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EDIZIONI SCOLASTICHE BRUNO MONDADORI STORIA

Giorgio De Vecchi - Giorgio Giovannetti

Storia

978 88 424 3589 1 B


in corso
1. Dal Medioevo alla formazione dell’Europa moderna

Atlante
delle grandi trasformazioni
tecnologiche

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dal volume a cui è allegato

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Giorgio De Vecchi - Giorgio Giovannetti

Storia
in corso
1. Dal Medioevo alla formazione dell’Europa moderna

Atlante
delle grandi trasformazioni
tecnologiche
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EDIZIONI SCOLASTICHE BRUNO MONDADORI STORIA


Sulle tracce di Erodoto 5

Studiare storia con metodo


1. I fatti e i protagonisti della storia
2. Le fonti storiche
3. I tempi e gli spazi della storia
4. La spiegazione storica

Dai boschi ai campi 11

Nuove tecniche agricole medievali


1. Aratri e gioghi
■ DIZIONARIO ILLUSTRATO Gli strumenti del contadino
2. Le aree coltivate
3. I contratti agrari
Storia locale
4. Toscana ed Emilia nell’anno Mille
LABORATORIO DELLE COMPETENZE 16

L’acqua e il vento 17

La diffusione del mulino


1. L’evoluzione dei motori primari
■ LE INNOVAZIONI I cinque stadi dell’evoluzione tecnologica
2. Tecnologia del mulino medievale
■ FONTI E DOCUMENTI Il mulino nell’antica Roma
3. I diritti di banno
■ FONTI E DOCUMENTI Il monopolio feudale dei mulini
LABORATORIO DELLE COMPETENZE 22

Per mare e per terra 23

La ripresa dei viaggi dopo l’anno Mille


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1. Come cambia il modo di viaggiare


■ LE INNOVAZIONI I mezzi di trasporto via terra e via mare
2. I pellegrinaggi
■ DIZIONARIO ILLUSTRATO Quando l’abito fa il monaco
■ STORIA E TERRITORIO Le vie di pellegrinaggio

3. Le forme dell’ospitalità
■ LE RADICI DELLE PAROLE Ospedale
■ TRA PASSATO E PRESENTE Caravanserraglio
■ FONTI E DOCUMENTI Il galateo del buon ospite
LABORATORIO DELLE COMPETENZE 28
Dalle torri ai palazzi 29 2. I cannoni
■ FONTI E DOCUMENTI L’industria delle armi
La città fra Medioevo ed Età moderna
■ DIZIONARIO ILLUSTRATO Com’è fatto un cannone
1. La città medievale
■ TRA PASSATO E PRESENTE I cannoni e la morte anonima
■ FONTI E DOCUMENTI Le meraviglie di Milano
3. Vele più cannoni
Storia locale ■ STORIA PER IMMAGINI Uno scontro fra titani
2. Il borgo medievale di San Gimignano LABORATORIO DELLE COMPETENZE 52
3. La città rinascimentale
■ FONTI E DOCUMENTI Pensare la città: Sforzinda
■ DIZIONARIO ILLUSTRATO Gli elementi di fortificazione
tra Medioevo ed Età moderna
LABORATORIO DELLE COMPETENZE 34
Misurare il mondo 53

Gli strumenti della nuova scienza


1. Metodi e strumenti della ricerca
■ STORIA PER IMMAGINI Lo spettacolo della scienza
Questione di caratteri 35 2. Misurare il tempo
■ FONTI E DOCUMENTI Mastro Giovanni degli orologi
La rivoluzione della stampa
■ LE INNOVAZIONI Il meccanismo dell’orologio
1. Nuovi impieghi di tecniche note
■ FONTI E DOCUMENTI I caratteri mobili Storia locale
3. Tecnologia e territorio: il sistema dei Navigli
Professioni
■ DIZIONARIO ILLUSTRATO La conca
2. I mestieri del libro
LABORATORIO DELLE COMPETENZE 58
■ STORIA PER IMMAGINI Nella bottega del tipografo
3. La diffusione della stampa
■ STORIA E TERRITORIO Le tipografie in Europa
■ LE RADICI DELLE PAROLE Incunabolo

Storia locale
4. Le stamperie della Serenissima
■ STORIA E TERRITORIO
Edizioni a stampa nei principali centri editoriali del XVI secolo;
Attività editoriali a Venezia all’inizio del XVI secolo
LABORATORIO DELLE COMPETENZE 40

Mondi di carta 41

Cartografia e navigazione
1. La geografia secondo Tolomeo
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o Livorno mar Nero
Portogallo allo
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giapponese
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Malta Fi
Saleh Algeri Impero

Le proiezioni di Tolomeo
mar Mediterraneo ottomano
Rabat Tunisi Impero Hiradu
cinese Nanjing Hakata

■ STORIA E TECNICA
Tripoli mar Bonotsu
Canarie urro
zz Giallo
Nuova Delhi
A
e

Spagna New Providence


um

Impero Moghul Fi Formosa


L’Avana Tortuga
La Mecca Surat Canton
Veracruz Diu Macao

Acapulco Belize Port


Royal Goa Manila
Curacao

Panamá Guyana Almina Colombo

2. Gli strumenti di navigazione


Malacca
Molucche
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a n o Batavia
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Recife
Luanda
o c e
c Giava
if Lima
ic Bahia
o Mozambico
Ile Sainte
Marie

Madagascar

La bussola
Vicereame

Nello spazio e nel tempo


Capo di

■ LE INNOVAZIONI
del Perú
Buona
Speranza

59
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■ STORIA E TECNICA La proiezione di Mercatore


Le trasformazioni geostoriche
Storia locale
1 La costruzione dello spazio europeo (XI-XIII secolo) 60
3. Sicilia: un crocevia nel Mediterraneo
LABORATORIO DELLE COMPETENZE 46 2 1492: il mondo alla vigilia del grande cambiamento 62

3 L’Italia fra XIV e XVI secolo. 64


Quadro dei mutamenti geopolitici
Vele e cannoni 47 4 La ricerca dell’uniformità religiosa nell’Europa moderna 66
La nuova guerra per mare 5 I pirati sulle rotte del grande commercio 68
1. Le vele
6 Asia: potenze terrestri, egemonia marittima europea 70
■ STORIA E TECNOLOGIA Galera; Caravella
Il percorso Dalle torri ai palazzi è a cura di Referenze iconografiche
Ilaria Tremolada Archivio Pearson Italia
Corbis
Foto Fontanelli
Scalagroup
Il libro è stato realizzato da:

Chiara Guerrini
progetto e coordinamento editoriale

Marina Bardini
progetto grafico e impaginazione

Nadia Castagnino
redazione

Cecilia Lazzeri
ricerca iconografica

Studio Lauti (Bologna)


cartografia

Daniele Gianni
disegni e grafici

Massimiliano Martino
controllo qualità

Per i passi antologici, per le citazioni, per le riproduzioni


grafiche, cartografiche e fotografiche appartenenti alla proprietà
di terzi, inseriti in quest’opera, l’editore è a disposizione degli
aventi diritto non potuti reperire, nonché per eventuali non volute
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del compenso previsto dall’art. 68, commi 4 e 5, della legge
22 aprile 1941 n. 633. Le riproduzioni effettuate per finalità di
carattere professionale, economico o commerciale, o comunque
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Studiare storia con metodo

Sulle tracce
di Erodoto
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5
1. I fatti e i protagonisti della storia

Che cos’è un fatto storico? nel saper collegare diversi àmbiti della vita umana, per compren-
A prima vista, sembra facile rispondere a questa domanda. I fatti dere davvero un popolo, una civiltà, un mondo: perché è questa
di cui la storia di occupa sono gli eventi del passato. Le guerre capacità di collegare che ci aiuta anche a comprendere la no-
puniche, le crociate, la Riforma protestante, la Seconda guerra stra civiltà, il nostro mondo.
mondiale, la caduta del Muro di Berlino: sono tutti “fatti” che la ■ Per orientarci, vediamo nello schema in basso i principali
scienza storica vuole ricostruire, analizzare e spiegare. àmbiti di eventi e fenomeni storici. Lo storico può benissimo pri-
■ Ma che cos’è un “fatto”? O meglio, quali eventi e fenomeni vilegiare, nella sua ricerca, uno di questi àmbiti. Abbiamo infatti
devono essere considerati “fatti” ? Quelli che abbiamo indicato molti tipi di “storie”: la storia economica, la storia sociale, la
sopra lo sono certamente: ma l’alimentazione dei popoli antichi? storia delle idee, la storia delle tecniche, la storia politica ecc. Sa-
la condizione della donna in Grecia e a Roma? le tecniche agrico- per distinguere un fatto economico da uno politico è un obiet-
le nel Medioevo? la nascita della scienza moderna? i consumi e tivo importante nello studio della storia, ma bisogna ricordare
gli stili di vita dei giovani nel Novecento? Questi sono o non sono che, nella realtà di ogni epoca, queste dimensioni sono sempre
“fatti” in senso storico, cioè fenomeni da analizzare e ricostruire? intrecciate. Immaginiamo, per esempio, di essere uno storico
del prossimo secolo e di volerci occupare di un fenomeno come
La scelta delle rilevanze Internet oggi: dove lo classificheremmo? Nell’àmbito della tecno-
logia, certamente: ma non dovremmo riconoscergli anche una
La storiografia ritiene ormai che non esistano fatti storici in sé
enorme importanza economica, sociale, culturale e politica?
e per sé: la scelta di che cosa studiare è compiuta dallo storico in
base ai criteri della sua ricerca. I fatti, potremmo dire, li “crea”
lo storico. Ciò però non significa che qualunque scelta vada bene Lo “spazio” della storia
e che uno studioso possa ignorare degli eventi perché non gli
Un secondo punto riguarda la dimensione spaziale della storia:
interessano: lo storico deve rendere conto delle sue scelte. Egli
per lungo tempo ci si è concentrati sulla storia d’Italia o al mas-
stabilisce però delle rilevanze: la “lista” dei fatti oggetto di studio
simo d’Europa. Da qualche tempo gli studiosi, e anche i manuali,
muta e si arricchisce, in rapporto al progresso delle conoscenze e
si interessano ampiamente della storia mondiale, cioè della rete
agli stimoli che vengono dal mondo in cui lo storico vive e opera.
dei fenomeni su scala globale. È anche questa una conseguen-
Per esempio, la storiografia ha a lungo considerato “fatti” solo i
za dell’integrazione su scala planetaria dei grandi fenomeni eco-
grandi eventi politico-istituzionali, le vicende dei popoli, le loro
nomici, sociali e culturali, che è un dato del nostro tempo. D’altra
guerre. Nel Novecento, invece, gli storici hanno incominciato a
parte, si dedica anche una crescente attenzione alla storia locale.
occuparsi sistematicamente anche di altri aspetti: le tecniche e
■ Le due cose non sono in contraddizione, né dal punto di
il lavoro, l’alimentazione, le classi sociali più povere, la famiglia,
vista culturale, né da quello didattico. In primo luogo, perché è
la cultura, quella “ufficiale” dei letterati, ma anche le credenze e i
interessante mettere in luce le relazioni tra quanto avviene sulla
modi di pensare della gente comune.
grande scala dell’Europa o del mondo e le sue “ricadute”, potrem-
mo dire, nella dimensione più prossima alla vita delle persone.
La capacità di collegare àmbiti diversi In secondo luogo, perché inserire elementi di storia locale nello
Il campo di ciò che è considerato “fatto storico” si è dunque molto studio della storia (come questo Atlante propone) può essere utile
ampliato, e questo vale sia per gli storici di professione sia per chi per capire il significato e il valore dell’esperienza storica per la
la storia la studia a scuola. Il valore dello studio della storia sta vita quotidiana. Per rendere, in una parola, la storia più vicina.

Ambito economico Ambito politico-istituzionale Ambito sociale Ambito culturale


Comprende tutti gli aspetti Comprende ciò che riguarda il potere, Comprende tutto quanto Comprende la vita intellettuale,
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della società che hanno lo stato, il ruolo del cittadino, i suoi diritti riguarda le comunità umane il sapere e le credenze degli
a che fare con la produzione, e doveri, le relazioni tra stati, la guerra e le relazioni tra le persone uomini (per esempio arte,
la distribuzione e la (per esempio partito politico, democrazia, (per esempio classe sociale, religione, filosofia, scienza
circolazione della ricchezza dittatura, elezioni, pace, guerra). famiglia, ceto, differenze sociali, e tecnica, miti, mentalità
(per esempio agricoltura, vita quotidiana). collettive).
industria, commercio, moneta,
organizzazione del lavoro).

6
2. Le fonti storiche

In che cosa consiste la storia? ■ Le fonti primarie, a loro volta, sono costituite da tipi di ma-
Il termine “storia” deriva dal termine greco istorìa, che significava teriali diversi; semplificando si può affermare che esistono fonti
originariamente ricerca o indagine. Dunque la storia, fin dal scritte e non scritte.
suo significato letterale, comporta un’indagine su avvenimenti
giudicati di particolare importanza. Fonti scritte
■ Per indicare la disciplina che studia gli avvenimenti del pas-
sato si usa il termine storiografia, che letteralmente significa
“scrittura della storia”. Va sottolineato il carattere scientifico di
questa disciplina: la storiografia non è infatti una semplice narra-
zione degli avvenimenti passati, ma una vera e propria scienza, il
cui obiettivo è la conoscenza e la comprensione del passato.
Se la storiografia è una scienza, come ogni scienza deve basarsi
su dati osservabili, che in questo caso sono le fonti.

Che cos’è una fonte storica?


Le fonti sono gli strumenti fondamentali dello storico, la sua “ma-
teria prima”, in quanto gli forniscono i dati necessari per rico-
struire e spiegare gli avvenimenti del passato. Le fonti storiche
si dividono in primarie e secondarie.

Fonti primarie (o dirette)


Sono costituite da tutti i mate-
riali contemporanei all’epoca
studiata; per esempio, un papi-
ro del XIII secolo a.C. costitu-
isce una fonte primaria per lo
studio della civiltà egizia.

Fonti non scritte


Tutti i materiali che, pur senza essere scritti, ci danno informa-
zioni sul passato, come utensili, monete, mezzi di locomozione,
opere d’arte ecc.

Fonti secondarie (o indirette)


Sono costituite dai materiali ela-
borati in epoca successiva; il ma-
nuale di storia, per esempio, è una
fonte secondaria.
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■ I reperti archeologici
cinesi dell’“esercito
di terracotta” sono
una testimonianza
di oggetti, armature ■ La scena dalla guerra dei Cent’anni
e tecniche di raffigurata in una miniatura del XV secolo
combattimento permette di conoscere l’aspetto delle città
del III secolo a.C. e le armi dell’epoca.

7
3. I tempi e gli spazi
■ Le fonti archeologiche non scritte sono ovviamente le uni-
che su cui può contare lo studioso della preistoria, ma l’utilizzo
di fonti non scritte è indispensabile per lo studio di qualsiasi epo-

della storia
ca, anche le più recenti, visto che la cultura umana non è fatta
solo di scrittura.
■ Oltre a questa distinzione, è possibile operare altre differen-
ziazioni tra le fonti; per esempio, le fonti scritte possono essere:
■ letterarie, ossia costituite dalle opere di letteratura, storia,
filosofia e scienza;
epigrafiche, se si tratta di iscrizioni su pietra, metallo,

argilla ecc.
La cronologia
La storia, come abbiamo detto, si occupa di fenomeni nel tempo:
Le fonti non scritte possono invece essere: per tale ragione, precisare “quando” un fenomeno è avvenuto
■ iconografiche, cioè costituite da immagini è un prerequisito essenziale del lavoro storico (e anche dell’ap-
(disegni, affreschi, mosaici ecc.); prendimento della storia).
■ monumentali, ovvero resti di edifici e siti; ■ La cronologia è la scienza che si occupa della misurazione
■ orali, cioè testimonianze di persone che hanno vissuto del tempo, cioè dei metodi e dei criteri per mettere in ordine i
direttamente gli avvenimenti studiati; fatti che si svolgono nel tempo. La cronologia studia dunque i
■ reperti di altro tipo, come utensili, monete, mezzi sistemi di datazione, il cui fine è di stabilire come suddividere il
di locomozione ecc. tempo e quale punto di riferimento adottare.
Ogni misurazione del tempo, infatti, presuppone un punto di par-
tenza dal quale effettuare il conteggio, la cui scelta non è casuale.

I sistemi di datazione
I popoli adottano come punto di riferimento, nella maggior
parte dei casi, eventi della propria storia che hanno per loro una
Adesso prova tu particolare importanza, cioè dei “fatti-simbolo”. I romani, per
esempio, misuravano gli anni a partire dalla data presunta del-
Leggi questi due esempi di fonti scritte, entrambe relative alla la fondazione di Roma (753 a.C.); i cristiani introdussero invece,
Riforma protestante, e indica se si tratta di fonti primarie come fatto-simbolo, la nascita di Gesù, mentre i musulmani pre-
o secondarie, motivando la tua risposta. sero come riferimento un evento fondamentale della vita di Mao-
metto, l’Egira (622 d.C.). Di fatto la datazione cristiana, oltre ad
Esempio 1: fonte .............................................. affermarsi nelle aree di tradizione cristiana come l’Europa, si è
5. Il papa non vuole né può rimettere alcuna pena, eccetto quelle che ha imposta in quasi tutto il mondo e viene usata anche in questo
imposto o per suo volere o per volontà dei canoni. [...] Atlante. È comunque importante ricordarsi che il nostro sistema
21. Errano dunque quei predicatori di indulgenze, i quali dicono che di datazione è solo una delle possibili modalità di datare la storia
l’uomo può essere liberato e salvato da ogni pena mediante le indul- e che ve ne sono anche altre.
genze del papa, ■ Ogni sistema di datazione suddivide tutti gli avvenimenti in
22. [Il papa anzi] non rimette alle anime in purgatorio nessuna pena due grandi gruppi: quelli avvenuti prima e quelli avvenuti do-
che avrebbero dovuto subire in questa vita secondo i canoni. [...]
po il fatto-simbolo di riferimento. Nel sistema di datazione da noi
24. Perciò deve accadere che la più parte del popolo sia ingannata da
usato, ogni data può indicare un anno prima o dopo la nascita di
quella promessa di liberazione dalla pena indiscriminata e appariscen-
Cristo. Per questo motivo, in genere, le date sono accompagnate
te. [...]
43. Bisogna insegnare ai cristiani che è meglio dare a un povero o fare dalle sigle a.C. (che significa “avanti Cristo”, cioè prima della
un prestito a un bisognoso che non acquistare indulgenze. [...] nascita di Cristo) o d.C. (che significa “dopo Cristo”); quando
45. Bisogna insegnare ai cristiani che chi vede un bisognoso e lo tra- non viene usata nessuna sigla si intende sempre “dopo Cristo”.
scura per comprarsi indulgenze, si merita non l’indulgenza dei papa
ma l’indignazione di Dio.
M. Lutero, Le novantacinque tesi sulle indulgenze, 1517, trad. it. di F. di Caccia,
in A. Agnoletto, Lutero: la vita il pensiero i testi esemplari,
Edizioni Accademia, Milano 1974
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Esempio 2: fonte ..............................................


La disputa circa il battesimo degli infanti o degli adulti è d’importanza
assai grande per la definizione di quel ch’è la Chiesa. Il battesimo degli
adulti s’accorda infatti con la teoria secondo cui la Chiesa è l’assemblea
di tutti coloro che sono passati attraverso l’esperienza della rigenera-
zione interiore; il battesimo dei pargoli implica invece che la Chiesa
comprenda l’intera collettività d’un Paese in cui ogni nato viene anche
battezzato. Ci troviamo qui dinanzi al problema della setta e della Chie-
sa; della conventicola spontanea esigua e selezionata, contrapposta a
una istituzione indiscriminata che coincide con lo Stato, e con la so-
cietà.
R. Bainton, La Riforma protestante, Einaudi, Torino 1984 ■ Scavi archeologici
in Kenya.

8
Esempio di macroperiodizzazione

Preistoria dalla comparsa dei primi ominidi


all’invenzione della scrittura
(3000 a.C.)

società, della politica o della cultura. Bisogna però osservare, in


primo luogo, che il mutamento è spesso molto lento; in secondo
luogo, che anche un mutamento rapido non “azzera” tutto quello
Età antica dal 3000 a.C. alla caduta che c’era prima. Un piano della vita collettiva può cambiare ve-
dell’Impero romano d’Occidente locemente, altri più lentamente, altri ancora così lentamente da
(476 d.C.) sembrare immobili.
■ Alcune cose cambiano, altre permangono inalterate, o
quasi, per lungo tempo. Per esempio: l’aristocrazia ha continua-
to a dominare in Grecia anche dopo l’avvento della “democrazia”
(V secolo a.C.), perché ciò corrispondeva a una struttura sociale
Medioevo dal 476 all’arrivo in America profonda di quell’epoca.
di Cristoforo Colombo (1492)
Diacronia e sincronia
Quando consideriamo i fenomeni storici nel tempo possiamo
adottare due prospettive diverse ma complementari: la diacro-
nia e la sincronia. L’approccio diacronico (dal greco dià, “attra-
Età moderna dal 1492 all’inizio della rivoluzione verso”, e chronos, “tempo”) privilegia la successione dei fatti o
francese (1789) dei fenomeni lungo l’asse del tempo; quello sincronico (dal gre-
esempio di microperiodizzazione co syn, “con”) la loro simultaneità o il loro parallelismo in un
1618-48 guerra dei Trent’anni dato periodo di tempo.
23 maggio 1618 defenestrazione di Praga ■ L’approccio diacronico ha il vantaggio di mettere a fuoco più
1620 battaglia della Montagna bianca agevolmente l’evoluzione di un fenomeno, per esempio di un
Età dal 1789 ai giorni nostri popolo, ed è più comodo dal punto di vista didattico. L’approccio
contemporanea sincronico è più complesso ma anche più ricco, perché permette
di cogliere meglio le relazioni fra eventi, popoli, luoghi. Stu-
diando la storia, anche se si utilizza una prospettiva diacronica,
occorre cercare di non perdere di vista, almeno per sommi capi,
quanto nello stesso tempo accadeva in altri luoghi, per altri popo-
li o in altri àmbiti della vita di uno stesso popolo.
Le periodizzazioni
Un’importante operazione realizzata dagli storici, basata sugli
strumenti forniti dalla cronologia, è costituita dalle periodizza-
Sincronia
zioni. Periodizzare significa catalogare insiemi di avvenimenti
storici secondo un criterio temporale comune. Le periodizza- Rinascimento Riforma protestante Quadro politico
zioni possono riguardare lunghi periodi di tempo (macroperio- 1512 Michelangelo
dizzazioni) o periodi di tempo più brevi (microperiodizzazioni). termina di affrescare
I criteri usati per suddividere la storia in periodi omogenei posso- la volta
no essere molti, perché dipende dal punto di vista che si decide della Cappella Sistina
di assumere e dagli avvenimenti che sono giudicati rilevanti. Nei 1515 Francesco I
manuali di storia, per esempio, si usa generalmente la macrope- di Valois sale al trono
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di Francia
riodizzazione esemplificata nella tabella sopra.
Diacronia

1517 Lutero rende


Mutamenti e permanenze pubbliche le 95 Tesi,
dando inizio alla
Questo ci porta a riflettere brevemente anche su un altro tema: Riforma protestante
quello del rapporto fra mutamento e permanenza (o persi-
1519 Muore 1519 Carlo V viene
stenza) nella storia. Leonardo da Vinci eletto imperatore
■ Si tende solitamente a porre un particolare accento sui del Sacro romano
cambiamenti storici: non a caso, si parla molto spesso di “rivo- impero
luzioni” (la rivoluzione neolitica, la rivoluzione agricola, la rivo- 1521 Papa Leone X
luzione scientifica, la rivoluzione francese, la rivoluzione indu- scomunica Lutero
striale). Abbiamo una “rivoluzione” quando si verifica un muta-
mento profondo, e in alcuni casi rapido, dell’economia, della

9
Il fattore “spazio”
Lo studio della storia implica una risposta non solo al “quando”
è accaduto un avvenimento, ma anche al “dove” è accaduto.
4. La spiegazione
Ogni fatto storico avviene infatti in una certa epoca e in un certo
luogo: l’“ambientazione” nello spazio è decisiva per spiegare
determinati caratteri di una civiltà o determinati fatti storici. La
storica
civiltà egizia, per esempio, poté svilupparsi per migliaia di anni
senza subire invasioni catastrofiche perché insediata in un’area,
la valle del Nilo, piuttosto protetta e non attraversata dalle grandi
I fenomeni e le cause
direttrici di spostamento dei popoli antichi; non avvenne lo stes-
30° 70° 20° 10° 0° 10° 20° 30° 40° 50° 60° 70° Indicare il motivo per cui un certo avvenimento è accaduto signi-
so per la civiltà dei sumeri in Mesopotamia, Muna
M A R E G L A C I A L E A R T I C O
terra che, per fica trovarne le cause, cioè l’insieme dei fenomeni che lo hanno
CAPO NORD

reso possibile o addirittura determinato. Si tratta di un’ope-


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collocazione e conformazione geografica, fu da sempre crocevia


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razione molto complessa, soprattutto perché nella realtà storica


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di migrazioni e soggetta a invasioni. Öraefajökull o Po p p


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quasi mai vi è una sola e unica causa di un avvenimento, e tra

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■ Per tali ragioni, nello studio della storia è indispensabile sa-


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cause e conseguenze vi è spesso un rapporto di circolarità, nel
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senso che le conseguenze di un fenomeno concorrono a loro vol-

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ostorica, che può essere di diversi tipi: fisica, politica o tematica.


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■ Le cause storiche si distinguono tra di loro innanzitutto per


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il tipo di àmbito a cui fanno riferimento. Vi sono infatti cause:
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di tipo culturale (scoperte geografiche, innovazioni artistiche,


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■ Una seconda distinzione riguarda invece l’importanza del-
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le cause. Per ogni fenomeno storico si è soliti distinguere tra cau-
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se immediate e cause profonde. Le prime sono, in genere, la


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cause più vicine di un fenomeno, quelle che lo precedono di poco
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Carte politiche
Regno
di Scozia
mare ro russo nel tempo; le seconde sono invece le cause di lungo periodo, pre-
L’Europa dopo la pace di Westfalia
del Nord
Regno mettono in evidenza senti cioè da molto tempo. La distinzione, però, non è solo cro-
Irlanda
di Danimar
Regno i confini
Prussiaesistenti tra stati
nologica. Le cause immediate sono meno decisive di quelle
d’Inghilterra Province
Unite o regioni profonde; si dice infatti che le cause immediate non siano che “la
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oceano Paesi Westfalia B
Bassi
Regno di goccia che fa traboccare il vaso” di un certo cambiamento nella
Atlantico
Palatinato storia, intendendo con questa espressione che quel cambiamento
Baviera ia
Regno sarebbe comunque prima o poi avvenuto anche se non avesse
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di Francia Conf. Austria


avuto luogo quella causa immediata.
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■ Riassumendo, i criteri per distinguere cause immediate e


eg

Regno
Impero
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di Portogallo
Regno ottoman o mar Nero cause profonde sono i seguenti:
di Spagna

■ durata nel tempo


lunga durata $ causa profonda
breve durata $ causa immediata
mar Mediterraneo
■ influenza sugli avvenimenti successivi
oceano notevole influenza $ causa profonda
Atlantico
La diffusione dell’aratro pesante
Carte tematiche scarsa influenza $ causa immediata
© Pearson Italia spa

presentano informazioni
mare
del Nord o dati specifici relativi ral
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a un’area geografica

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Loira

Classifica i seguenti fatti storici distinguendo


Duero Danubio
mar Nero mar tra quelli di lunga e di breve durata.
Tago Caspio Spiega poi le ragioni delle tue scelte.

Scoperta Rivoluzione
Tig Protestantesimo dell’America francese
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mar Mediterraneo Eu
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10
o
Nuove tecniche agricole
medievali

Dai boschi
ai campi
© Pearson Italia spa

11
1 Aratri e gioghi

Le innovazioni agricole ■ Aratro leggero, miniatura del X secolo.


Dopo l’anno Mille l’agricoltura in Europa conobbe mutamenti di
rilievo in almeno tre ambiti:
lamente alla progressiva estensione delle terre coltivate sottratte
■ gli strumenti utilizzati;
alla foresta.
■ le tecniche agronomiche;
■ Per sfruttare al meglio le potenzialità dell’aratro pesante fu
■ il dissodamento di nuovi terreni, che in passato non potevano
necessario riorganizzare le tecniche per il traino: se per ara-
essere messi a coltura perché la tecnologia non lo consentiva.
re un campo con l’aratro leggero bastava la forza di un bue, per
La principale innovazione nel campo degli attrezzi agricoli fu si-
l’aratro pesante occorrevano da due a otto buoi o, meglio, l’impie-
curamente l’aratro pesante, detto anche “carruca”.
go del cavallo, che sviluppava una forza di lavoro pari a quella di
due o tre buoi e una velocità di traino assai maggiore.
L’aratro leggero ■ Le più importanti innovazioni riguardarono i sistemi di ag-
Nel mondo antico e altomedievale l’aratro era di legno, privo di giogamento dei buoi e di bardatura del cavallo.
ruote, dotato di una punta in legno (in quelli più antichi) o di una
pala in ferro, detta vomere, che rompeva la terra spostandola di Il giogo, il collare rigido, la ferratura
lato, senza però rovesciarla.
Il giogo serviva come strumento di attacco per i bovini; in origi-
■ L’aratro leggero tracciava un solco poco profondo ed era
ne era composto da due cinghie che circondavano pancia e collo
adatto all’aratura dei terreni sabbiosi, asciutti e friabili dell’area
dell’animale. L’introduzione del giogo doppio di garrese consen-
mediterranea.
tì di unire a due a due i buoi (fino a otto), in modo che lavorassero
assieme per trascinare l’aratro con maggiore potenza di lavoro.
L’aratro pesante ■ Il giogo, tuttavia, era un sistema adatto alla struttura fisica
Le terre delle pianure continentali, dense di radici e sassi quan- del bue, ma non del cavallo, che veniva invece quasi soffocato
do venivano recuperate dalle foreste, umide e pesanti quand’era- dalla cinghia che premeva sul collo. L’innovazione del collare
no sottratte alle paludi, si poterono dissodare solo quando i con- rigido, che poggiava sulle spalle dell’animale, risolse gli inconve-
tadini ebbero a disposizione la tecnologia più complessa ed evo- nienti che limitavano la capacità di lavoro dell’animale.
luta dell’aratro pesante. ■ La ferratura degli zoccoli del cavallo, già praticata per i
■ Già usato in alcune aree d’Europa nel IX secolo, l’aratro cavalli impiegati nelle battaglie, contribuì a migliorare ulterior-
pesante ebbe ampia diffusione solo dopo l’anno Mille, paralle- mente la resa di questo animale in agricoltura.

Dizionario illustrato
Gli strumenti
del contadino

Il collare rigido
aumenta la capacità
di traino del cavallo.
© Pearson Italia spa

La ferratura degli Il versoio è una pala


zoccoli incrementa ricurva che rivolta
la resa del cavallo. le zolle tagliate dal coltro
e dal vomere.

Due o quattro ruote, a seconda dei modelli, Il coltro è una lama Il vomere è una pala affilata, posta perpendicolarmente
favoriscono il movimento e una maggiore perpendicolare al suolo per il taglio rispetto al coltro, che penetra in profondità
velocità di spostamento dell’aratro. verticale della terra. e taglia orizzontalmente la zolla di terra da rivoltare.

12
2 Le aree
coltivate
Quando la tecnologia non basta
Le innovazioni tecnologiche introdotte in agricoltura attorno
all’anno Mille migliorarono la resa dei terreni, cioè la quantità di
prodotto per unità di superficie, ma non in percentuale sufficiente
per far fronte alla maggiore domanda di alimenti dovuta al forte
incremento demografico.

6
q / ha

■ Il grafico rappresenta, 4
in quintali per ettaro,
l’aumento della resa dei terreni. 3

1
IX secolo XIII secolo
■ Il maggiore aumento della produzione fu, piuttosto, il risul-
tato dell’estensione delle aree coltivate, ottenuta sottraendo
molte terre alla foresta.

Dalle foreste alle coltivazioni di guadagnare nuovi terreni per


Le foreste dell’Alto Medioevo Dalla fitta vegetazione della le coltivazioni, ma forniva anche
Nell’Alto Medioevo il bosco e la palude avevano preso il soprav- foresta altomedievale (sopra) materiale per la costruzione
vento sulle aree coltivate anche in quelle regioni che erano state al disboscamento delle aree di nuovi edifici, resi necessari
colonizzate e messe a coltura dai romani, a causa sia della crisi vicine ai centri abitati (sotto): dall’incremento demografico
delle strutture economiche romane, sia della cultura delle popo- il taglio degli alberi consentiva e dalla rinascita delle città.
lazioni germaniche, per le quali le principali fonti di sostentamen-
to erano date dai prodotti della foresta (come la selvaggina e i
frutti selvatici).

La riconquista degli spazi coltivati


Ben diversa fu la situazione dopo l’anno Mille: la superficie delle
foreste si ridusse progressivamente per lasciare posto a colture
sempre più estese. Ecco come lo storico Werner Rösener descrive
la «poderosa ondata colonizzatrice» che trasformò il paesaggio
europeo.

L’espansione demografica fu accompagnata da una poderosa ondata


colonizzatrice e dall’estensione delle superfici messe a coltura in tutti
i paesi europei. Il Medioevo maturo si può quindi considerare l’epoca
dei grandi dissodamenti, che modificarono profondamente il paesaggio
europeo dandogli l’aspetto che esso conservò per secoli. Dissodamenti
e colonizzazione furono in alcuni territori così intensi da cambiare le
strutture insediative dell’area centro-europea. L’ampliamento delle su-
© Pearson Italia spa

perfici coltivate nei territori di antico insediamento fu completato grazie


a una colonizzazione accuratamente pianificata di nuovi insediamenti.
Lo sviluppo delle zone collinari si concretizzò in primo luogo attraverso
disboscamenti, mentre nelle aree alluvionali lungo le coste e i fiumi si
ottennero nuovi suoli coltivabili con bonifiche e dighe.
W. Rösener, I contadini nella storia d’Europa, Laterza, Roma-Bari 1995

■ Il processo di disboscamento fu particolarmente intenso


nelle zone dove maggiore era stato l’incremento demografico, co-
me l’Europa centro-orientale; fu promosso dai monasteri, come
in alcune aree delle isole britanniche, dalle città, come nell’Italia
centro-settentrionale, oppure ancora dai signori laici ed ecclesia-
stici nei territori soggetti alla loro giurisdizione feudale.
3 I contratti
agrari
I doveri di un colono nell’Alto Medioevo
Questo resoconto dei doveri di un contadino che lavora le terre
dell’abbazia parigina di Saint-Germain-des-Prés, stilato all’inizio
del IX secolo, è un perfetto esempio dei contratti agrari diffusi
nell’Alto Medioevo.

■ Contadini mietono il grano,


miniatura della fine del XIV secolo.

Bodo, colono, e sua moglie Ermenetrude, affittuari di Saint-Germain, hanno tre bambini. Egli 1. piccolo insieme di terreni, edifi-
coltiva un manso1 con una parte di terra arabile, una parte a vigna e a prato. Egli paga ogni anno ci e diritti fondiari di proprietà del
due scellini d’argento all’esercito e due barilotti di vino per il diritto di far pascolare i suoi maiali nei signore feudale assegnati a una
boschi. Ogni tre anni deve fornire cento tavoli e tre pali per steccati. Ara quattro pertiche2 di terre- famiglia contadina.
no dell’abbazia per la semina invernale e due pertiche per la semina primaverile. Ogni settimana 2. unità di misura di superficie
è tenuto a prestare la sua opera due volte e deve fare qualunque lavoro gli venga ordinato. Paga equivalente a 600 m2 circa.
all’abbazia tre polli e quindici uova all’anno. Egli è proprietario di mezzo mulino a vento per cui
paga due scellini d’argento ogni anno.
Polittico di Saint-Germain-des-Prés, in G. Duby, L’economia rurale e nell’Europa medievale,
Laterza, Bari 1983

■ Il contadino Bodo è legato da un classico contratto di co- si estendeva, a discrezione del signore, persino al taglio dell’er-
lonia, che prevede: ba (erbatico), all’usura delle vie pubbliche causate dalle ruote dei
■ l’affitto in denaro (la somma in scellini) e in natura carri (rotatico) e alla polvere che si sollevava al loro passaggio
(i barilotti di vino, il legname); (polveratico), fino alla tassa su ogni matrimonio (marriatico).
■ le corvées, ossia prestazioni d’opera obbligatorie sul fondo ■ Nei secoli dell’Alto Medioevo il contratto di colonia convisse
del padrone (i due giorni di lavoro alla settimana); con altre forme di rapporto degli uomini con la terra: la servitù e
■ gli appendizi, ossia altri oneri in natura (in questo caso l’allodio. La servitù era la totale soggezione contrattuale al si-
solo polli e uova). gnore, di solito accompagnata dal vincolo alla terra (servitù della
gleba). L’allodio era invece la condizione del contadino libero,
proprietario della terra che lavorava.
L’evoluzione dei contratti agrari ■ Nel corso dei secoli, specie dopo l’anno Mille, il contenuto
Affitto, corvées e appendizi sono gli elementi fondamentali dei dei contratti agrari si modificò: tesero a scomparire le corvées e
contratti di colonia, che vengono specificati in dettaglio e che pe- le clausole di soggezione giuridica al signore, mentre si amplia-
sano più o meno sul lavoro dei contadini. rono e si precisarono meglio i contenuti di carattere economico.
■ A questi si aggiungono le bannalità, ossia una serie infini- Si definirono in tal modo le forme di contratto agrario che sono
ta di piccoli tributi, per lo più in natura ma anche in denaro, che si sopravvissute fino all’età contemporanea: il canone in natura
dovevano al signore in virtù del suo diritto di amministrare il ter- fissa, la colonia parziaria, la mezzadria e l’enfiteusi. Ne ana-
ritorio. Essi gravavano sull’uso di installazioni di pubblica neces- lizziamo le caratteristiche nella pagina a fianco, prendendo in
sità, quali i mulini, le macine, i torchi, il macello, il forno, le forge e esame un caso di storia locale, la Toscana, ovvero una regione
sul passaggio su strade (pedaggio) e ponti (pontatico). Ma spesso dove questi contratti ebbero ampia e precoce diffusione.
© Pearson Italia spa

■ Scene di mietitura, miniatura del XIII secolo.

14
4 Toscana ed Emilia

Sto
ria
nell’anno Mille

loc
ale
L’affrancamento dalle dipendenze feudali
Nel centro Italia, e in particolare in Toscana, le forme di contrat-
to agrario mutarono rapidamente nel corso del Basso Medioevo,
creando le condizioni di un’agricoltura più evoluta e moderna. La
principale causa sta nello sviluppo delle istituzioni comunali
e nell’estensione della loro giurisdizione sulla campagna: la
città offrì ai contadini la via per l’affrancamento dalle dipendenze
feudali e l’occasione di instaurare rapporti contrattuali in condi-
zione di libertà e parità. Rispetto ai contratti altomedievali, che
nascevano da una concessione o si limitavano a indicare i doveri
La mezzadria a Siena
Nel contratto di mezzadria il proprietario del terreno (concedente)
del colono, in queste nuove tipologie contrattuali le parti sono in
e il mezzadro (conduttore) si associano per la coltivazione di un fondo.
rapporto di parità giuridica con oneri e impegni reciproci, non
La mezzadria, di solito della durata di tre anni con tacito rinnovo, prevede
sono più previsti le corvées e gli obblighi bannali e le norme pre-
sia la divisione dei prodotti e degli utili in parti pattuite (in genere la
vedono la ripartizione non solo dei benefici ma anche dei rischi.
metà, come nella colonia parziaria), sia l’impegno esclusivo del mezzadro
a lavorare il fondo, la compartecipazione tra padrone e mezzadro nel
costituire il capitale poderale (la metà del bestiame, delle sementi e degli
attrezzi) e la collaborazione nell’eseguire opere di miglioria.

Io Guglielmo, figlio del fu Ghilberto, […] concedo in locazione a te Dieta-


viva di Martino, che ricevi la conduzione per te e per il tuo fratello Ugo-
lino, un podere con vigne in località Lestina, con le pertinenze, la casa e
una capanna, affinché tu vi lavori per tre anni a partire dal giorno di San
Michele, del prossimo mese di settembre.
Io, il concedente, prometto di darti la metà dei buoi nonché, ogni
anno, la metà di tutte le sementi e di tutti gli attrezzi di ferro e delle altre
cose che servono al lavoro. […]
Ed io, il conduttore suddetto, ti prometto di lavorare il podere e le
vigne bene e con diligenza […] e di portare a Siena nella tua casa, a mie
proprie spese, la metà di tutti i prodotti del podere in questione; soltanto
La colonia parziaria a Lucca per il mosto non avrò l’obbligo del trasporto a Siena. Prometto inoltre
Il semplice contratto d’affitto in denaro e in natura di dar da mangiare e da bere adeguatamente, al tempo della mietitura,
può essere assai favorevole al contadino nelle annate della trebbiatura e della vendemmia, a te o a uno dei tuoi fratelli o a
buone, ma comporta un rischio elevato in quelle cattive un vostro agente. E di non lavorare altre vigne oltre a quelle del podere
o in caso di devastazioni dei campi, perché l’affitto suddetto. E prometto che per la durata del contratto io e la mia famiglia
deve essere comunque onorato. Questo documento è custodiremo e governeremo le bestie secondo la tua volontà.
particolarmente interessante perché prevede, in questi
casi, la conversione del contratto di affitto in quello di
colonia parziaria, nel quale cioè padrone e colono si
dividono equamente rischi e benefici.
L’enfiteusi a Modena
Pennato di Martino si obbliga a consegnare a Ildibran- Un’ulteriore garanzia per i contadini è data dal contratto
dino figlio di Corbolacci e ai suoi eredi e proeredi, per di enfiteusi. Esso, quanto ai contenuti, non muta sostanzialmente
un pezzo di terra che da questi ebbe in affitto, ogni an- rispetto a quello di colonia parziaria, ma la concessione
no 4 staia di grano e tre di miglio e due di fave; la con- del terreno dura per più generazioni, quindi il colono ha il diritto
segna dovrà essere fatta al domicilio del concedente e di trasferire per eredità il contratto. Inoltre il concedente rimane
dovrà darsi il mantenimento a chi trasporterà il carico. proprietario del fondo, ma l’enfiteuta gode di ampi poteri
© Pearson Italia spa

Si eccettua il caso in cui la terra venga devastata per la destinazione delle colture e i metodi agrari,
dalla guerra e dalle truppe del re e del marchese o dalla con l’obbligo di apportare migliorie e pagare periodicamente
grandine; in tal caso dovrà darsi la metà di tutti i frutti il canone in natura o denaro.
della terra sopraddetta e non l’affitto; passato quell’an-
no si tornerà all’affitto. E per tal reddito e affitto Penna- Ubaldo, preposto della chiesa di San Gemignano della città di Modena […] concesse
to si obbliga con tutti i suoi beni, anche a nome dei suoi ai fratelli Pietrobono e Giovanni, figli del fu Martino Aroaldo, del luogo di Fredo, ai
eredi e proeredi. loro figli e ai loro nipoti legittimi di sesso maschile, a titolo precario [revocabile] ed
Lucca, 8 luglio 1187 enfiteutico, fino al compimento della terza generazione, sette appezzamenti di terra,
di cui sei arativi e il settimo a prato, di proprietà della predetta chiesa e posti nel luogo
R. Abbondanza (a cura di), Testi e documenti per la storia del
diritto agrario in Italia, secoli VIII-XVIII, Toscana, di Fredo.
Giuffrè, Milano 1954 Modena 31 dicembre 1149

V. D’Alessandro, Il mondo agrario nel Medioevo, D’Anna, Messina-Firenze 1973

15

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