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NAPOLI

Napoli (Npule in napoletano) un comune italiano di 957.220 abitanti, capoluogo della provincia omonima e della regione Campania. il terzo comune italiano per popolazione ed il cuore di un'area metropolitana ad elevata densit abitativa, tra le pi popolose

d'Italia e d'Europa.
situata in posizione pressoch centrale sull'omonimo golfo, tra il Vesuvio e l'area vulcanica dei Campi Flegrei. Il suo patrimonio

artistico e architettonico tutelato dall'UNESCO, che nel 1995 ha


incluso il centro storico di Napoli, il pi vasto d'Europa, tra i siti del patrimonio mondiale dell'umanit.

Fu fondata dagli abitanti di Cuma nel 475 a.C. come Neapolis in una zona pi bassa rispetto ad un insediamento precedente, fondato nel VII secolo a.C. da coloni greci. Annoverata tra le principali citt della Magna Graecia, nel corso della sua storia Napoli ha visto il

susseguirsi di lunghe e numerose dominazioni straniere, rivestendo


una posizione di rilievo in Italia e in Europa. A Napoli si trova Villa Rosebery, che dal 1932 al 1946 fu la

residenza estiva di Casa Savoia e che attualmente una delle tre


residenze ufficiali della Presidenza della Repubblica

GEOGRAFIA FISICA
1. TERRITORIO
Napoli sorge vicino al centro dell'omonimo golfo, dominato dal
massiccio vulcanico del Vesuvio e delimitato ad est dalla penisola sorrentina con Punta Campanella, ad ovest dal golfo di Pozzuoli

con Capo Miseno, a settentrione dalle appendici dell'Appennino


Campano.

La citt storica andata sviluppandosi preminentemente sulla costa; il primo nucleo della citt fu costituito dall'isolotto di Megaride, ove coloni greci diedero avvio al primo emporio commerciale che comport lo sviluppo della citt odierna. Il territorio di Napoli composto prevalentemente da colline (molti di questi rilievi superano i 150 metri d'altezza per giungere fino ai 452 m della collina dei Camaldoli) sulle quali sono nati veri e propri quartieri e/o rioni storici, ma anche da isole, insenature e penisole a strapiombo sul Mar Tirreno. L'intero territorio ha una storia geologicamente complessa: il

substrato recente composto perlopi da detriti di varia natura


vulcanica

2. CLIMA Napoli gode di un clima mediterraneo, con inverni miti e piovosi e estati calde e secche, ma comunque rinfrescate dalla brezza marina che raramente manca sul suo golfo. Il sole splende mediamente per 250 giorni l'anno. La particolare conformazione morfologica del territorio

del capoluogo comunque obbliga in questa sede ad aggiungere che la


citt possiede al suo interno differenti microclimi con la possibilit cos di incontrare variazioni climatiche anche significative spostandosi di pochi chilometri (pi continentale rispetto al centro della citt, ad esempio, risulta essere la zona di Capodichino, dove situato l'unico aeroporto cittadino, al pari della maggior parte dei quartieri della zona nord del capoluogo, come Poggioreale o Secondigliano).

Anche la zona dei Camaldoli, a causa della maggiore altitudine, si caratterizza per un clima leggermente pi freddo nei mesi invernali, ed un clima meno afoso in quelli estivi. Non sono mancati per anche episodi di gelo (l'ultimo nel marzo 2005).

STORIA
1. ETA ANTICA
Nel VII secolo a.C. fu fondata la colonia di Partenope, preceduta da un approdo commerciale dal IX secolo a.C. sull'isolotto di Megaride. Tale

nucleo urbano venne successivamente indicato dai Romani col nome di


Palepolis ("citt vecchia") e fu in seguito abbandonato. Nel 475 a.C., tuttavia, gli abitanti di Cuma fondarono un'altra citt cui dettero il nome di Neapolis, "citt nuova", sorta pi a valle rispetto alla precedente Palepolis.

2. ETA MEDIEVALE Nel 536 Napoli fu conquistata dai Bizantini durante la guerra gotica
e rimase saldamente in mano all'Impero anche durante la susseguente
invasione longobarda, divenendo in seguito ducato autonomo (il primo duca, secondo la tradizione, sarebbe stato Basilio, nominato nel 660-61 dall'Imperatore bizantino Costante II, anche se probabile che egli fosse preceduto da altre persone che avevano svolto le sue stesse mansioni, espressione comunque delle cosiddette "famiglie magnatizie" cittadine).

La vita del ducato fu caratterizzata da continue guerre, principalmente difensive, contro i potenti principati longobardi vicini e i corsari musulmani (genericamente definiti Saraceni), provenienti per lo pi dal Nordafrica o dalla Sicilia, conquistata dagli Aghlabidi a partire dall'827.

3. ETA MODERNA
Nel 1442 anche Napoli cadde in mano aragonese, diventando una delle citt pi influenti del dominio Aragonese e ospitando stabilmente, durante il regno di Alfonso il Magnanimo (1442-1458), il re e la corte di questo grande stato mediterraneo. Nel 1501, nell'ambito delle guerre d'Italia, il Regno di Napoli fu conquistato dagli spagnoli e, per oltre due secoli, governato da un vicer, per conto di Madrid. Nel XVII secolo la citt vide la famosa rivolta di Masaniello (partita da quella stessa Piazza Mercato in cui era stata tagliata la testa a Corradino

di Svevia) a causa del malgoverno spagnolo e la nascita di un'effimera


repubblica indipendente.

Nel corso della guerra di successione spagnola l'Austria conquist

Napoli (1707), ma la tenne per pochi anni, fino al 1734, anno in cui il regno fu occupato da Carlo di Borbone, che vi ricostitu uno stato indipendente che comprendeva tutto il Mezzogiorno italiano e la Sicilia. Sotto la dinastia dei Borbone Napoli rafforz il suo ruolo divenendo, insieme a Parigi e Londra, una tra le principali capitali europee. . Con la rivoluzione francese e le guerre napoleoniche, Napoli vide prima la nascita di una repubblica giacobina e poi la conseguente

restaurazione borbonica

Nel 1806 fu nuovamente conquistata dalle truppe francesi condotte

da Napoleone Bonaparte che affid il regno a suo fratello Giuseppe e quindi, in seguito, a Gioacchino Murat. Nel 1815 con la definitiva sconfitta di Napoleone e il Congresso di Vienna Napoli ritorn

nuovamente ai Borbone.
Nel 1860 il Regno delle Due Sicilie fu conquistato dai Mille di Garibaldi e annesso al Regno d'Italia.

4. ETA CONTEMPORANEA Durante la seconda guerra mondiale Napoli vide, dopo l'8

settembre, la rivolta popolare contro l'occupante tedesco


comunemente detta delle Quattro giornate di Napoli. La Napoli contemporanea tra le pi grandi e popolose

metropoli italiane e mediterranee, conservando ancora la sua


storica vocazione di centro culturale, scientifico ed universitario di livello internazionale, oltre che di grande citt

d'arte e primario polo turistico.

5. SIMBOLI

Lo stemma si compone di uno scudo sannitico diviso in due parti

orizzontali di uguale altezza, quella superiore colorata d'oro e l'altra di


rosso (troncato d'oro e di rosso), sormontato da una corona turrita con cinque bastioni merlati visibili, di cui solo uno, quello centrale,

dotato di porta d'ingresso.


Il gonfalone riprende i due colori dello stemma, oro e rosso, che occupano rispettivamente la met superiore e la met inferiore

dell'intero drappo (troncato), riprendendo simmetricamente la


disposizione dei colori dello scudo araldico cittadino.

6. ONORIFICENZE
Napoli tra le citt decorate al valor militare per la guerra di liberazione; stata infatti la prima citt a liberarsi con le sue sole forze dall'occupazione nazi-fascista e quindi insignita della medaglia d'oro al valor militare per i sacrifici della popolazione e per le attivit nella lotta partigiana durante la rivolta detta delle Quattro giornate di Napoli

MONUMENTI E LUOGHI DI INTERESTE


Napoli una delle citt a maggior densit di risorse culturali e monumenti nel mondo che ne testimoniano la sua evoluzione storicoartistica. Il centro storico, nel 1995, stato annoverato dall'UNESCO tra i patrimoni dell'umanit con la seguente motivazione:

Si tratta di una delle pi antiche citt d'Europa, il cui tessuto

urbano contemporaneo conserva gli elementi della sua storia ricca di avvenimenti. I tracciati delle sue strade, la ricchezza dei suoi edifici storici caratterizzanti epoche diverse conferiscono al sito un valore universale senza uguali, che ha esercitato una profonda influenza su gran parte dell'Europa e al di l dei confini di questa.

1. ARCHITETTURE RELIGIOSE

Le catacombe cristiane che sorsero fuori le mura rappresentano le prime testimonianze di arte, storia e architettura della Napoli cristiana, e che per secoli caratterizzarono la vita socio-religiosa della citt. Le varie dominazioni straniere che hanno caratterizzato la storia di Napoli, influenzarono notevolmente anche la religiosit della citt, come nel caso dei regnanti Angioini ed Aragonesi; nei secoli successivi la citt fu saldamente legata alla controriforma, sotto il dominio degli Asburgo di Spagna.

Oggi, Napoli continua a possedere il maggior numero al mondo, di chiese,

di conventi ed altre strutture di culto. Anche se si considerano solo le chiese storiche, il numero particolarmente elevato; esse raggiungono infatti le 448 unita. Molte sono le chiese proibite, dalle porte sbarrate da secoli o abbandonate

senza custode ma che spesso contengono anche opere di alto valore artistico
(come ad esempio la chiesa di Santa Maria della Sapienza su via Costantinopoli che contiene tele di Luca Giordano ed un ricco interno barocco). Le chiese napoletane sono testimonianze artistiche, storiche ed

architettoniche formatesi nell'arco di diciassette secoli; ad esse, seppur in


maniera indiretta, sono legate per lo pi le vicende artistiche ed architettoniche della citt, nonch i suoi repentini cambiamenti

Tra le principali architetture religiose della citt si ricordano: il Duomo, la Basilica di Santa Chiara, la Chiesa di Santa Maria Incoronata,

2.

CASTELLI

La Napoli antica che aveva a lungo goduto di un'eccellente protezione da parte della capitale dell'Impero romano (anche grazie alla vicinanza con

quest'ultima), al passaggio dall'et classica al Medioevo, dovette presto


ritornare a difendersi da sola. Citt di mare e senza difese naturali nell'entroterra, fu protagonista di numerosi assedi che dovette subire soprattutto nel periodo del Ducato autonomo; in questo periodo la citt si

ritrov in una continua e quasi ininterrotta sequenza di guerre,


prevalentemente difensive, contro i principati longobardi di Benevento, di Salerno e di Capua, gli imperatori bizantini, i pontefici ed infine i Normanni che la riuscirono ad espugnare definitivamente nel 1137.

I castelli difensivi giunti sino a noi intatti nella struttura sono sei, cinque nel centro storico (Maschio Angioino o Castel Nuovo, Castel Capuano, Castel Sant'Elmo, Castel dell'Ovo e la Caserma Garibaldi, costruita appunto a mo' di castello fortificato), e l'altro in zona periferica, il Castello di Nisida di epoca tardo-angioina che oggi ospita la Colonia di Redenzione per Minorenni. Vanno inoltre menzionati i resti di altri due castelli: il Forte di Vigliena e il Castello del Carmine. Altre strutture della citt hanno forme ed aspetto di castelli (Castello Aselmeyer), il cui interesse storico limitato al significato artistico e decorativo della struttura. Infine, sono presenti anche

varie strutture militari costituite da caserme: la loro edificazione risale


prevalentemente verso la seconda met del XIX secolo.

Cinque imponenti torri di piperno e tufo ne delimitano le spesse mura; il notevole arco di trionfo in marmo, fra le torri di Mezzo e di Guardia, fu costruito alla met del Quattrocento da Francesco Laurana e celebra l'entrata di Alfonso I d'Aragona in Napoli il 26 febbraio 1443. La monumentale Sala dei Baroni, che oggi ospita le riunioni del Consiglio comunale, era la sala centrale del castello. Fu cos chiamata perch nel 1487 vi furono arrestati i baroni che congiurarono

contro Ferrante I d'Aragona, ivi riuniti dal sovrano per celebrare le nozze della
nipote. Oggi l'edificio ospita l'omonimo Museo Civico. Nella sua Sala centrale, Pietro da Morrone, salito al Soglio come Celestino V, nel dicembre 1294 fece per viltade il gran rifiuto - come ricorda Dante - aprendo la strada all'ascesa di Bonifacio VIII, dopo un conclave tenutosi nello stesso locale.

3. VILLE Napoli, nel corso della sua storia, per la sua felice posizione e il suo clima mite, stata pi volte scelta anche come luogo di villeggiatura. Secondo gli esami storici, i primi a scoprirla sotto questo punto di vista furono i romani (anche se alcune ricerche archeologiche hanno fatto intuire che vari luoghi della citt furono individuati come "zone di ozio" anche dai greci); successivamente, anche tutte le altre dominazioni straniere videro in Napoli un luogo di vacanza, incrementando l'edificazione di sontuose ville entro e fuori le mura.

Ricordiamo che queste architetture hanno assunto anche una "veste

reale" (come Villa Rosebery che fu residenza dei Borboni). Quest'ultima, prettamente neoclassica, fu dimora del banchiere Carlo Rothschild che dirigeva la filiale napoletana dell'omonima Banca. Le ville napoletane rappresentano importanti testimonianze architettoniche; esse spaziano dal periodo romano (ruderi) al XX secolo; sono circa duecento le ville entro il solo municipio di Napoli, situate maggiormente in zone panoramiche o nelle immediate vicinanze della costa.

5. PALAZZI DI NAPOLI Sono diverse centinaia i palazzi di valore artistico

monumentale della citt, molti dei quali in rovina, come il


rinascimentale Palazzo Penne (importante esempio di architettura civile quattrocentesca) o incompleti, come nel caso

del celebre Palazzo Donn'Anna, tipico esempio di Barocco


napoletano di Cosimo Fanzago.

5. SOCIETA
1. ETNIE E MINORANZE STRANIERE A partire dal 1 gennaio 2011, ci sono stati 29.428 gli

immigrati che vivono a Napoli, pari al 3,05 per cento della


popolazione totale, il valore pi basso per una grande citt italiana. Ci dovuto principalmente a maggiori opportunit di

lavoro nel nord. Tuttavia, il numero attuale un aumento del 15


per cento rispetto all'anno precedente. La maggior parte degli immigrati provengono dall'Europa dell'Est e Asia.

2. LINGUE E DIALETTI
La lingua napoletana (napulitano) una lingua romanza, riconosciuta dall'UNESCO come lingua a tutti gli effetti. Il napoletano ha subto nella sua storia, come molte altre lingue, influenze e "prestiti" dai vari popoli che hanno abitato o dominato la Campania e l'Italia centrale e meridionale, i coloni greci ed i mercanti bizantini nell'epoca del Ducato di Napoli fino al IX secolo, gli arabi, e le dominazioni normanna, francese e spagnola.

Le prime testimonianze scritte si hanno gi nel 960 con il famoso Placito di Capua, mentre la prima opera in prosa considerata comunemente un testo di Matteo Spinelli, i Diurnali, un cronicon degli avvenimenti pi importanti del Regno di Sicilia del XI secolo, fino al 1268. Il napoletano sostitu il latino nei documenti ufficiali e nelle assemblee di corte a Napoli, dall'unificazione delle Due Sicilie, per decreto di Alfonso I nel 1442, e per oltre un secolo fu la lingua ufficiale del Regno. Nel XVI secolo il re Ferdinando il Cattolico impose il castigliano come nuova lingua ufficiale e il napoletano di stato sopravviveva solo nelle udienze regie, negli uffici della diplomazia e dei funzionari pubblici. In seguito il cardinale Girolamo Seripando, nel 1554, stabil poi che in questi settori venisse sostituito dal volgare toscano.

3. QUALITA DELLA VITA


CAMORRA
La camorra una forma locale di criminalit organizzata che

tende a deprimere lo sviluppo delle attivit commerciali e imprenditoriali cittadine, soprattutto nella zona di Scampia. L'origine della camorra sembra risalire ai tempi della dominazione spagnola a Napoli nel XVI secolo. La camorra nasce per ufficialmente nel 1820 col nome di Bella Societ Riformata (=confederata) con una struttura pi gerarchica rispetto a quella attuale.

Negli anni pi recenti il periodo pi cupo risale forse ai decenni tra il 1970 e il 1980 quando a Napoli spadroneggiava la Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo che sar poi infine sconfitta. Tra il 2004 e il 2005 la faida di Scampia ha prodotto pi di sessanta morti. I principali leader camorristici coinvolti sono stati assicurati alla giustizia. Appare per evidente che nella

citt continua a rimanere forte il controllo, quartiere per quartiere, di famiglie


camorriste sempre meno in grado, e forse meno interessate di un tempo, di gestire il controllo della microcriminalit dilagante, dedite essenzialmente allo spaccio di droga e a rendere difficile lo sviluppo economico attraverso il racket o il controllo diretto delle imprese, a volte acquisite anche con la forza.

IL PROBLEMA DEI RIFIUTI


Il problema dei rifiuti presente nella regione Campania (e dunque anche a Napoli) dal 1992. Periodicamente vi sono nella citt eccedenze di rifiuti non

raccolti imputabili al fatto che le discariche campane sono state usate fino alla
loro saturazione, mentre si attendeva la costruzione di inceneritori. Il decreto legge n. 61/2007, prevede l'apertura di 5 megadiscariche. I siti scelti dal governo sono Serre (Salerno), Lo Uttaro (Caserta, gi in funzione), Terzigno (Provincia di Napoli, gi in funzione), Savignano Irpino (Avellino) e Sant'Arcangelo Trimonte (Benevento): gli abitanti delle zone prescelte hanno tentato di opporsi ma le loro proteste sono state represse dalla polizia e gli

impianti sono stati realizzati ugualmente.

La raccolta differenziata nella citt di Napoli si attesta su

percentuali basse (l'ultimo dato del 2010 si attestava al 19%),


nonostante ci siano cassonetti appositi nella maggior parte dei quartieri; non stato ancora attuato un piano concreto di raccolta porta a porta dei rifiuti, gi presente anche in altre citt del Sud.

ECONOMIA

L'economia cittadina, dall'Unit d'Italia ad oggi, ha


visto sempre l'alternarsi di periodi di relativa crescita a periodi di decadimento, senza avere tuttavia mai un reale decollo

1. INDUSTRIA Gi prima dell'Unit d'Italia nacque a Napoli il primo grande complesso metalmeccanico di Pietrarsa, con Real rescritto del 6 novembre 1840. L'opificio, nel quale furono concentrate le preesistenti attivit meccaniche e "pirotecniche" sino ad allora ubicate nel Castel Nuovo di Napoli, conobbe un notevole sviluppo industriale ed economico nel successivo ventennio. Collaterale all'attivit produttiva vera e propria era una scuola per la creazione di una classe di macchinisti indigeni che permise nel giro di alcuni anni di sostituire il personale straniero (britannico in particolare) sulle navi e sulle locomotive. Al 1860 era il maggior stabilimento metalmeccanico italiano.

Per sottolineare l'importanza economica della citt basti pensare che la provincia di Napoli aveva ancora nel 1871, a 10 anni dall'annessione, un indice di industrializzazione superiore a quello di Torino. Napoli era inoltre sede della

Borsa, della Zecca e del Banco Delle Due Sicilie.


In particolare nel secondo dopoguerra e durante il periodo del boom economico (spesso grazie agli investimenti della cassa per il Mezzogiorno), in

citt ebbe un altro forte impulso il comparto industriale, con nuovi impianti nel
campo della siderurgia, dell'industria metalmeccanica e petrolchimica, in particolare nella periferia orientale e settentrionale della citt: alla fine degli anni settanta Napoli poteva essere considerata ancora una citt in cui il settore industriale aveva un posto preminente.

Nei decenni successivi tuttavia, la crisi irreversibile dell'industria di stato, unita ad un generale processo di deindustrializzazione, nonch alla concorrenza dei mercati emergenti ha di fatto mutato radicalmente questa situazione, portando alla chiusura o, nei casi migliori, alla riconversione di un grande numero di aziende (emblematico, anche se non isolato, il caso dell'Italsider di Bagnoli, o la riconversione dell'ex Olivetti di Pozzuoli). Cos i risultati di qualificazione terziaria, e quindi metropolitana, che sembrava lecito attendersi a Napoli negli anni settanta, come conseguenza dell'avviata

industrializzazione del retroterra provinciale e regionale, sono stati in buona


parte frustrati.

L'ultimo grande polo produttivo dell'area metropolitana sopravvissuto alla crisi industriale quello di Pomigliano d'Arco, sviluppatosi attorno agli stabilimenti Fiat e Alenia, con un indotto che fa sentire i suoi effetti fin dentro la citt di Napoli. Rimangono comunque presenti ancora numerose attivit industriali nel campo

siderurgico, metalmeccanico e petrolchimico, accanto alle quali sono fiorite


diverse piccole e dinamiche realt di societ di servizi alle imprese, progettazione e consulenza (con un'alta concentrazione in particolare nel Centro Direzionale di Napoli) che sfruttano sia i mercati industriali presenti sul territorio che quelli

tradizionali del nord Italia. Rilevante anche il settore dell'industria alimentare,


meccanico ed elettrotecnico. Napoli oggi risulta la quarta citt per movimento economico, dopo Milano, Roma e Torino.

2. SERVIZI La mancanza di un vero e proprio sviluppo industriale ha

determinato l'affermarsi di punti di forza differenti che hanno configurato la citt come importante centro del terziario, soprattutto nei campi: commerciale, amministrativo, finanziario, oltre a quello culturale, sempre storicamente rilevante, nonch quello editoriale. Il porto della citt uno dei principali scali marini d'Italia, nonch un'importante voce di reddito per la citt (il secondo al mondo, dopo

quello di Hong Kong, per scalo passeggeri).

Oltre ad ospitare fra centro e agglomerato urbano un importante nodo ferroviario e stradale (Napoli il capolinea dell'Autostrada del Sole), la citt, nell'ultimo decennio, ha investito anche su un ambizioso programma di lavori pubblici molto articolato, che ha

posto le basi del sistema metropolitano su scala cittadina e regionale

3. TURISMO
Il flusso turistico essenzialmente di passaggio, diretto verso localit dell'area metropolitana su tutte Pompei (in cui si registra una media di 3 milioni di turisti l'anno), o le isole del golfo (Capri e Ischia), il Parco Nazionale del Vesuvio, la costiera sorrentina e quella amalfitana, dove la qualit ambientale e l'offerta ricettiva raggiunge livelli di prestigio internazionale. Negli ultimi anni si riscontrata nel porto di Napoli una notevole crescita nel settore croceristico.

Di discreto interesse turistico anche la tradizione artigianale napoletana, specializzata e promossa in apposite mostre, nell'arte presepiale, nella lavorazione di ceramiche e porcellane, un importante settore industriale cittadino occupato dalle produzioni tessile e dell'abbigliamento mentre famosa in tutto il mondo la produzioni dei gioielli con corallo e cammei incisi su conchiglia, di quest'ultima la manifattura napoletana della vicina Torre del Greco, rappresenta quasi monopolio della produzione mondiale.

FATTI INTERESANTI SU NAPOLI


1. MUSEI Tra le capitali mondiali dell'arte, Napoli, data l'enorme ricchezza artistica, ha un elevato numero di musei e gallerie d'arte. Basti pensare che nel solo centro storico della citt si concentrano circa 30 musei, in prevalenza a gestione statale; e senza contare i cicli di affreschi e cenacoli, i musei di istituzioni religiose, musei privati, musei universitari e musei provinciali, che sono sparsi su tutto il territorio napoletano. Il primo fra tutti il Museo archeologico nazionale, il quale ritenuto

uno dei pi importanti al mondo sia per la qualit che per la quantit
delle opere che espone, principalmente quelle di epoca greco-romana.

Molto importante anche il Museo di Capodimonte, all'interno


dell'omonimo bosco, nella Reggia di Capodimonte. All'interno sono ospitate le Gallerie Nazionali di Capodimonte, la pi importante e ricca pinacoteca dell'Italia meridionale, nonch una delle pi importanti d'Italia. Le gallerie custodiscono la straordinaria Collezione Farnese con opere dei pi grandi maestri italiani dal Rinascimento al Barocco, la Collezione Borgia e la galleria della storia della scuola

napoletana.
Oltre alle gi citate Citt della Scienza e all'Acquario Dohrn, di particolare interesse sono altri siti scientifici.

2. MUSICA
La vita musicale napoletana fu molto intensa gi a partire dal XV fino al XVII secolo nell'ambito della polifonia sacra e profana. Nel XV secolo sorsero i quattro prestigiosi conservatori di "Santa Maria di Loreto", della "Piet dei Turchini", di "Sant'Onofrio a Capuana" e dei "Poveri di Ges Cristo" unificati nel 1808 nel Conservatorio di San Pietro a Majella, dove tra i

tanti celebri allievi si annovera il direttore d'orchestra napoletano Riccardo


Muti. Dal XVII e soprattutto nel XVIII secolo la Scuola Musicale Napoletana assunse un ruolo preminente nel campo della musica sacra e musica operistica

europea con musicisti come Domenico Cimarosa, Alessandro Scarlatti,


Giovan Battista Pergolesi, Nicola Porpora.

La canzone classica napoletana, assurta a fenomeno storico nel corso delle annuali feste di Piedigrotta tra l'Ottocento e la prima met del Novecento e con i successivi Festival della Canzone Napoletana, oggi un patrimonio tutelato. attivo da vari anni, presso la sede RAI di Napoli, l'Archivio Sonoro della Canzone Napoletana. Altro fenomeno musicale di particolare interesse la cosiddetta Sceneggiata che si fonda sulla sceneggiatura di un intero spettacolo teatrale partendo da una canzone di argomento popolare; protagonista

indiscusso di quest'arte fu Mario Merola.

Dagli anni ottanta si affermato, tuttavia come fenomeno locale, il genere "neomelodico", tra i pi famosi rappresentanti del genere: Gigi D'Alessio, Nino D'Angelo, Gigi Finizio. Dalla fine degli '80 Napoli ha dato luogo a massicce produzioni di musica elettronica, trip-hop e rock alternativo. Da citare i particolari Le Loup Garou, l'industrial dei

Narcolexia, la rock-dance-psichedelica dei Planet Funk il rock tribal-elettronico dei


Desideria ed altri. Ricordiamo inoltre l'hip hop "napoletano" (definito cos poich spesso gli artisti rappano in questa lingua, appunto) de La Famiglia, seguiti poi dai Co'Sang, Fuossera, 13 Bastardi, Speaker Cenzou, Clementino e molti altri. Fondamentali

nella musica partenopea degli ultimi vent'anni anche il reggae/dub degli Almamegretta
(in cui fino al 2003 militava Raiz, che poi ha intrapreso la carriera solista) e i 99 Posse, nati all'interno del centro sociale Officina 99, nella zona orientale della citt.

3. CUCINA
LA PIZZA

La pizza, prodotto culinario napoletano per eccellenza, si


diffonde in citt tra il Seicento e il Settecento senza avere tuttavia le caratteristiche attuali. Si tratta infatti inizialmente di una variante della

focaccia, arricchita con basilico o strutto o alici e pi tardi con


pomodoro e mozzarella di bufala campana o fior di latte. Solo nell'Ottocento inizia la moda dei buongustai di pizza e la prima vera

pizzeria della quale si conosce il nome fu aperta nel 1830 nella zona
di Port'Alba.

La ricetta classica pi nota risale invece al 1889. L'associazione

"Verace Pizza Napoletana" fondata nel 1984 dai pi antichi maestri pizzaioli diffonde d'allora la metodologia di produzione e degustazione della verace pizza napoletana artigianale, associando le pizzerie nel

mondo che utilizzano i prodotti previsti e la corretta metodologia.


Ogni anno a Napoli a settembre si svolge il Pizzafest nella sede della Mostra d'Oltremare dove si pu degustare una pizza scegliendo tra le

dozzine di pizzerie all'aperto.

LA PASTACIUTA

Non si ferma certo alla pizza il vasto campionario della cucina

napoletana. Necessario citare infatti almeno gli spaghetti: l'immagine


tipica dell'affamato Pulcinella che s'ingozza con un piatto di spaghetti al pomodoro tipica dell'iconografia napoletana, ed stata ripresa

anche da Tot nel suo Miseria e nobilt. Tra i modi pi tipici di


cucinare gli spaghetti (o anche vermicelli) a Napoli vi quello di condirli con le vongole. Gli spaghetti alle vongole possono essere o in bianco o col pomodoro e possono essere conditi o con vongole veraci o con lupini.

Altra tradizione quella del rag, tipico piatto domenicale. Probabilmente derivante dal ragut francese, il rag (o rra in napoletano, celebrato in una poesia e in una commedia di De Filippo) una salsa di lunga ed elaborata preparazione (cinque-sei ore di cottura) fatta con pomodoro e carne di vitello o di maiale, soprattutto nel periodo di Carnevale, e va servita su pasta col buco, in particolare i tradizionali ziti.

I DOLCI
Celeberrima anche la tradizione dolciaria napoletana, che ha beneficiato

degli influssi delle diverse corti (e rispettivi cuochi ufficiali) che si sono succedute nella citt. Tra le diverse specialit la pi nota probabilmente la sfogliatella, che pu essere "riccia" o "frolla" a seconda della preparazione della pasta sfoglia che la compone: realizzata nel Settecento nel monastero di Santa Rosa situato a Conca dei Marini, nei pressi di Amalfi, il ripieno a base di crema

di ricotta, semolino, vaniglia, cedro scorzette di arancia candite. Vi poi il bab,


forse di origini polacche, dolcetto fatto con pasta morbida imbevuto di sciroppo a base di limone e rum e che poi pu essere ricoperto in superficie con crema

pasticciera e frutta fresca

Le zeppole mangiate il giorno di San Giuseppe - e che per questo a volte sono confuse con le zeppole di San Giuseppe (bign alla crema) - sono a Napoli morbide ciambelline ricoperte di zucchero candito. Ci sono poi dolci legati a festivit, come la pastiera che si mangia a Pasqua, fatta con pasta frolla e grano cotto nonch con ricotta, cedro, arancia e zucca

candita. A Natale ci sono gli struffoli, piccole sferette fritte ricoperte di diavolilli
(confettini colorati), canditi e miele, che si suppone siano stati portati dagli antichi greci (stroungolous una parola che significa arrotondato) A Carnevale, infine, ci sono le chiacchiere, fritte e ricoperte di zucchero a velo, il migliaccio, fatto con semola, latte e ricotta, ed infine il sanguinaccio, crema in origine fatta di sangue di maiale e oggi di cioccolata aromatizzata con la cannella.

Visoka poslovna kola Manero

Nensi Peri

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