2
3
PREFAZIONE
In Italia bisogna aspettare la seconda metà degli anni ’50 del XX secolo
per vedere negli scaffali delle librerie i primi titoli di narrativa ispanoamericana
contemporanea. L’editoria italiana si era avvicinata alla cultura di quell’area
geografica sfruttando un terreno già battuto, composto da un immaginario e da
stereotipi culturali pregressi; relegando invece in un secondo piano
l’esplorazione di territori in parte ancora da scoprire. Osservare in che modo si
è tradotta e si traduce la letteratura ispanoamericana in Italia e i meccanismi
che ci hanno avvicinato alla cultura di quell’area geografica ci farebbe risalire
fino alle cronache delle Indie, quando l’America si era posta come fonte
ispiratrice di scrittura da cui l’immaginario europeo poteva attingere per
rintracciare i segni del proprio passato rimosso dalla Storia, ormai raggelato
nell’inaccessibilità del mito. L’Europa è in qualche modo il prodotto della
propria storia, mentre l’America costituisce il premeditato frutto della sua
creazione. La ricezione della narrativa latinoamericana in Europa è pertanto la
conseguenza dell’inevitabile incontro tra la figura dello scrittore
latinoamericano e la cultura che lo ha prodotto, tra l’allontanamento dell’utopia
e il farsi realtà. È assodato che del Venezuela nessuno parla se non per i fatti di
politica internazionale legata allo sfruttamento petrolifero, sua principale
risorsa, e nessuno legge perché ritiene che non abbia una produzione letteraria
rilevante. Invece è un paese che possiede scrittori e poeti di riconosciuto
prestigio in tutto il continente latinoamericano, anche se non hanno avuto la
fortuna dei colleghi messicani e argentini e dei loro vicini colombiani e
brasiliani.
I poeti di cui si parla nella presente antologia risultano nuovi o quasi per
il grande pubblico dei lettori italiani, ma rappresenteranno sia pure nella
soggettività della scelta, pur sempre motivata da convinzioni personali – ancora
una parte di quel mondo più vasto che dobbiamo immaginare sotteso. Ci sono
poeti in questa raccolta che sfuggono alle classificazioni che il critico
normalmente utilizza, altri richiederebbero una collocazione multipla nel
panorama della produzione poetica sia per la loro storia personale, sia per i
cambiamenti o le valutazioni soggettive adottati nel corso degli anni. La scelta
del periodo storico da esaminare è ricaduta sugli anni ’60 e ‘70, anni nefasti dal
punto di vista dell’azione repressiva dello Stato sul movimento rivoluzionario e
studentesco, la quale si era estesa anche sui movimenti letterari che avevano
abbracciato le scelte politiche, culturali e creative dell’avanguardia occidentale,
e che ad essi si rapportavano come interlocutori privilegiati. Alcuni poeti, ad
esempio, diverranno seguaci dell’esistenzialismo sartriano, oppure degli
affabulatori alla maniera di Saint-John Perse; altri, invece, seguendo un
percorso di stampo più sociale e politico approderanno a un comunismo più o
meno lirico come quello nerudiano o del peruviano César Vallejo. In generale
gli avvenimenti storici e collettivi della società venezuelana e di quella
latinoamericana furono le principali preoccupazioni che diedero linfa ai
contenuti delle produzioni individuali di questi poeti.
Introduzione
Antonin Artaud
Alcuni mesi prima del golpe, nel febbraio del 1948, quando
nulla faceva presagire che la disgrazia si sarebbe riversata sul paese,
8
direttivi e la base popolare dei diversi partiti entrerà nella logica della
rivoluzione nazionale.
Tra gli autori che hanno avuto per vie dirette o indirette una loro
influenza sul gruppo degli intellettuali venezuelani possono annoverarsi
Ralph Waldo Emerson, Charles Baudelaire, Walt Whitman, William
Faulkner, Aldous Huxley, Thomas Mann, Friedrich Nietzche, Stephan
Mallarmé, André Breton e la corrente surrealista, Rainer Maria Rilke,
Gregory Corso, Lawrence Ferlinghetti e gli altri poeti della Beat
Generation (con questi ultimi alcuni dei giovani poeti venezuelani
14
iberica, nel paese che più di tutti gli altri ha familiarità con la morte: la
Spagna, durante il Siglo de Oro la poesia di autori come Luis de
Góngora e Francisco de Quevedo, trionfa la visione sontuosa e intensa
della morte, la singolare familiarità del popolo spagnolo con la morte.
Questa breve considerazione ne fa emergere un’altra, decisiva e
sostanziale, che ha investito l’intera cultura del Novecento e quella
post-moderna: alla morte fisica dell’individuo si aggiunge anche quella
simbolica, nel modo più compiuto e convincente. L'uomo è condannato
all’alienazione e, pertanto, alla propria “morte” come soggetto
collettivo autonomo.
Il senso della morte diventa così prioritario nel nostro tempo: questo
deve muovere e guidare ogni prospettiva e ogni prassi; dove altrimenti
la realizzazione personale e sociale dovrebbe essere il vero scopo della
vita.
Me fustigo.
Me abro la carne.
Me exhibo sobre un escenario4.
Hazte a tu nada
plena.
Déjala florecer.
Acostúmbrate
al ayuno que eres.
que tu cuerpo se la aprenda.5
2
R. Cadenas, El otro veredicto, p. 209 della presente antologia.
3
R. Cadenas, Reconocimiento, p. 219 della presente antologia.
4
R. Cadenas, Routine, p. 221 della presente antologia.
5
R. Cadenas, 26, p. 215 della presente antologia.
29
Vida
Arrásame,
barre todo,
que sólo quede
la cáscara vacía, para no llenarla más,
limpia, limpia sin escrúpulo
y cuanto sostuviste deja caer
sin guardar nada.6
6
R. Cadenas, 29, p. 215 della presente antologia.
7
L. Alberto Crespo, Mucha luz, p.182 della presente antologia.
30
13
V. Valera Mora, Relación para un amor llamado amanecer, p. 251 della presente antologia.
14
R. Guerrero, Canto al acero, p. 231 della presente antologia.
33
4. CRITERI DI SELEZIONE
ALFREDO CHACÓN
Condicional 115
Todo rostro es terrible si deja que se vea lo que ve. Por boca nuestra el
verbo vive y se disloca, dice cualquier cosa, no se deja decir, a grandes
voces, repetimos, huimos en pleno mediodía. Por boca nuestra el verbo
vive, se disloca, no sabe qué decir.
Condicional 216
Queremos saber más, nos echamos encima toda clase de hipótesis y da-
tos inservibles. Decimos cualquier cosa, a grandes voces, repetidos,
huyendo en pleno mediodía. Cuando menos se espera, encontramos a
alguien, un sueño, cualquier fragmento de realidad. Toda voz es terri-
ble si dice lo que sabe y sabe lo que falta por decir.
15
Alfredo Chacón, in Alejandro Oliveros (direttore), Poesía, revista bimensual de poesía y
teoría poética, nn. 6-7, Departamento de Literatura de la U.C., Valencia (Venezuela), mayo-
agosto, 1972.
16
Ibidem.
36
Condizionale 1
Ogni viso è terribile se consente di far vedere quello che vede. Per merito della
nostra bocca il verbo vive e muta, dice qualsiasi cosa, non si lascia dire,
urlando, ripetiamo, fuggiamo in pieno mezzogiorno. Per merito della nostra
bocca il verbo vive, muta, non sa cosa dire.
Condizionale 2
Va libre de mí mismo17
17
Alfredo Silva Estrada, in Luis Perozo Cervantes, Patria adentro. Antología de la poesía
venezolana. URL del sito: www.circulodepoesia.com
38
Va libero da me stesso
En los umbrales18
En los umbrales
ante puertas erectas
no hay desgaste
apenas plenitud
ni barniz cuarteado ni leño carcomido
ni rostro oculto tras el rostro
serenidad apenas
nadie insinúa en la noche
los relieves del día no vivido
nadie graba en lo oscuro
borrosos frutos
estás allí erguido como nunca
bajo las vetustas arcadas
y los puentes de un antes que se esfuma
estás allí
en todos los lugares comunes rezumantes
los sexos
en recios extravíos y entre los zurcos suavizados
¿Quién lo afirma junto al ciprés más hendido y tanta hierba inquebrantable?
frente a frente posible
por este día en vislumbres que se arriesga en el júbilo
18
Ibidem.
40
Alle soglie
Alle soglie
di fronte alle porte erette
non c'è usura
solo pienezza
né vernice scrostata, né legno tarlato
né viso eclissato dietro un altro viso
solo calma
nessuno s'insinua nella notte
i rilievi del giorno non vissuto
nessuno incide l'oscurità
frutti velati
sei lì ritto come non mai
sotto le vetuste arcate
e i ponti di un prima che si sfuma
sei lì
in tutti i luoghi comuni sprizzanti
i sessi
nei poderosi traviamenti e tra i solchi levigati
chi lo assicura vicino al cipresso incrinato e tanta erba compatta?
Faccia a faccia possibile
per questo giorno nelle parvenze che si arrischia nel giubilo
41
19
Alfredo Silva Estrada, in Jole Tognelli, Gianni Toti (a cura di), “Poesia contemporanea del
Venezuela”, in Galleria, rassegna bimestrale di cultura, nn.5-6 Caltanissetta – Roma,
Salvatore Sciascia Editore, Settembre-Dicembre 1965.
42
muerte20
¿Qué te conduce hacia las manos invisibles,
Muerte que vibras con armas de silencio?
20
Alfredo Silva Estrada, in Alejandro Oliveros (direttore), Poesía, revista bimensual de poesía
y teoría poética, nn. 6-7, cit.
44
morte
Alfredo Silva Estrada in Jole Tognelli, Gianni Toti (a cura di), “Poesia contemporanea del
21
Venezuela”, cit.
46
22
Ángel Eduardo Acevedo, in Alejandro Oliveros (direttore), Poesía, revista bimensual de
poesía y teoría poética, nn. 6-7, cit.
48
soli
Fig. 1
50
Fig. 2
51
CARLOS CONTRAMAESTRE
Cabimas-Zamuro23
Cabimas-Zamuro
24
Lagunillas, Cabria, Cabimas, Rosa Vieja, Tierra Negra, El Cardonal sono i principali centri
petroliferi del Distretto di Bolivar nella conca del lago di Maracaibo, stato di Zulia.
25
Generale, ministro della marina militare e dal 1936 al 1941, presidente della Repubblica del
Venezuela. La sua fu una dittatura presidenziale appoggiata dai conservatori.
26
Si riferisce al Lago di Maracaibo
53
Idolo generalmente di terracotta, che solitamente si rinviene nelle sepolture (guacos) degli
28
29
Centro petrolifero del Distretto Bolivar, nella conca del lago di Maracaibo.
61
Fig. 3
Una ballena sonríe
y puede suicidarse en
cada roca del infierno30
Carlos Contramaestre (a cura di Hahuel Valentini), Antología poética, Caracas, Monte Ávila
30
Fig. 4
63
Últimos poemas31
II
III
31
Carlos Contramaestre , “Últimos poemas” in Harold Alvarado Tenorio (direttore),
Arquitrave. Revista colombiana de poesía , n. 49, Cartagena de Indias, junio de 2010. Carlos
Contramaestre scrisse questi versi (i cui frammenti sono apparsi sulla rivista letteraria
sopracitata e trascritti da María Eugenia Sánchez) durante un suo soggiorno a Salamanca,
ospite dell’amico Alfredo Pérez Alencart.
64
Ultime poesie
I
II
III
IV
Mi oficio de basurero
me obliga a buscar mis pergaminos,
mis escombros perfumados.
Y tú eres ese mural
que yo invité;
tú ese sueño bajo tierra
dulce, silencioso
para el abandono arqueólogo
de amores.
VI
la primavera dell'inverno,
il fuoco dell'invocazione.
Sono quell'esorcismo assonnato nel pianto:
ci stringa il tracollo e lo smarrimento.
IV
VI
VII
Depende de tu muelle y
tu ojo amoroso.
Vuelvo a las almendras esenciales,
a tu silencio demencial.
Escarbo en tu vulva,
colecciono piedras y licores,
acerco cuerpos, carnes
puberales, inciensos de
ciudad en viaje sin continente.
VIII
VII
VIII
IX
XI
IX
Ho una costellazione
e una donna nuda
che luccica come una foglia di fico.
Amo quel principio che mi unisce
a quel grande ombelico della notte
di cui mi ubriaco di tenebre.
XI
XII
XIII
Ayer me arrancò
la tormenta unos
árboles que cantaban
melodías antiguas del
universo como eco
armonioso de un caos.
La sangre brotó de
la tierra para alimentar
los muertos sedientos de
vida porque la deja
a medias
… cuando el amor comenzaba.
Esa tormenta desatada
por los dioses oscurecía
mis sueños y no podía
seguir viendo desnudeces
de tu cuerpo iluminado
por los relámpagos.
72
XII
XIII
Ieri mi ha sradicato
la bufera alcuni
alberi che intonavano
melodie arcaiche
dell'universo come un'eco
armoniosa del caos.
Il sangue schizzato
dalla terra per alimentare
i morti avidi
di vita perché la lascia
a metà
… quando l'amore cominciava.
Questo turbine sbrigliato
per gli dei occultava
i miei sogni e non poteva
seguitare a vedere le nudità
del tuo corpo rischiarato
dai lampi.
73
CAUPOLICÁN OVALLES
Si en vez de dormir32
Si en vez de dormir
bailara tango
con sus ministros
y sus jefes de amor,
nosotros podríamos
oír
de noche en noche
su tacón
de archiduque
o duquesa.
Podríamos reír
Sólo de verle,
ridículo como es,
esperar los aplausos
de toda la gendarmería
frenética.
Claro que uno está cansado
y quiere un poco de diversión
mostruosa,
como ésta
de verle
con la lira en el cuello
colgada,
como un romano
o como una romana
ciega de absurdas creencias geniales.
Si en vez de prometer
el descubrimiento de la piedra
filosofal
que ha de producir pan
y billetes de veinte
Se invece di dormire...
Se invece di dormire
ballasse il tango
con i suoi ministri
e i suoi generali d'amore
noi potremmo
ascoltare
di notte in notte
il suo tacchettio
di arciduca
e duchessa.
Potremmo ridere
solo a vederlo,
ridicolo com'è,
attendere gli applausi
di tutta la gendarmeria
frenetica.
Certo che uno è stanco
e vuole un po' di spasso
atroce,
come questo
di vederlo
con la lira a tracollo
pendula,
come un romano
o come una romana
cieca di assurde credenze geniali.
Se invece di stare a promettere
la scoperta della pietra
filosofale
che deve produrre pane
e biglietti da venti
se dedicara,
por lo soberbio que es,
a vender patatas podridas
75
o maíz rancio,
los indios de esta nación
le llamarían
Cacique Ojo de Perla.
Si en vez de llorar
te murieses un día de estos,
como una puerca elegante con sus grasas
importadas del Norte,
nosotros,
que estamos cansados
de tanta estúpida confesión,
pondríamos a bailar las piedras
y los árboles darían frutos manufacturados.
Te llaman
José de los sueños,
el de las vacas sagradas,
el dueño de las vacas más flacas
y
Presidente de la «Sociedad Condal del Sueño».
Tus amigos te llaman
Barbitúrico.
¿Hasta cuándo duerme usted, señor Presidente?
Si adora la vaca,
¡duerme!
s'impegnasse,
qual superbone che è,
a vendere patate guaste
76
o mais rancido,
gli indios di questa nazione
lo appellerebbero
Cacicco Occhio di Perla.
Se invece di piagnucolare,
crepassi un giorno di questi,
come la scrofa sciccosa con il suo grasso
importato dal Nord,
noi,
che siamo stanchi
di tanta imbecille ammissione,
faremmo piroettare le pietre
e gli alberi produrrebbero frutti inscatolettati.
Ti chiamano
Giuseppe, quello dei sogni,
quello delle vacche sacre,
il padrone delle vacche magre
e
Presidente della “Società Patrizia del Sogno”.
I tuoi amici ti chiamano
Barbiturico.
Fino a quando dorme Lei, signor Presidente?
Se adora la vacca,
dorme!
Si al becerro adora,
¡duerme!
77
y si el General le da su almuerzo,
duerme como una lirona
o le da una pataleta de sueño.
Cara de Barro,
Ojo para ver las serpientes
y llamarlas,
Ojo para hacer compañía
y quemarte
con el humilde Kerosene,
Ojo para tenerse a mi servicio
como mozo de alcoba
barato.
Se adora la vitella,
dorme!
e se il generale le concede il suo pranzo,
dorme come un ghiro
le viene una crisi di sonno.
Faccia pustolosa,
occhi per guardare i Serpenti
e chiamarli,
Occhio per far compagnia
e abbrustolirti
con dell'umile kerosene,
occhio per stare al mio servizio
come uno sguattero
da quattro soldi.
33
Il poeta si riferisce all’allora presidente della Repubblica del Venezuela, Rómulo Betancourt
(1958-1964), capo del partito di sinistra socialdemocratico Acción Democrática (AD).
79
El Presidente34
34
Ibidem.
80
Il Presidente
A Ernesto Cardenal
y Germán Espinoza
Que se muera
35
Caupolicán Ovalles, in Miranda Julio E. (a cura di), Antología histórica de la poesía
venezolana del siglo XX, 1907-1996, Universidad de Puerto Rico, 2001.
82
A Ernesto Cardenal
e Germán Espinoza
Che crepi
Este es
Cuando le van a llevar a Tibisay (que ya es tarde)
para que se despida de ella a las seis de la mañana
de ese día él con un gesto rechaza tal suplicio
Me digo ahora –No, por favor, no se lo lleven
a él que se va a morir
Este es mi padre en su lecho de rosas veo como
su cuerpo se estremece con la muerte
Y no me importa si nuestras vidas son los ríos
que van a dar a la mar que es el morir
sino que he sido fiel a él y he dicho como vivió
y murió
Questo è
Quando lo porteranno da Tibisay (che ormai è tardi)
per accomiatarsi da lei alle sei del mattino
di quel giorno con un gesto rifiuta tale supplizio
Mi dico ora-No, per favore, non portatelo
lui che sta per morire
Questo è mio padre nel suo letto di rose vedo come
il suo corpo è un brivido per la morte
E non mi importa se le nostre vite sono i fiumi
che sboccano nel mare che è il morire
ma sono stato fedele a lui e ho detto come ha vissuto
ed è morto
muy triste,
muy triste.
36
Ibidem.
88
molto triste,
molto triste.
89
Tres Minimodramas37
EL CURA
El cura
se llevó
las manos
al pecho
Y dijo
¡Jesús!
¡Jesús!
Y Jesús
no lo escuchó
porque
Jesús
no escucha
El cura no volvió
a decir
¡Jesús!
¡Jesús!
porque
decía
¡Escuchad cabrón!
www.circulodepoesia.com.
90
Tre minimodrammi
IL PRETE
Il prete
si portò
le mani
al petto
E disse
Gesù!
Gesù!
E Gesù
non lo ascoltò
perché Gesù
non ascolta
Il prete non tornò a dire
Gesù!
Gesù!
perché
diceva
Ascolta, figlio di puttana!
91
FRENTE A LA MANIFESTACIÓN38
El policía
tomó su revólver
en la mano
frente a la manifestación
Y dijo
¡Buena vaina!
Y se pegó un tiro
en la nuca
El policía
dijo
después de muerto
¡MUERA EL MINISTRO!
La cocinera
se pintó los labios
y
salió
La cocinera
bruja de veinte años
38
Ibidem.
39
Ibidem.
92
Il poliziotto
si prese il revolver
in mano
CREPI IL MINISTRO!
LA MEGERA DI VENT’ANNI
La cuoca
si pitturò le labbra
e
uscì
La cuoca
megera di vent'anni
93
pintados
que parecían
primorosa
le dijo
Que va mi amor
hoy no
pitturate
che parevano
sbarbatella
le disse
EDMUNDO ARAY
Carlos Contramaestre 40
40
Edmundo Aray, “Carlos Contramaestre. El Techo de la Ballena y un homenaje a la poesía”,
in Agulha Hispánica. Revista de Cultura, Fortaleza, Ceará-Brasil, março de 2010. URL del
sito: http://www.jornaldepoesia.jor.br
96
Carlos Contramaestre
41
Pan de año o albero del pane, pianta originaria del Venezuela. Il suo nome scientifico è
Artocarpues communis della famiglia moraceae. Produce un frutto commestibile e nutritivo,
comunemente conosciuto come “castagna tropicale”. Prende questo nome perchè la polpa del
frutto ha un aspetto e un sapore simile a quello del pane.
42
Nell'originale spagnolo “alpargata”, sandalo di canapa con la suola dello stesso materiale che
si salda al piede attraverso una fascia passante intorno alla caviglia.
97
incapaz en el viaje
para todo acto de adivinación.
inabile al viaggio
e a ogni atto di divinazione.
43
Edmundo Aray, in Alejandro Oliveros (direttore), Poesía, revista bimensual de poesía y
teoría poética, nn. 6-7, cit.
98
Fig. 5
99
Páramo44
I
Puertas abiertas para la contemplación.
Purifíquese el entendimiento que de esta
/ tierra
vienen a nuestro encuentro serranos
/ y serranas
gente del sur –geografía de amor
/ entremetido-,
alumbramientos de la imagen.
II
Veamos. Hombre es. Niño es.
Manos propiciatorias.
Las miradas se dejan escuchar.
44
Edmundo Aray, in “Letras”, Revista Casa de las Américas, n.244, julio-septiembre, 2006.
100
Landa
I
Porte aperte per la contemplazione.
Si purifichi la comprensione che di questa
/ terra
che al nostro incontro vengano montanari
/ e montanare,
gente del sud, geografia d’amore
/ inframmezzato – ,
rischiaramento dell’immagine.
II
Vediamo. Uomo è. Bimbo è.
Mani propiziatorie.
Gli sguardi si lasciano ascoltare.
III
Veamos. Rostro de mujer
-surcado por el tiempo-.
Pañolón de rosas, sombrero de moriche.
Sobreviene la imagen de Epifania.
Ojos de dolor adentro, floración de páramo.
IV
La mirada punza.
Viene de muy lejos:
las manos cansadas de aferrar.
A cuesta los hombros.
V
La otra, de otra edad, reza:
las manos sereno puño sobre el pecho.
Dios te salve María, llena eres de gracia.
Dios te salve, mujer, por el pecado
/ concebida.
Escuchemos: es rumor de golondrinas.
Impasible la Virgen.
Respira aromas de margaritas,
calas, crisantemos y claveles,
aunque sean de papel.
102
III
Vediamo. Viso di donna
-solcato dal tempo-.
Scialle di rose, sombrero di palmizi.
Sopravviene l'immagine dell'Epifania.
Iride di dolore dentro, efflorescenza di landa.
IV
Lo sguardo perfora.
Viene da molto lontano:
le mani stanche di afferrare.
In groppa le spalle.
V
L’altra, di un’altra età, supplica:
le mani sereno pugno sul petto.
Dio ti salvi Maria, piena di grazia.
Dio ti salvi, donna, dal peccato
/ concepita.
Ascoltiamo: il garrire delle rondini.
Impassibile la Vergine.
Respira aromi di margherite,
calle, crisantemi e garofani,
anche se sono di carta.
103
VI
Suene el tambor.
Así lo ordena la mano enguantada.
Baila el sonido entre las piernas núbiles
¿Qué oculta la malla?
¿Las gruesas crinejas bajo el penacho / altivo
portan memoria de algún reino perdido?
-Somos negros,
mestizos de claroscuro,
manos sonoras, cintura ágil,
cuerpo presto al amor.
VII
Hágase la ofrenda.
Enciéndase la mecha.
Por los aires el trabuco,
la flecha de hendir el cielo.
Es muy seria la gestión.
Suenen petardos.
Alcen diablos su humareda.
104
VI
Che suoni il tamburo.
Così lo ordina la mano inguantata.
Balla il suono tra le gambe nubili.
Cosa cela la rete?
I grossi crini sotto il pennacchio / altezzoso
Sono memoria di qualche perduto regno?
-Siamo negri,
meticci di chiaroscuro,
mani sonore, fianchi agili,
corpo apparecchiato all’amore.
VII
Si compia l’offerta.
Si accenda la miccia.
Per aria il trabocco,
il dardo per fendere il cielo.
E’ molto seria la guida.
Suonino i petardi.
Alzino i diavoli la loro fumata.
105
VIII
Bajo la enramada,
para limpiar los aires,
manos curtidas,
aguzadas vocales de violines.
Arrancó el baile.
Imagínese las parejas iguales
y distintas bajo un mismo signo.
A nadie pareciera interesarles.
(Paréntesis)
IX
Son muchas las ocultaciones.
Dispares los rostros de sus máscaras.
De un mismo rubio color
sus barbas cabelleras barbas.
Vendrá el silencio.
VIII
Sotto le fronde,
per nettare l’aria,
mani conciate,
aguzze vocali di violini.
(Parentesi)
IX
Sono tanti gli occultamenti.
Dispari i volti delle loro maschere.
Di uno stesso biondo colore
Le sue barbe capigliature barbe.
Verrà il silenzio.
X
La hilandera tiene los hojos por dentro.
Su madeja es blanca
como los socorros del perdón.
Cordero de Dios.
XI
Esos brazos enjutos,
esas magruras de manos
por años palparon
secretos de la arcilla.
Terso es su contorno.
XII
Ni un lamento.
El árbol sin sombra, todo verdor.
XIII
Los dedos sobadores anudan,
ascienden, pulsan, desanudan:
la mueca se escurre por la cara.
El dolor hinca sus raíces.
108
X
La filatrice ha gli occhi in dentro.
la sua matassa è bianca
come gli soccorsi del perdono.
Agnello di Dio.
XI
Quelle braccia magre,
quelle asciuttezze di mani
per molti anni palparono
i segreti dell’argilla.
XII
Neppure un lamento.
L’albero senz’ombra, tutto verde.
XIII
Dita massaggiatrici annodano,
s’innalzano, pulsano, si sciolgono.
La smorfia scivola dal volto.
Il dolore affonda le sue radici.
109
Ningún lamento.
XIV
Con el amanecer llegaron a la plaza.
Cargados de granos y de flores.
XV
Frescura de melaza en la estancia.
Él la vierte. Ella crea su ribera,
su cuerpo de moza cobriza y deslumbrante.
Toda dulzura su magma, su intimidad
/ flotante.
XIV
Con l’alba sono arrivati alla piazza.
Carichi di grani e di fiori.
XV
Freschezza di melassa nella tenuta.
Lui la sparge. Lei crea la sua riva,
il suo corpo di giovane donna ramata e splendente.
Tutta dolcezza il suo magma, la sua intimità.
/ galleggiante.
Pasta di estratto di tabacco cotto e sale di urau, che assaporano gli abitanti della Cordigliera
45
XVI
Altas son las hogueras.
Judas arde.
Pronto serán cenizas
los trapos de su cuerpo.
XVII
La eternidad vela nuestro asombro.
112
XVI
Alti sono i roghi.
Giuda arde.46
Presto diverranno cenere
gli stracci del suo corpo.
XVII
L’eternità vigila sulla nostra meraviglia.
46
Tradizione religiosa popolare venezuelana che consiste nella costruzione di un pupazzo che
rappresenta la figura dell’apostolo Giuda e che viene bruciato in piazza il giorno di Pasqua.
113
EFRAIN HURTADO
el animal47
A veces
me derriba un gran vértigo.
A medianoche
me veo deshauciado en los espejos,
el monstruo me abandona a una muerte atroz.
Para olvidarme, ambulo por lugares
muy quietos
o me voy por años a otros poblados,
para olvidarme,
aunque soy la víctima de siempre,
mi cómplice más cruel.
47
Efrain Hurtado, in Alejandro Oliveros (direttore), Poesía, revista bimensual de poesía y
teoría poética, nn. 6-7, cit.
114
L’animale
A volte
mi atterra una grande vertigine.
A mezzanotte
mi vedo spacciato negli specchi,
Il mostro mi abbandona a una morte atroce.
Per dimenticare, me ne vado per luoghi
molto quieti,
o mi allontana per qualche anno in altri paesi,
per dimenticare,
anche se sono la vittima di sempre,
il mio complice più crudele.
115
48
Francisco Pérez Perdomo, in Miranda, Julio E. (a cura di), Antología histórica de la poesía
venezolana del siglo XX, 1907-1996, Universidad de Puerto Rico, 2001.
116
Siamo le maschere
Para escapar49
49
Ibidem.
118
Per scappare
Nei marciapiedi
e sopra il pattume che innalza il vento
mi arrendo davanti ai miei fantasmi.
119
m50
50
Francisco Pérez Perdomo, in Alejandro Oliveros (direttore), Poesía, revista bimensual de
poesía y teoría poética, nn. 6-7, cit.
120
Una soledad 51
Una solitudine
51
Francisco Pérez Perdomo, in Miranda, Julio E. (a cura di), Antología histórica de la poesía
venezolana del siglo XX, 1907-1996, cit.
122
cl 52
cl
52
Francisco Pérez Perdomo, Joven poesía venezolana, nn.6/7, Valencia, 1972.
123
Fig. 6
124
Fig. 7
125
GUILLERMO SUCRE
SINO GESTOS 53
SOLO GESTI
EL ÚNICO ESPLENDOR54
54
Ibidem.
130
L’UNICO SPLENDORE
55
Albero della zona torrida venezuelana. Il suo nome scientifico è tecoma spectabilis, dal legno
molto duro e immarcescibile.
56
Da Manaca, nome volgare con il quale si indica una specie di palma il cui nome scientifico è
euturpe oleracea. Il Manacal è il luogo dove abbondano le manacas.
131
te ríes
con un fulgor triste en tus ojos
sacudes tu pelo
largo todavía empapado
helechos del mediodía
me besas sabes (me dices)
que soy bello (“mi bello”)
me abrazas (como me abrasa tu frescor) “tú
bella”
me llevas en tus brazos
me vistes y vamos
a jugar al patio (otra vez) bajo el parral
rodeados por la pasión
del calor
Ya uno sólo tiene derecho a muy pocas cosas
Sé o algo me lo hace saber que no puedo hablar
de la felicidad
Abandoné mi casa y no he vuelto a ella
la cubrirán ahora las hiedras y en aquel traspatio
ni fuego ni mano que lo encienda
algún día la borrarán las lluvias y no estaré
allí para levantarla de nuevo
(qué nos hace partir y cómo podemos partir)
tu ridi
con uno sfolgorio cupo negli occhi
scuoti i capelli
lunghi ancora impregnati
felci del mezzogiorno
grava il sopire
mi baci sai (mi dici)
che sono bello (“mio caro”)
mi abbracci (come mi accende la tua ombra) “tu
bella”
mi porti alle tue braccia
mi vesti e andiamo
a giocare nel cortile (di nuovo) sotto la pergola
serrati nella passione
dell'afa
Ormai uno ha diritto a pochissime cose
So o qualcosa me lo fa sapere che non posso discutere
della felicità
Ho lasciato la mia casa e non ci sono più tornato
la ricopriranno ora le edere e in quel cortile di dietro
né fuoco né mano che lo accenda
qualche giorno la cancelleranno le piogge e non sarò
lì per ricostruirla di nuovo
(cosa ci fa partire e come possiamo partire)
57
Guillermo Sucre, in Alejandro Oliveros (direttore), Poesía, revista bimensual de poesía y
teoría poética, nn. 6-7, cit.
136
Dios
y su alfiler,
58
Jesús Sanoja Hernández, La mágica enfermedad y otros poemas, Monte Ávila Editores
Latinoamericana, Caracas, 1997.
138
Dio
e la sua spilla,
Máquinas de ahora59
Va naciendo temor en el engranaje, el no de la pausa,
y perdiéndose la esperanza de vencer, el sí de la pelea,
tragaluz en el candado, herraje en las ciudades,
posibilidad trunca en cada cuarto.
59
Ibidem.
140
Le macchine di adesso
JOSÉ BARROETA
En el invierno
me tocaba visitar con los demás muchachos
el bosque ruinoso,
sacar pequeños peces del río
y tomar, escuchando, un buen trago.
60
José Barroeta, in Alejandro Oliveros (direttore), Poesía, revista bimensual de poesía y teoría
poética, nn. 6-7, cit.
142
D’inverno
Mi toccava visitare assieme agli altri ragazzi
Il bosco in rovina,
tirar fuori dal fiume piccoli pesci
e bere, ascoltando, un bel sorso.
Fig. 8
144
Fig. 9
145
JUAN CALZADILLA
Oruga 61
se
má
fo
ro
por
cada
uno
de
sus
peldaños.
61
Juan Calzadilla, Fragmentos para un magma, Caracas, Ministerio de la Cultura, Conac,
Artes Visuales, 2005.
62
Ibidem.
146
Bruco
se
ma
fo
ro
da
cias
cuno
dei suoi
gradini
147
Ran ura63
Puñal64
Consejo aeronáutico65
63
Ibidem.
64
Ibidem.
65
Ibidem.
148
Fes sura
Pugnale
Consiglio aeronautico
Espiral 66
Fig. 10
66
Ibidem.
150
POEMA67
67
Ibidem.
151
Legítima defensa68
Mi seguridad termina
puertas adentro del ojo del otro
Mi odio se diversifica como una red que tiene
por eje el núcleo de la tormenta
No procedo más que en la legítima defensa de lo que
no soy
Se me permite situarme en un sitio estratégico
de mi cuerpo para vigilarme mejor
Mis movimientos son tuyos, ciudad
Me habitas cruelmente
hostigas mi éxodo
orientas mis pasos hacia los estados de postración
Armas mis equilibrios con frágiles varas
que el fuego alimenta.
Legittima difesa
Esperando salvación69
69
Ibidem.
154
In attesa di salvazione
70
Ibidem.
156
bajo tus párpados crecer los pelos del difunto cavando en tu frente
como un agua lustral; y después estamos sobre la alfombra
en esa postura intransigente que molesta como cuerda
demasiado ceñida a una garganta
Si regresas al otro día mucho tiempo se habrá ido
en la amapola seca: las sillas colocadas reflexivamente
ante la mesa donde se jugaba anoche una partida,
tu retrato que se pudre sin que se altere el rostro
teje la araña lo que se desteje en el reloj, mucho tiempo violento
marcado por el vuelo de la mariposa negra en el cuarto
mucho tiempo que no se sabe si ha pasado realmente
por tu rostro o por el lomo del caballo que otro amo
con su ojo engorda plácidamente,
un día desfigurado por las lluvias en que las hormigas
cargan la hoja de tabaco.
158
sotto le tue palpebre crescere i peli del deceduto scavandoti sulla fronte
come un'acqua lustrale; e dopo giaciamo sul tappeto
in quella postura ostinata che infastidisce come corda
troppo stretta a una gola
Se torni il giorno dopo molto tempo sarà andato via
dal papavero secco: le sedie disposte in modo accorto
intorno al tavolo dove ieri sera si giocava una partita,
il ritratto tuo che marcisce senza che se ne alteri il volto
tesse la ragnatela quello che si distesse dell'orologio, molto tempo crudele
impresso dal volo della farfalla nera nella camera
molto tempo che non si sa se è trascorso realmente
sul tuo viso o sul dorso del cavallo che un altro padrone
con il suo occhio impingua sereno
un giorno sfigurato dalle piogge in cui le formiche
caricano la foglia del tabacco.
159
71
Juan Calzadilla, in Arteliteral. Escritura venezolana hoy. URL del sito: www.arteliteral.com
160
Fig. 11
161
Derecho a réplica74
72
Ibidem.
73
Juan Calzadilla, in Revista Festival Internacional de Poesía Medellín. URL del sito:
www.festivaldepoesiademedellin.org
74
Juan Calzadilla, in Arteliteral, cit.
162
Diritto di replica
Estética de bolsillo76
75
Juan Calzadilla, in Fernando Sabido Sánchez, Poetas Siglo XXI – Antología de Poesía
Mundial. URL del sito: poetassigloveintiuno.blogspot.it
76
Juan Calzadilla, in Arteliteral, cit.
77
Juan Calzadilla, in Roger B. Carmosino (direttore-editore), INTI, Revista de Literatura
Hispánica, cit.
164
79
Juan Calzadilla, in Roger B. Carmosino (direttore-editore), INTI, cit.
168
80
Juan Calzadilla, in Giovani poeti sudamericani, Torino, Einaudi, 1972.
170
81
Juan Calzadilla, in Galleria, rassegna bimestrale di cultura, nn.5-6 Caltanissetta – Roma,
Salvatore Sciascia Editore, Settembre-Dicembre 1965.
172
82
Juan Calzadilla, in Alejandro Oliveros (direttore), Poesía, revista bimensual de poesía y
teoría poética, nn. 6-7, Departamento de Literatura de la U.C., Valencia (Venezuela), mayo-
agosto, 1972.
174
I modi necessari
Hispánica, cit.
176
Fig. 12
177
Filiación oscura84
84
Juan Sánchez Peláez, in Juan Gustavo Cobo Borda, Antología de la poesía
hispanoamericana, México, Fondo de Cultura Económica, 1985.
178
Filiazione oscura
Ci sono vivi che scandiscono, ci sono vivi che parlano dandosi del tu
e ci sono morti che ci danno del tu,
ma uno non ne sa niente.
Ahora te digo:
No tengo títulos
Tiemblo cada vez que me abrazan
Aún
No cuelgo en la carnicería.
Y ésta es mi réplica
(Para ti):
Un sentimento diáfano de amor
Una hermosa carta que no envío.
85
Ibidem.
180
Ora ti dico:
Non ho titoli
Tremo ogni volta che mi abbracciano
Ancora
Non sono appeso nella macelleria.
86
Ibidem.
182
Espejismos87
De qué aguas
las tejas
el largo sobre nosotros
O más de noche,
en lo último
87
Luis Alberto Crespo, Costumbre de Sequía, Caracas, Monte Ávila Editores, 1977.
184
Miraggi88
Di che acque
le tegole
la lunghezza su di noi
E le parole d'acqua
con le quali parlavamo e i lampi
tra i denti,
per l'ultima volta
88
Luis alberto Crespo, Costumbre de Sequía, cit.
185
Mi riconsegno all'amarezza89
Mi riconsegno all'amarezza
dove dice Aregue90
E mi brucia quello sporco
come una ferita
Scambio parole con le capre
Il vento affretta tutto
Solo lo scricchiolo dell’erbaccia
è come essere.
89
Luis Alberto Crespo, Costumbre de Sequía, cit.
Villaggio che si trova nei pressi della città di Carora, capitale del municipio Torres dello stato
90
Lara. Fondato nel 1616 dal governatore della provincia del Venezuela, Francisco de la Hoz
Berrio.
186
Fig. 13
187
Mucha luz91
91
Luis Alberto Crespo, Costumbre de Sequía, cit.
188
Molta luce
Señales92
El temblor93
92
Ibidem.
93
Ibidem.
190
Segnali
Il terremoto
El oro94
Sin la sombra,
sobra la carta, la sequedad
94
Luis Alberto Crespo, Costumbre de Sequía, cit.
192
L’oro
Senza l'ombra,
avanza la faccia, la siccità
Aggrappati ai tetti
diversi
e non così, pallidi,
senza apparire, cosparsi di cenere.
193
diablo de verdún95
Es el final de la calle
y ni siquiera hay rosas
la candela brinca
de un lugar a otro
Nadie osa mirar
ni las rejas ni los portones
abiertos
Anda conmigo
sombra de los vendavales
y condúceme condúceme pronto
a la mansión
donde retienes mi otra parte inmortal
95
Luis Camilo Vergara, in Alejandro Oliveros (direttore), Poesía, revista bimensual de poesía
y teoría poética, nn. 6-7, cit.
194
diavolo di verdun
Vieni con me
Ombra dei venti
e portami presto
alla dimora
dove trattieni la mia altra parte immortale
195
ciertos instantes96
96
Luis García Morales, in Alejandro Oliveros (direttore), Poesía, revista bimensual de poesía y
teoría poética, nn. 6-7, cit.
196
certi istanti
MIYÓ VESTRINI
97
Miyo Vestrini, in Alejandro Oliveros (direttore), Poesía, revista bimensual de poesía y
teoría poética, nn. 6-7, cit.
198
Fig. 14
200
Fig. 15
Fig. 16
201
RAFAEL CADENAS
Derrota98
98
Rafael Cadenas, in Jole Tognelli, Gianni Toti (a cura di), “Poesia contemporanea del
Venezuela”, in Galleria, rassegna bimestrale di cultura, nn.5-6 Caltanissetta – Roma,
Salvatore Sciascia Editore, Settembre-Dicembre 1965.
202
Fallimento
99
Sigla per Fuerzas Armadas de Liberación Nacional, braccio militare del movimento
rivoluzionario venezuelano che negli anni Sessanta guidò la guerriglia contro i governi filo
americani di Betancourt e di León, con l'ambizioso proposito di scatenare l'insurrezione
militare per abbattere il sistema capitalista venezuelano, sostituendolo con uno Stato socialista.
205
Fracaso100
Rafael Cadenas, da False Manovre (1966), in Gina Saraceni (a cura di), Un’isola e altre
100
Disfatta
Quando mettevi il tuo marchio sulla mia fronte, non ho mai pensato al
messaggio che portavi più prezioso di tutti i trionfi.
Per proteggermi hai ceduto il passo ad altri, hai fatto sì che una
donna scegliesse qualcuno più risoluto,
mi hai disorientato da mansioni suicide.
Tu sei sempre venuto per scansarmi.
desierto.
Tú no existes.
Cuánto te debo!
deserto.
Tu non esisti.
Non ti canto per quello che sei, ma per quello che non mi hai lasciato
essere. Per non avermi offerto altro vivere. Per avermi
avvinghiato.
El otro veredicto101
Tu patria, la vida
no concede premios.
Sólo
te sostiene.
Así te afianzas
y dices: hay algo
en lo que no puedo equivocarme:
sobre mi país de origen.
Rafael Cadenas da Intemperie (1977), in Gina Saraceni (a cura di), Un’isola e altre poesie,
101
L’altro verdetto
Solo
ti tiene su.
Così ti aggrappi
e dici: c'è un che
su cui non mi posso sbagliare:
sul mio paese d’origine.
¿Cómo pudo
volverse tribunal
de su vida
(no es sino la sala
donde se reúne
a rumiar fallos)
el
que menos juzga,
el
que existe desde su cuerpo,
el
menos concluyente
de los nacidos?.
Flacos dedos
me asuelan.
El cielo se estanca
en mi pozo.
La magia está herida.
Las palabras
no dicen en este confín.
18
Come ha potuto
divenire tribunale
della sua vita
(non è se non la sala
dove si raccoglie
a rimuginare sentenze)
colui
che meno giudica
lui che esiste dal suo corpo,
il meno concludente
tra i nati?
Magre dita
mi abbattono.
Il cielo s'impaluda
nel mio pozzo.
La magia è ferita.
Le parole
non dicono in questo confine.
18
E' tanto corta la distanza tra di noi e il baratro, quasi insussistente, una sottile
libidine. Basta arrestarsi ed è lì.
Siamo quello.
Non occorre che lo osserviamo da vicino. Che non ci sia un imbroglio. La
separazione ci appartiene.
213
20
24
Tuve
que ser una disonancia.
Todo
fue por ti,
y no te he visto.
214
20
24
Ho dovuto dissentire,
occultarmi,
scomparire.
Ho dovuto
divenire una dissonanza.
Ho dovuto celare
il viso,
diventare,
fuggiasco,
ammutolire, azzittire
(quando forse era utile
una spiegazione chiara).
Tutto
è accaduto per te,
e non ti ho visto.
215
25
Se hunde uno,
se atasca,
se desoye,
y vuelve a unirse. Un pantano.
No es broma.
Hay encallamientos
peores que la ilusión.
Se ahoga uno
en su magno deseo
y alguien lo levanta,
exhausto, confundido, disperso
y sin haber aprendido.
Se queda uno
a mitad de camino, reptando
bajo el resplandor.
26
Hazte a tu nada
plena.
Déjala florecer.
Acostúmbrate
al ayuno que eres.
que tu cuerpo se la aprenda.
29
Vida
Arrásame,
barre todo,
que sólo quede
la cáscara vacía, para no llenarla más,
limpia, limpia sin escrúpulo
y cuanto sostuviste deja caer
sin guardar nada.
216
25
Uno sprofonda,
si arresta,
si disattende
e torna a ricongiungersi. Un pantano.
Non è uno scherzo.
Ci sono intoppi
peggiori dell'illusione.
Uno affoga
nel suo vasto desiderio
e qualcuno lo solleva,
esausto, confuso, disperso
e senza aver imparato.
Uno resta
a metà strada, strisciando
sotto lo splendore.
26
29
Vita
sfasciami,
spazza tutto,
che solo rimanga
la scorza vuota, per non colmarla più,
pulita, tersa senza scrupolo
e quanto hai sostenuto ignoralo
senza conservare nulla.
217
32
32
Che ogni parola porti quel che dice.
Che sia come il tremito che la sostiene.
Che si mantenga come un palpito.
Reconocimiento102
102
Ibidem.
220
Riconoscimento
Routine103
Me fustigo.
Me abro la carne.
Me exhibo sobre un escenario.
Allí no ofrezco el número decisivo.
Devorarme ¡Mi gran milicia!, pero soy también un
armador tenaz.
Sé reunirme pacientemente, usando rudos métodos de
ensamblaje.
Conozco mil fórmulas de reparación. Reajustes, atornilla-
mientos, tirones, las manejo todas.
A golpes junto las piezas.
Siempre regreso a mi tamaño natural.
Me deshago, me suprimo, displicente, me borro de un plu-
mazo y vuelvo a montar, montar al carafresca.
(No se trata de rearmar un monstruo, eso es fácil, sino de
devolverle a alguien las proporciones.)
Planto mi casa en medio de la locuacidad.
Me reconstruyo con un plomo inefable.
Calma. Ya está. Entro a la horma.
103
Ibidem.
222
Routine
Mi fustigo.
Mi lacero la carne.
Mi ostento sulla scena.
Lì non mostro il numero decisivo.
Dilaniarmi, il mio grande reggimento! Ma sono anche un
armatore tenace.
So riunirmi con pazienza, usando modi rudi
di assemblaggio
Conosco mille formule di riparazione. Ritocchi,
avvitamenti, strappi, li manovro tutti.
A suon di colpi riassemblo i pezzi.
Sempre ritorno alla mia dimensione normale.
Mi disfaccio, mi sopprimo, cinico, mi depenno
e torno e mi rimonto in un faccia tosta.
(Non si tratta di riarmare un mostro, questo è facile,
ma di ridare a qualcuno le proporzioni).
Pianto la mia casa in mezzo alla loquacità.
Mi ricostruisco con un piano ineffabile.
Calma. E' fatto. Penetro nell'impronta.
223
RAFAEL GUERRERO
Intento a Vallejo104
104
Pablo Mora, “Rafael Guerrero, poeta venezolano descubierto en España”, in Espéculo.
Revista de estudios literarios, n.20, Facultad de Ciencias de la Información, Universidad
Complutense de Madrid, marzo-junio, 2002. URL del sito:
http://www.ucm.es/info/especulo/numero 20/guerrero.html
224
intento
intento no de llanto ni sollozo intento de borrar la pena
la familia de penas abatidas intento.
226
cerco
cerco non di pianto né di singhiozzo cerco di espungere la pena
la stirpe delle pene demolite cerco.
Fig. 17
227
USA.
Desgraciadamente Walt Whitman
Y fósforo asesino en Viet Nam
De tal manera
que venimos a decirte:
Déjanos en paz!
Guarda tus bombas asesinas
USA guarda tu mundo para USA.
United States Carnicería
Lava tu alma de matarife
déjanos soñar
no pesadillas
sino sueños!
Somos jóvenes
Millones de jóvenes
Con una novia
y una canción
en el recuerdo.
105
Pablo Mora, “Rafael Guerrero, poeta venezolano descubierto en España”, cit.
228
USA.
Per sfortuna Walt Whitman
e il fosforo killer in Viet Nam
a tal punto
che ti diciamo:
Lasciateci in pace!
Riponi le tue bombe assassine
USA riponi il mondo vostro per gli USA
United States Mattatoio.
Nettate la vostra anima di beccaio
lasciateci sognare
non turbamenti
ma sogni!
Siamo giovani
Milioni di giovani
con una fidanzata
e una canzone
nei ricordi.
Te largaremos
no vamos a permitir
que sigas
destruyendo nuestras vidas
saqueando nuestra tierra.
USA
John y Jane
a orilla de cualquiera de tus ríos
o del mar
Unidos para el amor
para la vida
Y al mismo instante
en cualquier parte de la Unión
Unidos Ku Klux Klan
crucificando un hombre de color
USA
Sangriento tramposo
inquilino de nuestra geografía
que has hecho inhabitable
por la ponzoña que destilas
Alimaña!
Eso
eres
USA
Y así te conocemos
Ni te podemos
decir:
Vi licenzieremo
Non consentiremo
che persistiate
a distruggere le nostre vite
razziando la nostra terra.
USA
John e Jane
sulla sponda di qualsiasi dei tuoi fiumi
o del mare
Uniti per l'amore
per la vita
E allo stesso tempo
in qualsiasi luogo dell'Unione
Uniti Ku Klux Klan
crocifiggendo un uomo di colore
USA
Sanguinari e impostori
inquilini della nostra geografia
che avete reso inospitale
dal veleno che distillate
Bestiacce!
Quello
siete
USA
E così vi conosciamo
Nemmeno vi possiamo
dire:
USA siete un teppista lestofante che non vale un moccolo
Non conoscete nemmeno la dignità del teppista
che non fa uso di colpi bassi e vigliacchi
Perciò vi diciamo
Yankee go home
Andatevene o vi cacceremo
Non vorremmo che le nostre mani
231
Canto al acero106
106
Pablo Mora, “Rafael Guerrero, poeta venezolano descubierto en España”, cit.
232
Canto l'acciaio
RAMÓN PALOMARES
El Patiecito107
A Pedro Parayma
Il cortiletto
A Pedro Parayma
Abandonado108
pero ya se me fue,
ya me quedé solito,
ya el sol me dijo que no.
—¿Y qué vas a hacer ahora? —me dijeron los gallos—,
ya nosotros nos vamos, ya te dejamos,
aquí no nos vamos a estar.
Abbandonato
A Vicente Gerbasi y Augusto Payares
como un pueblo
cuando llegaba,
y se veían montes en el polvo
y se entusiasmaban los días, y era que tenía
tantas casas que cada sueño lo vivía en una y no se me acababan.
come un paese
quando giungeva,
e si vedevano le colline nella polvere
e si galvanizzavano i giorni, ed era perché avevo
tante case che ogni sogno lo vivevo in ciascuna e mai finivano.
Fig. 18
239
A Pancho Crespo
—Encarnación!
Al momento dieron las doce
—Encarnación salga que allá lo esperan por el muerto.
“Son ellos –me dije-. Al fin vienen. Cierto Cierto…”
109
Ibidem.
240
A Pancho Crespo
Incarnazione!
Sono appena scoccate le dodici
Incarnazione esca che l'aspettano per il morto.
“Sono loro-mi dissi-alla fine vengono. Certo Certo...”
Ascoltiamo i nitriti e le inquietudini dei cavalli
Stridono gli arnesi.
Ahi siam rimasti sereni
110
Ramón Palomares, in Hugo García Robles, Umberto Bonetti (a cura di), Giovani poeti
sudamericani, Torino, Einaudi, 1972.
242
Muerte111
111
Ramón Palomares, Vuelta a casa, Caracas, Biblioteca Ayacucho, 2006.
244
Morte
Fig. 19
245
RAMÓN QUERALES
si comenzaras un viaje112
Si comenzaras un viaje
no te detendrías hasta agotar la vida
en algún país parecido al otoño
recibirías la vejez
pero no podrías ocultar la nostalgia
por las montañas de oro
que enriquecieron tu piel
de inigualables soles
y ya próxima tu vida a agitar
su último y más viejo pañuelo
una cabra melancólica bailaría parada sobre tu corazón.
112
Ramón Querales, in Alejandro Oliveros (direttore), Poesía, revista bimensual de poesía y
teoría poética, nn. 6-7, cit.
246
se tu cominciassi un viaggio
Se tu cominciassi un viaggio
non ti fermeresti fino a esaurire la vita
in qualche paese simile all’autunno
riceveresti la vecchiaia
ma non potresti celare la nostalgia
per le montagne d’oro
che accrebbero la tua pelle
d’incomparabili soli
e la tua vita già prossima ad agitare
il suo ultimo e più logoro fazzoletto
una capra malinconica belerebbe dritta sul tuo cuore.
247
El socialismo no existe
pero de que vuela vuela
El capitalismo sí
y hay que matarlo
113
Luciana Mc Namara, “Víctor Valera Mora: Chino de amor y revolución”, in Encontrarte,
fascículo 105, edición del 16 de abril de 2014. URL del sito:
http://www.encontrarte.aporrea.org/105/personaje/
114
Ibidem.
248
Comienzo115
115
Ibidem.
250
Inizio
Si riferisce alla generazione di poeti precedenti a quella degli anni ’60 (Guzmán Blanco),
116
fortemente criticati dai poeti avanguardisti, perché considerati modelli che non consentivano
un’evoluzione stilistica della letteratura venezuelana.
251
Víctor Valera Mora, dal poemario Amanecí de Bala (1971), in Luciana Mc Namara, “Víctor
117
Fig. 20
255
Amanecí de bala118
Amanecí de bala
Amanecí bien magníficamente bien todo arisco
hoy no cambio un segundo de mi vida por una bandera roja
mi vida toda la cambiaría por la cabellera de esa mujer
alta y rubia cuando vaya a la Facultad de Farmacia se lo diré
seguro que se lo diré asunto mío amanecer así
esta mañana cuando abrí las puertas con la primera ráfaga
alborotando tumbando todo entraron a mis pulmones
los otros poetas de la Pandilla de Lautréamont
grandes señores tolerados a duras penas por sus mujeres
al más frenético le pregunto por su libro vagancia city
como me gusta complicar a mis amigos los vivo nombrando
el diablo no me llevará a mí solo
ella antiguamente se llamaba Frida y estaba residenciada en Baviera
en una casa de grandes rocas levantadas por su amante vikingo
sus locuras en el mar de los sargazos
hay sol hasta la madrugada y creo que jamás moriré
sin embargo deseo que este día me sobreviva
soy desmesurado o excesivo y no doy consejos a nadie
pero hoy veo más claro que nunca
y quiero que los demás participen
hermoso día me enalteces desenfrenada alegría
no tengo comercio con la muerte no le temo
llevo en la sangre la vida de cada día soy de este mundo
bueno como un niño implacable como un niño
guardo una fidelidad de hierro a los sueños de mi infancia
en este punto soy socrático él y yo elevamos volantines
restituimos la edad de oro el “qué habrá”
al final del arco suspendido
ahora mismo se está mudando un río
118
Víctor Valera Mora, in Harold Alvarado Tenorio (direttore), Arquitrave. Revista
colombiana de poesía, n.42, vol.8, abril de 2009.
256
119
Nelle cantine del quartiere commerciale più in della Caracas degli anni ’60 (Sabana
Grande), Víctor Valera Mora, Luis Camilo Guevara, Mario Abreu, Pepe Berroeta e Caupolicán
Ovalles, fantasticavano appartenere a una immaginaria “Repubblica dell’Est”. Mossi da questa
idea, essi spiegheranno una intensa attività culturale dando vita al gruppo di poesia che
prenderà il nome di “La pandilla de Lautréamont”.
257
Víctor Valera Mora, in Gabriel Jiménez Emán (a cura di), Antología de Víctor Valera Mora,
120
Víctor Valera Mora, in Obra poética de Víctor Valera Mora, Caracas, Talleres de la
121
122
Alberto Brandt (1924-1970), artista plastico, pittore autodidatta, iconoclasta, pioniere
dell’astrazionismo e dell’informalismo in Venezuela. Molto legato ai movimenti artistici e
letterari come Sardio ed El Techo de la Ballena.
261
Hasta cuando123
123
Luciana Mc Namara, “Víctor Valera Mora: Chino de amor y revolución”, in Encontrarte,
fascículo 105, edición del 16 de abril de 2014. URL del sito:
http://www.encontrarte.aporrea.org/105/personaje/
262
Fino a quando
ALFREDO CHACÓN: San Fernando, Apure, 1937. Poeta, ricercatore, saggista. Studiò
Sociologia e Antropologia (1954-58), Filosofia (1954-56) all’UCV. Ha realizzato dei master in
Antropologia all’Università di Parigi (!958-60). Formò parte del gruppo Los unánimes (Parigi).
Dal 1960, professore titolare in pensione della Escuela de Sociología y Antropología presso
l’UCV. È stato direttore generale del CELARG e Presidente della Fondazione “Biblioteca
Ayacucho”.
Libri di poesia pubblicati: Saloma (1961); Materia bruta (1969); Principio continuo (1982);
Actos personales (1986); Acta del presagio (1986); Los espacios cálidos (1987, 1992); Decir
como es deseado (1990); Palabras asaltantes (1992); Por decir así (2003); Y todo lo demás
(2005).
ALFREDO SILVA ESTRADA, Caracas, 1933. Poeta. Laureato in Filosofia (UCV124). Master
all’Università della Sorbona, Parigi. Ha formato parte del gruppo Los Unánimes (Parigi).
Professore della UCV (1960 - 1965). Parte della sua produzione letteraria è stata tradotta in
francese.
Libri di poesia pubblicati: De la casa arraigada (1953); Cercos (1954); Del traspaso (1962);
Integraciones, 1954-1957. De la unidad de la fuga (1962); Arácnidos (1963); Literales
(1963); Transverbales I (1967); Lo nunca proyectado (1967); Invisibilia (1967);
Acercamientos: obra poética, 1952-67. Antología (1969, 1977); Transverbales II (1972);
Transverbales III (1972); Los moradores. 1970-74 (1975); Los quintetos del círculo
(1978); Contra el espacio hostil (1979); Variaciones sobre reticuláreas (1979); Dedicación
y ofrenda (1986); De bichos exaltado (1990); Foulées d’exil (1984, antologia);
Acercamientos. Antología poética, 1952-1991 (1992); Saveur des traces (1996). Por los
respiraderos del día,1980-1992 / En todo un momento, 1989-1993 (1998); Al través (2000).
124
UCV: Universidad Central de Venezuela, Caracas.
125
ULA: Universidad de los Andes, Mérida.
265
Libri di poesia pubblicati: Salve amigo, salve adiós (1961); Cabimas zamuro (1977); Como
piel de ángel (1980); Metal de soles (1983); Eros y Tánatos - La torre de Babel (1986);
Tanatorio (1993); Costumbre de piedra. Antología poética (1996).
EDMUNDO JOSÉ ARAY, Maracay, Aragua, 1936. Narratore, poeta, cineasta. Laureato in
Scienze Economiche (UCV). Formò parte dei gruppi letterari Vasudeva (Barquisimeto, 1956-
57) Sardio (Caracas, 1957-1962) ed El Techo de la Ballena (1962-1969). Professore della
Facoltà di Economia della UCV e Direttore della Cultura della ULA (1979). È conosciuto con
lo pseudonimo di Atilio Rey.
Libri di poesia pubblicati: La hija de Raghú (1957); Los huéspedes del tiempo (1959);
Nadie quiere descansar (1961); Twist presidencial: todo está en regla (1963, satire); Salve,
amigos, salve y adiós (1968); Cambio de soles (1968); Tierra roja tierra negra (1968);
Cuerpo de astronauta, convecino al cielo (1969); Libro de héroes (1971, 2004, coautore.);
Crónica de nuestro amor (1973, selezione); Cantata del Monte Sagrado (1983); Efraín, no
te duermes (1986); Versos toscanos (1987, 1997); Lilí, siempre Lilí. Memoria de Peter
Weiss (1987); Siempre febrero (1990); De la identidad. De la integración. Del espacio
audiovisual (1993,poesia-prosa); José Martí, ese soy yo (1997); Una y otra edad. Antología
poética(1956-1990) (1997); Heredades (2001); Simón Bolívar (Desde su nacimiento hasta
la Batalla de Carabobo) (2002); Mi amado Martí (2003).
EFRAÍN HURTADO: Las Mercedes, Guarico, 1934 – Caracas, 1978. Poeta, autore di racconti,
saggista. Antropologo. Professore della UCV e dei Master dell’IPC. Formò parte dei gruppi
letterari Sardio (Caracas, 1958) e El techo de la Ballena (1961). Cofondatore delle riviste
Rocinante e Uno y múltiple.
Libri di poesia pubblicati: Papeles de condenado (1964); Redes maestras (1966, 1969); Salve
amigo, salve y adiós (1968, co-aut.); Libro de héroes (1971, 2004, co-aut.); A dos palmos
apenas (1972); Transparencia del signo (1973); Ojo de buey (1974); Escampos (1979).
FRANCISCO PÉREZ PERDOMO, Sabana Libre, Trujillo, 1930. Poeta e saggista. Avvocato
(UCV). Integrante dei gruppi letterari Sardio (1958), Tabla Redonda (1959) ed El Techo de la
Ballena (1961). Ha svolto la mansione di addetto culturale. Capo redattore della Revista
Nacional de Cultura.
Libri di poesia pubblicati: Fantasmas y enfermedades (1961); Los venenos fieles (1963); La
depravación de los astros (1966); Huéspedes nocturnos (Antología) (1971, 1983);
Ceremonias (1976); Círculo de sombras (1980); Los ritos secretos (1988); El sonido de
otro tiempo (1991); También sin espacio (1996); El límite infinito (1997); La casa de noche
(2001); Antología mínima (2003).
GUILLERMO SUCRE (Guillermo Sucre Figarella), Tumeremo, Bolívar, 1933. Poeta, critico
letterario, saggista e docente universitario. Laureato in Lettere e Filosofia (Santiago del Cile) e
266
in Lettere (UCV, 1958). Dottorato all’Università di Parigi. Professore della USB 126, UCV e
IPC127. Ha coordinato i Laboratori Letterari nel CELARG128. Ha formato parte dei gruppi
letterari Sardio e Cantaclaro. Fondatore e redattore della rivista Sardio (Caracas, 1959). Ha
diretto le pagine letterarie del quotidiano La República (Caracas, 1963) e la rivista Imagen.
Cofondatore e redattore della rivista Zona Franca.
Libri di poesia pubblicati: Mientras sucedan los días (1961); En la profundidad del verano
(1962); La mirada (1970); Aproximaciones a Octavio Paz (1974); En el verano cada
palabra respira en el verano (1975); Serpiente breve (1977); La vastedad (1988); La
segunda versión (1993).
JESUS SANOJA HERNÁNDEZ, Tumeremo, Bolívar, 1930. Poeta, saggista, critico letterario,
redattore e giornalista. Laureato in lettere (UCV). Professore di Letteratura nella Escuela de
Letras y Comunicación Social (UCV). fondatore dei gruppi letterari Cantaclaro e Tabla
Redonda. Co editore delle riviste: En letra Roja, Tabla Redonda, Qué pasa Venezuela,
Cantaclaro, El Venezolano.
JOSÉ BARROETA (José María Barroeta Paolini), Pampanito, Trujillo, 1942. Poeta. Avvocato
(UCV). Dottore in Letteratura Iberoamericana (Università di Parigi, 1981). Dal 1975
professore della Escuela de Letras dell’ULA. Formò parte dei gruppi letterari Tabla Redonda
(1959), El Techo de la Ballena (1961), Tropico Uno (1964, Puerto La Cruz) ed En Haa
(1965). Collabora in numerose pubblicazioni periodiche nazionali ed estere.
Libri di poesia pubblicati: Perfiles (1959); Poemas (1966); Todos han muerto (1971); Cartas
a la extraña (1972, poesie in prosa); Arte de anochecer (1975); Fuerza del día (1985);
Antología (1985); Culpas de juglar (1996); Obra poética, 1971-1996 (2001).
Libri di poesia pubblicati: Poemas (1953); Primeros poemas (1954); La torre de los pájaros
(1955); Los herbarios rojos (1958); Dictado por la jauría (1962, 1994); Primero poemas
(1964); Malos modales (1965, 1994); Las contradicciones sobrenaturales (1967);
Ciudadano sin fin. Antología (1970); Manual de extraños (1975); Oh, smog (1977);
Tácticas de vigía (1982); Una cáscara de cierto espesor (1985); Diario para una poesía
mínima (1986); Antología paralela (1988); Agendario. Cuerpos escritos (1988); Diarios,
aproximaciones a un decir siempre aplazado (1990); Tema para el próximo silbido (1991);
Curso corriente (1992); Minimales (1993); El fulgor y la oquedad (1994); Lugar de paso
(1996); Principios de urbanidad (1997); Diario sin sujeto (1997); Corpolario (1999);
Notario al garete (2000); Aforemas (2004).
JUAN SÁNCHEZ PELÁEZ, Altagracia de Orituco, Guarico, 1922 – Caracas, 2003. Poeta.
Studiò Pedagogia a Santiago del Cile. Ha lavorato come addetto culturale nelle ambasciate di
Colombia e Spagna.
126
USB: Universidad Simón Bolívar, Caracas.
127
IPC: Instituto Pedagógico de Caracas.
128
CELARG: Centro de Estudios Latinoamericanos Rómulo Gallegos, Caracas.
267
Libri di poesia pubblicati: Elena y los elementos (1951,2001); Animal de costumbre (1959);
Filiación oscura (1966); Un día sea (1965, antologia); Lo huidizo y lo permanente (1969);
Rasgos comunes (1975); Por cuál causa o nostalgia (1981); Poesía, 1951-1981 (1984,1993);
Aire sobre el aire (1989); Obra poética (2003).
LUIS ALBERTO CRESPO, Carora, Lara, 1941. Poeta, saggista traduttore. Laureatosi in
Scienze della comunicazione (UCV). Ha seguito corsi di specializzazione nella Scuola di Alti
Studi di Parigi. È stato direttore del Foglio Letterario del quotidiano El Nacional e della rivista
Imagen. Dirige la Casa Nazionale delle lettere Andrés Bello.
Libri di poesia pubblicati: Cosas (1968); Si el verano es dilatado (1968); Novenario (1973);
Rayas de lagartija (1974); Costumbres de sequía (1977); Resolana (1980); Entreabierto
(1984); Señoras de la distancia (1988,1996); Mediodía o nunca (1989); Sentimentales
(1990); Como una orilla. Antología poética (1968-1990) (1991); Más afuera (1993); Duro
(1995); Solamente (1997); Lado (1999); Ninguno como la espina (2000); El país ausente
(2004).
LUIS CAMILO GUEVARA: Tucupita, Delta Amacuro, 1938. Poeta. Collabora in numerose
pubblicazioni periodiche nazionali.
Libri di poesia pubblicati: Festejos y sacrificios [opera premiata con il titolo di Vestigios
rurales] (1971); Las cartas del verano (1973); Murales de la tarde (1973); Travesol (1986);
Inocente de los bestiarios (1999).
Libri di poesia pubblicati: Lo real y la memoria (1962); El río siempre (1983); Poesía
(1992); De un sol a otro (1997).
MIYÓ VESTRINI (pseudonimo di María Josefina Fauvell Ripert). Nimes, Francia, 1938 –
Caracas, 1991. Poetessa, saggista, narratrice, articolista. Ha risieduto in Venezuela dal 1947.
Formò parte dei gruppi letterari Apocalipsis, 40 grados a la sombra (Maracaibo) e Sardio
(Caracas). Iniziò a lavorare come giornalista nel 1948 con il quotidiano Diario de Occidente
(Maracaibo). Diresse le pagine d’arte dei quotidiani La República, El Nacional e la rivista
Criticarte (Caracas). È stata addetta culturale dell’ambasciata in Italia.
Libri di poesia pubblicati: Poesías (1964); Las historia de Giovanna (1971); El invierno
próximo (1975); Pocas virtudes (1986); Valiente ciudadano (postumo, 1994); Todos los
poemas (postumo, 1994).
RAFAEL CADENAS, Barquisimeto, Lara, 1930. Poeta e saggista. Formò parte del gruppo
Tabla Redonda (1959). Professore pensionato della Escuela de Letras dell’UCV.
Libri di poesia pubblicati: Cantos iniciales (1946); Una isla (1958); Los cuadernos del
destierro (1960, 2001); Derrota (1963); Falsas maniobras (1966); Anotaciones (1973);
Antología (1977); Intemperie (1977); Memorial (1977); Los cuadernos del destierro; falsas
maniobras; derrota (1979); Amante (1983); Dichos (1992); Gestiones (1992); Poemas
escogidos - Poemes choisies (1994); Antología, 1958-1983 (1996, 1999).
129
CONAC, Consejo Nacional de la Cultura de Venezuela, organismo incaricato nel promuovere
e di<ondere il patrimonio culturale venezuelano.
268
RAFAEL GUERRERO, San Cristóbal, Táchira (1938 - 1969). Poeta autodidatta. Fondatore del
gruppo letterario Cueva Pictolírica (1963). Contribuì a rinnovare i canoni culturali della sua
regione attraverso il confronto, la divulgazione culturale, la creazione letteraria e pittorica.
Negli anni sessanta rende nota la sua produzione poetica che vedrà la luce sul quotidiano El
Centinela, nelle cui pagine, ogni settimana, insieme ai compagni del gruppo letterario,
pubblicava i suoi versi.
Profondo conoscitore della poesia venezuelana. Il componimento Derrota di Rafael Cadenas
nei cui versi si spoglia gli uomini in modo viscerale davanti a certe scelte esistenziali come
quella della lotta armata, lo colpì profondamente. È stato anche un assiduo lettore di César
Vallejo e di Pablo Neruda; dei poeti europei Cesare Pavese, Giuseppe Ungaretti, Artur
Rimbaud, Rainer Maria Rilke, Miguel Hernández, Rafael Alberti, Federico García Lorca; del
russo Vladimir Majakokskij e dell’americano Walt Whitman. Guerrero è stato un poeta dalle
profonde convinzioni politiche e umanistiche, un ribelle nei confronti dell’ingiustizia subita dal
popolo latinoamericano. Questo sentire, forse, ha determinato la sua evasione dall’esistenza.
RAMON DAVID SÁNCHEZ PALOMARES, Escuque, Trujillo, 1935. Poeta, critico letterario,
narratore. Ha studiato per il conseguimento del diploma di maestro nella Escuela Normal
Federal di San Cristobal. Si è laureato nell’IPC come professore di Lingua e letteratura
Spagnola (1958). Formò parte del gruppo letterario Sardio (Caracas, 1958) ed è stato direttore
della rivista culturale Rayado sobre el Techo.
Libri di poesia pubblicati: El reino (1958, 2001); El ahogado (1964); Paisano, 1961-1962
(1964); Honras fúnebres (1965); Santiago de León de Caracas (1967); El vientecito suave
del amanecer con los primeros aromas (1969); Poesía (1973, 1977, 1985, antologia); Adiós
Escuque (1974); Mérida, elogio de sus ríos (1975, 1983, 1986); Poemas varios (1979);
Elegía 1830 (1980, plaquette); Antología poética (1985); El viento y la piedra (1985);
Alegres provincias (1988); Lobos y halcones (antología) (1997); Antología mínima (2003);
Antología poética (2004).
RAMÓN QUERALES (Alberto Ramón Querales Montes). Matatere, Lara, 1938. Poeta,
saggista, ricercatore letterario, storico, compilatore. Fondatore delle riviste Tal, Ciudad
Mercuria, La Espada Rota, El búho dinámico e Sin Límite. Ha collaborato in importanti
pubblicazioni periodiche del paese. Cronista di Barquisimeto.
Libri di poesia pubblicati: Aguas negras (1970); Exiliado del alba (1977); La Guaroa
(1978); Letras secretas y otros poemas (1980); Habitación de olvido (1982); Pájaros de
amor por tierra (1987); No pronuncio tu nombre en vano (1992).
VICTOR VALERA MORA, Valera, Trujillo, 1935 – Caracas, 1984. Poeta. Sociologo (UCV).
formò parte del gruppo El Techo de la Ballena.
Libri di poesia pubblicati: Canción del soldado justo (1961); Amanecí de bala (1971); Con
un pie en el estribo (1972); 70 poemas stalinistas (1980); Antología poética (1987); Del
ridículo arte de componer poesía (1994); Antología poética (2002); Nueva antología
(2005).
269
BIBLIOGRAFIA
VALERA Mora, Víctor, Entre los poetas míos. Víctor Valera “el
chino”, Colección Antológica de Poesía Social, vol. 88, Biblioteca
Virtual Omegalfa, 2014. URL del sito: http://www.omegalfa.es/
IMMAGINI
Indice
pag.
Prefazione 5
Introduzione 7
1.POESIA E AVANGUARDIA NEL VENEZUELA DELLA 7
POSTDITTATURA PEREZJIMENISTA
di Vincenzo Paglione
1.1.Venezuela immaginario (I) 7
1.2.Venezuela immaginario (II) 12
2.Contestualizzazione della poesia d’avanguardia venezuelana 13
2.1.Il dibattito ideologico e letterario: Sardio, Tabla Redonda, 18
El Techo de la Ballena
2.2.La poesia del dissenso, la poesia come di (s) senso 20
2.3.Parola … (in)dipendenza orgiastica 21
2.4.Geografia della morte 22
3.IL VUOTO DELLA STORIA, IL VUOTO DELLA 24
PAROLA: IL RITMO DELLA LACERAZIONE
di Roberto Sapienza
3.1. Una poetica dell'abuso 26
3.2. Lo smontaggio estremo, le dissezioni dell'io e 28
dell'insufficienza.
4.CRITERI DI SELEZIONE 33
278
Alfredo Chacón 35
Alfredo Silva Estrada 37
Ángel Eduardo Acevedo 47
Carlos Contramaestre 51
Caupolicán Ovalles 73
Edmundo Aray 95
Efraín Hurtado 113
Francisco Pérez Perdomo 115
Guillermo Sucre 125
Jesús Sanoja Hernández 137
José Barroeta 141
Juan Calzadilla 145
Juan Sánchez Peláez 177
Luis Alberto Crespo 173
Luis Camilo Guevara 193
Luis García Morales 195
Miyo Vestrini 197
Rafael Cadenas 201
Rafael Guerrero 223
Ramón Palomares 233
Ramón Querales 245
Victor Valera Mora 247