soldato, inoltre, rendeva
superfluo il ricorso ai mercenari ed era molto più
affidabile.
Gli stratioti costituivano una classe di piccoli pro-
prietari terrieri fedeli all’imperatore, da cui dipen-
deva il loro benessere. Essi si contrapponevano ai grandi
latifondisti, che tendevano a sottrarsi al potere centrale
e a comportarsi come “governatori” delle proprie im-
mense proprietà, ed erano quindi in conflitto con l’im-
peratore. Nel corso dei secoli, tuttavia, gli stratioti furo-
no spesso costretti dalle difficoltà economiche a vendere
il loro terreno e a trasformarsi di fatto in servi dei grandi
proprietari.
La figura dello stratiota caratterizza comunque l’Impe-
ro bizantino altomedievale e lo differenzia profondamente,
sul piano dell’organizzazione sociale, sia dall’Impero arabo
del vii-x secolo (in cui i contadini avranno un ruolo del
tutto secondario), sia da quello che verrà fondato da Carlo
Magno nell’800 (in cui i servi della gleba saranno rigorosa-
mente esclusi dall’attività militare).

■ Le riforme culturali


L’intervento di Eraclio in ambito culturale fu altret-
tanto incisivo. Nel 610, appena asceso al trono, Eraclio
▲ Il manoscritto Homerus Venetus A è il più famoso manoscritto greco
dichiarò il greco, e non più il latino, lingua ufficiale dell’Iliade di Omero; risalente al x secolo presenta note e materiali di
dell’Impero; inoltre si attribuì il titolo di basiléus, “re” commento al testo, Venezia, Biblioteca Marciana.

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■ Le guerre del vii secolo A conferma dell’efficacia della riforma di Eraclio, i
territori organizzati in temi (come l’Anatolia) rimasero fe-
La ristrutturazione interna dell’Impero avvenne in un mo- deli all’Impero, mentre quelli in cui la nuova organizza-
mento di gravissima crisi sul piano internazionale. Nei zione non si era ancora estesa (come la Palestina e la Siria)
primi anni del regno di Eraclio, infatti, l’Impero bizantino caddero facilmente nelle mani degli Arabi.
dovette affrontare una serie di attacchi su più fronti:
• in Africa infuriava la guerriglia antibizantina;
• in Italia l’esarca doveva difendersi dai Longobardi; ■ La crisi iconoclasta dell’viii secolo
• nei Balcani si succedevano le invasioni di nuovi po-
222 poli, come gli Slavi, gli Àvari e i Bulgari; Nel 641, al momento della morte di Eraclio, Costantinopoli
• in Oriente l’Impero persiano, guidato dal sasanide aveva perso il controllo dell’Oriente e di parte dell’Afri-
Cosroe II, invadeva e saccheggiava una provin- ca (conquistati dagli Arabi); i Balcani erano ormai sta-
sezione 3. L’Alto Medioevo

cia dopo l’altra e privava Costantinopoli addirittura bilmente occupati dagli Slavi, mentre in Italia l’Impe-
dell’Egitto, da cui provenivano i fondamentali riforni- ro controllava alcune regioni, ma doveva lottare con i
menti di grano. Longobardi.
Nel 622, finalmente, Eraclio riuscì a passare al contrat- Tale situazione di debolezza si protrasse per tutto il
tacco, grazie al sostegno della Chiesa, che fornì i fondi vii secolo e nell’viii si accentuò ulteriormente, a causa
necessari per finanziare le spedizioni e per tenere a fre- dei conflitti interni. Sotto il regno di Leone III l’Isaurico
no gli Àvari con ingenti tributi in denaro. Cosroe ven- (717-741), proprio mentre sul piano militare l’Impero bizan-
ne definitivamente sconfitto e ucciso nel 628, dopo tino incominciava a riprendere slancio e a contrattaccare,
che anche gli Àvari erano stati annientati. Gli Slavi e all’interno esplose il più grave conflitto religioso della
i Bulgari, viceversa, divennero stanziali e fondarono dei sua storia, la lotta iconoclasta. Nel 726 l’imperatore ema-
propri Stati. nò infatti un decreto con cui vietava il culto delle imma-
I successi di Eraclio furono tuttavia di breve durata; su- gini sacre, largamente diffuso tra la popolazione e appro-
bito dopo la morte di Maometto, avvenuta nel 632, gli Arabi vato dalle alte gerarchie della Chiesa, nonché dal papa di
sferrarono infatti un nuovo attacco: l’Impero sasanide (o Roma. La lotta tra iconoclasti e anti-iconoclasti durò per
quel che ne restava) cadde immediatamente, l’Impero bi- oltre un secolo, fino all’842, quando l’imperatore Michele
zantino perse gran parte dei suoi territori, anche se nel III riconobbe definitivamente la legittimità del culto
complesso resistette, pur tra mille difficoltà. delle immagini.

il mediterraneo nel vii secolo

REGNO DEI FRANCHI


Oc eano
A tlantic o
Ma

LONGOBARDI Mar Nero


rC
as

Roma Costantinopoli
pio

REGNO DEI VISIGOTI I M PE RO B IZA NT I NO


Córdova
Antiochia
Cartagine
SIRIA Samara
M are M editerran eo PERSIA
Damasco
Alessandria Bagdad Isfahan
Gerusalemme
Il Cairo
EGITTO
MEMO LESSICO
do
In

Medina
Nilo

Iconoclastia
La Mecca Dal greco eikón, “immagine”, e klázein,
“spezzare”, letteralmente significa
O c e an o “distruzione delle immagini”. Gli
I n dian o iconoclasti distruggevano le immagini
sacre, considerando blasfemi coloro che
le adoravano, detti iconòduli.

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Storia magazine
Tecniche Economia Scienza

Il fuoco greco
Il misterioso “fuoco greco”, antenato del napalm, garantì per secoli la supremazia navale ai 223
Bizantini. E gli storici si interrogano ancora sul segreto della sua composizione.

CAPITOLO 9. L’Impero bizantino


La resistenza dell’Impero bizantino L’espressione “fuoco greco” (usata na- L’invenzione di questo antenato del
agli Arabi fu dovuta anche all’inven- turalmente dai non Bizantini) indicava moderno napalm è attribuita all’ar-
zione del cosiddetto “fuoco greco”, probabilmente un miscuglio di nafta, chitetto ebreo Callinico di Eliopoli e
una sostanza incendiaria che per- zolfo e calce viva (ma l’esatta compo- la formula, come sempre accade per le
metteva di bruciare a distanza le sizione resta sconosciuta), che veniva armi d’avanguardia, era gelosamente
navi dei nemici. Grazie al fuoco greco scagliato contro le navi nemiche da custodita dall’imperatore e da pochi
Costantinopoli sconfisse la flotta veri e propri lanciafiamme ante litteram. tecnici; la pena per chi avesse divul-
araba che la stringeva d’assedio una Poiché il miscuglio era colloso e non si gato il segreto era la morte fra atroci
prima volta nel 674-678 e una seconda poteva spegnere con l’acqua, che anzi torture e la minaccia si rivelò efficace:
volta nel 717-718 e mantenne la supre- fomentava l’incendio, la nave colpita la formula del fuoco greco è andata
mazia sui mari per tutto il Medioevo. era irrimediabilmente condannata. irrimediabilmente perduta.

Tavola che raffigura una catapulta per scagliare il fuoco greco, di Franz Kottenkamp, 1842, Londra, Namur Archive.

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■  ause e conseguenze
C ai secondi, come avevano fatto con i patriarchi orientali. Il cli-
dell’iconoclastia ma di sfiducia spingerà i papi a cercare l’alleanza con i Franchi:
la separazione fra cristianesimo orientale e occidentale, che
Ma perché uno Stato in grave difficoltà sul piano interna- verrà sancita molto più tardi, compiva così un passo decisivo.
zionale intraprese una sorta di guerra civile per un motivo
apparentemente marginale come questo?
Erano in gioco innanzitutto interessi concreti, giacché ■ L’apogeo dell’Impero
l’imperatore tentava in questo modo di contrastare il po-
tere dei monasteri, dove si trovavano perlopiù le imma- Con la fine della lotta iconoclasta l’Impero bizantino en-
224 gini oggetto di culto. Ma la lotta iconoclasta riguardava an- trò nel periodo di massimo splendore politico e cultu-
che l’identità profonda dell’Impero bizantino. rale della sua storia, che durò fino all’xi secolo. Il primo
Costantinopoli, proprio tra l’viii e il ix secolo, si trovava a frutto del rinnovato slancio fu rivolto verso nord e consi-
sezione 3. L’Alto Medioevo

metà strada tra un Oriente ormai in mano ai musulmani e un stette nella cristianizzazione dei popoli slavi, operata
Occidente che tentava di riorganizzarsi. Il rifiuto delle imma- nella seconda metà del ix secolo sotto la guida dei fratelli
gini, in nome di una spiritualità più astratta, più pura, meno missionari Cirillo e Metodio, sia in direzione dei Balcani e
legata ai sensi, era proprio delle tradizioni orientali, ebraica e dell’Europa centrale, sia in direzione della Russia. È a questi
islamica, che consideravano il culto delle immagini una forma santi che si deve il fatto che ancor oggi i popoli slavi sono
di idolatria. Vietando le immagini, Leone III conduceva quin- perlopiù di religione greco-ortodossa e utilizzano l’alfa-
di una battaglia culturale per rispondere alla sfida dell’islam, beto cirillico, modellato su quello greco.
contro cui lottava militarmente e con successo negli stessi anni. L’azione di Cirillo e Metodio si inseriva in un progetto po-
Tuttavia, proprio perché i musulmani rappresentavano litico più vasto. Fra l’viii e l’xi secolo, infatti, l’Impero bizan-
il “nemico”, tale battaglia era destinata a risolversi a favore tino riconquistò numerosi territori nella regione balcanica.
delle immagini, cioè di una religiosità più vicina alla tra-
dizione occidentale che a quella asiatica. La fine della lotta
iconoclasta sancì dunque la profonda differenza di men- MEMO DATE
talità tra mondo cristiano e mondo musulmano e garantì
all’Impero bizantino una propria identità forte e autonoma L’impero dal vii al ix secolo
610-641 Regno di Eraclio
rispetto ai minacciosi vicini orientali. vii secolo Invasioni degli Slavi, degli Àvari e dei Bulgari
Nel frattempo, la lotta iconoclasta aveva provocato un ina- 726 Leone III vieta il culto delle immagini sacre
726-842 Lotta iconoclasta
sprimento nei rapporti fra gli imperatori bizantini e i papi, ix secolo Conversione degli Slavi al cristianesimo
già tesi perché i primi tentavano di imporre il proprio controllo

◀ Cristo giudica i
santi Cirillo e
Metodio, affresco
della chiesa di
S. Clemente, Roma.

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5. La civiltà bizantina
■ I caratteri della mentalità bizantina
Il termine “bizantinismo” oggi è spesso usato per indicare
un atteggiamento attento ai dettagli, ligio alle regole e alle 225
forme, pronto a spaccare il capello in quattro anche quando
non è indispensabile. Una mentalità burocratica, insom-

CAPITOLO 9. L’Impero bizantino


ma. Ma fu proprio grazie a questa mentalità che l’Impero
bizantino, dopo che l’Impero romano d’Occidente era crol-
lato, sopravvisse per altri mille anni e garantì ai suoi popoli
lunghi periodi di prosperità.
I Bizantini attribuirono sempre grande importanza alla
struttura statale ereditata dall’Impero romano: rifor-
mata e modificata nel corso dei secoli, essa si fondava sul
potere assoluto dell’imperatore e su una gerarchia di fun-
zionari, di burocrati, che trasmettevano capillarmente la
volontà imperiale fino agli estremi confini dell’Impero.

■ Una società molto articolata


La società bizantina era molto più complessa e articolata
delle altre società dell’epoca: mercanti, artigiani, contadini, ▲ Particolare di un mosaico raffigurante l’imperatrice bizantina Irene,
soldati, funzionari, asceti, eunuchi sono figure sociali di una ix secolo, Basilica di Santa Sofia, Istanbul.

ricchezza che trovava pochi paralleli in altri Stati; e le folgo-


ranti carriere di alcuni personaggi come Teodora (da attrice ad affiancarono autorevolmente il marito, segno di una con-
augusta) e come Basilio I (fondatore nel ix secolo della dina- dizione piuttosto libera, se confrontata con l’assoluta
stia macedone, che era di umili origini e aveva fatto carriera esclusione dalla politica di cui erano vittime le donne ara-
nell’esercito fino a diventare imperatore) danno l’idea di una be e quelle franche.
società vivace, dinamica, aperta, soprattutto in confronto
alla rigidità del sistema vigente nell’Europa occidentale. tweet La dinastia macedone
Per esempio, è vero che, in quasi mille anni di storia, Nell’867 un contadino macedone salì al trono bizantino con il
nome di Basilio I e diede inizio a una dinastia che regnò fino al
solo tre donne divennero imperatrici a pieno titolo, ma 1057 con 17 imperatori e imperatrici.
molte detennero il potere in nome dei figli e molte altre

■ L’eredità culturale di Bisanzio


LE DOMANDE DELLA STORIA
Che cosa differenzia i magistrati romani dai burocrati Nel complesso bisogna riconoscere che in almeno tre cam-
bizantini? pi l’importanza dell’Impero bizantino fu straordinaria:
Attenzione a non confondere i magistrati romani (per esempio i
consoli, i tribuni della plebe, i questori, i dittatori ecc.) con i buro-
• l’Impero bizantino influì sulla civiltà di gran parte
crati bizantini: dell’Europa orientale, diffondendo da un lato la sua vi-
• il magistrato romano detiene una carica, spesso elettiva, per un sione religiosa (quello che oggi chiamiamo cristia-
periodo di tempo limitato; è un “politico”, che compie scelte signi-
ficative di cui è personalmente responsabile; nesimo ortodosso), dall’altro uno strumento cultu-
• il burocrate bizantino è invece un funzionario, un dipendente sta- rale essenziale come l’alfabeto cirillico;
tale, assunto a tempo indeterminato; è un “tecnico”, esecutore del-
la volontà politica dell’imperatore.
• i Bizantini hanno lasciato un’impronta fondamentale
in campo artistico, sviluppando meravigliosamente

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la tecnica del mosaico e coltivando la tradizione del- storia, i bizantini produssero infinite opere di com-
le icone sacre; attraverso le opere del v e vi secolo, mento ai capolavori del passato, infinite ripetizioni
e poi attraverso la mediazione di Venezia, la loro in- delle stesse immagini e degli stessi moduli letterari,
fluenza si estese all’arte di tutta Europa; ma pochissime creazioni originali. È possibile che
• i Bizantini hanno anche svolto una fondamenta- il senso fortissimo della tradizione e la consapevolez-
le opera di conservazione del patrimonio antico: za di essere eredi dell’Impero romano e della cultura
mentre in Europa occidentale una piccola élite di mo- greca avessero come conseguenza un atteggiamento
naci e intellettuali lottava per salvare dall’oblio i capo- più da studiosi che da creatori, più da commentatori
lavori della letteratura latina, dobbiamo all’impegno che da poeti.
226 dei Bizantini la trasmissione dell’immenso patrimo-
nio culturale greco, che sarà alla base della rinascita
culturale europea nel Quattrocento e nel Cinquecento. ◀ Icona della Madre
sezione 3. L’Alto Medioevo

di Dio, fine del xvi


secolo, Museo
di Sol’vycegodsk.
■ I limiti della mentalità bizantina
Il giudizio su una civiltà deve sempre tener conto delle
luci e delle ombre e anche per i Bizantini le ombre cer-
to non mancano. Due in particolare meritano di essere
sottolineate:
• La mentalità bizantina conservava il gusto per la
crudeltà che era stato tipico dei Romani: le esecuzio-
ni dei condannati erano condotte con ferocia inau-
dita, le congiure di palazzo si risolvevano in bagni di
sangue, le tecniche di tortura raggiungevano raffina-
tezze agghiaccianti, perfino la religione era pretesto
per l’esibizione di piaghe, miserie, martìri, sofferenze
autoimposte e così via.
• L’arte e la letteratura bizantine erano caratterizzate
da una scarsa originalità: nel corso di mille anni di

AREA TUTOR — Facciamo il punto!


1 Verifica le CONOSCENZE 2 Definisci il LESSICO ESSENZIALE
➀ In che modo Eraclio riorganizzò ➀ Stratioti
amministrativamente l’Impero ➁ Temi
bizantino? ➂ Iconoclasta
➁ Quali vantaggi presentava la ➃ Fuoco greco
figura dello stratiota? ➄ Icona
➂ Quali popoli si insediarono nei ➅ Cirillico
Balcani durante il vii secolo?
➃ Che cosa fu l’iconoclastia e 3 Acquisisci le COMPETENZE
come si risolse? Scrittura
➄ Quali sono le eredità più Scrivi un breve testo (2000 battute compresi gli spazi bianchi) sviluppando
importanti della cultura bizantina? il seguente argomento: «Quali problemi di politica estera dovette affrontare
➅ Quali sono le possibili ragioni l’Impero bizantino nel vii secolo?».
della scarsa creatività dei
Bizantini?

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Storia magazine
patrimonio culturale

L’arte bizantina nel Medioevo


L’arte bizantina dominò per secoli l’Europa orientale, ma ebbe importanti riflessi anche in
Occidente, come dimostrano celeberrimi capolavori e opere quasi dimenticate 227

CAPITOLO 9. L’Impero bizantino


Un’arte senza eguali
Costantinopoli fu per un periodo
lunghissimo la città più fiorente e
più attiva nel panorama culturale
d’Europa: l’Occidente vide nei suoi
monumenti e nelle sue opere d’arte
uno splendore e una ricchezza diffi-
cilmente imitabili. Questo spiega
perché durante tutto il Medioevo l’ar-
te e l’architettura bizantine abbiano
esercitato un influsso importante sul
gusto e sulle forme artistiche di mol-
te parti d’Europa anche lontanissime
tra loro.

Diffusione nel mondo


slavo e islamico ➀ Istanbul, interno della Basilica di Santa Sofia (Hagia Sophia), 532-537 d.C.

L’arte e l’architettura religiosa bizan- ➁ Venezia, interno della Basilica di San Marco.
tina vennero assorbite insieme alla
fede cristiana. Gli artisti e gli archi-
tetti bizantini continuarono a lavo-
rare in diverse località della penisola
balcanica e della Russia fino al xiv
secolo, trasmettendo alle maestranze
locali le proprie conoscenze e il pro-
prio stile.
L’arte occidentale del xii secolo risen-
tì profondamente dei modelli dell’ar-
te bizantina. Maestranze greche la-
vorarono in diversi regni e furono
chiamate anche nella Spagna islami-
ca, per esempio a Cordova.
Prima dell’espansione islamica, l’arte
medio-orientale era di stile bizantino,
ma anche dopo il vii secolo, l’arte bi-
zantina influenzò a lungo quella araba.

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Area STUDIO

A Gli eventi nel tempo


Impero d’Oriente Europa occidentale
• 476 d.C. Caduta dell’Impero romano d’Occidente
• 493-526 d.C. Regno di Teoderico in Italia
• 527-565 d.C. Regno di Giustiniano I
228 • 528 d.C. Inizio della compilazione del Corpus iuris civilis di
Giustiniano • 529 d.C. Benedetto da Norcia detta la sua Regola
• 532 d.C. Rivolta di Nika a Costantinopoli
sezione 3. L’Alto Medioevo

• 535-553 d.C. Guerra gotica


• 540 d.C. Giustiniano stipula la “pace eterna” con i Persiani
• 554 d.C. Prammatica sanzione di Giustiniano
• 568 d.C. I Longobardi penetrano in Italia
• 610-641 d.C. Regno di Eraclio
• 717-741 d.C. Regno di Leone III l’Isaurico
• 726 d.C. Leone III l’Isaurico dà inizio alla lotta iconoclasta
• 774 d.C. Fine del dominio longobardo in Italia
• 800 d.C. Carlo Magno fonda il Sacro romano impero
• 842 d.C. Fine della lotta iconoclasta
• 867-1057 d.C. Dinastia macedone

B In sintesi
➀ L’Impero romano d’Oriente dopo il 476 → In politica interna, Giustiniano si propose come difen-
→ Dopo la caduta nell’Impero romano d’Occidente, nel 476, sore dell’ortodossia per ottenere il sostegno della Chiesa.
l’Impero d’Oriente continuò a vivere per quasi mille anni, Approfittò della rivolta di Nika per eliminare gli oppositori.
fino al 1453. Esso infatti aveva una posizione geografica → In politica estera, si garantì la pace con i Persiani per
favorevole, una popolazione più numerosa e un eserci- aver mano libera in Occidente. Nel 534 conquistò il regno
to più forte. L’Impero d’Oriente approfittò del fatto che dei Vandali in Africa. Poi riconquistò l’Italia agli Ostrogoti
i Germani si dirigevano verso Occidente, versando loro con una lunga guerra.
tributi per non essere invaso. Gli imperatori orientali riu- → Gli ultimi anni di regno di Giustiniano furono segnati da
scirono inoltre a sottomettere la Chiesa al potere politico, gravi difficoltà: la frontiera persiana e quella danubiana tor-
secondo i princìpi del cesaropapismo. narono a essere minacciate. L’Africa si rivelò difficile da sot-
→ L’Impero d’Oriente si caratterizzava per la presenza d’i- tomettere. L’Italia era in pessime condizioni.
stituzioni romane, cultura greca e religione cristiana. Dal → L’eredità fondamentale di Giustiniano è il Codice civile,
punto di vista amministrativo, il territorio era suddiviso che è alla base della moderna giurisprudenza europea.
in province, riunite in diocesi, a loro volta raggruppate in
prefetture. L’imperatore aveva un potere assoluto. ➂ Il vi secolo in Italia
→ I principali problemi che affliggevano l’Impero d’Oriente → Al termine della guerra gotica, Giustiniano estese all’Ita-
erano: il conflitto con l’Impero persiano dei Sasanidi; la di- lia le leggi bizantine con la Prammatica sanzione del 554.
fesa delle frontiere danubiane da nuovi popoli (Slavi, Àvari, La popolazione però era stremata da guerre e pestilenze.
Bulgari); l’eccessiva pressione fiscale, che provocava pover- Nel 568, la penisola fu invasa dai Longobardi, e ai Bizantini
tà e malcontento; la diffusione di eresie, attraverso cui si rimasero solo le coste adriatiche fino alle Marche, la via
manifestava un’opposizione al centralismo imperiale. Flaminia e Roma, alcune zone del sud e le isole.
→ Negli stessi anni, Benedetto da Norcia pose le basi del
➁ Giustiniano e la restaurazione dell’Impero monachesimo occidentale, stabilendo nel 529 la sua Regola.
→ Nella prima metà del v secolo, domina la figura dell’impera- Il movimento benedettino ebbe una grande importanza
tore Giustiniano. Il suo progetto politico ambiva a restaurare economica e politica, colonizzando zone abbandonate e
l’impero universale, riconquistando i territori occidentali. convertendo popoli barbari. Ebbe una grande importanza

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Area STUDIO
culturale, poiché i monaci salvarono i testi della tradizio- combatté con successo contro i Sasanidi. Di fronte all’ag-
ne classica e nelle loro scuole garantirono la trasmissione gressione araba, perse molti territori, ma resistette laddove
della cultura antica. la riforma di Eraclio si era meglio radicata.
→ L’viii-ix secolo fu caratterizzato dal conflitto tra icono-
➃ L’Impero bizantino clasti e iconòduli. Nell’842 lo scontro si risolse con la vitto-
dal vii all’xi secolo ria di questi ultimi. Con la fine della lotta iconoclasta iniziò
→ Nella prima metà del vii secolo, l’imperatore Eraclio suddi- il periodo di massimo splendore dell’Impero bizantino. 229
vise i territori imperiali in temi, circoscrizioni amministra-
tive e militari nello stesso tempo. Si formò così una classe ➄ La civiltà bizantina

CAPITOLO 9. L’Impero bizantino


di contadini-soldato (stratioti), che da un lato garantirono → La mentalità bizantina è segnata dal centralismo dello
all’Impero un esercito forte e poco costoso, dall’altro raffor- Stato e dalla conseguente burocrazia. La rigidità del siste-
zarono il potere dell’imperatore contro i grandi latifondisti. ma si univa tuttavia a una società molto aperta e dinamica,
Eraclio intervenne anche in ambito culturale, stabilendo il caratterizzata da grande articolazione e complessità e da
greco come lingua ufficiale. In politica estera, l’Impero bi- una notevole mobilità sociale. Le donne godevano di am-
zantino resistette alle invasioni di Slavi, àvari e Bulgari e pia libertà e considerazione.

C Mappa dei concetti

CARATTERISTICHE DELL’IMPERO BIZANTINO

istituzioni romane cultura greca religione cristiana

punti di forza punti di debolezza


• posizione geografica favorevole → traffici con l’Asia • conflitto con l’Impero persiano
→ prosperità economica → aumento popolazione → • pressioni dei barbari sul Danubio
urbanizzazione → prelievo fiscale → esercito specializzato • prelievo fiscale mal tollerato
• invasioni barbariche dirottate verso ovest • conflitti religiosi con la Chiesa di Roma e con Siria ed Egitto

Giustiniano I (527-565)
• difende l’ortodossia per avere l’appoggio della Chiesa
• la moglie Teodora fa da mediatrice con le eresie in Siria ed Egitto
• elimina avversari politici durante la rivolta di Nika
• affida al giurista Triboniano la redazione del Corpus iuris civilis (base del diritto moderno)
• stipula pace coi Persiani (532) per riconquistare i territori occidentali (Africa, Italia, Spagna)
• dopo pochi anni l’Impero perde i territori conquistati da Giustiniano

Eraclio (610-641) → triplice riforma

militare-amministrativA economico-sociale culturale


• divisione territorio in temi • difesa piccoli proprietari • lingua e tradizione greca
• stratioti controllano territorio • fedeltà del colono-soldato contro quella latina occi-
all’imperatore contro i latifondisti dentale

• difende i confini: Slavi e Àvari nei Balcani, Persiani, Arabi


dopo eraclio
Lotta iconoclasta: vietate immagini sacre per impossessarsi dei territori dei monasteri
togliere pretesto religioso agli Arabi invasori

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Area attività

D Conoscenze e abilità

1 spazio Traccia sulla carta muta i confini dell’Impero romano d’Oriente 2 tempo Inserisci simboli uguali
all’epoca di Giustiniano e indica dove erano stanziati allora i popoli elencati. per i personaggi che hanno vissuto
nello stesso periodo.
230 Persiani
Ostrogoti Frisi
Sassoni
☐ Giustiniano
Visigoti Oce ano
Atl anti co Treviri
Turingi ☐ Eraclio
sezione 3. L’Alto Medioevo

Unni
Parigi

Vandali Avari
Avari
☐ Leone III
☐ Benedetto da Norcia
Bordeaux
Slavi
Longobardi Alani
Milano Gepidi Bulgari
Lione
Da
lm
Narbona

Barcellona
Ravenna az
ia
Ma r Ne ro

Armenia
Lazica
☐ Teodora
Cordova
Roma

Napoli
Costantinopoli

Tessalonica Ankara
☐ Maometto
Cagliari
Tangeri Efeso
Numidia Palermo Atene
Cartagine Antiochia

Africa Siria
Mare Mediterraneo Damasco
Palestina
Leptis Magna Cirene
Alessandria
Libia Gerusalemme

3 lessico Scrivi una breve definizione dei termini indicati.

① Cesaropapismo: 
② Monofisita: 
③ Prammatica sanzione: 
④ Ortodossia: 
⑤ Abate: 

4 lessico Il potere degli imperatori bizantini è spesso definito “autocratico”. Spiega che cosa significa questo termine.






5 eventi Completa la tabella, sintetizzando gli elementi fondamentali dell’attività politica di Giustiniano.

Politica interna Politica estera

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Area attività
6 concetti e connessioni Rispondi alle domande.
① Perché l’adesione dell’imperatrice Teodora al monofisismo fu politicamente utile a Giustiniano?
② Perché Giustiniano non sostenne adeguatamente Belisario durante la guerra greco-gotica?

7 concetti e connessioni Spiega il rapporto che intercorre tra la posizione geografica dell’Impero romano d’Oriente
e la sua prosperità economica.
 231



CAPITOLO 9. L’Impero bizantino


8 concetti e connessioni Confronta l’organizzazione dell’Impero all’epoca di Giustiniano e dopo le riforme di Eraclio
rispondendo alle seguenti domande.
① Che cosa differenzia i temi dalle province?
② Che cosa differenzia gli stratioti dai coloni?

E Competenze

9 geostoria L’Europa slava. Svolgi una ricerca


online e individua su una carta geografica i Paesi che
l 12 ANALIZZARE / SCHEMATIZZARE Leggi attentamente
il seguente brano, tratto da La guerra gotica dello storico
attualmente hanno una lingua ufficiale di origine slava. Procopio di Cesarea e dedicato alla carestia che colpì il
Indica poi fra questi quali utilizzano l’alfabeto cirillico e Lazio e gran parte dell’Italia centrale nel quarto anno di
quali hanno una popolazione in maggioranza di religione guerra. Poi crea una tabella e schematizzane il contenuto.
ortodossa.
«L’anno avanzava verso l’estate, e già il grano cresceva
10 analizzare e comunicare La riforma di Eraclio. spontaneo, non in tal quantità però come prima, ma
Metti a confronto nella seguente tabella l’organizzazione assai minore; poiché, non essendo stato internato nei
amministrativa dell’Impero bizantino ai tempi di solchi con l’aratro, né con mano d’uomo, ma rimasto alla
Giustiniano e ai tempi di Eraclio. Esponi poi oralmente i superficie, la terra non poté fecondarne che una piccola
risultati del confronto alla classe in un breve intervento (5 parte. Né essendovi alcuno che lo mietesse, passata la
minuti al massimo). maturità, ricadde giù e niente poi più ne nacque. La stessa
cosa avvenne pure nell’Emilia; per lo che la gente di quei
Impero ai tempi di Impero ai tempi di Eraclio paesi, lasciate le loro case, recaronsi nel Piceno prensando
Giustiniano che quella regione, sendo marittima, non dovesse essere
totalmente afflitta da carestia. Né men visitati dalla fame
per la stessa ragione furono i Toscani; de’ quali quanti
abitavano i monti, macinando ghiande di quercia come
grano, ne faceano pane, che mangiavano. Ne avveniva
naturalmente che i più fossero colti da malattie d’ogni
11 scrittura La giornata del benedettino. Cerca sorta, solo alcuni uscendone salvi. Nel Piceno dicesi che
in rete o in biblioteca una versione della Regola di san non meno di cinquantamila contadini romani morissero di
Benedetto da Norcia e, scorrendone l’indice, trova le fame».
informazioni necessarie per descrivere la tipica giornata di (Procopio di Cesarea, La guerra gotica, II, 20, trad. D. Comparetti,
un monaco benedettino del vi secolo. Garzanti, Milano 2005)
Racconta in prima persona tale giornata, dal momento del
risveglio a quello in cui i monaci tornano a dormire, senza
trascurare i dettagli più concreti e interessanti.

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CAPITOLO 10
La civiltà
232
araba
Sura I
sezione 3. L’Alto Medioevo

1
In nome di Allah, il Compassionevole, il Misericordioso. 2 La lode
[appartiene] ad Allah, Signore dei mondi, 3 il Compassionevole, il
Misericordioso, 4 Re del Giorno del Giudizio. 5 Te noi adoriamo e a
Te chiediamo aiuto. 6 Guidaci sulla retta via, 7 la via di coloro che
hai colmato di grazia, non di coloro che [sono incorsi] nella [Tua]
ira, né degli sviati.
— da Il Corano; trad. H.R. Piccardo

Chiave di lettura

Una nuova civiltà


Il vii secolo è segnato da una delle più importanti
rivoluzioni della storia, la fondazione della religione
musulmana da parte di Maometto e la rapida espan-
sione della civiltà araba.
L’islam si presenta sulla scena storica in maniera del
tutto inaspettata e provoca nel volgere di pochi de-
cenni un vero e proprio rivolgimento in tutta l’area
del Mediterraneo e in parte dell’Asia. L’avvento della
nuova religione e della nuova cultura che essa dif-
fonde nei territori conquistati dagli Arabi segna l’i-
nizio di un’epoca storica nuova. L’unità culturale del
Mediterraneo, già messa alla prova dalle migrazioni
di popoli e dalle divisioni politiche dei secoli prece-
denti, finisce per sempre.

il profeta dell’islam
Maometto, con il volto velato, riceve dall’arcangelo Gabriele la
rivelazione di Dio, miniatura, xvi secolo, Istanbul, Museo Topkapi.

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1. Gli Arabi prima di Maometto
GEOSTORIA
■ Arabia felix e beduini natura del territorio (fertile a sud, desertico al centro
della penisola) fu all’origine di due stili di vita opposti: a
L’Arabia è una vasta penisola che si protende verso l’oceano sud, nella cosiddetta “Arabia felix”, corrispondente più 233
Indiano, delimitata a est dal golfo Persico e a ovest dal mar o meno all’attuale Yemen, gli Arabi erano agricoltori e
Rosso. Il suo territorio è in gran parte desertico, ma nella sedentari; mentre al centro erano beduini nomadi o se-

CAPITOLO 10. La civiltà araba


regione meridionale, dove si fa sentire il benefico influsso minomadi e praticavano l’allevamento e il commercio
del mare e dei monsoni, il terreno è fertile e le piogge per- (in particolare di incenso e mirra, profumi molto richiesti
mettono il fiorire dell’agricoltura. e costosi).
Nell’antichità gli Arabi non ebbero contatti con le gran-
di civiltà studiate finora, da quelle mesopotamiche a quella
egizia, da quella greca a quella romana. Le poche testimo-
nianze antiche che li riguardano concordano nell’attribu- MEMO LESSICO
ire loro scarsa importanza. Ancora all’inizio del vii secolo
Arabia felix
gli Arabi erano un popolo militarmente debole, diviso In latino felix significa “fertile”: così era definita anticamente la parte
in numerose tribù spesso in lotta fra loro e isolato, sia ri- meridionale della penisola arabica; qui, secondo la leggenda, si trovava
spetto ai vicini imperi bizantino e persiano, sia rispetto ai il regno della mitica regina di Saba, l’amante del re Salomone.
più lontani regni latino-germanici. Beduino
Proprio a partire dalle scarse testimonianze degli sto- Il termine deriva dall’arabo badw, “nomade” e indicava le
popolazioni nomadi del deserto, in contrapposizione a quelle
rici antichi noi possiamo però ricostruire alcuni caratte- stanziali dell’Arabia felix.
ri della popolazione araba prima di Maometto. La doppia

LA PENISOLA ARABICA NEL vii SECOLO


Tig
I M PE RO ri
Eu
fra
B I ZA NT I NO te

I M PE RO PE R S IA NO
Gerusalemme Hira
Bassora
Elat
Eliopoli

al-Ula
Ni

Darin
lo

Khaybar Golfo
Berenice
Persico Dubai
Medina

Yabrin Mascate
M

La Mecca
ar
Ro

Tamra
ss
o

Najran Salalah

Sana al-Makulla

Moca
Aden Oceano
Indiano
l’Islam alla morte di Maometto
principali piste carovaniere
principali rotte commerciali marine
▲ Viaggiatori arabi su cammelli da un
manoscritto arabo del xiii secolo.

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Il deserto era quindi attraversato da numerose piste ca-
rovaniere e intorno alle oasi principali si erano sviluppate
città di notevole importanza, tra cui la principale era La
Mecca, il centro commerciale e religioso in cui, intorno al
570, nacque Maometto.

■  alla religione preislamica


D
al monoteismo
234
La religione degli Arabi, prima di Maometto, era caratterizza-
ta dal politeismo. Le scarse informazioni che ci sono giunte
sezione 3. L’Alto Medioevo

confermano l’esistenza di molte divinità locali (tra cui una


di nome Allah) e il prevalere di un atteggiamento diffuso di
tolleranza, che garantiva la pacifica convivenza di culti
diversi.Tra questi c’erano anche l’ebraismo, il cristianesimo ▲ Mada’in Saleh, anche conosciuto come Al-Hijr o Hegra, un sito
archeologico pre-islamico situato in Arabia Saudita.
(soprattutto nella sua versione monofisita, vedi p. 123) e lo
zoroastrismo persiano, importati in Arabia dai mercanti.
Alcune città erano santuari riconosciuti da tutta la pellegrinaggio era La Mecca, dove si venerava la pietra nera,
popolazione della penisola arabica. La principale meta di conservata in un edificio detto Ka’ba (“cubo”) per la sua forma.
Quando Maometto, nel 610, diede inizio alla sua predica-
▼ La regina di Saba zione, pose a fondamento della nuova religione un rigoroso
Si tratta di una figura semileggendaria di cui parlano sia la Bibbia sia monoteismo, caratterizzato dalla venerazione dell’unico
il Corano. Secondo il racconto biblico regnava su uno Stato ricco e
fertile che si estendeva tra il sud della penisola arabica e l’Etiopia in Dio Allah, in deciso contrasto con il politeismo precedente.
Africa. Manoscritto raffigurante la regina e il regno da lei governato. In La sua scelta, ispirata all’esempio dell’ebraismo e del cristia-
alto il sovrano di Persia, tra i due il golfo Persico, xiv secolo, Berlino,
Staatsbibliothek.
nesimo (in misura minore allo zoroastrismo), che Maometto
aveva avuto modo di conoscere durante i suoi viaggi d’affari,
era gravida di conseguenze politiche: la religione diventava
infatti un potente elemento unificatore del popolo arabo,
che veniva a costituirsi come un’unica comunità di credenti.
Nello stesso tempo, saggiamente, Maometto conservò al-
cuni tratti della tradizione religiosa preesistente, come la ve-
nerazione della pietra nera e l’atteggiamento di sostanziale
tolleranza nei confronti degli “infedeli”, ma limitatamente
agli esponenti delle altre tre religioni monoteiste.

MEMO LESSICO

Zoroastrismo
È una religione monoteista che si fonda sugli insegnamenti del
profeta Zoroastro (o Zarathustra), vissuto in Persia nel vi secolo
a.C. È basata sul culto del dio Ahura Mazda.

LE DOMANDE DELLA STORIA


Arabi o musulmani?
Il termine Arabi indica le tribù che popolavano la penisola arabi-
ca. Il termine musulmani si riferisce a tutti i seguaci della religione
islamica, a prescindere dalla loro appartenenza etnica. Saraceno (o
saracino) e maomettano sono sinonimi di “musulmano”, usati in
passato ma oggi ritenuti poco corretti.

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2. Maometto, il Profeta dell’islam
■ La giovinezza e la formazione ■ La prima predicazione e l’ègira
Maometto (in arabo Muhammad, “il più lodato”) nacque Nel 610, a quarant’anni, secondo la tradizione Maometto
intorno al 570 a La Mecca, da Abdallah e Amina, apparte- ebbe la prima delle molte visioni che gli rivelarono la sua 235
nenti alla famiglia degli Hashemiti (in arabo Hashim), un missione di profeta e le verità fondamentali della nuova
ramo secondario dei Coreisciti (in arabo Quraysh), il clan religione, l’islam.

CAPITOLO 10. La civiltà araba


più ricco e importante della città. Maometto si diede quindi alla predicazione, che in
Nato orfano di padre, Maometto perse la madre ad ap- una prima fase ebbe un carattere di forte polemica eti-
pena sei anni di età e fu mandato a fare il pastore. Una ca e sociale. Le sue parole erano rivolte innanzitutto
volta cresciuto, divenne cammelliere e si mise al servizio contro la corruzione dei costumi e il degrado morale dei
di una ricca vedova, Khadija, che a venticinque anni spo- suoi concittadini, ma anche contro l’ingiusta distribu-
sò, malgrado la notevole differenza di età (la donna aveva zione delle ricchezze, le enormi disuguaglianze sociali
quindici anni più di lui). che tenevano la maggior parte della popolazione della
Maometto fu dunque pastore e mercante, conobbe la Mecca in condizioni di miseria, a fronte di un’élite ricca
vita del deserto e quella delle città e, grazie ai suoi viaggi, e arrogante.
entrò spesso in contatto con ebrei e cristiani, dai cui rac-
conti ricavò, con ogni probabilità, i numerosi riferimenti
alla Bibbia presenti nel Corano, il libro sacro dell’islam.
MEMO LESSICO

Profeta
tweet Maometto analfabeta Il termine deriva dal greco prophétes, “colui che parla al posto
Maometto non sapeva leggere e scrivere: la sua conoscenza della di” o “colui che parla prima”, e indica colui che, per ispirazione
Bibbia derivava da racconti uditi durante i suoi viaggi. Il Corano fu di una divinità, parla in suo nome manifestandone la volontà o
da lui dettato, non scritto materialmente. predicendo avvenimenti futuri.

▼ Maometto predica a un gruppo di fedeli, miniatura, Edimburgo, Biblioteca Universitaria.

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Maometto raccolse rapidamente intorno a sé un gruppo ■  al ritorno alla Mecca
D
sempre più numeroso di seguaci, che a partire dai suoi fa- alla morte
miliari e amici andava allargandosi alle fasce più svantag-
giate della popolazione. A Medina Maometto venne raggiunto dai suoi seguaci e
La reazione dell’élite meccana non si fece attendere a diede inizio alla seconda fase della sua predicazione.
lungo: nel luglio del 622, poco dopo la morte della moglie Accanto al ruolo di predicatore religioso, egli assunse in-
Khadija, i suoi stessi parenti Coreisciti costrinsero il predi- fatti quello di capo politico e militare, instaurando un re-
catore alla fuga. Maometto si diresse verso la città di Yathrib gime di tipo teocratico (giacché appunto nella sua persona
(a poche decine di chilometri dalla Mecca), che da quel mo- si univano i ruoli di leader religioso e politico) e conducen-
236 mento iniziò a essere chiamata Medina, parola che significa do un’accanita guerriglia contro i mercanti della Mecca, di
“la città del Profeta”. Questo avvenimento, la cosiddetta ègi- cui regolarmente assaliva e depredava le carovane.
ra (“migrazione”), segna l’inizio dell’era islamica, come la In meno di un decennio Maometto ridusse alla dispe-
nascita di Gesù segna l’inizio dell’era cristiana. I musulma- razione la sua città natale e quando, nel 630, vi fece ritor-
ni, infatti, contano gli anni a partire dal 622. no da conquistatore, alla testa dei suoi seguaci, fu accolto
dalla popolazione come un trionfatore. La distruzione
degli idoli pagani, cioè dei simboli religiosi non musul-
▼ Aqa Mirak, pittore e poeta persiano, Ascesa del profeta Maometto in mani (con la sola eccezione di un’immagine della Vergine
Paradiso, metà del xvi secolo, Londra, British Library.
Maria), segnò l’inizio di una nuova era per la città; tutta-
via Maometto, come abbiamo già osservato, ebbe la saggez-
za di conservare alla Mecca il primato che già possedeva
tra i santuari preislamici, confermando il carattere sacro
della pietra nera (un frammento di meteorite) e impo-
nendo a tutti i musulmani l’obbligo di un pellegrinaggio
nella “città santa”. In questo modo, egli conquistò l’ani-
mo dei concittadini, lusingando il loro orgoglio e garan-
tendo loro immensi vantaggi economici.
Maometto morì due anni più tardi, nel 632, tra le brac-
cia della terza moglie, la
prediletta Aisha, destinata tweet
L’età di Aisha
Secondo alcune fonti Aisha
ad avere un ruolo importan- aveva 6 o 7 anni al momento
te negli anni successivi, se- del matrimonio con
gnati dal difficile problema Maometto: la notizia è quasi
sicuramente falsa.
della successione al Profeta.

■ Novità e tradizione nell’islam


La religione fondata da Maometto, come abbiamo già os-
servato, è sicuramente nuova, ma non nasce dal nulla: essa
si fonda infatti su tradizioni precedenti, che Maometto
reinterpreta e rilegge in chiave originale.

MEMO DATE

La vita di Maometto
570 Presunta data di nascita di Maometto
610 Inizio della predicazione
619 Morte della prima moglie Khadija
622 Ègira (fuga a Medina)
630 Ritorno a La Mecca
632 Morte di Maometto

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Per esempio, pur essendo l’islam una religione gelo- prestabiliti, rivolgendosi verso La Mecca; la preghiera
samente monoteista, Maometto conserva un elemento ha lo scopo di scandire la vita quotidiana del singolo
importante della precedente tradizione politeistica, e cioè e della comunità;
il culto della pietra nera conservata nella Ka’ba della • l’elemosina (zakat): il musulmano ha il dovere di
Mecca. aiutare i poveri; di fatto, l’elemosina è una “tassa
L’islam, inoltre, si richiama esplicitamente alle altre religiosa” che crea un forte senso di appartenenza
religioni monoteistiche e si considera il compimento (la alla collettività perché può essere usata non solo
perfetta realizzazione) dell’ebraismo e del cristianesi- per l’assistenza ai bisognosi, ma anche per l’istru-
mo: Maometto si considera infatti l’ultimo di una serie zione dei bambini, la costruzione di rifugi per i pel-
di profeti, iniziata con Adamo e comprendente fra gli altri legrini ecc.; 237
Noè, Abramo, Mosè (figure chiave dell’Antico Testamento), • il digiuno (ramadan): per un mese all’anno, il musul-
Giovanni Battista e Gesù (in arabo Isa). mano deve digiunare dall’alba al tramonto del sole,

CAPITOLO 10. La civiltà araba


astenendosi da cibo, bevande, rapporti sessuali, fumo,
e dedicando tutti i propri pensieri a Dio;
■ I fondamenti dell’islam • il pellegrinaggio (hajj): almeno una volta nella vita,
il musulmano deve recarsi in pellegrinaggio alla
Allah è il creatore di tutto, onnipotente e infinitamente Mecca per adorare la pietra nera conservata nella
giusto. Il fedele deve essergli riconoscente, adorarlo e sot- Ka’ba.
tomettersi a lui. Muslim (“musulmano”) significa infat- I cinque pilastri non sono dogmi o credenze, ma com-
ti “sottomesso alla volontà di Dio” e islam significa “sot- portamenti pratici; essi hanno un carattere di sempli-
tomissione”. Maometto stesso indicò i “cinque pilastri cità che li rende immediatamente comprensibili anche
dell’islam”, cioè i cinque comportamenti che caratterizza- alle persone meno colte e meno versate nelle questioni
no il perfetto musulmano e lo distinguono dai seguaci di teologiche. Per questi motivi essi furono un eccezionale
altre religioni. Essi sono: strumento di propaganda e di unificazione del popolo
• la professione di fede (shahada): va fatta ad alta voce arabo.
e consiste nelle parole “non c’è altro Dio che Allah e
Maometto è il suo profeta”; essa è la dichiarazione che tweet Quando cade il Ramadan?
permette a tutti i musulmani di riconoscersi come Il calendario religioso musulmano è un calendario lunare, non
fratelli; solare; il Ramadan quindi (un po’ come la Pasqua cristiana) cambia
collocazione ogni anno.
• la preghiera (salat): il musulmano deve pregare
cinque volte al giorno, dovunque si trovi, a orari
■ Il Corano
▼ Folla di fedeli intorno alla Ka’ba, La Mecca.
Le caratteristiche fondamentali della religione islamica
si possono desumere dal Corano (in arabo al-Quran, “la let-
tura”), il libro sacro che, secondo la tradizione, fu dettato
dall’arcangelo Gabriele a Maometto durante una serie di
visioni estatiche.
Il Corano è costituito da 114 capitoli, detti sure, or-
dinati dal più lungo al più breve (con l’eccezione del-
la prima sura, che fa da introduzione all’intera opera).
Naturalmente quest’ordine (stabilito dai seguaci del
Profeta, e in particolare dal terzo califfo Othman, vedi p.
239) non corrisponde né a quello di composizione, né a
un qualsivoglia criterio tematico. Nel corso del tempo si è
sviluppata quindi una ricca messe di interpretazioni, ri-
guardanti sia la storia interna del testo, sia il significato
dei molti passi controversi.
La lettura del Corano è uno dei doveri del musulma-
no: di conseguenza nelle scuole religiose musulmane il
testo sacro viene studiato e analizzato, sempre in lingua

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araba; le traduzioni sono infatti considerate imprecise, rapporti tra uomini e donne, tra padri e figli, tra musul-
in quanto l’arabo è la lingua in cui il libro è stato dettato mani e “infedeli” e così via. Questi precetti comprendono
a Maometto. anche alcune regole alimentari, come il divieto di con-
Il Corano non è solo un testo religioso: religione e sumare alcolici e carne di maiale, le norme per la macel-
politica sono infatti inscindibilmente unite e nel libro lazione degli animali ecc.
sacro dei musulmani (come in alcune parti dell’Antico Prende corpo così la comunità dei credenti, in arabo
Testamento) si trovano regole di comportamento che umma, intesa come comunità politica, morale e civile di
toccano l’ambito del diritto e della vita civile. Così, per tutti i musulmani, a prescindere dalle differenze etniche,
esempio, Maometto stabilisce regole relative all’eredità, ai sociali e culturali.
238 ▼ Dettaglio di una sura in scrittura araba sacra, ix-x secolo, Parigi,
Bibliothèque Nationale.
sezione 3. L’Alto Medioevo

LE DOMANDE DELLA STORIA


I musulmani hanno il paradiso?
Dopo la morte, secondo il Corano, le anime dei trapassati restano
in attesa del giudizio universale, quando i meritevoli andranno in
paradiso e i reprobi finiranno all’inferno. Uniche eccezioni sono i
martiri, cioè coloro che muoiono per la fede: a costoro le porte del
paradiso si aprono immediatamente.
La rappresentazione del paradiso offerta da Maometto è molto
semplice: vegetazione lussureggiante, clima temperato, cibo in
abbondanza, belle donne sempre a disposizione (le famose urì)…
Naturalmente si tratta di rappresentazioni sensibili di una beatitu-
dine che, nella tradizione religiosa più profonda, ha un valore emi-
nentemente spirituale.

AREA TUTOR — Facciamo il punto!


1 Verifica le CONOSCENZE 3 Acquisisci le COMPETENZE
➀ Come si chiamava la prima Dal testo allo schema
moglie di Maometto? Inserisci le frasi seguenti nella tabella che mostra a sinistra ciò che Maometto
➁ Che mestiere faceva Maometto conserva della religione preislamica e a destra le innovazioni da lui introdotte
prima di diventare predicatore? con l’islam.
➂ Perché nel 622 dovette fuggire
da La Mecca? a l’atteggiamento di relativa tolleranza
➃ Perché Maometto confermò a La b il culto della pietra nera a La Mecca
Mecca il ruolo di “città santa” della c la lotta contro il politeismo (o paganesimo)
nuova religione? d il nome del dio Allah
➄ Quali sono i cinque pilastri e un rigoroso monoteismo
dell’islam? f il valore politico della religione
➅ Come è organizzato il Corano?
Maometto conserva Maometto introduce
2 Definisci il LESSICO
ESSENZIALE
➀ Arabia felix ➁ Ka’ba ➂ Ègira
➃ Islam ➄ Beduino ➅ Ramadan

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3. L’espansione dell’islam
■  opo Maometto: il califfato elettivo
D straordinaria espansione dell’islam; è detto “il san
(632-661) Paolo dell’islam” per la sua vicenda personale (fu ini-
zialmente ostile all’islam, poi ne divenne uno dei più
Al momento della morte di Maometto, la nuova religione ferventi sostenitori) e perché a lui si deve la prima or- 239
si era imposta su buona parte della penisola arabica. Ma ganizzazione dello Stato musulmano che veniva for-
poiché il Profeta era morto senza indicare un successore, i mandosi grazie alle conquiste;

CAPITOLO 10. La civiltà araba


suoi seguaci avevano il problema di trovare un nuovo capo • Othman (644-656): genero di Maometto (ne aveva
che fosse insieme leader politico, militare e religioso, e di sposato due figlie, una dopo l’altra), era uno spirito
organizzare il nuovo Stato. profondamente religioso, un intellettuale più che un
I primi quattro successori di Maometto furono i cosid- condottiero e un leader politico; il suo merito princi-
detti “califfi elettivi”: essi furono infatti nominati “vica- pale fu la compilazione del Corano, che ancor oggi vie-
ri” di Maometto, non senza lotte e tensioni interne, da un ne letto nella versione da lui stabilita;
gruppo ristretto di collaboratori del Profeta.
I quattro califfi elettivi sono:
• Abu Bakr (632-634): padre di Aisha e quindi suocero di MEMO LESSICO
Maometto, al momento dell’elezione era già anziano e
probabilmente fu un semplice strumento nelle mani Califfo
Il termine deriva dall’arabo khalifa, “vicario”, e indica i successori di
del più aggressivo Omar; Maometto.
• Omar (634-644): sotto il suo califfato ebbe inizio la

L’ESPANSIONE ISLAMICA (632-661)

REGNO DEI FRANCHI


Ma

LONGOBARDI Mar Nero


rC
as

Roma Costantinopoli
pio

REGNO DEI VISIGOTI I M P E RO B IZA NT I NO


Córdova
Antiochia
Cartagine
SIRIA Samara
Ma re Mediterra n eo PERSIA
Damasco
Alessandria Bagdad Isfahan
Gerusalemme
Il Cairo
EGITTO
do
In

Medina
Nilo

La Mecca

Oceano
prima espansione con Maometto Indiano
espansione con i quattro califfi

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◀ Maometto e
Abu Bakr, primo
successore di
Maometto, sulla
strada di Medina,
miniatura, xiv
240 secolo, Edimburgo,
Biblioteca
Universitaria.
sezione 3. L’Alto Medioevo

• Ali (656-661): cugino e genero di Maometto (ne aveva maggioranza dei musulmani (i sunniti, da sunna, “tradi-
sposato la figlia Fatima), di carattere impulsivo e arro- zione”, termine che indica l’insieme delle regole ricava-
gante, si scontrò con la vedova Aisha (che costrinse a bili dagli atti e dai detti di Maometto) accettò il califfato
ritirarsi a vita privata) e mal sopportò il potere degli omayyade, mentre una cospicua minoranza (gli sciiti, da
altri califfi elettivi. shia, “fazione”, “partito”) rimase fedele ad Ali e a Hussein.

■ Ali e i suoi figli ■ L e correnti interne all’islam


e la questione del clero
Alla vicenda di Ali e dei suoi due figli Hassan e Hussein
risalgono le prime divisioni all’interno dell’islam. La divisione tra sunniti e sciiti permane ancor oggi. Gli sci-
Infatti, dopo aver sconfitto Aisha, vedova del Profeta iti costituiscono attualmente circa il 10% dei musulmani di
(battaglia del Cammello, 656), Ali dovette affrontare l’oppo- tutto il mondo; essi sono dominanti in Iran (dove il sun-
sizione del governatore della Siria, Mu’awiya, della potente nismo è quasi sconosciuto) e in alcune zone dell’Iraq, ma
famiglia degli Omayyadi, che Ali aveva rimosso dall’inca- sono presenti anche in Azerbaigian e in altri Paesi arabi.
rico e che accusava il califfo di aver ucciso il suo predeces- Entrambe le correnti si riconoscono nel Corano e nel
sore Othman. Si giunse a una nuova battaglia (battaglia di Profeta, e nessuna accusa l’altra di essere “eretica” (il con-
Siffin, sull’Eufrate, 657) e Mu’awiya fu sconfitto, ma in base cetto stesso di eresia è estraneo alla religione musulmana).
alla legge coranica chiese e ottenne un arbitrato (una spe- Però i sunniti ritengono che la sunna sia ispirata da Allah,
cie di processo), che si risolse in un nulla di fatto. con un valore pari a quello del Corano, mentre per gli sciiti
Lo scontro provocò la nascita di una setta, i kharigiti, solo il Corano è la massima fonte di autorità. La principale
che criticavano sia Mu’awiya, per essersi ribellato al ca- differenza riguarda il ruolo del clero: per i sunniti, qua-
liffo, sia Ali, per aver accettato di trattare con il rivale. Ali lunque persona che conosca adeguatamente il Corano può
reagì sterminando i kharigiti ma uno di loro sopravvisse guidare la preghiera e assumere il ruolo di leader religioso;
e lo uccise con una spada avvelenata mentre entrava nella per gli sciiti, invece, i sacerdoti (imam) costituiscono una
moschea di Kufa, in Iraq, nel 661. casta nettamente distinta dal resto della popolazione e il
A questo punto divenne inevitabile lo scontro fra i due ruolo di leader religioso universale può essere ricoperto
figli di Ali e Mu’awiya. In realtà, il primogenito Hassan si solo da un discendente del Profeta.
ritirò dalla contesa e morì poco dopo, forse avvelenato; il All’interno del mondo islamico si formarono in seguito
secondogenito Hussein, ancora molto giovane, decise di altre correnti, sia pure minoritarie, come ad esempio i sufi
aspettare la morte di Mu’awiya, che nel frattempo era di-
ventato il primo califfo omayyade. Quando costui morì, nel
680, Hussein si fece avanti per prenderne il posto, e fu allo- MEMO LESSICO
ra che si scatenò il conflitto con il figlio di Mu’awiya, Yazid.
Hussein e i suoi seguaci furono sconfitti nella battaglia di Imam
Kerbala, in Iraq (10 ottobre 680). Il termine significa “guida”; è colui che conosce bene il Corano e
quindi può insegnare i precetti religiosi e guidare i fedeli durante
Il massacro di Kerbala sancì la divisione della co- la preghiera.
munità musulmana (la umma) in sunniti e sciiti. La

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(una tendenza mistica che deve la sua fama ai cosiddetti tecniche militari nuove, a cui erano impreparati a rispon-
“dervisci rotanti”, una setta i cui adepti raggiungono l’e- dere. Si aggiunga l’insoddisfazione delle popolazioni sog-
stasi attraverso una specie di ballo, e che ha espresso due gette a questi imperi, oberate da una tassazione pesantissima,
grandissimi scrittori medievali, il teologo al-Ghazali, mor- che spesso accoglievano come liberatori i nuovi padroni arabi.
to nel 1111, e il poeta Rumi, 1207-1273); i wahabiti (seguaci Tra le popolazioni conquistate, solo i pagani erano costretti a
di un riformatore del Settecento, dominanti nell’attuale scegliere tra la conversione e la morte, mentre i monoteisti
Arabia Saudita); i settimani o ismailiti e i duodecimani (ebrei, cristiani e zoroastriani), in quanto considerati “antici-
(sette all’interno della corrente sciita, le quali si richiama- patori” dell’islam, dovevano semplicemente pagare una tas-
no a diversi personaggi storici da cui traggono il nome). sa, che cessava se si convertivano alla nuova fede. Per tutte
queste ragioni, le conversioni all’islam delle popolazioni con- 241
quistate furono perlopiù spontanee.
■ La prima espansione dell’islam

CAPITOLO 10. La civiltà araba


Le terribili lotte intestine che segnarono l’islam dopo la ■ Il califfato degli Omayyadi (661-750)
morte del Profeta non impedirono alla nuova religione di
avere nei trent’anni circa del califfato elettivo una espan- Mu’awiya, che si era già fatto eleggere califfo dai suoi segua-
sione spettacolare, che ancor oggi stupisce gli storici. Gli ci nel 660, impose il suo potere dopo la morte di Ali, l’anno
Arabi annientarono rapidamente l’Impero persiano (650), successivo, e diede inizio alla prima dinastia musulmana,
ridimensionarono quello bizantino (a partire dalla battaglia
del fiume Yarmùk del 636), i cui territori si ridussero alla pe-
nisola greca e a quella anatolica, e iniziarono l’espansione in grammatica della cittadinanza
Africa settentrionale, conquistando l’Egitto e la Libia (641).
Per spiegare la straordinaria espansione dell’islam al di Lo Stato islamico
fuori della penisola arabica, gli storici hanno avanzato va- Islam in arabo significa “sottomissione”, “abbandono alla vo-
lontà di Dio”. La parola muslim (“musulmano”) ha la stessa ra-
rie ipotesi. dice della parola “islam”: i musulmani sono dunque i “sotto-
1. La fede religiosa trasformò un insieme di tribù, messi”, gli obbedienti all’unico Dio (Allah).
spesso in lotta tra loro, in un popolo unito e pronto a Alla base dell’islam c’è il Corano, il libro dettato da Maometto
e riordinato dai suoi primi seguaci, che è nello stesso tempo
espandersi. Nella predicazione di Maometto, inoltre, la testo sacro e manuale di comportamento e fonte del diritto.
guerra santa (jihad) occupava un posto di grande rilie-
Conoscere il passato
vo: il Profeta, infatti, invitava i suoi seguaci a combat- Dopo l’ègira (cioè la fuga da La Mecca a Medina) Maometto
tere per diffondere la fede islamica e per annientare diventa non solo un leader religioso, ma anche un capo poli-
i pagani (cioè i politeisti). Il jihad, che rispondeva per tico e militare. Il suo governo si configura dunque come una
teocrazia. I successori del Profeta (i califfi) conservano ide-
Maometto all’esigenza di unificare il popolo arabo sot- almente un ruolo simile a quello del fondatore, anche se nel
to le insegne della nuova religione, ben si sposava con corso dell’viii secolo il loro potere tende a diminuire a causa
della progressiva frammentazione dell’impero e delle divisioni
la mentalità beduina, che esaltava i valori del coraggio, religiose.
della prodezza, della forza fisica, nonché del saccheggio e Le leggi fondamentali che regolano la vita civile dell’Impero
della pirateria, regolarmente praticati all’epoca dai mer- islamico sono desunte dal Corano e dai Detti del Profeta (had-
ith) e vengono indicate con il termine arabo shariah, che signi-
canti arabi e non solo. fica “via, strada da seguire”.
2. I principali vicini degli Arabi, i Persiani e i Bizantini,
Comprendere il presente
erano in una posizione di debolezza, a causa delle lunghe La distinzione fra un ambito religioso e un ambito laico (in cui
guerre che avevano combattuto tra loro, e non erano quindi rientra la politica), che è alla base delle moderne istituzioni
in grado di resistere a un attacco imprevisto e condotto con occidentali, è estranea alla tradizione islamica. Nel corso del
Novecento, tuttavia, anche nel mondo musulmano vi sono
stati alcuni esempi di riforma in senso laico dello Stato – il più
importante è quello della Turchia, che dopo la Prima guerra
mondiale ha preso rapidamente le distanze dalla tradizione
MEMO LESSICO teocratica precedente. L’esempio è stato seguito, in modi di-
versi e per alcuni periodi, dall’Iran, dall’Iraq, dall’Egitto, dalla
Jihad Tunisia, dalla Siria e da altri Paesi.
Tradizionalmente tradotto con “guerra santa”, il termine indica sia Il tentativo di tornare alla concezione teocratica originaria è
la guerra contro i pagani politeisti, sia la lotta che il musulmano all’origine di fenomeni come la Rivoluzione islamica iraniana del
deve combattere dentro se stesso contro la tentazione del 1979, di movimenti come i Fratelli musulmani, diffusi soprattutto
peccato; jihad è dunque lo “sforzo”, l’impegno spirituale e politico in Egitto – e anche del cosiddetto “Stato islamico” (noto anche
di diffondere e affermare il messaggio di Allah. come IS o ISIS), che mira a rifondare l’antico califfato.

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242
sezione 3. L’Alto Medioevo

▲ Sito archeologico di Madīnat al-Zahrā (o Madinat Azahara), nelle vicinanze di Cordoba. È stata una residenza dei califfi Omayyadi tra il x e l’xi secolo.

quella degli Omayyadi. Con lui la struttura statale divenne una storica sconfitta militare ad opera dei Franchi, gui-
fortemente centralizzata e il califfo governava praticamente dati da Carlo Martello. Nel 751, infine, l’avanzata verso oriente
come un sovrano assoluto; il califfato diventò ereditario e fu arrestata dai cinesi nei pressi del fiume Talas, nell’odierno
la capitale politica dell’Impero, che Ali aveva già spostato da Kazakistan: i cinesi furono sconfitti, ma l’impeto musulma-
Medina a Kufa, in Iraq, venne trasferita a Damasco, in Siria. no risultò indebolito e le conquiste non procedettero oltre.
La dinastia omayyade guidò l’Impero arabo per quasi
un secolo, fino al 750, continuando l’espansione territo-
riale dei primi decenni: a est gli Arabi giunsero ai confini
MEMO DATE
dell’India e della Cina, assumendo il controllo delle vie di
comunicazione tra l’Europa e l’Estremo Oriente, in partico- L’espansione islamica (vii-viii secolo)
lare dell’importantissima via della seta; a ovest completa- 636 Battaglia del fiume Yarmùk: conquista della Siria
rono la conquista del Nord Africa, sottomettendo e conver- 637-650 Conquista dell’impero sasanide (Persia)
641 Conquista dell’Egitto
tendo i Berberi, che in seguito attraverseranno lo stretto di 673-678 Primo assedio di Costantinopoli
Gibilterra e sottrarranno la Spagna ai Visigoti (711). 680 Battaglia di Kerbala, divisione fra sunniti e sciiti
711 Invasione della Spagna
Lo slancio espansionistico volgeva però al termine: nel 717-718 Secondo assedio di Costantinopoli
678 i Bizantini erano già riusciti a respingere l’attacco a 732 Battaglia di Poitiers
Costantinopoli e a distruggere la flotta araba che assediava 751 Battaglia del fiume Talas
la città, e un nuovo tentativo di conquista fu respinto qua-
rant’anni dopo, nel 718. Nel 732, a Poitiers, gli Arabi subirono
LE DOMANDE DELLA STORIA
E se gli Arabi avessero vinto a Poitiers?
MEMO LESSICO Nel Settecento lo storico inglese Edward Gibbon scriveva che, se
gli Arabi avessero vinto a Poitiers, «oggi a Oxford si studierebbe il
Berberi Corano». La frase appare storicamente poco fondata: la spedizione
Dall’arabo barbar, forse a sua volta legato al greco “barbaro”, erano dell’emiro al-Rahman aveva solo scopi di rapina e saccheggio. Dal
gli abitanti autoctoni del Nord Africa. Oggi il termine è usato per punto di vista puramente militare, la sconfitta degli Arabi ebbe scarso
indicare la popolazione nordafricana che usa la lingua berbera o rilievo rispetto ad altri episodi. La vera importanza di Poitiers è legata
tamazight. al destino di Carlo Martello e dei suoi successori (vedi p. 285).

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■ Il califfato abbaside (750-945) Costretti dalle difficoltà di governare un territorio così
vasto e complesso, i califfi abbasidi operarono una profon-
Esattamente a metà dell’viii secolo il potere degli da riorganizzazione del loro Stato, che venne suddiviso
Omayyadi venne meno, logorato sia dai conflitti interni in emirati, cioè in province con a capo un governatore,
alla famiglia, sia dalle numerose rivolte (una parte degli o emiro. La divisione provocò inevitabilmente una certa
Arabi considerava gli Omayyadi degli usurpatori per il frammentazione. Nella seconda metà dell’viii secolo il
modo in cui avevano ottenuto il potere). Nel 750 si impa- mondo musulmano incominciò infatti a differenziarsi al
dronì dunque del titolo di califfo Abu al-Abbas, esponen- suo interno: in primis la Spagna (al-Andalus), che come
te di una nuova dinastia, gli Abbasidi, discendenti di abbiamo visto era stata conquistata non direttamente da-
Abbas, zio di Maometto. gli Arabi, ma dai Berberi, avviò una sua storia autonoma 243
Sotto gli Abbasidi l’Impero islamico raggiunse la sua sotto il governo di al-Rahman, uno dei pochi Omayyadi
massima espansione, con la conquista delle grandi isole sopravvissuti alla strage della famiglia nel 750. Lo stesso

CAPITOLO 10. La civiltà araba


del Mediterraneo: Sicilia, Creta, Baleari. Se nella parte percorso seguirono, più lentamente, l’Africa settentrio-
orientale del mare la flotta bizantina e quella venezia- nale (Maghreb), l’Egitto e la Siria.
na conservavano ancora una certa supremazia, in tutto Proprio per contrastare queste spinte centrifughe e
il Mediterraneo occidentale erano le navi musulmane per simboleggiare l’unità dell’Impero, il secondo califfo
a dominare: i mercanti-pirati arabi avevano, infatti, il abbaside, al-Mansur, tra il 762 e il 767 fondò, sulla riva oc-
pieno controllo delle rotte e minacciavano le popolazioni cidentale del Tigri, una nuova capitale, una grande città
costiere dell’Italia e della Francia meridionale. di forma perfettamente circolare, con al centro il palazzo
del califfo: Dar al-Salaam, la “sede della pace”, l’odierna
Baghdad.

MEMO LESSICO

Al-Andalus
È l’espressione araba con cui veniva indicata la penisola iberica;
deriva da Vandalusìa, cioè “terra dei Vandali”, il popolo che tweet Mercanti e pirati
penetrando nell’Impero romano la scelse come propria sede, prima Per noi il mercante si muove all’interno di regole prestabilite, il
di trasferirsi in Africa settentrionale. L’Andalusia oggi è una regione pirata è un fuorilegge. Nel mondo antico e nel Medioevo, invece,
della Spagna meridionale. le due “professioni” potevano facilmente sovrapporsi.

AREA TUTOR — Facciamo il punto!


1 Verifica le CONOSCENZE 2 Definisci il LESSICO ESSENZIALE
➀ Perché il califfo Omar è detto “il ➀ Califfo
san Paolo dell’islam”? ➁ Emiro
➁ Chi vinse nel conflitto tra Ali e ➂ Imam
Aisha? ➃ Berbero
➂ Chi vinse nel conflitto tra Ali e ➄ Jihad
gli Omayyadi?
➃ Quando nacque la divisione fra 3 Acquisisci le COMPETENZE
sunniti e sciiti? Scrittura
➄ Che cosa caratterizza queste Svolgi una ricerca in Internet relativa alla pietra nera e alle varie ipotesi sulla
due correnti all’interno dell’islam? sua natura. Esponi i risultati in un breve testo scritto (circa 1500 battute).
➅ Quando venne conquistata la
Spagna e da chi?
➆ Perché nell’viii secolo fu fondata
Baghdad?

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4. La società e la cultura araba
■ La fine dell’unità del Mediterraneo in alcuni casi (i Vandali, per esempio); e, tenendo conto delle
analogie tra cristianesimo e islam (entrambe religioni mo-
La principale conseguenza dell’espansione araba fu, secon- noteiste e profondamente radicate nell’ebraismo), offrono un
244 do molti storici, la rottura dell’unità del Mediterraneo. quadro più sfumato della situazione del Mediterraneo nel vii
Fino al vii secolo, infatti, malgrado le differenze di lingua, secolo e in quelli successivi.
di religione, di etnia e di governo, i popoli affacciati sul
sezione 3. L’Alto Medioevo

Mediterraneo avevano condiviso l’appartenenza al mede-


simo contesto culturale, quello della civiltà greco-roma- ■ L’identità europea
na. I barbari che avevano conquistato l’Occidente si erano
sostanzialmente assimilati, avendo accettato gran parte Una corrente storiografica che fa capo allo studioso bel-
delle istituzioni e delle tradizioni romane, e soprattutto si ga Henri Pirenne ha sostenuto che proprio nel vii seco-
erano rapidamente cristianizzati. lo bisogna collocare l’inizio del Medioevo. La “chiusura”
L’entrata degli Arabi sulla scena della storia cambiò in- dell’Occidente carolingio, lo spostamento a nord del centro
vece in modo radicale la situazione, contrapponendo per politico e culturale dell’Europa (vedi capp. 12 e 13), nonché
la prima volta due civiltà diverse e non assimilabili. Il la crisi dell’Impero bizantino (vedi cap. 9), sarebbero state
Mediterraneo divenne cristiano a nord e musulmano a le conseguenze (tutte negative) dell’espansionismo arabo e
sud. L’Anatolia a est e i Pirenei a ovest segnavano i confini della perdita del dominio sul mare da parte degli Europei.
tra questi due universi impermeabili, a dispetto dei com- Altri storici, viceversa, hanno sottolineato le conseguen-
merci e dei rapporti diplomatici che pure continuarono a ze positive dell’espansionismo musulmano: fu grazie agli
intercorrere, più o meno pacificamente. Arabi, infatti, che in Europa arrivarono dall’Oriente i
Altri storici tendono tuttavia a sottolineare le pro- numeri che chiamiamo arabi (ma che in realtà
fonde differenze di mentalità e di cultura che con- sono originari dell’India; gli Arabi introdus-
trapponevano Romani e barbari, soprattutto sero però una novità fondamentale: il

◀ Miniatura raffigurante
due arabi che giocano a
scacchi sotto una tenda,
seconda metà del xiii
secolo, Madrid, Escorial.

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◀ Astrolabio arabo,
vii-xiii secolo, New La civiltà araba deve la sua rapida fioritura innanzitutto ai
York, Metropolitan contatti con altre civiltà più mature: quella bizantina, quel-
Museum of Art.
L’astrolabio la persiana, quella latino-germanica, quella indiana, quella ci-
riproduceva la nese. L’atteggiamento degli Arabi nei confronti dei popoli con
volta celeste e i cui entrarono in contatto non fu di superiorità e di disprezzo; al
suoi movimenti e
permetteva quindi contrario, essi manifestarono sempre una notevole mancanza
di localizzare di pregiudizi e accolsero tutti gli elementi delle civiltà più an-
stelle, pianeti ecc.
Era usato per la tiche che non fossero in contrasto con i loro princìpi religiosi.
navigazione in alto Questo atteggiamento di sostanziale apertura e tolle-
mare. ranza rimase a lungo, anche dopo che la spinta espansiva 245
araba si era attenuata o arrestata: abilissimi commercian-
ti e navigatori, gli Arabi continuarono infatti a mantenere

CAPITOLO 10. La civiltà araba


contatti con le diverse civiltà situate ai loro confini, svol-
gendo una preziosa opera di tramite e nello stesso tempo
arricchendo le proprie conoscenze e le proprie capacità.
numero zero), ma anche materiali come la carta, strumenti
come la bussola, prodotti alimentari come gli agrumi (tutti
provenienti dalla Cina), il carciofo, l’albicocca, la canna da ■ La società araba
zucchero, le melanzane, lo zafferano, lo zenzero e altre
spezie, e poi l’astrolabio, la sfera armillare, gli scacchi. Nei secoli dell’espansione e in quelli immediatamente suc-
Nel complesso, possiamo comunque affermare che l’espan- cessivi la società araba era molto stratificata e comples-
sione araba contribuì in maniera determinante alla definizio- sa. Possiamo schematicamente distinguere cinque gruppi
ne del concetto stesso di Europa,sconosciuto al mondo anti- principali:
co, che proprio nel corso del Medioevo venne assumendo i suoi • i conquistatori arabi, che detenevano il potere politi-
caratteri storici fondamentali attraverso il confronto con una co e di fatto governavano l’Impero;
civiltà diversa e dotata di una fortissima identità.

■ Una civiltà nuova


Il dibattito storiografico sulla rivoluzione rappresentata
dall’islam e sulle conseguenze dell’espansione araba resta
aperto. Ciò che non pare discutibile è che le conquiste degli
Arabi non diedero vita solo a un grande impero, ma anche
a una nuova civiltà, che si impose con caratteri originali,
soppiantando le precedenti (per esempio in Africa setten-
trionale e in Medio Oriente), o lasciando tracce profonde e
durature (per esempio in Spagna o in Sicilia).

MEMO LESSICO

Zero
Il termine deriva dall’arabo sifr, “vuoto”. Il concetto di zero era
sconosciuto alla civiltà greco-romana. La filosofia antica infatti non
era mai riuscita a rappresentare i due concetti estremi di “nulla” e
“infinito” con simboli matematici.

Sfera armillare
Chiamata anche “astrolabio sferico”, fu inventata dai Cinesi
nel i secolo a.C. e adottata dagli Arabi nell’viii secolo. Al centro ◀ Una donna in
della sfera si trovava la Terra, intorno dei cerchi graduati che ginocchio conta
rappresentavano l’equatore, l’eclittica, i meridiani e i paralleli della usando le dita,
volta celeste. xi secolo, Londra,
British Museum.

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• i neoconvertiti all’islam, che in teoria avevano gli
stessi diritti degli Arabi, ma che per un secolo circa si LE DOMANDE DELLA STORIA
videro negati i diritti politici e in qualche caso furono Che cos’era l’harem?
sottoposti a una tassazione aggiuntiva; L’harem (da haram, “vietato”, “proibito”) era la zona della casa riser-
• i non musulmani ebrei e cristiani, che godevano di vata alle donne. La sua istituzione risale all’epoca preislamica, ma
la sua diffusione è andata di pari passo con quella dell’islam, che
diritti civili ridotti e pagavano tributi più gravosi di consente a un uomo di avere fino a quattro mogli, più un numero
quelli dovuti dai musulmani; imprecisato di concubine, purché possa mantenerle onorevolmente.
L’harem era quindi soprattutto un simbolo del potere e della ric-
• gli schiavi, che non avevano alcun diritto (solo a par- chezza dell’uomo che poteva permetterselo.
tire dal ix secolo fu loro aperta la carriera militare); L’harem non nasce per segregare le donne, ma per garantire loro uno
• le donne, che godevano di diritti nettamente inferiori spazio privato, da cui gli uomini siano esclusi. In molti casi, tuttavia,
246 esso diventava effettivamente una sorta di prigione da cui le donne
a quelli degli uomini, non potevano partecipare diret- non erano libere di uscire, se non accompagnate da un parente maschio
tamente alla vita politica e nella vita quotidiana erano (padre, fratello, marito) o dagli eunuchi incaricati della sorveglianza.
sezione 3. L’Alto Medioevo

sottoposte a forti limitazioni. Chi erano gli Zanj?


Nella seconda metà del ix secolo, il califfo di Baghdad importava
dall’Africa orientale molti schiavi neri (detti Zanj), che venivano
convertiti all’islam e impiegati per un lavoro pesantissimo – l’aspor-
■ L’epoca d’oro degli Arabi tazione dello strato superficiale del terreno, nella regione dell’Iraq
meridionale: i fiumi Tigri ed Eufrate, infatti, che un tempo avevano
garantito la fertilità della regione, avevano finito con l’inaridirla, a
Tra l’viii e l’xi secolo la civiltà araba raggiunse risultati causa dei sali di cui erano ricche le loro acque.
straordinari in numerosi campi. Nell’869, un gruppo di schiavi neri si ribellò e riuscì a raccogliere in-
Il primo e più importante fu senza dubbio quello delle torno a sé le forze sufficienti per tener testa al califfo. Gli Zanj fonda-
rono una città, vinsero parecchie battaglie e per quasi 15 anni diedero
scienze matematiche e geometriche,verso le quali gli Arabi vita a uno Stato autonomo. Solo nell’883, grazie all’aiuto proveniente
nutrivano un fortissimo interesse. Come abbiamo già detto, dall’Egitto, il califfo riuscì a riprendere il controllo della regione.
La vicenda è narrata da Tabari (839-923), il più importante storico
essi utilizzarono i numeri indiani, diffondendoli in Europa arabo di quest’epoca, apertamente filoabbaside.
e aggiungendo lo zero. Il sistema decimale, conseguenza di

Leggere le fonti

La condizione 7. Agli uomini spetta una parte di quello che hanno lasciato genitori e parenti; anche alle
donne spetta una parte di quello che hanno lasciato genitori e parenti stretti: piccola o grande
delle donne che sia, una parte determinata.
11. Ecco quello che Allah vi ordina a proposito dei vostri figli: al maschio la parte di due
nel Corano femmine. Se ci sono solo femmine e sono più di due, a loro [spettano] i due terzi dell’eredità, e
se è una figlia sola, [ha diritto al] la metà. [...]
DATA: 610-632 23. Vi sono vietate le vostre madri, figlie, zie paterne e zie materne, le figlie di vostro fratello e
AUTORE: Maometto le figlie di vostra sorella, le balie che vi hanno allattato, le sorelle di latte, le madri delle vostre
TIPO DI FONTE: Scritta spose, le figliastre che sono sotto la vostra tutela [...].
24. [...] vi è permesso cercare [mogli] utilizzando i vostri beni in modo onesto e senza
Tra le fonti riguardanti la civiltà araba abbandonarvi al libertinaggio. Così come godrete di esse, verserete loro la dote che è dovuta.
dell’Alto Medioevo, il Corano resta la più [...]
importante; da esso è infatti possibile 34. Gli uomini sono preposti alle donne, a causa della preferenza che Allah concede agli uni
ricavare una serie di informazioni sulla rispetto alle altre e perché spendono [per esse] i loro beni. [...] Ammonite quelle di cui temete
società e sui costumi del tempo. l’insubordinazione, lasciatele sole nei loro letti, battetele. Se poi vi obbediscono, non fate più
I versetti che ti proponiamo sono tratti nulla contro di esse. Allah è altissimo, grande.
dalla sura IV e riguardano la condizione (Il Corano, sura IV, trad. H.R. Piccardo, Roma, Newton & Compton, 1996)
delle donne. Maometto sancisce la loro
inferiorità rispetto agli uomini, ma le sue
parole costituiscono un passo avanti, in
termini di diritti, rispetto alle tradizioni Guida alla lettura
della società araba preislamica. Le donne,
secondo il Corano, non sono infatti prive di
diritti, per quanto tali diritti siano minori di ➀ Quali regole vengono stabilite nel Corano riguardo all’eredità?
quelli degli uomini; e Maometto sottolinea ➁ Quali regole vengono stabilite riguardo al matrimonio?
continuamente come gli uomini abbiano
molti doveri nei confronti delle donne, ➂ Da quali affermazioni si comprende la condizione di inferiorità riservata
insistendo in particolare su quelli economici. alle donne nel Corano?

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di mercanti si devono, in italiano, parole come zenit e nadir (i
punti sulla volta celeste in verticale, rispettivamente sopra la
testa e sotto i piedi dell’osservatore), darsena e arsenale (i luo-
ghi in cui si costruiscono e si riparano le navi), magazzino.
Gli Arabi furono inoltre abili nell’alchimia (l’antenata
della moderna chimica), e nell’urbanistica (gli Arabi fu-
rono infatti grandi costruttori di città: Baghdad, Damasco,
Samarcanda, Il Cairo, Cordova, Palermo sono città ancor
oggi importanti, che devono la loro fondazione o il loro pri-
mo sviluppo alla civiltà araba). 247
Tra l’viii e l’xi secolo si sviluppò anche la letteratura
araba classica, che ebbe fra i suoi massimi esponenti Abu

CAPITOLO 10. La civiltà araba


Nuwas (vissuto in Iraq nell’viii-ix secolo), Mutanabbi
(anch’egli iracheno, nato nel 905) e soprattutto Omar
Khayyam (persiano, vissuto tra il 1048 e il 1131, autore delle
celebri Quartine in cui canta le gioie del vino e dell’amore).
Sicuramente allo sviluppo della civiltà araba contribuì
enormemente l’alfabetizzazione: imparare a leggere era
infatti essenziale per i musulmani, in quanto permetteva
di entrare in contatto con la parola di Dio contenuta nel
Corano. I seguaci di Maometto organizzarono una rete
capillare di scuole, diffuse in ogni quartiere e in ogni vil-
laggio. Mentre in Europa, negli stessi secoli, la cultura si
chiudeva nei conventi e nei monasteri, abbandonando le
▲ Pagina del Canone della medicina di Avicenna (x secolo), Damasco masse all’ignoranza, nel mondo arabo essa si diffondeva e
(Siria), Museo Nazionale. garantiva uno sviluppo generalizzato delle conoscenze.

queste innovazioni, semplificò enormemente le operazioni


di calcolo e permise agli Arabi l’invenzione dell’algebra, uno ■ La crisi del x secolo
strumento essenziale per ogni successivo sviluppo scientifico.
Un altro campo in cui essi raccolsero l’eredità antica e A partire dal x secolo, la civiltà araba mostra i segni di una
la svilupparono originalmente fu quello della medicina. involuzione e di una chiusura che la porteranno a una vera
Ispirati dalla tradizionale cura riservata dai Romani a terme, e propria crisi.
acquedotti, fognature, e probabilmente ossessionati dalla Le cause di questa crisi sono innanzitutto sociali ed
cronica scarsità di acqua di molte delle regioni in cui vive- economiche.
vano, gli Arabi dedicarono grande attenzione alle questioni • La società araba aveva un carattere fortemente
idriche e sanitarie. Laddove in Europa la religione propugna- schiavista, dato che le conquiste mettevano a di-
va noncuranza, quando non disprezzo, del corpo umano, a sposizione una grande abbondanza di manodopera
tutto vantaggio dello spirito, il mondo arabo sviluppava le servile. Forse fu proprio questo carattere a determi-
più svariate tecniche di cura del corpo, dai bagni pubblici nare il declino del mondo arabo a partire dal x se-
alla chirurgia. Il medico persiano Avicenna, vissuto tra il 980 colo: l’esaurirsi della spinta propulsiva che era stata
e il 1037, non solo fu una delle maggiori personalità scientifi- all’origine dell’espansione del vii-viii secolo provocò
che del Medioevo, ma ispirò la celebre Scuola salernitana, un’improvvisa penuria di schiavi, che le importazioni
che nel xiii secolo diede inizio alla medicina moderna in dall’Africa nera (e in seguito dai Paesi slavi) non pote-
Europa; il suo Canone della medicina resterà il manuale medi- rono compensare.
co più consultato fino al xviii secolo. • Più in generale la crisi fu dovuta al fatto che gli Arabi
Grandi navigatori,gliArabi importarono nel Mediterraneo avevano dato vita a una civiltà strutturalmente fonda-
strumenti fino a quel momento sconosciuti, come la bussola, ta sulla mescolanza di commercio e rapina, scambi
che permetteva di orientarsi in mancanza di punti di riferi- mercantili e scorrerie piratesche, incapace di elaborare
mento celesti e quindi di navigare lontano dalle coste anche una solida struttura economica basata su agricoltura
nelle notti di cielo coperto. Alla loro attività di navigatori e e artigianato, settori che rimasero sempre deboli.

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Geostoria focus

I musulmani nel mondo


248 ❶ L’islam
 ieri e oggi
sezione 3. L’Alto Medioevo

La rapida e vasta diffusione della religione


islamica e della civiltà araba ha lasciato tracce
profonde in tutti i Paesi interessati. Rispetto alla
situazione dell’Alto Medioevo, osserviamo che:
• alcune zone periferiche (la Spagna, la Sicilia...)
sono state sottratte in epoca moderna al mondo
islamico, ma conservano i segni della civiltà
araba nei monumenti, nella lingua e spesso
anche in alcune usanze e costumi (per esempio
quelli alimentari...);
• altre zone (i Balcani, l’Africa subsahariana,
l’Estremo Oriente) sono state convertite
all’islam nel corso del secondo millennio, cioè
in un’epoca successiva a quella di cui ci stiamo
occupando.
Tuttavia, nel complesso, l’immensa area
geografica che va dal Marocco all’India
corrisponde ancor oggi a quella della prima, Paesi in cui i musulmani
irresistibile espansione della religione di sono maggioranza assoluta
Maometto. L’appartenenza alla medesima 90-100%
religione non deve però farci dimenticare che 80-90%
le popolazioni di quest’area presentano radicali
70-80%
differenze sul piano etnico, linguistico e
culturale. 60-70%
50-60%

Paesi in cui i musulmani


sono maggioranza relativa
40-50%
30-40%

Paesi con una minoranza

❷ Non
 solo Arabi
autoctona di musulmani
superiore al 2%
40-50%
30-40%
20-30%
L’islam ha nel mondo circa un miliardo e 600 10-20%
milioni di fedeli. La loro distribuzione è molto
irregolare: si va da Paesi con più del 99% di 2-10%
cittadini musulmani (ad esempio l’Afghanistan o lo
Yemen) a Paesi in cui la percentuale è inferiore al Paesi con una minoranza
2% (ad esempio la Polonia o il Portogallo). di musulmani superiore al 2%
in seguito a fenomeni migratori
L’identificazione tra islam e Arabi, per quanto
40-50%
molto comune e storicamente giustificata
(Maometto era arabo e la sua religione si 30-40%
diffuse innanzitutto fra gli Arabi), oggi è priva di 20-30%
fondamento. Anche nei Paesi del Medio Oriente, 10-20%
la composizione etnica è tutt’altro che uniforme e 2-10%
comprende, accanto agli Arabi, elementi Persiani,
Turchi, Curdi ed Europei.

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Uno, due, tanti islam
L’insieme dei musulmani di tutto il mondo costituisce la umma, cioè la comunità dei credenti.
L’islam è infatti una religione che attribuisce grande importanza alla dimensione sociale e quindi
all’appartenenza a una sorta di fratellanza universale dovuta alla comune fede in Allah.
Come tutte le religioni, tuttavia, anche l’islam è lacerato al suo interno da divisioni e conflitti. La
principale e più antica divisione è quella tra sunniti e sciiti e risale all’epoca del quarto califfo, Ali.
Le divisioni tra il figlio di costui, Hussein, e la potente famiglia degli Omayyadi, già emerse negli
anni precedenti, si fecero allora insanabili; e nella battaglia di Kerbala (oggi in Iraq), Hussein
venne massacrato insieme ai suoi seguaci. Era il 680. Il califfato omayyade venne accettato dalla
maggioranza dei musulmani (i sunniti), mentre gli sciiti, una minoranza, rimasero fedeli ad Ali e a
suo figlio Hussein. 250
Nel corso di questa lotta fratricida, si distinse un terzo gruppo, quello dei cosiddetti kharigiti
(“coloro che escono”, cioè che partono per la guerra): erano seguaci di Ali, ribellatisi quando il
quarto califfo aveva intavolato trattative con il capo degli Omayyadi. Ali era stato così costretto a

CAPITOLO 10. La civiltà araba


sterminarli, ma un sopravvissuto (forse armato dallo stesso Mu’awiya) l’aveva poi assassinato.

Sunniti e sciiti oggi


Anche nel mondo arabo moderno esiste la divisione tra sunniti e sciiti. La maggioranza rimane
rappresentata dai sunniti, circa il 90% dei fedeli nel mondo, mentre gli sciiti sono dominanti in
Iran, Iraq e Libano, come si può vedere nella carta.
La principale differenza tra le due correnti è relativa al ruolo del clero, infatti, per gli sciiti la
classe sacerdotale deve essere distinta dal resto della popolazione e il leader religioso può essere
solo un discendente del profeta Maometto. Non è così per i sunniti, secondo i quali chiunque
abbia una approfondita e profonda conoscenza del Corano può assumere il ruolo di sacerdote e
leader religioso.
Recentemente nel mondo arabo le tensioni tra sciiti e sunniti sono diventate molto aspre: in
particolare, il movimento denominato ISIS, che opera per rifondare uno Stato islamico unitario di
fede sunnita, ha fatto scoppiare violente guerre e rivolte in tutto il Medio Oriente, invadendo
l’Iraq e combattendo aspramente in Siria.

le divisioni dell’islam
UZBEKISTAN

TURCHIA TURKMENISTAN TAGIKISTAN

SIRIA
LIBANO
IRAQ AFGHANISTAN
IRAN
ISRAELE
Paesi a maggioranza sunnita
GIORDANIA
Con leadership politica sunnita
KUWAIT PAKISTAN Con leadership politica sciita
EGITTO BAHREIN Con leadership politica contesa
ARABIA QATAR
SAUDITA E.A.U. Paesi a maggioranza sciita
OMAN Con leadership politica sciita
Con leadership politica sunnita
SUDAN Con leadership politica condivisa
YEMEN

Paesi a maggioranza ibadita


Con leadership politica ibadita

All’interno del mondo islamico esistono poi altre correnti minoritarie. Ricordiamo le più
importanti:
i wahabiti (dominanti nell’attuale Arabia Saudita)
i settimani o ismailiti e i duodecimani (sette che si collocano all’interno della corrente
sciita; gli ismailiti sono presenti soprattutto in Libano)
gli ibaditi (discendenti degli antichi khagiriti sterminati da Ali, sono molto presenti in
Oman e costituiscono la “terza via” tra sunnismo e sciismo)
i sufi (una corrente ascetica e mistica che si richiama a elementi della cultura preislamica e
agli insegnamenti del quarto califfo Ali; è diffusa soprattutto fra i sunniti, ma anche fra gli
sciiti)

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Geostoria focus
Competenze in azione
❶ Geostoria ❷ Ricerca sul web (Webquest) l
Le percentuali della prima mappa da noi proposta Svolgi una ricerca in rete e indica in quali fra i seguenti 251
non danno l’idea di quanti siano in termini assoluti i Paesi si trovano importanti opere d’arte islamica,
musulmani presenti nei vari Paesi. Svolgi una breve ricordando gli esempi più famosi.

CAPITOLO 10. La civiltà araba


ricerca e indica dove si trovano le dieci comunità più → Spagna → Turchia
numerose, completando la seguente tabella. → Portogallo → Gran Bretagna
→ Italia → India
Paese Corrente → Grecia → Cina
maggioritaria → Francia → Giappone

1 Indonesia (210 milioni) sunniti


❸ Scrittura
2
3 Ti proponiamo una serie di 25 parole italiane di uso
4 molto comune, derivate dall’arabo; inventa un breve
testo di carattere narrativo, inserendo tutte le parole
5
dell’elenco che riesci. L’esercizio è avviato.
6
1. zero (da sifr, “cifra”) 15. darsena / arsenale
7 2. tara (da tarh, “detrazione”) (da dar-sina’a, “casa del
8 3. tariffa (da ta’rifa, “notizia mestiere”)
pubblicata”) 16. bizzeffe (da bizzaf,
9 4. facchino (da faquih, “portatore”) “grande quantità”)
10 5. magazzino (da makahzin) 17. carovana (da carwan,
6. taccuino (da taquim, “compagnia mercantile”)
“giusta disposizione”) 18. pigiama (da payjamè,
7. cotone (qutun) “vestito con le gambe”)
Consiglio di lettura 8. gara (da gara’)
9. albicocca (da al-barquq)
19.
20.
zenit
nadir
10. carciofo (da kharshuf) 21. ribes (da ribas)
S. Noja, Storia dei popoli dell’Islàm: l’Islàm 11. arancia (da narangia) 22. sciroppo (da sharub)
dell’espansione, Mondadori, 1993, pp. 350 12. limone (da limum) 23. caffè (da kahvè)
13. zucchero (da sukkar) 24. valigia (da valiha)
14. ammiraglio (da amir, 25. alcol (da al-kuhl)
Il libro racconta la storia dell’espansione islamica “capo della flotta”)
dalla morte di Maometto (632) alla fine del
califfato abbaside (1258). Nella prima parte si Il giovane ammiraglio, vestito con una sorta di pigiama
narra dettagliatamente l’attività dei quattro color zafferano, era sul ponte della nave appena uscita
califfi elettivi, poi si seguono in maniera più dalla darsena dopo le riparazioni e pronta a imbarcare il
rapida il periodo omayyade e quello abbaside. carico in attesa nei magazzini...
Circa metà del libro è dedicato all’analisi della 
cultura e dell’arte islamica. Il titolo sintetizza 
la tesi dell’autore: la civiltà islamica medievale 
non è legata esclusivamente agli Arabi, ma a 
tutti i popoli che, dalla Spagna all’India, hanno 
contribuito alla sua grandezza. 


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◀ Il borghese al-
Harith (Al Harith),
figlio di Hammam,
e il navigatore
vagabondo Abu
Zayd (Abu Zayd)
su una barca a
vela sul fiume
Eufrate, 1054-1122,
Parigi, Biblioteca
Nazionale.

252
sezione 3. L’Alto Medioevo

La crisi che colpì il mondo musulmano a partire dal x Infine, per comprendere la crisi del mondo arabo, non
secolo ebbe anche aspetti più propriamente politici e bisogna trascurare l’importanza dei fattori legati alla
istituzionali. mentalità.
• Il califfato abbaside durò ufficialmente fino al 1258; in • L’irrigidimento ideologico e la conseguente cen-
realtà, però, già dal 945 il potere politico reale venne sura nei confronti degli artisti, degli scienziati e
sottratto al califfo di Baghdad e passò sotto la tute- dei filosofi si fece sentire e portò a un progressivo
la dei militari iranici prima (x e xi secolo) e turchi esaurimento delle energie creative del mondo
selgiuchidi poi (xii e xiii secolo). musulmano.
• Nello stesso periodo, inoltre, l’Impero bizantino lanciò In campo artistico, per esempio, prevalsero a poco
una serie di controffensive militari che gli permisero a poco le tendenze iconoclaste, cioè la proibizio-
di riconquistare alcuni territori (per esempio in Asia ne a rappresentare esseri viventi (non solo persone,
Minore) perduti nei secoli precedenti. Per gli Abbasidi ma anche animali e piante). Questo fattore portò allo
fu un grave colpo, soprattutto in termini di credibilità, e sviluppo di espressioni artistiche legate al disegno
il califfo di Baghdad si trovò a dover contrastare due al- geometrico astratto, ma impedì l’evoluzione dell’arte
tri califfi concorrenti: quello di Cordova (dal 929) e quel- musulmana in senso realistico, come invece accade-
lo del Cairo (dal 969, data in cui venne fondata la città). va in Europa.

AREA TUTOR — Facciamo il punto!


1 Verifica le CONOSCENZE 3 Acquisisci le COMPETENZE
➁ Qual era il ruolo delle donne Dal testo allo schema
nella società musulmana? Sintetizza in una tabella il dibattito storiografico che abbiamo esposto nel
➂ A quali grandi civiltà si paragrafo L’identità europea, p. 244. L’esercizio è avviato.
ispiravano gli Arabi?
➃ In quali campi la civiltà araba Conseguenze negative Conseguenze positive
diede un contributo essenziale? dell’espansione araba dell’espansione araba
1. 1.
2 Definisci il LESSICO 2. 2.
ESSENZIALE 3. 3.
➀ Harem ➁ Zanj ➂ Algebra
➃ Sfera armillare ➄ Alchimia

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Storia magazine
correva l’anno

L’espansione islamica
La storia dell’espansione islamica del vii-viii secolo è segnata da alcune battaglie che
hanno assunto un valore emblematico, talora al di là della loro effettiva importanza 253
militare. Ecco quelle più memorabili.

CAPITOLO 10. La civiltà araba


Oceano
3 REGNO DEI FRANCHI
Atlantico
Poitiers 4

Ma
Mar Nero
2

rC
Costantinopoli

as
Roma

pio
Samarcanda
Córdova I M P E RO B IZ A NT I NO
Granada Sicilia Antiochia
Tunisi Creta
Samara
Mare Mediterraneo Kabul
Damasco Isfahan
Bagdad
Alessandria 1
Il Cairo Gerusalemme Bassora
Persepoli
I M P E RO ISL A M ICO

do
In
Nilo

Medina

La Mecca

Oceano

Indiano

1 La battaglia del fiume Yarmùk (636) che consentiva loro di incendiare senza scampo le navi
Quella dello Yarmùk fu la prima battaglia fondamentale di nemiche.
uno scontro che per secoli opporrà Arabi e Bizantini: gli
Arabi, pur essendo numericamente inferiori e divisi da 3 La battaglia di Poitiers (732)
conflitti etnici al loro interno, sconfissero i Bizantini in I Franchi al comando di Carlo Martello sconfissero i mu-
occasione del confronto decisivo, che avvenne ad agosto, sulmani che, dopo aver saccheggiato Poitiers, si dirigevano
in un clima favorevole alle leggere armature musulmane verso Tours, stanchi e appesantiti dal bottino; la battaglia
più che a quelle pesanti dei Bizantini; ma la vittoria fu do- segnò l’inizio della fortuna politica di Carlo Martello.
vuta soprattutto allo slancio entusiastico degli Arabi e alla
stanchezza dei loro avversari, già provati dalla lunga guer- 4 La battaglia del fiume Talas (751)
ra contro i Persiani. La battaglia, vinta dai musulmani, stabilì il limite dell’e-
spansione araba verso oriente e di quella cinese verso oc-
2 Gli assedi di Costantinopoli (673-678 e 717-718) cidente; ebbe conseguenze importanti anche sul piano
In entrambe le occasioni, gli Arabi vennero respinti sia economico, perché fra i prigionieri cinesi c’erano alcuni
per la strenua resistenza della popolazione, sia per la po- esperti nella produzione della seta e della carta, che tra-
sizione geografica favorevolissima della città, sia infine smisero agli Arabi le loro conoscenze, destinate a raggiun-
perché i Bizantini possedevano il micidiale “fuoco greco”, gere in seguito l’Europa.

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Storia magazine
patrimonio culturale

L’arte omayyade
Il secolo degli Omayyadi vide la prima straordinaria fioritura dell’arte islamica. Lo
254 testimoniano soprattutto i meravigliosi edifici che i califfi edificarono in Siria, ma anche a
Gerusalemme e in Spagna.
sezione 3. L’Alto Medioevo

◀ La Moschea di Omar (Qubbat al-Sakhra),


o Cupola della Roccia, Gerusalemme. È la
più antica moschea islamica.
La cosiddetta Cupola della Roccia, edificata
nel 687-692, è considerato il più antico
edificio islamico oggi esistente, ma in realtà
è in stile bizantino, a testimonianza degli
scambi culturali vivacissimi che, fra un
conflitto e l’altro, gli Arabi intrattenevano con
i loro vicini.
La cupola dorata (rifatta recentemente) sorge
nel luogo in cui, secondo il mito, Abramo
aveva portato il figlio Isacco (Ismaele, per i
musulmani) per sacrificarlo a Dio; nello stesso
luogo, Maometto avrebbe iniziato il suo
viaggio ultraterreno, guidato dall’arcangelo
Gabriele, e il califfo Omar aveva fatto
erigere un santuario in legno, dopo aver
conquistato Gerusalemme (637), in segno di
ringraziamento.
Accanto alla Cupola sorge la moschea al-Aqsa
(costruita negli anni 705-715) – insieme, i due
monumenti rendono Gerusalemme la terza
città santa dei musulmani sunniti.

▶ Damasco (Siria), mosaici interni della


grande moschea.
Tra il 708 e il 715, a Damasco, la capitale del
califfato omayyade, venne eretta una grande
moschea, nel luogo in cui anticamente
esisteva un tempio di Zeus, trasformato in
chiesa sotto l’imperatore Teodosio. Il califfo
al-Walid I creò un edificio grandioso, con
una decorazione a mosaico di circa 4000
metri quadrati, affidata alle maestranze
bizantine. All’interno della moschea sono
conservati tre torri campanarie dell’antica
chiesa, trasformate in minareti; e la cappella
con la testa di san Giovanni Battista (che i
musulmani considerano uno dei profeti che
hanno preceduto Maometto).

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CAPITOLO 10. La civiltà araba


▲ I resti del palazzo degli Omayyadi di Mshatta.
Il palazzo è uno dei cosiddetti “castelli omayyadi” costruiti dai califfi in Siria e in Giordania. Fu edificato nel 744 a una trentina di chilometri dalla città
di Amman, ha struttura quadrata (ogni lato misura 144 metri) e, naturalmente, è un edificio con funzioni civili e militari, e non religiose.
A lungo dimenticato e riscoperto solo nel 1840, la sua facciata principale venne donata al kaiser tedesco e portata a Berlino, dove rimase gravamente
danneggiata durante i bombardamenti della Seconda guerra mondiale.

▼ L’interno della moschea di Cordova.


Più tarda degli edifici visti fino ad ora, ma sempre legata al nome degli Omayyadi (che sopravvissero in Spagna al tracollo della loro famiglia in Siria),
la grande moschea di Cordova fu iniziata nel 785 al posto di una precedente chiesa cristiana e ampliata fino al 987.

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Area STUDIO

A Gli eventi nel tempo


La civiltà musulmana
• 570 d.C. circa Nascita di Maometto
• 610 d.C. Inizio della predicazione di Maometto
• 622 d.C. Ègira (fuga a Medina)
256 • 630 d.C. Ritorno a La Mecca
• 632 d.C. Morte di Maometto
• 632-661 d.C. Califfato elettivo: conquiste in Medio Oriente, Persia, Africa settentrionale
sezione 3. L’Alto Medioevo

• 636 d.C. Battaglia del fiume Yarmùk: conquista della Siria


• 637-650 d.C. Conquista dell’Impero sasanide (Persia)
• 638 d.C. Conquista di Gerusalemme
• 641 d.C. Conquista dell’Egitto
• 661-750 d.C. Califfato omayyade. Trasferimento della capitale a Damasco. Divisione tra sunniti e sciiti
• 673-678 d.C. Primo assedio di Costantinopoli
• 711 d.C. Conquista della Spagna
• 717-718 d.C. Secondo assedio di Costantinopoli
• 721-725 d.C. Conquista di Narbona, Carcassonne e Nîmes ai danni dei Franchi
• 732 d.C. Battaglia di Poitiers
• 750 d.C. Inizio del califfato abbaside
• 762 d.C. Fondazione di Baghdad
• 786 d.C. L’Impero inizia a dividersi in emirati
• 950 d.C. Inizio della crisi del califfato abbaside

B In sintesi
➀ Gli Arabi prima di Maometto professione di fede, la preghiera quotidiana, l’elemosina, il
→ All’inizio del vii secolo gli Arabi erano un insieme di tribù digiuno, il pellegrinaggio alla Mecca. Il libro in cui sono rac-
isolate in conflitto fra loro. Erano allevatori seminomadi (be- colte le rivelazioni fatte da Dio a Maometto è il Corano.
duini) nelle zone desertiche della penisola arabica (al centro),
agricoltori sedentari nelle zone più fertili (a sud). Dal punto di ➂ L’espansione dell’islam
vista religioso, erano politeisti. → La leadership di Maometto fu raccolta dai suoi più stretti
collaboratori, i quattro califfi: Abu Bakr, Omar, Othman e Ali.
➁ Maometto, il Profeta dell’islam Quest’ultimo dovette affrontare il conflitto prima con la ve-
→ Nato nel 570 circa, Maometto apparteneva a un’impor- dova di Maometto, poi con il governatore siriano Mu’awiya,
tante famiglia della Mecca, i Coreisciti. In gioventù eserci- che uscì vittorioso dallo scontro e diede inizio alla dinastia
tò i mestieri di pastore e cammelliere, poi divenne un ricco degli Omayyadi. Il conflitto tra Ali e Mu’awiya continuò fino
mercante; si sposò a venticinque anni con la ricca vedova alla battaglia di Kerbala, in cui il secondo figlio di Ali, Hussein,
Khadija. Nel 610, a 40 anni, iniziò a predicare a La Mecca, fu massacrato con tutti i suoi seguaci. Ebbe inizio così la divi-
criticando la corruzione morale e le disuguaglianze sociali. sione fra sunniti e sciiti, che continua ancor oggi.
L’élite mercantile riuscì però a cacciarlo. Maometto si rifu- → Durante il califfato elettivo gli Arabi conquistaro-
giò a Medina nel 622 (ègira), anno da cui inizia il calendario no vasti territori sconfiggendo Persiani e Bizantini.
musulmano. Qui Maometto organizzò i suoi seguaci, diven- L’espansionismo degli Arabi si spiega in vari modi: la
tando un capo non solo religioso, ma anche politico e mili- “guerra santa” ben rispondeva alla mentalità bellicosa del-
tare. Intraprese una serie di azioni contro la sua città natale le tribù arabe; gli Arabi incontrarono avversari (Persiani
che si concluse con la conquista della città nel 630. e Bizantini) indeboliti da lunghi conflitti; la fede religio-
→ La caratteristica fondamentale dell’islam è il monoteismo. sa era un forte elemento di coesione; gli Arabi adottava-
Maometto s’ispirò infatti all’ebraismo e al cristianesimo, di- no tecniche di combattimento a cui i loro avversari erano
chiarando di essere l’ultimo profeta di una serie che andava impreparati.
da Adamo a Gesù. L’islam si fonda su cinque “pilastri”: la → Durante il califfato omayyade (661-750) l’espansione

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Area STUDIO
dell’islam continuò: a oriente gli Arabi giunsero in India, a ebrei e cristiani favorì gli scambi e l’integrazione. La nuo-
nord assediarono Costantinopoli, a ovest toccarono i Pirenei. va religione favorì la diffusione della cultura, perché tutti
Alla metà dell’viii secolo, tuttavia, la spinta epansionistica si dovevano poter leggere il Corano. Gli Arabi raggiunsero
arrestò. Sotto gli Abbasidi la conquista si rivolse verso le isole l’eccellenza in molti campi, tra cui la matematica e la geo-
del Mediterraneo. L’Impero fu riorganizzato in emirati e ini- metria, l’astronomia, la medicina e l’alchimia, l’urbanistica,
ziò a frammentarsi. La capitale fu spostata a Baghdad. l’arte e la letteratura. Intorno all’xi secolo, tuttavia, la civiltà
araba iniziò a declinare, sia per il suo carattere schiavisti- 257
➃ La società e la cultura araba co, che le impediva di creare un’agricoltura e un artigianato
→ In generale, gli Arabi elaborarono una civiltà origina- forti, sia per l’indebolimento dei califfi a vantaggio della ca-

CAPITOLO 10. La civiltà araba


le. L’atteggiamento di tolleranza religiosa nei confronti di sta militare, che provocò una chiusura della mentalità.

C Mappa dei concetti

prima di Maometto
politeismo; divinazione pietra nera; pellegrinaggio alla Mecca
Maometto
• fonda monoteismo (Dio unico → Allah)
• prima fase predicazione: contro sperequazioni sociali → élite ricca lo contrasta → ègira = inizio era islamica
• seconda fase: capo religioso, militare e politico → assalta i mercanti della Mecca; torna in città da
trionfatore

successori di maometto
califfato elettivo → 632-661 → Abu Bakr; Omar; Othman; Ali
- espansione territoriale → territori bizantini jihad (guerra santa)
→ Impero persiano favorita da debolezza avversari
→ parte Nord Africa progresso tecnico-scientifico
- diffusione della religione islamica → tolleranza favorì conversioni spontanee
dinastia omayyade → 661-750
- espansione territoriale → confini India e Cina
ma → Nord Africa → Berberi spinti in Spagna

bloccati dai Bizantini (678, 718) e dai Franchi a Poitiers 732


califfato abbaside → 750-945
- massima espansione territoriale → conquista isole del Mediterraneo
- divisione in emirati
- progressive spinte autonomiste di Spagna e Africa settentrionale
crisi del x-xi secolo → scarsità di schiavi; debolezza agricoltura e allevamento; controllo militare
straniero di iranici e turchi; riconquista bizantina; irrigidimento ideologico

RELIGIONE, CULTURA E SOCIETÀ


CINQUE PILASTRI DELL’ISLAM CORANO divisioni
• professione di fede • libro sacro in arabo sunniti → seguaci dinastia
• preghiera • indicazioni di dottrina ma an- omayyade
• elemosina che di comportamento civile, sciiti → seguaci Ali e Hussein
• digiuno giuridico, alimentare • oggi divisi su ruolo del clero
• pellegrinaggio

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Area attività

D Conoscenze e abilità

1 spazio Indica sulla carta muta la posizione delle città elencate. 2 tempo Indica con un numero
progressivo la corretta successione
① La Mecca cronologica degli eventi elencati.
258 ② Medina
③ Costantinopoli REGNO DEI FRANCHI
☐ Conquista della Sicilia da parte
④ Damasco degli Arabi

Ma
LONGOBARDI Mar Nero

rC
as
sezione 3. L’Alto Medioevo

Roma

⑤ Baghdad ☐ Morte di Maometto

pio
REGNO DEI VISIGOTI I M PE RO B IZ A N T I NO

⑥ Cordova Cartagine
Mar e Medi t er r an eo
Antiochia
SIRIA Samara
PERSIA ☐ Ègira
⑦ Poitiers Alessandria
Il Cairo
Gerusalemme
Isfahan
☐ Morte di Ali
☐ Fine del califfato omayyade
EGITTO

do
In
Nilo ☐ Fondazione di Baghdad
Oceano
☐ Battaglia di Poitiers
Indiano
☐ Battaglia di Kerbala e morte di
Hussein

3 lessico Scrivi una breve definizione dei termini indicati.

① Umma: 
② Sunnita: 
③ Imam: 
④ Moschea: 
⑤ Sufismo: 

4 lessico Spiega che cosa significa l’espressione Arabia felix e perché essa è importante per capire alcuni aspetti
dell’Arabia prima dell’islamizzazione.






5 eventi Quali avvenimenti segnano l’esperienza del 6 eventi Quali battaglie segnarono la fine della rapida
quarto califfo Ali e quali sono le loro conseguenze? espansione dell’islam e l’inizio di una fase storica nuova?
 Quale fu questa nuova fase storica?
 
 
 
 
 
 
 
 

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Area attività
7 concetti e connessioni Nel delineare la sua religione, Maometto elaborò elementi originali, ma attinse anche a
tradizioni preesistenti. Completa lo schema inserendo le informazioni corrette.

Elementi ispirati a ebraismo e


cristianesimo:
 Elementi originali:

Islam 259
Elementi ispirati alla 
tradizione tribale politeistica: 


CAPITOLO 10. La civiltà araba


8 concetti e connessioni Tra le seguenti affermazioni, indica quali si possono considerare cause della rapida
espansione degli Arabi e motiva le tue scelte.

☐ ① I Bizantini erano in possesso di una grande flotta.


☐ ② Persiani e Bizantini avevano combattuto a lungo gli uni contro gli altri.
☐ ③ Gli Arabi avevano un atteggiamento di grande tolleranza nei confronti dei popoli sottomessi.
☐ ④ I Vandali e i Visigoti erano barbari.
☐ ⑤ L’eccessiva tassazione rendeva le popolazioni poco fedeli al governo bizantino.
☐ ⑥ Gli Arabi erano abili costruttori di città.
☐ ⑦ L’arte araba era influenzata da quella bizantina e persiana.
☐ ⑧ I Franchi non possedevano una flotta significativa.
☐ ⑨ La jihad va intesa anzitutto come lotta interiore contro le proprie debolezze.
☐ ⑩ La religione rendeva gli Arabi, al contrario dei popoli germanici, impermeabili alla civiltà greco-romana.

E Competenze

9 geostoria L’Europa musulmana. Molte zone


d’Europa, pur non facendo parte del mondo islamico,
l «Quando Dio ebbe terminato la creazione, scrisse nel Libro
che è custodito presso di Lui, accanto al trono celeste:
ebbero però intensi contatti con esso. Svolgi una breve “La mia misericordia supera la mia ira. [...]
ricerca in rete sulla storia delle seguenti zone tra il vii e l’xi Il miglior genere di islam è quando tu dai da mangiare agli
secolo: affamati e diffondi la pace tra amici e sconosciuti. [...]
→ Sardegna e Corsica Chi accarezza il capo di un orfano, per ogni capello
→ Francia meridionale toccato dalla sua mano acquista una luce il giorno della
→ Balcani resurrezione.
→ Italia meridionale Ogni cosa ha una chiave; la chiave del paradiso è l’amore
Sintetizza le tue osservazioni in quattro brevi testi da affiancare per i piccoli e i poveri”».
ad altrettante mappe. Organizza il tutto in un documento in (Sentenze di Maometto secondo la tradizione [hadith],
PowerPoint per accompagnare l’esposizione orale. in H. von Glasenapp, Le religioni non cristiane,
trad. S. Vigezzi Martini, Feltrinelli, Milano 1962, p. 100)
10 analizzare e comunicare La benevolenza di Allah
Con il termine hadith si indicano i detti o le sentenze di ① Perché si contrappone misericordia e ira?
Maometto raccolti dai suoi seguaci, ma non inseriti nel ② Perché, a tuo parere, si fa riferimento ad “amici e
Corano. Leggi attentamente le frasi seguenti e, con l’aiuto sconosciuti”?
delle domande che ti proponiamo, commentale in un breve ③ A che cosa si riferisce l’espressione “il giorno della
testo scritto (circa 1000 battute). resurrezione”?

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CAPITOLO 11
I Longobardi
260
in Italia
Pavia resistette salda per oltre tre anni all’assedio dell’esercito longobardo, che si era accampato nei suoi dintorni, mentre Alboino con
sezione 3. L’Alto Medioevo

le avanguardie dilagava in tutta la Toscana. Né i Romani avevano forze da poterglisi opporre, perché la pestilenza, scoppiata sotto
Narsete, aveva fatto moltissime vittime, e a quell’anno di grande abbondanza di cui abbiamo parlato teneva dietro una terribile carestia.
— da Paolo Diacono, Storia dei Longobardi; a cura di E. Bartolini

Chiave di lettura

L’Italia divisa

Dopo la terribile esperienza della Guerra gotica, l’Ita-


lia deve affrontare nel 568 l’invasione dei Longobardi.
Essi occupano gran parte del territorio appena ripre-
so dai Bizantini, ma non tutto. L’Italia, per la prima
volta dai tempi della conquista romana, perde la sua
unità territoriale (la riacquisterà solo nel xix secolo).
I due secoli della dominazione longobarda segnano
il passaggio, per l’Italia, dall’età tardo-antica a quella
medievale propriamente detta. Essi sono caratteriz-
zati da una continua instabilità politica e da profon-
di conflitti di mentalità.
Malgrado alcune figure di sovrani geniali e illumi-
nati, i Longobardi non riescono a fondare una civiltà
autonoma compiuta e vengono facilmente travolti
dai Franchi nel 774.
Tra le conseguenze più importanti della debolezza
longobarda va segnalata l’accresciuta importanza
del papa, che da leader religioso diventa il sovrano di
uno Stato autonomo.

Il tempietto di Cividale
Cividale del Friuli (oggi in provincia di Udine) fu uno dei centri più
importanti dell’organizzazione politica e militare dei Longobardi. Gli
stucchi della controfacciata dell’Oratorio di Santa Maria in Valle (il
cosiddetto “tempietto longobardo”) risalgono alla metà dell’viii secolo e
rappresentano sei sante con attributi regali.

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1. L’ultima invasione germanica
GEOSTORIA

■ Le origini dei Longobardi con altri popoli germanici. Nel i secolo d.C. entrarono an-
che in contatto con i Romani, che rimasero colpiti dalla
I Longobardi (o Langobardi) furono l’ultimo popolo di loro rozzezza e ferocia, superiore a quella di tutti gli altri 261
stirpe germanica a invadere l’Italia nell’epoca del- Germani. Tuttavia, durante i primi secoli dell’era cristiana,
le grandi migrazioni che chiude l’età antica e inaugura il il popolo modificò profondamente i propri costumi, la pro-

CAPITOLO 11. I Longobardi in Italia


Medioevo. Originari della Scandinavia, essi erano detti pria religione e anche la propria composizione etnica, ac-
originariamente Winnili, cioè guerrieri; il nome con cui cettando tra le proprie file molti schiavi liberati, necessari
si presentarono in Italia deriva da Langbärte, cioè Lunghe come forza militare durante i frequenti conflitti.
barbe: i guerrieri infatti non se le tagliavano mai, per una
forma di omaggio al dio Wotan o Odino. GEOSTORIA
Nel i secolo a.C. i Longobardi lasciarono la Scandinavia ■ Dalla Pannonia all’Italia
e si trasferirono in una regione che gli storici hanno in-
dividuato sull’attuale costa tedesca del mar Baltico. Qui, Probabilmente tra la fine del v e l’inizio del vi secolo risale
a mano a mano che tentavano di spingersi verso sud, se- lo stanziamento dei Longobardi in Pannonia, una regione
guendo il corso dell’Elba, si scontrarono con i Vandali e poi corrispondente approssimativamente all’attuale Ungheria

LA DISCESA DEI LONGOBARDI (II SECOLO A.C. - VI SECOLO D.C.)

Mare II secolo a.C.


del Longobardi
Nord

I secolo a.C.
IV secolo d.C.
Ren

El
ba
o

V secolo
Da
nu
bio

568
V-VI secolo
Po

Mar Nero
ITA L I A

Mare Medi ter r an eo

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l’imperatore Giustiniano si assicurò in-
nanzitutto la loro alleanza. Essi com-
batterono quindi numerosi accanto ai
Bizantini contro Totila, nella famosa
battaglia di Gualdo Tadino (552), e contro
i Persiani l’anno successivo. Nel giro di
pochi anni, però, il gioco delle alleanze si
capovolse: i Longobardi si unirono prima
ai Franchi e poi agli Àvari, che minac-
262 ciavano i Bizantini rispettivamente in
Italia settentrionale e nei Balcani, e nel
568, sotto la guida del re Alboino (560-
sezione 3. L’Alto Medioevo

572), penetrarono in Italia da est e si


impadronirono rapidamente del Friuli.
Perché Alboino decise di invadere
l’Italia?
• In parte probabilmente perché era
attratto dalle ricchezze che i suoi
guerrieri avevano ammirato duran-
te la campagna contro gli Ostrogoti.
▲ Sarcofago in porfido con cavalieri romani e barbari, Città del Vaticano,
Museo Pio Clementino. • In parte perché dalle guerre con-
tro gli Ostrogoti prima e contro i
Bizantini poi non aveva ricavato
occidentale. La migrazione era dovuta forse alla pressione il bottino che si aspettava.
di altri popoli o alla speranza di stabilirsi in territorio ro- • In parte, infine, perché i suoi alleati Àvari stavano di-
mano (la Pannonia era infatti una provincia dell’Impero). ventando troppo potenti e minacciavano di impadro-
Nel giro di alcuni decenni, approfittando della crisi nirsi dei suoi territori.
dell’Impero romano e delle lotte tra i vari capi barbari, i Egli fece dunque un patto con gli Àvari, in base al quale
Longobardi riuscirono a costituire un grande regno, tan- avrebbe ceduto i propri territori in Pannonia se gli Àvari si
to che all’inizio del vi secolo, quando decise di sferrare il fossero impegnati a ostacolare il passaggio delle truppe bi-
suo attacco contro gli Ostrogoti per riconquistare l’Italia, zantine attraverso i Balcani: in questo modo Alboino si al-
lontanava dai pericolosi vicini e si garantiva la conquista
dell’Italia, facilitata dall’estrema debolezza dei Bizantini,
i protagonisti della storia spossati da vent’anni di guerre e dalla pestilenza che aveva
appena colpito la penisola (vedi p. 216).

Alboino e Rosmunda
tweet Nascita di Venezia
Prima di migrare in Italia, i
Le ripetute invasioni spinsero i Veneti a cercare rifugio lungo le
Longobardi avevano aiutato i
lagune costiere: l’arrivo dei Longobardi diede ulteriore impulso
Bizantini ad annientare il po-
alla crescita di Venezia, che nel vii-viii secolo incominciò la sua
polo dei Gepidi. Alboino aveva
gloriosa storia.
fatto decapitare il re nemico
e in seguito ne aveva sposato
la figlia Rosmunda. Nel 572,
Rosmunda organizzò una con-
giura contro il marito: si accor- LE DOMANDE DELLA STORIA
dò con Elmichi, scudiero del
re. Il colpo di stato portò alla Chi erano gli àvari?
morte di Alboino, tuttavia la Gli àvari erano un popolo di origine asiatica, strettamente impa-
reazione popolare costrinse gli rentato con gli Unni e i Bulgari. Provenienti dalla regione del Volga,
assassini a fuggire a Ravenna. essi presero il posto dei Longobardi in Pannonia nel vi secolo e per
Rosmunda ed Elmichi si sposa- circa duecento anni il loro regno fu una potenza regionale significa-
rono, ma morirono poco tempo tiva. Alla fine dell’viii secolo furono completamente sterminati dai
dopo, avvelenandosi a vicenda. Franchi di Carlo Magno (vedi p. 290).

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2. L’Italia longobarda
■ La conquista dell’Italia tutti i loro averi); ma si rivelerà un elemento di grave debo-
lezza dopo la conquista dell’Italia, perché la competizione
Al contrario dei popoli precedenti, che erano giunti per tra le varie fare ostacolerà il sorgere di un governo forte e di
predare e allontanarsi rapidamente, come i Vandali, op- un’organizzazione centrale stabile. 263
pure per regnare legittimamente in nome dell’imperatore Se la fara era la cellula di base della società tradizionale
e delle sue leggi, come i Goti, i Longobardi arrivarono in longobarda, il ducato divenne la cellula di base in cui fu

CAPITOLO 11. I Longobardi in Italia


Italia da conquistatori, per imporsi sulla popolazione lo- suddiviso politicamente il territorio man mano che veniva
cale occupandone stabilmente il territorio. conquistato. Il primo duca, quello di Cividale del Friuli, fu
I Longobardi sono spesso ricordati come un popolo nu- nominato da Alboino subito dopo la conquista della città.
mericamente esiguo rispetto ad altri popoli più consisten- I duchi avevano compiti sia civili (per esempio l’ammini-
ti, come i Vandali o i Goti: possiamo calcolare tra le 100 000 strazione della giustizia), sia militari (la difesa dei confini).
e le 150 000 persone. Essi erano organizzati in “fare”, cioè in
clan familiari. Non dobbiamo quindi pensare a un solo gran-
de esercito, ma a una serie di gruppi che si muovevano in ■ Il re e i duchi
base a un progetto comune, ma con una certa indipenden-
za. Questa struttura era un elemento di forza nel momento La conquista del territorio italiano fu cruenta, ma rapida.
in cui i Longobardi dovevano combattere, perché nessuna I Bizantini indeboliti dalla necessità di spostare soldati e
sconfitta poteva dirsi definitiva (i nemici avrebbero avuto la ricchezze ad oriente per fronteggiare la minaccia dei Parti,
meglio su una fara, non sull’intero popolo), e d’altro canto i resistettero solo all’interno delle città, che venivano cin-
guerrieri di ogni fara erano profondamente motivati a vin- te d’assedio e conquistate. Il caso più importante fu quel-
cere (una sconfitta avrebbe compromesso le loro famiglie e lo di Pavia, che resistette ai Longobardi per ben tre anni.
Quando finalmente riuscì a conquistarla, il re Alboino
▶ Lastra della non distrusse la città, come aveva minacciato di fare, ma la
guarnizione di un
elmo raffigurante un “perdonò” e anzi ne fece la propria capitale. Egli rivela-
cavaliere all’attacco, va così una notevole abilità politica: esaltato dai suoi come
vii secolo d.C.,
Berna, Historisches grande conquistatore, veniva rispettato anche dai vinti per
Museum. la sua clemenza e la sua umanità.
I Longobardi Purtroppo Alboino rimase vittima di una congiura di
avevano
probabilmente palazzo poco dopo la conquista di Pavia e il suo successore,
appreso dagli Clefi (572-574), venne ucciso a sua volta nel giro di pochi
Àvari l’uso militare
del cavallo e gli mesi. Per ben dieci anni, poi, i duchi non elessero alcun
attribuivano sovrano. Presso i Longobardi, infatti, il re era nominato
un valore quasi dai duchi e confermato nel suo ruolo dall’assemblea degli
sacro.

LE DOMANDE DELLA STORIA


Come vivevano i Longobardi?
I Longobardi erano un popolo di agricoltori-soldati piuttosto primiti-
MEMO LESSICO vi. Lo rivela il fatto che non avevano un’organizzazione statale solida
e non costruivano città. Ogni fara viveva in un villaggio fortificato,
costruito in posizione leggermente sopraelevata e detto “motta”.
Duca Al centro del villaggio c’era la cosiddetta “casa lunga”, che ospitava
Dal latino dux, “comandante”, i duchi longobardi erano nello stesso tutti i membri della fara; intorno si trovavano le capanne, adibite a
tempo generali incaricati della difesa del territorio e governatori laboratori o residenze per la servitù. Tutti gli edifici erano in legno,
di una piccola regione; potevano amministrare la giustizia, come le palizzate che circondavano la motta, e con i pavimenti di
intraprendere spedizioni militari e nominare a loro volta dei terra battuta. Arrivando in Italia, i Longobardi occuparono le città e
rappresentanti, i conti (dal latino comites, “compagni”). le ville in muratura già esistenti, ma non ne edificarono di proprie.

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uomini liberi (i cosiddetti “arimanni”), cioè dall’esercito in ■ Longobardi e Bizantini
armi. In molti casi questo meccanismo si scontrava con
la tendenza dei sovrani a rendere ereditaria la carica di re, L’invasione dell’Italia da parte dei Longobardi non fu mai
laddove naturalmente i duchi volevano conservare il pro- completa. Ai Bizantini infatti, grazie all’appoggio della
prio diritto di elettori. loro potente flotta, a cui i Longobardi non potevano mi-
Dopo un decennio di sostanziale anarchia, i duchi elesse- nimamente opporsi, restarono la costa veneta, Ravenna e
ro un nuovo re, Autari (584-590), figlio di Clefi. Per garantirgli la Pentapoli, il ducato di Roma, alcune zone costiere del-
la possibilità di esercitare effettivamente il potere, nel 590 si la Campania, della Calabria e della Puglia, nonché la via
stabilì il cosiddetto “demanio reale”: metà dei territori di cia- Flaminia (il cosiddetto “corridoio umbro”), che collegava
264 scun ducato era dichiarata appannaggio del re, costituiva cioè Ravenna a Roma e che di fatto spezzava l’Italia in due: a
la fonte delle sue ricchezze (sotto forma di tasse in denaro e nord la cosiddetta Langobardia maior, bene o male controlla-
in natura) e della sua forza (perché ogni ducato doveva fornire ta dal re, che aveva posto la sua capitale a Pavia; e a sud la
sezione 3. L’Alto Medioevo

soldati). Per amministrare questi territori (ma più in gene- Langobardia minor, in cui i due grandi ducati di Spoleto e di
rale per controllare i duchi e limitarne il potere) il re istituì i Benevento restavano sostanzialmente autonomi.
gastaldi, che costituivano un primo accenno di burocrazia La spartizione del territorio italiano fu sancita nel 595,
statale. Il risultato di questa politica fu un sostanziale riordi- con un accordo diplomatico, durante il regno di Agilulfo e
namento dello Stato e la fine dei disordini che avevano carat- della moglie Teodolinda. I Bizantini avevano perso di fatto
terizzato il periodo della conquista. Come racconta lo storico
longobardo Paolo Diacono (viii secolo), sotto il regno di Autari
«non si avevano violenze, non si tendevano agguati, nessuno MEMO LESSICO
angariava o spogliava a proprio arbitrio, non c’erano né fur-
ti né rapine, ciascuno poteva andarsene dove voleva senza Pentapoli
Dal greco pénte, “cinque” e pólis, “città”, indicava uno dei distretti
preoccupazioni di sorta». Certo Paolo Diacono, che sostiene militari in cui era diviso l’esarcato d’Italia, coincidente con le
il punto di vista regio, idealizza molto la realtà delle cose, ma attuali Marche. Il nome è dovuto alle cinque città sedi episcopali di
una svolta dovette effettivamente verificarsi. Rimini, Pesaro, Senigallia, Fano e Ancona.

LE DOMANDE DELLA STORIA


L’ITALIA NEL VII SECOLO
Quale ruolo avevano i gastaldi?
Il ruolo dei gastaldi non è sempre chiaro. In alcuni casi erano no- territori longobardi

minati dal re, in altri, invece, dai duchi più importanti. I gastaldi di Cividale territori bizantini
FRIULI
nomina regia, inoltre, a volte erano funzionari usati dal sovrano per Monza Aquileia
limitare il potere dei duchi, a volte invece coincidevano con i duchi Susa Milano Verona VENETO
stessi, che ricevevano anche il titolo e le funzioni di gastaldo. Pavia Cremona Mantova
Torino Piacenza Modena
E SAR

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Genova Bologna Ravenna
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governatori e controllori e SARDEGNA Agropoli
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nominano i BRUZIO
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Palermo
conti Reggio

assistenti/ SICILIA Catania


Agrigento
aiutanti Siracusa

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il controllo dell’Italia, che per la prima volta dai tempi della dei Latini impoveriti e ridotti in semischiavitù. Questa
conquista romana si trovava politicamente divisa. Questa contrapposizione era accentuata dal fatto che i Latini era-
divisione resterà una costante della storia italiana per più no cattolici, mentre i Longobardi, convertitisi al cristia-
di mille anni, fino al 1861. Durante il regno di Agilulfo e nesimo prima dell’arrivo in Italia, erano ariani. Il papa era
Teodolinda la capitale venne spostata da Pavia a Milano. dunque una figura “naturalmente” ostile ai Longobardi e
poteva diventare un punto di riferimento non solo morale,
ma anche politico, per i Latini oppressi.
■ I rapporti con i Franchi
e con la Chiesa
■ Teodolinda e Gregorio Magno 265
Oltre allo scontro con i Bizantini, altre due gravi proble-
mi segnarono la politica dei Longobardi: il rapporto con i Tra la fine del vi e l’inizio del vii secolo, due grandi per-

CAPITOLO 11. I Longobardi in Italia


Franchi e quello con la Chiesa. sonalità affrontarono la questione dei rapporti tra i
I Franchi miravano a espandersi in Italia settentriona- Longobardi e la Chiesa: la sovrana Teodolinda (regina
le, prima a spese dei Bizantini (avevano infatti tentato, sen- d’Italia dal 589 al 626) e il pontefice Gregorio I, detto Magno
za successo, di approfittare della guerra gotica), poi a spese (papa dal 590 al 604).
dei Longobardi. Questi ultimi si trovavano quindi in una Di stirpe bavarese, Teodolinda divenne moglie del
posizione difficile, stretti tra i tentativi di rivalsa (sempre re Autari e regina dei Longobardi nel 589. Il matrimonio
più deboli) dei Bizantini da un lato e le mire espansionisti- aveva un preciso significato politico: Autari infatti spo-
che (sempre più forti) dei Franchi dall’altro. sava Teodolinda rompendo un precedente fidanzamento
In questa complessa situazione politica e diplomatica con una principessa dei Franchi, cioè di fatto dichiarava
si inseriva anche il papa, cioè il patriarca di Roma. Egli apertamente l’ostilità tra Longobardi e Franchi e stabi-
non era ancora il capo unico e universalmente riconosciu- liva un’alleanza (in funzione antifranca) con i Bavari.
to della Chiesa cattolica (assumerà questo ruolo solo nel- Autari morì prematuramente (forse avvelenato) un anno
l’xi secolo), ma la sua autorità era cresciuta man mano dopo le nozze. La regina godeva evidentemente di un forte
che si era indebolito il potere civile. Adesso tale autorità ascendente sul suo popolo, tanto che i duchi le concessero
veniva esaltata dal grave conflitto tra Longobardi e Latini di scegliere un secondo marito e di elevarlo al rango di re:
(come venivano chiamati i non-longobardi): i Longobardi Teodolinda scelse Agilulfo, che continuò la politica anti-
infatti erano giunti in Italia da nemici, come si è detto, e franca del suo predecessore, come rivela il già ricordato ac-
gobardi
ntini
si erano dedicati innanzitutto a rubare, a saccheggiare le cordo con i Bizantini, che sanciva la spartizione dell’Italia.
chiese, a ridurre in schiavitù gli abitanti, spesso a ucciderli. Teodolinda, essendo cattolica, contribuì all’avvicina-
Si era venuta a creare una società nettamente divisa tra mento tra Longobardi e Latini, poiché spinse una buona
la classe dei dominatori guerrieri (i Longobardi) e quella
▼ Coperta dell’Evangelario di Teodolinda, fine del vi-inizio del vii secolo,
oro, pietre preziose, perle, granati, cammei, Monza, Museo del Tesoro
del Duomo.

LE DOMANDE DELLA STORIA


Era più ricco il Nord o il Sud Italia?
Il periodo dell’invasione longobarda fu uno dei più spaventosi, eco-
nomicamente e politicamente, per l’Italia: spopolata dalle guerre,
dalle carestie e dalle epidemie, la fame era talmente diffusa che si
verificavano frequenti episodi di cannibalismo!
Le regioni meridionali, tuttavia, rimasero economicamente più vi-
si
vaci delle altre, essendo più vicine alle rotte del commercio interna-
zionale ed essendo sottoposte alle dominazioni bizantina e araba,
sicuramente più evolute di quella longobarda.

o Che cosa sappiamo della religione dei Longobardi?


Dalle testimonianze e dalle leggende possiamo ricostruire, sia pure
a grandi linee, l’evoluzione della religione longobarda:
• in Scandinavia, la religione è naturalistica e animistica: gli dèi sono
l’incarnazione di forze e fenomeni naturali;
• la religione germanica incentrata su Wotan-Odino si presenta
come un paganesimo più evoluto, simile al paganesimo classico;
• in Pannonia, i Longobardi si convertono all’arianesimo, la versione del
cristianesimo più diffusa tra i popoli germanici per la sua semplicità.

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parte del suo popolo (non tutto) a seguirla in questa scelta. soprattutto politica. In questo egli ebbe il sostegno deciso di
La regina si garantiva così l’appoggio del papa, il quale in Teodolinda, che continuò a collaborare con il papato anche
cambio otteneva privilegi e concessioni, tra cui la possibi- dopo la morte di Gregorio (604) e soprattutto dopo la morte
lità di fondare monasteri e di predicare liberamente. di Agilulfo (616), quando continuò a regnare per un decennio
Gregorio I, dal canto suo, era impegnato in una grandio- in nome del figlio minorenne Adaloaldo.
sa opera di diffusione del cristianesimo presso i popoli
che ancora praticavano il paganesimo e di riorganizzazio-
ne interna della Chiesa. Di nobile famiglia, monaco bene- i protagonisti della storia
dettino (si deve in buona parte a lui la diffusione della Regola
266 di Benedetto a scapito delle altre che erano state proposte
nei secoli precedenti), aveva frequentato a lungo la corte di
Gregorio Magno
Bisanzio e ne aveva appresa la proverbiale sottigliezza diplo- Dotato di un corpo esile e mala-
sezione 3. L’Alto Medioevo

matica. La sua importanza storica è dovuta al fatto che fu il ticcio, papa Gregorio I è nondi-
primo a considerare la Chiesa, che ancora non possedeva un meno una delle figure fondamen-
tali del suo tempo. Nato intorno
suo territorio, un’istituzione non solo religiosa, ma anche e al 540 in una famiglia abbiente,
si fece monaco benedettino, ma
il papa Pelagio II lo inviò presso la
corte di Costantinopoli per chie-
MEMO DATE dere aiuto contro i Longobardi.
Dopo sei anni, accusato di aver
fallito, fu richiamato a Roma,
La prima fase della dominazione tornò in convento, ma alla mor-
longobarda in Italia te del pontefice fu acclamato
560-572 Regno di Alboino papa e costretto ad accettare
568 Arrivo dei Longobardi in Italia l’incarico suo malgrado. Gregorio
572-574 Regno di Clefi intraprese allora un’azione ispi-
574-584 Periodo di anarchia o dei duchi rata alla ricerca della pace con i
584-590 Regno di Autari Longobardi e alla diffusione del
589-626 Teodolinda regina d’Italia cristianesimo presso i pagani.
590-604 Pontificato di Gregorio Magno Al suo nome è legato il canto li-
591-616 Regno di Agilulfo turgico della tradizione cattolica,
595 Spartizione del territorio italiano tra Longobardi e Bizantini detto appunto canto gregoriano.

AREA TUTOR — Facciamo il punto!


1 Verifica le CONOSCENZE 2 Definisci il LESSICO ESSENZIALE
➀ Da dove deriva il nome ➀ Ducato ➁ Gastaldo ➂ Motta ➃ Fara ➄ Pentapoli
Longobardi?
➁ Da dove proveniva questo 3 Acquisisci le COMPETENZE
popolo? Dal testo alla scrittura
➂ Perché Alboino decise di Spiega per ciascun ambito elencato quali erano i principali problemi che
invadere l’Italia? dovevano affrontare i sovrani longobardi. L’esercizio è avviato.
➃ In che modo venne suddiviso il → i rapporti con i Franchi: i Longobardi dovevano difendere i confini nord-
territorio italiano? occidentali dalle pressioni dei Franchi, che miravano a espandersi in Italia;
➄ Quali zone rimasero escluse → i rapporti con i Bizantini: 
dalla conquista longobarda? 
➅ Perché Teodolinda strinse → i rapporti con la Chiesa: 
legami di amicizia con il papa? 
➆ Quali vantaggi ricavava Gregorio → la contrapposizione con i Latini: 
Magno dalla pace con i Longobardi? 
→ l’anarchia dei duchi: 


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patrimonio culturale

L’abbazia di San Colombano


a Bobbio Vercelli

P i a
Milano

Pavia
n u r
Brescia

Cremona
Verona

Mantova
267
Po a P a
Alessandria P d a
Piacenza o n a
Destinato a diventare uno dei massimi centri del sapere Asti
Bobbio Parma

CAPITOLO 11. I Longobardi in Italia


ia
medievale, l’abbazia di Bobbio venne fondata da san

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Tre
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Colombano grazie all’appoggio della regina Teodolinda. Genova
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M a r L i g u r e

San Colombano fu un monaco irlan- particolarmente favorevole: la val- | → ② | Del monastero fondato da
dese, celebre per aver dato vita a un le del fiume Trebbia, infatti, collegava Colombano oggi restano pochissime
proprio ordine monastico (in segui- fin dai tempi dei Romani la pianura tracce, ma la sua importanza è stata
to assimilato a quello benedettino) e Padana alla Liguria, consentendo un enorme per secoli.
per aver fondato numerosi conventi agile attraversamento dell’Appenni- Secondo alcuni studiosi, tra l’viii
allo scopo di diffondere il cristianesi- no; e in quel punto si allarga, offrendo e l’xi secolo Bobbio era uno dei tre
mo in tutta Europa. terreni relativamente pianeggianti scriptoria (cioè dei luoghi dove si
alla coltivazione. Nello stesso tempo, trascrivevano i testi antichi) più
| → ① | Il monastero di Bobbio (oggi Bobbio era difesa dai monti e lonta- importanti d’Europa, insieme a
in provincia di Piacenza) venne na dalle grandi vie di comunicazione quelli di San Gallo in Svizzera e di
fondato nel 614 in una posizione percorse dagli eserciti invasori. Verona.

① ②

➁ Manoscritto proveniente dallo


scriptorium di Bobbio, ix-x secolo,
➀ L’abbazia di San Colombano, oggi nel centro della cittadina di Bobbio (Piacenza). Torino, Biblioteca Nazionale.

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Storia magazine
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Teodolinda a Monza
Durante il regno di Teodolinda e Agilulfo, la capitale dei Longobardi si spostò da Pavia a
268 Milano. Monza fu scelta dai sovrani come residenza estiva e Teodolinda vi fece costruire il
duomo, dotandolo di un ricco tesoro.
sezione 3. L’Alto Medioevo

▶ Croce di Agilulfo; chioccia con sette pulcini, gruppo


rinvenuto nella tomba della Regina e realizzato forse
in due tempi, tra il iv e il vii secolo, da orafi milanesi.
Lamina d’argento su anima di legno, gemme e vetri,
basamento in rame dorato. Corona di Teodolinda,
detta “corona ferrea”, vi-vii secolo, lamina d’oro
lavorata a sbalzo, smalti e gemme.
Al tesoro del Duomo di Monza appartengono pezzi che
testimoniano l’arte orafa dei Longobardi, come la preziosa
croce di re Agilulfo e l’ancor più famosa chioccia con sette
pulcini, in argento dorato e gemme. La corona ferrea,
invece, pur essendo legata a Teodolinda nell’immaginario
popolare, è probabilmente opera di artigiani ostrogoti. Il
“ferro” che corre all’interno della corona non è, come si
dice, uno dei chiodi della croce di Gesù, ma una placca
d’argento.

◀ Il Duomo di Monza.
La chiesa fu fondata nel 595 come cappella palatina (del palazzo,
cioè riservata all’uso del sovrano e della corte). In essa venne fatto
battezzare secondo il rito cattolico il figlio di Teodolinda e Agilulfo,
Adoaldo: la cerimonia costituiva un impegno nei confronti del
papa, una simbolica promessa della futura conversione di tutto il
popolo longobardo.

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▼ Dall’alto al basso. Famiglia Zavattari, Storie della regina Teodolinda: corte di Autari e Teodolinda e gli ambasciatori
longobardi ai piedi di Teodolinda, affresco, xv secolo, Duomo di Monza.
Alla vita di Teodolinda è dedicato il magnifico ciclo di affreschi realizzato nel 1444 dalla bottega Zavattari e comprendente 45
scene e ben 800 personaggi! Naturalmente le immagini non rispettano la verosimiglianza storica, ma confermano la fama
della regina longobarda, paragonabile a quella di una santa protettrice.

269

CAPITOLO 11. I Longobardi in Italia

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3. Da Rotari a Liutprando
■ L ’Editto di Rotari e la sua dominatori, che dal canto loro erano “costretti” a ci-
importanza vilizzarsi a contatto con la grande tradizione romana.
Tuttavia la divisione rimase piuttosto netta.
270 Con la conquista dell’Italia da parte dei Longobardi si Il re Rotari (636-652), divenuto sovrano grazie al ma-
era venuta a creare, come abbiamo detto, una società trimonio con Gundeperga, figlia di Agilulfo e Teodolinda,
nettamente divisa tra la classe dei dominatori guer- nel 643 emanò un editto, cioè un insieme di leggi, che
sezione 3. L’Alto Medioevo

rieri e quella dei Latini impoveriti e ridotti in condi- testimonia i fenomeni sociali di cui abbiamo parlato.
zione di semischiavitù. Questa contrapposizione andò L’Editto di Rotari, infatti, è scritto in latino, la lingua
attenuandosi man mano che i Longobardi, da invasori, dei dominati, ma si rivolgeva esclusivamente ai domina-
si trasformavano in gover- tori, cioè stabiliva leggi valide solo per i Longobardi
tweet
La redazione nanti e si dedicavano ad (i Latini continuavano a essere sottoposti al diritto ro-
dell’Editto attività agricole, artigia- mano, cioè al Codice di Giustiniano). Nel suo insieme,
È probabile che l’Editto
di Rotari sia stato nali, mercantili – insom- esso sanciva dunque una profonda frattura rispetto al
materialmente scritto ma, pacifiche. La società principio romano della legge uguale per tutti i cittadi-
dai monaci di Bobbio,
stando alla data della riacquistò con il tempo ni, e vi sostituiva il principio della “personalità della
promulgazione, 23 novembre una maggiore complessità legge”: a persone diverse si applicavano leggi diverse.
643, esattamente un anno e la classe dirigente lati-
dopo la canonizzazione di
san Colombano. na riuscì a collaborare in
qualche modo con i nuovi ■ Faida, guidrigildo, ordàlia
▼ Re Rotari emana il suo editto, miniatura su pergamena, xi secolo, Tra le leggi più importanti contenute nell’Editto di Rotari
Cava dei Tirreni (Campania), Abbazia della SS. Trinità. ci sono quelle che riguardano la faida (faihida) e il guidrigil-
do (widregeld).
La faida (vendetta familiare) era tipica del diritto
germanico e stabiliva che l’intero clan era impegnato a
vendicare un’offesa subita da parte del membro di un al-
tro clan (essa si contrapponeva quindi all’idea di fondo

MEMO DATE

I nuovi legislatori
Tra l’inizio del vi secolo e la metà del vii si moltiplicano le figure di
legislatori. Le nuove realtà nate dalla dissoluzione dell’Impero ro-
mano si organizzano al loro interno, ora riallacciandosi alla tradizio-
ne precedente (Giustiniano), ora mediando fra tradizione romana e
barbarica (Alarico, Clodoveo, Rotari), ora “inventandone” una nuova
(Maometto).
506 Alarico, re dei Visigoti, emana il Breviarium Alarici (o Lex
romana visigothorum)
510 Clodoveo, re dei Franchi, promulga la Legge Salica (Pactus
legis salicae)
528-565 Giustiniano, imperatore bizantino, riorganizza il diritto
romano nel Corpus iuris civilis
610-632 Maometto, fondatore dell’islam, nel Corano getta le basi
della legge musulmana
643 Rotari, re dei Longobardi, mette per iscritto le leggi del
suo popolo.

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del diritto romano, secondo cui la responsabilità è indivi- e introduceva nel diritto un elemento irrazionale, fidei-
duale e i parenti non sono responsabili delle azioni com- stico, fu abolita dai governi europei a partire dal xiii se-
messe da un altro membro della famiglia). Rotari vietò colo, ma in alcuni casi rimase in vigore fino al xvii secolo.
la faida e la sostituì con il guidrigildo, cioè con una
multa in denaro. La somma da pagare era diversa a se-
conda della classe sociale a cui appartenevano la vittima ■ Il diritto di famiglia: mundio
e l’aggressore; essa veniva pagata alla parte offesa, che do- e morgengabe
veva ritenersi soddisfatta e non poteva prolungare oltre
la contesa. L’Editto di Rotari contiene molti articoli da cui possia-
Un’altra legge importante era quella relativa all’ordàlia mo ricavare informazioni sulla condizione delle donne 271
(urteil) o “giudizio di Dio”: si sanciva infatti che, per ve- longobarde.
rificare l’innocenza o la colpevolezza di un imputato, in La donna era sottoposta al cosiddetto mundio, cioè alla

CAPITOLO 11. I Longobardi in Italia


mancanza di altre prove era possibile ricorrere al giudizio tutela del mundoaldo (mundanwalt): padre, fratello, figlio,
di Dio, nella convinzione che Dio avrebbe aiutato l’inno- marito o altro tutore; se una donna era priva di parenti
cente. L’Editto di Rotari prevedeva in particolare la cosid- maschi, il suo mundio (cioè la sua tutela) ricadeva sul re.
detta “prova del fuoco” (che consisteva nel camminare Senza l’approvazione del mundoaldo, una donna non pote-
sui carboni ardenti); in altri casi bisognava reggere tra le va vendere o acquistare alcunché. Il fatto che i Longobardi
mani un pezzo di metallo incandescente o farsi gettare in abbiano avuto importanti figure di regine non deve dun-
acqua legato o con una pietra al collo. L’ordàlia, che segna- que trarci in inganno: la donna era giuridicamente in una
va una profonda discontinuità rispetto al diritto romano condizione di sostanziale inferiorità, dato che nessuna

Leggere le fonti

48. Dell’occhio levato. Se qualcuno strappa


L’EDITTO un occhio ad un altro, si calcoli il valore [di
DI ROTARI quell’uomo] come se lo avesse ucciso, in base
all’angargathungi, cioè secondo il rango della
persona; e la metà di tale valore sia pagata da
DATA: 643 quello che ha strappato l’occhio.
AUTORE: re Rotari 49. Del naso tagliato. Se qualcuno taglia il
TIPO DI FONTE: Scritta naso ad un altro, paghi la metà del valore di
costui, come sopra.
Dall’Editto di Rotari, riportiamo alcuni 50. Del labbro tagliato. Se qualcuno taglia il
articoli relativi ai criteri di risarcimento in labbro ad un altro, paghi una composizione di
denaro (guidrigildo). È evidente il tentativo 16 solidi e se si vedono i denti, uno, due o tre,
di attenuare la violenza della società, paghi una composizione di 20 solidi.
eliminando la vendetta privata a favore di 51. Dei denti davanti. Se qualcuno fa cadere
una concezione più evoluta della giusizia e ad un altro un dente di quelli che si vedono
dello Stato. quando si ride, dia per un dente 16 solidi; se
si tratta di due o più [denti], di quelli che si
vedono quando si ride, si paghi e si calcoli la
composizione in base al loro numero.
52. Dei denti della mascella. Se qualcuno
fa cadere ad un altro uno o più denti
Guida alla lettura della mascella, paghi per un dente una
composizione di 8 solidi.
➀ Che cos’è un solido? 53. Dell’orecchio tagliato. Se qualcuno
taglia un orecchio ad un altro, gli paghi una
Pagina da un codice membranaceo
➁ Da quali passi del testo si composizione pari alla quarta parte del suo
dell’Editto di Rotari, vii-viii secolo,
San Gallo, Stiftsbibliothek.
capisce che i Longobardi non valore.
54. Della ferita al volto. Se qualcuno provoca
consideravano gli individui una ferita al volto ad un altro, gli paghi una
uguali davanti alla legge? composizione di 16 solidi.
➂ Perché i denti davanti sono (Fonti per la storia medievale, a cura di S. Gasparri, A.
Di Salvo, F. Simoni,
considerati più preziosi degli Sansoni, Firenze 1992)
altri?

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sessuale (anche il marito che usasse violenza sulla moglie
perdeva ogni diritto nei suoi confronti). Insomma, l’Editto
di Rotari tendeva a salvaguardare il matrimonio (il di-
vorzio non era previsto) e la castità femminile, ma anche
a proteggere le donne da violenze e da sopraffazioni evi-
dentemente molto diffuse.

■  opo Rotari: un cinquantennio


D
272 di crisi
I grandi sovrani longobardi del vi e vii secolo, come
Alboino, Teodolinda e Rotari, avevano affrontato il proble-
▲ Monili in oro del vii secolo, provenienti da una tomba femminile ma dei rapporti fra i conquistatori e i conquistati: essi
longobarda a Castel Trosino (Marche). si rendevano conto che un popolo numericamente esiguo
come il loro non poteva conservare a lungo il potere e tanto
poteva sottrarsi al mundio: «A nessuna donna libera vi- meno dar vita a uno Stato ben organizzato senza far pro-
vente secondo il diritto dei Longobardi sia lecito dipendere pri alcuni elementi della mentalità e della civiltà latina.
solo da se stessa, ma debba rimanere sempre sotto il potere Ecco dunque che il matrimonio tra Alboino e Rosmunda,
degli uomini o certamente del re e non abbia la facoltà di l’alleanza tra Teodolinda e il papa, le prime leggi scritte di
donare o vendere alcuna cosa fra quelle mobili o immobili Rotari, si possono leggere come passi, sia pure differen-
senza la volontà di quello» (Editto di Rotari, art. 204). ti, nella stessa direzione: quella che mirava a incivilire i
L’Editto di Rotari fissava a dodici anni l’età minima per Longobardi, favorendo la progressiva assimilazione con
il matrimonio, ma sappiamo da altre testimonianze che i Latini.
le ragazze venivano sposate anche più giovani; il matrimo- Queste azioni si scontravano però con una mentalità
nio era un contratto di compravendita: in genere il marito gelosa della propria tradizione e della propria diversità. Il
pagava al padre (o al mundoaldo) il prezzo del mundio, di- potere del re dipendeva dai duchi e più in generale dall’e-
ventando il tutore della moglie. La moglie veniva ufficial- sercito in armi; così, nella seconda metà del vii secolo, nes-
mente riconosciuta come tale solo dopo la prima notte di sun sovrano riuscì a imporre la propria autorità per più di
nozze, quando (avendone constatato la verginità) il marito pochi mesi, tanto che ben 15 re si succedettero in poco
le offriva il morgengabe (“dono del mattino”), una specie di più di cinquant’anni, tra la morte di Rotari (652) e l’av-
dote, che tutelava la donna in caso di vedovanza e che in vento al potere di Liutprando (712). Benché i Longobardi
ogni caso non poteva superare il 25 per cento del patrimo- ampliassero il territorio sottoposto alla loro dominazione,
nio del marito. conquistando la Liguria, sconfiggendo i Bizantini nell’Ita-
Il matrimonio celebrato contro il volere dei genitori era lia meridionale e i Franchi in Piemonte, faide e ribellioni
considerato valido, purché lo sposo accettasse di pagare caratterizzarono la storia longobarda in questo periodo, e i
una multa. Il matrimonio celebrato contro la volontà della ducati di Spoleto e Benevento, che come abbiamo già osser-
sposa era invece immediatamente annullato e severamen- vato erano geograficamente separati dagli altri, diventaro-
te punito, così come ogni forma di adulterio e di violenza no quasi dei regni autonomi.

per schematizzare

Differenze tra diritto romano e diritto germanico

Nel diritto romano Nell’Editto di Rotari


La medesima legge si applica a tutti i cittadini La legge longobarda vale per i Longobardi, il diritto
romano per i Latini
Innocenza o colpevolezza devono essere dimostrate con La legge prevede, in alcuni casi, il “giudizio di Dio”, cioè
prove concrete e/o argomenti logici una prova di tipo fideistico e irrazionale

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■ Il regno di Liutprando: Liutprando assunse inizialmente un atteggiamento di
la politica interna garante della pace, imponendo per esempio al duca di
Spoleto di restituire a Bisanzio alcuni territori contesi e
Nel 712, un nuovo sovrano dotato di grande personalità, re manifestando in ogni occasione la sua sottomissione al
Liutprando (712-744), assunse il potere. Il suo regno rap- papa, nel timore che questi si rivolgesse ai Bizantini o ai
presenta il momento di massimo splendore della domi- Franchi in cerca di aiuto.
nazione longobarda e si caratterizza per il tentativo del re Nel 726 l’imperatore bizantino Leone III intraprese la
di espandere i confini del regno a tutta la penisola italiana. sua lotta contro il culto delle immagini (iconoclastia; vedi
Per attuare questo ambizioso progetto, Liutprando ope- p. 222) e ciò provocò violenti disordini nelle zone sotto il
rò innanzitutto nell’ambito della politica interna: egli raf- 273
▼ Gregorio II fa confermare da Liutprando la donazione dei territori delle
forzò il potere regio, riducendo il ruolo dei duchi e della Alpi Cozie ottenuti dal suo predecessore Ariperto II, affresco, xvi secolo,
loro assemblea, e creando invece un solido sistema buro- Città del Vaticano, Sala Regia.

CAPITOLO 11. I Longobardi in Italia


cratico, a imitazione di quello bizantino. La gestione dello
Stato era affidata a una classe di tecnici-funzionari (esau-
torando gli infidi capi guerrieri).
Inoltre, Liutprando emanò una serie di leggi che gli ga-
rantivano l’appoggio dei Latini, coinvolgendoli decisamente
nell’amministrazione del regno, introdusse alcune garanzie a
favore dei debitori poveri (perlopiù Latini) contro le violenze
dei creditori (perlopiù Longobardi) e liberalizzò i matrimoni
misti, che nell’Editto di Rotari erano ancora osteggiati.

■ Il regno di Liutprando: la politica


estera
Per quanto riguarda la politica estera, Liutprando si mosse
con estrema prudenza. Per realizzare l’obiettivo di un’Italia
unificata sotto il potere del re, egli doveva affrontare ben
quattro ostacoli: i Bizantini, il papa, i duchi di Spoleto
e Benevento, che ambivano all’indipendenza, e i Franchi.

Leggere le fonti

20. Il duca Rotharit, tornato a Bergamo, che era la sua città, si proclamò re. Il re Ariperto
UNA SANGUINOSA mosse contro di lui con un grande esercito e, assaltata prima e conquistata Lodi, assediò
SUCCESSIONE Bergamo e la prese subito, espugnandola senza difficoltà con arieti e diverse macchine da
guerra e, catturato lo pseudo-re Rotharit, gli fece rasare la testa e la barba e lo mandò in esilio
a Torino, dove qualche giorno dopo fu ucciso. [...]
DATA: viii secolo 21. Mandò poi un esercito contro Ansprando nell’Isola Comacina, ma quello, saputolo, fuggì a
AUTORE: Paolo Diacono Chiavenna e di lì [...] arrivò dal duca dei Bavari Teutperto, presso cui restò per nove anni. [...]
TIPO DI FONTE: Scritta 22. Confermato nel regno, il re Ariperto fece cavare gli occhi al figlio di Ansprando Sigiprando e
infierì in diversi modi su tutti coloro che gli erano uniti da parentela.
(Storia dei Longobardi, VI, 20-22, a cura di L. Capo, Mondadori, Milano 2000)
Nel seguente passo, Paolo Diacono narra
gli avvenimenti seguiti nell’anno 700 alla Guida alla lettura
morte del re Cuniberto, che lasciava un
figlio ancora bambino sotto la tutela del
duca di Asti Ansprando. Il brano ci fa ➀ Quali elementi del racconto lasciano emergere gli elementi di
toccare con mano la ferocia delle lotte
che si scatenavano all’interno della classe debolezza del regno longobardo?
dirigente longobarda a ogni successione. ➁ Quali dettagli sembrano richiamare l’antica pratica barbarica della faida?

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governo bizantino in Italia. Liutprando approfittò dell’oc- intervenire militarmente e imporre come duchi alcuni suoi
casione e conquistò alcuni territori, con la scusa di riporta- familiari. Il papa a questo punto si rese conto che il re sta-
re ordine e pace. Quando i Bizantini chiesero a gran voce la va diventando troppo potente e, non potendo rivolgersi ai
restituzione di tali territori, Liutprando, invece di restituir- Bizantini, chiamò in aiuto i Franchi. Liutprando però ave-
li ai legittimi governanti, li cedette formalmente al papa: è va anticipato le sue mosse e aveva stabilito un rapporto di
la famosa donazione di Sutri con cui, nel 727, inizia il po- alleanza con Carlo Martello, il potentissimo maggiordo-
tere temporale della Chiesa. In realtà, dal punto di vista mo di palazzo (primo ministro) del re franco: Carlo Martello
formale, Roma restava sottoposta all’Impero bizantino, ma era infatti impegnato nella lotta contro le scorrerie dei
il gesto di Liutprando aveva un grande significato politico: musulmani e Liutprando garantì che i pirati saraceni non
274 in un momento in cui, a causa dell’iconoclastia, i rapporti avrebbero trovato appoggio in territorio longobardo. In se-
fra il papa e l’imperatore erano tesi, il re longobardo inter- gno di alleanza, Carlo Martello aveva inviato il figlio Pipino
veniva per assicurarsi l’alleanza del papa. presso Liutprando, che l’aveva formalmente adottato. Nel 739
sezione 3. L’Alto Medioevo

Forte di questa alleanza, Liutprando attaccò nuovamente dunque, alla richiesta del papa, Carlo Martello non si mosse,
i Bizantini e conquistò Ravenna, poi approfittò dei proble- ma Liutprando non approfittò del vantaggio, rispettò l’indi-
mi di successione dei ducati di Spoleto e di Benevento per pendenza del papa e si limitò a controllare alcuni castelli nei
dintorni di Roma, senza conquistare la città.
Alla sua morte, nel 744, il re longobardo aveva dunque
MEMO DATE realizzato solo in piccola parte il suo progetto di riunifica-
zione dell’Italia.
Da Teodolinda a Liutprando
626 Morte di Teodolinda
636-652 Regno di Rotari
643 Editto di Rotari tweet Sutri
652-712 Ben 15 sovrani, tutti deboli, si succedono sul trono Sutri è un castello del Lazio, poco a nord del lago di Bracciano.
712-744 Regno di Liutprando Esso apparteneva ai Bizantini, era stato conquistato dai
727 Donazione di Sutri Longobardi e fu donato da Liutprando al papa Gregorio II.

▼ Il re dei Franchi Pipino il Breve, manoscritto, xi secolo, Cava dei


Tirreni (Campania), Abbazia della SS. Trinità.
L’ITALIA NEL 744

Cividale
FRIULI
Monza Aquileia
Verona VENETO
Susa Milano Cremona
Pavia Mantova
Torino Piacenza
Modena
E SAR

LIGURIA EMILIA
Genova Bologna Ravenna
CA

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L i g u r e Pisa O LI
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CORSICA DI SPOLETO r
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DI ROMA Benevento UL o
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Salerno LUCANIA TarantoIA
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SARDEGNA
T i r r e n o
Mar
Ionio
Cagliari
BRUZIO
Messina
conquiste iniziali (568-590)
Palermo
Reggio
conquiste nel VII sec. (590-671)
conquiste nell'VIII sec. SICILIA Catania
di Liutprando (712-744) Agrigento
Siracusa
territori bizantini

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4. La brusca fine del regno
longobardo
■ Il conflitto con il papato di stato alla dinastia merovingia, mentre i Franchi si im- 275
pegnavano a intervenire in difesa del papato minacciato.
Alla morte di Liutprando, nel 744, si scatenarono nuovamente Secondo gli accordi, il territorio italiano sarebbe stato divi-

CAPITOLO 11. I Longobardi in Italia


tra i duchi le lotte per la successione.Il re Astolfo (749-756),che so lungo la linea che congiungeva Luni (presso La Spezia)
riuscì alla fine a trionfare sul fratello Rachis, costringendolo a a Monselice (presso Padova): la zona a nord di questa linea
farsi monaco, rinunciò all’abile diplomazia di Liutprando e si sarebbe finita ai Franchi, quella a sud sarebbe stata sotto-
dedicò a campagne militari che gli garantirono il sostegno posta all’autorità papale.
e l’ammirazione dei guerrieri longobardi. Ma il papa, senten- Per due volte, nel 754 e nel 756, Pipino scese in Italia
dosi minacciato dalla sua politica espansionistica, si rivolse con un esercito e sconfisse i Longobardi di Astolfo, ma
nuovamente ai Franchi e stavolta Pipino il Breve, figlio di si guardò bene dal rispettare fino in fondo i patti: donò al
Carlo Martello, decise di intervenire, approfittando del fatto papa l’esarcato di Ravenna, la Pentapoli e il ducato di Roma,
che Astolfo non era il legittimo erede al trono. ma il suo scopo era indebolire i Longobardi, non creare una
Nel 754 Pipino stipulò con il papa Stefano II un’alleanza nuova grande potenza.
in chiave antilongobarda: il papa avrebbe legittimato l’a- I Bizantini, impegnati nelle loro questioni interne, ten-
scesa al trono di Pipino, che aveva posto fine con un colpo tarono invano di inserirsi nel gioco: in Italia essi erano or-
mai una presenza secondaria.
▼ Re Astolfo in trono, manoscritto, xi secolo, Madrid, Biblioteca
Nazionale.
■ L’intervento di Carlo Magno
Astolfo aveva dunque fallito: il suo potere si era ridimen-
sionato, il papa aveva acquisito importanti territori nell’I-
talia centrale, i ducati di Spoleto e Benevento si erano alle-
ati al papa per garantirsi l’indipendenza dal re.
Il successore di Astolfo, Desiderio (756-774), tentò di ro-
vesciare la situazione e in un primo momento vi riuscì: ap-
profittò della morte di Pipino e del conflitto tra i due succes-
sori, i fratelli Carlo e Carlomanno, e riuscì a far eleggere
un papa di suo gradimento, Stefano III, e a riconquistare
parte dei territori e dell’autorità perduta. Nel dicembre del
771 però Carlomanno morì e Carlo (il futuro Carlo Magno)
venne riconosciuto unico sovrano dei Franchi; il mese suc-
cessivo morì anche Stefano III e il nuovo pontefice Adriano
I fu espressione del partito ostile ai Longobardi.
La situazione precipitò rapidamente: Desiderio mosse
guerra al papa, che si appellò a Carlo, il quale nel 773 sce-
se in Italia con un esercito e l’anno successivo sconfisse
Desiderio a Pavia (facendolo prigioniero) e suo figlio
Adelchi a Brescia (costringendolo a fuggire a Bisanzio).
Il regno longobardo giungeva così inaspettatamente alla
fine, pochi anni dopo il suo apogeo: l’Italia settentriona-
le finiva sotto il dominio dei Franchi, quella centrale

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costituiva il cosiddetto “Patrimonio di san Pietro”, cioè di Capua e Salerno. I tre Stati conservarono l’indipenden-
lo Stato della Chiesa. Ai Longobardi rimase il ducato di za fino all’xi secolo, quando furono travolti dall’espansione
Benevento, da cui nel ix secolo si staccarono i principati dei Normanni in Italia meridionale.

tweet Adelchi di Manzoni


Lo scontro finale tra Franchi e Longobardi è rappresentato da
■ L’eredità longobarda
Manzoni nella tragedia Adelchi, in cui però l’autore si prende
alcune libertà: fa morire Adelchi in battaglia e attribuisce a sua La dominazione longobarda, come abbiamo detto, costituì
sorella il nome Ermengarda.
per l’Italia un momento di svolta fondamentale: il pas-
276 saggio dall’età tardoantica al Medioevo vero e proprio.
La penisola, pur provata dalle invasioni e dalle guerre dei
▼ Nell’abbazia di San Vincenzo al Volturno (in provincia di Isernia,
Molise) si trova uno dei cicli di affreschi più importanti e meglio secoli precedenti, nel vi secolo era ancora in grado di at-
sezione 3. L’Alto Medioevo

conservati dell’Alto Medioevo, esempio dell’arte longobarda del ix tirare l’interesse dei Bizantini (che la riconquistarono
secolo. sotto Giustiniano) e dei Longobardi stessi (che la occupa-
rono sotto Alboino). Durante la dominazione longobarda
essa subì un ulteriore processo di impoverimento e, con

LE DOMANDE DELLA STORIA


Quando comincia davvero il potere temporale della Chiesa?
Il potere temporale della Chiesa inizia ufficialmente con la dona-
zione di Sutri, nel 727, che ha valore quasi esclusivamente simbo-
lico, e più concretamente con le successive donazioni del 756, da
parte di Pipino il Breve, che costituiscono l’effettivo embrione del
futuro Stato della Chiesa. Nel ix secolo, per nobilitare la realtà sto-
rica, si “scoprì” un documento, detto “Donazione di Costantino”
(Constitutum Constantini), con cui il primo imperatore cristiano
avrebbe garantito al papa il governo di Roma e di un’imprecisata
fascia di territorio necessaria ad assicurare l’indipendenza della cit-
tà. Il documento fu considerato a lungo autentico, ma nel xv secolo
l’umanista Lorenzo Valla dimostrò che si trattava di un falso.

L’EUROPA E L’ITALIA ALLA FINE DELL’VIII SECOLO

REGNO DEI FRANCHI


Oceano Poitiers
Atlantico
Ma

Mar Nero
rC

Costantinopoli
asp

Roma
Samarcanda
io

Córdova IMPERO BIZANTINO


Ducati
Granada longobardi Sicilia Antiochia
Tunisi Creta Samara
Mare Medi terraneo Damasco Kabul
Isfahan
Alessandria Bagdad
Gerusalemme Bassora
Il Cairo
I M P E R O I S L A M I C O Persepoli
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Nilo

Medina

La Mecca Oceano
Indiano

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l’eccezione di poche regioni meridionali, divenne una zona
economicamente e socialmente molto arretrata.
La dominazione longobarda provocò in larga misura la
scomparsa della classe dirigente romana, che aveva su-
perato con pochi danni le tempeste dei secoli precedenti,
ma che sotto i Longobardi venne esautorata dal potere e
spesso fisicamente eliminata.
All’annientamento della classe dirigente laica corrispo-
se l’aumento del potere del clero: tra le conseguenze più
durature della dominazione longobarda vi fu infatti la na- 277
scita dello Stato della Chiesa e, più in generale, la fram-
mentazione del territorio italiano.

CAPITOLO 11. I Longobardi in Italia


La dominazione longobarda lasciò infine importan-
ti tracce nel diritto (di cui abbiamo parlato) e nella
lingua: l’italiano conserva ancor oggi qualche centina-
io di termini longobardi, spesso di uso molto comune.
Ricordiamo, fra gli altri, balcone, banca, bara, gnocco, graffiare,
guancia, manigoldo, russare, scaffale, schiena, sguattero, spacca-
re, spruzzo, scherno, stucco, trappola, zanna, zuffa ecc.
Non bisogna dimenticare infine fara e motta, pre-
senti in numerosi toponimi (cioè nomi di località) dalla
Lombardia all’Abruzzo, e alcuni nomi e cognomi molto ▲ Due sante con attributi regali; particolare delle sei statue di sante del
diffusi, come Aldo e Gastaldi. tempietto di Cividale del Friuli, Udine, 760 d.C.

AREA TUTOR — Facciamo il punto!


1 Verifica le CONOSCENZE 2 Definisci il LESSICO ESSENZIALE
➀ In che lingua è scritto l’Editto di ➀ Editto ➁ Faida ➂ Guidrigildo
Rotari? ➃ Ordàlia ➃ Mundio ➄ Morgengabe
➁ A chi erano applicate le leggi
dell’Editto? 3 Acquisisci le COMPETENZE
➂ Perché i sovrani successori di Dal testo allo schema
Rotari furono dei sovrani deboli? Completa le frasi qui proposte e costruisci uno schema che sintetizzi l’azione
➃ Perché Liutprando nel 726 mutò politica del re Liutprando.
atteggiamento nei confronti dei
Bizantini? Obiettivo: completare l’unificazione dell’Italia
➄ Perché il papa non poteva
chiedere aiuto ai Bizantini? Politica interna:
➅ Perché il papa non ottenne i duchi 
l’aiuto dei Franchi contro quindi Liutprando 
Liutprando?
➆ Perché Astolfo intraprese Politica estera:
una politica più aggressiva di nei confronti dei Bizantini 
Liutprando? 
➇ Perché Pipino il Breve decise di nei confronti dei Franchi 
intervenire in difesa del papa? 
➈ Quali zone rimasero ai Longobardi, nei confronti del papa 
dopo la conquista dei Franchi? 

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Area STUDIO

A Gli eventi nel tempo


Longobardi Altri popoli
• 560-572 Regno di Alboino
• 565 Morte dell’imperatore Giustiniano
278 • 568 I Longobardi arrivano in Italia al comando di Alboino
• 570-632 Vita di Maometto
• 572-574 Regno di Clefi
• 584-590 Regno di Autari
sezione 3. L’Alto Medioevo

• 591-616 Regno di Agilulfo e Teodolinda


• 595 Spartizione dell’Italia tra Longobardi e Bizantini
• 636-652 Regno di Rotari
• 643 Editto di Rotari
• 712-744 Regno di Liutprando: apogeo dei Longobardi
• 727 Donazione di Sutri: inizio del potere temporale della • 726-842 Lotte iconoclaste nell’Impero bizantino
Chiesa
• 749-756 Regno di Astolfo • 751 Pipino il Breve depone l’ultimo re merovingio e dà inizio a
una nuova dinastia
• 754-756 Pipino il Breve scende in Italia per combattere i
Longobardi
• 756-774 Regno di Desiderio: fine del regno longobardo • 771 Carlo Magno diventa re dei Franchi dopo la morte del
fratello Carlomanno

• 774 Desiderio, ultimo re longobardo, viene sconfitto da Carlo


Magno

B In sintesi
➀ L’ultima invasione germanica fra Longobardi e Bizantini erano tesi, perché i Bizantini
→ Probabilmente i Longobardi erano originari della speravano di riconquistare l’Italia. Anche i rapporti con i
Scandinavia, scesi in Germania in epoca romana poi si stabili- Franchi erano problematici, perché questi ultimi volevano
rono in Pannonia, l’odierna Ungheria. Nel 568 il re Alboino de- espandersi in Italia settentrionale. Infine, il papa era ten-
cise di invadere l’Italia per sottrarsi alla pressione degli Àvari. denzialmente ostile ai Longobardi, che aderivano in mag-
gioranza all’eresia ariana.
➁ L’Italia longobarda → Tra il vi e il vii secolo, la storia d’Italia è dominata dalle
→ I Longobardi penetrarono in Italia dal Friuli e conqui- due grandi figure di Teodolinda e di Gregorio Magno. La
starono facilmente le campagne, con più difficoltà le città. regina longobarda, di religione cattolica, si alleò al papato.
Erano un popolo numericamente esiguo e molto arretrato. Gregorio ottenne in cambio privilegi per la Chiesa.
La loro organizzazione sociale si basava sulle “fare”, clan
familiari. In Italia, i Longobardi suddivisero il territorio in ➂ Da Rotari a Liutprando
ducati e stabilirono la capitale a Pavia. Dopo la morte di → Il re Rotari (636-652) è famoso per il suo Editto (643),
Alboino, il nuovo re Clefi non riuscì a imporsi e fu ucciso. il primo codice di leggi scritte dei Longobardi. Rotari
Dopo dieci anni di anarchia, il figlio di Clefi, Autari, divenne tentò di incivilire il suo popolo, sostituendo alla faida (la
sovrano e riorganizzò lo Stato: istituì il demanio reale (metà vendetta privata) il guidrigildo (una multa in denaro).
di ogni ducato era appannaggio del re) e la figura del gastal- L’Editto sanciva la validità giuridica dell’ordàlia (o “giudi-
do (funzionario regio con compiti di amministrazione e di zio di Dio”) e l’inferiorità della donna. Dopo cinquant’an-
controllo). I Longobardi non riuscirono mai a conquistare ni di caos seguiti alla morte di Rotari, un nuovo sovrano,
tutto il territorio italiano; per la prima volta dai tempi della Liutprando (712-744), impose la propria autorità, aumentò
conquista romana l’Italia si trovò dunque divisa. I rapporti il consenso interno mediante leggi a favore dei più poveri

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Area STUDIO
e dei Latini oppressi. In politica estera Liutprando conqui- Breve, re dei Franchi, approfittò della richiesta di aiuto del
stò alcuni territori bizantini e si garantì l’alleanza del papa papa per intervenire in Italia e sconfiggere i Longobardi (754
e dei Franchi, cedendo dei territori al primo (donazione e 756). Anche il re Desiderio tentò di sottomettere Roma, ma
di Sutri) e aiutando i secondi nella lotta contro i Saraceni. Carlo Magno, diventato l’unico re dei Franchi, scese in Italia
e conquistò le regioni settentrionali, ponendo fine al regno
➃ La brusca fine del regno longobardo longobardo. Dopo i due secoli di dominazione longobarda
→ Dopo la morte di Liutprando, i Longobardi entrarono in divenne una zona economicamente e socialmente molto ar- 279
conflitto con il papa, perché le mire espansionistiche del nuo- retrata. Il territorio italiano si trovò per la prima volta fram-
vo re Astolfo minacciavano l’indipendenza di Roma. Pipino il mentato e diviso.

CAPITOLO 11. I Longobardi in Italia


C Mappa dei concetti

i secolo a.C. dalla Scandinavia alla costa baltica


origini
longobardi i secolo d.C. i barbari più rozzi secondo i Romani

v-vi secolo d.C. in Pannonia

organizzati in fare mentre si spostano (clan familiari molto agguerriti)

ducati nei territori conquistati

i Re LONGOBARDI Italia divisa


• Alboino (560-572) Longobardi bizantini
- penetra in Friuli da brutale conquistatore Langobardia maior → nord Costa veneta,
- organizza il territorio in ducati Langobardia minor → ducati Ravenna, alte Marche,
- crea capitale Pavia di Spoleto e Benevento via Flaminia,
• Teodolinda (589-626) Roma, Sud
- accordo con papa Gregorio Magno (590-604)
società divisa
• Rotari (636-652)
- Editto di Rotari (643) Longobardi Latini
- conservazione della divisione etnica dominatori ariani sottomessi cattolici
tra Longobardi e Latini
• Liutprando (712-744)
legislazione divisa
- rafforza potere regio creando burocrazia Longobardi Latini
- promuove leggi a favore dei Latini Editto di Rotari Codice di Giustiniano
- dona territori alla Chiesa (727) → personalità della legge → legge uguale
- si allea con i Franchi contro i Saraceni
• faida sostituita con per tutti
- conquista territori bizantini
guidrigildo
• Astolfo (749-756) • giudizio di Dio
- politica espansionistica
• mundio (donna
- sconfitto da Pipino il Breve
soggetta al mundoaldo)
• Desiderio (756-774) ma tutelata
- muove guerra al papa • dote (morgengabe)
- sconfitto da Carlo Magno a Pavia in caso di vedovanza
(a Brescia sconfitto il figlio Adelchi)
• punizioni contro violenze

Eredità dei Longobardi


• impoverimento economico e sociale • aumento potere del clero e potere secolare della Chiesa
• scomparsa classe dirigente romana • frammentazione territorio italiano

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Area attività

D Conoscenze e abilità

1 spazio Indica sulla carta le zone dell’Italia che dopo l’arrivo 2 tempo Indica con un numero progressivo la
dei Longobardi rimasero sotto il dominio bizantino. corretta successione cronologica degli eventi elencati.

280 ☐ Inizio del pontificato di Gregorio Magno


Cividale
FRIULI
☐ Inizio della dominazione longobarda in Italia
Susa Milano
Monza Aquileia
Verona VENETO
Cremona
☐ Battaglia di Gualdo Tadino tra Goti e Bizantini
sezione 3. L’Alto Medioevo

Pavia
☐ Morte di Alboino
Mantova
Torino Piacenza Modena
LIGURIA EMILIA
Genova Bologna
M a r Pisa Firenze
Ravenna
☐ Morte di Giustiniano
Ligure TUSCIA
Arezzo Perugia
M
ar ☐ Regno di Desiderio
e
PICENO
Spoleto
DUCATO
A
d
ri
☐ Regno di Autari
Ajaccio Roma
DI SPOLETO
at
Siponto o
ic ☐ Donazione di Sutri
Benevento APU
LIA Bari ☐ Editto di Rotari
Olbia Napoli Brindisi
Salerno
LUCANIA Taranto
M a r Agropoli
T i r r e n o
Mar
Cagliari Ionio 4 eventi Verifica le conoscenze acquisite
M a r e M e d i t e r r a n e o Palermo Messina rispondendo alle seguenti domande.
Reggio

Catania
Agrigento
Siracusa
① In che modo morì Alboino? 



3 lessico Scrivi una breve definizione dei termini indicati. ② Chi fondò il monastero di Bobbio? 

① Duca:  
 ③ In che modo Liutprando si garantì la neutralità dei
 Franchi? 
② Ariano:  
 
 
③ Prova del fuoco:  ④ Da chi e dove venne sconfitto Desiderio? 
 
 
④ Dono del mattino:  ⑤ Quale fu il destino di Adelchi? 
 
 

5 concetti e connessioni Rifletti sul ruolo del re presso i Longobardi, rispondendo alle domande.

① Che cosa caratterizzava tradizionalmente la figura del re? 



② Quale importante cambiamento introdusse Autari nel 590? 

③ Perché i rapporti tra il re e i duchi furono sempre tesi? 


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Area attività
6 concetti e connessioni Rispondi con un breve testo scritto alle seguenti domande relative all’Editto di Rotari.

① Il guidrigildo era uguale per tutti o variava a seconda dei casi? Che cosa rivela questo fatto, in rapporto alle condizioni
sociali dei Longobardi?
② Quali regole ci fanno capire che le donne erano giuridicamente inferiori agli uomini? In che modo le leggi proteggevano
le donne dalla miseria e dalla violenza?
281
7 concetti e connessioni Sintetizza la politica estera di Liutprando completando le seguenti affermazioni.

CAPITOLO 11. I Longobardi in Italia


① Liutprando ampliò il territorio dominato dai Longobardi a spese dei 
② Liutprando intervenne per affermare il proprio potere nei ducati di 
③ Liutprando stabilì un’alleanza con i  in funzione antisaracena.
④ Liutprando mantenne buoni rapporti con il  riconoscendone il
potere politico.

8 concetti e connessioni La donazione di Sutri, del 727, è considerata l’atto di nascita del futuro Stato della Chiesa.
Utilizza le seguenti frasi per costruire uno schema, collegandole tra loro in maniera da evidenziare i nessi di causa ed
effetto.

→ cattivi rapporti tra il papa e l’Impero bizantino


→ Liutprando approfitta della situazione per sottrarre territori ai Bizantini
→ donazione di Sutri
→ iconoclastia
→ rivolte antibizantine in Italia

E Competenze

9 geostoria/progettazione L’Italia
longobarda Le tracce dell’arte e dell’architettura
l insieme a Masane, sua moglie, fu sgozzato con una
spada da un servo del suo seguito. Dopo la sua morte i
longobarda sono uno dei patrimoni diffusi (cioè non Longobardi, senza più avere un re per dieci anni, furono
concentrati in un solo luogo, ma sparsi nel territorio) governati dai duchi. Ciascuno di essi infatti governava una
riconosciuti dall’Unesco in Italia. città: Zaban, Pavia; Wallari, Bergamo; Alichis, Brescia; Evin,
Con le indicazioni che ti abbiamo fornito nel manuale, Trento; Gisulfo, Cividale. Ma oltre a questi ci furono altri
arricchite da una ricerca in Internet, organizza una gita trenta duchi, ognuno in una propria città.
scolastica per visitare almeno tre di questi luoghi ed (Paolo Diacono, Storia dei Longobardi, II, 31-32,
esponi il progetto in una presentazione in PowerPoint. a cura di R. Cassanelli, Milano, Electa, 1985, p. 93)

10 analizzare fonti e documenti Clefi e i duchi ① A quale fase della dominazione longobarda in Italia si
I Longobardi d’Italia con decisione unanime si diedero a riferiscono queste righe?
Pavia come re Clefi, uomo di nobilissima stirpe. Questi ② Quali informazioni ci fornisce il brano sul ruolo del re
mandò a morte con la spada molti potenti romani, altri presso i Longobardi?
li cacciò dall’Italia. Dopo un anno e sei mesi di regno, ③ Quali informazioni ci fornisce sui rapporti tra il re e i duchi?

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CAPITOLO 12
L’impero
282
carolingio
Era di taglia grossa e robusta, di statura alta ma non eccezionale,
sezione 3. L’Alto Medioevo

giacché misurava sette piedi d’altezza. Aveva la testa rotonda, gli


occhi molto grandi e vivaci, il naso appena più grosso del normale,
i capelli bianchi ma ancora belli, l’espressione allegra e ridente; il
collo corto e grasso e il ventre un po’ sporgente; la voce chiara, ma
un po’ troppo sottile per la sua stazza.
— Eginardo, Vita di Carlo Magno, in A. Barbero,
Carlo Magno. Un padre dell’Europa, Laterza, Roma-Bari 2000

Chiave di lettura

L’Impero rinasce

Trecento anni dopo la deposizione di Romolo


Augustolo, il re dei Franchi Carlo Magno ridà vita a
un impero in Occidente. Pur ispirandosi a quello an-
tico, l’Impero carolingio ha caratteristiche molto di-
verse, a partire dal suo baricentro geografico, che non
si trova più nel Mediterraneo, ma sul Reno, in pieno
continente europeo.
Al di là dei possibili confronti con il passato o con
l’Oriente, tuttavia, la rinascita dell’Impero costitui-
sce una svolta politica, sociale, culturale, di enorme
portata, che giustifica i caratteri mitici assunti dalla
figura del fondatore.

carlo magno
Chiesa di San Giovanni Battista a Müstair (Svizzera), dettaglio della
statua raffigurante Carlo Magno, xii secolo.

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1. Il regno dei Franchi

■ Le origini dei Franchi Alla metà del iii secolo risalgono i primi scontri
tra i Romani e i Franchi, che tentavano di attraversare
I Franchi erano una delle numerose tribù che i Romani il Reno e penetrare nei territori dell’Impero. Dopo una 283
comprendevano sotto il nome generico di “Germani”. lunga fase di scaramucce e di vere e proprie guerre, nel
Tradizionalmente, i Franchi si dividevano in due gruppi: iv secolo i Franchi ottennero il permesso di stabilirsi

CAPITOLO 12. L’Impero carolingio


• i Salii, originari di una regione corrispondente circa nel territorio della Gallia belgica con il titolo di foede-
all’Olanda di oggi; rati, cioè di alleati a cui era affidata la difesa dei confi-
• i Ripuari, stanziati più a sud, nella zona dall’attuale ni imperiali. Iniziò così ad attenuarsi la distinzione tra
Germania al confine con la Francia. Salii e Ripuari, che scomparve del tutto solo nel ix seco-
Le prime fasi della loro storia sono avvolte dal mistero a lo, e si avviò altresì l’espansione dei Franchi in tutta
causa della mancanza di documenti: i Franchi, come tutti la Gallia, che finì per essere interamente occupata dalla
i Germani, appresero la scrittura solo dopo essere venuti a nuova popolazione.
contatto con l’Impero romano.

LE DOMANDE DELLA STORIA


Chi sono gli antenati dei Francesi?
MEMO LESSICO I libri di storia francesi, fino a qualche decennio fa, si aprivano con
un capitolo dedicato a “I nostri antenati Galli”. Come tutti i popoli
Franco europei, in realtà, anche quello francese è il frutto di stratificazioni
Il termine significava “uomo libero” e non era quindi esteso alle successive. Quando nacque la Francia, alle soglie dell’età moderna,
donne e agli schiavi, che pure costituivano parte integrante di ai Galli (o Celti) si erano via via mescolati gli antichi coloni gre-
quello che oggi gli storici considerano il popolo franco. ci e fenici, poi i conquistatori Romani, infine i “barbari” Franchi e
Normanni nel Medioevo.

▼ Frammento di un cofanetto con scrittura franca, Firenze, Museo del Bargello.

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■ I Merovingi Clodoveo da un lato fece ampie concessioni econo-
miche e territoriali al clero, dall’altro però si garantì
Nel v secolo, con il progressivo indebolimento dell’Impe- la possibilità di intervenire nelle faccende ecclesia-
ro, i Franchi subentrarono ai Romani nel governo della stiche (per esempio nominando i vescovi, convocando e
Gallia. La svolta vera e propria si ebbe con il re Meroveo presiedendo i concili ecc.) e diede così inizio a una tra-
(411-457), alleato del generale Ezio che comandava l’eserci- dizione che continuerà, in Francia, fino all’era moderna.
to romano nella battaglia dei Campi Catalaunici contro gli Con l’aiuto del clero egli intraprese anche un’energica ri-
Unni di Attila (451). Da lui prese il nome la prima dinastia forma legislativa, contrastando alcuni dei costumi bar-
di re franchi: i Merovingi. barici più primitivi, come la vendetta personale, l’incesto,
284 La figura più importante, nel v secolo, fu però quella del le mutilazioni.
nipote di Meroveo, Clodoveo (466-511). Questi approfittò
dei conflitti interni tra i capi franchi e tra questi e i re del-
■ I re fannulloni
sezione 3. L’Alto Medioevo

le tribù confinanti, non più controllati dal potere centrale


di Roma, e si servì spregiudicatamente ora dei matrimo-
ni per stipulare alleanze, ora dei sicari per eliminare i ri- Per la sua energica azione politica e per le conseguenze di
vali. Riuscì così a unificare sotto il proprio potere un lungo periodo delle sue scelte, Clodoveo può essere con-
territorio molto vasto, corrispondente più o meno alla siderato il primo vero re di Francia. Tuttavia, Clodoveo
Francia attuale.
Clodoveo si rese conto anche di quanto fosse importan-
te ottenere il sostegno della Chiesa, che in larga misura ▼ Dittico in avorio raffigurante in alto la resurrezione di una ragazza, al
ereditava l’autorità e il potere dell’Impero. Egli si convertì centro il battesimo di un malato, in basso il battesimo di Clodoveo I, ix
secolo, Amiens (Francia), Musée de Picardie.
dunque al cattolicesimo, facendosi battezzare e rendendo
così automaticamente cattolico tutto il popolo franco – in
un contesto in cui la maggior parte dei barbari si converti-
va invece al cristianesimo nella sua versione ariana. Si ve-
niva quindi a creare una stretta alleanza tra la Chiesa e i
Franchi, che avrebbe avuto grandi conseguenze in futuro
(per esempio quando la Chiesa dovette scegliere se appog-
giarsi ai Franchi o ai Longobardi, nella seconda metà del-
l’viii secolo; vedi p. 275).

MEMO LESSICO

Clodoveo
È la forma italiana del germanico Hlodwig (composto da Hlod,
“illustre”, e Wig, “battaglia”, cioè “illustre in battaglia”). Dallo
stesso nome derivano le forme Ludovico/Ludwig e Luigi/Louis.

LE DOMANDE DELLA STORIA


Come si convertiva un popolo?
Nel 496, il re Clodoveo venne battezzato dal vescovo Remigio nella
cattedrale di Reims. Poiché ogni popolo era tenuto a seguire la re-
ligione del proprio sovrano, la conversione di Clodoveo portava con
sé quella di tutti i Franchi. Naturalmente, molti Franchi si erano già
accostati alla nuova religione, mentre altri rimasero pagani. Ma la
conversione del re da un lato permetteva ai missionari di operare
con il sostegno dello Stato, dall’altro metteva in vigore leggi che
vietavano le religioni diverse dal cattolicesimo. Nel giro di pochi
decenni, quindi, la conversione dei Franchi fu un fatto realmente
compiuto.

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apparteneva alla stirpe dei Salii, i quali consideravano il ■ I primi Carolingi
regno una proprietà personale del re, da dividere tra
tutti i figli. Alla morte di Clodoveo, quindi, il regno fu Nel 687 fu proprio il maestro di palazzo d’Austrasia, Pipino
smembrato: di Héristal, a riunificare sotto l’autorità del re merovingio
• l’Aquitania, al confine coi Pirenei; Teodorico III (ma in realtà sotto la propria) la maggior par-
• la Neustria, nella parte nord-occidentale della te dei territori franchi, sconfiggendo gli altri tre regni in
Francia; una serie di campagne militari.
• l’Austrasia, nella parte nord-orientale, comprenden- Successivamente, nel 732, Carlo Martello, figlio di
te una buona fetta dell’attuale Germania; Pipino e suo successore nel ruolo di maggiordomo, sconfis-
• la Borgogna (o Burgundia), al confine con le Alpi, che se gli Arabi nella celebre battaglia di Poitiers e divenne 285
venne annessa al regno nel 533. una figura leggendaria. Egli continuò la politica accentra-
Gli inevitabili conflitti fra questi quattro regni ebbero un trice del padre.

CAPITOLO 12. L’Impero carolingio


momento di tregua nella prima metà del vii secolo, quando Il figlio di Carlo Martello, Pipino il Breve, riunì fi-
i re Clotario II e Dagoberto I riuscirono a unificare momen- nalmente nelle proprie mani le quattro parti in cui il
taneamente tutti i Franchi; gli scontri ripresero tuttavia an- regno dei Franchi era stato diviso. Pipino era re di fat-
cora prima della morte di Dagoberto e si intensificarono nei to, ma non di diritto, in quanto il titolo di re continuava
decenni successivi. ad appartenere al legittimo discendente della famiglia
Come è facile immaginare, le continue divisioni e riu- dei Merovingi. Tuttavia nel 751 il maggiordomo chiese
nificazioni del territorio indebolirono il re e favorirono e ottenne dal papa il titolo di re dei Franchi in cambio
l’autonomia dei nobili. I successori di Dagoberto furono dell’aiuto contro i Longobardi e i Bizantini: la dinastia
dunque re deboli (“fannulloni”, secondo una definizione
malevola, ma veritiera), sempre più controllati dai cosid- tweet Il piccolo Marte
detti “maestri di palazzo” (o maggiordomi), sostanzial- Carlo Martello era così soprannominato per le sue imprese
militari: Martello significa infatti “piccolo Marte”, con riferimento
mente dei primi ministri, nelle cui mani si trovavano le al dio della guerra dei Romani.
effettive redini del potere.

L’ESPANSIONE DEI FRANCHI (III-VI SECOLO) ▼ Sarcofago di Dagoberto I, re di Austrasia,


Basilica di Saint Denis (Francia).

Sassoni
Tu
rin
Reno

gi

Tournai

Treviri
Soissons

Bretoni Parigi
Alamanni
Loira

OCEANO
Bordeaux Lione
ATLANTICO REGNO
DEGLI
Rodano

OSTROGOTI
prima zona di
Tolosa insediamento dei Franchi
Arles
espansione tra il IV
e il V secolo
limiti del Regno franco
REGNO DEI VISIGOTI alla morte di Clodoveo
Mare Mediterraneo acquisizioni dei figli
di Clodoveo

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merovingia giungeva così ingloriosamente al termine e ancora una volta, tra i due figli, Carlo (742-814, il futu-
iniziava quella che, da Carlo Martello, prese il nome di ro Carlo Magno, a cui andarono i territori della Francia
carolingia. settentrionale più l’Aquitania e la bassa valle del Reno)
Alla morte di Pipino, nel 768, il regno venne diviso, e Carlomanno (751-771, a cui andarono i territori della
Francia meridionale più l’alta valle del Reno). Lo scon-
▼ Carlo Martello, un nobile franco e il maestro di palazzo dei merovingi,
miniatura dalle Grandes chroniques de France, manoscritto, xiv secolo, tro fratricida appariva inevitabile, ma Carlomanno morì
Parigi, Biblioteca Nazionale. improvvisamente nel 771 e l’ambizioso Carlo, eliminati
facilmente gli eredi del fratello, si trovò, non ancora tren-
tenne, nel pieno delle forze, a governare un vastissimo
286 territorio.
sezione 3. L’Alto Medioevo

MEMO DATE

I Franchi fino a Carlo Magno


iii secolo Primi contatti fra Romani e Franchi
iv secolo  I Franchi si stanziano nella Gallia Belgica come
foederati
411-457 Regno di Meroveo, inizio della dinastia Merovingia
466-511 Regno di Clodoveo, unificazione dei Franchi e conver-
sione al cattolicesimo
vi-vii secolo Re fannulloni
687 Pipino di Héristal riunifica il regno in nome del re
Teodorico III
732 Carlo Martello vince la battaglia di Poitiers
751 Pipino il Breve diventa re dei Franchi e dà inizio alla
dinastia Carolingia
768 Divisione del regno tra Carlo e Carlomanno
771 Carlo Magno riunifica ancora una volta il regno

AREA TUTOR — Facciamo il punto!

1 Verifica le CONOSCENZE 3 Acquisisci le COMPETENZE


➀ Qual è il significato del nome Dal testo allo schema
Franchi? Ricostruisci l’albero genealogico dei Carolingi fino a Carlo Magno, completando
➁ Da dove proveniva questo le informazioni fornite nel testo con altre che puoi trovare online.
popolo?
➂ Quando nacque il regno dei Pipino di Héristal
Franchi?
➃ Che cosa stabiliva la tradizione
dei Salii alla morte del re? 
➄ Che cosa si intende con
l’espressione “re fannulloni”? 
➅ Perché il papa nominò Pipino il
Breve re dei Franchi?

2 Definisci il LESSICO
ESSENZIALE
➀ Foederati ➁ Merovingio
➂ Austrasia ➃ Maggiordomo  

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Storia magazine
correva l’anno

La battaglia di Poitiers (732)


La battaglia di Poitiers (732) è stata a lungo considerata un evento cruciale della storia
europea: la vittoria di Carlo Martello avrebbe fermato l’espansione araba e garantito il 287
futuro cristiano dell’Europa. Ma lo scontro fra mondo musulmano e mondo cristiano non
corrisponde alla realtà dei fatti.

CAPITOLO 12. L’Impero carolingio


FORESTA
CAVALLERIA
Le premesse Le fasi della battaglia FASE 1 DI ODDONE NASCOSTA

CAVALLERIA CAVALLERIA
La spedizione guidata da Abd al- Era una imprecisata giornata di otto- CRISTIANA
FANTERIA CRISTIANA
CRISTIANA

Rahman, governatore di Cordova, bre. In una prima fase, i musulmani


non aveva obiettivi di conquista, attaccarono al centro la fanteria di
ma solo di rapina. I conflitti interni Carlo Martello, che astutamente ave-
al mondo arabo, infatti, rendevano va nascosto parte della propria caval- CAVALLERIA
CAVALLERIA
ormai impossibile l’espansione ter- leria in una foresta vicina, ai comandi MUSULMANA MUSULMANA

ritoriale al di là dei Pirenei. Abd al- dell’alleato Oddone. I fanti franchi FANTERIA MUSULMANA

Rahman voleva quindi compiere una ressero l’urto e non inseguirono i


semplice incursione per saccheg- nemici, che secondo il loro solito fin-
giare le città franche e ritirarsi poi gevano di ritirarsi dopo aver fallito
Fase 1. Attacco musulmano
al sicuro, carico di bottino, nei propri l’azione di sfondamento. I Berberi attaccano al centro la formazione
territori. Solo a questo punto Carlo fece inter- di Carlo Martello, che regge e non cade nella
tentazione di inseguire i rivali durante la loro
L’incursione dei musulmani spinse il venire la cavalleria di Oddone, che si apparente ritirata.
duca d’Aquitania, Oddone, ad allearsi incuneò nel fianco destro dello schie-
con Carlo Martello, maggiordomo di ramento nemico. Colti di sorpresa e
Neustria, con il quale in realtà era in travolti dall’impeto dei cavalieri FORESTA
CAVALLERIA
conflitto, perché Carlo voleva unifica- franchi, i musulmani videro avanza- FASE 2 DI ODDONE NASCOSTA

re i due regni e Oddone tentava di di- re finalmente anche la fanteria, alla


CAVALLERIA CAVALLERIA
fendere la propria indipendenza. quale non potevano opporsi, essendo CRISTIANA CRISTIANA
FANTERIA CRISTIANA
armati in modo molto più leggero.

La battaglia
Le conseguenze
CAVALLERIA CAVALLERIA
Dopo aver saccheggiato Poitiers, i MUSULMANA MUSULMANA
musulmani furono intercettati men- L’importanza politica della battaglia
FANTERIA MUSULMANA
tre puntavano su Tours: appesantiti di Poitiers non consiste nell’aver ar-
dal bottino, essi non poterono met- restato l’espansione araba, che era già
tere in atto la loro strategia vincente, di fatto terminata, ma nell’aver dato
basata sulla velocità di movimento, e fama e lustro a Carlo Martello, po- Fase 2. Contrattacco franco
Carlo Martello ordina alla cavalleria di Oddone
vennero sopraffatti dalle forze uni- nendo le basi della futura ascesa al di uscire dalla foresta e attaccare gli avversari
te di Carlo e Oddone. trono di suo figlio Pipino il Breve. sul fianco destro travolgendoli. Nel frattempo
anche la fanteria cristiana inizia la propria
avanzata che non poteva essere arrestata dai
fanti musulmani privi di corazze.

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2. Le guerre di Carlo Magno

■ Un condottiero leggendario Nelle prossime pagine prenderemo in esame i vari


aspetti dell’azione di Carlo, distinguendo per chiarezza di
288 La figura di Carlo Magno assunse, fin dai tempi del suo esposizione quelli militari dagli altri più propriamente po-
regno, un carattere favoloso, confermato dall’enorme mas- litici e organizzativi del suo grandioso progetto.
sa di testi letterari, di immagini, di saggi storici, che fino
sezione 3. L’Alto Medioevo

ai nostri giorni hanno continuato ad alimentarne il mito.


È indubbio che a questa mitizzazione abbiano concorso ■ Le grandi campagne militari
diversi elementi: innanzitutto, l’evidente carisma dell’uo-
mo, fisicamente gigantesco (lo studio dello scheletro ha ri- Carlo Magno assunse pienamente il potere nel 771, alla
velato che era alto quasi due metri, anche se il suo biografo morte del fratello Carlomanno, e lo tenne ininterrottamen-
Eginardo lo definisce “di statura non eccezionale”, dotato di te fino alla morte, avvenuta nell’814, cioè ben quarantatré
una forza fisica fuori del comune e di una straordinaria vita- anni dopo. La maggior parte di questi anni fu segnata da
lità (si narra che avesse quattro mogli legittime, sei amanti campagne militari finalizzate nello stesso tempo a di-
ufficiali, un numero imprecisato di concubine); in secondo fendere i confini del regno e ad ampliarli, annettendo
luogo, le sue campagne militari, che lo impegnarono per i territori dei potenziali nemici e creando stati vassalli ai
gran parte della vita e che gli permisero di ampliare note- confini.
volmente i confini del regno ereditato dal padre e dal fra- In questo modo, Carlo Magno univa un obiettivo di po-
tello; infine, naturalmente, l’azione politica di rifondatore litica estera (la sicurezza dei confini) a un obiettivo di
dell’Impero romano, capace di dare inizio a una tradizione politica interna: le conquiste e i saccheggi gli permette-
millenaria (se pensiamo che ancora nel 1918, all’epoca della vano infatti di distribuire terre e ricchezze ai suoi, ga-
Prima guerra mondiale, l’imperatore d’Austria e Ungheria si rantendosi la loro fedeltà, e nello stesso tempo di tenere
considerava l’ultimo erede dell’antico sovrano franco). impegnata l’aristocrazia franca, impedendo che sorgessero

▼ Il trono di Carlo Magno nella Cappella Palatina di Aquisgrana in


Germania. MEMO LESSICO

Concubina
Il termine deriva dal latino e significa “colei che condivide il letto”.
Nel caso di Carlo Magno, si tratta di amanti occasionali, meno
importanti e rispettate sia, com’è ovvio, delle mogli, sia delle
amanti ufficiali.

LE DOMANDE DELLA STORIA


Quando si faceva la guerra?
Fino alla fine del xviii secolo, le guerre avevano carattere stagionale:
gli eserciti si radunavano tra marzo e aprile, quando le nevi si scio-
glievano e i campi iniziavano a produrre il foraggio necessario per gli
animali; e le battaglie si concludevano necessariamente a ottobre,
con l’arrivo dei primi freddi.
La campagna di Carlo Magno contro gli Àvari, per esempio (vedi p.
290), durò ben cinque anni non perché la resistenza àvara fosse
particolarmente dura da domare, ma perché le grandi distanze ren-
devano difficile ai Franchi raggiungere in tempo il cuore dello Stato
àvaro, ben addentro alla pianura pannonica: alla fine di agosto, per
quante vittorie avessero ottenuto, i Franchi dovevano incominciare
a ritirarsi per raggiungere i quartieri invernali prima dell’autunno.

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potenziali rivali. Adottò anche una giustificazione religio- dall’epoca carolingia, e fino alla fine del xvi secolo, la clas-
sa all’ampliamento dei confini: la difesa e la diffusione del se dei cavalieri avrà un ruolo determinante nella storia
cristianesimo, il che gli garantì l’appoggio della Chiesa. europea.

GEOSTORIA
■ Esercito e società dei Franchi ■ Guerre contro i Sassoni (772-804)
Le campagne militari di Carlo Magno sancirono anche in I Sassoni abitavano l’attuale Germania nord-orientale
Europa l’importanza preponderante della cavalleria. e tentavano continue incursioni verso il Reno. Pipino
Nell’età antica, infatti, sia pure con qualche eccezione (per il Breve aveva imposto loro un tributo annuo, ma nel 289
esempio i Cartaginesi), la cavalleria aveva di solito un ruolo 772 essi si ribellarono una prima volta. Una secon-
secondario rispetto alla fanteria, e in molti casi i cavalie- da ribellione si verificò nel 780, quando Witichindo (o

CAPITOLO 12. L’Impero carolingio


ri si servivano del cavallo solo per spostarsi rapidamente, Vitughindo) riuscì a unificare tutte le tribù sotto il suo
combattendo a piedi. comando: Carlo affiancò comunque al duro intervento
Dopo la caduta dell’Impero d’Occidente, invece, venne militare una politica di conversione al cristianesimo
introdotta in Europa un’innovazione tecnologica fonda- che aveva lo scopo di integrare i Sassoni nel suo sistema
mentale, la staffa (vedi p. 324): probabilmente inventata politico-amministrativo. Ma nel 790 si ebbe una nuova
dai cavalieri delle steppe asiatiche, essa permetteva al sol- sommossa popolare, proprio contro il clero al servizio
dato a cavallo di acquisire una stabilità molto maggiore e di Carlo: il sovrano inviò l’esercito, ma anche migliaia di
di fare “corpo unico” con l’animale, sfruttando la forza e coloni, per popolare la Sassonia di Franchi e rendere fe-
il peso di quest’ultimo per abbattere i nemici. La tecnica dele la riottosa regione. L’ultima deportazione di Sassoni
di combattimento cambiò quindi radicalmente e la caval- si ebbe nell’804, quando ormai la Sassonia costituiva
leria divenne il corpo più importante dell’esercito. I uno Stato all’interno dell’Impero.
Franchi furono tra i primi popoli ad adottarla. Carlo fu dunque impegnato per oltre trent’anni in una
La maggiore importanza della cavalleria ebbe grandi logorante guerriglia, a cui l’esercito franco reagì spes-
conseguenze sul piano sociale e culturale: proprio a partire so con interventi di straordinaria ferocia, deportazioni di

il tempo nello spazio


IL REGNO DI CARLO MAGNO (768-814) l’unione europea

Paesi della eurozona


SVEZIA FINLANDIA

ESTONIA

LETTONIA
IRLANDA
DANIMARCA LITUANIA
Aquisgrana Colonia REGNO
UNITO PAESI
BASSI
GERMANIA
POLONIA
BELGIO
Magonza LUSSEMBURGO
REP. CECA
Parigi SLOVACCHIA
FRANCIA AUSTRIA
UNGHERIA
Augusta SLOVENIA
ROMANIA
CROAZIA
PORTOGALLO

Costanza SPAGNA ITALIA BULGARIA

Bordeaux Lione GRECIA

Milano MALTA CIPRO

Ravenna
Narbonne Dal passato al presente
Il fiume Reno, che nell’viii secolo costituiva l’asse
Barcellona
Roma
intorno a cui si articolavano i territori del regno
franco e dell’Impero carolingio, costituisce ancor
Regno dei Franchi prima di Carlo Magno oggi il cuore dell’Unione Europea. Con l’eccezione
conquiste in Italia dell’Italia, i Paesi fondatori (Francia, Germania,
conquiste nell’Europa del Nord Paesi Bassi, Belgio e Lussemburgo) sono tutti legati
area di espansione in Spagna al suo bacino. Sono in anni più recenti l’Europa
area di espansione nell’Europa danubiana
si è allargata a est, seguendo l’altro grande asse
fluviale, quello del Danubio.

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massa, colonizzazioni e conversioni forzate, massacri indi- cristiani di Spagna spesso preferivano restare sotto il go-
scriminati di civili. Solo nell’804 l’imperatore poté spostare verno dei musulmani, più illuminato e tollerante di quello
il confine orientale del suo stato fino all’Elba. dei Franchi. Il risultato più importante di queste campa-
gne fu la creazione, nel 778, della Marca Hispanica a ca-
GEOSTORIA vallo dei Pirenei: risale a quest’epoca la distinzione (lingui-
■  onquista del regno longobardo
C stica, culturale, economica ecc.) ancor oggi esistente tra la
(773-774) Catalogna e il resto della Spagna. All’801 risale la conqui-
sta di Barcellona, capitale della regione.
La seconda campagna importante fu quella contro i Alle spedizioni contro i musulmani di Spagna è legato
290 Longobardi. I contrasti fra Longobardi e Franchi, iniziati l’episodio più famoso (non certo il più importante) delle
durante il regno di Pipino il Breve, erano ripresi a causa campagne militari di Carlo Magno. Nel 778, mentre l’eserci-
della politica aggressiva del re longobardo Desiderio, che to franco tornava in patria, la retroguardia, affidata al con-
sezione 3. L’Alto Medioevo

spinse il papa a chiedere l’intervento dei Franchi. Carlo te Orlando, forse imparentato con lo stesso Carlo, venne
Magno scese in Italia nel 773 e l’anno successivo pose fine assalita e sterminata da una banda di predoni baschi. Nel
per sempre al regno longobardo, annettendo i territori xii secolo un anonimo poeta mise per iscritto la vicen-
dell’Italia settentrionale e cedendo al papa parte dell’Italia da, che aveva ormai assunto contorni leggendari, molto
centrale. I ducati longobardi di Spoleto e Benevento diven- lontani dalla realtà storica, e diede vita a uno dei capola-
tarono Stati vassalli dei Franchi. vori dell’epica medievale, la Chanson de Roland, “Canzone di
L’importanza storica di questa campagna è legata al fat- Orlando”.
to che la conquista franca pose fine al dominio longobardo
in Italia settentrionale e rafforzò il dominio del papa su GEOSTORIA
quella centrale; Carlo sanciva così una spaccatura politica ■ Lo sterminio degli Àvari (791-795)
della penisola che sarebbe durata per più di mille anni, fino
al 1861. Al 788 risale la campagna di Baviera, il cui sovrano, di
fatto dipendente da Carlo, tentava di ribellarsi con l’aiuto
GEOSTORIA
dello spodestato principe longobardo Adelchi (vedi p. 275),
■ Guerre contro i musulmani (776-801) rifugiatosi a Bisanzio. Anche la Baviera venne annessa al
regno dei Franchi.
Carlo, a partire dal 776, tentò di inserirsi nelle lotte tra i mu- Proprio la conquista della Baviera fu all’origine
sulmani di Spagna, soprattutto per rafforzare il confine dell’ultima campagna importante di Carlo, quella con-
dei Pirenei mediante la creazione di Stati cuscinetto. Le tro gli Àvari. Imparentati con gli Unni e con i Bulgari, gli
campagne alternarono vittorie e sconfitte, anche perché i Àvari si erano stabiliti in Pannonia (l’odierna Ungheria

◀ Particolare di
un rilievo con
episodi della
Chanson de Roland:
combattimento a
cavallo tra cavalieri
e saraceni, xii
secolo, Cattedrale
di Saint Pierre,
Angoulême
(Francia).

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occidentale) quando i Longobardi si erano spostati in
Italia, nel vi secolo. I territori di Carlo, arrivando fino alla
Slovenia e alla Carinzia attuali, si trovarono a confinare
con quelli di questa popolazione. Poiché l’Impero bizan-
tino pagava forti tributi agli Àvari, questi ultimi rivolge-
vano le loro incursioni e i loro saccheggi soprattutto ver-
so i territori di Carlo, il quale nel 791, assistito dal figlio
Pipino, guidò personalmente una spedizione contro di
loro, benché fosse ormai cinquantenne (un’età avanzata,
per l’epoca). La guerra fu organizzata con grandiosità inu- 291
sitata: due eserciti, al comando di Carlo e del figlio Pipino,
provenienti rispettivamente dalla Baviera e dal Friuli,

CAPITOLO 12. L’Impero carolingio


percorsero le rive del Danubio tenendosi in contatto con
un complesso sistema di ponti mobili. Gli Àvari opposero
resistenza, ma vennero completamente annientati da
Pipino (Carlo era rientrato nei suoi territori al termine del
primo anno di guerra). L’egemonia franca si estese così
fino alla pianura danubiana.

LE DOMANDE DELLA STORIA


Carlo Magno è stato un criminale di guerra?
Senza dubbio, se applicassimo i nostri criteri di giudizio, le campa-
gne militari di Carlo Magno lo collocherebbero oggi fra i grandi cri-
minali di guerra: in particolare la campagna contro i Sassoni, carat-
terizzata da conversioni forzate e da tattiche brutali (la distinzione
fra civili e militari era sconosciuta all’epoca) e ancor più nettamente
la campagna contro gli àvari, che si concluse con un vero e proprio
▲ Carlo Magno e i suoi paladini in battaglia contro i Saraceni, miniatura genocidio: il popolo fu letteralmente cancellato dalla storia.
di scuola francese, xiii secolo, collezione privata.

AREA TUTOR — Facciamo il punto!

1 Verifica le CONOSCENZE 2 Definisci il LESSICO ESSENZIALE


➀ Perché le guerre nel Medioevo ➀ Carisma
avevano carattere stagionale? ➁ Concubina
➁ Quali furono le principali
campagne militari di Carlo Magno? 3 Acquisisci le COMPETENZE
➂ Perché Pipino aveva imposto un Scrittura
tributo ai Sassoni? Spiega in un breve testo scritto (circa 10 righe) i motivi che spingevano Carlo
➃ Perché Carlo intervenne in Italia Magno a intraprendere le sue campagne militari, distinguendo chiaramente:
contro i Longobardi? → motivi di politica estera;
➄ Quali furono le conseguenze → motivi di politica interna.
storiche delle guerre contro i
musulmani di Spagna?
➅ Che cosa accadde agli àvari al
termine delle campagne di Carlo e
Pipino?

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3. Carlo Magno imperatore

■ Una problematica incoronazione una donna, sia perché aveva usurpato il trono del figlio
Costantino VI, facendolo crudelmente accecare. Carlo in-
292 Alla fine dell’viii secolo, Carlo aveva unificato sotto il suo viò comunque ambasciatori a Bisanzio con una proposta
potere gran parte dei territori dell’Impero romano d’Occi- di matrimonio per Irene, allo scopo di riunificare le due
dente, con l’esclusione di quelli sottoposti al dominio ara-
sezione 3. L’Alto Medioevo

bo (la Spagna e l’Africa settentrionale) e bizantino (l’Italia


meridionale). La notte di Natale dell’anno 800, a Roma, LE DOMANDE DELLA STORIA
egli venne incoronato ufficialmente “imperatore dei
Romani” dal papa Leone III, ottenendo così un’autorevo- Quali furono i reali rapporti tra Carlo e Irene?
Le proteste di Bisanzio per l’incoronazione e il goffo tentativo di ri-
lezza morale, oltre che politica, quale nessun re germanico soluzione matrimoniale della controversia giunsero dopo una lunga
aveva mai avuto in precedenza. serie di rapporti diplomatici tra Carlo e Irene. In precedenza, infat-
ti, Irene, che di fatto reggeva le redini del potere anche durante il
L’incoronazione apriva un possibile conflitto con regno dell’inetto figlio Costantino, si era rivolta a Carlo per avere il
l’imperatore bizantino, che si riteneva l’unico legittimo suo appoggio nella lotta contro gli iconoclasti, ma Carlo non aveva
erede di Roma e quindi l’unico degno del titolo imperiale. preso posizione. Neanche la proposta di un matrimonio tra il figlio di
Irene e una figlia di Carlo, Rotrude, era approdata a risultati concre-
Bisanzio infatti protestò, ma Carlo aveva scelto il momen- ti. Irene aveva allora convocato un concilio per scomunicare gli ico-
to giusto (o vi si era trovato per una fortunata coinciden- noclasti senza invitare una delegazione franca, cosa che ovviamen-
te indispettì Carlo. Insomma, possiamo dire che, già prima dell’800,
za): al vertice dell’Impero bizantino c’era l’imperatrice i rapporti tra i due imperi erano, nel complesso, poco amichevoli.
Irene, la cui legittimità veniva contestata sia perché era

IL SACRO ROMANO IMPERO (800-814)


Mare
del REGNO DI DANIMARCA
I
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Nord
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parti dell’Impero. Pochi mesi dopo, tuttavia, una congiu- In realtà, il problema nell’800 non si poneva ancora in
ra di palazzo tolse di mezzo Irene e il fantasioso progetto questi termini: il papa dipendeva completamente dall’im-
venne abbandonato. peratore per la sua sicurezza e subito dopo aver incoronato
Bisanzio accettò il fatto compiuto solo nell’812, Carlo, Leone III si prostrò ai suoi piedi in segno di sotto-
dopo che Carlo Magno aveva minacciato di attaccare i ter- missione. Ma il conflitto tra potere temporale e potere
ritori bizantini in Italia meridionale. spirituale avrebbe segnato la storia del Medioevo; e il gesto
di Napoleone Bonaparte, che esattamente mille anni dopo
toglierà la corona dalle mani del pontefice e se la metterà
■ L’Impero e il papato da solo in capo, pronunciando (a quanto tramanda la leg-
genda), le parole «Dio me l’ha data, guai a chi me la tocca», 293
L’incoronazione di Carlo fu per il papa un capolavoro di si può leggere proprio come una risposta al gesto di Leone
strategia politica: essa infatti sanciva di fatto l’autono- III e un rifiuto di ogni sottomissione, per quanto simbolica.

CAPITOLO 12. L’Impero carolingio


mia del papa dall’Impero d’Oriente, che fino a quel mo-
mento aveva continuato a considerare il vescovo di Roma
sottoposto, almeno formalmente, alla sua autorità. Inoltre, ■ L’organizzazione dell’Impero
legava strettamente alla Chiesa la maggiore potenza mili-
tare e politica del momento. Immensi erano i problemi che si ponevano a Carlo Magno
D’altro canto, grazie all’incoronazione papale, Carlo ve- per quanto riguarda l’organizzazione dei suoi territori. Il
deva legittimata al più alto livello possibile la sua autori- principale era legato alla vastità stessa del regno, che le
tà: era infatti Dio stesso, tramite il suo rappresentante in sue conquiste avevano enormemente accresciuto. Era evi-
terra, il papa, a conferire all’imperatore il suo potere. dente che per controllare un territorio così vasto sarebbe
Con l’incoronazione di Carlo, tuttavia, veniva a porsi an- stata necessaria un’efficiente rete stradale: quella lasciata
che il nuovo problema dei rapporti tra la Chiesa e l’Im- dai Romani in alcune regioni era ormai in uno stato di gra-
pero, destinato ad avere profonde implicazioni nei secoli ve abbandono, mentre in altre regioni, come la Sassonia o
successivi. Leone III infatti pose di propria mano la corona la Pannonia, mancava del tutto. Carlo si trovava quindi in
sul capo del sovrano, simboleggiando così una superiorità difficoltà nel mantenere il controllo sul territorio, e in par-
del potere religioso su quello politico. ticolare sulle zone di più recente acquisizione.

i protagonisti della storia grammatica della cittadinanza

Impero
L'imperatrice Irene La parola viene dal latino imperium, che nell’antica Roma
indicava il comando politico e militare nelle mani del re
(all’epoca della monarchia) e poi dei consoli (durante la
Nata ad Atene intorno al 752,
repubblica). In quanto istituzione politica, l’impero è uno
Irene divenne moglie dell’im-
Stato che comprende popoli ed etnie di diversa origine,
peratore Leone IV, che fece
cultura e lingua, uniti sotto il governo di un’unica autorità
avvelenare nel 780. Poiché l’e-
centrale.
rede Costantino VI aveva solo
9 anni, Irene assunse la reg-
Conoscere il passato
genza per dieci anni, poi regnò
Gli imperi medievali (sia quello carolingio, sia quello bizantino,
insieme a lui per altri sette, ma
sia quello musulmano) hanno caratteristiche diverse da quelle
quando Costantino tentò di
dell’Impero romano antico. Da un lato essi si caratterizzano per
scalzarla dal potere, lo fece ac-
l’universalità, cioè per l’ambizione (sia pure solo teorica) a do-
cecare e uccidere (797). Prese
minare su tutto il mondo abitato; dall’altro si dichiarano “sacri”,
posizione contro gli iconoclasti
cioè traggono la loro legittimazione direttamente da Dio.
(e per questo è venerata come
santa dalla chiesa ortodos-
Comprendere il presente
sa), ma in quanto donna non
Nell’età contemporanea, il termine impero è usato quasi esclu-
ottenne l’appoggio del papa
sivamente in senso metaforico: si parla per esempio di “im-
Leone III. Irene, unica donna a
pero americano” o “impero russo” per indicare il fatto che gli
fregiarsi del titolo maschile di
Stati Uniti e la Csi influenzano pesantemente la politica di altri
basileus e non di quello fem-
stati, formalmente indipendenti, ma di fatto sottomessi alle
minile di basilissa, fu detroniz-
superpotenze.
zata nell’802 dal suo ministro
L’unico impero formalmente esistente oggi è il Giappone, che
Niceforo I e morì poco dopo.
però tecnicamente è una monarchia costituzionale.

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Le regioni di recente conquista,
che spesso comprendevano più con-
tee, furono affidate a duchi, con il
compito di favorire l’integrazione tra
i vari popoli che le abitavano. Nelle re-
gioni di confine, poi, vennero istituite
delle marche, cioè dei territori semi-
indipendenti, quasi dei piccoli stati
satelliti, con scopi sostanzialmente
294 difensivi. A capo delle marche si tro-
vava un marchese, che aveva pres-
sappoco gli stessi compiti del conte
sezione 3. L’Alto Medioevo

e del duca, ma con una funzione più


militare che civile.
Conti, duchi e marchesi (di solito
cavalieri appartenenti alle famiglie
nobili più prestigiose) venivano scelti
▲ Carlo Magno a cavallo tra i suoi dignitari, particolare della vetrata tra gli uomini più fedeli al sovrano e
della cattedrale di Chartres (Francia), xiii secolo. diventavano suoi vassalli in quanto compivano un atto di
omaggio nei suoi confronti, dichiarandosi a lui sottomessi.
A questo problema egli rispose, sia da re dei Franchi, L’atto di omaggio era infatti una promessa solenne, che
sia da imperatore, con un progetto di grande originalità e si pronunciava nel corso di una complessa cerimonia, du-
complessità, che ebbe importanti conseguenze nei secoli rante la quale il vassallo giurava fedeltà, obbedienza al
successivi. Possiamo sintetizzare tale progetto in tre punti: suo signore e aiuto in caso di guerra, che in cambio gli
• Carlo Magno conservò la tradizionale corte itineran- concedeva un beneficio, cioè un incarico politico, ammi-
te dei Franchi, evitando di rinchiudersi in una capita- nistrativo o militare e/o la gestione di un territorio.
le (fosse pure l’amatissima Aquisgrana, dove fece co- Il sistema vassallatico, già utilizzato da Carlo Martello
struire il palazzo imperiale) e preferendo viaggiare in e da Pipino il Breve, si diffuse largamente sotto Carlo
continuazione, accompagnato da un seguito armato Magno: egli non solo spingeva i suoi vassalli a crearsi a loro
detto trustis, per tenere direttamente sotto controllo volta una rete di funzionari fedeli, cercandoli tra le persone
le varie zone dell’Impero; più in vista della loro regione, ma invitava tutti gli uomi-
• organizzò una rete di collaboratori (i vassalli) che ni liberi a scegliersi un signore. Si veniva così a creare una
controllassero in suo nome il territorio (vedi paragrafi
seguenti);
• diede un grande impulso alla cultura, consapevole
sia della necessità di creare una classe di funzionari MEMO LESSICO
in possesso degli strumenti fondamentali per ammi-
Trustis
nistrare lo Stato, sia dell’importanza della cultura nel È una parola germanica che significa “fiducia” (da cui l’inglese
creare consenso e nel conferire autorevolezza all’Im- trust). Indicava il seguito di uomini armati dei re e dei grandi capi
franchi, che avevano prestato un giuramento di fedeltà al loro
pero e al suo capo. signore.

Vassallo
Dal latino medievale vassus, “servo”, indica colui che, prestando
■ Il sistema dei vassalli un giuramento di obbedienza e di fedeltà, otteneva in cambio
l’affidamento di incarichi amministrativi e/o di territori. Il termine
si può applicare anche a un intero Stato che si trovi in una
L’Impero carolingio fu diviso in alcune centinaia di pro- posizione di inferiorità e di dipendenza rispetto a un altro.
vince (le contee), delle dimensioni più o meno di un’o-
dierna provincia italiana. Si trattava quindi di territori fa- Beneficio
Il beneficio veniva concesso dal sovrano nel corso di una solenne
cilmente governabili, a capo dei quali Carlo pose dei conti cerimonia di investitura, durante la quale il vassallo giurava fedeltà
(dal latino comites, “compagni”). I conti riscuotevano le tas- al signore e si metteva nelle sue mani. In pratica, esso consisteva
quasi sempre in una porzione di territorio, che il vassallo
se, gestivano l’ordine pubblico, amministravano la giusti- amministrava in nome del signore, ricavandone un reddito.
zia e garantivano un certo numero di uomini all’esercito.

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fittissima rete di rapporti personali di fedeltà, di obbli- Altri strumenti a disposizione del sovrano erano i pla-
ghi reciproci (il signore era infatti impegnato nel rapporto citi e i capitolari. I placiti erano le assemblee di tutti gli
quanto il vassallo e non poteva venire meno ai suoi doveri, uomini liberi, presiedute dal re o da un suo rappresentante,
pena l’accusa di fellonia, cioè tradimento), da cui nessuno, soprattutto a scopo legislativo. I capitolari erano le leggi e
idealmente, poteva dirsi escluso. le ordinanze emanate nel corso dei placiti o deliberate per-
sonalmente dal sovrano. Copiate nella cancelleria imperia-
le e diffuse in tutto il territorio dell’Impero, esse divennero
■  escovi, missi dominici, placiti
V un efficace strumento di controllo e di amministrazione
e capitolari del potere imperiale.
295
La fedeltà dei vassalli doveva essere controllata in qualche
modo dall’imperatore; per questo Carlo si assicurò che ogni

CAPITOLO 12. L’Impero carolingio


provincia avesse al proprio interno una sede vescovile e
incaricò i vescovi (che erano sottoposti alla sua autorità,
LE DOMANDE DELLA STORIA
oltre che a quella del papa, in quanto erano di nomina re-
gia) di sorvegliare l’operato dei vassalli. Perché si diffuse il vassallaggio?
La ragione per cui il sistema vassallatico si estese è innanzitutto
Non solo: egli inviava regolarmente nelle province i economica: l’Impero carolingio era basato su un’economia povera,
cosiddetti missi dominici (letteralmente “inviati del si- spesso di sussistenza, in cui i commerci e l’artigianato giocava-
gnore”), che avevano il compito di riferire all’imperatore no un ruolo marginale rispetto a quello della produzione agricola.
Il sistema vassallatico garantiva quindi una forte coesione sociale
ciò che avveniva nelle varie zone dell’Impero e che all’oc- e si rivelava estremamente funzionale in una situazione di grave
casione, essendo i rappresentanti dell’imperatore stesso, arretratezza. Quando l’organismo politico creato da Carlo entrerà
in crisi, il sistema sociale vassallatico resisterà e sarà alla base del
avevano l’autorità necessaria per rimuovere il vassallo feudalesimo.
infedele.

Leggere le fonti

L’ORGANIZZAZIONE Il palazzo del re era organizzato come segue per il buon funzionamento del palazzo stesso. A
parte il re e la regina con la loro nobilissima prole, che venivano sopra tutti, gli affari spirituali,
DELLA CORTE temporali e materiali erano costantemente diretti da questi funzionari. [...] L’apocrisiario,
che noi chiamiamo adesso cappellano o custode del palazzo, dirigeva ed era il responsabile di
CAROLINGIA tutto il clero del palazzo. Gli era affianco il sommo cancelliere, che un tempo era chiamato a
secretis; dipendevano da lui degli uomini prudenti, intelligenti e fidati che dovevano custodire
DATA: ix secolo fedelmente i segreti loro confidati e redigere gli ordini regi senza lasciarsi andare all’amore
AUTORE: Incmaro di Reims del guadagno e alla venalità. Dopo di loro l’organizzazione del sacro palazzo comprendeva
TIPO DI FONTE: Scritta altri funzionari: il cameriere, il conte di palazzo, il siniscalco, il bottigliere, il connestabile, il
responsabile della casa, quattro cacciatori principali e un falconiere. [...]
Poiché questo regno, grazie a Dio, è formato da più regioni, si prendeva cura, nei limiti del
possibile, di reclutare i funzionari nelle diverse regioni [...] per facilitare l’accesso di tutti i
L’arcivescovo Incmaro di Reims, nel sudditi al palazzo, nella certezza che essi vi avrebbero incontrato membri della loro famiglia o
suo trattato De ordine palatii, spiega persone originarie della loro regione.
minuziosamente quali figure circondavano
l’imperatore e con quali ruoli. L’elenco rivela (L’organizzazione del palazzo, in R. Comba, Le fonti della storia medievale, Loescher, Torino 1992)
non solo preziose indicazioni sulla vita
quotidiana del tempo, ma anche i criteri
con cui Carlo sceglieva i suoi più stretti
collaboratori. Guida alla lettura

➀ Chi sono i due funzionari più importanti del palazzo? Chi sono quelli di
secondo livello?
➁ Cerca sul dizionario il significato dei seguenti termini: siniscalco,
connestabile, falconiere.
➂ Perché i funzionari vengono scelti in maniera da rappresentare tutte
le regioni dell’Impero?

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■ Il Sacro romano impero Carlo Magno erano avamposti militari con funzioni
di difesa dei confini più che centri urbani veri e propri.
L’espressione “Sacro romano impero”, comunemente usata • In terzo luogo, dal punto di vista economico, l’impero
oggi per indicare l’Impero di Carlo Magno,entrò in uso dopo la medievale si fondava sull’agricoltura (e su un’agri-
morte di Carlo, ma ben rispecchia alcune delle caratteristiche coltura tendenzialmente povera, spesso di sussisten-
della nuova entità politica. Essa indica da un lato il carattere za), laddove quello antico basava la propria ricchezza
cristiano dell’impero (“sacro”), perché il sovrano era impe- soprattutto sui commerci.
ratore per “volontà di Dio” tramite la legittimazione da parte • Sul piano più propriamente politico, l’Impero roma-
del papa, e quindi lo stretto legame fra trono e altare che no era un organismo compatto, governato da leggi co-
296 ne condizionerà tutta la storia; dall’altro lato l’importanza che muni e amministrato da una rete di funzionari stata-
aveva per Carlo e per i suoi contemporanei il riferimento alla li; mentre l’Impero carolingio, malgrado gli sforzi di
storia antica (“romano”), di cui si immaginava che il nuovo Carlo per renderlo più organico, era di fatto un’accoz-
sezione 3. L’Alto Medioevo

impero fosse la continuazione. zaglia di Stati e popoli con leggi, tradizioni e lingue
In realtà, appare evidente che rispetto all’Impero romano diverse, governati da vassalli semi-indipendenti, che
il nuovo organismo politico presentava vistose differenze. rispondevano all’imperatore per il rapporto di fedeltà
• Innanzitutto, si trattava di un impero continenta- che li legava personalmente a lui.
le, che aveva il suo fulcro tra la Francia e la Germania • Infine, mentre l’Impero romano si caratterizzava per l’e-
attuali, laddove l’Impero romano era legato al mare, strema apertura religiosa e culturale, quello carolingio si
avendo il suo baricentro nel Mediterraneo. definiva per la sua identità cristiana, contrapponendo-
• In secondo luogo, l’Impero romano aveva il suo fon- si nettamente non solo al mondo arabo, ma anche all’Im-
damento in una città (Roma, appunto) e si presentava pero d’Oriente, considerato sempre più apertamente
come una rete di centri urbani collegati fra loro; l’Im- eretico a causa delle sue scelte in campo religioso (come
pero carolingio non aveva invece città importanti, abbiamo già ricordato, a Bisanzio erano gli anni della lot-
non possedeva una vera capitale, le città fondate da ta tra sostenitori e avversari del culto delle immagini).

L’IMPERO ROMANO E L’IMPERO CAROLINGIO A CONFRONTO

Mare
Ibernia del
Nord
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Londra

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■ Una svolta epocale bensì la regione del Reno e la costa settentrionale, con
la sua rete di porti.
L’azione politica di Carlo Magno ebbe conseguenze Questo spostamento del baricentro europeo verso
profonde e durature. Per la prima volta, tra l’viii e il nord è ancor oggi alla base dell’identità europea, che da un
ix secolo, veniva a costituirsi in Europa uno spazio po- lato si distingue dal mondo arabo e da quello bizantino pro-
litico unitario, dal mare del Nord all’Italia meridionale, prio per la tradizione culturale che inizia con Carlo Magno;
da Barcellona a Vienna, dalla costa atlantica all’Elba. Il e dall’altro ha ancor oggi il suo asse portante nell’alleanza
centro economico di questo impero, la sua parte più ric- tra Francia e Germania, cioè tra i due Paesi che costitui-
ca, come abbiamo già detto, non è più il Mediterraneo, vano il nucleo del territorio carolingio.
297
per schematizzare

CAPITOLO 12. L’Impero carolingio


Due imperi a confronto

Impero romano Impero carolingio


Geograficamente • carattere marittimo • carattere continentale
• importanza delle città • mancanza di città
Economicamente • carattere mercantile • carattere agricolo
• economia fiorente • agricoltura di sussistenza
Politicamente • compatto • frammentato
• governo delle leggi • rapporto vassallatico personale
Culturalmente • apertura • chiusura (soprattutto religiosa)

AREA TUTOR — Facciamo il punto!


1 Verifica le CONOSCENZE 3 Acquisisci le COMPETENZE
➀ Quando fu incoronato Carlo Leggere le carte
Magno e da chi? Sulla carta muta, indica le tre grandi regioni in cui era suddiviso il territorio
➁ In che modo fu affrontato il mediterraneo ed europeo nell’viii-ix secolo: quella carolingia, quella
problema dei rapporti con l’Impero musulmana e quella bizantina.
bizantino?
➂ Perché la corte itinerante
garantiva all’imperatore molti
vantaggi?
➃ A che cosa servivano i “missi
dominici”?
➄ Perché Carlo Magno pose un
vescovo in ogni contea?
➅ Perché il nuovo organismo
politico si chiama “sacro” e
“romano”?

2 Definisci il LESSICO
ESSENZIALE
➀ Conte ➁ Marca ➂ Vassallo
➃ Placito ➄ Capitolare

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4. L’economia carolingia

■ La scarsità di popolazione suoi abitanti erano solo 50 000. La città era invasa dai cam-
pi, tra le rovine degli antichi palazzi pascolavano le capre,
298 L’Impero di Carlo Magno era un mondo di foreste, di natura la maggior parte degli edifici era in stato di abbandono,
selvaggia, punteggiato di rade zone coltivate e di minusco- e si trattava del centro urbano più importante dell’Euro-
le città. La popolazione era estremamente scarsa. Essa pa cristiana! Altre città dal passato glorioso, come Milano,
sezione 3. L’Alto Medioevo

era infatti diminuita in modo costante, da quando era ca- Ravenna, Aquileia, erano ridotte all’ombra di loro stesse. Ai
duto l’Impero romano d’Occidente: si calcola che intorno tempi di Carlo Magno, Parigi, Pavia, Orléans, non superava-
al iii secolo, in un’epoca già di crisi, l’Europa contasse circa no i 5000 abitanti.
70 milioni di abitanti; intorno al vii secolo il numero si era
ridotto a meno della metà, 30 milioni. L’Italia, che nel i se-
colo contava 7 milioni e mezzo di abitanti, all’inizio del vii ■ Aspetti della crisi urbana
ne aveva appena 2, cioè meno di un terzo, e la situazione
rimarrà sostanzialmente invariata fino all’anno Mille. Le città, nell’Europa cristiana, non solo non attiravano più
Le invasioni e le guerre erano sicuramente tra le ra- la popolazione dei dintorni, ma venivano abbandonate per-
gioni di questo fenomeno perché portavano con sé la di- ché meno sicure delle campagne. Era contro le città, infat-
struzione dei raccolti, il saccheggio delle campagne, la fuga ti, che si dirigevano più spesso le scorrerie degli invasori, at-
o la morte degli uomini capaci di lavorare la terra e quindi, tirati dalle ricchezze che in esse ancora si potevano trovare.
in prospettiva, carestie e fame. A loro volta, le carestie in- La popolazione si rifugiava quindi nelle campagne e nei vil-
debolivano la popolazione e la rendevano più attaccabile laggi, da cui era facile all’occorrenza fuggire nel bosco vicino.
dalle malattie. La crisi delle città non fu solo una crisi di popolazione,
ma anche di funzione: le grandi città nell’Alto Medioevo
persero infatti il carattere di centri politico-amministrati-
■ Lo spopolamento delle città vi, economici e culturali che avevano in passato. Come ab-
biamo visto, la corte carolingia era perlopiù itinerante, non
Il drammatico calo della popolazione verificatosi nei primi legata a una capitale vera e propria (benché l’Aquisgrana
secoli dell’Alto Medioevo riguardava sia le campagne, sia degli ultimi anni di Carlo Magno tentasse di assumere que-
le città. Tutte le testimonianze confermano l’impressione sto ruolo, riuscendovi solo in parte).
che nel vii secolo, cioè al culmine della crisi demografica, Anche le città minori rinunciarono a poco a poco alla
«un grande silenzio avvolgesse la terra» (L. Gatto). loro funzione fondamentale, quella di centri mercantili,
Ma sono soprattutto i dati riguardanti le città a fare im- perché gli scambi commerciali erano ridotti al minimo.
pressione: pensiamo per esempio che Roma, che ai tempi Le strade, che ai tempi dei Romani costituivano una
di Augusto aveva superato il milione di abitanti, all’inizio rete sicura e capillare, erano state perlopiù abbandonate,
del vi secolo ne contava appena 300 000; trent’anni più tar- e in molte regioni dell’Impero carolingio al di là del Reno e
di, al termine della guerra gotica voluta da Giustiniano, i del Danubio non erano mai esistite, sicché la popolazione
trascorreva perlopiù la vita nel villaggio in cui era nata.

LE DOMANDE DELLA STORIA


Nell’epoca carolingia esistevano in Europa “grandi” città? ■ L ’agricoltura carolingia:
Lo spopolamento delle città nell’Alto Medioevo non fu un fenome- dalla villa alla curtis
no universale. Per avere un termine di confronto, pensiamo che
Cordova, capitale del califfato omayyade, nella Spagna musulmana,
contava circa 450 000 abitanti: era cioè un centro economico e cul- L’economia altomedievale era fondamentalmente agrico-
turale di primaria importanza. Anche Bisanzio, capitale dell’Impero la e la produzione era perlopiù di sussistenza (cioè desti-
romano d’Oriente, conservava il carattere di grande metropoli: si
calcola che avesse circa un milione di abitanti. nata al consumo diretto e non alla vendita dei prodotti),
essendo la produttività dei terreni molto scarsa.

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Alla base dell’agricoltura altomedievale c’era il cosid- edifici e di terreni destinati alla produzione agricola. Nella
detto sistema curtense, che si caratterizzava per la divi- villa lavoravano gli schiavi, spesso numerosissimi e ben
sione del fondo in due parti tra loro strettamente collegate: gerarchizzati al loro interno (i braccianti non erano ovvia-
la pars dominica (la parte del dominus, del signore), cioè l’in- mente allo stesso livello di coloro che amministravano la
sieme delle terre che il signore (un potente laico oppure proprietà per conto del padrone); il proprietario, di solito,
un ente ecclesiastico, come un monastero o un vescovado) viveva a Roma o in un’altra grande città e della villa si oc-
gestiva direttamente, facendole coltivare da schiavi (servi) cupava solo per le rendite che gli derivavano.
e da contadini suoi dipendenti; e la pars massaricia (cioè la Il passaggio dalla villa alla curtis è legato a due fenome-
parte del “massaro”, del libero contadino, erede del “colono” ni importanti: il trasferimento dei proprietari dalla città
dell’epoca romana), un insieme di fondi assegnati a fami- alla campagna (cioè nella villa) e la drastica diminuzione 299
glie di coltivatori dipendenti dal signore, che pagavano un del numero degli schiavi, sostituiti perlopiù da contadini
canone annuo in denaro o, più spesso, in natura (prodotti, liberi. Questi fenomeni incominciarono negli ultimi tempi

CAPITOLO 12. L’Impero carolingio


attrezzi, prestazioni artigianali ecc.). dell’Impero romano e si accentuarono tra il v e l’viii seco-
Il sistema curtense nasceva dalla trasformazione del lo, cioè fino all’epoca carolingia, quando il sistema curtense
sistema dell’antica villa romana. Come si ricorderà, essa si può ormai considerare stabilizzato. Tale sistema rimarrà
era una residenza padronale, al centro di un complesso di dominante fino a tutto l’xi secolo.
Non bisogna tuttavia dimenticare che, accanto ai terre-
ni appartenenti alle curtes, esistevano anche piccoli fondi
MEMO LESSICO appartenenti ai contadini, le cosiddette proprietà allodiali.

Curtis, curtes o corte?


Il plurale di curtis è curtes. Il termine latino ha dato origine all’italiano
“corte” (che ancor oggi indica in alcune regioni lo spiazzo al centro ■ L’arretramento tecnologico
della cascina), ma gli storici usano il termine latino per evitare con-
fusione con la corte intesa come insieme dei consiglieri e dei mini-
stri del sovrano. È bene quindi parlare di corte in ambito politico, di
Il fondo affidato a ciascuna famiglia era detto manso e
curtis in ambito economico e sociale. aveva dimensioni sufficienti a garantirne la sopravviven-
za, ma non di più: le tecniche agricole erano infatti peg-
Allodio
Il termine, di origine germanica, indica la terra di cui si è proprietari, giorate, rispetto all’epoca anteriore alle invasioni barba-
quindi non ricevuta in beneficio dal sovrano, né affittata dal signore riche, e la produttività dei terreni (il rapporto tra quanto
nell’ambito della curtis. Secondo alcuni storici, nell’Alto Medioevo
esisteva una diffusa proprietà allodiale, sia nobiliare, sia contadina.
viene seminato e quanto viene raccolto) era nettamente
diminuita.

▼ Un modello di curtis altomedievale. A sinistra in alto, la casa padronale, con accanto la chiesa e una torretta fortificata, domina la pars dominica. Al
centro, il mulino, fondamentale per la lavorazione delle granaglie. Al di là del torrente, sulla destra, la pars massaricia, con le case dei contadini. Le
piccole aree recintate sono quelle di proprietà privata (allodi) o quelle destinate all’allevamento degli animali da cortile. Come si vede, una parte dei
terreni è incolta a causa della rotazione biennale; intorno al villaggio vi sono boschi dove si pratica l’allevamento brado (soprattutto dei maiali).

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Le cause di questo arretramento sono molte: dispersione del concime, che invece avrebbe potuto
• la scarsità di popolazione, che aveva costretto ad ab- garantire una maggiore fertilità dei terreni.
bandonare alla foresta molti terreni fertili; Ciononostante, l’agricoltura dell’Alto Medioevo presentava
• il pericolo di invasioni e scorrerie, che spingeva la anche importanti aspetti di innovazione: fu tra il vii e il ix
popolazione a lasciare i luoghi pianeggianti a favo- secolo, infatti, che si diffusero in Europa nuovi prodotti,
re di quelli montuosi, più facilmente difendibili, ma come il riso, gli agrumi, il carrubo, il pistacchio, gli spinaci,
meno produttivi; importati dagli Arabi.
• la scarsità di ferro che, in molti casi, costringeva
gli agricoltori a servirsi dei più fragili aratri di legno,
300 i quali, ovviamente, avevano una capacità di pene- ■ Le corvées
trazione nel terreno molto minore (e un’aratura più
superficiale fa sì che il terreno resti meno fertile); La pars dominica veniva coltivata dai cosiddetti “prebendari”,
sezione 3. L’Alto Medioevo

• la scarsa redditività del terreno, dovuta anche alle servi domestici privi di ogni autonomia: di fatto schiavi del
tecniche di coltivazione primitive: la più usata era la signore. Questi ultimi non erano però sufficienti e il loro nu-
rotazione biennale, che prevedeva un anno di ripo- mero tendeva a diminuire. In teoria, il signore avrebbe potuto
so ogni due, per consentire al terreno di rigenerarsi. assoldare dei braccianti salariati, ma di fatto ciò era prati-
Ogni anno era quindi produttiva solo la metà dei ter- camente impossibile: proprio per la mancanza di eccedenze
reni agricoli; destinate al mercato, l’economia altomedievale riduceva al
• i contadini medievali non riuscivano a utilizza- minimo gli scambi in denaro e i signori erano quindi privi
re in maniera efficace il concime degli animali. della liquidità necessaria per pagare gli eventuali salari.
L’allevamento infatti era ridotto al minimo, perché Essi si assicurarono quindi la forza lavoro necessaria
lo scarso terreno era utilizzato quasi interamente per per i lavori agricoli istituendo le cosiddette corvées, cioè
l’alimentazione umana. Gli animali (soprattutto sui- delle giornate di lavoro gratuito obbligatorio. I conta-
ni e ovini) venivano allevati allo stato brado, sfrut- dini liberi erano costretti, in cambio del manso che veniva
tando le ampie superfici boscose, ma ciò provocava la loro affidato, a lavorare nella pars dominica e a garantire la
manutenzione di tutte le strutture di interesse collettivo
della curtis (le strade, i canali, il mulino ecc.).
tweet Un termine di confronto Naturalmente, la scarsità dei commerci costringeva
Nell’Alto Medioevo la produttività media di un campo di grano era
di tre a uno (si raccoglievano tre chicchi di grano per ogni chicco la curtis a produrre praticamente di tutto: dagli abiti agli
seminato). Oggi è considerata media una produttività di cinquanta attrezzi da lavoro, dal vasellame alle armi ecc. Nella curtis
a uno. lavoravano quindi, oltre ai contadini, fabbri, falegnami,
calzolai, mugnai e altri artigiani.
▼ Miniatura raffigurante dei contadini soggetti alle corvées, mentre
mietono il grano sorvegliati dall’incaricato del dominus, xiv secolo.
LE DOMANDE DELLA STORIA
Perché esistevano ancora gli schiavi?
In teoria, il cristianesimo considera tutti gli uomini fratelli, in quan-
to figli di Dio, e quindi è contrario alla schiavitù, cioè alla riduzione
di un essere umano a oggetto. In pratica, però, la diffusione del
cristianesimo non influì in maniera radicale sulla condizione degli
schiavi.
Nell’Alto Medioevo gli schiavi quindi esistevano, sia nel mondo mu-
sulmano, sia nel mondo cristiano (bizantino e carolingio). In Europa,
però, il loro numero tendeva a diminuire e la loro condizione veniva
di fatto ad assimilarsi a quella dei contadini più poveri.

I contadini erano “servi della gleba”?


L’espressione “servi della gleba” (cioè schiavi della terra) è usata
dagli storici per indicare i contadini dell’età signorile, cioè dall’xi
secolo in poi, e non quelli dell’età feudale propriamente detta (tra
ix e xi secolo).
Nell’età feudale infatti i contadini liberi, al contrario degli schiavi,
non erano giuridicamente legati alla terra su cui vivevano e non
potevano essere comperati e venduti insieme a essa. La differenza
tra le due categorie scomparve invece a poco a poco nel corso dell’xi
secolo.

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■ Economia chiusa, ma non solo ■ L a riforma monetaria
di Carlo Magno
L’economia curtense era dunque un’economia tenden-
zialmente chiusa, autarchica, ma si tratta appunto di Bisogna ricordare che le invasioni barbariche avevano
una tendenza, che non esclude altre forme di attività eco- da un lato drasticamente ridotto le riserve auree dell’Eu-
nomica. I mercati erano pochi, ma non mancavano del ropa e dall’altro creato una varietà di sistemi che ren-
tutto e si vendevano uova, polli, qualche prodotto della devano necessario un intervento di unificazione e di
terra. I contadini guadagnavano così il denaro necessario razionalizzazione.
per acquistare beni come il sale o il ferro, che non potevano Carlo Magno impose quindi una importante riforma
essere prodotti localmente. Se l’economia fosse stata real- monetaria (o, per essere più precisi, portò a termine quella 301
mente chiusa, i signori non avrebbero avuto armi e gioielli, già iniziata da suo padre Pipino): alla base del sistema c’era
non avrebbero potuto bere vino a meno che i loro terreni il denaro d’argento; 12 denari formavano un soldo e 20

CAPITOLO 12. L’Impero carolingio


non ne producessero e così via. soldi formavano una lira (o libbra). Di fatto, per tutto l’Alto
Gli scambi, insomma, non erano assenti, però erano Medioevo le uniche monete realmente circolanti furono i
estremamente irregolari o legati a situazioni ecceziona- denari, cioè quelle di valore più basso.
li. Sappiamo per esempio che, in caso di carestia, accadeva Il sistema rimase in vigore anche dopo la fine del siste-
spesso che le eccedenze di una regione venissero vendute ma politico carolingio, quando molti signori locali si mise-
laddove erano più necessarie: in questi casi il sovrano o più ro a coniare monete per conto proprio: il riferimento per
frequentemente i signori locali mettevano mano alla borsa determinarne il valore erano sempre il denaro, il soldo e la
per evitare che la miseria e la fame provocassero pericolose lira di Carlo Magno.
sommosse. In conclusione: la compravendita non era cer- In realtà, tuttavia, in un mondo così povero di beni, il
to un’attività sconosciuta, ma il commercio era relativa- baratto e lo scambio in natura sostituivano quasi ovun-
mente poco importante. que l’economia monetaria.

MEMO LESSICO tweet Il sistema decimale


In Italia, la suddivisione decimale delle monete si impose con
Autarchia Napoleone, all’inizio dell’Ottocento; in Inghilterra, la divisione
Dal greco autós, “se stesso”, e arkéin, “bastare”, indica della sterlina in 20 scellini e dello scellino in 12 pence è stata
l’autosufficienza soprattutto in ambito economico. abolita solo una quarantina di anni fa.

AREA TUTOR — Facciamo il punto!


1 Verifica le CONOSCENZE
➀ Perché l’epoca carolingia è 2 Definisci il LESSICO ESSENZIALE
caratterizzata da scarsità di ➀ Autarchia ➁ Manso ➂ Curtis ➃ Soldo
popolazione?
➁ Che cosa era accaduto alle 3 Acquisisci le COMPETENZE
grandi città antiche, nei primi Dal testo alla tabella
secoli dell’Alto Medioevo? E a Elenca nella seguente tabella le caratteristiche fondamentali della villa e della
quelle di piccole dimensioni? curtis, mettendo in luce le differenze tra i due sistemi (l’esercizio è avviato).
➂ Perché molte strade non erano
Villa Curtis
più utilizzate?
➃ Perché l’economia altomedievale I terreni sono coltivati da schiavi
si basava spesso sul baratto?
I terreni sono divisi in due parti:

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Storia magazine
la vita quotidiana

L’alimentazione
302
nell’Alto Medioevo
Nei primi secoli del Medioevo le abitudini alimentari cambiano profondamente. La netta
sezione 3. L’Alto Medioevo

divisione fra mondo mediterraneo e mondo germanico si attenua man mano che alcuni
prodotti si diffondono in tutta Europa.

Civiltà diverse, cristianesimo, che al pane, al vino e bene i climi nordici, venne sostituito
cibi diversi all’olio attribuiva un valore simbolico da altri tipi di olio, meno pregiato;
fondamentale, favorì il consumo di l’allevamento del bestiame (in par-
Nell’antichità si potevano distin- questi prodotti. Per esempio, la colti- ticolare del maiale) allo stato brado,
guere in Europa due mondi netta- vazione della vite si estese in tutte le tipico della tradizione germanica, si
mente contrapposti: a sud, lungo zone dove il clima lo permetteva; l’o- diffuse anche altrove, favorito dall’e-
le coste mediterranee, il mondo del lio di oliva, poiché l’ulivo tollera meno spandersi delle foreste.
pane, del vino e dell’olio; a nord, ol-
tre le Alpi e soprattutto oltre il limes
reno-danubiano, il mondo della car-
ne, della birra e del burro. Questa
distinzione affondava ovviamente le
sue radici nel diverso clima delle due
zone e nella possibilità di reperire i
prodotti: la vite e l’ulivo, per esem-
pio, crescevano con difficoltà nei
climi più rigidi; la caccia e l’alleva- I cuochi preparano
gli spiedini di
mento, d’altro canto, potevano essere carne, particolare
praticati laddove c’erano ampi spazi dell’arazzo di Bayeux,
rispetto al numero di abitanti, come xi secolo, Bayeux,
Museo.
accadeva nell’antica Germania,
mentre l’abbondanza di popolazione
costringeva a una dieta tendenzial-
mente vegetariana, qual era quella
dei Greci e dei Romani.

Una nuova unità


Durante l’Alto Medioevo la netta
separazione tra questi due mon-
La raccolta dell’uva,
di venne meno: in parte perché i miniatura del De
Germani che invasero l’Impero roma- Universo di Rabano
Mauro, ix secolo,
no portarono con sé le proprie abitu- Monte Cassino,
dini, in parte perché la diffusione del Archivio dell’Abbazia.

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5. La rinascita culturale
■ Iniziative culturali di Carlo Magno ■ Aspetti e protagonisti della rinascita
Al contrario di quanto spesso si è detto e tramandato, Carlo Carlo non si limitò tuttavia a una visione “utilitaristica”
Magno non era analfabeta: sapeva leggere e sapeva fare della cultura. Egli si adoperò (non sappiamo con quanta ef- 303
la propria firma, sapeva parlare (oltre che nel suo dialetto ficacia) per una vera diffusione del sapere, imponendo
germanico) in latino, sia nella versione dotta, sia in quella ai genitori di mandare a scuola i figli finché non avessero

CAPITOLO 12. L’Impero carolingio


popolare; possedeva quindi una cultura più che sufficiente imparato a leggere e a scrivere. E soprattutto chiamò intor-
per il suo tempo e per il suo ruolo. Ma soprattutto era dota- no a sé gli intellettuali più prestigiosi del suo tempo, a
to di una visione ampia della politica, che gli permise di imitazione di quanto aveva fatto secoli prima Augusto, nel-
capire l’importanza dell’attività culturale. la convinzione che un grande sovrano dovesse essere ricor-
Ogni sistema politico complesso, com’era l’Impero ca- dato anche per la sua azione in campo artistico e letterario.
rolingio, ha bisogno di una classe di funzionari dotati Tra la fine dell’viii secolo e i primi decenni del ix si
degli strumenti necessari per amministrare lo Stato: te- colloca quindi la cosiddetta “rinascita carolingia”, uno dei
nere i conti, scrivere le leggi, comunicare per lettera, ecc. grandi momenti di splendore della cultura medievale.
Carlo organizzò dunque un sistema scolastico, legato alle Primo e principale artefice di questa rinascita fu il mona-
chiese cattedrali (cioè alle sedi vescovili), che si incari- co Alcuino di York (735-804), filosofo e teologo, fondatore
casse della formazione di queste figure. Non fu, dunque, della scuola di York, in Inghilterra, poi di quella palatina ad
l’“inventore” delle scuole, ma fu il primo a organizzarle in
▼ Un esempio di scrittura “minuscola carolina” dalla copia del
base a un progetto di così ampio respiro. manoscritto miniato The Book of Kells (ix secolo), 1920 ca, Londra, The
Fra le riforme da lui propugnate una delle più signifi- Print Collector.
cative riguarda la scrittura: la “minuscola carolina” che
venne utilizzata a partire dal ix secolo era infatti una gra-
fia particolarmente leggibile e chiara, che andò a sostituire
(con evidenti vantaggi) i diversi tipi di scrittura esistenti
in Occidente, spesso quasi illeggibili anche da parte dei
letterati.

MEMO LESSICO

Cattedrale
È così definita la chiesa sede di un vescovo (“cattedra”, in greco,
è infatti la sedia-trono su cui siede il vescovo). Poiché le sedi
vescovili coincidevano con le scuole, il termine “cattedra” è
passato nella nostra scuola, cambiando però significato – dalla
sedia alla scrivania.

LE DOMANDE DELLA STORIA


Scuole laiche o scuole religiose?
Nell’organizzare il suo sistema scolastico, Carlo Magno come ab-
biamo detto si appoggiò ai vescovi. Non possiamo quindi pensare a
scuole “laiche” nel senso moderno del termine, ma probabilmente
a scuole più aperte di quelle monastiche. Le scuole vescovili si tro-
vavano nelle città ed elaboravano e diffondevano una visione del-
la cultura più aperta e più attenta alle esigenze amministrative e
diplomatiche.

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■ L’importanza della rinascita
Se osserviamo la rinascita carolingia nel suo complesso,
notiamo due fenomeni interessanti.
Il primo è che tutti gli esponenti della rinascita erano
chierici, cioè appartenevano alla Chiesa: lo stretto legame
fra trono e altare (come abbiamo visto i vescovi erano sot-
toposti all’autorità di Carlo, che si considerava il capo della
sua Chiesa) fece sì che ai chierici venisse di fatto demanda-
304 ta la cultura; anche le opere di carattere non apertamente
religioso, come quelle storiche, biografiche ecc., erano ric-
che di riferimenti alla religione e di contenuti morali cri-
▲ Miniatura raffigurante Alcuino di York, consigliere e maestro di Carlo
sezione 3. L’Alto Medioevo

Magno, che presenta Rabano Mauro al vescovo di Magonza Otgaro, stiani; questa circostanza avrà conseguenze di lunga dura-
Codice della Biblioteca di Fulda, Vienna. ta, giacché solo nel xii secolo ritroveremo in Europa figure
importanti e significative di intellettuali laici.
Aquisgrana, oggi in Germania, su incarico di Carlo Magno, Il secondo fenomeno di rilievo è che gli esponenti della
e infine, dopo il suo ritiro in monastero, di quella di Tours, rinascita carolingia scrivevano in latino (un latino ovvia-
in Francia. Alcuino fu soprattutto un organizzatore della mente molto lontano da quello classico, ma lontano anche
cultura: raccolse manoscritti, attirò studiosi da altre parti dalla lingua comunemente parlata); il latino diventò l’uni-
d’Europa, istruì le nuove generazioni, diffuse sul continente ca lingua della cultura in tutti i territori dell’Impero, men-
le opere dei grandi scrittori britannici dei secoli precedenti. tre le lingue parlate si evolvevano mescolando elementi
Suo allievo e continuatore fu Rabano Mauro (780 circa-856) latini ed elementi germanici (longobardi, franchi, sassoni
di Magonza, anch’egli teologo e dedito alla divulgazione più ecc.), ma sostanzialmente relegate nell’ambito della co-
che alla creazione di opere originali. Doti di vero scrittore ebbe municazione pratica e di uso quotidiano, i “volgari”: solo a
invece il longobardo Paolo Diacono (720-799), di cui abbiamo partire dal xii secolo troveremo dei testi letterari in lingue
parlato nel capitolo 9, che ci ha lasciato la più importante opera diverse dal latino, come il provenzale, l’antico francese o
storiografica sul suo popolo: anch’egli fu chiamato alla corte di l’antico tedesco.
Carlo,pur appartenendo a una stirpe “nemica”,a testimonianza Nessuno degli esponenti della rinascita carolingia, nep-
della notevole apertura mentale dell’imperatore. pure Paolo Diacono o Eginardo, si può definire un grande
La rinascita carolingia non si concluse con la morte di scrittore. Rispetto al modello augusteo a cui Carlo senza
Carlo Magno, ma proseguì negli anni successivi: all’epoca dubbio guardava, con i suoi Orazio, Virgilio, Ovidio ecc.,
di suo figlio Ludovico il Pio appartengono per esempio le la rinascita carolingia potrebbe dunque apparire un falli-
opere di Eginardo (775 circa-840), primo biografo di Carlo mento. In realtà essa pose le premesse per successive ri-
e storico dei Franchi, e di Incmaro (806-882), battagliero nascite culturali, da quella ottoniana del x secolo a quella
vescovo-teologo di Reims. provenzale del xii.

AREA TUTOR — Facciamo il punto!

1 Verifica le CONOSCENZE 2 Definisci il LESSICO ESSENZIALE


➀ Perché Carlo Magno riorganizzò ➀ Cattedra ➁ Scuola monastica
le scuole?
➁ A quale modello antico si 3 Acquisisci le COMPETENZE
ispirava la rinascita carolingia? Geostoria
➂ Chi furono i principali esponenti Elenca gli esponenti della rinascita carolingia citati nel testo e verifica per
della rinascita? ciascuno, con una rapida ricerca in Internet, il luogo di origine e quelli dove ha
➃ Perché fra gli intellettuali svolto la sua attività.
carolingi troviamo anche uno Esponi i risultati della tua ricerca in un breve testo scritto (circa 20 righe).
storico longobardo?

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Storia magazine
patrimonio culturale

La cappella palatina
di Aquisgrana 305
L’arte carolingia nel suo complesso aveva una forte impronta religiosa e una dichiarata

CAPITOLO 12. L’Impero carolingio


finalità propagandistica. I suoi modelli erano le opere dell’epoca di Costantino I.

L’importanza vennero iniziati, e in gran parte com- Il palazzo reale era ispirato al palaz-
dell’architettura pletati, circa 75 palazzi, 7 cattedrali e zo Laterano di Roma: aveva anch’esso
ben 232 monasteri. un’aula di rappresentanza absidata e
Eginardo, il biografo di Carlo Magno coperta di mosaici. Carlo vi fece tra-
a cui abbiamo già fatto riferimento sportare da Ravenna la statua equestre
più volte, afferma che l’imperatore Il palazzo di Aquisgrana di Teoderico, a imitazione di quella che
attribuiva grande importanza so- si trovava accanto al palazzo romano.
prattutto all’architettura e stanziò L’esempio più celebre di architet-
ingentissime risorse economiche per tura carolingia è il complesso di ➀ Aquisgrana, la cattedrale vista da nord,
con incastonata la Cappella Palatina.
realizzare edifici di dimensioni mo- Aquisgrana (l’odierna Aachen, in
numentali, quali non si vedevano da Germania), che possiamo considerare ➁ Aquisgrana, Duomo, Cappella Palatina,
secoli. Durante il lungo regno di Carlo la “capitale” dell’Impero carolingio. interno della cupola ottagonale.

➀ ➁

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Area STUDIO

A Gli eventi nel tempo


L’impero carolingio
• iv secolo I Franchi si stanziano nella Gallia Belgica come foederati
• 411-457 Regno di Meroveo: inizio della dinastia Merovingia
• 466-511 Regno di Clodoveo: unificazione dei Franchi e conversione al cattolicesimo
306 • vi-vii secolo Re fannulloni
• 687 Pipino di Héristal, maggiordomo di Austrasia, riunifica il regno in nome del re Teodorico III
• 732 Carlo Martello vince la battaglia di Poitiers
sezione 3. L’Alto Medioevo

• 751 Pipino il Breve diventa re dei Franchi


• 768 Divisione del regno tra Carlo e Carlomanno
• 771 Morte di Carlomanno; Carlo riunifica il regno
• 772-804 Campagne contro i Sassoni
• 773-774 Campagne contro i Longobardi
• 776-801 Campagne contro i musulmani in Spagna
• 788 Conquista della Baviera
• 791-795 Sterminio degli Àvari
• 797-802 Regno di Irene a Bisanzio
• 800 Incoronazione di Carlo Magno a imperatore
• 814 Morte di Carlo Magno

B In sintesi
➀ I Franchi prima di Carlo Magno i Sassoni (772-804); contro i Longobardi (773-774); contro i mu-
→ I Franchi erano una popolazione germanica. Nel iv seco- sulmani in Spagna (776-801) ; contro gli Àvari (796).
lo subentrarono ai Romani nel controllo della Gallia. Nella
prima metà del v secolo, il re Meroveo diede inizio alla pri- ➂ Carlo Magno imperatore
ma dinastia di re franchi; nella seconda metà del v secolo, → Nell’anno 800 Carlo Magno fu incoronato imperatore dei
il re Clodoveo unificò un vasto territorio sotto il proprio Romani dal papa Leone III. Carlo Magno si presentava così
dominio e convertì il suo popolo al cattolicesimo. Dopo la come rifondatore dell’Impero romano d’Occidente. Per con-
sua morte, il regno fu spartito tra i suoi quattro figli, dan- trollare il territorio imperiale, Carlo Magno stabilì una corte
do inizio a una storia di divisioni. I re franchi del vi e vii itinerante e un complesso sistema di vassallaggio. Ai vassalli
secolo sono detti “fannulloni” perché il potere reale era (conti, duchi e marchesi) erano affidate porzioni di territorio
nelle mani dei loro maggiordomi o “maestri di palazzo”. da amministrare. Essi avevano compiti amministrativi, giu-
Alla fine del vii secolo, Pipino di Héristal, maggiordomo ridici e militari. Il rapporto fra il sovrano e i suoi vassalli era
di Austrasia, riunificò i quattro regni. Carlo Martello, suc- personale, sancito dall’omaggio, cioè da una promessa solenne
cessore di Pipino, deve la sua fama alla vittoria di Poitiers con cui il vassallo si impegnava all’ubbidienza e alla fedeltà in
contro i musulmani. Da lui prenderà il nome la dinastia cambio di un beneficio, cioè della concessione di un territorio
carolingia. Nel 751 Pipino il Breve, figlio di Carlo Martello, e/o di un incarico amministrativo. L’operato dei vassalli era
ottenne dal papa il titolo di re dei Franchi in cambio dell’a- controllato dai vescovi (di nomina regia) e dai missi dominici.
iuto contro Longobardi e Bizantini. Infine Carlo Magno,
figlio di Pipino il Breve, diventò sovrano di tutti i Franchi ➃ L’economia carolingia
dopo la morte del fratello Carlomanno, nel 771. → Dal punto di vista economico e sociale, l’età carolingia
si caratterizza per la scarsità di popolazione, di moneta, di
➁ Le guerre di Carlo Magno commercio. Le tecniche di coltivazione erano primitive.
→ L’importanza di Carlo Magno si deve alla fondazione del L’agricoltura era di sussistenza, volta all’autoconsumo. La
Sacro romano impero (o Impero carolingio) e alla sua organiz- scarsità di commerci favoriva il baratto. Il sistema di produ-
zazione interna. Prima di diventare imperatore, Carlo ampliò i zione agricolo tipico dell’epoca carolingia è detto curtense
suoi territori con una lunga serie di campagne militari: contro (da curtis). Non tutte le terre coltivabili erano di proprietà

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Area STUDIO
delle curtes: esisteva infatti anche la piccola proprietà con- ➄ La rinascita carolingia
tadina (allodio). La scarsità di schiavi rendeva necessario il → Carlo Magno sviluppò un’intensa politica culturale: organiz-
ricorso ai contadini liberi per lavori di interesse collettivo. zò un sistema scolastico legato alle chiese cattedrali e chiamò
I contadini quindi coltivavano il proprio fondo e in più pre- alla sua corte i maggiori intellettuali dell’epoca. Gli esponenti
stavano giornate di lavoro gratuito (corvées) nei terreni del della rinascita carolingia furono perlopiù chierici, cioè uomini
signore. di Chiesa, a cui Carlo affidò il compito di diffondere la cultura.
307

CAPITOLO 12. L’Impero carolingio


C Mappa dei concetti

franchi

tribù dei «Germani» iv secolo d.C. foederati in Gallia belgica

dinastia dei Merovingi 411-457 466-511


re Meroveo re Clodoveo
re «fannulloni» → regno diviso - estensione regno a Francia
in quattro zone → potere - alleanza Chiesa → si convertì al
ai maestri di palazzo cattolicesimo nel 496

dinastia dei Carolingi 687 Pipino di Héristal


732 Carlo Martello sconfigge Arabi
a Poitiers
751 Pipino il Breve re dei Franchi

CARLO MAGNO 771-814


CAMPAGNE incoronazione ORGANIZZAZIONE RINASCITA
MILITARi imperiale STATALE CAROLINGIA

773-774 → Longobardi in Italia Natale dell’800 • corte itinerante • sistema scolastico


settentrionale • legittimazione da • contee → ducati • latino lingua
e centrale Dio tramite papato → marche della cultura
776-801 → Arabi in • autonomia da • sistema vassallatico • studiosi ma non
Marca Hispanica Oriente (vescovi - missi grandi scrittori
772-804 → Sassoni in Germa- dominici - placiti - • chierici ma al
nia nord-orientale capitolari) servizio del re
788 → Baviera • feudo (terreno/
rendita affidato a un
791-795 → stermina Àvari vassallo in beneficio

• stagionalità Differenze con coesione sociale della - Alcuino di York


• importanza cavalleria Impero romano: società vassallatica - Rabano Mauro
• religione cattolica bilanciava economia - Paolo Diacono
povera
• cuore nell’Europa
centrale
• economia agricola

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Area attività

D Conoscenze e abilità

1 spazio La carta evidenzia il regno franco al momento in cui Carlo 2 tempo Indica con un numero
Magno assunse il potere e i territori da lui conquistati in seguito. Colloca progressivo la corretta successione
correttamente i toponimi elencati. cronologica degli eventi elencati.
308
Neustria ☐ Battaglia di Poitiers
Austrasia ☐ Carlo Magno diventa re dei Franchi
sezione 3. L’Alto Medioevo

Borgogna ☐ Carlo Magno sconfigge


Aquitania i Longobardi
Aquisgrana Aquisgrana Colonia
☐ Carlo Martello diventa
Marca Hispanica Magonza
maggiordomo
Baviera Parigi
Augusta ☐ L’imperatrice Irene viene deposta
Sassonia Costanza
☐ Leone III incorona Carlo Magno
Pannonia Bordeaux Lione imperatore
Milano

Ravenna
☐ Pipino di Héristal muore
Narbonne ☐ Pipino il Breve diventa re
Barcellona
dei Franchi
Roma

Regno dei Franchi prima di Carlo Magno


Conquiste in Italia
Conquiste nell’Europa del Nord
Conquiste nell’Europa danubiana 4 lessico Scrivi una breve
Conquiste in Spagna
definizione dei termini indicati.

① Marca: 
3 eventi Completa le seguenti affermazioni relative alle campagne militari di 
Carlo Magno. 
② Rotazione biennale: 
①L’intervento in Italia avvenne in seguito a  
 
② Le guerre contro i musulmani avevano lo scopo di  ③ Corvée: 
 
③ La conversione forzata dei Sassoni servì a  
 ④ Agricoltura di sussistenza: 
④ La conquista della Baviera fu la premessa della  
 

5 concetti e connessioni Rispondi alle domande.

① Perché Carlo si arrogava il diritto di nominare vescovi e abati nei suoi territori? 

② Perché ogni provincia aveva al suo interno una sede vescovile? 

③ Perché alle scuole cattedrali fu affidato un ruolo importante nel sistema scolastico
carolingio? 


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Area attività
6 concetti e connessioni Completa le frasi relative ai rapporti fra Carlo Magno e l’Impero bizantino.

① Quando Carlo fu incoronato imperatore, Bisanzio reagì  perché



② L’imperatrice bizantina Irene aveva proposto un fidanzamento tra il proprio figlio e 
perché 
③ Dopo l’incoronazione, Carlo Magno propose a Irene di  ma il 309
progetto non andò in porto perché 

CAPITOLO 12. L’Impero carolingio


7 concetti e connessioni Completa la tabella, mettendo in luce le principali differenze tra l’Impero romano e quello
carolingio.

Impero romano Impero carolingio

Dal punto di vista geografico

Dal punto di vista economico

Dal punto di vista religioso

8 concetti e connessioni Indica il nesso esistente tra i concetti elencati.

Economia di autoconsumo Diffusione del baratto

Scarsità di commerci Pagamento in natura Riduzione dell’economia monetaria

E Competenze

9 comunicazione Galli e Franchi vengono spesso


confusi, essendo storicamente legati alle stesse
l 10 SCRITTURA/COMUNICAZIONE La battaglia di
Roncisvalle, storicamente poco significativa, è invece
l
regioni geografiche. In realtà si tratta di due popolazioni fondamentale dal punto di vista letterario. Svolgi una
ben diverse e a lungo nemiche fra loro. breve ricerca sulla Chanson de Roland, spiegando
Svolgi una breve ricerca sui punti sottoelencati e prepara → a quale episodio storico fa riferimento il poema epico;
una breve presentazione in cui vengano messe in luce le → in che modo l’autore del poema trasfigura la verità dei fatti;
caratteristiche dei due popoli. → perché nell’xi secolo i paladini carolingi vengono
→ Origini esaltati in chiave epica.
→ Rapporti con i Romani Esponi i risultati della tua ricerca in un breve testo scritto
→ Altre differenze (circa 2500 battute).

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CAPITOLO 13
Dai Carolingi
310
ai Sassoni
I pirati normanni operavano in bande di numero ridotto (in genere, attorno a un migliaio di guerrieri), che giocavano sulla sorpresa e
sezione 3. L’Alto Medioevo

sulla rapidità delle proprie incursioni, puntando a gettare nel panico gli aggrediti per inibirne la reazione. La risposta dei paesi vittima
dei loro attacchi fu di iniziale smarrimento. Solo con Carlo il Calvo, negli anni settanta del ix secolo, si ebbe una prima risposta efficace,
con la costruzione di ponti fortificati a sbarramento dei fiumi e di nuove cinte murarie attorno alle città.
— da C. Azzara, Le invasioni barbariche

Chiave di lettura

L’età feudale

I due secoli circa che vanno dalla morte di Carlo


Magno all’anno Mille sono caratterizzati in Europa
da spinte contrastanti.
Da un lato, la grandiosa struttura politica preparata
nel corso dell’viii secolo dai Carolingi e messa a pun-
to da Carlo Magno si rivela fragile ed entra rapida-
mente in crisi. Le nuove ondate di invasori (saraceni,
vichinghi, ungari) mettono a dura prova le strutture
politiche imperiali e provocano una nuova fase di
chiusura e di decadenza.
D’altro canto, tuttavia, in questi due secoli si elabo-
rano alcune delle strutture politiche e sociali desti-
nate ad avere una durata di lungo periodo e segnare
profondamente la storia e la mentalità del continen-
te europeo: la diffusione capillare di una visione cri-
stiana della vita, l’affermazione del sistema sociale
feudale, la nascita di lingue e tradizioni che antici-
pano le culture nazionali sono fenomeni che, iniziati
nei secoli precedenti, giungono a maturazione pro-
prio sul finire del primo millennio.

IL SACRO ROMANO IMPERO GERMANICO


L’imperatore Ottone I, dal sarcofago di Carlo Magno, Duomo di
Aquisgrana.

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1. La crisi dell’Impero carolingio

■ L’eredità di Carlo Magno ■ Nuove minacce esterne


Alla sua morte (814) Carlo Magno lasciava un Impero va- Un terzo problema riguardava la difesa del territorio 311
sto e ben organizzato, ma con alcuni gravi elementi di dalle minacce esterne: Carlo Magno possedeva un forte
debolezza. esercito, ma non aveva una flotta (al contrario dell’Impe-

CAPITOLO 13. Dai Carolingi ai Sassoni


Rispetto all’organizzazione interna, il primo problema ro bizantino), e ciò favoriva le scorrerie dei pirati saraceni
riguardava la successione al trono: secondo la tradizio- e le incursioni dei Normanni (o Vichinghi): i primi non
ne franca (la cosiddetta “legge salica”), infatti, il territorio avevano mai smesso di minacciare le coste mediterranee,
del regno doveva essere diviso fra tutti i figli maschi. Nel i secondi si erano affacciati da nord già durante il regno di
caso di Carlo Magno il problema non si presentò, perché Carlo, iniziando una lunga fase di espansione.
al momento della sua morte era ancora in vita un solo fi-
glio, Ludovico, re d’Aquitania; ma quando morì Ludovico
l’Impero venne diviso fra i suoi tre figli, che iniziarono una MEMO LESSICO
lunga serie di guerre fratricide.
Un secondo problema riguardava i rapporti con l’ari- Salica
stocrazia: Carlo Magno era riuscito ad assicurarsi la fedeltà Significa “dei Salii”, una delle due etnie (l’altra è quella dei Ripuari)
da cui aveva avuto origine il popolo franco.
dei vassalli grazie alla sua fortissima personalità, alle con-
tinue campagne militari che garantivano terre e bottino da Saraceni
distribuire e al ferreo controllo sulla Chiesa (vescovi e abati Con questo termine, di origine incerta, nell’Europa medievale
cristiana si indicavano genericamente i musulmani.
rispondevano più all’imperatore, a cui dovevano il proprio
potere, che al papa, lontano e spesso debole). Sotto i suoi suc- Normanni
Così erano chiamati gli “uomini del nord”, detti anche Vichinghi,
cessori, viceversa, i vassalli acquisirono sempre maggiore in- originari della penisola scandinava.
dipendenza e si contrapposero spesso al potere del sovrano.

Origine e stanziamento degli Ungari (ix-x secolo)


▼ La morte di Carlo Magno, miniatura da un
R E G NO DI
manoscritto della fine del xiv secolo, Parigi,
NO RV E G I A R E G NO Bibliothéque Nationale.
DI
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IMPERO BIZANTINO

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Mare Mediterraneo

Alessandria
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L’annientamento degli Àvari (795), inoltre, aveva creato ai Longobardi. Ma quando Carlo Magno morì, nell’814,
una sorta di vuoto nella pianura pannonica, e un nuovo po- Ludovico era l’unico figlio maschio ancora in vita e già da
polo guerriero, quello degli Ungari (o Magiari), si affrettò a un anno Carlo l’aveva associato al trono e al titolo im-
riempirlo e a minacciare i confini dell’Impero da est. periale per garantirgli la fedeltà dei vassalli e facilitare la
I successori di Carlo Magno, quindi, si trovarono successione.
spesso in difficoltà sul piano militare: i vassalli, che Ludovico continuò per molti versi l’attività paterna
ai tempi di Carlo avevano fornito all’esercito uomini e e proseguì in particolare la politica di alleanza con la
mezzi (cavalli, carri, vettovaglie ecc.) per le campagne di Chiesa (a questo si deve il suo soprannome “Pio”), fon-
conquista, tendevano a sottrarsi ai loro obblighi e solo dando ricchi monasteri e favorendo la diffusione della
312 in rari casi partecipavano con entusiasmo alle campa- Regola di san Benedetto in tutti i territori dell’Impero.
gne dei nuovi imperatori, che avevano un carattere Tuttavia il nuovo imperatore non era dotato della forte
prevalentemente difensivo e non garantivano perciò personalità del padre e spesso si rivelò incapace di do-
sezione 3. L’Alto Medioevo

alcun ricco bottino. minare i propri vassalli. Il sistema di controllo messo in


atto da Carlo, che già ai suoi tempi aveva rivelato qualche
difetto (i missi dominici, per esempio, si lasciavano cor-
■ Il regno di Ludovico il Pio (814-840) rompere con troppa facilità), ai tempi di Ludovico entrò
decisamente in crisi.
Ludovico, di carattere introverso e poco carismatico, non
era certo il figlio prediletto da Carlo Magno: il padre l’aveva
mandato a governare la periferica e tranquilla Aquitania, ■ La divisione dell’Impero (843)
preferendogli il più ambizioso e fiero Pipino, suo compa-
gno nella guerra contro gli Àvari e re dell’Italia strappata La debolezza dell’imperatore si manifestò con particolare
evidenza quando Ludovico dovette affrontare il problema
▼ Miniatura raffigurante Ludovico il Pio, Vienna, Osterreichische della successione: egli aveva avuto tre figli dalla prima
National bibliothek. moglie e aveva stabilito la suddivisione dell’Impero fra
loro, per evitare conflitti; più tardi, però, si risposò ed ebbe
un quarto figlio, Carlo detto “il Calvo”, e per non escluderlo
pensò di imporre una nuova suddivisione. Fu una decisio-
ne che scontentò tutti e diede inizio a gravi conflitti già
durante il regno di Ludovico, che infatti nell’833 venne
addirittura deposto per un breve periodo.
Alla morte di Ludovico il Pio, nell’840, erano in vita tre
dei suoi figli: Lotario, il primogenito, a cui il padre aveva
lasciato in eredità il titolo imperiale e le regioni cen-
trali dell’Impero (la cosiddetta “Lotaringia”, da cui de-
riva il nome della Lorena, attuale regione della Francia);
Ludovico II, detto “il Germanico”, a cui erano destinate le
regioni orientali dell’Impero; e Carlo il Calvo, a cui era-
no riservate le regioni occidentali (quasi tutta l’attuale
Francia).

LE DOMANDE DELLA STORIA


Perché i carolingi non avevano una flotta?
Con la caduta dell’Impero romano, l’indebolimento politico-militare
ed economico dell’Occidente aveva reso insicuri i mari e drastica-
mente ridotto il commercio internazionale. I popoli germanici, inol-
tre, non avevano una tradizione marinara degna di questo nome e
le tecniche necessarie per affrontare il mare aperto erano state in
gran parte dimenticate. Nell’Alto Medioevo, quindi, il Mediterraneo
occidentale era dominato dai mercanti-pirati musulmani, mentre i
mari settentrionali erano alla mercé degli scorridori vichinghi.

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Fra i tre si scatenò quasi immediatamente la guerra per Il sogno di un impero universale, capace di abbraccia-
la successione: Lotario pretendeva infatti che i due fra- re tutti i territori della cristianità cattolica, era durato solo
telli cadetti si considerassero suoi sottoposti, mentre essi per due generazioni.
ambivano alla piena autonomia. Ludovico il Germanico e
Carlo il Calvo si allearono quindi contro Lotario. Lotario
venne sconfitto e il trattato di Verdun, nell’843, stabilì la ■ La fine dell’Impero carolingio (887)
divisione dell’Impero nelle tre zone previste da Ludovico
il Pio, ma soprattutto sancì che l’autorità imperiale si eser- Il trattato di Verdun ebbe come conseguenza la divisione
citava solo sui territori direttamente sottoposti al governo dell’Impero in tre grandi Stati, ma non la sua dissoluzio-
di Lotario: l’Italia settentrionale, l’attuale Svizzera e la re- ne: formalmente l’Impero restava unico, anche se i tre 313
gione del Reno. sovrani erano di fatto indipendenti l’uno dall’altro. Alla
morte di Lotario, quindi, il titolo imperiale passò al fratello

CAPITOLO 13. Dai Carolingi ai Sassoni


Ludovico il Germanico (855) e alla morte di questi al ter-
MEMO LESSICO zo fratello, Carlo il Calvo (876): la continuità della dinastia
carolingia era assicurata, ma con essa non si eliminava il
Cadetto declino crescente del potere del sovrano. Per questo i feu-
Il termine indica il figlio non primogenito.
datari sempre di più considerarono il feudo come una pro-
Feudo prietà (e non più come un beneficio) da poter lasciare in
Il termine deriva dal germanico fehu, che significa “beneficio”.
Con questo termine veniva denominato un territorio concesso da
eredità ai propri discendenti. Nell’877 con il capitolare di
un sovrano a un suddito, che diventava per questo suo vassallo. Quierzy (vedi pp. 333-34), Carlo il Calvo fu costretto a rico-
La concessione avveniva attraverso una solenne cerimonia di noscere formalmente l’ereditarietà dei feudi maggiori
investitura.
(quelli di duchi, conti e marchesi).

Leggere le fonti

Il giuramento Ludovico, in quanto maggiore d’età, per primo dichiarò che avrebbe osservato quanto segue [in francese
antico]:
di Strasburgo “Pro Deo amur et pro christian poblo et nostro commun salvament, d’ist di in avant, in quant
Deus savir et podir me dunat, si salvarai eo cist meon fradre Karlo, et in aiudha, et in cadhuna
DATA: 842 cosa, si cum om per dreit son fradra salvar dift, in o quid il mi altre si fazet, et ab Ludher nul
AUTORE: Nitardo plaid nunquam prindrai qui, meon vol, cist meon fradre Karle in damno sit.”
TIPO DI FONTE: Scritta Dopo che Ludovico ebbe terminato, Carlo pronunciò così, in lingua tedesca [tedesco antico], queste
stesse parole:
“In Godes minna ind in thes christianes folches ind unser bedhero gealtnissi, fon thesemo
Il 14 febbraio dell’842 i fratelli Carlo II dage frammordes, so fram so mir Got geuuizci indi madh furgibit, so haldih tesan minan
il Calvo e Ludovico II il Germanico si bruodher, soso man mit rehtu sinan bruher scal, in thiu thaz er mig so soma duo, indi mit
incontrano a Strasburgo per giurare, di Luheren in nohheiniu thing ne gegango, the minan uuillon imo ce scadhen uuerhen.”
fronte ai rispettivi eserciti, che saranno (Nithard, Historiae, III 5, in F. Lo Monaco, a cura di, I giuramenti di Strasburgo,
fedeli l’uno all’altro e che non stringeranno Edizioni Sestante, Bergamo 2002)
patti di alleanza con il terzo fratello,
Lotario I. Traduzione
Il testo del giuramento è riportato dallo Per l’amore di Dio e per il popolo cristiano e per la nostra comune salvezza, da qui in avanti,
storico franco Nitardo (morto nell’844) in quanto Dio mi concede sapere e potere, così aiuterò io questo mio fratello Carlo (Ludovico)
nella sua Historia dell’Impero carolingio e in aiuto e in qualunque cosa, così come è giusto, per diritto, che si aiuti il proprio fratello,
dalla morte di Carlo Magno all’843. È a patto ch’egli faccia altrettanto nei miei confronti, e con Lotario non prenderò mai alcun
un documento di eccezionale importanza, accordo che, per mia volontà, rechi danno a questo mio fratello Carlo (Ludovico).
poiché rivela che, mentre i dotti
continuavano a usare il latino, le lingue
parlate nella vita quotidiana erano ormai Guida alla lettura
altre.

➀ Che lingua parlavano i soldati di Ludovico? E quelli di Carlo?


➁ Perché Ludovico il Germanico giura in francese anziché in tedesco o
in latino?
➂ Che cosa si promettono reciprocamente i due fratelli?

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Alla morte di Carlo il Calvo si scatenarono nuove carolingio giunse così alla dissoluzione meno di un
lotte per la successione (877). Per alcuni anni il tito- secolo dopo la sua nascita: il trono rimase nuovamente
lo rimase vacante, finché nell’881 Carlo III, detto “il vacante o nelle mani di personalità deboli e insigni-
Grosso”, figlio di Ludovico il Germanico, riuscì a farsi ficanti per parecchi decenni, mentre i vassalli appro-
incoronare dal papa. fittarono della debolezza del potere centrale e del-
Carlo fu un imperatore debole, senza alcuna auto- la situazione di emergenza dovuta alle invasioni di
rità; nell’887, infatti, i vassalli lo costrinsero ad ab- Saraceni, Normanni e Ungari, per garantirsi autono-
dicare (ufficialmente per motivi di salute). L’Impero mie che indebolirono ulteriormente l’Impero.

314
La divisione dell’Impero carolingio per schematizzare
sezione 3. L’Alto Medioevo

(trattato di Verdun, 843)


Gli imperatori carolingi

REGNO DI DANIMARCA
Carlo Magno
REGNO DEGLI
(800-814)
ANGLOSASSONI
Brema
Popoli slavi
Colonia
Oceano Aquisgrana Ludovico I il Pio
Magonza
Atlantico
Parigi
(814-840)
Augusta

Costanza
Ungari
Bordeaux Lione
Milano Ludovico II il
Ravenna Lotario I Carlo II
Narbonne Arles
Germanico
Bulgari (840-855) il Calvo
E M I RATO Barcellona
(855-875)
Roma DUCATO DI
DI CO R D OBA BENEVENTO

Carlo III
Impero di Carlo Magno Mare Mediterraneo
Regno di Lotario il Grosso
Regno di Lodovico
Regno di Carlo il Calvo (881-887)

AREA TUTOR — Facciamo il punto!


1 Verifica le CONOSCENZE 2 Definisci il LESSICO ESSENZIALE
➀ Perché alla morte di Carlo ➀ Legge salica ➁ Cadetto ➂ Saraceno ➃ Normanno
Magno l’Impero non venne diviso?
➁ Perché Ludovico venne 3 Acquisisci le COMPETENZE
soprannominato “il Pio”? Dal testo allo schema
➂ Perché alla morte di Ludovico il Completa la seguente tabella, ricavando le necessarie informazioni dal testo.
Pio l’Impero venne diviso?
➃ Che cosa provocò lo scontro fra Elementi di debolezza dell’Impero carolingio
Lotario e i suoi fratelli?
➄ Che cosa si intende con Politica interna Politica estera
l’espressione “Lotaringia”?

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2. Il Sacro romano impero
germanico
GEOSTORIA
■ Verso gli Stati nazionali. appena ricordato e, in maniera più indiretta, da Carlo Magno 315
Il regno di Francia e i Capetingi stesso – riuscì a farsi nominare re di Francia e a imporre il
proprio potere. Egli diede inizio a una nuova dinastia, quella

CAPITOLO 13. Dai Carolingi ai Sassoni


Con la deposizione di Carlo il Grosso (887) si vennero a cre- dei Capetingi, che avrebbe regnato fino al 1328.
are tre regni: Ugo Capeto confermò la legge salica nella parte che
• il regno di Francia, la cui corona andò a Oddone di riservava ai figli maschi la possibilità di salire al trono,
Parigi (da quel momento Parigi iniziò ad assumere il escludendo le femmine, ma la modificò in quella che ri-
ruolo di capitale che conserva ancora oggi); guardava la divisione del territorio: stabilì infatti che il re-
• il regno d’Italia, che andò al marchese del Friuli gno doveva passare indiviso al primogenito maschio,
Berengario I; ponendo fine così a un lunghissimo periodo di lotte per la
• il regno di Germania, che andò ad Arnolfo di successione e garantendo ai suoi eredi la possibilità di raf-
Carinzia. forzare il proprio potere.
La fragile Lotaringia era scomparsa e non esisteva più un
imperatore, tre sovrani si sentivano del tutto indipendenti. GEOSTORIA
In Francia la posizione del re rimase a lungo debole, men- ■ Il regno di Germania e la dinastia
tre lo strapotere dei vassalli portò a una condizione di vera sassone
e propria anarchia. Solo alla fine del x secolo il conte di Parigi
Ugo Capeto – discendente da quell’Oddone che abbiamo Il regno di Germania (che allora si chiamava anco-
ra Francia Orientalis, con riferimento all’antico regno dei
tweet Legami familiari Franchi) comprendeva i territori a est del Reno ed era divi-
Ugo Capeto era nipote, per parte di madre, del re di Germania so in quattro ducati, corrispondenti ai quattro principali
Enrico l’Uccellatore, primo sovrano della dinastia sassone.
popoli che lo abitavano:
• i Frànconi vicino al Reno;
▼ L’apparizione di san Valerio a Ugo Capeto, miniatura da Les grand • gli Svevo-Alamanni a sud-ovest (nell’attuale Svizzera);
chroniques de France, Parigi, Bibliothéque Nationale.
• i Bàvari a sud-est;
• i Sassoni a nord-est.
La corona regia veniva affidata per elezione a uno dei quat-
tro duchi.
Nel 919, in una situazione di estrema gravità sia per la
frammentazione del potere statale, sia per le minacce di
invasione da parte dei Normanni da nord, degli Ungari e
degli Slavi da est, fu eletto re Enrico I di Sassonia, det-
to “l’Uccellatore”, che intraprese un’energica opera di

MEMO LESSICO

Uccellatore
Enrico I di Sassonia aveva la passione della caccia con il falcone.
Tale attività era fondamentale, per l’aristocrazia medievale, perché
difendeva la popolazione dalle bestie selvatiche e procurava carne
in abbondanza per le mense.

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Enrico I si conquistò così una tale autorevolezza che
alla sua morte, nel 936, i principi tedeschi decisero di eleg-
gere re suo figlio Ottone I, allora ventiquattrenne, in se-
guito detto “il Grande”. I suoi discendenti regneranno fino
al 1024.

■ Ottone I, re di Germania
316 Tre furono i problemi che Ottone I dovette affrontare fin
dai primi anni di regno:
• il conflitto con gli Ùngari, che continuavano a mi-
sezione 3. L’Alto Medioevo

nacciare le frontiere orientali;


• i rapporti con l’aristocrazia, tendenzialmente ribel-
le e contraria al rafforzamento del potere centrale;
• le relazioni con la Chiesa, che Ottone (sull’esempio
dei grandi uomini politici a cui si ispirava: Costantino,
Clodoveo, Carlo Magno) cercò di sottomettere per
usarla come strumento di governo.
Ottone continuò dunque l’azione politico-militare del
▲ Piastre di Tamdrup o Tundrup, lamina in oro sbalzato raffigurante il padre volta a rafforzare i confini orientali del regno:
vescovo Poppo artefice della conversione al cristianesimo del re Aroldo obbligò al vassallaggio il duca di Polonia, incorporò nel
Klatz detto il Loquace, Copenaghen, Museo Nazionale. regno germanico il ducato di Boemia e ricostituì la mar-
ca di Carinzia (nell’attuale Austria), voluta da Carlo Magno
riforma amministrativa e militare del regno. Nel 935 ai tempi della guerra contro gli Àvari. Il momento culmi-
egli raccolse i frutti della sua attività, ottenendo un’im- nante di questa azione si ebbe nel 955, quando Ottone, nei
portante vittoria contro gli Ungari, ampliando i confini pressi di Augusta, riportò una memorabile vittoria contro
del regno fino al fiume Oder e assoggettando una parte gli Ungari (battaglia di Lechfeld) e pose fine a un lungo
delle popolazioni slave. L’anno prima aveva sconfitto e periodo di invasioni.
ucciso il re normanno di Danimarca, Gorm il Vecchio, il cui Ottone ridusse drasticamente i benefici concessi ai
figlio Harald (Aroldo) I si convertì al cristianesimo, rivol- vassalli e aumentò il potere dei vescovi, ben consapevole
gendo le sue mire espansionistiche verso nord e lasciando che questi ultimi, avendo fatto voto di celibato, non poteva-
tranquilli i confini tedeschi. no avere eredi legittimi e quindi alla loro morte il beneficio

MEMO LESSICO
i protagonisti della storia
Celibato
In generale il termine indica la condizione di un uomo non sposato;
il celibato ecclesiastico, cioè il voto di castità, fino all’xi secolo
riguardava solo i vescovi e gli abati, e non tutti i sacerdoti.
Aroldo I di Danimarca
Aroldo I (Harald), 911-988 circa,
è considerato il fondatore della
LE DOMANDE DELLA STORIA Danimarca. Egli infatti unificò
il regno dal punto di vista po-
litico e religioso, rendendolo
Come fece Enrico I a rinforzare militarmente il suo regno?
indipendente dalla Germania
In una situazione difficile come quella del x secolo, Enrico I dove-
e iniziando una politica forte-
va innanzitutto riorganizzare la resistenza militare; fece quindi co-
mente espansiva in Norvegia
struire una serie di castelli fortificati. La sua genialità consistette
e nelle isole britanniche. Fu
nel renderli anche centri amministrativi ed economici. Intorno ai
deposto dal figlio Sven e morì
castelli, quindi, ruotava tutta la vita politica e sociale del regno.
poco dopo in esilio.
Probabilmente Enrico si ispirò alle abbazie fondate da Carlo Magno
e da Ludovico il Pio, che avevano svolto una simile molteplicità di
funzioni nell’Impero carolingio circa un secolo prima.

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Storia magazine
correva l’anno

La battaglia di Lechfeld (955)


Le incursioni degli Ungari rendevano insicuri i confini orientali del regno di Ottone I.
Il sovrano (non ancora imperatore) affrontò il comandante supremo Bulcsú e i suoi 317
luogotenenti Lehel e Súr a Lechfeld il 10 agosto, e li sconfisse definitivamente. Da allora in
poi, gli Ungari non rappresentarono più una minaccia per l’Europa centrale.

CAPITOLO 13. Dai Carolingi ai Sassoni


Gli schieramenti La battaglia CAVALLERIA UNGARA
FASE 1

Ottone aveva a disposizione solo La battaglia si svolse nei pressi del-


FANTERIA UNGARA
10 000 cavalieri di varie nazionali- la città di Augusta, che gli Ungari
tà (Svevi, Boemi, Franconi, Sassoni e stringevano d’assedio. Fino a quel
Bavaresi), ma con armature pesanti, momento le città fortificate erano
in grado di resistere ai lanci di frec- state per loro imprendibili: se fossero BAVARESI
FRANCONI
ce dei nemici ed estremamente resi- riusciti a conquistare Augusta, la po- SASSONI
SVEVI
stenti nel corpo a corpo. polazione germanica si sarebbe sen- BOEMI
Gli Ungari avevano un esercito di circa tita ancora più indifesa di fronte alle SALMERIE

50 000 cavalieri armati alla leggera, loro violente incursioni e gli Ungari
secondo il costume dei nomadi delle stessi si sarebbero ritenuti del tutto Fase 1
steppe. invincibili. Era quindi necessario per Ottone dispose le sue truppe in colonna; gli
Ungari attaccarono di sorpresa la retroguardia
Ottone intervenire per riaffermare la e la misero in fuga, ma anziché approfittare
propria autorità. della possibilità di chiudere i nemici in una
morsa micidiale scesero da cavallo e, secondo
il loro costume, si misero a saccheggiare le
salmerie abbandonate.
Le conseguenze
La vittoria di Ottone fu
FASE 2
un trionfo: gli Ungari
persero 30 000 uomini, FANTERIA UNGARA
i Germanici solo 3500; i
prigionieri furono uccisi
o mutilati. Ottone fu sa-
BAVARESI
RA

lutato imperatore dalle


GA

FRANCONI
UN
A

truppe, pur non avendo


RI

SASSONI
LE
L

SVEVI
VA
CA

ancora il titolo ufficiale. BOEMI


SALMERIE
Il periodo delle invasioni
era finito.
Fase 2
I cavalieri di Ottone poterono così intervenire
Muelich Hektor, Battaglia di e massacrarono facilmente gli Ungari
Lechfeld (955), combattimento appiedati; intanto, Ottone guidava la carica
tra la cavalleria di Ottone contro il grosso dell’esercito nemico: le
I e quella degli Ungari, frecce degli Ungari risultarono inutili contro
1457, Augusta, Staats-und le spesse corazze dei Germanici, che li
Stadtbibliothek. raggiunsero e li misero in fuga disordinata.

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sarebbe tornato all’imperatore (sono storicamente noti con dell’Impero romano. Come già per Carlo Magno, questo
il termine di vescovi-conti). Nell’xi secolo, dopo che il papa- mito agiva potentemente nell’animo del nuovo imperato-
to ebbe riacquistato forza e autonomia, questa scelta avrebbe re e fu alla base del fermento culturale che caratterizzò
dato luogo alla lotta per le investiture. Durante il regno gli anni del regno suo e dei suoi successori (in particolare
di Ottone I il Grande, essa contribuì invece a rafforzare il quello del nipote, Ottone III).
potere imperiale a scapito dell’aristocrazia. Gli studiosi hanno definito Sacro romano impe-
ro germanico (o della nazione germanica) l’Impero di
Ottone I, per distinguerlo dal “Sacro romano impero” dei
■ Ottone I, re d’Italia e imperatore Carolingi, sottolineando così la principale differenza tra
318 le due istituzioni politiche: quella carolingia aveva il suo
Nel 961 Ottone I scese nella penisola italica e si fece pro- asse fondamentale nella regione del Reno, tra la Francia e
clamare re d’Italia, eliminando dalla scena politica il re
sezione 3. L’Alto Medioevo

Berengario II, erede di quel Berengario I che era diventato re


d’Italia nell’888, dopo l’abdicazione di Carlo il Grosso. L’anno MEMO LESSICO
successivo Ottone fu incoronato imperatore dal papa.
L’Italia tornava così a far parte dell’Impero, anche se il Renovatio imperii
Non si deve confondere la renovatio imperii (ovvero la “rinascita
potere degli imperatori germanici sarebbe sempre stato dell’Impero romano”, ideale prima di Carlo Magno, poi di Ottone
contrastato, prima dai vassalli, poi (a partire dal xii secolo) I) con la restauratio imperii (il progetto politico dell’imperatore
d’Oriente Giustiniano, vedi p. 209). Giustiniano pensava a una
dai Comuni. riconquista, poiché si sentiva erede diretto dell’Impero romano;
Con l’incoronazione di Ottone I parve attuarsi uno de- Carlo Magno e ancora di più Ottone il Grande, invece, tentavano di
gli ideali più potenti dell’Europa medievale dopo Carlo riportare in vita un ideale ormai lontano, in un contesto del tutto
differente.
Magno, quello della renovatio imperii, cioè della rinascita

◀ Ottone I
incoronato dalla
Vergine, miniatura
dal Sacramentario
di san Varmondo,
manoscritto,
x secolo, Ivrea,
Biblioteca
capitolare.

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la Germania; quella ottoniana aveva invece il suo asse fon-
damentale tra la Germania e l’Italia (la Francia, come
abbiamo visto, aveva ormai intrapreso un’altra strada).

■ Il Privilegium Othonis
Le ragioni per cui Ottone I scese in Italia erano stretta-
mente legate al suo progetto politico complessivo. Lo scopo
dell’imperatore era infatti duplice: da un lato, rafforzare i 319
confini orientali (il Friuli), vera e propria porta di accesso
per tutti gli invasori provenienti da est; dall’altro, imporre

CAPITOLO 13. Dai Carolingi ai Sassoni


il proprio controllo sulla Chiesa e sul papa.
Ottone I, dunque, organizzò in Friuli una rete difensiva
di castelli collegati tra loro mediante segnalazioni con fuo-
chi. Quindi intervenne nelle lotte tra le famiglie dell’aristo-
crazia romana, che da tempo si contendevano il controllo
del pontificato, e riuscì a imporre un pontefice di propria
scelta; ma soprattutto, nel febbraio del 962, emanò un atto,
il Privilegium Othonis (“Privilegio di Ottone”, chiamato anche
“Diploma ottoniano”), con cui stabilì che l’elezione papale
dovesse avvenire con il consenso dell’imperatore e alla
presenza dei suoi rappresentanti. L’imperatore, inoltre, si at-
tribuiva il diritto di sorvegliare e difendere la città di Roma:
egli riconosceva tutte le donazioni territoriali fatte dai
Carolingi al papa, stabilendo però che esse dovevano rima-
nere sotto la tutela imperiale. Il papa, da parte sua, giurava
di essere fedele all’imperatore e di chiedere il suo consenso
ogni volta che la Chiesa eleggeva un nuovo papa. In questo
modo, il papa era sottoposto in tutto e per tutto all’auto- ▲ Marco da Siena, Ottone I restituisce alla Chiesa le province occupate da
rità dell’imperatore. Berengario e suo figlio Adalberto, affresco. Città del Vaticano, Sala Regia.

per schematizzare

La dinastia sassone
Enrico I l’Uccellatore
(876-936)

Ottone I Enrico il Litigioso Edvige (922-965)


(912-973) (920-955) + Ugo il Grande

Ottone II Enrico II di Ugo Capeto


(955-983) Baviera (951-955) (940-996) dinastia
capetingia

Ottone III Enrico II il Santo


(980-1002) (973-1024)

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■I successori di Ottone I suo regno fu breve (una decina d’anni) e povero di avveni-
menti, se si escludono le vittoriose guerre di conquista con-
Ottone I aveva ottenuto grandi successi sia sul piano mi- tro la Danimarca e la Francia e la cocente sconfitta contro i
litare, sia su quello diplomatico: aveva ristabilito l’autorità Saraceni in Italia meridionale.
imperiale in Germania e in Italia, aveva imposto il suo con- Nel 983, alla morte di Ottone II, divenne imperatore il fi-
trollo sul papato e sulle gerarchie della Chiesa, aveva per- glio, Ottone III, all’età di soli tre anni. In suo nome regnarono
fino ottenuto un parziale riconoscimento da parte dell’im- prima la madre Teofane, poi la nonna, che lottarono contro
peratore bizantino, che aveva concesso in moglie la figlia le ambizioni del cugino dell’imperatore, Enrico di Baviera. A
Teofane al figlio di Ottone I, Ottone II. quindici anni, quando assunse direttamente il potere, Ottone
320 Ottone II salì al trono alla morte del padre, nel 973; il III era un giovane colto e idealista, che sognava di riportare
l’Impero ai fasti dell’età di Costantino, l’uomo politico a cui si
▼ L’imperatore Ottone III circondato dai grandi dell’Impero, miniatura,
Monaco di Baviera, Biblioteca Nazionale. ispirava maggiormente. Egli impose l’elezione a pontefice del
sezione 3. L’Alto Medioevo

suo precettore, Gerberto d’Aurillac, uno dei grandi intellet-


tuali del tempo, che assunse il nome di Silvestro II in ricordo
del papa che aveva battezzato Costantino. Ottone III trasferì
la sede imperiale a Roma e tentò di imporre il greco e il latino
come lingue ufficiali dell’Impero, illudendosi di far rivivere la
grande cultura classica. Costretto a fuggire da Roma da un’in-
surrezione popolare (pilotata dai suoi avversari), morì nel
1002, a soli ventidue anni di età. Il suo maestro Silvestro II lo
seguì nella tomba l’anno successivo.
L’ultimo esponente della dinastia sassone fu Enrico II,
detto “il Santo”, figlio di quell’Enrico di Baviera che aveva
tentato di usurpare il trono a Ottone III. Enrico, al contra-
rio dei suoi predecessori, trascurò l’Italia, rendendosi conto
che la nobiltà tedesca stava acquisendo troppa autonomia,
e dedicò tutte le sue energie alla riaffermazione dell’au-
torità imperiale in Germania.
Con la morte di Enrico II, nel 1024, la casa di Sassonia
si estinse e il titolo imperiale passò (pacificamente) a
Corrado II, detto “il Salico”, iniziatore della dinastia di
Franconia.

AREA TUTOR — Facciamo il punto!


1 Verifica le CONOSCENZE 2 Definisci il LESSICO ESSENZIALE
➀ In che modo venne diviso ➀ Capetingi
l’Impero dopo Carlo il Grosso? ➁ Renovatio imperii
➁ Chi prese il sopravvento in ➂ Privilegium Othonis
Francia? ➃ Celibato
➂ Perché Enrico l’Uccellatore
ottenne il titolo di re? 3 Acquisisci le COMPETENZE
➃ Che cosa accadde al regno d’Italia Ricerca in Internet
nella seconda metà del x secolo? La figura di Gerberto d’Aurillac, papa Silvestro II, è una delle più affascinanti
➄ Quali successi ottenne Ottone il del x secolo. Svolgi una breve ricerca online e narra la vita di questo
Grande? personaggio in un testo di circa 1300 battute.
➅ Perché Ottone III tentò di imporre
il latino e il greco come lingue vive?

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3. Gli ultimi invasori: Saraceni,
Normanni, Ungari
■ Una nuova ondata di invasioni ■I Saraceni 321
I centocinquant’anni circa che vanno dalla morte di Carlo Come abbiamo più volte osservato, la rapidissima

CAPITOLO 13. Dai Carolingi ai Sassoni


Magno (814) all’incoronazione di Ottone I (962) sono ca- espansione araba verso l’Europa si era sostanzialmente
ratterizzati da una nuova ondata di invasioni. Tre furono arrestata alla fine del vii secolo: quando Carlo Martello
i popoli che, in zone differenti ma con modalità piuttosto aveva sconfitto i musulmani a Poitiers, nel 732, i suoi
simili, minacciarono i confini dell’Europa occidentale e avversari erano ormai più una banda di predoni che un
causarono profonde trasformazioni nel suo assetto sociale esercito di conquistatori. Negli anni successivi, tutta-
e politico: i Saraceni, i Normanni e gli Ungari. via, le incursioni arabe nei territori europei non era-
Queste invasioni ebbero un carattere piuttosto diverso no mai cessate, malgrado gli sforzi dei sovrani carolin-
da quelle che tra il iii e il vi secolo avevano provocato gi per impedirle.
la caduta dell’Impero romano d’Occidente. In generale, Con la crisi dell’Impero, nella seconda metà del ix se-
comunque, esse furono legate alla crisi del sistema po- colo, le incursioni ripresero con maggior vigore, soprat-
litico carolingio, così come le invasioni barbariche anti- tutto sulle zone costiere dell’Italia e della Francia
che erano state favorite e facilitate dalla crisi dell’Impero meridionale. Gli Arabi avevano infatti conquistato sia le
romano. isole Baleari, sia la Sicilia, e da queste isole partivano per

Le invasioni del ix-x secolo

▼ Particolare di affresco con la conquista


di Maiorca, Barcellona, Museo Nazionale di
R E G NO DI
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REGNO DI R E G NO
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CASTIGLIA NAVARRA REGNO DI
CONTEA DI CROAZIA Mar Nero GEORGIA
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IMPERO BIZANTINO

Tunisia

M a re M e d it e r r a ne o
incursioni normanne
incursioni ungare Alessandria
incursioni saracene

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bizantino (l’unico che avrebbe potuto contrastare gli abi-
lissimi marinai musulmani) si sentiva in dovere di interve-
nire in una regione così distante dai suoi territori. Invano
Ottone I, nel 956, mandò un ambasciatore alla corte del
califfo di Cordova per tentare di risolvere diplomaticamen-
te il problema: i pirati del Freinet non riconoscevano alcu-
na autorità e il tentativo non approdò a nulla. Solo nel 973
il conte Guglielmo I di Provenza riuscì a riconquistare il
Freinet e a scacciarne gli occupanti.
322 A partire da quel momento i Saraceni incominciarono
a perdere territori: nei primi decenni dell’xi secolo Pisa
e Genova, alleate, strapparono loro la Corsica e la Sardegna;
sezione 3. L’Alto Medioevo

alla fine dello stesso secolo essi persero anche la Sicilia e


le basi in Italia meridionale, di cui si impadronì un nuovo
popolo invasore, i Normanni.

■I Normanni o Vichinghi
I Normanni erano una popolazione di stirpe germani-
ca, originaria della penisola scandinava e dell’attua-
le Danimarca. Il nome Normanni (“uomini del Nord”)
fu dato loro dai popoli europei che dal Nord, appunto, li

▲ Un guerriero saraceno.

le loro scorrerie in Provenza, in Campania, in Puglia, in


Sardegna, in Toscana ecc., finalizzate al saccheggio e al
rapimento di uomini e donne da rivendere come schiavi
sui mercati del Levante.

■ Il caso del Freinet


In molte località (per esempio a Bari e a Taranto) i Saraceni
costituirono insediamenti veri e propri, basi di appoggio
per incursioni verso l’interno.
Il più famoso di questi capisaldi si trovava sulla costa
francese, nei pressi di Nizza, ed era frutto dell’intrapren-
denza dei Saraceni andalusi (spagnoli): era detto Freinet,
cioè Frassineto, e si trattava di una fortezza che da terra ri-
sultava quasi imprendibile, mentre era facilmente attacca-
bile dal mare. I Saraceni se ne impadronirono nell’890 circa
e per quasi un secolo la occuparono, usandola come punto
di partenza per le loro incursioni lungo le coste e nell’en-
troterra (fino in Piemonte e nell’attuale Svizzera, secondo
alcune fonti), senza che nessuno riuscisse a infastidirli.
Come abbiamo già osservato, infatti, nessun sovrano
europeo possedeva una flotta militare, né l’imperatore ▲ Un guerriero normanno.

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vedevano arrivare; essi chiamavano se stessi Vichinghi, • un secondo gruppo si diresse verso nord, colonizzò le
cioè “abitanti dei vik”, i fiordi caratteristici delle coste isole nei pressi della Gran Bretagna (Fær Øer, Shetland,
scandinave. Orcadi) e intorno all’870 arrivò in Islanda, allora com-
I Normanni erano un popolo di cacciatori e pesca- pletamente disabitata, dove si stabilì dando vita a una
tori; i loro contatti con le popolazioni più meridiona- nuova civiltà; dall’Islanda alcuni esploratori giunsero in
li erano tradizionalmente limitati al commercio delle seguito in Groenlandia e in America settentrionale;
pellicce e dell’ambra, la preziosa resina fossile di cui la • un terzo gruppo si diresse verso sud, raggiungendo
Scandinavia era particolarmente ricca, molto apprezzata le coste dell’Inghilterra meridionale e dell’Irlanda,
sia nel mondo greco, sia in quello romano, oltre che per la poi della Francia settentrionale, penetrando infine
sua bellezza, anche per le proprietà magiche che le veni- nel Mediterraneo, dopo aver costeggiato la penisola 323
vano attribuite. iberica, e arrivando in Italia.
Le ragioni per cui nel ix secolo ebbe inizio la migra-

CAPITOLO 13. Dai Carolingi ai Sassoni


zione di grandi masse di Normanni non sono chiare: è
tweet L’Edda
possibile che l’aumento della popolazione spingesse i più La colonizzazione normanna dell’Islanda diede vita a una fiorente
giovani a cercare fortuna altrove; ma certo la debolezza civiltà, di cui le tracce più rilevanti sono i racconti della cosiddetta
Edda, una serie di poemi epici nati nel ix secolo e messi per
dell’Impero carolingio e la sua conseguente incapacità iscritto nel Duecento.
di reagire agli attacchi da parte dei nemici giocarono un
ruolo importante.

LE DOMANDE DELLA STORIA


■ L’espansione normanna
Perché i Normanni non colonizzarono l’America?
L’espansione normanna seguì tre direttrici principali: Alla fine del x secolo un personaggio semileggendario, Erik il Rosso,
fu probabilmente il primo ad avvistare il continente americano, spin-
• un primo gruppo si diresse verso est e, risalendo i fiu- gendosi dalle coste della Groenlandia a quelle del Canada. A esplo-
mi che sfociano nel mar Baltico, giunse fino ai confini rarlo davvero fu però suo figlio Leif, che sbarcò nell’attuale isola di
Terranova. Questa “scoperta dell’America” non ebbe tuttavia alcuna
con l’Impero bizantino (mar Nero) e con l’Impero conseguenza: i Normanni di Leif tornarono infatti in Groenlandia e
arabo (mar Caspio); erano chiamati Variaghi o Vareghi rinunciarono a ulteriori spedizioni, forse per le difficoltà del viaggio
dai Bizantini, Rus (da cui deriverebbe il nome Russia) (il 50 per cento circa delle loro navi si perdeva in mare), forse per la
reazione ostile dei bellicosi nativi americani.
dagli Slavi;

Le tre direttrici dell’espansione normanna


▼ Pietra vichinga (“Pietra di Smiss”),
raffigurante un combattimento
tra due fanti e una nave carica di
ISLANDA guerrieri, ix secolo, Stoccolma,
GROENLANDIA
Statens Historika Museet.

REGNO DI
NORVEGIA REGNO
DI
SVEZIA
AMERICA
DEL NORD Oceano REGNO DI
DANIMARCA
REGNO DI PRINCIPATO
Atlantico INGHILTERRA DI KIEV
REGNO DI
TERRANOVA REGNO DI
POLONIA
GERMANIA
REGNO DI
FRANCIA
REGNO DI REGNO
REGNO BORGOGNA D’UNGHERIA
R. DI
DI LEON E NAVARRA
CASTIGLIA REGNO DI
CONTEA DI CROAZIA Mar Nero GEORGIA
ARIA
BARCELLONA SERBIA
B ULG
DI
O Costantinopoli
Roma GN
RE

IMPERO BIZANTINO

Mare Mediterraneo
incursioni normanne

Alessandria

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■ I Normanni in Francia, Inghilterra all’Italia; qui i Normanni, sotto la guida di Ruggero I d’Al-
e Italia tavilla e di suo fratello Roberto il Guiscardo, tra il 1060 e il
1091 annientarono i Bizantini, gli Arabi e ciò che restava
Le incursioni dei pirati normanni erano caratterizzate da del ducato longobardo di Benevento, creando un vasto re-
una spaventosa ferocia: a bordo delle loro navi essi raggiun- gno che comprendeva tutta l’Italia meridionale e la Sicilia.
gevano le zone costiere abitate,conquistavano i porti e mas-
sacravano gli abitanti; da lì partivano per nuove spedizioni
verso l’interno, risalendo i fiumi e minacciando anche città ■ Gli Ungari
e villaggi molto lontani dal mare. In questo modo essi deva-
324 starono l’Inghilterra e l’Irlanda e posero sotto assedio Parigi. La terza ondata di invasioni giunse nell’Occidente euro-
Nel 910 circa, dopo aver tentato invano di opporsi alle peo da sud-est. La distruzione degli Àvari da parte di Carlo
incursioni normanne con le armi, il re di Francia Carlo il Magno, alla fine dell’viii secolo, aprì infatti la strada agli
sezione 3. L’Alto Medioevo

Semplice offrì loro in feudo una regione sulla costa set- Ungari o Magiari. Questo popolo originario delle steppe
tentrionale, l’attuale Normandia. Da qui partiranno, nell’xi asiatiche, imparentato con gli Unni e con gli stessi Àvari,
secolo, le due spedizioni normanne storicamente più gravi- giunse nella pianura pannonica poco dopo la metà del ix
de di conseguenze: secolo e per quasi cento anni terrorizzò le popolazioni itali-
• quella verso l’Inghilterra, che fu conquistata dal duca che, slave, germaniche e bizantine con le sue feroci incur-
di Normandia Guglielmo I, il quale nel 1066 vinse la sioni. Come i Saraceni, infatti, gli Ungari non intendevano
battaglia di Hastings e divenne “il Conquistatore” per conquistare nuovi territori, ma si limitavano a saccheg-
antonomasia; giarli, terrorizzando le popolazioni.
• quella che, costeggiando la penisola iberica (ben di- Solo quando riacquistò forza e autorevolezza l’Impero
fesa dai musulmani e quindi inattaccabile), arrivò fino riuscì a organizzare la resistenza: prima Enrico I l’Uccel-
latore e poi suo figlio Ottone I il Grande (vincitore nella
battaglia di Lechfeld, vedi p. 317) sconfissero gli Ungari
▼ L’adozione della staffa costituì un’innovazione tecnologica di enorme e li costrinsero a ritirarsi entro confini ben definiti, corri-
importanza. Importata in Europa dalle tribù di cavalieri dalle steppe spondenti più o meno a quelli dell’attuale Ungheria.
asiatiche (unni, bulgari, ungari...), la staffa garantiva una stabilità prima
sconosciuta e la possibilità di usare la forza del cavallo nell’urtare i Da nomadi o seminomadi gli Ungari divennero quindi
nemici in battaglia, facendo quasi un corpo unico con l’animale. Il primo sedentari, da banditi e saccheggiatori si trasformarono in
popolo europeo ad adottare regolarmente la staffa fu quello dei Franchi.
La cavalleria assunse così un’importanza inedita e, in epoca carolingia, agricoltori e allevatori, e infine da pagani divennero cristiani
venne a costituire una classe sociale privilegiata. sotto la guida del loro re Stefano I, detto “il Santo” (997-1038).

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■ Uno sguardo d’insieme tempo, perlopiù collaborando pacificamente; gli inva-
sori altomedievali giungevano invece come nemici
Se confrontiamo le invasioni altomedievali del ix-x secolo inattesi, spargendo terrore e desolazione.
con le invasioni tardo-antiche del iii-vi secolo notiamo al- Apparentemente, quindi, le invasioni altomedievali ebbe-
cune importanti differenze: ro un carattere più cruento e devastante. Non bisogna
• le invasioni tardoantiche erano migrazioni di popoli che però dimenticare che queste invasioni persero abbastanza
si spostavano alla ricerca di nuovi territori in cui inse- rapidamente il loro tratto distruttivo: sia i Saraceni, sia i
diarsi; le invasioni altomedievali erano invece incursio- Normanni, sia gli Ungari adottarono presto costumi più
ni compiute da bande di saccheggiatori o di pirati; civili, inserendosi nel contesto politico europeo.
• i “barbari” tardoantichi superavano i confini di un Mentre le invasioni tardo-antiche portarono alla caduta 325
Impero abitato da popolazioni con cui convivevano da dell’Impero romano d’Occidente e all’inizio di un lungo pe-
riodo di disordini e di decadenza, le invasioni altomedievali

CAPITOLO 13. Dai Carolingi ai Sassoni


tweet L’ungaro come mostro si conclusero con la creazione di un nuovo assetto: a par-
Una traccia del terrore suscitato dagli Ungari è rimasta nella figura tire dall’xi secolo, l’arrivo di nuove popolazioni (ad esempio
fiabesca dell’orco: il termine deriva infatti dal francese ogre, a sua
volta deformazione di ongre, cioè Ungaro. i Turchi) riguarderà solo gli estremi confini dell’Europa, che
non conoscerà più invasioni degne di nota.

MEMO DATE

Le ultime invasioni (ix-x secolo)


I Saraceni I Normanni Gli Ungari
827-902 Gli Arabi conquistano la Sicilia. 793  Prime incursioni normanne in 862  Prime incursioni degli Ungari in
890-973 I pirati saraceni occupano il Freinet. Inghilterra e Irlanda. Pannonia.
845 I Normanni assediano Parigi. 955  Ottone I il Grande sconfigge gli
910 I Normanni ottengono in feudo la Ungari nella battaglia di Lechfeld.
Normandia. 996-997 Conversione degli Ungari al cristia-
1066 Il duca di Normandia Guglielmo I nesimo.
il Conquistatore vince a Hastings
e diventa re d’Inghilterra.
1060-91 
I Normanni conquistano l’Italia
meridionale e la Sicilia.

AREA TUTOR — Facciamo il punto!


1 Verifica le CONOSCENZE 2 Definisci il LESSICO ESSENZIALE
➀ Perché la debolezza dell’Impero ➀ I Normanni erano detti anche .......................
carolingio favorì le invasioni del ix ➁ Gli Ungari erano detti anche .......................
e x secolo? ➁ I saraceni erano genericamente chiamati i .......................
➁ Che cos’era il Freinet?
➂ Da dove venivano i Normanni? 3 Acquisisci le COMPETENZE
➃ Quali direzioni assunse la loro Dal testo allo schema
espansione? Completa il seguente diagramma, ricavando dal testo alcuni fatti esemplari
➄ Dov’erano stanziati gli Ungari? che segnarono la fine delle invasioni saracene, normanne e ungare.
➅ Chi li sconfisse definitivamente?
➆ Chi li convertì al cristianesimo? sconfitte militari accordi politici conversione
  

fine delle
invasioni

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Geostoria focus

L’Europa etno-linguistica
326 ❶ Lingue
 di ieri
e lingue di oggi
sezione 3. L’Alto Medioevo

Le macro-regioni linguistiche antiche...


Le invasioni dell’Alto Medioevo modificano profondamente la mappa linguistica
dell’Europa. In epoca imperiale (tra il i e il v secolo d.C. circa) si potevano infatti
individuare quattro grandi aree, e cioè:
• l’area greca, nel Mediterraneo orientale;
• l’area latina, nel Mediterraneo occidentale;
• l’area germanica, al di là del limes reno-danubiano;
• l’area celtica, che veniva affiancata da quella latina, e progressivamente
annientata, tra la penisola iberica e le isole britanniche.

... e quelle moderne


Tra il v e l’xi secolo, una serie di nuove popolazioni vengono a stabilirsi nel
continente, in parte mescolandosi ai popoli pre-esistenti, in parte sostituendoli.
Il risultato di queste lunghe e complesse migrazioni di popoli si riflette sul
piano linguistico, come rivela uno sguardo d’insieme all’Europa attuale. Essa si
presenta infatti divisa in tre aree principali:
• quella latina, che occupa quasi interamente la penisola iberica, la Francia e
l’Italia;
• quella germanica, che si colloca al centro dell’Europa, tra le Alpi e la penisola
scandinava;
• e quella slava, che si espande in buona parte dell’Europa orientale.
Queste tre macroregioni tuttavia, a un’analisi più attenta, si rivelano tutt’altro
che unitarie.

Lingue latine

Lingue germaniche

Lingue slave

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❷ Un mosaico
area latina
All’interno dell’area dove prev
piccole minoranze che parlan
• il basco nella Spagna setten
oggi esistente nel continen
• il grico, il grecanico e l’alb
(conseguenza della lunga do
dell’immigrazione di popola

area german
Nei Paesi più occidentali della
ceppo germanico permangono
celtico:
• in Irlanda e in Scozia è diffu
ufficiale della Repubblica irl
• in Galles, Cornovaglia e Bre
gruppo brittonico, apparte

area slava
La situazione dell’Europa orien
slave sono le più diffuse, ma v
idiomi di carattere completam
• il greco, nella penisola ellen
l’albanese (in Albania e nel
• il magiaro, nella regione ce
Ungari nel ix e x secolo);
• il rumeno (lingua neolatina
nel ii secolo d.C. e sopravvi

Le lingue slave si possono poi


che utilizzano l’alfabeto cirillic
latino, meridionali, che utiliz
di scrittura.

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Le zone di confine
Come avrai notato, l’antico limes reno-danubiano conserva la sua importanza anche sul piano
linguistico e segna ancor oggi delle discontinuità importanti.
D’altro canto, non bisogna dimenticare che i confini linguistici non sono mai netti. Le regioni di
mosaico di minoranze confine sono infatti caratterizzate dalla compresenza di lingue diverse:
• nell’Italia nord-orientale convivono italiano, tedesco e sloveno;
• nella Transilvania (Romania) vi sono importanti minoranze di lingua ungherese e tedesca.
latina Oppure può avvenire l’elaborazione di lingue “di transizione”, che hanno cioè elementi propri di
ell’area dove prevalgono le lingue neolatine si trovano due gruppi diversi:
oranze che parlano lingue di altro tipo: per esempio • il grecanico è una forma di greco influenzata dal dialetto calabrese (neolatino); 328
ella Spagna settentrionale (l’unica lingua non indoeuropea • il lussemburghese e il lorenese sono dialetti che mescolano elementi francesi (neolatini) ed
nte nel continente), elementi tedeschi (germanici).
grecanico e l’albanese nell’Italia meridionale

CAPITOLO 13. Dai Carolingi ai Sassoni


nza della lunga dominazione bizantina e Inoltre può accadere che vengano inventate le cosiddette “lingue franche”, cioè lingue che
razione di popolazioni straniere in epoca medievale). servono per la comunicazione pratica fra persone di lingua madre diversa;
• la più famosa di queste lingue franche, usata su tutte le coste del Mediterraneo tra l’epoca
delle Crociate e il xix secolo, è il sabir, basata su un miscuglio di genovese, veneziano e
spagnolo, con elementi catalani, arabi, greci, siciliani, turchi ecc.

germanica
occidentali della regione dove si parlano lingue di
nico permangono forti tracce del precedente sostrato
finlandese
e in Scozia è diffuso il gaelico (che da alcuni anni è lingua norvegese
ella Repubblica irlandese);
Cornovaglia e Bretagna francese sono diffuse le lingue del estone
gaelico Mare svedese
ittonico, appartenenti alla famiglia delle lingue celtiche. lettone
del
Mar
Nord Baltico
lituano
russo
inglese
slava brittone
tedesco
lingue slave
occidentali

e dell’Europa orientale è molto più complicata. Le lingue OCEANO


più diffuse, ma vi sono ampie regioni dove si parlano
attere completamente diverso. In particolare:
AT L A N T I C O moldavo
francese magiaro
ella penisola ellenica (evoluzione del greco antico) e
(in Albania e nelle regioni confinanti); basco rumeno
, nella regione centrale dei Balcani (dovuto all’arrivo degli lingue slave Mar Nero
ita

meridionali
ix e x secolo);
lia
ese

Lingue neolatine
n

(lingua neolatina imposta dalla colonizzazione romana spagnolo


o
ogh

o d.C. e sopravvissuto a tutte le successive vicissitudini). greco-gricanico albanese Lingue Germaniche


port

e albanese
Lingue slave
ve si possono poi suddividere in tre gruppi: orientali, greco
Lingue baltiche
Mar Mediterraneo
o l’alfabeto cirillico, occidentali, che utilizzano l’alfabeto Albanese
dionali, che utilizzano in diversi Stati entrambi i sistemi Greco
Lingue ugro-finniche

Il romanì e lo yiddish
La cartina linguistica d’Europa, per quanto accurata, trascura inoltre alcuni fenomeni importanti.
• Basti pensare per esempio alla lingua romanì, di origine indiana, parlata fin dal Medioevo da
rom e sinti: essa è attualmente usata da circa 4 milioni e mezzo di persone, distribuite in tutto
il continente, ma solo di recente la sua esistenza è stata riconosciuta e tutelata in alcuni Paesi
(non ancora in Italia).
• Un altro caso particolare è costituito dallo yiddish, una versione del tedesco (con molti
elementi slavi) nata probabilmente in epoca altomedievale e parlata fino alla Seconda guerra
mondiale dagli Ebrei in tutta l’Europa orientale. Lo yiddish ha dato vita fino alla metà del
Novecento a una importante letteratura, ma è oggi in via di estinzione.

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Geostoria focus
Competenze in azione
❶ Geostoria
La mappa linguistica che ti abbiamo proposto tiene ricerca e poi sulla seguente cartina dell’Europa indica 329
conto delle lingue parlate, ma non degli alfabeti usati mediante le lettere L, G e C quale o quali alfabeti sono
per rappresentarle (latino, greco o cirillico). Fai una ufficialmente utilizzati in ogni Paese.

CAPITOLO 13. Dai Carolingi ai Sassoni


ISLANDA

FINLANDIA

NORVEGIA SVEZIA

RUSSIA
ESTONIA

LETTONIA

DANIMARCA LITUANIA
R E G NO RUSSIA
IRLANDA U N I TO BIELORUSSIA
PAESI
BASSI POLONIA
GERMANIA
BELGIO
UCRAINA
REP. CECA
LUSSEMBURGO
SLOVACCHIA
FRANCIA MOLDOVA
AUSTRIA
SVIZZERA UNGHERIA
SLOVENIA ROMANIA
CROAZIA
BOSNIA- SERBIA
ERZEGOVINA
BULGARIA
ITALIA MONTENEGRO KOSOVO

PORTOGALLO MACEDONIA
SPAGNA ALBANIA
GRECIA

MALTA CIPRO

❷ Ricerca sul web (Webquest) l Consiglio di lettura


L’Italia è un Paese caratterizzato dalla presenza di
numerose minoranze linguistiche. Svolgi una breve Elias Canetti, La lingua salvata. Storia di una
ricerca e presenta una mappa linguistica dell’Italia, giovinezza, traduzione di Amina Pandolfi e
indicando le minoranze linguistiche attualmente Renata Colorni, Adelphi, Milano 1980, p. 362.
presenti e la famiglia linguistica (latina, germanica,
slava o altro) a cui esse appartengono. Canetti, premio Nobel 1981, narra la propria
infanzia, segnata da numerosi spostamenti in
vari paesi europei e dalla necessità di apprendere
in pochissimo tempo lingue sempre nuove.

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Storia magazine
biografie

Arduino d’Ivrea
Le difficoltà incontrate dagli imperatori sassoni nel controllare l’Italia sono ben
330 esemplificate dalla figura del marchese Arduino d’Ivrea, che si oppose strenuamente al
potere di Ottone III.
sezione 3. L’Alto Medioevo

Una vita romanzesca Silvestro II lo convocò a Roma e lo ne andò a morire in convento l’anno
scomunicò pubblicamente; Arduino, successivo.
Arduino, nato nel 955 a Pombia a dispetto di alcune sconfitte militari Le sue spoglie, malgrado l’ostilità uffi-
(Novara) in una potente famiglia ari- che lo costrinsero per qualche tempo ciale della Chiesa, furono a lungo ve-
stocratica (era imparentato con l’ex all’esilio, resistette, e nel 1002, appro- nerate da monaci e pellegrini.
re Berengario II, spodestato da Ottone fittando della morte di Ottone III, si
I), ottenne la nomina a marchese di fece eleggere re d’Italia da un’as-
Ivrea da Ottone III, nel 990. semblea di nobili a Pavia. Le interpretazioni
Ben presto entrò in conflitto con i ve- La lotta, militare e diplomatica, con-
scovi di Vercelli e di Ivrea, nominati tinuò a lungo, con successi e sconfitte La storiografia ottocentesca ha spes-
dall’imperatore proprio allo scopo da ambo le parti, e solo nel 1014, ormai so esaltato Arduino per la sua resi-
di limitare il potere del marchese. vecchio e stanco, Arduino si arrese stenza alla “dominazione straniera”
Arduino scacciò i vescovi e si ribel- al nuovo imperatore Enrico II, sce- degli imperatori sassoni e per la sua
lò all’imperatore. Nel 999 il papa so in Italia per farsi incoronare, e se lotta contro gli alti prelati, indican-
dolo come un anticipatore della
Ritratto di Arduino d’Ivrea, re d’Italia dal 1002 al 1014, XVIII secolo, Castello di Masino.
sensibilità risorgimentale (patriot-
tismo e anticlericalismo furono trat-
ti tipici degli eroi del Risorgimento).
Per le stesse ragioni, la storiografia
cattolica ha tradizionalmente teso a
ridimensionare la sua figura, sia sul
piano militare, sia sul piano politico,
facendone un volgare ribelle assetato
di potere.
In realtà il sentimento nazionale
e quello anticlericale sono propri
dell’età moderna ed erano del tutto
sconosciuti ad Arduino. L’avventura
di Arduino va inquadrata, invece, nel
contesto delle lotte tra l’imperatore
e i grandi vassalli: il primo, coadiu-
vato dai vescovi, tentava di imporre
un potere centrale forte; i secondi (e
Arduino era uno di questi) vi si ribel-
lavano, rivendicando le proprie auto-
nomie e tentando di rendere ereditari
i propri privilegi.

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Storia magazine
patrimonio culturale

La Sicilia araba
La Sicilia fu governata tutta o in parte dagli Arabi per circa due secoli e mezzo, tra l’827 e
il 1091. Di questo periodo splendido e turbolento insieme restano tracce importanti nei 331
numerosi monumenti sparsi nell’isola.

CAPITOLO 13. Dai Carolingi ai Sassoni


La difficile conquista attive per altri cinquant’anni cir-
ca e la città di Catania non fu mai
Gli Arabi iniziarono la conquista del- conquistata.
la Sicilia nell’827, chiamati da un ge-
nerale bizantino ribelle, Eufemio di
Messina. I musulmani sbarcarono La dominazione araba
facilmente a Mazara del Vallo, ma i
Bizantini resistettero: Siracusa, che La Sicilia si giovò dell’invasione araba
allora era la capitale dell’isola, cadde sia sul piano agricolo (alla tradizio-
solo nell’878, cioè sessantuno anni nale monocultura del grano si sosti-
dopo. L’ultima roccaforte bizantina, tuirono prodotti come gli agrumi, le
Taormina, fu conquistata nel 902, ma melanzane, il papiro), sia sul piano
piccole sacche di resistenza rimasero commerciale (l’isola si inserì grazie
alla sua posizione geografica nella vi-
Palermo, Chiesa di San Giovanni degli vace rete di traffici che caratterizzava
Eremiti, il cortile interno.
il mondo musulmano).
Soldati Normanni, particolare del rilievo di
La dominazione araba favorì in par- un capitello del chiostro, Duomo dedicato a
ticolare la Sicilia occidentale, dove Santa Maria Nuova, Monreale, Sicilia.
Palermo (Balarm), scelta come nuo-
va capitale, godette di un grandioso resistenza dei cristiani (che organiz-
sviluppo. Detta “la città delle trecen- zarono numerose rivolte contro i nuo-
to moschee”, essa divenne una città vi dominatori, sentiti come stranieri),
splendida, come ancora dimostrano i dall’altro ancora a causa dei tentativi
pochi monumenti dell’epoca soprav- di riconquista da parte dei bizantini,
vissuti (in particolare il Palazzo reale, deboli, ma non del tutto rassegnati.
residenza dell’emiro, e la chiesa di San Nel 1038 fu proprio una spedizione bi-
Giovanni degli Eremiti, al tempo una zantina a segnare il destino dell’iso-
moschea). la: nell’esercito bizantino militavano
infatti dei guerrieri normanni, che
rimasero affascinati dalle meraviglie
L’arrivo dei Normanni della Sicilia; i loro racconti ispirarono
la spedizione degli Altavilla (Roberto
La Sicilia non fu mai completamen- e Ruggero), iniziata nel 1061 con lo
te pacificata dagli Arabi, da un lato a sbarco a Calcara e conclusasi nel 1091
causa delle tensioni interne al mon- con la caduta di Noto; l’epoca della do-
do musulmano (fra Arabi, Berberi minazione araba in Sicilia si conclu-
e Persiani), dall’altro a causa della deva così per sempre.

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Storia magazine
Tecniche Economia Scienza

Le navi vichinghe
I predoni normanni giungevano inaspettati a bordo delle loro navi da guerra, che avevano
332 un pescaggio ridotto al minimo (circa 1 metro) ed erano quindi in grado di avvicinarsi molto
alle coste e di risalire agevolmente i fiumi.
sezione 3. L’Alto Medioevo

Navi da guerra e navi • la nave mercantile, detta knörr, tolto per non offendere le divinità loca-
mercantili aveva una forma meno allungata, era li, all’arrivo in un paese inesplorato.
adibita al trasporto di merci, anima- Tra le leggende smentite dalla ricerca
I Normanni usavano due tipi diversi li e persone e usava di preferenza la storica va annoverata anche quella che
di imbarcazione: vela (mai più di una); probabilmen- attribuisce ai vichinghi l’uso di elmi
• la nave da guerra, detta snekke, te era usata per le lunghe distanze, con le corna: gli elmi con le corna
era caratterizzata dalla presenza di quando l’intero popolo migrava. (più spesso serpenti o teste di drago)
polene a forma di drago (drakkar) e esistevano, ma avevano con ogni pro-
di scudi lungo le murate; si trattava babilità una funzione rituale, e non
di imbarcazioni agilissime, lunghe Realtà e leggenda erano mai usati in battaglia, dove sa-
più di 20 metri, che potevano usa- rebbero stati decisamente poco pratici.
re sia la vela (quadrata) sia i remi Il famoso drakkar (che ha dato il nome
ed essendo perfettamente simme- alla nave da guerra vichinga) non aveva
triche (poppa e prua erano identi- lo scopo di terrorizzare i nemici, bensì Navi come tombe
che) potevano invertire la rotta con di garantire una serena navigazione
grande rapidità; (funzione apotropaica). Poteva essere Le navi vichinghe erano di legno, con
poche parti metalliche, e sono quindi
andate quasi completamente di-
strutte. Quelle che si vedono nei mu-
sei, se non sono ricostruzioni moderne,
si sono conservate perché erano sep-
pellite sotto terra: in esse o accanto
ad esse venivano infatti sepolti, come
in lussuosissime bare, i personaggi più
importanti (uomini o donne).
La nave di Oseberg, scoperta nel
1904 e conservata al museo di
Oslo, conteneva numerosi og-
getti rituali, fra cui due teste
di drago, ed era all’interno
di un tumulo del ix secolo
dove erano seppellite due
donne, forse principesse,
forse sacerdotesse.

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4. L’età feudale
■ Il feudalesimo ■ L’indebolimento del potere regio
Il lungo periodo che va dalla dissoluzione dell’Impero caro- Il sistema vassallatico ebbe un grande sviluppo sotto
lingio al 1050 circa è detto dagli storici età feudale. Il feu- Carlo Magno, perché garantiva all’imperatore il controllo 333
dalesimo è un fenomeno complesso, che riguarda l’ambito dell’Impero attraverso la rete dei vassalli. Esso però veni-
politico, socio-economico e culturale. va a creare una vera e propria aristocrazia terriera, quella

CAPITOLO 13. Dai Carolingi ai Sassoni


Per quanto riguarda l’aspetto propriamente politico, i dei feudatari appunto: questa classe sociale, inizialmente
sovrani carolingi, già prima di Carlo Magno, avevano fon- fedele all’imperatore, da cui dipendeva il suo potere, nel
dato il loro potere sul sistema vassallatico, cioè sulla con- corso del ix secolo si conquistò un’autonomia sempre
cessione ai loro vassalli di benefici. I benefici erano spesso maggiore, finendo per indebolire il potere imperiale stesso.
legati a un territorio più o meno vasto (contea, ducato o La divisione dell’Impero carolingio (trattato di Verdun,
marca), che veniva affidato dal sovrano al vassallo; ma que- 843) ridusse infatti il potere dell’imperatore. Mentre Carlo
sta non era una regola fissa: il beneficio poteva anche es- Magno e Ludovico il Pio avevano governato su un territorio
sere un incarico amministrativo e giudiziario, senza la estremamente vasto, controllandolo mediante il sistema dei
concessione di un territorio. A poco a poco, però, il beneficio vassalli e dei missi dominici, i figli di Ludovico si trovarono a
venne a coincidere con il territorio e divenne sinonimo di esercitare la propria autorità su un territorio decisamente
feudo, così come vassallo divenne sinonimo di feudatario. più ristretto e a lottare in condizioni di crescente svantag-
gio con le tendenze autonomistiche dei feudatari.

grammatica della cittadinanza


■ L’ereditarietà dei grandi feudi
Feudalesimo
A partire dall’viii secolo (epoca carolingia) si diffonde in Europa Fino all’epoca di Ludovico il Pio il feudo era concesso dal so-
il feudalesimo, che diventa il sistema politico, economico e
culturale caratteristico dei secoli ix-xi. L’elemento che distin- vrano al vassallo in cambio dell’atto di omaggio e,almeno in
gue il sistema feudale è il fatto di essere fondato sul feudo o teoria, alla morte del vassallo doveva tornare al sovrano che
beneficio e sul rapporto di vassallaggio.
l’aveva concesso. Di fatto, già con Ludovico il Pio, alla morte
Conoscere il passato di un vassallo il beneficio era spesso automaticamente con-
Il feudalesimo ha origine dall’usanza dei sovrani carolingi di fermato al figlio, cioè tendeva a diventare ereditario.
concedere dei territori in beneficio ai loro vassalli, cioè a dei
sudditi che stipulano un particolare “contratto di fedeltà” (l’o- Nell’843, al momento della spartizione dell’Impero, il
maggio) con il sovrano, in cambio della concessione del feudo. re di Francia Carlo il Calvo, per garantirsi la fedeltà dei
Il vassallo ottiene dal sovrano dei privilegi, le cosiddette “im-
munità” (esenzione da alcune imposte, autorità nei confronti
suoi vassalli, aveva dovuto promettere che non li avrebbe
dei suoi sudditi, possibilità di sfruttare il feudo e di cederne a privati dei loro benefici se non per una giusta causa (per
sua volta una parte ai suoi fedeli, i valvassori); in cambio deve esempio, per tradimento). Nell’876, quando Ludovico il
essere fedele al sovrano e aiutarlo in caso di guerra, fornendo
uomini e mezzi. Germanico morì e Carlo il Calvo scese in Italia per farsi in-
L’età feudale si caratterizza quindi per la progressiva fram- coronare imperatore, i grandi vassalli (conti, duchi e mar-
mentazione del potere: i vassalli, inevitabilmente, tentano di
rendersi sempre più autonomi dall’imperatore e finiscono per
chesi) sferrarono l’attacco decisivo e, in cambio della loro
garantirsi la “proprietà” del feudo, cioè la possibilità di lasciar- fedeltà, costrinsero l’aspirante imperatore a firmare il ca-
lo in eredità. pitolare di Quierzy (così chiamato dal nome del villaggio,
Comprendere il presente
Un regno feudale non è uno Stato nel senso moderno del ter-
mine: in uno Stato moderno il potere poggia su basi sicure
garantite dalle leggi; nel feudalesimo invece il potere è ap- MEMO LESSICO
pannaggio personale del sovrano, che (almeno in teoria) può
rinnovare il beneficio o negarlo. Da parte sua, il feudatario Capitolare
è legato al sovrano da un patto di fedeltà personale, e non Indica la legge o l’ordinanza (divisa in capitula, “capitoli”) che
dall’ubbidienza a leggi impersonali. veniva emanata dai sovrani carolingi.

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Quierzy-sur-Oise, dove fu firmato il 14 giugno 877), in cui ■ L’incastellamento
venne stabilito che, in caso di assenza o di lontananza
dell’imperatore, i feudi maggiori (quelli di conti, duchi Il potere dei sovrani era minato non solo dalle aspira-
e marchesi) diventassero di diritto ereditari. In teoria zioni dei vassalli, ma anche dalle invasioni di Saraceni,
l’imperatore avrebbe potuto riassegnare i feudi al suo ri- Normanni e Ungari. Poiché i vassalli non fornivano più uo-
torno; in realtà il capitolare finì per sancire l’ereditarietà di mini, cavalli, armi e vettovaglie, i sovrani non erano più
tutti i feudi maggiori. in grado di organizzare una reazione militare efficace:
non avevano la possibilità di distruggere le basi da cui par-
tivano le scorrerie, né potevano allestire una flotta per con-
334 ■ La lotta tra imperatore e vassalli tendere il dominio dei mari ai pirati saraceni e normanni.
Per sopperire alla debolezza del potere centrale, a parti-
Il capitolare di Quierzy rappresentò una netta vittoria dei re dalla metà del ix secolo si verificò quindi in tutta Europa
sezione 3. L’Alto Medioevo

grandi feudatari. Lo scontro di potere tra imperatore e vas- il fenomeno dell’incastellamento: la difesa del territorio
salli continuò tuttavia a lungo. Ottone I il Grande, alla passò di fatto alle autorità locali, cioè ai feudatari, che co-
metà del ix secolo, tentò di recuperare il controllo dei bene- struirono migliaia di rocche fortificate, possibilmente in
fici nominando propri vassalli (conti) i vescovi. Vincolati posizione elevata, intorno a cui si stringevano gli abitanti
dall’obbligo del celibato, come già abbiamo detto, essi non della zona, pronti a rifugiarsi all’interno delle mura (prima
potevano avere eredi, quindi alla loro morte il beneficio do- di legno, poi di pietra) in caso di attacco.
veva per forza tornare all’imperatore. L’incastellamento contribuì ovviamente ad aumenta-
Il sistema funzionò finché l’imperatore riuscì a mante- re l’autorità dei feudatari a scapito di quella del potere
nere il controllo politico sul papato, pilotando l’elezione centrale, incapace di garantire la sicurezza. Anzi, in seguito
dei pontefici; ma nella prima metà dell’xi secolo il papa alle invasioni e all’incastellamento, i feudatari assunsero
volle riaffermare il proprio controllo sui vescovi ed entrò anche poteri che in passato non avevano avuto, almeno
quindi in conflitto con l’imperatore: iniziava la lotta ufficialmente, e divennero veri e propri sovrani, per quan-
per le investiture. to minuscoli, sul loro feudo, amministrando la giustizia,
Sempre nella prima metà dell’xi secolo, nel momento stringendo e rompendo alleanze, in qualche caso battendo
in cui il potere imperiale si indeboliva nuovamente, i vas- moneta. Si attuava così, nell’xi secolo, il passaggio dall’età
salli rialzarono la testa e ottennero una nuova vittoria: nel feudale propriamente detta all’età signorile.
1037 l’imperatore Corrado II il Salico fu infatti costretto a Il nuovo potere signorile a livello locale è detto “diritto
concedere la Constitutio de feudis, una nuova regolamenta- di banno” o “potere bannale” (dal germanico ban, “potere
zione che sanciva l’ereditarietà anche dei feudi minori,
cioè di quelli ottenuti in beneficio non direttamente dal so-
vrano, ma indirettamente da un suo vassallo.

LE DOMANDE DELLA STORIA


I vassalli aspiravano all’autonomia o
all’indipendenza?
I vassalli aspiravano a conquistare una sem-
pre maggiore autonomia dal sovrano (nel
senso che volevano la riduzione dei loro ob-
blighi, per esempio in termini di forniture
militari o di versamenti in denaro e in natu-
ra), ma non ambivano all’indipendenza, cioè
non volevano diventare sovrani del proprio
territorio, rompendo ogni legame con l’auto-
rità da cui avevano ricevuto il beneficio. La
richiesta di indipendenza, secondo la menta-
lità dell’epoca, sarebbe stata un tradimento,
una rottura del patto vassallatico, e avrebbe
tolto ai feudatari ogni autorevolezza. Si può
quindi affermare che essi confermavano la
propria fedeltà formale all’imperatore nello
stesso momento in cui ne minavano il potere
reale.

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supremo”). Il banno assume un’importanza crescente man • il clero garantisce che l’ordine sociale rispecchi la vo-
mano che si scompagina il sistema feudale creato dai caro- lontà divina.
lingi. Il sistema feudale si basa infatti sul principio dell’in- Secondo la mentalità dell’epoca, infatti, questa struttura si ri-
vestitura: tutto il potere è nelle mani dell’imperatore, che chiama alla trinità e risponde a un disegno celeste: l’ordine
concede benefici (in pratica, delegando tale potere) ai vas- della società rispecchia l’ordine della natura e della creazione.
salli, i quali lo esercitano in suo nome. Nelle signorie ban- La realtà, naturalmente, era assai più complessa.
nali, viceversa, il potere del signore non dipendeva da alcu- All’interno delle varie classi sociali esistevano profonde
na investitura: in mancanza di un’autorità statale forte, le
sue decisioni avevano valore assoluto di legge. tweet Le tre classi
Intorno all’anno Mille, il vescovo francese Adalberone di Laon 335
scrisse: «La casa di Dio (cioè la società), che si crede una, è
divisa in tre: gli uni pregano, gli altri combattono, gli altri infine
■ La società tripartita lavorano».

CAPITOLO 13. Dai Carolingi ai Sassoni


Se ora prendiamo in considerazione gli aspetti socio-eco-
nomici dell’età feudale, osserviamo che essa era sostan- MEMO LESSICO
zialmente divisa in tre classi o ordini:
• gli oratores (cioè quelli che pregano, il clero); Classi o ordini?
• i bellatores (cioè quelli che combattono, l’aristocrazia Con il termine “classe” si indica uno strato della popolazione
abbastanza omogeneo dal punto di vista economico e culturale.
militare); Tutte le società, tranne quelle più primitive, in cui è assente ogni
• i laboratores (cioè quelli che lavorano, i contadini, gli forma di disuguaglianza, sono divise in classi.
Il termine “ordine” viceversa indica una casta chiusa a cui si
schiavi e gli artigiani). appartiene per diritto di nascita (ad esempio l’aristocrazia) o per
Queste tre classi sono strettamente legate tra loro: investitura (ad esempio il clero). Gli ordini sono tendenzialmente
• i contadini procurano il nutrimento per tutti; statici, mentre le classi sono tendenzialmente mobili (ad esempio
la condizione economica può cambiare).
• i soldati si occupano della difesa comune;

▼ L’incastellamento è la principale conseguenza delle invasioni dei secoli ix-xi e della crisi dell’autorità centrale dopo la spartizione dell’Impero
carolingio.
Il castello rappresentato nella pagina accanto è una semplice torre per l’avvistamento dei nemici, circondata da una palizzata di legno all’interno della
quale, in caso di attacco, si rifugiava la popolazione circostante.
Il castello qui sotto, evidentemente più tardo, è una vera e propria residenza padronale. Conserva tracce della struttura originale (la cinta più
esterna), ma è articolato in una parte centrale (con la torre di avvistamento) e in una seconda cinta che contiene gli edifici utili a sostenere un
assedio (dormitori per i soldati, magazzini per il cibo, scuderie ecc.).

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differenze, tensioni, divisioni, lotte. E soprattutto la (che fosse un vassallo del sovrano o un rappresentante del
situazione sociale non era affatto statica, ma cambiava papa o entrambe le cose) era impegnato in attività poli-
molto rapidamente, anche nei secoli ix-xi di cui ci stiamo tiche e amministrative (e spesso anche militari); il mo-
occupando. naco e il prete in molti casi lavoravano nei campi accan-
to ai loro contadini e sicuramente svolgevano anche altri
ruoli (tenevano i registri dei nati e dei morti, insegnavano
■ I lavoratori: contadini, schiavi i princìpi della religione ecc.). Naturalmente, al clero era
e artigiani demandata quasi completamente l’elaborazione e la tra-
smissione della cultura e quindi tutti i ruoli di carattere
336 La società altomedievale, come abbiamo detto, era fonda- intellettuale: nell’età feudale i termini chierico e intellet-
mentalmente agricola. La maggior parte della popolazione tuale diventano sinonimi, e solo nel xii secolo si troveran-
era quindi composta da laboratores impegnati nei lavori dei no nuovamente figure di intellettuali laici importanti e
sezione 3. L’Alto Medioevo

campi, cioè da contadini. significative.


All’interno del mondo contadino bisogna però fare alcu-
ne importanti distinzioni:
• la prima è quella tra uomini liberi e schiavi (la ■ La crisi del papato
schiavitù antica continua a esistere, sia pure sempre
più rara, fino all’anno Mille); Non dobbiamo pensare alla Chiesa altomedievale come a
• la seconda è quella tra contadini senza terra (affit- un’istituzione centralizzata, solida e ben controllata dal
tuari o braccianti) e piccoli proprietari (gli eredi dei centro, cioè dal papa. Questa struttura, che sarebbe diven-
“coloni” della tarda antichità romana). tata tipica della Chiesa tardomedievale e poi moderna, non
Alla classe dei lavoratori, inoltre, appartenevano anche gli si era ancora consolidata.
artigiani, alcuni dei quali svolgevano un ruolo di fonda- A partire dal ix secolo, inoltre, il ruolo del papa, che
mentale importanza all’interno dei villaggi: il mugnaio e il fino a quel momento era progressivamente cresciuto di
fabbro, in particolare, erano vere e proprie autorità, da cui
dipendeva gran parte della vita della comunità. Non biso-
tweet Crisi morale
gna dimenticare, del resto, che i contadini stessi erano an-
La crisi morale del papato, nel x secolo, era talmente profonda che
che artigiani: le donne alternavano il lavoro nei campi a alcuni storici hanno parlato di “pornocrazia”, cioè “governo delle
quelli di tessitura e filatura; gli uomini erano in grado di prostitute”.
svolgere anche i lavori di falegnameria e di muratura ne-
cessari per costruirsi gli attrezzi e le dimore. ▼ Monaco tentato dal diavolo, dal Salterio di Ingeborg, miniatura su
Infine, non si deve dimenticare che i contadini e gli pergamena, 1215 ca, Chantilly, Musée Condé.
artigiani svolgevano anche una modesta attività mer-
cantile. La figura del mercante di professione era invece
quasi del tutto assente, se non in situazioni particolari,
come a Venezia, dove esisteva un vero e proprio commercio
internazionale.

■ La Chiesa altomedievale


La stessa varietà di condizioni e di situazioni si riscontra se
osserviamo da vicino la classe degli oratores, cioè il clero. Al
suo interno, il clero era fortemente differenziato: la vita
di un vescovo che governava una città in nome dell’impe-
ratore, quella di un monaco impegnato nella colonizzazio-
ne di terre incolte o nella conversione di popoli pagani e
quella di un prete che viveva in un villaggio di contadini
erano evidentemente molto diverse tra loro.
Possiamo facilmente intuire come le attività di questi
personaggi non si limitassero alla preghiera. Il vescovo

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importanza, entrò in crisi: le lotte tra le famiglie romane di paganesimo che per secoli erano sopravvissute accanto
per imporre i propri candidati portarono a un rapido alter- ai riti cristiani. Con il cristianesimo si diffusero inoltre co-
narsi di nomi e di linee politiche e soprattutto all’elezione stumi nuovi, come il riposo domenicale (istituito per la
di molti papi indegni della carica. Per ciascuno dei seco- prima volta da Ludovico il Pio) e la coltivazione della vite e
li ix, x e xi si ebbero addirittura più di venti papi (nel xx del grano (indispensabili per i due simboli più importanti
secolo, per fare un confronto, se ne sono avuti solo otto), della messa, il vino e il pane). Infine, la Chiesa (con il so-
quasi tutti assassinati dagli avversari, coinvolti in episodi stegno del potere politico) incominciò a esigere le decime,
di corruzione e di violenza e privi di dignità morale (la con- cioè una percentuale sui raccolti e sui guadagni, che tutti
vivenza con una concubina era quasi la norma). Ciò spiega erano tenuti a versare.
anche perché Ottone I, come abbiamo visto, riuscì a impor- 337
re piuttosto facilmente il proprio controllo sul pontefice e
sulla sua elezione. ■ L’aristocrazia: non solo combattenti

CAPITOLO 13. Dai Carolingi ai Sassoni


Anche nel caso dell’aristocrazia (i bellatores, quelli che com-
■ La diffusione della mentalità battono), non dobbiamo pensare a una classe sociale priva
cristiana di articolazioni interne. Sappiamo bene, per esempio, che il
sovrano era spesso in conflitto con i vassalli e che al loro
A fronte di questa immagine piuttosto fosca del papato, interno c’erano grandi differenze (il fatto che il capitolare
non dobbiamo però dimenticare che la vita religiosa pre- di Quierzy riguardasse solo l’ereditarietà dei feudi maggio-
sentava anche altri aspetti. Il x secolo, per esempio, accan- ri, per esempio, rivela le profonde divisioni tra grandi e pic-
to alla crisi di cui abbiamo detto, vide anche la prima gran- coli feudatari).
de riforma del monachesimo, grazie all’abate Bernone di L’aristocrazia del ix e x secolo, inoltre, non era legata
Cluny (in Francia), che nel 909 fondò l’ordine cluniacense esclusivamente all’attività militare, ma sempre più spes-
per riportare in vita lo spirito di Benedetto da Norcia e per so si trattava di un’aristocrazia terriera: se ai tempi di
reagire alla corruzione morale di una Chiesa troppo com-
promessa con il potere politico.
▼ Il pagamento delle tasse nel Medioevo: la decima in pecore,
L’ordine cluniacense abbandonò il lavoro manuale, af- alberi, vigne, carne, granoturco e oche. Miniatura da Heidelberg
fidandolo ai contadini dipendenti dai monasteri, e si pose Sachsenspiegel, Germania, xiv secolo.
sotto il controllo diretto del papa per svincolarsi dal
potere dei vescovi e quindi dei signori locali. L’abbazia di
Cluny divenne molto potente e organizzò una vasta rete di
monasteri in tutta Europa.
Soprattutto, fu in questi secoli che la visione del
mondo cristiana si diffuse capillarmente tra i popoli
europei: le precedenti conversioni di massa, legate alle
scelte politiche dei sovrani, non avevano infatti intaccato
la mentalità pagana dei barbari e la nuova religione era
rimasta sostanzialmente estranea alla vita quotidiana
delle persone. Tra il ix e l’xi secolo, invece, il cristiane-
simo divenne una presenza concreta di importanza
fondamentale.
I sovrani, nel tentativo di accentrare il potere, vietaro-
no con nuova severità gli antichi riti e le manifestazioni

MEMO LESSICO

Decima
L’obbligo di versare una parte dei propri guadagni alla Chiesa fu
sancito per legge nell’viii secolo dai sovrani carolingi. Tale quota
non era necessariamente un decimo (il termine aveva origine
biblica, ma la percentuale poteva variare).

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Storia magazine
biografie

La “papessa” Marozia
Nella prima metà del x secolo si colloca la straordinaria avventura di una geniale donna
338 romana, Maria detta “Marozia”, che divenne una delle personalità più influenti del suo tempo.

Ritratto di Merozia.
La vita
sezione 3. L’Alto Medioevo

La carriera di Marozia iniziò a quin-


dici anni, sotto l’egida della madre
Teodora, come concubina del papa
Sergio III, che Marozia fece uccidere
dopo averne avuto un figlio.
In seguito, sposatasi con il marchese di
Toscana, Marozia diede letteralmente
l’assalto al palazzo del Laterano e fece
prigioniero il nuovo papa, Giovanni
X, suo avversario politico. Pilotò l’e-
lezione di vari pontefici, tra cui il
suo primo figlio, che divenne papa
Giovanni XI, e fu infine imprigionata
da un altro figlio, che la fece morire in
convento intorno al 955.

La leggenda
La vicenda di Marozia è in parte dub-
bia, perché a raccontarla è uno storico
fortemente coinvolto nelle lotte per il
potere a Roma, il vescovo Liutprando
da Cremona. Indubbia è invece la
decadenza morale e politica del pa-
pato nel x secolo, che culminò con la
sottomissione del papa all’imperatore
Ottone I.
A questa figura di donna sembra co-
munque che sia ispirato il mito del-
la papessa Giovanna, una leggenda
secondo la quale nel x secolo finì sul
trono di Pietro una donna. La leggen-
da, priva di fondamento storico, fu
però ritenuta vera per secoli, alme-
no fino alla Riforma protestante di
Lutero (xvi secolo).

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Carlo Magno uno dei compiti fondamentali dei vassalli era secolo, il termine “cavalieri” incominciò a indicare i
quello di raccogliere uomini e mezzi in vista delle campa- nobili senza feudo, e non a caso si trovò sempre più
gne militari, sotto i suoi successori questo ruolo perse di spesso unito all’aggettivo “erranti”: cavalieri diventa-
importanza; i vassalli spesso si rifiutavano di partecipare vano infatti i figli cadetti, che non ereditavano il feudo
alle guerre dei sovrani e svolgevano soprattutto compiti di del padre e dovevano cercare fortuna praticando il me-
tipo amministrativo e giudiziario. stiere delle armi.
All’aristocrazia apparteneva dunque la cavalleria,
una classe che aveva acquisito un’importanza cre-
scente in ambito militare, ma l’ereditarietà dei feudi ■ Gli esclusi
finì con il creare una separazione piuttosto netta tra 339
aristocrazia terriera e cavalleria. A partire dall’xi Accanto alle tre componenti sociali esaminate finora,
non dobbiamo infine dimenticare che esistevano gli
◀ Acquamanile a

CAPITOLO 13. Dai Carolingi ai Sassoni


forma di cavaliere esclusi, cioè coloro che rivestivano all’interno della so-
a cavallo, da cietà feudale un ruolo marginale, ma spesso non privo
Hildesheim (Bassa
Sassonia), bronzo, di importanza.
circa 1250, New Il gruppo più numeroso e significativo era costituito dai
York, Metropolitan non cristiani, e cioè gli ebrei (gli altri non cristiani erano
Museum of Art.

LE DOMANDE DELLA STORIA


La società medievale era una società statica?
La società medievale era sicuramente una società statica se parago-
nata a quella mercantile del Trecento o a quella industriale moder-
na. Passare dalla condizione di contadino a quella di aristocratico,
per esempio, era praticamente impossibile.
A questa sostanziale rigidità esistevano poche eccezioni: al clero,
per esempio, potevano accedere tutti, anche se naturalmente giun-
gere agli alti gradi era difficile per chi provenisse da una condizione
sociale inferiore. Le donne potevano ambire a sposare un uomo di
classe sociale superiore grazie alla loro bellezza e alla loro intelligen-
za, anche se ciò avveniva raramente.

Leggere le fonti

L’istituzione Noi ordiniamo, secondo la legge di Dio e secondo ciò che ha comandato nostro padre di
memoria benedetta nei suoi editti, che nessun lavoro servile debba essere fatto di domenica,
del riposo né gli uomini debbano eseguire i loro lavori agricoli, curare le vigne, arare i campi, mietere
il grano e falciare il fieno, alzare staccionate o cintare boschi, tagliare alberi, o lavorare nelle
domenicale cave, o costruire case; né debbano lavorare nell’orto, né adire le corti di giustizia, né inseguire
la preda. Ma tre servizi di trasporto è legittimo compiere di domenica, cioè i trasporti compiuti
DATA: 827 d.C. per l’esercito, il trasporto del cibo, o il trasporto (ove occorra) del corpo di un signore alla sua
AUTORE: Ludovico il Pio tomba. Item, le donne non dovranno fare il loro lavoro di tessitura, né tagliare abiti, né cucirli
TIPO DI FONTE: Scritta con l’ago, né cardare la lana, né conciare la canapa, né lavare abiti in pubblico, né tosare le
pecore: così che ci sia riposo nel giorno del Signore. Ma vadano insieme da ogni parte alla
messa in Chiesa e lodino Dio per tutte le buone cose che Egli fece per noi in quel giorno!
(E. Power, Vita nel Medioevo, trad. L. Terzi, Einaudi, Torino 1966)

Nell’827 l’imperatore Ludovico il Pio emanò Guida alla lettura


un capitolare in cui, tra le altre cose,
imponeva il riposo domenicale per tutti,
donne e schiavi compresi. ➀ A quali autorità fa riferimento Ludovico il Pio per giustificare le nuove
regole?
➁ Quali sono le attività che è consentito svolgere di domenica?
➂ Quali informazioni ricaviamo da questo testo relativamente alle
attività dei servi e delle loro donne?

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geostoria focus

I pellegrinaggi religiosi
340 I pellegrinaggi religiosi (cioè i viaggi verso luoghi “santi” di comunicazione e anche per una certa diffidenza della
per espiare una colpa o per testimoniare la propria fede) Chiesa: essi sfuggivano al controllo delle diocesi e non era-
caratterizzano il cristianesimo fin dalle sue origini.Tra il ix no graditi neppure agli ordini monastici. In seguito, però,
sezione 3. L’Alto Medioevo

e l’xi secolo essi erano rivolti soprattutto verso tre luoghi: la Chiesa riconobbe il valore dei pellegrinaggi e li discipli-
• Roma, in quanto sede del papato; nò, trasformandoli in uno dei motori della rinascita euro-
• Santiago di Compostela, la località della Galizia spa- pea dopo il Mille.
gnola dove all’inizio del ix secolo era stato scoperto un
corpo attribuito all’apostolo Giacomo (Santiago = san
Giacomo); Sigerico e la via Francigena
• Gerusalemme, in quanto città santa (benché la città Sigerico, arcivescovo di Canterbury alla fine del x secolo,
fosse in mano ai musulmani, i pellegrini cristiani po- scrisse una relazione del suo viaggio di pellegrinaggio a
tevano entrarvi e adorare i luoghi santi pagando una Roma, elencando le tappe del ritorno, fino alla Manica. In
tassa). genere si identifica il suo viaggio con il tracciato della via
Fino al xii secolo i pellegrinaggi furono un fenomeno Francigena, che portava i pellegrini a Roma passando per
piuttosto limitato, per l’insicurezza generale delle vie la Francia (di qui il nome).

Calais

Arras

Reims

Besançon
Losanna
Gran San Bernardo Aosta
Ivrea Pavia
Piacenza
Vercelli Parma
1 Partito da Roma, Sigerico percorre l’anti- Pontremoli
co tracciato romano della via Cassia, arrivan- Aulla Lucca
do in Toscana attraverso un valico a est del Siena
San Gimignano
monte Amiata. In Toscana passa da Siena, San
Gimignano e Lucca. Attraversata la Versilia, ri- Viterbo
sale la Lunigiana verso il passo della Cisa. Roma

2 Superato l’Appennino, Sigerico raggiunge la


via Emilia all’altezza di Fidenza e la segue fino
a Piacenza. Passa per Pavia, Vercelli, Ivrea e,
percorrendo la valle della Dora Baltea, sale al
passo del Gran San Bernardo.

3 Al di là delle Alpi, Sigerico scende lungo


l’alto Rodano per raggiungere Losanna e, di lì,
si dirige a Besançon. Attraversa la Champagne,
giunge a Reims e arriva alla Manica da Arras. Il
resoconto si interrompe all’altezza di Calais, in
attesa dell’imbarco per la Gran Bretagna.

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Il cammino di Santiago era ancora musulmana. La prima basilica di Compostela fu
A partire dal x secolo il pellegrinaggio a Santiago di edificata nel ix secolo.
Compostela fu fortemente sostenuto dai cluniacensi (vedi Si è conservata una Guida del pellegrino di Santiago, del xii se-
p. 337). Tale pellegrinaggio avrebbe infatti favorito il proces- colo, che descrive alcuni dei possibili percorsi per raggiun-
so di riconquista della Spagna: Santiago si trovava infatti gere la tomba del santo. I quattro principali attraversavano
in territorio cristiano, ma la maggior parte della penisola la Francia per convergere verso i Pirenei.

1 Il primo era la via Tolosana, che partiva da


Parigi Arles ed era percorsa soprattutto dai pellegrini
italiani.
Vezelay
Tours
341
Le Puys 2 Una seconda via passava dalla Borgogna
Poitiers e serviva soprattutto ai pellegrini provenienti
dalla Germania e dal Nord Europa.

CAPITOLO 13. Dai Carolingi ai Sassoni


Bordeaux 3 Una terza attraversava la Francia centrale e
si dirigeva verso il passo di Roncisvalle.
Arles
Roncisvalle Tolosa 4 La più famosa era però la via Turonense
Leon
Santiago de (cioè “di Tour”), usata dai pellegrini della
Compostela Burgos Francia del Nord e dei Paesi Bassi: essa passava
da Tours, da Poitiers e da Bordeaux.

I santuari di Michele
Il pellegrinaggio verso Gerusalemme
era ovviamente il più impegnativo.
Parigi Esso era scandito da tre tappe, se-
Mont gnate da altrettanti santuari dedicati
Saint Michel
a san Michele, l’arcangelo guerriero
Sacra di San Michele
particolarmente caro alla tradizione
germanica.
San Michele del Gargano
Roma

Brindisi

1 L’abbazia di Mont-Saint-Michel in
Caifa
Normandia.
Gerusalemme
2 La Sacra di San Michele in Val di Susa
(Piemonte).
3 L’abbazia di San Michele del Gargano in
Puglia.

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rarissimi). Essi vivevano mescolati al resto della popola- La giornata era suddivisa in ventiquattro ore, dodici
zione (il ghetto è un’istituzione moderna, sconosciuta nei dall’alba al tramonto e dodici dal tramonto all’alba (le ore
secoli del Medioevo), svolgevano l’attività di mercanti, arti- avevano quindi una durata diversa a seconda della stagio-
giani e intellettuali e potevano praticare la loro religione, ne e della latitudine); anche in questo caso, la Chiesa ave-
sia pure con parecchie limitazioni. Quelle più gravi furono va sovrapposto alle antiche ore romane le sue ore cano-
però introdotte alla fine del periodo che prendiamo in con- niche: lodi al risveglio prima dell’alba, prima verso le sei
siderazione, e cioè a partire dal xii secolo. del mattino, terza alle nove, sesta a mezzogiorno, nona alle
Un’altra categoria importante di esclusi era quella dei quindici, vespro al tramonto, compieta prima di andare a
miserabili: pazzi, storpi, ciechi, mendicanti, asociali ecc. letto. Questa scansione del tempo, basata sulla ripetitivi-
342 Non esistevano strutture (ospedali, manicomi, prigioni) tà e strettamente legata al ciclo della natura, si modifi-
per controllare o accogliere queste persone e quindi esse cherà solo con l’avvento della mentalità mercantile, tra il
costituivano nella società feudale una piccola percentua- Duecento e il Trecento, che portò con sé una visione lineare
sezione 3. L’Alto Medioevo

le di “invisibili”. La loro sopravvivenza (piuttosto difficile, e non più circolare del tempo, il principio del suo “valore”
ovviamente) era affidata o alle elemosine della Chiesa, o economico (time is money!) e la sua conseguente “matema-
all’attività brigantesca, di cui fiabe popolari e opere lette- tizzazione” (l’ora “fissa”, scandita in minuti, secondi ecc.).
rarie ci offrono ampie testimonianze.

■ ... e quella dello spazio


■ La concezione del tempo
Anche la concezione dello spazio era molto diversa dalla
Nel complesso, facciamo molta fatica a immaginare la vita nostra. Un contadino poteva trascorrere (e in effetti quasi
quotidiana di una persona dell’età feudale, anche perché le sempre trascorreva) tutta l’esistenza nell’ambito del villag-
sue caratteristiche variavano sicuramente a seconda del gio natale e dei dintorni, spostandosi di pochi chilometri
luogo e della classe sociale di appartenenza. al massimo.
Possiamo dire comunque che la vita seguiva tempi D’altro canto, non mancavano i grandi viaggiatori, che
completamente diversi dai nostri. Il tempo aveva carat- percorrevano centinaia e migliaia di chilometri, per com-
tere ciclico, ripetitivo, e non lineare come per noi. L’anno piere un pellegrinaggio o per commerciare con l’Oriente.
era scandito dai ritmi della natura e delle festività sacre Non dobbiamo quindi pensare a un mondo immobile, ma
(che la Chiesa, saggiamente, spesso aveva fatto coincidere certo a una realtà in cui era venuta meno l’abitudine agli
con le antiche feste contadine pagane, cambiando il loro spostamenti sulla media distanza: andare in pellegrinag-
significato). gio dall’Inghilterra a Roma era paradossalmente più facile
che raggiungere la capitale distante poche decine di chilo-
▼ Oratorio del Pellegrino, particolare del Calendario liturgico con i mesi metri, perché il pellegrinaggio a Roma si compiva in gran-
primaverili, ca. 1263, Bominaco (L’Aquila). di gruppi, lungo strade relativamente sicure; il viaggio fino
alla capitale si svolgeva invece attraverso foreste selvagge,
percorrendo sentieri infestati da briganti e belve, e quindi
presentava rischi molto maggiori.

LE DOMANDE DELLA STORIA


Che cosa accadde il primo gennaio dell’anno Mille?
Al contrario di quanto afferma una persistente leggenda, il primo
gennaio dell’anno Mille non accadde niente di particolare: non vi
furono né scene di panico per l’imminente fine del mondo, né mani-
festazioni di gioia per lo scampato pericolo, per la semplice e ottima
ragione che la maggior parte delle persone non sapeva di vivere
nell’anno Mille.
Gli anni non si numeravano comunemente dalla nascita di Cristo,
ma dall’ascesa al trono dell’imperatore o del sovrano di turno.
L’anno, inoltre, in molte zone non incominciava il primo gennaio,
ma il primo marzo, come per i Romani, e in alcune regioni si adotta-
vano criteri ancora diversi. Non esisteva insomma un calendario di
riferimento universale e non se ne sentiva la necessità.

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■ La decadenza della cultura in particolare quelle di sant’Agostino. Tra le opere di carat-
tere laico, avevano grande importanza quelle di Boezio e
Dal punto di vista culturale, i secoli dell’età feudale, dopo la Cassiodoro, vissuti all’epoca di Teoderico (v secolo), e del
rinascita carolingia, sono tradizionalmente considerati un vescovo Isidoro di Siviglia (vi secolo). Naturalmente, erano
periodo di decadenza. Si scrissero pochi libri, si costrui- diffuse le agiografie (vite di santi) e le leggende, ma anche i
rono pochi edifici importanti, si realizzarono poche opere cosiddetti bestiari e lapidari, enciclopedie che spiegavano
d’arte. le virtù delle piante, degli animali e delle pietre preziose.
I libri, in particolare, erano oggetti rarissimi e molto
preziosi, anche perché l’espansione araba rese difficile pro-
curarsi il papiro (che non cresce in Europa), per cui si pas- 343
sò lentamente al libro di pergamena o cartapecora, più
resistente, ma anche molto più costoso (i vari fogli erano

CAPITOLO 13. Dai Carolingi ai Sassoni


costituiti da pelli di pecora, capra o vitello opportunamen-
te trattate; per la diffusione della carta si dovrà aspettare la
fine del Trecento).
Se confrontiamo la produzione culturale di questi secoli
con quella che nello stesso periodo si aveva nella Spagna
musulmana o nell’Impero bizantino, ci rendiamo conto di
essere di fronte a un’epoca di estrema povertà culturale.
I pochi momenti di ripresa (come la seconda metà del x
secolo, l’età ottoniana) non possono essere paragonati ai
periodi di splendore delle epoche precedenti, tanto meno
all’enorme fioritura artistica e culturale che investirà l’Eu-
ropa a partire dal xii secolo.

■ L’identità cristiana
Ciò non significa, naturalmente, che l’età feudale non
avesse una sua cultura. Essa era fortemente segnata dal-
la mentalità cristiana, che come abbiamo detto si diffon-
de capillarmente in quest’epoca e diventa il fondamento
dell’identità collettiva.
Il mondo pagano antico era ancora presente come mito,
ma in verità era pochissimo conosciuto. I grandi monu-
menti erano stati in molti casi distrutti dalle invasioni
barbariche e da terremoti o incendi. I grandi capolavori
▲ Bestiario del 1210 ca, miniatura con testo in latino tratto dalla fonte
della letteratura non venivano più letti, se non all’inter- del Physiologus (ii-iv secolo). Oxford, Bodleian Library.
no dei monasteri e dei conventi in cui venivano copiati e
tramandati.
I testi di riferimento erano la Bibbia (nella traduzione LE DOMANDE DELLA STORIA
latina di san Girolamo) e le opere dei padri della Chiesa,
Nel Medioevo esistevano gli atei?
L’ateismo, cioè la convinzione che non esistano divinità di alcun
tipo, era una posizione filosofica ben presente nel mondo antico,
anche se minoritaria. Nell’Alto Medioevo, invece, l’ateismo sostan-
MEMO LESSICO zialmente scomparve: l’ateo non era considerato una persona che la
pensava diversamente dal cristiano o dal musulmano, ma un mat-
Pergamena toide che non ragionava correttamente, come verrebbe considera-
Il nome deriva da Pergamo, città dell’Asia Minore dove, secondo la to oggi chi sostenesse che la Terra è piatta o che il Sole le ruota
testimonianza dello scrittore latino Plinio il Giovane, la pergamena attorno. Le posizioni filosofiche ateistiche ripresero a manifestarsi
sarebbe stata inventata nel ii secolo a.C. La pergamena ebbe scarsa in Europa nel xii e nel xiii secolo, sulla scorta del grande pensato-
diffusione nell’antichità, mentre diventò il supporto più usato nel re musulmano Averroè, autore di un fondamentale commento alle
Medioevo, fino alla diffusione della carta (xiv secolo). opere di Aristotele.

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■ L’allegorismo Altri documenti confermano questo fenomeno. In
Italia, il più antico è un indovinello, scritto tra la fine del-
Spesso le informazioni contenute nelle “enciclopedie” al- l’viii e l’inizio del ix secolo da un monaco dello scripto-
tomedievali ci appaiono prive di ogni valore scientifico, rium di Verona sul margine del testo che stava copiando:
ma non perché gli autori fossero incapaci di osservare la Se pareba boves, alba pratalia araba, albo versorio teneba, negro se-
realtà o si limitassero a riportare superstizioni e leggende men seminaba (“Spingeva avanti i buoi, arava i bianchi prati,
prive di fondamento. Al contrario, essi ritenevano di forni- teneva un bianco aratro, seminava un nero seme”; la me-
re una visione della realtà più profonda, che non si fer- tafora dell’aratura rimanda in realtà all’atto della scrittura:
mava alle apparenze, ma coglieva l’essenza del mondo na- i buoi sono le dita, i prati bianchi sono i fogli, l’aratro è la
344 turale, interpretandolo in chiave simbolica e allegorica. penna d’oca e il seme nero è l’inchiostro). Il testo dell’indo-
L’apparente disinteresse per la realtà naturale, concreta vinello veronese è scritto in una lingua che testimonia
e materiale, che portò effettivamente a un arretramento un momento di passaggio dal latino all’italiano.
sezione 3. L’Alto Medioevo

delle conoscenze scientifiche e tecniche, va spiegata La nascita delle nuove lingue si lega a due fenomeni. Il
alla luce della nuova mentalità. Per un uomo del ix o del primo è la frantumazione del potere politico: la divisio-
x secolo, la realtà terrena, materiale, può essere compresa ne del territorio in zone diverse e autonome, spesso isolate
solo nell’ambito di un disegno più vasto, perché ogni realtà tra loro, comportò che ciascuna regione seguisse una sua
terrena rimanda simbolicamente a una realtà celeste, ul- evoluzione linguistica e che lingue e dialetti si moltiplicas-
traterrena, e solo se si comprende questo suo valore simbo- sero rapidamente; il secondo è la scarsa diffusione della
lico si riesce a conoscerla davvero. cultura: il latino era parlato e scritto da piccole minoranze
isolate, i libri erano meno diffusi che mai, la distanza tra la
lingua colta e quella di uso quotidiano si accentuava.
■ La nascita delle lingue moderne
Come abbiamo visto, nel ix secolo comparvero anche i
primi documenti che testimoniano la nascita di nuove MEMO LESSICO
lingue. Il giuramento di Strasburgo, dell’842, ci permet-
Scriptorium
te di affermare che, a quell’epoca, le persone del popolo si È la parte dell’abbazia o del monastero in cui i monaci ricopiano
servivano di lingue diverse dal latino, che non erano più i libri. Nel ix secolo, gli scriptoria più importanti dell’Impero
carolingio erano quello di Verona, quello di Bobbio (tra Piacenza e
in grado di comprendere ma che pure continuava a essere Genova) e quello di San Gallo (nell’attuale Svizzera tedesca).
usato dagli intellettuali e dal clero.

AREA TUTOR — Facciamo il punto!


1 Verifica le CONOSCENZE 2 Definisci il LESSICO ESSENZIALE
➀ Perché il sistema vassallatico ➀ Capitolare ➁ Pergamena ➂ Decima ➃ Scriptorium
alla lunga indebolì il potere del
sovrano? 3 Acquisisci le COMPETENZE
➁ Quando fu riconosciuta per Scrittura
legge l’ereditarietà dei feudi Ricostruisci in un breve testo le tappe del conflitto fra sovrano e vassalli, tra il
maggiori? ix e l’xi secolo, utilizzando le espressioni indicate.
➂ Quando fu riconosciuta Capitolare di Quierzy – Constitutio de feudis – vescovi – benefici – ereditarietà –
l’ereditarietà dei feudi minori? aristocrazia – impegni militari
➃ A quale ordine sociale 
appartenevano i mercanti 
nell’epoca feudale? 
➄ Chi erano di solito i cavalieri 
erranti del x e xi secolo? 

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Storia magazine
patrimonio culturale

I bestiari
In queste particolari opere gli autori medievali offrono descrizioni in chiave allegorica di
animali (reali o fantastici). Paradossalmente, il più famoso di tali testi, detto Il Fisiologo, 345
risale all’epoca classica.

CAPITOLO 13. Dai Carolingi ai Sassoni


Il fisiologo «Il Fisiologo ha detto della pantera che Cristo il terzo giorno è resuscitato dai
ha questa natura: è molto amica di morti e ha gridato: “Oggi è arrivata la
I bestiari e i lapidari medievali sono tutti gli animali, nemica soltanto del salvezza per il mondo, per quello vi-
testi importanti per capire la men- drago; è variopinta come la tunica di sibile e per quello invisibile”, ed è di-
talità allegorica tipica dell’epoca: gli Giuseppe, e graziosa, e assai docile venuto per noi ogni profumo, e “pace
autori attribuivano infatti alle descri- e mite. Dopo che ha mangiato e si è per gli uomini vicini e lontani”, come
zioni di piante, animali e pietre un saziata, si addormenta nella propria ha detto l’Apostolo. Variopinta è la
carattere scientifico, e poco impor- tana, e il terzo giorno si desta dal son- Sapienza spirituale di Dio... Variopinto
ta che le notizie riportate siano leg- no, e ruggisce chiamando a gran voce, è Cristo, il quale è verginità, mode-
gendarie, inverosimili o prive di e le fiere lontane e vicine odono la sua razione, misericordia, fede, virtù,
fondamento; ciò che importa è che, voce: dalla sua voce esce ogni profumo concordia, pace, pazienza; inoltre
accanto alla realtà fisica, materiale, d’aromi, e le fiere seguono il profumo è nemico del drago ribelle che sta
esisteva per l’uomo medievale una della voce della pantera e le giungono nell’acqua...».
realtà spirituale, un significato sim- appresso. (da Il Fisiologo, a cura di F. Zambon,
bolico, che costituiva la vera essenza Così anche il Signore nostro Gesù Adelphi, Milano 1990)
della creazione.
Il bestiario più celebre è intitola-
to Il Fisiologo e nel Medioevo ebbe Fisiologo di Berna, miniatura prodotta probabilmente a Reims nell’825. Si tratta di una delle
immensa diffusione. Ma in realtà si più antiche copie illustrate tratte dal Fisiologo. Berna, Burgerbibliothek.
tratta di un testo scritto fra il ii e il
iv secolo d.C., in lingua greca, che an-
ticipa la visione allegorica dei secoli
successivi.

La pantera
La descrizione della pantera (16° capi-
tolo del libro) non ricorda affatto l’a-
nimale a noi ben noto: l’autore consi-
dera infatti la pantera un’allegoria di
Gesù, e spiega con citazioni bibliche
ed evangeliche le presunte caratteri-
stiche della fiera.

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Cittadini nella storia

L’Europa
346 Secondo un antico mito
greco, Europa era la figlia
di Agenore, re della città
sezione 3. L’Alto Medioevo

fenicia di Tiro. La sua


bellezza abbagliò Zeus che,
per avvicinarla, prese le
sembianze di un toro e si
mescolò alla mandria che
Europa accudiva lungo la
riva del mare. Quando la
fanciulla osò salirgli in
groppa, il dio si slanciò
in mare e sul suo dorso
Europa fu trasportata a
Creta, dove partorì Minosse.
Secondo la tradizione, da
quel momento il nome
Statua di Europa
Europa indicò le terre della a Strasburgo,
Grecia, poste a nord del davanti alla sede
del Parlamento
Mediterraneo. europeo.

❶ Definizione ❷ Riflettiamo sul passato e viii secolo, il mondo greco-roma-


no appare ormai nettamente divi-
Dal punto di vista geografico l’Europa Quale significato attribuivano gli an- so, mentre la contrapposizione col
è un continente che si estende dall’o- tichi al termine “Europa”? mondo germanico si è attenuata fino
ceano Atlantico fino ai monti Urali, In epoca classica il termine quasi a scomparire. In età carolingia
costituendo la parte più occidentale Europa indicava le terre a nord del il termine Europa indica il mondo
dell’Eurasia, la vasta massa continen- Mediterraneo che partecipavano del-
tale che comprende sia l’Europa, sia la civiltà greco-romana. La definizio-
l’Asia. ne escludeva dunque i territori più parola chiave
L’Europa deve tuttavia la sua identità settentrionali dell’Europa attuale, le
più a fattori storici e culturali che ge- cosiddette “regioni iperboree” che Stato nazionale
Il termine indica uno Stato i cui confini
ografici. Ed è proprio a partire dall’viii i Greci ignoravano e i Romani non comprendono una nazione, ossia una
secolo che l’Europa acquista la fisiono- frequentavano. popolazione accomunata da fattori
comuni d’identità (linguistici, storici,
mia che conserva in buona parte an- Il concetto di Europa cambia netta- culturali, religiosi).
cora oggi. mente nel momento in cui, tra vii

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cristiano di tradizione latina e germa-
nica, contrapposto sia al mondo isla- nella nostra costituzione
mico, sia all’impero bizantino di tra-
L’Italia è uno dei Paesi che hanno partecipato fin dalle primissime fasi alla
dizione ellenistica. Il nucleo di questa
creazione dell’Unione europea: nel 1951 fu uno dei 6 Paesi (con Francia, Germania
nuova Europa è il regno dei Franchi, il
e Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo) che fondarono la Comunità economica del
cui territorio si estende in origine in-
carbone e dell’acciaio (Ceca); nel 1957 firmò con gli stessi paesi il Trattato di
torno al bacino del Reno e si espande
Roma, che dava vita alla Comunità Economica Europea; dal 1992 (Trattato di
in seguito fino a comprendere buona
Maastricht) fa parte dell’Unione, a cui oggi aderiscono 28 paesi.
parte della Francia, della Germania e
dell’Italia attuali, embrioni dei futuri 347
Stati nazionali europei, che presero Articolo 11
forma dal xv secolo. L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri

CAPITOLO 13. Dai Carolingi ai Sassoni


popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali;
consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di
❸ Comprendiamo sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giusti-
il presente zia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali
rivolte a tale scopo.
L’attuale Unione Europea, nata dopo —
la Seconda guerra mondiale come L’articolo 11 è uno degli articoli più importanti tra quelli dedicati ai Principi
comunità economica e divenuta in fondamentali su cui si fonda lo Stato italiano.
seguito anche un’istituzione poli- • L’articolo si apre con il ripudio della guerra e con l’enunciazione del valore
tica, risente chiaramente dell’idea della libertà; l’apertura a un “ordinamento (internazionale) che assicuri la
d’Europa abbozzata in età carolingia. pace e la giustizia” è un chiaro riferimento ai conflitti che avevano devastato
Ancora oggi alla base dell’Unione l’Europa nel secolo precedente e alla speranza che non si ripetessero mai più;
Europea c’è, infatti, il cosiddetto • Le limitazioni di sovranità a favore di regole e istituzioni comunitarie non
“asse franco-tedesco”, cioè l’alleanza sono considerate dai Costituenti un segno di debolezza dei governi, ma una
tra i due Paesi divisi dal Reno. precisa strategia politica per garantire, accanto alla libertà, altri due valori
Il “cuore” dell’Unione comprende irrinunciabili, e cioè la pace e la giustizia.
anche l’Italia e la Spagna, cioè le re-
gioni che nel Medioevo erano com-
prese, almeno in parte, entro i con-
fini del mondo carolingio, mentre la
Gran Bretagna e le regioni orientali
costituiscono ancora oggi le zone pe-
riferiche dell’Europa, soprattutto per
quanto riguarda il senso di apparte-
nenza all’Unione. per fissare le idee sviluppiamo
le competenze
L’Unione Europea è una realtà com-
plessa, che comprende vari aspetti: 1. Che cosa s’intendeva per “Europa” in → Essere cittadini europei implica
età greco-romana? avere diritti e doveri e agire
dal punto di vista economico, l’Eu- per rispettarli e farli rispettare.
2. Quando e perché il termine “Europa”
ropa è unificata (in parte) da una assunse il significato che ancora oggi La Carta dei diritti fondamentali
moneta unica (l’euro); sul piano po- gli attribuiamo? dell’Unione europea, approvata
nel 2004, sancisce questi diritti
litico e da un Parlamento europeo, 3. Perché oggi si parla di “cittadinanza e doveri e costituisce una guida
europea”? fondamentale al comportamento
in cui siedono i rappresentanti elet-
di ogni cittadino del nostro
ti di tutte le nazioni che fanno par- continente. Dopo aver compiuto
te dell’Unione, e da altre istituzioni una breve ricerca sul web,
(Consiglio d’Europa, Commissione esponi in un’argomentazione
scritta di circa 20 righe i princìpi
europea ecc.). La nostra cittadinanza fondamentali della Carta
dunque non è più solo una cittadi- europea, portando esempi storici
che testimonino sia la loro
nanza nazionale, ma anche una vera affermazione, sia la loro negazione.
e propria cittadinanza europea.

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Area STUDIO

A Gli eventi nel tempo


Europa occidentale
• 814-840 Regno di Ludovico il Pio
• 843 Trattato di Verdun: tripartizione dell’Impero carolingio
• 877 Capitolare di Quierzy: viene sancita l’ereditarietà dei feudi maggiori
348 • 887 Abdicazione di Carlo III il Grosso. Fine della dinastia carolingia
• 909 Fondazione dell’ordine cluniacense
• 910 I Normanni ricevono in feudo la Normandia dal re di Francia
sezione 3. L’Alto Medioevo

• 936-973 Regno di Ottone I in Germania


• 955 Battaglia di Lechfeld: Ottone I ferma l’avanzata degli Ungari
• 973-983 Regno di Ottone II
• 987 Ugo Capeto diventa re di Francia
• 996-997 Conversione degli Ungari al cristianesimo
• 996-1002 Regno di Ottone III
• 1002-24 Regno di Enrico II
• 1030 Inizia l’invasione normanna in Italia
• 1037 Constitutio de feudis: viene sancita l’ereditarietà dei feudi minori
• 1060-91 I Normanni conquistano la Sicilia e l’Italia meridionale
• 1066 Battaglia di Hastings e vittoria di Guglielmo il Conquistatore

B In sintesi
➀ La crisi dell’Impero carolingio origine il Sacro romano impero germanico. I suoi successori
→ Nell’814, alla sua morte, Carlo Magno lasciava un impero sul trono imperiale furono: Ottone II, che intraprese guerre di
potente, ma con alcuni problemi aperti: la successione al tro- conquista vittoriose contro Danimarca e Francia; Ottone III,
no, i rapporti tra il sovrano e i vassalli; la difesa del territo- che trasferì la sede imperiale a Roma; Enrico II, che s’mpegnò
rio. A Carlo succedette il figlio Ludovico il Pio, che continuò nella riaffermazione dell’autorità imperiale in Germania.
la politica paterna di alleanza con la Chiesa, ma non seppe
mantenere il controllo sui vassalli. Alla sua morte le lotte ➂ Gli ultimi invasori: Saraceni,
per la successione fra i tre figli si conclusero con la divisione Normanni, Ungari
dell’Impero: a Lotario I spettarono le regioni centrali e il tito- → Dal ix secolo, per circa 200 anni, si ebbe in Europa una
lo di imperatore, a Ludovico II il Germanico le regioni orien- nuova ondata di invasioni. Le incursioni dei Saraceni aveva-
tali, a Carlo II il Calvo quelle occidentali. no carattere piratesco e non miravano alla conquista, ma al
saccheggio. Solo con l’arrivo dei Normanni (abilissimi mari-
➁ Il Sacro romano impero germanico nai), i Saraceni persero la Sicilia e le basi in Italia meridio-
→ Con la dissoluzione dell’Impero carolingio si formarono nale. L’espansione normanna si diresse a est, verso l’attuale
tre Stati indipendenti: il regno di Francia, il regno d’Italia e Russia; a nord, verso l’Islanda e la Groenlandia; a sud, verso
il regno di Germania. Il regno di Francia alla fine del x secolo la Francia settentrionale (Normandia), l’Inghilterra e l’Italia
trovò un sovrano autorevole in Ugo Capeto, fondatore della meridionale. Tra il x e l’xi secolo stanziati nei territori con-
dinastia dei Capetingi. Nel regno di Germania salì al trono nel quistati i Normanni diedero vita a fiorenti civiltà.
919 Enrico I di Sassonia, il quale rafforzò il regno con rifor- → Gli Ungari erano originari delle steppe asiatiche. Sconfitti
me amministrative e militari. Suo figlio Ottone I, eletto re nel a Lechfeld (955) da Ottone I, si ritirarono nel territorio
936, nella battaglia di Lechfeld (955) sconfisse gli Ungari. Nel dell’attuale Ungheria e si convertirono al cristianesimo.
961 scese in Italia allo scopo di ottenere il titolo di impera-
tore, spodestò il re d’Italia e impose la propria autorità sul ➃ L’età feudale
papato (Privilegium Othonis: l’elezione del papa doveva essere → Con il termine “feudalesimo” s’indica il sistema politico ed
sottoposta al consenso dell’imperatore). Con Ottone I ebbe economico che nasce con la diffusione dei rapporti vassallatici.

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Area STUDIO
Il termine “feudo” indica il beneficio (e in particolare la por- → La società feudale era suddivisa in tre classi o ordini:
zione di territorio) concessa dal sovrano a un vassallo in cam- i guerrieri (bellatores), i sacerdoti (oratores) e i lavorato-
bio dell’omaggio (cioè del giuramento di fedeltà). I feudatari ri manuali (laboratores). Il clero era differenziato al suo
costituivano un’aristocrazia terriera, spesso in lotta contro il interno. In generale, non si limitava a svolgere attività
sovrano per garantirsi i propri privilegi, rendendo ereditari i religiosa, ma partecipava attivamente alla vita econo-
benefici concessi dal sovrano stesso. Le tappe fondamentali di mica, politica e culturale dell’epoca. L’aristocrazia era
questa lotta sono: il capitolare di Quierzy (877), che sancisce l’e- segnata da profonde divisioni tra sovrani e vassalli, tra 349
reditarietà dei feudi maggiori e la Constitutio de feudis (1037) che grandi e piccoli feudatari, tra feudatari e nobili senza
garantisce l’ereditarietà dei feudi minori. feudo.

CAPITOLO 13. Dai Carolingi ai Sassoni


C Mappa dei concetti

sacro romano impero dopo carlo magno

motivi di debolezza
• lotte per la successione dopo Ludovico • spinta autonomistica dell’aristocrazia • nuove incursioni di
il Pio • capitolare di Quierzy, ereditarietà Saraceni, Normanni,
feudi maggiori Ungari

dissoluzione Impero (887)

regno di Francia regno di Germania regno d’Italia


• anarchia • Enrico I di Sassonia • Berengario I e discendenti
• Ugo Capeto fonda la dina- • Ottone I (Sacro romano impero germanico (962)
stia dei Capetingi
• vita autonoma del regno – benefici ai vescovi (celibi) e non ai vassalli per potenziare potere regio
- diventa anche re di Italia (961)
- Privilegium Othonis (consenso imperiale per elezione papale)
• discendenti di Ottone (Ottone II, III e Enrico II) → fine della dinastia (1024)

Mondo feudale
economia
scarsità di

popolazione commercio denaro liquido


• guerre, saccheggi, carestie, malattie
• spopolamento delle città → passaggio da città a campagna → passaggio dalla villa alla curtis (parte
del padrone + parte del massaro) → economia chiusa all’interno della curtis → commerci rari e
discontinui → preferenza per baratto e difficoltà a reperire denaro liquido → istituzione delle corvées
• agricoltura molto arretrata e a bassa produttività → mancanza di sovrappiù da vendere → ulteriore
carenza di commercio e denaro liquido

società

clero aristocrazia lavoratori (contadini e schiavi)


• vescovi • preti • terriera • contadini affittuari o schiavi
• monaci • militare • proprietari

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Area attività

D Conoscenze e abilità

1 spazio Colloca sulla carta muta i nomi (citati nel testo) che trovi 2 tempo Indica con un numero
elencati nella tabella. progressivo la corretta successione
cronologica dei personaggi elencati.
350 Fiumi Località Regioni Verifica poi la tua risposta sul testo o su
un’enciclopedia.
Reno Freinet Pannonia
sezione 3. L’Alto Medioevo

Oder Taormina Carinzia ☐ Berengario I, re d’Italia


Dnepr Cordova Sassonia ☐ Carlo II il Calvo
Elba Lechfeld Aquitania ☐ Carlo III il Grosso
☐ Gerberto d’Aurillac
☐ Ludovico il Pio
☐ Ottone I il Grande

3 lessico Scrivi una breve definizione dei


termini indicati.

① Allegoria: 



② Decima: 



③ Beneficio: 


4 eventi Collega ciascuna data con l’avvenimento relativo. 
④ Feudo: 
① 840 a  attaglia di Hastings e vittoria di Guglielmo
B 
il Conquistatore 
② 877 b Capitolare di Quierzy 
③ 910 c Constitutio de feudis ⑤ Drakkar: 
④ 961 d Fondazione dell’ordine cluniacense 
⑤ 1037 e Morte di Ludovico il Pio 
⑥ 1066 f Ottone I imperatore 

5 eventi Rispondi alle seguenti domande relative all’espansione normanna.


① Quali furono le principali direttrici dell’espansione normanna? 

② Perché, dopo aver raggiunto l’America settentrionale, i Normanni l’abbandonarono rapidamente? 


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Area attività
6 eventi L’agricoltura dell’Alto Medioevo si può definire un’agricoltura povera. Indica almeno tre elementi che
confermano la correttezza di questa definizione.
①
②
③

351
7 concetti e connessioni La classe dei “lavoratori” altomedievali era in realtà articolata al suo interno. Individua

CAPITOLO 13. Dai Carolingi ai Sassoni


almeno tre categorie di persone che ne facevano parte.
①
②
③

8 eventi Completa la seguente tabella, elencando gli elementi di debolezza e quelli di forza che caratterizzano la Chiesa
nel x secolo.

Elementi di debolezza Elementi di forza

E Competenze
9 ANALIZZARE FONTI E DOCUMENTI Il sistema feudale
“Durante l’Alto Medioevo, tra il v e il ix secolo s’insedia
10 RICERCA E SCHEMATIZZAZIONE La mitologia
norrena ha ancor oggi un grande fascino, testimoniato
l
un nuovo sistema storico, che combina un modo di dall’interesse che le riserva la cultura popolare (fumetti,
produzione, un tipo di società e un sistema di valori: il film ecc.). Svolgi una breve ricerca in Internet sulle
sistema feudale”. seguenti figure e completa la tabella sottostante,
Utilizzando le informazioni che ti abbiamo fornito nel riportando le caratteristiche principali di ogni personaggio.
testo, sviluppa questa affermazione dello storico francese
J. Le Goff elaborando un documento PowerPoint diviso Personaggio Caratteristiche
in tre parti di almeno tre diapositive ciascuna, dedicate
Odino
rispettivamente
→ al modo di produzione; Frigg
→ all’organizzazione della società;
Thor
→ al sistema di valori di tale società.
Loki
Fenrir
Ratatosk

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Geografia
TEMA 1. L’economia del mondo

1. Un’economia su scala planetaria 2. la diffusione di forme di flessibilità e mobilità dei


posti di lavoro e la nascita di nuove professioni legate
352 Il sistema economico mondiale Nel xxi secolo ai settori tecnologicamente avanzati;
la produzione di beni e servizi è influenzata in maniera 3. lo spostamento di una parte della produzione dai
rilevante dagli effetti della globalizzazione economica, Paesi più ricchi a quelli in via di sviluppo, dove i costi
TEMA 1. L’economia del mondo

che hanno realizzato una forte interdipendenza tra i siste- di produzione sono inferiori, in termini di personale
mi economici e i mercati di tutto il mondo. Affronteremo e di tassazione; questo fenomeno prende il nome di
nel dettaglio la globalizzazione nel prossimo capitolo (vedi delocalizzazione;
p. 363); per comprendere l’evoluzione dei tre fondamenta- 4. il ruolo centrale svolto dalle tecnologie e dalla ricer-
li settori economici (primario, l’agricoltura, secondario, ca scientifica (attività del cosiddetto settore ter-
l’industria, terziario, i servizi) dobbiamo tuttavia accenna- ziario avanzato o quaternario), che determinano
re alle principali tendenze dell’attuale sistema economi- rapidi cambiamenti non solo nel settore terziario, ma
co mondiale. In sintesi queste tendenze sono: anche in quello primario e secondario;
1. nelle economie dei Paesi più ricchi e avanzati, la velo- 5. l’avvento di nuovi protagonisti nel mercato econo-
ce crescita del settore terziario; mico globale, come Cina, India e Brasile;

gli addetti al settore terziario

Alask a
(USA)

ISLANDA
FINLANDIA
NORVEGIA
SVEZIA FED. RUSSA
EST.
C A N A D A LET.
REGNO DAN. LIT.
IRLANDA
UNITO BIELOR.
P.B. POLONIA
BEL. GERM.
R.CECA
LUSS. SLOVAC. U C R AI NA K A Z AK I STAN MONGOLIA
AUSTRIA UNGH. MOL.
FRANCIA SVIZZ. SLO.
ROMANIA
SERB

CRO. BOS. UZ
ERZ.
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STATI U N ITI BULG. GEOR. KIS
IA

MONT. KIRGHIZISTAN DEL NORD


ALB. MAC. ARM. AZER. TA GIAPPONE
PORTOGALLO ITALIA N
SPAGNA TURCHIA TURKMEN. TAGIKISTAN COREA
GRECIA SIRIA DEL SUD
TUNISIA
CIPRO
LIBANO
AFGHAN. C I N A
MAROCCO IRAQ I R AN
ISRAELE
GIORD.
KUW. PAKISTAN N EP BHUTAN
AL
Sahara Occ. ALG E R IA LI B IA BAH.
BAHAMA EGITTO ARABIA QATAR
REP. (Marocco) TAIWAN
MESSICO DOMINICANA
SAUDITA E.A.U. BANGLADESH
BELIZE CUBA I N D IA
SAINT KITTS E NEVIS OMAN MYANMAR LAOS
GIAMAICA CAPO MAURITANIA
ANTIGUA E BARBUDA VERDE MALI SUDAN VIET NAM
GUATEMALA HONDURAS HAITI DOMINICA NIGER THAILANDIA
SAINT LUCIA
SENEGAL CIAD ERITREA YEMEN
EL SALVADOR NICARAGUA GAMBIA BURKINA CAMB.
FILIPPINE
FASO GIBUTI
GUINEA-BISSAU
COSTA RICA TRINIDAD GUINEA SUD
COSTA NIGERIA
GHANA

PANAMÁ E TOBAGO SAINT VINCENT


SIERRA LEONE REP. SUDAN SRI LANKA STATI FEDERATI
VENEZUELA E GRENADINE D'AV. CENTRAFRICANA ETIOPIA
LIBERIA BRUNEI DI MICRONESIA
Guiana BARBADOS SOMALIA
CAMERUN PALAU
COLOMBIA Franc.
GRENADA TOGO MALDIVE MALAYSIA
BENIN UGANDA KENYA SINGAPORE
SURINAME
GO

SÃO TOMÉ
ECUADOR GUYANA REP. DEM.
CON

E PRÍNCIPE RUANDA
GUINEA
CONGO BURUNDI I N D O N E S I A
SEICELLE PAPUA
EQUATORIALE GABON NUOVA
TANZANIA GUINEA
BRAS I LE COMORE TIMOR EST
PERÚ ANGOLA MALAWI SALOMONE
ZAMBIA
MOZAMBICO
BOLIVIA ZIMBABWE
MADAGASCAR MAURIZIO
BOTSWANA
NAMIBIA
PARAGUAY
SWAZILAND
% addetti settore terziario AUSTRALIA
REP. LESOTHO
C I LE SUDAFRICANA meno del 30
URUGUAY
30 - 45
ARGENTINA
45,1 - 60
NUOVA
60,1 - 70 ZELANDA

70,1 - 80
oltre 80
Stati in cui i dati relativi
al secondario non sono
separati da quelli relativi
al terziario
dati non disponibili

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6. l’affermazione di imprese multinazionali dotate rilevanti da Stato a Stato, il mercato del lavoro è caratteriz-
di un enorme potere economico, in grado di imporsi zato oggi da una maggiore flessibilità e mobilità. Per il
sul mercato globale, spesso sostituendosi alle produ- lavoratore questo significa contratti con durata limitata,
zioni locali, fortemente penalizzate. disponibilità a cambiare mansione e luogo di lavoro, ne-
cessità di riqualificarsi per ottenere maggiori opportunità
La terziarizzazione dell’economia L’espansione lavorative. Se affiancata da adeguate tutele e da congrui ri-
del terziario coinvolge sia i comparti più tradizionali (i tra- conoscimenti economici, la flessibilità può essere utile, per
sporti, l’istruzione, le attività commerciali), sia i settori più favorire non solo la competitività delle imprese, chiamate
avanzati (le telecomunicazioni, l’informatica, la finanza e i a confrontarsi in un mercato economico su scala globale,
servizi via Internet). Per comprendere il ruolo preponde- ma anche l’aumento dell’occupazione. Il mercato del lavo- 353
rante del settore terziario nell’economia mondiale è utile ro degli ultimi anni ha però dimostrato come la flessibilità
analizzare l’apporto percentuale al Pil (Prodotto interno lor- si sia spesso trasformata in precarietà, con la perdita di

TEMA 1. L’economia del mondo


do) di ciascun settore: il primario (agricoltura, allevamento, alcuni diritti e garanzie per i lavoratori.
pesca) produce circa il 6% del Pil mondiale, il secondario (in-
dustria) circa il 31% e il terziario (servizi alle persone e alle La frammentazione della produzione I metodi di
imprese) circa il 63%. Proprio a causa di questa preminenza produzione sono molto cambiati negli ultimi decenni, so-
del settore terziario si parla oggi di una fase post-indu- prattutto a causa della scelta da parte delle imprese di delo-
striale o di un’economia terziarizzata. Questa tendenza è calizzare in tutto o in parte la produzione nei Paesi in via di
particolarmente accentuata nelle aree più sviluppate: negli sviluppo e di recente industrializzazione. La produzione di
Stati Uniti la popolazione occupata nel terziario supera l’80% un determinato bene, che in passato avveniva in un singolo
e l’apporto di questo settore al Pil è di circa il 78%; nell’Unio- Paese, oggi può avvenire in diversi Paesi, che si “dividono” le
ne Europea quasi i tre quarti del Pil provengono dai servizi. fasi produttive: la realizzazione di un’automobile, per esem-
Al contrario, nei Paesi con un’economia poco sviluppata o in pio, può prevedere la realizzazione della scocca, del motore
via di sviluppo la crescita del terziario è più limitata. e delle parti elettroniche in stabilimenti di tre diversi Paesi.
Il risultato è una frammentazione della produzione. Per
Le nuove figure professionali La forte crescita della i Paesi in via di sviluppo questa tendenza comporta una
domanda di servizi destinati alle persone, alle imprese e alla forte spinta alla crescita economica, che tuttavia spesso va
pubblica amministrazione ha determinato molti cambia- a discapito dei diritti dei lavoratori (assai diffuso è lo sfrut-
menti nel mercato del lavoro, con una decisa diversifica- tamento del lavoro minorile e le tutele sono assai inferio-
zione delle figure professionali, in particolare nei settori ad ri rispetto a quanto avviene nei Paesi sviluppati), oltre che
alto tasso tecnologico. Nel settore delle telecomunicazioni
è aumentata per esempio la richiesta di tecnici, ingegneri
e ricercatori specializzati nell’ambito della telefonia mo-
bile, della TV digitale e del comparto satellitare. Il settore
del terziario in cui si è registrata una maggiore crescita di
nuove professioni è quello del web: sviluppatori di blog, siti
Internet e app, addetti al web marketing, all’ecommerce, alla
comunicazione tramite social newtork, solo per fare qual-
che esempio. Se le tecnologie offrono nuove opportunità di
lavoro per figure professionali specializzate, esse determi-
nano però anche una parziale contrazione dell’occupa-
zione: per gestire un determinato servizio diventa, infatti,
necessario un numero minore di addetti. Inoltre l’effetto di
questa tendenza è l’esclusione dal mondo del lavoro dei lavo-
ratori meno specializzati, privi di una formazione adeguata.

La flessibilità e il rischio della precarietà Il


▲ delocalizzazione
fenomeno della terziarizzazione dell’economia è accom- Operai al lavoro nella fabbrica di elettronica Foxconn in Cina, che
pagnato, nei Paesi più sviluppati, da un progressivo cam- produce e assembla apparecchi per alcune delle più importanti aziende
biamento dell’organizzazione del lavoro, che incide anche del settore (Apple, Amazon, Microsoft ecc.). La fabbrica è nota per l’alto
numero di suicidi tra i dipendenti, causati dallo stress e dalle cattive
sulle tutele e sui diritti dei lavoratori. Seppur con differenze condizioni di lavoro.

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dell’ambiente (i tassi d’inquinamento sono molto alti poi- L’innovazione tecnologica è ancora in buona parte con-
ché nei Paesi in via di sviluppo spesso le leggi relative alla centrata nei Paesi più sviluppati, anche se è in aumento
tutela dell’ambiente sono più permissive). il contributo alle nuove tecnologie dato dai Paesi che ven-
gono raggruppati nell’acronimo BRICS (Brasile, Russia,
L’importanza dell’innovazione tecnologica India, Cina, Sudafrica). Se analizziamo, ad esempio, le do-
L’innovazione tecnologica rappresenta oggi un fattore de- mande di brevetti tecnologici (i titoli giuridici che ga-
cisivo per il successo delle imprese, soprattutto per quelle rantiscono lo sfruttamento esclusivo di un’invenzione) tra
che sono chiamate a confrontarsi con le sfide del mercato il 2004 e il 2013, ci accorgiamo che quasi il 90% proviene dai
globale. L’innovazione tecnologica può essere di prodotto, Paesi che appartengono al G12 (gruppo composto in realtà
354 nel caso in cui riguardi la produzione di beni o servizi nuo- da 13 Paesi, i più industrializzati al mondo, cioè Australia,
vi; oppure di processo, quando permette alle imprese di Belgio, Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Gran
ottenere una migliore efficienza dei processi di produzione. Bretagna, Paesi Bassi, Spagna, Svezia, Svizzera, Usa). I
TEMA 1. L’economia del mondo

Ricerca e innovazione favoriscono la crescita dei posti di BRICS detengono ancora una quota inferiore al 3%, ma con
lavoro, oltre a facilitare la vita di ogni giorno, miglioran- forti tassi di crescita (in Cina si è registrato un rialzo del
do l’assistenza sanitaria, le scuole, i trasporti, i servizi digitali. 28,3% negli ultimi anni).
Il settore a più alto tasso d’innovazione tecnologica oggi è il Per quanto riguarda gli investimenti in ricerca e svi-
terziario avanzato (o quaternario), che comprende non solo luppo le economie avanzate faticano negli ultimi anni a
le attività legate alle nuove tecnologie (informatica, teleco- trovare le risorse necessarie (soprattutto a causa della crisi
municazioni, web ecc.) ma anche tutto ciò che è legato alla economica), mentre la Cina conosce una crescita impetuosa,
ricerca scientifica, alla creatività, alla cultura, allo sviluppo di che secondo l’Ocse la porterà a diventare nel 2019 il Paese
nuove tecnologie applicabili poi a tutti i settori produttivi. che più investe sui nuovi brevetti e sulla ricerca tecnologica.

geofocus

Gli obiettivi dell’UE per la ricerca e l’innovazione


A livello internazionale l’Unione Europea detiene un ruolo “Orizzonte 2020” non riguardano solo il comparto economico,
di primo piano nella produzione di nuove tecnologie. Per ma puntano anche a dare risposte adeguate a problemi attuali
mantenere questo ruolo, in un periodo di scarsi investimenti a come l’approvvigionamento energetico, il riscaldamento globale,
causa della crisi economica e dell’avanzata di nuovi colossi come la la salute pubblica, le risorse idriche e alimentari. I Paesi dell’Ue
Cina, l’Ue ha approvato nel 2014 “Orizzonte 2020”, un programma dovranno investire entro il 2020 il 3% del Pil in risorse e sviluppo.
per la ricerca e l’innovazione che prevede investimenti fino L’obiettivo è creare 3,7 milioni di posti di lavoro, con un aumento
a 80 miliardi di euro. Gli investimenti e la ricerca finanziati da annuo del Pil europeo di circa 800 miliardi di euro.

Leadership industriale: 17 miliardi di euro


Eccellenza scientifica: 24,4 miliardi di euro Investire in tecnologie promettenti e strategiche,
Potenziare la competitività dell’Ue, creare incoraggiare le aziende e investire di più nella
posti di lavoro, migliorare il tenore di vita ricerca e cooperare con il settore pubblico per
rilanciare l’innovazione

Sfide per la società: 29,7 miliardi di euro


Investimenti nella ricerca e innovazione
Euratom (2014-18): 1,6 miliardi di euro che possono offrire benefici concreti ai
Finanziare la ricerca dell’Ue su fissione e cittadini
fusione nucleare; questioni di sicurezza e
protezione, ricerca medica, radioprotezione,
gestione dei rifiuti, usi industriali delle
radiazioni, usi nella protezione di energia

Altro: 3,2 miliardi di euro


Scienza con e per la società, diffondere l’eccellenza e Istituto europeo di innovazione e tecnologia: 2,7 miliardi di euro
ampliare la partecipazione, azioni dirette non nucleari del Sfruttare il potenziale di talenti dell’Europa, ottimizzare e diffondere i
Centro comune di ricerca (JRC) vantaggi dell’innovazione in tutta l’Ue

Fonte: https://ec.europa.eu/programmes/horizon2020

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2. Il settore primario: l’agricoltura sud-est asiatico. Le principali produzioni agricole possono
essere classificate in base alla loro destinazione:
L’agricoltura, l’allevamento e la pesca Il setto- 1. colture alimentari: forniscono i prodotti base
re primario comprende l’agricoltura, l’allevamento e la dell’alimentazione umana, come i cereali (i cinque
pesca. Queste attività forniscono all’essere umano il cibo prodotti in maggiori quantità nel mondo sono mais,
di cui necessita per il proprio sostentamento. Per millen- riso, frumento, orzo e sorgo), le patate, gli ortaggi e
ni l’agricoltura ha rappresentato l’attività economica più la frutta;
importante: nel xviii secolo in Europa essa era ancora la 2. colture di piantagione: forniscono prodotti com-
principale fonte di ricchezza e l’80% della popolazione mercializzati in massima parte dalle multinazionali
lavorava nei campi e viveva di agricoltura. Oggi la situazio- nei mercati dei Paesi più ricchi, dove vanno a inte- 355
ne è cambiata: la popolazione attiva occupata nel settore grare la dieta della popolazione (tè, caffè, cacao ecc.);
agricolo in Europa e nei Paesi sviluppati è compresa tra il 3. colture foraggere: sono destinate principalmente

TEMA 1. L’economia del mondo


5-6% del totale della forza lavoro (ad esempio in Germania e all’alimentazione degli animali d’allevamento (fieno,
negli Usa è l’1,5%, in Francia il 2,8%) mentre le attività agri- avena, segale, erba medica, lupino);
cole contribuiscono in maniera molto ridotta al Prodotto 4. colture industriali: sono destinate alla trasforma-
interno lordo (Pil) mondiale, con una percentuale inferiore zione industriale, per ottenere prodotti a uso alimen-
al 5%. Eppure oltre il 30% dei lavoratori nel mondo è anco- tare e non alimentare (canna da zucchero, barbabie-
ra impiegato nell’agricoltura: il motivo è che nei Paesi più tola da zucchero, soia, girasole, cotone, lino, canapa,
poveri essa è ancora oggi il settore che conta il maggior nu- tabacco).
mero di occupati, con punte che arrivano a oltre l’80% degli
occupati (in Burundi lavora nel settore primario l’88% dei L’agricoltura di sussistenza L’agricoltura di sussi-
lavoratori, in Malawi l’86%). stenza è ancora oggi molto diffusa nei Paesi in via di svi-
luppo; essa è chiamata anche agricoltura tradizionale,
La produzione agricola nel mondo La produzione perché è praticata con mezzi e metodi di lavoro antiquati,
agricola presenta un vasto numero di colture, alcune delle da un alto numero di persone e con una resa bassissima. In
quali sono presenti in quasi tutto il mondo (per esempio un’agricoltura di sussistenza la meccanizzazione del lavo-
i cereali), mentre altre solo in aree con specifiche condi- ro è molto limitata: a prevalere è il lavoro dell’uomo e degli
zioni climatiche: il tè, per esempio, è coltivato nell’area del animali. I prodotti sono destinati quasi solo al consumo

I principali prodotti dell’agricoltura

Principali produzioni agricole

caucciù canna da
zucchero
cotone cereali

riso tabacco

caffè frumento

granoturco tè

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diretto dei piccoli produttori e alla vendita nei mercati lo- L’agricoltura di mercato L’agricoltura praticata
cali delle aree rurali di Africa,Asia e America Latina. Questo nei Paesi sviluppati è chiamata agricoltura di mercato.
genere di agricoltura è dominato dalla cosiddetta policol- Un’agricoltura è di mercato quando la produzione è destinata
tura: su piccoli appezzamenti di terra sono coltivati più prevalentemente al commercio nei mercati nazionali e inter-
prodotti, così da ottenere una base alimentare sufficiente nazionali e alla lavorazione industriale. A differenza dell’agri-
per la sopravvivenza quotidiana. coltura di sussistenza, la manodopera impiegata nel lavoro
Le aree in cui è praticata l’agricoltura di sussistenza dei campi è limitata (in genere meno del 5% della popolazio-
sono molto spesso caratterizzate da una diffusa pover- ne) e viene fatto un ampio utilizzo di strumenti meccanici,
tà e da un grado elevato di sottoalimentazione. A causa di sistemi di irrigazione e di prodotti chimici (fertilizzanti,
356 dell’arretratezza tecnologica, le coltivazioni sono condi- pesticidi, diserbanti). La resa dei terreni è più elevata di quel-
zionate dal clima e dalle condizioni del suolo: nelle la dell’agricoltura di sussistenza, ma il rischio di inquinare e
aree aride della savana, in Africa, viene per esempio prati- impoverire i terreni e l’ambiente circostante è molto alto ed è
TEMA 1. L’economia del mondo

cata un’agricoltura tradizionale a secco, che non necessita per questo che l’Unione Europea ha istituito un quadro comu-
di irrigazione e permette di coltivare cereali come miglio e nitario per l’utilizzo sostenibile dei pesticidi.
sorgo; nelle zone dell’Asia calde, umide e piovose, la coltiva- L’agricoltura di mercato può essere di tipo intensivo
zione più diffusa è il riso. o estensivo. Nel primo caso i terreni sono di dimensioni

▲ I terrazzamenti costruiti per la coltivazione del riso nelle Filippine. ▲ Un enorme campo coltivato a grano negli Stati Uniti.

geofocus

L’agricoltura di piantagione e il land grabbing


In America centro-meridionale, in Africa e in Asia a fianco cui s’intende l’acquisizione di enormi appezzamenti agricoli da
dell’agricoltura di sussistenza troviamo l’agricoltura di parte di governi stranieri. Il fenomeno ha registrato una forte
piantagione, che si basa sulla produzione di un unico prodotto crescita nel xxi secolo e ha coinvolto in particolare l’Africa,
(caffè, tè, tabacco, canna da zucchero) su ampie distese. Da un continente ricco di terre e di risorse naturali. Le principali
questo genere di agricoltura si avvantaggiano oggi quasi protagoniste del land grabbing sono le economie in forte crescita
esclusivamente le imprese multinazionali, che si avvalgono del comparto asiatico, come Cina, India e Corea. L’obiettivo è
del lavoro della popolazione locale, generalmente a prezzi ottenere terre fertili a prezzi molto bassi. Questo fenomeno sta
molto bassi. I prodotti ottenuti sono destinati esclusivamente assumendo le forme di una nuova colonizzazione a danno
all’esportazione. Un fenomeno più recente, che si basa sempre delle popolazioni locali, che dall’intervento straniero non solo
sullo sfruttamento delle risorse dei Paesi più poveri,è il cosiddetto ottengono vantaggi minimi o nulli, ma sono spesso anche
land grabbing (letteralmente “rapina delle terre”), termine con costrette a lasciare le proprie terre.

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limitate e sono sfruttati al massimo, grazie all’impiego di Il ruolo dell’allevamento Gli animali più allevati nel
tecniche che garantiscono rese molto elevate per ettaro. mondo sono i bovini, i suini, gli ovini, i caprini, il pollame e gli
Un esempio di coltura intensiva è quello dei prodotti or- equini. L’allevamento è praticato in primo luogo per i prodot-
tofrutticoli nell’area del Mediterraneo. Nel secondo caso i ti ottenuti (carne, latte, uova, ma anche formaggi e insaccati)
terreni sono molto vasti e in genere coltivati con un’uni- che vanno a integrare l’alimentazione umana. Ai prodotti de-
ca coltura. Gli addetti sono in numero ridotto, poiché si fa stinati all’alimentazione, si affiancano quelli lavorati dall’in-
un forte impiego di macchinari moderni: la resa per etta- dustria tessile e conciaria, come la lana e le pelli.
ro non è molto alta, ma i grandi appezzamenti di terreno L’allevamento tradizionale, destinato all’autoconsu-
consentono di ottenere enormi quantità di prodotti. Un mo e con basse rese di latte e carne, è praticato soprattutto
esempio di coltura estensiva sono i campi coltivati a cere- nelle zone aride dell’Africa subsahariana e dell’Asia cen- 357
ali negli Stati Uniti. trale da popolazioni che in molti casi conducono una vita

TEMA 1. L’economia del mondo


▲ I terrazzamenti per la coltivazione delle viti, in Trentino-Alto Adige. ▲ Un pastore nomade con i suoi animali, Cina.

geofocus

Il dibattitto sugli Ogm


Negli ultimi anni le innovazioni dell’ingegneria genetica hanno
immesso sul mercato gli Ogm (Organismi geneticamente modificati),
specie vegetali il cui patrimonio genetico è stato modificato per
renderle più produttive e più resistenti all’attacco di parassiti e a
condizioni climatiche avverse. Le coltivazioni di Ogm più diffuse sono
oggi quelle di mais, cotone, soia, colza e sono in genere controllate da
grandi multinazionali. Da alcuni anni l’uso degli Ogm è al centro di
un acceso dibattito: alcuni scienziati ritengono che essi non siano
dannosi per l’uomo e per l’ambiente, ma che anzi siano un’importante
risorsa per migliorare la produttività delle terre; molti altri scienziati,
al contrario, considerano gli Ogm un pericolo per l’uomo e l’ambiente,
a causa del rischio di contaminazione delle coltivazioni circostanti
e dei danni per la salute umana che essi possono comportare (in
particolare le allergie). In alcune aree del mondo, come gli Stati Uniti,
le coltivazioni Ogm sono molto diffuse, mentre in altre, come l’Unione
Europea, è obbligatoria la tracciabilità e l’etichettatura degli organismi Un operaio agricolo mentre carica la seminatrice meccanica
Ogm e dei prodotti da essi ottenuti, lungo l’intera catena alimentare. con semi OGM geneticamente modificati.

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nomade: secondo le stagioni, gli allevatori si spostano con (che arriva a circa 4 litri di latte al giorno), la Frisona produ-
gli animali per cercare aree con una quantità di acqua e ce in media 28 litri al giorno per un periodo di dieci mesi,
foraggio sufficiente ad alimentare i pochi capi allevati. con picchi di 60 litri al giorno.
L’allevamento moderno è invece praticato nei Paesi
più avanzati con criteri industriali, volti a ottenere il mas-
simo rendimento per ogni singolo capo. Per raggiungere 3. Il settore secondario: l’industria
quest’obiettivo sono impiegate tecnologie avanzate (ad
esempio nella mungitura dei capi) e viene attuata una se- I settori della produzione industriale Nel set-
lezione genetica delle razze allevate, in modo da ottenere tore secondario rientrano le attività industriali, che pre-
358 capi con caratteristiche tali da garantire un’alta resa. Nella sentano origini più recenti rispetto alle attività del settore
produzione casearia si è ad esempio diffusa in tutta Europa primario: l’industria ha cominciato infatti a diffondersi in
la mucca di razza Holstein-Frisona, per la sua alta produtti- Europa tra la fine del xviii e l’inizio del xix secolo, a parti-
vità di latte: rispetto a una mucca allevata per la sua carne re dall’Inghilterra, la culla della Rivoluzione industriale.
La produzione industriale tradizionale, da cui l’attività
del settore secondario ha avuto origine e che era caratte-
rizzata da tecnologie poco avanzate e manodopera nume-
rosa, comprendeva l’industria tessile, metallurgica e della
lavorazione del legno. Successivamente si sono affermati
settori caratterizzati da tecnologie più avanzate e che han-
no richiesto sempre più manodopera specializzata, come
l’industria chimica, automobilistica o alimentare. Ad alto
tasso d’innovazione tecnologica sono infine oggi i settori
dell’elettronica, dell’informatica, dell’aeronautica, della ro-
botica, delle telecomunicazioni e delle biotecnologie.
Come abbiamo visto in precedenza, la terziarizzazione
dell’economia ha determinato nei Paesi più ricchi un calo
degli addetti e della produzione industriale. Produzione e ad-
detti sono invece in aumento nei Paesi emergenti, favoriti dai
processi di delocalizzazione industriale. Mettiamo per esem-
pio a confronto Stati Uniti e Cina: negli Stati Uniti gli addetti
al settore secondario si attestano oggi intorno al 17%, con una
quota del Pil nazionale inferiore al 20%, mentre in Cina gli ad-
▲ Un allevamento di bovini altamente meccanizzato, Paesi Bassi. detti superano il 30% con una quota Pil intorno al 45%.

geofocus

Pesca e acquacoltura
Oggi alla pesca tradizionale di pesci, molluschi e crostacei si affianca
l’acquacoltura, cioè l’allevamento di pesci e molluschi in aree delimitate.
Il forte aumento della produzione mondiale di pesce, raddoppiata negli
ultimi 50 anni, è stato determinato in particolare dalla pesca di tipo
industriale, nella quale sono impiegati grandi pescherecci dotati di
strumentazioni tecnologiche in grado di individuare i banchi di pesci.
Per far fronte alla crescente richiesta del mercato ittico internazionale,
la pesca industriale fa uso di metodi che si sono dimostrati molto
dannosi per l’ecosistema marino: alcune specie molto richieste sul
mercato, come determinate qualità di tonno (su tutte il tonno a pinne Un gigantesco peschereccio a strascico industriale al largo
gialle), sono oggi a rischio estinzione. delle coste della Tasmania.

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Le risorse minerarie: beni contesi e a rischio
La disponibilità di risorse minerarie ed energetiche è
decisiva per le attività industriali (ma non solo). Negli ul-
timi decenni l’utilizzo di queste risorse è stato in costante
aumento. Oltre a comportare gravi conseguenze per l’am-
biente, l’eccessivo sfruttamento delle risorse (in particolare
delle fonti non rinnovabili: petrolio, gas naturale e car-
bone che coprono i tre quarti dell’energia prodotta a livello
mondiale) pone all’ordine del giorno il problema del loro
possibile esaurimento. Questo non vale solo per le risor- 359
se energetiche, di cui molto si discute anche a livello go-
vernativo e sovranazionale, ma anche per alcune risorse
minerarie: ai tassi di consumo attuali e con le tecnologie
al momento disponibili, si stima che le riserve mondiali di
rame, nichel e alluminio abbiano una durata di poco supe-
▲ Uomini al lavoro in una miniera d’oro a cielo aperto nella Repubblica
riore rispettivamente a 40 anni, 60 anni e 250 anni. Centrafricana.
Il controllo delle risorse minerarie nel Sud del
Mondo ha causato inoltre, nel corso della storia più recen-
te, violenti e sanguinosi conflitti: ancora oggi diverse discussione da alcuni Paesi che stanno conoscendo tassi
aree dell’Africa, ricche di giacimenti di diamanti, oro e al- d’industrializzazione molto alti. Il Paese caratterizzato da
luminio, sono costantemente afflitte da una drammatica una crescita economica impetuosa è la Cina, che secondo
instabilità politica e sociale. molti economisti diventerà a breve la prima potenza indu-
striale del mondo, potendo contare su una grande disponi-
Le grandi aree industriali Nel corso del Novecento bilità di materie prime, manodopera a basso costo e forti
le tre principali aree industriali del pianeta sono state l’A- finanziamenti statali. Altri Paesi caratterizzati da un’e-
merica del Nord, l’Europa occidentale e il Giappone. conomia in crescita sono l’India, il Brasile, il Sudafrica
Il primato di queste regioni oggi è tuttavia messo in e la Russia, l’Australia e le aree dell’Asia orientale

le Aree a sviluppo industriale consolidato

Stoccolma
Tallinn Mosca
Vancouver Belfast
Seattle Colonia
Londra
Donets’k
San Francisco Chicago Detroit Marsiglia
Milano Pechino
Bilbao Baki Seoul
Los Angeles New York Barcellona
Nanchino Tokyo

Shanghai
León
Kolkata Hong Kong
Ha Noi
Mumbai
Chennai

Johannesburg

Porto Alegre

Montevideo Sydney
regioni industriali Adelaide
centri industriali Melbourne

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classificate come “Paesi di nuova industrializzazione” (Nic, supporti alle imprese (servizi legali, di pubblicità, di
Newly Industrializing Countries): Hong Kong, Taiwan, Corea logistica, di pulizia, di sicurezza).
del Sud, Singapore. Nell’America Latina, oltre ai poli indu- Come abbiamo già detto, il terziario è oggi il settore che oc-
striali del Brasile, bisogna ricordare quelli sviluppati in- cupa più addetti e produce maggiore ricchezza negli Stati
torno a Città del Messico (in Messico), a Buenos Aires e a del Nord del mondo, mentre risulta ancora marginale nei
Montevideo (rispettivamente in Argentina e in Uruguay). Paesi più poveri.
Nel continente africano, se escludiamo il Sudafrica, i poli
industriali sono poco sviluppati: troviamo importanti cen- Il commercio internazionale e i trasporti
tri industriali solo intorno ad alcune grandi città (come il All’interno del terziario il settore con il maggior numero
360 Cairo in Egitto). Un caso a parte è rappresentato dai Paesi di addetti è il commercio. Dagli anni Settanta-Ottanta
arabi ricchi di petrolio, dove l’estrazione del greggio ha fa- del xx secolo il commercio internazionale ha conosciuto
vorito lo sviluppo di poli industriali localizzati intorno alle un vero e proprio boom. Alle tradizionali vie commerciali
TEMA 1. L’economia del mondo

aree di estrazione e raffinazione. tra le aree del mondo più sviluppate (Stati Uniti, Unione
Europea e Giappone) si sono aggiunte le rotte commer-
Le aree a bassa industrializzazione Molte aree ciali che hanno come protagoniste le nuove potenze in-
del mondo, colpite da conflitti sociali e religiosi, instabi- dustriali del globo. La Cina, in particolare, è entrata di
lità politica e povertà diffusa, restano ancora ai margini forza tra i primi esportatori mondiali, a fianco di Paesi
dei processi di industrializzazione. Le poche fabbriche a forte vocazione commerciale come gli Stati Uniti e la
in funzione presentano sistemi produttivi arretrati, Germania.
riconducibili per molti versi più a una produzione di Se i Paesi in forte espansione industriale come la Cina
tipo artigianale che industriale. La regione meno indu- esportano un’ampia gamma di prodotti, dal tessile fino
strializzata del mondo è l’Africa centrale, dove troviamo all’hi-tech, i Paesi poveri del Sud del mondo sono ancora
un’incidenza del settore industriale bassissima (in alcu- legati all’esportazione di materie prime e di prodotti agri-
ni Stati inferiore al 15% del Pil). Molti Paesi africani sono coli e all’importazione di beni di consumo, macchinari,
in realtà ricchi di materie prime (petrolio, rame, ferro), farmaci.
che non vengono però lavorate sul posto, ma nella mag- I trasporti commerciali possono avvenire in quattro
gior parte dei casi prelevate da multinazionali straniere modi: su rotaia, su strada, via mare e via aereo. Le vie di
e lavorate nei Paesi più ricchi: in questo modo il ritorno comunicazione nel loro complesso sono chiamate reti; i
in termini di ricchezza e occupazione per le popolazioni luoghi in cui avviene lo smistamento di merci e persone
locali è assai scarso. (aeroporti, stazioni ferroviarie, porti) sono chiamati nodi.

4. Il settore terziario per schematizzare

Terziario tradizionale e avanzato Il terziario è il La crescita del commercio mondiale (miliardi di $)


settore economico in cui si producono e si distribuiscono 16 097
18 401

servizi. Si tratta di un settore ampio e diversificato, che


12 461
comprende una grande varietà di attività economiche in
6000
continua evoluzione. La distinzione più comune è quella 5500

tra terziario tradizionale, che comprende attività ca- 5000


ratterizzate da una bassa innovazione tecnologica (com-
mercio, trasporti, turismo, istruzione, salute), e terziario 4000 3700
avanzato, nel quale l’innovazione è molto elevata (teleco-
municazioni, informatica, ricerca scientifica, marketing, 3000

pubblicità, finanza). I servizi prodotti possono essere: 2200


2000
1. destinati al settore pubblico, ossia realizzati per lo
Stato e per le amministrazioni locali, per esempio nei 1000
settori della sanità, dell’istruzione, dei trasporti; 70 130
290
10 11 12 14 20 35 25
2. destinati alla persona o alle imprese: i primi sono 0

servizi che si rivolgono ai cittadini (servizi ricreativi,


2000

2008

2009

2012
1850

1880
1900

1928

1950
1960

1980
1990
1870

1937

1970
1913

sportivi, turistici, ristorativi); i secondi forniscono

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La rete dei trasporti e delle comunicazioni ha cono- valori (circa cento nel mondo), collegate da efficienti reti
sciuto negli ultimi anni un ampliamento senza precedenti. telematiche. Tra i maggiori protagonisti del sistema fi-
Oggi la rete più utilizzata è quella stradale: si stima che cir- nanziario troviamo le banche private, le banche centrali
colino sulle strade di tutto il mondo oltre un miliardo di au- degli Stati, le compagnie di assicurazione e altri fondi e
toveicoli. Sul piano più strettamente commerciale il trasporto istituti specializzati.
più utilizzato è invece quello marittimo, che copre gli scambi
di merci e materie prime su lunghe distanze, con rotte che Il turismo: un settore in forte crescita Anche
collegano Europa, Asia e Nord America. Nel 2012 sono stati il settore turistico negli ultimi anni registra una forte
trasportati via mare circa 9 miliardi di tonnellate di merci. crescita, favorita dallo sviluppo dei trasporti e delle comu-
Anche il ruolo del trasporto aereo è notevolmente aumentato, nicazioni: oggi è possibile spostarsi per esempio con voli 361
soprattutto per quanto riguarda il trasporto su distanze medie aerei a prezzi spesso contenuti (i cosiddetti voli low cost),
e lunghe. Nel settore dei trasporti via terra la rete ferroviaria sfruttando le numerose offerte presenti sul web. I flus-

TEMA 1. L’economia del mondo


mondiale è in continua espansione, con una rapida diffusio- si turistici sono da decenni in costante crescita: se nel
ne dei treni ad alta velocità nei Paesi più sviluppati. 1950 si contavano, a livello mondiale, 25 milioni di arrivi,
nel 2014 è stata toccata quota 1,138 miliardi di arrivi, con un
Il settore finanziario Negli ultimi decenni il peso incremento del 4,7% rispetto al 2013. Un ruolo decisivo per
degli scambi e delle attività finanziarie è cresciuto mol- il boom del settore turistico è stato giocato senza dubbio
tissimo: oggi il sistema finanziario non rappresenta più dal forte abbassamento del prezzo dei biglietti aerei,
un supporto del sistema economico, ma è diventato un divenuti ormai alla portata di una larga fetta di popolazio-
settore di investimento a sé stante, per molti versi slega- ne (almeno nei Paesi più ricchi); non a caso oggi oltre la
to dall’economia reale. I movimenti finanziari principali metà dei turisti si sposta in aereo raggiungendo località
comprendono l’acquisto e la vendita di azioni, titoli di lontane anche migliaia di chilometri: per questo si tende
Stato e altri prodotti finanziari. I luoghi in cui avviene a parlare di “turismo di massa su scala globale”. L’Europa si
la compravendita dei prodotti finanziari sono le Borse conferma il continente preferito dai viaggiatori, acquisen-
do oltre la metà degli arrivi internazionali.
▼ La borsa di New York.

Le telecomunicazioni e il terziario avanzato


Le telecomunicazioni sono il settore dei servizi che negli
ultimi decenni ha conosciuto i cambiamenti più rapidi: i
progressi compiuti nel campo della telefonia (in partico-
lare della telefonia mobile), della televisione e delle reti
informatiche (in particolare Internet) hanno modificato
profondamente il modo di comunicare e di trasmettere
le informazioni. Le nuove tecnologie dell’informazione e
della comunicazione, denominate Ntic, hanno avuto un
tale impatto sull’economia e sulla vita quotidiana delle

per schematizzare
Arrivi turistici internazionali nel 2013 nel mondo

Africa 5%

America 15%
Europa 52%

Asia 28%

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popolazioni dei Paesi più sviluppati, da poter esser consi- Si tratta di un mondo in continua evoluzione, con possibili-
derate l’elemento che meglio identifica l’età contempora- tà di espansione in apparenza indefinite. Alla base del suc-
nea. La nostra è ormai diventata una vera e propria socie- cesso della telefonia mobile si trova la rete Internet, gra-
tà dell’informazione: con questo termine si comprende zie alla quale è possibile ricevere e inviare quantità sempre
un’ampia varietà di contenuti, dal mondo della finanza maggiori d’informazioni, in un’ampia varietà di formati:
fino a quello della cultura e del tempo libero, che vengono testi, immagini, video, animazioni, suoni. Internet è dive-
inviati e condivisi in ogni angolo del mondo, a una velocità nuta a tutti gli effetti il motore della globalizzazione e
fino a non molto tempo fa inimmaginabile. della diffusione delle informazioni e delle conoscenze. Gli
L’avvento degli smartphone nel campo della telefonia utenti Internet sono cresciuti dai 4 milioni circa del 1991
362 mobile è stato probabilmente il fattore che più di ogni altro ai quasi 3 miliardi del 2014 (circa il 40% della popolazione
ha modificato i modi di comunicare: oggi i cellulari non mondiale), seppur in molte aree del mondo le reti digitali
sono più semplici strumenti per inviare e ricevere chiama- siano ancora scarsamente diffuse o del tutto assenti.
TEMA 1. L’economia del mondo

te o messaggi di testo; essi permettono infatti di navigare Telecomunicazioni e informatica rientrano a pieno ti-
su Internet, partecipare ai social network, orientarsi con na- tolo nel terziario avanzato o quaternario, che compren-
vigatori satellitari, scattare foto, girare video, fare acquisti, de, come abbiamo già detto, i settori a maggiore innovazio-
seguire riunioni o eventi in diretta, effettuare pagamenti. ne tecnologica.

geofocus

IL DIGITAL DIVIDE
Il digital divide, cioè il “divario digitale” tra le diverse aree del della rete Internet). Le aree del mondo maggiormente colpite
mondo nell’accesso alle reti di telecomunicazione, è oggi ancora dal digital divide sono quelle più povere dell’Africa e dell’Asia: in
molto alto. Si tratta di un gap tecnologico notevole, che oltre molti Stati dell’Africa centrale gli utenti Internet sono inferiori
ai Paesi meno sviluppati riguarda anche le fasce di popolazione a 30 ogni 1000 abitanti, mentre in Europa settentrionale sono
che, pur facendo parte di Paesi sviluppati, restano ancora escluse intorno ai 950 ogni 1000 abitanti. Nel panorama dei Paesi europei
dall’accesso alle nuove tecnologie, con gravi conseguenze sul più sviluppati l’Italia si trova in coda, con 584 utenti ogni 1000
piano sociale e lavorativo (le cause possono essere legate alla abitanti: nel nostro Paese ben 22 milioni di persone si trovavano
povertà, alla scarsa istruzione, all’età e al mancato sviluppo nel 2014 ancora offline, cioè non avevano accesso a Internet.

Mappa mondiale delle relazioni e delle amicizie di Facebook elaborata da Paul Butler, uno dei tecnici che lavorano nell’azienda. Le linee
rappresentano le “amicizie” strette sul popolare social network e rendono immediatamente evidente la quantità di relazioni presenti nel
mondo e quali sono le aree più isolate.

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Geografia
TEMA 2. La globalizzazione,
il mondo in rete
1. Le caratteristiche dell’economia La storia della globalizzazione Gli studiosi sono 363
globalizzata ormai concordi nel ritenere la globalizzazione uno dei
tratti più caratteristici del nuovo millennio. Diverse sono

TEMA 2. La globalizzazione, il mondo in rete


Che cos’è la globalizzazione Il termine globaliz- invece le posizioni riguardo alle sue origini storiche: mol-
zazione appartiene ormai al nostro dizionario comune ti storici e geografi ritengono che già l’Impero romano
ed è utilizzato con grande frequenza per descrivere la di- costruì una rete di relazioni politiche, commerciali e cul-
mensione mondiale dell’economia e l’interdipenden- turali di dimensione globale, seppur limitata alle terre
za economica, politica e culturale tra le aree geografiche allora conosciute. Altri studiosi, invece, sostengono che la
del pianeta. Il dibattito sulle cause e sulle conseguenze del- prima vera forma di globalizzazione si sviluppò dal xvi se-
la globalizzazione è oggi molto acceso e trova un’ampia eco colo con la scoperta e la colonizzazione, da parte degli eu-
nel web, nelle trasmissioni televisive e nella carta stampa- ropei, di vaste aree del mondo. La presenza europea nelle
ta. Eppure il tema della globalizzazione è entrato in tempi Americhe, in Asia e in Africa determinò la nascita di un
recenti tra le chiavi di lettura dell’epoca attuale: il termine mercato di dimensioni mondiali, che aveva come centro
si è affermato infatti negli anni Novanta del secolo scor- l’Europa: dalle colonie giungevano materie prime, prodotti
so, quando gli studiosi si sono trovati a dover spiegare la alimentari e metalli preziosi, mentre capitali, armamenti
formazione di un mercato globale, in cui merci, capitali e uomini (coloni e schiavi) prendevano la via delle colo-
e informazioni passavano in tempi sempre più ridotti da nie. Questo processo di mondializzazione degli scambi
una parte all’altra del globo. continuò anche nei secoli successivi, in particolare nel xix

Jacques Cartier
America Québec 1534-1536 Bristol Europa
del Nord St. Malo
Asia
LE GRANDI SCOPERTE GEOGRAFICHE
Giovanni Caboto Lisbona
O cea n o
Hermán Oc ea n o
1497 Pa cific o
Siviglia
Cortés
1519-1537 A t l an ti c o
CUBA Jacques Cartier
Tenochtitlan
America
(Città del Messico)
Québec
Cristoforo Colombo
1534-1536
1492-1493 Bristol
Africa
Europa
Francisco
del Nord St. Malo
Asia
Pizzaro
1524-1528 Oce ano
Giovanni Caboto LisbonaBartolomeo Stretto di
Vasco de Gama Malacca
Hermán
1497
Oc ea n oAmerica
Diaz 1497-1499 Paci f i co
Siviglia
1487-1488
Cortés Oc eano Lima
1519-1537 del Sud Oc e a n o
Pac i fi c o A tl a n ti c o
CUBA Indiano
Tenochtitlan
(Città del Messico) Cristoforo Colombo
Ferdinando 1492-1493
Africa
Capo di
Buona Speranza
Magellano
Francisco 1519-1522 Amerigo Vespucci Ferdinando Magellano
Pizzaro 1499-1502 1519-1522
1524-1528
Stretto di
Bartolomeo Vasco de Gama
Stretto di Diaz Malacca
1497-1499
America
Magellano 1487-1488
O c ea n o Lima
del Sud Oce a n o
Pa c i fi c o
In d ia n o
Capo di
Ferdinando Buona Speranza
Magellano
1519-1522 Amerigo Vespucci Ferdinando Magellano
1499-1502 1519-1522

territori conosciuti dagli europei nel Medioevo


Stretto di
Magellano territori conosciuti dagli europei alla fine del XVI secolo
principali rotte di esplorazione europea

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31411_352-426_Sette_mari.indd 363 territori conosciuti dagli europei nel Medioevo 14/01/16 12:17
secolo, grazie all’impiego di nuove tecnologie nei traspor- hanno permesso di ridurre i tempi e i costi delle co-
ti e nelle comunicazioni: dalle barche a vela si passò per municazioni sulla grande distanza e di aumentare
esempio ai più rapidi piroscafi a vapore, mentre il telegrafo l’interdipendenza dei mercati economici e finanzia-
permise di trasmettere in pochi minuti messaggi in tutto ri: il telefono e il fax sono stati presto affiancati dalla
il mondo. Negli ultimi decenni del Novecento infine, grazie connessione alla rete Internet, che ha permesso per
al concatenarsi di una serie di fattori economici, politici la prima volta la comunicazione e la condivisione di
e tecnologici, il mondo ha visto affermarsi quei processi dati a “tempo zero”;
d’interconnessione di persone, capitali e informazioni che 3. le innovazioni apportate nel sistema dei trasporti,
chiamiamo globalizzazione. dove le innovazioni tecnologiche hanno permesso di
364 ridurre non solo i tempi, ma anche i costi di trasferi-
I tre fattori della globalizzazione Per capire per- mento di merci e persone.
ché oggi l’economia abbia assunto una dimensione globa-
TEMA 2. La globalizzazione, il mondo in rete

le, occorre analizzare tre fattori che sono maturati negli Il mercato globale: la delocalizzazione La glo-
ultimi due decenni del secolo scorso: balizzazione si presenta innanzi tutto come un processo
1. la liberalizzazione dei mercati, ossia l’abolizione in d’integrazione economica, in cui le attività (investimen-
buona parte del mondo delle barriere doganali, che ti, produzioni di beni e servizi, commerci e consumi) non
sono i dazi imposti da uno Stato alle merci provenienti avvengono più in un ambito locale, ma a livello globale.
da altri Paesi. Favorita dalla crisi del sistema socialista Questo cambiamento comporta maggiori opportunità eco-
dell’Unione Sovietica e dalla fine della guerra fredda tra nomiche per gli imprenditori, ma anche più concorrenti
Usa e Urss, questa liberalizzazione ha facilitato a livello con cui fare i conti in termini di costi di produzione e di
mondiale la libera circolazione di merci e capitali; manodopera, fattori che incidono notevolmente sul prezzo
2. la rapida crescita di nuove tecnologie informati- finale del prodotto: vendere un prodotto a un prezzo su-
che e nel campo delle telecomunicazioni, che periore rispetto a un concorrente significa infatti perdere

◀ Aerei delle
compagnie low cost
Easyjet e Ryanair
all’aeroporto di
Valencia, in Spagna.

◀ Gli ultimissimi
esemplari di treno
a levitazione
magnetica
giapponesi, che
raggiungono
velocità di punta
superiori a 600
km/h.

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la propria competitività e la capacità di attirare clienti. Multinazionali e finanza globale Le grandi pro-
Proprio per questo motivo, molte imprese hanno deciso di tagoniste dell’economia globalizzata e dei processi di de-
trasferire una parte consistente della loro produzione nei localizzazione sono le imprese multinazionali. Si tratta
Paesi in via di sviluppo, dove i costi di produzione sono d’imprese di grandi dimensioni e dotate di capitali con-
molto bassi, i lavoratori hanno pochi diritti e l’imposizione sistenti, che pur mantenendo la sede nel proprio Paese di
fiscale è inferiore. Mettendo in atto questo decentramen- origine, spostano in tutto o in parte la produzione nei Paesi
to produttivo, chiamato delocalizzazione, le imprese in via di sviluppo e di recente industrializzazione. Che le
possono mettere sul mercato prodotti e servizi a prezzi più multinazionali siano le principali protagoniste dell’e-
competitivi: un esempio ormai noto è quello delle grandi conomia globalizzata è testimoniato dai dati: le 387 mul-
firme di abbigliamento sportivo o di prodotti informatici, tinazionali presenti nel mondo nel 2012 (335 nell’industria, 365
che hanno spostato da tempo una parte della produzione 29 nelle telecomunicazioni e 23 nei servizi) presentavano
in Cina e nei Paesi del sud-est asiatico. un fatturato complessivo di oltre 12 mila miliardi di euro e

TEMA 2. La globalizzazione, il mondo in rete


impiegavano quasi 32 milioni di persone.
▼ Una fabbrica del marchio di abbigliamento sportivo Puma in Vietnam. Un altro aspetto caratteristico dell’economia globaliz-
zata è la costante crescita dei movimenti internazionali di
capitali investiti nei mercati finanziari, per l’acquisto di
beni “virtuali” come le azioni di borsa e i fondi di investi-
mento. La crescita dei flussi finanziari è stata negli ultimi
decenni impressionante: nel 1980 solo il 20% degli scam-
bi commerciali riguardava prodotti finanziari, trent’anni
dopo è stata raggiunta una percentuale che si aggira intor-
no al 95%.

I nuovi giganti dell’economia mondiale La


globalizzazione ha contribuito a ridisegnare i rappor-
ti di forza tra le grandi potenze economiche mondiali.
Molte delle aree meta dei processi di delocalizzazio-
ne, grazie anche ai crescenti investimenti provenien-
ti dalle economie più avanzate, hanno conosciuto una

per schematizzare
La variazione percentuale del Pil nei Brics, negli Stati Uniti e nell’Unione Europea

14
12
10
8
6
4
2
0
-2
-4
-6
-8

2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012

Brasile Russia India Cina Sudafrica Stati Uniti Ue 27 stima

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veloce crescita economica, arrivando a insidiare il pri- l’investimento di somme di denaro in mercati o istituti ban-
mato dei Paesi sviluppati (Europa occidentale, Stati cari lontani anche migliaia di chilometri. Se da un lato que-
Uniti e Giappone), che dal 2008 ha dovuto fare i conti sta tendenza ha favorito gli investimenti in aree del mondo
anche con una profonda crisi finanziaria ed economica prima ai margini del mercato globale, dall’altro ha aperto un
ancora oggi non del tutto risolta. Nonostante le potenze grave problema: i grandi evasori fiscali – cioè coloro che non
tradizionali detengano ancora il primato nell’economia pagano o pagano solo in parte le tasse dovute nel proprio
mondiale, l’avanzata dei Brics – Brasile, Russia, India, Paese – e le organizzazioni criminali più potenti riescono in
Cina, Sudafrica – ha conferito al sistema economico molti casi, con complesse operazioni finanziarie, a trasferire
mondiale un assetto multipolare: stime recenti dico- e nascondere all’estero grandi quantità di “denaro sporco”
366 no che Brasile, India e Cina potrebbero arrivare ad avere (proveniente da evasione fiscale o attività illecite). Il “denaro
nel 2050 il 40% della produzione globale, mentre le tra- sporco” viene in molti casi trasferito negli istituti bancari
dizionali potenze occidentali dovranno accontentarsi di dei cosiddetti paradisi fiscali, cioè di Stati che garantisco-
TEMA 2. La globalizzazione, il mondo in rete

una percentuale pari a circa il 20%. no una bassa tassazione, impongono controlli limitati sulla
Naturalmente la prepotente ascesa economica di questi provenienza dei capitali e garantiscono l’anonimato e la se-
Paesi non è stata priva di contraddizioni. La crescita econo- gretezza delle operazioni bancarie.
mica ha infatti portato nuovi posti di lavoro e nuove oppor- Tra le organizzazioni maggiormente attive nei crimini
tunità per una parte rilevante della popolazione; al tempo fiscali e nei traffici illegali (in cui un ruolo importante ha il
stesso molti dei nuovi assunti sono costretti a lavorare sen- traffico di armi e droga) rientrano anche le mafie italiane.
za adeguate protezioni sindacali, a sostenere pesanti turni Per fare un esempio, secondo stime recenti, la ‘ndranghe-
di lavoro e ad accettare bassi salari, senza alcun potere di ta calabrese (una delle più attive organizzazioni criminali
contrattazione. italiane) sarebbe in grado di produrre attraverso attività
illecite differenziate (riciclaggio di denaro, estorsioni, ap-
I crimini fiscali, i traffici illegali Il mercato glo- palti pubblici truccati, traffico d’armi e di droga, gioco d’az-
bale è caratterizzato da un forte aumento dei movimenti zardo, smaltimento illecito di rifiuti) un fatturato annuo di
internazionali di capitali. L’interconnessione dei mer- oltre 52 miliardi di euro, con un giro di affari che corrispon-
cati finanziari di tutto il mondo ha reso, infatti, più facile derebbe al 3,4% del Pil italiano.

i traffici illegali di droga nel mondo

Russia
Europa del Nord

Stati Uniti Corno d’Oro: Corea


Iran, del Nord
Turchia Afghanistan, Giappone
Pakistan Cina
Libano
Marocco
Messico Triangolo d’Oro:
India Laos, Thailandia,
America Centrale e Caraibi Birmania
Nigeria Etiopia
Venezuela
Colombia
Indonesia

Perù
Brasile

Bolivia

Sudafrica Australia

Argentina Papavero da oppio Derivati oppiacei


Coca e cocaina Cocaina e derivati
Canapa indiana e derivati Hashish e marijuana
Droghe sintetiche Droghe sintetiche

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Gli effetti globali della crisi finanziaria I rischi esempio registrato nel 2014 una crescita del 7,4%, il tasso
connessi alla stretta connessione dei mercati finanziari e più basso da oltre vent’anni. La crisi finanziaria ed econo-
delle economie di tutto il mondo sono emersi con dram- mica ha inoltre avuto riflessi anche sui Paesi più poveri,
matica evidenza con lo scoppio della crisi finanziaria determinando un peggioramento delle condizioni di vita
negli Stati Uniti del 2008. Il crollo del comparto finanzia- della popolazione, già a livelli bassissimi.
rio statunitense ha contagiato con rapidità in primo luo-
go le aree del mondo strettamente legate al mercato sta-
tunitense, come l’Europa. La crisi ha colpito l’economia 2. La società globale
dei Paesi più industrializzati, determinando un forte calo
delle attività produttive e un conseguente crollo dell’oc- Una globalizzazione non solo economica La 367
cupazione. Gli effetti della crisi si sono fatti sentire per globalizzazione economica ha avuto rilevanti effetti sul
diversi anni, con una diminuzione del benessere medio e piano sociale, politico e culturale. Globale è oggi infatti

TEMA 2. La globalizzazione, il mondo in rete


un aumento delle disuguaglianze in Paesi considerati tra il flusso delle informazioni, che ci permette di sapere in
i più ricchi del pianeta: ancora nel 2014 l’Italia si trova- ogni momento della giornata cosa accade all’altro capo
va, per esempio, in una situazione di recessione, cioè in del mondo; globali sono diventati la cultura e gli stili di
una situazione di forte calo della ricchezza, dei consumi vita, soprattutto tra le nuove generazioni, che tendono
e della produzione di beni e servizi. A causa della dimen- a convergere verso modelli standardizzati slegati dalle
sione globale delle economie, la crisi non si è limitata a tradizioni locali. Una dimensione globale hanno assun-
colpire i Paesi occidentali, ma ha fatto sentire il suo peso to anche la difesa dei diritti umani e la tutela dell’am-
anche su economie da anni in grande ascesa come quelle biente; globale è infine la prospettiva cui sono chiamati
della Cina e dell’India, considerate le “locomotive” dell’e- a confrontarsi gli Stati e le organizzazioni politiche, per
conomia mondiale. Pur vantando una crescita economi- provare a governare gli effetti negativi legati ai processi
ca inavvicinabile per i Paesi occidentali, la Cina ha per di globalizzazione economica.

geofocus

I NO GLOBAL CONTRO LA GLOBALIZZAZIONE


Le critiche più radicali al sistema economico, sociale e
culturale del mondo globalizzato provengono dai gruppi
e dalle associazioni che sono stati chiamati con la sigla
No global.I militanti dei movimenti no global,molti attivi
negli Stati Uniti e negli Stati europei più industrializzati,
sono uniti dalla critica al modello economico che
ritengono essere alla base del mondo globalizzato:
il neoliberismo, un sistema economico accusato di
favorire l’accumulo della ricchezza da parte di una
fascia ristretta della popolazione e lo smantellamento
delle tutele sul piano sociale e ambientale. Secondo i
no global l’economia globale è governata dalla ricerca
del massimo profitto da parte delle grandi imprese
multinazionali, con gravi ripercussioni sulle condizioni
di vita nei Paesi più poveri. L’azione dei no global ha
portato questo movimento a formulare alcune proposte
a favore di un sistema economico mondiale alternativo
a quello neoliberista, centrato sulla sostenibilità sociale
e ambientale dei processi produttivi e sul sostegno alle
attività tradizionali delle diverse aree del mondo.

Una manifestazione del 2008 del movimento no global a Seul, in Corea del Sud,
nel 2008.

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La globalizzazione delle informazioni Oggi ab- un numero pressoché infinito di informazioni, ma in molti
biamo a disposizione un numero sempre crescente di stru- casi non ci fornisce gli strumenti per selezionarle, valutar-
menti nei campi della comunicazione e dell’informazione: le e interpretarle con spirito critico, aiutandoci a evitare
televisione, smartphone, tablet, social network giocano un forme pericolose di manipolazione delle opinioni e dei
ruolo fondamentale non solo in ambito lavorativo, ma an- comportamenti.
che nella vita privata di ciascuno di noi, che è ormai aperta
a un flusso di informazioni potenzialmente senza confini. La globalizzazione delle culture e degli stili di
Il processo d’integrazione comunicativa è stato talmente vita La televisione, il web e in generale i mezzi di comu-
rapido negli ultimi anni, soprattutto grazie alla diffusione nicazione hanno dato un contributo fondamentale ai pro-
368 di Internet, da arrivare letteralmente a “mettere in rete il cessi d’integrazione e di scambio tra culture, civiltà e tradi-
mondo”. Per questi motivi gli studiosi parlano, a proposito zioni, creando le premesse per l’affermazione di una cultura
di questi processi, di globalizzazione delle informazioni. davvero globale. Si tratta di un fenomeno positivo, se si tra-
TEMA 2. La globalizzazione, il mondo in rete

Nei Paesi più sviluppati l’informazione globale è or- duce nel dialogo e nella conoscenza reciproci, senza che que-
mai un dato acquisito; non è così invece nei Paesi del Sud sto comporti la perdita di esperienze e tradizioni locali. Un
del mondo, dove l’accesso alla rete è ancora marginale. esempio tra i tanti è quello della cultura enogastronomica:
Come valutare gli effetti di questi processi? Sicuramente la negli ultimi anni abbiamo accolto sulle nostre tavole ricette
possibilità di informarsi e di comunicare liberamente e in e cibi che provengono da paesi anche molto lontani, ma non
tempi rapidi ha aumentato le nostre opportunità di cono- per questo abbiamo rinunciato ai piatti tipici della nostra
scenza e di condivisione delle esperienze. Ciò non significa tradizione. Si tratta al contrario di un fenomeno negativo se
che un’informazione globale non sia priva di pericoli, a vol- la globalizzazione culturale determina un’omologazione,
te difficili da individuare: il web ci garantisce per esempio ossia la perdita di tradizioni, lingue e costumi locali, schiac-
ciati dalla forza di modelli e stili di vita di massa.
▼ Tsubasa Tamaki, un pizzaiolo giapponese.

geofocus

RAGIONARE SU SCALA
GLOCALE
Glocale è una parola nuova che nasce dalla fusione di GLObale
e loCALE; con questo termine si indica il rapporto oggi
sempre più stretto tra lo spazio locale in cui concretamente
si svolge la nostra vita e lo spazio globale,del quale facciamo
parte, più o meno consapevolmente, a livello economico,
sociale e culturale. Il rapporto tra globale e locale può essere
interpretato secondo due differenti prospettive.
1. In termini conflittuali: l’ambito glocale è quello in
cui si scontrano le tradizioni e le culture locali con le
trasformazioni imposte dalla globalizzazione. Per molti le
possibilità di mediazione tra queste due prospettive sono
ridotte al minimo, perché i sostenitori della prospettiva
locale tendono a considerare gli effetti della globalizzazione
dannosi per le comunità locali, mentre i sostenitori della
prospettiva globale considerano le posizioni dei primi
come un freno per l’innovazione e la modernizzazione della
società.
2. In termini di collaborazione: i sostenitori di questa
collaborazione pensano che la prospettiva globale possa
favorire la realizzazione di progetti economici, ambientali
e culturali in grado di valorizzare le risorse e le eccellenze
locali. In questo modo le specificità del territorio sarebbero
tutelate e inserite al tempo stesso nel mercato globale.

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La globalizzazione dei diritti: un percorso an- geofocus
cora lungo Nel nuovo mercato globale, specie nei Paesi
di nuova industrializzazione, il moltiplicarsi delle opportu-
nità economiche e lavorative non è andato in molti casi di IL COMMERCIO EQUO
pari passo con la diffusione dei diritti e delle libertà in- E SOLIDALE
dividuali. La globalizzazione delle informazioni ha tuttavia
favorito la presa di coscienza, a livello internazionale, della Una forma oggi molto diffusa di “economia sociale” è
rappresentata dal commercio equo e solidale (in inglese
necessità di tutelare i diritti umani e di proporre forme eco-
fair trade), una forma di scambio che ha l’obiettivo di
nomiche e sociali alternative a quelle che hanno prodotto realizzare una maggiore equità tra Nord e Sud del mondo,
i gravi squilibri sociali e ambientali presenti nel pianeta. A attraverso regole economiche alternative rispetto a quelle 369
questo scopo sono nate negli ultimi decenni associazioni e fondate sul profitto delle multinazionali. Le organizzazioni
reti di respiro mondiale che operano in ambito economico che aderiscono alla federazione mondiale del commercio

TEMA 2. La globalizzazione, il mondo in rete


e sociale con l’ausilio di istituzioni, professionisti e volon- equo e solidale (Wfto – World Fair Trade Organization) sono
tenute a sostenere l’attività dei piccoli produttori nel Sud del
tari. Si tratta di associazioni umanitarie che agiscono in
mondo,garantire la loro autosufficienza economica e il pieno
particolare nelle aree del mondo più povere, colpite da epi- rispetto dei diritti umani. A questo scopo viene concordato
demie, guerre, conflitti etnici e religiosi. Queste associazioni direttamente con i produttori il prezzo delle merci, per
forniscono alla popolazione assistenza non solo in campo far fronte senza indebitamenti ai costi di produzione e
alimentare e medico, ma anche di tipo educativo e giuridi- di acquisto delle materie prime. In Italia la principale
co. L’obiettivo è tutelare i diritti fondamentali delle per- organizzazione di fair trade è Altromercato, fondato nel 1988,
composto da più di cento cooperative e organizzazioni
sone, tra i quali rientrano il diritto alla vita, alla salute, alla
non-profit che gestiscono oltre 300 punti vendita in tutta
libertà, all’istruzione. Nonostante il costante impegno di as- Italia.
sociazioni come Unicef, Emergency, Amnesty International,

▼ Repubblica Democratica del Congo: coda di donne e bambini presso un presidio sanitario dell’Unicef per una campagna di vaccinazione contro il
morbillo, uno dei maggiori responsabili dell’alta mortalità infantile della regione.

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Save the Children e molte altre, oggi i diritti umani non sono Sul piano politico un ruolo decisivo è ricoperto dall’Onu,l’Orga-
ancora garantiti a livello globale. Sono ancora molte le aree nizzazione delle Nazioni Unite che, come vedremo nel prossi-
del mondo dove la popolazione (in particolare le fasce più mo capitolo, è stata costituita al termine della Seconda guerra
povere ed emarginate) è costretta a subire violazioni quoti- mondiale per difendere la pace nel mondo.
diane dei propri diritti (come la schiavitù, la tortura, la man- La costruzione di una global governance, un governo glo-
canza di acqua e cibo, la mancanza d’istruzione). bale sostenuto dalle maggiori potenze mondiali e in grado
di garantire alla comunità internazionale stabilità politica,
La globalizzazione politica: le incognite di una economica e sociale, ha però trovato numerosi ostacoli nel
global governance La globalizzazione ha determinato nuovo millennio. La stessa Organizzazione delle Nazioni
370 un parziale ridimensionamento del ruolo degli Stati Unite trova difficoltà crescenti a esercitare un efficace ruo-
nazionali, a favore di organismi sovranazionali che lo politico e d’intervento diplomatico nelle aree di maggio-
hanno dimostrato maggiori capacità politiche e operative re conflittualità del globo, in primo luogo in Medio Oriente.
TEMA 2. La globalizzazione, il mondo in rete

di fronte a problemi - come la crisi economica e finanziaria Sul piano geopolitico l’attuale situazione vede l’affer-
dei Paesi occidentali e il contrasto alle nuove e più violen- marsi di un assetto multipolare nel quale i rapporti tra gli
te forme del terrorismo internazionale – la cui dimensione Stati più influenti sono instabili e dominati da forti tensioni.
coinvolge ormai tutte le principali aree del mondo. Le principali potenze politiche e militari del pianeta (Stati
Sul piano economico oggi giocano un ruolo di primo piano Uniti, Unione Europea, Russia, Cina, India) non sembrano al
organizzazioni sovranazionali come il Wto (Organizzazione momento in grado di concordare strategie efficaci che possa-
Mondiale per il Commercio),che promuove accordi commercia- no garantire la stabilità dell’ordine internazionale. I proble-
li a livello mondiale; il Fmi (Fondo Monetario Internazionale), mi irrisolti del mondo globalizzato (povertà, conflitti locali,
che svolge una funzione di sorveglianza sulle politiche econo- violazione dei diritti umani, violazioni ambientali) e quelli
miche dei Paesi membri e assiste finanziariamente i Paesi in divenuti negli ultimi anni sempre più urgenti (come l’avan-
difficoltà; la Banca Mondiale, che ha il compito di sostenere zata del terrorismo), non sembrano però concretamente ri-
e favorire lo sviluppo economico e sociale dei Paesi più poveri. solvibili al di fuori di un’azione comune e coordinata.
▼ G20 del 2015 in Turchia.

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Geografia
TEMA 3. Il governo del mondo

1. I grandi squilibri economici e sociali La distribuzione della ricchezza Negli ultimi


anni, grazie anche all’azione di Paesi in forte sviluppo
La povertà nel mondo Il mondo attuale è caratteriz- come la Cina e l’India, il reddito complessivo mondiale è 371
zato da un forte divario tra Paesi ricchi e Paesi poveri aumentato in maniera costante. Eppure non si sono regi-
e dalla concentrazione della ricchezza nelle mani di una strati miglioramenti nella distribuzione della ricchezza:

tema 3. Il governo del mondo


fascia molto ristretta della popolazione. Secondo un rap- oggi il 10% più ricco della popolazione mondiale detiene
porto dell’Onu del 2014, sono oltre 2,2 miliardi le persone l’85% dell’intera ricchezza prodotta nel mondo. Si tratta di
costrette a vivere con un reddito pro capite giornaliero in- percentuali che esprimono in maniera chiara i gravissimi
feriore a 2 dollari. Tra queste almeno 1,2 miliardi di persone squilibri che caratterizzano il mondo globalizzato, in cui il
vivono in condizioni di povertà assoluta, cioè con meno 90% degli abitanti della Terra possiede solo una fetta pic-
di 1,25 dollari il giorno. Si tratta di cifre preoccupanti, che colissima della ricchezza globale, meno del 15%. Una parte
hanno tuttavia visto un miglioramento rispetto all’ultimo consistente del 10% di popolazione ricca è concentrata nei
decennio del xx secolo: nel 1990 le persone che vivevano Paesi industrializzati del Nord del mondo. Anche in que-
in condizioni di povertà assoluta, infatti, erano ben 1,9 ste aree del mondo, tuttavia, negli ultimi anni le disugua-
miliardi. Vivere in condizioni di povertà assoluta signifi- glianze si sono accentuate, a causa della crisi economica e
ca essere costantemente sottoalimentati, avere un difficile dell’aumento della disoccupazione, specie giovanile.
accesso all’acqua potabile, mancare di servizi igienici e di
farmaci, non ricevere un’istruzione di base. Le fasce della Gli indicatori della ricchezza: Pil e Isu I princi-
popolazione colpite da una povertà assoluta sono sogget- pali indicatori utilizzati per quantificare la ricchezza degli
te a un’aspettativa di vita molto bassa, a un alto tasso di Stati si basano sull’analisi dei dati economici. L’indicatore
mortalità e a fenomeni di sfruttamento e schiavitù che economico “universale” della ricchezza è il Prodotto in-
spesso colpiscono i bambini, costretti a lavori massacranti, terno lordo (Pil), che esprime il valore in dollari dei beni
a prostituirsi o a combattere in conflitti locali. e dei servizi prodotti in un anno da un Paese. Al Pil viene
October 2011

Lawealth
Figure 2-2: World distribuzione
levels della ricchezza media per adulto nel mondo

ricchezza media per adulto


Meno di 5000 $
Da 5000 $ a 25 000 $
Da 25 000 $ a 100 000 $
Oltre 100 000 $
Senza dati

Source: Original estimates; see text for explanation of methods

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2.3 Variations across countries


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in genere affiancato il Pil pro capite, ottenuto dividendo a basso sviluppo, mentre al lato opposto, nella fascia più alta
il Pil totale per il numero degli abitanti. Il Pil pro capite (valori superiori a 0,8) , i Paesi con uno sviluppo molto alto.
rappresenta un buon indicatore del livello di vita della po- L’Italia è al 26° posto nel mondo, con un Isu pari a 0,872.
polazione di uno Stato, ma va interpretato con cautela. Le
misurazioni quantitative – come il Pil e il Pil pro capite – Gli squilibri sociali e di genere L’indice Isu viene
non sono in grado di indicare l’effettivo benessere della po- aggiornato ogni anno dall’Undp (Programma di sviluppo
polazione e la qualità della vita di un Paese. Essi infatti non delle Nazioni Unite) all’interno del “Rapporto mondiale
considerano due fattori: per lo sviluppo umano”, in cui sono presi in considerazio-
• il valore del reddito deve essere messo in relazione al ne altri indicatori sociali, oltre a quelli inseriti nell’Isu: per
372 costo della vita, molto diverso da Paese a Paese: 1000 esempio la disparità tra i sessi, i diritti e le libertà garantite.
dollari al mese negli Stati più poveri permettono stan- L’obiettivo è di valutare a 360 gradi le condizioni economi-
dard di vita elevati, mentre nei Paesi più ricchi posso- che, sociali e politiche di ciascun Paese, per riuscire a stabi-
tema 3. Il governo del mondo

no non bastare per arrivare a fine mese; lire con la migliore approssimazione possibile le disegua-
• un reddito medio pro capite non significa necessaria- glianze presenti tra le diverse aree del mondo e all’interno
mente un benessere diffuso per tutti: può essere determi- dei singoli Paesi.
nato, infatti, da un numero ridotto di persone, che deten- Lo sviluppo dei Paesi più poveri è frenato, infatti, non
gono un reddito altissimo, che finisce per alzare la media. soltanto da fattori economici, ma anche da accentuate dif-
Per superare questi limiti e ottenere dati più aderenti alla re- ferenze sociali, determinate per esempio da:
altà è stato introdotto nel 1990 dall’Onu l’Indice di svilup- • una mobilità sociale molto limitata: le persone che
po umano (Isu), con l’intento di misurare l’effettivo tenore appartengono alle fasce più povere hanno poche pos-
di vita delle persone. L’Isu tiene conto della speranza di vita sibilità di istruirsi e trovare un lavoro che permetta
alla nascita, del grado di alfabetizzazione degli adulti e del li- loro di ottenere migliori condizioni di vita;
vello d’istruzione, del Pil pro capite a parità di potere d’acqui- • discriminazioni etniche e religiose: il potere poli-
sto. L’indice Isu comprende una scala di valori tra 0 e 1: nella tico in molte aree del pianeta favorisce determinate
fascia più bassa (valori inferiori a 0,5) sono compresi i Paesi etnie e religioni, a scapito delle minoranze;

L’INDICE DI SVILUPPO UMANO (ISU) NEL MONDO

 Paesi ad altissimo livello di sviluppo


 Paesi ad alto livello di sviluppo
 Paesi a medio livello di sviluppo
 Paesi a basso livello di sviluppo
 Paesi di cui non disponiamo di dati

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• discriminazioni di genere: i diritti sociali e politici
delle donne sono molto limitati, a causa di pregiudizi
di origine culturale o religiosa;
• la corruzione delle istituzioni;
• la violazione dei diritti e delle libertà fondamentali.

La geografia della povertà Oggi le aree del piane-


ta con i tassi di povertà più alti sono le regioni dell’Africa
subsahariana e dell’Asia meridionale, in cui in media 70
abitanti su 100 vivono in condizioni di povertà. Il triste re- 373
cord in termini di povertà assoluta è detenuto da alcuni Paesi
dell’Africa subsahariana, come il Madagascar, il Burundi, la
Liberia e la Repubblica del Congo, dove oltre l’80% della popo-
lazione prova a sopravvivere con meno di 1,25 dollari al giorno.
Le aree più povere del globo sono le zone rurali, dove i
contadini vivono in difficili condizioni climatiche e senza i ▲ Senzatetto a New York si scaldano vicino allo sfiato di un impianto di
mezzi necessari per coltivare la terra.Per questo sono costret- riscaldamento.
ti spesso a trasferirsi nelle periferie degradate delle grandi
città o a cercare lavoro come braccianti in cambio di salari di marginalità sociale. Gli studiosi parlano, a proposito di
bassissimi, nelle grandi piantagioni che occupano i terreni questo fenomeno, di povertà relativa. Con questa espres-
più fertili. Queste stesse aree sono inoltre sovente colpite da sione s’intende la condizione di una persona o di una fami-
conflitti etnici e religiosi, che determinano un alto numero glia, che dispone di un reddito troppo basso per far fronte
di profughi, privi di qualsiasi mezzo di sostentamento. con tranquillità alle spese quotidiane (beni alimentari, bol-
La povertà è diffusa tuttavia anche nelle aree più svi- lette, cure mediche, istruzione, trasporti). La crisi economi-
luppate del pianeta, come l’Europa, l’America settentrio- ca, con l’aumento della disoccupazione, ha determinato per
nale, l’Australia e il Giappone, dove la miseria colpisce fasce molte persone il passaggio da un benessere medio a una si-
crescenti di popolazione, costrette a vivere in condizioni tuazione di povertà relativa, che richiede l’assistenza dello

geofocus

L’AUMENTO DELLA POVERTÀ MINORILE IN ITALIA


Un’inchiesta pubblicata da Save the Children Variazione della povertà relativa minorile nel periodo 2013-14
nel 2014 ha certificato un notevole aumento della
povertà minorile in Italia, favorito dalla crescita ▶ 13 Calabria
▶ 12,6 Basilicata
della disoccupazione: la perdita del lavoro da parte di ▶ 7,7 Emilia Romagna
uno o di entrambi i genitori ha spinto in condizioni ▶ 5,4 Friuli-Venezia Giulia
di povertà un numero rilevante di famiglie. Il 10% ▶ 4,5 Marche
delle famiglie italiane più povere oggi non è in grado ▶ 3,7 Puglia
di spendere più di 11 euro al mese per l’istruzione ▶ 2,7 Molise
▶ 2,4 Umbria
dei propri figli. Tra il 2012 e il 2013 i bambini e gli ▶ 2,4 Veneto
adolescenti che vivono in povertà assoluta sono ▶ 1,9 Sicilia
aumentati di 400 000 unità, arrivando a costituire il ▶ 1,4 Toscana
13,8% dei minori presenti in Italia. Anche la povertà ▶ -0,4 Trento
relativa è in aumento e coinvolge quasi 2 milioni 400
▶ -0,6 Liguria
▶ -0,7 Lombardia
mila minori. In entrambi i casi, l’area più colpita è il ▶ -1 Sardegna
Mezzogiorno. ▶ -1 Campania
▶ -1,4 Lazio
▶ -3,1 Piemonte
-5% 0% 5% 10% 15%
Fonte: Atlante dell’infanzia a rischio, Save the Children

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Stato e delle associazioni che si occupano della tutela delle La prima importante iniziativa di carattere mondiale per
fasce più deboli. La Caritas ha stimato che, a fine 2013, una intraprendere una seria inversione di tendenza è mettere sot-
persona su quattro in Europa era a rischio povertà ed esclu- to controllo l’inquinamento atmosferico, riducendo le emis-
sione sociale (oltre 122 milioni di persone); un dato che nei sioni di gas inquinanti, è stata avviata con la firma del pro-
Paesi più arretrati arriva anche a punte del 40% (Romania), tocollo di Kyoto nel 1997 (entrato in realtà in vigore solo nel
mentre in Italia si assesta su valori intermedi (28,4%). 2005): esso prevedeva di ridurre del 5% le emissioni di gas in-
quinanti entro il 2012, rilanciando la cooperazione internazio-
nale nella tutela del clima del pianeta. Il problema di questo
2. La difesa dei diritti umani accordo è che non è stato ratificato da grandi potenze indu-
374 striali come gli Stati Uniti. Inoltre Stati emergenti come Cina
La difesa dell’ambiente Nel xix e ancor più nel e India si sono dimostrati restii a impegnarsi nella riduzione
xx secolo le attività umane hanno determinato gravi al- delle immissioni di sostanze inquinanti. I segnali sono dun-
tema 3. Il governo del mondo

terazioni nell’ambiente naturale. L’uomo ha danneggia- que ancora oggi piuttosto contrastanti; un segnale positivo è
to l’ecosistema in cui vive, al punto da dover ipotizzare venuto dall’Unione Europea, che si è impegnata entro il 2020
con urgenza un modello di sviluppo economico che tenga a ridurre del 20% le emissioni di gas serra e a portare al 20% la
conto delle esigenze ambientali e si dimostri sostenibile quota di energie rinnovabili nel suo mix energetico.
sul lungo periodo. L’aumento dell’inquinamento, l’innalza-
mento del riscaldamento globale, i cambiamenti climatici, Lo sviluppo sostenibile: una crescita a “impatto
le catastrofi naturali, la desertificazione, la deforestazio- zero” Il susseguirsi di accordi, impegni e conferenze
ne, la perdita di biodiversità sono i principali indicatori sul clima, che sono entrati negli ultimi anni nelle agende
dell’impatto ambientale non più sostenibile che le atti- politiche dei grandi leader mondiali, dimostra chiaramen-
vità umane hanno sul suolo, sull’acqua e sull’aria. te la necessità di un cambiamento nel modello produttivo

geofocus

IL DRAMMA DELLA SOTTOALIMENTAZIONE


Popolazione denutrita
Percentuale – meno del 10%
bassa
dal 10% al 30%
Percentuale
alta + più del 30%
dati non disponibili

La Fao (Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura) ha stimato persona su 4 è cronicamente sottoalimentata), l’Asia meridionale
che, nel 2014, erano poco più di un miliardo le persone che nel (oltre 500 milioni di persone soffrono la fame) e l’America latina. Come
Popolazione denutrita
mondo soffrivano la fame. A livello statistico è stato registrato un Percentuale – testimoniano
meno del 10%
le organizzazioni impegnate nell’assistenza dell’infanzia,
bassa
calo di 100 milioni di persone sottoalimentate rispetto all’inizio delPercentuale sottoalimentazione
dal 10% al 30% e malnutrizione colpiscono soprattutto i minori.
più del 30%
secolo e di oltre 200 milioni rispetto al 1990. Nonostante questi dati alta + Anche in questo campo sono stati compiuti passi in avanti, con un calo
la sottoalimentazione resta un problema drammatico. Le aree più deidati non disponibili
tassi di mortalità infantile (decessi tra 0 e 5 anni) del 49% tra il
colpite dalla mancanza di cibo e acqua sono l’Africa subsahariana (1 1990 e il 2013.

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globale che renda lo sviluppo economico sostenibile. cittadini alla vita civile, ma è anche un fattore decisivo per
Definiamo sostenibile uno sviluppo che soddisfa i bisogni l’economia. La crescita economica non può fare a meno
delle generazioni presenti senza compromettere i bisogni di un sistema efficiente d’istruzione e formazione, da
delle generazioni future. Uno sviluppo sostenibile è uno quella elementare a quella universitaria. Per sensibilizzare
sviluppo responsabile. Le forme di responsabilità prin- il mondo sull’importanza dell’istruzione e sul grave pro-
cipali sono due: blema dell’analfabetismo, l’Unesco (Organizzazione delle
• la responsabilità ecologica, cioè la capacità di atti- Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura) ha
vare modelli di sviluppo che risultino compatibili con stabilito una Giornata Internazionale dell’Alfabetizzazione
l’ambiente in cui sono inseriti; (8 settembre), con parole che mettono in luce l’importanza
• la responsabilità generazionale, cioè la capacità di di questo tema: «L’alfabetizzazione è al centro dell’istru- 375
attivare modelli di sviluppo che possano offrire alle zione di base per tutti ed è indispensabile per il raggiun-
nuove generazioni un ambiente migliore e una socie- gimento di obiettivi come l’eliminazione della povertà, la

tema 3. Il governo del mondo


tà più giusta. riduzione della mortalità infantile e della crescita della po-
Solo con il raggiungimento di questi obiettivi le attività polazione, il raggiungimento dell’uguaglianza di genere e
umane possono diventare davvero a impatto zero, espres- la garanzia di uno sviluppo sostenibile, della pace e della
sione con cui s’intende la possibilità di non incidere nega- democrazia».
tivamente sull’ambiente e sulla qualità della vita. Si tratta
naturalmente di un obiettivo ambizioso ma oggi priorita- I dati dell’analfabetismo L’impegno dell’Unesco
rio, che richiede in concreto di: nasce dalla constatazione che l’istruzione è ancora oggi un
• aumentare l’apporto delle energie rinnovabili nel fab- diritto negato a molte persone, anche nei Paesi più ricchi,
bisogno energetico mondiale; dove continuano a esistere fasce di popolazione emargina-
• diminuire l’immissione di sostanze tossiche e nocive te con un alto abbandono scolastico. È però soprattutto nei
nell’aria, nel suolo e nell’acqua; Paesi più poveri che l’analfabetismo rappresenta un grave
• porre fine allo sfruttamento selvaggio delle risorse na- fattore di allarme sociale. Nel 2013 gli analfabeti nel mondo
turali (foreste, risorse idriche, risorse ittiche); erano 776 milioni: circa il 16% della popolazione mondiale
• orientare lo smaltimento dei rifiuti in direzione del non era in grado di leggere e di scrivere. Una parte consi-
recupero e del riciclo. stente (circa 67 milioni) è costituita da bambini compresi
tra i 5 e i 9 anni. La situazione più grave è quella dell’Asia
L’istruzione per tutti L’istruzione è uno degli stru- meridionale e dell’Africa subsahariana, dove si concentra il
menti più importanti per garantire un futuro migliore alle 75% dei bambini analfabeti. In questi Paesi – dove mancano
nuove generazioni. Un’istruzione adeguata non è solo un edifici scolastici, insegnanti, libri – è oggi decisivo il sup-
diritto fondamentale, che ogni Stato democratico deve porto delle associazioni umanitarie che si occupano della
tutelare per permettere la partecipazione consapevole dei tutela dell’infanzia (Unicef, Save the Children, Emergency):
grazie al loro intervento, migliaia di bambini hanno la pos-
sibilità di frequentare la scuola e seguire un percorso for-
mativo che garantisca loro un futuro migliore.

Tasso di analfabetismo
I primi dieci Stati del mondo (% della popolazione)
Niger 84,5%
Somalia 76%
Guinea 74,7%
Sudan del Sud 73%
Burkina Faso 71,3%
Afghanistan 68,3%
Mali 66,4%
Ciad 62,7%
Costa d’Avorio 59%
Sierra Leone 55,5%
▲ Una classe di scuola elementare in Papua Nuova Guinea.

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La sanità per tutti Anche la sanità oggi è un dirit- (dati gennaio 2015). Una malattia come l’Aids oggi è diffusa in
to negato a molti. Nelle aree rurali dell’Africa subsahariana tutto il mondo. Nei Paesi più ricchi tuttavia nuovi farmaci,
moltissime persone, in particolare bambini, muoiono per ma- un’adeguata assistenza sanitaria ed efficaci campagne di
lattie che in Paesi come l’Italia sono facilmente curabili (in- prevenzione hanno ridotto almeno in parte i contagi. I Paesi
fluenze, polmoniti, dissenteria). Antibiotici e altri medicinali più poveri devono invece scontare non solo l’impossibilità
di base, che da noi sono prescritti dal medico e facilmente re- di accedere ai farmaci fondamentali per combattere il virus
peribili in farmacia, sono ancora oggi per una parte rilevante Hiv, ma anche la mancanza d’informazione e di prevenzio-
della popolazione mondiale un bene difficilmente raggiungi- ne. L’area del mondo più colpita dall’Aids è l’Africa, dove vive
bile. Nonostante i passi in avanti compiuti, i Paesi del Sud del circa il 70% di tutti i pazienti con Hiv e che conta circa un
376 mondo scontano ancora una mancanza cronica di personale milione di morti ogni anno. Nel 2005 è stata lanciata la cam-
medico e sanitario qualificato, di strutture dotate di macchi- pagna “Uniti per i bambini, Uniti contro l’Aids”, sostenuta
nari moderni e di un assortimento di medicinali sufficiente dall’Unicef e da altre istituzioni impegnate nella tutela dei
tema 3. Il governo del mondo

per far fronte alle emergenze sanitarie. minori. Questa campagna agisce seguendo quattro obiettivi
Un problema particolarmente delicato riguarda la dif- fondamentali nella lotta contro il virus Hiv:
ficile reperibilità di farmaci e vaccini o l’impossibilità di 1. prevenire il contagio tra madre e figlio;
acquistarli a causa di prezzi troppo elevati: le case farma- 2. procurare le cure mediche e pediatriche;
ceutiche che detengono i brevetti dei farmaci più diffusi 3. prevenire la diffusione del contagio tra gli adolescenti
spesso non adeguano i prezzi alle reali situazioni sociali e i giovani;
dei diversi Paesi, tagliando fuori dall’accesso ai farmaci gli 4. proteggere e aiutare i bambini colpiti dall’Aids.
Stati più poveri.

Le malattie più diffuse nel Sud del mondo Nei 3. Il mondo tra pace e guerra
Paesi più poveri un numero elevato di persone muore a cau-
sa delle malattie infettive: malaria, tubercolosi, infezioni I conflitti del xxi secolo Negli anni Novanta del
gastrointestinali, Aids. A queste malattie si aggiungono le xx secolo, con la fine della guerra fredda tra Stati Uniti
epidemie, che in alcuni casi portano a conseguenze deva- e Unione Sovietica, gli scenari geopolitici mondiali han-
stanti per la popolazione, come è stato nel caso dell’epidemia no subito una grande trasformazione. Dopo la Seconda
di ebola scoppiata nel 2014, che è costata oltre 8000 deces- guerra mondiale (1939-1945), per quasi mezzo secolo la di-
si concentrati soprattutto in Liberia, Sierra Leone e Guinea plomazia era riuscita ad evitare la guerra aperta tra le due

la diffusione dell’aids nel mondo


Percentuale di popolazione adulta affetta da Hiv
più di 15 da 0,5 a 1
da 5 a 15 da 0,1 a 0,5
da 2 a 5 meno di 0,1
da 1 a 2 dati non disponibili

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superpotenze. La pace tuttavia era stata violata da numerosi cuore dell’Europa, del conflitto tra lo Stato d’Israele e le comu-
conflitti locali, concentrati lungo le aree di confine tra i due nità palestinesi, o ancora della guerra civile in Libia, in Siria e
sistemi di alleanze: in Corea, nel Vietnam, in Medio Oriente. in Iraq. In realtà le guerre nel mondo sono molte di più; e si
La fine della divisione del mondo in due blocchi contrappo- tratta spesso di veri e propri conflitti dimenticati dagli orga-
sti ha evitato una nuova guerra mondiale, ma non ha elimi- nismi internazionali e dall’opinione pubblica.
nato le tante guerre presenti nel mondo. I conflitti armati Nei primi mesi del 2015 gli Stati coinvolti nelle guer-
del xxi secolo sono causati da quattro ragioni fondamentali: re erano 65, con oltre 600 tra milizie, eserciti e gruppi sepa-
• Il controllo delle risorse naturali, come l’acqua, e del- ratisti coinvolti. Il continente più instabile resta l’Africa,
le risorse energetiche strategiche, come il petrolio che ha conosciuto continue guerre civili, etniche e reli-
e il gas, che sono all’origine di molti conflitti in Africa giose fin dagli anni della decolonizzazione, nella seconda 377
e in Medio Oriente; metà del xx secolo. A inizio 2015 erano 27 gli Stati africa-
• Gli scontri tra gruppi etnici e religiosi, che oggi ni attraversati da scontri armati, molti dei quali estrema-

tema 3. Il governo del mondo


sono alla base di guerre civili sanguinose in Africa, nel mente cruenti e sanguinosi, ma rimasti sostanzialmente
Medio e nell’Estremo Oriente; nell’ombra: le guerre civili nella regione del Darfur e nel
• Il rafforzamento delle grandi organizzazioni cri- Sud Sudan, gli scontri in Nigeria dove operano i militanti
minali, che gestiscono i traffici di droga, di armi e di islamisti di Boko haram, gli scontri nella regione orientale
merci contraffatte e che rappresentano da tempo un della Repubblica Democratica del Congo, con più di 2 mi-
drammatico fattore di destabilizzazione in America lioni di profughi, le guerre in Mali e in Somalia.
latina e in Africa; In Asia, oltre a quelle già citate, le principali aree di
• L’azione sempre più violenta del terrorismo inter- guerra sono quelle dell’Afghanistan in cui, dopo la guerra
nazionale, negli ultimi anni legato soprattutto ai iniziata nel 2001 dalla coalizione internazionale guidata
gruppi del fondamentalismo islamico. dagli Stati Uniti, non si è mai raggiunta una situazione
di pace, e del Caucaso, lacerato dallo scontro tra le forze
Le aree di guerra: una geografia in continua evoluz- indipendentiste cecene e la Federazione russa. Altri con-
ione L’attenzione dell’opinione pubblica e dei media oc- flitti coinvolgono il Myanmar, le Filippine, il Pakistan e la
cidentali si concentra in genere sui conflitti che avvengono Thailandia. Nel continente americano le situazioni più
nelle regioni del mondo più vicine o su quelli che coinvolgono critiche si registrano in Colombia e Messico, dove conflitti
più direttamente le maggiori potenze economiche e politi- sanguinosi hanno visto protagoniste le organizzazioni cri-
che. È il caso, per esempio, della recente guerra in Ucraina, nel minali che gestiscono il traffico della droga.

i conflitti più significativi nel mondo

Kosovo Cecenia

Siria Kurdistan Afghanistan Coree


Israele-Palestina
Libia
Algeria Iraq
Pakistan
Messico Egitto Sud
Haiti Myanmar
Sudan Thailandia
Darfur Yemen Filippine
Ciad India

Somalia Cambogia
Colombia Nigeria Eritrea

Uganda
Rep. Dem. Congo
R. Centrafricana

conflitti in atto o conclusi


entro il 2013
aree di tensione

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4. L’Onu e le organizzazioni Gli organi delle Nazioni Unite L’Onu agisce attra-
internazionali verso cinque organi principali:
• L’Assemblea Generale: raduna in sedute periodiche i
L’Organizzazione delle Nazioni Unite L’Organiz- rappresentanti di tutti gli Stati membri. Essa è l’unico
zazione delle Nazioni Unite (Onu) è stata fondata nel organo in cui tutti gli Stati membri sono ugualmente
1945 al termine della Seconda guerra mondiale. Oggi ne rappresentati (ogni Stato dispone infatti di un voto).
fanno parte 193 Stati del mondo su 197 riconosciuti dalla L’assemblea esamina i problemi mondiali più urgenti
comunità internazionale. La sede è a New York, nel cosid- (pace, sicurezza, bilancio) ed esprime le proprie deci-
detto “Palazzo di vetro”. sioni attraverso Raccomandazioni o Deliberazioni,
378 Le principali finalità delle Nazioni Unite sono: prese a maggioranza (semplice o dei 2/3 sulle questio-
• il mantenimento della pace e della sicurezza ni più importanti) degli Stati membri.
internazionale • Il segretario generale: rappresenta l’organizzazione
tema 3. Il governo del mondo

• lo sviluppo di relazioni amichevoli fra le nazioni, sulla e coordina le sue attività. È eletto dall’Assemblea e re-
base dell’uguaglianza dei diritti e dell’autodetermi- sta in carica per cinque anni. Finora si sono succeduti
nazione dei popoli otto segretari generali alla guida dell’Onu.
• la cooperazione internazionale per la lotta contro la • Il Consiglio di sicurezza: è costituito da 5 Paesi mem-
povertà, per gli aiuti umanitari in caso di catastrofi bri permanenti (Usa, Russia, Cina, Gran Bretagna,
naturali o conflitti, per lo sviluppo economico e socia- Francia) e da 10 Stati membri temporanei, nominati a
le, per la promozione dei diritti umani e delle libertà rotazione tra gli Stati membri dell’Onu ogni due anni.
fondamentali. Al Consiglio spetta la responsabilità del mantenimen-
L’azione dell’Onu deve avvenire nel pieno rispetto della to della pace e della sicurezza internazionale; esso è
sovranità (ossia dell’autonomia) di tutti gli Stati membri,
anche se è possibile per l’Onu adottare misure repressive
nei casi in cui la pace e la sicurezza siano minacciate. Per ▼ Un palazzo dell’Onu a New York.
realizzare questi obiettivi, l’Onu ha messo in pratica negli
ultimi anni tre azioni principali:
• Peacemaking: è la risoluzione delle controversie tra due
Stati, tramite negoziati diplomatici che permettano la
stesura di accordi ed evitino conflitti armati.
• Peacekeeping: è l’invio di missioni militari neutrali (i
cosiddetti “caschi blu”), con il compito di proteggere i
civili e frapporsi fra gli opposti schieramenti, così da
favorire il “cessate il fuoco” e la ricerca di accordi di-
plomatici. I “caschi blu” sono soldati inviati dai Paesi
membri dell’Onu (come tali non devono avere legami
con le parti in conflitto).
• Peacebuilding: è il rafforzamento della pace tramite il
sostegno politico ed economico ai Paesi che sono im-
pegnati nella ricostruzione economica e politica suc-
cessiva a un conflitto armato. Questi Paesi sono chia-
mati a cooperare nel mantenimento della pace, della
sicurezza e dei diritti umani.

MEMO LESSICO

Autodeterminazione dei popoli


È il diritto per ogni popolo di scegliere liberamente e
autonomamente il proprio ordinamento politico e il proprio
governo senza costrizioni imposte dall’esterno.

Saggio pdf del volume cartaceo. Il libro in digitale in adozione conterrà verifiche interattive Loescher Editore - Vietata la vendita e la diffusione

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il solo che può adottare decisioni vincolanti per tutti programmi volti a rendere più sostenibile ed efficiente l’agri-
gli Stati Membri. Le sue decisioni più importanti sono coltura dei Paesi più poveri; l’Oms (Organizzazione Mondiale
le risoluzioni, le quali vanno prese con una maggio- della Sanità), che è l’agenzia specializzata in progetti sanitari
ranza di almeno 9 voti. Ogni decisione inoltre non può nei Paesi privi di un adeguato sistema sanitario e intervie-
essere assunta con il voto contrario di uno dei membri ne in caso di gravi epidemie e disastri ambientali. In campo
permanenti (diritto di veto). economico una delle organizzazioni internazionali più im-
• La Corte internazionale di giustizia: è un organo portanti è il Wto (World Trade Organization, “Organizzazione
giudiziario che giudica le controversie tra gli Stati Mondiale del Commercio”) che riunisce 160 Stati membri e
membri, basandosi sulle norme del diritto internazio- si propone di fissare regole condivise per gli scambi com-
nale. È composta di quindici giudici eletti dall’Assem- merciali internazionali, di rimuovere i fattori che ostaco- 379
blea e dal Consiglio di sicurezza. lano il libero commercio e di risolvere i conflitti di natura
• Il Consiglio economico e sociale: è l’organo che co- economica che insorgono tra gli Stati membri.

tema 3. Il governo del mondo


ordina gli interventi economici e sociali delle Agenzie
legate all’Onu nel campo della cooperazione e dello
sviluppo internazionale. geofocus

Le principali organizzazioni legate all’Onu All’Onu


fanno capo numerosi organismi sussidiari, che hanno la
Le organizzazioni
forma di Fondi o Programmi istituiti per compiti specifici non governative (Ong)
e direttamente dipendenti dall’Assemblea. Al momento que- A difesa della vita umana, della salute, dell’ambiente,
sti organismi sono 22. Tra i più noti, l’Unicef (United Nations dei diritti e delle libertà fondamentali operano oggi
Children’s Fund, “Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia”), che numerose Organizzazioni non governative (Ong),
interviene per tutelare la salute fisica e mentale dei bambini associazioni indipendenti dai governi, che operano senza
che vivono in condizioni disagiate, a causa di guerre, pover- fini di lucro e con personale volontario. Le organizzazioni
tà o sfruttamento; l’Alto commissariato per i rifugiati o non governative oggi attive nel mondo sono migliaia.
Tra le più note ricordiamo la Croce Rossa e Amnesty
Unhcr (United Nations High Commissioner for Refugees, “Agenzia International, fondata nel 1961, che è la più grande
delle Nazioni Unite per i rifugiati”), che interviene a sostegno organizzazione per la difesa dei diritti umani nel mondo.
dei diritti dei milioni di rifugiati presenti nel mondo, costret- Le sue finalità sono: l’abolizione della pena di morte e
ti a fuggire dal proprio Paese a causa di guerre, persecuzioni della tortura, il miglioramento delle condizioni delle
e povertà; l’Unesco (United Nations Educational, Scientific and carceri, la liberazione dei detenuti per motivi di opinione,
Cultural Organization: “Organizzazione delle Nazioni Unite per religione o per origine etnica. Altre Ong molto importanti
sono Medici senza frontiere, Emergency e Action Aid
l’educazione, la scienza e la cultura”), che tutela il patrimo- (nel campo degli interventi umanitari e dell’assistenza
nio culturale e ambientale mondiale (definito “patrimonio medica), Save the Children (per la tutela dei minori),
dell’umanità”), con iniziative volte a diffondere l’istruzione, la Wwf (che interviene nella difesa dell’ambiente).
scienza e la cultura.
Con l’Onu operano anche numerose organizzazioni
specializzate. Tra queste vi sono la Fao (Food and Agricolture ▼ Una seduta del Consiglio di sicurezza dell’Onu.
Organization, “Organismo per l’alimentazione e l’agricoltu-
ra”), che interviene contro la fame e la malnutrizione, con

MEMO LESSICO

Diritto di veto
Il meccanismo decisionale del Consiglio di sicurezza dell’Onu
prevede, per l’approvazione delle delibere, il voto favorevole di
almeno 9 Stati membri (sui 15 complessivi) e che non vi sia il
voto contrario di alcuno dei 5 membri permanenti. È in questa
formula che si realizza il diritto di veto dei membri permanenti
del Consiglio di sicurezza. Tale prerogativa però è oggi sottoposta
da più parti a critica e non mancano proposte di allargamento del
Consiglio di sicurezza, così da ripartire poteri e responsabilità tra
un numero di nazioni più ampio.

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Geografia
TEMA 4. L’Asia

l’asia fisica 150° 60°


45°
45° 75°
60° 75°
165°
30° 60°
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Le montagne più alte dell’Asia


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45° 60° 75° 90° 105° 120° 135° 150°

I fiumi più lunghi dell’Asia Le principali isole dell’Asia


area Stati di
fiumi lunghezza isole superficie
attraversata appartenenza
Fiume Azzurro (Chang Jiang) Cina 5800 km Nuova Indonesia, Papua
785 000 km2
Russia, Asia Guinea Nuova Guinea
Ob-Irtysh 5410 km
centrale Borneo Indonesia, Malaysia 736 000 km2
Fiume Giallo (Huang He) Cina 4845 km Sumatra Indonesia 420 000 km2
Mekong Cina, Indocina 4500 km Honshu Giappone 227 414 km2
Amur Russia, Cina 4416 km Celebes Indonesia 172 000 km2

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1. Territorio, ambiente e clima Nell’Asia centrale, dominata da catene montuose con ben
14 vette oltre gli 8000 metri, nascono i grandi fiumi del
Le caratteristiche del territorio asiatico L’Asia continente, che lungo i secoli della storia hanno rivestito
è il continente più esteso della Terra: la sua superficie, un’importante funzione culturale, religiosa ed economi-
pari a 44,58 milioni di km2, corrisponde a quasi un terzo ca: nell’oceano Pacifico sfociano i due grandi corsi d’ac-
delle terre emerse del nostro pianeta. Insieme con l’Eu- qua cinesi, lo Huang He (Fiume Giallo), il Chang Jiang
ropa costituisce la sconfinata distesa di terra nota come (Fiume Azzurro, il più lungo dell’Asia con i suoi 5800
Eurasia. La maggior parte del territorio dell’Asia è compre- km) e il Mekong che scorre nella penisola indocinese.
sa nell’emisfero boreale, tranne alcune isole situate oltre La regione indiana è attraversata dall’Indo, dal Gange e
l’Equatore. dal Brahmaputra, che si gettano nell’oceano Indiano. Il 381
Il confine con l’Europa, a ovest, è segnato per conven- Medio Oriente è segnato dal corso del Tigri e dell’Eufrate,
zione dalla catena dei monti Urali, dal fiume Ural, dal che si gettano insieme nel golfo Persico. Da questi gran-

tema 4. L’Asia
mar Caspio, dalla catena del Caucaso e dal mar Nero. di corsi d’acqua, soggetti a possenti piene ed esondazioni
Sempre a ovest l’Asia è bagnata anche dal mar Rosso e dal durante il periodo delle piogge monsoniche, si sono origi-
mar Mediterraneo, mentre era in origine collegata all’Afri- nate le pianure alluvionali nelle quali gli esseri umani
ca dall’istmo di Suez, dal 1869 tagliato dall’omonimo cana- sono insediati da millenni. I fiumi diretti verso nord e il cui
le. Nei restanti punti geografici il territorio continentale lungo corso termina nel mar Glaciale Artico (Ob, Jenisej e
asiatico è bagnato da mari o oceani: a nord il mar Glaciale Lena) sono ghiacciati per diversi mesi durante l’anno.
Artico, con lo stretto di Bering che divide l’Asia a nord- L’Asia conta anche un numero cospicuo di laghi, con al-
est dalle Americhe (circa 90 km di mare che terminano in cuni record a livello mondiale: il mar Caspio è il più gran-
Alaska); a est l’oceano Pacifico; a sud l’oceano Indiano. de lago del mondo: le sue enorme dimensioni e l’elevata
Il continente asiatico è composto da diverse peniso- salinità lo fanno assomigliare a un vero e proprio mare,
le molte estese (arabica, indiana, coreana, di Malacca, di anche se in realtà si tratta di un lago; il Bajkal è il lago più
Kamchatka) e da un numero consistente di isole, soprat- profondo del mondo, con una profondità di 1620 metri.
tutto nell’oceano Pacifico e in quello Indiano, tra le qua- Lo sviluppo costiero, lungo ben 70 000 km, è dominato
li troviamo veri e propri Stati insulari come il Giappone, da grandi penisole e golfi ampi e profondi, con una con-
Taiwan, le Filippine, l’Indonesia, Sri Lanka e le Maldive. formazione che varia in maniera rilevante nelle diverse re-
A causa della sua grande estensione, il territorio del gioni climatiche e ambientali.
continente asiatico è caratterizzato da condizioni geo-
morfologiche tra le più diverse: in Asia troviamo per ▼ Il fiume Chang Jiang (Fiume Azzurro) in Cina.
esempio la vetta più elevata del mondo (il monte Everest,
nella catena dell’Himalaya, con i suoi 8848 metri) e la mas-
sima depressione (il mar Morto, le cui acque superficiali si
trovano mediamente 399 metri sotto il livello del mare).

Le regioni dell’Asia Il territorio asiatico può essere


suddiviso in alcune grandi regioni geografiche:
• la regione settentrionale, dominata dal bassopiano,
dall’altopiano e dai monti della Siberia;
• la regione centrale,in cui prevalgono altipiani molto ele-
vati (il Tibet ha un altitudine media compresa tra 4500 e
5000 metri), catene montuose (Urali, Caucaso, Himalaya,
Hindukush, Karakorum) di cui fanno parte le cime più
alte del mondo e deserti freddi (come il deserto del Gobi);
• la regione meridionale, dove prevalgono vasti tavo-
lati (penisola arabica e indiana) e pianure alluvionali
(la Mesopotamia nell’attuale Iraq, le pianure cinesi e
quelle dell’Indocina, la pianura compresa tra India,
Pakistan e Bangladesh);
• la regione a est e sud-est, caratterizzata da grandi
arcipelaghi (giapponese, indonesiano, filippino).

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Il quadro climatico e ambientale La grande esten- Nella fascia centrale dell’Asia prevale il clima con-
sione del continente asiatico, che comprende territori a tinentale, con la presenza di ampie steppe, altopiani
nord all’altezza del Circolo Polare Artico e a sud all’altez- e aree desertiche fredde (per esempio il deserto del
za dell’Equatore, determina una grande varietà di climi e Gobi); più a ovest sono invece presenti aree desertiche
di ambienti: si passa dalla tundra e dalla taiga artica alla calde, estese in particolare nella penisola arabica. Si
foresta pluviale equatoriale. Oltre alla diversa latitudine, tratta di regioni con precipitazioni esigue, che occupano
anche altri fattori influiscono nella determinazione delle da est verso ovest il cuore del continente asiatico: dalle
differenze climatiche: immense steppe mongoliche fredde ai deserti caldi della
• la vicinanza o lontananza dagli oceani; penisola arabica. Il clima delle regioni montuose è di
382 • la presenza di venti periodici (i monsoni); tipo alpino, con la presenza di ghiacciai perenni e, alle
• la presenza di alte catene montuose nella fascia quote più alte, precipitazioni nevose in tutti i periodi
centrale del continente che costituisce una barrie- dell’anno.
tema 4. L’Asia

ra per i venti umidi provenienti dall’oceano Indiano, A mano a mano che dalle grandi catene montuose si
favorendo le piogge alluvionali (piogge monsoni- procede verso sud e verso est il clima diventa subtropicale
che) nelle aree a sud dell’Himalaya e la siccità nelle ed è regolato dalla presenza dei monsoni estivi, che in-
aree situate a nord della catena (come l’altopiano del teressano una vasta area dell’Asia meridionale, orientale
Tibet). e insulare (le precipitazioni arrivano anche a 11 000 mm
Nei territori più settentrionali il clima è artico con in- all’anno, contro i 200 mm della fascia arida). Nell’area sub-
verni lunghi e temperature rigidissime (alcune aree della tropicale la vegetazione è composta prevalentemente da
Siberia scendono a meno di 60 gradi sotto lo zero); il ter- giungla e savana.
reno è ricoperto di neve e ghiaccio (in alcune aree peren- Nei grandi arcipelaghi del sud-est asiatico il clima è
nemente), con una vegetazione composta principalmente equatoriale: l’alta umidità e le piogge quotidiane favori-
da muschi e licheni (tundra). Più a sud, sempre nell’area scono l’estensione della foresta pluviale. Infine lungo le
siberiana, si passa a un clima continentale freddo con la coste che si affacciano sul Mediterraneo orientale il clima
vegetazione composta di vastissime foreste di conifere e è temperato e la vegetazione è caratterizzata dalla mac-
betulle (taiga). chia mediterranea.

▼ Vette innevate della catena montuosa dell’Himalaya.


le regioni climatiche dell’asia
I principali climi in Asia
tropicale umido
desertico caldo
desertico freddo
subtropicale
temperato freddo
polare

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2. Il quadro sociale: popolazione, migliori opportunità lavorative e di vita. Questi flussi migra-
società, cultura tori hanno determinato, nei Paesi più poveri, l’ampliamen-
to delle baraccopoli ai margini delle città, caratterizzate da
La distribuzione della popolazione asiatica La un alto tasso di povertà e di criminalità. L’agglomerato
popolazione dell’Asia supera oggi i 4,4 miliardi di indivi- urbano più sviluppato è quello di Tokyo, in Giappone, che
dui: quasi il 60% della popolazione mondiale vive dunque conta una popolazione di 38 milioni di persone.
nel continente asiatico. La densità media è stimata intor-
no ai 92 ab/km2, un valore influenzato dalle profonde dif- Le tendenze demografiche Negli ultimi anni l’Asia
ferenze nella distribuzione della popolazione tra le diver- ha conosciuto un progressivo rallentamento della cre-
se regioni del continente. L’Asia comprende, infatti, Stati scita demografica. La speranza di vita è in aumento ed 383
molto urbanizzati e industrializzati con una densità è arrivata a superare in media i 70 anni, anche se con forti
elevatissima (Singapore supera i 5000 ab/km2) e Stati in cui squilibri tra gli Stati: nei Paesi più ricchi come il Giappone,

tema 4. L’Asia
gli insediamenti umani sono radi e di dimensioni con- la Corea del Sud, Singapore e Israele, per esempio, la spe-
tenute (è il caso della Mongolia che ha una densità di 1,8 ranza di vita femminile supera gli 80 anni (con una punta
ab/km2). di 86,6 anni in Giappone), mentre nei Paesi più arretrati
La Cina con più di 1,35 miliardi di abitanti è lo Stato e politicamente instabili, come l’Afghanistan, lo Yemen, il
più popolato del mondo, seguita dall’India che conta Myanmar e il Pakistan, si registrano valori inferiori ai 70
più di 1,25 miliardi di abitanti: con Pakistan, Bangladesh, anni (con un picco negativo in Afghanistan di 62,2 anni).
Indonesia, Filippine e Giappone, quest’area accoglie quasi Nonostante siano presenti Stati in cui la qualità del-
la metà della popolazione presente sul nostro pianeta. la vita è mediamente alta e i valori di Pil pro capite sono
Una parte consistente della popolazione asiatica vive elevati (è il caso del Giappone, di Singapore, della Corea
nelle aree rurali, dov’è praticata un’agricoltura di sussi- del Sud in Estremo Oriente e del Qatar, del Kuwait, degli
stenza e le condizioni di vita sono spesso difficili, al limite Emirati Arabi, di Israele in Medio Oriente), la popolazione
della sopravvivenza. Negli ultimi decenni il continente ha asiatica è afflitta nel suo complesso dal problema della
conosciuto un consistente spostamento della popolazio- povertà. Si stima, infatti, che gli individui in condizioni di
ne verso i principali agglomerati urbani, alla ricerca di povertà siano quasi 1 miliardo.

la distribuzione della popolazione in asia


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Religioni, culture e lingue In Asia si sono svilup- russi, armeni, iraniani; nell’Asia orientale, nelle Filippine e
pate e sono ancora oggi ampiamente diffuse le più impor- in Giappone abitano popoli appartenenti ai gruppi etnici
tanti religioni del mondo. Nella parte più settentrionale cinesi, tibetani, giapponesi, coreani, mongoli. In Asia
del continente la religione prevalente è il cristianesimo meridionale i principali gruppi etnici sono gli indiani e
ortodosso, ma nei vastissimi altopiani siberiani sono an- gli indonesiani.
cora praticati antichi culti religiosi di origine animista. La complessità riscontrata sul piano etnico e cultura-
Nella parte centrale, meridionale e orientale del continen- le si ripercuote anche nel vasto panorama delle lingue
te sono radicate le quattro principali religioni del mondo
orientale: il buddismo, l’induismo, il confucianesimo
384 e il taoismo. L’islam è presente nelle sue due grandi cor- le religioni in asia
renti: i musulmani sunniti sono la maggioranza nella
penisola arabica, turca, in diversi Stati dell’Asia centrale e
tema 4. L’Asia

dell’arcipelago nel sud-est asiatico; gli sciiti sono la mag-


gioranza in Iran. L’ebraismo è riconducibile a un territo-
rio di dimensioni contenute ma di grande importanza cul-
turale e geopolitica, che corrisponde allo Stato di Israele. I
cristiani cattolici sono la maggioranza soltanto nell’arci-
pelago delle Filippine.
L’Asia è un continente con un’accentuata varietà sul
piano etnico, culturale, linguistico e religioso, favorita da
un territorio frammentato che ha permesso a diversi grup-
pi etnici minoritari di conservare fino a oggi i propri co-
stumi e le proprie tradizioni. Una classificazione dei di-
versi gruppi etnici asiatici è piuttosto complessa perché,
sin dai tempi più remoti, gli incontri e le aggregazioni tra
le popolazioni sono stati numerosi: solo in Cina sono pre-
senti sessanta diversi gruppi etnici. In linea generale,
l’Asia occidentale è prevalentemente abitata dai popoli
arabi, discendenti dei conquistatori dell’viii secolo; l’Asia confuciani musulmani sunniti cristiani cattolici
centrale e settentrionale ospita un mosaico di popoli di- buddisti e taoisti (Giappone) musulmani sciiti ebrei

scendenti degli antichi abitatori delle steppe: caucasici, induisti cristiani ortodossi religioni animiste

geofocus

le ANTICHE TRADIZIONI DEL CONTINENTE ASIATICO


Un elemento caratteristico di molte culture asiatiche sono le feste, sacre e
profane, e le danze. La festa probabilmente più importante è quella con cui
si celebra il capodanno. Data la centralità dei grandi corsi d’acqua per la
sopravvivenza delle comunità asiatiche,molti fiumi sono depositari di un
valore sacro: in India ogni anno milioni di fedeli induisti si bagnano nelle
acque del fiume Gange, ripetendo una cerimonia religiosa millenaria che
si compie in occasione del Makar Sankranti (giorno sacro del calendario
indù). Il culto dell’acqua è diffuso anche in Myanmar e Thailandia. Le
feste più importanti sono in genere accompagnate da musiche e danze di
origini antichissime, cui è attribuito un valore spirituale e religioso. Un altro
elemento caratteristico delle diverse culture è l’abbigliamento tradizionale,
nonostante sia ormai ampiamente diffuso soprattutto nelle aree urbane un
abbigliamento di tipo occidentale. In occasioni di feste e celebrazioni, ma
anche nella vita quotidiana delle aree rurali, continuano a essere indossati
soprattutto da parte delle donne i costumi tradizionali. Hindu che celebrano il rito religioso del Makar Sankranti.

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asiatiche, che comprende un mosaico di oltre duemila potenza economica mondiale dopo gli Stati Uniti, che
idiomi. Molti Paesi hanno più di una lingua ufficiale: un unisce dentro i suoi confini regioni rurali con un’eco-
caso significativo è quello dell’India, nella cui Costituzione nomia tradizionale e arretrata e regioni metropoli-
sono riconosciute ben 22 lingue. Gli studiosi hanno comun- tane caratterizzate da un’economia tecnologicamen-
que individuato alcune grandi famiglie entro cui sono fatti te avanzata.
rientrare i principali idiomi diffusi nel continente asiatico: Insieme con la Cina e l’India, il Giappone, pur dura-
• lingue indoeuropee: condividono lo stesso ceppo mente colpito dalla recente crisi economica, resta una del-
originario della maggior parte delle lingue europee e le maggiori potenze economiche del mondo. Negli ultimi
comprendono il sanscrito, l’hindi e il russo; decenni la crescita economica ha trasformato Paesi come
• lingue sino-tibetane: sono le più parlate in Asia la Turchia, la Corea del Sud, Hong Kong, Singapore e 385
e comprendono il cinese, il tibetano, il birmano, il Taiwan in grandi potenze industriali e commerciali. Più
vietnamita; di recente altri Stati, come il Vietnam, l’Indonesia, la

tema 4. L’Asia
• lingue semitiche: ne fanno parte l’ebraico e l’arabo; Malaysia, la Thailandia e le Filippine, hanno saputo gua-
• lingue eurasiatiche e dell’Asia settentriona- dagnarsi un ruolo di primo piano nel mercato globale, fa-
le: comprendono il giapponese, il coreano e diversi voriti anche dai processi di delocalizzazione delle produ-
idiomi parlati nelle regioni centro-settentrionali del zioni occidentali (vedi p. 352). Un discorso a parte meritano
continente. i Paesi ricchi di giacimenti petroliferi, come l’Arabia
Saudita, il Kuwait e gli Emirati Arabi, che hanno un Pil
tra i più alti al mondo.
3. Il quadro economico
Il settore primario L’agricoltura è ancora oggi il
Un’economia dai forti contrasti Anche in cam- settore economico prevalente nel continente asiatico.
po economico l’Asia è il continente dei grandi contra- La maggioranza degli Stati asiatici conta una percentua-
sti: ad aree caratterizzate da un’alta industrializza- le di lavoratori nel settore primario superiore al 20% degli
zione, si contrappongono, infatti, vaste regioni ancora addetti, con punte oltre il 60% in Laos, Nepal, Myanmar,
arretrate e contadine. Nei Paesi che stanno conoscen- Tagikistan e Cambogia.
do una rapida crescita economica, la ricchezza tende a Le aree che da millenni presentano una forte vocazio-
essere concentrata in una fascia molto ristretta della ne agricola sono le pianure alluvionali meridionali,
popolazione, mentre la maggior parte degli abitanti è soggette alle forti piogge monsoniche e attraversate dai
costretta a vivere ancora in condizioni d’indigenza. Un grandi corsi d’acqua, le cui esondazioni contribuiscono
esempio di queste contraddizioni è la Cina, la seconda a rendere più fertili i terreni. A queste si aggiungono le

◀ La taiga siberiana
in inverno.
Le foreste di
conifere e betulle
che ricoprono
territori vastissimi
della Siberia
rappresentano una
risorsa ancora poco
sfruttata in campo
economico.

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regioni che si affacciano sul Pacifico, ricche di suoli suini in Cina e nella regione indocinese. Il primato nel-
fertili di origine vulcanica. Nel complesso gli spazi agri- la pesca, diffusa un po’ ovunque, spetta al Giappone, de-
coli sono però insufficienti e le tecniche di coltivazio- tentore del primato mondiale nella produzione di pesce
ne ancora arretrate, rispetto alle esigenze alimentari di conservato.
un continente in cui vive oltre la metà della popolazione
mondiale. Il settore secondario Fino agli anni Settanta del
La coltura più diffusa è quella del riso, che rappresenta xx secolo l’unico Stato asiatico industrializzato era il
l’alimento base per la maggioranza delle popolazioni asia- Giappone, entrato a far parte delle maggiori potenze indu-
tiche. La produzione risicola asiatica copre circa il 90% di striali grazie alla produzione nei comparti metalmeccanici,
386 quella mondiale. petrolchimici, elettromeccanici ed elettronici. Nei decenni
Le coltivazioni di grano, orzo, miglio e sorgo sono successivi lo sviluppo industriale ha coinvolto le cosiddet-
concentrate nelle fasce agricole più settentrionali, dove te “tigri asiatiche” (Corea del Sud, Hong Kong, Singapore
tema 4. L’Asia

il clima diventa continentale. In India, Cina e negli arci- e Taiwan), diventate grandi Paesi esportatori nella siderur-
pelaghi del sud-est asiatico sono diffuse anche le coltu- gia, nella cantieristica, nell’elettronica e nel settore auto-
re di piantagione: il caffè, i frutti tropicali, la canna da mobilistico. Oggi i Paesi di nuova industrializzazione sono
zucchero, il tabacco e il tè (di cui anche il Giappone è un quelli del Sud-Est asiatico (Vietnam, Indonesia, Malaysia,
grande produttore). Tra le colture destinate all’industria Thailandia e Filippine), dove sono diffuse le manifatture
tessile, è rilevante il cotone, prodotto e lavorato nell’Asia tessili, le industrie chimiche, elettroniche e meccaniche.
centrale, in India, Cina, Pakistan e Turchia. Nel xxi secolo i veri protagonisti dello sviluppo indu-
L’allevamento rappresenta una fonte di sussistenza striale asiatico sono tuttavia Cina e India, che insieme con
fondamentale per le popolazioni nomadi e seminoma- il Brasile, la Russia e il Sudafrica sono entrati a far parte dei
di delle zone aride, che basano la propria economia sulla Brics, acronimo utilizzato dagli economisti per indicare
pastorizia (ovini, cavalli e cammelli nelle aree più calde). questi cinque nuovi protagonisti dell’economia globalizza-
L’allevamento di bovini è sviluppato in India, quello di ta (vedi p. 365).

◀ Catena di
montaggio in
una fabbrica di
elettronica in Cina.

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Dal 2002 al 2012 l’economia cinese ha viaggiato a tas- alla persona (sanità, istruzione, trasporti, pubblica am-
si di crescita annui superiori al 10%; solo negli ultimi ministrazione). Un caso rappresentativo, a questo riguar-
anni ha conosciuto un parziale rallentamento assestan- do, è quello dell’India, che ha raggiunto alti livelli di
dosi al 7,4% nel 2014, il valore più basso da oltre 20 anni e sviluppo nel campo dell’informatica, del web, delle tele-
comunque superiore a quello dei Paesi occidentali. I prin- comunicazioni, dei servizi finanziari e della produzione
cipali distretti industriali cinesi si trovano lungo la fascia cinematografica, tanto da essere denominata “il terzia-
costiera, dove sono sviluppati tutti i settori, specie quelli rio del mondo” o “l’ufficio del mondo”. Eppure la maggior
ad alta tecnologia. In India, che ha raggiunto ritmi di cre- parte della popolazione indiana deve fare i conti ancora
scita pari a quelli cinesi, molto sviluppati sono i setto- con la mancanza di medici e di ospedali, con condizioni
ri tessile, meccanico, automobilistico, elettronico e igieniche insoddisfacenti, strutture scolastiche inade- 387
farmaceutico. guate e trasporti fatiscenti.
I Paesi dell’Asia occidentale (Arabia Saudita, Emirati Nel campo delle esportazioni il primato indiscusso

tema 4. L’Asia
Arabi, Kuwait, Iran, Iraq), ricchi di giacimenti di petrolio, spetta alla Cina, che nel 2013 ha registrato un volume di
hanno basato la propria economia sulla redditizia espor- scambi superiore ai 4 mila miliardi di dollari, diventando
tazione dell’“oro nero”, che garantisce enormi ricchezze, la prima potenza commerciale al mondo.
ma è stato spesso anche causa di una pericolosa instabilità Un settore in grande sviluppo è il turismo. L’Asia rac-
politica. chiude nel suo ampio territorio un panorama vastissimo
di località turistiche (balneari, montane, religiose e artisti-
Il settore terziario Anche nel settore terziario l’A- che), che sono diventate tra le mete più ambite dei percorsi
sia è il continente dei grandi contrasti. In molti Paesi turistici internazionali, grazie ai collegamenti internazio-
(Giappone, Singapore, Israele, Taiwan) il terziario incide nali rapidi, efficienti e a costo contenuto. Le testimonianze
per oltre due terzi sul Pil nazionale. In altri Paesi, inve- religiose, archeologiche e artistiche del Medio e dell’Estre-
ce, non arriva nemmeno a un terzo (Iraq, Corea del Nord, mo Oriente, del subcontinente indiano, le spiagge da sogno
Brunei). In Asia si trovano alcuni dei centri finanzia- e i mari cristallini degli arcipelaghi del sud-est asiatico, il
ri più importanti del mondo, come quelli di Tokyo, trekking e l’alpinismo negli altipiani e nelle catene mon-
Singapore e Hong Kong. Al tempo stesso, nei Paesi più po- tuose dell’Asia centrale sono solo alcuni esempi della scon-
veri la popolazione vive una carenza cronica di servizi finata offerta turistica asiatica.

geofocus

UN CONTINENTE RICCO DI RISORSE ENERGETICHE E MINERARIE


Il territorio dell’Asia è ricco di risorse energetiche e
minerarie. I giacimenti di petrolio sono presenti nel
golfo Persico, da cui provengono quasi la metà delle
riserve petrolifere mondiali, ma anche in Siberia e in
Cina; sempre in Siberia sono presenti enormi quantità
di gas naturale, mentre il primato per l’estrazione del
carbone spetta alla Cina, che copre più di un terzo
della produzione mondiale. La Cina detiene il primato
mondiale anche per altre risorse fondamentali come
il piombo, il ferro, lo zinco, l’alluminio, lo stagno,
il sale e i fosfati. Nella Siberia orientale sono presenti
miniere di oro e diamanti di un certo rilievo. Altri
minerali metalliferi estratti in quantità consistenti in
diverse aree del continente asiatico sono il tungsteno, il
nichel, il cromo, il manganese e la bauxite.

La miniera di diamanti di Mir, in Siberia.

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4. Il quadro geopolitico e di religione musulmana. L’unica eccezione è Israele,
di cultura e religione ebraica. Il Medio Oriente è ricco
Le macroregioni dell’Asia I 48 Stati che compongono di risorse naturali come il petrolio e il gas naturale, ma
il continente asiatico possono essere riuniti in cinque gran- è anche attraversato da fattori di forte instabilità politi-
di macroregioni: il Medio Oriente, l’Asia centrale, il subcon- ca e militare, i principali dei quali sono il lungo conflitto
tinente indiano, il Sud-Est asiatico e l’Estremo Oriente. tra israeliani e palestinesi, la guerra civile in Siria, l’avanza-
ta di gruppi terroristici in Yemen e la minaccia terroristi-
1. Medio Oriente Il Medio Oriente è la regione più oc- ca dell’Isis, che controlla territori in Siria e Iraq. La regio-
cidentale dell’Asia e si trova tra il Mediterraneo e l’oceano ne comprende i seguenti Stati: Siria, Iraq, Israele, Autorità
388 Indiano, poco più a est dell’Europa e dell’Africa. La maggior Nazionale Palestinese (riconosciuta dall’Onu ma ancora
parte della popolazione di questa regione è di cultura araba priva di istituzioni e di un territorio ben definiti), Giordania,
tema 4. L’Asia

l’asia politica
75° 165° 75° 60° 45°
60° 30°
180° Wrangel
15°
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Oceano

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30°
45°
Zamlja 120° Is. d’Angiò O c e a n o
60° 105°
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Libano, Kuwait, Bahrain,Arabia Saudita, Qatar, Emirati Arabi 1947 per motivi religiosi: l’India è in prevalenza di religio-
Uniti, Oman, Yemen.Anche la Turchia, a cavallo tra Europa e ne induista, mentre il Pakistan è di religione musulmana.
Asia, è talvolta fatta rientrare nel Medio Oriente, ma non c’è
una posizione unanime al riguardo. 4. Sud-Est asiatico Il Sud-Est asiatico comprende un
territorio situato tra l’India e la Cina, racchiuso tra l’oceano
2. Asia centrale L’Asia centrale è una regione molto Indiano a ovest, e l’oceano Pacifico a est. I due oceani sono
estesa in cui predominano steppe, deserti e vette in- separati dai due grandi arcipelaghi dell’Indonesia e delle
nevate, un ambiente poco ospitale che determina una Filippine. L’influenza indiana e cinese è molto forte, a li-
bassa densità di popolazione. Fanno parte dell’Asia vello sia linguistico sia religioso. A lungo colonizzato dai
centrale molte etnie con storie e culture differenti, anche Paesi europei, il Sud-Est asiatico ha conosciuto nella se- 389
se la maggior parte di questi Paesi ha fatto a lungo parte conda metà del Novecento una forte instabilità politica,
dell’Unione Sovietica (esclusi Iran e Afghanistan). L’intera caratterizzata da dittature sanguinose, come in Cambogia

tema 4. L’Asia
regione è caratterizzata da un alto tasso di povertà e da e in Myanmar, e violenti conflitti armati, come quelli av-
un basso sviluppo economico, con aree molto insta- venuti in Corea e in Vietnam, che hanno coinvolto diretta-
bili come l’Afghanistan. I proventi derivanti dalle ricche mente gli Stati Uniti. La regione comprende i seguenti Stati:
riserve di petrolio e gas naturali sono quasi interamen- Myanmar, Laos, Thailandia, Cambogia, Vietnam, Singapore,
te gestiti da multinazionali europee, statunitensi, russe, Malaysia, Indonesia, Brunei, Filippine, Timor Est.
cinesi e giapponesi. L’area comprende i seguenti Stati:
Georgia, Armenia, Azerbaigian, Kazakistan, Uzbekistan, 5. Estremo Oriente L’Estremo Oriente corrisponde alla
Turkmenistan,Tagikistan, Kirghizistan, Afghanistan e Iran. parte più orientale del continente asiatico, che dai deserti,
gli altipiani e le catene montuose arriva sino alle pianure
3. Subcontinente indiano Il subcontinente india- fluviali affacciate sull’oceano Pacifico. Gran parte del terri-
no è composto dalla vasta penisola che dall’alta catena torio continentale è occupata dalla Cina, mentre il Giappone
dell’Himalaya si protende nell’oceano Indiano e da diver- è un vasto Stato insulare. L’etnia più diffusa nella regione
se isole, tra cui due Stati insulari (Sri Lanka e Maldive). appartiene al gruppo mongolide, ma sono presenti molte
La maggior parte di questa regione è occupata dall’India. altre etnie. La religione più seguita è il buddismo, cui si
Molte delle etnie presenti hanno origini antichissime, così affiancano altre importanti forme di spiritualità orienta-
come le loro credenze religiose e spirituali: a prevalere è li come il confucianesimo e il taoismo. Cina e Giappone
l’induismo, ma sono presenti anche importanti comu- sono le maggiori potenze economiche dell’Estremo Oriente,
nità buddiste e musulmane. Il subcontinente indiano mentre altri Paesi come la Mongolia e la Corea del Nord con-
è una delle regioni più povere e meno sviluppate del tano ancora oggi un basso livello di sviluppo. Le maggiori
mondo, con oltre 400 milioni di persone sottoalimentate. tensioni politiche si registrano tra la Corea del Nord, do-
Comprende i seguenti Stati: India, Pakistan, Bangladesh, minata da un repressivo regime comunista, e la Corea del
Nepal, Bhutan, Sri Lanka, Maldive. Dal punto di vista poli- Sud. Comprende i seguenti Stati: Mongolia, Cina, Corea del
tico le tensioni più forti sono tra India e Pakistan, divisi dal Sud, Corea del Nord, Taiwan e Giappone.

◀ Soldati americani
e sudcoreani
sorvegliano il
confine tra Corea
del Sud e Corea
del Nord in uno dei
pochi varchi in cui è
possibile passare da
uno Stato all’altro.
Dall’altra parte
soldati nordcoreani.

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tema 4. L’Asia

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(la massima autorità in campo reli- Il tasso di alfabetizzazione della


carta d’identità
gioso e giuridico). La più alta carica popolazione è elevato: supera l’85%
Capitale Teheran dello Stato appartiene dunque all’a- negli adulti e il 99% tra i giovani.
Forma di governo Repubblica islamica yatollah, incaricato di garantire il ri- Dopo una lunga crisi economica che
spetto dell’islam da parte del popolo. ha raggiunto il suo apice nel 2012, ne-
Lingua farsi (persiano)
Il potere esecutivo è invece nelle gli ultimi anni il Paese ha ripreso a
Religione musulmana
mani del Presidente, eletto diretta- crescere, grazie in particolare all’au-
Moneta rial mente dai cittadini. mento delle esportazioni di petro-
Superficie 1 648 200 km2 lio, che insieme al gas naturale costi-
Popolazione 76 038 000 ab. Il quadro sociale tuisce la prima fonte di reddito del
Paese. L’Iran è al settimo posto mon-
Densità 47 ab./km 2
ed economico diale per produzione di petrolio e al
Pil pro capite 5183 $ Usa
L’Iran conta 76 milioni di abitanti, la terzo per produzione di gas naturale.
Isu 0,749 (75° posto)
maggior parte dei quali è concentra- Un settore industriale chiave per
ta nelle città e in particolare nella l’economia iraniana è quello petrol-
capitale Teheran. La lingua uffi- chimico. Diffuse sono anche l’indu-
ciale del Paese è il farsi (persiano); stria tessile e siderurgica. Gli im-
Il quadro politico la grande maggioranza degli irania- piegati nel settore dei servizi sono
ni è di fede musulmana sciita. Le circa il 48%, una percentuale più bassa
L’Iran è una repubblica islamica, è minoranze etniche più consistenti rispetto alle economie più sviluppate.
cioè un Paese in cui i principi religiosi sono quella azera e quella curda. In Commercio e finanza ricoprono un
dell’islam sono applicati a ogni aspet- Iran le organizzazioni internazionali ruolo economico rilevante. Le ca-
to della vita politica e civile, ma nel registrano frequenti violazioni dei ratteristiche ambientali dell’Iran non
quale una parte delle istituzioni sono diritti umani: torture, esecuzioni favoriscono l’agricoltura, le cui prin-
comunque scelte dai cittadini attra- arbitrarie, discriminazioni contro cipali colture sono il frumento, l’or-
verso le elezioni. L’islam sciita ha le donne e contro le minoranze et- zo, il cotone, il tè e la barbabietola
assunto questo importante ruolo po- niche e religiose. Inoltre la libertà da zucchero. L’allevamento più dif-
litico in seguito alla rivoluzione del di espressione e di stampa è molto fuso è quello ovino, mentre la pesca è
1979 guidata dall’ayatollah Khomeini limitata. praticata soprattutto nel mar Caspio.

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(India)
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kilometri

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Il quadro politico
soltanto dalla Cina. La maggioranza religione induista; è presente anche
L’India ha ottenuto l’indipendenza dalla della popolazione vive nelle zone ru- una consistente comunità musulma-
Gran Bretagna nel 1947,dopo una lunga e rali (68%); gli abitanti delle città sono na. Le lingue ufficiali sono l’hindi e
pacifica battaglia guidata dal Mahatma comunque in forte crescita: Delhi e l’inglese, che viene utilizzato nei do-
Gandhi.All’indipendenza è seguita la di- Mumbai rientrano tra le città più cumenti pubblici.
visione in due Stati: l’Unione Indiana popolose del mondo. Il grande af- L’India ha conosciuto nel xx secolo
(chiamata genericamente India), di re- flusso di persone povere nelle metro- una rapida crescita economica, che
ligione prevalentemente induista, e il poli indiane ha determinato la forma- l’ha portata a essere una tra le prime
Pakistan, di religione musulmana. Le zione di enormi baraccopoli (slum o cinque potenze mondiali per Pil. Il mo-
tensioni tra i due Stati hanno portato a bidonville), dove le condizioni igienico- tore economico del Paese è il settore
numerosi scontri armati; ancora oggi la sanitarie sono pessime e la vita è mol- terziario, anche se i lavoratori dei ser-
situazione tra i due Paesi è fonte di gra- to difficile. vizi sono ancora una minoranza (28%).
vi tensioni internazionali. Oggi l’India è La mortalità e la malnutrizione in- Di particolare rilevanza sono le atti-
una Repubblica parlamentare di tipo fantile sono ancora piuttosto elevate, vità ad alto impatto tecnologico e
federale,composta da 28 Stati e 7 territo- così come il lavoro minorile e il nu- informatico. L’industria vede la pre-
ri. Con oltre 1,25 miliardi di abitanti (tra i mero di analfabeti (circa il 37% della valenza del settore tessile, siderurgi-
quali sono più di 800 milioni i potenziali popolazione). Il numero dei laureati, co, meccanico, automobilistico, far-
elettori),rappresenta la democrazia più soprattutto nelle materie ingegneri- maceutico e aerospaziale. La maggior
popolosa del mondo. stiche, è invece in costante aumento, parte degli indiani (47%) lavora tutta-
nonostante si tratti di un percorso d’i- via ancora nel settore primario: le
Il quadro sociale struzione riservato a pochi. La socie- colture più diffuse sono i cereali, i le-
tà indiana, infatti, è ancora divisa gumi, il tè, il cotone, la canna da zuc-
ed economico in caste, gruppi sociali chiusi, l’ulti- chero e il tabacco. Rilevante è anche
L’India è il secondo Paese asiatico mo dei quali (paria) è privo di diritti. l’apporto economico di allevamento
per numero di abitanti, superata Oltre il 70% dei cittadini indiani è di e pesca.

Saggio pdf del volume cartaceo. Il libro in digitale in adozione conterrà verifiche interattive Loescher Editore - Vietata la vendita e la diffusione

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stati esemplari F E D E R A Z I O N E R U S S A
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Partito comunista, che impone un La maggior parte della popolazione ci-
carta d’identità
forte controllo sociale sulla popo- nese si dichiara atea, anche se l’antica
Capitale Pechino lazione e una restrizione dei diritti spiritualità è ancora molto radicata e
Forma di governo Repubblica popolare fondamentali e delle libertà di infor- risente dell’influsso del confuciane-
mazione e di espressione. simo, del taoismo e del buddismo.
Lingua cinese
L’economia cinese è oggi al primo po-
Religione religioni tradizionali,
buddismo Il quadro sociale sto in Asia per il valore della produzio-
ne, dopo aver superato anche il colosso
Moneta yuan renminbi ed economico giapponese. Il settore terziario è in
Superficie 9 572 900 km2
La Cina è il Paese più popoloso del continua espansione, soprattutto nei
Popolazione 1 360 720 000 ab. mondo, con oltre 1,35 miliardi di abi- rami della finanza, del commercio e del
Densità 142 ab./km2 tanti. Negli ultimi anni la popolazio- turismo. L’industria cinese può contare
Pil pro capite 7589 $ Usa ne si è spostata in massa verso le città, su ingenti risorse energetiche e mi-
Isu 0,719 (91° posto)
in cerca di lavoro e migliori condizio- nerarie: la Cina è il primo produttore
ni di vita: gli abitanti delle città (53%) al mondo di carbone, piombo, ferro, oro,
hanno superato quelli delle campa- stagno. Tutti i principali comparti indu-
gne. Questo processo ha portato alla striali sono presenti in Cina; negli ultimi
Il quadro politico formazione di enormi metropoli, anni si sono molto sviluppati i distretti
come Shanghai e Pechino. ad alta tecnologia. L’agricoltura riesce
La Repubblica Popolare Cinese, fon- Oltre il 92% della popolazione appar- a coprire il fabbisogno interno e detiene
data nel 1949, è un regime autori- tiene al gruppo etnico han, che parla il primato mondiale nella produzione di
tario guidato da un partito unico, il la lingua cinese; esistono tuttavia con- diverse colture, tra cui riso, grano, patate,
Partito comunista cinese. Le decisio- sistenti minoranze etniche e culturali, tè, tabacco e cotone. Anche allevamen-
ni politiche ed economiche più im- la cui autonomia è stata spesso contra- to e pesca sono molto sviluppati, con il
portanti sono prese da un Comitato stata dalle autorità governative (come primato nell’allevamento di volatili, sui-
centrale, composto dai dirigenti del nel caso delle popolazioni del Tibet). ni, ovini ed equini.

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stati esemplari FEDERAZIONE RUSSA

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Il Giappone è uno Stato insulare com-


posto da molte isole,tra le quali quattro di
grandi dimensioni: Hokkaido, Honshu, il 99% della popolazione è giapponese. I combustibili e di minerali, aumentata
Kyushu e Shikoku. Il suo regime politico modelli di consumo occidentali si sono dopo il gravissimo incidente nel 2011
è una monarchia democratica e par- largamente diffusi anche in Giappone, nella centrale nucleare di Fukushima.
lamentare al cui vertice sta l’imperato- ma la cultura millenaria del Paese Il settore terziario, in cui lavora oltre
re, il cui ruolo è ormai prevalentemente non è andata perduta e influenza an- il 73% dei giapponesi, conosce alti li-
di tipo simbolico e cerimoniale. cora gli stili di vita dei giapponesi. La velli di sviluppo soprattutto nel campo
lingua parlata è il giapponese; le for- dei trasporti, del commercio, delle
Il quadro sociale me di spiritualità più diffuse sono il banche e della finanza. Nel settore
buddismo e lo shintoismo. secondario la produzione più rilevante
ed economico La recente crisi economica mondia- è quella manifatturiera, con alcune
Il Giappone presenta un’alta densità le ha colpito l’economia giapponese, eccellenze riconosciute a livello inter-
demografica e una forte concentra- che nel 2010 è stata superata da quella nazionale come l’industria elettronica
zione della popolazione nelle città cinese per livelli del Pil. Nonostante e quella automobilistica. Solo una mi-
(circa il 93% del totale): la megalopo- ciò, il Giappone resta la terza po- nima parte (3,7%) della popolazione
li di Tokyo, la più grande del mondo, tenza economica mondiale, dopo lavora nel settore primario, la cui
raggiunge i 38 milioni di abitanti. Il Stati Uniti e Cina. I due punti di for- produzione non riesce a soddisfare il
tenore di vita elevato ha portato a un za dell’economia giapponese sono la fabbisogno nazionale. Le colture prin-
innalzamento della durata media capacità di attrarre investimenti cipali sono il riso, il tè, le patate, gli
della vita e, di conseguenza, a un in- esteri e la priorità assegnata alla ri- agrumi e la soia. Bovini e suini sono gli
vecchiamento della popolazione. cerca scientifica e all’innovazione animali più allevati. Di grande rilievo
La società è caratterizzata da una forte tecnologica. Un punto debole è invece la pesca, con un volume di pescato ai
omogeneità etnica e culturale: oltre la dipendenza dalle importazioni di primi posti nel mondo.

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Geografia
TEMA 5. L’Africa 45° 30° 15° 0° 15° 30° 45° 60° 75° 90°

Oceano E U R O P A
45° 45°

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Le montagne più alte dell’Africa I fiumi più lunghi dell’Africa


monti Stato di appartenenza altezza fiumi area attraversata lunghezza
Kilimangiaro Kenya, Tanzania 5895 m Nilo-Kagera Uganda, Sudan, Egitto 6671 km
Kenya Kenya 5199 m Congo Rep. Dem. Congo, Congo 4200 km
Ruwenzori (Margherita Peak) Rep. Dem. Congo, Uganda 5109 m Niger Guinea, Mali, Niger, Nigeria 4160 km
Ras Dascian Etiopia 4620 m Zambesi Africa centro-meridionale 2660 km
Karisimbi Ruanda 4507 m Kasai Angola/Rep. Dem. Congo 1900 km

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1. Territorio, ambiente e clima Indiano. I laghi più importanti rientrano nell’area della
Rift Valley: il Vittoria (il terzo lago del mondo con i suoi
Le caratteristiche del territorio africano Il con- 68 100 km2), il Tanganica, il Turkana, il Niassa, l’Alberto.
tinente africano si estende per 30,22 milioni di km2 e rap- Le coste, estese per oltre 30 000 km, sono regolari e
presenta oltre un quinto delle terre emerse del pianeta. Il uniformi, in generale basse e sabbiose a nord, più alte e ri-
suo territorio è quasi interamente circondato dal mare: pide a sud. Penisole e isole sono presenti in numero mi-
l’unico collegamento via terra con l’Asia è l’istmo di Suez, nore rispetto agli altri continenti: esse occupano, infatti,
che è tagliato però dall’omonimo canale artificiale. A sud soltanto il 2% della superficie complessiva. L’isola più gran-
dell’istmo Africa e Asia sono separate dal mar Rosso, con de, la quarta del mondo per estensione, è il Madagascar
una distanza che si riduce a 25 km nello stretto di Bab-el- (587 000 km2). 395
Mandeb. A nord il mar Mediterraneo separa l’Africa dall’Eu-
ropa: la distanza minima si registra presso lo stretto di Il quadro climatico e ambientale Il clima e l’am-

tema 5. L’Africa
Gibilterra, largo appena 15 km.A ovest le coste africane sono biente africani sono dominati da condizioni estreme, che
bagnate dall’oceano Atlantico, a est dall’oceano Indiano. non favoriscono gli insediamenti umani e le attività econo-
L’Africa è attraversata dall’Equatore, all’altezza del lago miche. La parte più consistente del continente africano (circa
Vittoria, nella parte centrale del continente. Il Tropico il 75%), delimitata a nord e a sud dai due tropici, ha un clima
del Cancro attraversa il deserto del Sahara; il Tropico del caldo; il 17% del continente è occupato dalla zona temperata
Capricorno passa all’altezza del deserto del Kalahari. settentrionale, l’8% dalla fascia temperata meridionale. Il cli-
Il territorio africano ha origini geologiche molto an- ma africano è più caldo di quello degli altri continenti, con
tiche e presenta una forma compatta, con una prevalenza medie annue tra i 20 e i 25 gradi e punte estive che nei deserti
di bassi tavolati (200-500 metri di altitudine) e altipiani raggiungono anche i 50 gradi. Soltanto sui rilievi più elevati la
(1000-2000 metri), modellati da una millenaria opera di temperatura scende sotto lo zero, permettendo precipitazioni
erosione da parte degli agenti atmosferici. I gruppi mon- di carattere nevoso di una certa importanza.
tuosi sono isolati e si concentrano in prossimità delle Il continente africano racchiude al suo interno diverse
coste, dove raggiungono altitudini considerevoli: a nord fasce climatiche e ambientali:
la catena dell’Atlante, tra Marocco e Tunisia, supera i 4000 • nell’Africa centrale il clima è di tipo equatoriale:
metri; a est si elevano cime imponenti di origine vulcanica caldo, umido e con piogge abbondanti durante tut-
come il Ruwenzori (5109 metri), il Kenya (5199 metri) e il to l’anno, che hanno favorito lo sviluppo di una fitta
Kilimangiaro (5895 metri, la cima più alta del continente). foresta pluviale, nella quale ancora oggi alcune aree
Altri massici di origine vulcanica si innalzano nelle regio-
ni sahariana, sudanese e congolese.
le regioni climatiche dell’africa
La Rift Valley, il Sahara, il Nilo Elemento caratte-
ristico del territorio africano è la Rift Valley, un imponen-
te sistema di depressioni della crosta terrestre origina-
to dalla separazione della placca africana e della placca
arabica. Quest’area, a forte rischio sismico, incide il lato
orientale del continente da nord a sud per circa 3500 km ed
è attraversata da grandi laghi e da imponenti vulcani (tra i
quali il già citato Kilimangiaro, da tempo inattivo).
L’ambiente africano è dominato dal deserto: il conti-
nente africano, infatti, comprende, a nord, il più esteso de-
serto caldo del mondo, il Sahara, circa 9 milioni di km2, e
a sud i deserti del Kalahari e del Namib. I maggiori corsi
d’acqua nascono nella regione equatoriale, che può contare
su piogge frequenti e abbondanti. Il Nilo, un fiume impor-
tantissimo per le economie e le colture africane, scorre da
sud a nord per 6671 km e sfocia nel Mediterraneo con un Principali climi
equatoriale
ampio delta (si tratta del fiume più lungo del mondo). Altri tropicale

grandi corsi d’acqua sono il Congo e il Niger, che sfociano desertico


mediterraneo
nell’oceano Atlantico, e lo Zambesi, che sfocia nell’oceano

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31411_352-426_Sette_mari.indd 395 14/01/16 12:18


sono inesplorate, nonostante la deforestazione provo- spiniformi. Un’eccezione è rappresentata dalle cosid-
cata dall’uomo; dette oasi, aree circoscritte in pieno deserto dove la
• a nord e a sud della fascia equatoriale si trovano presenza di falde acquifere in superficie permette
le aree a clima tropicale, in cui si alternano stagioni la crescita di una vegetazione rigogliosa, composta
piovose e secche; l’ambiente è dominato dalla savana, prevalentemente da palme da dattero;
che lascia il posto a una steppa molto arida nelle aree • nelle estremità settentrionali e meridionali del
con minori precipitazioni; continente, che comprendono la fascia costiera dei
• lungo i tropici si estendono le grandi regioni de- Paesi del Nord Africa e del Sudafrica, il clima è tempe-
sertiche, dove le temperature risultano elevatissime, rato, di tipo mediterraneo, con estati calde e secche
396 con forti escursioni giornaliere (la differenza tra la e inverni non troppo freddi e umidi; le vegetazioni più
temperatura diurna e quella notturna può superare i diffuse sono la macchia mediterranea e il bosco di
40 °C) e piogge pressoché assenti (in molte località querce sempreverdi.
tema 5. L’Africa

del Sahara non si verificano precipitazioni per anni). Le grandi montagne che superano i 3000-4000 metri pre-
In queste aree la scarsissima vegetazione è compo- sentano alle alte quote un clima e una flora di tipo alpino,
sta da cespugli e piccoli arbusti con foglie piccole e che determina un forte contrasto con le aree circostanti:

geofocus

IL GRANDE PATRIMONIO FAUNISTICO DELL’AFRICA


L’Africa è il continente che ha conservato più integra la propria • volpe volante di Rodrigues (pipistrello): vive sull’isola di
flora e fauna, grazie allo scarso popolamento umano e alle Rodrigues, nelle Mauritius; 400 esemplari;
antiche culture africane dominate da un atteggiamento di • drillo (scimmia): è presente in Camerun e Nigeria; tra 3000 e
rispetto nei confronti della natura. Nelle foreste pluviali 8000 esemplari;
della fascia equatoriale vivono diverse specie di scimmie (gorilla, • gorilla di montagna: vive in Uganda, Ruanda e Repubblica
scimpanzé, bonobo), uccelli, rettili (tra cui i coccodrilli) e insetti Democratica del Congo; 680 esemplari;
(tra cui la mosca tse-tse, la cui puntura può trasmettere gravi • rinoceronte nero: vive nelle aree orientali e centrali dell’Africa;
infezioni all’uomo); le savane e le steppe delle aree tropicali sono il 4880 esemplari;
regno dei grandi mammiferi: elefanti, rinoceronti, ippopotami, • lemure del lago Alaotra: vive in Madagascar; 5000 esemplari;
leoni, leopardi, ghepardi, bufali, antilopi, gazzelle, zebre, giraffe. • antilope dalle corna a vite: è presente in Ciad e Niger; 300
La caccia senza scrupoli, ieri dei colonizzatori europei e oggi esemplari;
dei bracconieri, ha portato diverse specie animali a rischio • asino selvatico africano: vive nelle regioni aride dell’Africa
di estinzione. Alcune di queste specie vivono oggi in parchi nord-orientale; 600 esemplari;
tutelati e protetti. L’Unione Internazionale per la Conservazione • ibis eremita (uccello): è presente lungo le zone rocciose di
della Natura ha stilato una lista dei dieci animali a rischio Marocco ed Etiopia; 500 esemplari;
estinzione in Africa: • testuggine del vomere (tartaruga): vive nel Madagascar nord-
• foca monaca del Mediterraneo: la colonia maggiore è presente occidentale; 400 esemplari.
intorno alle coste della Mauritania; 450 esemplari;

Volpe volante. Rinoceronte nero.

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il Kilimangiaro, per esempio, si trova in un’area dal clima conosciuto tuttavia un processo inarrestabile di inurba-
tropicale, ma la sua altitudine permette la conservazione mento, termine con cui si indica lo spostamento di grandi
di nevi perenni, seppure in costante ritirata a causa del masse di popolazione dalle campagne alle città. La tendenza
riscaldamento globale del pianeta. attuale vede un continuo ampliamento dei principali centri
urbani, che si stanno trasformando in vere e proprie metro-
poli sempre più estese e popolate. Alcune grandi metropoli
2. Il quadro sociale: popolazione, africane accolgono oggi moderni quartieri finanziari, le
società, cultura cui costruzioni all’avanguardia contrastano tuttavia con il

La distribuzione della popolazione africana La


la DISTRIBUZIONE DELLA POPOLAZIONE IN AFRICA
popolazione dell’Africa supera oggi il miliardo di abi-
O c e a n o Tunisi
M a r Città principali
tanti e, secondo recenti stime dell’Onu, nel 2050 potrebbe At l a n t i co Rabat
M
Algeri e d

tema 5. L’Africa
oltre 5 000 000 di abitanti
raddoppiare, con un incremento particolarmente mar- Casablanca
i t e r r a n e o
Alessandria da 1 000 000 a 5 000 000
Tripoli
cato nell’Africa occidentale. Nonostante il costante in- El-Gîza
Il Cairo
da 250 000 a 1 000 000
meno di 250 000
cremento demografico (i tassi d’incremento annuo sono

Nilo
compresi tra il 2 e il 3%), l’Africa resta comunque un conti-

M
ar
nente poco popolato: la densità media è piuttosto bassa e Nouakchott

Ro
ss
er

o
si attesta intorno ai 34 ab./km2. Dakar
Nig
Lago Ciad
Khartoum
di
Ad
en
Ouagadougou Gol
fo
Le aree più popolose, in cui si concentrano i tre quarti Nig
Kano N’Djamena

della popolazione del continente, si trovano lungo le coste

er
Lago Lagos N
Volta
Addis Abeba
settentrionali, occidentali e meridionali, nei territori a

ilo
Bangui
Abidjan Accra
Douala Yaoundé
ridosso dei grandi corsi d’acqua (in particolare nella bas- Golfo di
Lago
Turkana
Mogadiscio
sa valle del Nilo) e nella regione dei Grandi Laghi. Quelle Arcipelago
Kigali Nairobi

o
Lago

ng
Capo Verde Guinea Brazzaville
Dakar

Co
Vittoria
meno popolate corrispondono invece ai grandi deserti, alle Praia
Kinshasa Lago Dar es Salaam
regioni più impenetrabili della foresta equatoriale e alle O c e a n o
Tanganica Seicelle

go
Luanda
inospitali steppe orientali. Lo Stato africano con la più alta

on
C
Gran Comore
Lago
popolazione è la Nigeria (che conta oltre 170 milioni di abi- A t abitativa
Densità l a n t per
i ckmo2
Lusaka
Malawi
Mayotte

mb i co
Lago
tanti); l’area meno abitata è il piccolo Stato insulare delle
Z
oltre 500 abitanti Kariba

am

oz a
be
Harare

si
da 100 a 500
Seychelles, che conta meno di 90 mila abitanti. Antananarivo

iM
Windhoek

le d
da 50 a 100

na
Ca
da 10 a 50 Johannesburg
Maputo
Il processo d’inurbamento Oltre la metà della popo- da 2 a 10 Or a nge
O c e a n o
lazione africana vive ancora in villaggi situati in aree di meno di 2 abitanti
Durban
Città del Capo I n d i a n o
campagna. Tra il xix e il xx secolo il continente africano ha

per schematizzare
La crescita della popolazione africana

10000

5000
Mondo

2000
1000 Europa
500
Africa
200
100
0
1950 1960 1970 1980 2000 2010 2020 2030 2040 2050
L’area ombreggiata indica i valori minimo e massimo della previsione.

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paesaggio urbano circostante, dominato da periferie pove- composta dai discendenti dei colonizzatori olandesi (boe-
rissime, in cui mancano le infrastrutture più essenziali e ri), che ha imposto sino al 1994 un regime politico razzista,
le persone sono costrette a vivere in baracche sovraffollate conosciuto come apartheid, basato sulla discriminazione
prive di servizi igienici, acqua corrente e circondate da un della popolazione sudafricana di colore.
profondo degrado sociale. I due agglomerati urbani più Nell’Africa settentrionale la lingua più usata è quella
popolosi si trovano in Egitto, nella città del Cairo (oltre 17 araba, mentre a sud del Sahara è presente una straor-
milioni di abitanti), e in Nigeria, nella città di Lagos (oltre dinaria varietà di lingue. Le più diffuse sono l’haussa
13 milioni di abitanti). In totale sono 25 le città africane che e lo swahili, che contano oltre 20 milioni di parlanti e
superano il milione di abitanti. nascono dalla mescolanza di più idiomi. Gli effetti della
398 lunga colonizzazione europea, terminata nella seconda
Povertà ed emigrazione L’Africa è oggi il continen- metà del xx secolo, sono ancora evidenti in Africa sul
te che presenta il più basso livello di sviluppo sociale piano linguistico: le lingue coloniali (inglese, francese
tema 5. L’Africa

ed economico. Le cause principali sono una povertà dif- e portoghese) sono tuttora le lingue ufficiali in diversi
fusa, precarie condizioni igienico-sanitarie e alti livelli di Stati.
analfabetismo. La situazione più critica è quella dell’Africa Le religioni che raccolgono il maggior numero di cre-
subsahariana, la regione più povera del mondo, in cui cir- denti sono l’islam e il cristianesimo. Oggi l’islam conta
ca la metà della popolazione vive in condizioni di povertà circa 450 milioni di fedeli, il cristianesimo circa 400 mi-
assoluta e di cronica sottoalimentazione. In questa regione lioni. Nelle aree rurali e più isolate continuano a essere
muoiono ogni anno milioni di persone, tra cui moltissimi praticati i tradizionali culti dell’animismo, una forma di
bambini, a causa della malnutrizione e di malattie come spiritualità che crede nella presenza di un’anima in tutti
la tubercolosi, il morbillo, la malaria, la polmonite, la polio- i fenomeni naturali. Sono diffusi anche i fenomeni di sin-
mielite. In molti Paesi dell’Africa subsahariana la speran- cretismo religioso, cioè di unione di culti e credenze pro-
za di vita media non supera i 50 anni e la mortalità in- venienti dalle religioni tradizionali con le pratiche proprie
fantile raggiunge livelli drammatici: su 1000 bambini, 100 del cristianesimo o dell’islam.
muoiono nei primi 5 anni di vita, con punte di 180 decessi
in Sierra Leone e Somalia.
Le correnti migratorie odierne spingono oggi milioni
di africani dai Paesi più poveri del continente verso l’Euro- LE RELIGIONI IN AFRICA
pa e l’America del Nord, le regioni più ricche del pianeta. Tunisia
I fattori di espulsione principali che spingono oggi milio- Marocco
ni di migranti ad abbandonare i loro Paesi di origine sono Algeria
Libia Egitto
due: la povertà e la fuga da guerre, dittature e conflitti
fra gruppi religiosi ed etnici che insanguinano molte parti
Mauritania
del continente africano. Mali Niger
Senegal Ciad Eritrea
Sudan
Gambia

Lingue, culture e religioni L’Africa è un continente Guinea-B.


Burkina Faso
Nigeria
Gibuti

Togo
con un’accentuata varietà sul piano etnico, culturale e Sierra Costa Ghana Benin Rep. Etiopia
Leone d’Avorio
linguistico. Le regioni settentrionali sono abitate preva- Liberia CamerunCentrafricana
Somalia
lentemente da popolazioni berbere e di origine araba. ~
Sao Tomé Guinea E. Uganda
e Príncipe Congo
L’Africa subsahariana presenta invece una grande varietà Kenya
Gabon Ruanda
O c e a n o Rep. Dem.
di etnie, testimoniata dalla diffusione di quasi settecen- del Congo Burundi

to lingue diverse. I principali gruppi etnico-linguistici A t l a n t i c o Tanzania


sono i bantu (circa il 70% della popolazione africana), gli
etiopi e i sudanesi. Discendenti da antiche popolazioni Angola Malawi
Zambia
indigene sono i boscimani e i pigmei: entrambi i gruppi
Mozambico
conducono ancora oggi una vita nomade o seminomade, Zimbabwe
Madagascar
basata sulla caccia e sulla raccolta, e subiscono forti pres- Islamismo
Namibia Botswana
sioni da parte degli agricoltori, degli allevatori e delle indu-
Cristianesimo Swaziland O c e a n o
strie minerarie che li costringono a spostarsi dai territori Lesotho
Culti tradizionali Sudafrica
in cui abitano da decine di migliaia di anni. In Sudafrica è I n d i a n o
presente una consistente minoranza di origine europea,

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3. Il quadro economico contribuisce se non in minima parte a soddisfare il fabbisogno
alimentare interno e a sviluppare l’industria locale. Le princi-
Un’economia debole e arretrata Nonostante possa pali colture di piantagione sono il cacao (che fornisce oltre il
contare su ingenti risorse minerarie e agricole, l’economia 50% della produzione mondiale), il sesamo, il caffè, le arachi-
africana è ancora arretrata e poco sviluppata da un punto di, le banane e la palma oleifera (che fornisce circa il 10% della
di vista tecnologico. Tra i 30 paesi del pianeta che presenta- produzione mondiale di olio). Destinato all’esportazione è
no l’Indice di sviluppo umano più basso (vedi p. 372), ben 28 anche il legname ottenuto da una selvaggia opera di defore-
sono Paesi africani. Molta parte dell’economia del continente stazione delle aree interne dell’Africa occidentale e centrale.
è dipendente dalle economie più forti (Stati Uniti, Cina, L’allevamento è di tipo tradizionale ed è diffuso so-
Europa), con cui l’Africa non è in grado di trattare alla pari prattutto nelle steppe e negli altipiani (bovini, ovini, ca- 399
all’interno del mercato globale. Il controllo delle principali ri- prini, camelidi). La pesca ha la funzione prevalente di in-
sorse è nelle mani delle grandi imprese multinazionali, che tegrare la scarsa dieta alimentare della popolazione; solo

tema 5. L’Africa
gestiscono gli impianti di estrazione delle risorse minerarie e in pochi casi è praticata su scala industriale (ad esempio
le immense piantagioni, controllando la commercializzazione nella Repubblica Sudafricana e in Namibia).
dei prodotti e delle materie prime sui mercati internazionali.
Le comunità locali si avvantaggiano solo in minima par- Il settore secondario Il territorio africano è ric-
te delle enormi ricchezze derivanti dalle esportazioni e non co di risorse minerarie, di petrolio e di gas natura-
hanno i capitali e le tecnologie per sviluppare un sistema le. L’Africa produce oltre l’80% dei diamanti del mon-
produttivo autonomo. Le difficoltà di avviare piani di svilup- do, il 70% del cobalto, il 50% dell’oro, il 40% del cromo,
po economico e di lotta alla povertà sono amplificate dalla
mancanza di infrastrutture, da livelli di scolarizzazione ▼ La Nigeria Liquefied Natural Gas Company, compagnia petrolifera
olandese, vicino al villaggio di Finima.
inadeguati e dall’instabilità politica e militare che afflig-
ge da decenni vaste zone del continente, dopo la conclusione
del processo di decolonizzazione. Oggi molti Stati africani ri-
sultano strettamente dipendenti dagli aiuti umanitari delle
istituzioni internazionali e delle organizzazioni no-profit.
Le aree economicamente più sviluppate sono concen-
trate nel sud e nel nord del continente. La Repubblica
Sudafricana presenta l’economia che più si avvicina ai
modelli occidentali, anche se negli ultimi anni ha regi-
strato un rallentamento della crescita. I Paesi affacciati
sul Mediterraneo hanno conosciuto negli ultimi anni
una forte instabilità politica e militare, che ha determi-
nato riflessi negativi sul piano economico.

Il settore primario L’economia degli Stati africani ▼ Agricoltura di sussistenza in un villaggio africano
si basa prevalentemente sull’agricoltura. L’agricoltura di
sussistenza impiega tecniche tradizionali arretrate e
omalia
garantisce rendimenti scarsi; i prodotti sono destinati al
consumo delle famiglie contadine e ai mercati locali. La bas-
sa fertilità dei terreni, la mancanza di strumenti adeguati, le
difficili condizioni climatiche (in particolare la siccità) sono
spesso causa di drammatiche carestie, nelle quali l’agri-
coltura di sussistenza non riesce a garantire nemmeno la
sopravvivenza della popolazione. Le principali colture sono i
cereali (mais, grano, riso, miglio, sorgo), la manioca, i legu-
ascar
mi, la patata, la patata dolce, la frutta e l’igname.
A fianco dell’agricoltura di sussistenza, in Africa è diffu-
n o
sa l’agricoltura di piantagione, che sfrutta i territori più
n o fertili ed è nelle mani delle grandi imprese multinaziona-
li. Destinata in massima parte all’esportazione, essa non

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il 30% del platino e del manganese, a cui si aggiungono che si affacciano sul Mediterraneo offrono importanti at-
le produzioni di antimonio, fosfati, rame, bauxite, ferro, trattive naturali (deserto, mare e montagne dotate d’im-
piombo, uranio, zinco, stagno. L’enorme disponibilità di pianti sciistici) e artistico-culturali (città ricche di testi-
risorse minerarie ed energetiche incide tuttavia assai monianze delle antiche culture egizie e arabe). Nell’Africa
poco sullo sviluppo industriale del continente, frenato subsahariana le principali attrattive sono rappresentate
anche dalla mancanza di investimenti e da tecnolo- dagli ambienti naturali della savana, della foresta pluviale
gie inadeguate. Le aziende multinazionali che gesti- e delle grandi montagne, ricchi di una flora e di una fau-
scono la gran parte di queste risorse, infatti, esportano na uniche al mondo. Fanno parte dell’Africa anche le isole
all’estero sia le materie prime, sia i profitti, mentre i che rientrano tra le mete più ambite dal turismo balnea-
400 governi e le milizie locali danno spesso vita a sangui- re internazionale, come le Mauritius, le Seychelles e Capo
nosi conflitti per il controllo delle risorse naturali, Verde. La maggior parte dei pacchetti turistici sono tutta-
sfruttando i guadagni ottenuti per acquistare grandi ar- via gestiti da multinazionali del settore, che hanno sede al
tema 5. L’Africa

senali di armi. Se si esclude l’industria di estrazione, un di fuori dell’Africa.


sistema industriale sviluppato è presente soltanto nella
Repubblicana sudafricana.
4. Il quadro geopolitico
Il settore terziario La Repubblica Sudafricana è
l’unico Paese del continente con un settore dei servizi Un continente senza pace L’Africa è composta
paragonabile a quello dei Paesi occidentali, con uno da 54 Stati, la maggior parte dei quali ha ottenuto l’indi-
sviluppo rilevante della finanza, del commercio e del tu- pendenza dai colonizzatori europei poco più di mezzo
rismo. Nel resto del continente africano il settore terzia- secolo fa, negli anni Sessanta del Novecento. I lunghi anni
rio ricopre ancora un ruolo marginale ed è limitato alle della dominazione coloniale hanno lasciato una pesante
attività tradizionali: pubblica amministrazione, spesso eredità per i giovani Paesi africani: una forte instabilità
inefficiente, esercito, commercio al minuto. politica, violenti conflitti etnici, regimi dittatoriali,
L’unico settore che registra una crescita per volume di una pesante dipendenza economica dalle multinazio-
affari e di addetti è il turismo, nonostante le difficoltà cre- nali occidentali, a cui si stanno affiancando negli ulti-
scenti dovute ai molti fattori d’instabilità sociale e politica mi anni anche colossi industriali e commerciali asiatici
presenti nel continente. I Paesi dell’Africa settentrionale come la Cina.

▼ Citta del Capo, in Sudafrica, una delle mete turistiche più frequentate
del continente.
geofocus

IL COMMERCIO DELLE ARMI


IN AFRICA
Il commercio delle armi, legale e illegale, in Africa è in
costante aumento. La presenza di numerosi conflitti locali
e di governi autoritari che si reggono sul potere dell’esercito
alimenta un commercio del valore di circa 18 miliardi di
dollari ogni anno. Tra il 2009 e il 2013 i tre maggiori Paesi
importatori di armamenti leggeri e pesanti sono stati
l’Algeria,il Marocco e il Sudan.Oltre il 40% delle importazioni
africane prende la via dell’Africa subsahariana, che è
l’area più colpita da conflitti etnici e religiosi. L’Italia
rientra tra i maggiori esportatori di armi in Africa, dopo
Ucraina, Russia, Cina e Francia. Nel dicembre 2014 un primo
importante passo per regolamentare e limitare i traffici di
armi è stato l’approvazione di un trattato, l’Arms Trade Treaty,
che deve tuttavia essere ancora ratificato dalla comunità
internazionale.

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Per cercare di promuovere la cooperazione e stabilizza- soffre di un alto tasso di povertà. Alla difficile situa-
re gli equilibri geopolitici del continente, è stata creata nel zione economica si aggiunge una cronica instabilità
2000 l’Unione Africana, che comprende la maggior par- politica.
te degli Stati del continente e ha sede ad Addis Abeba, in All’interno dell’Africa subsahariana è possibile indivi-
Etiopia. L’Unione Africana ha il compito di promuovere duare 5 subregioni:
il rispetto per i princìpi democratici, i diritti umani e • l’Africa del Sahel; principali Stati: Mauritania, Mali,
il buon governo; inoltre ha la facoltà di attuare interventi Niger, Ciad, Sudan.
umanitari negli Stati membri in caso di genocidio, crimi- • l’Africa occidentale; principali Stati: Senegal,
ni di guerra e contro l’umanità. Oggi i poteri dell’Unione Guinea, Sierra Leone, Ghana, Costa d’Avorio, Nigeria,
Africana sono ancora molto deboli, sia sul piano dell’a- Capo Verde. 401
zione politica, sia nel campo della lotta alla povertà e al • l’Africa orientale; principali Stati: Eritrea, Etiopia,
sottosviluppo. Quest’organizzazione, tuttavia, rappresenta Somalia.

tema 5. L’Africa
un punto di partenza importante per una stabilizzazione • l’Africa equatoriale; principali Stati: Camerun,
politica del continente promossa dagli stessi Stati africani Repubblica Centrafricana, Repubblica Democratica
e non imposta dall’esterno. del Congo, Congo, Kenya, Uganda, Burundi, Ruanda,
Tanzania.
Le macroregioni dell’Africa L’Africa può essere • l’Africa meridionale; principali Stati: Zambia,
suddivisa in due grandi macroregioni: l’Africa setten- Angola, Zimbabwe, Mozambico, Madagascar,
trionale a nord del Sahara, l’Africa subsahariana a sud del 45° 30° 15° Botswana, Namibia, Repubblica Sudafricana.
0° 15° 30° 45° 60° 75° 90°

grande deserto.
Oceano
L’Africa settentrionale è compo- E U R O P A

sta dal territorio che dal Sahara si spin- l’africa


Atlantico
45°
politica 45°

ge a nord fino al mar Mediterraneo Isole


Azzorre
Ceuta ALGERI M a r
e a ovest fino all’oceano Atlantico e
(Portogallo)
(Spagna) M
RABAT Melilla TUNISI e
Costantina (Spagna) A S I Ad
i t e r r
Casablanca TUNISIA
comprende cinque Stati: Marocco,
a n e o
Fès
MAROCCO Arcipelago
di Madeira
Alessandria
Béchar
(Portogallo) TRIPOLI Bengasi
Algeria, Tunisia, Libia, Egitto. Sul pia- Marrakech
30°
Isole Canarie
(Spagna)
ALGERIA
Giza IL CAIRO 30°

L I B I A
no economico e sociale si tratta di Sahara
Al-Ayoune Sebha E G I TTO

Nilo
Occidentale

M
una regione più sviluppata rispetto Tropico del Cancro

a
Lago
Nasser

r
Tamanrasset

al resto del continente, anche perché

R
Nouadhibou

o
MAURITANIA MALI

s
può contare su risorse energetiche
NIGER

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NOUAKCHOTT Timbouctou

o
Agadez er KHARTOUM ERITREA
SENEGAL C I AD
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come il petrolio e il gas naturale, in

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DAKAR 15° ASMARA 15°

lo A
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GAMBIA Al-Fashir S U D A N Lago Ciad en
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N ilo Bia n co
FASO o lf
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BANJUL BISSAU N’DJAMENA
buona parte esportate ma in grado di Kano
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GUINEA GUINEA-
OUAGADOUGOU GIBUTI
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Diredaua
alimentare anche l’industria locale. COSTA
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CONAKRY SIERRA ABUJA


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LEONE D’AVORIO PORTO


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ETIOPIA
A

FREETOWN NOVO SUD


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REPUBBLICA
In espansione è il turismo, grazie a
d.

YAMOUSSOUKRO Lagos SUDAN


mon

MONROVIA CAMERUN CENTRAFRICANA


LIBERIA LOMÉ JUBA SOMALIA
tag ne

BANGUI
Abidjan ACCRA Douala Uba

mete balneari, culturali e paesaggi-


YAOUNDÉ n gi Lago
MALABO
UGANDA Turkana
Golfo di SÃO TOMÉ
Kisangani E PRÍNCIPE MOGADISCIO
KAMPALA KENYA
stiche uniche al mondo. Questo set- 0°
Guinea Equatore
Mbandaka
CONGO REPUBBLICA
SÃO TOMÉ LIBREVILLE 0°
GUINEA EQUAT.
RWANDA Chisimaio Lago
GABON
tore ha tuttavia risentito negli ultimi NAIROBI
o

Vittoria
ng

DEMOCRATICAKIGALI
Co

BRAZZAVILLE BURUNDI

anni della forte instabilità politica, CAPO DEL CONGO BUJUMBURA Mombasa
SENEGAL VICTORIA
VERDE Cabinda Kananga TANZANIA KINSHASA
Lago
15° (Angola) SEICELLE
PRAIA Tanganica
sociale e militare, che caratterizza la DAKAR
Mbuji-Mayi
DODOMA Dar Es Salaam
go

LUANDA
on

regione. ANGOLA Lubumbashi


MORONI
Lago
Niassa
COMORE

Benguela
L’Africa subsahariana è com- Huambo Ndola
ZAMBIA
MALAWI
LILONGWE
Mayotte
(Francia)
15° Z 15°

posta dal vastissimo territorio che LUSAKA


Namibe m
a

Napula Lago
be

Sant’Elena
si

(R. Unito) Kariba


MOZAMBICO ANTANANARIVO
dal Sahara si estende fino alla pun- HARARE
ZIMBABWE Beira PORT LOUIS
MAURIZIO

O c e a n o MADAGASCAR
ta meridionale del continente, il Walvis Bay
WINDHOEK BOTSWANA
Tropico del Capricorno
Riunione
(Francia)

NAMIBIA GABORONE
capo di Buona Speranza. In questa Johannesburg
PRETORIA
MAPUTO
SWAZILAND
grande regione rientra un elevato A t l a n t i c o
30°
BLOEMFONTEIN
MBABANE
O c e a n o
Ora n ge
LESOTHO
30°

numero di Stati. Con l’eccezione SCALA 1 : 36 300 000


MASERU Durban
REPUBBLICA SUDAFRICANA

della Nigeria e della Repubblica


1 cm = 363 km
0 500 1000CITTÀ DEL CAPO
1500
Port Elizabeth
2000 I n d i a n o
kilometri
Sudafricana, che stanno cono-
scendo un apprezzabile sviluppo
economico, l’Africa subsahariana 30° 15° 0° 15° 30° 45° 60° 75°

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stati esemplari
N I G E R Lago Ciad

C
Nigeria

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Bornu

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Maiduguri

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carta d’identità Kainji
Kadu
na
Altopiano
402 di Jos Shere
1690
Capitale Abuja ABUJA
Yola
Forma di governo Repubblica federale Ilorin N I G E R I A
tema 5. L’Africa

2042
Lingua inglese (ufficiale), Benue Monti Shebshi
Ogbomosho
dialetti sudanesi

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Monti

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Religione musulmana, Ibadan

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Niger

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cristiana, animista

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Moneta naira Lagos Enugu C A M E R U N

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Superficie 923 769 km 2 on
Golfo di Benin
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SCALA 1 : 12 500 000
Popolazione 173 615 345 ab. Aba 1 cm = 125 km
0 150 300
Port Harcourt
Densità 187 ab./km2 el

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Pil pro capite 3298 $ Usa Golfo di Biafra

Isu 0,504 (152° posto) Golfo di Guinea

Il quadro politico tradizioni e lingue differenti; la lin- ricchezza alle popolazioni locali, tra
gua ufficiale è l’inglese, la lingua le quali sono attivi gruppi di guerri-
La Nigeria ha ottenuto l’indipenden- degli ex-colonizzatori britannici. glieri antigovernativi.
za nel 1960 ed è una repubblica pre- Nelle regioni settentrionali prevale Nel xxi secolo l’economia del-
sidenziale di tipo federale, composta la religione musulmana, in quel- la Nigeria ha conosciuto una cre-
da 36 Stati, a cui corrisponde un nu- le meridionali quella cristiana. La scita rilevante, che ha portato il
mero elevatissimo di etnie presenti società nigeriana è attraversata da Paese a superare per livello di Pil la
nel Paese (oltre 200, secondo stime forti disuguaglianze: le ricchezze Repubblica Sudafricana. La maggiore
recenti). Fino al 1999 il potere politico provenienti dalle risorse natura- fonte di ricchezza è il petrolio, che
è stato esercitato da un regime mili- li sono controllate da una piccola pesa per il 95% sulle esportazioni ed è
tare dittatoriale. Lo Stato nigeriano parte della popolazione, mentre ol- controllato da multinazionali stra-
è ancora oggi colpito da una rilevan- tre il 60% dei nigeriani vive sotto la niere. Il settore secondario è quasi in-
te instabilità politica e da una forte soglia di povertà, con un’aspetta- teramente legato all’estrazione e alla
corruzione. tiva di vita molto bassa (circa 52 lavorazione del petrolio.
anni) e un alto tasso di mortali- Oltre metà della popolazione lavora
Il quadro sociale tà infantile. La situazione sociale nell’agricoltura, ma le difficili con-
è aggravata dalle violenze di Boko dizioni ambientali e le tecnologie
ed economico Haram, un movimento terroristi- arretrate determinano una bassa
Gli abitanti della Nigeria, lo Stato co di matrice islamica responsabi- produttività, tanto che il Paese deve
più popoloso dell’Africa, sono più di le di migliaia di morti, soprattutto importare quantità rilevanti di beni
173 milioni e risultano in costante nelle aree più povere del nord della alimentari. Una coltura molto diffusa
crescita. Circa metà della popola- Nigeria. Un’altra area molto insta- è quella del cacao. Il settore terzia-
zione è concentrata nei centri ur- bile è quella del delta del fiume rio è poco sviluppato, con l’eccezio-
bani, tra i quali emerge la metropoli Niger, dove i giacimenti di petrolio ne della città di Lagos, dove è presente
di Lagos (13 milioni di abitanti). Le e di gas naturale causano un grave un dinamico quartiere finanziario e
tante etnie presenti nel Paese hanno inquinamento e portano ben poca commerciale.

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stati esemplari
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Kenya
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carta d’identità

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Capitale Nairobi 4321
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Forma di governo Repubblica Kampala Eldoret D er

tema 5. L’Africa
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Kakamega
Lingua swahili (ufficiale), Kisumu Nakuru Kenya Ta na
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inglese 5199 Chisimayo
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Lago Garissa
Religione religioni tradizionali, Homa-Bay
protestante, Vittoria Thika

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cattolica NAIROBI Galole

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Moneta scellino del Kenya

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Lamu Is. Pate
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Superficie 610 000 km2

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Malindi Baia Ungama

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Popolazione 44 353 691 ab. Tsavo Gala na
Ras Ngomeni

Densità 72 ab./km2 SCALA 1 : 17 700 000 Taveta


1 cm = 177 km O c e a n o
Pil pro capite 1416 $ Usa 0 200 400 600 Mombasa

Isu 0,535 (147° posto)


kilometri I n d i a n o

Il quadro politico e Mombasa, sulla costa dell’oceano insufficienti investimenti nelle infra-
Pacifico. strutture e dalla crescente criminali-
Il Kenya ha ottenuto l’indipendenza All’interno del Paese sono presenti tà interna.
dall’impero coloniale britannico circa 40 etnie, tra le quali i rapporti I sistemi viario e ferroviario sono
nel 1963 ed è oggi una repubblica sono spesso molto tesi. La lingua uffi- ancora molto carenti. Nonostante
presidenziale. ciale è lo swahili. ciò l’economia keniota è tra le più
I regimi che si sono succeduti al po- I kenioti sono in maggioranza cri- avanzate dell’Africa equatoriale e
tere hanno finora garantito al Paese stiani (circa l’80% della popolazione); orientale. Il settore economico più
una relativa stabilità politica. è presente anche una consistente mi- sviluppato è il terziario, all’interno
Il Kenya è comunque gravato da forti noranza musulmana (circa il 10%). del quale un ruolo rilevante spetta
tensioni interne tra le diverse etnie e Con un’età media di 18-19 anni il al turismo, grazie alle notevoli bel-
da un elevato livello di corruzione. Kenya è un Paese molto “giovane”, lezze naturalistiche del Paese (par-
A livello regionale lo Stato keniota è con un’aspettativa di vita elevata nel chi naturali e spiagge sulle quali
impegnato in missioni di pacifica- contesto dell’Africa subsahariana (61 sono state costruite lussuose strut-
zione in alcuni Paesi vicini colpiti anni). ture ricettive). Il comparto turistico
da lunghi conflitti interni, come il La povertà è comunque molto diffu- è stato però gravemente danneggia-
Sudan e la Somalia. sa, così come la mortalità infantile to dall’instabilità politica di mol-
e il virus dell’Hiv, che colpisce circa te aree del Paese e dalla dilagante
Il quadro sociale il 6% della popolazione. Grazie ad ap- criminalità.
positi programmi governativi, negli Nell’industria i settori più sviluppa-
ed economico ultimi anni la scolarizzazione è au- ti sono quelli metalmeccanico, pe-
La popolazione del Kenya è distribui- mentata in modo significativo. trolchimico e chimico.
ta in modo irregolare e risiede preva- La crescita economica del Kenya è L’agricoltura si concentra sui prodotti
lentemente nelle aree rurali; le prin- ostacolata dall’inefficienza del- destinati all’esportazione, come il tè,
cipali città sono la capitale Nairobi le strutture amministrative, da il caffè, i cereali, il cotone e il tabacco.

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stati esemplari

Repubblica Sudafricana
carta d’identità ZIM BAB WE

MOZAMBICO
SCALA 1 : 17 000 000 Limpop
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404 Capitale Pretoria, 0
1 cm = 170 km
100 200 300 400 B O T S WA N A

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Bloemfontein, Città po
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kilometri Pietersburg
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tema 5. L’Africa

Forma di governo Repubblica


PRETORIA
Lingua afrikaans, inglese, NAMIBIA o
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lingue locali ol
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Gakarosa Vaal
Religione cristiana K a l a h a r i 1855
Altopiano Newcastle
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Orange 3299

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Superficie 1 220 813 km2 H o ë BLOEMFONTEIN

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LESOTHO 3482

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Popolazione 54 002 000 ab. REPUBBLICA

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Durban

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SUDAFRICANA

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Densità 44 ab./km 2
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Kompasberg 2504 M O c e a n o
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Pil pro capite 6483 $ Usa Sant’Elena Gr
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(Cape Town/Kaapstad) L a n g e c c o l o East London I n d i a n o
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Capo di Port Elizabeth


Buona Speranza Capo
Capo Agulas Saint Francis

Il quadro politico di riconciliazione nazionale in La Costituzione sudafricana ricono-


Sudafrica, che non si è ancora del tut- sce ben 11 lingue ufficiali, tra le qua-
Il Sudafrica è oggi una repubbli- to concluso. li la più parlata è lo zulu. La religione
ca democratica presidenziale; fino più praticata è quella cristiano-prote-
all’inizio degli anni Novanta, tutta- Il quadro sociale stante. Sono ancora diffusi tuttavia i
via, il Paese vedeva la presenza di un culti animisti tradizionali.
violento regime di segregazione
ed economico L’economia del Sudafrica è la più svi-
(apartheid), imposto dalla minoranza La maggior parte della popolazione luppata del continente. La maggior
bianca al potere nei confronti della sudafricana vive nelle aree orienta- parte della popolazione è impiegata nel
maggioranza nera. In questo regime i li del Paese, dove si trovano Pretoria, settore terziario (71%), in particolare
neri erano costretti a vivere in quar- la capitale amministrativa, e altri nei settori della finanza, del commercio
tieri poveri e degradati e non poteva- grandi città come Johannesburg e e del turismo. Il sistema dei trasporti
no accedere a scuole, locali, trasporti Durban. ha raggiunto livelli di efficienza scono-
pubblici, professioni e cariche politi- Dopo l’abolizione del regime di apar- sciuti negli altri Paesi africani.
che riservati ai bianchi. Erano anche theid, le condizioni di vita della po- Il settore secondario è dominato dal
vietati i matrimoni misti. Il più gran- polazione nera, che rappresenta l’80% comparto minerario: il Sudafrica
de oppositore dell’apartheid è stato dei sudafricani, sono sicuramente copre il 75% della produzione mon-
il leader politico Nelson Mandela migliorate. Restano tuttavia forti diale di platino e più del 30% della
(1918-2013), rinchiuso in carcere dal squilibri socioeconomici. Una vera produzione di cromo, zinco e vanadio.
1964 al 1990. Primo presidente del e propria piaga sociale nel Paese è rap- Vengono anche estratti diamanti, oro,
nuovo Sudafrica democratico, dopo presentata dalla diffusione dell’Hiv, ferro, carbone e piombo. L’agricoltura
la fine dell’apartheid, e premio Nobel che colpisce il 18% della popolazio- esporta frutta, vino, mais, grano e can-
per la pace nel 1993, Mandela si è ne ed è la causa di circa un terzo dei na da zucchero, mentre l’allevamento
impegnato in un difficile processo decessi. più diffuso è quello ovino.

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Geografia
TEMA 6. Le Americhe
Le montagne più alte dell’America
settentrionale
l’america fisica catena di
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ASIA 160°
60°
monti altezza
appartenenza

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tema 6. Le Americhe
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Le montagne più alte dell’America
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40° Malvine
(R. U.)
Terra del Fuoco

SCALA 1 : 78 000 000 Capo Horn


1 cm = 780 km Georgia del Sud
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chilometri C anal e Scot
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Penisola Isole Orcadi Australi
140° 120° 100° 80° 40° 20°
Antartica

I fiumi più lunghi dell’America settentrionale I fiumi più lunghi dell’America centro-meridionale
fiumi area attraversata lunghezza fiumi area attraversata lunghezza
Mississippi-Missouri Stati Uniti 5620 km Rio delle Amazzoni – Ucayali Perù, Brasile 6280 km
Mackenzie Canada 4241 km Paraná – Rio de la Plata Brasile, Paraguay, Argentina 4700 km
Mississippi Stati Uniti 3778 km Madeira – Mamoré Bolivia, Brasile 3200 km
San Lorenzo Canada, Stati Uniti 3058 km Purús Perú, Brasile 3200 km
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1. Territorio, ambiente e clima L’area centrale pianeggiante rappresenta il cuore
dell’America settentrionale ed è composta:
Le caratteristiche del territorio americano Il • a nord dallo Scudo canadese, una regione di basso-
continente americano si estende da nord a sud per ol- piani e pianure ondulate che si sviluppa intorno alla
tre 15 000 km, in uno spazio compreso tra l’83° parallelo baia di Hudson;
nord (capo Morris Jesup in Groenlandia, oltre il Circolo • a sud dalle Grandi Pianure, dominate dal terzo fiu-
Polare Artico), e il 56° parallelo sud (capo Horn, in Cile). me più lungo del mondo, il Mississippi-Missouri (5620
L’oceano Atlantico a est e l’oceano Pacifico a ovest iso- km), che sbocca nel golfo del Messico.
lano le Americhe dalle altre masse continentali. A nord La Groenlandia, l’isola più estesa della Terra (oltre 2 mi-
406 lo stretto di Bering, largo circa 90 km, divide l’America lioni di km2), fa parte dell’America settentrionale (anche se
dall’Asia; a sud lo stretto di Drake, largo 200 km, divide politicamente è legata alla Danimarca).
l’America dall’Antartide. La superficie complessiva del
tema 6. Le Americhe

continente supera i 42 milioni di km2, seconda per esten- America centrale L’America centrale è composta da
sione soltanto all’Asia. Dal punto di vista fisico il conti- una regione continentale che si restringe man mano che
nente americano può essere suddiviso in due grandi ci si sposta verso sud. Il territorio comprende altipiani e
subcontinenti, l’America settentrionale e l’America sistemi montuosi che, a partire dalla Sierra Madre messi-
meridionale, collegati dalla stretta fascia di territorio cana, si saldano a sud in un’unica catena, ricca di laghi e
costituita dall’America centrale, che comprende anche con fiumi brevi. Le isole caraibiche sono divise in Grandi
gli arcipelaghi caraibici. Antille (Cuba, Haiti, Puerto Rico e Giamaica) e Piccole
Antille (che comprendono centinaia di isole di piccole di-
America settentrionale L’America settentrionale è mensioni). Il territorio delle isole caraibiche è caratteriz-
bagnata a nord dal mar Glaciale Artico, a ovest dall’oceano zato da rilievi vulcanici, molti dei quali ancora attivi.
Pacifico e a est dall’oceano Atlantico. È costituita da due
sistemi montuosi principali che racchiudono un’ampia America meridionale L’America meridionale pre-
area centrale pianeggiante. A ovest s’innalzano le cate- senta una forma triangolare. Il centro di questo subcon-
ne montuose più imponenti, che comprendono i rilie- tinente è dominato da vastissime pianure, che da nord
vi dell’Alaska, la lunga Catena Costiera (in Canada e negli a sud prendono via via il nome di Llanos, Selvas, Gran
Stati Uniti), le Montagne Rocciose e la Sierra Madre mes- Chaco e Pampas. L’intera fascia occidentale dell’America
sicana. La cima più alta è il monte Denali, in passato chia- meridionale è attraversata dalla Cordigliera delle Ande
mato McKinley (6194 metri), in Alaska. A est s’innalzano i (7500 km, la catena montuosa più lunga del mondo), che
monti Appalachi, una catena montuosa molto antica, che prosegue a sud nella Cordigliera Patagonica e vanta nume-
supera di poco i 2000 metri. rose cime superiori ai 6000 metri (l’Açoncagua raggiunge i
6960 metri). Nei rilievi e negli estesi altipiani nascono nu-
▼ Il corso del Mississippi-Missouri, il terzo fiume del mondo per merosi fiumi, tra i quali l’immenso bacino del Rio delle
lunghezza, dopo il Nilo e il Rio delle Amazzoni.
Amazzoni, che conta circa 500 affluenti e si getta nell’oce-
ano Atlantico formando un estuario largo 200 km. Una por-
zione consistente di territorio, tra Brasile, Colombia, Perù,
Bolivia ed Ecuador, è ricoperta dalla foresta amazzonica,
la foresta pluviale più grande del mondo (oltre 6 milioni di
km2). Il lago Titicaca, tra Perù e Bolivia, è il lago navigabile
più alto del mondo (oltre 3800 metri di altitudine).

Il quadro climatico e ambientale


America settentrionale L’America settentriona-
le presenta una grande varietà di climi e di ambienti.
All’estremo nord, oltre il 60° parallelo, il clima si pre-
senta artico o subartico, con inverni lunghissimi e una
vegetazione dominata dalla tundra, ricoperta per gran
parte dell’anno da neve e ghiaccio. Scendendo verso sud,
una vasta porzione dello Scudo canadese presenta un
clima continentale freddo, con inverni rigidi ed estati

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relativamente calde. Le tipologie di vegetazione prevalenti occidentale si passa dal clima marittimo (inverni miti,
sono la taiga (abete, larice, pino) e le foreste di latifoglie estati fresche, precipitazioni abbondanti tutto l’anno) a
(querce, faggi, aceri, noci, olmi). Nella fascia centrale il cli- una fascia meridionale con clima e vegetazione medi-
ma della Grandi Pianure e della zona costiera orientale è di terranei. Nell’area che arriva ad affacciarsi sul golfo del
tipo continentale temperato, con precipitazioni concen- Messico, il clima è subtropicale umido, con tempera-
trate nella tarda primavera e in estate. ture elevate, precipitazioni abbondanti e forti escursioni
A causa delle catene montuose che bloccano le umide termiche annue.
correnti oceaniche, sono presenti anche aree con clima
continentale arido, in corrispondenza delle Montagne America centrale Nell’America centrale prevale il
Rocciose e degli altipiani occidentali statunitensi e mes- clima tropicale e subtropicale, in genere caldo-umido. 407
sicani: qui le precipitazioni sono scarsissime e l’am- Le piogge sono abbondanti sui versanti orientali, esposti
biente è dominato da steppe e deserti. Lungo la costa ai venti alisei. Nel periodo compreso tra giugno e novem-

tema 6. Le Americhe
bre, le isole caraibiche e le coste orientali
sono soggette al fenomeno degli uraga-
LE REGIONI CLIMATICHE DELL’AMERICA ni, violenti cicloni tropicali che si for-
mano nell’oceano Atlantico e nel mar dei
Caraibi, con venti che raggiungono ve-

r ti co
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locità superiori ai 200 km/h. L’ambiente
lar
Po
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lo
dell’America centrale presenta una
Cir

grande varietà di specie vegetali: si


passa da una vegetazione savanica negli
altipiani settentrionali (in cui prevalgo-
no le agavi), alla foresta tropicale nelle
aree più piovose. Lungo le coste e negli
ambienti insulari domina la palma.

America meridionale La maggior


parte dell’America meridionale si estende
nella fascia compresa tra i due tropici, in
cui il clima è caldo-umido e le precipi-
Tropico del Cancro tazioni sono abbondanti. La vegetazio-
ne prevalente in queste aree è la foresta
pluviale; la foresta amazzonica presenta
al suo interno oltre 8000 specie di vege-
tali (liane, rampicanti, mangrovie, albe-
ri pregiati come il caucciù e il mogano).
Climi
Equatoriale
Equatore Proseguendo verso sud si passa dalle aree
con un clima tropicale ed equatoria-
Tropicale umido
le caldo-umido a regioni con un clima
Tropicale secco subtropicale, caratterizzato da inver-
Desertico ni freddi ed estati calde: in queste zone
Montano le piogge estive favoriscono la crescita
Tropico del Capric
orn o nella savana di erbe alte, che poi inaridi-
Oceanico
scono nella stagione secca. Le precipita-
Mediterraneo zioni diventano sempre più scarse nella
Continentale freddo fascia tropicale arida: nelle steppe della
Continentale temperato Patagonia il clima è semi-desertico e fred-
do; nella Terra del Fuoco, nell’estremo sud
Continentale arido
le temperature rigide impongono un pae-
Subpolare saggio costituito prevalentemente da una
steppa erbacea.

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2. Il quadro sociale: popolazione, La distribuzione della popolazione americana
società, cultura America Anglosassone L’America Anglosassone con-
ta circa 350 milioni di abitanti, distribuiti in modo non
Le due Americhe Da un punto di vista sociale, cul- uniforme, a causa della grande varietà dei climi e degli
turale e linguistico ci sono due Americhe: l’America ambienti naturali. La densità media della popolazione
Anglosassone, che comprende gli Stati Uniti e il Canada, e è relativamente bassa negli Stati Uniti (34,6 ab./km2),
l’America Latina, che include il Messico e i Paesi della parte bassissima in Canada (3,9 ab./km2). La maggior parte del-
centro-meridionale del continente. la popolazione è concentrata nei grandi centri urbani
L’America Anglosassone presenta i caratteri delle posti lungo la costa atlantica e pacifica e nella regione dei
408 economie industriali più avanzate e gode i vantaggi Grandi Laghi. La fascia urbana che si estende da Boston a
della società occidentale del benessere. È una società carat- Washington è considerata un’unica immensa megalopoli,
terizzata da un grande pluralismo di espressioni culturali, lunga 750 km, larga tra i 100 e i 250 km e con una popolazio-
tema 6. Le Americhe

risultato del passato coloniale inglese e francese e di una ne di circa 50 milioni di abitanti. Stati Uniti e Canada pre-
serie di flussi migratori che si sono succeduti dal xvii se- sentano una qualità della vita mediamente elevata: la
colo fino a oggi. speranza di vita alla nascita è pari a 78,7 anni (Stati Uniti) e
L’America Latina, al contrario, solo negli ultimi anni 81,2 anni (Canada), il Pil pro capite è di 55 000 dollari negli
sta uscendo da una storica condizione di sottosviluppo e Stati Uniti e di circa 44 000 in Canada; il tasso di mortalità
di arretratezza economica e politica. Nei lunghi secoli del infantile presenta valori molto contenuti, inferiore a 6 de-
dominio coloniale spagnolo e portoghese, questa par- cessi ogni 1000 nati.
te del continente americano è stata sfruttata per la gran-
de disponibilità di materie prime, senza che fosse favorito America Latina L’America Latina conta circa 550 mi-
un reale sviluppo economico e sociale. Oggi è un’area del lioni di abitanti, concentrati nei grandi centri urbani:
mondo dinamica e protagonista del mercato globale, Città del Messico (Messico), Rio de Janeiro e San Paolo
anche se permangono una diffusa instabilità sociale ed (Brasile), Buenos Aires (Argentina), Santiago (Cile), Lima
economica e tassi di povertà ancora elevati. (Perù) e Bogotá (Colombia). Molte di queste città si trovano

LA DISTRIBUZIONE DELLA POPOLAZIONE LA DISTRIBUZIONE DELLA POPOLAZIONE


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IN AMERICA
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da 1 000 000 a 5 000 000 Terra del Fuoco
meno di 2 abitanti meno di 2 abitanti
da 250 000 a 1 000 000

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lungo la costa oceanica e sono state fondate dai coloniz- europea – sono state vittime di un’azione di deliberato
zatori europei. I centri urbani sono circondati da enormi sterminio che ha ridotto enormemente il loro numero.
baraccopoli (favelas), nelle quali milioni di persone vivono Oggi negli Stati Uniti e in Canada i nativi americani sono
in condizioni di estrema povertà. La densità media della un’esigua minoranza (meno dello 0,5% della popolazione
popolazione è bassa, soprattutto nell’America meridionale complessiva), di cui un terzo vive nelle riserve, in condizio-
(22 ab./km2) dove aree molto vaste sono ancora quasi com- ne spesso di povertà e di emarginazione sociale.
pletamente disabitate. La speranza di vita alla nascita su- L’America settentrionale è oggi una società multiet-
pera mediamente i 70 anni nella maggior parte dei Paesi, nica e multiculturale, un amalgama di comunità, etnie,
con punte intorno agli 80 anni in Cile e in Uruguay. Il tasso culture, religioni che con il passare delle generazioni non
di mortalità infantile varia da Paese a Paese e mediamente hanno dimenticato le proprie origini e la propria identità, 409
presenta dei valori tra i 10 e i 15 decessi ogni 1000 nati. La ma hanno cercato di fonderle con quelle del Paese di ac-
situazione peggiore si registra nell’isola di Haiti (colpita coglienza. Nonostante ciò si registrano ancora oggi diffu-

tema 6. Le Americhe
da un devastante terremoto nel 2010), con oltre 56 deces- se tensioni sociali, soprattutto negli Stati Uniti, dove gli
si ogni 1000 nati. Il Pil pro capite medio supera a fatica i afroamericani denunciano una perdurante discrimina-
10 000 dollari: la maggiore ricchezza si concentra nelle zione sul piano sociale ed economico.
isole caraibiche, dove si superano anche i 20 000 dollari, La lingua più parlata nell’America Anglosassone è
mentre i Paesi più poveri (Bolivia, Honduras, Nicaragua, l’inglese; in Canada, nella regione del Québec, la lingua
Guatemala) non arrivano a 5000 dollari. ufficiale è il francese. La religione più diffusa è quella
cristiana: negli Stati Uniti le numerose confessioni cri-
Lingue, culture e religioni: l’America Anglosas- stiane protestanti (battisti, metodisti, luterani, penteco-
sone I tre quarti della popolazione nordamericana stali, presbiteriani, ecc.) rappresentano più del 50% della
discendono dai colonizzatori europei che occuparono i popolazione; i cattolici sono circa il 25%. In Canada i
territori oltre oceano a partire dai primi decenni del xvii cattolici sono circa il 43% della popolazione. Negli Stati
secolo. Circa il 13% della popolazione degli Stati Uniti di- Uniti vivono anche importanti comunità ebraiche e
scende dagli schiavi africani (afroamericani) giunti nel islamiche.
nuovo continente per essere sfruttati nelle grandi pian-
tagioni. Negli ultimi decenni è aumentato l’afflusso negli Lingue, culture e religioni: l’America
Stati Uniti d’immigrati latino-americani e asiatici (circa Latina La maggioranza della popolazione dell’Ame-
il 5%). Le popolazioni native invece – i popoli indigeni rica Latina è costituita da meticci, nati dall’incrocio
che abitavano il continente prima della colonizzazione tra i bianchi, discendenti dei colonizzatori spagnoli e

▶ Donne peruviane
con costumi
tradizionali.

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portoghesi, e gli amerindi o indios, discendenti delle infrastrutture capaci di dare vita a uno sviluppo economi-
grandi civiltà indigene: aztechi, maya, inca, toltechi. Ai co autonomo. Nonostante queste difficoltà, nel xxi secolo
meticci vanno unite due consistenti minoranze: quelle alcuni Paesi stanno conoscendo un importante sviluppo
dei bianchi, discendenti dei colonizzatori e degli im- economico: un esempio è il Brasile, il cui Pil rappresenta
migrati europei, tra i quali milioni d’italiani, e i neri oggi quasi la metà del Pil di tutti gli Stati sudamericani.
discendenti degli schiavi africani. In Argentina, per non Alcuni Paesi stanno sperimentando anche progetti di co-
fare che un esempio, gli abitanti di origine italiana rap- operazione economica, politica e sociale alternativi ai
presentano circa il 35% della popolazione. Sono presenti modelli dominanti nel mondo globalizzato, dai quali può
in America Latina anche comunità di immigrati asiati- dipendere il futuro sviluppo del subcontinente: esempi
410 ci. Rispetto all’America del Nord, gli amerindi sono pre- recenti sono il Mercosur (Mercato Comune dell’America
senti in numero maggiore: circa 25 milioni di amerindi del Sud), che vede la partecipazione di Brasile, Argentina,
fanno ancora parte della popolazione dei Paesi andini Uruguay, Paraguay e Venezuela, e l’Alba (Alleanza bolivaria-
tema 6. Le Americhe

(Colombia, Ecuador, Perù, Bolivia, Cile), del Venezuela, na per le Americhe), a cui hanno aderito Venezuela, Cuba,
del Paraguay e dell’Amazzonia. Ecuador, Bolivia, Nicaragua.
Le lingue più diffuse in America Latina sono lo spa-
gnolo e, in Brasile, il portoghese; entrambe queste lingue Il settore primario
erano parlate dai colonizzatori arrivati in America a partire America Anglosassone L’America settentrionale di-
dalla fine del xv secolo. A Trinidad e Tobago si parla ingle- spone di risorse naturali immense, molte delle quali non
se, nel Suriname l’olandese. Sopravvivono nelle aree rura- sono sfruttate (in Canada, per esempio, il 33% del territorio
li e montane più periferiche anche le lingue indigene: il è ricoperto da boschi che rientrano in Parchi nazionali). In
quechua e l’aymará tra le popolazioni andine, il tupí nel termini numerici l’agricoltura costituisce una fetta mi-
Brasile centrale e nel Mato Grosso. noritaria del Pil (l’1% negli Stati Uniti; poco meno del 2% in
La religione più praticata nell’America Latina è il cat- Canada), ma è praticata con tecnologie all’avanguardia
tolicesimo, praticato da oltre il 70% della popolazione. che garantiscono una produttività eccezionale: gli Stati
Importanti minoranze cristiane protestanti sono presenti Uniti producono il 40% del mais e della soia mondiali; il
in Brasile (19%) e in Cile (13%). Canada è il sesto produttore di grano al mondo. L’area in
cui l’agricoltura è più sviluppata sono le grandi pianure

3. Il quadro economico ▼ Enormi distese coltivate a grano, Stati Uniti.

Un continente, due velocità L’America Anglosas-


sone è ancora oggi la regione leader dell’economia mon-
diale, nonostante l’avanzata delle nuove potenze asiatiche
(in particolare Cina e India) e il duro impatto della crisi
economica mondiale, che Stati Uniti e Canada hanno tut-
tavia superato più rapidamente rispetto al continente eu-
ropeo. Un ruolo centrale sul piano economico spetta senza
dubbio agli Stati Uniti, che vantano il Pil più elevato a li-
vello mondiale (circa 17 500 miliardi di dollari) e un siste-
ma economico tra i più sviluppati del mondo. Il Canada ha
un Pil inferiore rispetto a quello statunitense: quasi 1600
miliardi di dollari statunitensi.
Molto differente è invece la situazione nell’America
Latina, dove il sistema economico è gravato da forti squi-
libri sociali, da una concentrazione della ricchezza dise-
guale, da limitati investimenti nelle nuove tecnologie, da
una diffusa corruzione delle istituzioni. Le difficoltà eco-
nomiche dell’America Latina hanno origine nel periodo
coloniale, durante il quale il subcontinente è stato sotto-
posto a un intenso sfruttamento del ricco patrimonio di
risorse naturali, non affiancato dalla creazione di servizi e

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centrali, in cui la produzione si differenzia per fasce (belts) America Latina Anche l’America Latina è ricca di ri-
climatiche: wheat belt (la fascia del grano), fino a 55° di la- sorse minerarie, in particolare di petrolio, gas naturale,
titudine; corn belt (la fascia del granturco), nell’alto bacino rame, stagno, piombo, zinco, ferro, oro, argento. Le aree
del Mississippi; cotton belt (cotone), nel bacino meridio- industriali sono concentrate intorno ai luoghi di estra-
nale del Mississippi. Il vastissimo patrimonio forestale zione e lavorazione di queste risorse naturali e in alcu-
garantisce una notevole produzione di legname e dei suoi ne grandi aree urbane, come Rio de Janeiro, San Paolo
derivati, come la carta. Nelle grandi praterie e intorno ai e Belo Horizonte in Brasile, Buenos Aires e Montevideo
Grandi Laghi è diffuso l’allevamento di bovini, suini e in Argentina, Bogotá e Medellin in Colombia, Santiago e
volatili. Una posizione di rilievo è occupata dalla pesca, so- Valparaíso in Cile. La produzione di energia idroelettrica,
prattutto in Canada. grazie ai numerosi corsi d’acqua, è molto alta (il Brasile è 411
il terzo produttore al mondo). Comparti industriali avan-
America Latina In America Latina la tipologia agri- zati sono quello tessile e quelli legati all’agricoltura e

tema 6. Le Americhe
cola più diffusa è la coltura di piantagione, che trova all’allevamento. In Brasile l’industria di base è affian-
nelle zone tropicali e subtropicali il clima più favorevole cata dal comparto meccanico ad alta tecnologia, delle
ed è orientata prevalentemente all’esportazione. I prin- telecomunicazioni e aerospaziale.
cipali prodotti sono il caffè, il cacao, le banane, gli agru-
mi, la canna da zucchero, il cotone. Il paesaggio agricolo Il settore terziario
presenta vastissimi latifondi nelle mani di pochi ricchi America Anglosassone Quasi l’82% dei lavoratori
proprietari, nei quali vengono coltivati anche mais, fru- degli Stati Uniti e oltre il 66% del Canada sono occupati
mento, fagioli, manioca, patate. I piccoli contadini vivono nel settore terziario. Gli Stati Uniti occupano una posi-
spesso in difficili condizioni e faticano a reggere la con- zione di vertice a livello mondiale in campo finanziario
correnza e i prezzi imposti dalle grandi multinazionali e bancario: a New York si trova la più importante Borsa
internazionali. Negli ultimi anni si stanno diffondendo Valori del mondo, Wall Street. I servizi sono molto svi-
cooperative basate su un commercio equo e solidale, luppati anche per quanto riguarda i settori del commer-
che garantisce ai piccoli produttori di sopravvivere digni- cio, del turismo, dei trasporti, dell’istruzione e della
tosamente. Diffuso è l’allevamento estensivo di bovi- sanità. Il turismo, in particolare, può contare su gran-
ni e ovini: in particolare, l’allevamento di bovini nella di parchi naturali, come Yellowstone, Yosemite e Gran
Pampa argentina produce carne conosciuta in tutto il
mondo per la sua alta qualità. Nelle regioni andine si al- ▼ La diga per la produzione di energia idroelettrica sul fiume Paranà, al
confine tra Brasile e Paraguay.
levano invece alpaca e lama. Importante per l’economia è
la pesca oceanica e lo sfruttamento delle foreste equa-
toriali, da cui si ottengono legni pregiati. La forza lavoro
impiegata nel settore primario si attesta oltre il 10-15%
del totale dei lavoratori.

Il settore secondario
America Anglosassone Il territorio dell’America set-
tentrionale è ricco di risorse minerarie, il cui sfruttamen-
to rappresenta uno degli elementi di forza dell’apparato in-
dustriale di questa regione: petrolio, carbone, gas naturale,
ferro, oro, argento, diamanti, platino, zinco, rame, uranio,
solo per citare alcune delle più importanti risorse minera-
rie. Molto sviluppate sono l’industria metallurgica, quel-
la chimica, automobilistica e l’industria di lavorazione
del legno e della carta. Un grande rilievo nel comparto
industriale spetta alle industrie di trasformazione e a quel-
le di settori ad alto contenuto tecnologico: informatico,
aerospaziale, elettronico, telecomunicazioni, biotecnolo-
gie, petrolchimico. In termini di occupazione il settore se-
condario accoglie oltre il 16% degli addetti negli Stati Uniti
e il 32% in Canada.

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Canyon. Un’attrattiva per i turisti di tutto il mondo sono
le grandi città, tra le quali il primato spetta alla “Grande
Mela”, New York. La rete delle comunicazioni e dei tra-
sporti nordamericana è molto sviluppata e ben integrata
tra Stati Uniti e Canada, con una grande offerta sul piano
dei collegamenti aerei.

America Latina I principali settori del terziario


nell’America Latina sono il commercio e il turismo. Le
412 esportazioni internazionali di beni alimentari e di mate-
rie prime sono, infatti, molto ingenti e superano le im-
portazioni. Più complicati sono gli scambi commerciali
tema 6. Le Americhe

interni al subcontinente a causa dei collegamenti spes-


so insufficienti. Il turismo rappresenta una voce fonda-
mentale soprattutto per il Messico e per le isole carai-
biche, che rientrano tra le mete turistiche più ambite
del mondo. Flussi turistici rilevanti coinvolgono tuttavia
anche il Brasile, l’Argentina e il Perù. Proprio in Perù
si trova uno dei siti storici e archeologici più visitati del
mondo, l’antica cittadella Inca di Machu Picchu, sulle
Ande. In espansione sono le linee aeree e i collegamenti,
mentre la rete ferroviaria e la rete stradale raggiungono
livelli paragonabili a quelli europei solo in alcune aree, ▲ Il canale di Panama è una fondamentale via di comunicazione per il
come il Brasile sud-orientale e l’Argentina. commercio mondiale.

geofocus

LA SILICON VALLEY: UN’AREA


PROIETTATA VERSO IL FUTURO
Nell’area conosciuta in tutto il mondo come Silicon Valley,
in California, hanno sede i principali colossi informatici
e del web: Apple, Microsoft, Google, Facebook, Yahoo. Dagli
anni sessanta del xx secolo quest’area è diventata un polo
di attrazione mondiale per produttori di computer e
software, a cui si sono aggiunte le aziende specializzate in
servizi web. La Silicon Valley si presenta come un’area ad
altissimo tasso tecnologico e scientifico, dove vengono fatti
grandi investimenti in ambito informatico ed elettronico,
molti dei quali sono destinati alle startup (imprese appena
avviate). Nel 2014 la Silicon Valley ha creato 58 000 nuovi
posti di lavoro, con un numero di opportunità in aumento
per i giovani laureati di tutto il mondo: i fondi destinati alle
startup hanno superato i 7 miliardi di dollari. In quest’area
risultano molto più alti anche gli stipendi medi: 116 000
dollari all’anno contro la media californiana di 58 000 dollari.

Una mappa della Silicon Valley che evidenzia la concetrazione di


aziende ad alta tecnologia presenti nella zona.

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4. Il quadro geopolitico Honduras, El Salvador, Nicaragua, Costa Rica, Panamá. A
questi Stati va aggiunto il Messico che dal punto di vi-
Gli Stati delle Americhe Il continente americano sta geografico è abitualmente inserito nell’America set-
comprende 35 Stati, due in quella che abbiamo chiama- tentrionale. Gli Stati insulari delle Antille sono 13: Cuba,
to America Anglosassone, il Canada e gli Stati Uniti, e 33 Dominica, Haiti, Repubblica Dominicana, Trinidad e
nell’America Latina, che unisce dal punto di vista geografi- Tobago, Antigua e Barbuda, Bahamas, Barbados, Giamaica,
co l’America centrale e quella meridionale. Gli Stati dell’A- Grenada, Saint Kitts e Nevis, Santa Lucia, Saint Vincent
merica centrale continentale sono 7: Guatemala, Belize, e Grenadine. L’America meridionale comprende 12 Stati:

413
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tema 6. Le Americhe
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SCALA 1 : 78 000 000
1 cm = 780 km
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Georgia del Sud
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140° 120° 100° 80° Antartica 40° 20°

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Colombia, Venezuela, Ecuador, Perù, Bolivia, Brasile, internazionale. La forte instabilità politica e religiosa di
Argentina, Cile, Paraguay, Uruguay, Guyana, Suriname. Paesi come l’Iraq e la Siria rende tuttavia ancora molto pre-
Tutti gli Stati sudamericani fanno parte dell’Unione delle carie le prospettive di pace nell’Area del Medio Oriente. La
nazioni sudamericane. crisi politica e militare in Ucraina, con l’annessione russa
della Crimea, ha reso inoltre di nuovo molto tesi anche i
America Anglosassone Sul piano geopolitico l’Ameri- rapporti tra Stati Uniti e Russia.
ca settentrionale presenta un quadro di sostanziale stabi-
lità interna. ll Canada è un Paese ricco di materie prime America Latina Nel corso del xx secolo i Paesi dell’A-
ed economicamente sviluppato, ma che gioca un ruolo merica Latina hanno conosciuto una diffusa instabilità
414 secondario nella politica internazionale. Al contrario, gli politica e militare, segnata da colpi di stato, rivoluzioni
Stati Uniti hanno una forza economica, politica e mi- e dittature. Negli ultimi anni la situazione politica ha ini-
litare che li ha portati a diventare, nel corso del xx secolo, ziato gradualmente a stabilizzarsi e in molti Paesi si sono
tema 6. Le Americhe

la potenza egemone a livello mondiale. Se sul piano eco- affermati regimi democratici, seppure con istituzioni
nomico Paesi in forte sviluppo come la Cina stanno insi- ancora fragili, segnate da un alto tasso di corruzione e in
diando la supremazia statunitense, su quello militare gli qualche caso dalla presenza della criminalità organizzata.
Stati Uniti non hanno ancora oggi rivali: la spesa nazio- L’America Latina è oggi un’area attraversata da forti cam-
nale militare rappresenta il 39% della spesa mondiale in biamenti economici e sociali, alla ricerca di una propria
armamenti, contro l’11% della Cina, il 5% della Russia e il identità anche nei rapporti internazionali. Alcuni Paesi,
9,6% dell’intera Europa. Per il loro ruolo di guida del mon- come il Messico, hanno mantenuto una politica di alle-
do occidentale, gli Stati Uniti sono stati presi di mira dal anza con gli Stati Uniti, con cui hanno stretto importanti
terrorismo di matrice islamica, che è riuscito a colpire accordi commerciali. Altri Paesi invece, come l’Uruguay, il
per la prima volta entro i confini americani con l’attentato Venezuela e la Bolivia, stanno cercando una via di svilup-
alle Torri Gemelle di New York del 2001. Le successive guer- po almeno in parte indipendente dall’egemonia statu-
re in Afghanistan e in Iraq volute dal presidente George nitense. Un caso a sé è rappresentato da Cuba, un regime
W. Bush non hanno raggiunto gli effetti sperati e hanno socialista con tratti autoritari che, nonostante le restrizio-
aumentato l’opposizione all’interno del mondo arabo alle ni alle libertà politiche e civili e il controllo dell’economia
politiche statunitensi. Durante la sua presidenza, Barack da parte dello Stato, ha conosciuto negli ultimi anni alcu-
Obama ha cercato di limitare l’impegno militare di- ne importanti aperture, tra le quali lo storico riavvicina-
retto del Paese, per favorire rapporti più distesi sul piano mento con gli Stati Uniti.

▲ La sede della compagnia telefonica statale cubana, interamente


▲ Un soldato statuniteste pattuglia una città irachena. gestita dal governo e unica presente sull'isola.

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tema 6. Le Americhe
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Pil pro capite 54 594 $ Usa 0
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kilometri 0 250 500

Isu 0,914 (5° posto) kilometri


Hawaii

Il quadro politico popolazione. La maggioranza dei citta- settore terziario, in cui lavora oltre
dini vive nei centri urbani (83%), dove l’81% della popolazione e nel quale
Gli Stati Uniti sono una repubblica la densità abitativa è molto elevata. La emergono in particolare i comparti
presidenziale a struttura federale, società statunitense è un mosaico di bancario, finanziario e delle assicu-
composta da 50 Stati. Lo Stato dell’A- etnie e di culture diverse, a causa razioni, il turismo e la cosiddetta new
laska occupa i territori nord-occiden- delle numerose ondate migratorie che economy, legata alle nuove tecnologie
tali dell’America; lo Stato delle Hawaii il Paese ha conosciuto negli ultimi tre nel campo dell’informazione e della
è un arcipelago nel nord del Pacifico, a secoli: ai cittadini di origine europea, comunicazione. Il settore secondario
metà strada tra l’America settentrio- seguono per numero quelli ispanoa- può contare su abbondanti risorse
nale e l’Asia. Ciascuno Stato ha un pro- mericani, afroamericani e asiatici. naturali, come il petrolio, il gas na-
prio governo e un proprio parlamento Gli Stati Uniti possono vantare un Pil turale, il carbone, ferro e rame. I set-
e gode di un’autonomia legislativa, pro capite e una qualità della vita tori industriali più sviluppati sono
per esempio nel campo della giustizia tra i più alti del mondo, grazie a ele- quelli automobilistico, chimico, far-
e dell’istruzione. Il governo federale, vati standard nei servizi fondamenta- maceutico, aerospaziale, petrolchi-
guidato dal Presidente degli Stati li e alla stabilità democratica del suo mico, informatico, elettronico e delle
Uniti, eletto ogni quattro anni, detiene sistema politico. La società america- telecomunicazioni. L’agricoltura ha
il potere esecutivo in materie come na è però attraversata da profonde a disposizione strumentazioni all’a-
la difesa, la moneta, la politica este- disuguaglianze, se si pensa che il vanguardia che garantiscono un’alta
ra e il commercio internazionale. 50% del reddito nazionale è in mano produttività. Le principali colture
al 20% più ricco della popolazione. sono il mais, la soia, il sorgo, il riso,
Il quadro sociale Inoltre più del 15% della popolazione il grano, il cotone, la barbabietola da
vive sotto la soglia di povertà: i disagi zucchero e il tabacco. L’allevamento
ed economico sociali ed economici coinvolgono so- di bovini, suini, cavalli è diffuso so-
Con una superficie di 9,37 milioni di prattutto ispanici e neri. prattutto nei grandi pascoli delle
km2 e circa 325 milioni di abitanti, gli Gli Stati Uniti sono la maggiore po- praterie centrali. Come quantità di
Stati Uniti sono il quarto Paese del tenza economica del mondo. La pescato, gli Stati Uniti sono ai primi
pianeta per superficie e il terzo per base dell’economia statunitense è il posti nel mondo.

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tema 6. Le Americhe

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Isu 0,756 (71° posto)

Il quadro politico origini miste, cioè discende da più di crisi finanziaria ed economica partita
un’etnia. La lingua ufficiale è lo spa- proprio dagli Stati Uniti, l’economia
Il Messico è una repubblica presi- gnolo; l’88% della popolazione profes- messicana ha ripreso a cresce-
denziale a struttura federale com- sa la religione cattolica. re a ritmi regolari, seppur con pro-
posta da 31 Stati e dal distretto della La crescita economica avviata nel fondi squilibri tra il nord più ricco e
capitale Città del Messico. Ogni xxi secolo ha favorito una diminu- industrializzato e il sud rurale più
Stato ha una propria costituzione e zione della disoccupazione e della arretrato.
un governatore eletto direttamen- povertà, anche se restano ancora Il terziario è il settore economico
te dal popolo. La figura politica più profonde le disuguaglianze sociali con più occupati (62%). Al suo inter-
importante è il Presidente della ed economiche. Le difficili condi- no hanno una particolare rilevanza
Repubblica, il cui mandato ha la du- zioni di vita e di lavoro continuano il comparto bancario e il turismo,
rata di sei anni. ad alimentare un forte flusso mi- che può contare sul ricco patrimonio
gratorio, sia legale sia clandestino, archeologico, artistico e ambienta-
Il quadro sociale verso gli Stati Uniti. La situazione le del Paese. Il settore secondario si
sociale ed economica è complicata avvale di ricchi giacimenti di pe-
ed economico anche dalla piaga della corruzione trolio, che fanno del Messico il nono
La popolazione del Messico supera i e dalle violenze legate al narcotraf- produttore al mondo. I comparti più
122 milioni di abitanti ed è concentra- fico, che arriva a produrre un giro di sviluppati sono quello chimico, me-
ta in prevalenza nei centri urbani. La affari annuo superiore ai 20 miliardi tallurgico, meccanico e tessile. Una
città più popolosa è la capitale Città di dollari e causa ogni anno decine di parte consistente della produzione
del Messico, con 22 milioni di abitanti. migliaia di vittime. agricola è costituita dal mais, base
Nel Paese coesistono 56 etnie diffe- Sul piano economico, il Messico ri- dell’alimentazione locale, mentre le
renti, che comprendono i discenden- sente della forte influenza degli Stati colture più esportate sono la canna da
ti dei colonizzatori spagnoli e degli Uniti, verso cui esporta l’80% dei suoi zucchero e il caffè. Sono praticati an-
abitanti originari delle diverse regio- prodotti. Dopo la contrazione subi- che l’allevamento di suini e bovini
ni. La maggior parte dei messicani ha ta tra il 2008 e il 2009, in seguito alla e la pesca.

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tema 6. Le Americhe
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Il quadro politico
Il Brasile è una repubblica presiden- capitale del Paese. La società brasi- corruzione e di criminalità. Il settore
ziale a struttura federale; il potere liana è una società multietnica, terziario incide per circa il 70% sul Pil
esecutivo è nelle mani del Presidente formata dai discendenti dei colo- brasiliano ed è basato principalmente
della Repubblica che occupa sia la ca- nizzatori portoghesi, dai discen- sulla finanza, sul commercio e sul
rica di capo del Governo sia quella di denti degli schiavi africani e da turismo. Nel settore secondario spic-
capo dello Stato. Il Presidente è eletto un’esigua minoranza di amerindi. ca il comparto minerario estratti-
direttamente dai cittadini e resta in Numerose sono le comunità d’immi- vo, grazie alla presenza d’ingenti ri-
carica per quattro anni. Il potere legi- grati giunti dall’Europa tra il xix e il serve di stagno, manganese, bauxite,
slativo è di competenza della Camera xx secolo, principalmente dall’Italia ferro, nichel, uranio. Sostenuta anche
dei deputati, eletta ogni quattro anni, e dalla Germania. La lingua ufficiale da capitali stranieri, l’industria vede
e del Senato, eletto ogni otto anni. del Paese è il portoghese. La religio- la prevalenza dei settori alimentare,
ne più diffusa è il cattolicesimo; il tessile, automobilistico e, di recente,
Il quadro sociale Brasile è lo Stato con il maggior nu- anche elettronico. Una parte consi-
mero di cattolici al mondo. stente dell’energia necessaria pro-
ed economico L’economia brasiliana è la maggio- viene dalle centrali idroelettriche.
La popolazione brasiliana supera i re in America Latina e la settima al In agricoltura il Brasile è tra i primi
200 milioni di abitanti: il Brasile è mondo in termini di Pil pro capite. La esportatori al mondo di cacao, caffè,
il quinto Paese più popoloso del società brasiliana ha conosciuto im- riso, mais, soia, zucchero, frutta tropi-
mondo. Oltre un terzo della popola- portanti progressi nel xxi secolo cale e tabacco. L’ampio sfruttamento
zione dell’America Latina vive in ter- in termini di possibilità occupazio- del patrimonio forestale ha deter-
ritorio brasiliano, concentrata nelle nali, qualità della vita, servizi e istru- minato una forte deforestazione, con
metropoli lungo la costa; le principali zione. Nonostante ciò restano gravi conseguenze probabilmente irrepara-
città sono San Paolo, Rio de Janeiro, disuguaglianze nella distribuzio- bili sugli ambienti naturali e umani
Salvador di Bahia e Brasilia, che è la ne della ricchezza e un alto tasso di della foresta amazzonica.

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Geografia
TEMA 7. L’Oceania
1. Territorio, ambiente e clima Le montagne più alte dell’Oceania

monti Stato altezza


Le caratteristiche del territorio L’Oceania detiene di appartenenza
418 due record: se consideriamo la superficie delle terre emerse
Wilhelm Papua Nuova Guinea 4509 m
(circa 8,5 milioni di km2) è il più piccolo continente del
mondo; se invece teniamo conto della sua enorme superfi- Giluwe Papua Nuova Guinea 4368 m
tema 7. L’Oceania

cie oceanica (circa 165 milioni di km2) diventa il continente Mauna Kea Hawaii (Usa) 4205 m
più esteso del pianeta. Il 99% delle terre emerse comprende
Bangeta Papua Nuova Guinea 4121 m
l’Australia (che da sola occupa l’86%), la Nuova Guinea e la
Nuova Zelanda, mentre il restante 1% è suddiviso in circa Victoria Papua Nuova Guinea 4036 m
30 000 isole,raggruppate in arcipelaghi nell’oceano Pacifico.La
maggior parte del territorio dell’Oceania è situata nell’emisfe- Le principali isole dell’Oceania
ro australe. Gli arcipelaghi sono raggruppati in tre grandi re- Stati
gioni geografiche: la Melanesia (“isole nere”), a nord dell’Au- isole di appartenenza superficie
stralia, la Micronesia (“piccole isole”), a nord della Melanesia,
Indonesia, Papua
la Polinesia (“molte isole”), nel Pacifico centro-orientale. Nuova Guinea 785 000 km2
Nuova Guinea
L’Australia è la terra con le origini geologiche più an-
tiche, come testimoniato dai bassi rilievi che occupano
120° 140° 160° 180°
Isola del Sud 160°
Nuova Zelanda 140° 120°
151 215 km2
Isola del Nord Nuova Zelanda A M E115
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3764 Isole 100°
Capo Capo Ovest I. del Sud Chatham 1 cm = 725 km
Sud-Est 0 500 1000 1500 2000
Capo Sud Ovest
O c e a n o I n d i a n o Isole
Isole degli
Antipodi
Kilometri

160°
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40°
100° 120° 140° 180° 160° 140° 120° 100° 40°
Macquarie

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buona parte del suo territorio. LE REGIONI CLIMATICHE DELL’OCEANIA
Di origine più recente sono le
altre due grandi isole, la Nuova
Guinea e la Nuova Zelanda, che
presentano catene montuose ele-
vate (il record spetta al monte
Puncak Jaya, 5030 m, nella Nuova
Guinea). Molte delle isole mino- I principali climi
ri derivano dall’attività vulcani- in Oceania
ca sul fondale oceanico: gli atolli equatoriale 419
sono barriere coralline che si monsonico
sono formate sui fianchi di vul- tropicale

tema 7. L’Oceania
cani spenti. I corsi d’acqua sono continentale arido
in genere poco sviluppati. Fiumi desertico
di rilievo sono il Murray-Darling mediterraneo
in Australia, il Waikato in Nuova oceanico
Zelanda e il Derwent in Tasmania.

Il quadro climatico e ambientale Buona parte 2. Il quadro sociale: popolazione,


del territorio dell’Oceania è compresa nella fascia del cli- società, cultura
ma oceanico equatoriale e tropicale, caldo e umido. Le
maggiori variazioni climatiche e ambientali si registrano La distribuzione della popolazione Con 37 milio-
in Australia, le cui vaste distese interne sono caratteriz- ni di abitanti e una densità media di 4 ab./km2, l’Oceania è
zate da un clima continentale arido. Le precipitazioni il continente meno popolato del pianeta. Le principa-
aumentano avvicinandosi all’Equatore, fino a raggiun- li città sono sulla costa orientale dell’Australia: Canberra
gere nell’isola di Kauai (Hawaii) i valori massimi mon- (la capitale), Sydney (l’agglomerato urbano più popoloso,
diali (12 500 mm l’anno). La varietà di climi determina in con oltre 4,3 milioni di abitanti), Melbourne, Brisbane
Australia notevoli variazioni ambientali: le aree centra- e Perth. Altre città importanti sono in Nuova Zelanda:
li sono ricoperte da deserti e steppe; nelle zone costiere Wellington (la capitale) e Auckland. Oggi la maggior par-
settentrionali si trovano foreste tropicali e subtropicali, te della popolazione dell’Australia e della Nuova Zelanda
mentre lungo le coste a sud prevale l’ambiente mediter- è composta dai discendenti dei colonizzatori europei,
raneo. La Nuova Zelanda è ricoperta da foreste semprever- giunti nel xvii secolo.
di (conifere, faggi, eucalipti); in Nuova Guinea troviamo
la foresta pluviale, che ricopre anche buona parte delle Lingue, culture e religioni La popolazione dell’Ocea-
isole minori. L’ambiente marino è ricco di formazioni nia è composta dai discendenti dei colonizzatori europei,
coralline. dalle popolazioni native e dagli immigrati più recenti,

geofocus

LE DIFFICILI CONDIZIONI DI VITA DEGLI ABORIGENI AUSTRALIANI


Prima della colonizzazione europea, i popoli aborigeni alcuni lavorano come braccianti nelle fattorie, altri cercano di
australiani erano fortemente legati alla terra, da cui traevano resistere, nelle zone più disabitate, portando avanti gli antichi
il necessario per vivere, grazie all’agricoltura, all’allevamento stili di vita. Gli aborigeni australiani ancora oggi non hanno
e alla caccia. I colonizzatori europei si appropriarono di buona gli stessi diritti degli altri cittadini e sono costretti a subire
parte delle loro terre e si resero responsabili di un vero e violente discriminazioni: sono sottoposti a leggi particolari,
proprio sterminio: in poco più un secolo la popolazione vivono nelle periferie povere, hanno un’aspettativa di vita
aborigena, tra Ottocento e Novecento, passò da un milione a di dieci anni inferiore agli altri australiani, il loro tasso di
circa 60 000 individui. Oggi oltre la metà degli aborigeni vive mortalità infantile è doppio, il tasso di suicidi è molto elevato,
nelle città in condizioni di povertà e marginalità sociale; la scolarizzazione raggiunge livelli molto bassi.

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provenienti dall’Asia e dall’Europa. Le
popolazioni native difendono con for-
za le proprie tradizioni, anche negli
Stati dove sono costretti a vivere in
condizioni molto difficili, come acca-
de agli aborigeni in Australia. Migliori
sono invece le condizioni dei maori
in Nuova Zelanda e delle diverse etnie
presenti nelle isole più piccole: in mol-
420 ti arcipelaghi minori i nativi sono
ancora la maggioranza e hanno po-
tuto conservare la propria cultura e le
tema 7. L’Oceania

proprie tradizioni.
La lingua più diffusa è l’inglese,
che in molti Stati rappresenta la lin-
gua ufficiale; in Nuova Caledonia e
nella Polinesia la lingua principale
è il francese. Nelle isole più piccole
sono ancora diffuse le lingue locali,
talvolta mescolate con le lingue eu-
ropee. La religione prevalente è quella
cristiana (cattolica, protestante, an-
glicana), con minoranze musulma-
ne e induiste. Alcune popolazioni
native conservano gli antichi culti
animisti.

3. Il quadro economico
Il settore primario I Paesi eco-
nomicamente più sviluppati del con-
tinente sono l’Australia e la Nuova
Zelanda. Nel settore primario il set-
tore più importante è quello della
produzione della lana, in partico-
lare quella ottenuta dalle pecore di
razza merino. Rilevanti sono anche
le coltivazioni di cereali e di canna
da zucchero. Nelle isole minori si è
sviluppata un’agricoltura di pianta-
gione (palma da cocco, caffè, banane,
cacao, ananas, canna da zucchero)
gestita dalle multinazionali stranie-
re. La pesca ricopre una funzione di
primo piano, sia per lo sfruttamento

▶ Dall’alto verso il basso: allevamento ovino


in Australia; miniera d’oro in Papua Nuova
Guinea e il resort sull’isola di Heron, in
Australia.

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industriale dei prodotti ittici, sia per la sopravvivenza delle 4. Il quadro geopolitico
comunità negli arcipelaghi più isolati.
Gli equilibri geopolitici Dal punto di vista politico
I settori secondario e terziario L’industria au- l’Australia è una monarchia federale composta da 6 Stati
straliana può contare su ingenti ricchezze minerarie: autonomi. Fa parte del Commonwealth e il Capo dello Stato
oro, nichel, carbone, zinco, piombo, bauxite. L’Australia è il sovrano del Regno Unito. I legami tra il Paese e l’an-
possiede anche le più vaste riserve di uranio a livello tica madrepatria sono ancora stretti, anche se il governo
mondiale (circa il 30% del pianeta). Una quota importante australiano da tempo ha una politica autonoma. Per la sua
del settore secondario australiano è detenuta dalle indu- posizione strategica, l’Australia ambisce a esercitare una
strie siderurgiche, legate al settore estrattivo. In Nuova funzione di collegamento tra gli interessi degli Stati Uniti 421
Zelanda è invece particolarmente dinamica l’industria e quelli dei Paesi asiatici, in particolare della Cina, che è il
agroalimentare. In Nuova Guinea l’industria è arretrata primo partner commerciale dell’Australia.

tema 7. L’Oceania
e si basa prevalentemente sull’estrazione di rame, oro, ar- In Oceania alcuni territori sono ancora sotto il con-
gento e petrolio. Nelle isole minori l’industria ricopre un trollo più o meno diretto di Paesi stranieri: il più
ruolo piuttosto marginale. esteso tra questi è la Nuova Caledonia che rientra tra i
Negli ultimi decenni il settore terziario ha conosciuto “Dipartimenti francesi d’oltremare”.
un rapido sviluppo, grazie soprattutto al crescente turismo Altre aree subiscono l’influenza degli Stati Uniti, ad
internazionale, che ha trovato negli arcipelaghi del Pacifico esempio le isole Marshall, nel cui territorio è presente
luoghi esclusivi per le attività balneari e naturalistiche.Anche una base militare statunitense, e le isole Palau, che, aven-
l’Australia, grazie a una fauna e a una flora unici al mondo, do ottenuto l’indipendenza dagli Usa nel 1994, sono una
rappresenta oggi una delle mete turistiche più ambite. delle nazioni più giovani al mondo.
120° 140° 160° 180° 160° 140° 120° 100°

AMERICA
DEL NORD
l’oceania politica
A

Isole
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O c e a n o P a c i f i c o
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Capo Capo Ovest Chatham
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Isole Isole degli SCALA 1 : 57 000 000
Auckland Antipodi 1 cm = 570 km
0 500 1000 1500 2000
40° Macquarie 40°
kilometri

100° 120° 140° 160° 180° 160° 140° 120° 100°

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Area attività

1 L’economia del mondo


Conoscenze e abilità
1 lessico Scrivi una breve definizione dei termini indicati. ➅ Oggi in tutto il mondo gli addetti all’industria V F
422 sono in aumento.
globalizzazione economica - delocalizzazione - terziarizzazione ➆ Le materie prime africane non sono lavorate V F
- agricoltura di sussistenza - agricoltura di mercato - sul posto ma prelevate da multinazionali
geografia. Area attività

policoltura - terziario avanzato straniere.


➇ Oggi Internet è il fattore propulsivo della V F
2 spazio Per ciascuna regione geografica del mondo indica i globalizzazione.
settori economici che conoscono oggi lo sviluppo maggiore.
4 concetti e connessioni Completa le seguenti
Area geografica Settore economico affermazioni.
Europa ➀ L’innovazione tecnologica è di prodotto quando

America del Nord
➁ L’innovazione tecnologica è di processo quando
Africa 
Estremo Oriente ➂ I servizi destinati al pubblico sono
Medio Oriente 
➃ I servizi destinati alla persona e alle imprese sono

3 concetti e connessioni Indica se le seguenti
affermazioni sono vere (V) o false (F).
Competenze
➀ Nelle economie dei Paesi più avanzati si V F
Dalla GEOGRAFIA
registra la crescita del settore terziario. 5 PROGETTAZIONE/COMUNICAZIONE alla STORIA

➁ Nell’attuale mercato del lavoro la flessibilità si è Svolgi una breve ricerca sulla nascita
spesso trasformata in precarietà.
V F
dell’agricoltura e sulle origini storiche l
➂ In Europa l’agricoltura oggi è la principale fonte V F dell’allevamento, indicando:
di ricchezza. → l’epoca storica in cui questi processi si avviano;
➃ L’industria ha cominciato a diffondersi in V F → le aree geografiche coinvolte;
Europa tra la fine del xviii e l’inizio del xix secolo. → le innovazioni tecniche che li rendono possibili.
➄ Nel settore secondario sono compresi la pesca V F Illustra gli esiti della tua ricerca in una presentazione
e l’allevamento. in PowerPoint.

2 La globalizzazione, il mondo in rete


Conoscenze e abilità 2 concetti e connessioni Completa la tabella seguente relativa ai tre
fattori principali della globalizzazione.
1 lessico Scrivi una breve definizione
dei termini indicati. Fattori della globalizzazione Effetti
Liberalizzazione dei mercati
globalizzazione - liberalizzazione dei
Crescite delle nuove tecnologie
mercati - multinazionali - recessione
- omologazione Innovazioni nel sistema dei trasporti

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Area attività
3 concetti e connessioni Indica se le
seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F).
4 concetti e connessioni Classifica nella tabella seguente
le caratteristiche fondamentali di ciascun tipo di globalizzazione;
l
aiutandoti con una breve ricerca in Internet, per ognuno fai un esempio
➀ Dal xvi secolo la presenza europea in V F storicamente determinato. L’esercizio è avviato.
America, Asia e Africa causò la nascita di
un mercato di dimensioni mondiali. Tipo di globalizzazione Esempio
➁ Nella globalizzazione le attività V F Produttiva 423
economiche avvengono solo a livello
Finanziaria
locale.

geografia. Area attività


➂ Nell’economia globalizzata i V F Commerciale
movimenti internazionali di capitali Dell’informazione
investiti nei mercati finanziari Culturale Omologazione dei modelli e degli stili di vita
aumentano. Politica
➃ Nei Paesi più sviluppati si assiste alla V F
globalizzazione delle informazioni.
➄ La globalizzazione ha comportato V F Competenze
sempre un aumento dei diritti e delle
Dalla GEOGRAFIA
libertà. 5 SCRITTURA/ alla STORIA

➅ Con la globalizzazione il ruolo degli V F ARGOMENTAZIONE Spiega il significato di quest’affermazione in un


Stati nazionali è cresciuto. testo scritto di 10 righe circa, evidenziando i necessari riferimenti
➆ Sul piano geopolitico l’attuale V F storici.
situazione vede l’affermarsi di un «L’Impero romano operò per la prima volta una forma di
assetto multipolare. globalizzazione, integrando a livello del mondo allora conosciuto lingue
e stili di vita, scambi e merci, culture e religioni».

3 Il governo del mondo


Conoscenze e abilità 3 dati/lessico Scrivi una breve definizione delle
organizzazioni elencate in tabella, indicando per ognuna le
1 lessico Scrivi una breve definizione dei termini funzioni principali.
indicati.
Organizzazione Funzioni
povertà assoluta - impatto zero - responsabilità ecologica
- responsabilità generazionale - autodeterminazione dei Onu
popoli
Unicef
2 lessico/concetti Completa la tabella seguente
Unesco
relativa ai principali organi delle Nazioni Unite.
Unhcr
Organi Funzioni
Assemblea Generale Ong

Segretario generale Oms


Consiglio di Sicurezza
Fao
Corte internazionale di giustizia
Wto
Consiglio economico e sociale

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Area attività
4 SPAZI/CONNESSIONI Indica sulla carta con Dalla GEOGRAFIA
alla STORIA Competenze
tre colori diversi:
→ le aree economicamente più sviluppate ai tempi dell’Impero
romano;
5 PROGETTAZIONE/COMUNICAZIONE Le
organizzazioni non governative. A difesa della vita
l
→ le regioni più sviluppate oggi; umana, della salute, dell’ambiente, dei diritti e delle
→ le aree più povere oggi. libertà fondamentali operano oggi nel mondo numerose
424 Sulla base di questo confronto tra eventi e fenomeni, Indica Organizzazioni non governative (Ong). Svolgi una
in un testo di 5 righe le principali differenze riscontrate tra il ricerca finalizzata a individuare le principali Ong oggi
tempo passato e quello attuale. operanti nei Paesi poveri del pianeta. Scegli poi una di
geografia. Area attività

queste organizzazioni e illustrane le caratteristiche e le


azioni principali in una presentazione in PowerPoint con
immagini e musiche adatte.

4-7 L’Asia, l’Africa, le Americhe, l’Oceania


Conoscenze e abilità

1 lessico Scrivi una breve definizione dei termini indicati.

Eurasia - tigri asiatiche - Rift Valley - Boeri - apartheid - animismo - Scudo canadese - uragani - America Anglosassone -
America Latina - meticci

2 concetti e connessioni Indica se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F).

➀ Insieme con l’Europa, l’Asia costituisce la V F ➆ Le religioni più diffuse in Africa sono l’islam e il V F
sconfinata distesa di terra nota come Eurasia. cristianesimo.
➁ Negli ultimi anni l’Asia conosce una forte crescita V F ➇ Dopo la decolonizzazione l’Africa ha avuto un V F
demografica. veloce sviluppo economico.
➂ In Asia i cattolici sono in maggioranza solo nelle V F ➈ Il Messico fa parte dell’America Latina. V F
Filippine. 10 Il settore economico prevalente nell’America V F
➃ Il settore economico prevalente il Asia è il terziario. V F Anglosassone è il secondario.
➄ La parte più consistente del continente africano V F 11 L’Oceania è il continente meno popolato del V F
ha un clima temperato. pianeta
➅ La densità abitativa media dell’Africa è bassa. V F 12 La lingua più diffusa in Oceania è lo spagnolo. V F

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Area attività
3 dati/concetti In relazione ai paragrafi dedicati ai continenti extraeuropei, completa la seguente Carta d’identità di
questi continenti.

America America
Asia Africa Oceania
del Nord del Sud
Principali caratteristiche fisiche
425
Principali climi e ambienti

geografia. Area attività


Popolazione complessiva e
densità abitativa media

Tendenza demografica

Religioni più diffuse

Lingue più diffuse

Tendenze principali dell’economia

Numero complessivo di Stati


Maggiori Paesi sul piano politico ed
economico
Principali fattori d’instabilità politica e
militare

Dalla GEOGRAFIA
4 SPAZI/CONNESSIONI Basandoti su quanto hai studiato nel manuale e attraverso una ricerca in Internet alla STORIA

o in biblioteca, trova ed esamina una carta che riporti la massima espansione raggiunta dagli Arabi nell’viii secolo.
Rispondi poi alle domande seguenti.
l
➀ Quali regni e imperi confinavano con i domini arabi?
➁ Quali Stati corrispondono oggi ai territori dei domini arabi?
➂ Quali tra questi Stati sono oggi abitati da popolazioni arabe?
➃ Quali Stati corrispondono oggi ai regni e imperi confinanti con gli Arabi?

Competenze
5 PROGETTAZIONE/COMUNICAZIONE In base ai
tuoi interessi, scegli uno Stato appartenente a uno dei
l PERCORSO DI LAVORO
➀ Scegli la forma comunicativa della tua presentazione:
continenti extraeuropei e scrivi una presentazione di esposizione scritta, esposizione orale, diapositive in
questo Paese, immaginando di doverla esporre durante un PowerPoint, video, intervista ecc.
incontro con una classe di studenti provenienti da questo ➁ Motiva in un discorso di 3 minuti la tua scelta.
Paese, in visita presso la tua scuola. ➂ Dividi la presentazione in parti, sul modello dell’analisi
degli Stati svolta nel manuale.
➃ Accompagna la presentazione con immagini e musiche
coerenti con il contenuto.

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Referenze iconografiche:

(ove non diversamente indicato, le referenze sono indicate dall’alto verso il basso, da sinistra a destra, in senso orario. a=alto; b=basso; c=centro; dx=destra; s=sinistra)

P. 9: ©Viacheslav Lopatin/Shutterstock; p. 10 : ©Archivi Alinari-archivio Brogi, Firenze; p. 11: Ny Carlsberg Glyptothek, Copenhagen/CC BY 1.0/Diagram Lajard 2011/Wikimedia; p. 12: Ny
Carlsberg Glyptotek, Copehnagen; p. 13: ©2015 Andrea Ricciardi di Gaudesi; p. 15: © Zvonimir Atletic/123RF; p. 16: Wikipedia Commons; p. 18: ©2015 DeAgostini Picture Library/Scala, Firenze;
p. 19: ©2015 White Images/Scala, Firenze; p. 21: ©Bertl123/Shutterstock; Jastrow/Wikimedia Commons; ©White Images/Scala, Firenze; p. 23: . ©White Images/Scala, Firenze; p. 25: ©Pho-
toserviceElecta/AKG Images; p. 26: © 2010 White Images/Scala, Firenze; p. 27: ©2015 Foto Scala, Firenze/bpk, Bildagentur fuer Kunst, Kultur und Geschichte, Berlin; p. 28: ©2015 Mondado-
ri Portfolio/The Art Archive; Andim, 2003/Wikimedia Commons; p. 29: Wikipedia Commons; filarveneto.eu; p. 34: ©2015 Mondadori Portfolio/Leemage; p. 35: ©2015 DeAgostini Picture Li-
brary/Scala, Firenze; p. 36: spyrome.com; p. 37: ©2015 White Images/Scala, Firenze; p. 38: ©Bridgeman Art Library/Archivi Alinari; p. 39: ©The Bridgeman Art Library/Archivi Alinari; p. 40:
©Foto Scala, Firenze-su concessione Ministero Beni e Attività Culturali; villaggioglobaleinternational.it; p. 41: ©2015 DeAgostini Picture Library/Scala, Firenze; p. 42: Marc Aurel, 13 marzo
2007/Flickr; p. 43: ©2015 DeAgostini Picture Library/Scala, Firenze; p. 45: Marie-Lan Nguyen, 2009/Wikipedia Creative Commons 2.5/Museo del Louvre, Parigi; p. 47: Wikipedia Commons;
©2015 DeAgostini Picture Library/Scala, Firenze; p. 48: ©Foto Scala, Firenze; p. 49: Treviri, Landesmuseum; Enna, Villa del Casale, Piazza Armerina; p. 54: © Bettmann/Corbis; p. 56: ©Foto
Scala, Firenze; p. 57: ©lessing/contrasto; p.58: ©Mondadori Portfolio/Album/Prisma; p. 64: wordpress.com; p. 71: Wikipedia Commons; p. 66: ©Bridgeman Art Library/Archivi Alinari; p. 67:
©Foto Scala, Firenze-su concessione Ministero Beni e Attività Culturali; p. 68: Wikipedia Commons; p. 69: Alphanidon, 2010/Wikipedia/GNU Free Documentation License; ©Foto Scala, Fi-
renze; p. 70: ©Foto Scala, Firenze/Fotografica Foglia-su concessione Ministero Beni e Attività Culturali/Museo Archeologico Nazionale, Napoli; p. 71: ©Archivi Alinari-archivio Alinari, Firenze;
©Foto Scala, Firenze-su concessione Ministero Beni e Attività Culturali; Wikipedia Commons; p. 72: Wikipedia Commons; ©2015 DeAgostini Picture Library/Scala, Firenze; p. 78: ©Alena
Stalmashonak/Shutterstock; p. 80: Wikipedia Commons; p. 82: Wikipedia Commons; ©2011 Roberta Vigone; p. 84: ©2015 Foto Scala, Firenze/Luciano Romano-su concessione Ministero
Beni e Attività Culturali; p. 86: ©Image courtesy of Heritage; p. 87: wordpress.com; p. 88: Wikipedia Commons; p. 89: Michel27, 6 giugno 2009/Flickr; p. 90: ©2015 DeAgostini Picture Libra-
ry/Scala, Firenze; p. 91: Fabio Parri, 2012/viaggi.hdmagazine.it; p. 93: E. Mazzucchetti, 2011; ©2015 Andrea Ricciardi di Gaudesi; p. 96: PerseoMedusa; p. 97: ©Araldo de Luca/Corbis; p. 99:
Archivio Loescher; p. 102: ©Archivi Alinari-archivio Alinari, Firenze; ©2015 DeAgostini Picture Library/Scala, Firenze; ©Baloncici /Shutterstock; p. 103: ©Pixachi/Shutterstock; 104: ©Foto
Werner Forman Archive/Scala, Firenze; p. 105: ©Foto Scala, Firenze; p. 106: Wikipedia Commons; p. 107: ©2015 Andrea Ricciardi di Gaudesi/Angélique Coltè; p. 112: ©Foto Scala, Firenze; p.
113: ©2015 A. Dagli Orti/Scala, Firenze; p. 114: Parigi, Bilbiothéque Nationale; Wikipedia Commons; ©Foto Scala, Firenze; p. 115: ©Foto Scala, Firenze; p. 116: ©Foto Scala, Firenze; p. 117: ruicon.
ru; p. 118: ©Foto Scala, Firenze; p. 119: ©2015 Foto Scala, Firenze; p. 121: Wikipedia Commons; ©Cincinnati Art Museum; p. 122: ©2015 DeAgostini Picture Library/Scala, Firenze; p. 131:
©Mehmet Cetin/Shutterstock; p. 132: Jastrow, 2006/Wikimedia Commons; p. 133: Wikipedia Commons; colorado.edu; p. 134: ©2009 V. Ricciardi; p. 135: ©Foto Scala, Firenze; p. 136: Marie-
Lan Nguyen, 2011/Commons.wikimedia.org/Creative Commons 2.5; p. 137: ©2015 Foto Scala, Firenze/bpk, Bildagentur fuer Kunst, Kultur und Geschichte, Berlin; p. 138: Wikipedia Commons;
p. 139: Wikipedia Commons; p. 141: colorado.edu; ©2015 DeAgostini Picture Library/Scala, Firenze; p. 142: ©lessing/contrasto; p. 143: ©2015 DeAgostini Picture Library/Scala, Firenze; p. 144:
W.Rieger/Wikimedia; p. 145: ©lessing/contrasto; p. 150: Nino Barbieri, 20 febbraio 2007/Wikipedia; p. 151: Wikipedia Commons; p. 152: Wikipedia Commons; ©Bildarchiv Steffens Ralph
Rainer Steffens/The Bridgeman Art Library/Archivi Alinari; p. 154: ©2015 Andrea Ricciardi di Gaudesi /Angélique Coltè; p. 156: Wikipedia Commons; p. 157: villa.culture.fr; wordpress.com; p.
158: ©2015 Foto Scala, Firenze; p. 159: ©2015 A. Dagli Orti/Scala, Firenze; p. 160: Wikipedia Commons; p. 162: ©2015 DeAgostini Picture Library/Scala, Firenze; p. 163: dese, 23 aprile 2008/
Flickr; p. 165: satimagingcorp.com; p. 166: culturaeculture.it; p. 167: ©Archivi Alinari, Firenze/Musée du Louvre, Parigi; p. 168: Maria Letizia Gualandi/2010; p. 169: visipix.com; p. 170: ©2015
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Ricciardi di Gaudesi; p. 329: ©2015 DeAgostini Picture Library/Scala, Firenze; p. 330: BPN; p. 331: ©2015 Angélique Coltè/con la collaborazione di Alice Miano; p. 332: Salerno Editrice; p. 333:
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mari
v.
2

In copertina: Resti archeologici dell’antica Anastasiopoli, attuale Fethiye, sulla costa mediterranea della Turchia. © istockphotos.com
Sette mari
Nella tradizione antica e medievale, l’espressione “sette mari” indica la totalità delle acque da cui è
bagnata la terra, nel mito e nella realtà storica. Evocativo di scoperta, esplorazione, superamento dei
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