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4/22/2011 FRANCESCO CORNI.

SEGNI DI PIETRA

FRANCESCO CORNI. SEGNI DI PIETRA

Il Forte di Bard ospita, fino al 15 febbraio 2009,


l’esposizione Segni di pietra. Torri, castelli, manieri e
residenze. Disegni e osservazioni di Francesco Corni.
L’evento espositivo, promosso e curato dall’Associazione
Forte di Bard, è dedicato alle eccezionali illustrazioni delle
strutture fortificate valdostane, a partire dall’anno Mille sino
al 1800, realizzate da Francesco Corni, messe a confronto
con alcuni tra i più significativi modelli di fortificazione
italiani ed europei. La mostra intende presentare,
attraverso documenti e immagini video, questo immenso
patrimonio, le sue caratteristiche e la sua trasformazione
d’uso nei secoli, da castello in fortezza, a residenza di
piacere. L’allestimento avvolge il visitatore in una
dimensione architettonica unica attraverso il contributo di
immagini, musiche e l’ambientazione suggestiva del Forte di Bard. Francesco Corni è un maestro dell’arte
grafica: i suoi disegni realizzati a china su carta da lucido, ricompongono con grande efficacia stilistica
l’imponenza di strutture architettoniche, permettendone una migliore conoscenza attraverso una minuziosa
ricostruzione dei dettagli. Il risultato complessivo è una raccolta di opere dal grande valore documentario che
rappresentano un prezioso e utile supporto anche per approfondimenti di tipo didattico.
L’artista, valdostano di adozione, dal 1975 si dedica alla documentazione dei beni culturali e ambientali, prima
come rilevatore nei cantieri archeologici, poi come autore di libri illustrati di grande pregio. Dal 1986 collabora
mensilmente con i periodici "Bell'Italia", “Bell'Europa" e “Antiquariato”. Sue tavole sono comparse su riviste
straniere a carattere divulgativo quali "Rutas del Mundo", "Mediterranée Magazine" e “Meridien”. La sua arte
nasce dal desiderio di rendere partecipe un sempre maggior numero di persone all'affascinante viaggio dell'uomo
nel tempo, attraverso il suo disegno realistico e minuzioso. Così gli splendidi monumenti, che le soprintendenze
di tutto il mondo si rammaricano di non riuscire a conservare, non rimangono più simboli incomprensibili, ma si
aprono come scrigni per mostrarci i pensieri e le illusioni di chi li ha costruiti. Il disegno diventa un racconto e
narra vicende dimenticate che si nascondono dietro piccoli segni, e la curiosità accende l'interesse a scoprire
altri segreti, che ci rivelano quanto del nostro presente sia già scritto nel passato. Lungo un suggestivo itinerario
che si snoda tra gli spazi espositivi delle Cantine e delle Prigioni del Forte, la mostra presenta al pubblico un
centinaio di disegni in cui l’autore, con la tecnica dello spaccato prospettico e della veduta dall’alto, coglie ogni
monumento nel suo insieme, illustrando nel contempo, le fasi principali del suo sviluppo e le peculiarità
costruttive che lo rendono unico. La mostra si articola in due sezioni: nella prima sezione, all’interno delle sei
sale delle Cantine, si ripercorre l’evoluzione storico-architettonica della fortificazione valdostana, da strumento di
difesa a residenza signorile:

Prima sala Torri Ottoniane e castelli primitivi


Seconda sala Il donjon cilindrico e le residenze castellane
Terza sala Il castello compatto
Quarta sala I castelli degli Challant
Quinta sala La casaforte e la casa borghese
Sesta sala Le corti ecclesiastiche e la Grangia

Nella seconda sezione, allestita nelle Prigioni, la mostra prosegue con tavole che mettono a confronto modelli
italiani ed europei a cui si sono ispirati i costruttori valdostani o viceversa. Tra questi, il volume compatto di
Verrès si affianca alla Torre di Londra e al Palazzo di Federico II a Lucera, il castello di Issogne alle coeve
residenze ecclesiastiche dell’Hotel di Cluny a Parigi e del Priorato di Saint David in Inghilterra, la ridotta
esagonale di Pont-Saint-Martin al “keep” dei castelli inglesi di Arundel e Warwich. La fortezza di Bard sarà
confrontata con la sorella piemontese di Fenestrelle, con quella del Priamar a Savona e del Forte Diamante a
Genova. Il modello a corte centrale che caratterizza il castello di Fénis, trova confronto nei castelli di Gradara
(Pesaro-Urbino) e Chambéry, mentre il gusto eclettico del castello in stile presente a Saint-Pierre trova la sua
massima espressione nel modello bavarese di Neuswanstein. In appendice alla mostra il visitatore potrà anche
ammirare due plastici che raffigurano il Forte di Bard: il primo, presenta la fortezza come apparve a Napoleone
che la rase al suolo al termine della seconda Campagna d’Italia del 1800. Il secondo plastico raffigura il Forte
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nelle forme attuali dopo la ricostruzione voluta dai Savoia tra il 1830 e il 1838, ad opera dell’ingegnere militare
Francesco Antonio Olivero.
In occasione della mostra l’Associazione Forte di Bard edita il volume “Segni di pietra. Torri, castelli, manieri e
residenze. Disegni e osservazioni di Francesco Corni” che raccoglie, oltre alle opere visibili nell’esposizione,
tutta la produzione artistica e gli studi di Francesco Corni relativi alla storia delle fortificazioni in Valle d’Aosta.
In concomitanza con la mostra, si terrà uno specifico laboratorio didattico per le scuole.

Redazione
Articolo tratto da Tribenet.it
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