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Storia
Atlante
delle grandi trasformazioni
tecnologiche
Storia
in corso
1. Dal Medioevo alla formazione dell’Europa moderna
Atlante
delle grandi trasformazioni
tecnologiche
© Pearson Italia spa
L’acqua e il vento 17
3. Le forme dell’ospitalità
■ LE RADICI DELLE PAROLE Ospedale
■ TRA PASSATO E PRESENTE Caravanserraglio
■ FONTI E DOCUMENTI Il galateo del buon ospite
LABORATORIO DELLE COMPETENZE 28
Dalle torri ai palazzi 29 2. I cannoni
■ FONTI E DOCUMENTI L’industria delle armi
La città fra Medioevo ed Età moderna
■ DIZIONARIO ILLUSTRATO Com’è fatto un cannone
1. La città medievale
■ TRA PASSATO E PRESENTE I cannoni e la morte anonima
■ FONTI E DOCUMENTI Le meraviglie di Milano
3. Vele più cannoni
Storia locale ■ STORIA PER IMMAGINI Uno scontro fra titani
2. Il borgo medievale di San Gimignano LABORATORIO DELLE COMPETENZE 52
3. La città rinascimentale
■ FONTI E DOCUMENTI Pensare la città: Sforzinda
■ DIZIONARIO ILLUSTRATO Gli elementi di fortificazione
tra Medioevo ed Età moderna
LABORATORIO DELLE COMPETENZE 34
Misurare il mondo 53
Storia locale
4. Le stamperie della Serenissima
■ STORIA E TERRITORIO
Edizioni a stampa nei principali centri editoriali del XVI secolo;
Attività editoriali a Venezia all’inizio del XVI secolo
LABORATORIO DELLE COMPETENZE 40
Mondi di carta 41
Cartografia e navigazione
1. La geografia secondo Tolomeo
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Malta Fi
Saleh Algeri Impero
Le proiezioni di Tolomeo
mar Mediterraneo ottomano
Rabat Tunisi Impero Hiradu
cinese Nanjing Hakata
■ STORIA E TECNICA
Tripoli mar Bonotsu
Canarie urro
zz Giallo
Nuova Delhi
A
e
Madagascar
La bussola
Vicereame
■ LE INNOVAZIONI
del Perú
Buona
Speranza
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Chiara Guerrini
progetto e coordinamento editoriale
Marina Bardini
progetto grafico e impaginazione
Nadia Castagnino
redazione
Cecilia Lazzeri
ricerca iconografica
Daniele Gianni
disegni e grafici
Massimiliano Martino
controllo qualità
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www.pearson.it
Ristampa Anno
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Studiare storia con metodo
Sulle tracce
di Erodoto
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1. I fatti e i protagonisti della storia
Che cos’è un fatto storico? nel saper collegare diversi àmbiti della vita umana, per compren-
A prima vista, sembra facile rispondere a questa domanda. I fatti dere davvero un popolo, una civiltà, un mondo: perché è questa
di cui la storia di occupa sono gli eventi del passato. Le guerre capacità di collegare che ci aiuta anche a comprendere la no-
puniche, le crociate, la Riforma protestante, la Seconda guerra stra civiltà, il nostro mondo.
mondiale, la caduta del Muro di Berlino: sono tutti “fatti” che la ■ Per orientarci, vediamo nello schema in basso i principali
scienza storica vuole ricostruire, analizzare e spiegare. àmbiti di eventi e fenomeni storici. Lo storico può benissimo pri-
■ Ma che cos’è un “fatto”? O meglio, quali eventi e fenomeni vilegiare, nella sua ricerca, uno di questi àmbiti. Abbiamo infatti
devono essere considerati “fatti” ? Quelli che abbiamo indicato molti tipi di “storie”: la storia economica, la storia sociale, la
sopra lo sono certamente: ma l’alimentazione dei popoli antichi? storia delle idee, la storia delle tecniche, la storia politica ecc. Sa-
la condizione della donna in Grecia e a Roma? le tecniche agrico- per distinguere un fatto economico da uno politico è un obiet-
le nel Medioevo? la nascita della scienza moderna? i consumi e tivo importante nello studio della storia, ma bisogna ricordare
gli stili di vita dei giovani nel Novecento? Questi sono o non sono che, nella realtà di ogni epoca, queste dimensioni sono sempre
“fatti” in senso storico, cioè fenomeni da analizzare e ricostruire? intrecciate. Immaginiamo, per esempio, di essere uno storico
del prossimo secolo e di volerci occupare di un fenomeno come
La scelta delle rilevanze Internet oggi: dove lo classificheremmo? Nell’àmbito della tecno-
logia, certamente: ma non dovremmo riconoscergli anche una
La storiografia ritiene ormai che non esistano fatti storici in sé
enorme importanza economica, sociale, culturale e politica?
e per sé: la scelta di che cosa studiare è compiuta dallo storico in
base ai criteri della sua ricerca. I fatti, potremmo dire, li “crea”
lo storico. Ciò però non significa che qualunque scelta vada bene Lo “spazio” della storia
e che uno studioso possa ignorare degli eventi perché non gli
Un secondo punto riguarda la dimensione spaziale della storia:
interessano: lo storico deve rendere conto delle sue scelte. Egli
per lungo tempo ci si è concentrati sulla storia d’Italia o al mas-
stabilisce però delle rilevanze: la “lista” dei fatti oggetto di studio
simo d’Europa. Da qualche tempo gli studiosi, e anche i manuali,
muta e si arricchisce, in rapporto al progresso delle conoscenze e
si interessano ampiamente della storia mondiale, cioè della rete
agli stimoli che vengono dal mondo in cui lo storico vive e opera.
dei fenomeni su scala globale. È anche questa una conseguen-
Per esempio, la storiografia ha a lungo considerato “fatti” solo i
za dell’integrazione su scala planetaria dei grandi fenomeni eco-
grandi eventi politico-istituzionali, le vicende dei popoli, le loro
nomici, sociali e culturali, che è un dato del nostro tempo. D’altra
guerre. Nel Novecento, invece, gli storici hanno incominciato a
parte, si dedica anche una crescente attenzione alla storia locale.
occuparsi sistematicamente anche di altri aspetti: le tecniche e
■ Le due cose non sono in contraddizione, né dal punto di
il lavoro, l’alimentazione, le classi sociali più povere, la famiglia,
vista culturale, né da quello didattico. In primo luogo, perché è
la cultura, quella “ufficiale” dei letterati, ma anche le credenze e i
interessante mettere in luce le relazioni tra quanto avviene sulla
modi di pensare della gente comune.
grande scala dell’Europa o del mondo e le sue “ricadute”, potrem-
mo dire, nella dimensione più prossima alla vita delle persone.
La capacità di collegare àmbiti diversi In secondo luogo, perché inserire elementi di storia locale nello
Il campo di ciò che è considerato “fatto storico” si è dunque molto studio della storia (come questo Atlante propone) può essere utile
ampliato, e questo vale sia per gli storici di professione sia per chi per capire il significato e il valore dell’esperienza storica per la
la storia la studia a scuola. Il valore dello studio della storia sta vita quotidiana. Per rendere, in una parola, la storia più vicina.
della società che hanno lo stato, il ruolo del cittadino, i suoi diritti riguarda le comunità umane il sapere e le credenze degli
a che fare con la produzione, e doveri, le relazioni tra stati, la guerra e le relazioni tra le persone uomini (per esempio arte,
la distribuzione e la (per esempio partito politico, democrazia, (per esempio classe sociale, religione, filosofia, scienza
circolazione della ricchezza dittatura, elezioni, pace, guerra). famiglia, ceto, differenze sociali, e tecnica, miti, mentalità
(per esempio agricoltura, vita quotidiana). collettive).
industria, commercio, moneta,
organizzazione del lavoro).
6
2. Le fonti storiche
In che cosa consiste la storia? ■ Le fonti primarie, a loro volta, sono costituite da tipi di ma-
Il termine “storia” deriva dal termine greco istorìa, che significava teriali diversi; semplificando si può affermare che esistono fonti
originariamente ricerca o indagine. Dunque la storia, fin dal scritte e non scritte.
suo significato letterale, comporta un’indagine su avvenimenti
giudicati di particolare importanza. Fonti scritte
■ Per indicare la disciplina che studia gli avvenimenti del pas-
sato si usa il termine storiografia, che letteralmente significa
“scrittura della storia”. Va sottolineato il carattere scientifico di
questa disciplina: la storiografia non è infatti una semplice narra-
zione degli avvenimenti passati, ma una vera e propria scienza, il
cui obiettivo è la conoscenza e la comprensione del passato.
Se la storiografia è una scienza, come ogni scienza deve basarsi
su dati osservabili, che in questo caso sono le fonti.
■ I reperti archeologici
cinesi dell’“esercito
di terracotta” sono
una testimonianza
di oggetti, armature ■ La scena dalla guerra dei Cent’anni
e tecniche di raffigurata in una miniatura del XV secolo
combattimento permette di conoscere l’aspetto delle città
del III secolo a.C. e le armi dell’epoca.
7
3. I tempi e gli spazi
■ Le fonti archeologiche non scritte sono ovviamente le uni-
che su cui può contare lo studioso della preistoria, ma l’utilizzo
di fonti non scritte è indispensabile per lo studio di qualsiasi epo-
della storia
ca, anche le più recenti, visto che la cultura umana non è fatta
solo di scrittura.
■ Oltre a questa distinzione, è possibile operare altre differen-
ziazioni tra le fonti; per esempio, le fonti scritte possono essere:
■ letterarie, ossia costituite dalle opere di letteratura, storia,
filosofia e scienza;
epigrafiche, se si tratta di iscrizioni su pietra, metallo,
■
argilla ecc.
La cronologia
La storia, come abbiamo detto, si occupa di fenomeni nel tempo:
Le fonti non scritte possono invece essere: per tale ragione, precisare “quando” un fenomeno è avvenuto
■ iconografiche, cioè costituite da immagini è un prerequisito essenziale del lavoro storico (e anche dell’ap-
(disegni, affreschi, mosaici ecc.); prendimento della storia).
■ monumentali, ovvero resti di edifici e siti; ■ La cronologia è la scienza che si occupa della misurazione
■ orali, cioè testimonianze di persone che hanno vissuto del tempo, cioè dei metodi e dei criteri per mettere in ordine i
direttamente gli avvenimenti studiati; fatti che si svolgono nel tempo. La cronologia studia dunque i
■ reperti di altro tipo, come utensili, monete, mezzi sistemi di datazione, il cui fine è di stabilire come suddividere il
di locomozione ecc. tempo e quale punto di riferimento adottare.
Ogni misurazione del tempo, infatti, presuppone un punto di par-
tenza dal quale effettuare il conteggio, la cui scelta non è casuale.
I sistemi di datazione
I popoli adottano come punto di riferimento, nella maggior
parte dei casi, eventi della propria storia che hanno per loro una
Adesso prova tu particolare importanza, cioè dei “fatti-simbolo”. I romani, per
esempio, misuravano gli anni a partire dalla data presunta del-
Leggi questi due esempi di fonti scritte, entrambe relative alla la fondazione di Roma (753 a.C.); i cristiani introdussero invece,
Riforma protestante, e indica se si tratta di fonti primarie come fatto-simbolo, la nascita di Gesù, mentre i musulmani pre-
o secondarie, motivando la tua risposta. sero come riferimento un evento fondamentale della vita di Mao-
metto, l’Egira (622 d.C.). Di fatto la datazione cristiana, oltre ad
Esempio 1: fonte .............................................. affermarsi nelle aree di tradizione cristiana come l’Europa, si è
5. Il papa non vuole né può rimettere alcuna pena, eccetto quelle che ha imposta in quasi tutto il mondo e viene usata anche in questo
imposto o per suo volere o per volontà dei canoni. [...] Atlante. È comunque importante ricordarsi che il nostro sistema
21. Errano dunque quei predicatori di indulgenze, i quali dicono che di datazione è solo una delle possibili modalità di datare la storia
l’uomo può essere liberato e salvato da ogni pena mediante le indul- e che ve ne sono anche altre.
genze del papa, ■ Ogni sistema di datazione suddivide tutti gli avvenimenti in
22. [Il papa anzi] non rimette alle anime in purgatorio nessuna pena due grandi gruppi: quelli avvenuti prima e quelli avvenuti do-
che avrebbero dovuto subire in questa vita secondo i canoni. [...]
po il fatto-simbolo di riferimento. Nel sistema di datazione da noi
24. Perciò deve accadere che la più parte del popolo sia ingannata da
usato, ogni data può indicare un anno prima o dopo la nascita di
quella promessa di liberazione dalla pena indiscriminata e appariscen-
Cristo. Per questo motivo, in genere, le date sono accompagnate
te. [...]
43. Bisogna insegnare ai cristiani che è meglio dare a un povero o fare dalle sigle a.C. (che significa “avanti Cristo”, cioè prima della
un prestito a un bisognoso che non acquistare indulgenze. [...] nascita di Cristo) o d.C. (che significa “dopo Cristo”); quando
45. Bisogna insegnare ai cristiani che chi vede un bisognoso e lo tra- non viene usata nessuna sigla si intende sempre “dopo Cristo”.
scura per comprarsi indulgenze, si merita non l’indulgenza dei papa
ma l’indignazione di Dio.
M. Lutero, Le novantacinque tesi sulle indulgenze, 1517, trad. it. di F. di Caccia,
in A. Agnoletto, Lutero: la vita il pensiero i testi esemplari,
Edizioni Accademia, Milano 1974
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8
Esempio di macroperiodizzazione
di Francia
riodizzazione esemplificata nella tabella sopra.
Diacronia
9
Il fattore “spazio”
Lo studio della storia implica una risposta non solo al “quando”
è accaduto un avvenimento, ma anche al “dove” è accaduto.
4. La spiegazione
Ogni fatto storico avviene infatti in una certa epoca e in un certo
luogo: l’“ambientazione” nello spazio è decisiva per spiegare
determinati caratteri di una civiltà o determinati fatti storici. La
storica
civiltà egizia, per esempio, poté svilupparsi per migliaia di anni
senza subire invasioni catastrofiche perché insediata in un’area,
la valle del Nilo, piuttosto protetta e non attraversata dalle grandi
I fenomeni e le cause
direttrici di spostamento dei popoli antichi; non avvenne lo stes-
30° 70° 20° 10° 0° 10° 20° 30° 40° 50° 60° 70° Indicare il motivo per cui un certo avvenimento è accaduto signi-
so per la civiltà dei sumeri in Mesopotamia, Muna
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terra che, per fica trovarne le cause, cioè l’insieme dei fenomeni che lo hanno
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Carte politiche
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mare ro russo nel tempo; le seconde sono invece le cause di lungo periodo, pre-
L’Europa dopo la pace di Westfalia
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Regno mettono in evidenza senti cioè da molto tempo. La distinzione, però, non è solo cro-
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Regno i confini
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nologica. Le cause immediate sono meno decisive di quelle
d’Inghilterra Province
Unite o regioni profonde; si dice infatti che le cause immediate non siano che “la
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Regno di goccia che fa traboccare il vaso” di un certo cambiamento nella
Atlantico
Palatinato storia, intendendo con questa espressione che quel cambiamento
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Regno sarebbe comunque prima o poi avvenuto anche se non avesse
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Regno ottoman o mar Nero cause profonde sono i seguenti:
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Nuove tecniche agricole
medievali
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1 Aratri e gioghi
Dizionario illustrato
Gli strumenti
del contadino
Il collare rigido
aumenta la capacità
di traino del cavallo.
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Due o quattro ruote, a seconda dei modelli, Il coltro è una lama Il vomere è una pala affilata, posta perpendicolarmente
favoriscono il movimento e una maggiore perpendicolare al suolo per il taglio rispetto al coltro, che penetra in profondità
velocità di spostamento dell’aratro. verticale della terra. e taglia orizzontalmente la zolla di terra da rivoltare.
12
2 Le aree
coltivate
Quando la tecnologia non basta
Le innovazioni tecnologiche introdotte in agricoltura attorno
all’anno Mille migliorarono la resa dei terreni, cioè la quantità di
prodotto per unità di superficie, ma non in percentuale sufficiente
per far fronte alla maggiore domanda di alimenti dovuta al forte
incremento demografico.
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■ Il grafico rappresenta, 4
in quintali per ettaro,
l’aumento della resa dei terreni. 3
1
IX secolo XIII secolo
■ Il maggiore aumento della produzione fu, piuttosto, il risul-
tato dell’estensione delle aree coltivate, ottenuta sottraendo
molte terre alla foresta.
Bodo, colono, e sua moglie Ermenetrude, affittuari di Saint-Germain, hanno tre bambini. Egli 1. piccolo insieme di terreni, edifi-
coltiva un manso1 con una parte di terra arabile, una parte a vigna e a prato. Egli paga ogni anno ci e diritti fondiari di proprietà del
due scellini d’argento all’esercito e due barilotti di vino per il diritto di far pascolare i suoi maiali nei signore feudale assegnati a una
boschi. Ogni tre anni deve fornire cento tavoli e tre pali per steccati. Ara quattro pertiche2 di terre- famiglia contadina.
no dell’abbazia per la semina invernale e due pertiche per la semina primaverile. Ogni settimana 2. unità di misura di superficie
è tenuto a prestare la sua opera due volte e deve fare qualunque lavoro gli venga ordinato. Paga equivalente a 600 m2 circa.
all’abbazia tre polli e quindici uova all’anno. Egli è proprietario di mezzo mulino a vento per cui
paga due scellini d’argento ogni anno.
Polittico di Saint-Germain-des-Prés, in G. Duby, L’economia rurale e nell’Europa medievale,
Laterza, Bari 1983
■ Il contadino Bodo è legato da un classico contratto di co- si estendeva, a discrezione del signore, persino al taglio dell’er-
lonia, che prevede: ba (erbatico), all’usura delle vie pubbliche causate dalle ruote dei
■ l’affitto in denaro (la somma in scellini) e in natura carri (rotatico) e alla polvere che si sollevava al loro passaggio
(i barilotti di vino, il legname); (polveratico), fino alla tassa su ogni matrimonio (marriatico).
■ le corvées, ossia prestazioni d’opera obbligatorie sul fondo ■ Nei secoli dell’Alto Medioevo il contratto di colonia convisse
del padrone (i due giorni di lavoro alla settimana); con altre forme di rapporto degli uomini con la terra: la servitù e
■ gli appendizi, ossia altri oneri in natura (in questo caso l’allodio. La servitù era la totale soggezione contrattuale al si-
solo polli e uova). gnore, di solito accompagnata dal vincolo alla terra (servitù della
gleba). L’allodio era invece la condizione del contadino libero,
proprietario della terra che lavorava.
L’evoluzione dei contratti agrari ■ Nel corso dei secoli, specie dopo l’anno Mille, il contenuto
Affitto, corvées e appendizi sono gli elementi fondamentali dei dei contratti agrari si modificò: tesero a scomparire le corvées e
contratti di colonia, che vengono specificati in dettaglio e che pe- le clausole di soggezione giuridica al signore, mentre si amplia-
sano più o meno sul lavoro dei contadini. rono e si precisarono meglio i contenuti di carattere economico.
■ A questi si aggiungono le bannalità, ossia una serie infini- Si definirono in tal modo le forme di contratto agrario che sono
ta di piccoli tributi, per lo più in natura ma anche in denaro, che si sopravvissute fino all’età contemporanea: il canone in natura
dovevano al signore in virtù del suo diritto di amministrare il ter- fissa, la colonia parziaria, la mezzadria e l’enfiteusi. Ne ana-
ritorio. Essi gravavano sull’uso di installazioni di pubblica neces- lizziamo le caratteristiche nella pagina a fianco, prendendo in
sità, quali i mulini, le macine, i torchi, il macello, il forno, le forge e esame un caso di storia locale, la Toscana, ovvero una regione
sul passaggio su strade (pedaggio) e ponti (pontatico). Ma spesso dove questi contratti ebbero ampia e precoce diffusione.
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4 Toscana ed Emilia
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L’affrancamento dalle dipendenze feudali
Nel centro Italia, e in particolare in Toscana, le forme di contrat-
to agrario mutarono rapidamente nel corso del Basso Medioevo,
creando le condizioni di un’agricoltura più evoluta e moderna. La
principale causa sta nello sviluppo delle istituzioni comunali
e nell’estensione della loro giurisdizione sulla campagna: la
città offrì ai contadini la via per l’affrancamento dalle dipendenze
feudali e l’occasione di instaurare rapporti contrattuali in condi-
zione di libertà e parità. Rispetto ai contratti altomedievali, che
nascevano da una concessione o si limitavano a indicare i doveri
La mezzadria a Siena
Nel contratto di mezzadria il proprietario del terreno (concedente)
del colono, in queste nuove tipologie contrattuali le parti sono in
e il mezzadro (conduttore) si associano per la coltivazione di un fondo.
rapporto di parità giuridica con oneri e impegni reciproci, non
La mezzadria, di solito della durata di tre anni con tacito rinnovo, prevede
sono più previsti le corvées e gli obblighi bannali e le norme pre-
sia la divisione dei prodotti e degli utili in parti pattuite (in genere la
vedono la ripartizione non solo dei benefici ma anche dei rischi.
metà, come nella colonia parziaria), sia l’impegno esclusivo del mezzadro
a lavorare il fondo, la compartecipazione tra padrone e mezzadro nel
costituire il capitale poderale (la metà del bestiame, delle sementi e degli
attrezzi) e la collaborazione nell’eseguire opere di miglioria.
Si eccettua il caso in cui la terra venga devastata per la destinazione delle colture e i metodi agrari,
dalla guerra e dalle truppe del re e del marchese o dalla con l’obbligo di apportare migliorie e pagare periodicamente
grandine; in tal caso dovrà darsi la metà di tutti i frutti il canone in natura o denaro.
della terra sopraddetta e non l’affitto; passato quell’an-
no si tornerà all’affitto. E per tal reddito e affitto Penna- Ubaldo, preposto della chiesa di San Gemignano della città di Modena […] concesse
to si obbliga con tutti i suoi beni, anche a nome dei suoi ai fratelli Pietrobono e Giovanni, figli del fu Martino Aroaldo, del luogo di Fredo, ai
eredi e proeredi. loro figli e ai loro nipoti legittimi di sesso maschile, a titolo precario [revocabile] ed
Lucca, 8 luglio 1187 enfiteutico, fino al compimento della terza generazione, sette appezzamenti di terra,
di cui sei arativi e il settimo a prato, di proprietà della predetta chiesa e posti nel luogo
R. Abbondanza (a cura di), Testi e documenti per la storia del
diritto agrario in Italia, secoli VIII-XVIII, Toscana, di Fredo.
Giuffrè, Milano 1954 Modena 31 dicembre 1149
15