Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Premessa:
- Learning is an experience, not a download
- L’apprendimento avviene ovunque e in qualsiasi momento
- Learning takes care of materials and method
Dal quadro definitorio, Arthur formula una teoria dell’innovazione tecnologica: comprensione di fenomeni
naturali, comportamentali e organizzativi per raggiungere una finalità. La tecnologia non si può ascrivere al
campo della comprensione fisica tradotta per rispondere alle esigenze degli uomini, ma studia i
comportamenti tra gli stessi uomini e tra le organizzazioni degli uomini per predisporre alla luce della
comprensione di tali fenomeni le risposte che si possono fornire attraverso la tecnologia. Ambito ampio e
complesso, ci si concentra su materiali e tecniche; tecnologia ha però anche una dimensione simbolica
legata all’interpretazione dell’uomo della realtà in cui vive.
Occuparsi del progetto dal punto di vista tecnologico non significa solo occuparsene a livello costruttivo ma
anche a livello di rapporti tra operatori, interazioni tra utenti.
Declinare rispetto al progetto di architettura cos’è la tecnologia dell’architettura. Può essere considerata
parte integrante dell’insieme complessivo degli apparecchi e pratiche ingegneristiche disponibili alla nostra
cultura, un coacervo di artefatti fisici, di organizzazioni e di saperi.
Ma anche l’insieme delle pratiche che consentono di trasformare l’ambiente per soddisfare l’esigenza di
abitare dell’uomo, in senso materiale ma anche simbolico.
La tecnologia è l’esito di una determinata società e al tempo stesso principio di trasformazione.
È uno strumento che consente di innovare per cercare di rispondere alle esigenze poste dalla società in cui
lavoriamo in modo sempre più adeguato alle aspettative degli abitanti.
RUOLO DELL’ARCHITETTO: non solo chi si occupa di forme, ma neanche solo di materiali e tecniche. “La
responsabilità dell’architetto, Renzo Piano.”
Attenzione perché gli spazi realizzati saranno lì e dovranno essere utilizzati da persone che non hanno scelto
quegli spazi, da qui la nostra responsabilità. Complessità del mestiere di architetti, mestiere di frontiera,
cose mai decise, in bilico tra arte e scienza. Specifica: dobbiamo occuparci di invenzione ma anche
confrontarci col tema della memoria, della cultura. Sottolineatura tipica del mondo dell’architettura. Lavoro
che si deve confrontare tra il coraggio della modernità e una prudenza della tradizione. Apertura
tecnologica in senso ampio: bisogna lavorare con ogni sorta di materia prima, non solo materiali costruttivi,
ma matematica, antropologia, scienze costruttive, estetica, tecnologia, clima, società.
Definizione di architetto di Leon Battista Alberti. Sintesi efficace della figura di architetto.
Architetto opera con ragione e regole. Attività di razionalizzazione, ragione e regole; in grado di distinguere
le abilità con la mente (razionale) e con l’animo (irrazionale, estetica, emozione). Architetto realizza con
l’opera (immagina con mente e animo, realizza poi con un’opera, obiettivo concreto finale) a tutte quelle
cose che con “movimenti di pesi, congiungimenti e ammassamenti di corpi” consentono di accomodare
all’uso degli uomini.
Per fare ciò bisogna che abbia cognizione di cose “ottime ed eccellentissime” e necessità di “possederle
fondatamente”.
EDIFICI ANZICHE’ PROGETTI
Perché edifici anziché progetti? Perché l’opera anziché un discorso teorico?
Perché credo che nella cruda realtà della costruzione si possa considerare con maggior chiarezza la natura di
un progetto, la consistenza delle idee. Credo fermamente che l’architettura abbia bisogno del supporto della
materia, e che ciò che viene prima sia inseparabile da ciò che viene dopo.
L’architettura arriva allorché i nostri pensieri su di essa acquistano quella condizione di realtà che solo i
materiali possono conferirle. Solo accettando e patteggiando i limiti e le restrizioni che l’atto del costruire
comporta, l’architettura diviene ciò che essa è realmente.
Rafael Moneo, La solitudine degli edifici e altri scritti.
Legame inscindibile tra idee e realtà, fini e mezzi; leggendo l’architettura diventa importante spostare la
nostra attenzione dai progetti agli edifici. Moneo sottolinea come l’attenzione vada spostata dal progetto
all’architettura stessa.
Il progetto si capisce meglio solo nel momento in cui lo leggo attraverso la cruda realtà della costruzione.
Ciò che viene prima è inseparabile da ciò che viene dopo. Centrale la dimensione costruttiva
dell’architettura per comprendere il senso stesso di un progetto: occorre guardare l’edificio, la natura per
come è costruita. Sforzo di conoscenza, mettere in gioco le soluzioni tecnologiche più adeguate. Studiare
tanto, attenzione alla dimensione costruttiva deve caratterizzare la vita di un progettista. Necessario di
conoscere il più possibile per poter scegliere la soluzione più adeguata.
AMBITI TEMATICI
Relazione tra esigenze, requisiti, prestazioni.
Capire i requisiti da soddisfare, cercare di capire quali sono le prestazioni che i materiali possono offrire.
Descrizione delle relazioni tra contesto ambientale e organismo edilizio in termini di conoscenza e
collocazione dei materiali e degli elementi costruttivi nel contesto sociale, economico, tecnico e produttivo
e nel rapporto con il sistema delle risorse e dei vincoli.
Rapporto col contesto: rapporto col contesto fisico, città, paesaggio. Rapporto col contesto non è solo fisico,
ma anche economico, tecnico, dei sistemi di produzione… criteri con cui si deve confrontare il discorso
costruttivo.
Contesti diversi possono suscitare risposte molto diverse tra loro, ad esempio considerare di evitare
materiali che richiedono un grande consumo di energia ecce cc.
Legami tra le tecniche, i materiali e le forme. Frank Gehry e murature curve di mattoni. Interpretazioni
tecnologiche che possono portare a esiti anche differenti dal punto di vista materiale.
I MATERIALI DELL’ARCHITETTURA
Descrizione delle caratteristiche dei principali materiali, subsistemi e componenti. Descrizione generale dei
processi di produzione, relazione tra natura dei materiali, modalità di lavorazione e loro proprietà specifiche
prestazioni. Sistemi di vincoli e opportunità imposta la progettazione di elementi tecnici della proprietà e
caratteristiche dei materiali scelti per la loro realizzazione.
Materiali riferimento con cui è necessario confrontarsi, definiscono l’architettura.
PROCESSO EDILIZIO: Serie di attività svolta in modo omogeneo e regolare in tempi diversi da differenti
soggetti (importante perché i soggetti sono numerosi e diversificati), indirizzata all’obiettivo di realizzare
luoghi (non necessariamente edifici, anche spazi urbani aperti) adatti a soddisfare le esigenze dell’utenza.
Sequenza logica di operazioni che hanno come fasi fondamentali: 1) programmazione e progettazione 2)
costruzione 3) gestione di un edificio.
PROGETTO: “gettare in avanti, proiettare”, processo di elaborazione teorica e metodologica che precede
l’esecuzione di un’opera. Si può parlare di un progetto politico, di un ponte, di una macchina.
L’atto del progettare è attività umana connessa con l’idea di proporre e organizzare qualcosa in funzione
della sua esecuzione teorica o pratica.
Definizione del progetto. Se la tecnologia collega ideale e reale, il progetto è il luogo delle possibilità,
momento in cui sono vagliate e ipotizzate le opzioni disponibili in funzione della realizzazione. Il legame con
la realtà, la realizzazione, determina le caratteristiche del progetto, che deve essere in grado di prevedere e
anticipare le conseguenze delle scelte nel passaggio dal possibile al reale. Questo dà senso al nostro sforzo
di comprendere e scegliere i materiali, i processi, le tecniche... ecc.
MATERIA: nella concezione comune, più la sostanza di cui sono fatti gli oggetti sensibili, concepita come
esistenza in sé provvista di peso e di inerzia, estesa nello spazio e capace di assumere una forma. Sostanza
in sé differenziata, fornita di qualità particolari. Raramente si farà riferimento al termine materia se non per
identificare le materie prime.
MATERIA PRIMA: Ogni materia fornita dalla natura, capitale naturale, e base di successive lavorazioni. Ogni
ricchezza sulla quale si esercita l'attività di un soggetto economico, di cui ci si serve per produrre, anche se a
sua volta sia già risultata dall’attività produttiva di altri soggetti. Ogni materia che serve da base per le
lavorazioni industriali. Oggi si parla spesso di materia prima seconda per identificare materie prime derivate
da processi di riciclo di materiali che hanno già avuto un ciclo di vita utile.
MATERIALE: Ci si farà più frequentemente riferimento nel suo significato ampio di sostanze aventi particolari
caratteri. Materiale può indicare un insieme di sostanze anche non omogenee (c.a.) che abbiano in comune
soltanto la destinazione ha un'unica funzione, oppure anche l'origine. Inoltre, il concetto di materiale può
essere comprensivo anche di sostanze che abbiano già ricevuto una prima elaborazione.
SEMILAVORATO: prodotto in completo in quanto necessita di ulteriori lavorazioni prima di essere immesso
sul mercato che ha subito una lavorazione e che costituisce lo stadio intermedio per ulteriori lavorazioni.
Il termine È ampiamente utilizzato in diverse industrie e in particolare in siderurgia per disegnare una vasta
gamma di prodotti già sottoposti in lavorazione a caldo e da cui con successive lavorazioni si ottengono
lamine sottili, nastri, tubi, profilati, eccetera.
COMPONENTE: Ciascuno degli elementi che entrano a far parte di un complesso qualitativamente
determinabile. Tutte quelle parti d'opera che non vengono prodotte direttamente dal costruttore pur
facendo parte del prodotto finito, cioè l'edificio. I componenti possono essere caratterizzati da livelli di
complessità molto differenti, del mattone fino al modulo abitativo completamente prefabbricato che viene
assemblato in un edificio. Ex. Serramento.
TECNICA: Con tecnica si definisce un insieme di attività pratiche basate su norme acquisite empiricamente,
o sulla tradizione, o sull'applicazione di conoscenze scientifiche che sono o sono state proprie di una data
situazione sociale e produttiva, di una data epoca, di una data zona geografica.
Per esempio, non è corretto parlare genericamente di tecnica del calcestruzzo armato in quanto il termine
tecnica non si riferisce esclusivamente alle caratteristiche del materiale ma anche a tutte le azioni e le
conoscenze relative all'impiego del calcestruzzo armato per la realizzazione di un edificio.
La tecnica del calcestruzzo armato può assumere connotati diversi in relazione diversi contesti sociali e
produttivi, a diverse epoche, a diverse aree geografiche.
Insieme di caratteri costruttivi, ma sempre una certa generalità.
PREFABBRICARE: Significa realizzare parti funzionali di un’opera edilizia prima e al di fuori della fabbrica,
intesa come momento luogo della materializzazione vera e propria di un organismo edilizio (il cantiere).
Prefabbricare come è definito non è un’attività prerogativa dell’attività industriale, è una pratica in atto
dall’antica Grecia. Oggi i processi di industrializzazione più spinta avvengono attraverso la prefabbricazione.
In età contemporanea la prefabbricazione una modalità costruttiva di tipo industriale (macchine difficili da
usare in cantiere) che, avvalendosi dei principi della produzione continua in grande serie (tempi molto
rapidi, facile utilizzo), permette di fabbricare elementi da impiegare, mediante montaggio, nei diversi settori
dell'edilizia e dell’ingegneria civile.
Diversamente dall’edilizia convenzionale, la prefabbricazione si caratterizza per la complessità del processo
produttivo in cui progettazione, scelte di investimento, programmi di produzione, previsioni di mercato sono
momenti organizzati e vincolanti nel ciclo della produzione in serie.
Grande vantaggio: produzione in serie, ammortizzo i costi del processo con i grandi numeri prodotti.
Processi di industrializzazione customizzata: serie molto limitate, pochi pezzi uguali tra di loro. Soluzione per
il problema dell’omologazione formale. Macchine utensili a controllo numerico e stampa tridimensionale
tecnologie in via di sviluppo, che riducono i problemi della prefabbricazione industriale scenario odierno.
Modo di concepire il processo edilizio in termini industriali, processi efficienti, tecniche costruttive e
organizzative industriali. Ad ex. Casseri rampanti in cantiere, non tecnica di prefabbricazione ma tecnica
industriale applicata in cantiere.
Industrializzazione: ottimizzazione delle modalità organizzative.
ESIGENZE-REQUISITI-PRESTAZIONI:
ESIGENZA: esigenza è necessità, aspirazione, bisogno, pretesa di cose, ciò che viene richiesto imposto, reso
indispensabile dall’indole o dai fini particolari di una persona, di una cosa, di una situazione, di un’attività.
Legata al concetto di esigenza è la nozione di necessità, cioè ciò che di necessità si chiede per il normale
svolgimento di un’attività o di una funzione.
Definire in sede progettuale un sistema di esigenze significa impostare il tema del progetto in termini
problematici, cioè implica individuare qualificare e quantificare i bisogni da soddisfare in relazione alle
attività previste rispetto alle condizioni contestuali di intervento.
Il bisogno che l’utente finale ha; è un bisogno, ciò che viene richiesto e indispensabile ai fini della persona.
Esigenza tipica è quella del benessere. Considerare le esigenze: sono molteplici, devono essere messe a
sistema. What was the question? Soltanto definendo chiaramente le esigenze posso individuare gli obiettivi
di progetto da raggiungere.
Dal tema del benessere all’aspetto tecnico (isolamento termico/acustico), alla caratteristica fisica del
componente.
PRESTAZIONE: in risposta alla richiesta rappresentata dal requisito la prestazione è il servizio reso, il lavoro
fornito, il risultato che può essere dato, il funzionamento e il comportamento che si verifica nello
svolgimento di una determinata attività.
Il requisito si può dare, la prestazione connota il singolo elemento. Il requisito è dato dalle esigenze, la
prestazione è data dal singolo elemento.
Più la prestazione e quindi la descrizione formalizzata di un comportamento attivato in risposta a una
richiesta e specificatamente valutato in relazione alle condizioni contestuali di produzione e di utilizzo. È
cioè comportamento di un elemento in determinate condizioni di uso e sollecitazione.
Più la prestazione e la descrizione del comportamento di un determinato componente o elemento edilizio
all'atto dell'impiego cioè in relazione ad un uso specifico.
Caratteristica di un sistema, che mi consente di scegliere il componente più prestante per il mio progetto.
SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE
Più la sostenibilità nelle scienze ambientali ed economiche le condizioni di uno sviluppo in grado di
assicurare il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità
delle generazioni future di realizzare i propri. Rapporto Bruckland dello sviluppo sostenibile. Idea di poter
agire soddisfacendo bisogni attuali ma anche quelli delle generazioni future. Sostenibilità sociale ed
economica, ambientale.
In architettura può essere identificata con l'obiettivo progettuale di:
- ridurre il consumo di risorse e di energia non rinnovabili
- ridurre gli impatti prodotti sull'ambiente
Nell'intero ciclo di vita di un edificio (non di una singola fase) o di un qualsiasi processo di trasformazione
dell'ambiente costruito.
Perché il progetto si confronti con la sostenibilità ambientale e con la riduzione il progettista deve
confrontarsi non solo con il progetto ma con l’intero ciclo di vita del suo oggetto.
Prospettiva chiamata Life cycle thinking, approccio legato al ciclo di vita dell’edificio; legato a 4 fasi:
- produzione di materiali e componenti (implicazioni nella scelta materie prime)
- costruzione (aspetti che possono consentire di ridurre l’estrazione di risorse o il consumo di energia)
- gestione e manutenzione
- demolizione e smaltimento (come smaltire o riconvertire l’edificio una volta terminato il suo ciclo di vita)
Scelte progettuali: orientate alla riduzione degli impatti ambientali pensando a tutte le fasi del ciclo. Una
volta questi problemi erano relegati alla fase di costruzione, ma anche le scelte progettuali possono avere
una notevole incidenza sulla riduzione dei flussi e degli impatti ambientali: come verranno procurate le
materie prime, quanta energia consumerà l’oggetto, quante energie consumerà per poter essere conservato
funzionante e cosa potrà succedere alla sua fine.
Descrizione del ciclo di vita: stesse fasi. Materia prima, componenti, realizzazione dell’edificio, uso,
manutenzione, demolizione. Due flussi: sottrazione di risorse e impatti che vanno ad incidere sull’intero
ciclo di vita.
Gli impatti della fase di vita sono responsabilità del progettista. Vado a determinare un aumento degli
impatti in fase d’uso se non progetto correttamente l’edificio. Allo stesso modo, il tipo di materiale che
decido di utilizzare ha un ruolo significativo anche nel momento dell’estrazione delle materie prime.
Se voglio concepire il progetto in una prospettiva di sostenibilità ambientale devo occuparmi di gestire
anche aspetti che non riguardano direttamente le mie competenze di progettista, come l’estrazione di
materie prime e i loro impatti sull’ambiente.
Formalizzazione scientifica del processo descritto: classificazione normativa che definisce come è fatto il
ciclo di vita.
A1 estrazione materie prime
A2 trasporto
A3 produzione manufatti e prodotti
A4 trasporto
A5 costruzione
B1-7 uso, gestione e manutenzione
C1 dismissione
C2 trasporto
C3-4/D scenari di fine vita
Fasi valide non solo per l’edificio singolo, ma per il progetto di architettura nella diversità delle sue scale.
A4 TRASPORTO AL CANTIERE
Quando la parte di trasporto riguarda componenti e semilavorati possono avere grandi dimensioni e gli
impatti dei trasporti possono essere ancora più rilevanti rispetto alle materie prime.
A5 IL CANTIERE
Al cantiere possono arrivare le materie prime (ex ghiaia per fondazioni), semilavorati e materiali
(calcestruzzo) oppure componenti già finiti (che vengono ASSEMBLATI in cantiere, ex. Mattone e
assemblaggio in umido oppure a secco, assemblaggio di parti prefabbricate di piccole o grandi dimensioni).
Maggiore è il livello di prefabbricazione, minori sono gli impatti in fase di cantiere.
Il modo in cui si considera il flusso generale è sempre lo stesso, anche se cambiano i luoghi e le modalità con
cui avvengono gli impatti.
C3 CONFERIMENTO IN DISCARICA
Dalla fase di demolizione ottengo il prodotto macerie, che passano attraverso la fase di eliminazione
diventando rifiuti e quindi i rifiuti alla fase di stoccaggio, che determina un impatto sull’ambiente.
C4 RICICLO
Dalla fase di disassemblaggio Ottengo il prodotto macerie virgola che passano attraverso una fase di
trasformazione e riciclaggio e diventano materie prime secondarie, utilizzabili nuovamente nella fase di
costruzione. Direttiva europea del 2008 (2008/98/CE) impone entro il 2020 il riciclo di almeno il 70% dei
materiali a fine vita calcolato in termini di peso.
Gli inerti vengono già riciclati, l’obiettivo non è sufficientemente ambizioso.
Esempi: dal legno al truciolato e ricomposti del legno, dal vetro ai rottami alla lana di vetro, oppure riutilizzo
di interi componenti come intere lastre di vetro.
Citazione di Scamozzi.
Invito all’architetto a prendersi cura dei materiali, conoscenza dei materiali momento importante del
progetto da farsi con grande consapevolezza. Conoscere caratteristiche e storia dei materiali è necessario
per poterli utilizzare in modo corretto, per evitare di usare materiali che non si prestano al loro scopo nel
progetto.
MATERIALI METALLICI
Composti da 1 o più elementi metallici miscelati tra di loro (leghe).
Caratteristiche: elevata resistenza meccanica e tenacità, deformabili a freddo e caldo, elevata conducibilità
termica ed elettrica.
Materiali metallici:
- Acciaio (lega di ferro e carbonio)
- Alluminio e leghe
- Rame e leghe
Metallo: dal punto di vista progettuale è una parola che non ha significato.
MATERIALI POLIMERICI
Materiali composti da catene di molecole a base di carbonio. Generalmente bassa resistenza meccanica,
elevata flessibilità e deformabilità, bassa conducibilità termica ed elettrica e ridotto peso specifico.
Sono materiali artificiali e possono avere caratteristiche molto diverse tra di loro, progettati sulla base delle
esigenze.
Polietilene, polipropilene, polistirene, policarbonato, polivinilcloruro.
MATERIALI CERAMICI
Materiali inorganici costituiti da elementi metallici e non legati chimicamente tra loro.
Elevata durezza e fragilità, elevata resistenza meccanica a compressione, bassa conducibilità termica ed
elettrica, elevata resistenza chimica.
Lo sono vetro e laterizio.
MATERIALI COMPOSITI E FIBROSI
Materiali costituiti da 2 più materiali delle 3 classi precedenti.
Materiale di rinforzo (fibre) inglobato in un materiale che funge da matrice.
Un materiale in cui interagiscono materiali diversi ha prestazioni diverse rispetto a quelle dei singoli
componenti.
Possono esserlo: resine epossidiche rinforzate con fibre di vetro o carbonio.
Viene fatto rientrare il legno come composito naturale. (fibre + lignina)
MATERIALI LAPIDEI
Materiali ottenuti dall’estrazione di rocce di varia origine resi adatti all’utilizzo nell’ambito delle costruzioni
con funzione strutturale o ornamentale.
Marmo, granito, travertino, pietra.
Materiali minerali. Difficilmente considerabili naturali o artificiali, perché tutte le materie prime vengono
molto lavorate per essere rese utilizzabili.
CONGLOMERATI
Ottenuti con miscelazione di acqua, inerti di diverse granulometrie con leganti ottenuti da frantumazione e
cottura di materiali minerali. Lo sono il calcestruzzo e le malte.
DENSITA’
Proprietà fisica che caratterizza in modo inconfondibile un materiale, detta anche massa volumica o
specifica.
Rapporto massa e volume, UDM di kg/m3.
- Densità bassa materiali polimerici espansi (15-100 kg/m3, molto ridotte)
- Densità elevata lapidei (1100-3400, variabile per la porosità) e calcestruzzo (2000-2400)
- Densità molto elevata metalli (acciaio 7850)
MODULO ELASTICO
Detto anche modulo di Young misura la resistenza di un materiale alla deformazione elastica (tolto il peso
quanto si deformano). Supponendo di appoggiare l'estremità di due profili di uguale sezione su due
supporti di applicare un carico al centro, la loro deformazione sarà differente in relazione al materiale con il
quale sono realizzati: per esempio la deformazione di un profilo realizzato in legno sarà assai più elevata di
quella di un profilo in acciaio.
Quando vengono caricati:
- materiali con modulo elastico elevato si deformino poco (materiali ceramici)
- materiali caratterizzati da un basso modulo elastico si deformino in modo rilevante (elastomeri)
la deformabilità costituisce un problema, in quanto ci si attende che gli elementi costruttivi subiscono
soltanto ridottissime deformazioni quando vengono sollecitati. il modulo elastico si indica con la lettera
maiuscola E e la sua unità di misura nel SI è il Pa.
PROPRIETA’ TERMICHE
Descrivono il comportamento di un materiale in relazione alle sollecitazioni termiche. dei materiali utilizzati
in ambito edilizio queste proprietà assume una particolare rilevanza perché da esse dipendono le
prestazioni di:
- isolamento termico
- inerzia termica
Queste prestazioni degli elementi costruttivi sono decisivi nel perseguimento degli obiettivi di contenimento
dei consumi energetici e di elevati livelli di comfort interno degli edifici.
In relazione a queste proprietà i materiali hanno differenti comportamenti per la dispersione termica e il
comfort interno (rispettivamente isolamento e inerzia).
CONDUCIBILITA’
È l’attitudine di un materiale a trasmettere il calore. Valori ridotti di conducibilità termica corrispondono a
materiali con buone caratteristiche termoisolanti e viceversa materiali con uno scarso potere termoisolante
sono caratterizzati da valori di conducibilità termica molto elevati.
La conducibilità dipende dalle caratteristiche chimico fisiche del materiale.
- i metalli sono caratterizzati da elevati valori di conducibilità
- i materiali ceramici hanno valori di conducibilità bassi e pertanto possono essere considerati isolanti
Ci sono materiali appositamente progettati per avere livelli di conducibilità bassa per garantire buoni livelli
di isolamento termico.
Nel sistema internazionale l'unità di misura della conducibilità termica, che si indica con la lettera
dell'alfabeto greco lambda, è W/mK.
TRASMITTANZA TERMICA
La trasmittanza termica dipende dalla conducibilità del materiale e dal suo spessore, misura il flusso di
calore trasmesso per conduzione, convezione e irraggiamento attraverso una superficie di 1 m² in presenza
di una differenza di temperatura di un K tra esterno e interno.
La trasmittanza termica dipende quindi non solo dal materiale, ma anche dal suo spessore. Posso avere lo
stesso livello di isolamento termico con un materiale a conducibilità ridotta e spessore sottile oppure un
materiale a conducibilità elevata con spessore consistente.
Minore la trasmittanza di uno strato di materiale, maggiore è la sua prestazione di isolamento termico. La
trasmittanza termica si indica con la lettera maiuscola U e la sua unità di misura del sistema internazionaleè
W/m2K.
CALORE SPECIFICO
È l’attitudine di un materiale ad accumulare calore e rilasciarlo in un tempo successivo, caratteristica
importante perché elementi di involucro con elevata inerzia termica quindi aperture possono gestire le
oscillazioni di temperatura tra interno ed esterno. Esso è la quantità di energia che è necessario trasferire da
unità di massa di un materiale per variare la sua temperatura di 1 ° kelvin a pressione costante.
La sua unità di misura nel sistema internazionale è J/kg*K.
Ha a che fare con l’inerzia termica.
COEFFICIENTE DI DILATAZIONE TERMICA
Il coefficiente di dilatazione termica descrive l'entità della dilatazione con materiale subisce in relazione a un
aumento della temperatura. Ci consente di valutare il comportamento di materiali diversi quando si
accostano nel progetto.
Quando finiscono materiali differenti occorre assicurarsi che siano caratterizzati dai coefficienti di
dilatazione termica molto prossimi tra loro per evitare che eventuali scostamenti determina uno stato
tensionale tra i diversi elementi o peggio, all'interno del materiale.
Calcestruzzo e acciaio, utilizzati per realizzare il calcestruzzo armato, sono caratterizzati da coefficienti di
dilatazione termica molto simili.
Acciaio 11.7-12.3
Calcestruzzo 10-13.6.
DURATA
E la propensione di un materiale a conservare inalterate le proprie caratteristiche durante l'esercizio, e cioè
in funzione di fattori quali:
- sollecitazioni meccaniche
- temperatura
- agenti ambientali
i materiali utilizzati per realizzare strutture portanti devono garantire prestazioni meccaniche costanti nel
tempo (con carico continuato, sotto l'azione di agenti atmosferici) i materiali isolanti devono offrire la
medesima prestazione di isolamento nel tempo in modo da poter contribuire efficacemente al
contenimento dei consumi energetici di un edificio nella sua intera vita utile.
IL PROCESSO EDILIZIO
Fasi distintive del processo, operatori e attori coinvolti nel processo e le diverse fasi.
La norma UNI 108038:1999 definisce il processo edilizio come sequenza organizzata di fasi che portano dal
rilevamento delle esigenze della committenza - utenza di un bene edilizio al loro soddisfacimento attraverso
la progettazione, la produzione, la costruzione e la gestione del bene stesso”.
Il ciclo di vita di un edificio è diverso dal processo edilizio, riguarda il percorso della materia, la sequenza
delle diverse fasi costruttive dell’edificio. Il processo edilizio si concentra sulla descrizione dell’organizzazioe
delle attività che passano dalla rilevazione delle esigenze alla produzione del bene. Ci sono similitudini, ma
uno riguarda la vita dell’oggetto, l’altro all’organizzazione del percorso di costruzione. Ad esempio, esula dal
processo edilizio tutta la fase di dismissione.
Il processo edilizio si può riferire ad interventi di nuova costruzione o a interventi sul costruito, e ha delle
accezioni leggermente diverse.
a) il processo edilizio per interventi di nuova costruzione riguarda la realizzazione di beni edilizi non
ancora esistenti e consiste nella sequenza organizzata di che portano dal rilevamento delle esigenze
della committenza utenza al loro soddisfacimento attraverso la progettazione produzione
costruzione di un nuovo bene e la sua gestione necessaria per la conservazione della sua qualità.
b) Il processo edilizio per interventi sul costruito riguarda la realizzazione di trasformazione di bench
edilizi già esistenti e consiste nella sequenza organizzata di fasi che portano dal rilevamento delle
esigenze della committenza utenza al loro soddisfacimento attraverso il rilievo delle prestazioni dei
valori di un bene esistente, la progettazione e la trasformazione (demolizione, costruzione,
ricostruzione) per la qualificazione o il recupero del bene stesso e la gestione del bene rinnovato
per la conservazione della sua nuova qualità. Tema del rilievo dell’esistente, diverso rispetto a un
edificio di nuova costruzione.
LE FASI
Il processo edilizio può essere articolato in tre sotto processi principali il processo decisionale il processo
esecutivo e il processo gestionale. Tutta la fase di progettazione va nella parte del processo decisionale e ne
costituisce solo una parte che non è la parte iniziale, ma si sviluppa in seguito a decisioni già prese da altri.
Il processo decisionale e l'insieme strutturato delle fasi processuali che precedono la realizzazione
dell'intervento e ne definiscono gli obiettivi, lo sviluppo metà progettuale, lo sviluppo progettuale e la
programmazione (organizzazione delle cose in vista della realizzazione).
Il processo esecutivo è l’insieme strutturato delle fasi operative che conducono alla realizzazione
dell'intervento edilizio sulla base di quanto definito nelle fasi di progettazione e di programmazione. Tutte le
fasi che consentono di realizzare il progetto. Necessità di corrispondenza tra processo decisionale ed
esecutivo, altrimenti si creano dei problemi o per mancanze nel progetto o per errori esecutivi.
Il processo gestionale è l'insieme strutturato delle fasi operative che a partire dall’entrata in servizio
dell’organismo edilizio, si susseguono allo scopo di assicurarne il funzionamento, fino all’esaurimento del
suo ciclo funzionale ed economico di vita. Parte di gestione, uso e manutenzione del life cycle thinking.
PROCESSO DECISIONALE:
- Definizione degli obiettivi
- programmazione
- studio di fattibilità
- sviluppo progettuale (progetto preliminare, definito ed esecutivo)
- affidamento dei lavori
SVILUPPO PROGETTUALE: tre ambiti della progettazione con elaborati precisi di studio e progetto.
In processi edilizi complessi accade spesso che le tre fasi di progettazione vengano assegnati a progettisti in
momenti diversi. Presenti diverse regie e modi di gestire tale processo a livello contrattuale e non; in
funzione di tali diversità è possibile avere responsabilità nel progetto che riguardano solo una delle tre fasi.
Spesso è svolto dalla stessa persona.
PROGETTO PRELIMINARE
È la prima rappresentazione dell’idea progettuale e ha pertanto il compito di definire le caratteristiche
qualitative e funzionali dei lavori, il quadro delle esigenze da soddisfare e delle specifiche prestazioni da
fornire.
Può comporsi dei seguenti elaborati:
- relazione tecnico illustrativa
- valutazione di inserimento e di impatto ambientale
- studi necessari per un adeguata conoscenza del contesto in cui andrà a inserirsi l'opera quali per
esempio, indagini topografiche geologiche geotecniche e idrogeologiche idrologiche idrauliche e
sismiche archeologiche
- elaborati grafici e descrittivi rappresentativi del progetto redatto nel numero nelle tecniche nelle
scale di rappresentazione più idonee in funzione dell'oggetto specifico
- analisi economica di massima del costo di realizzazione dell'opera progettata
PROGETTO DEFINITIVO
Individua compiutamente i lavori da realizzare, nel rispetto di esigenze, criteri, vincoli, indirizzi e indicazioni
stabiliti nel progetto preliminare, e contiene tutti gli elementi necessari ai fini del rilascio delle prescritte
autorizzazioni ed approvazioni. Può comporsi dei seguenti elaborati:
- Relazione generale
- relazioni tecniche specialistiche
- rilievi plano altimetrici
- elaborati grafici in scala adeguata
- calcoli delle strutture e degli impianti
- progetto di monitoraggio ambientale
- piano particellare rappresentativo della corrispondente situazione catastale
- computo metrico estimativo e quadro economico
- cronoprogramma delle lavorazioni necessarie a consegnare l'opera finita
- contratto di appalto capitolato speciale d’appalto delle opere per le imprese esecutrici
PROGETTO ESECUTIVO
Redatto in conformità al progetto definitivo determina in ogni dettaglio i lavori da realizzare e il relativo
costo previsto. Può comporsi dei seguenti elaborati:
- Relazione generale
- relazioni specialistiche
- elaborati grafici comprensivi anche di quelli delle strutture, degli impianti e di ripristino e
miglioramento ambientale
- calcoli esecutivi delle strutture e degli impianti
- piani di manutenzione dell'opera e delle sue parti
- piani di sicurezza e di coordinamento
- Computo metrico estimativo
- elenco dei prezzi
- cronoprogramma
- contratto di appalto e capitolato speciale d’appalto
UTENTE
Utente è colui che fruisce del bene una volta che questo sia stato realizzato. Utente a seconda del tipo di
manufatto che costituisce il risultato del processo edilizio può essere un singolo individuo, un nucleo
familiare, un insieme di persone. L'utente finale esprime le proprie esigenze nei confronti del processo
edilizio, esplicita i suoi bisogni in relazione ai fattori ambientali, culturali ed economici che caratterizzano il
contesto nel quale processo si svolge e in considerazione dei vincoli che l'ambiente naturale poi
nell’ambiente costruito. Il progettista dev’essere spesso in grado di interpretare correttamente le esigenze e
le richieste dell’utente anche quando esse siano implicite.
COMMITTENTE
Il committente colui che commissiona l'opera, la fa costruire e ne dispone una volta costruita appunto il
committente può fruire direttamente dell'opera (in questo caso coincide con l'utente) oppure può essere il
promotore allo scopo di vendere o dare in locazione a utenti finali.
il committente può essere considerato l'operatore chiave del processo poiché egli è colui che lo materializza
lo inizia lo gestisce lo organizza e soprattutto ne sostiene le spese.
Il committente in particolare è colui che sceglie il progettista e che gli trasmette le informazioni necessarie
per metterlo a conoscenza degli obiettivi fisici funzionali economici e qualitativi del processo che ha deciso
di mettere in atto.
IL PROGETTISTA
Il progettista è l'operatore che definisce le caratteristiche dell'opera e predispone gli elaborati grafici tecnici
amministrativi necessari alla sua realizzazione. L'operatore progettista non è sempre identificabile con un
singolo individuo in quanto spesso è chiamato a svolgere una funzione tecnica operativa molto composita.
L’insieme degli operatori riconducibili sotto la definizione di progettista oggi può svolgere anche una
funzione complessa di consulenza al committente per la programmazione del processo, la redazione degli
elaborati progettuali nei diversi ambiti specialistici, per la scelta del costruttore, per la direzione e il
controllo dei lavori.
IL COSTRUTTORE
Nel settore delle costruzioni il compito di produrre i beni finali è affidato a due soggetti imprenditoriali ben
distinti tra loro per logica tradizione modalità operative. L'impresa di costruzioni e l'industria manifatturiera.
L'impresa di costruzioni attraverso un’autonoma organizzazione di mezzi di uomini realizza materialmente il
cantiere, il fabbricato alcune sue parti. L'impresa di costruzioni può essere generale, specializzata o per
l'installazione di impianti. L'industria manifatturiera mette a disposizione i prodotti, i semilavorati, i
componenti, le attrezzature, le macchine operatrici necessarie alla costruzione.
LE AUTORITA’ DI CONTROLLO
Con la denominazione autorità di controllo si intendono tutti gli operatori che attraverso le loro disposizioni,
norme, o regolamenti, condizionano il processo edilizio e ne controllano il risultato finale in funzione degli
obiettivi di ordine superiore a quelli propri di ciascun partecipante.
Più la principale autorità di controllo sono le autorità locali, le aziende sanitarie locali, la Sovrintendenza ai
monumenti, i vigili del fuoco, gli organismi di controllo accreditati rispetto ad alcune fasi del progetto
(processi in ambito pubblico e verifiche tra le varie fasi progettuali, verifica della qualità del progetto).
PROJECT MANAGER
Costituisce una figura innovativa in grado di assicurare al committente un servizio di supporto completo di
progettazione diversi livelli di approfondimento, di assistenza nell'individuazione dei costruttori e della
stipula dei contratti, di coordinamento dei lavori.
Il project manager ha la stessa funzione che nell’industria manifatturiera il product manager, cioè
l'operatore responsabile di un prodotto a partire dalla sua concezione fino alla sua commercializzazione
assistenza post-vendita.
Dà maggiore continuità all’intero progetto. Figure che entrano in gioco solo per progetti di grandi
dimensioni, spesso gruppi di grandi persone, grandi esperti che lavorano insieme.
CONSTRUCTION MANAGER
È una figura che ha il compito di gestire la fase di costruzione del progetto predisponendo il progetto
operativo la documentazione necessaria per scegliere il costruttore, i subappaltatori, le imprese
specializzate, i fornitori di materiali e componenti necessari per eseguire l'opera.
Il rischio della presenza di questa figura è quello di emarginare il progettista dall’esecuzione del progetto e
della mancata coerenza tra il progetto architettonico e la sua realizzazione. In alcuni casi può aver necessità
di effettuare delle modifiche sul progetto per ragioni operative o economiche.
24/03/20
EDIFICIO COME SISTEMA
LA STRUTTURA PORTANTE
LE CLASSI DI UNITA’ TECNOLOGICHE
I MATERIALI LAPIDEI
Edificio: organismo che deve sottostare a delle regole: parametri urbanistici (pgt, norme tecniche di
attuazione) che vincolano la quantità di superficie edificata, il tipo di funzione, parametri edilizi (codice
civile, della strada; livelli di aerazione, illuminazione, distanze), parametri igienico sanitari (garantire livelli di
confort e vivibilità).
Norme specifiche, di tipo ad ex. Acustico, risparmio energetico; sicurezza dell’organismo contro i sismi;
criteri ambientali minimi.
Edificio sistema organizzato con attività progettuale che deve confrontarsi con quadro di riferimento
regolamentare. Norme cogenti (obbligatorie) e volontarie (prive di obbligo).
Esigenza del benessere ex. Termico: chiusure verticali isolamento termico = certo livello di trasmittanza
(<0,34W/m*K) corrisponde alla garanzia che il requisito suddetto sia rispettato.
Necessario mettere insieme tutti questi requisiti.
Articolare quadro delle esigenze; sistema complesso di requisiti, a cui l’edificio deve dare una risposta
idonea.
QUADRO ESIGENZIALE
6 classi di esigenza:
- esigenza di FRUIBILITA’ di un edificio (accessibilità, arredabilità, idoneità distribuitva)
- esigenza di BENESSERE di un edificio (termoigrometrico, visivo, acustico, aria interna)
- esigenza di SICUREZZA di un edificio (esigenze di resistenza meccanica, resistenza al fuoco)
- esigenza di GESTIONE (durabilità, mantenibilità; deve garantire prestazioni costanti)
- esigenza di USO DELLE RISORSE (uso razionale delle risorse, riduzione del consumo di materiali,
energia e suolo)
- esigenza della SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE (inserimento dell’edificio nel contesto dell’ambiente,
produzione di rifiuti, eccetera)
Classi di unità tecnologiche secondo la norma UNI 8290 in cui è diviso l’edificio:
- struttura portante
- chiusura
partizione interna
impianti e servizi
Schema delle 4 classi; all’interno delle classi verranno trattati degli argomenti che costituiscono una loro
articolazione. Elementi tecnici e soluzioni costruttive, a cui fare riferimento per costruzione di un progetto,
es. chiusure orizzontali e verticali, infissi eccetera.
Soluzioni che danno una risposta ai requisiti in fase di progetto.
1. STRUTTURA PORTANTE
Insieme di UT che hanno funzione di sostenere i carichi del sistema edilizio e di collegare staticamente le
sue parti.
Si suddivide in struttura di fondazione (dirette, indirette) di elevazione e di contenimento.
L’edificio si costruisce a partire dalla sua struttura di fondazione; poi di elevazione in altezza e infine si
realizza la struttura di contenimento (es. muro che contiene volume di terra).
2. CHIUSURE
Elementi del sistema edilizio con funzione di separare spazi interni ed esterni; tutti gli elementi che dividono
un dentro da un fuori vi appartengono.
- chiusure verticali (pareti perimetrali, infissi)
- chiusure orizzontali inferiori (solai a terra o infissi orizzontali)
- chiusure orizzontali su spazi aperti
- chiusure superiori (coperture, lucernari)
Gli infissi gestiscono elementi nel passaggio di luci, aria e persone. Esempio di chiusura inferiore: solaio
retto da pilotis. Copertura, ad esempio, con delle aperture; coperture trattate a tetto giardino.
Possibilità innumerevoli. (?)
3. PARTIZIONI INTERNE
Contraddistingue tutte le parti dell’edificio che dividono due spazi che rimangono interni, e hanno quindi
dei requisiti diversi, per esempio, dalle chiusure (isolamento termico maggiore, requisiti critici però
dell’isolamento acustico).
- verticali (pareti interni, infissi)
- orizzontali (solai, soppalchi)
- inclinata (scale, rampe, parte integrante delle strutture portanti)
Esempi di partizioni interne con tecnologie differenti, orizzontali per dividere verticalmente spazio interno;
partizioni orizzontali con funzioni strutturali sono struttura portante; partizioni interne sono tipo
pavimentazione, eccetera.
Il sistema edificio è complesso perché al suo interno tutti questi aspetti si devono confrontare
continuamente; serie di elementi, reti impiantistiche poi scompaiono alla vista e scompare la
consapevolezza della sua complessità.
STRUTTURA PORTANTE
Ruolo della struttura portante; garantire che l’organismo edilizio che deve individuare spazio protetto
dall’esterno possa contenere attività svolgibili in sicurezza. Questa funzione di proteggere lo spazio è
assoluta costruendo superfici di involucro e di partizione: pareti, solai e coperture.
Edificio dev’essere in grado di resistere alle sollecitazioni meccaniche a cui è sottoposto; es. gravità, forza
peso, ma anche sollecitazioni derivate dall’uso dell’edificio (numero di persone, oggetti, peso…) e
sollecitazioni esterne meteorologiche o sismiche.
Compito della s.p. non è solo resistere; ma anche isolare dall’esterno, sostenere carichi fissi e mobili,
contenere spinte orizzontali; garantire insieme una serie di diversi aspetti. La costruzione deve mantenere la
sua forma e le sue caratteristiche nel tempo.
Nella progettazione di una struttura portante bisogna pensare al sistema delle sollecitazioni a cui è
sottoposto;
- carichi permanenti (peso proprio)
- carichi accidentali (pesi variabili, persone, mobili, es. biblioteca)
- carichi eccezionali (sollecitazioni esterne, vento sismi e neve)
La struttura portante porta i carichi della costruzione dal punto in cui questi sono applicati al terreno
sottostante, che offre resistenza.
Struttura verticale convoglia i carichi orizzontali al sistema delle fondazioni, che li porta tutti al suolo, che
reagisce alla sollecitazione opponendo resistenza per far conservare all’edificio la stabilità.
Requisiti connotanti:
- idoneità distributiva, ci si possa muovere, spazi idonei alla funzione (FRUIBILITA’)
- resistenza meccanica e al fuoco (SICUREZZA) → molto connotante
- durata, longevità, perché la s.p. deve durare almeno più di tutto il resto dell’edificio, indispensabile
per la sua esistenza (GESTIONE)
- riduzione consumo di materiali (SALVAGUARDIA AMBIENTALE)
RESISTENZA MECCANICA
Resistenza meccanica è capacità di mantenere l’integrità fisica in rapporto alle varie azioni (sollecitazioni)
che possono agire sulla struttura con riferimento a carichi statici e dinamici; deve garantire stabilità e
indeformabilità.
STABILITA’
La stabilità prevede che quando un’azione genera una sollecitazione della struttura, rimossa la sollecitazione
la struttura possa poi tornare al suo stato originario.
INDEFORMABILITA’
La struttura non si deve deformare se sottoposta a sollecitazioni. Impossibile che sia assoluta, ma si deve
deformare il meno possibile.
Tensione (si tira un materiale, allungamento), compressione (schiaccia, comprime elemento), taglio (fa
slittare le fibre di un materiale), flessione (tipica di travi o sistemi di solai).
Configurazione come quella dell’arco, configurazione tenso strutturale (acciaio e materiali resistenti
sfruttano le caratteristiche dei materiali di resistere alle sollecitazioni). Alcuni materiali resistono meglio la
compressione (pietra), altre la trazione (acciaio, legno), e sono pertanto legati a delle tipologie strutturali
sulla base delle sollecitazioni a cui fanno fronte meglio. Dipende dal tipo di materiale che viene utilizzato.
STRUTTURA PORTANTE
Strutture di fondazione (plinti), strutture in elevazione verticale (pilastri), di elevazione orizzontale (solai),
inclinate (rampe, scale; sistemi di chiusura e partizione interna secondo normativa UNI).
Piano di fondazione. Realizzato lo scavo e piano di posa della fondazione, si realizza un magrone, superficie
piana su cui appoggiare l’elemento di fondazione. Armature metalliche poi annegate nel getto di
calcestruzzo che realizza il sistema.
STRUTTURA DI FONDAZIONE
Struttura di fondazione: unità tecnologica che collega staticamente edificio e suolo. Fatta di terreno e
struttura di fondazione su cui si regge struttura di elevazione.
Scopo: deve mettere in equilibrio sollecitazioni rispetto alla resistenza offerta dal suolo. Sollecitazioni
arrivano in modo concentrato, che vanno distribuite in maniera più ampia rispetto al pilastro che regge un
singolo peso, allargandone quindi il piano di appoggio. Rendere in modo tale la sollecitazione della struttura
compatibile con la resistenza del terreno. Piede che distribuisce su una superficie più ampia un peso
concentrato.
Caratteristiche: portanza del terreno (carichi ammissibili), carichi trasmessi dall’edificio (direzione,
intensità), posizione delle strutture, forma dell’area e collocazione dell’edificio, profondità del piano di posa.
Capacità portante dei terreni, terreni con buone o scarse capacità di resistenza meccanica:
- roccia compatta (manhattan), resistenza di 10kg per cm2
- rocce frantumate 8-2
- sabbia e ghiaia compatte 3-2
- argille consolidate (pianura padana) 2,5-1,5 kg/cm2
- sabbie e argille miste con poco limo 1,5-0,5
- sabbie non compatte e argille con molto limo 0,5-0,2
- terreni di riporto e limi bagnati, gesso e frane DA EVITARE
TIPI DI FONDAZIONE:
- dirette (si appoggiano direttamente sul terreno resistente)
- indirette (dispositivi che scaricano il peso dell’edificio non sul piano dell’appoggio, ma in profondità verso
strati resistenti nel suolo che possono reggere carichi delle strutture di elevazione)
Fondazioni dirette scaricano a terra il peso dell’edificio, si utilizzano quando ho terreni resistenti facilmente
raggiungibili.
Fondazioni indirette pali scavati che raggiungono area profonda del suolo e scaricano il peso in cima al palo
su zone del terreno più resistenti quando quelle superficiali non lo sono a sufficienza.
FONDAZIONI DIRETTE
CONTINUE
Struttura portante continua, muratura portante. Cordolo per muratura continua e trave rovescia per
fondazione puntiforme.
CORDOLO
Cordolo allarga il punto di appoggio del terreno.
TRAVI ROVESCE
Trave rovescia consente di distribuire il carico in modo continuo che però arriva in modo concentrato, in
corrispondenza dei pilastri (struttura in elevazione puntiforme). Quando il plinto a causa del terreno risulta
insufficiente devo disporre di una superficie più ampia.
Elemento sufficientemente rigido per connettere tra loro i pilastri, garantire che l’elemento possa
corrispondere alla caratteristica resistenza che il terreno può offrire.
Possono avere una o due direzioni di distribuzione. Superficie può talvolta anche raddoppiare, da cui poi
spuntano ferri di ripresa per l’attesa di un pilastro. Distribuzione ampia del carico che arriva concentrato.
PLATEA
Terreno di scarsa resistenza, travi rovesce insufficienti nello stabilire un equilibrio (non è però fondazione
indiretta); suolo di pessime caratteristiche, si distribuisce il carico concentrato sui pilastri sull’intera traccia
dell’edificio. Solaio rovescio, essenzialmente.
DISCONTINUE
Si adottano quando si realizza una struttura di elevazione a telaio con appoggio puntiforme, si realizza un
dispositivo detto plinto. Ha una configurazione tipo prisma a base poligonale, con compito di andare a
costituire un piede rigido che consente di andare a distribuire le sollecitazioni sulla superficie più ampia del
suolo di appoggio; sotto il plinto magrone di calcestruzzo su cui poi si appoggia; può essere
troncopiramidale, con bordi inclinati, a gradoni.
Importante è però che sia rigido in corrispondenza di struttura di elevazione puntiforme. Perché sia
possibile distribuire i carichi uniformemente dal pilastro al piano di appoggio il mio elemento plinto
dev’essere indeformabile.
Tirafondi: collegano il pilastro al sistema di fondazione se il sistema di elevazione è realizzato in acciaio.
Sono necessari per le sollecitazioni orizzontali che può subire il pilastro, in grado di sollevarlo dal sistema di
fondazione.
FONDAZIONI INDIRETTE
Fondazioni indirette; sistemi di fondazione che hanno il compito di consentire l’appoggio trasferendo il
carico a terreni che stanno in profondità (più di 5-6 metri dal piano di campagna).
Due possibilità.
FONDAZIONI SU PALI O POZZI
I pali inseriti nel terreno raggiungono lo strato di terreno resistente in profondità e vi trasferiscono il peso
dell’edificio tramite la struttura di elevazione.
FONDAZIONE A PALI SOSPESI
Il terreno anche in profondità non è resistente, pertanto si tenta di costiparlo. Attrito laterale della
superficie del palo sul terreno; se insufficiente si distribuiscono una serie di pali vicini, in maniera che la
costipazione dovuta all’aumento di volume totale aumenti.
Pali realizzati tramite fori nel terreno metallico con trivelle, riempiti di metallo o getto di calcestruzzo e poi
inseriti pali come appoggio per una vera e propria fondazione.
STRUTTURE DI ELEVAZIONE
Tecniche di realizzazione:
- apparecchiatura in mattoni (a due o tre teste); lasciati a vista, con distribuzione ortogonale o meno
- strutture con blocchi in laterizio, in calcestruzzo, in calcestruzzo aerato, autoclavato (gasbeton)…
attenzione poiché possono fungere da struttura portante continua oppure come elementi di
tamponamento (quindi non hanno funzione strutturale).
- calcestruzzo armato gettato in opera, all’interno di strutture dette casseri che vengono riempite
- strutture in cemento armato con getto industrializzato; banche et table, elementi verticali su cui
vengono appoggiati sistemi orizzontali; tunnel, orizzontali-verticali in un unico elemento. Tempi di
realizzazione molto rapidi
- strutture a pannelli prefabbricati in c.a.; assemblati man mano. Poco utilizzata oggi, molto negli anni
60 nell’Europa dell’Est per la pressione abitativa elevata. Tempi velocissimi, ma qualità non elevata.
Sistemi molto rigidi, con funzione portante che non possono essere più modificati. Vengono
accostati e poi completati con getto di completamento.
- strutture portanti continue in legno. (Milano, Via Cerni). Tecnologia identica ai pannelli
prefabbricati, ma pannelli di legno (strati di legno sovrapposti e incrociati). Sistema leggero,
prestante dal punto di vista termico e della resistenza meccanica. Sistema sempre rigido e
difficilmente modificabile. Efficace dal punto di vista delle emissioni di CO2 (li sottrae), ma presenta
altri problemi (umidità). Struttura scatolare, indistinguibili elementi portanti e di tamponamento.
EDIFICI IN MURATURA PORTANTE: non si possono distinguere elementi strutturali e non strutturali
(muratura portante); diverso è il caso della struttura puntiforme, in cui la separazione interno-esterno è
affidata ad un elemento semplicemente di chiusura.
31/03/20
- materiali per architettura: malte e calcestruzzo
- struttura portante e caratteristiche con strutture di elevazione puntiformi
- strutture a telaio in calcestruzzo armato
MALTE E CALCESTRUZZI
Malte e calcestruzzi; conglomerati artificiali ottenuti con la miscelazione di acqua, sabbia e ghiaia, inerti di
piccole dimensioni e leganti (ottenuti dalla frantumazione e cottura di materiali di origine minerale).
Aggiunti additivi chimici per varie esigenze, che cambiano le caratteristiche del materiale per renderli più
adatti in condizioni particolari. (es. condizioni climatiche, clima troppo freddo che farebbe congelare
l’acqua).
Inseribili barre rotonde in acciaio per formare il calcestruzzo armato.
LA STORIA DEL CALCESTRUZZO
Risale a 12mila anni a.C., con popolazioni nomadi della Turchia occidentale. Utilizzata da Greci e Fenici.
Innovazione legata a situazioni imprevedibili; rocce calcaree a contatto con fuoco, e poi frantumate e
mescolate con l’acqua creavano un legante. Perfezionata poi da Fenici e Greci.
A partire dal II secolo a.C. i Romani lo utilizzarono nell’ingegneria delle infrastrutture, con tecniche come
opus caementicium. Murature a sacco di laterizi contenevano un getto di calcestruzzo (pietre calcaree,
acqua e inerti); i due paramenti esterni avevano una pietra o laterizio a vista con nucleo interno di
conglomerato. Sorta di calcestruzzo non armato gettato in opera dove le casseforme in laterizio diventavano
a perdere.
A partire dalla specializzazione di queste tecniche costruttive si è resa possibile la costruzione di grandi
edifici di grande pregio estetico come la cupola del Pantheon, con paramenti in laterizio e getti di
calcestruzzo; all’interno dei cassoni della cupola getto di conglomerato, alleggerito con dei fittili (anfore) che
veniva fatto utilizzando una controforma e una struttura lignea, in negativo rispetto alla forma da ottenere.
Ingegneria romana: diminuisce il peso specifico dei materiali utilizzati man mano che si sale in elevazione;
dal punto di vista costruttivo le cupole si realizzano con casseforme contenenti getti, fino a raggiungere la
chiusura, con struttura provvisionale lignea, almeno fino a Santa Maria del Fiore che consentiva di
sostenersi autonomamente.
ETA’ INDUSTRIALE
1755: Smeaton scopre che materiali argillosi consentono la presa del cemento in ambienti umidi con la
stessa solidità e durezza della pietra Portland
1824: cemento Portland (calcare + argilla a cottura fino alla vetrificazione) di Aspedin
1844: temperature più alte della cottura e nascita del clinker
La logica è sempre la stessa: polvere di rocce riscaldate e frantumate rende possibile la creazione di malte.
CALCESTRUZZO ARMATO
Brevetti per l’invenzione del calcestruzzo armato 1854 prima con Coignet e poi con Lambot.
Composito, resiste ad alta compressione (calcestruzzo) ma anche trazione (acciaio).
Prestazioni offerte dal materiale composito sono molto differenti e generalmente superiori rispetto a quelle
dei due materiali utilizzati separatamente; non si sommano solo le prestazioni, ma si ottiene un materiale
nuovo, con prestazioni in tutto differenti, di cui si sono studiate le caratteristiche e i comportamenti.
1854: Coignet primo brevetto per armatura di solai. Lasta orizzontale con nervature d’acciaio. Non molto
lontani da oggi.
1850: Lambot brevetto calcestruzzo armato; diventa materiale da costruzione protagonista. Resistenza
meccanica a flessione consente diffusione senza precedenti, realizzabili strutture con grandi luci libere e
edifici con spazi coperti, ampi e senza elementi di sostegno intermedio.
Possibile realizzare forme disparate ad elementi strutturali.
Casa di Rue Franklin a Parigi nel 1903, ancora oggi esistente. Uno dei primi esperimenti nell’edilizia
residenziale corrente proposto da Auguste Perret con applicazione dei brevetti di Hennebique su
calcestruzzo armato.
Raffrontando edificio ottocentesco (murature con struttura portante di tipo continuo) si nota diversa
prevalenza di pieni e vuoti, più vuoti perché pieni non necessari in edificio del Novecento, anche se il
calcestruzzo poi viene nascosto con lastre in terracotta e maiolica tipiche del ‘900.
Maggiormente efficiente costruttivamente, ma anche nuovo linguaggio dal punto di vista architettonico.
Con introduzione di strutture in calcestruzzo armato architettura sperimenta nuovo linguaggio e sistema
delle aperture diventa indipendente rispetto alla struttura.
Diffusione del calcestruzzo nell’ambito del movimento moderno: bandiera tecnologica degli architetti
moderni, che costruiranno il loro modo di interpretare l’architettura intorno ad esso. Ma anche
sperimentazione spinta in sistemi infrastrutturali (ponti, viadotti).
1911 Freyssinet nuovo sistema: armatura tesa, fatto il getto e una volta fatta presa struttura liberata si
ottiene un componente con prestazioni molto superiori rispetto a analogo componente privo di armatura.
Apre il campo ad applicazione estesa e diffusa nell’ambito delle opere infrastrutturali.
Realizzabili elementi in calcestruzzo armato molto snelli, adeguati alla realizzazione di ponti.
Tecniche ingegneristiche del calcolo; strutture complesse. Messa a punto di tecnologie raffinate con
operazioni di messa in opera. In alcuni casi si tende a mixare tecnologia basata su getto in opera e tecnica di
prefabbricazione di elementi.
Materiale individuato da maestri del moderno come materiale da sperimentare per il linguaggio
architettonico. Villa Savoye con 5 punti manifesto del moderno; 5 punti individuati in base al calcestruzzo
armato (elementi puntiformi e non involucro continuo, struttura muraria continua); possibilità di aprire la
cortina di chiusura di un edificio con sistemi di finestra con continuità.
Occasione per sperimentare forme di alcuni maestri; casa sulla cascata di Frank Lloyd Wright, grandi
terrazze in calcestruzzo con sbalzi considerevoli.
Progetti interessanti perché spinsero la sperimentazione nel progetto oltre le possibilità tradizionalmente
attribuite al materiale.
Materiale con ricerca progettuale audace, percorsi di sperimentazione e ricerca che via via spostavano
l’asticella delle sue capacità.
Importante, nel ‘35 periodo del regime in cui si ordinò l’autarchia la sperimentazione di Pierluigi Nervi,
centro di ricerca del CNR, soluzioni strutturali interessanti. Avorimessa del 1935, capacità dal punto di vista
tecnologico e ingegneristico ma anche formale, contemporaneamente. Sinergia tra forma e tecnica,
struttura di un materiale che, nel ‘35, stava iniziando ad affermarsi.
Esempi più recenti: Guggenheim Museum a New York di Wright, infinita rampa che consente la
distribuzione nei diversi spazi espositivi del museo, realizzata in calcestruzzo.
Palazzetto dello sport di Roma, uso ibrido di getto in opera con elementi prefabbricati. Sperimentazioni
verso un ardito sfruttamento delle sue prestazioni meccaniche: Felix Candela (oceanografic di Valencia)
applica con spessori molti sottili e resistenza che si applica grazie alla forma geometrica (paraboloide) che
consente di sfruttare al massimo le sue caratteristiche meccaniche, ottenendo sezioni molto esili. Edifici
grandi molto resistenti.
Sydney Opera House, Jorn Uzton. Affiancato da una società di progettazione Ovearup fondata da filosofo
ingegnere riesce con il calcestruzzo a realizzare le conchiglie disegnate dallo schizzo di J. Uzton. Particolare
attenzione nella realizzazione ingegneristica di geometrie simili ma diverse, grazie a elementi identici a loro
stessi: ricerca tecnologica anche nella forma e messa in opera degli elementi di copertura.
Tadao Ando e Chiesa della Luce a Osaka; parte integrante dell’immagine e del progetto la tecnologia di
messa in opera del calcestruzzo; le fughe, che disegnano un reticolo sul calcestruzzo, corrispondono ai punti
d’unione dei vari elementi costituitivi della cassaforma. Punti presenti sulle superfici sono le barre d’acciaio
che distanziano i due casseri, che T. Ando decide di lasciare a vista. Hanno una funzione provvisoria, quindi
se sono lasciati a vista è necessario un grande studio e precisione. Nel solaio superiore non necessito delle
casseformi, ma ho un telaio a tavolato, quindi nessun punto. Raffinatezza progettuale nel lasciare in vista le
caratteristiche del materiale, e raffinatezza nella fase di realizzazione perché una volta effettuato il getto è
impossibile intervenire su quanto già fatto.
Tutti questi aspetti; fuga, eccetera eccetera vanno studiati e previsti in fase di progetto, richiedono un
grande controllo in tutte le fasi.
Verità del materiale può essere molto ricercata, in grado di sfruttare le caratteristiche delle tecnologie per
ottenere risultati formali. Architettura brutalista.
MALTE E CALCESTRUZZI
Costituiti da: leganti, aggregati (sabbie e ghiaie), additivi e acqua. Aggregati hanno diversa granulometria;
denominati come inerti, legati tra di loro mediante leganti. Acqua indispensabile per garantire la miscela e la
presa dei leganti. Additivi sostanze chimiche.
LEGANTI
Leganti: ottenuti dalla cottura di rocce, che mescolati con rocce possono indurire e aderire irreversibilmente
tutto quello che è tenuto insieme; collante una volta fatta presa si lega un conglomerato.
- Leganti aerei, che induriscono e fanno presa con aria;
- Leganti idraulici induriscono e fanno presa in presenza di aria e acqua.
Acqua indispensabile in ogni caso, ma fenomeno di presa dovuto in un caso dall’aria, in un altro innescato
dalla presenza anche di acqua.
DISTINGUERE MALTE E CALCESTRUZZO (COMPOSITO) E LEGANTE (GESSO, CEMENTO).
FAMIGLIE DI LEGANTI
Gesso, calci aeree, calci idrauliche, cemento:
- gesso: prodotto ottenuto dalla cottura della pietra del gesso, a basse temperature (130-170 gradi).
Se mescolata con acqua assorbe la quantità persa nella cottura facendo presa e indurendosi nel giro
di poco. Applicazioni: muri, manufatti, intonaci, caratteristiche diverse.
- calce aerea, si indurisce in presenza di aria. Materiale di partenza CaCo3 cotto a temperatura più
alta, ottenendo calce viva che con acqua diventa spenta e si può utilizzare, legante per malte ed
intonaco e murature. Malte continuano a maturare in tempo indefinito, sottoposte a processo di
maturazione che ne migliora le caratteristiche nel tempo.
- calce idraulica, si indurisce con aria e acqua. Si parte dalle marme, oppure carbonato di calcio e
argilla, oppure tufo e loppa d’altoforno. Legante utilizzato per malte per intonaci o connessione di
murature.
- cemento. Legante utilizzato sia per malte ma anche per realizzazione del calcestruzzo. LEGANTE PER
REALIZZARE IL CALCESTRUZZO NON È CALCE MA CEMENTO. Legante idraulico, che fa presa in
presenza di acqua; nato nell’800, a seguito del brevetto portland e la creazione dei clinker, macinati
e riscaldati a temperatura elevata. Coefficiente di dilatazione termica lineare molto simile all’acciaio,
in modo che il c. a. si dilata in modo omogeneo evitando trazioni interne. Cemento legante per
antonomasia.
AGGREGATI
Aggregati detti inerti, materiali minerali in forma granulare, di origine naturale o artificiale.
Frazione del conglomerato che deve farsi legare dal legante, di fatto scheletro strutturale con granulometrie
varie:
- 0,1 mm – 7mm per le malte
- 3 – 30 mm per i calcestruzzi (ghiaie grosse)
Malta cementizia con stesso legante del calcestruzzo ma diversa granulometria degli aggregati.
Granulometria dipende dalle condizioni di utilizzo; per intonaco molto sottili, se calcestruzzo anche molto
rilevanti.
ADDITIVI
Sono prodotti chimici che consentono di migliorare alcune specifiche caratteristiche del materiale.
- aumentano la fluidità del materiale
- accelerano indurimento o presa (importante se ho tempi di costruzione contenuti; togliere strutture
dopo la presa del calcestruzzo);
- additivi utili a livello ambientale, ad esempio per temperature (aumentano la resistenza a cicli di
gelo e disgelo)
PRODOTTI
LE MALTE
Malte, malte aeree o idrauliche.
- Malte aeree: si induriscono in presenza esclusivamente di aria, si ottengono miscelando gesso (o
calce aerea), sabbia e acqua
- Malte idrauliche: si induriscono in presenza di aria e acqua, si ottengono miscelando cemento (o
calce idraulica), aggregati e acqua.
Inseribili additivi per la migliorabilità.
- Malte pozzolaniche o cocciopesto, quindi calce aerea e adatto aggregato (derivano dalla storia;
malta con sabbia pozzolana).
- Malte bastarde, con più di un legante (cemento + calce idraulica).
LEGANTE: CEMENTO FUNZIONA COME LEGANTE NEL CONGLOMERATO; MALTA UTILIZZABILE COME
LEGANTE PER I MATTONI È UN’ALTRA COSA. MALTA LEGANTE SOLO TRA MATTONI, NON ALL’INTERNO DEL
CONGLOMERATO STESSO.
CALCESTRUZZO
Si ottiene miscelando cemento, aggregati acqua e additivi.
> 9-14% cemento, aggregati 75-80%, acqua 5-10%. Indispensabili proporzioni per la presa.
Oltre al calcestruzzo normale si possono ottenere:
- alleggeriti (elementi poco densi, argille espanse)
- calcestruzzo cellulare con ossi di alluminio e bolle
- alveolare, con calcestruzzo spugnoso
CALCESTRUZZO ARMATO, con rete di tondini in acciaio, nervatura che migliora l’aderenza dell’acciaio, detti
tondini ad aderenza migliorata.
Due possibilità per l’armatura:
- ad armatura lasca, annegata senza sollecitazione, con getto di calcestruzzo e ottenimento del c.a.
- ad armatura pretesa; brevetto di Freyssinet. Armatura disposta nella cassaforma, con poi
meccanismo che la mette in trazione appena prima del getto. Taglio quindi le armature, che tentano
di ricomprimersi ma trovano il calcestruzzo indurito (precompressione delle armature); hanno
quindi nel complesso una migliore resistenza alle sollecitazioni. Mi permette di ottenere elementi
che rispetto alle armature lasche sono più resistenti a trazione ecc.
- ad armatura postesa: posiziono delle guaine prima del getto, getto, poi inserisco armatura nelle
guaine (trefori di acciaio, cavi) bloccati nell’elemento che ha già fatto presa, creo una sorta di
tensione grazie alle teste dei cavi, fino alla tensione prevista dal calcolo e inietto della malta in
modo da bloccare l’armatura per poi tagliare l’elemento in trazione.
Le modalità di realizzazione del calcestruzzo variano a seconda del suo utilizzo.
PROCESSO PRODUTTIVO
Processo produttivo delle malte o calcestruzzi:
- leganti: materiali minerali cotti e macinati, resi polvere miscelabile.
- aggregati: ricavabili direttamente dalla natura, bacini fluviali o depositi alluvionali, selezionati in
base alla granulometria. Possibile utilizzare inerti provenienti da demolizioni di calcestruzzo
(percentuale varia in base a calcestruzzo se strutturale o meno).
Miscelate a mano, con impianti o bettoniere.
Messa in opera: malte possono essere utilizzate come intonaco, come leganti per murature; calcestruzzo
può essere utilizzato per realizzare elementi portanti oppure elementi prefabbricati assemblati in cantiere.
C. aerato o autoclavato con ossi di alluminio più spugnoso, blocchi di murature.
C. come nelle applicazioni dei fibrocementi, calcestruzzo realizzato con additivi dalla granulometria molto
fine, lastre in fibrocemento.
IL TELAIO
Il telaio prende questo nome perché è costituito dalla successione di elementi perpendicolari tra loro in una
dimensione, poi uniti tra di loro con solai e cordoli. Uniti dai piani d’appoggio i telai diventano quindi oggetti
tridimensionali.
Fisicamente si dispone tridimensionalmente, mentre come sollecitazioni funziona a elementi piani disposti
parallelamente, uniti che trasmettono i carichi al sistema di fondazione.
CONNESSIONI
Strutturalmente cambia poco, ma molto nelle tre modalità cambiano le connessioni:
- in c.a. avviene grazie alla continuità dell’armatura metallica (eccetto per strutture prefabbricate),
ricostituzione della monoliticità del sistema una volta gettato il calcestruzzo.
- acciaio; saldatura (microfusione) oppure bullonatura data dai perni che consentono di poter inserire
un dado. Connessione staticamente identica.
- legno; incastro, elementi lavorati per poter essere semplicemente incastrati oppure protesi
metalliche con elementi di acciaio inseriti nel legno che consentono perfetta unione degli elementi.
STRUTTURA PORTANTE IN ELEVAZIONE DI TIPO PUNTIFORME (A TELAIO) IN CALCESTRUZZO ARMATO
Struttura a: travi, pilastri e solai.
PILASTRI
Pilastri; elementi puntuali a sezione generalmente rettangolare o quadrata (di solito preferibile). Ottenuto
con disposizione di almeno 4 ferri in corrispondenza degli angoli del quadrato collegati tra di loro con ferro
che si piega e prende il nome di staffa. Ferri: barre tonde di acciaio con superficie lavorata per l’adesione sul
calcestruzzo. Cassaforma consente il posizionamento dell’armatura in cui poi viene fatto il getto.
Sezioni non quadrangolari, armature differenti, ecc ecc
Armatura dev’essere disposta sempre almeno a 2 cm dall’esterno del pilastro e mai a una distanza inferiore
a due volte lo spessore del ferro dell’armatura.
Costruzione dei telai in calcestruzzo procede piano per piano.
Staffatura ha andamento spiraliforme o a elementi longitudinali.
TRAVI
Travi; possono avere diverse sezioni (T, L), geometrie. Armatura nella trave disposta per seguire l’andamento
del momento flettente. In base agli appoggi, la zona più tesa ha armatura che la regge, mentre l’armatura si
sposta in corrispondenza del punto d’appoggio per reggere l’appoggio.
Ferri longitudinali, si distribuiscono ai 4 spigoli più staffe.
La zona più tesa della trave è quella inferiore, sottoposta a trazione, ed è dove i ferri si infittiscono
nell’armatura.
SOLAI
Solai; monolitici (unico pezzo, in c.a.); monolitici con armature (Hennebique), tutto in c.a. con nervature;
oppure solaio misto con nervature (travetti) ottenute con posizionamento di elementi per alleggerire (solai
misti).
Travi, travetti e caldana di completamento vengono realizzati in un unico getto.
Travi ribassate se rimangono a vista, migliori perché più resistenti alla flessione; oppure in spessore, perché
intradosso resta completamente libero da elementi strutturali (ma peggiori dal punto di vista della
resistenza strutturale).
Due tipi:
SOLAI IN LATEROCEMENTO
In laterocemento (ormai poco diffuso); costruzione del solaio con disposizione di elementi di alleggerimento
in laterizio (pignatte) e lasciano spazio per travetto (prefabbricato o gettato in opera); spazi e pignatte poi
completato dal getto che le ricopre in almeno 4 cm di spessore, detto caldana.
Si può realizzare in tre modi:
- completamente gettato in opera;
- con travetti trallicciati e fondello in laterizio
- con travetto precompresso in c.a.
Gettato in opera: posiziono pignatte, dispongo armature nell’incavo e realizzo in getto di completamento
per il travetto insieme alla cappa. Lo svantaggio di questo elemento è che devo avere una struttura continua
provvisionale su cui poggiare le pignatte, un tavolato.
Solaio con travetto trallicciato: non serve struttura continua, ma puntelli per i travetti. Appoggio le pignatte
e i travetti e procedo al getto per realizzare il solaio.
Solaio con travetto precompresso: simile a quello con travetto trallicciato, ma la struttura provvisionale è
ancora più snella.
Infine, dispongo sopra le pignatte una rete elettrosaldata perché la distribuzione delle sollecitazioni sia
omogenea. In sezione noto la presenza delle travi, la rete elettrosaldata e il getto di completamento.
07/04/20
METALLI E ACCIAIO
LA STRUTTURA DI ELEVAZIONE A TELAIO IN ACCIAIO
ACCIAIO E METALLI
Sono elementi chimici con struttura cristallina caratterizzata dalla presenza di elettroni liberi. Dalla struttura
chimica dipendono alcune peculiarità comuni alla gran parte dei metalli.
- compattezza (elevato peso specifico)
- alto punto di fusione
- elevata conducibilità termica ed elettrica
ALLUMINIO
Metallo più utilizzato dopo l’acciaio. Deriva dalla bauxite in giacimenti tropicali. Si ricava con elettrolisi
l’allumina, materiale di partenza per la sua produzione.
Partendo da 3,9 kg di bauxite si ricavano attraverso un processo 1,95kg di allumina e 1kg di alluminio
(ricavato dall’allumina per elettrolisi, poi fuso e colato e trasportato su strada).
Ambientale: materiali che entrano nel processo produttivo. 3,9kg di bauxite, 800g di gas, 1,4 kg di olio,
1,5kg carbone e 220MJ di energia. Impatti ambientali? Olio greggio molto carico di energia; alluminio
consuma molte materie prime ed energia.
Il suo vantaggio è la facile riciclabilità; si raccoglie con raccolta differenziata e si può rifondere più facilmente
(utilizzando il 5% dell’energia iniziale), senza perdere materiale (97% si conserva) né qualità.
Dove si trova l’alluminio nelle costruzioni?
- nei rivestimenti, come lamiere.
- per la realizzazione di profili estrusi, realizzati con particolare processo, utilizzabili per le intelaiature
nei serramenti
Paragrafo del libro sui materiali non ferrosi e serie di applicazioni in altri ambiti.
ACCIAIO
Lega che parte dal ferro; materiale ferroso si trova sotto forma di ossido in natura (alcuni minerali, ematite,
magnetite limonite e taconite, prelevabili da molti paesi); il 50% della produzione mondiale viene da Brasile,
Cina e Australia; ha quindi un impatto nella fase di trasporto molto importante.
Ferro estraibile dai minerali con riduzione con carbonio a 2000°C. Ottengo ferro-carbonio, con più di 3,5% di
carbonio. (Acciaio e ghisa leghe di ferro e carbonio); ferro-carbonio detta ghisa grezza, fragile ed ossidabile.
Sorta di semi-semilavorato, prima lavorazione praticata per ottenere materia prima un po’più complessa,
mai utilizzata direttamente ma punto di partenza per lavorazioni successive che consentono di ottenere
lavorazioni più complesse.
- Ghisa, utilizzabile per parti d’opera della costruzione se ha carbonio tra 2 e 3,5%;
- Acciaio se carbonio <2%.
Acciaio nel settore delle costruzioni ha percentuale di carbonio tra 0,2%, molto bassa che però cambia
molto le caratteristiche del metallo (ghisa -> acciaio) aumentando resistenza meccanica e eliminando
fragilità e rendendolo più lavorabile.
STORIA DELL’ACCIAIO
Percorso evolutivo: età del ferro (prima scoperta dell’uomo) per produzione di utensili elevando la
temperatura degli ossidi risale al 1500-1200 a.C. (età del ferro), uomo comincia ad utilizzare il materiale.
Primi utilizzi del ferro attraverso surriscaldamento minerario attraverso 1000° ottenibili in processi
preindustriali che facevano ottenere una sorta di ghisa molto grezza, e poi si poteva con la battitura un
materiale più duttile detto pudellato, applicato nel settore delle costruzioni per legare tra loro i conci
lapidei, per esempio nell’ambito dei templi.
Grazie ai manti idraulici possibile raggiungere temperature più alte, e si ottiene più facilmente una ghisa con
carbonio in quantità ridotta più utilizzabile nelle costruzioni.
1600 di fatto l’antica modalità di produrre ghisa, fondata sulla combustione della legna e ossidi del ferro è
sostituita da un processo in cui alla legna si sostituisce il carbonfossile (temperature più alte) e poi nel 1709
il coke; tecnologia di produzione dell’acciaio con altiformi; rimasta la stessa ad oggi da allora, ma migliorata
e resa più efficiente.
Ponte sul fiume Severn in Inghilterra e applicazione del ferro nelle costruzioni. Introduzione di materiale
ferroso ma ripresa di modalità costruttive del legno.
Ghisa, New York a Broadway street in cui intorno alla metà dell’800 sono realizzati numerosi edifici più piani
con struttura di muratura in mattoni, rivestite all’esterno con crosta di lamiere di ghisa colate in officina e
assemblate con saldatura in cantiere.
Soluzioni costruttive originate dalla facilità del processo di produzione, sagome e forme complesse, che
potevano riprendere le forme dell’architettura classica a costo contenuto, funzionalità decorative estetiche.
Cast Iron Facade ancora presenti oggi.
Metà dell’800 Crystal Palace che ospita EXPO del 1851, viene costruito in 6 mesi perché la commissione
soffri l’assegnazione dei lavori e si trovarono in ritardo; venne emanato un bando in cui veniva richiesta una
soluzione per l’edificio in un tempo brevissimo, soli 6 mesi
Joseph Paxton vince (“giardiniere della regina”), gestiva tutte le opere relative ai giardini della corona,
persona di levatura manageriale superiore, grandi competenze tecniche per produzione di parti di
macchine. Vince mettendo a punto sistema costruttivo prefabbricato, lastre vetrate della stessa dimensione
realizzate con processo produttivo a disposizione. Grazie all’industrializzazione si riesce a costruire, poi
smontato e rimontato in un parco dove nel 1960 per un incendio si perde.
Edificio posto all’inizio dell’architettura moderna per il suo ruolo nelle tecniche costruttive.
GHISA applicata secondo obiettivo è finalità decorative grazie alla facile lavorabilità, forme e geometrie
complesse come Biblioteca di San Geneviève.
1856 innovazione con convertitore di Henry Bessemer, contenitore di ghisa liquida, in cui si soffiava dell’aria
che consentiva la decarburazione della ghisa e togliere carbonio. Riducendo il carbonio si otteneva l’acciaio.
Si comincia a utilizzare in architettura e nelle costruzioni, in modo atipico rispetto all’odierno. Grandi serre
delle monarchie europee per piante importate dai paesi tropicali. Edifici climaticamente controllabili grazie
alle caratteristiche dell’acciaio.
Fine ‘800 e EXPO di Parigi, tour Eiffel struttura temporanea non viene mai smontata, ancora oggi rimane al
suo posto. Processo di diffusione dell’acciaio e innovazione nel calcolo, nell’organizzazione delle imprese di
costruzione, ecc. Cambiamento e innovazioni riguardando tutto il mondo della produzione.
Acciaio comincia a penetrare nelle modalità più canoniche di costruire. Nord America, fine ‘800 strutture
portanti degli edifici.
Edifici che si sviluppano in altezza per grande resistenza meccanica; strutture con sezioni più ridotte e
aumento in altezza.
Empire state building, 1930, si va verso sofisticazione delle tecniche di montaggio e abbreviazione delle
tecnologie costruttive. Ancora oggi immutata rispetto a fine ‘800.
Galleria di stato di Berlino, Mies van der Rohe. Pilastro sostiene griglia di travi in acciaio e fanno liberare da
elementi strutturali involucro trasparente.
Si arriva a tensostrutture, elementi di acciaio e funi tese; realizzabili SOLO grazie alle caratteristiche
dell’acciaio, logica diversa basata sulle tensioni e non sulle compressioni, nuovo processo dell’architettura
che ragiona diversamente.
Solo oggi si può sostituire l’acciaio con materiali che hanno caratteristiche di sollecitazione e trazione
maggiori. (carbonio)
Diffusione e applicazione dell’acciaio: prime applicazioni profilati metallici, poi profili con sezioni chiuse o
tubulari. Pilastro alberi forme e saldatura di profili tubulari a sezione circolare, anche elementi di
rivestimento come per l’alluminio.
Si utilizza anche per soluzioni strutturalmente ardite, per la struttura a grid shell per la vela della fiera di
Milano di Rho Pero.
Percorso che segue processo legato a innovazione su versante della produzione e delle sue tecnologie e poi
evoluzione anche negli esiti linguistici nell’ambito progettuale.
CICLO INTEGRALE
Si parte dal minerale del ferro, dal carbon coke; processo avviene in un oggetto detto altoforno che
consente produzione di ghisa grezza, che viene o colata e utilizzata come materiale di partenza o inserita in
convertitore ad ossigeno di bessemer al contrario (aria insufflata dall’alto, solo ossigeno).
Avviene così la decarburazione della ghisa e acciaio liquido; viene riversato in siviera, che si può scaldare e
versare in lingottiere oppure avviare a processo di ulteriore trasformazione (in tre diversi semilavorati).
Altoforno: impianto molto impattante sia nelle polveri di carbone che dei processi di combustione
elemento alto rivestito di materiale refrattario, parte bassa che raccoglie ghisa grezza.
Processo di combustione: si legano carbonio e ferro e deposito verso il basso di materiale, la parte di scarto
viene eliminata e prende il nome di loppa. Dall’altra parte si estrae ghisa fusa e poi destinata a fasi
successive.
La ghisa fusa confluisce in un convertitore dove avviene l’insufflazione dell’ossigeno e la sua decarburazione
in acciaio.
All’interno del convertitore posso aggiungere altri metalli se devo cambiare le caratteristiche del mio
acciaio, come manganese. Qui viene progettata la lega, per esempio aggiungendo cromo.
Semilavorati:
- bramme, pani di acciaio, parallelepipedi che con processo di lavorazione mi consentono di
ottenere lamiere
- villette sono prismi rettangolari piccoli, da cui ottengo barre, tondini o profili tubulari
- blumi, prismi grandi per ottenere profilati metallici
Problemi: l’acciaio tende ad ossidarsi, che riduce sezione utile degli elementi perché a contatto con l’aria
costituisce ossido del ferro = ruggine, che corrode e toglie materiale. Preoccupazione importante:
protezione dagli agenti atmosferici, che avviene o con zincatura, processo a caldo o elettrolitico che crea
uno strato che si ossida senza intaccare l’acciaio e proteggendolo oppure con verniciatura
Ambienti marini con salsedine creano grande problema di ossidazione rispetto ad ambienti montani, ma
l’acciaio va sempre protetto in ogni contesto, non si può usare senza produzione senza che sia legato ad altri
metalli in grado di resistere ad agenti (come il cromo). Oppure si usa l’acciaio corten e ossidazione delle
parti iniziali diventa estetica e resistente.
Svantaggi:
- costo maggiore rispetto a strutture analoghe in c.a.
- problema di resistenza al fuoco, perché acciaio si comporta benissimo fino ai 600° degli elementi,
poi deformazione plastica e rischio del collasso della struttura
- problemi di resistenza agli agenti atmosferici se non prodotto in modo adeguato (ossidazione);
protezione potrebbe dover essere rinnovata, non sempre valida, soprattutto per la verniciatura. Una
vernice potrebbe non essere sufficiente per l’intera vita del manufatto; periodica riverniciatura.
PROFILATI A CALDO
HE: doppio T dove grossomodo il profilo superiore (ala) ha le stesse dimensioni dell’anima (sezione
quadrata).
IPE: due ali piccole (la metà circa) rispetto l’anima.
Si utilizzano per i pilastri (HE) e travi (IPE).
Non sono profili dimensionabili a piacere, ma derivano da processi di produzione industriale con dimensioni
precise; nello sviluppo di un progetto non si possono decidere le dimensioni ma serve capire la sezione
resistente e individuare elemento più adatto rispetto alle sollecitazioni. Posso saldare lamiere metalliche per
ottenere misure ad hoc.
Profilo HE100 a 10x10cm (100x100mm). Lettere A, B, M diverso spessore connotante i diversi profilati.
Stesso ragionamento per profilo IPE; IPE 80 alto 80 cm; con ali grandi la metà circa (46 cm).
PILASTRI
Hanno generalmente a profilo HE ma talvolta IPE, in base alle necessità del progetto. Quella quadrata +
efficiente per compressione, ma la differenza dimensionale può avere vantaggi diversi.
Pilastri composti con saldature o diversi elementi metallici.
TRAVI
Hanno generalmente profili IPE, a volte anche qui HE o UPN per travi per motivazioni compositive, di solito;
struttura che resta in vista.
Soluzioni più complesse per garantire maggior rigidità con maggiore impiego di materiale. Travi reticolari
che ottimizzano impiego del materiale.
Altezza della trave dipende dalla luce con relazione ben precisa; non può essere inferiore a 1/20 della luce.
Possono avere anima piena o essere rinforzate, oppure ottenere travi reticolari che posso tagliare e
ricomporre il profilo lasciando degli alveoli (trave alleggerita). Maggiori sollecitazioni: due ali, parte centrale
scarica. Dove non ho sollecitazioni posso togliere del materiale.
Travi reticolari le realizzo principalmente in base a esigenze dettate dalla luce.
SOLAI
Nell’ambito delle strutture metalliche possono essere alleggeriti, alla strapiena in calcestruzzo già visti; ma
per coerenza rispetto al resto della struttura i più efficienti hanno una lamiera grecata riempita con getto in
calcestruzzo, o inerti.
Solaio; sulle travi appoggiata lamiera metallica (perpendicolarmente alla nervatura delle travi) con dei pioli
per aumentare la collaborazione tra acciaio e calcestruzzo, quindi la rete elettrosaldata e il getto di
calcestruzzo). Le nervature migliorano la rigidità della lamiera. Diverso tipo delle lamiere; hanno prestazioni
meccaniche differenti. A parità di spessore della lamiera, più profonda è la nervatura maggiore sarà la
resistenza meccanica a flessione.
Se ho delle travi secondarie posso appoggiare la lamiera grecata parallelamente e non necessariamente
ortogonalmente come prima. Quando creo una gerarchia tra gli elementi quelli di ordine superiore stanno
perpendicolarmente rispetto a quelli di ordine inferiore, regola generale nell’ambito delle costruzioni.
I solai possono essere sovrapposti alla travatura, ma per cercare di contenerne lo spessore posso pensare di
collocare la lamiera nello spessore delle travi. Non cambia niente strutturalmente se faccio scaricare il peso
sull’anima piuttosto che sulle ali; risolvo allo stesso modo il problema con altezza complessiva del solaio
nello spessore della trave.
ORGANIZZAZIONE STRUTTURALE
Organizzazione strutturale: i telai sono fatti da pilastro e trave principale; poi travi collegano tra loro i solai
(travi di collegamento; scariche perché il peso è preso da quelle principali). Quelle principali scaricano il
peso sui pilastri, mentre quelle secondarie scaricano sulle principali il peso del solaio, che altrimenti
poggerebbe su quelle principali.
Modalità di UNIONE
- bullonatura, reversibile, avviene con posizionamento di alcune flange bullonate tra di loro
- saldatura, microfusione localizzata. Soluzione più pulita, a volte la sola praticabile per complessità
del nodo; ha il limite di non essere reversibile.
- chiodatura in passato (Empire State Building) unione avviene mediante chiodatura a caldo, oggi non
più utilizzata
LE CONNESSIONI
FONDAZIONE E PILASTRO;
Connessione del plinto con ancoraggio di un tirafondo, che connette il plinto al sistema di fondazione. Viene
poi realizzato un getto che rende l’elemento di fondazione monolitico. Base del pilastro attrezzata con
piastre dove la sollecitazione (che arriva concentrata sul pilastro) si può distribuire uniformemente
sull’elemento di fondazione; dev’esserci un elemento rigido. Elementi di nervatura.
PILASTRO E PILASTRO;
Sezione costante; non problematica.
Se cambia la sezione (per risparmio del materiale); la sezione salendo si riduce; problema di connessione,
da risolvere con saldature, bullonature, ecc.
LA STORIA
Tradizione antichissima: finalità abitative, reperti fino a 10mila anni fa; utilizzato per realizzare ripari,
coperture; materiale leggero e facilmente reperibile, trasportabile, flessibile rispetto alle diverse
configurazioni dei ripari. Utilizzato molto da culture e popoli nomadi, perché il legno poteva essere
smontato e trasportato.
Impiego del legno per realizzare edifici in storia dell’architettura risale all’ età romana, Vitruvio lo nomina
idoneo ai solai (I sec a.C.), disegni delle capriate (elaborate in seguito); utilizzato in fondazioni, in ponti
temporanei (ponte di cesare). Dal IV secolo utilizzato per le capriate e diffusione capillare del legno in una
serie di contesti geografici (con storie molto differenti). Opus craticium, telaio di legno riempito con pietra e
legno per costituire elementi di chiusura degli edifici.
Architettura cinese e Lin Che, che scrive un trattato, un manuale con modalità di utilizzo del legno in
architettura, realizzazione di modalità costruttive con il legno. Stesso percorso nella cultura giapponese,
primi impieghi nel periodo Ian (VIII sec d.C.); utilizzato per utensili vista l’abilità dei giapponesi nel lavorarlo,
giunzioni complicate e sofisticate. Sistemi strutturali di grande interesse, che continuarono ad essere
utilizzati fino ad oggi.
Presente anche nella cultura europea, in età medievale Stavkirke medievali chiese norvegesi di legno (ad
oggi ne esistono 28, costruzioni interessanti anche per l’utilizzo decorativo del legno). Mondo della
carpenteria navale.
Due tipologie inaugurano il tipo di utilizzo anche culturale che facciamo noi oggi:
- block bau, giustapposizione per incastro di tronchi lavorati in modo rozzo per la chiusura degli spazi.
14esimo secolo in numerose aree geografiche, in Giappone, in molte aree alpine. Buon risultato
strutturale e dal punto di vista dell’isolamento termico.
- graticcio, fackwerk in ambito tedesco. Riprende l’opus craticium romano; struttura portante
intrecciata, poi completata con inserimento di diversi tipi di tamponamento, di muratura, di
pietrisco unito con malte o terra cruda (dipende da area geografica).
Riconoscere archetipi costruttivi del fackwerk e di sistemi portanti a parete continua in legno (block bau).
Balloon frame 1833 (crollo del costo dei chiodi, prodotti industrialmente): strutture a telaio in legno,
America in cui non era possibile reperire grandi quantità di legno per realizzare strutture a murature
continue; balloon frame perché leggero, fragile. Far West e costruzioni in legno con la tecnica del balloon
frame.
CARATTERISTICHE
Legno dà ottime risposte alle sollecitazioni a compressione, trazione, flessione (per le ultime due a
differenza della pietra); è facilmente reperibile, oggi rinnovabile (cicli di crescita <10 anni), molto lavorabile
e presenta un interessante rapporto peso/resistenza. Materiale che consente di realizzare strutture più
leggere rispetto a quelle di c.a.
Presenta buone caratteristiche dal punto di vista dell’isolamento termico: insieme ad essere un buon
isolante ha un’elevata capacità termica, capacità di accumulare calore che rilascia in periodo successivo.
Limiti del legno: principalmente che è un materiale naturale, vegetale; è disomogeneo, e in relazione alla
crescita dell’albero presenta un comportamento meccanico differente in base alla direzione che assumono
le fibre. Parallelamente o perpendicolarmente dà risposte diverse, quindi è un materiale anisotropo
(comportamento alle sollecitazioni diverso). Se sollecito il tronco parallelamente alle fibre ho una resistenza
di 10N/m2, perpendicolarmente di 0,4N/m2.
Elevata infiammabilità. Una volta bruciata la parte esterna e carbonizzata la parte interna è salva, ma se le
costruzioni sono sottili l’infiammabilità è un problema. È deperibile, e soprattutto è dimensionalmente
limitato, dipende dalle dimensioni del legno. Un'unica trave in legno massiccio di 20m necessita di un
tronco molto grande.
Il legno viene tagliato sempre nel verso della lunghezza delle fibre, in senso parallelo. Si può tagliare con
fresatura, segagione per ottenere semilavorati differenti (travi, assi, ecc).
COMPOSTI. Ottenuti con incastro, chiodatura e incollaggio; mi consente di realizzare elementi di grandi
dimensioni eliminando i difetti del legno, senza richiedere tronchi di grandi dimensioni.
LAMELLARE
Esito di un processo di evoluzione, parte con L. Da Vinci nel XVI secolo, travi di grandi dimensioni con
resistenza rilevante attraverso l’incastro di elementi più piccoli. Lunghe sperimentazioni e tecnologia di Efer
del XXesimo secolo. Consiste nel taglio dei tronchi in assi spesse 2,7 cm; incollaggio di assi tra di loro con
resine sintetiche e materiale composito (resina + legno) che ha il vantaggio di eliminare i suoi difetti (nodi,
ecc.) e ottenere un materiale uniformemente resistente e forgiabile in dimensioni e forme anche molto
differenti. 6-20 cm e altezza anche in grado di superare i 2 metri. Resistenza maggiore rispetto al legno
grezzo per la maggiore uniformità del materiale.
Tre prodotti utilizzabili per creare elementi strutturali:
- Microlamellare: lastre da 1 a 5 mm di spessore (elementi piani).
- Parallam: strisce intorno ai 3mm di spessore per travi o pilastri.
- Intrallam: strisce corte tra di loro, utilizzabile per travi o pilastri.
Per usi non strutturali: compensati, tamburati, pannelli a nido d’ape), pannelli truciolari in lana di legno o in
fibra di legno, o OSB; prodotti che snaturano la natura vegetale del legno per ottenere prodotti con
prestazioni e caratteristiche differenti, lontane da quelle iniziali.
TELAI IN LEGNO
Distinzione preliminare importante: distinguere tra sistemi puntiformi che utilizzano il legno secondo la
logica di sistemi intelaiati leggeri, da strutture a telaio in legno.
Primi sistemi: struttura portante elementi verticali vicini che costituiscono sostanzialmente una struttura
portante di tipo continuo. Non ho grandi pannelli, ma la frequenza con cui tali elementi sono disposti mi
consente di assimilarli a elementi di tipo continuo. Non ci sono pilastri o elementi strutturali con carattere
principale, ma tanti piccoli elementi.
Secondi: funzionano a telaio tra travi e pilastri.
Sistemi leggeri: assemblati con chiodatura o viti, comunque non c’è lavorazione tra le parti del legno per
costituire giunti, uniti dei semplici segati con avvitatura e chiodatura.
Sistemi a telaio: connessioni più sofisticate.
SISTEMI PUNTIFORMI A TELAIO, elementi strutturali, telai a pilastri e travi principali e secondarie
5 tipologie con cambio del sistema strutturale.
- Pilastro, su cui appoggia trave principale su cui poi travi secondarie si articolano sempre in appoggio
- Sistema a griglia, pilastro con trave principale non appoggiata ma fissata al pilastro alto come tutto
l’edificio, e allo stesso modo travi secondarie incastrate nello spessore
- Travi unite ai montanti, pilastro consente il fissaggio della trave principale, e le travi secondarie
collegano loro i telai. Non ci sono travi di collegamento tra pilastri, ma questi sono collegati da travi
secondarie in appoggio rispetto alle principali. Soluzioni semplici dal punto di vista delle
connessioni.
- Pilastro diviso in due parti, costituito da due elementi giustapposti. Si facilita assemblaggio di trave
e pilastro, che si fissa nello spazio che intercorre tra loro. Quindi la struttura secondaria si appoggia
alle travi principali collegando i vari pilastri come sopra.
- Pilastro centrale, in cui si sdoppiano travi principali su cui si posiziona orditura secondaria
Cambiano estetica e sistemi di connessioni. Serie di telai collegati con orditura secondaria. Cambiano
elementi, ma la concezione è sempre la stessa, flessibilità progettuale della costruzione in legno.
CONNESSIONI
- Affiancaggio e fissaggio con dei connettori (chiodi, bulloni).
- Unioni ad incastro e a volte con protesi metalliche. Hanno caratterizzato la cultura costruttiva cinese
e giapponese, cultura dell’incastro di legno. Unione eseguita mediante attenta e precisa lavorazione
delle parti unite, mediante semplice incastro o incastro con connettori.
- Incollaggio; il legno si lavora ma si utilizza della colla sulle superfici di contatto, elemento diventa
irreversibile.
- Unione con protesi metalliche: unire elementi in legno con questi elementi in acciaio o alluminio
che consentono di connettere tra di loro i diversi elementi della carpenteria lignea. Protesi a
scomparsa, che una volta che gli elementi sono assemblati scompaiono, protesi a vista, che restano
a vista una volta assemblati. Differenza tra i due sistemi: elementi a vista hanno maggior problema
in caso di incendio, perché quando il legno brucia costituisce una crosta e rallenta la combustione;
se c’è del metallo rischia di fondere e far collassare la struttura portante e causare molti danni.
SOLAI IN LEGNO
Come realizzare un solaio in legno?
Si fa riferimento a grandi lastre di legno lamellare, pannelli utilizzati in associazione a strutture puntiformi in
legno (elementi orizzontali uniti ad elementi verticali, pannelli xlam).
Altra possibilità: su orditura di travi secondarie realizzo un assito, travetti vicini che consentono l’appoggio di
un tavolato, ottengo un solaio dove andare a mettere in opera gli strati successivi.
Soluzioni miste legno-calcestruzzo armato: travetti su assito con elementi metallici, rete elettrosaldata e
possibilità di avere un getto di calcestruzzo. Viene meno la possibilità di sfruttare le caratteristiche di
reversibilità di una struttura in legno. Difficile separare le due parti.
Solaio prefabbricato, non lastra predalles ma travetti su trave principale uniti con un assito dotati di bicchieri
per fare entrare il calcestruzzo. Pongo la rete elettrosaldata e posso effettuare il getto.
Legno in architettura:
- Legno lamellare, travi di grande altezza con lamelle di 2,7cm incollate. Sistema di copertura fatto da
grande trave sostenuta da esili pilastri fissati con un particolare perno. Solaio visibile all’intradosso
costituito da un semplice assito in legno.
- Esempio di edificio realizzato da studenti di UC di Berkley, sotto la direzione di kengo Kuma, edificio
che sperimenta modalità di assemblaggio del legno e compresenza di 3 diverse logiche di
assemblaggio in legno. Semplice accostamento di elementi in legno, incastro dove le travi si
inseriscono in spessore sul pilastro e travi fissate con connettori, perni, eccetera.
- Risolvere il legno con accostamento e incastro.
- Pilastro accoppiato, fissato con protesi a scomparsa da un elemento di fondazione. La scelta di
averlo accoppiato consente di fissarlo alla trave e poi organizzare il solaio.
- Le Albere di Renzo Piano: nucleo in c.a., ma ultimo piano e sistema dei ballatoi realizzato da
articolata struttura in legno, connessione a cerniera dei pilastri che poggiano a terra.
GRADINO
Pedata (orizzontale) e alzata (verticale)
RAMPANTE
Elemento strutturale che sostiene i gradini.
RAMPA
Rampante + gradini.
PIANEROTTOLO
Elemento strutturale orizzontale che consente l’accesso alla scala.
RIPIANO
Pianerottolo intermedio, parte strutturale di sosta tra due rampe.
VANO SCALA
Gabbia, vano entro il quale si sviluppa la scala.
TROMBA
Anima o pozzo, spazio compreso tra due rampe.
DIMENSIONAMENTO
Scala condominiale: almeno 120cm.
Scala di edifici frequentati: 120 +n*60cm. (60cm per persona)
Scala di collegamento nello stesso alloggio: 80cm.
2a+p=62-64cm, garanzia di comoda percorribilità.
Dimensione fissa che contraddistingue il rapporto: appoggio sicuro di almeno 30cm.
Devo proporzionare, pertanto, in base all’inclinazione, le dimensioni di pedata ed alzata.
Scala che si infila sotto un solaio: sottorampa di almeno 210cm, per non sbattere la testa.
Parapetto: 110cm
Aperture nei diversi spazi: non oltre i 10-12 cm tra i diversi elementi di protezione.
SCALE PROTETTE
Più le scale protette in una gabbia realizzata con pareti rei che del pianerottolo direttamente, o attraverso
un disimpegno non areato. I serramenti devono essere rei e dotato di un congegno di auto chiusura.
Il termine rei indica la capacità di un elemento costruttivo di conservare per un tempo determinato la
stabilità R, la tenuta E, e l'isolamento termico I. Il valore (30, 60, 90, 120, 180) viene determinato in base alle
caratteristiche dell’edificio.
28/04/20
PROGRAMMA
Parti che separano spazio interno da spazio esterno. Tema di benessere dello spazio. Soluzioni costruttive e
sistemi utilizzati basati sul principio della massa. Materiali ceramici e laterizio.
ESIGENZE
Esigenze da soddisfare relativamente agli spazi interni:
- benessere
- sicurezza
- esigenze di salvaguardia ambientale
- aspetto
- gestione (sistema ad involucro e determinazione dei livelli di riscaldamento)
E REQUISITI
Resistenza:
- alle intrusioni
- meccanica: garantita esclusivamente in relazione al poter sostenere l’elemento di chiusura
(sorreggere il proprio peso)
Isolamento dei flussi:
- termico
- acustico
Controllo:
- del flusso luminoso
- dell’inerzia termica
- della condensa
- delle dispersioni di calore
- dell’irraggiamento
- della ventilazione
Gestione:
- della manutenibilità e pulibilità
- resistenza al fuoco e messa in sicurezza delle persone
IL BENESSERE E IL RISPARMIO
Benessere termico e risparmio energetico: il primo è una condizione che si verifica in un ambiente, che
consente di svolgere le attività per cui è pensato uno spazio in un esso in modo che si abbia una sensazione
di benessere. Carattere soggettivo del benessere, dipende da persona a persona. Prerogativa non solo dello
spazio, ma anche del tipo di attività che si svolge in quello spazio. Possibili però dare delle indicazioni
generali a livello progettuale.
BENESSERE TERMICO
Elementi che entrano in gioco nel determinare benessere termico di un ambiente confinato:
- temperatura dell’aria: è fondamentale, una delle prime cose a cui si pensa
- temperatura superficiale, delle pareti
- umidità relativa
- velocità dell’aria
- tipo di attività svolta
- abbigliamento
Si può intervenire progettualmente nel determinare temperatura dell’aria e delle pareti.
Determinano una variabile: temperatura media RADIANTE, vera variabile da considerare nel progetto di un
edificio. È la media ponderata delle temperature di superfici dell’ambiente.
(S1*T1) +...+(Sn*Tn) //SUP TOT => TMR
La Temperatura Media Operante (TO), quella percepita mediamente dal corpo, data da: TMR + TA//2
Consente di determinare situazioni di benessere o malessere. Occorre perciò controllare entrambi i
parametri.
Bisogna guardare la TMR e non solo la TA (temperatura dell’aria), perché la trasmissione del calore avviene
per:
- irraggiamento (il calore si trasmette tra due oggetti vicini, che quindi devono possibilmente avere
due temperature simili; se mi trovo con 36° in corpo vicino a una finestra che misura 5°, il mio corpo
cede calore alla finestra. Dunque, anche se l’aria fosse calda, per via della temperatura fredda delle
pareti avrei una sensazione di malessere)
- conduzione (il calore passa tramite contatto diretto tra due oggetti che si toccano)
- convezione
La radiazione solare:
- riscalda l’aria per irraggiamento
- riscalda il pavimento per irraggiamento
- riscalda il corpo delle persone per irraggiamento
- l’aria riscaldata crea una circolazione convettiva salendo
- le pareti riscaldano il corpo per irraggiamento e conduzione
Risolvere l’obiettivo del benessere termico? Raggiungere un equilibrio termico in un ambiente mettendo a
bilancio gli apporti termici con le perdite di calore.
Le prime sono:
- radiazione solare attraverso pareti e vetrate
- contributo di persone e apparecchiature, illuminazione
- impianti di riscaldamento (necessari per bilancio)
In periodo estivo i guadagni termici gratuiti sono uno svantaggio, in estate sono un guadagno.
Le perdite sono:
- dispersioni attraverso chiusure opache
- “ trasparenti
- Dispersioni per la ventilazione e ricambi dell’aria
Sempre più spesso la ventilazione avviene meccanicamente.
L’ISOLAMENTO
Isolamento termico e capacità termica.
Isolamento termico: caratteristica di un sistema ad opporsi al passaggio di calore tra due ambienti che si
trovano a temperature differenti. La grandezza che ci dice il comportamento della parete è la trasmittanza,
che dipende dalla natura dei materiali e dallo spessore della parete.
Una frontiera termica può avere materiali diversi per raggiungere il livello di isolamento desiderato.
Spessore dipende dalla parete: maggiore è, maggiore è l’isolamento.
TRASMITTANZA TERMICA: quantità di energia che passa tra due ambienti messi a contatto quando hanno
una differenza di temperatura di 1°C. È l’opposto della resistenza termica.
Se R=S/lambda
U=1/R
Come dovrebbe essere lo spessore di una parete ad un unico materiale per garantire lo stesso livello di
trasmittanza termica (0,26 W/m2K, richiesta nella zona di Milano).
Avrei bisogno di 80cm se usassi solo legno; diminuirebbe in modo consistente verso polistirene.
Aumenterebbe invece in modo molto elevato utilizzando c.a. oppure alluminio.
I materiali isolanti sono molto performanti, richiedendo dai 20 circa ai 6 cm.
CAPACITA’ TERMICA
Capacità di un materiale di accumulare calore, proporzionale alla massa della parete, e determina il
comportamento del calore al passaggio alla parete incidendo e determinando condizioni diverse
relativamente al tempo.
INERZIA TERMICA
Effetto combinato di resistenza termica (isolamento) ed accumulo termico (capacità termica). Più un sistema
è caratterizzato da elevata inerzia, più sarò sicuro che il comfort sarà costante nell’ambiente interno.
In base ai livelli di inerzia termica trovo diversi effetti di attenuazione e sfasamento:
- Il primo è la capacità di una parete di ridurre l’oscillazione delle temperature
- Il secondo è la capacità di una parete di ritardare nel tempo gli sbalzi termici (colpite da radiazione
solare, passando attraverso la parete, influenzerà la temperatura solo in un certo lasso di tempo)
In base alle caratteristiche ho curve di sfasamento e attenuazioni molto diverse nel caso di pareti leggere o
pesanti (1h/14h di sfasamento; attenuazione nulla/13%).
Valutazione dell’involucro in funzione delle loro funzioni di sfasamento e attenuazione.
CHIUSURE VERTICALI
- Opache a massa
- Opache leggere
- Infissi esterne verticali (serramenti trasparenti)
CHIUSURE A MASSA
Sistemi utilizzati nel caso di struttura portante continua, che costituiva anche l’elemento di chiusura. Il
materiale di struttura e quindi anche chiusura era un materiale di elevata massa. Si ha avuto un
cambiamento quando la struttura è diventata puntiforme, e gli elementi di chiusura si sono resi autonomi
rispetto alla funzione strutturale.
Si è cercato di andare incontro quindi alla gestione di regolazione dei flussi.
Svolgere la complessa funzione di filtro al meglio: con il corso del tempo si è passato da pareti monostrato a
pareti multistrato, con strati articolati dotati di funzioni diverse. Ci sono degli strati con funzione prevalente
di offrire resistenza meccanica, garantire isolamento termico, eccetera.
Da pareti monostrato (mattoni in laterizio), strutture più articolate (intonaco di rivestimento), soluzioni via
via più specializzate (intercapedini) a soluzioni oggi diffuse (articolazione ricca, ad ogni strato associata una
funzione). Isolante, strato resistente, barriera all’acqua, muratura esterna di mattoni. Il contributo di
isolamento non dipende solo dallo strato isolante, ma anche da quello resistente.
STRATI FUNZIONALI
- Rivestimento esterno: molto articolato
- Intercapedine: strato di ventilazione
- Isolante: funzione di isolare
- Strato impermeabile, o barriera al vapore: controlla la formazione di condensa interstiziale
- Strato resistente: funzione portante, ad esempio blocchi di laterizio
- Finitura interna
SCHEMI FUNZIONALI:
- murature monostrato: necessitano di spessori consistenti per garantire l’isolamento termico
- murature con cappotto
- murature con isolamento esterno e rivestimento a parete ventilata
- muratura con isolamento interno
- muratura a doppia parete
- pareti a pannello
MURATURA MONOSTRATO
Muratura con elementi di materiale diverso, simili a quelli delle murature portanti continue, ottimizzati dal
punto di vista dell’isolamento termico.
Costruzione semplice, poi intonacata.
I blocchi possono essere in laterizio (a fori orizzontali, a fori verticali, con riempimento in materiale
isolante), in calcestruzzo, in calcestruzzo alleggerito con argilla espansa.
Aspetto dei NODI: problemi di isolamento, perché entro in contatto con strutture portanti che hanno
prestazioni di isolamento termico ben differenti da quelle delle murature non portanti. Problema dei ponti
termici.
MURATURA A CAPPOTTO
Tra lo strato di finitura esterna e quello resistente inserisco del materiale isolante, vestendo con un cappotto
la muratura. Sono incollate con malte addittivate che incorporano reti in fibra di vetro che deve costruire
uno strato sottile ma di grande resistenza meccanica, poi tassellati per evitare il distaccamento dello strato
isolante.
Gamma combinatoria rende possibile centrare quanto più accuratamente possibile il requisito di progetto.
Strato di rivestimento può essere in mattoni con faccia a vista.
I PONTI TERMICI
Relazione tra elementi di chiusura e strutture portanti.
Ponte termico: interruzione della continuità dell’isolamento nella struttura portante dove inserisco nello
spessore dell’elemento di chiusura l’elemento portante oppure in corrispondenza del passaggio tra parete a
massa e finestra.
In corrispondenza dei ponti termici ho delle dispersioni localizzate, che possono portare al passaggio di aria
e calore, generare condensa, acqua e muffe.
CORREZIONE DEL PONTE TERMICO: fare in modo di evitare una discontinuità tra l’elemento di chiusura e
quello strutturale.
- Muratura monostrato: avvolgo il pilastro portante con strato isolante, o almeno prima che incontri il
rivestimento esterno.
- Cappotto interno: problema significativo perché interrompe la trasmittanza in corrispondenza della
struttura portante
- Pareti doppie: strato isolante nell’intercapedine, strato isolante va anche posto sulla testa del solaio.
- Isolare la fascia marcapiano dividendo in due parti la testa del solaio.
- Isolare elementi in aggetto. Ponte termico in corrispondenza del solaio del balcone: o rivesto
intradosso ed estradosso del solaio con isolante o uso un disgiuntore termico, che interrompe il
flusso termico tra interno ed esterno.
- Contatto tra serramento e parete: 1 isolamento a cappotto interno e serramento a filo interno, 2
isolamento interno e filo esterno, lo strato isolante deve risvoltare sulla spalla, 3 isolamento esterno
e filo interno, sempre risvolto sulla spalla, 4 isolamento a cappotto esterno e filo esterno
PERCORRERE I PONTI TERMICI CON UN PENNARELLO: CONTINUITA’ TRA ISOLANTE E SERRAMENTI
LA STORIA: tradizione plurimillenaria, origina da terre essiccate miste a paglie; grande salto si ha con la
cottura, che ne evita il dilavamento e aumenta la sua resistenza meccanica. Nuovi sviluppi progettuali a
partire dall’architettura romana. Scuola di Amsterdam ed edifici con impiego del laterizio a vista, De Klerk e
Berlage (1900). Si conserva anche in parte nel movimento moderno, come con Van der Rohe. Esperienze
originali come quelle di Gehry e Renzo Piano (Ircam) più recenti.
IL PROCESSO PRODUTTIVO
Lavorazione dell’argilla, estratta, miscelata e preparata e poi avviata a 3 lavorazioni:
- Estruzione (inserimento terra pressata in trafile)
- Pressatura (tegole, sagome particolari)
- Foratura a mano
Essiccatura, cottura, imballaggio.
Essiccamento: estrae l’umidità, cottura: a 900°C.
PRODOTTI
Il laterizio è un termine che designa il prodotto e non il materiale.
- Mattoni: elementi con volume minore di 5500cm3
- Blocchi volume superiore
Prodotti per il tamponamento: si classificano in base a dimensione e foratura:
- Pieni <15%
- Semipieni 15%<X<55%
- Forati >55%
Laterizio porizzato: miglioramento delle prestazioni.
Evoluzione dei blocchi oggi: si tende ad alleggerimento e porizzazione della pasta per migliorare prestazioni
termiche; si studia sempre per la trasmissione del calore la geometria dei fori.
Evoluzione delle modalità di posa per ridurre il più possibile i giunti in malta. Blocchi a incastro rettificati,
piallati che riducono a dimensioni molto piccole il giunto; oppure blocchi con isolante integrato.
05/05/20
CHIUSURE VERTICALI LEGGERE
Due ambiti materici
- legno, come nelle strutture
- acciaio
Dal punto di vista delle parti non ci sono differenze sostanziali rispetto alle strutture portanti; segati in legno
per il legno e profilati piegati a freddo in acciaio.
Strato resistente: intelaiatura di montanti in legno fissati su dei traversi; strato resistente con intelaiatura
con profilati piegati a freddo in acciaio.
Cos’è una chiusura? Un’intelaiatura costituita da un profilo superiore e da un profilo inferiore; pannelli che
la rivestono e infine uno strato di materiale isolante che completa il sistema di chiusura.
STRATIGRAFIA del sistema di chiusura verticale leggera
- strato esterno di rivestimento
- intercapedine
- strato impermeabile (protegge l’isolante)
- strato isolante (uno o più)
- strato resistente; non ha una massa resistente, ma è costituito da intelaiatura/struttura puntiforme
che consente di supportare o sostenere gli strati ulteriori
- strato di finitura interna
Strato resistente continuo nelle chiusure opache; nelle strutture leggere è puntiforme, tipo telaio.
ESEMPI:
- chiusura con strato resistente in acciaio; due intelaiature, con articolazione complessa. Possibile
organizzare in modo più o meno articolato il sistema della chiusura in base alle esigenze che devo
soddisfare
- chiusura con strato resistente in legno, intelaiatura fa da strato resistente e serie di strati che
caratterizzano il sistema di chiusura, in funzione delle prestazioni che devono raggiungere
- rivestimento? Il sistema verticale di tipo leggero ha gamma ampia di materiali: chiusura esterna con
compensato, truciolare, OSB, calcestruzzo con fibre di vetro, gessofibra, pannelli in cartongesso.
- Isolante? Materiali di riempimento (isolanti) diversi di origine vegetale tra cui sughero, lana di legno,
perlite, ecc.…o di origine minerale, lana di roccia o di vetro…
Esempio: strato resistente doppio di intelaiature, su cui si fissa uno strato di cartongesso (elemento vuoto
per il passaggio degli impianti) e altri strati.
Strato resistente in legno con montanti in acciaio piegato che lasciano un’intercapedine.
RIVESTIMENTI ESTERNI
Applicazione sulle chiusure verticali esterne di un materiale di spessore ridotto, omogeneo o non
omogeneo. Tale materiale caratterizza in modo significativo l'architettura dal punto di vista estetico.
Ha funzione di:
- Protezione dagli agenti atmosferici
- Tenuta all’acqua
- Finitura
Parte dell’edificio che ha maggiore impatto sull’esterno, sul contesto e sulle persone che lo abitano. Scelta
del materiale e conformazione di elementi del rivestimento diventano fortemente connotanti l’architettura.
Il rivestimento esterno svolge la protezione degli agenti atmosferici, in gran parte la tenuta all’acqua ed
infine il compito principale di essere la finitura dell’edificio.
MODALITA’ DI RIVESTIMENTO
- A UMIDO Quindi con intonaco come base per successivi trattamenti superficiali come vernici
pitture, oppure con materiali di rivestimento tradizionale incollati con malta allo strato resistente
(conci, lastre in pietra, marmo, ardesia, mattoni in laterizio, ceramica…). Quasi esclusivamente su
soluzioni di tipo massivo, non su chiusure leggere assemblate a secco.
- A SECCO Quindi materiali tradizionali come legno o pietra fissati meccanicamente per chiodatura o
avvitaggio oppure materiali di rivestimento non tradizionali come lamine fissati sempre
meccanicamente per chiodatura o avvitaggio
A UMIDO
Sostanzialmente l’intonaco, strato che protegge dagli agenti atmosferici; è fatto da un legante (cemento,
gesso, calce) che tengono insieme aggregati miscelati con acqua, quindi malte di questo tipo diversi in base
alle applicazioni.
Sistema messo in opera con tre passaggi:
- Rinzaffo, malta con inerti grossolani che livella le imperfezioni
- Arriccio, parte corposa di malta con inerte più fine del rinzaffo
- Strato di finitura, molto sottile e granulometria fine, superficie liscia il cui carattere dipende da
granulometria e attrezzi utilizzati
È impermeabile all’acqua, ma permeabile al vapore, quindi protegge rispetto all’esterno. I leganti possono
essere cemento, calce o gesso oppure leganti con additivi che ne cambiano caratteristiche di permeabilità e
impermeabilità.
Infine, intonaci termici hanno un impasto in cui sono mescolati inerti termoisolanti (intonaci di grande
spessore) che riescono a conferire un buon isolamento termico, realizzando una sorta di cappotto unico in
cui isolante e finitura sono mescolati. L’intonaco in questi 3 strati ha una dimensione complessiva di 1,5cm-
3cm.
A SECCO
Maggior flessibilità e variabilità. Struttura di supporto che consente di fissare strati interni del sistema di
chiusura (massivi o leggeri); a questo si applica il rivestimento a secco.
Sottostruttura ed elemento di rivestimento; vanno pensati insieme, perché il rivestimento dipende dalla
sottostruttura e questa dipende da come ho intenzione di rivestirla. Posso disporla verticalmente o
orizzontalmente.
Struttura di supporto si deve fissare allo strato resistente: tendenzialmente si fissa alla trave di bordo della
struttura portante, su cui si sviluppa poi un’orditura secondaria.
Tendenzialmente lo strato isolante va a ricoprire poi la struttura, evitando il più possibile un ponte termico.
Situazione di questo genere consente di realizzare una facciata ventilata. La logica di fissaggio avviene per
chiodatura, e poi sui montanti della struttura si va a montare i singoli pannelli.
- Assemblaggio di elementi lapidei, che per natura del materiale devono avere un determinato
spessore minimo di 2cm; si fissano inserendo i tasselli nella muratura; nel caso di una struttura di
chiusura di tipo leggero si vanno a ritrovare i montanti dell’intelaiatura per montare un’ulteriore
sovrastruttura. È sempre consigliabile una certa coerenza nelle scelte progettuali, per cui
difficilmente si hanno casi di rivestimenti lapidei su chiusure leggere. Il modo di fissaggio delle lastre
dipende dai produttori dei sistemi di fissaggio; sempre in base a questi, si determina se il sistema è
a scomparsa o meno del giunto di fissaggio.
- Fibrocemento: più leggero ed economico. Materiale resistente agli agenti atmosferici, può essere
fissato con un’orditura verticale su cui è poi fissata la lastra. Rispetto al materiale lapideo il
fibrocemento mostra una maggiore stabilità alla tenuta del colore. Possono essere avvitate o
rivettate. Un giunto deve avere una dimensione minima in base alla dilatazione termica delle lastre,
ma questo dipende da scelte progettuali.
- Cotto e ceramica; elementi verticali che si fissano alla chiusura e lastre in cotto disposte
orizzontalmente, oppure montanti in corrispondenza di ogni lastra di cotto, in base alle scelte
progettuali. Anche qui l’elemento di fissaggio può scomparire o meno in base alle scelte progettuali.
Può essere lasciata un’intercapedine tra lo strato isolante (che ricopre i giunti di fissaggio) e
l’interno delle lastre in cotto per creare una parete ventilata. Sistemi inventati da Renzo Piano in cui
il rivestimento in cotto sta davanti a delle lastre vetrate, come elementi di protezione solare.
- Lamiera d’acciaio. Sottostruttura che può essere verticale in caso di lamiera nervata orizzontalmente
oppure viceversa.
- Corten, metallo che si ossida; fare attenzione alle dilavazioni.
- Lamiere di zinco-titanio, molto sottili e deformabili; struttura di supporto a cui fissarlo.
- Lamiere di rame
- Pannelli compositi (alluminio alucobond) a sandwich di alluminio con core di polietilene, lana di
roccia, isolante di vario genere, oppure ancora honeycomb di alluminio. Alluminio da ambo i lati,
ma molto stabile e non soggetto a ingobbimento. Per permettere di realizzare rivestimenti di ridotto
spessore si utilizzano materiali compositi che sfruttano l’irrigidimento dei pannelli honeycomb di
polietilene o di alluminio oppure pannelli di polistirene. Il loro vantaggio principale è come si è
detto la stabilità data dal materiale composito nonostante lo spessore esiguo.
- Vetro u-glass, rivestimento esterno con giunti.
I MATERIALI ISOLANTI
Esigenze di comfort termico/risparmio energetico e comfort acustico, a cui rispondo con requisiti di
isolamento termico e acustico.
Generalmente materiale termicamente isolante è isolante anche a livello acustico, a condizione che abbia
una struttura fibrosa a celle aperte.
CLASSIFICAZIONE
- In base alla struttura del materiale
- Commerciale, in base alla forma del prodotto
- in base all'origine
STRUTTURA
- fibrosi
- a celle chiuse (poco adatti per isolamento acustico)
- a celle aperte
COMMERCIALE
- materiali sciolti
- feltri
- pannelli rigidi
- rotoli
- coppelle (solitamente per tubature)
ORIGINE
- vegetale
- minerale
- sintetica
- animale (sostanzialmente le lane di origine animale, nicchia molto piccola)
VEGETALE
- fibra di legno
- lana di legno mineralizzata
- fibra di cellulosa
- sughero
- fibra di canapa, di kenaf, di lino, di cocco (mercato molto ridotto)
FIBRA DI LEGNO
Legname in fibre lunghe, utilizzato come pannelli rigidi o sfuso. Prodotto a secco con collanti e pressatura,
oppure assemblati a umido con additivi che ne cambiano le caratteristiche (per renderli ignifughi,
inattaccabili dai parassiti, ecc).
LANA DI LEGNO MINERALIZZATA
Trucioli lunghi di legname mischiati a un legante, come cemento o magnesite. Il legno diventa molto stabile
e si usa in pannelli pressati ed essiccati.
FIBRA DI CELLULOSA
Al 100% da materiale riciclato, utilizzabile sfusa o in pannelli pressati. Il problema delle soluzioni sfuse è
derivato dal compattamento, che avviene nel tempo e può lasciare vuoti.
SUGHERO
Materiale costoso, molto apprezzato per la progettazione bio; non è facilmente reperibile e ha cicli di
rinnovo piuttosto lunghi. Prodotto attraverso la macinazione della corteccia dei sugheri, fatti poi espandere
con il calore e resi utilizzabili in edilizia.
MINERALI
- lana di vetro
- lana di roccia
- vetro cellulare espanso (costosissimo, ma molto resistente)
- perlite espansa
- vermiculite espansa
- argilla espansa
LANA DI VETRO
Filatura di vetro fuso, assemblato in pannelli, realizzabile in diverse tipologie. Il vetro è fuso e filato in fibre,
sottoposte ad un trattamento termico, ottenendo la polimerizzazione dei leganti.
LANA DI ROCCIA
Filatura di fibre di rocce basaltiche ad alte temperature, unite con leganti come resine fenoliche e quindi
cotte ed essiccate.
VETRO CELLULARE
Caratteristiche molto molto elevate, resistenza termica e meccanica. Esiste sottoforma di pannelli rigidi,
materiale che si ottiene partendo dal vetro una massa vetrificata; quindi, è ridotta in polvere e miscelata al
carbonio, introdotto in stampi per permettere la formazione di bolle ed espanderlo.
PERLITE/VERMICULITE ESPANSA
Ottengo a partire dalla perlite/vermiculite, macinata e cotta e poi pressata in pannelli con resine.
SINTETICI
- polistirene espanso sinterizzato EPS
- polistirene espanso estruso XPS
- poliuretano rigido PUR
EPS: Materia prima: petrolio, da cui ottengo sferule, granuli che esposti al vapore si espandono;
Polimerizzazione avviene mediante una miscela di stirene e additivi che facilitano l’espansione, il granulato
è miscelato con questi agenti; quindi, la massa è spinta in una trafila da cui quando esce esce espansa.
Da questi prodotti, con vapore e stampi ottengo pannelli commercializzabili.
PUR: parte sempre dal petrolio, si può utilizzare anche a spruzzo per superfici complesse, ma difficilmente si
stende in modo omogeneo. Poliuretano rigido (in pannelli) si ottiene con una reazione chimica.
12/05/20
I SISTEMI DI CHIUSURA VERTICALE TRASPARENTI
GLI INFISSI
Sistema di chiusura trasparente: mette in relazione interni ed esterni e regola una serie di flussi, come
l’ingresso di radiazione solare, luce, aria, persone e cose, consentendo comunicazione visiva tra esterno e
interno e determinando la composizione architettonica. Tema delle chiusure trasparenti in relazione a
quelle opache; determina il carattere dell’edificio da progettare, perché va a definire i rapporti su pieni e
vuoti. Si determina in relazione all’esposizione, dove è meglio aprirsi per captare l’energia solare e termica.
FLUSSI
Flussi che regola un sistema di chiusura trasparente: quantità di energia termica per ottimizzare comfort
termico e funzionamento energetico. La radiazione può passare attraverso una chiusura trasparente e
quindi aumentare la temperatura (guadagno termico gratuito), costituendo un beneficio in inverno e un
problema in estate.
Far entrare all’interno:
- radiazione solare per comfort termico
- la luce naturale per il comfort visivo
Permettere l’apertura per:
- ricambi d’aria
- passaggio fisico di persone e cose
Mette in contatto diretto interni ed esterni, con passaggio di persone o cose. Dimensione compositiva da
guardare con molto interesse.
ILLUMINAZIONE
Nel progetto il rapporto pieni e vuoti va concepito sia dall’esterno che dall’interno, perché l’utilizzo degli
ambienti interni dipende anche molto dall’illuminazione che percepiscono; pertanto, è essenziale osservare
come l’illuminazione si rapporta agli ambienti interni e come la luce vi filtra.
Non si gestisce solo dal prospetto esterno, ma in tutte le forme del progetto. 1/8, 1/10 della superficie
calpestabile interna dev’essere apribile per consentire agli ambienti interni di essere illuminati ed areati (per
una stanza di 20m2, almeno 2m2).
INFISSI
Chiusure verticali trasparenti: finestre, porte finestre, porte e luci fisse.
- FINESTRE Permettono la ventilazione illuminazione naturale, l'ingresso della radiazione solare e la
visibilità tra interno ed esterno
- PORTE - FINESTRE oltre alle funzioni delle finestre, consentono anche il passaggio di persone
- PORTE possono essere elementi opachi e la cui funzione principale è quella di consentire il
passaggio di persone
- LUCI FISSE sono identiche alle finestre ma non hanno funzione di ventilazione
Come si dispongono? Dipende dal tipo di relazione che si vuole instaurare.
REQUISITI
I requisiti legati alle chiusure sono:
- la resistenza ad esigenze di SICUREZZA
- effrazioni
- azioni naturali
- azioni artificiali
- incendi
- requisiti legati alle esigenze di BENESSERE IGROTERMICO
- tenuta di aria e acqua
- ventilazione degli ambienti
- isolamento termico
- garantire irraggiamento
- condensa
- BENESSERE VISIVO: elementi trasparenti devono garantire una buona illuminazione all’ambiente
interno
- BENESSERE ACUSTICO evitare vibrazioni e isolare acusticamente
- CONSERVARE LE PRESTAZIONI (durabilità e pulibilità, in particolare dei serramenti non apribili)
- FRUIBILITA’ garantire il passaggio tra interno ed esterno quando li mettono in comunicazione, e
facile manovrabilità quando apribili
Chiusura trasparente: elemento debole nell’isolamento termico, acustico, energetico.
VETRO E LUCE
Per la luce visibile: il vetro trasmette gran parte di luce e ne assorbe una parte e una piccola parte viene
riflessa. La percentuale di luce che passa da esterno a interno prende il nome di fattore luminoso. Passa
dall’esterno verso l’interno.
TELAI
Telai: sistema che consente alla parte vetrata di poter essere fissata ed appoggiarsi nell’apertura oltre che
poter essere apribile. Telaio fisso (si fissa alla muratura) e telaio mobile, posto su di esso che consente
l’apertura; possono essere realizzati in diversi materiali. Apertura può essere “a battente” oppure “a
scorrimento”.
LA BATTUTA
Un tempo i serramenti erano realizzati su misura, oggi sono prodotti industriali.
Serramento nella progettazione; importante il tema della battuta, deve gestire il passaggio di aria ed essere
resistente all’acqua quando chiuso; bisogna fare in modo che il rapporto tra telaio fisso e anta mobile siano
attrezzati nei punti di contatto con guarnizioni, per evitare infiltrazioni o passaggi di acqua.
GUARNIZIONI
Le battute a partire dagli anni 60 (tema dei problemi energetici) sono state attrezzate dalle guarnizioni,
elementi che consentono di migliorare la tenuta in corrispondenza della battuta. Realizzate con materiali
elastomerici, che sottoposti a una sollecitazione possono deformarsi e poi riprendere la loro conformazione.
Ogni prodotto industriale ha garantito un certo livello di tenuta all’aria e all’acqua.
Diversi tipi: inserita nel telaio fisso, nella battuta interna dell’anta...maggiore è il numero delle guarnizioni,
maggiore il livello di tenuta.
TELAI
- in legno; profili ricavati dal massello, ma a volte anche legno lamellare. Sezione orizzontale del nodo
e sezione verticale. Spesso si hanno più lastre di legno sagomate per rispettare la complessità dei
profili necessari all’alloggiamento della vetrocamera e al funzionamento del serramento. Le
intercapedini vuote sono necessarie per creare zone a pressioni minori in grado di aumentare la
resistenza all’aria.
- in alluminio: ha il vantaggio che necessita di meno manutenzione rispetto al legno (serramento in
legno necessita trattamento ogni 10 anni). Anta fissa e anta mobile, stesse intercapedini. Ha lo
svantaggio che funziona meno come isolante termico rispetto al legno; quindi, espone
maggiormente al rischio di condensa. Sono realizzati tramite estrusione dell’alluminio quando è allo
stato plastico grazie a una matrice.
- Profilati a taglio termico: profilo su cui viene effettuato un taglio parallelamente al piano del vetro,
poi unito da un materiale plastico; ha il vantaggio di avere, rispetto ad un profilato in semplice
alluminio, un potere di isolamento termico molto più elevato. Questo riduce molto il fenomeno di
condensa. Sia telaio fisso che mobile devono essere dotati di taglio termico.
- In acciaio: realizzati con una lamiera pressopiegata che garantisce le battute; anche qui sarà
necessario creare un taglio termico.
- In pvc, materiale plastico, non necessita di taglio termico ed è realizzato per estrusione. Hanno però
degli elementi in acciaio che ne garantiscono l’indeformabilità e la resistenza, necessarie per
l’isolamento termico e il funzionamento del serramento.
- Misti; a sistema i vantaggi di più materiali, come legno esterno e carter in alluminio, oppure
viceversa legno all’interno e alluminio all’esterno.
TIPOLOGIE DI APERTURA
La scelta del sistema di apertura va effettuata in ragione di specifiche esigenze d'uso degli ambienti interni,
e da essa dipende la forma del serramento, la geometria delle ante, le dimensioni massime, la sezione dei
telai, il comportamento in relazione ai problemi statici.
Può essere:
- A battente (telaio incorniciato verticalmente)
- A visiera/vasistas (telaio incorniciato orizzontalmente)
- Scorrevole (svantaggio che non si apriranno mai completamente)
- A ghigliottina (scorre dall’alto al basso)
- A bilico/girevole
- A fisarmonica (incernierate in posizione baricentrica)
- A pantografo (il serramento si apre in posizione parallela alla finestra, utilizzata nel terziario)
RAPPORTO SERRAMENTO-MURATURA
Serramento fatto di telaio fisso e anta mobile, però non è fissato direttamente all’anta muraria, ma
mediante un elemento terzo detto FALSO TELAIO o CONTROTELAIO. Messo in opera dal muratore per
regolare la dimensione della muratura e adattarla all’alloggio del serramento, che ha delle dimensioni
precise in quanto prodotto in modo industriale (ha delle tolleranze di 1mm, mentre la muratura ha delle
tolleranze di 1cm). Il controtelaio è un elemento a scomparsa, che viene coperto da un coprifilo una volta
che il serramento è montato.
IL DAVANZALE
È il piano orizzontale che intercorre tra lo spessore della muratura e quello del serramento; è necessario che
il serramento abbia un taglio termico per evitare che tra muratura e davanzale si crei un ponte termico.
ARCHITRAVE
In corrispondenza dei due lati verticali del piano finestra (piedritti) devo porre questo piccolo travetto che
mantiene i blocchi della muratura in posizione. Può diventare un elemento anche compositivo.
LE SCHERMATURE
Sistemi di controllo solare; il compito delle chiusure è quello di lasciar entrare la luce e come il passaggio
possa essere un vantaggio o uno svantaggio.
Occorre confrontarsi con dispositivi in grado di regolare il passaggio della radiazione solare, che eviti
l’abbagliamento ma anche controllare dal punto di vista energetico il surriscaldamento dovuto ad essa.
Problema affrontato da sempre, anche nella cultura materiale sistemi trasparenti sempre pensati in
associazione a sistemi di schermature.
Criteri progettuali:
- Ogni facciata ha un’esposizione e un’esigenza di schermatura diversa, in base al suo rapporto con il
sole.
- Il dimensionamento e la morfologia delle schermature devono essere studiati in relazione alle
condizioni di irraggiamento nelle diverse stagioni ed ore della giornata.
- Quando le schermature devono fermare la radiazione solare dal punto di vista energetico devono
essere poste all’esterno della superficie trasparente, prima che la radiazione attraversi la superficie
vetrata (tenda diversa da schermatura).
La vegetazione può costituire un interessante elemento di schermatura della radiazione solare, adattandosi
durante le stagioni, schermando in estate e lasciando passare la luce d’inverno (perdita delle foglie).
Carta del percorso solare: per una determinata latitudine (46°) rappresenta i diversi percorsi solari durante
l’anno e il giorno. Cerchio con linee per i percorsi del sole nei mesi e nel giorno; per ogni latitudine ci sono
diverse carte del percorso solare.
Posso conoscere l’ora di nascita, punto più alto e tramonto del sole in ogni momento dell’anno e del giorno.
Sorge a nord est, punto più alto a sud e tramonta a nord ovest a giugno; a dicembre invece sorge a sud est,
sta in alto a sud e tramonta a sud ovest. In base a questo posso conoscere l’esposizione di una facciata nord
alla radiazione solare; sarà esposta solo per un limitato periodo dell’anno (da marzo a settembre).
Altezza solare alpha: Angolo formato tra la direzione dei raggi solari e il piano orizzontale.
Azimut solare gamma, quanto la posizione del sole si sposta sul piano nord-sud: Angolo formato tra la
proiezione sul piano orizzontale dei raggi solari e la direzione sud; è positivo se la proiezione cade verso est
(alla mattina) ed è negativo se la proiezione cade verso ovest (alla sera).
Altezza solare massima alle 12 del 21 giugno; rispetto all’orizzonte il sole si dispone creando un angolo di
68° (con una latitudine di 46°); aumenta verso Roma.
Altezza solare minima (12 del 21 dicembre): 22°.
Questi ragionamenti mi sono utili per apporre degli elementi di schermatura studiati in modo tale da
intercettare la radiazione solare nel periodo estivo e lasciarla irraggiare la superficie trasparente nel periodo
invernale, migliorando il comfort termico e il risparmio energetico.
E ancora: una schermatura di tipo orizzontale e utile ad intercettare la radiazione solare quasi
esclusivamente su un fronte sud virgola che è esposto alla luce quando il sole è alto; su un fronte nord,
quando il sole e ancora basso sull'orizzonte, una schermatura orizzontale non sarebbe efficace
nell’intercettare la radiazione solare.
TIPOLOGIE:
- Orizzontali
- Verticali
Oltre che:
- Fisse; integrate con la struttura come dispositivi aggiuntivi
- Mobili; a orditura fissa su telaio mobile, a orditura mobile su telaio fisso (rotanti, scorrevoli,
impacchettabili/pieghevoli)
FISSE: elementi aggettanti (orizzontali), hanno senso sul fronte sud ma poco senso sui fronti est ed ovest,
perché il sole ha un comportamento variabile.
Parallele, integrate; sono superfici che non fanno ombra, ma intercettano in parte la quota di radiazione
della superficie vetrata (griglie che coprono, riducono la quantità di luce in ingresso.
MOBILI
FISSA SU TELAIO MOBILE; la persiana, elemento che apre completamente o chiude completamente alla luce
solare quando ne ho necessità, aumentando il livello di controllo tramite la rotazione delle lamelle che la
compongono. Dispositivo complesso e di grande efficienza. Possono essere a battente, ma anche scorrevoli;
possono ruotare anche in verticale.
MOBILE SU TELAIO FISSO AVVOLGIBILE; tapparella nella sua versione industriale, abbassabile o avvolgibile
che si dispone parallelamente alla facciata dell’edificio.
Schermatura all’interno: poco efficace dal punto di vista termico, ma efficace dal punto di vista luminoso.
Schermatura avvolgibile all’esterno tipo tenda.
Schermature impacchettabili o rotanti.
Schermature orizzontali fisse rotanti.
Schermature fisse verticali rotanti.
4 TIPOLOGIE:
- facciata continua a montanti e traversi: detta con pressore, intelaiatura di montanti (verticali) e
traversi (orizzontali) fissata sulla struttura portante di un edificio (come i profili delle chiusure
leggere), stavolta estrusi con funzione strutturale. Tramite un pressore monto la lastra vetrata
nell’intelaiatura. Potrebbe anche esserci il telaio fisso di un sistema apribile (anche opaca),
ottenendo un sistema complesso. I telai sono fissati con staffe alla struttura portante, staffe a forma
di L, talvolta collegati con manicotti.
- facciate continue a cellule: non ho più montanti e traversi, ma cellule prefabbricate trasparenti
direttamente fissate alla struttura portante. Molto simile al precedente, ma riesco a distinguere due
mezzi profili in un unico elemento quando li accosto; questo mi dà la possibilità di avere diverse
soluzioni compositive; anche qui posso avere in parte soluzioni fisse e in parte serramenti.
- vetrate strutturali o con silicone strutturale, variazione di montanti e traversi, in cui la lastra vetrata
è siliconata all’intelaiatura che è in seguito fissata in modo meccanico al sistema di montanti e
traversi. Il vetro si fissa a un’intelaiatura con un giunto di silicone, e in cantiere il telaio è fissato ai
montanti e traversi; quindi, monto non la vetrocamera ma il telaio. Il vantaggio è che non ho più il
pressore esterno.
- vetrate strutturali sospese: sistema che rinuncia all’intelaiatura e appende a una struttura di
supporto una lastra vetrata, brevettato da Peter Rice con le serre del parco della villette. Sistema
vetrato d’involucro con funzione strutturale. Va a scomporre serre in quadrati di 2x2m; le lastre
sono collegate con delle rotule l’una con l’altra e poi appesi interamente sulla struttura della serra.
Le lastre vetrate sono appese alla struttura. Resta il problema dello spostamento delle lastre
inferiori (appese a quelle superiori), per cui le vado a controventare con dei cavi. Scompare
l’intelaiatura se non per un piccolo giunto di silicone, garantendo un altissimo livello di trasparenza.
19/05/20
STRATI FUNZIONALI
Copertura continua-piana:
- elemento portante (di diversi tipi)
- barriera al vapore
- isolamento termico
- massetto di pendenza (consente all’acqua di scorrere nei punti dove stanno i pluviali)
- elemento di tenuta (manto impermeabile continuo)
- protezione dell’elemento di tenuta
- (eventuale) strato di vegetazione
Copertura discontinua-inclinata:
- Elemento portante
- Barriera al vapore
- Isolamento termico
- Strato di ventilazione
- Elemento di tenuta all’acqua
- Elemento di sostegno del manto
- Elemento di tenuta (manto impermeabile discontinuo)
COPERTURE DISCONTINUE
Costituite da un manto di elementi che si giustappongono, occorre una pendenza per far scorrere l’acqua.
La pendenza scelta e le modalità di sovrapposizione (che dipendono dal tipo di elemento, che va pensato in
una fase preliminare del progetto) e posa dei singoli elementi che costituiscono lo strato di tenuta
impediscono le infiltrazioni d’acqua, favorendone invece il deflusso per gravità nei canali.
TIPOLOGIE:
- A falda unica
- A due falde
- A due falde con testa a padiglione (4 piani inclinati)
- Curva (due falde con piani curvi senza soluzione di continuità)
- A padiglione su pianta quadrata
- A mansarda (il piano inclinato si spezza in due direzioni diverse, sfruttamento dei volumi sottotetto)
- A padiglione su pianta ottagonale
- A stella
LINEA DI COLMO: intersezione tra pendenze con verso opposto, deve garantire l’impermeabilità o l’acqua
entra, per cui è fatta di lattoneria
CONVERSA: lattoneria in corrispondenza delle linee di compluvio in cui è raccolta l’acqua per poi essere
convogliata
CANALE DI GRONDA: ha una determinata pendenza per consentire all’acqua di raggiungere il pluviale
DOCCIONE: invece di convogliare l’acqua a terra il canale di gronda è lasciato libero
Si proteggono con lamiere metalliche di spessore sottile ripiegate per convogliare l’acqua sull’elemento
impermeabile:
- Grembiule (raccoglie l’acqua tra manto ed elementi emergenti)
- Converse (garantisce la tenuta nelle linee di compluvio)
- Canale di gronda (linee di gronda, raccoglie l’acqua)
- Pluviale (convoglia l’acqua raccolta a terra)
- Doccione (scarica a dispersione l’acqua raccolta)
- Scossalina (linee di bordo)
MANTO DI COPERTURA
- Laterizio (30-35°% di pendenza)
- Cemento (30-35%)
- Pietra
- Metallo
Via via dal laterizio al metallo il range di pendenza si amplia, scelta anche progettuale ed estetica.
TEGOLE:
- Piane marsigliesi
- Piane portoghesi
- Piane olandesi
- Piane alla romana (embrici)
- Curve dette anche coppi
Giustapposizione dei coppi, posti su dei listelli il cui distanziamento dipende dalle dimensioni dei coppi.
Possono essere in legno oppure in profilati in metallo; spesso il distanziamento dei listelli, posti sopra lo
STRATO ISOLANTE lascia delle canne che fungono da STRATI VENTILATI, utili per l’esposizione continua delle
coperture alla radiazione solare.
MANTI IN PIETRA, legate ad aree geografiche particolari o scelte di progetto precise; possono essere anche
in ardesia, fissati con delle grappe in metallo
MANTI METALLICI, elementi di medie o grandi dimensioni di materiali disparati con diverse caratteristiche.
Possono essere lamiere di grandi dimensioni, che si fissano a listelli metallici. Le graffature, elementi di
risvolto fatti a piegature sulle lastre metalliche, consentono il loro fissaggio senza la suddivisione in elementi
discontinui, di fatto andando a ricostituire coperture continue che possono anche assumere geometrie
particolari (curve), garantendo la tenuta all’acqua.
Possibilità:
- Non isolata non ventilata
- Non isolata ventilata
- Ventilata non isolata
- Ventilata e isolata
Varia poi la possibilità o meno di poter sfruttare il sottotetto, sulla base di dove sono posizionati gli strati
isolati e ventilati.
NODI IMPORTANTI
- Elemento di colmo
- Linea di gronda con copertura che va chiusa da una griglia
- Linea di bordo, copertura interseca elemento verticale (conversa)
- Passaggio di una canna fumaria (lattoneria deve raccogliere e convogliare l’acqua)
Interruzioni del manto di copertura devono essere studiate con attenzione.
COPERTURE CONTINUE
NORMA UNI 8627
- Copertura senza isolamento termico
o strato resistente, solaio
o Massetto di pendenza, può essere integrato o meno con lo strato resistente
o Elemento di tenuta impermeabile
o Protezione
- Copertura a tetto caldo (hanno barriera al vapore e strato termoisolante)
- Copertura a tetto rovescio (strato impermeabile sotto l’elemento termoisolante) molto utilizzata
con climi caldi
MANTO IMPERMEABILE
Dev’essere continuo, ed è di tipo:
- Bituminoso
- Sintetico
BITUMINOSO
Con aggiunte di polimeri elastomerici, come reti di poliestere o fibre di vetro; saldati a caldo con la fiamma.
SINTETICI
Di elementi in poliestere o fibre di vetro, spalmati con resine polimeriche come PVC oppure con fissaggio
meccanico. Oppure manto sovrapposto e poi zavorrato.
Può essere attrezzato con manti calpestabili, come pavimentazioni o guaine liquide.
MASSETTO DI PENDENZA
Il direzionamento delle piccole inclinazioni in pendenza dipende dai punti di posizionamento dei pluviali
(meglio che stiano fuori dall’edificio); quindi occorre prima andare a pensare ai pluviali, poi all’elemento di
copertura e i massetti di pendenza. È come un tetto a falda rovesciato.
Il modo di organizzare la pendenza dipende dal pluviale.
Lo spessore dell’ultimo solaio non può avere le stesse dimensioni di un solaio interpiano, perché deve
contenere il massetto e un coronamento che contenga l’intero pacchetto dello strato di copertura.
I PLUVIALI: almeno uno di almeno 10cm di diametro ogni 100m2; per ogni copertura almeno 2 pluviali.
CORONAMENTO
Il manto impermeabile dell’edificio non deve fermarsi in corrispondenza dell’elemento di coronamento, ma
deve poter risvoltare, in modo da evitare infiltrazioni anche in caso di guasto del pluviale. “vasca”
impermeabile del pluviale.
Se il pluviale è esterno il manto deve circondarlo per poi risvoltare in coronamento, così come deve fare nel
caso in cui il pluviale sia posto all’ingresso di una grondaia.
COPERTURE A VERDE
Tetto a verde. Soluzione costruttiva che presenta una serie di vantaggi rispetto a coperture piane
tradizionali:
- Ottimizzazione della superficie: un tetto verde permette la realizzazione di uno spazio fruibile per
svariati utilizzi, da biotipi a giardini rilassanti o aree per attività sportive e ricreative; evitando costi
elevati per l'acquisto di terreni nuovi si realizzano spazi supplementari aumentando il valore
economico dell’immobile
- Aumento della qualità della vita, dal punto di vista fisico e percettivo migliorando le condizioni
microclimatiche, assorbendo la radiazione solare soprattutto in aree urbanizzate
- Miglioramento del clima
- Considerevole ritenzione idrica: determinano un ritardo nel tempo con il quale le precipitazioni
vanno a incidere sulla rete fognaria; precipitazioni intense sono subito scaricate nelle fogne, spesso
causando problemi di carico
- Filtrazione di polveri e sostanze inquinanti, che vale per qualsiasi elemento verde
- Protezione del manto impermeabile, che non richiede altri strati di protezione
- Ridurre inquinamento acustico essendo superficie morbida
- Offrono un incremento nell’isolamento termico
STRATI
- Vegetazione
- Strato filtrante filtra l’acqua rispetto al suolo sottostante
- Strato drenante fa drenare l’acqua agli strati impermeabili, senza accumularsi
- Livello impermeabile
In una riproduzione della stratigrafia del terreno effettivo.
Copertura verde in pendenza (situazione più delicata; il suolo deve ancorarsi a un elemento pendente).
COPERTURA VERDE PIANA
- Massetto di pendenza
- Barriera al vapore
- Strato isolante (tetto caldo normale)
- Elemento di impermeabilizzazione
- Elemento drenante (in materiale plastico, consente un accumulo di acqua che risolve in parte il
problema dell’irrigazione)
- Strato filtrante (tessuto sintetico)
- Terriccio con vegetazione
COPERTURE TRASPARENTI
Possibilità di applicare tecnologie delle pareti verticali trasparenti c’è anche nelle coperture, con sistemi
identici.
- Montanti e traversi con pressore
- Reticolo membranale
- Vetrate sospese
VANTAGGI
- Facilità di lavorazione
- Differenti densità
- Economicità
- Colorabilità
- Isolamento acustico, termico, elettrico, meccanico
- Resistenza alla corrosione e inerzia chimica
- Idrorepellenza e inattaccabilità da parte di muffe, funghi e batteri
- Elevata resistenza a trazione
SVANTAGGI
- Attaccabili con solventi
- Attaccabili con acidi
- Poco resistenti a temperature elevate
- Invecchiamento da raggi UV
- Scarsa resistenza meccanica
- Elevata dilatazione termica
STORIA
Nate nel 1855 da Audemars, svizzero, esperienze in diversi contesti mettono a punto diverse molecole, fino
alle molecole alla base delle attuali materie plastiche (1838 politetrafluoroetilene o PTFE; poliestere 1941,
poliuretano 1941; 53 polietilene, 54 polipropilene).
In architettura se ne inizia a parlare negli anni ’60, con copertura modulare di Renzo Piano (metà anni ’60).
CLASSIFICAZIONE
TERMOPLASTICI
Una volta realizzati si possono modellare se sottoposti a calore; lastre piane riscaldate e formate con diversi
stampi. Facilmente riciclabili e non cambiano proprietà una volta raffreddati e riscaldati.
TERMOINDURENTI
Hanno una struttura reticolata; sono più rigidi, resistenti e stabili dei termoplastici. Il loro problema è che
una volta polimerizzati non possono più essere modificati, se sottoposti a calori elevati bruciano, e di
conseguenza non sono riciclabili.
ELASTOMERI
Possono allungarsi o comprimersi in modo rilevante e ritornare alla direzione originaria quando la
sollecitazione è rimossa.
PROCESSO DI FORMATURA
- Per stampaggio per compressione, disposti in stampi e pressati
- Stampaggio ad iniezione
- Stampaggio sottovuoto (stampaggio mediante aspirazione)
- Stampaggio per rotazione per elementi cavi
- Calandratura; modifica con rulli a temperature elevate
- Estrusione, stessa modalità dei profilati in alluminio, introdotti in presse con una matrice negativa
TERMOPLASTICI
- Polietilene (elementi di tenuta al vapore e canalizzazione)
- Polivinilcloruro (serramenti in PVC, scarichi, coperture ma anche elementi di chiusura)
- Polipropilene (contenitori, igloo per solai controterra, prodotti facilmente riciclabili)
- Polistirene (isolante)
- Poliuretano (isolante)
- Polimetilmetacrilato (sostituto del vetro, può essere trasparente o colorato, vari usi nel settore delle
costruzioni come rivestimento)
- Policarbonato (soprattutto alveolare, utilizzate in sostituzione del vetro per migliorare isolamento
termico e risparmiare sui costi)
- Politetrafluoroetilene (stabile, con elevata resistenza chimica, rivestimento nell’ambito dei tessili per
l’architettura)
- Etilene tetrafluoroetilene (film sottile utilizzato per cuscini d’aria, leggero e sostenibile con strutture
leggere)
TERMOINDURENTI
- Resine poliestere (scocche, insieme a fibre)
ELASTOMERI
- Gomme, elementi nei serramenti
- guaine impermeabilizzanti
- gomma sbr (materassini isolanti)
TESSILI TECNICI
FIBRORINFORZATI; da una matrice termoindurente con l’inserimento di apporti fibrosi posso realizzare
geometrie complesse.
- Calcestruzzo rinforzato con fibre di vetro (glass reinforced concrete)
- Resina poliestere con fibra di vetro
26/05/20
PARTIZIONI INTERNE
Sono tutti gli elementi verticali e orizzontali che hanno il compito di dividere e conformare lo spazio
all’interno di un edificio. Si osserva come, esclusi i solai, non svolgono un ruolo strutturale, ma soddisfano
importanti requisiti acustici e termici.
Se dividono lo spazio in uno stesso alloggio si avrà sempre il problema dell’isolamento acustico, ma quello
termico avrà minore peso.
Hanno caratteristiche prestazionali specifiche, in relazione alla destinazione d’uso (pareti interne, porte,
controsoffitti, pavimenti).
Quando vengono realizzate? Dopo la struttura portante e dopo le chiusure (verticali esterne e superiori) e
contemporaneamente agli impianti. Interferenza stretta tra partizioni e impianti, realizzati con fasi che si
succedono per completare l’edificio.
Attenzione ai punti di contatto e alle altre parti degli edifici per la creazione di ponti termici ed acustici, che
possono mettere in discussione le prestazioni di pareti fonoisolanti se nei punti di contatto l’isolamento non
è assicurato.
REQUISITI
In termini di sicurezza:
- resistenza meccanica
- al fuoco (costruzione di spazi che isolano rispetto al fuoco).
Dal punto di vista del benessere devono garantire:
- comfort termico
- comfort acustico soprattutto, sia come isolamento che come assorbimento acustico; l’isolamento
acustico è la caratteristica che impedisce che il rumore proveniente da un ambiente si propaghi
all’ambiente attiguo, mentre l’assorbimento è la capacità di un sistema di assorbire il rumore che si
genera all’interno di un ambiente, e avendo le partizioni una superficie estesa possono avere un
ruolo determinante nella funzione di assorbimento acustico. Esempio controsoffitti nei ristoranti.
Fruibilità:
- possibilità di realizzare partizioni interne attrezzabili
- spostabili
- ricollocabili (per la riconfigurazione dello spazio in base alle esigenze degli utenti)
A livello di gestione è importante capire la loro:
- manutenibilità
- resistenza all’acqua
- agli urti
- ai carichi sospesi
- come siano integrabili in essi dei sistemi impiantistici in base ai diversi tipi di chiusura
REQUISITI TERMICI
Una partizione che separa due alloggi deve avere una trasmittanza termica inferiore a 0,8 W/m2K (di solito
il valore per una chiusura esterna è 0,26, il requisito è meno severo).
REQUISITI ACUSTICI
Necessario, sempre tra due alloggi, avere un potere di fonoisolamento di almeno 50dB (persona che parla a
voce medio-sostenuta) e un livello di isolamento dal rumore da calpestio del solaio di almeno 63dB.
Parete in calcestruzzo aerato e autoclavato (gasbeton) uniti con una malta specifica.
Spesso il materiale utilizzato per le partizioni interne è lo stesso utilizzato per le chiusure verticali esterne,
se il progetto è concepito con una certa coerenza; appare infatti come una scelta ragionevole, poiché le due
sono necessariamente interconnesse.
Pannelli di grandi dimensioni (talvolta intere pareti) unite tra di loro e arricchite di strati in funzione del tipo
di prestazione che deve essere assolta.
Esempi:
- telai in legno
- telai in acciaio (ma presenta problemi di ossidazione)
- telai in acciaio zincato (profilati a C)
- telai in alluminio
Rivestimenti:
- lastre in cartongesso
- lastre in conglomerato o legno
- lamiere plastificate o zincate
- laminati plastici, fibrocemento, pvc
Intercapedine:
- materiali isolanti
Finitura superficiale:
- intonaco (raramente)
- pittura
- tessili
- piastrelle
MONTAGGIO: fissaggio della guida inferiore e superiore, avvitaggio delle guide per il posizionamento degli
impianti, fase di riempimento prima con un pannello, poi con isolante e poi chiusura con l’altro pannello.
Profili u sugli estradossi e intradossi dei solai. I giunti delle viti sono spesso rinforzati con fibra di vetro o altri
isolanti per evitare la fessurazione del punto di connessione e quindi pitturazione dell’elemento finito.
Talvolta si può lasciare un’intercapedine per il passaggio degli impianti, o contenere strati isolanti (partizioni
tra alloggi diversi).
FLESSIBILITA’ E PARETI MOBILI: hanno prestazioni “critiche” perché è difficile raggiungere i requisiti di
isolamento termico e acustico, ma hanno una flessibilità distributiva negli spazi che li utilizzano.
La partizione interna suddivide lo spazio, che dipende dalle funzioni per cui si usa: se queste cambiano nel
tempo è opportuno poter modificare anche la suddivisione spaziale. Possono essere.
- Scorrevoli
- Pivotanti
- Pieghevoli
- Basculanti
Ex. Edifici di Le Corbusier al Weissenhof di Stoccarda, 1927. Spazio organizzato in modo molto diverso dalla
tradizione della società borghese, grande possibilità nell’articolazione dello spazio interno, necessaria
disponibilità di chi ci abita a una maggiore apertura. Modi d’uso molto diversi che consentono anche la
possibilità di usarli in momenti diversi della giornata.
Edifici come uffici: partizioni interne con funzioni di contenimento (librerie, ecc).
PORTE
Punti in cui la partizione interna deve essere attraversata. Porte interne: a battente o scorrevoli. Porte
scorrevoli intelligenti perché non implica ingombro quando la porta si apre. Il loro problema è che sono
deboli nei requisiti di isolamento acustico rispetto a quella a battente, soprattutto se inserite nella
partizione interna (ponte acustico). Porte con apertura a libro o a tamburo per spazi particolari, con funzioni
specifiche.
Rapporto tra parete e porta:
- Telaio fisso
- Tolleranza per variazioni dimensionali
- Controtelaio
- Coprigiunto
- Cerniera
- Riempimento in cartone alveolare
- Foderine di copertura di legno compensato impiallacciato
- Telaio in legno
Rispetto alla parte rustica dev’essere rifinita con un falso telaio che ne aggiusti la dimensione su cui si monta
il telaio fisso della porta. C’è il cardine che consente il movimento della porta, che deve essere estraibile nel
momento di utilizzo.
Con soluzione leggera c’è uno scrigno in lamiera metallica, poi rivestito con il cartongesso che è però un
punto di debolezza per quanto riguarda gli aspetti acustici.
PAVIMENTAZIONE A SECCO; non getti, ma pannelli che fanno da strato di appoggio per gli strati di
pavimentazione superiori. Il loro vantaggio è la smontabilità per interventi di manutenzione senza dover
distruggere il massetto in getto.
PAVIMENTO GALLEGGIANTE
Massetto isolato da un materiale isolante espanso; impedisce il rumore del calpesto.
PAVIMENTO SOPRAELEVATO
Intercapedine tra solaio e pavimentazione che consente il passaggio di cavedi; può essere utile in settori del
terziario, in cui gli interventi di manutenzione sugli impianti sono molto frequenti e di grande portata. È una
tecnologia elevata e molto costosa, non si impiega nell’edilizia residenziale.
LE RETI IMPIANTISTICHE; diverse forme di energia che fanno funzionare gli edifici, interferenze e punti di
contatto tra reti impiantistiche e parti edilizie
Importante considerarne il rapporto.
FUNZIONI:
- Consentire l’utilizzo dei flussi energetici, informativi e dei materiali richiesti dagli utenti
- Consentire l’allontanamento dei prodotti di scarto
TIPOLOGIE
- Impianto di produzione di energia, spesso non posta a livello di edificio ma centrale (ma è possibile
produrla anche localmente)
- Di climatizzazione
- Idrosanitario
- Di smaltimento dei liquidi
- Elettrico
INTEGRAZIONE IMPIANTISTICA
Spesso gli architetti non se ne occupavano, ma la necessità di contenere il consumo di energia e materiali li
ha integrati alla dimensione edilizia, in un momento di confronto tra competenze di diverse autonomie.
Il progetto dell’edificio è sempre più coinvolto da diversi e complessi tipi di impianti, con cui è necessario
confrontarsi in fase progettuale per evitare che ci si trovi in situazioni di mancata integrazione che creano
oltre che problemi estetici problemi di fruibilità dello spazio progettato.
LE FONTI ENERGETICHE:
NON RINNOVABILI (combustibili fossili) da utilizzare sempre meno per ridurre le emissioni di CO2 causate
dalla combustione.
- Gasolio
- Metano
RINNOVABILI:
- Biomasse (legno)
- Acqua (idroelettrico)
- Sole (fotovoltaico, solare termico)
- Vento (eolico)
- Calore del terreno (geotermia)
- Elettricità (non rinnovabile se prodotta con metano e carbone)
RISORSE-IMPIANTO-ENERGIA
Dal sole:
- Fotovoltaico: elettricità
- Solare termico: calore
Dal vento: eolico elettricità
Dall’acqua: idroelettrico elettricità
Dal legno/biomasse:
- Stufe: calore
- Caldaie/cogeneratori: energia elettrica
Dal suolo: geotermico per calore
CENTRALE IDROELETTRICA
L’acqua in pendenza viene fatta scorrere in dei condotti che muovono delle turbine che generano energia
elettrica.
CENTRALE TERMOELETTRICA
Carbone o gas sono bruciati e il vapore dalla combustione aziona una turbina.
CENTRALE GEOTERMICA
Sfrutta il calore della terra per azionare turbine che producono elettricità.
TERMOVALORIZZATORE
Attraverso la combustione di rifiuti si azionano turbine grazie al vapore.
CENTRALE A BIOMASSE
Bruciate le biomasse per produrre vapore e azionare turbine.
COGENERAZIONE
Rispetto a un sistema che produce energia elettrica e termica separatamente (1225 kWh per produrne 800,
perdendone 375) un sistema a cogenerazione è più vantaggioso (1000 kWh per produrne 800, perdendone
120); utilizza il calore utilizzato per produrre il vapore per il riscaldamento degli edifici.
Alla centrale di cogenerazione associo un sistema di teleriscaldamento, non disperdendo il calore prodotto,
ad esempio, se ho scaldato dell’acqua per ottenere il vapore questa è poi incanalata con dei tubi,
raffreddata e portata agli utenti.
MICROGENERAZIONE DISTRIBUITA
- di energia elettrica; deriva dall’uso del fotovoltaico
- termica; pannelli solari, sistemi impiantati sugli edifici che hanno il compito di riscaldare un fluido
termovettore che consente di sfruttare la radiazione solare per produrre calore
- sonde geotermiche; energia che viene dalla temperatura del suolo; differenza di temperatura tra
temperatura del suolo e dell’esterno sfruttata in estate per raffrescare l’acqua, in inverno per
riscaldarla.
IMPIANTO DI RISCALDAMENTO
Costituito da un generatore di calore:
- caldaia a metano o condensazione
- un sistema di teleriscaldamento, collegato a una centrale
- pompa di calore, che produce consumando metano o elettricità calore o refrigerio. Può essere
aria/acqua, acqua/acqua, terra/acqua
Oltre al generatore di calore, si distribuisce nell’edificio a partire da un collettore una rete che va ad
alimentare diversi terminali (termosifoni) da cui si dipartono altri tubi che riportano al collettore e quindi al
generatore l’acqua fredda, una volta che ha ceduto il calore all’ambiente.
Terminali: RADIATORI, termosifoni, corpi metallici con allentature che facilitano lo scambio; si basano sul
principio della convezione. In funzione del posizionamento del termosifone si generano diversi cicli.
Ventilconvettori: termosifoni a cui è applicato un ventilatore, che anziché affidarsi al moto convettivo
dell’aria naturale aumentano la velocità dello scambio di calore.
PANNELLI RADIANTI, sistema di riscaldamento integrato negli strati delle partizioni interne orizzontali. Una
serpentina collegata a un generatore e a un collettore si dispone sull’intera superficie dell’ambiente da
riscaldare, contenendo liquido termovettore (anche acqua); il vantaggio è che, essendo un sistema che si
basa sull’irraggiamento, posso intensificarlo o rarificarlo in base alle necessità progettuali (ridurlo, ad
esempio, in corrispondenza dei disimpegni). Posso inoltre ridurre gli sprechi, perché ogni serpentina è
collegata individualmente al collettore; quindi, posso accendere o spegnere quelle di cui ho necessità.
Oggi sono molto utilizzati rispetto ai caloriferi, che funzionano con temperature molto alte perché solo con
una significativa differenza di temperatura con l’aria riesco a innescare un moto connettivo. I pannelli
radianti invece necessitano di temperature ben più basse per irraggiare efficientemente un ambiente
popolato (40-45 gradi contro 60-70). Consumano meno e sfruttano meglio le caldaie a condensatore.
Funzionano anche a soffitto o a parete, non scambiano calore con l’aria ma con i corpi.
VENTILAZIONE MECCANICA. Scambiatore garantisce il ricambio dell’aria senza rilasciare all’esterno il calore,
operazione che non potrei fare aprendo la finestra, facendo uscire tutta l’aria calda.
CONDIZIONAMENTO: funziona per ventilazione meccanica e riscaldamento/raffrescamento.
IMPIANTO IDROSANITARIO
Consente di usare acqua fresca e rilasciare quella utilizzata. Gli impianti passano sopra i solai, sotto gli strati
di sistemi di pavimentazione. I tubi sono collegati a un acquedotto e a una rete di scarico. Necessario avere
un tubo di ventilazione dello scarico che attraversi l’intera altezza dell’edificio.
Gli utensili del bagno devono essere utilizzati da delle persone, per cui vanno progettati con cura.
IMPIANTO ELETTRICO
Molto invasivo, serie di tubi corrugati entro i quali sono infilati i cavi di rame rivestito; i tubi si collegano al
generatore di elettricità.